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Ade

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http://accarino.altervista.org/Mitologia/Crono.htm

CRONO

Rea che consegna a Crono una pietra al posto di Zeus

I latini lo identificarono con Saturno, era il pi giovane dei Titani. Sua sposa fu Rea (Opi per i romani), nota anche
col nome di Cibele, dal nome della dea frigia chiamata Madre degli di o Grande Madre. Figlio di Urano (il cielo) e
di Gea (la terra).
Su istigazione di Gea irata con Urano per aver rinchiuso nel Tartaro i Titani (altri loro figli),
.... or vendicare potremo gli affronti del padre
vostro, che ai vostri danni rivolse per primo il pensiero".
Cos disse; ma tutti coglieva terrore, n alcuno
parlava. Il grande Crono fe' cuore, l'accorto pensiero,
ed alla sacra madre si volse con queste parole:
"O madre, io ti prometto di compier l'impresa: ad effetto
la recher: ch nulla del tristo mio padre m'importa:
ch egli ai nostri danni rivolse per primo la mente".
Cos rispose; e molto la Terra, l'immane, fu lieta....
Esiodo Teogonia

Crono spietatamente, col falcetto di selce datogli da Gea, evir Urano e gett i genitali assieme al falcetto in mare
presso Capo Drepano. Gocce di sangue sgorgate dalla ferita caddero sulla Madre Terra, ed essa gener le tre Erinni,
furie che puniscono i crimini di parricidio e di spergiuro; esse sono chiamate Aletto, Tisifone e Megera. Le Ninfe
del frassino, chiamate Melie, nacquero anch'esse da quel sangue.
I Titani in seguito liberarono i Ciclopi dal Tartaro e affidarono a Crono la sovranit sulla terra. Non appena ebbe il
supremo potere, tuttavia, Crono esili nel Tartaro Ciclopi e Titani, unitamente ai Giganti dalle cento braccia, e
presa in moglie sua sorella Rea govern sull'Elide. Ma era stato profetizzato sia dalla Madre Terra, sia da Urano
morente, che uno dei figli di Crono l'avrebbe detronizzato.

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Ogni anno, dunque, egli divorava i figli generati da Rea: prima Estia, poi
Demetra ed Era, poi Ade ed infine Poseidone.
E mano a mano che ciascuno veniva dal sacro utero alle ginocchia della
madre, tutti li ingoiava il grande Crono, mirando che nessun altro che lui
degli illustri Uranidi avesse tra gli immortali dignit regale
(Esiodo, Teogonia, 453).
Rea era furibonda. Essa partor Zeus, il suo terzo figlio maschio, a notte
fonda, sul Monte Liceo in Arcadia, e dopo averlo tuffato nel fiume Neda,
lo affid alla Madre Terra. Costei port Zeus a Litto, in Creta, e lo nascose
nella grotta Dittea sulla collina Egea. Col Zeus fu custodito dalla ninfa dei
frassini Adrastea e da sua sorella Io, ambedue figlie di Melisseo, e dalla
capra Amaltea. Il bimbo si cibava di miele e succhiava il latte di Amaltea
in compagnia di Pan suo fratellastro. Zeus fu grato alle tre ninfe per la loro
bont e quando divenne signore dell'universo, immortal tra le stelle
l'immagine di Amaltea, come costellazione del Capricorno.
Attorno alla dorata culla di Zeus bambino, che era appesa ai rami di un
albero affinch Crono non potesse trovare suo figlio n in cielo n in terra
n in mare, montavano la guardia, armati, i Cureti figli di Rea. Essi
battevano le spade contro gli scudi e gridavano per coprire i vagiti del
piccolo, perch Crono non potesse udirli nemmeno da lontano. Rea infatti,
dopo il parto, aveva avvolto una pietra nelle fasce e l'aveva data a Crono,
sul monte Taumasio, in Arcadia; Crono la inghiott, convinto di divorare il
suo figliolo Zeus. Col passare del tempo tuttavia, Crono cominci a
sospettare la verit e si mise a inseguire Zeus, che trasform se stesso in
serpente e le sue nutrici in orse: ecco perch brillano in cielo le
costellazioni del Serpente e delle Orse.

Crono divora Poseidone in un dipinto


di Pieter Paul Rubens

Zeus crebbe tra i pastori dell'Ida, rifugiandosi in un'altra caverna; raggiunta la maturit si rivolse a Meti la
Titanessa, che viveva presso il fiume Oceano, e Meti gli consigli di recarsi da sua madre Rea e di chiedere che gli
venisse affidato l'incarico di coppiere di Crono. Rea fu ben lieta di aiutare il figlio a compiere vendetta; gli forn
dunque l'emetico che, secondo il consiglio di Meti, egli doveva mescolare alle bevande di Crono. Crono, dopo aver
molto bevuto, vomit dapprima la pietra, poi i fratelli e le sorelle maggiori di Zeus. Essi balzarono in piedi illesi e,
in segno di gratitudine, chiesero a Zeus di guidarli nella guerra contro i Titani, che si erano scelti il gigantesco
Atlante come capo. Infatti ormai Crono non era pi nel fior dell'et.
La guerra dur dieci anni, ma infine la Madre Terra profetizz la vittoria di suo nipote Zeus, se egli si fosse alleato
a coloro che Crono aveva esiliato nel Tartaro. Zeus allora si avvicin silenziosamente a Campe, la vecchia
carceriera del Tartaro, la uccise, le tolse le chiavi e, dopo aver liberato i Ciclopi e i giganti centimani, li rianim col
cibo e le bevande degli di. I Ciclopi diedero a Zeus la folgore, arma invincibile; ad Ade un elmo che rende
invisibile, e a Poseidone un tridente. I tre fratelli tennero poi un consiglio di guerra; Ade si indrodusse segretamente
nella dimora di Crono per rubargli le armi e, mentre Poseidone lo minacciava col tridente per sviare la sua
attenzione, Zeus lo colp con la folgore. I tre giganti centimani stritolarono sotto una pioggia di sassi i Titani
supestiti e un improvviso urlo del dio Pan li mise in fuga. Gli di si lanciarono all'inseguimento. Crono e tutti i
Titani sconfitti, a eccezione di Atlante, furono esiliati nelle isole britanniche all'estremo occidente (oppure, come
altri dicono, nel Tartaro) sotto la sorverglianza dei giganti centimani, e non turbarono pi la pace dell'Ellade. Ad
Atlante, come loro capo, fi riservata una punizione esemplare: doveva infatti sostenere sulle sue spalle il peso del
cielo. Zeus stesso pose a Delfi la pietra vomitata da Crono e la pietra ancora l.

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Zeus Sul monte Olimpo con tutti gli dei

Secondo una diversa tradizione, Crono non fu affatto un tiranno, ma un re benevolo che govern in un'era di
benessere e dopo la sua deposizione se ne and a governare le Isole dei Beati nell'oceano occidentale. Quest'aspetto
di Crono lo collega a Saturno, il dio romano con cui spesso veniva identificato. Alcuni autori greci associano il
nome di Crono, pur erroneamente, con la parola chronos ("tempo") e di conseguenza lo descrivono come un
vecchio con una falce, Padre Tempo. La fonte pi antica su Crono quella di Esiodo nella sua Teogonia.

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