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Relazione conclusiva di
Tutor
Angela Guglielmetti
Francesca Righi
Matricola: 19862A11
Sommario
1. Introduzione ................................................................................................................................... 4
2. La comunicazione ......................................................................................................................... 6
2.1 Comunicazione e interazione ............................................................................................. 6
2.2 I modelli comunicativi ....................................................................................................... 8
2.2.1 I modelli tecnici ................................................................................................... 8
2.2.2 I modelli linguistici ........................................................................................... 10
2.2.3 I modelli psicologici .......................................................................................... 13
2.2.4 I modelli interlocutori ........................................................................................ 17
2.3 La comunicazione mediata dal computer ......................................................................... 22
2.4 La comunicazione in classe: didattica e tecnologia ......................................................... 24
3. La multimedialit ......................................................................................................................... 30
3.1 Gli ipertesti ....................................................................................................................... 30
3.2 Multimedialit e ipermedia .............................................................................................. 33
3.3 Tipologie di prodotti ipermediali ..................................................................................... 33
4 La multimedialit nella didattica ................................................................................................. 35
4.1 Vantaggi e rischi delluso delle NT nella didattica .......................................................... 35
4.2 Come valutare ipermedia didattici?.................................................................................. 37
4.2.1 Criteri di qualit metodologici .......................................................................... 38
4.2.2 Criteri relativi allarea contenutistica ................................................................ 38
4.2.3 Criteri relativi allarea tecnologia ...................................................................... 39
5 Esempi di inserimento delle NT nella didattica delle LS ........................................................ 40
5.1 Alcune attivit possibili.................................................................................................... 40
5.2 Le NT e la comunicazione in lingua straniera.................................................................. 42
6. Proposta operativa: costruzione di un ipertesto ..................................................................... 43
6.1 La metodologia CLIL ....................................................................................................... 43
6.2 Lipotesi di lavoro ............................................................................................................ 44
6.3 Teaching Unit ................................................................................................................... 46
2
INTRODUCTION .................................................................................................................. 46
TITLE: The Industrial Revolution ......................................................................................... 46
Preliminary information ............................................................................................. 46
Procedure, activities and class management: ............................................................ 47
EVALUATION CRITERIA: ..................................................................................... 56
7. Riepilogo....................................................................................................................................... 57
Bibliografia ........................................................................................................................................ 59
Sitografia ........................................................................................................................................... 60
1. Introduzione
Lapprendimento di una lingua straniera si ultimamente sempre pi staccato da
prospettive strutturaliste concentrate sul sistema linguistico in s per collocarsi
prevalentemente in una prospettiva comunicativa.
doverosa a questo punto una riflessione sul concetto di comunicazione che mette in
gioco vari elementi: gli attori, la scena, gli strumenti del comunicare. Ho appunto usato
il plurale in quanto anche linsegnamento di una lingua straniera deve considerare il fatto
che la lingua insegnata uno strumento di comunicazione, ma non lunico, inoltre non pi
concepito solo come linguaggio verbale.
Se lobiettivo dellinsegnante di lingue straniere oggi innanzitutto mettere in grado gli
studenti di comunicare in contesti di uso concreto utilizzando una lingua diversa dalla loro
lingua madre, il processo di insegnamento dovr abituare i discenti alla gestione dei vari
stimoli provenienti dallesterno nella quotidianit e dei mezzi di comunicazione disponibili.
Questo significa sfruttare nella didattica stimoli uditivi, visivi e sensoriali in genere, cos
come integrare i vari linguaggi e i canali comunicativi per rispecchiare quello che il
processo di apprendimento reale e la quotidiana interazione del singolo con lambiente
che lo circonda.
Peculiarit della comunicazione la multimedialit che deve essere integrata nel processo
di insegnamento, cosa che oggi agevolata dalla diffusione delle nuove tecnologie.
Il presente elaborato si propone di presentare le principali tecniche e modalit della
comunicazione nella sua evoluzione dalla tradizionale comunicazione faccia a faccia (F2F)
alla comunicazione mediata dal computer (CMC), analizzando successivamente nel
dettaglio latto comunicativo tra docente e studenti. Questa riflessione arriver
inevitabilmente a considerare la dimensione sempre pi tecnologica della comunicazione
prendendo in esame i concetti di ipertesto, multimedia e ipermedia. Verr quindi
approfondito il rapporto tra didattica e multimedialit tramite esempi di uso degli strumenti
del comunicare che supportano linsegnamento e lapprendimento in prospettiva
comunicativa. Lelaborato esaminer anche levoluzione del ruolo del docente e tenter un
approccio critico alluso delle nuove tecnologie mettendone in evidenza vantaggi e rischi
per la didattica. Infine verranno suggeriti dei criteri di valutazione di un ipermedia didattico
e verranno presentati alcuni progetti realizzati dalla scrivente nella concreta esperienza
didattica, con lo scopo di introdurre gradualmente le tecnologie nella didattica senza
stravolgere completamente il lavoro del docente. La sperimentazione delle proposte
4
2. La comunicazione
Trattando di didattica ed educazione in rapporto allinsegnamento delle lingue straniere,
pensando comunque anche allattivit dei docenti in genere, inevitabile considerare latto
insegnativo come creazione di un dialogo educativo tra insegnante e alunni, e quindi atto
essenzialmente comunicativo. Lapproccio comunicativo inoltre alla base del metodo di
insegnamento delle lingue straniere, dove le tecniche di comunicazione giocano un doppio
ruolo: sono da un lato parte essenziale del percorso di insegnamento-apprendimento nel
rapporto docente-studenti e dallaltro sono oggetto di studio, seppur spesso implicito, in
quanto labilit comunicativa lobiettivo principe del docente di lingua straniera.
Per poter gestire la comunicazione in classe e poterla trasmettere innanzitutto
necessario fare alcune riflessioni sulla comunicazione in generale e come essa stia
evolvendo negli ultimi anni grazie allapporto delle tecnologie. Ecco quindi che il presente
capitolo si propone di riassumere gli aspetti essenziali dei principali modelli che sono stati
elaborati per analizzare il fenomeno della comunicazione. Tali modelli prendevano in
esame le forme tradizionali di comunicazione, definita dagli specialisti F2F (face to face),
che si svolge in sintopia (i soggetti coinvolti si trovano nello stesso luogo) e sincronia (i
soggetti coinvolti sono presenti nello stesso momento). Le ICT (Information and
Communication
Technologies)
hanno
rivoluzionato
gli
schemi
tradizionali
della
Come noto, non c univocit nel rispondere a tale quesito. Per alcuni si tratta
essenzialmente di un trasferimento di informazioni o dellassunzione da parte di un
soggetto delle credenze del proprio interlocutore; per altri il linguaggio verbale non solo
trasmissione di informazioni, ma soprattutto elaborazione e condivisione di significati
allinterno di un contesto dotato di senso. Altri ancora sottolineano la natura psicologica del
processo comunicativo: la ricezione di un messaggio non coincide certo con la sua
registrazione passiva; al contrario essa resa possibile dalladozione di un atteggiamento
attivo di ascolto in cui intervengono molteplici fattori - di ordine neuropsicologico, sociale,
ecc. - che ne determinano linterpretazione finale.
Attualmente si tende a considerare la comunicazione sempre meno come un processo
lineare fondato sullalternanza delle attivit di unentit emittente e di unentit ricevente,
rappresentandola invece come un evento interattivo in cui gli interlocutori occupano
prevalentemente ora luna, ora laltra posizione, collaborando alla produzione dei significati
nel rispetto di norme e regole sia di natura generale, sia di carattere situazionale. Dalla
comunicazione come trasferimento di informazioni da una mente allaltra in conseguenza
di un processo di codifica e decodifica realizzato attraverso lalternanza di due o pi
soggetti ora attivi, ora passivi si giunti quindi alla comunicazione come relazione sociale,
risultato di unattivit congiunta di produzione di significati condotta dagli interlocutori in
una prospettiva dialogico-conversazionale.
Questa considerazione ci pare particolarmente rivoluzionaria se applicata allambito
scolastico: aderire a questa prospettiva, infatti, comporta un ribaltamento del modo di
pensare e comportarsi in classe. Lapprendimento non allora acquisizione di informazioni
trasmesse dallinsegnante allalunno, si configura piuttosto come unattivit congiunta di
negoziazione di significati allinterno di una relazione che diventa essa stessa parte
integrante del processo di co-costruzione delle conoscenze.
Queste sono le ragioni di fondo per cui attualmente si pensa alla conversazione come
forma paradigmatica, prototipica1 di uso della lingua in funzione comunicativa. Basata sul
linguaggio verbale orale e su numerosi espedienti extralinguistici e non-verbali, la
conversazione si configura infatti come il risultato di un complesso intreccio di attivit
svolte da due o pi soggetti che, interagendo, costruiscono congiuntamente il senso delle
proprie azioni, sulla base di una disponibilit alla comunicazione e di un bagaglio di
conoscenze comuni o comunque oggetto di negoziazione.
1
Levinson, S., Pragmatics, Cambridge: Cambridge University Press. 1983. (Trad. italiana: Pragmatica.
Bologna: Il Mulino. 1985)
- sempre pi
La sintesi dei principali modelli comunicativi liberamente tratta da: Marc, E., Picard, D. L'interaction
sociale. Parigi: PUF, 1989.
3 Shannon, C., Weaver, W. La teoria matematica delle comunicazioni. Milano: Etas Libri, 1983.
Due i punti di interesse di questo modello: Shannon e Weaver hanno ritenuto possibile
trasporlo alla comunicazione umana nella misura in cui essa interessata da fenomeni di
disturbo della trasmissione di informazione. Ulteriore motivo di interesse di questo
modello costituito dalla sottolineatura dei processi di codifica e decodifica e dei problemi
ad essi connessi. Anche nel caso della comunicazione umana, infatti, un segnale
raramente arriva alla ricezione totalmente identico a come stato emesso dalla fonte.
Strettamente connessi ai pregi sono i due limiti che lanalogia su cui si fonda il modello di
Shannon e Weaver porta con s: la duplice riduzione della lingua a codice e delle
distorsioni a disturbi e difetti dei media attraverso cui si comunica.
Come stato ampiamente chiarito dalle ricerche successive, le analogie tra un codice
formale ed il cosiddetto codice linguistico sono assai limitate. Se il primo si regge sulla
corrispondenza biunivoca tra significato e significante, il linguaggio verbale appare invece
profondamente segnato da fenomeni quali la polisemia e lambiguit, fenomeni che ne
fanno un codice assai poco affidabile. Lambiguit, in particolare, non una caratteristica
accidentale, bens una propriet costitutiva delle lingue naturali, probabilmente il criterio
fondamentale per distinguerle dai linguaggi artificiali. La lingua, quindi, per sua stessa
natura non un codice, anche se presenta delle caratteristiche che possono indurci ad
assimilarla a un codice.
Per quanto riguarda le distorsioni che occorrono nel corso dei processi comunicativi, va
osservato che esse non sono solo di natura fisica, n unicamente connesse alle
caratteristiche dei media utilizzati. Tutto ci certamente vero ed ha una sua innegabile
importanza. Ma quale deve essere allora limportanza delle distorsioni di ordine cognitivo,
linguistico e psicosociale - per limitarci alle principali - ben pi pertinenti rispetto alla
comprensione della dimensione pragmatica della comunicazione? Probabilmente il
contributo di Shannon e Weaver deve essere relativizzato, riconoscendone il ruolo di
stimolo esercitato rispetto alla ricerca, ma anche lapprossimazione e la parzialit che
spesso caratterizza lopera dei pionieri.
9
Nello stesso periodo Norbert Wiener4 conia il termine cibernetica per indicare un settore
di ricerca in via di sviluppo dedicato allo studio dei messaggi di comando dati alle
macchine. Il concetto di feedback costituisce probabilmente il contributo pi originale di
questa area di ricerca allo studio della comunicazione. Introducendo lidea di retroazione intesa come reazione del destinatario al messaggio inviatogli - si apre infatti la possibilit
di pensare alla comunicazione come processo interattivo: fonte e destinatario vengono di
fatto ad essere considerate come emittenti-riceventi che esercitano funzioni diverse in un
processo circolare e non lineare come sostenuto da Shannon e Weaver.
Wiener, Norbert, Cybernetics, or control and communication in the animal and the machine. Cambridge,
Massachusetts: The Technology Press; New York: John Wiley & Sons, Inc., 1948.
5 Jakobson, R., Saggi di linguistica generale. Milano: Feltrinelli, 1994.
10
Gumperz, J.J., Hymes, D. (ed.) Directions in Sociolinguistics, New York: Holt Rinehart & Wiston, 1972.
11
12
che vedere con ragioni di tipo tecnico o linguistico, essendo dovuti nella gran parte dei
casi a fenomeni dordine interattivo.
Luft. J., Introduzione alla dinamica di gruppo. Firenze: La Nuova Italia, 1984.
13
Ognuno dei quattro quadranti che costituiscono questa finestra rappresenta una diversa
area
della
personalit
che
in
qualche
modo
influisce
sullintenzionalit
della
comunicazione.
Il quadrante I quella zona della personalit di un individuo nota a se stesso e agli altri: la
comunicazione stimolata da questarea generalmente del tutto intenzionale.
Il quadrante II, anche detto dellarea cieca, quella zona della personalit di un individuo
nota agli altri ma non a se stesso; si tratta di quei sentimenti, motivazioni, atteggiamenti
che appaiono pi facilmente chiari agli altri che non a se stessi e che rendono lindividuo
vulnerabile e indifeso se spinto a rivelazioni involontarie. evidente che la comunicazione
stimolata da questa area generalmente del tutto non intenzionale.
Il quadrante III, detto anche dellarea nascosta, quella zona della personalit di un
individuo nota a s ma non agli altri. larea del privato, di ci che lindividuo sa bene di
se stesso ma che nasconde agli altri, larea dei segreti che se si decide di comunicare lo
si fa per atto di volont. Ovviamente qualsiasi comunicazione inerente a questarea
assolutamente intenzionale.
Il quadrante IV, ovvero larea ignota, quellare delle personalit di un individuo nascosta
a se stesso e agli altri. una zona sommersa che pu rivelare la propria esistenza in
modo del tutto involontario come per esempio attraverso i sogni o le alterazioni della
psiche (alcool, droghe) o in modo del tutto intenzionale come per esempio tramite lipnosi
(sempre che ci si sottoponga ad ipnosi volontariamente).
14
Lo schema di Luft e Ingham con le sue quattro aree aiuta molto a chiarire il concetto di
intenzionalit della comunicazione sebbene vadano fatte alcune considerazioni:
Il confine tra le quattro aree non di fatto cos netto come appare nella finestra di
Johari e di conseguenza anche lintenzionalit dellatto comunicativo non deve
necessariamente essere presente o assente ma pu esistere a vari livelli;
La comunicazione non investe unarea alla volta ma generalmente trasversale, il
che implica che anche lintenzionalit compare e scompare, aumenta e diminuisce
in un continuum comunicativo che investe i parlanti in tutti gli aspetti della loro
personalit.
Si pu quindi ricavare dalla riflessione psicologica proposta che la comunicazione pu
manifestarsi a diversi gradi di intenzionalit in base alla tipologia di motivazioni ed
atteggiamenti sui quali si fondano.
I modelli psicologico-sociali, senza qui entrare nei dettagli tecnici dei singoli studiosi,
offrono una chiave di lettura affascinante dellatto comunicativo e costituiscono un ulteriore
tassello nella costruzione di quel mosaico vario e complesso che la rappresentazione del
fenomeno comunicativo.
Uno dei modelli pi interessanti di questarea quello di Anzieu e Martin9, nel quale il
processo comunicativo viene ad essere concepito essenzialmente come lincontro di due o
pi campi di coscienza che appartengono a soggetti caratterizzati da una precisa identit
psicosociale. Ci che interessa ad Anzieu e Martin la descrizione della successione di
filtri che si frappongono tra lintenzione del locutore e la ricezione dellallocutario. Questa
schematizzazione del processo di comunicazione ruota attorno a tre fattori che, pur non
comparendo nella rappresentazione grafica, ne costituiscono la struttura: personalit dei
partecipanti, situazione comune e significati. Che i partecipanti possiedano una storia
personale, motivazioni, rappresentazioni, una cultura e capacit cognitive specifiche, che
siano orientati allazione da quadri di riferimento particolari, che abbiano uno status e ruoli
psicosociali propri, tutto ci non era contemplato nei modelli tecnici, n - se non in misura
minima - in quelli linguistici. Questi fattori vengono ora considerati gli elementi costitutivi
dellidentit, della personalit degli interattanti. Il profilo bio-psico-sociologico dei
partecipanti allo scambio comunicativo considerato una variabile interveniente nella
spiegazione dei vincoli che caratterizzano i loro comportamenti comunicativi, utile alla
comprensione, ad esempio, dei tipi di comunicazione prescritti e di quelli esclusi dal loro
Anzieu, D., Martin, J.Y., La dynamique des groupes restreintes. Paris: PUF, 1971.
15
repertorio. Per quanto riguarda la situazione comune, Anzieu e Martin osservano che la
comunicazione rende possibile lazione sullaltro allinterno di una situazione definita10.
Ci significa che la comunicazione sia un mezzo per provocare levoluzione della
situazione di partenza, ma anche che essa dipende da scopi e obiettivi degli interattanti e
dalle caratteristiche generali della situazione. La connessione tra comunicazione e
contesto viene cos a precisarsi per la prima volta anche in riferimento ad elementi di
natura non linguistica, forzando quindi i confini del contesto di Jakobson o del setting di
Hymes. La produzione di significati, infine, costituisce un aspetto centrale dellintero
processo comunicativo poich gli uomini non comunicano unicamente una certa quantit
di informazioni, ma scambiano significati che derivano da simboli e inducono ad
associazioni di senso. Detto in altri termini, la comunicazione risulta facilitata se locutore
ed allocutario condividono lo stesso universo simbolico e gli stessi quadri di riferimento
che, con il sistema valoriale, costituiscono veri e propri filtri rispetto al flusso della
comunicazione stessa.
Sulla base di questa seppur sintetica esposizione dei modelli psico-sociologici, possiamo
sintetizzarne il contributo alla comprensione dei processi comunicativi in riferimento a
quattro acquisizioni fondamentali.
Prima di tutto, va riconosciuto lallargamento delloggetto di indagine che deriva dalla
considerazione
della
comunicazione
come
un
fatto
totale.
Il
riconoscimento
Ivi. P. 135.
Marc, Picard, Op. cit. p. 35.
16
essa sia il contesto generale, costituito dagli elementi materiali che determinano latto di
parola sul piano spazio-temporale, sia la scena, il contesto psicologico in cui esso ha
luogo. I modelli psico-sociologici consentono di dare ordine a questa nozione chiarendo in
che senso essa possa designare un insieme di fatti sia di ordine linguistico, sia di carattere
sociale. Nel primo senso il contesto deve essere inteso come un ambiente semiotico e
designa lintorno immediato di un segno, di un enunciato, di un messaggio o di un
documento, ci che solitamente si designa come co-testo. Sempre in quanto insieme di
fatti linguistici, il contesto pu essere inteso come luniverso di significati, delle
rappresentazioni e dei discorsi a cui un messaggio si riferisce o pu essere riferito; in
questo caso parliamo di inter-testo. Pi articolato invece il catalogo dei significati che il
contesto pu assumere nella seconda accezione. La situazione infatti comprende la
cornice e le circostanze nelle quali si svolge linterazione. Parlare di quadro, di sfondo, di
ambiente significa fare riferimento al luogo, ma anche alla congiuntura temporale in cui
uninterazione ha luogo, chiamando in causa due dimensioni la cui connotazione culturale
tale da determinare profondamente linterazione stessa. Significa per anche indicare la
scena pi ristretta allinterno della quale si muovono gli interattanti: il copione, la dinamica
dellincontro, gli obiettivi comuni agli attori, ma anche quelli propri a ciascuno di essi, le
loro attese, le strategie comunicative che essi pongono in atto. Non va poi dimenticata la
dimensione istituzionale del contesto, responsabile del sistema di norme, dei ruoli e degli
status degli interattanti e, di conseguenza, dei rapporti che essi instaurano tra di loro. Le
obbligazioni connesse ai rituali, infine, costituiscono un ulteriore elemento del contesto la
cui considerazione permette di prendere in conto il peso che le consuetudini o le regole
della buona educazione hanno di fatto su ogni interazione comunicativa.
17
tale
prospettiva,
sostenuta
da
quelli
che
Jacques
chiama
teorici
12
Jacques, F., Trois strategies interactionnelles: conversation, negotiation, dialogue. In Cosnier, J., Gelas,
N., Kerbrat-Orecchioni, C. (eds.) Echanges sur la conversation, Ed. CNRS, Paris, 1988.
18
Galimberti, C. (1994) Dalla comunicazione alla conversazione in: Ricerche di Psicologia, 1, pp. 113-152.
A cura di Caterina De Micheli.
14 Jacques, F., L'espace logique de l'interlocution. Parigi : PUF, 1985.
13
19
Da questa analisi puntuale del processo comunicativo risulta con chiarezza come per
Jacques sia linterlocuzione il concetto primitivo da cui derivano le nozioni di locutore e di
allocutario, le cui identit si precisano progressivamente a misura della costruzione e della
messa in atto del dispositivo enunciativo (interazione faccia a faccia, attraverso una
lettera, via radio ecc.). Detto in altri termini, il soggetto, lio, si rende visibile a se stesso
nellallocuzione al tu ed nello scambio delle parole che i soggetti si riconoscono in un
rapporto di reciprocit. Si realizza in questo modo la lezione di Bachtin, convinto assertore
dellimportanza dellorientamento della parola al destinatario al punto da affermare che la
parola un atto a due facce. E determinata ugualmente dal di chi la parola e per chi
intesa. Come parola, precisamente il prodotto della relazione reciproca tra il parlante e
lascoltatore, tra il mittente e il destinatario. Una parola un ponte gettato tra me e laltro.
Se unestremit del ponte dipende da me, allora laltra dipende dal mio destinatario. Una
parola un territorio in comune fra il mittente e il destinatario, fra il parlante e il suo
interlocutore.
Il riconoscimento della natura contrattuale della comunicazione intesa sempre come
situazione caratterizzata da una posta in gioco - ha permesso di evidenziare alcuni aspetti
di questo gioco di reciprocit, fornendo gli strumenti per una sua descrizione nei termini di
attivit congiunta finalizzata alla costruzione di mondi possibili. Come ha detto in estrema
sintesi lo stesso Ghiglione15, comunicare co-costruire una realt con laiuto di sistemi di
segni accettando un certo numero di principi che permettono lo scambio ed un certo
numero di regole che lo gestiscono. Per quanto riguarda i sistemi di segni - tralasciando il
sistema verbale di cui si ampiamente detto in precedenza - il non verbale viene utilizzato
allinizio di una sequenza comunicativa per riconoscere allaltro lo statuto di interlocutore
potenziale, nel corso dellinterazione per modificare le posizioni occupate dagli interlocutori
e, alla fine dellinterlocuzione, per segnalarne la conclusione. Il riferimento al sistema
paraverbale importante invece perch permette di cogliere le modulazioni delle
intenzioni e delle emozioni manifestate, al di l della propria volont, dagli interlocutori.
Coerentemente con quanto acquisito dopo laffermazione dei modelli psico-sociologici,
anche Ghiglione afferma che i tre sistemi di segni sono in continua interazione tra loro nel
lavoro di co-produzione del senso e di co-costruzione del processo interlocutorio messo in
atto dagli interlocutori. Il rispetto dei principi di pertinenza e di coerenza (che permettono
agli individui di riconoscersi come interlocutori potenziali funzionanti secondo la stessa
15
20
logica), di reciprocit (che segna il riconoscimento dellaltro come interlocutore effettivo cui
si permette di esercitare il diritto alla parola), di contrattualizzazione (che segna il
passaggio da una situazione potenzialmente comunicativa ad una comunicazione in atto),
di influenza (in riferimento al quale si pu comprendere il gioco di controllo reciproco
nellimposizione di un mondo possibile che assicuri a ciascun interlocutore il controllo della
posta in gioco) ed infine di cooperazione (che mostra come la conversazione sia gestita da
regole situazionali e discorsive) costituisce la condizione di possibilit dellevento
comunicativo. Analogo discorso vale per le regole ispirate alle massime di Grice (quantit,
qualit, relazione, modo): se infatti spetta ai sistemi di segni fornire il materiale della
comunicazione, invece il rispetto di principi e regole a rendere possibile lo scambio. In
ci sta forse un aspetto problematico del modello di Ghiglione.
E veniamo al terzo elemento distintivo degli approcci dialogici, la ridefinizione della
nozione di interlocutore resa necessaria dalla considerazione della comunicazione come
un processo di definizione di un contratto realizzato congiuntamente dagli interlocutori. In
questa prospettiva, ogni evento comunicativo viene ad essere un incontro dialettico tra
due processi, un processo di espressione in cui un Io-comunicante si rivolge ad un Tudestinatario-enunciatario ed un processo di interpretazione dove un Tu-interpretante si
costruisce, a sua volta, unimmagine di Io-enunciatore , incrociandosi in un sottile gioco di
attese e riconoscimenti reciproci. Sulla base di queste premesse, la comunicazione tra
due interlocutori diviene di fatto uno scambio tra quattro personaggi. Per Charaudeau,
dalla parte dellio c un soggetto comunicante che agisce e si esprime ma vi anche un
Io-enunciatore che si mette in scena attraverso le proprie parole e che attraverso di esse
esprime le proprie intenzioni. Tutto questo, dal punto di vista del Tu, rappresenta
limmagine costruita dellintenzionalit dellIo-comunicante, realizzata appunto nellatto di
espressione. Dalla parte del Tu troviamo invece il Tu-destinatario-enunciatario, vale a dire
linterlocutore costruito dallIo come proprio destinatario-ideale, in sintonia con latto di
enunciazione compiuto, ma vi anche il Tu-interpretante, un soggetto che agisce
indipendentemente dallimmagine costruita dallIo, in rapporto alla quale comunque si
definisce confermandola o rifiutandola.
Lermeneutica dellIo-enunciatore e delle sue intenzioni proposta dal Tu-interpretante pu
evidentemente divergere da quanto lIo stesso progetta e sperimenta. Questo
sdoppiamento dellIo e del Tu, pur non essendo di immediata intuizione, di fatto aiuta a
spiegare in termini cooperativi molte delle difficolt che si incontrano di continuo nella
comunicazione in rapporto allo scarto tra lattivit del locutore e quella dellallocutario, tra
21
23
lorganizzazione del sapere dipenda dalle negoziazioni simboliche che intervengono tra i
diversi componenti del gruppo-classe. Si realizza in questo modo lidea di una scuola in
cui ciascuno ha risorse per gli altri ( il modello della community of learners, del learning
circle): alcuni sono la memoria del gruppo, altri tengono il verbale aggiornato del
progresso del lavoro, oppure hanno un ruolo di stimolo o di garanti16.
J.Bruner, La cultura delleducazione. Nuovi orizzonti per la scuola, tr.it., Feltrinelli, Milano 1997, p. 35.
B.M.Varisco, Alle radici dellipertestualit, in A.Calvani, B.M.Varisco, a cura di, Costruire e decostruire
significati. Ipertesti, micromondi e orizzonti formativi, Cleup, Padova 1995, p.69.
16
17
26
La flessibilit cognitiva, cos come abbiamo appena cercato di definirla, comporta come
conseguenza di passare da una didattica per obiettivi (come quella tradizionale) a una
didattica per significati. Lo si pu verificare se si pensa che, tanto nel caso di una didattica
che voglia implementare le possibilit ricettive degli studenti, che in quello di una didattica
che si serva di tecnologie ipertestuali, lorganizzazione del sapere segue lipotesi delle
mappe concettuali18 o delle reti semantiche19 (Deese). Si tratta in entrambi i casi di un
modo di strutturare la conoscenza che si fonda sulla individuazione di n concetti-chiave
(significati) e sulla individuazione dei rapporti (legami) che li relazionano con concetti
generali e specifici: nellipotesi delle mappe, queste relazioni sono gerarchiche, nel caso
delle reti semantiche assolutamente libere.
Dal punto di vista della didattica questo significa realizzare un massiccio spostamento
rispetto al paradigma tradizionale: Lapproccio didattico alle strutture formali del pensiero
ha attraversato due momenti ben identificabili, distinti e contrapposti tra di loro a seconda
che la formalit logico-procedurale come tale venisse considerata come punto di
partenza oppure come punto di arrivo del processo di insegnamento-apprendimento. La
rivoluzione psicopedagogica della didattica moderna, infatti, si sostanzialmente
identificata nellopposizione al formalismo dei metodi classico-tradizionali a favore di una
concezione attivisticamente realistica, basata sulle categorie dellesplorazione e della
ricerca. Potremmo anche dire che ad una prospettiva interioristico-esercitativa (in qualche
modo riportabile al paradigma ginnastico: le facolt sono dentro e vanno esercitate in
quanto tali, a prescindere dal significato euristico o produttivo che consegue allesercizio)
ne subentrata una esterioristico-applicativa (riconducibile ad un paradigma sperimentaleoperativo: le abilit mentali derivano da un confronto continuo con le problematiche
proposte dallambiente e non vanno svolte al di fuori del confronto diretto e concreto con la
realt empiricamente data). Sillogismo e grammatica terministica per dire da una
parte; problem solving e ricerca dallaltra20.
18
Novak J.D., Gowin D.B., Imparando a imparare, Torino: SEI, 1989; titolo originale: Novak J.D., Gowin
D.B., 1984, Learning how to learn, Cambridge University Press, New York.
19 Deese J., The Structure of Associations in Language and Thought, Johns Hopkins Press, Baltimore, 1965.
20 C. Scurati, Multimedia, conoscenza, apprendimento, Rivista dellistruzione, XII, 6, 1996, p.916 ss.
27
Fondare la costruzione del sapere sui significati vuol dire, infine, assumere la prospettiva
della programmazione a isole, che significa individuare alcune zone di conoscenza ben
precise (troppa libert significherebbe dispersione) e fornire poi delle rotte di navigazione
per muoversi attraverso di esse o descrivere itinerari di approfondimento in e fuori
contesto.
In una realt socio-culturale che sfugge ormai ad ogni possibilit di essere letta attraverso
sintesi unificanti occorre sviluppare una cartografia cognitiva il cui compito sia quello di
rendere possibile al soggetto individuale una rappresentazione situazionale di quella pi
vasta totalit, propriamente irrapresentabile, che linsieme della struttura della citt nel
suo complesso21. Dal sapere percorribile, assimilabile, al sapere disponibile, cio da una
gestione della conoscenza concepita come appropriazione di contenuti a una nuova
gestione del sapere giocata, invece, sullindividuazione di alcune zone di conoscenza forti
e la elaborazione delle competenze metodologiche necessarie a descrivere a partire da
esse degli itinerari euristici: nodi e links.
Avendo illustrato linserimento della tecnologia nella didattica come processo naturale
viene spontaneo porsi una domanda: la teoria dellapprendimento a precedere e, in un
certo senso, preparare lapplicazione tecnologica o, viceversa, la comparsa delle
tecnologie a costringere la teoria didattica a una vera e propria rivoluzione di metodo?
Come chiaro si ripropone, qui, la dialettica tra tecnologia e comportamenti socio-culturali.
Si pu allora riproporre qui la soluzione avanzata da Flichy: lontani sia dal riduzionismo
tecnologico che dal sociologismo occorre pensare questa dialettica entro un quadro
complesso di scambi reciproci, di dipendenza, ma anche di sviluppo autonomo. In questa
prospettiva, allora, diviene possibile intendere il costruzionismo didattico e la didattica
ipermediale come emergenze di una stessa atmosfera culturale: la nuova realt di una
conoscenza complessa inevitabilmente richiede nuovi strumenti di accesso, sia dal punto
di vista teorico, che tecnologico. Questo non esclude la possibilit che i due spazi si
influenzino a vicenda, ma li riconduce entrambi dentro una prospettiva ecologica che si
sforza di leggerli nel contesto di un pi vasto orizzonte culturale.
F.Jameson, Postmodernism, or The Cultural Logic of Late Capitalism, New Left Review, 1984; tr.it., Il
post-moderno, o la logica culturale del tardo capitalismo, Garzanti, Milano 1989, p.97.
21
28
22
23
P.Levy, Lintelligenza collettiva. Per unantropologia del cyberspazio, tr.it., Feltrinelli, Milano 1996, p.210.
Cit., p.213.
29
3. La multimedialit
Nel capitolo precedente si pi volte fatto riferimento allutilizzo della multimedialit nella
comunicazione e nella didattica, menzionando lipertesto come possibile parte integrante
del dialogo educativo. Le nuove tecnologie sono ormai parte della nostra quotidianit e
anche della vita scolastica, ma sulla terminologia spesso c poca chiarezza, pertanto
questa la giusta sede per definire meglio i concetti chiave di ipertesto, multimedia e
ipermedia.
una forma di scrittura non sequenziale, un insieme di brani di testo tra cui sono definiti
collegamenti che consentono al lettore percorsi differenti26.
30
che nelle unit di senso fa dellimmaterialit, della presenza virtuale di tipo elettronico, la
condizione e insieme la conseguenza di questo tipo di testualit: un ipertesto cartaceo
solo unastrazione o una metafora.
Infine, dal momento che lo stato di queste relazioni necessita di essere attualizzato, un
ipertesto si distingue anche per l'elevato grado di cooperazione che esso garantisce, anzi
richiede al suo lettore. Lipertesto di per s non possiede nessuna organizzazione ma ne
prevede molte: perch vengano strutturate occorre il contributo del lettore che diviene
fruitore attivo, autore lui stesso del senso che di collegamento in collegamento va
costruendo sullo schermo del suo computer.
Struttura e tipologia
Dal punto di vista strutturale un ipertesto costituito da un certo numero di nodi, connessi
in rete tra di loro attraverso dei links, e da una serie di dispositivi di interfaccia grafica.
Per nodo si intende ogni unit di informazione autonoma, autosufficiente, efficace dal
punto di vista comunicativo ma anche aperta a possibili legami con altre unit informative
attraverso i quali poter navigare in una rete ipertestuale. I nodi non devono
necessariamente essere solo testi, ma possono essere suoni, immagini, grafici,
animazioni, filmati, ecc. In questo caso si pu parlare di elementi inseriti in un ambiente
multimediale.28
I nodi sono collegati fra loro in rete da dei links, cio da collegamenti introdotti da chi
produce il software per consentire al lettore di muoversi tra di essi. La rete (o percorso),
oltre a costituire limpalcatura generale in cui lipertesto si articola, designa una famiglia di
nodi omogenei, cio un determinato aspetto della base di conoscenza fornita
dallipertesto. Si tratta cio di una sequenza di connessioni lunga a piacere che ha lo
scopo di favorire allutente una migliore comprensione e facilit di attraversamento
dellipertesto.
I links possono essere di diversi tipi. Anzitutto essi possono riguardare nodi appartenenti
alla stessa rete (internal links) o a reti differenti (external links), possono unire due punti
del testo in maniera assolutamente casuale (referential links) o gerarchizzata
(organizational links). Oltre a questo, sul piano operativo, essi consentono o il rinvio
esplicativo da una parola a un testo (funzione di lessico), o laccesso a note, tabelle o altro
che consentano lapprofondimento di un determinato argomento (funzione di commento),
28
Nigliazzo, R, La comunicazione didattica ipermediale. Milano: I.S.U. Universit Cattolica, 2006. p.55.
31
o, ancora, il passaggio ad altri argomenti che abbiano rapporti con quello che si sta
esaminando (funzione di ampliamento).
Lapertura di un nodo, lo spostamento da un nodo allaltro, la consultazione di una mappa
di navigazione o di un indice, sono le operazioni di base in cui consiste la navigazione
ipertestuale. Esse sono rese possibili dai dispositivi di interfaccia grafica che sono parte
integrante del sistema. I quattro principali sono: le finestre (che si possono considerare
come lo spazio di visualizzazione di una unit di informazione), le icone (simboli grafici
che, di solito, consentono lattivazione rapida di una applicazione), i bottoni (che, a
differenza delle icone, non richiamano un programma ma consentono di eseguire
determinate operazioni) e le ancore (spesso in forma di bottoni, sono la parola, la frase o
limmagine che costituisce il punto di partenza di una connessione e su cui, di
conseguenza, occorre cliccare con il mouse per proseguire la navigazione). Lapertura
delle diverse finestre, lattivazione di icone e bottoni, lo spostamento dei diversi elementi
sullo schermo del computer, sono tutte operazioni rese possibili, infine, dal mouse che
della navigazione ipertestuale rimane il vero grande protagonista.
Quanto alle possibili tipologie dei sistemi ipertestuali, tra le tante proposte possibile
isolare quella fornita da Jonassen nel 198629, organizzata sulla distinzione di tre modelli:
1. il modello puro (o a struttura libera). Costruito per lasciare allutente il massimo di
libert esplorativa, esso consiste in una rete capillare di links capaci di collegare
tendenzialmente ogni nodo a tutti gli altri. Nel caso in cui questo tipo di ipertesto sia
accompagnato da un indice di accesso costituito da una mappa di navigazione si parla
di modello a matrice;
2. il modello semi-gerarchico (o sequenziale), in cui le informazioni sono organizzate in
sequenze cui possibile accedere da un indice dei contenuti; possibile inoltre
passare da un dato allaltro, dentro e fuori una determinata sequenza (lhelp in linea di
Windows un esempio di questo tipo di ipertesto);
3. il modello gerarchico (o ad albero), strutturalmente non dissimile dal precedente,
presenta, a differenza di quello, dati organizzati su pi livelli; il caso in cui la
navigazione ipertestuale assume la classica forma di una esplorazione ad albero.
Cfr. B.M.Varisco, Alle radici dellipertestualit, in A.Calvani, B.M.Varisco, a cura di, Costruire e decostruire
significati. Ipertesti, micromondi e orizzonti formativi, Cleup, Padova 1995, p.45 ss.
29
32
30
34
35
Da un punto di vista sia scientifico che formativo, la scelte di usare un ipermedia per
gestire la complessit del sapere pu presentare i seguenti punti di forza:
permettere di essere facilmente aggiornato e sviluppato. Se infatti la modifica anche
solo di qualche pagina di un testo pubblicato richiede la ristampa dellintero libro, con un
ipermedia sufficiente pubblicare tramite CD-ROM o rendere scaricabile da Internet il
nodo aggiornato o aggiunto predisposto con i collegamenti agli altri nodi dellipertesto
precedentemente prodotto, abbattendo notevolmente costi e tempi necessari per
laggiornamento;
favorisce a ciascuno la costruzione del proprio sapere perch da la possibilit allo
studente di creare un proprio percorso;
utilizza elementi multimediali, il che significa offrire stimoli tramite pi canali e
raggiungere una conoscenza pi completa;
permette allutente un accesso diretto al sapere, non mediato dallinsegnante;
favorisce linterazione tra lutente e la realt in esame;
favorisce unanalisi della realt da diversi punti di vista, dando la possibilit di
esaminarla sotto tutti i suoi aspetti e in tutte le sue sfaccettature;
permette una notevole immediatezza dal punto di vista comunicativo;
permette allutente il ritorno ad argomenti gi noti per ulteriori approfondimenti
realizzando cos un approccio ciclico allacquisizione delle conoscenze;
favorisce lo sviluppo di abilit meta cognitive: costruire i propri percorsi didattici significa
venire a conoscenza dei meccanismi che regolano i processi di apprendimento, passo
indispensabile per arrivare al controllo dei propri processi cognitivi;
stimola la motivazione intrinseca.
I rischi pi comuni che si corrono quando si utilizzano le TIC come strumenti per un
approccio ipermediale alla didattica sono essenzialmente:
la saturazione cognitiva: nello specifico della navigazione di un ipermedia significa
perdere di vista lobiettivo e trasformare la navigazione consapevole in un vagare senza
meta trascinati da bisogni apparenti, quindi in uno stato di forte disorientamento
la disattivazione cognitiva: quella situazione che si crea quando a causa
dellappoggiarsi ad una macchina si disabilitano processi cognitivi di rilievo, e quindi
quando il software utilizzato fornisce automaticamente una soluzione scavalcando
elaborazioni e processi intermedi che bene lalunno realizzi da s.
36
37
riconducibili allarea
Comunicazione
media
utilizzati:
riguardano
pi
propriamente
laspetto
I criteri proposti non hanno la pretesa di esaurire il tema della valutazione di un ipermedia
ma vogliono fornire un primo orientamento a chi decidesse di inserire nella didattica
lutilizzo di materiali ipermediali non come strumento sporadico per far fronte a mancanza
di entusiasmo o per riempire eventuali ritagli di tempo, bens come strumento abituale per
implementare una didattica di stampo costruttivista.
39
40
31
Bernie Dodge, docente di Tecnologie Educative presso la San Diego State University (California). Si veda
il suo contributo on-line Some thoughts About Webquests, http://webquest.org/index.php
41
32
http://www.etwinning.net/it/pub/index.htm
http://www.goethe.de/ins/pl/lp/prj/bld/deindex.htm
34 http://www.programmallp.it/home.php?id_cnt=11
33
42
44
Si fornisce per dare unidea del risultato finale la mappa concettuale dellipertesto prodotto:
45
35
This teaching unit is suitable for any type of Liceo. In a Liceo Linguistico we can expect the outcome to be
more complex, since in that type of school the language level of a fourth year should be higher. In other
types of Liceo the teacher can adapt the focus on those aspects of the topic relevant to the curriculum: in a
Liceo Scientifico its probably worth stressing technical progress to link with physics, in a Liceo delle Scienze
Sociali it would be more important to deepen social changes in the Industrial Era. The unit could also be
dealt with in technical schools (Istituti Tecnici), reducing or skipping the literary spot and deepening different
aspects according to the branch of studies.
46
AIMS: to enhance the learning of languages and other subjects, to develop in students a
positive can do attitude towards themselves as language learners, to make Ss
responsible of the learning process.
OBJECTIVES: to read with a large degree of independence, adapting style and speed of
reading to different texts and purposes and using appropriate reference sources
selectively;
to write clear, detailed texts on a variety of subjects related to the curriculum;
to synthesise information and arguments from a number of sources;
to work in groups.
MATERIALS AND AIDS: blackboard, handouts, hypertext Industrial Revolution,
computer with Internet access.
SUBJECTS INVOLVED: English, History, (Physics and/or social studies, according to the
type of school)
ACTIVITIES
HOW
WHY
Warm up and
Speaking -
To arise Ss
motivation
brainstorming
interest
To elicit Ss
previous
10 min.
To introduce the
topic,
words on the BB or on a
To pre-teach
slide.
useful vocabulary,
To prepare Ss to
47
15 min.
To understand the
global meaning of
the text.
Analysis I
Text analysis
25 min.
The T provides Ss a
Reading for
detailed
understanding.
Scanning for
specific
information.
Enriching Ss lexis
text
Synthesis I
Homework
5 min.
assignment
different aspects of
48
title.
the text.
To sum up key
data about the
text.
Lesson 2
In the computer lab
PHASE
ACTIVITIES
HOW
WHY
Synthesis I
Homework
To make Ss focus
25 min.
correction and
on meaningful
discussion.
Production of a
text sequences. A
aspects to consider
sequence by sequence
analysing a
historical event.
cooperate with
classmates to reach
an agreement.
To improve
speaking abilities.
Globality II
Group formation
To plan a process;
20 min.
and organization
to assign roles;
of group work
To work in group
expected to do.
To help Ss its better to
have already a sort of
frame of the hypertext (first
three slides with literature
spot)
The class is then divided in
six groups: five groups of
four Ss are assigned a
specific area of the
hypertext and a pair of Ss
is given the task of
assembling the hypertext
and coordinating groups
together with the teacher to
organize links among the
different sections.
Homework
To locate
assignment
meaningful
(extensive
information; to
reading)
compare different
resources;
To work individually
but as part of a
team.
50
Lesson 3
PHASE
ACTIVITIES
HOW
Synthesis II
Group work to
55 min.
produce slides
cooperation;
in PowerPoint
To practice writing
skills;
To compare,
organize and
rearrange
WHY
through different
Lesson 4
PHASE
ACTIVITIES
HOW
WHY
Synthesis II
Assembling the
To foster
cooperation;
oral presentation
presenting the
To practice
group work.
listening skills;
To spurn judgement
on the worth of
materials and
methods.
hypertext.
The others listen and take
notes using a handout
prepared by the teacher to
focus on the main points of
the presentation.
A discussion with the all
class follows to think about
additional links through the
hypertext and make
judgements on the final
product as well as on the
implemented process.
Lesson 5
(follow up activity on literature)
PHASE
ACTIVITIES
HOW
WHY
Warm up
brainstorming
To introduce the
following texts;
town
5 min
unit
Global approach
Listening and
To understand the
25 min
reading
general meaning of
52
conveying meaning.
Reading and
15 min
analysing
literary texts
To exploit literary
texts as document
of an era.
To practice oral
10 min
characteristics
production;
of an industrial
To sum up key
53
town
points of the
previous analysis;
sources proposed. Ss
To find alternative
expressions.
Warm up
brainstorming
5 min
To introduce the
following texts;
town
Global approach
Listening and
To understand the
25 min
reading
general meaning of
54
conveying meaning.
Reading and
15 min
analysing
literary texts
To exploit literary
texts as document
of an era.
To practice oral
10 min
characteristics
production;
of an industrial
To sum up key
town
points of the
previous analysis;
sources proposed. Ss
To find alternative
expressions.
Lesson 6
PHASE
ACTIVITIES
HOW
WHY
Assessment and
Written
To use what Ss
evaluation
production
and autonomous
55 minutes
context;
To evaluate if Ss
have reached the
attained objectives.
55
EVALUATION CRITERIA:
Fulfilment of task requirements, critical analysis, sufficient idea development, coherence,
clarity and language use will be the primary factors in determining the students grade in
the written assignments. Students will be evaluated for the activities performed during the
lessons and for their work at home. In- and out-of-class writing will be assigned throughout
the teaching unit.
The final evaluation results from the observation of students during the activities in class
(involvement, fluency, personal contribution...), the mark of the test and the evaluation of
the group work (hypertext). The evaluation of the final test and of the hypertext is
discussed together by the history teacher and the English one. The product will be marked
both from the technical point of view (appropriate use of the software, appropriate layout,
presence of images, links, special effects...) and for the content, correctness and
coherence of texts.
56
7. Riepilogo
Levoluzione tecnologica alla quale si assiste nella quotidianit non pu non toccare
lambito delleducazione e formazione, pertanto il lavoro si proponeva di analizzare
linserimento dei vari media esistenti nel percorso didattico. Visto che i media sono
strumenti di comunicazione lelaborato ha preso in esame innanzitutto il processo
comunicativo e i possibili modelli elaborati per spiegarlo. Nellillustrazione di quei modelli si
voluto sottolineare il passaggio da modelli che si concentravano su aspetti tecnici
vedendo la comunicazione come passaggio di informazioni da un emittente ad un
ricevente a modelli che via via hanno preso in esame le pi svariate componenti che
intervengono in un atto comunicativo cogliendo la dimensione sociale e costruttivista della
comunicazione.
Anche linsegnamento un atto comunicativo che si esplica in un continuo dialogo
educativo tra docente e studenti, pertanto il docente deve nel suo operare tenere presente
il complesso mosaico del fenomeno comunicativo per poter raggiungere la massima
efficacia nel suo intervento formativo. Sulla considerazione dellinsegnamento come
comunicazione si sviluppato il discorso dei numerosi strumenti del comunicare a
disposizione del docente che oggi non si esauriscono al solo linguaggio verbale, ma
devono sempre pi integrare i differenti canali tramite i quali qualsiasi individuo entra in
contatto con la realt circostante. Per i docenti questo significa integrare testi, immagini,
suoni, filmati, ecc. In questo procedimento possono aiutare le nuove tecnologie che
uniscono caratteristiche ipertestuali e multimediali nei prodotti ipermediali, nuovi strumenti
didattici che si vanno ad aggiungere al tradizionale e consolidato libro di testo.
Lelaborato ha illustrato le tipologie di ipermedia didattici disponibili e ha fornito alcune
linee guida orientative per una prima valutazione dei prodotti in questione cos da
valutarne la potenziale idoneit ed efficacia.
Come ogni strumento per le tecnologie possono presentare anche dei rischi se non se ne
fa un utilizzo corretto e perci il capitolo 4 ha voluto riservare un paragrafo ad una
possibile sintesi di vantaggi e svantaggi delluso delle tecnologie nella didattica.
Infine il presente lavoro ha voluto anche dare spunti concreti allattivit dei docenti, qui in
particolare ai docenti di lingue straniere, presentando alcune possibili attivit da svolgere
con lausilio degli strumenti informatici: le tecnologie servono sia come strumento per
reperire informazioni, sia come strumento di comunicazione che agevola il contatto tra
57
58
Bibliografia
Anzieu, D., Martin, J.Y., La dynamique des groupes restreintes. Paris: PUF, 1971.
Bruner, J., La cultura delleducazione. Nuovi orizzonti per la scuola, tr. it., Feltrinelli,
Milano 1997.
Deese J., The Structure of Associations in Language and Thought, Johns Hopkins
Press, Baltimore, 1965.
Freddi,
G.,
Psicolinguistica,
sociolinguistica,
glottodidattica.
Torino:
UTET
Universit, 1999.
Luft. J., Introduzione alla dinamica di gruppo. Firenze: La Nuova Italia, 1984.
59
Novak J.D., Gowin D.B., Imparando a imparare, Torino: SEI, 1989; titolo originale:
Novak J.D., Gowin D.B., Learning how to learn, Cambridge University Press, New
York, 1984.
Ricciardi, M., a cura di, Oltre il testo. Gli ipertesti, Angeli, Milano 1994.
Wiener, Norbert, Cybernetics, or control and communication in the animal and the
machine. Cambridge, Massachusetts: The Technology Press; New York: John
Wiley & Sons, Inc., 1948.
Sitografia
Piattaforma E-Twinning
http://www.etwinning.net/it/pub/index.htm
Pagina del Goethe-Institut dedicata al progetto Das Bild der anderen (scambio email fra apprendenti di lingua tedesca)
http://www.goethe.de/ins/pl/lp/prj/bld/deindex.htm