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Uditi alla pubblica udienza del 22 aprile 2009 lavv. R. Villata per la societ appellante e
lavv. dello Stato Tutino per le amministrazioni regionali appellate;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue:
FATTO
I) Con ricorso proposto innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia la
societ Italcementi S.p.A impugnava la determinazione n. 482383 del 25 luglio 2006, con la
quale lAssessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana aveva diffidato la
ricorrente dal: a) continuare ad apportare modifiche allimpianto ed al ciclo produttivo in
assenza della preventiva comunicazione alle Autorit competenti, b) continuare ad utilizzare
il pet-coke come combustibile, ed a svolgere attivit che diano luogo alla produzione di
emissioni diffuse di tale composto.
Con motivi aggiunti la ricorrente impugnava, altres, la determinazione assessoriale
n. 60837 del 18 settembre 2006, nella parte in cui dichiarava che luso del pet.coke
dovrebbe essere oggetto di apposita istanza da prodursi ai sensi dellart. 269 del d. lgs.
152/2006.
Esponeva linteressata di gestire da lungo tempo uno stabilimento industriale adibito
alla produzione di cemento in Comune di Isola delle Femmine - per il quale era in possesso
sin dal 1994 di autorizzazione alle immissioni in atmosfera ex d.p.r. 203/1988 e di avere gi
richiesto il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale ex DD.Lg.s nn. 372/1999 e
59/2005 - e che i menzionati atti venivano impugnati allesito di alcuni controlli effettuati
nel suo stabilimento, a seguito dei quali cera stata la segnalazione di presunti episodi di
inquinamento atmosferico. Deduceva le seguenti censure:
1) Violazione dellart. 15 d.p.r. n. 203/1988.
Secondo la ricorrente, non ci sarebbe stata alcuna modifica nello stabilimento o
innovazione nel processo produttivo suscettibile di comunicazione e/o nuova
autorizzazione.
2) Violazione degli artt. 15 e 16 d.p.r. n. 203/1988.
Anche luso del pet-coke risaliva ad epoca anteriore al rilascio della autorizzazione
ex d.p.r. n. 203/1988, n era necessaria alcuna comunicazione e/o autorizzazione al suo
utilizzo neppure a seguito della sopravvenienza del D.P.C.M. 2 gennaio 1995.
3) Violazione del D.Lgs. n. 152/2006.
Il D.Lgs. n. 152/2006 (artt. 267, co. 3, e 269, co. 1) fa salva la disciplina relativa alla
A.I.A., e quindi anche la disciplina transitoria prevista in attesa del rilascio del nuovo titolo
autorizzativo; esso prevede comunque che ladeguamento avvenga secondo un calendario
ampiamente dilazionato nel tempo e che la diffida a cessare eventuali irregolarit fissi un
adeguato termine.
DIRITTO
1) La societ odierna appellante, che gestisce da lungo tempo uno stabilimento industriale
adibito alla produzione di cemento in Comune di Isola delle Femmine - per il quale era in
possesso sin dal 1994 di autorizzazione alle immissioni in atmosfera ex d.p.r. 203/1988 e in
relazione al quale aveva gi richiesto il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale
ex DD.Lg.s nn. 372/1999 e 59/2005- aveva impugnato in primo grado il provvedimento,
con cui lAssessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana aveva diffidato la
ricorrente dal: a) continuare ad apportare modifiche allimpianto ed al ciclo produttivo in
assenza della preventiva comunicazione alle Autorit competenti, b) continuare ad utilizzare
il pet-coke come combustibile, ed a svolgere attivit che diano luogo alla produzione di
emissioni diffuse di tale composto.
I primi giudici - nel rigettare il gravame - evidenziavano che loriginaria
autorizzazione n. 292/17 rilasciata nel 1994 alla societ ex d.p.r. n. 203/1988 non prevedeva
espressamente luso del pet-coke, limitandosi alla generica indicazione delluso di olio
combustibile o combustibile solido o una miscela di combustibili solidi, ed indicava, altres,
specifici limiti di emissioni da rispettare. Pertanto, lutilizzo del pet-coke nello stabilimento
di Isola delle Femmine non poteva essere ritenuto come autorizzato ex D.P.R. n. 203/1988,
con la conseguenza che la societ non avrebbe potuto neppure avvalersi del regime
transitorio discendente dallavventa presentazione dellistanza per il rilascio
dellAutorizzazione Integrata Ambientale (AIA), ai sensi dei DD.Lgs. nn. 372/1999 e
59/2005.
Tali conclusioni non trovano concorde lodierna appellante, la quale, premesso che:
il presente giudizio riveste tuttora interesse per Italcementi, nonostante il rilascio
dellautorizzazione integrata ambientale, che consente lutilizzo del pet-coke nel ciclo
produttivo dello stabilimento di Isola delle Femmine e che la societ, pur non
intendendo formulare alcuna richiesta risarcitoria, vuole che sia ripristinata la propria
immagine, pregiudicata ingiustamente dal provvedimento dellAmministrazione, anche al
fine di evitare il radicarsi di convincimenti erronei relativamente allutilizzo del petcoke , espone, anche con riferimento alla letteratura scientifica di settore, le sue
considerazioni sulla natura e sullutilizzo del pet-coke come combustibile primario e solido,
da privilegiare talora anche su altri combustibili, come il carbone e gli oli minerali e
conclude che essa, contrariamente a quanto affermato dal TAR, utilizza il pet-coke in forza
di regolare provvedimento autorizzatorio. Ci in quanto allepoca della presentazione della
domanda da parte della Italcementi (1993), la normativa di riferimento in materia era
costituita dal D.P.R. 24 maggio 1988, n. 203, il quale nulla disponeva in merito alla
tipologia di combustibili di cui era consentito lutilizzo negli impianti industriali soggetti ad
autorizzazione; di conseguenza, alla richiedente non incombeva alcun onere di specificare il
tipo di combustibile solido impiegato n lAmministrazione - ancorch informata
dellutilizzo di tale tipologia di combustibile - aveva mai richiesto allinteressata di integrare
la domanda a suo tempo presentata.
La tesi dellappellante non merita condivisione.
2) Non in contestazione tra le parti che loriginaria autorizzazione del 1994 non
comprendesse anche luso del pet-coke, di tal ch - intervenuta la nuova classificazione di
4) Pertanto, tale essendo la situazione processuale, il Collegio non pu che concludere per
la reiezione del gravame, alla stregua delle su esposte considerazioni.
Sussistono, tuttavia, giusti motivi per compensare tra le parti le spese del grado di
giudizio.
P. Q. M.
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana in sede giurisdizionale,
definitivamente pronunciando sul ricorso in epigrafe, lo repinge.
Spese compensate.
Ordina che la presente decisione sia eseguita dall'Autorit Amministrativa.
Cos deciso in Palermo, nelle CAMERE di consiglio del 23 aprile e 4 giugno 2009, dal
Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana in sede giurisdizionale, con
l'intervento dei Signori: Riccardo Virgilio, Presidente, Raffaele Maria De Lipsis, estensore,
Chiarenza Millemaggi Cogliani, Antonino Corsaro, Pietro Ciani, Componenti.
F.to: Riccardo Virgilio, Presidente
F.to: Raffaele Maria De Lipsis, Estensore
F.to: Maria Assunta Tistera, Segretario
Depositata in segreteria
il 18 novembre 2009
https://www.giustiziaamministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocnam
e=AERBYQ2BZ7XSXOWMY3GROCLDMM&q=isola%20or%20delle%20or%20femmine&tipo
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