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ARCHITETTURA MOBILE

FEDERAZIONE ORDINI ARCHITETTI P.P.C. EMILIA ROMAGNA


N. 1

Il Mobile Art Pavilion di Zaha Hadid


A Miami Phu Hoang Office e Rachely Rotem Studio creano Exhale

ISSN 2038 5617 - "Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n 46) art.1 comma.1 - CN/BO

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ARCHILINE
Iscritta con lautorizzazione del Tribunale di Bologna
al numero 8109 del 13 ottobre 2010
Anno 1 numero 1 marzo 2011

Direttore Editoriale
Alessandro Marata
Direttore Responsabile
Maurizio Costanzo
Caporedattore
Iole Costanzo
Coordinamento di Redazione
Cristiana Zappoli
Art Director
Laura Lebro

Ogni scala
un pezzo unico

LA STRUTTURA ESSENZIALE
Il carattere allinterno!
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Battistini Scale garantisce la peculiarit di
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Responsabile Marketing
Zenon J. Wojciechowski
Comitato Scientifico
Walter Baricchi (Presidente Ordine Architetti
P.P.C. della provincia di Reggio Emilia)
Benito Dodi (Presidente Ordine Architetti
P.P.C. della provincia di Piacenza)
Vittorio Foschi (Presidente Ordine Architetti
P.P.C. della provincia di Forl-Cesena)
Claudio Gibertoni (Presidente Ordine Architetti
P.P.C. della provincia di Modena)
Alessandro Marata (Presidente Ordine Architetti
P.P.C. della provincia di Bologna)
Gianni Pirani (Presidente Ordine Architetti
P.P.C. della provincia di Ferrara)
Roberto Ricci (Presidente Ordine Architetti
P.P.C. della provincia di Rimini)
Alessandro Tassi Carboni (Presidente Ordine
Architetti P.P.C. della provincia di Parma)
Redazione
Lorenzo Berardi, Mercedes Caleffi
Antonello De Marchi, Silvia Di Persio,
Enrico Guerra, Angela Mascara,
Marcello Rossi, Alessandro Rubi,
Carlo Salvini, Federica Setti,
Paolo Simonetto, Gianfranco Virardi
Hanno collaborato
Alfonso Apicella, Manuela Garbarino
Stampa
Cantelli Rotoweb - Castel Maggiore (Bo)
www.cantelli.net

FEDERAZIONE ORDINI ARCHITETTI P.P.C


EMILIA ROMAGNA
Via Saragozza, 175 - 40135 Bologna
Tel. 051.4399016 - www.emiliaromagna.archiworld.it

Battistini Pier Paolo s.n.c.


47042 Bagnarola di Cesenatico (FC)
Via Balitrona, 14/D
tel. 0547.329172 - fax. 0547.401768
e-mail: battistiniscale@libero.it

Argelati, 19 - 40138 Bologna


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sommario
EDITORIALE

11

Architetture in movimento di Alessandro Marata

VISUAL SCREEN

16
Morbide levigate geometrie
YOUTURN PAVILION, SAN PAOLO DEL BRASILE
Progetto di UNStudio

18
Come ripararsi dal vento
SKATING SHALTERS, WINNIPEG
Progetto di Patkau Architects

20
Un avvolgente quadrifoglio
NEW AMSTERDAM PLEIN & PAVILION, NEW YORK
Progetto di UnStudio

22
Flessibilit e sostenibilit
MOBILIZARTE, BRASILE
Progetto di Studio Grimshaw

24
La ville diventa intelligente
LA VILLE INTELLIGENTE, PARIGI
Progetto di Jakob + MacFarlane

26
Ispirarsi al tessuto vegetale
EUREKA, LONDRA
Progetto di Nex

28
La cattedrale del seme

PADIGLIONE INGLESE EXPO 2010, SHANGHAI


Progetto di Thomas Heatherwick

30
Ispirato a Hendrix e Mozart

PAVILION 21 MINI OPERA SPACE, MONACO


Progetto di Coop Himmelb(l)au

ARCHITETTURA

42
Geometrie traslate
THE POD, KUALA LUMPUR, MALESIA
Progetto di Luca F. Nicoletti e Serina Hijjas

50
Dinamicit e tecnologia
MOBILE ART PAVILION, PARIGI, FRANCIA
Progetto di Zaha Hadid Architectes

58
Variazione sul tema
MOBILE MUSIC PAVILION, SALISBURGO, AUSTRIA
Progetto di Soma Architecture

66
Pratica architettonica allUniversit di Padova intervista a Edoardo Narne

68
Cardboard Pavilion, la forza del cartone intervista a Luigi Alini

70
Algorithmic aided design di Arturo Tedeschi

72
Serpentine Gallery... da Zaha Hadid a Zumthor

78
Paesaggio fluorescente
EXHALE, MIAMI BEACH, FLORIDA
Progetto di Phu Hoang Office e Rachely Rotem Studio

84
Trasparenze dacciaio
PADIGLIONE CROATO PER LA BIENNALE DI VENEZIA, VENEZIA, ITALIA
Progetto di Leo Modrcin

DA VEDERE

93
Conoscere architettura e design

MUTAZIONI

107
Prendere la domotica dal verso giusto: il concept
Intervista a Massimo Labbrozzi

VENEZIANE COCCIOPESTO
PASTINE ESTERNI RESTAURO


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editoriale

ARCHITETTURE
IN MOVIMENTO
Mario Botta ama ripetere, e non gli si pu che dare
ragione, che larchitettura lavora a gravit. Intende
dire, con quelle parole, che non concorda con quella
corrente dellarchitettura contemporanea, modaiola
e stupefacente, che ama stupire losservatore con
soluzioni strutturali illogiche. Pier Luigi Nervi era un
genio dellarchitettura strutturale poich riusciva a
concepire forme belle e innovative che, una volta
progettate, risultavano ovvie e naturali a chi le
osserva. Oggi, sovente, si osservano invece scelte
strutturali che non sono convincenti neppure dopo ore
di benevolente comprensione e appaiono innaturali ad
libitum. Il fatto che larchitettura lavori per gravit non
la obbliga, per, ad una staticit immobile. Le nuove
tecnologie e la moderna cultura rendono, tra laltro,
pi facile di un tempo lo spostamento di un manufatto
architettonico da un luogo allaltro. Il concetto di
mobilit , ovviamente, molto ampio e comprende
casistiche notevolmente differenti tra loro. Il tempio
di Abu Simbel, smontato e riassemblato, ha percorso
una notevole distanza, per non essere sommerso
dallacqua di un nuovo lago. Alcune chiese sono state
spostate per far posto a infrastrutture stradali. Come
non rimanere affascinati ancora oggi dalle bathing
machines dellinizio del novecento, straordinarie
casette su ruote necessarie per fare prendere i bagni
in mare alle signore che mai avrebbero potuto - come
sono cambiati i tempi!- farsi vedere con quel costume
il cui tessuto, ai nostri giorni, sarebbe sufficiente per
realizzarne cinquanta. Erano gli anni della Belle
Epoque, dellOrient Express, dei Grand Hotels, anni
nei quali nasceva la moda delle vacanze marittime
e delle colonie. E poi i transatlantici, che pi che
residenze temporanee itineranti, sono vere e proprie
citt, con una capacit, in termini di abitanti, molto
superiore ai piccoli comuni italiani che hanno rischiato
di sparire dalle carte geografiche a causa di una
manovra finanziaria che definire mobile, quella s,
un eufemismo. La nave di felliniana memoria forse
larchitettura mobile per eccellenza, con i suoi
miniappartamenti, i teatri, le attrezzature sportive,
le discoteche, i bar, i percorsi gerarchicamente
differenziati, la divisioni in classi, anche sociali,
memento Titanic. il caso di sorvolare sul

nomadismo poich, in questo caso, non


larchitettura che si sposta, ma lintera vita delle
persone, che non si riconoscono appartenenti ad
un luogo. Cosmopoliti? Non proprio. Sicuramente
cittadini del mondo, curiosi per necessit e cultura.
Un po come il circo, la cui peregrinazione in looping
spaziale, non gli permette di appartenere ad alcun
luogo. Il nomade si sposta allinterno del contesto
sociale nel quale si trova. La sua tenda, la sua
roulotte, un tramite per cercare nuove realt.
Il circense si sposta, invece, in luoghi che non pu
percepire perch la sua vita comunque legata
allinterno del tendone del circo nel quale lavora. Il
contesto sempre uguale anche se il circo si sposta
di mille chilometri. Ma la magia dellambiente circense
rende quel luogo, quellarchitettura, irresistibilmente
affascinante, per grandi e piccini. Anche la cultura si
sposta, a cavallo della sua architettura. Il Teatro del
Mondo non smetter mai di vagare nelle acque
veneziane, con il suo carico umano, culturale e con
la sua capacit, propria dellarchitettura, di evocare
sentimenti di commozione ed appartenenza. Come
sembra si spostino, seppur immobili, il modello ligneo
della chiesa di Borromini sul lago di Lugano o il
Monolite di Jean Nouvel sul lago di Neuchatel. Si
muoveva invece, realmente, come un cervo volante,
il padiglione del Kuwait che Santiago Calatrava
realizz per lexpo del 1992 di Siviglia.
In questo numero di Archiline non troverete tracce di
queste meraviglie che tutti, seppure in misura diversa,
conoscono: sufficiente evocarle per poterne sentire
il fascino e la magia. Non troverete traccia neanche
del vate dellarchitecture mobile, Yona Friedman e
neppure del teorizzatore della complementare
dromologie, quel Paul Virilio tanto amato dagli
architetti. Potrete invece osservare alcune belle
architetture prive di fondazioni, nel senso tradizionale
e tecnologico del termine. Luoghi per la cultura, nel
senso lato del termine. Architetture che si spostano,
guidate dalla mano delluomo, che le ricolloca e
contestualizza. Architettura liquida? No,
assolutamente no. Architettura mobile. Forse.
di Alessandro Marata

ARCHILINE 11

visual screen

MORBIDE LEVIGATE GEOMETRIE


Circa un anno fa, alla 29esima Biennale dArte di San
Paolo del Brasile, citt in gran parte progettata da Niemeyer, furono presentate sei diverse proposte di padiglioni, i terrieros. Sei spazi nello spazio. Sei piccoli manufatti collocati allinterno del candido padiglione che
si trova allinterno del Parque do Ibirapuera anchesso
progettato da Oscar Niemeyer e Helio Uchoa.
Durante questa storica manifestazione legata allarte e
fondata nel 1951 dallitaliano Francisco (Ciccillo) Matarazzo Sobrino, il gruppo olandese UNStudio ha presentato Youturn Pavilion, uno dei sei terreiros, una piccola architettura, ovviamente temporanea, progettata
per essere posizionata nella parte centrale dellintero spazio dedicato alla manifestazione. La sua morfogenesi
strettamente legata, infatti, alle diverse direzioni presenti,
ai possibili assi direzionali dei flussi di visitatori che, gestiti come vere e proprie forze modellanti, hanno generato un piccolo oggetto dalla levigata e smussata geometria. Uno spazio architettonico dalle caratteristiche
scultoree con una forma triangolare e gli angoli arrotondati che, a voler trovare una forma gi nota a cui fare
riferimento, rende immediata lassociazione con il classico plettro da chitarra con tanto di cerchio nella parte centrale. Youturn Pavilion ha infatti il compito di far

Nelle foto: il padiglione visto


allinterno e allesterno mostra
linee avvolgenti dalle alte qualit
scultoree, geometricamente
determinate da pi fattori,
rielaborati in modo da diventare
forze modellanti, come mostra il
grafico nella pagina a fianco

16 ARCHILINE

Foto Ding Musa

BEN VAN BERKEL PROGETTA UNARCHITETTURA-SCULTURA ADATTA ALLESPOSIZIONE E AL DIBATTITO

vibrare diversamente linteresse per la 29esima biennale. Il disegno del padiglione prende in considerazione
pi riferimenti spaziali, dagli incroci alle visuali, dai percorsi circolari a quelli contemplativi, situazioni che ovviamente sono state inserite come variabili progettuali, canoni matematici, che hanno reso questa piccola
architettura un oggetto concluso. Un luogo dove poter approfondire passando, o dove meditare sostando. Un ambiente che ha in s una vera forza centripeta
in grado di attirare, accogliere e sorprendere.
Ha allinterno un cuore tridimensionalmente definito,
scavato, modulato come pu essere unautentica opera scultorea. Lo stesso Ben van Berkel ha affermato:
l'interpretazione metaforica degli spazi pu essere simile alla lettura di un'opera d'arte. E cos Youturn
Pavilion: unarchitettura/scultura adatta allesposizione e al dibattito, un attivatore di eventi e uno spazio poetico dalle linee convergenti. Un oggetto che va aldil
del semplice mostrare se stesso. UNStudio lo ha pensato come uno spazio capace di attivare interessi, incentivare gli incontri, alimentare i dibattiti e difatti possiede nel suo cuore, cio lo spazio circolare centrale,
la forza di generare il nuovo. lucido, liscio, levigato
e avvolgente sia allesterno che allinterno. Offre intimit e risente di tutto ci che gli gravita intorno. Risponde pienamente allidea di terreiros, agli storici spa-

IMPIANTI FOTOVOLTAICI
Chiavi in Mano

zi presenti in citt in cui si balla e si canta, solo che in questi tutta la forza impiegata per creare isole di riflessione.
I terreiros originariamente erano legati alla presenza degli
schiavi africani e alle loro pratiche esoterico-religiose, oggi
sono riconosciuti dal governo e per tanto sovvenzionati
come luoghi di crescita della cultura popolare e delle sue
commistioni socio antropologiche. Nonostante gli architetti
che lo hanno progettato ritenessero Youturn Pavilion
unarchitettura dalle diverse valenze non si hanno ancora
notizie sul riuso di questo piccolo immobile. Risulta per facile pensare che una citt come San Paolo, cos strettamente legata, sin dagli albori, al linguaggio architettonico
contemporaneo non abbia difficolt nellaccoglierlo anche
aldil di eventi dal richiamo mondiale quale lautorevole Biennale dArte. Istituzione, questa, che fa meritare al Brasile,
sin dal 1964, un prestigioso padiglione - allinterno della storica manifestazione veneziana dedicata allarte - posto al
centro dei Giardini dellArsenale. (di Mercedes Caleffi)

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la scelta dei materiali e la dimensione. La fase successiva consiste nella
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visual screen

COME RIPARARSI DAL VENTO

RIFUGI COSTRUITI GRAZIE A UN PROCESSO DI SOLLECITAZIONE E DEFORMAZIONE DEL COMPENSATO

18 ARCHILINE

Nelle foto: gli Skating


Shalters, rifugi temporanei,
situati lungo le piste di
pattinaggio nella citt di
Winnipeg, in Canada

composta da 2 strati spessi 5 millimetri, tagliati in pattern e assemblati a unarmatura in legno, costituita da
una base triangolare e un asse centrale a forma di cuneo. Test costruttivi hanno evidenziato i punti maggiormente colpiti dalle sollecitazioni di flessione, di conseguenza questi ultimi sono stati sollevati con una serie di tagli e aperture. La forma del rifugio la risultante
di questo processo di sollecitazione e deformazione del
guscio. Laggregazione dei rifugi in un gruppo inizia mettendone in relazione due, e la loro giustapposizione decide le dimensioni e laccessibilit degli ingressi.
Questo abbinamento, che pu apparire casuale, in realt deciso dalla misurazione di 120 di rotazione. Tre
coppie vengono poi poste in relazione tra loro attraverso una seconda rotazione di 90 gradi, formando il grup-

Foto James Dow

Winnipeg una citt di 600mila abitanti situata sul margine orientale della regione delle praterie canadesi, la
capitale e il centro pi grande della provincia del Manitoba. Secondo Environment Canada, Winnipeg anche
la citt pi fredda del mondo fra tutte quelle considerate della sua stessa estensione territoriale (al di fuori della Siberia). I fiumi Red River e Assimboine si incontrano
in pieno centro cittadino e nel periodo invernale danno
vita a chilometriche piste di pattinaggio. Le temperature, che scendono per lunghi periodi sotto i 30 e anche
sotto i 40 gradi con venti fortissimi, creano non poche
difficolt a chi vorrebbe usare le piste.
Ma in un luogo dove linverno pu durare anche sei mesi,
necessario imparare a trarre vantaggio dalle opportunit che la stagione invernale offre. E, cos nella piena convizione che trovare un riparo dal vento avrebbe aumentato notevolmente la possibilit di usare le piste, stato sviluppato un programma per sponsorizzare la progettazione e la costruzione di rifugi temporanei situati lungo le piste di pattinaggio. stato lo studio canadese Patkau Architects a progettare gli Skating Shalters, rifugi temporanei creati per muoversi dolcemente al vento, ondeggiando o galleggiando su superfici ghiacciate.
Lo studio stato fondato nel 1978 da John e Patricia Patkau che ben conoscono il freddo di Winnipeg: entrambi, infatti, sono nati in questi luoghi. Il loro un linguaggio
progettuale che comporta lassemblaggio di forme e
materiali eterogenei. In oltre 30 anni di attivit, sia in
Canada che negli Stati Uniti, lo studio ha progettato una grande variet di edifici, occupandosi, per
esempio, di installazioni nelle gallerie, di abitazioni private, di grandi librerie urbane, come la
Grande Bibliotheque du Quebec, per la quale hanno ottenuto la Governor General's Medal in Architecture.
Gli Skating Shalters, realizzati nel 2011,
sono un gruppo di rifugi intimi - spiegano
gli architetti - capaci di ospitare solo poche
persone alla volta, raggruppati in una
specie di piccolissimo villaggio. Sono
strutture che trovano un senso quando
sono insieme, non possono essere considerate singolarmente. I rifugi si sollevano in piedi - continuano gli architetti con spalle al vento come un branco di bufali, stretti luno allaltro per proteggersi vicendevolmente dalle forze della natura.
Sono stati costruiti con compensato
sottile e flessibile, e la pelle di ciascuno

Messi tutti in relazione fra loro,


i rifugi creano rapporti dinamici
con sole e vento, spostandosi
in base all'ora del giorno
e alle circostanze ambientali

po e definendo uno spazio interno intermedio. Messi tutti in


relazione fra loro, i rifugi creano rapporti dinamici con sole
e vento, spostandosi in base all'orientamento specifico, l'ora
del giorno e le circostanze ambientali. Sono strutture delicate e, in un certo senso, vive. Si muovono dolcemente nel
vento, scricchiolando e ondeggiando a diversi ritmi, galleggiando precariamente sulla superficie del fiume ghiacciato,
scrollandosi di dosso la neve che eventualmente si appoggia sulla loro superficie. La natura fragile ed esile dei rifugi
fa s che chi trova protezione sotto di loro sia consapevole
dellinevitabilit, della ferocia e della bellezza dellinverno nelle praterie canadesi. (di Cristiana Zappoli)

visual screen

UN AVVOLGENTE QUADRIFOGLIO

Foto James DAddio

UN PADIGLIONE PER COMMEMORARE I 400 ANNI DI STORIA TRA LA CITT DI NEW YORK E LOLANDA

Gli olandesi a New York. Un connubio storico. Un legame che la citt di New York e lOlanda non possono e non
vogliono dimenticare e che anzi ci tengono a festeggiare. E per commemorare i 400 anni di storia insieme, lo
studio di architettura olandese, UNStudio, ha progettato un padiglione dalle morbide geometrie scultoree, il New
Amsterdam Plein & Pavilion. La struttura simboleggia l'incontro tra le due diverse culture. un crocevia tridimensionalmente risolto come un fiore, un ranuncolo, un
quadrifoglio dalle linee avvolgenti, sinuose e smussate.
Un getaway urbano, frequentato da 150mila persone, posto nel cuore della Peter Minuit Plaza, tra il Battery Park,
il parco pubblico pi grande e dinamico di Manhattan, e
il lungomare. La punta meridionale dellisola di Manhat-

20 ARCHILINE

Sopra e sotto: New


Amsterdam Plein & Pavilion
costruito a New York.
In alto, a destra: plastico in
resina. Di fianco: lo schizzo
mette in luce la forza
centripeta della struttura.
Un volume che rielabora
le quattro possibili direzioni
facendole divenire forza
progettuale

tan nel 1626 stata al centro della storia dellemigrazione


fiamminga, ha ospitato numerosi olandesi e proprio l venne costruita la nuova colonia che chiamarono New Amsterdam. Oggi il parco completamente gestito dallorganizzazione no-profit, The Battery Conservancy che, fondata nel 1994, controlla, sovrintende e ha sovvenzionato
la costruzione del Battery Park. La Peter Minuit Plaza
il vero fulcro intermodale della citt di New York, dove biciclette, metropolitane, autobus e traghetti si incrociano
e si interscambiano tra loro. Un luogo dove possibile
godere della natura e approfondire aspetti quale larte,
il cibo, l'ambiente e la storia dai due popoli condivisa. Il
nuovo padiglione, il New Amsterdam Plein & Pavilion,
omaggio dei Paesi Bassi a Manhattan, il centro di tutto questo. E simboleggia la dedizione che la citt, lo Stato di New York, il governo federale e il lavoro della Conservancy hanno impiegato per creare il Battery Park. Il
padiglione il perno di tutto il polo intermodale e lo rende anche un ambiente moderno e sofisticato, ricco di lussureggiante vegetazione, un dinamico simbolo dellinterscambio culturale, proprio come il ritmo della vita contemporanea, in una citt quale New York richiede. Per
un parco di 8,5 ettari, luogo natale di New York City, fatto di verde e di acqua, che si affaccia sul porto della citt, la struttura che gli UNStudio hanno progettato ha una
sagoma curvilinea e compatta. Un'unica superficie variamente piegata e dalla forma morbidamente naturale.
Allinterno ospita spazi che si diversificano in pi ambienti
espositivi e punti di informazione e di comunicazione su

quel mondo olandese che oramai un tuttuno con quello


newyorkese. Uno spazio strategicamente pensato come luogo di ritrovo e socializzazione, dove 5 milioni di persone allanno, inclusi i 70mila pendolari e pi di 2 milioni di turisti passano quotidianamente. Un vero salotto cittadino, icona di
quattro secoli di storia fiamminga, luogo di passaggio ma anche di sosta che simbolicamente alberga alle porte del conosciutissimo quartiere finanziario. Un ambiente progettato
secondo principi scultorei suadenti e che illuminato da un sistema a LED consentir nelle ore notturne un dinamico cambiamento di colore alle quattro facciate. Una studiata impostazione illuminotecnica che, come dichiar lo stesso Ben van
Berkel, uno dei fondatori dell'UNStudio, "trasporter di
notte la vivacit del giorno. (di Mercedes Caleffi)

visual screen

FLESSIBILIT E SOSTENIBILIT

IN BRASILE, DIECI DIVERSE CITT OSPITERANNO A TURNO IL PADIGLIONE PROGETTATO DA GRIMSHAW


una struttura di 500 mq che verr inaugurata nel 2012
e che per quattro anni si sposter a rotazione tra le maggiori citt brasiliane. Si chiama Mobilizarte, nasce dallidea
del consulente artistico francese Marc Pottier ed un padiglione temporaneo itinerante progettato dallo studio di
architettura di Nicholas Grimshaw che si aggiudicato il
concorso per realizzarlo bandito nel 2010 e aperto a 35
partecipanti. Lobiettivo del padiglione quello di contribuire alla promozione del Brasile nellarco di quattro anni
particolarmente importanti per il paese sudamericano che
nel 2014 ospiter la Coppa del Mondo di calcio e nel 2016
addirittura le Olimpiadi. La struttura sar un centro culturale
e un luogo di aggregazione, che ospiter rassegne cinematografiche, esposizioni di artisti emergenti del panorama
locale, laboratori didattici, progetti satellite delle manifestazioni sportive come la Coppa del Mondo e appuntamenti strettamente legati agli eventi pi significativi in Brasile, come Rock in Rio. Le dieci citt che ospiteranno Mobilizarte sono Brasilia, Florianopolis, Fortaleza, Ouro Preto, Paraty, Porto Alegre, Recife, Rio de Janeiro, Salvador,
San Paulo, dove ogni anno, per tutta la durata del progetto saranno presentati mostre ed eventi. Si optato per

In questa pagina: alcuni


rendering del progetto
Mobilizarte, caratterizzato da
un sistema di ventilazione
naturale che utilizza i palloni
come ammortizzatori ad aria
per creare una comfort zone
gradevole per i visitatori

22 ARCHILINE

la scelta di un numero limitato di citt dove il padiglione


torner a rotazione, nel tentativo di creare un rapporto
stretto e partecipativo con il pubblico. Lidea nasce anche per compensare la frustrazione di chi non potr partecipare direttamente ai grandi eventi che il Brasile ospiter: Mobilizarte coinvolger un gran numero di brasiliani che potranno sentirsi partecipi di queste manifestazioni
attraverso mostre e proiezioni di film a loro legati. La struttura sar quindi perfettamente integrata nella citt e laccesso sar libero. Ispirato alla filosofia e ai principi del Movimento Moderno brasiliano, il disegno del padiglione temporaneo tiene ben presente le necessit logistiche di mobilit: materiali e sistemi costruttivi sono stati selezionati
al fine di garantire agevoli operazioni di installazione e
smontaggio. La costruzione si adatter perfettamente ai
differenti contesti urbani e, grazie a piccole modifiche, sar
un progetto ecologicamente, economicamente e socialmente sostenibile ovunque verr montato. Ogni

Fibra di vetro

Tessuto
in PTFE

Trave reticolare
in acciaio

luogo richiede un approccio diverso, ha un clima specifico e


uno specifico contesto economico e sociale spiegano dallo Studio Grimshaw. La nostra proposta quanto di pi lontano dallidea di una soluzione standard appoggiata nelle
diverse localit come se fosse un disco volante che atterra
allimprovviso. Noi abbiamo basato il nostro progetto sullidea
di una costruzione flessibile che si pu adattare ai differenti
luoghi, climi e programmi. Il terreno su cui verr costruito il
padiglione in ogni citt sar preparato attraverso un programma di sensibilizzazione della comunit locale che si adoperer per creare un orto paesaggistico che sar parte integrante dellinstallazione e sar lelemento di unione fra la popolazione locale, il progetto e gli eventi. Il giardino - proseguono gli architetti - sar leredit che Mobilizarte lascer quando se ne andr. Il padiglione, a detta di Grimshaw stesso,
trova ispirazione nello spirito di puro ottimismo diffuso in Brasile: lottimismo che si ritrova nel lavoro e nel lascito dellarchitettura del Movimento Moderno Brasiliano, lottimismo che
pervade la societ come risultato di uneconomia in espansione, lottimismo legato allorganizzazione di importanti
eventi sportivi nei prossimi dieci anni. Il nostro padiglione
s Moderno, ma la sua modernit legata al valore del movimento e non a modelli gi costruiti in precedenza. Un originale sistema di copertura, una sorta di lamina forata con aperture circolari nelle quali si inseriscono palloni di materiale plastico pieni di elio, conferisce al padiglione un aspetto singolare assicurando allo stesso tempo lopportunit di produrre
inediti schemi di illuminazione e una ventilazione naturale regolabile. Il progetto non comprende un impianto di aria condizionata. Litinerario attraverso le citt stato concepito basandosi non solo sulla logistica ma anche analizzando il profilo climatico e quindi le temperature minime e massime delle diverse zone. In questo modo sufficiente il sistema di ventilazione naturale che utilizza i palloni come ammortizzatori ad
aria per creare una comfort zone gradevole per i visitatori. Tutta la costruzione si basa su un sistema modulare adattabile
a diverse configurazioni: un kit di pezzi assemblabili in diversi modi. La modalit di costruzione permette di dividere il lavoro fra pi squadre che operano in modo da installare nello stesso momento le diverse parti del padiglione: i piani, i muri,
il soffitto, il tetto, i palloni in materiale plastico. Abbiamo concepito il progetto conclude Grimshaw pensando che Mobilizarte dovrebbe essere atteso con ansia, celebrato con entusiasmo e ricordato con affetto. (di Cristiana Zappoli)

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LA VILLE DIVENTA INTELLIGENTE

LA STRUTTURA RAPPRESENTA I COLLEGAMENTI CHE LA CITT DEL FUTURO DEVE CREARE PER CRESCERE

Copyright Jacob+MacFarlane-Nicolas Borel photographer

Ancora una volta gli architetti Jakob + MacFarlane si


cimentano con unarchitettura arancione. Non voluto, il colore non fa parte del loro linguaggio, non vi
alcun legame con il Cube Orange di Lione, solo
un caso. La Ville Intelligente una piccola struttura
temporanea sempre di colore arancione perch
sovvenzionata dallOrange Group + Arteria, montata nel mese di giugno, per pure ragioni espositive, allinterno del Parc de la Villette di Parigi: il parco legato
alla divulgazione della scienza e alle manifestazioni
culturali e progettato negli anni 80 del secolo scorso dallarchitetto svizzero Bernard Tschumi. La posizione de La Ville Intelligente allinterno del parco
tra la famosa struttura La Geode, che rispecchia e
avvicina le nuvole ai passanti e il canale dacqua de
l'Ourcq. una struttura in tubolari di acciaio che ha
una forma organica e che vista dallalto potrebbe ricordare un animale preistorico corazzato, se non fosse che sotto i tubolari montati a maglie molto larghe
rivela la sua vera natura fragile e temporanea: un tes-

suto idrorepellente, preteso, di casa Ferrari, che si


lega attraverso dei lacci alla struttura portante.
unarchitettura espositiva pensata appositamente per
ospitare alcune manifestazioni riguardanti il futuro della citt e le sue possibili evoluzioni legate alla domotica e alle molteplici interazioni tra aspetti sociali,
urbanistici e quelli connessi al mondo del web.
Linaugurazione della struttura avvenuta, infatti, con
una esposizione emblematicamente chiamata Hello Demain, dove realt virtuali proiettavano il visitatore in visioni future della citt di Parigi. La struttura arancione realizzata con una maglia metallica
che simbolicamente potrebbe rappresentare le varie interrelazioni e i possibili collegamenti che una citt del futuro dovr creare per crescere: per poter non
solo adattare ma anche modulare la crescita urbanistica della citt ai cambiamenti sociali. Le arcate
spezzate e variamente saldate, secondo regole ben
diverse da quelle che portano alla costruzione di un
arco classico, scaricano direttamente a terra attra-

7
2

6
3

1. Telecom History; 2. Teleconferenze; 3. Trasporti; 4. Informazioni citt;


5. Attrezzature urbane; 6. Citt sostenibile; 7. Direzione generale

verso gli ultimi due segmenti che, diventando piedritti,


si incastrano in elementi circolari ampi pi di quanto solitamente richiesto per evitare leffetto punzonatura del
terreno sottostante. Le diverse arcate spezzate sono tra
loro raccordate, rinforzate e controventate da altri elementi tubolari che vi si legano attraverso delle bullonature
realizzate lungo le piattine di raccordo con la sezione
circolare dei tubolari. Il particolare telo tagliato e cucito per poter mantenere in tensione le fibre si fissa alla
struttura portante con un cordoncino, ovviamente
arancione che, passando dalle asole metalliche presenti
ai margini dei teloni, avvolge quei segmenti metallici appositamente saldati nella parte interna dei tubolari metallici formanti le arcate principali. Saldature, bullonature,
legami, intrecci, nodi e poliedri irregolari creano una rete
rigida che rappresenta i possibili intrecci necessari allo
sviluppo di una citt futura e futuribile.
Una citt fatta di relazioni e scambi, di cultura e di rete,
di saperi interdisciplinari e interfacciati tra loro. Una citt che diventer agor, dove i cittadini avranno sempre pi voce e possibilit di relazionarsi con essa in modo
diretto ed esplicito. Un luogo che potr cambiare, sempre economia permettendo, adattandosi alle palesate
esigenze dei cittadini. (di Gianfranco Virardi)

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ISPIRARSI AL TESSUTO VEGETALE


UNARCHITETTURA ALLINTERNO DELLA QUALE SI REALIZZA UNA STRETTA SIMBIOSI TRA UOMO E NATURA
Legno, plastica riciclata e vetro. Sono questi i materiali con cui stato realizzato Eureka, il piccolo padiglione progettato dal multidisciplinare studio londinese NEX
in nome della nota rivista scientifica, The Times Eureka Garden, e presentato alla RHS Chelsea Flower Show
2011, la grande mostra di primavera della Royal Horticultural Society. Il quotidiano inglese, il Times, per partecipare allevento con la propria rivista ha chiesto a Marcus Barnett di progettare e realizzare un giardino. Il noto
paesaggista lo ha realizzato completamente con note
piante dalle propriet mediche, ma per il progetto del padiglione ha coinvolto lo studio NEX. Eureka una piccola architettura temporanea progettata secondo la logica appartenente al processo di crescita cellulare del
mondo vegetale del quale ripropone una rilettura e un
adattamento dei rigidi e precisi principi geometrici. un
semplice cubo sorretto da una duplice maglia, primaria e secondaria, completamente realizzata in legno. La
struttura primaria, in abete rosso, portante e ripropone
le pareti laminari che caratterizzano le poliedriche cellule parenchimatiche. Quella secondaria, sempre realizzata con lo stesso tipo di essenza vegetale, fa da supporto agli elementi in plastica riciclata che riproducono
la geometria capillare interna. Lintera struttura stata
disegnata usando dei complessi algoritmi programmati per simulare la crescita naturale delle piante e supportare il progetto: arrivare ad unarchitettura in grado
di dare ai visitatori la suggestione di trovarsi allinterno
di un modello di struttura biologica vegetale in scala. Subito dopo il completamento del modello in 3D, esigen-

26 ARCHILINE

Nelle foto: le immagini


e la vista in 3D mostrano
come il piccolo padiglione
ligneo sia stato pensato
appositamente per essere
inserito allinterno del
giardino progettato da
Barret. In basso
a destra: assonometria
dellintera struttura

ze architettoniche e strutturali hanno richiesto studi pi


approfonditi, condotti dallo studio Buro Happold, sulle peculiarit del legno in relazione alla struttura stessa, perch geometricamente le diverse celle sono state sviluppate secondo unestrusione concentrica avente come fuoco un centro algoritmico variabile per ognuna di loro. Il padiglione, una piccola sezione cubica di
tessuto vegetale, stata pensata in previsione del definitivo posizionamento nello storico paesaggio del

Art & ferro

parco di Kew, a sud-ovest di Londra, cos da essere facilmente trasportabile. Impostato per essere autonomo,
il padiglione non lascer alcun segno della sua presenza
alla RHS Chelsea Flower Show e il suo appoggio a zattera, senza alcun ancoraggio sul terreno, per resistere
alle intemperie, stato letteralmente zavorrato con della sabbia, escamotage adatto anche allassorbimento
dellacqua piovana che dalla copertura in vetro, passando allinterno degli elementi strutturali, si raccoglie
alla base. La suggestione che lo studio NEX e il paesaggista Barnett hanno voluto dare con i loro progetti
integrati quella della simbiosi tra uomo e natura. Unautentica immersione allinterno della natura. Quella stessa natura che lo accoglier anche alla fine dellesposizione quando il padiglione sar smontato e ricostruito
nei mitici Kew Gardens, divenuti, da qualche anno, un
valido centro di ricerca botanica, promotore anche del
Millennium Seed Bank Project, la Banca dei semi per
la tutela della biodiversit. (di Gianfranco Virardi)

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LA CATTEDRALE DEL SEME

IL PADIGLIONE INGLESE, PROGETTATO DA HEATHERWICK, HA VINTO IL PREMIO RIBA LUBETKIN PRIZE


LExpo 2010 a Shanghai stata lesposizione universale pi grande di sempre, la pi maestosa e scenografica. Hanno partecipato 189 paesi e sono state 57 le organizzazioni internazionali che hanno voluto portare il loro
contributo per la riuscita dell'evento. Tra gli elementi di attrazione maggiore di tutta la fiera, con una media di 50mila
visitatori al giorno, rientra linnovativo padiglione inglese,
disegnato dall'architetto Thomas Heaterwick che nel 2007
ha vinto il concorso per la sua realizzazione. Il progetto
di Heatherwick, da subito ribattezzato Seed Cathedral (la
Cattedrale del Seme), ha esplorato la relazione tra natura e citt, tema pertinente a quello dellExpo di Shanghai.
La struttura, costata 13 milioni di euro, nata guardando a tre obiettivi principali: larchitettura del padiglione doveva essere una manifestazione diretta dei contenuti che
esibiva; doveva essere uno spazio pubblico significativo

Sotto: il padiglione inglese


presentato a Shanghai.
Si tratta di un singolare
esempio di creativit e
innovazione e si presenta
come una struttura di sei
piani interamente rivestita
da 60mila fili acrilici
trasparenti lunghi 7,5
metri che si muovono
insieme al vento

in cui i visitatori potessero rilassarsi; doveva avere


un'idea progettuale semplice ma al contempo sufficientemente forte da potersi distinguere tra le centinaia di padiglioni in competizione. Nella zona che circonda la Seed Cathedral, una serie di installazioni esplorano le particolarit della natura e delle citt d'Inghilterra.
Il padiglione si configurava come un edificio a sei piani
di oltre 20 metri di altezza e formato da 60mila "coni retinici trasparenti", aste trasparenti di 7,5 metri di lunghezza
che si lasciavano muovere dal vento. Durante il giorno ogni
asta si comportava come una fibra ottica portando all'interno la luce e contribuendo cos a creare uno spazio
decisamente contemplativo. Di notte, invece, la luce che
partiva dall'interno del padiglione si incanalava fino a raggiungere l'apice esterno di ogni asta, illuminandolo
esternamente. Sono stati inseriti pi di 10mila semi nei

punti terminali interni delle aste trasparenti, cos da mostrare a tutti i visitatori i differenti semi che contribuiscono alla conservazione naturale ed ecosistemica globale del pianeta in tutte le sue necessit, da quelle mediche a quelle energetiche.
Il paesaggio circostante alla Seed Cathedral era concepito
come una continuazione delledificio. La struttura era poggiata
su una piattaforma simile a carta stropicciata che ricordava
una formazione rocciosa, sollevandosi in alcuni punti per creare percorsi coperti. Il team di designer ha utilizzato LED sincronizzati rivestiti con un sistema di lenti per rifrangere la luce,
proiettandola a terra con un effetto alone. Il nostro compito - spiegava Thomas Heatherwick prima dellExpo - di far
spiccare il padiglione inglese. Abbiamo deciso di raggiungere tale obiettivo realizzando un oggetto straordinario, non riconoscibile nei termini convenzionali, collocato in uno spazio aperto. Il padiglione di Heatherwick ha vinto il prestigioso Riba Lubetkin Prize, un premio inglese consegnato dal Royal Institute of British Architects allarchitettura internazionale pi rappresentativa progettata da un membro del Riba. Il
padiglione inglese di Shanghai ha battuto la concorrenza di
altri due progetti: Timberyard Social Housing a Dublino di
ODonnell and Tuomey e lAnchorage Museum al Rasmuson
Centre in Alaska firmato da David Chipperfield.

Sopra: planimetria del padiglione inglese. Sotto: linterno del padiglione

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ISPIRATO A HENDRIX E MOZART

Foto Duccio Malagamba

CAPACIT DI 500 POSTI. RELATIVAMENTE PICCOLO E PU VENIRE TRASPORTATO DI CITT IN CITT

Il Pavilion 21 MINI Opera Space uno spazio temporaneo e ricollocabile, progettato come polo ausiliario della
Bavarian State Opera di Monaco per il Festival dellOpera di Monaco 2010, in occasione del quale il padiglione
stato montato sulla Marstallplatz. Progettato dagli architetti della Coop Himmelb(l)au, la struttura ha unarchitettura sperimentale e inconsueta che ben si adatta a rappresentazioni musicali sperimentali di tipo itinerante. Du-

Nelle foto: interni ed esterni del Pavilion 21 MINI Opera Space.


Le superfici in alluminio e la lana d'acciaio per l'assorbimento
del suono garantiscono un'ottima acustica per tutti i tipi di evento

rante il Festival artisti internazionali dei settori performance,


arti figurative, letteratura ma anche compositori, registi e
musicisti sono stati invitati a superare i confini che li separano dalle altre forme darte e a utilizzare lo spazio con
formati insoliti e inaspettati. Coop Himmelb(l)au una cooperativa di architetti fondata da Wolf D. Prix, Helmut Swiczinsky e Michael Holzer con sede principale a Vienna. Il
nome un gioco di parole: "himmelblau" significa cielo
blu e mettendo fra parentesi la "l" si aggiunge il significato di "himmelbau", ovvero edificio che sta in cielo.
Sono senza dubbio fra i rappresentanti pi significativi del
panorama architettonico mondiale, tra i loro lavori spiccano il Muse de Confluences a Lione, l'House of Music ad Aarlborg, l'European Central Bank a Francoforte,
l'Akron Art Museum in Ohio, e l'Academy of Fine Arts e
la BMW Welt a Monaco. Nella progettazione del padiglione
gli architetti si sono trovati davanti a problemi non indifferenti derivanti dai vincoli progettuali. Il loro compito era
quello di creare uno spazio per rappresentazioni sperimentali che comprendesse 300 posti a sedere oppure 700
in piedi, il padiglione doveva essere smontabile, trasportabile e rimontabile e doveva fortemente caratterizzare, con la sua forma, lo spazio urbano che lo ospitava. Ma leggerezza e smontabilit sono caratteristiche che

si scontrano con requisiti di isolamento acustico, pi facilmente


ottenibile con masse importanti e permanenti. Il Pavilion 21
MINI Opera Space doveva quindi superare una contraddizione:
essere una costruzione leggera che consentisse lo smontaggio
e il montaggio veloce ma che, allo stesso tempo, soddisfacesse le necessit acustiche di una sala da concerto. La sfida progettuale stata risolta attraverso un complesso studio formale e morfologico sviluppato in collaborazione con lo
studio londinese Arup. Fin da subito gli architetti della Coop
Himmelb(l)au hanno pensato di tradurre in spazio le sequenze
sonore, ragionando quindi su unoperazione di soundscaping,
per costruire uno spazio generato dalla e per la musica. Lidea
di combinare larchitettura con la musica non nuova, come
non nuovo il termine soundscaping che stato coniato nel
1940 e descrive un metodo compositivo che si basa sulle teorie della "Gestalt", nella convinzione che quello che siamo e
sentiamo il risultato di una complessa organizzazione che
guida anche i personali processi di pensiero. Il tema del rapporto tra musica e architettura fu affrontato anche da Le Corbusier insieme a Iannis Xenakis, i due studiarono a lungo la
realizzazione tridimensionale delle composizioni musicali. Le
Corbusier fu uno dei primi a sperimentare l'applicazione delle proporzioni armoniche nella progettazione mediante la messa a punto del Modulor.
La Coop Himmelb(l)au aveva pianificato tre fasi per arrivare
al risultato voluto: in primo luogo, realizzare un effetto schermatura tra la piazza e la strada, poi studiare la geometria del
padiglione in modo che la superficie deviasse il rumore e, in
ultimo, progettare la superficie in modo che riflettesse e assorbisse il suono. Lo spazio interno del padiglione e la sua
morfologia esterna sono stati disegnati proprio dalla musica,
mediante una complessa traduzione spaziale di sequenze sonore tratte da "Purple Haze", celebre brano di Jimi Hendrix,
e dal Don Giovanni di Mozart e successivamente modellate tridimensionalmente mediante uno specifico software. All'interno del padiglione sia le pareti che i soffitti sono stati rivestiti da una combinazione di pannelli sandwich perforati, necessari per assorbire e dissipare le onde sonore anche provenienti dall'ambiente interno e riflesse dal pavimento. Nello
stesso tempo le geometrie interne sono state studiate in modo
da eliminare effetti di riverbero e riflessione grazie alla scelta
di non utilizzare superfici piane o parallele, terreno favorevole per la propagazione di questi fenomeni. Il guscio caratterizzato da elementi piramidali affilati e asimmetrici realizzati in pannelli metallici, pensati per rompere le onde sonore evitando fenomeni di riflessione e riverbero.
Larchitettura del padiglione completata ed esaltata dallilluminazione, curata dallo studio viennese CAT-X. Le complesse
e multiple proiezioni di luce studiate per questa struttura non
solo illuminano la sala, ma cambiano la percezione dello spazio, dando limpressione che larchitettura si muova. Le differenti scale cromatiche della luce si alternano in successione e si modulano in funzione delle frequenze musicali prodotte
durante gli spettacoli. La traduzione dei suoni prodotti nell'auditorium in luci e forme visibili sulle pareti del padiglione,
avviene in tempo reale attraverso un complesso sistema di
controllo computerizzato. (di Cristiana Zappoli)

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KUALA LUMPUR (MALESIA). Lo Studio Nicoletti


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Sdn in Malesia nella zona di Petaling Jaya, a ovest
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avrebbe ricordato unameba se non fosse totalmente sezionata secondo un ritmo variabile. Le diverse sezioni ellittiche e ambiguamente concentriche traslano tra loro lungo il taglio rompendo la continuit del ricurvo perimetro. La massivit scultorea
che la struttura avrebbe potuto avere stata destrutturata, affettata, dinamizzata. Il volume, rigonfio
in altezza, offre lungo i piani verticali dei tagli e delle traslazioni la posizione per gli specchi di luce, asole che illuminano i due grandi ambienti interni e danno anche la possibilit dallesterno di scoprirne vagamente il contenuto. Dentro si pu ammirare un
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quartiere e ai rendering organizzati e strutturati cos
da dare la giusta informazione sulla nuova area a
espansione urbana in via di realizzazione nella par-

A sinistra: vista laterale dello spazio espositivo


The Pod, progettato per ospitare uffici vendite
e showroom per la costruzione di un nuovo
quartiere residenziale a Kuala Lumpur. Lo
specchio dacqua stato progettato per ottenere
in modo naturale la mitigazione climatica interna

te est della citt. Un nuovo quartiere residenziale e


terziario dallarchitettura contemporanea. Una nuova zona dove limpianto della citt subir radicali
cambiamenti tenendosi al passo con le innovazioni architettoniche che negli ultimi anni hanno letteralmente investito Kuala Lumpur, la capitale del
paese che oscilla tra passato e futuro e che oggi
risulta essere una sapiente miscela tra larchitettura
coloniale e quella contemporanea.
Edifici prestigiosi e immensi grattacieli sono stati
pensati da grandi firme del jet-set dellarchitettura
internazionale per la citt costruita nel cuore della
foresta vergine. Strutture dalle tecnologie pi attuali
che smentiscono sempre pi lorigine etimologica
del nome Kuala Lumpur: confluenza fangosa.
The Pod stato quindi pensato per attrarre e invogliare i cittadini a partecipare a questo nuovo sviluppo e per tanto stato chiesto allo studio Nicoletti e Kasturi di progettare questo nuovo spazio da
collocare allinterno dellarea di cantiere e che rispondesse ai canoni estetici dei futuri edifici. Il padiglione ha uno sviluppo di circa 800 metri quadrati
e unaltezza che varia dai 4 agli 8 metri. La pianta
ricorda la forma o di un baccello, e cos si spiega
lo stesso nome, o di una goccia dacqua. Una forma morbida che dopo varie sezioni e traslazioni si
consolida trasformando le fragilit in punti di for-

Sotto: vista ravvicinata del


rivestimento adoperato per
lesterno della struttura: pannelli
flessibili e plastici alucobond
realizzati in alluminio leggero

The Pod ha la forma


di un baccello, dal perimetro
rigidamente geometrizzato.
Le diverse sezioni ellittiche,
che donano a tutta la
struttura limpressione
di essere stata affettata,
traslano tra loro creando
lo spazio per linserimento
delle superfici vetrate

Sopra: la planimetria del padiglione. Lintera struttura si divide in due zone di ampiezze diverse. A fare da legante tra le due la strozzatura centrale. La parte pi piccola
suddivisa in pi ambienti ospitanti la parte amministrativa. Lampio salone posto nella parte iniziale della struttura ha funzione di spazio espositivo. Sotto: la sezione
longitudinale. Gli elementi ellittici che assemblati formano il corpo della struttura sono percepibili anche allinterno e lo caratterizzano con diverse altezze rigidamente raccordate

46 ARCHILINE

za. Al suo interno solo larea espositiva occupa pi della met di tutta la superficie totale, e pur essendo un unico ambiente si presenta vario e dinamico. Laltezza cambia per ogni sezione traslata e il candore dellintonaco
bianco si adatta alle varie fonti di luce, mentre le diverse altezze si raccordano in pi punti con i tagli di vetro
che arricchiscono linterno non solo di luce diurna ma
anche del paesaggio urbano che vi sta intorno.
La struttura portante, completamente realizzata con componenti in tubolare dacciaio, rivestita sia allinterno che
allesterno. Entrambi i rivestimenti sono bianchi, quello
interno opaco mentre quello allesterno lucido e riflettente. Questultimo realizzato con pannelli alucobond
ibrido, flessibili e plastici realizzati in alluminio molto leggero e dalle geometrie regolari, in grado di offrire una buona stabilit e anche unottima resistenza alle intemperie. Il guscio protettivo di tutto ledificio potrebbe essere assimilato ad una serie di nastri variamente adagiati
sulla struttura e che visti a una certa distanza sembrano continui. I pannelli nella realt presentano diversi tagli che si raccordano tra loro mantenendo una piccola
distanza, un sottile ricorso nero che geometrizza la superficie di copertura senza frammentare ulteriormente

Sotto: i quattro prospetti. Quelli longitudinali fanno leggere le altezze


dei diversi elementi. Quelli frontali rivelano la sinuosit dellopera

ARCHILINE 47

CREDITI
Architetti Studio Nicoletti
Associati Italy and Hijjas Kasturi
Associates Sdn, Malaysia
Sviluppo MKH Group, Malaysia
Construzione Bina Jurati Sdn Bhd
Dimensione 800 sqm
Fine lavori 2010

A sinistra: la sala espositiva ospita sul fondo lisola su cui appoggiato il plastico
(nellimmagine sopra) del nuovo quartiere che sar costruito sullarea occupata dal padiglione. Ai
margini del salone sono poste le tavole con i rendering, visibili anche nellimmagine posta in basso

limmagine gi discretizzata dellintero edificio. The Pod


se pur progettato e costruito come struttura temporanea, perch al completamento del piano sar totalmente rimossa, risponde pienamente ad alcuni principi
base della bioclimatica. Semplici e minimi accorgimenti,
infatti, migliorano e assicurano un elevato benessere allinterno degli ambienti sia nelle calde ore diurne sia nelle fresche e umide ore serali. Il verde oltre a rinfrescare penetra attraverso i tagli di vetro allinterno dei candidi ambienti e ne modifica la percezione e lo specchio
dacqua lungo i bordi esterni che aiuta la climatizzazione
mitigandone gli sbalzi di temperatura. E se The Pod
solo uno showroom ben curato e di ottima qualit architettonica, perch non pensare che in qualche
modo pu essere garante della qualit che i prossimi
acquirenti potrebbero riscontrare nelle future costruzioni? Vale a dire che uno showroom, oltre ad essere
uno spazio espositivo, pu essere anche percepito
come spazio dimostrativo, a garanzia della qualit del
progetto che ospita.
ARCHILINE 49

DINAMICIT
E TECNOLOGIA

MOBILE ART PAVILION / Zaha Hadid Architectes


PARIGI (FRANCIA). la sintesi e il connubio di due filoni di ricerca. Quella sartoriale di Chanel e la trasgressione architettonica di Zaha Hadid. il Mobile Art
Pavilion. Due mondi cronologicamente distanti che si
incontrano, si inviluppano e si avvolgono in una architettura effimera dei nostri tempi fatta di geometrie fluide e organiche. Linee che, interpretando lidea di sensuale ed elegante femminilit della casa di moda parigina fondata da Coco agli inizi del secolo scorso, creano il Mobile Art Pavilion. Larchitetto anglo-iracheno lo
ha progettato nel 2008 quando Karl Lagerfeld, stilista
della casa parigina, commission uno spazio temporaneo per lesposizione curata da Fabrice Bousteau, il
direttore della rivista Beaux Arts Magazine, per far conoscere le diverse opere che alcuni artisti internazionali
avevano realizzato con lintento di interpretare la filosofia
del marchio Chanel e la linea della mitica borsa in matelass. Di tutto il tour mondiale che era stato previsto
solo Hong-Kong, Tokyo e New York sono le tappe attuate. Il momento economico mondiale ha portato la famosa casa di moda a concludere il programma e riporre
il padiglione in un container a Le Havre, fino a quando
non si creata la circostanza di poterlo rimontare nella piazza antistante lIMA, lInstitut du Monde Arabe
unimportante architettura contemporanea per la citt
di Parigi, progettata da Jean Nouvel e inaugurata nel
1987. Dal 28 aprile 2011 lavvolgente e candido Mobile Art Pavilion ha trovato questa nuova collocazione.
Sembra essere stato progettato appositamente per questo spazio anche se per accogliere i suoi 770 mq e la
sua struttura realizzata con 1752 collegamenti di acciaio,
che pesano in totale 80 tonnellate, hanno dovuto rinforzare il solaio del piazzale. una struttura suadente,
organica, morbida ed elegante sostenuta da uno
scheletro in acciaio e un telaio secondario realizzato con
estrusi in alluminio. completamente rifinita con una fibra rinforzata in plastica, ha un tetto in PVC e i lucernari realizzati con il nuovo e trasparente polimero clorurato, pi leggero e pi isolante del vetro, lETFE. Nasce da una rielaborazione parametrica di una modanatura classica convessa, il toro: una superficie geometrica generata dalla rotazione di una circonferenza
lungo una retta ad essa esterna ma complanare. Una
figura geometrica greco/latina che, debitamente rielaborata, ha creato unarchitettura, come la stessa vin-

50 ARCHILINE

Un volume fluido e organico.


Uno spazio espositivo pensato
per entusiasmare. stato
montato dallaprile di questanno
nel piazzale antistante lIMA,
lInstitut du Monde Arabe di Parigi

Foto Francois Lacour, courtesy of Institut du Monde Arabe

CREDITI
Progettazione Zaha Hadid Architectes
Cliente Chanel
Attuale cliente Institut du Monde Arabe
Luogo Parigi
Costruzioni Fayat Group
Dimensioni 29m x 45m totale 700 mq
Spazio espositivo 500 mq

Sinistra e destra: le foto mostrano lo spazio interno. I pannelli


espositivi realizzati anchessi in ETFE sono sostenuti da una struttura
che ripropone gli incroci di una ragnatela dai filamenti neri.
Il tema attuale dellesposizione larchitettura di Zaha Hadid,
le prossime saranno sullarchitettura del mondo arabo

citrice dell'ultimo Stirling Prize 2010 e del Premio Pritzker nel 2004 ha dichiarato capace di offrire alle persone la prospettiva di un mondo alternativo, da cui lasciarsi entusiasmare. un oggetto scultoreo dalle fattezze intuitive e dinamiche, al cui interno lo spazio si presenta avvolgente e insolito, tautologicamente adatto in questo momento ad ospitare, fino al 30
ottobre, una mostra su Zaha Hadid e quindi anche su
se stesso. Mobile Art Pavilion uno spazio pensato
per contenere una mostra itinerante. La sua architettura nomade ed effimera, un container smontabile,
trasportabile e ricostruibile in meno di una settimana.
Non per modulare. Ha una struttura in acciaio ideata secondo il concetto della ripetizione e della variazione dellarco. E gli archi sono stati deformati per dare
modo alla luce naturale di entrare allinterno dallalto.
Il corpo omogeneo e compatto rivestito con scocca bianca e lucida, interrotto e slabbrato dalla cosiddetta terrazza che inserendosi nel volume ne stacca
unala, una piccola scheggia entro cui si trova la biglietteria. Gli altri elementi che costituiscono il padiglione
sono il piccolo volume per il guardaroba, lampio spazio espositivo e la corte interna, il cuore luminoso dellintera struttura. La corte messa in collegamento con
la terrazza crea uno spazio adatto agli eventi particolari e alle situazioni diverse dallesposizione. lessenza
di tutto il padiglione. 65 mq con il tetto trasparente pensati per una giusta pausa dopo la mostra.
52 ARCHILINE

Il Mobile Art Pavillion accoglie grandi eventi legati al mondo dellarte e, a partire dalla mostra sullarchitettura di Zaha
Hadid, diventer lo spazio espositivo dellarte araba. Completer quel mondo fatto di cultura, rapporti interdisciplinari
e relazioni diplomatiche tra la Francia e i paesi Arabi come
gi lInstitut du Monde Arabe, appositamente costruito
sotto il presidente Francois Mitterand, rappresenta. Entrambi gli edifici insistono su una particolare area della Ville Lumire, una zona che si trova a cavallo tra due tessuti della citt, quello storico caratterizzato da costruzioni
di tipo tradizionale e laltro con limpianto urbano discontinuo, posti nel cuore della metropoli proprio sul lungosenna di fronte al Pont de Sully. Limmacolato Mobile Art Pavilion grazie al suo involucro iridescente e lucido gioca con la luce naturale, con le sfumature cangianti
dei bagliori del giorno e morbidamente vi si adatta. Al suo
interno la luce, relazionandosi con le superfici arcuate dei
pannelli di fibra plastificata, crea un ambiente fluido, avvolgente e accogliente, quasi archetipicamente femminile. una luce naturale e morbida, riflessa e mai diretta, che si alterna con quella artificiale appositamente progettata per non entrare in conflitto con le opere esposte. Accortezza che si coniuga con la particolare attenzione che il pensiero arabo pone allilluminotecnica
e di cui testimone anche lIMA progettato da Jean Nouvel, noto nel mondo per la sua particolare facciata pensata come un curtain-wall foto sensibile, un moucharabieh altamente tecnologico.

PIANO COPERTURA

3
4

PIANTA PIANO TERRA

11

12

6
7

9
8
10

1. Copertura trasparente della corte interna; 2-3. Copertura trasparente della sala
espositiva; 4. Pannelli luminosi; 5. Rampa daccesso; 6. Scale; 7. Biglietteria;
8. Terrazza; 9. Guardaroba; 10. Entrata; 11. Sala espositiva; 12. Corte interna

ARCHILINE 53

B B

1. Corte interna;
2. Sala espositiva;

B B

SEZIONE B-B

1
2
2

SEZIONE B-B

54 ARCHILINE

A
A

A
A

1. Corte interna;
2. Sala espositiva;

SEZIONE A-A

2
2

SEZIONE A-A

1
2

Mobile Art Pavilion presenta un volume


che nasce da una rielaborazione parametrica di
una modanatura classica che stata modificata,
deformata, rielaborata fino a diventare una forma
assolutamente nuova. Uno spazio pensato per
ospitare larte. Creato per stupire. Un luogo
che nei prossimi anni ospiter e far conoscere
il ricco mondo dellarte araba

VARIAZIONE SUL TEMA

MOBILE MUSIC PAVILION / Soma Architecture

Foto F. Hafele

SALISBURGO (AUSTRIA). Quando una costante genera oscillazioni e una regola applicata porta alla sua
stessa variazione allora la progettazione inequivocabilmente legata alla realt parametrica. Una realt
geometrica adattiva del mondo tridimensionale che
sotto la guida dello studio Soma ha portato alla realizzazione del Mobile Music Pavilion di Salisburgo. Un
luogo pensato per rafforzare il legame tra la citt austriaca e la Seconda Biennale della Musica Contemporanea che ha avuto inizio lo scorso marzo 2011. Un
nuovo spazio temporaneo costruito per accogliere un
mondo fatto di sonorit ben diverse da quelle legate
al linguaggio classico pi che noto alla citt che ha dato
i natali a Wolfgang Amadeus Mozart, ma strettamente
connesse invece alla ricerca atonale, minimale, ritmica, sperimentale e davanguardia. Ma non lo studio
dellacustica a guidare la morfogenesi di questa ambivalente costruzione dalla forma vagamente morbida e soffice, che a sua volta protetta da un esoscheletro inquietante e rievocante il guscio di un riccio. Citando il titolo di un libro di Muriel Barbery, possibile affermare che questo piccolo padiglione la prova delleleganza del riccio e di quanto una sovrastruttura inquietante e pungente sia comunque in grado di sollecitare limmaginario collettivo con ci che
pu essere considerato universalmente pericoloso e
contemporaneamente sovvertirlo. Labbinamento eleganza e variabilit alquanto inusuale, ma in questo
caso proprio la variabilit il gioco che struttura il Mobile Music Pavilion e che lo rende armonioso ed elegante, in barba a chi afferma che leleganza appartiene allarchitettura tradizionale in quanto risultante del-

A sinistra: linterno rivestito


di tessuto bianco e ha una
scansione regolare determinata
dalle diverse sezioni variamente
arcuate che assemblate danno
vita al padiglione variandone
anche la dimensione

lapplicazione del concetto della simmetria e di altri canoni classici. Ogni singolo elemento dellesoscheletro montato in modo diverso e in modo diverso modula la luce che vi si riflette facendo variare la percezione di s. Questa piccola e temporanea architettura sovverte alcuni concetti chiave. La struttura portante
esterna ed costruita secondo la logica del buttomup cio dal basso verso lalto, dal piccolo al grande.
quel sistema in cui singole parti vengono connesse tra loro in modo da formare componenti pi grandi e che a loro volta interconnesse tra loro realizzano
un sistema completo e anche pi complesso. In questo caso la singola unit una stecca di alluminio lunga un paio di metri, e tutte insieme sono legate tra loro
secondo regole che, pur variando per ognuna di loro,
si attengono ad una logica additiva parametrica.
Il Mobile Music un padiglione trasportabile ed stato progettato per poter essere assemblato pi volte
e sempre in luoghi diversi, nei dieci anni a venire. Proprio per questa progettualit futura una delle sue peculiarit non poteva non essere la flessibilit; caratteristica ulteriormente garantita dalla suddivisione
della struttura in singole sezioni ad arco che variamente
connesse modulano la possibilit di poter far cambiare
la dimensione dello spazio, riducendo o aumentando
il numero di sezioni montate e assicurando cos anche una maggiore adattabilit alle diverse condizioni
del sito. La versatilit del Mobile Music Pavilion di Salisburgo una specificit necessaria che fa s che questo spazio possa ospitare anche conferenze o piccoli
spettacoli di danza o ancora per essere vissuto diversamente dai cittadini. Condizione necessaria che

Sopra: la planimetria della struttura portante dellintero padiglione. Lesoscheletro progettato secondo la variazione della posizione dellunico elemento costitutivo: una stecca dalluminio
lunga un paio di metri. Sotto: la pianta. La disposizione interna strettamente legata ai moduli delle arcate e alla dislocazione dei moduli parallelepipedi che fa variare la fruizione interna

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ANALISI DELLE TENSIONI

PROSPETT0

PROSPETTIVA

PLANIMETRIA GENERALE

Basse sollecitazioni

Alte sollecitazioni

Supporto

Sopra: due viste, prospettica e frontale, di un singolo modulo della struttura portante.
A destra: schema riassuntivo ed esplicativo delle possibili diverse disposizioni interne. Possibili altri usi
differenti dello spazio interno oltre allascolto della musica contemporanea per cui stato progettato

SEZIONE LONGITUDINALE

stata risolta dal gruppo Soma con luso di elementi tridimensionali, parallelepipedi tutti uguali che, variamente
spostati e sistemati, diversificano linterno creando aree
dalle diverse altezze e pertanto dalle diverse funzioni. Sono
elementi che in piano creano un pavimento modulare geometricamente giustificato dalla discretizzazione del perimetro del padiglione e che alloccorrenza diventano elementi di arredo. la variazione il tema principale della progettazione e dellarredo e vale anche per ci che concerne
la luce. Allinterno essa varia perch ad illuminarlo la stessa luce del giorno che penetrando tra le maglie delle stecche variamente connesse incontra solo un sottile tessuto dal colore chiaro. Ma anche allesterno la luce diurna,
specchiandosi e riflettendosi, cambia assecondando i diversi angoli di connessione dei vari elementi.
uno spazio nato dal concetto della variazione, ma soprattutto un luogo dedicato alla musica. Unarchitettura, insomma, che risponde pienamente al concetto
espresso dal compositore veneziano Luigi Nono, allinterno
dei suoi Scritti e colloqui, in cui definisce lo spazio sonoro ... una tale meravigliosa occasione sia per la sua progettazione che per la sua possibile rispondenza a nuovi
criteri architettonici-culturali e sociali. Ma nonostante
negli anni Novanta non fosse molto in uso progettare e
realizzare uno spazio temporaneo per lascolto stato
sempre Nono nella stessa opera a scrivere: oggi necessario uno spazio architettonico continuamente trasformabile e definibile nella sua finalit molteplice.

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CREDITI
Progettisti Soma Architecture
Luogo Salisburgo, Austria
Strutture Bollinger Grohmann Schneider ZT GmbH, Vienna
Progetto luci Podpod, Vienna
Costruzione Unterfurtner GmbH, Austria

PRATICA ARCHITETTONICA
ALLUNIVERSIT DI PADOVA
Interazione su un progetto in scala reale

Edoardo Narne
Professore invitato alla UAX
di Madrid nel 2002. Dal 2003
collabora alla didattica al DAUR
dellUniversit di Padova dove,
nel 2006, vince il concorso di
ricercatore. Membro fondatore
dello Studio Mas e dello studio
azimut05. Il suo lavoro
documentato in tre monografie:
Cornoldi/ MAS ARCHITETTURE;
AZIMUT05 progetti recenti;
Edoardo Narne Architetture
1999 - 2009, 2010.

Sotto: Alcune fasi della


costruzione del padiglione
allinterno di un giardino
dellUniversit di Padova.
Il materiale adoperato quello
normalmente in uso nei cantieri
edili. Come elementi divisori
sono state usate alcune librerie

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Nasce da una rielaborazione di un progetto di Charles Correa la struttura espositiva temporanea completamente realizzata con materiali poveri o comunque di recupero dallUniversit di Padova. la conferma
di come sia possibile costruire a basso costo. Lidea
cresciuta nel tempo in seguito ad una visita che quattro anni fa un gruppo di studenti fece a Chicago per
visitare il Campus universitario dell'IIT. In quelloccasione alcuni laureandi stavano presentando i loro lavori e molti erano vere e proprie piccole strutture-installazione realizzate in scala 1:1. stato dopo questa esperienza che il DAUR, il dipartimento di Architettura, Urbanistica e Rilevamento dellUniversit di Padova decise dunque di cogliere la forza di quell'idea
potentissima e cerc di individuare le strade che bisognava percorrere per poter far ripetere agli studenti
dellateneo quellesercizio di costruzione, in scala reale, dei propri progetti. Lintera operazione stata portata a termine sotto la guida del professore Edoardo
Narne, ed a lui che saranno poste alcune domande per conoscere meglio il progetto.
Che tipo di ricerca tecnologica e/o compositiva
sottende la progettazione di questo padiglione?
Tecnologia low- tech e ricerca sui fondamenti della disciplina: lo studio dei materiali sottoposti alla legge della gravit, l'influenza della luce nella determinazione e
calibratura di atmosfere accoglienti e seducenti.
Dal progetto alla realizzazione quali difficolt sono
state affrontate?
Innumerevoli. La realt dell'accademia italiana non ha
certo le possibilit, ne le potenzialit, delle corrispondenti facolt americane. Per anni si cercato di trovare una soluzione alla sostenibilit economica di tale
iniziativa: un piccolo padiglione realizzato con l'aiuto
degli studenti. Unoperazione considerata un vero se-

gnale di rinnovamento nella trasmissione della pratica architettonica. Venne preso in considerazione anche l'utilizzo di containers, ma i costi risultarono troppo elevati. Inoltre, per l'ottenimento di tutti i permessi, stato anche necessario presentare il progetto sperimentale ad almeno sei commissioni diverse tra organi universitari e settori dell'amministrazione comunale. Ma ci che nel tempo si comunque confermato
come certezza stato il coinvolgimento degli studenti,
considerato essenziale, proprio per il loro stesso entusiasmo, sia per la costruzione del manufatto, sia perch ha rappresentato per loro la possibilit di toccare con mano la complessit, la ricchezza e le potenzialit di un progetto in scala reale.
Quali materiali sono stati usati per la realizzazione di questa struttura?
Lo scoglio dei costi dell'iniziativa sembrava difficile
da superare. Un anno fa per arrivata la soluzione.
Durante la preparazione del corso stato analizzato
un vecchio progetto di Charles Correa pensato per
una casa sperimentale, non ancora realizzata in India e quasi contemporaneamente un laureando ci avvisa di una grande svendita di alcuni modelli di librerie da parte di una nota ditta svedese di arredamento. Utilizzando le librerie come materiale da costruzione
e rielaborando lo schema progettuale di Correa si avvia il progetto esecutivo che, per il resto delle strutture, prevede l'uso di materiali a basso costo, normalmente impiegati nei cantieri: i pannelli Osb, solitamente utilizzati per le recinzioni di cantiere in questo caso sono stati adoperati per le coperture; i tubi
in pvc, impiegati per le fognature, in questa situazione creano il frangisole dello spazio centrale; i pozzetti
prefabbricati sono stati invece impiegati per la realizzazione dei plinti di fondazione. La discussione con

alcuni docenti di storia dell'architettura, di disegno e


di urbanistica, interessati anche loro all'iniziativa, ha
portato allattuazione dellidea e ottenuti i permessi si
dato subito il via alla costruzione.
Quali sponsorizzazioni hanno sostenuto questo
manufatto?
Il nostro dipartimento ha partecipato con una piccola
quota. Non ci sono state sponsorizzazioni esterne eccezione fatta per il contributo generoso di un costruttore edile che ha dato modo di impostare le fondazioni,
utilizzando alcuni pozzetti prefabbricati. Importante
stato sicuramente lapporto dei colleghi docenti che si
sono autotassati pur di vedere realizzata questa "follia ". In realt l'intero padiglione costato poco rispetto
gli standard usuali degli allestimenti espositivi: 8000
euro, che parametricamente equivalgono a circa cinquanta euro a metro quadro, per 150 mq complessivi. un dato di cui andare fieri e che permette di poter ragionare sulla prossima iniziativa con pi entusiasmo e meno scetticismo. stato un esperimento riuscitissimo, soprattutto per le implicazione didattiche
connesse. I 100 studenti del secondo anno del corso
di laurea in ingegneria edile e architettura hanno avuto la possibilit di realizzare, in una sola settimana di
lavoro, con le proprie mani, la loro prima creatura.
La programmazione di tutta lesperienza ha previsto luso del padiglione allesterno della realt universitaria o limpiego in altre situazioni urbane?
Il padiglione diventato spazio di accoglienza per
esposizioni a rotazione dei materiali realizzati dagli studenti in ambito didattico: ricerche in corso, tesi di laurea o semplicemente progetti sviluppati in aula. Il fine
stato quello di presentare al mondo universitario e
alla citt i differenti approcci metodologici adottati allinterno dei diversi insegnamenti, le potenzialit e i pro-

dotti dei percorsi formativi del Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura. Un susseguirsi diniziative, ne siamo sicuri, troveranno ospitalit in questi ambienti, che sono ritenuti spazi permeabili a nuove idee
e, contestualmente, in grado di stimolare la creativit degli studenti verso future prolifiche manifestazioni. L'intervento pu essere trasferito in altre situazioni ambientali. E si spera un giorno di poterlo ricostruire
in India, dove stato concepito da Charles Correa.
Come hanno reagito gli studenti quando gli stato
proposto la realizzazione in scala 1:1 del progetto,
esperienza inusuale nelle universit italiane?
Molti non capivano la portata dell'operazione. Poi, a
risultato acquisito, si sono proposti in molti per
l'evento successivo.
Larchitettura effimera, i temporary space, sono eticamente giustificabili in un momento economico
come lattuale?
La domanda giusta, ma unesperienza didattica
meglio non caricarla di cos tanta responsabilit. La
cosa migliore da fare lasciare lo spazio necessario
alle critiche senza prenderle troppo sul serio.
Quali principi della sostenibilit sono stati adottati?
difficile parlare di sostenibilit. Espressione troppo
abusata. Oggi sembra che ognuno debba avere una
personale e originale risposta rispetto a questa questione. La buona architettura parla da sola, senza bisogno di giustificarsi nei confronti delle questioni-tendenze pi attuali.
La ricerca sulle architetture temporanee proseguir
con altri esperimenti?
Certamente. uno strumento didattico straordinario.
Di recente il dipartimento ha realizzato, all'interno di un
workshop a Venezia, alcune pensiline in scala 1:1 e anche in questoccasione i risultati sono stati esaltanti.

Sopra: Il padiglione copre unarea


di circa 150 mq e consta di tre moduli
raccordati tra loro da un patio centrale.
Il progetto parte dallanalisi di un
vecchio progetto di Charles Correa: una
casa da realizzare in India, ovviamente
rielaborata per creare uno spazio che
lUniversit ha poi usato per esporre
alcuni lavori scritto-grafici degli studenti

ARCHILINE 67

CARDBOARD PAVILION
LA FORZA DEL CARTONE
Autocostruibile e totalmente riciclabile

Luigi Alini
Architetto e professore associato
in Tecnologia dellArchitettura
presso la Facolt di Architettura
di Catania, sede di Siracusa.
Ha svolto attivit di ricerca in
Giappone e ha curato
la prima mostra monografica in
Italia sullopera di Kengo Kuma,
col quale ha in corso ricerche
sulluso innovativo in architettura
di materiali della tradizione.

Sotto: Cardboard Pavilion


ripropone una rilettura della
filosofia dellorigami. il risultato
di uno studio morfogenetico sul
concetto di piega applicato ad
un materiale alquanto povero
quale il cartone ad onde
reso impermeabile da una
copertina di carta Kraft

68 ARCHILINE

Ha una forma espressa come esito dellorganizzazione


e della soluzione di problemi e non come esercizio stilistico arbitrario, fine a se stesso. Ha una vita programmata. totalmente riciclabile. Ha un costo irrilevante. E la quantit di materiale utilizzata in rapporto allo spazio definito molto bassa. Pu essere utilizzato per eventi, manifestazioni anche in contesti consolidati come centri storici, piazze ecc... personalizzabile, non richiede alcuna opera preventiva per la
sua installazione, ignifugo e resiste bene allacqua,
spiega il professore Luigi Alini per definire in modo conciso Cardboard Pavilion, un esempio di architettura
temporanea nato da una ricerca realizzata durante il
corso di Tecnologia dellArchitettura della Facolt di Siracusa, in partnership con lInternational Paper di Catania (azienda specializzata nella produzione di imballaggi di cartone) e lo studio AION di Siracusa. Le risorse impiegate per la prototipazione del sistema prima e per la sua ottimizzazione come prodotto industriale
dopo sono state totalmente ricavate da finanziamenti esterni allUniversit. larchitettura che al salone dello studente di Catania, lo scorso anno, ha riscosso un
grande successo di pubblico, ed stato anche utilizzato per seminari itineranti e mostre fotografiche. A guidare lintera operazione, che ha richiesto due anni di
lavoro, stato lo stesso Alini che su questa esperienza, prima di rispondere ad alcune domande, aggiunge: Gli studenti che hanno partecipato in una prima
fase presentavano un atteggiamento di curiosit che
sottendeva una certa perplessit, ma vederli passare
da una fase di adesione fondata sulla fiducia ad una
in cui la partecipazione era dovuta ad un entusiasmo

consapevole, stato veramente gratificante.


Quali erano gli obiettivi prefissati durante questi
due anni di ricerca?
Luso innovativo di materiali non convenzionali e lintenzione di trasferire in aula un modo alternativo di fare
didattica, che ha condotto gli studenti allinterno di
unesperienza concreta e a realizzare quella ineludibile continuit tra progetto e costruzione.
Quali sono le caratteristiche di Cardboard Pavilion?
un sistema abitativo monomaterico a basso costo,
prodotto industrialmente, autocostruibile e totalmente riciclabile. un origami di carta che estremizza le
possibilit intrinseche di un materiale apparentemente debole come il cartone, di cui restituisce possibilit inespresse. Cardboard Pavilion figlio da un lato
delle possibilit che larchitettura di Shigeru Ban ci ha
rivelato e dallaltro dellarte dellorigami. Lo definirei un
prodotto di alto artigianato industriale, si situa a cavallo tra vocazione artigianale e logica industriale. E parafrasando Argan potremmo dire che in questopera
la struttura delloggetto coincide con limmagine.
Durante la realizzazione quali difficolt sono state affrontate?
La sfida stata quella di produrre un sistema abitativo utilizzando le stesse macchine e tecniche di produzione che lazienda International Paper adotta per
produrre scatole da imballaggio. Cardboard Pavilion
stato concepito come un prodotto industriale, con tutte le difficolt che questa scelta comporta: ottimizzazione del processo di produzione e dei costi di produzione, la commercializzazione, il packaging ecc....
Il materiale adoperato stato solo il cartone?
La scelta di utilizzare un solo materiale ha richiesto
un lavoro molto complesso nella individuazione della
tipologia, che poteva essere a singola, a doppia o tripla onda. Le parti che compongono il sistema sono
state prodotte utilizzando solo due fustelle, gli stampi, e con soli due elementi stata definita lintera configurazione pensata per essere montata da un personale non specializzato e senza lausilio di strumenti o attrezzature. Gli spessori del cartone hanno ovviamente una conseguente ricaduta sulle possibilit di
piega. Testate e verificate diverse tipologie di materiale alla fine la scelta andata su un cartone a singola onda, perch pi flessibile. Pu essere piegato
entro certi limiti, perch quando si piega oltre un certo angolo la copertina si lacera, e va fatto tenendo conto della cosddetta orditura di canna, cio della dire-

A sinistra: Le immagini propongono


alcune delle fasi di montaggio del
Cardboard Pavilion. La realizzazione
pu essere eseguita anche da
personale non qualificato. Le
dimensioni dei singoli elementi sono
dettate dalle possibilit dimensionali
dei macchinari per gli imballaggi e
la connessione dei diversi moduli
avviene con dei bottoni meccanici
(vedi immagine in basso) reinseriti

zione in cui sono disposte le onde del cartone interno.


Le copertine esterne sono di carta Kraft 100% naturale, che ha unottima tenuta allacqua, londa interna invece realizzata con una carta riciclata.
C un criterio generatore del padiglione?
la piega, nella sua accezione fisica e concettuale, lelemento generatore del progetto in base al quale la materia carta tras-formata in materiale da costruzione. Lordine geometrico delle pieghe sottende
una rigorosa codifica parametrica del progetto e
mettendo a sistema tutti questi dati stata definita la
piega che ha reso possibile un sistema, che risulta essere rigido per forma e generato dallaggregazione di
due moduli di base, pattern, desunti dallarte degli origami: modulo A, a spina di pesce; modulo B, a punta di diamante. La performance strutturale del padiglione, in risposta a fattori ambientali come la pressione
del vento e lo scorrimento dellacqua piovana, garantita da una rigorosa geometria generativa che orienta gli sforzi lungo direzioni principali di tensione. Ricorrere a strumenti di elaborazione progettuale di tipo
parametrico ha agevolato il controllo delle geometrie
dei singoli elementi del sistema in ragione alle condizioni limite imposte dal materiale - angolo massimo
di piega, direzione della piega, ecc...- determinando
una catena di deformazioni controllate.
Una struttura realizzata in cartone a quali caratteristiche tecniche deve rispondere?
La capacit di carico e la resistenza allo strappo sono
i parametri che hanno determinano le caratteristiche
del cartone impiegato e la tipologia a sandwich. Il tipo
di impianto di produzione messo a disposizione dalla International Paper di Catania ha invece inciso sulle dimensioni dei singoli elementi componenti il sistema: elementi discreti che realizzano una superficie con-

tinua mediante la connessione di pi moduli. La sovrapposizione degli elementi ha garantito lottimizzazione del deflusso delle acque meteoriche.
Ultima domanda: cosa rende solidali queste diverse parti?
Dei connettori meccanici di plastica di 6mm di diametro. Bottoni meccanici composti da due elementi accoppiati tra loro per pressione. Questa soluzione
stata individuata a valle di un confronto tra diverse
ipotesi vagliate: velcro, colla ecc, e quella dei rivetti a pressione nasce dalla sintesi di diverse necessit. In primis quella connessa al riciclo del sistema. I rivetti facilmente separabili dal cartone vengono innestati senza lausilio di alcun attrezzo. Basta la pressione
delle mani. I fori e la posizione dei connettori sono stati predeterminati sui singoli componenti di cartone mediante fustellatura escludendo cos qualsiasi possibilit di errore in fase di montaggio da parte dellutente, al quale viene fornito anche uno schema di montaggio con tutte le istruzioni necessarie. Infine, il sistema
di connessione meccanico assorbendo gli sforzi di
scorrimento che si generano tra le parti garantiva anche un buon grado di flessibilit e di mobilit tra le singole parti del sistema, che per sua stessa natura non
poteva essere troppo rigido.

ARCHILINE 69

ALGORITHMIC AIDED DESIGN

Arturo Tedeschi
Architetto, si occupa di
ricerca nel campo della
modellazione parametrica.
Nel 2010 pubblica
Architettura Parametrica introduzione a Grasshopper, il
primo manuale italiano sulla
modellazione generativa in
Rhinoceros. Nello stesso anno
collabora con lo studio Zaha
Hadid Architects di Londra.

1. Zaha Hadid, Vitra Fire


Station, Weil am Rein, 1991.
La tecnica rappresentativa della
Hadid suggerisce il flusso di
composizione delloggetto
architettonico e il processo
associativo delle sue parti. La
forma finale il congelamento
della dinamica generativa
2. Danecia Sibingo, AA Summer
Pavilion, Londra, 2009

70 ARCHILINE

Questo articolo non vuole essere lennesima celebrazione del ruolo del computer nel processo progettuale. Al contrario, si vuole qui affermare come i recenti sviluppi nellarchitettura e nel design siano in realt esito di un percorso di ricerca maturo che, supportato da
un profondo controllo degli strumenti digitali, sta paradossalmente liberando il progettista dai vincoli e dai
condizionamenti del software, facendo assurgere
questultimo a strumento neutrale di indagine ed approfondimento. Progettazione parametrica, modellazione algoritmica, design generativo, design associativo sono le parole chiave di un nuovo paradigma in grado di rispondere alla crescente complessit dei problemi progettuali attraverso un approccio alternativo,
che colloca in una prospettiva diversa i ruoli consolidati di processo e risultato e vede nel computer il naturale alleato, ma non la ragion dessere.
Avanguardia
Lapproccio non recente, perlomeno non contemporaneo. Luigi Moretti (1906-1973) il primo architetto
a parlare di Architettura Parametrica elaborando (insieme al matematico Bruno De Finetti) progetti per stadi di calcio, tennis e nuoto che rifiutavano riferimenti tipologici, perseguendo lidea di generare la forma attraverso rigorose relazioni geometriche tra parametri
quantizzabili, relativi alla visione ottimale. Scriveva
Moretti: I parametri e le loro interrelazioni divengono cos lespressione, il codice, del nuovo linguaggio
architettonico, la struttura, nel senso originario e rigoroso del vocabolo, deficiente le forme che quelle funzioni esaudiscono. Alla determinazione dei parametri e loro interapporti, debbono chiamarsi a coadiuvare
le tecniche e le strumentazioni del pensiero scientifico pi attuali; particolarmente la logica-matematica, la
ricerca operativa e i computers, specie questi per la
possibilit che danno di esprimere in serie cicliche au-

tocorrettive le soluzioni probabili dei valori dei parametri


e delle loro relazioni. Negli stessi anni lingegnere Sergio Musmeci ribalta lapproccio tradizionale al calcolo strutturale, perseguendo con tenacia lidea della forma come incognita realizzando linedita struttura del
ponte sul Basento a Potenza. Limportanza di Musmeci
risiede nel tentativo di reinterpretazione del problema
strutturale la cui soluzione era basata sostanzialmente su metodi codificati di dimensionamento e verifica
di elementi predefiniti (piloni, travi, archi) individuando
per la Scienza delle Costruzioni la necessit di sviluppare una vera e propria teoria delle forme, interamente basata sulle enormi potenzialit di trattamento
delle informazioni offerte dai calcolatori elettronici.
Le intuizioni di Moretti e Musmeci mostrano evidenti segni di affinit con un nuovo indirizzo di ricerca che, a
partire dagli anni 60, caratterizza lintera avanguardia
architettonica (con epicentro presso la Architectural
Association School di Londra) che pu essere sintetizzato nella nuova centralit del concetto di diagramma (processo): il tipo non definisce pi lidea di partenza
di unopera, ma sostituito dal diagramma che rifiuta la descrizione della forma finale delloggetto architettonico per indagare il sistema complesso di relazioni
delle sue parti. Il ricorso al diagramma ha acquistato
importanza sempre pi rilevante negli ultimi decenni:
si pensi ai diagrammi di trasformazione di Eisenmann,
ai dipinti di Zaha Hadid, a Rem Koolhaas. Laffermazione del concetto di diagramma non , pertanto, sincronica alla diffusione del computer in ambito progettuale, ma la precede. Il digitale diventato soltanto negli ultimi anni strumento di amplificazione e momento
di verifica per lavanguardia ormai divenuta mainstream. La reciproca fecondazione tra teoria architettonica e possibilit offerte dal digitale ha consentito di estendere rapidamente lutilizzo del computer che da semplice strumento produttivo (finalizzato alla velocizzazione

di operazioni) si evoluto in un sistema di controllo maturo che ha consentito di dare forma e materia a nuove sperimentazioni formali. La recente introduzione in
ambito progettuale di complesse tecniche di programmazione (scripting) e dei software parametrici ha
offerto ai designer possibilit inattese, al punto da rendere del tutto imprevedibile, o quantomeno sfumato,
il portato e linfluenza di tali strumenti.
Software
I software parametrici - protagonisti di unampia e trasversale diffusione in virt di un utilizzo intuitivo che non
richiede conoscenze di programmazione - consentono di organizzare i progetti in sistemi associativi basati
su logiche di relazione tra parti, offrendo la possibilit
di alterare la configurazione complessiva di un sistema, agendo sui parametri posti alla base del processo progettuale, secondo una logica di propagazione
delle modifiche. Linnovazione assoluta introdotta recentemente da tools come Paracloud, Generative Components (Bentley Systems) e, in particolare, Grasshopper, - plug-in di Rhinoceros (McNeel) - consiste
nellaver tradotto la sintassi della programmazione in
uninterfaccia visuale, introducendo unesperienza
inedita di interazione con il software. Con Grasshopper, per la prima volta, il sistema dei legami parametrici che organizza le differenziazioni di un modello tridimensionale pu essere configurato e manipolato
esclusivamente attraverso un diagramma. La forma non
pi ottenuta secondo la logica additiva tipica dei CAD
o la manipolazione - seppur virtuale - dei modellatori
3D, ma generata attraverso una sequenza ordinata
di istruzioni: lalgoritmo. Grasshopper, pertanto, non propone lennesimo ambiente di modellazione interattivo,
ma offre uno spazio speculativo/operativo non dissimile dal foglio di carta, dove eventuali limiti non appartengono pi al software, ma alla capacit di indagine formale dellutente. Inoltre, come diretta conseguenza della logica associativa possibile creare legami concettuali ed effettivi tra i diversi livelli di approfondimento progettuale. In altri termini, la modifica di
un parametro a scala pi ampia in grado di genera-

re una propagazione di modifiche tale da giungere alla


congruente ridefinizione di dettagli a piccola scala:
possibile ipotizzare un link diretto tra i parametri relativi alla forma generale di una superficie complessa e
le caratteristiche geometriche di un nodo strutturale,
il tutto guidato da logiche di relazione definite dal designer allinterno della sequenza algoritmica.
Razionalizzazione della forma, scomposizioni, sviluppo di superfici complesse in elementi piani, cessano
di essere operazioni a posteriori ma vengono integrate
nel medesimo processo di definizione formale.
Sperimentazione parametrica:
architetture temporanee
Negli ultimi decenni, la realizzazione di strutture temporanee ha rappresentato uno dei pi importanti ambiti di sperimentazione teorica e costruttiva soprattutto per quanto riguarda limplementazione delle tecniche parametriche. Le occasioni progettuali di eccezione,
la complicit della committenza, la relativa flessibilit dei
requisiti funzionali e (in alcuni casi) dei tempi di realizzazione hanno reso le architetture temporanee una rara
occasione di incontro tra ricerca teorica e costruzione. Incontro che ha coinvolto designer, programmatori,
docenti, studenti, strutturisti e imprese. interessante sottolineare come alcune delle pi interessanti realizzazioni provengano dagli stessi ambienti accademici
che hanno avuto un ruolo centrale nella ricerca sul rapporto tra tecniche parametriche e modalit produttive:
il caso della AA School di Londra. Osservando la produzione dellultimo decennio, dal padiglione per la Serpentine Gallery di Toyo Ito (2002), passando per gli AA
DRL Pavilions fino alle recenti macrostrutture possibile coglierne il trait dunion: ovvero la volont di creare oggetti unici superando la logica della standardizzazione a favore di una ottimizzazione e differenziazione
dei componenti costruttivi senza precedenti. Il tutto supportato dalla logica parametrica e dal digital manufacturing e, dunque, dal passaggio diretto dal modello digitale alla macchina a controllo numerico, (in)seguendo un modello ideale di fabbricazione senza passaggi intermedi: dallidea alloggetto reale.

3. J. Mayer H., Metropol Parasol,


Siviglia, 2011. Il sistema di copertura
di Plaza de la Encarnacon, estende su
scala urbana le metodologie di
progetto e fabbricazione dei padiglioni
realizzati nellultimo decennio
4. Alan Dempsey, Alvin Huang,
[c]space Pavilion, Londra, 2008
Il padiglione ha rappresentato lo stato
dellarte della sperimentazione sugli
strumenti digitali, sui sistemi di calcolo
strutturale e su modalit di
fabbricazione avanzata, basati su
macchine a controllo numerico (CNC)

ARCHILINE 71

SERPENTINE GALLERY...
DA ZAHA HADID A ZUMTHOR
Undici padiglioni che hanno fatto storia
LA PI FAMOSA
GALLERIA DI LONDRA
Serpentine Gallery una
delle gallerie pi importanti di
Londra sia per l'arte moderna
sia per quella contemporanea.
Si trova allinterno dei
Kensington Gardens, nel
centro di Londra, e ogni anno
attira fino a 800mila visitatori.
Annualmente la Serpentine
commissiona ad architetti
internazionali di fama
mondiale la progettazione di
un padiglione sul prato,
allinterno del quale vengono
ospitati proiezioni, film
e conferenze.

Sono conosciuti in tutto il mondo i padiglioni della Serpentine Gallery di Londra: piccole realt espositive progettate dai pi famosi architetti internazionali. Tutto nato
circa undici anni fa per celebrare il 30 anniversario della galleria. Ha avuto inizio con un padiglione progettato da Zaha Hadid, una struttura molto criticata perch
eccessivamente costosa, che fece per scattare la scintilla e avvi un processo che fino a oggi ha portato a
10 soluzioni architettoniche tutte diverse e tutte progettate da grandi nomi del mondo dellarchitettura e dellarte. Larchitetto scelto dalla Serpentine Gallery, non
si bandisce alcun concorso. E a guidare lintera impresa
annuale sono Julia Peyton-Jones e il co-direttore
Hans Ulrich Obrist. Ci che conta nella scelta che larchitetto non abbia, prima dellinvito, realizzato alcuna
sua opera sul territorio dInghilterra. La tempistica semplice: presentato, solitamente in febbraio, il cosddetto Planning, la documentazione necessaria, agli architetti restano 6 mesi per avviare i cantieri e completare lopera. Fino a questanno le diverse architetture
hanno regalato sempre diverse suggestioni, e dal
punto di vista strutturale hanno potuto godere del valido supporto di Cecil Balmond, il famoso ingegnere che
da pochi mesi ha lasciato il gruppo Arup e non si sa se
proseguir a lavorare per i temporary space della Serpentine. Ma quale destino attende queste architetture
dopo la manifestazione che inizia in luglio e termina a
ottobre? Il primo, progettato da Zaha Hadid, ora della Royal Shekespere Company. Posizionato accanto al
teatro Stratford Upon Avon ha modificato il suo ruolo
primario e funge da caff estivo. Ovviamente essendo

KENSINGTON GARDENS
1. Serpentine Gallery
2. Il tempio della regina Carolina
3. Statua di Peter Pan
4. Fontane
5. Ponte Serpentine
6. Fiume Serpentine
7. Bowling e campi da tennis
8. Stagno
9. Hyde Park

tutte strutture architettonicamente molto ricercate hanno svegliato gli interessi di molti, e quasi tutti i padiglioni
sono stati acquistati da collezionisti privati di tutto il mondo. Hanno cambiato funzione, si sono inseriti in climi
diversi e paesaggi forse avulsi, ma la loro forza espressiva rimane comunque intatta. Sono comunque piccole
architetture concluse che hanno una loro forza intrinseca e in qualsiasi parte del mondo pu essere
espressa. Suscitano interesse sia negli architetti, che
durante la progettazione sperimentano nuove soluzioni, sia nei visitatori che provano molto spesso sensazioni diverse e spaesate. Il padiglione realizzato nel 2001
da Libeskind stato invece rimontato nella citt di Cork
e pi volte riusato in altre manifestazioni.
Insomma, i Serpentine Pavilion testimoniano quanto
possano essere diverse le interpretazioni di spazio temporaneo da parte degli architetti e anche come possa essere variamente espresso il rapporto tra architettura e la natura. Inseriti nel pieno del parco a pochi
passi dal Serpentine Lake, i padiglioni ospitano programmi di eventi e incontri che coinvolgono i cittadini
per tutta lestate, ma ci che sembra una costante di
tutte queste opere il rapporto diverso con il verde, ricerca maggiormente espressa nellultimo padiglione
progettato da Peter Zumthor, che gioca tra luci e ombre, esaltando il silenzio e leffetto sorpresa che una geometria severa pu creare quando al suo centro ospita un luminoso giardino dalla vegetazione spontanea.
Natura e architettura: questa la forza espressiva che
i londinesi hanno modo di vivere quando scelgono di
andare, una volta allanno, al Serpentine Pavilion.

2
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72 ARCHILINE

2011
PETER ZUMTHOR
Questanno lideazione del padiglione stata affidata allarchitetto
svizzero Peter Zumthor. Il tema
scelto quello dellhortus conclusus. Un giardino nel giardino, creato per la meditazione e realizzato in
collaborazione con il designer olandese Piet Oudolf e Arup per la parte
strutturale. Nelle intenzioni dellarchitetto il giardino pu aiutare i visitatori a fermarsi, rilassarsi, osservare e, forse, ricominciare a parlare, lasciandosi alle spalle i rumori

e gli odori di Londra. Con una raffinata selezione di materiali Zumthor


crea spazi contemplativi che evocano la dimensione spirituale del nostro ambiente fisico. Come sempre
nelle sue opere, lavora con una
composizione precisa e semplice, la
luce incide sulle strutture attraverso
tagli misurati e controllati e, anche
in questo caso, quello che gli interessa maggiormente sottolineare
gli aspetti sensoriali e spirituali dell'esperienza architettonica.

2010
JEAN NOUVEL
Lanno scorso, in occasione del 40
anniversario della Serpentine Gallery, la costruzione del padiglione
stata affidata a Jean Nouvel. Il suo
progetto viveva di contrasti tra i materiali leggeri e le strutture metalliche a sbalzo, come tra il colore rosso della struttura e il verde del parco. Il rosso richiamava il colore di
tre icone della vita inglese: le cabine
telefoniche, le cassette postali e gli
autobus. L'edificio si componeva di
audaci forme geometriche, grandi

tende retrattili e un muro autoportante inclinato, che si innalzava 12


metri al di sopra del prato. Strutture
in vetro, policarbonato e tessuto
creavano un sistema versatile di
spazi interni ed esterni. Nouvel ha
voluto costruire un padiglione dei
giochi, un luogo dove ristorarsi ma
anche giocare, come nella tradizione
delle piazze e dei parchi pubblici
francesi e proprio per sottolineare
questa idea ha incorporato nella
struttura un tavolo da ping pong.
ARCHILINE 73

2009
SANAA
Sejima e Nishizawa, gli architetti
dello studio SANAA, hanno creato
nel 2009 un padiglione che assomigliava a una nuvola riflettente
adagiata in cima ad una serie di
delicate colonne. La struttura in
metallo riflettente del tetto variava
in altezza, esplorando la disposizione degli alberi nel parco e arrivando, in qualche passaggio, vicina al
terreno. Descrivendo la loro struttura gli architetti spiegavano: alluminio galleggiante, alla deriva tra gli

alberi. La tettoia riflettente sincrespa attraverso il sito, espandendo il


parco e il cielo. Il suo aspetto cambia a seconda del tempo atmosferico, permettendole di fondersi con
lambiente circostante. Funziona
come un campo di attivit senza
pareti, permettendo vista ininterrotta attraverso il parco e incoraggiando l'accesso da tutti i lati.
unestensione riparata del parco,
dove la gente pu leggere e godersi
le piacevoli giornate estive.

2008
FRANK GEHRY
Il Serpentine Gallery Pavilion del
2008 stato il primo progetto realizzato da Frank Gehry in Inghilterra.
La spettacolare struttura, progettata
e realizzata in collaborazione con
Arup, era fissata a terra grazie a
quattro colonne in acciaio massiccio ed era composta da tavole di legno di grandi dimensioni e da una
complessa rete di piani di vetro sovrapposti, creando uno spazio multi
- dimensionale. Per lideazione di
questopera Gehry si ispirato ad
unaffascinante variet di fonti, dalle

74 ARCHILINE

elaborate catapulte il legno di Leonardo da Vinci fino alle pareti a strisce delle cabine sulla spiaggia. Il risultato un padiglione in parte anfiteatro e in parte passeggiata: tutti i
diversi elementi insieme hanno
creato un luogo che si trasformava,
adatto alla riflessione e al relax di
giorno, perfetto per i dibattiti e gli
spettacoli di sera. All'interno del padiglione, tettoie in vetro appese alla
struttura in legno proteggevano i visitatori da vento e pioggia, fornendo
ombra durante le giornate di sole.

2007
OLAFUR ELIASSON E KJETIL THORSEN
Nel 2007 il padiglione temporaneo
stato realizzato dallarchitetto norvegese Kjetil Thorsen, dello studio
Snhetta e dallartista danese Olafur Eliasson. Il radicato interesse di
Eliasson per le questioni spaziali lo
ha portato a impegnarsi sempre di
pi nei progetti di architettura e a
collaborare in diverse occasioni con
Thorsen. Il loro padiglione era una
dinamica struttura rivestita in legno
somigliante a una trottola: unopera
che si sviluppava in verticale distan-

ziandosi dai precedenti padiglioni


costruiti su un solo livello. Una larga
rampa a spirale, costruita sul principio della scala a chiocciola, faceva
due giri completi, permettendo ai
visitatori di raggiungere il tetto per
godere di una spettacolare vista
sul verde di Kensington Gardens.
La nostra collaborazione per il
padiglione - hanno dichiarato
i due autori - definita da un
reciproco focus sullesperienza
dello spazio e della temporalit .

2006
REM KOOLHAAS
Il padiglione del 2006 stato disegnato dal Premio Pritzker Rem Koolhaas e da Cecil Balmond, progettista strutturale dello studio Arup. Il
fulcro del progetto era uno spettacolare baldacchino gonfiabile di forma ovoidale che galleggiava sopra
il prato della galleria. Realizzata in
materiale traslucido, la tettoia era
tenuta sollevata in aria o abbassata
a coprire lanfiteatro al di sotto a
seconda delle condizioni meteorologiche. Un fregio realizzato da Thomas Demand ha segnato la prima

collaborazione tra un artista e un


architetto del padiglione. Lanfiteatro ha ospitato un caff e spazi per
conferenze, programmi televisivi e
incontri pubblici. Il programma delle
manifestazioni estive stato messo
a punto dallo stesso Koolhaas che
ha dichiarato: Il Serpentine Pavilion
stato messo a punto partendo
dalle attivit che avrebbe ospitato.
Abbiamo proposto una struttura
che faciliti linserimento di individui
singoli in uno spazio comune per
vivere esperienze condivise.
ARCHILINE 75

2005
ALVARO SIZA + EDUARDO SOUTO DE MOURA
Nella progettazione del Padiglione,
Siza e de Moura hanno cercato di
garantire che il nuovo edificio, pur
presentando unarchitettura completamente diversa, stabilisse un
"dialogo" con ledificio neo-classico
che ospita la galleria. Il Financial Times, in un articolo dedicato a questo padiglione temporaneo, ha definito Alvaro Siza come uno degli architetti pi raffinati del panorama
internazionale. Il padiglione era costruito su una semplice griglia rettangolare, che stata distorta per

2003
OSCAR NIEMEYER
Il Serpentine Gallery Pavilion di Oscar Niemeyer, la
prima opera dellarchitetto brasiliano in Gran Bretagna, era semplice e ingegnosa nello stesso tempo,
fatta di linee decise che esaltavano alcuni aspetti
espressionisti della volumetria. Costruito in acciaio,
alluminio, cemento e vetro, la sua rampa daccesso
color rosso rubino era in contrasto con il bianco della
costruzione e il verde del parco. Ci che stato veramente difficile per questo Padiglione - affermava
Niemeyer - stato il fatto che l'edificio fosse cos pic-

colo. Ho voluto caratterizzarlo attraverso la leggerezza, attraverso una forma diversa. Ho cercato di sospenderlo, per far s che apparisse pi leggero, quindi
mi sono allontanato dalle forme regolari per creare
una figura multiforme che enfatizzasse l'oggetto architettonico. Le superfici sottili che appaiono in prospetto come una traccia continua fanno apparire
l'edificio talmente leggero da renderlo quasi evanescente, effetto intensificato dall'uso dei pilotis lecorbusiani che lo fanno alzare al di sopra del terreno.

creare un modulo dinamico e curvilineo. Era composto da travi di legno a incastro, un materiale scelto
perch accentuava la relazione tra
il padiglione e il parco circostante.
Eduardo Souto de Moura, dopo gli
studi alla School of Fine Arts di Porto, ha iniziato la sua carriera collaborando con lo studio di lvaro Siza
Vieira, con cui ha realizzato, come
co-autore, numerosi progetti oltre
al padiglione della Serpentine, per
esempio il padiglione portoghese
per lExpo 2000 ad Hannover.

2002
TOYO ITO
La Serpentine Gallery Pavilion di
Toyo Ito sembrava essere una struttura estremamente complessa e
costruita su traiettorie apparentemente casuali. In pratica il padiglione era il risultato di un esperimento
matematico-artistico: Toyo Ito ha
materialmente realizzato il disegno
di un cubo che gira intorno al proprio baricentro. I numerosi triangoli
e trapezi formati dalle linee che si
intersecano erano rivestiti per risultare trasparenti e traslucidi, dando
cos il senso di movimento infinita-

mente ripetuto. Toyo Ito fra i pi


innovativi architetti contemporanei.
Egli cerca di dare vita a unarchitettura integrata con il paesaggio nascondendo il volume degli edifici in
rivestimenti luminosi o di vetro e
trasforma lo spazio urbano in uno
spazio sonoro tramite luso della
nuova tecnologia. In questo modo
larchitetto giapponese tende a
creare un trait dunion tra lo spazio
primitivo, che si rif alla natura, e lo
spazio virtuale, connesso al mondo
reale tramite la rete elettronica.

2001
DANIEL LIBESKIND
Daniel Libeskind, insieme ad Arup,
studio di progettazione ingegneristica, crea Eighteen Turns, un insieme
di lastre di metallo rivestite di pannelli in alluminio e assemblate in
una sequenza dinamica simile a un
origami giapponese, in grado di riflettere la luce, i prati e gli alberi circostanti, rivelando una prospettiva
completamente nuova del verde del
parco e delledificio in mattoni che
ospita la Serpentine Gallery.
Larchitetto statunitense ha descritto

la sua opera come una figura giocosa che si intreccia e si estende


obliquamente attraverso lo spazio.
Eighteen Turns era, in definitiva, un
luogo speciale di scoperta, intimit e
incontro. Il Guardian ha scritto che
Strutture temporanee come Eighteen Turns sono un valore aggiunto
per i nostri parchi e per i paesaggi
urbani. Ci possono offrire impressioni avventurose, alternative e anche
radicali di quello che potrebbe essere una nuova architettura.

2000
ZAHA HADID
Il primo padiglione della Serpentine
Gallery stato affidato a Zaha Hadid. La sua opera ha radicalmente
reinventato la comune idea di un
tendone. Fin dallinizio lo scopo era
quello di giocare con lidea tradizionale di una struttura in tessuto. Il
padiglione si configurava come una
tenda, realizzata da porzioni triangolari di tetto inclinato con la struttura portante in acciaio e coperti da
semplice tessuto che donava una
sensazione di plasticit a tutta la
struttura, aveva unestensione inter-

na di 600 mq e ospitava 400 posti


a sedere. Il Guardian lha definita
semplicemente brillante. Larchitettura della Hadid unarchitettura
costantemente in divinire come lo
la vita di ognuno. Larchitettura
deve infondere piacere e aggiungere qualcosa alle nostre vite, spiega. Il suo compito di trasformare
le citt in centri di nuova vita, ricchi
di culture diverse. Un posto dove
noi riceviamo delle suggestioni, che
ci portano a pensare e immaginare
delle possibilit diverse.
ARCHILINE 77

PAESAGGIO
FLUORESCENTE

EXHALE / Phu Hoang Office, Rachely Rotem Studio

Foto Robin Hill

MIAMI BEACH (FLORIDA). Suggestioni marine luminose e filiformi per lArt Basel Miami Beach and
Creative Time Oceanfront del 2010. Progettato da Phu
Hoang Office e da Rachely Rotem Studio, Exhale,
questo il nome dellibrido padiglione, concettualmente molto pi vicino ad una istallazione darte, ad
una land-art, che ad un temporary space. Montato sulle coste di Miami Beach evoca le inconsistenti e fluttuanti geometrie pseudo zoomorfe, simili a fantastiche creature marine delle acque pi profonde, a quelle cangianti creature presenti negli abissi marini.
Exhale Pavilion luminoso, immateriale, quasi incorporeo. La sua leggerezza nasce dalla ricerca tecnologica e compositiva che i due studi hanno avviato per
poter creare una struttura sensibile e suscettibile ai
cambiamenti e alle variazioni di direzione della brezza marina. fatto di corde luminose e fluorescenti che
morbidamente attraversano lampia area destinata allesposizione e si raccordano tra loro con nastri dalle movenze suadenti. Filiformi suggestioni che a
Miami, per levento che si inaugur il 2 dicembre, mollemente ondeggiavano nel cielo scuro della notte.
Phu Hoang e Rachely Rotem si sono fatti suggestionare dagli affascinanti effetti di bioluminescenza che
si verificano naturalmente sulle coste di Miami Beach
e che sono dovuti alle fioriture delle alghe presenti nellOceano Atlantico, fenomeno in aumento e spesso
causato dalleccesso di nutrienti quali il fosforo presente nelle acque marine. I fiori cambiano forma con
il flusso e il riflusso delle maree e di notte la loro bioluminescenza accompagna linfrangersi delle onde sulla battigia. Per ricreare queste impressioni i progettisti si sono serviti di due diversi tipi di funi, riflettenti e
fluorescenti, che strutturate in fasci si intrecciano e si
sovrappongono tra loro. Disegnano un perimetro impercettibile segnato a terra solo dalle basi degli 11 tra-

A sinistra: uno dei due grandi baldacchini che hanno particolarmente caratterizzato lintero impianto.
Le strutture portanti sono metalliche e sorrette da possenti basi di cemento armato. I fasci di luci sono di
due tipi: luminosi e fluorescenti. In alto: veduta dinsieme. In basso: particolare di uno dei due baldacchini

licci che sorreggono i punti di appoggio dei fasci di luci.


A completare limpianto due elementi dalla struttura
circolare: la Rope Tower for Video Screening, pensata per ospitare diverse tipologie di video rappresentazioni, e la Rope Tower for Dj Performances, il
cui nome fa gi palesemente comprendere che tipo
di manifestazione vi si terr nei pressi. Due elementi
geometricamente diversi, due baldacchini sorretti
da un trittico di tralicci dimensionalmente pi piccoli. I tralicci presenti su tutta larea hanno funzione non
solo portante, allapice vi posto, infatti, un sensore
che legge e decodifica le variazioni di direzione del vento e trasmette attraverso una centralina computerizzata gli impulsi alle corde di fibra ottica che rispondono
adeguandosi con variazioni luminose allavvenuto cambiamento del vento. I sensori installati, invece, ad altezza duomo sono sollecitati unicamente dallaria appositamente soffiata dai visitatori e fruitori dello spazio: ogni soffio modifica, infatti, lintensit della luce.
Nel cuore di tutta larea, l dove i fasci di corde luminose si sovrappongono e scambiano tra loro la posizione, proprio nel pieno del loro intreccio, gli architetti hanno pensato di posizionare la Floating Rope Installation, un insieme di funi pendenti sensibili anche
alle pi piccole variazioni dei venti. Luci che variano
con il variare del vento e con il soffio dei passanti. Il
tema fondante lintera struttura dellExhale Pavilion dunque linterazione. Uno scambio dinamico con ci che
vi gravita intorno sia esso paesaggio, condizioni climatiche o visitatori. con essi che lExhale si relaziona.
E ad essi lascia la possibilit di modificarne laspetto. una non architettura effimera, sottile, luminosa,

ARCHILINE 81

1. Sensore velocit del vento

2. Impianto luce ultravioletta

3. Sensore per soffi daria

4. Fune fluorescente

1. Il sensore della velocit del vento individua la direzione dei venti. I dati sui venti vengono comunicati al sistema digitale del controllo
dellilluminazione per creare dinamiche sequenze di luce. 3. Il sensore legge la variazione della velocit dellaria direttamente soffiata
allinterno. Rielaborato il dato limpianto di luce ultravioletta carica le funi sospese fosforescenti facendone variare la luminosit

1. Informazioni
2. Amaca luminosa
3. Baldacchino per performance musicali/Dj
4. Istallazione di funi fluttuanti
5. Bar
6. Baldacchino per proiezioni video
7. Schermo per proiezioni video art
5

1
2

CREDITI
Progettisti Phu Hoang Office and Rachely Rotem Studio; Luogo Miami; Cliente Art Basel Miami Beach;
Inaugurazione 22 dicembre 2010; Superficie 25000 mq; Quantit funi fosforescenti 11 km;
Materiale basamento cemento armato prefabbricato; Materiale traliccio acciaio; Strutture Arup

variabile e cangiante. Un padiglione non padiglione,


immateriale e suggestivo, progettato per ospitare lArt
Basel Miami Beach, evento gemellato con quello che
si svolge in Svizzera, una delle mostre d'arte pi prestigiose del mondo e che si avvale di unaccurata selezione internazionale di gallerie e di un interessante
programma di esposizioni, feste ed eventi con musica, cinema, architettura e design. LExhale Pavilion per
Art Basel Miami Beach del 2010 stato un salotto per
larte, un luogo non luogo, un padiglione che non contiene. Un luogo aulico dove larte ha potuto esprimersi
ed essere piacevolmente goduta. Dove era possibile stendersi sulle amache montate tra i tralicci e permettere che il pensiero andasse altrove.
Di questa struttura temporanea, dalla caduca durata di una settimana, stato programmato, secondo
gli attuali principi di sostenibilit, anche il riutilizzo, il suo
after life: i sette chilometri di corda, infatti, sono stati donati ad una organizzazione no-profit, mentre delle 11 basi in calcestruzzo e acciaio dei possenti tralicci se ne servir il Dipartimento della Environmental
Resources Management della Florida e saranno utilizzati per formare una scogliera artificiale nelle acque
dell'oceano al largo di Miami Beach.
Non poteva non essere cos: lExhale Pavilion, dopo
aver simulato ed evocato creature dalla concezione
marina, sar in buona parte riusato per creare un ambiente subacqueo per le immersioni.

ARCHILINE 83

TRASPARENZE DACCIAIO
PADIGLIONE CROATO PER LA BIENNALE DI VENEZIA / Leo Modrcin

Foto Zelimir Grzancic

Foto Marko Dabrovic

Foto Zelimir Grzancic

PROIEZIONE PARALLELA SUD OVEST

VENEZIA. Per la 12.esima edizione della Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, la Biennale del
2010, la nuova Repubblica della Croazia non ha presentato una serie di progetti curati, stampati ed
esposti appositamente per far conoscere la sua idea
di architettura. Ha presentato una struttura galleggiante
ideata da un gruppo di 14 architetti croati tutti affermati nel campo e internazionalmente conosciuti e capitanati da Leo Modrcin. Quella da tutti loro proposta
unarchitettura atipica. un volume anomalo: una
struttura realizzata con 32 tonnellate di acciaio. Quarantadue strati di rete metallica Q385 saldati tra loro,
in entrambe le direzioni, con aste verticali poste a una
distanza di 50 cm luna dallaltra. un manufatto che
nonostante tutto ha un aspetto inconsistente, quasi etereo o impalpabile, come dire: a fil di ferro. Ricorda un
wireframe o wire frame model, la rappresentazione tridimensionale vettoriale tipica del web design; una realt grafica geometricamente primitiva in cui loggetto

definito attraverso punti, linee, curve e poligoni che


lasciano trasparire il suo interno. Pensato come un
grosso volume di metallo, dalle dimensioni di 19 x 9
x 5,5 m, galleggiante e dallaspetto immateriale stato costruito da una dozzina di saldatori nello storico cantiere navale di Kraljevica su una chiatta metallica di 20
x 10 x 3m. Risponde pienamente, con le sue atipiche
caratteristiche, al tema scelto dal direttore della Biennale della scorsa edizione, larchitetto nipponico Kazuyo Sejima, che ha proposto come motto della mostra la frase: People Meet Architecture, proprio per
esprimere pienamente il desiderio di unarchitettura fatta sopratutto di relazioni. E infatti il padiglione croato
pieno ma anche vuoto. materico ma anche incorporeo. chiuso ma contemporaneamente aperto.
fatto di un interno che incontra lesterno in un continuo e reciproco interscambio. una scenografia pi
che unarchitettura. fatto di relazioni e di trasparenze e della sua stessa massa offre una duplice lettura:

A sinistra: sequenza
di immagini della costruzione
e del trasporto lungo le coste
della Croazia con attracco
in alcuni importanti porti
prima di giungere a Venezia.
In alto e in basso: due
schemi assonometrici del vuoto
allinterno delle maglie metalliche
di cui formato il padiglione

PROIEZIONE PARALLELA SUD EST

ARCHILINE 87

88 ARCHILINE

SEZIONI LONGITUDINALI

da vicino ha un aspetto materico, metallico e ossidato, da lontano invece inconsistente e sembra quasi un nugolo di punti che diradandosi nella parte centrale lascia intravedere il mondo che gli sta intorno.
un volume di reti dacciaio, un padiglione galleggiante che per partecipare alla Biennale ha attraversato
lAdriatico e ha ormeggiato al molo principale della Biennale ed l che il 21 agosto 2010 stato presentato,
anche se per poco tempo, al pubblico di Venezia. Linterno, se di interno si pu parlare, stato progettato
per sottrazione. I 42 strati di rete, saldati ad una distanza
di 12.5 cm luno dallaltro, sono stati variamente combinati tra loro secondo una logica ben precisa ma irregolare. Tutta la struttura reticolare stata fissata alla
chiatta attraverso la saldatura di alcuni tondini aventi
funzione di elevazione primaria ai quali in un secondo
momento sono stati saldati gli altri strati metallici. I 42
piani metallici, variamente tagliati, hanno dato corpo
al vuoto interno man mano che la loro stratificazione
si avviava alla conclusione. Le prime sovrapposizioni
ovviamente hanno dato corpo al piano di calpestio,
mentre le altre, nelle loro diverse forme, per sovrapposizione hanno creato il vuoto allinterno del regolare parallelepipedo metallico. Il manufatto cos completato, ma comunque traballante, instabile e pericoloso come lo stesso commissario del gruppo ha affermato, ha solcato lAdriatico trainato da un rimor-

chiatore e partendo da Kraljevica prima di giungere a


Venezia passato per Rijeka, Opatija, Pula e Rovinj.
giunto alla Biennale, per la sua stessa innata natura fragile, un po malconcio. Ma ha comunque sostenuto il suo viaggio e ha testimoniato la presenza della Croazia alla Mostra Internazionale, e con la sua stessa fragilit si relazionato con il mondo dellarchitettura presente ai Giardini veneziani. Mondo che la Croazia ha scelto di affrontare in modo compatto e unito,
con un unico gruppo che ha unanimemente lavorato
su un solo progetto curato dallideazione fino alla realizzazione. Una risposta compatta ed esaustiva, nel senso che la soluzione su chiatta ha dimostrato anche alla
Biennale che lo spazio per nuovi padiglioni e quindi anche per nuove repubbliche sempre possibile crearlo. Una risposta artistica e pratica, una land-art pensata anche per sopperire allesiguo spazio che la manifestazione internazionale ha saputo offrire a nuove realt come la Croazia a cui, dopo la separazione dalla
Jugoslavia, non stato riconosciuto un padiglione a
s stante e indipendente. Uno spazio che ha ospitato al suo interno unesposizione sulla progettazione e
realizzazione di se stesso, creata con immagini e disegni stampati su scatole di cartone vuote. Immagini
che testimoniano la costruzione di un un luogo nomade,
uno spazio darte e architettura dallindole vagabonda che ha solcato le acque delladriatico.

A sinistra: schema sinottico


dei 40 strati di maglia metallica
che sono stati saldati tra loro
ad una distanza di circa 15 cm,
calcolando anche lo spessore
della rete. In questo schema il
vuoto progettato rappresentato
con il colore bianco.
In alto: le sezioni longitudinali
sviluppate secondo lasse
centrale del padiglione

ARCHILINE 89

Foto Marko Dabrovic

CREDITI
Architetti Saa Begovic, Marko Dabrovic,
Igor Franic, Tanja Grozdanic, Petar
Mikovic, Silvije Novak, Veljko Oluic,
Helena Paver Njiric, Lea Pelivan, Toma
Plejic, Goran Rako, Saa Randic, Idis
Turato, Pero Vukovic, Tonci Zarnic
Capo gruppo Leo Modrcin
Sponsor Cantiere Kraljevica, Croazia
Costruzione Cantiere Rijeka
Costruzione chiatta Jadranski Pomorski
Luogo esposizione Biennale
Architettura Venezia 2010

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da vedere

Conoscere architettura e design

MEET DESIGN
Il gruppo RCS lancia MEET DESIGN, una innovativa piattaforma
multicanale che ha come obiettivo primario la divulgazione del
design italiano attraverso iniziative di ampio respiro rivolte al consumatore finale. Nasce cos un
contenitore di idee e di attivit in
grado di veicolare tutti i valori
concettuali, progettuali, creativi e
produttivi del settore per mostrare, ad un pubblico allargato, i
protagonisti della cultura italiana
dellabitare. MEET DESIGN si
propone quindi di dialogare con
le persone sul tema del design
attraverso molte attivit che riescano ad intercettarne linteresse avvalendosi di tutte le leve di
comunicazione del Gruppo.
Lobiettivo diventare un punto
di riferimento e di collegamento
tra aziende, creativi e consumatori, per promuovere e valorizzare la cultura delle idee, del progetto, della creativit e della contemporaneit. MEET DESIGN
organizzato in collaborazione
con gli Assessorati alle Politiche
Culturali del Comune di Roma
Capitale e della Citt di Torino, in
partnership con Franke e Mercedes-Benz. MEET DESIGN un
progetto che si articola in tre
aree: MEET SHOW, MEET TALENTS e MEET PEOPLE. MEET
SHOW una mostra itinerante
dal titolo Design, una storia italiana, curata da Marco Romanelli. Grandi maestri e giovani
designer, analisi critica e ricerca.
Una inedita selezione di pezzi

propone uno spaccato trasversale sulle tipologie del design dal


1948 ad oggi e racconta lo straordinario lavoro dei progettisti e
degli imprenditori italiani. Nellanno in cui il nostro paese festeggia i 150 anni di Unit dItalia, il
filo conduttore dellesposizione
sar proprio litalianit, di cui il
design rappresenta una case history di successo. Levento ha
cadenza annuale. Per la prima
edizione, RCS ha scelto Roma e
Torino, due citt di grande rilievo
nel panorama culturale italiano
nonch le due storiche capitali.
MEET DESIGN approder a Torino, nella splendida cornice di
Palazzo Bertalazone di San Fermo, a novembre. Nella citt piemontese levento promosso da
RCS inaugurer insieme ad Artissima, la grande manifestazione internazionale dedicata allarte contemporanea. Promossa
dalla Fondazione Torino Musei,
Artissima accoglie le pi importanti gallerie e gli artisti pi quotati della scena mondiale e rappresenta un punto di incontro
per collezionisti, artisti e gallerie
darte.

Torino, 5/11/2011 - 30/01/2012

RESTRUCTURA: LA FIERA DI
EDILIZIA E ARCHITETTURA
Tra novit e conferme, in via di
definizione la nuova edizione di
Restructura, in calendario al Lingotto Fiere di Torino a novembre.
In programma un convegno su
alcuni dei pi importanti progetti
architettonici che interesseranno
la citt di Torino nei prossimi
anni: ne parleranno, tra gli altri,
Benedetto Camerana e Mario
Cucinella. Tornano i RestrucTour,
che portano i visitatori sul luogo
di cantieri avanzati di particolare
rilievo in termini di sostenibilit.
Per il pubblico del Salone, gli
speed date con gli architetti: appuntamenti della durata di 30
minuti in cui vengono fornite le
prime indicazioni progettuali sugli

impianti, i materiali, le soluzioni


tecniche pi adatte alle esigenze
di chi, non essendo un operatore del settore, ha la necessit di
metter mano alla propria casa e
capire quali siano gli interventi
necessari. Ledizione 2010 ha richiamato oltre 28.000 visitatori e
sono state circa 500 le aziende
presenti provenienti da 16 regioni e 5 Paesi europei (Svizzera,
Germania, Francia, Inghilterra,
Slovenia).

Torino, 24 27 novembre 2011

LE FABBRICHE DEI SOGNI


In occasione del cinquantesimo
anniversario del Salone del Mobile, Triennale Design Museum dedica la sua quarta edizione agli
uomini, alle aziende e ai progetti
che hanno contribuito a creare il
sistema del design italiano dal
dopoguerra a oggi e a decretare
il successo del Salone del Mobile
nel mondo. Attraverso una carrellata di oggetti iconici, la mostra
Le fabbriche dei sogni. Uomini,
idee, imprese e paradossi delle

fabbriche del design italiano, sviluppa un racconto che vuole, da


una parte, illustrare la peculiare
attivit e la natura profonda di
quelle che Alberto Alessi definisce Fabbriche del Design Italiano, che si muovono lungo una linea che oscilla tra valore funzionale, valore segnico e valore poetico delle cose prodotte, dallaltra
raccontare la grande capacit e
abilit di questi laboratori di ricerca tali da attrarre anche i designer stranieri, che scelgono di
lavorare in Italia riconoscendone
leccellenza nella produzione. Il
percorso della mostra oscilla fra
due poli: da un lato un pensiero
teorico preciso e approfondito
che deriva dalle riflessioni portate
avanti dal curatore su questi temi
negli ultimi anni, dallaltro una
modalit di trattazione poetica,
artistica e favolistica che attinge
allimmaginario di Lewis Carroll e
Antoine de Saint-Exupry. Il progetto di allestimento di Mart Guix concepito come una delle
avventure di Alice nel Paese delle
Meraviglie: gli oggetti entrano in
dialogo con i progettisti e le storie
dei grandi uomini di impresa si intrecciano con le loro biografie
personali in unatmosfera giocosa e ricca di emozioni e suggestioni. Unoccasione straordinaria
per scoprire attraverso nuovi
punti di vista alcuni fra i pi celebri oggetti del design italiano.

Milano, fino al 26/02/2012

ARCHILINE 93

da vedere
LA BIENNALE DARTE CONTEMPORANEA DI FIRENZE
LVIII edizione della Biennale Internazionale dArte Contemporanea di Firenze, che si
terr alla Fortezza da Basso, vedr la presenza dellartista Jeff
Koons, al quale sar consegnato
l 8 dicembre il prestigioso riconoscimento della Biennale, il premio Lorenzo il Magnifico alla Carriera. Koons presenter nello
spazio teatro un excursus della

sua carriera artistica, dialogando


con il pubblico presente e con gli
oltre 600 artisti provenienti da 80
paesi del mondo che espongono
alla Biennale. Il 6 dicembre sar il
momento della famosa stilista e
designer Agatha Ruiz de la Prada, anche lei presente a Firenze
per ricevere lo stesso prestigioso
riconoscimento alla Carriera. La
stilista, che avr un suo spazio
allinterno della mostra, entrer in
contatto con il pubblico presente
e visiter la Biennale. Questa edizione di Florence Biennale si apre
alle sperimentazioni e alla rielaborazione di oggetti di design,
con progetti svolti sul territorio, in collaborazione con
Enti ed Istituzioni che
operano nel campo dellarte contemporanea.
Infatti la scelta di

celebrare unartista come Jeff


Koons, che durante la sua vita
artistica ha rinnovato leredit del
readymade di Duchamp e delle
appropriazioni della pop art trasformando oggetti comuni e icone della nostra societ in opere
darte contemporanea celebrate
nel mondo, va in questa direzione. In una citt come Firenze,
cuore artistico pulsante, larte
contemporanea invade e si confronta con la storia, ma vuole anche riscoprire il senso di fermarsi
ad osservare, pensare e creare.
Cos durante i giorni della mostra
prender pienamente vita il progetto SIT-IN Florence (www.sitinflorence.it), ideato in collaborazione con lAssessore alla moda
e al Turismo Elisabetta Cianfanelli, che prevede la rielaborazione
di 500 sedie, gentilmente donate
da IKEA, per la realizzazione di
altrettante opere di redesign contemporaneo realizzate dagli studenti della Facolt di Architettura
dellUniversit di Firenze, dei licei

artistici e delle Accademie dArte


di Firenze e Carrara. I 500 ragazzi partecipanti invaderanno gli
spazi urbani, coinvolgendo i cittadini con performance artistiche
per le vie della citt. Questo rientra nella volont della Biennale di
rendere Firenze centro culturale
contemporaneo di livello internazionale, promuovendo larte e la
cultura contemporanea e sviluppando sul territorio laboratori
permanenti di creativit. Queste
sono solo alcune delle iniziative e
degli eventi collaterali che animeranno Firenze e gli spazi espositivi nei giorni della Biennale.

Firenze, 3 11 dicembre 2011

ACQUEDOTTI ROMANI
Cinecittdue Arte Contemporanea presenta la mostra "Acquedotti romani" dedicata a questo
particolare manufatto architettonico che segna lorizzonte con il
suo inconfondibile profilo e costi-

tuisce una presenza che, pi di


ogni altro elemento urbano e architettonico, identifica non solo la
Campagna Romana, ma anche
gli insediamenti moderni e contemporanei della periferia a sud
est della Capitale, come Cinecitt
e il quartiere Tuscolano. Questi
spettacolari ruderi, che si perdono nella lontananza come
un'eco, alternando il pieno al
vuoto, costituiscono tracce territoriali continue che pervengono
alla scala geografica conferendo

ad essa una dimensione eroica.


"Pensare una mostra sugli acquedotti romani - scrive lideatore
e curatore della mostra Franco
Purini - significa leggere, attraverso la loro capacit di costruire il
paesaggio oltre la loro essenza
tettonica e architettonica, la citt
di oggi nelle sue contraddizioni,
nei suoi aspetti stabili e mutevoli,
nella sua singolarit. Assieme a
una pluralit di ambiti relativi alla
citt gli acquedotti romani suggeriscono una ulteriore sfera di

contenuti che comprende i temi


del frammento, della vastit, del
tempo, dellacqua, una risorsa
che sta divenendo sempre pi
rara e preziosa, oggetto in questi
ultimi anni di complesse strategie
globali". Le opere degli artisti
coinvolti dovrebbero consentire
di vedere nel passato, nel presente ma soprattutto nel futuro
di questi straordinari manufatti,
nelle diverse ottiche dellarchitettura, della pittura e della scultura,
della video arte, della musica,
della letteratura e della fotografia.
In mostra sar proiettato un video in cui i cinque poeti leggeranno i loro versi. La mostra allestita nello spazio espositivo Cinecittdue Arte Contemporanea
situato nellomonimo shopping
mall, unico centro commerciale
in Europa a contenere uno Spazio Espositivo permanente, e che
sorge vicino ad alcuni tra i pi
celebri acquedotti.

Roma, fino al 6/11/2011

LA VI EDIZIONE DEL FESTIVAL DELLARCHITETTURA


Il Festival dellArchitettura arriva
alla sua sesta edizione confermando una visibilit nazionale ed
internazionale che sancisce la
validit di una formula in grado di
promuovere contenuti divulgativi
riguardanti i temi dellarchitettura
e della citt attraverso lesperienza della rete universitaria e la
produzione di ricerca che vi si
svolge. Il titolo di questa edizione
Larchitettura della citt europea: progetto, struttura, immagine, un tema attraverso cui sviluppare ulteriormente le problematiche del rapporto tra architettura e citt, coinvolgente al tempo stesso aspetti di qualit delle
strutture spaziali, funzionali, paesaggistiche e ovviamente sociali
dei fenomeni insediativi. La questione che si vorrebbe porre allinterno di questo indirizzo tematico riguarda per anche il problema della caratterizzazione europea dellarchitettura e della cit-

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e costruire piscine sia prefabbricate che
in cemento armato, idromassaggi e impianti
di trattamento acqua, avvalendosi delle
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da vedere

t nella pi generale e per certi


aspetti assai dinamica scena internazionale. Linternazionalizzazione di strumenti e metodologie
del progetto architettonico comporta da una parte la circolazione
di modelli quale stimolo allevoluzione della qualit insediativa,
dallaltra il rischio di produrre
omologazione soprattutto l
dove non vi siano condizioni culturali in grado di elaborare uninterpretazione critica originale de-

gli stessi modelli circolanti. In


questo quadro di evidente complessit non difficile riscontrare
lemergere di certo provincialismo oppure di pratiche di straordinaria validit, derivate da una
capacit di rielaborazione consapevole da parte del progetto nel
coniugare identit, caratteri ed
esigenze contestuali in rapporto
ad altre esperienze da cui trarre
incentivo alinnovazione. Il Festival organizza quindi una settimana di presentazioni, conferenze,
seminari ed incontri rapportabili a
tre temi: il progetto di architettura
nelle scuole europee (Parma, Palazzo del Governatore, 19 ottobre); 7 citt europee per larchitettura (Reggio Emilia, Ex Sinagoga, 20 ottobre); progettare il
costruito: strategie architettoniche per la citt compatta (Modena, Teatro Fondazione San Carlo,
21 22 ottobre).

Parma, Modena, Reggio Emilia, 19 22 ottobre 2011

UNA MOSTRA DEDICATA A


JOSEF ALBERS
La retrospettiva dedicata a Josef
Albers (1888-1976), curata dal
Direttore della Galleria Civica di
Modena Marco Pierini si terr nei
due spazi espositivi della Galleria
Civica: Palazzo Santa Margherita
e Palazzina dei Giardini. La mostra, la pi ampia mai organizzata in Italia, intende ricostruire il
percorso dellartista in tutte le
sue fasi salienti, dagli anni del
Bauhaus di Weimar, di Dessau e
di Berlino a quelli del Black
Mountain College, della Yale University, a quelli, infine, nei quali
lasciato l'insegnamento si dedic esclusivamente alla pittura.
Del periodo del Bauhaus, la straordinaria scuola fondata da Walter Gropius di cui Albers stato
prima allievo e poi ininterrottamente docente fino alla chiusura, sono esposte 12 opere in vetro realizzate dal 1921 al 1932,
29 fotografie e photocollage,
una piccola selezione di xilogra-

fie e di gouache e alcuni mobili.


Se i vetri denunciano gi con
pienezza il rigore della composizione e lo straordinario sentimento del colore che caratterizza la successiva e pi celebrata
pittura a olio di Albers, le fotografie assai spesso assemblate dallartista in forma di photocollage rappresentano la testimonianza di un occhio attento e
appassionato, capace di sottrarre i volti degli amici e dei colleghi
(Klee, Kandinsky, Gropius) alla
dimensione quotidiana e allo
stesso tempo di rivelare straordinarie geometrie, forme e cadenze nascoste nella natura e nelle

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mobili disegnati in questo periodo, che uniscono una spiccata
funzionalit alla purezza di linee e
a una forte inclinazione per i diversi materiali e la loro combinazione (vetro, legni, stoffe).

Modena, dal 9 ottobre 2011


all8 gennaio 2012

BIENNALE INTERNAZIONALE
BARBARA CAPPOCHIN
Torna a Padova la Biennale internazionale di Architettura Barbara
Cappochin, giunta questanno
alla quinta edizione. Un appuntamento importante per richiamare
lattenzione sulla qualit dellarchitettura contemporanea, intesa
come fenomeno sociale e culturale che oggi pi che mai, per rispondere davvero alle esigenze
dei cittadini, deve saper coniugare la qualit estetica con la funzionalit tecnica e la sostenibilit,
in un rapporto rispettoso dellam-

biente e del territorio e attento


alla qualit della vita dei suoi abitanti. Promossa dalla Fondazione
Barbara Cappochin e dallOrdine degli Architetti, pianificatori,
paesaggisti e conservatori della
provincia di Padova insieme al
Comune di Padova, la Biennale
vede anche la collaborazione della Regione del Veneto, dellUnione internazionale degli Architetti e
del Consiglio Nazionale Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Cuore delliniziativa,
come sempre, il Premio internazionale Barbara Cappochin,
nato per valorizzare le opere di
architetti e costruttori che privilegiano la qualit nelle scelte progettuali e costruttive, e la tradizionale mostra a Palazzo della Ragione, che questanno sar incentrata sul tema della rigenerazione urbana sostenibile. Sar il
racconto delle esperienze pi innovative di riqualificazione e rinnovo urbano in chiave sostenibile
di diverse citt del mondo. Tre i

nodi tematici attorno ai quali si


svilupper la mostra, coerentemente con il documento del Comitato economico e sociale europeo (maggio 2010) Necessit di
applicare un approccio integrato
alla riabilitazione urbana: le sfide
della contemporaneit e dei nuovi stili dellabitare, del lavorare,
del vivere e della multietnicit; la
sostenibilit mediante luso di
tecnologie compatibili con lam-

biente; infine, lintegrazione e la


continuit con il tessuto urbano
esistente, la storia dei luoghi e
lidentit locale. Lesposizione
sar accompagnata da conferenze e tavole rotonde, che approfondiranno in unottica interdisciplinare i criteri di applicabilit di
un approccio integrato alla riabilitazione urbana.

Padova, 26/10/11 12/02/2012

FRATELLI VELLANI CONTROTELAI


La pubblicazione di questi schemi completa
le spiegazioni e i relativi disegni dei lavori
eseguiti dalla Ditta F.lli Vellani, gi apparsi
nei numeri precedenti di Archiline.

Muratura 1

Muratura 2

Muratura 3

Tra le diverse realizzazioni dellAzienda, il


miglior risultato stato ottenuto dalla
Muratura 3 (vedi figura), costruita con 2
muri divisi da un isolante termico ed acustico
e da un falsotelaio tutto in legno.
Muratura

Trasmittanza termica lineare


Controtelaio
LLSZ 70
W/(m k)

1. isolata con cappotto esterno


(spalla non isolata)
2. isolata con cappotto esterno
(spalla isolata)
3. isolata internamente
(superficie esterna intonacata)
4. isolata internamente
(superficie esterna a faccia a vista)
5. isolata con cappotto interno
Muratura 4

Muratura 5

Legenda

Controtelaio
LLCZ 120
W/(m k)

0,20

0,24

0,080

0,18

0,085

0,14

0,16

0,20

0,042

0,085

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molteplici esigenze dei clienti, che
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in legno di qualsiasi metratura,
finemente rifinite, coibentate
con materiali ecologici. La
qualit dei materiali utilizzati e
la lunga esperienza maturata
nel settore insieme a efficienza
e puntualit, garantiscono la
piena soddisfazione del cliente.
Lo staff di ERREMME arreda
qualsiasi tipologia di casa e/o
negozio, fornendo un servizio
di progettazione qualificato e
seguendo in prima persona
lo svolgimento dei lavori.

Azienda artigiana con officina


per lavorazione dellalluminio,
Anticorodal nata nel 1973 e
ha sempre investito sulla qualit
e nella professionalit del team
operativo. I prodotti Anticorodal
offrono una flessibilit di
soluzioni in perfetta sintonia con
le esigenze del mercato italiano,
legati ad un moderno concetto
di qualit dellabitare che vuole
la casa sicura, perfettamente
isolata, senza rumori e sprechi
di energia. Lazienda produce
in officina, su commissione,
finestre, porte, portoni, persiane,
scuroni, persiane blindate,
vetrate estensibili, vetrate
scorrevoli, vetrine. Inoltre
commercializza e posa manufatti
in legno e PVC, portoni blindati,
basculanti, sezionali, cancelletti
di sicurezza, sempre
privilegiando prodotti di qualit
e design, garantendo seriet e
professionalit: in grado di
soddisfare qualsiasi esigenza
legata alla vendita, installazione
e manutenzione, con una
copertura nel settore a 360.
Negli anni si guadagnata un
ruolo di primo piano nel settore
diventando un punto di
riferimento nel territorio.

professional service
Vetro

Pavimentazioni

Arredamento

Sicurezza

VETRERIA BONDI

ZAMBELLI S.r.l.

MID ARREDAMENTI S.r.l.

ANTINCENDIO MERCURY

Via Virgilio, 15
47122 Forl
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vetreria@vetreriabondi.it

Via A.Cimatti, 11 - 47010 Galeata (FC)


tel. 0543.981678 - fax 0543.981150
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staff@zambellionline.it
Sede di Cant (CO): Via Baracca, 45
tel. 340.8597047

Via Ettore Benini, 54


47121 Forl
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Fondata dai fratelli Bondi nel


1961, la Vetreria Bondi una
delle pi antiche vetrerie della
Romagna. Al servizio delle
aziende e del privato, la qualit
dei prodotti, lesperienza, la
seriet e la disponibilit verso il
cliente sono i suoi punti di forza.
Realizza porte scorrevoli e a
battente in vetro laminato,
anche con stampa digitale,
carta, stoffa, cercando di andare
incontro a qualsiasi richiesta ed
esigenza del cliente. Si occupa
anche di parapetti in vetro per
interni ed esterni, pareti divisorie
in vetro, integrate con porte a
battente o scorrevoli, blindati
calpestabili, scale e pavimenti,
box doccia in cristallo temperato
su misura. Produce, inoltre, vetri
per arredo: tavoli, tavolini,
librerie, mensole e specchi di
qualsiasi tipo, molati, decorati,
verniciati ed incisi. Foto in
basso: progetto dello Studio
Raoul Benghi; realizzazioni in
vetro: Vetreria Bondi - Forl;
realizzazioni in acciaio: A.Z.
Inox - Forl; Studio di
Architettura Raoul Benghi,
via Missirini, n.6, 47121 Forl.
(Progetto protetto ai sensi della
legge 22 aprile 1941 N 633).

100 ARCHILINE

Zambelli s.r.l. opera da oltre 40


anni nel settore della lavorazione
della pietra, realizzando opere di
recupero e restauro di strade,
piazze, mura e palazzi
medioevali nei centri storici delle
citt pi belle del nostro Paese:
Siena, Firenze, Pisa, Arezzo,
Assisi, Milano, Bologna, Padova,
Treviso, Alessandria, Genova,
Rimini e tantissime altre.
Lastricati, selciati, cubetti e
acciottolati sono lavorazioni
che realizziamo con le nostre
maestranze, con la
preoccupazione di recuperare
lo stile e la cura di un tempo,
i metodi e la tradizione di ieri
per un servizio alla citt di oggi.
Lazienda disponibile a
soddisfare qualsiasi esigenza
nel campo delle pavimentazioni
e dei restauri, dispone di
maestranze specializzate capaci
di far fronte ad ogni specifica
situazione, mettendo in opera
pietre, marmi, gneis, porfidi,
graniti, secondo i pi svariati
schemi compositivi ed
eseguendo tutte quelle rifiniture
artigianali che il lavoro richiede.
Lesperienza della Zambelli a
disposizione per la progettazione
e la realizzazione di case private.

Un progetto di arredo come un


bel vestito cucito su misura il cui
compito quello di esaltare le
forme, unire stile e design a
comfort e praticit, attrarre chi lo
osserva e riflettere l'animo di chi
lo abita. Con questo spirito
l'azienda Mid definisce gli spazi
di hotel, ristoranti, bar, showroom
e residenze private, offrendo
soluzioni innovative e uniche,
modellate per ciascun ambiente
grazie a una produzione che
mescola moderne tecniche
industriali con la flessibilit e
l'accuratezza di una lavorazione
artigianale totalmente made in
Italy. Le creazioni Mid sono di
alto valore estetico e funzionale,
ricercate nello stile e nella cura
dei particolari, con un occhio
attento ai costi e all'impiego di
materiali ecologici. L'azienda
opera in sinergia con architetti
e interior designer per i quali
segue la realizzazione dei
progetti in tutte le fasi di
produzione e allestimento ma
firma anche propri lay out, ideati
dal team di qualificati progettisti
del Centro Stile Mid e poi
accompagnati dal bozzetto
all'ambiente (ri)finito, pronto
per essere indossato.

Lazienda in grado di fornire ai


propri clienti un servizio integrato
di qualit in materia di
prevenzione antincendio e
sicurezza nei luoghi di lavoro.
La sicurezza un bene a cui
non si pu rinunciare e Mercury
una sintesi di esperienze
molteplici e consolidate
necessarie per rendere un
ambiente sicuro e garantire al
cliente un interlocutore unico.
Sono numerosi i dispositivi di
protezione che possono risultare
utili nello svolgimento dellattivit
lavorativa e Mercury dispone di
tutto il necessario. Oltre alla
consolidata attivit commerciale
e di manutenzione dei presidi
antincendio, dispositivi di
protezione individuale e
segnaletica, Mercury pu
affiancare le aziende anche
nella gestione della sicurezza
per lottenimento del Certificato
di Prevenzione Incendi (CPI),
la realizzazione delle necessarie
protezioni antincendio e la
gestione degli adempimenti sulla
sicurezza e l'igiene del lavoro.
Il qualificato personale tecnico
agisce con grande professionalit
rispettando tutti i parametri dettati
dalle normative vigenti.

products

PASTA SHOW
LA COTTURA
FA SPETTACOLO

In alto: esempio di un
modulo integrato in un
sistema di preparazione
e distribuzione
A destra: un dettaglio
del piano di cottura
Sotto: esempio di un
modulo attrezzato

EMMEPI SRL
Strada Gerbido 70, 29010
Gerbido di Mortizza (Piacenza)
Tel. 0523.575111 - Fax 0523.575196
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102 ARCHILINE

Sempre di pi, negli ultimi anni, si affermato linteresse per la cottura a vista. Il cliente, affascinato dal rituale della preparazione con la quale vengono elaborati e guarniti i piatti proposti, partecipa alla scelta degli ingredienti stessi, sino ad arrivare ad assaporarne
il gusto e a godere del risultato finale. La vista, ancora una volta, stimola la scelta, veicola la preferenza ed
anticipa il piacere. Del resto, come noto, anche locchio vuole la sua parte. Rinnovarsi culturalmente
senza rinunciare alla tradizione: il progetto Pasta
Show nasce con lobiettivo di esaltare la cultura della pasta, prodotto simbolo della dieta mediterranea, esibendone ogni fase di preparazione.
Non si tratta di una semplice apparecchiatura da nascondere in cucina, ma di un sistema comprensivo
di tutti gli elementi necessari alla conservazione (a temperatura positiva e negativa), preparazione, cottura sino
ad arrivare alla spettacolare spadellata finale dove vista, olfatto e udito preparano il cliente a gustare la ricetta prescelta. una linea di cucine progettata da Emmepi srl, che dal 1947 produce soluzioni a supporto
della moderna ristorazione e del vivere fuori casa.
Pasta Show una perfetta sintesi tecnologica definita Work Station, dove lo chef ha a disposizione tutto loccorrente per la preparazione di un ottimo piatto, rispettando tutte le fasi di lavoro, ma accelerandone
i tempi di realizzo: moduli di varie dimensioni per sod-

disfare i molti amanti della pasta arrivando a produrre dai 50 ai 200 piatti ogni ora. Ottenendo cos rapidit di servizio per cibi salubri, appetitosi, attraenti, dai
giusti valori nutrizionali, allaltezza delle aspettative.
Pasta Show dispone di zone di cottura che rispondono
completamente allesigenza di funzionalit, igiene, sicurezza, affidabilit. La gamma, rigorosamente in acciaio Inox AISI 304, prevede piastre a induzione o vetroceramica e vasche cuocipasta, queste ultime con
controllo automatico del livello dellacqua e sollevamento temporizzato dei cestelli, nonch soluzioni idonee al mantenimento dei condimenti in vaschette (a caldo o a freddo). La parte sottostante al piano di cottura
costituita da cassettoni refrigerati (positivi e/o negativi)
atti alla conservazione degli ingredienti base per la preparazione dei piatti. il sistema di cottura ideale alle
esigenze di un piacevole pasto in sale ristorante di alberghi, centri commerciali, fast food, supermercati,
mense e ovunque si voglia proporre una soluzione versatile per gustare un buon piatto di pasta, nel rispetto della tradizione italiana.

products

INNOVAZIONE
ARTISTICA
DEL CEMENTO
E RESINA
Dar vita alla propria casa una ricerca di
armonia, bellezza, innovazione ed equilibrio
delle parti. Oggi il mercato immobiliare caratterizzato in larga parte da una clientela
esigente e consapevole, che vuole unabitazione confortevole, personalizzata e senza dubbio i pavimenti e le pareti sono tra
gli elementi maggiormente caratterizzanti.
Lyons Technologies una societ dinamica
che opera nel settore edile con lavorazioni speciali. Si occupa della realizzazione di

104 ARCHILINE

pavimenti e rivestimenti in cemento e resina


con aspetto decorativo per interni e per
esterni. Lesperienza maturata, la capacit innovativa e lattenzione alle esigenze di
mercato consentono allazienda di fornire
realizzazioni con soluzioni e prodotti di alta
qualit e di soddisfare al meglio i desideri
della clientela. Ci occupiamo di tutto, affianchiamo il cliente passo dopo passo,
spiega Franco Marvelli, fondatore della Lyons Technologies. Dallassistenza nella

sta scelta del tipo di finitura e dei


colori, crea effetti cromatici che
riscontrano un ampio gradimento in ambientazioni particolari, anche con architetture a arredamenti
molto originali. Con lo stesso sistema
si realizzano rivestimenti spatolati di cementi decorativi di spessore variabile, applicati su qualunque tipo di supporto. Il prodotto di
Lyons Technologies maggiormente rivolto al settore
industriale il pavimento in resina, i cui requisiti fondamentali sono la robustezza e la facilit di pulizia. Il
scelta fino alla consegna del lavoro chiavi in mano.
Il prodotto offerto realizzato con materiali fabbricati
in regime di Qualit Totale ISO 9000, coperti da garanzia
del produttore rispondenti alle norme di sicurezza e ambiente vigenti. Ci vuol dire - continua Marvelli - che
non rilasciano nessun tipo di sostanza nociva o
meno, neppure in fase di applicazione. Anche se qualit e funzionalit restano caratteristiche primarie, lattenzione al lato estetico del lavoro non deve mai venire meno in un ambiente privato ma anche in un ambiente lavorativo come, per esempio, lufficio. Lo
conferma Marvelli: Architetti e designer sono oggi le
fonti principali di richieste fantasiose e originali che ci
stimolano a realizzare pavimenti e rivestimenti unici,
quasi artistici. Siamo in grado di realizzare qualunque
tipo di finitura e colore e le possibilit di esecuzione sono
molteplici. Sappiamo operare su qualunque tipo di supporto, nuovo o vecchio, con mattonelle preesistenti o
meno.
Una delle ultime tendenze del mercato sono le superfici
spatolate in cemento. Questo sistema richiede di lavorare con grande abilit e maestria il cemento che assume un aspetto estetico di straordinaria bellezza.
Prerogativa importante la praticit di mantenimento dovuta al tipo di finitura, che offre un effetto naturale e facilit di pulizia. Si presta alle abitazioni private come agli uffici o alle spa. Continua Franco Marvelli:
Lutilizzo di malte cementizie a spessore, con la giu-

Nelle foto: alcuni esempi


di realizzazione di pavimenti
e rivestimenti in cemento
e resina con aspetto decorativo.
I materiali utilizzati sono fabbricati
in regime di Qualit Totale ISO
9002, coperti da garanzia del
produttore rispondenti alle norme
di sicurezza e ambiente vigenti

materiale utilizzato, resine bicomponenti modificate,


danno la possibilit di ottenere finiture monocromatiche o difformi nel tono, con lavorazione effetto nuvolato o spatolato. La nostra attivit di pavimenti in resina - spiega Marvelli - rivolta principalmente al settore industriale con rivestimenti a basso o alto spessore, di altissima resistenza meccanica.
Lyons Technologies leader anche per i rivestimenti
da esterno, come dimostra il brevetto ottenuto per rivestimenti ad alto spessore utilizzati per finiture di piscine, bordi e vialetti. Linnovazione nella finitura delle piscine lutilizzo di materiali naturali. Usiamo sempre materiali a base cementizia - ci tiene a precisare
Franco Marvelli - utilizzando cementi modificati di altissima valenza estetica, garantendo nel contempo limpermeabilizzazione della piscina con la stessa malta,
eventualmente colorata. Molto interessante lutilizzo delle malte impermeabili per piscine, che possono
essere modificate con laggiunta di inerti naturali, ciottoli di fiume colorati o altri materiali per ottenere finiture
che maggiormente si integrano con lambiente circostante. La composizione di malte e graniglie naturali
o ciottoli di fiume nasce dallabbinamento di colori e
materiali diversi. Questo tipo di finitura che abbiamo
brevettato una variante estetica ai tradizionali rivestimenti interni e bordi piscine. Le pietre conferiscono
un aspetto naturale allambientazione armonizzandosi perfettamente con lambiente circostante.

LYONS TECHNOLOGIES Srl


via Achille Grandi, 10 - 44028
Poggio Renatico (FE) Tel. 0532.829117 - Fax 0532.824343
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www.lyonstechnologies.it
lyonstechnol@libero.it

ARCHILINE 105

mutazioni

PRENDERE LA DOMOTICA
DAL VERSO GIUSTO: IL CONCEPT
LA DOMOTICA, INTESA COME LINSIEME DI TECNOLOGIE AVANZATE
PER CASE ED EDIFICI, UN MONDO ANCORA PIUTTOSTO SCONOSCIUTO.
DIFFICILE ORIENTARSI. SCOPRIAMO COME ESSA PRIMA DI TUTTO
UN CONCETTO, UN METODO. E POI FORSE ANCHE UN PRODOTTO
mi alzo per chiudere il cancello o regolare il termostato,
perch dovrei desiderare di poterlo fare dal cellulare
o dal televisore? Per lo stesso motivo per cui se da
bambini era normale pensare di alzarsi dalla sedia per
passare dal primo al secondo canale della RAI, oggi
non lo accetteremmo mai, anche perch di canali ne
abbiamo migliaia fra cui scegliere

Tecnologia ubiqua
Al di fuori del mondo delledilizia cosa successo con
la tecnologia? Di tutto e di pi. Oggi molti di noi leggono riviste e notizie sul tablet o smart phone in tempo reale, guidano assistiti da software di navigazione
avanzatissimi e affidabilissimi, utilizzano auto con climatizzazione automatica. Quando acquistiamo un cellulare o unauto dedichiamo molta attenzione alle dotazioni pi o meno opzionali che la tecnologia ci offre. Se riservassimo alle dotazioni tecnologiche delle
nostre case e uffici la stessa attenzione, allora avremmo capito immediatamente cos la domotica.
Trovare un ristorante, le migliori offerte su un prodotto, o il film da vedere in compagnia di amici, sono cose
che si facevano anche quando le case avevano solo
una presa del telefono allingresso di casa. Oggi per
apprezziamo la flessibilit, rapidit, ampiezza di scelta che la tecnologia ci offre, non ne faremmo a meno.
E naturalmente vogliamo che la nostra prossima casa
ci fornisca questi comfort nel modo pi pratico, perch sempre pi la casa il luogo in cui si svolgono le
nostre attivit, ludiche e non solo. E poi, se posso prenotare la vacanza dal mio Smart Phone comodamente
seduto sul divano, o vedere le foto digitali sul TV in
compagnia di amici al ritorno, perch non posso con
lo stesso sistema regolare le luci in giardino, alzare la
temperatura in casa, chiudere il cancello o vedere le
telecamere esterne? Eccoci qua, arrivata la domotica, che fa in modo che la casa, o lufficio, siano pensati per darci questi servizi.
Qualcuno potrebbe obiettare: ma dai, sono anni che

Progettare prima di comprare


La cosa a questo punto cambia di importanza, soprattutto per chi si occupa di progettazione. Non credo si possa essere soddisfatti di una casa con un design curato, ma che fornisce funzionalit pari a quelle della casa del nonno. Ma neppure di una casa dove
il nonno non in grado di accendere la luce. Non mi
basta pi chiedere al mio bravo installatore di realizzare un impianto di antenna o un sistema di riscaldamento, devo innanzitutto sapere cosa chiedere. La
soluzione non pu stare semplicemente nellutilizzare i prodotti pi tecnologici che il mercato offre, perch il televisore piatto che mi fa vedere le foto in compagnia, potrebbe non essere compatibile con la visione
delle telecamere intorno a casa. La caldaia che si comanda col cellulare potrebbe non essere ideale dal
punto di vista energetico. Ossia occorre individuare le
esigenze, metterle daccordo integrandole tra loro
e individuare una soluzione giusta per il caso specifico. Insomma materia da progettista, non da fornitore o da installatore. Non c tecnologia avanzata che
possa da sola, con una logica consumer, ossia riprodotta meccanicamente sempre uguale, rispondere
a queste esigenze. Daltro canto davvero raro che
un progettista di impianti elettrici e/o termici possa essere anche esperto di sicurezza, intrattenimento, telecomunicazioni e non ultima, dell usabilit di tutto
questo. E non si pu neppure pensare di progettare
queste funzioni avanzate in maniera sconnessa dalla fornitura e dalla garanzia del risultato, come si fa
spesso sugli impianti di base.

Lingegnere Massimo Labbrozzi Amministratore Delegato di Innovatech, Gruppo Riello Elettronica, si occupa da oltre 20 anni di
domotica e di building automation a livello professionale. un formatore nellambito domotico, ha insegnato a livello universitario
e ha curato un master sulla domotica. un progettista di impianti tecnologici. contattabile su: m.labbrozzi@innovatec.it

Con queste righe vorrei darvi una chiave di lettura della domotica, un po pragmatica e derivata dalla quotidiana esperienza di Innovatech maturata negli anni
(www. innovatec.it). Vorrei supportare progettisti, designer dinterni, e perch no, utilizzatori finali che debbano approcciare il mondo degli impianti digitali. Ma
vediamo innanzitutto perch dobbiamo occuparcene.

ARCHILINE 107

mutazioni
1. Tastiera Aurus Touch in vetro,
gestione integrata di 32
comandi, temperatura, allarmi
(www.innovatec.it)
2. Appartamento con
progettazione integrata
arredi e tecnologia

108 ARCHILINE

La soluzione comune, che non risolve


Ma allora siamo davvero convinti che il problema cos
complesso da risolvere che meglio non affrontarlo?
Gi perch questo ci che sta avvenendo. Nella migliore delle ipotesi il progettista, il costruttore, e perfino alcuni utenti finali, pensano di affrontare la questione
chiedendo la soluzione al proprio installatore, che certamente far limpossibile per fornirla, ma finir con ogni
probabilit per fornire una soluzione parziale e ben lontana dalle reali esigenze dellutente. In realt si sposta
il problema sullinstallatore, a cui viene chiesto limpossibile, e di fatto lutente alla fine non riuscir ad ottenere quanto pensava, e si convincer che non si poteva fare meglio. Inconsciamente si sentir tradito e incapace, per aver speso molto ed aver ottenuto poco.
Che ci crediate o no, nella nostra esperienza di tutti i
giorni, questo quello che succede.
Vediamo un esempio reale, senza riferimenti: sono un
utente finale, ho 45 anni e sto realizzando la seconda
casa della mia vita, quella vera, bella, che lascer ai miei
figli e in cui voglio vivere per molti anni. Incarico un bravo architetto di fare delle proposte, e gli do qualche specifica. Ad esempio mi aspetto che la luce sia ben curata sia dentro che fuori, perch penso di ricevere spesso amici e parenti a cena; voglio che le aperture e chiusure degli infissi siano il pi possibile automatizzate, la
casa grande; voglio una casa sicura, perch temo
per la serenit della mia famiglia; voglio risparmiare energia pi possibile, perch prevedo un forte rialzo del costo energetico mondiale.
Spesso con una corretta analisi e con le domande giuste (che pochi fanno) di specifiche di questo tipo ne
vengono fuori alcune decine. Ma questa solo una
semplificazione. Il nostro architetto si trova di fronte ad
una serie di problemi mai affrontati prima, e lui non
un tuttologo, ma certamente il suo collaudato team di
lavoro, progettisti di impianti e installatori, sapranno fornire una soluzione. La cosa viene sottoposta al progettista degli impianti elettrici, che pensa subito ad una

soluzione perfetta: inserire nel proprio progetto dellimpianto elettrico i punti di comando e i punti di alimentazione aggiuntivi per i motori, cos che questi finiscano nel preventivo dellelettricista, e proporr lui
stesso al cliente di chiamare un professionista della sicurezza che provveda a chiarirsi in cantiere con lelettricista sulle predisposizioni impiantistiche necessarie.
In quanto al risparmio energetico, la cosa riguarda senzaltro molto pi il progettista degli impianti termici.
Questultimo, stimolato sul problema, propone un avanzatissimo sistema di riscaldamento e condizionamento, con pompa di calore geotermica, che ha il massimo dellefficienza. Inserisce un sistema di pannelli solari per lacqua sanitaria, e un bel cronotermostato in
sala; ci penser lidraulico a tarare e far funzionare tutte le stanze allo stesso modo. Poi si preoccupa di solleticare larchitetto sul grado di isolamento della struttura, che dovr essere almeno in Classe B, cos da ottimizzare luso della pompa di calore.
Tutto questo avviene praticamente senza consultare
me utente, prendendo come indiscutibili le mie specifiche, e proponendo di realizzare il tutto come da progetto. Larchitetto piuttosto bravo a giustificare le scelte e i costi, un po salati, ma che discendono direttamente dalle mie specifiche iniziali, che nessuno pensa di discutere.
Iniziano i lavori, arrivo in cantiere e noto che mancano dei punti di comando, ad esempio le luci esterne
si accendono solo da due punti, ne vorrei di pi. Per
vedo che larchitetto ha coinvolto, a progetto elettrico finito, un progettista della luce, e che il numero di
pulsanti in molte pareti della zona giorno si sono magicamente moltiplicati, cos come i punti luce e i costi. Mi astengo dal proporre qualche pulsante in pi per
lesterno, temo di complicare ancora le cose. Faccio
presente la cosa allarchitetto, ne segue una riunione
in cui non vengo coinvolto, e la risposta che ne esce
: per fare un buon lavoro qui serve la domotica ed
una cosa che linstallatore elettrico ha gi fatto altrove, siamo a posto. Lelettricista fa la sua proposta e il
budget raddoppia, ma mi assicurano che questa lunica soluzione. Della sicurezza nessuno ne parla, lo faccio presente io e dopo qualche settimana, ad intonaci quasi completati, mi viene presentato lesperto della sicurezza. Due chiacchiere, preventivo (salato) dellesperto, vengo lasciato solo a decidere, daltronde
non si tratta n di impianto elettrico, n termico, n di
strutture Per mi viene un dubbio: per me la sicurezza riguarda le persone che sono in casa, mi aspetterei di essere avvisato prima che qualcuno entri. A che
servono i sensori che scattano quando qualcuno gi
in casa? Insomma non capisco un granch, ma i lavori devono proseguire e siamo in ritardo, perdere tempo a consultare qualcun altro significherebbe essere
responsabile dei ritardi del cantiere. Decido di sbloc-

REALIZZIAMO L AVORAZIONI
SPESSORE DI CEMENTI MODIFICATI

con la genialit e la manualit delluomo


che si ottengono finiture di altissimo
contenuto estetico, in un contesto naturale
e con ambientazioni personalizzate.
Lavorazioni che, per la loro specificit, rendono
la piscina, i pavimenti e i rivestimenti, opere uniche.

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mutazioni
3

3. QTouch: Touch screen


per la gestione modulare
locale e remota completa
di tutte le funzioni
(www.innovatec.it)

care la cosa e firmo. Il lavoro finito, entro in casa con


mia moglie, che non essendo stata consultata adeguatamente, sposta mobili ed arredi e quindi tutta la
nutrita e un po ansiogena schiera di pulsanti domotici finisce nel posto sbagliato. Che si fa? Nulla. Non
possiamo mica rompere tutto. Per c la domotica,
sicuramente c una soluzione. Beh s, possiamo spostare qualche accensione delle luci e delle tapparelle, basta riconfigurare i pulsanti, ma il citofono, lantifurto e i comandi delle tende rimarranno dove sono,
nel posto sbagliato. Il cantiere finito, a trasloco avvenuto cerco di capire come si accendono le luci, come
si risponde al citofono, come si attiva lantifurto, come
comando le tende esterne, come gestisco la temperatura e alla fine mi consegnano uno scatolone pieno di manuali, raccolti con una certa diligenza, e mi
dicono che li c tutto, basta leggere! Mi siedo, stanco, con il conto in banca molto sottile, con una casa
che, pur avendo cercato di fare le cose bene, assomiglia ad uno shuttle e mi fa sentire inadeguato ogni
volta che provo a fare qualcosa, senza riuscirci.
Suona familiare? O almeno plausibile ?
Cosa c che non va ?
Il primo problema la mancanza di integrazione. Ognuno pensa al suo ambito, ma manca una figura tecnica di coordinamento. Manca la progettazione e consulenza delle funzioni della casa nel suo complesso.
La domotica proposta dallelettricista affronta limpianto
elettrico, ma la sicurezza, la termoregolazione e tutto il resto qui non considerato per brevit, restano non
gestiti, o gestiti da chi si occupa normalmente daltro
e che non riesce ad essere efficace nello specifico.
Ad esempio il risparmio energetico certamente deve

110 ARCHILINE

prevedere un grado di isolamento termico adeguato,


ma ci sono innumerevoli funzioni che limpiantistica pu
e deve fare per ridurre gli sprechi. Il progettista della
luce, per esempio, ha pensato ad usare lampade a Led
ovunque possibile? Il progettista elettrico ha inserito
un piccolo impianto fotovoltaico per alimentare la pompa di calore? Lenergia viene contabilizzata per garantire
il controllo dei consumi nel tempo? Infine il cliente non
viene assolutamente coinvolto nel processo decisionale, non gli vengono prospettate soluzioni diverse per
funzionalit e costo, non viene consigliato, non gli viene detto come si user la casa nel suo insieme una
volta finita, che sar complicata ma molto funzionale, o semplice ma con funzioni essenziali. Insomma,
se fosse unautomobile, come se ci dicessero: la
sua auto potrebbe essere di tanti colori, purch sia
nera!. Se larchitetto, nella fase preliminare del progetto, si fosse fatto affiancare da un progettista domotico in grado di consigliare lutente, di proporre funzionalit e costi budgettari, di discutere con lui le specifiche portandolo ad allocare le risorse sulle cose importanti, di coordinare limpianto elettrico con gli altri
impianti ed il resto della tecnologia alla fine lutente si sarebbe trovato meno pulsanti, qualche display
in pi in grado di reagire meglio alle modifiche dellarredo, qualche scenario software per semplificare
luso nelle varie situazioni tipo, la sicurezza sarebbe stata integrata con telecamere, citofonia, termostati, in
un tuttuno semplice da usare ma totalmente funzionale rispetto alle reali esigenze della famiglia. E probabilmente il costo sarebbe stato il medesimo.
Affrontare il problema dal verso giusto
La domotica, alla fine, non un prodotto o un insieme di prodotti. un altro modo di pensare che non
compatibile con loperosit di un installatore o con la
profondit di conoscenze normative e tecniche di un
progettista di impianti, per quanto bravo. Serve una visione, come serve allarchitetto, ma indispensabile
una preparazione allargata alle caratteristiche fondamentali dei vari impianti, con una conoscenza profonda
delle possibilit offerte dai sistemi digitali e dal software.
Trovare la persona giusta fondamentale e purtroppo non unimpresa facile. Non pu essere un singolo
professionista, perch deve fornire e garantire una soluzione. Serve continuit nel tempo, quindi servono
aziende con una storia, una dimensione e una struttura ben radicate; serve aver fatto realmente impianti
che integrano tecnologie avanzate nei settori pi diversi,
dalla climatizzazione allenergia, dalla sicurezza allintrattenimento audio/video, al software, possibilmente
senza essere particolarmente desiderosi di fornire uno
particolare di questi ambiti se non quello di controllo
generale. E poi referenze, referenze, referenze. La prossima volta, prima di iniziare lavventura, affidatevi ad un
vero esperto di integrazione domotica.

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