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de Zurbarn
don Antonio Scattolini
terra accanto al regalo del Magio inginocchiato: si riferisce alla regalit terrena che
riconosce nel Bambino colui che venuto per inaugurare il Regno dei Cieli.
proprio a partire da questo oggetto, dei doni dei Magi che possiamo ritornare
all'insieme dall'opera per scoprirne i messaggi pi profondi. L'Epifania non
solamente avvenimento di manifestazione, anche avvenimento di riconoscimento.
questo il senso delle offerte presentate a Ges. Dunque al di l del gesto della
prostrazione, anche l'oro, l'incenso e la mirra ci dicono qualche cosa del Bambino e
della fede dei Magi. Come San Bernardo diceva a nome delle differenti voci della
tradizione " Ci che mi ispira la pi grande ammirazione che Ges fu riconosciuto
come Dio dai Magi e la prova sta nel fatto che gli offrirono l'incenso. Inoltre
riconobbero in Lui non solo un Dio, ma anche un re, come lo manifesta l'offerta
dell'oro. Tutti questi regali nascondono per essi un grande mistero di amore; per
questo gli offrirono anche la mirra per indicare la sua morte. E questi doni sono
diversi, proprio perch ognuno dei Magi, ognuno di noi diverso dallaltro. Quando
tutte queste cose belle e diverse vengono offerte e messe insieme, quale splendido
tesoro vien fuori!!!
Cos in compagnia del piccolo paggio sorridente che spunta a sinistra, anche noi
possiamo riscoprirci gente in ricerca. Se si vuole incontrare il Signore bisogna
mettersi al seguito di questi Magi, ritratti nellatto finale dellincontro, ma che hanno
alle spalle un lungo cammino. I veri cristiani sono sempre dei pellegrini, dei cercatori
con tutto il cuore e con tutte le forze: si tratta di farsi attenti, ai segni di Dio, alle
tracce del suo passaggio invisibile. Sulle strade ci sono per tutti delle stelle fino a
quando, al termine del cammino ci sentiremo dire: Voi non siete pi stranieri n
ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio (Efesini 2, 19).
Per ultima, la luce, particolare in cui lartista si rivela davvero straordinario.
L'adorazione dei Magi di Zurbaran non ambientata sotto un cielo notturno in cui,
secondo la tradizione, risplende la stella. Siamo qui alle prime luci dell'alba,
all'esterno di un edificio di cui il profilo architettonico scuro nasconde una parte della
volta celeste. Da sempre la luce stata accolta dai popoli come simbolo per
eccellenza del divino che vince le tenebre del male. Per gli artisti barocchi, in seguito
alla grande lezione di Caravaggio, la luce nelle pitture acquistava in particolare una
forte connotazione religiosa ed era interpretata con le categorie di Sant'Agostino che
vedeva in essa un veicolo della Grazia. Anche qui una metamorfosi misteriosa
trasforma l'illuminazione in luce interiore. La luce di questa alba pasquale che si fa
largo dietro le lance e le alabarde un'eco anticipata di quella che sorger alle spalle
dei soldati messi alla guardia del sepolcro in Matteo 27,62-66 ( lo stesso
evangelista dell'Epifania). Solamente al mattino di Pasqua vedremo il compimento
della manifestazione e la "luce del vero" comincer a diffondersi da Gerusalemme
fino agli estremi confini della terra (cfr. prima lettura dellEpifania: Alzati, rivestiti
di luce Isaia 60,1-6). Grande, geniale intuizione del nostro artista che reinterpreta
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cos il tema dell'astro di luce sorto da oriente per guidare i Magi da Cristo quello
stesso Cristo che nell'inno di Pasqua invocato come" stella del mattino".
Ecco dunque la" stella" del mattino, la "luce delle genti": il Bambino. Allora, al
termine di questa contemplazione, nella cornice luminosa di questa alba pasquale, ci
meravigliamo di potere come i Magi accogliere la manifestazione/l'Epifania di Dio in
termini corporali nel viso di un bambino: ci che vediamo, ci che sentiamo, ci che
tocchiamo! Ecco perch possiamo provare anche noi una grandissima gioia. Per
l'azione dello spirito del Risorto, la nascita e la manifestazione di Ges pu prendere
corpo anche in noi oggi, nella nostra fede che c'invita a camminare con ogni uomo di
ogni terra e di ogni tempo in questa presenza, verso la pienezza dell'Epifania
escatologica.