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CAUSE DI SEPARAZIONE E DIVORZIO: I LIMITI DI UTILIZZO

DELLA CORRISPONDENZA DEL PARTNER!


Sempre pi spesso nei giudizi di separazione e divorzio uno dei coniugi in possesso di corrispondenza riservata dellaltro: lettere, scritti, sms, messaggi facebook, whattsup, chat. Spesso i
messaggi sono la prova del tradimento.
Ci si chiede quale siano i limiti di utilizzabilit di tali materiali.
La Corte di Cassazione pronunciandosi su una vicenda che vedeva coinvolta una donna condannata per aver aperto e letto la corrispondenza destinata al marito non convivente, da cui era
legalmente separata, utilizzandola nella causa di separazione, pendente innanzi al Tribunale, la
Cassazione ha affermato il principio secondo cui irrilevante, da un lato, il fatto che il plico sia
chiuso o aperto, dallaltro, che il destinatario ne conosca il contenuto, giacch la norma tutela
la libert individuale e la riservatezza: tale principio valido anche per la posta elettronica e la
corrispondenza nei social network, come per esempio Facebook
Prima di esaminare esaminare la sentenza della Cassazione opportuno ricordare che la libert
e segretezza della corrispondenza un diritto fondamentale riconosciuto al cittadino dalla nostra Costituzione (art. 15), che contiene un principio supremo: La libert e la segretezza della
corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione pu
avvenire soltanto per atto motivato dellautorit giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge. La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti delluomo e delle libert fondamentali stabilisce, poi, al 1 dellart. 10 (Libert di espressione), che ogni persona ha () libert di
ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle
autorit pubbliche e senza considerazione di frontiera. Tuttavia, la garanzia della Convenzione
sembra essere ristretta, giacch questo e altri articoli riguardanti i diritti della persona contengono un riferimento alla possibile limitazione della libert.
Lart. 616 del codice penale sotto la rubrica Violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, punisce a querela della persona offesa Chiunque prende cognizione del contenuto
di una corrispondenza chiusa, a lui non diretta, ovvero sottrae o distrae, al fine di prendere o di
farne da altri prendere cognizione, una corrispondenza chiusa o aperta, a lui non diretta, ovvero,
in tutto o in parte, la distrugge o sopprime; la norma prevede, poi, al comma 2, un aumento
della pena nel caso in cui il colpevole, senza giusta causa, rivela, in tutto o in parte, il contenuto
della corrispondenzase dal fatto deriva nocumento ed il fatto medesimo non costituisce un

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pi grave reato. Per corrispondenza, infine, il comma 4 chiarisce che deve intendersi quella
epistolare, telegrafica, telefonica, informatica o telematica ovvero effettuata con ogni altra forma di comunicazione a distanza.
Fermi i presupposti indicati dalla legge, si evidenzia come nella pronuncia in esame il giudice di legittimit si occupa di un caso in cui la violazione della corrispondenza era avvenuta
da parte dellex moglie nei confronti del coniuge separato, al fine di produrla nella causa di
separazione pendente tra gli stessi. La Corte, nel respingere il ricorso agli effetti civili (essendo maturata, medio tempore, la prescrizione), ribadisce che integra il reato di violazione,
sottrazione e soppressione di corrispondenza la condotta di colui che sottragga la corrispondenza inviata al coniuge per produrla nel giudizio civile di separazione; n, in tal caso, sussiste la giusta causa di cui allart. 616, comma 2, c.p., la quale presuppone che la produzione
in giudizio della documentazione sia lunico mezzo a disposizione per contestare le richieste
del coniuge-controparte, considerato che, ex art. 210 c.p.c., il giudice, pu, ad istanza di parte, ordinare allaltra parte o ad un terzo, lesibizione di documenti di cui ritenga necessaria
lacquisizione al processo (Sez. V, n. 35383 del 29 marzo 2011 dep. 29 settembre 2011, S.,
in CED Cass., n. 250925).
Laffermazione senza alcun dubbio corretta, ma allora, come fare allorch si vuole fare valere
in giudizio un diritto tra moglie e marito? Il testo base quello sulla Privacy, il D.Lgs. n. 196
del 2003. La sola diffusione di dati riservati (art. 4) fa scattare sanzioni che arrivano fino alla
reclusione nei casi pi gravi; quindi, sarebbe passibile di sanzioni il coniuge il quale diffonde
dati riservati dellaltro coniuge, anche in giudizio, in violazione delle norme sulla privacy. Tuttavia, lart. 26 dello stesso D.Lgs., prevede al comma 4 la possibilit di trattare dati personali
sensibili senza il consenso dellinteressato (nel nostro caso, dellaltro coniuge) quando il trat-

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tamento necessario per far valere o difendere in sede giudiziaria un diritto, sempre che i dati
siano stati trattati esclusivamente per tali finalit e per il periodo strettamente necessario al loro
perseguimento.
La regola generale , quindi, il divieto assoluto di utilizzo nel processo o fuori di esso. Ma,
nellambito giudiziario, allo scopo di evitare che documenti o altre registrazioni o intercettazioni cadano nel nulla e non siano utilizzabili -specie in ambito penale- lart. 160 del T.U. sulla
privacy prevede che la validit, lefficacia e lutilizzabilit di atti, documenti e provvedimenti
nel procedimento giudiziario basati sul trattamento di dati personali non conformi a disposizioni di legge o di regolamento restano disciplinate dalle pertinenti disposizioni processuali nella
materia civile e penale. Orbene, mentre nel giudizio penale non si pu tenere conto delle prove
acquisite fuori dalle previsioni della privacy, nel processo civile , al contrario, il Giudice che
dovr stabilire lutilizzabilit o meno delle prove acquisite in violazione della privacy, e ci in
quanto nel processo civile non esiste una legislazione rigida come in quello penale, ma il Giudice decide con ampi poteri discrezionali (art. 116 c.p.c.).
In sintesi per la corrispondenza, se essa (ordinaria, elettronica, ecc.) diretta ad entrambi i
coniugi, non c problema: pu essere tranquillamente prodotta in giudizio. Quando diretta a
uno solo, si configura, come visto, il reato di cui allart. 616 c.p., nel caso di occultamento, violazione, manomissione o distruzione da parte dellaltro coniuge. Tuttavia, potrebbe pure sostenersi che possa costituire una valida giustificazione/scriminante il diritto della parte a far valere
il proprio diritto dinanzi al Giudice civile per la dimostrazione di un comportamento colpevole
dellaltro coniuge. Questo principio si estende anche alla corrispondenza elettronica (mail, ma
anche messenger, skype ecc.) nonch ai social network (come per esempio Facebook) e cio a
tutti gli strumenti informativi protetti da password e dal nome dellutente, il quale ha il diritto
di scambiare opinioni e redigere messaggi escludendo che possano essere diffusi e conosciuti
da terzi di qualsiasi tipo, coniuge incluso.
Armando Cecatiello Avvocato, Milano
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