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Ef 1,4-5 Il bersaglio

In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo,


per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carit,
predestinandoci a essere suoi figli adottivi
per opera di Ges Cristo,
1Pt 2,24-25 Il rimedio
Egli port i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della croce,
perch, non vivendo pi per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
dalle sue piaghe site stati guariti
1Cor 13, 1-13 Lo specchio
1 Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma
non avessi la carit, sono come un bronzo che risuona o un
cembalo che tintinna.
2 E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i
misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della
fede cos da trasportare le montagne, ma non avessi la
carit, non sono nulla.
3 E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio
corpo per esser bruciato, ma non avessi la carit, niente mi
giova.
4 La carit paziente, benigna la carit; non invidiosa
la carit, non si vanta, non si gonfia, 5 non manca di
rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene
conto del male ricevuto, 6 non gode dell'ingiustizia, ma si
compiace della verit. 7 Tutto copre, tutto crede, tutto
spera, tutto sopporta.
8 La carit non avr mai fine. Le profezie scompariranno; il
dono delle lingue cesser e la scienza svanir. 9 La nostra
conoscenza imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
10 Ma quando verr ci che perfetto, quello che
imperfetto scomparir. 11 Quand'ero bambino, parlavo da
bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma,

divenuto uomo, ci che era da bambino l'ho abbandonato.


12 Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa;
ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo
imperfetto, ma allora conoscer perfettamente, come
anch'io sono conosciuto.
13 Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la
speranza e la carit; ma di tutte pi grande la carit!
DOMENICA DELLE PALME
OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Domenica, 13 aprile 2014
Questa settimana incomincia con la processione festosa con i
rami di ulivo: tutto il popolo accoglie Ges. I bambini, i ragazzi
cantano, lodano Ges.
Ma questa settimana va avanti nel mistero della morte di Ges
e della sua risurrezione. Abbiamo ascoltato la Passione del
Signore. Ci far bene farci soltanto una domanda: chi sono io?
Chi sono io, davanti al mio Signore? Chi sono io, davanti a Ges
che entra in festa in Gerusalemme? Sono capace di esprimere la
mia gioia, di lodarlo? O prendo distanza? Chi sono io, davanti a
Ges che soffre?
Abbiamo sentito tanti nomi, tanti nomi. Il gruppo dei dirigenti,
alcuni sacerdoti, alcuni farisei, alcuni maestri della legge, che
avevano deciso di ucciderlo. Aspettavano lopportunit di
prenderlo. Sono io come uno di loro?
Abbiamo sentito anche un altro nome: Giuda. 30 monete. Sono
io come Giuda? Abbiamo sentito altri nomi: i discepoli che non
capivano niente, che si addormentavano mentre il Signore
soffriva. La mia vita addormentata? O sono come i discepoli,
che non capivano che cosa fosse tradire Ges? Come quellaltro
discepolo che voleva risolvere tutto con la spada: sono io come
loro? Sono io come Giuda, che fa finta di amare e bacia il Maestro
per consegnarlo, per tradirlo? Sono io, traditore? Sono io come
quei dirigenti che di fretta fanno il tribunale e cercano falsi
testimoni: sono io come loro? E quando faccio queste cose, se le
faccio, credo che con questo salvo il popolo?
Sono io come Pilato? Quando vedo che la situazione difficile,
mi lavo le mani e non so assumere la mia responsabilit e lascio
condannare o condanno io le persone?

Sono io come quella folla che non sapeva bene se era in una
riunione religiosa, in un giudizio o in un circo, e sceglie Barabba?
Per loro lo stesso: era pi divertente, per umiliare Ges.
Sono io come i soldati che colpiscono il Signore, Gli sputano
addosso, lo insultano, si divertono con lumiliazione del Signore?
Sono io come il Cireneo che tornava dal lavoro, affaticato, ma
ha avuto la buona volont di aiutare il Signore a portare la croce?
Sono io come quelli che passavano davanti alla Croce e si
facevano beffe di Ges: Era tanto coraggioso! Scenda dalla
croce, a noi crederemo in Lui!. Farsi beffe di Ges
Sono io come quelle donne coraggiose, e come la Mamma di
Ges, che erano l, soffrivano in silenzio?
Sono io come Giuseppe, il discepolo nascosto, che porta il
corpo di Ges con amore, per dargli sepoltura?
Sono io come le due Marie che rimangono davanti al Sepolcro
piangendo, pregando?
Sono io come quei capi che il giorno seguente sono andati da
Pilato per dire: Guarda che questo diceva che sarebbe
risuscitato. Che non venga un altro inganno!, e bloccano la vita,
bloccano il sepolcro per difendere la dottrina, perch la vita non
venga fuori?
Dov il mio cuore? A quale di queste persone io assomiglio?
Che questa domanda ci accompagni durante tutta la settimana.

Se gli chiedi misericordia, devi essere pronto a usar


misericordia. Ricorda quello che dice la Scrittura: Misericordia
voglio, non sacrifici. Un'offerta a Dio che non sia accompagnata
dall'esercizio della misericordia, non ti ottiene il perdono dei
peccati. Tu per forse dici che non hai peccati, io ti rispondo che,
bench tu stia in guardia, fratello, non puoi essere senza peccato
per il fatto che vivi nella carne in questo mondo, ti muovi tra
tribolazioni e angustie, esposto a innumerevoli tentazioni. E` vero
che, se tu non avessi debiti di cui chiedere la remissione, Dio ti
rassicurerebbe quanto al peccato e non saresti tenuto a dare il
tuo perdono ad altri, ma sarebbe bene che tu indagassi pi a
fondo se non v' in te peccato. Se ti riconoscessi debitore, ti
dovresti rallegrare che vi sia qualcuno debitore verso di te a cui
fare quello che desideri sia fatto a te. Ma prestami ascolto ed
esamina bene se appartieni a quei pochi buoni che possono
pregare con verit di parola la preghiera insegnata dal Signore,

che possano dire con verit: Signore, rimetti a me come anch'io


rimetto. Devi rendere questa preghiera pienamente veritiera e
dirla di tutto cuore, senza falsit o finzioni. Se chi ti ha offeso e
ha peccato contro di te, ti chiede perdono e tu dai il tuo perdono,
puoi certamente dire senza timore: Rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Se non accogli la
preghiera rivolta a te, non troverai accolta la tua preghiera; se
chiudi a chi bussa, troverai chiusa la porta a cui busserai tu.
[] A questo punto devi guardare al tuo Maestro e Signore:
non seduto in cattedra, ma appeso al legno della croce, e di l
volge lo sguardo intorno sui suoi nemici. Dice: Padre, perdona
loro perch non sanno quello che fanno. Guarda a Colui che ti
maestro, e poi ascolta anche colui che se ne fece imitatore. Vedi
che il Cristo allora domand il perdono non per chi lo chiedeva a
lui, ma per chi lo insultava e lo metteva a morte. Egli era medico,
e non abbandon il malato che, in preda a furia, si scatenava
contro di lui. Impara anche tu a dire: Perdona loro perch non
sanno quello che fanno. Poich non cercano la salvezza, essi
mettono a morte chi li salva. Ma forse ti chiedi quando mai sia in
grado di fare anche tu quello che pot fare il Signore. Se per
consideri che il Signore ebbe quel comportamento quand'era qui
sulla croce, non su in cielo, vedi che non giustificata la tua
domanda. Egli, che sempre in cielo con il Padre in quanto Dio,
in quanto uomo stato per te sulla croce, da cui offrirsi a tutti
come modello da imitare. Per te fece risuonare quelle parole in
modo che tutti udissero; se avesse pregato per quelli in silenzio,
tu non avresti avuto in lui l'esempio. Se poi l'esempio del Signore
troppo alto per te, non deve esserlo l'esempio del suo servo. Se
non riesci ad imitare il tuo Signore crocifisso, guarda al suo servo
Stefano lapidato; si rivolge al Signore come suo fedele: Signore
Ges, accogli il mio spirito, e poi inginocchiandosi aggiunge:
Signore, non tener conto del loro peccato, e dopo queste parole
si addormenta nel riposo dell'amore. Egli trov la pace pi piena
perch chiese la pace per i suoi nemici. Anch'egli non domand il
perdono per chi lo domandava a lui, ma per quelli che infierivano
contro di lui lapidandolo e lo facevano morire. In lui tu hai
l'esempio da cui imparare. Fa' attenzione: preg per s in
posizione eretta, mentre si pieg in ginocchio pregando per
quelli. Non pensiamo, fratelli, che egli abbia fatto cos perch
amasse quelli pi di se stesso. Per s pregava eretto in piedi in
quanto era giusto e poteva ottenere facilmente di essere
esaudito; pregando per quegli iniqui, doveva invece piegarsi in

ginocchio. Egli dunque mostr che l'amore va esteso anche ai


nemici che non chiedono perdono. Per recitare dunque con tutta
sicurezza la preghiera insegnataci dal Signore, dovete, fratelli,
perdonare di cuore chi vi chiede perdono; avrete cos la sicurezza
che il Signore rimetta a voi i vostri peccati in questa vita mortale
e nella vita eterna futura (S. Agostino).
Lumanit pu essere salvata solo [per mezzo di] da uomini
che rifiutano la forza, proclamano - con l'attenzione al prossimo,
con la compassione verso lo sventurato - che possibile opporre
alla forza una forza pi grande, la forza dellamore. Questi esseri
compassionevoli, per i quali gli uomini esistono davvero,
provocano la discesa di Dio, perch il bene che in Dio, che
Dio, pu solo scendere e manifestarsi per loro tramite. Infatti Dio
sarebbe assente dal mondo, se non ci fossero quelli in cui vive il
suo amore. Essi devono dunque essere presenti al mondo
attraverso la misericordia. La loro misericordia la presenza di
Dio quaggi (Simone Weil).

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