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Carlo Blasi ed.

LA VEGETAZIONE D'ITALIA
Carlo BLASI ed.

COORDINATORE E RESPONSABILE SCIENTIFICO

Blasi C.
COMITATO SCIENTIFICO

Blasi c., Biondi E., Poldini L., Sburlino G., Venanzoni R., Rosati L., Gigante D., Filibeck G.
AUTORI

Allegrezza M., Andreis c., Angiolini c., Assini S., Bacchetta G., Baldoni M., Bagella S., Bazan G., Beccarisi L., Bernardo L.,
Blasi c., Biondi E., Bouvet D., Brullo S., Buffa G., Casavecchia S., Ciaschetti G., Cremonese E., Cutini M., De Dominicis v.,
Di Marzio P., Di Pietro R., Ercole S., Farris E., Fascetti S., Filesi L., Filibeck G., Filigheddu R., Fortini P., Frattaroli A.R.,
Gabellini A, Gamper u., Ghirelli L., Gigante D., Lasen c., Marchiori S., Mariotti M.G., Medagli P., Mion D., Morra di Cella u.,
Mossa L., Passalacqua N.G., Paura B., Pedrotti E, Pignattelli S., Pinzi M., Piro ne G., Presti G., Poldini L., Puppi G., Raimondo EM.,
Rampiconi E., Rosati L., Sburlino G., Schicchi R., Siniscalco c., Spampinato G., Speranza M., Stanisci A, Strumia S., Taffetani E,
Ubaldi D., Vagge I., Venanzoni R., Verde S., Vidali M., Zanotti AL., Zuccarello V.

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ALTRI COLLABORATORI

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Rovelli P., Stablum G., Sartori E, Cerabolini B., Sala E. (Lombardia)
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01 SIOLOGIA VEGETAtE

SAPIENZA

Dipartimento di Biologia Vegetale - Sapienza Universit di Roma

UNIVERSIT. DI ROMA

CENTRO 01 RICERCA I NTERUNIVERSITARIO

BIODIVERSITA FrrOSOCIOI.OGIA

ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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ed Ecologia del paesaggio" - Sapienza Universit di Roma

COORDINAMENTO EDITORIALE

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2010
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ISBN: 978-88-6060-290-9
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Carta delle Serie di Vegetazione d'Italia, 3 fogli - scala 1:500 000


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Citazione consigliata per il volume e per la carta:


Blasi C. (ed.), 2010 - La Vegetazione dltalia. Palombi & Parrner S.r.l. Roma.
Blasi C. (ed.), 20 10- La vegetazione dltalia, Carta delle Serie di Vegetazione, scala 1:500 000. Palombi & Panner S.r.l. Roma.
Citazione consigliata per le monografie e le cartografie regionali: es. Sardegna
Bacchetta G., Bagella S., Biondi E., Farris E., Filigheddu R., Mossa L. 2010 - Le Serie di Vegetazione della regione Sardegna.
In Blasi C. (ed.). La Vegetazione dltaLia. Palombi & Partner S.r.l. Roma.
Bacchetta G., Bagella S., Biondi E., Casti M., Farris E., Filigheddu R., Iiriti G., Pontecorvo c., 2010 - Carta delle Serie di
Vegetazione della regione Sardegna. In Blasi C. (ed.). La vegetazione dltalia, Carta delle Serie di Vegetazione, scala 1:500000.
Palombi & Panner S.r.l. Roma.

INDICE

LA VEGETAZIONE D'ITALIA E LA CARTA DELLE SERIE DI VEGETAZIONE (C. Blasi, L. Rosati)

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE (C. Siniscalco, D. Bouvet)

17

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE VALLE D'AoSTA (U Morra di Cella, E. Cremonese)

39

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE LOMBARDIA (S. Verde, S. Assini, C. Andreis)

53

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE (F. Pedrotti)

83

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE VENETO (C. Buffo, U Camper, L. Chirelli, C. Lasen, D. Mion, C. Sburlino)

111

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA (L. Poldini, M. Vidali)

139

LE SERIE DI V EGETAZIONE DELLA REGIONE LIGURIA (l Vttgg-e, M.C. Mariotti)

165

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA (C. Puppi, M. Speranza, D. Ubaldi, AL Zanotti)

181

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE TOSCANA (Y. De Dominicis, C. Angiolini, A. Cabellini)

205

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE MARCHE (E. Biondi, M. Allegrezza, M. Baldoni, S. Casavecchia, M. Pinzi, F. Taffetani)

231

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE UMBRIA (E. Biondi, D. Cigante, S. Pignattelli, E. Rampiconi, R. Venanzoni)

257

LE SERIE DI V EGETAZIONE DELLA REGIONE LAZIO (C. Blasi, R. Di Pietro, C. Filibeck, L. Filesi, S. Ercole, L. Rosati)

281

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE ABRUZZO (C. Pirone, A .R. Frattaroli, C. Ciaschetti)

311

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE MOLISE (B. Paura, P. Fortini, C. Presti, A. Stanisci, P. Di Marzio, C. Blast)

337

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE CAMPANIA (L. Filesi, L. Rosati, B. Paura, M. Cutini, S. Strumia, C. Blasi)

351

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE BASILICATA (R. Di Pietro, S. Fascetti, C. Filibeck, C. Blasi)

375

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE PUGLIA (E. Biondi, S. Casavecchia, L. Beccarisi, S. Marchiori, P. Medagli, V Zuccarello)

391

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE CALABRIA (L. Bernardo, NC. Passalacqua, C. Spampinato)

411

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE SICILIA (C. Bazan, S. Brullo, F.M. Raimondo, R. Schicchi)

429

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE SARDEGNA (C. Bacchetta, S. Bagella, E. Biondi, E. Farris, R. Filigheddu, L. Mossa)

471

BIBLIOGRAFIA

497

< 429

LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA REGIONE SICILIA

Giuseppe Bazan 1, Salvatore Brullo 2 , Francesco Maria Raimondo 2 , Rosario Schicchi 1

1. IL PAESAGGIO VEGETALE ATTUALE


2

La Sicilia, con una superficie di circa 25.400 Km ,


la maggiore isola del Bacino del Mediterraneo
e la regione pi estesa d'Italia. Nell'ambito della
Penisola sempre stata una delle aree con maggiore
densit abitativa, concentrata soprattutto nei
comuni della fascia costiera.
La ricchezza degli habitat, determinata dalla diversit dei substrati geologici, dalla articolata orografia e dalle condizioni climatiche favorevoli, unitamente alle millenarie attivit antropiche, definiscono una moltitudine di ambienti che, nel 10ro insieme, esprimono una notevole biodiversit.
Sotto il profilo floristico, la Regione, per la sua
ubicazione al centro del Mediterraneo, presenta
delle correlazioni di tipo fitogeografico molto significative, le quali hanno un chiaro riscontro nelle vicissitudini paleogeografiche che hanno interessato il territorio dal Miocene in poi. Infatti, la
sua flora caratterizzata oltre che da un ricco contingente endemico, che ne evidenzia l'isolamento
geografico, anche da entit spesso abbastanza rare o con significato relittuale, in comune con altri territori limitrofi. Tutto ci conferisce una notevole peculiarit, e talora unicit, alle comunit
vegetali attualmente osservabili, accentuandone il
valore naturalistico e paesaggistico.
Il territorio siciliano per lo pi collinare e in parte montuoso, mentre le pianure sono poco estese
e hanno il maggiore sviluppo nella piana di Catania, alle falde meridionali del complesso vulcanico dell'Etna, che, con i suoi 3323 metri di altitudine, costituisce il principale rilievo della regione,
caratterizzandone fortemente il paesaggio. A nord,
la Valle dell'Alcantara separa l'Etna dalla principale catena montuosa dell'Isola, il cosiddetto "Appennino Siculo". Si tratta di aspri rilievi che si estendono per oltre 200 chilometri lungo la costa tirrenica e costituiscono la continuazione geologica dell'Appennino Calabro nella parte orientale dell'Isoia. La catena si articola in tre sezioni distinte: i Monti Peloritani nella porzione orientale, i Monti Nel
2

brodi nella parte centrale e le Madonie in quella


occidentale (SESTINI 1963).
I Peloritani presentano una morfologia molto aspra,
con numerosissimi fianchi scoscesi costituiti prevalentemente da gneiss e filladi, quasi sempre incisi da fiumare che riversano gran parte del loro
materiale detritico nelle strette piane costiere. Essi hanno una modesta altitudine e poche vette superano i 1000 metri. Tra queste si ricordano Montagna Grande (1374 metri), Monte Poverello (1279
metri) e Antennamare (1124 metri), vicino Messina. Geograficamente la Sella di Filippazzo (857
metri), nei pressi della Rocca di Novara, segna il
limite occidentale dei Peloritani. Qui la catena
montuosa continua verso ovest con i Monti Nebrodi, che differiscono dai precedenti dal punto
di vista litologico. Sui Nebrodi prevalgono, infatti, le arenarie nelle parti pi elevate e le argille scagliose pi in basso, che determinano pendii pi
dolci e rilievi pi morbidi, che trovano la massima espressione nel Monte Soro (1847 metri). Dalla Sella di Gangi iniziano le Madonie che rappresentano il termine ultimo della catena. Si tratta di
un sistema montuoso di estensicine pi ridotta rispetto ai primi due, ma che raggiunge quote assai
pi elevate. Il massiccio carbonatico culmina con
Pizzo Carbonara (1979 metri) e con gli adiacenti Pizzo Antenna (1977 metri) e Pizzo Palermo
(1964 metri), che si pongono tutti sopra i 1900
metri. La catena perde la sua continuit con la valle del fiume Torto, che separa le Madonie da tre
gruppi di rilievi minori di natura carbonatica compresi tra Termini Imerese e la costa trapanese. Il
primo gruppo costituito dai monti tra Termini
Imerese e Bagheria e in particolare da Monte San
Calogero (1326 m) e, pi a ovest, dal Monte Catalfano (376 m); il secondo gruppo rappresentato dai Monti di Palermo che circondano l'omonima citt, estendendosi verso sud fino a Piana
degli Albanesi; l'ultimo gruppo montuoso composto dai rilievi situati tra San Vito Lo Capo e Trapani, tra cui meritano di essere ricordati Monte
Cofano (659 metri) e Monte San Giuliano (756

Universit degli Studi di Palermo - Dipartimento di Scienze Botaniche


Universit degli Studi di Catania - Dipartimento di Botanica

metri), su cui sorge il centro abitato di Erice.


Nell'interno, le quote pi elevate si raggiungono
nei pressi di Corleone, a Rocca Busambra (1613
metri), che costituisce l'estremit settentrionale
dei Monti Sicani. Questi occupano la parte centro-occidentale dell'isola e sono costituiti da complessi calcarei mesozoici che culminano nel Monte Cammarata (1578 metri). Il paesaggio circostante al complesso montuoso dei Sicani si presenta con dossi arrotondati ed estesi altopiani ondulati, dove predominano le argille e le arenarie
dell'Eocene e del Miocene. Verso sud, i rilievi
montuosi lasciano il posto a un' ampia regione caratterizzata da altipiani aridi, appena incisi da rari corsi d'acqua, che verso oriente vengono sostituiti da una fascia costiera pianeggiante, che si allarga nella piana di Gela.
Lentroterra della Sicilia caratterizzato dal cosiddetto altipiano solfifero costituito da argille
sabbiose, salate e gessose, che, nella parte centrale, lascia il posto ai Monti Erei. Si tratta di una
distesa uniforme di modesti rilievi ondulati, costituiti da formazioni gessoso-solfifere risalenti all'era Cenozoica. La parte sud-orientale dell'isola
occupata dai Monti Iblei, vasto altopiano basaltico a struttura tabulare - inciso da numerose
gole strette e profonde, meglio note con il termine di "Cave" - che raggiunge la quota pi elevata con il Monte Lauro (986 metri).
Le coste siciliane hanno uno sviluppo complessivo di circa 1050 Km. La parte settentrionale tirreni ca, da Messina a Trapani, si presenta generalmente alta e frastagliata, con falesie e rilievi montuosi che raggiungono il mare, alternate a tratti di
costa bassa in corrispondenza di pianure alluvionali. Nella parte occidentale il paesaggio costiero
muta, diventando basso, mantenendo questa connotazione morfologica lungo tutta la costa meridionale della Sicilia, fino a Capo Passero e nel tratto meridionale ionico fino a Noto. Questa vasta
porzione del litorale siciliano presenta un'alternanza di spiagge delimitate da terrazzi o cordoni
dunali, interrotti da limitati rilievi, da pantani, lagune e saline. La restante parte della costa ionica
sino a Messina, a eccezione della porzione in corrispondenza della piana di Catania, torna a esse-

430 > La Vegetazione d'Italia

Faggeti etnei dell' Epipactido meridionalis-Fagetum frammisti ad asperti preforestali a Genista aetnensis (Foto P. Minissale)

re caratterizzata dalla presenza di alte scogliere, talora con imponenti falesie a picco sul mare.
Intorno alla Sicilia si trovano diverse piccole isole, che, il pi delle volte, danno luogo a veri e propri arcipelaghi. Tra questi, il pi ricco numericamente quello delle Eolie, localizzato di fronte
la costa tirrenica del messinese e costituito da otto isole di na[Ura vulcanica: Lipari, Vulcano, Salina, A1icudi, Filicudi, Panarea e Stromboli, nonch da numerosi scogli minori come Basiluzzo e
Strombolicchio. Pi a ovest si trova l'isola di Ustica anch' essa di origine vulcanica. Larcipelago delle Egadi ubicato all'estremit occidentale della
Sicilia, in provincia di Trapani ed costituito dalle isole di Favignana, Levanzo e Marettimo e da
quelle di Formica e Maraone di minore dimensione. Anche l'isola di Pantelleria ricade nella provincia di Trapani, pur essendo localizzata nel Canale di Sicilia a oltre 100 Km dalla costa meridionale dell'isola.
Le isole Pelagie sono le pi lontane dalle coste siciliane e fanno parte del territorio provinciale di
Agrigento. Oltre a Lampedusa, distante oltre 200
Km dalla Sicilia, l'arcipelago comprende la piccola Linosa e lo scoglio di Lampione.
Il paesaggio vegetale attuale della Sicilia, in considerazione dell' antica antropizzazione, espresso da colture agricole, attive o in abbandono, da
praterie steppiche pi o meno arbustate e da lembi residuali di macchia mediterranea. Le formazioni boschive ricoprono in maniera discontinua
i maggiori rilievi montuosi dell'isola, assumendo
notevole sviluppo in corrispondenza dei territori ricadenti nei Parchi Naturali dell'Etna, delle
Madonie e, soprat[Utto, dei Nebrodi. Ad esse si
aggiungono vaste superfici ricoperte da popolamenti forestali artificiali, per lo pi di specie esotiche, che non possono essere assimilati alle for-

mazioni forestali native.


Gli elementi essenziali relativi alla composizione
floristica, alla struttura e alla distribuzione delle
principali formazioni che improntano il paesaggio vegetale della Sicilia vengono riportati di seguito.
BOSCHI DI FAGGIO

Il faggio in Sicilia occupa le stazioni pi meridionali del suo areale, localizzate nella fascia montana compresa tra i 1300 e i 2000 metri di quota.
La specie particolarmente diffusa nel territorio
dei Nebrodi, in cui insiste 1'80% della superficie
complessiva dei faggeti siciliani. Formazioni pi

modeste sono presenti sulle Madonie, sui Peloritani, sull'Etna e, in provincia di Enna, nel Bosco
della Giumenta e a Monte Sambugherri (D'URso, GENTILE 1957).
Sui Monti Nebrodi i boschi di faggio sono insediati su terreni silico-argillosi di arenarie terziarie,
sufficientemente freschi e dotati di una buona capacit di ritenzione idrica. Le favorevoli condizioni di suolo e di clima hanno consentito a questa
specie di sopravvivere in un' area poco alterata nel
tempo come estensione, ove costi[Uisce le pi belle e significative espressioni di bosco caducifoglio
montano (HOFMANN 1960). Lungo i torrenti e
nelle stazioni pi fresche, il faggio d luogo a interessanti trasgressioni altitudinali, scendendo in
basso fino a circa 1000 metri ed entrando direttamente in contatto con i cerreti, ai quali si compenetra pi o meno estesamente (SCHICCHI 1998).
Tra i faggeti di un certo rilievo si ricordano quelli dei boschi Medda e Mascellino nel comune di
Mistretta, dei boschi Trippaturi, Portella Cerasa e
Pizzo Manca di Badia in territorio di Capizzi, dei
boschi Tassita, Pomiere e Moglia nel comune di
Caronia. Nel territorio di Cesar ricadono gli estesi boschi di Sollazzo Verde e Monte Soro. Per il
territorio di San Fratello da citare il faggeto di
Pizzo degli Angeli, per quello di Tortorici il faggeto Cartolari Li Perni e per il comune di Longi
il celebre bosco Mangalaviti.
Lo strato arboreo dei faggeti dominato da Fagus{ylvatica cui si associano, in alcuni tratti, annosi esemplari di Acer campestre e, soprattutto, di
A. pseudoplatanus che, a Monte Soro e nel bosco
Tassita, raggiungono dimensioni veramente ragguardevoli. Nello strato arbustivo insieme al fag-

Querceti acidofili dell'Arrhenathero nebrodensis-Quercetum cerridis. Riserva Naturale Orientata "SambughettiCampaniro", Enna (foro P. Minissale)

Sicilia < 431

Aspecri degradari dell' Ilici aquifolium-Quercetum austrotyrrhenicae con i caracrerisrici individui di agrifoglio modellari dal morso del besriame al pascolo (foro V. Ilardi)

gio si riscomrano llex aquifolium, Euphorbia amygdaloides subsp. arbuscula, Daphne laureola e, sporadicamente, Rhamnus cathartica, Crataegus laciniata, Taxus baccata (esclusivameme sui Nebrodi) e Sorbus torminalis. Lo srrato erbaceo nei tratri chiusi possiede poche specie. Tra i taxa che
possibile riscontrare nei diversi comesti geografici si ricordano: Anthriscus nemorosa, Allium ursinum, Anemone apennina, Cardamine chelidonia,
Cyclamen hederifolium, Cephalanthera alba, C rubra, Corydalis solida, Doronicum orientale, Galium odoratum, Galanthus nivalis, Geranium versicolor, Lathyrus venetus, Lamium flexuosum varo
pubescens, Monotropa hypopitys, Mycelis muralis,
Neottia nidus-avis, Orthilia seeunda, Potentilla micrantha, Poa nemoralis, Primula vulgaris, Scilla bifllia, Ranuneulus umbrosus, eccezionalmeme si ritrova Campanula trichocalycina.
Nell'ambito dell'area di pertinenza del faggeto,
sui Nebrodi, ricadono piccoli boschetti misti, fisionomizzati da Taxus baccata, cui si associano
Fagus sylvatica, Acer pseudoplatanus, Ulmus glabra, Fraxinus exce/siore llex aquifolium. Gli asperri pi espressivi si risconrrano in comrada Bosco
Tassira, in territorio di Caronia, dove si trova il
nucleo pi consistente.
Sulle Madonie le formazioni a Fagus sylvatica si

riscontrano solranto nel settore montano del territorio, nell'ambito della fascia altimetrica compresa tra 1400 e 1900 metri, sia su substrati carbonatici che silicei. Si tratta generalmente di nuclei discominui, che conservano una maggiore
continuit sui versanti settentrionali di Mome
Mufara, Pizzo Antenna Grande, Monte dei Cervi, Mome Daino e Mome San Salvatore.
Sull'Etna il faggio insiste su una superficie modesta rispetto a quella complessivameme occupata in Sicilia. I faggeti pi importami si hanno nel
territorio di Bronte in cui, oltre a parte del bosco
Mangalaviti, ricadono la foresta di Grappid, sede di una bella fustaia e le formazioni di Serra del
Re e di Foresta Vecchia. Si tratta, ovviamente, di
una condizione differeme rispetto agli altri faggeti, per via della uniformit del substrato, esclusivameme vulcanico. In queste condizioni, poco frequemi per la specie e quasi esclusive in tutto il suo
areale, i faggeti etnei acquistano un'importanza
ecologica notevole. La composizione floristica di
queste formazioni, come del resto delle altre, senza dubbio meno assortita. Nello strato arboreo figura talvolta Pinus nigra subsp. calabrica, che in
generale occupa uno spazio autonomo e, in alcune stazioni, anche l'endemica betulla dell'Etna (Betula aetnensis).

BOSCHI DI CERRO
Il paesaggio della fascia altimetrica compresa tra
1000 e 1400 metri caratterizzato principalmente dalle formazioni di Quercus cerris, che, pur essendo preseme in altri sistemi momuosi dell'Isola
(Etna, Peloritani e Iblei), soltamo sui Nebrodi costituiscono estesi boschi di notevole interesse forestale e paesaggistico. Essi si insediano su substrati
acidofili come flysch e scisti, quasi sempre profondi, dotati di una discreta componente argillosa. Lo
strato arboreo dei cerreti costituito quasi esclusivamente da Quercus cerris e, saltuariamente, da
altre specie, tra le quali Fagus sylvatica, Acer campestre, Malus sylvestris, Sorbus torminalis, Ostrya
carpinifolia e l'endemico Pyrus vallis-demonis. A
quote inferiori possibile trovare anche individui di Quercus pubescens s.l. Lo strato arbustivo
annovera Prunus spinosa, Euphorbia characias, Ruseus aculeatus, Crataegus monogyna, Daphne {aureola, llex aquifolium e l'endemica Genista aristata. Lo strato erbaceo qualirativameme molto diversificato, comprendendo diversi taxa, tra cui
Anemone apennina - preseme pure nei faggeti Cyclamen hederifolium, Geranium versicolor, Ranuneulus velutinus, Paeonia maseula subsp. russii,
Lathyrus venetus (S CHI CCHI 1998).
Sul versame settentrionale tirrenico dei Nebrodi,

432 > La Vegetazione d'Italia

sulle Madonie, nel territorio di San Mauro Castelverde e nel Bosco della Ficuzza, presso Palermo su suoli a reazione acida o sub-acida a tessitura prevalentemente sabbiosa, rappresentati da flysch, scisti e arenarie quarzifere - si rinviene una particolare formazione boschiva caducifoglia dominata da
Quercusgussonei(BRULLO etaL 1998a). Si tratta di
un'entit endemica della Sicilia, affine a Quercus
cerris, dal quale si distingue sia per l'ecologia che
per i caratteri morfologici e, in particolare, per le
foglie molto pi grandi e ampie e ghiande voluminose, portate da cupole molto grandi.
Nel corteggio floristico di questo cerreto presente Iris fletida, taxon molto raro in Sicilia, e discontinuamente l'endemico Quercus x fontanesii,
ibrido naturale tra Quercus gussonei e Q. suber,
con esemplari singoli o in gruppi di pochi individui (SCHICCHI et al. 2000).
I cerreti localizzati nel versante orientale dell'Etna, a quote comprese fra 1200 e 1500 metri, si
presentano come boschi misti, in quanto a Quercus cerris si accompagnano normalmente Q dalechampii e Q congesta. A differenza dei cerreti
dei Nebrodi, i cerreti dell'Etna sono molto pi
termofli, a causa soprattutto delle particolari caratteristiche edafiche del territorio, presentando
un correggio floristico ricco di elementi dei querceti termofili.
BOSCHI DI ROVERE E AGRIFOGLIO

Tra i boschi misti submontani, esclusiva delle Madonie la formazione fisionomizzata da rovere
(Quercus petraea subsp. austrotyrrhenica) e agrifoglio. Essa costituisce una peculiare espressione forestale, attualmente localizzata solamente nell' area
del Bosco Pomieri, Piano Farina e Piano Costantino, in territorio di Petralia Sottana. Si tratta di
una fitocenosi che esprime, in funzione delle utilizzazioni effettuate, delle facies dominate ora dalIa rovere ora dall'agrifoglio. Sebbene la sua originaria estensione sia oggi largamente interrotta,
possibile, sulla base dei resti esistenti, ricostruirne
l'antica area di influenza, che interesserebbe gran
parte della porzione orientale delle Madonie, limitatamente allo spazio altitudinale investito con frequenza dalle nebbie (1100-1500 metri), sui terreni quarzarenitici dei territori di Castelbuono, delle Perralie, di Polizzi Generosa e di Geraci Siculo.
Il piano dominante fisionomizzato da Quercus
petraea subsp. austrotyrrhenica, cui si associano Acer
obtusatum, A campestre e, marginalmente, A. monspessulanum, Sorbus torminalis e Ulmus glabra. Nei
tratti pi freschi, o alle quote pi elevate, sono presenti anche elementi della fascia soprastante come
Fagus sylvatica e Acer pseudoplatanus (RAIMONDO
1984b). Il piano dominato costituito in prevalenza da llex aquifolium che, normalmente sporadico nei contigui faggeti, trova in questa cenosi le
condizioni ottimali di crescita, formando un denso e intricato sottobosco, interrotto da individui
di Malus sylvestris, Crataegus laciniata, Prunus spi-

Particolare del Festuco heterophyllae-Quercetum congestae. Territorio di Cerami, Enna (foto P. Minissale)

nosa, Euonymus europaeus, Daphne laureola, Rhamnus cathartica e Ruscus aculeatus. Tra le entit erbacee vanno ricordate, oltre ad Aquilegia vulgaris, alcune specie di interesse fitogeografico come Anemone apennina, Cyclamen repandum, C hederifolium, Dactylorhiza romana, Festuca drymeja (= F.
exaltata), Hieracium crinitum, Symphytum gussonei e Viola reichenbachiana.
Il bosco misto di rovere e agrifoglio in alcuni ambiti assume aspetti di monumentalit, per la diffusa presenza di individui plurisecolari di rovere,
con circonferenza del tronco fino a otto metri e
un' et di circa 600-700 anni (SCHICCHI, RAIMONDO 1999). Gli aspetti migliori si riscontrano soprattutto nei fondovalle e sui versanti pi freschi,
interessati per quasi tutto l'anno dallo stazionamento di nebbie che agiscono sul clima locale, regolandone gli eccessi e determinando, di conseguenza, un peculiare microclima di tipo temperato umido con marcato carattere subtropicale.
Rilevanti in questo sistema sono le presenze di stazioni umide, che alimentano al suo interno piccole torbiere a Sphagnum e altre briofite acidofile,
nonch Osmunda regalis.
BOSCHI A PREVALENZA DI QUERCE
CADUCIFOGLIE

Tra i querceti caducifogli si ricordano le frammentarie espressioni forestali fisionomizzate da varie


forme di roverella presenti in Sicilia ( Quercus virgiliana, Q. amplifolia, Q congesta, Q leptobalanos
e Q dalechamp). Esse, in diversi casi, non sono
ben caratterizzate, sia dal punto di vista floristico,
che strutturale e si presentano come formazioni
aperte con isolati grossi esemplari arborei. Analoghi querce ti sono frequenti sui Peloritani, in alcu-

ni versanti dell'Etna, nell'Ennese, nei Sicani e, sporadicamente, anche sulle Madonie. Si tratta di boschi disetanei - spesso resi pi o meno coetanei
dall' azione ricorrente del fuoco e dalle recenti pratiche ~elvicolturali - il cui strato arboreo caratterizzato dalla dominanza di elementi caducifogli,
anche di ragguardevoli dimensioni, rappresentati
da diverse entit afferenti al gruppo polimorfo di
Quercus pubescens s.l. (BRULLO et aL 1999c) e, in
minor misura, da Q. ilex, Q suber, Fraxinus ornus
e Acer campestre (RAIMONDO 2000).
I diversi taxa danno origine a varie cenosi forestali, ben differenziate dal punto di vista ecologico e potenzialmente diffuse in un'area molto vasta, interessando una fascia altimetrica che dal livello del mare si spinge fino a circa 1500 metri
di quota (BRULLO, MARCE 1985a).
Quercus virgiliana partecipa assieme a Quercus amplifolia alla costituzione di boschi misti a querce
sempreverdi e caducifoglie a carattere prevalentemente termofilo, in sedia ti sia su substrati di natura calcarea che silicea. Dal punto di vista fitosociologico, i boschi misti a prevalenza di Q virgiliana sono inquadrati in cinque diverse associazioni che si distribuiscono dalla fascia basale alla
submontana fino 1300 metri. Quercus congesta
partecipa alla costituzione di boschi misti acidofili su substrati silicei (scisti, gneiss, quarzareniti,
vulcani ti, arenarie) della fascia submontana e montana (500-1300 metri) differenziate - dal punto
di vista fitosociologico - in tre diverse associazioni distribuite lungo tutta la catena settentrionale.
QJtercus dalechampii frequente nei boschi misti,
su substrati silicei, in stazioni ubicate tra 700 e
1800 metri di quota. Quercusleptobalanos, infine,

Sicilia < 433

Sughereto termoflo (Stipo bromoidis-Quercetum suberis). Bosco di Santo Pietto, Caltagitone (foto G. Bazan)

partecipa alla costituzione di boschi misti acidofili, su suoli a tessitura sabbiosa, derivanti da substrati silicei (scisti, quarzareniti, arenarie) in stazioni comprese tra 800 e 1200 metri, limitatamente alle Madonie e al Bosco di Ficuzza.
Lo strato arbustivo costituito da Asparagus acu-

tifolius, Calicotome infesta, C/ematis vitalba, Emerus emeroides, Daphne gnidium, Euphorbia characias, Lonicera etrusca, L. implexa, Osyris alba, Pyrus amygdaliformis, Ruscus acu/eatus, Rosa canina,
Rhamnus alaternus e Smilax aspera. Tra le specie
che compongono lo strato erbaceo dei querceti basifili si ritrovano Arisarum vulgare, Asp/enium onop-

teris, Asperula laevigata, Aristolochia pallida, Carex


distachya, Cyclamen hederifolium, C repandum, Euphorbia amygdaloides subsp. arbuscula, Luzula forsteri, Paeonia mascula subsp. russii, Pimpinella anisoides, Rubia peregrina, Thalictrum calabricum, Viola dehnhardtii (MARINO et al 2005). Le formazioni acido file sono contraddistinte da Arbutus unedo, Cytisus villosus, Echinops siculus, Festuca exaltata, Teucrium siculum.
Nella costituzione degli aspetti pi termofili partecipano, oltre a Quercus ilex, elementi della macchia come Olea europaea varo sylvestris, Euphorbia

dendroides, Prasium majus, Asparagus albus, Teucrium ftuticans, Ceratonia siliqua, Chamaerops humilis, Anagyris foetida.
I boschi montani di roverella ospitano invece un
ricco contingente di specie orofile, fra cui alcune
entit endemiche come Rubus aetnicus, Pinus nigra subsp. calabrica e BetuLa aetnensis.
BOSCHI A PREVALENZA DI CASTAGNO
Tra le formazioni caducifoglie vanno ricordati i
boschi di castagno. In Sicilia questa specie dif-

fusa in formazione boschiva nelle zone collinari e


submontane dell'Etna, dei Peloritani, delle Caronie e delle Madonie. Ci nonostante, nuclei pi
o meno consistenti si rinvengono laddove le condizioni ambientali ne consentono l'insediamento,
come nell'Ennese, nel Nisseno e nei versanti settentrionali dei Monti Sicani, oltre che a Ficuzza,
a partire dai 600 metri di quota. Si tratta, spesso,
di popolamenti tuttora di una certa importanza
economica, sebbene diffusamente colpiti dal cancro della corteccia (Criphonectria parasitica) che
ne minaccia l'esistenza. Generalmente sono insedia ti nello spazio altimetrico occupato dai lecceti
mesofili e dai querceti caducifogli.
Lo strato arboreo costituito da Castanea sativa
in consorzio con altre specie legnose come Quercus pubescens s.l., Q ilex, Q. suber e Fraxinus ornus. Nello strato arbustivo risultano frequenti, oltre a Castanea sativa, Crataegus monogyna, Cyti-

sus viffosus, Erica arborea, Hedera helix, Rubus ulmifolius, Clematis vitalba, Ruscus acuLeatus e in
basso Smilax aspera. Nello strato erbaceo il numero di taxa consistente. Tra questi hanno particolare rilevanza e frequenza AmpeLodesmos mauritanicus, Asplenium adiantum-nigrum, A. onopteris, Brachypodium sylvaticum, Cydamen hederifolium, Euphorbia characias, Dactylis hispanica,
Pteridium aquilinum, Rubia peregrina, Teucrium
siculum e Viola hirta.
BOSCHI A PREVALENZA DI LECCIO O DI
SUGHERA
Lecceti e sughereti costituiscono formazioni solo
in parte ben conservate. Questi boschi per la loro
originaria localizzazione costiera, collinare e submontana hanno nel tempo subito una notevole

riduzione. Lo spazio potenziale attribuibile a queste formazioni, infatti, quello largamente interessato dall'agricoltura e dalle attivit intensive dell~lOmo. Non mancano espressioni di formazioni
a sughera aperte o peggio degradate per effetto soprattutto del fuoco, o lecceti che hanno perso la
continuit distributiva per effetto della pratica del
legnatico e oggi sono in fase di apparente recupero, essendo venute meno le utilizzazioni. Essi si
conservano ancora in alcuni settori della costa
nord-orientale e dell'interno, principalmente sull'Etna, sul versante settentrionale dei Peloritani,
dei Nebtodi, delle Madonie, dei Monti Sicani e
nel Siracusano. Propaggini significative da un punto di vista fitogeografico si ttovano altresl nel Trapanese, come ad Erice, Calatafimi e Buseto Palizzolo, nonch nelle isole di Salina, Marettimo e
Pantelleria. In particolare, lecceti rigogliosi sono
presenti su Monte Minardo (Etna), in tutto il versante settentrionale delle Madonie, come a Sempria, Vicaretto, Piano Zucchi, Montaspro e Volpignano. Grande interesse ambientale e paesaggistico presentano i lecceti abbarbicati sul versante
occidentale del Carbonara e quelli localizzati sul
versante meridionale del Monte Quacella, in cui
il leccio viene a diretto contatto con il faggio, fatto sicuramente eccezionale e quasi unico in tutto
l'areale delle due specie. Qualcosa di simile si verifica anche sui Nebrodi a San Fratello.
Da un punto di vista strutturale i lecceti siciliani
si presentano quasi sempre sotto forma di cedui,
talvolta molto densi e con una stratificazione completa. Lo strato arboreo costituito esclusivamente da Quercus ilex con sporadiche presenze di altri elementi sempreverdi, come la sughera alle

434 > La Vegetazione d'Italia

quote pi basse, l'agrifoglio e il tasso (Taxus baccata) in contesti pi freschi. Diverse sono le specie caducifoglie, tra le quali si ricordano Acer cam-

pestre, A. mompessulanum, Fraxinus ornus, Ostrya


carpinifolia, Malus sylvestris, Pyrus amygdaliformis
e alcune querce caducifoglie afferenti al gruppo
polimorfo della roverella.
In alcuni ambiti, come a Pantelleria, al leccio e
alla sughera si associa Pinus pinaster subsp. hamiltonii, mentre sull'Etna all'interno dei lecceti
sovente penetra Pinus nigra subsp. calabrica.
Lo strato arboreo dei sughereti dominato da
Quercus su ber, spesso favorito dall'uomo, cui si
associano alcune querce caducifoglie termofile
quali Q virgiliana, Q amplifolia, Q dalechampii, Q. gussonei e, sporadicamente, gli ibridi Q x
fontanesii e Q. x bivoniana. Nei Nebrodi frequente anche la presenza di Celtis australis. Lo
strato arbustivo di queste formazioni risulta costituito, oltre che dagli stessi elementi dello strato arboreo, da numerose specie, fra le quali ricorrono con maggiore frequenza Cytisus villosus, Eu-

phorbia characias, Crataegus monogyna, Asparagus


acutifolius, Clematis vitalba, Ruscus aculeatus, Lonicera etrusca, L. implexa, Teucrium siculum, Rosa sempervirem e, nelle stazioni pi calde, Phillyrea latifolia, Clematis cirrhosa, Smifax aspera, Rubia peregrina, Osyris alba, Rhamnus alaternus, Pistacia lentiscus, Daphne gnidium, Teline monspessulana nonch, sui substrati silicei, Myrtus communis, Arbutus unedo, Erica arborea e Genista madoniensis e nei boschi aperti anche G. aristata. In
condizioni pi mesofile, nell'ambito dei lecceti si
riscontrano anche Euphorbia arbuscula, Daphne
laureola e llex aquifolium. In stazioni molto localizzate si ritrovano anche Laurus nobilis e alcune
endemiche, come Genista cupanii e il rarissimo
Rhamnus lojaconoi. Non mancano piante invadenti come Rubus ulmifolius s.l., Calicotome infesta o ancora Cistus creticus e Cistus salvifolius,
tutte espressioni di degradazione del bosco sempreverde mediterraneo. Abbastanza differenziato
floristicamente si presenta anche lo strato erbaceo; in esso si riscontrano con maggiore frequenza Carex distachya, Helleborus bocconei subsp. in-

termedius, Thalictrum calabricum, Cyclamen repandum, C hederifolium, Asplenium onopteris, A.


trichomanes, Polystichum setiferum, Asperula laevigata, Luzula forsteri, Melittis albida, Silene viridiflora, Paeonia mascula, Symphytum gussonei,
Nectaroscordum siculum, Poa sylvicola, Echinops
siculus, Festuca drymeja, Clinopodium vulgare, Ambrosinia bassii e, nel sughereto in particolare, Eryngium bocconei, Melica arrecta e Pulicaria odora.
Infestante dei substrati acidofili molto spesso

Pteridium aquilinum.
PINETI

I boschi naturali di pino larici o (Pinus nigra subsp.


calabrica) in Sicilia si riscontrano esclusivamente
sull'Etna, nello spazio altimetrico compreso fra

cus ilex. Nei tratti pi aperti esso costituito da


un fitto intreccio di bassi arbusti, come Rosma-

1000 e 1800 metri di quota. Le migliori espressioni sono quelle che costituiscono la foresta di
Linguaglossa. Tale bosco presenta una ridotta diversit floristica e spesso appare come un semplice popolamento di pino con gli strati arbustivo ed
erbaceo quasi del tutro assenti. Non mancano, tuttavia, casi in cui nello strato arboreo al pino si associano ora Quercus pubescems.l., ora Fagus sylvatica, ora Populus tremula o ancora Betula aetnensis. Nello strato arbustivo si ha, talora, l'ingresso
di Genista aetnemis o di Adenocarpus bivonii e, a
quote pi alte, dell'endemico Astragalus siculus.
Anche Pinus pinea costituisce pineti naturali, pur
essendo frequentemente impiegato come pianta
ornamentale, per la produzione di pinoli e nei
rimboschimenti. Queste formazioni sono circoscritte principalmente sui Peloritani, nei dintorni di Messina, anche se esempi di tipo ormai relittuale si rinvengono pure in alcune localit della Sicilia settentrionale, come nei pressi di Nicosia, Alia e Cefal e anche nei dintorni di Piazza
Armerina. Lorigine spontanea di questi pineti
trova conferma sia nella loro struttura, trattandosi di formazioni disetanee pi o meno diradate,
con un ricco e denso sotto bosco arbustivo, che
nella loro ecologia, in quanto legate sempre a substrati silicei (prevalentemente quarzareniti) di territori collinari o submontani (BRULLO et al.
2002b). Nello strato arboreo, oltre a Pinus pinea
specie dominante, si rinvengono spesso individui
isolati di Quercus virgiliana, Q suber e, pi raramente, di Q. ilex. Lo strato arbustivo costituito essenzialmente da diverse specie di Cistus, fra
cui in particolare Cistus creticus, C salvifolius, C
mompeliemise C crispus, ai quali si accompagna,
spesso, Lavandula stoechas. Quest'ultima entit
abbastanza rara in Sicilia, ed indicatrice di una
marcata acidit del suolo. Sono pure presenti alcuni elementi arbustivi come Calicotome infesta
ed Erica arborea, che mostrano, in genere, una
copertura pi o meno elevata.
Formazioni naturali a pino d'Aleppo (Pinus halepemis) sono presenti lungo i declivi collinari che
costeggiano il fiume Ippari presso Vittoria e il fiume Tellaro vicino Noto. In particolare, i pineti di
Vittoria costituiscono il resto di un' estesa foresta
nota dai classici romani come" Saltus camarinensiI': Essa si presenta in forma discontinua, con
uno strato arboreo costituito dal solo pino d'Aleppo, con esemplari di circa lO metri di altezza. La
superficie interessata da queste formazioni di
qualche migliaio di ettari e costituisce una delle
poche formazioni naturali a pino d'Aleppo attualmente presenti in Sicilia. Lo strato arbustivo, grazie alla ridotta copertura arborea, si estende in
continuit anche al di sotto delle chiome dei pini. Concorrono alla sua costituzione Olea europaea varo sylvestris, Pistacia lentiscus, Phillyrea la-

tus communis, Teucrium fruticans, Prasium majus,


Clematis cirrhosa, Rhamnus oleoides, Ephedra fragilis, Anagyris foetida, Asparagus albus e A. stipularis. Rari sono i lembi residui di macchia con
QJtercus calliprinosche costituisce interessanti formazioni insieme a Juniperus turbinata su substra-

tifolia, Rhamnus alaternus, Lonicera implexa, Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa e anche Quer-

ti sabbiosi, o alla palma nana sui substrati carbonatici della costa nord-occidentale della Sicilia.

rinus officinalis, Thymus capitatus, Globularia alypum, Asparagus acutifolius, Erica multiflora, Teucrium fruticans, Prasium majus, Rosa sempervirens,
Calicotome infesta, Quercus calliprinos, Juniperus
turbinata, Arbutus unedo, Daphne gnidium, Chamaerops humilis, Ephedra fragilis e alcune specie
del genere Cistus, fra cui il rarissimo Cistus clusii,
presente in Sicilia soltanto in questa formazione.
Il ricopri mento erbaceo poco significativo. Esso dato da Ampelodesmos mauritanicus, Arisa-

rum vulgare, Asphodelus microcarpus, Urginea maritima e da alcune orchidacee, quali Ophrys bertolonii e Serapias vomeracea.
Un' altra tipologia di pineto naturale quella espressa dal pino marittimo a Pantelleria. In quest'isola
tale specie si riscontra in diverse espressioni forestali di tipo sempreverde. Tuttavia, il ruolo pi significativo lo svolge nell' ambito di un' autonoma
formazione che, talora, assume connotati di macchia-gariga. In questo contesto, oltre al dominante pino marittimo si riscontra il leccio e, in prossimit della costa, il pino d'Aleppo (introdotto).
La copertura arbustiva costituita da varie sclerofille, fra cui Erica multiflora, E arborea, Lavandu-

la stoechas, Rosmarinus officinalis, Pistacia lentiscus,


Arbutus unedo, Myrtus communis, Daphne gnidium,
Calicotome infesta, Genista aspalathoides e varie specie del genere Cistus quali Cistus monspeliensis, C
creticuse C salvifolius. Lo strato erbaceo costituito da poche specie, tra cui la rara Carex illegitima
e Dorycnium hirsutum. Notevole anche qui la
componente crittogamica espressa sia da funghi
che da licheni, briofite e poche specie di felci.
MACCHIE, ARBUSTETI E BOSCAGLIE

Questa tipologia riunisce aspetti vegetazionali eterogenei, presenti discontinuamente nel territorio.
Si tratta in prevalenza di formazioni di origine secondaria, ma anche di nuclei relitti di macchia
mediterranea. Questi ultimi, in particolare, rappresentano espressioni di climaxedafico, con funzione di collegamento tra le comunit alofitiche
delle scogliere e delle spiagge sabbiose e la foresta termofila di querce dell'interno.
Cintensa antropizzazione, cui stata sottoposta
la fascia costiera, ha determinato una notevolissima rarefazione degli originali aspetti di macchia
a testimonianza dei quali rimangono isolati e sparuti lembi, in cui svolge un ruolo significativo Pistacia lentiscus associato a Chamaerops humilis, Ceratonia siliqua, Olea europaea varo sylvestris, Myr-

Sicilia < 435

Tra le formazioni di macchia mediterranea vanno incluse anche quelle dominate da Euphorbia
dendroides, insediate in ambienti xerotermici, rupestri e semirupestri, sia del litorale che dell'interno, fino a quote superiori ai 500 metri.
Aspetti peculiari di macchia sono inoltre quelli
caratterizzati dalla dominanza di arbusti spinosi,
quali Rhus tripartita, Calicotome infesta e, pi raramente, Rhus pentaphylla, presenti nell' area iblea
e aspetti marcatamente termo-xerofili caratterizzati dalla Periploca angustifolia localizzati nelle isole del Canale di Sicilia e nelle Egadi.
Aspetti secondari, costituiti prevalentemente da
boscaglie, sono abbastanza frequenti sui fianchi
dei rilievi collinari e montani, soprattutto dal livello del mare fino a circa 1200 metri di quota.
Si tratta generalmente di espressioni vegetazionali di sostituzione, pi o meno dense e continue,
a tratti impenetrabili, con funzione ecologica di
mantello, fisionomizzate da entit ad habitus arborescente. La composizione floristica mantiene
i caratteri della formazione c1imacica serialmente connessa, con una pi ricca rappresentanza di
specie eliofile, mentre la struttura ha subito nel
tempo alterazioni pi o meno radicali in relazione all'incidenza delle attivit umane. Tra gli aspetti meglio tipizzati si ricordano le boscaglie collegate ai querce ti caducifogli alto-collinari e montani delle Madonie, caratterizzate da Crataegus laciniata, specie orofila mediterranea, cui si associa
un ricco contingente di specie spinose quali Cra-

taegus monogyna, Prunus spinosa, Pyrus amygdaliformis, Rhamnus cathartica, Rosa canina, e di specie lianose come Clematis vitalba, Lonicera etrusca, Rubus ulmifolius e Tamus communis.
FRUTICETI E PRATERIE SUBMONTANE E
MONTANE
La vegetazione altomontana della Sicilia molto
peculiare ed caratterizzata dalla presenza di arbusti spinosi nani, a portamento pulvinare, che
danno luogo a formazioni discontinue di elevato
interesse fitogeografico per la presenza di specie
endemiche e/o rare. I migliori esempi di queste
fitocenosi si riscontrano sull'Etna e sulle Madonie. Le comunit camefitiche sui substrati vulcanici dell'Etna sono fisionomizzate da Astragalus
siculus e Rumex aetnensis, cui si accompagnano alcune specie erbacee oro file, quali Bellardiochloa
variegata subsp. aetnensis, Erysimum etnense, Ro-

bertia taraxacoides, Senecio aethnensis, Tanacetum


siculum, Viola aethnensis (BRULLO et aL 2005).
Sui litosuoli carbonatici delle alte montagne della
Sicilia settentrionale, e in modo particolare sulle
Madonie, laddove per fattori edafoclimatici non
riesce ad affermarsi un climaxdi tipo forestale, si riscontrano diverse formazioni erbaceo-camefitiche.
Sui subsuati carbonatici provvisti di scheletro, da
1400 metri fino alle zone cacuminali, si rinviene
una formazione a pulvini endemica delle Madonie, caratterizzata sotto l'aspetto fisionomico dal-

la dominanza di Astragalus nebrodensis (PIGNATTI


etal 1980). Le stazioni primarie si impiantano nelle zone di vetta e in ambiente semirupestre, dove
l'azione del vento costante e talora particolarmente intensa. I pi estesi astragaleti si trovano, tuttavia, in stazioni secondarie, poste a quote pi basse, su suoli pi evoluti (RAIMONDO et aL 1994).
I ghiaioni di natura calcarea e calcareo-dolomitica,
a quote superiori a 1400 metri, sono colonizzati da
Ptilostemon niveus e Senecio candidus, Onosma canescens e Linum punctatum (PIGNATTI et aL 1980).
I brecciai consolidati sono caratterizzati da una
particolare vegetazione espressa da specie come

Thymus spinulosus, Scorzonera villosaeflrmis, Carduncellus pinnatus, Teucrium chamaedrys, Avenula cincin nata, Dianthus arrostii, Helianthemum cinereum, Erysimum bonannianum, Koeleria splendens, Inula montana, Sesleria nitida e Silene sicula. In questo contesto un aspetto particolare quello fisionomizzato da Stipa sicula, endemita della
Sicilia centro-settentrionale con distribuzione puntiforme circoscritta a una limitata area delle Madonie e ai territori prossimi ad Enna, cui si associano Alyssum nebrodense, Astragalus nebrodensis,

Asphodeline lutea, Inula montana, Iris pseudopumila, Onosma canescens e Valeriana tuberosa.
Illitosuolo calcareo, in conseguenza del degrado e
del progressivo esaurimento del faggeto, ospita una
vegetazione aperta, costituita prevalentemente da
Cachrys ferulacea e da Astragalus nebrodensis, cui si
associano diverse altre specie e in particolare Eu-

phorbia myrsinites, Cerastium tomentosum, Phleum


ambiguum e Artemisia alba (RAIMONDO 1980).
Pi rare sono le formazioni pulvinari orofile, marcatamente acido file, presenti su substrati quarzarenitici, in cui si rinvengono alcune specie endemiche o abbastanza rare nell'isola, fra le quali Genista

cupani, Armeria nebrodensis, Plantago humilis, Minuartia condensata. Frammiste a questi aspetti ca-

(Plantago cupani, Crepis vesicaria, Leontodon tuberosus, Hypochaeris radicata subsp. neapolitana)
o cespitose (Cynosurus cristatus, Lolium perenne,
Vulpia sicula, Festuca circummediterranea) , considerate indicatrici di prati pascolati.
VEGETAZIONE DEI COLTIVI ABBANDONATI,
PRATERIE E GARIGHE
Le praterie e le garighe della fascia altimetrica superiore ai 600 metri risultano costituite in prevalenza
da specie erbacee polienni, eliofile, sia a rosetta che
cespitose, resistenti al calpestio del bestiame. Nelle
aree in cui la pressione del pascolo particolarmente intensa, si verifica un avanzato decadimento della fertilit del suolo, che si riflette sulla composizione floristica. Il cotico erboso, infatti, manifesta una regressione delle specie pi pregiate,
a tutto vantaggio di quelle infestanti rifiutate dal
bestiame, e delle specie a ciclo effimero che, grazie a una fruttificazione precoce, disseminano prima di essere pascolate. Le legumi no se registrano,
nel complesso, una discreta presenza, ma la maggior parte di esse, anche se dotate di buona composizione analitica, evidenziano habitus ridotto,
cosl da essere ai limiti della pabularit.
Sui substrati detritici, poco compatti e acclivi, si
insediano estese praterie ad Ampelodesmos mauritanicus, specie che svolge un ruolo di primaria
importanza nella difesa idrogeologica delle pendici di quasi tutti i rilievi, fino a circa 1000 metri di quota. Grazie alla straordinaria capacit di
ricaccio posseduta, questa graminacea riesce a ricostituire in poco tempo la parte epigea dopo ogni
passaggio del fuoco, senza mostrare apparenti sintomi di sofferenza. In virt di questa velocit di
ricoprimento del suolo dopo il passaggio del fuoco, Ampelodesmos mauritanicus svolge un insostituibile ruolo nella stabilizzazione dei versanti denudati, costituendo in questi ambienti l'ultima
valida barriera all'azione erosiva delle acque di
scorrimento superficiale (RAIMONDO 1987).
Gli ampelodesmeti distribuiti nella maggior parte dei rilievi calcarei della Sicilia nord-occidentale, sono costituiti, oltre che da Ampelodesmos mauritanicus, da Helictotrichon convolutum, Dianthus

mefito-emicriptofitici si rinvengono spesso formazioni legnose a carattere relitto, in cui hanno la loro massima espressione alcuni arbusti nani prostrati, come Juniperus hemisphaerica, Berberis aetnensis,
Rosa sicula, Prunus prostrata, Daphne oleoides e alcune conifere arboree come Abies nebrodensis, raro
endemismo attualmente rappresentato da un numero limitato di individui (BRULLO et aL 2001a).
La vegetazione delle praterie e delle garighe mesoxerofile dei substrati quarzarenitici o, comunque caratteristica dei suoli acidi o acidificati in
superficie, caratterizzata da alcune emicriptofite come Cynosurus cristatus, Lolium perenne, Plantago cupanii e Trifolium repens, alle quali si associano diverse altre eliofite mesofile. Si tratta di
una vegetazione prativa, costituita soprattutto da
specie erbacee preadattate al calpestio del bestiame (RAIMONDO 1980). Vi si riscontrano in massima parte specie stolonifere ( Trifolium repens, T

ampelodesma fornisce protezione anche a un ricco contingente di specie endemiche o di rilevante interesse fitogeografico, quali alcune orchidee
come Ophrys lacaitae,
lunulata,
oxyrrhynchos subsp. oxyrrhynchos, Orchis brancifortii e
commutata. Quando l'ampelodesmeto viene lasciato indisturbato dall'incendio si arricchisce in
specie legnose, in particolare nanofanerofite e camef te, come Erica multiflora, Polygala preslii, Ca-

bivonae, Potentilla calabra, Hieracium macranthum), a rosetta strettamente appressata al suolo

licotome villosa, Spartium junceum, Cistus creticus,


C salvifolius, Osyris alba, Teucrium ftuticans, Cha-

siculus, Avenula cincinnata, Brachypodium retusum, Micromeria graeca subsp. graeca, Foeniculum
vulgare, Reichardia picroides, Bituminaria bituminosa, Sixalix atropurpurea subsp. maritima, Kundmannia sicula (MINISSALE 1995). La prateria ad

o.

o.

o.

436 > La Vegetazione d'Italia

La vegetazione insediata sulle rupi localizzate nella fascia altimetrica compresa tra 500 e 1500 metri contraddistinta da alcuni endemismi siculi
come Anthemis cupaniana, Centaurea busambarensis, Helichrysum pendulum e i suddetti Antirrhinum siculum, Brassica rupestris subsp. rupestris
e Cymbalaria pubescens. A questi si associano altri taxa endemici o rari come Asperula gussonei,

Ceterach officinarum, Dianthus busambrae, Melica minuta, Seseli bocconi subsp. bocconi, Silene fruticosa subsp. fruticosa, Sedum sediforme e localmente Centaurea erycina.
La suddetta fitocenosi si riscontra in diversi con-

Diffusa prateria steppica ad Ampelodesmos mauritanicus. Terrirorio di Enna (foro P. Minissale)

maerops humilis, Daphne gnidium, Smilax aspera.


Nei litosuoli sottoposti all'azione continua del pascolo, le praterie ad ampelodesma vengono sostituite da aspetti discontinui subnitrofili, poveri in
specie pabulari, fisionomizzati da vistose emi cri ptofite e geofite. Tra le prime si ricordano Ferula

communis, Carlina sicula, Cynogiossum creticum, C


columnae, Rumex thyrsoides, Eryngium campestre,
Cichorium intybus, Thapsia garganica, Elaeoselinum
asclepium; tra le seconde Asphodelus microcarpus,
Mandragora autumnalis, Oxalis pes-caprae, Atractylis gummifera, Iris planifolia, Gynandriris sisyrinchium. La comunit vegetale si compone, inoltre,
di un nutrito contingente di composite spinose a
taglia elevata, quali Cynara cardunculus subsp. car-

dunculus, Scolymus grandiflorus, Onopordon illyricum, Carthamus lanatus, Centaurea calcitrapa.


Tra le specie che si rinvengono con maggiore frequenza negli ampelodesmeti di bassa quota si ricordano Delphinium emarginatum, Serratula cichoracea subsp. mucronata, Bituminaria bitumi-

nosa, Phagnalon saxatile, Pallenis spinosa, Micromeria graeca subsp. graeca, Hyoseris radiata, Kundmannia sicula, Avenula cincin nata, Anthyllis vulneraria subsp. maura, Convolvulus cantabrica, C
althaeoides, Andropogon distachyus, Sixalis atropurpurea subsp. maritima.
Nei versanti costieri pi aridi, l'ampelodesmeto viene vicariato dalla prateria a Hyparrhenia hyrta, che
sui rilievi presso Palermo si associa spesso a Pennisetum setaceum, elegante graminacea cespitosa invasiva, originaria della fascia tropicale e temperatocalda, rilevata per la prima volta in Sicilia nei primi anni:60 a Monte Pellegrino, da dove si espan-

sa praticamente in buona parte dell'Isola. Le formazioni a Hyparrhenia hirta sono normalmente


frammiste a praticelli effimeri in cui dominano Sti-

pa capensis, Reichardia pieroides, Trifolium stellatum,


T. scabrum, Hypochaeris achyrophorus, Lotus edulis,
Sideritis romana, Linum strictum, Nigella damascena. In queste praterie a Hyparrhenia hirta si rinvengono, inoltre, alcune specie saharo-sindiche, quali

Heteropogon contortus, Cenchrus ciliaris, Aristida coerulescens, Andropogon distachyus, oltre alle endemiche Panicum bivonae e Bothriochloa panormitana.
Talvolta queste praterie si compenetrano con aspetti pi o meno evoluti di gariga, caratterizzata da

Chamaerops humilis, Erica multijlora, Polygala preslii, Teucrium fruticans, Prasium majus, Phagnalon rupestre, Micromeria graeca.
ROCCE NUDE, FALESIE, RUPI ED AFFIORAMENTI VARI

Le pareti rocciose di bassa e media quota costituiscono importanti stazioni rifugio per alcune fitocenosi, nelle quali assumono particolare rilievo
numerose casmofite endemiche, la maggior parte
delle quali gravitano nella fascia costiera della Sicilia nord-occidentale, come Centaurea ucriae
subsp. ucriae, C ucriae subsp. umbrosa, Brassica
rupestris subsp. rupestris, Cymbalaria pubescens e
Odontites bocconii (BRULLO, MARCEN 1979;
BRULLO et al 2004). Tra i taxa endemici a pi ampia distribuzione, alcuni dei quali con areale relitto e frammentario, figurano Antirrhinum siculum,

Convolvulus cneorum, Dianthus rupicola, Iberis


semperflorens, Lithodora rosmarinifolia, Lomelosia
eretica, Matthiola incana subsp. rupestris, Seseli bocconi subsp. bocconi (GlANGUZZI et al. 1996).

testi dell'isola ed in particolare sulle Madonie, a


Monte San Calogero (Termini Imerese), sui Monti di Calamigna, di Palermo, a Rocca Busambra
e in diversi rilievi calcarei dei Sicani, fino a Erice
sopra Trapani. La vegetazione rupestre d'altitLIdine limitata principalmente ai rilievi carbonatici, come ad esempio nelle creste rocciose delle
Madonie, dove trova la massima espressivit sulle rupi dolomitiche delle Serre di Quacella (RAIMONDO 1984b; BRULLO 1984b). Questa vegetazione fisionomizzata da un cospicuo numero di
casmofite endemiche o rare, altamente specializzate, tra le quali assumono un ruolo particolarmente rilevante Asperula gussonei, Edraianthus
graminifolius subsp. siculus, Helichrysum nebro-

dense, Hieracium symphytifolium, Minuartia verna subsp. grandiflora, Potentilla caulescens subsp.
nebrodensis, Saxifraga lingulata subsp. australis e
Si/ene saxifraga varo lojaconoi. A queste si associano numerose altre entit in parte adattate all'habitat in esame e in parte trasgressive di associazioni circostanti.
PALUDI SALMASTRE E SALINE

Le grandi depressioni palustri, presenti principalmente nella fascia costiera meridionale dell'isola,
sono interessate da una tipica vegetazione alofila
(BRULLO, FURNARl 1976). La superficie dei "pantani" durante la stagione estiva si presenta spesso
quasi completamente disseccata, mentre per il resto dell'anno sommersa da acque stagnanti.
Nelle acque poco profonde e ad elevata salinit
dei pantani retrocostieri si insediano popolamenti monofitici di Ruppia maritima, talora associata
ad Althenia filiformis. Nei tratti centrali dei pantani, dove la ptolungata persistenza dell' acqua ostacola l'insediamento di specie perenni, vengono favorite alcune terofite succulente, quali Suaeda spicata, Salicornia patula, S. emerici, Halopeplis amplexicaulis, che normalmente costituiscono dei popolamenti monofitici o quasi. Proseguendo verso
la fascia esterna dei pantani, si trovano delle cinture di vegetazione disposte secondo un gradiente di umidit e di salinit decrescente. Solitamente la porzione pi interna, dove la concentrazione salina superiore a quella dell'ambiente marino e il ristagno d'acqua abbastanza prolungato,
si insedia una comunit dominata da Sarcocornia

Sicilia < 437

Hyparrhenietum hirto-pubescentis. Arenile di Oliveri-Tindari (foro V. !lardi)

alpini, cui segue una fascia con dominanza di Arthrocnemum glaucum, sostituita, in condizioni di
minore alofilia, da Sarcocornia ftuticosa. Nei pantani della Sicilia occidentale, in situazioni estremamente termo-xeriche, si rinvengono comunit a dominanza di Halocnemum strobilaceum.
Nella fascia pi esterna, in corrispondenza dei
tratti non soggetti a ristagno d'acqua, si rinviene
una formazione ad Inula crithmoides ed Elytrigia
scirpea, che rappresenta la pi evoluta delle comunit alofile, svolgendo un ruolo di cerniera con
le comunit legnose, quali la macchia o i diversi
stadi di degradazione a essa connessa.
VEGETAZIONE DEI CORSI D'ACQUA
Le ripisilve siciliane risultano costituite da specie
arboree decidue d'alto fusto, che tendono a formare delle strette fasce di vegetazione lungo le rive dei corsi d'acqua. Le specie ripali pi comuni
nei corsi d'acqua montani, con alvei allocati sul
fondo di valli pi o meno strette e profonde, sono Populus nigra, P. alba, P. canescens, Salix alba
subsp. alba, S. alba subsp. vitellina, S. pedicellata, S. gussonei, Fraxinus angustifolia subsp. angustifolia, Ulmus canescens, U glabra, Sambucus nigra, Ficus carica. Lo strato arbustivo costituito
da igrofite cespugliose, quali Hypericum hircinum,

Tamarix gallica, Nerium oleander e lianose, come


Rubus ulmifolius, Rosa sempervirens, Solanum dulcamara, Tamus communis, Rubia peregrina, Hedera helix, Vitis vinifera subsp. sylvestris. A queste si
associano diverse specie erbacee e arbustive, tra le
quali si ricordano Arum italicum, Brachypodium
sylvaticum, Carex pendula, Dorycnium rectum,
Equisetum telmateia (BRULLO, SPAMPINATO 1990).
A valle, lungo i tratti con alveo pi ampio dove i
processi di sedimentazione sono attivi, la vegetazione ripale presenta profondi cambiamenti, sia
floristici che strutturali. Essa, infatti, risulta pi
povera floristicamente ed costituita, in prevalenza, da aggruppamenti caratterizzati soprattutto da Salix pediceflata e S. alba subsp. alba, ai quali si accompagnano, in alcuni ambiti, anche S.
purpurea e Populus nigra (RAIMONDO et al 1994).
Nel territorio ibleo, la maggior parte dei corsi
d 'acqua - che scorre sul fondo di cave costituite
in massima parte da calcari miocenici - caratterizzata da formazioni ripali costituite da diverse specie arboree, fra cui predominano Platanus
orientalis e Salix pedicellata (BARBAGALLO et al.
1979b).
Lungo le fiumare con greti ampi e ciottolosi, in
condizioni di maggiore xericit, si riscontrano

aspetti fisionomicamente dominati da Nerium


oleander, cui si associano pochi altri arbusti come Spartium junceum, Calicotome infesta, Rubus
ftuticosus. Nei si ti meno disturbati, con substrati subsalsi, ricchi in limo e argilla, si rinvengono,
invece, lembi di tamariceti. Si tratta di aggruppamenti, abbastanza poveri floristicamente , caratterizzati dalla dominanza di Tamarix afticana
e T gallica (RAIMONDO 2000). Sulle alluvioni terrazza te delle fiumare - pi o meno mobili e soggette a periodici apporti di materiali solidi -
presente la tipica vegetazione glareicola a carattere pioniero con Helichrysum italicum, Scrophularia canina subsp. bicolor, Inula viscosa, Euphorbia
rigida, Lotus commutatus, Micromeria graeca (BRULLO, SPAMPINATO 1990). In prossimit delle foci
- o nei tratti a lento deflusso - dei principali corsi d'acqua non mancano aspetti di tipo palustre.
Lungo le forre, i valloni e i rigagnoli - ricadenti
soprattutto nella parte pi elevata dei bacini imbriferi dei principali corsi d'acqua -la vegetazione, oltre che dalla presenza sporadica di specie ripariali dei generi Salix, Populus e Tamarix, costituita da taxa trasgressivi di comunit circostanti, come Clematis vitalba, C. cirrhosa, Crataegus
monogyna, Nerium oleander, Quercus virgiliana,

438> La Vegetazione d'Italia

Q ilex, Prnnus spinosa, Rubus ulmifolius, Rhus coriaria, Rosa sempervirens, Rubia peregrina, Spartium junceum, Smilax aspera, Tamus communis,
Arnndo collina, Oryzopsis miliacea, Ampelodesmos
mauritanicus. Significato relittuale assumono al-

tamogeton natans, Ranunculus aquatilis, R peltatus, R. trichophyllus subsp. trichophyllus e da varie


specie del genere Callitriche. Nella cintura peri-

cuni piccoli laureti insediati in stazioni microclimatiche di tipo subtropicale umido delle Madonie, presso cui trovano rifugio elementi relittuali, talora puntiformi come l'endemico Rhamnus
lojaconoi (RAIMONDO 1979).

nunculus (R. marginatus, R. muricatus, R. lateriflorns, R ophioglossifolius), Alisma plantago-aquatica, Eleocharis palustris, Oenanthe aquatica, Juncus articulatus e J conglomeratus. Notevole inte-

VEGETAZIONE PALUSTRE E LACUSTRE

Ai margini dei principali invasi artificiali sono frequenti formazioni erbacee igrofile e canneti. La
vegetazione prevalentemente costituita da comunit vegetali disposte in fasce concentriche, riconoscibili per la differente composizione floristica e, conseguentemente, per la diversa fisionomia. Predominano i popolamenti a Phragmites
australis, ai margini dei quali si rinvengono, disposti in strette cinture discontinue, popolamenti rispettivamente di Thypha latifolia, Schoenoplectus lacustris e, sporadicamente, di altre specie
con organi sotterranei immersi nel fango, come
lris pseudacorus e Sparganium erectum (BRULLO,
SPAMPINATO 1990). Nello stesso contesto, durante la stagione estiva, lo spazio sottoposto a prosciugamento viene occupato da un' associazione
vegetale effimera caratterizzata da Heliotropium

supinum, Heleochloa schoenoides, Euphorbia chamaesyce, Glinus lotoides, Paspalum distichum, Chenopodium rnbrnm, P0o/gonum lapathifolium, Kickxia spuria (BRULLO, MARCEN 1974a).
La vegetazione palustre include anche la rara vegetazione che si insedia nelle piccole pozze o conche temporanee dei piani carsici, caratterizzata
prevalentemente da microterofite igrofile a ciclo
effimero primaverile. Nelle stazioni montane sono frequenti in particolare Myosurus minimus, Ranunculus lateriflorus, R. marginatus e Antinoria
insularis, specie piuttosto rare in Sicilia e adattate all'habitat igrofllo temporaneo (BRULLO, GRILLO 1978; RAIMONDO 1980). Nelle stazioni costiere e collinari si rinvengono numerose altre
igrofite: Solenopsis laurentia, Crassula vaillantii,

Cicendia filiformis, Elatine macropoda E gussonei,


Isoetes duriei, l histrix, l velata, Juncus pygmaeus
e J capitatus. A queste specie normalmente si accompagnano numerose altre microfite igrofile a
pi ampia distribuzione, tra cui Montia fontana
subsp. chondrosperma, Juncus bufonius, Trifolium

micranthum, Lythrum hyssopifolium, Mentha pulegium (BRULLO, MINISSALE 1998).


Tra gli aspetti lacustri rientrano particolari stagni,
noti con i termini di "urghi" o "gurghi". Si tratta di modesti specchi d'acqua naturali, situati in
limitate depressioni, di profondit variabile da
pochi centimetri a circa un metro, nelle quali si
rinviene la tipica vegetazione acquatica, sia lacustre che palustre, costituita da Apium inundatum,

Glyceria aquatica, Myriophyllum alterniflornm, Po-

metrale - soggetta a periodiche inondazioni - si


insediano, oltre ad alcune specie del genere Ra-

resse paesaggistico, naturalistico e geobotanico rivestono gli ambienti lacustri e palustri distribuiti nella parte montana del territorio dei Nebrodi, tra cui figurano il Biviere di Cesar e i laghi
Trearie, Cartolari, Maulazzo, Urio Quattrocchi e
Zilio.
Anche nei laghi retrocostieri della Sicilia meridionale, come il Biviere di Gela, si rilevano delle fasce quasi concentriche di vegetazione, qualitativamente e fisionornicamente ben caratterizzate,
la cui successione spazi aie da connettere alle
oscillazioni stagionali del livello dell'acqua (BRULLO, SCIANDRELLO 2006). Le sponde del Biviere,
a diretto contatto con la vegetazione a idrofite,
vengono occupate da due comunit pauciflore di
vegetazione palustre. Queste si dispongono in due
cinture, caratterizzate rispettivamente dalla presenza discontinua di Schoenoplectus litoralis e da
quella pi costante di 7Jpha latifolia e T. angustifolia, posta sulla sponda a pi debole pendo.
La parte pi esterna delle sponde, inondata per
lunghi periodi, dominata da una fascia contraddistinta da densi popolamenti a Phragmites australis, in contatto con una ulteriore fascia mesoigrofitica, dominata da Tamarix arborea, che si
accompagna a T. africana e T. gallica. Infine, sporadicamente e su piccole superfici, in stazioni umide, leggermente saline - poste sia ai margini del
Biviere che nelle pozze sparse sul territorio - si riscontra una comunit vegetale caratterizzata da

Juncus maritimus, J acutus, Holoschoenus australis, Pulicaria sicula, Carex estensa.


VEGETAZIONE PSAMMOFILA

La fascia costiera della Sicilia stata ed interessata da intensi processi di antropizzazione. rambiente del litorale sabbioso , pertanto, caratterizzato da un sistema dunale pesantemente modificato dall'attivit antropica, solo in brevi tratti discretamente conservaro. In seguito agli interventi di bonifica, di rimboschimento, di impianto massivo di serre in ambiente retrodunale e di
aumento degli insediamenti industriali e residenziali, le comunit psammofile risultano ampiamente compromesse. La situazione ulteriormente aggravata dalla presenza di diverse specie esotiche (Eucao/ptussp.pl., Acaeia saligna, Carpobrotus aeinaciformis), inizialmente utilizzate nell' ambito di discutibili interventi di riqualificazione
ambientale e di consolidamento dunale, che tendono a sostituire gli elementi indigeni modificando irreversibilmente la composizione floristica e

la struttura delle fitocenosi originarie (ILARDI et


al 2000).
Nei tratti in cui la duna stata spianata la vegetazione risente maggiormente dell' azione delle
mareggiate, che permettono soltanto l'insediamento di una comunit pauciflora composta da
specie pioniere a ciclo effimero, quali Cakile maritima e Sa/sola kali. Nei tratti in cui l'avanduna
risulta meno disturbata ancora visibile la fitocenosi con Elytrigia juncea, Sporobolus arenarius,

Otanthus maritimus, Cyperns kalli, Polygonum maritimum. La porzione pi alta della duna, quando non manomessa, viene stabilizzata da Ammophila littoralis, Medicago marina, Echinophora spinosa, Eryngium maritimum, Launaea resedifolia,
Hormuzakia aggregata.
Nel retro duna, in alcune localit (come Vendicari e Capo Granitola) si rinvengono aspetti frammentari a Centaurea sphaerocephala e Ononis ramosissima, che, a causa dell' esercizio dell' agricoltura, non riescono ad avere continuit. Le dune
pi mature e stabilizzate sono interessate da una
macchia a Juniperus macrocarpa, che si accompagna a Ephedra fragilis, Lycium intricatum e Pistaeia lentiscus (BARTOLO et al 1982b; BRULLO et al.
2001a). Gli esempi migliori attualmente si rinvengono nella Sicilia sud orientale, presso la foce dell'Irminio e a Vendicari. Nelle stazioni interessate da una maggiore aridit ambientale, come nei pressi di Gela, questo tipo di vegetazione
viene sostituito da un aspetto a impronta nordafricana, dominato da Retama raetam subsp. gussonei (BRULLO et al 2000). I depositi sabbiosi pi
interni sono invece colonizzati da una macchia a
Juniperus turbinata e Quercus calliprinos, di cui
ormai si hanno solo pochi isolati esempi.
COLTURE AGRARIE

Il paesaggio vegetale della Sicilia per larghi tratti improntato da colture agrarie estensive, tra le
quali hanno un peso significativo i seminativi e
gli oliveti, localizzati nelle aree collinari e pedemontane; minore incidenza rivestono i pistacchieti, carrubeti, mandorleti, noccioleti, frassineti, che
conferiscono ad alcuni ambiti del territorio siciliano caratteri peculiari ed esclusivi.
I seminativi ricadono soprattutto nella parte centro-meridionale dell'isola, sui suoli argillosi dell'interno collinare. Notevole l'incidenza delle
colture cerealicole (prevalentemente grano duro)
e, nell' ambito delle foraggere, della sulla (Hedysarum coronarium), che insieme fisionomizzano
estese superfici, conferendo al paesaggio primaverile effetti cromatici suggestivi. rambiente colturale del seminativo costituisce l'habitat ideale
per numerose specie segetali, tra le quali si ricordano Bifora testiculata, Anacyc/us tomentosus, Ado-

nis microcarpa, Rhagadiolus stellatus e Neslia paniculata, cui si associano diverse altre entit che,
spesso, presentano elevati valori di copertura, come Ammi visnaga, Daucus aureus, Lolium rigi-

Sicilia < 439

Vegetazione psammofla lungo le coste dell'Agrigentino (foto G. Bazan)

dum, Ranunculus ficaria, Avena barbata, A. fatua,


Gladiolus italicus, Papaver rhoeas, Phalaris paradoxa, P. brachystachys, Ridolfia segetum e Convolvulus arvensis. Nei vertisuoli della bassa collina
sono frequenti, inoltre, Medicago ciliaris, Capnophyllum peregrinum, Bupleurum lancifolium, Ranunculus trilobus e Melilotus messanensis (DI MARTINO, RAIMONDO 1976; BARTOLO et al. 1982a;
FERRO 1990).
Gli oliveti estensivi sono rappresentati da vecchi
impianti monospecifci, con bassa densit di piante per ettaro, o misti al mandorlo e ad altri fruttiferi, che svolgono un'importante funzione sia
protettiva che economica, oltre che paesaggistica. Diversi sono gli oliveti secolari - come anche
gli individui di dimensioni monumentali - tuttora produttivi, noti come "olivi saraceni".
Tra le colture minori, da alcuni decenni in via di
regressione, quella del mandorlo connota il paesaggio agrario di diverse province siciliane e, in
modo particolare, dell'agrigentino dove, in prossimit della Valle dei Templi, assume un elevato
valore identitario. La coltivazione del pistacchio
concentrata soprattutto nell'area etnea (Bronte
e Adrano); i carrubeti, in costante diminuzione

negli ultimi anni, presentano un elevato valore


testimoniale e paesaggistico nell'area iblea, mentre le aree corilicole pi singolari ricadono negli
acclivi versanti collinari dei Nebrodi, dei Peloritani e, in minima parte delle Madonie (Polizzi
Generosa), dove - oltre all'aspetto produttivo svolgono un ruolo notevole nella difesa idrogeologica. Nel comprensorio madonita, una coltura
di elevaro valore estetico costituita dai residuali frassineti da manna, localizzati attualmente nelle sole campagne di Pollina e Castelbuono, in provincia di Palermo, dove danno luogo a un paesaggio unico e esclusivo (RAlMONDO 1984a).
La florula infestante le colture legnose molto
ricca e varia e in parte simile a quella dei seminativi. Tra le specie pi comuni si riscontrano Oxalis pes-caprae, Arisarum vulgare, Brassica rapa subsp.

sylvestris, Calendula arvensis, Diplotaxis erucoides,


Echium plantagineum, Galactites tomentosa, Fedia
cornucopiae.
Il paesaggio agrario delle colture intensive espresso principalmente dagli agrumeti, dai vigneti e
dalle colture ortofloricole. Lagrumicoltura siciliana interessa la fascia litoranea settentrionale e
orientale, con particolare riguardo ai territori del-

le province di Siracusa, Catania, Messina e Palermo. Limitatamente a quest'ultima, sono particolarmente espressivi gli impianti ricadenti lungo
tutto il fondovalle del bacino dell'Oreto e nella
Piana di Bagheria, dove hanno dato luogo ai famosi giardini della Conca d'Oro, oggi in parte
abbandonati o urbanizzati. Altri agrumeti storici sono quelli localizzati ai piedi del cono vulcanico etneo. Impianti pi recenti caratterizzano
nella parte occidentale della provincia di Agrigento il territorio di Ribera, dove prevalgono gli aranceti a polpa bionda del gruppo "Navel".
Carattere intensivo presentano anche i frutteti a
kaki, diffusi nelle campagne di Misilmeri (Palermo), i pesche ti dell'alta Valle del Platani e del comprensorio di Bivona in provincia di Agrigento,
nonch di Leonforte nell'ennese. Inoltre, piccole
aree interessate dalla coltivazione di fruttiferi vari
risultano sparse in tutto il territorio e soprattutto
in corrispondenza di comprensori irrigui.
Nell'ambito di questi coltivi si insediano aspetti
di vegetazione infestante il cui corteggio floristico fortemente condizionato dalle pratiche colturali e in particolare dall'irrigazione e dalla concimazione. La vegetazione commensale degli agru-

440> La Vegetazione d'Italia

meti, durante la stagione invernale-primaverile,


si distingue per l'abbondanza di Oxalis pes-caprae,
alla quale si associano numerose altre specie, tra
cui alcune geofite come Arum italicum e Arisarum vulgare, gli asperti primaverili-estivi sono differenziati, invece, da Bromus willdenowii, Trachynia distachya e da altre entit come Convolvulus

arvensis, Sonchus oleraceus, Mercurialis annua, Beta vulgaris, Malva nicaensis, Fumaria cap reo lata,
Polygonum aviculare. In diversi casi le comunit
infestanti si arricchiscono di elementi nemorali
delle formazioni forestali circostanti (BRULLO,
MARCEN6 1985b).
La viticoltura specializzata diffusa soprattutto
nel trapanese, nell'agrigentino e nel palermitano.
Vigneti meno importanti in termini quantitativi, ma non certo qualitativi, ricadono nelle province di Caltanissetta, Catania e Siracusa. Piccoli appezzamenti a carattere familiare, distribuiti
fra i coltivi, si rinvengono su tutto il resto dell'area. Nell'ambito dei vigneti, durante il periodo vernino-primaverile si rilevano appariscenti
aspetti di vegetazione infestante, caratterizzati dall'avventizia Oxalis pes-caprae, da Anthemis praecox, Brassica rapa subsp. sylvestris, Diplotaxis erucoidese Fediagraciliflora, che conferiscono al paesaggio una inconfondibile nota di colore.
Le colture ortofloricole di maggiore estensione
sono localizzate lungo le sponde dei pi importanti corsi d'acqua, nella zona costiera e subcostiera dell'Isola e nella Piana di Catania. Appezzamenti misti di colture erbacee e legnose, di piccole e medie dimensioni, sono generalmente localizzate ai margini dei centri urbani, dove determinano dei mosaici colturali complessi, che talora costituiscono preziose basi di conservazione
della biodiversit delle specie dell'agricoltura tradizionale.
FORMAZIONI E POPOLAMENTI FORESTALI
ARTIFICIALI
Negli ultimi decenni diverse aree collinari e montane del territorio regionale sono state interessate
da interventi di riforestazione che hanno prodotto notevoli trasformazioni nell' originario assetto
del paesaggio. Le specie impiegate sono quasi sempre di origine esotica o di dubbio indigenato, come Abies alba, A. cephalonica, Alnus cordata, Aca-

cia saligna, Cedrus atlantica, C deodara, Cupressus arizonica, C macrocarpa, C sempervirens, Pinus halepensis, P. canariensis, P. insignis, P. nigra,
P. pinaster, P. pinea, Robinia pseudacacia e diverse specie del genere Eucalyptus. Limitato risulta
l'impiego di latifoglie indigene, come Quercus ilex,
Q pubescens s.I., Q. suber e Q. petraea s.I., Acer
campestre, Castanea sativa, Fraxinus ornus. Sono
da segnalare, per quanto riguarda il Bosco della
Ficuzza (Palermo), gli impianti artificiali di Fraxinus angustifolia subsp. angustifolia, che hanno
dato luogo a formazioni in armonia con il contesto del locale paesaggio vegetale.

2. STATO DELLE CONOSCENZE


VEGETAZIONALI
Le prime indagini fitosociologiche effettuate in
Sicilia risalgono alla fine degli anni '30 e inizi '40,
ad opera di FREI (1937), che pubblic un contributo sulle associazioni costiere degli Ammophiletalia e Salicornietalia. Successivamente, lo stesso
autore (FREI 1940) esamin le formazioni arbustive cacuminali dell'Etna, riprese in seguito da
GILLI (1943) e da LODI (1956), mentre PIGNATTI (1951), MOLINIER, MOLINIER (l955b), GENTILE (1960), PIROLA (1959a), GENTILE, DI BENEDETTO (1961) hanno presentato i risultati di
indagini riguardanti alcuni ambienti costieri e
dell'interno. Pi di recente sono stati pubblicati
numerosi contributi relativi a vari territori dell'isola, quali l'Etna (POLI 1965; POLI etal 1981),
le Madonie (RAIMONDO 1980; BRULLO 1984b;
RAIMONDO et al 2004), i Nebrodi (BRULLO, GRILLO 1978; BRULLO et al 1994a), i Peloritani (BARTOLO et al 1994a, 1994b), la Sicilia occidentale
(BRULLO, RONSISVALLE 1975; BARBAGALLO et al.
1979d), la Sicilia meridionale (FURNARI 1965;
BRULLO etal 1976, 1993a, 1993b, 1998b; BARBAGALLO et aL 1979a, 1979b; FERRO 1980, 1982b;
BARTOLO etal 1982b, 1985; BARBAGALLO 1983;
FICHERA et al 1988a, 1988b; TOMASELLI 1999).
Oggetto d'indagini fitosociologiche sono state anche le piccole isole circumsiciliane, quali le isole
Eolie (FERRO, FURNARI 1968, 1970; LONGHITANO 1983; BARBAGALLO etal 1983; BRULLO, FURNARI 1994) , Ustica (RONSISVALLE 1973), le Egadi (BRULLO, MARCEN6 1983), Pantelleria (BRULLO et al 1977; GIANGUZZI 1999) , le isole dello
Stagnone (BRULLO, DI MARTINO 1974; BRULLO
et al 1994b), Linosa (BRULLO, PICCIONE 1980;
BRULLO, SIRACUSA 1996), Lampedusa (BARTOLO et al 1988a; PASTA, LA MANTIA 2001).
Fra questi sono da ricordare quelli riguardanti la
vegetazione forestale (GENTILE 1969a, 1969b;
BRULLO, MARCEN6 1985a; BARTOLO et al 1990;
BRULLO etal 1996b, 1999a, 1999b, 2001a), fluviale (BARBAGALLO et al 1979b; BRULLO, SPAMPINATO 1990), casmofla (BRULLO, MARCEN6
1979; RAIMONDO 1984b; BRULLO et al 2004),
delle rupi costiere (BARTOLO, BRULLO 1993), dei
praticelli effimeri (BRULLO, MARCEN6 1974b;
BRULLO, GRILLO 1985; BRULLO 1985,1988; BRULLO, SCELSI 1996), degli ambienti salmastri (BRULLO, FURNARI 1976; BRULLO et al 1988; BRULLO,
SIRACUSA 2000) e palustri (BRULLO, MARCEN6
1974a; MARCEN6, RAIMONDO 1977; MINISSALE,
SPAMPINATO 1986, 1990), delle pareti stillicidiose (BRULLO et al 1989a, 1993b; RAIMONDO etal
1981), segetale (DI MARTINO, RAIMONDO 1976;
BARTOLO et aL 1982a; FERRO 1990), murale (BRULLO, GUARINO 1999,2002) , ruderale e nitrofila in
genere (BRULLO, MARCEN6 1980, 1985b; BRULLO 1980, 1983a, 1983b, 1984a).

Nel complesso, dai dati di letteratura si evince


come la Sicilia sia da considerarsi una delle regioni italiane meglio conosciute sotto il profilo
ftosociologico. Sulla base degli studi di carattere fitosociologico realizzati per il territorio siciliano le unit sintassonomiche presenti nella regione vengono di seguito elencate, raggruppate per
tipologie fisionomico-ecologiche.
POPOLAMENTINATANTI
Queste formazioni sono frequenti nei bacini lacustri e negli alvei fluviali (BRULLO, FURNARI 1976;
MINISSALE, SPAMPINATO 1990; BRULLO et al.
1994a, 1998b) e rientrano nella classe Lemnetea
minoris R. Tx. ex O. Bols e Masclans 1995.
Le associazioni sono le seguenti: Lemnetum gibbae Miyawaki e]. Tx. 1960; Lemnetum minoris
Oberd. ex Muller e Gors 1960; Wolffietum arrhizae Myawaki e J. T x. 1960; Lemno-Spirodeletum
polyrrhizae Koch 1954; Lemnetum trisulcae (KeIhofer 1915) Knapp e Stoffers 1962.
VEGETAZIONE ACQUATICA RADICANTE
Si tratta di una vegetazione so;nmersa o anfibia
le cui specie presentano un apparato radicale ancorato ai fondali (BARBAGALLO et al 1979b; BARTOLO et al 1982b; BRULLO, DI MARTINO 1974;
BRULLO et al 1980a, 1994a, 1998b; BRULLO,
FURNARI 1971 , 1976; BRULLO, GRILLO 1978;
MINISSALE et al. 1998; MINISSALE, SPAMPINATO
1986, 1990). Le comunit appartengono a seguenti syntaxa:
- Charetea FragiLis Fukarek ex Kraush 1964
(Charetum vulgaris Corillion 1957; Lamprothamnetum papulosi Corillion 1957);
- Potametea Klika in Klika e Novak 1941
(Potamion (Koch 1926) Libbert 1931 ;
Potametum perfoliati W Koch 1926 em. Passarge 1964; Potametum pectinati Cartensen 1955;
Groenlandietumdensae(Oberd. 1962) Segall965;
Nimphaeion albaeOberd 1957; Myriophylletum
spicatiSo 1927; Myriophylletum verticillatiGaudet 1924; Polygono-Potametum natantisSo 1964;
Ranunculion aquatilis Passarge 1964; Ranunculo saniculifolii-Callitrichetum brutiae Brullo, Grillo e Terrasi 1976; Ranunculion fluitantis N euhauls 1959; Ranunculetum penici!lui Brullo e Spampinato 1990; Zannichellion pedicellatae Schamine
et aL 1990; Zanniche!lietum obtusifo/iae Brullo e Spampinato 1990; Potamion graminei (Den Hartog e
Segai 1964) Westhoff eDen Held 1975; Myriophylletum alterniflori Leme 1937 em. Siss. 1943;
Alopecuro-Glycerion spicatae Brullo, Minissale e
Spampinato 1994; Oenantho fistulosae-Glycerietum spicatae Brullo e Grillo 1978; Glycerio-Oenanthetum aquaticae Brullo, Minissale e Spampinato 1994; Glycerio-Callitrichetum obtusangulae Brullo, Minissale e Spampinato 1994; Utricularion Den Hartog e Segal 1964; Utricularietum australis Muller e Grs 1960; Ceratophyllion demersi Den Hartog e Segai ex Passarge 1996;
Ceratophylletum demersi Hild 1956);

Sicilia < 441

- Halodulo- Thalassietea testudium Den Hartog ex


Rivas-Martinez et aL 1999 (Cymodoceetum nodosae Feldmann 1937);
- Ruppietea]. T x. 1960 (Enteromorpho intestinalidis-Ruppietum maritimae Westhoff ex R.Tx. e
Bckelmann 1957; Ruppietum spiralis Hocquette 1927 corr Iversen 1934; Ruppietum drepanensis Brullo e Furnari 1976; Rielletum notarisii Cirujano, Velayos e P. Garcia 1993).
PRATERIE SOMMERSE IN ACQUE MARINE
Questa vegetazione si rinviene sui fondali marini costieri ed caratterizzata da fanerogame marine (BRULLO, DI MARTINO 1974; BRULLO et aL
1998b). Gli aspetti osservati rientrano nelle seguenti classi:
- Posidonietea Den Hartog 1976 (Posidonietum
oceanicae Funk 1927);
- Zosteretea marinae Pignatti 1954 (Zosteretum
marinae Harmesen 1936).
VEGETAZIONE EFFIMERA DEGLI ALVEI
FLUVIALI
Questa vegetazione si insedia nei greti fluviali disturbati su fanghi eutrofizzati (BARBAGALLO et aL
1979b). nota una sola associazione, appartenente alla classe Bidentetea tripartitae R. T x., Lohmeyer e Preising ex von Rochow 1951: Bidentetum tripartitae Koch 1926.
VEGETAZIONE MICROFITICA DI DEPRESSI 0NIUMIDE
Le depressioni umide periodicamente inondate
ospitano normalmente una vegetazione effimera
in cui dominano numerose terofite; rare sono le
geofite e le emicriptofite (BRULLO et al. 1976,
1977,1998b;MARcENO,TRAPANI1976;BARTOLO etal 1988b; MARCENO, COLOMBO 1981; MARCENO, RAIMONDO 1977; BRULLO, SCIANDRELLO
2006). Si tratta di comunit molto specializzate,
caratterizzate da microfite igrofile riferibili alla
classe Isoeto-Nanojuncetea Br.-Bl. e R. Tx. ex Westhoff et al 1946. Le associazioni note rientrano
nelle seguenti alleanze:
- Isoetion Br.-Bl. 1936 (Isoetetum durieui Br.-Bl.
1936; Pulicario-Scirpetum sa vii Brullo e Di Martino 1974; Isoeto-Ranunculetum parviflori Brullo, Di Martino e Marcen 1977; Crassulo-ElatinetumgussoneiBartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Elatinetum macropotlae Br.-BI. 1935);
- Preslion cervinae Br.-Bl. ex Moor 1937 (Ranuncolo-Antinorietum insularis Brullo, Grillo e Terrasi 1976; Myosuro-Ranunculetum laterifloriRaimondo 1980; Ranuncolo lateriflori-Callitrichetum brutiae Brullo e Minissale 1998; Callitricho-Crassuletum vaillantii Brullo, Scelsi, Siracusa e Tomaselli 1998);
- Cicendio-Solenopsion laurentiae Brullo e Minissale 1998 (Archidio-Isoetetum velatae Brullo e Minissale 1998; Anagallido parviflorae-Molinerielletum minutae Brullo, Scelsi, Siracusa e Tomaselli 1998; Kickxio cirrhosae-Solenopsietum laurentiae Brullo e Minissale 1998;

- Verbenion supinae Slavnic 1951 (Heliotropio-Heleochloetum schoenoidis Rivas Goday 1956 (= Glino-Heliotropietum supini Brullo e Marcen 1974
heliotropietosum Brullo e Marcen 1974); Glino- Verbenetum supini Rivas Goday 1964 (= Glino-Heliotropietum supini Brullo e Marcen 1974
glinetosum Brullo e Marcen 1974); CoronopoSisymbrelletum dentatae Minissale e Spampinato 1987; Damasonio alismatis-Crypsietum aculeatae Rivas-Martinez e Costa in Rivas-Martinez
et al 1980; Heleochloo schoenoidis-Chenopodietum botryoidis Brullo e Sciandrello 2006).
VEGETAZIONE ANFIBIA A ELOFITE
Si tratta di aspetti igrofli caratterizzati da elofite
di medie e grosse dimensioni, i quali si insediano sulle rive di ambienti palustri o lungo le sponde di corsi d'acqua e canali. Essi prediligono acque dolci o debolmente salate, adattandosi anche
ad ambienti debolmente inquinati (BRULLO, FURNARI 1971; BRULLO, RONSISVALLE 1973; I:ERRO
1980; BARTOLO et al. 1982b; BRULLO et al.
1980a,1988, 1998b; MINISSALE, SPAMPINATO
1986, 1990; COSTANZO et al. 1995b; BRULLO,
SCIANDRELLO 2006). Le numerose associazioni
individuate rientrano tutte nella classe Phragmito-Magnocaricetea Klika in Klika e Novak 1941
che rappresentata da varie alleanze quali:
- Phragmition Koch 1926 (Phragmitetum communis (Koch 1926) Schmale 1939; Scirpetum lacustris Schmale 1939; Scirpo lacustris-Phragmitetum
australis Koch 1926; Tjphetum angustifoliae (Allorge 1921) Pignatti 1953; Tjphetum latifoliae
Lane 1973; Tjphetum dominingensis Brullo, Minissale e Spampinato 1994; Tjpho dominigensisPhragmitetum maximi Costa, Boira, Peris e Stiibing 1986; Tjpho-Schoenoplectetum glauci Br.-Bl.e
O. Bols 1958 corro (= Tjpho-Schoenoplectetum
tabernaemontaniBr.-BI. e O. Bols 1958); lridetum pseudoacori Krzywanski 1974; Polygono salicifolii-Phragmitetum Barbagallo, Brullo e Furnari 1979; Soncho-Cladietum marisci (Br.-BI. e
O. Bols 1958) Cirujano 1980);
- Agrostio-Elytrigion athericae Brullo e Siracusa 2000
(PuccineUietum gucroneiBrullo e Siracusa 2000; Festuco-Juncetum subulati Brullo e Siracusa 2000; FestucoCaricetum divisae Brullo e Siracusa 2000; Festuco-Elytrigietum athericae Brullo in Brullo et al 1988);
- Glicerio-Sparganion Br.-Bl. e Sissing in Boer
1942 (Sparganietum erecti Philippi 1973; Eleocharido-Alismetum lanceolatiMinissale e Spampinato 1987; Eleocharido-Sparganietum neglecti Brullo, Minissale e Spampinato 1994);
- Nasturtion officinalis Ghu e Ghu-Frank 1987
(Helosciadietum nodiflori Maire 1924; Nasturtietum officinalis (Seib. 1962) Oberd. et al 1967; ApioGlycerietum plicatae Brullo e Spampinato 1990);
- Magnocaricion Kock 1926 ( Cyperetum longi Micevski 1957; Cypero-Caricetum otrubae R.Tx. in
R.Tx. e Oberd. 1958; Caricetum ripariae Knapp
e Stoffer 1962; Caricetum hispidae Brullo e Ron-

sisvalle 1975; Carici distantis-Schoenetum nigrescentis Brullo, Minissale, Scelsi e Spampinato


1993; Caricetum otrubae Mirza 1978);
- Scirpion compacti Dahl e Hadac 1941 (Scirpetum compactiVan Langendonck 1931 corro Bueno e F. Prieto in Bueno 1997; Cypero-Schoenoplectetum thermalis Brullo, Di Martino e Marcen 1977; Scirpetum compacto-littoralis (Br.-BI.
in Br.-Bl. et al 1952) O. Bols 1962 corro Rivas-Martinez et aL 1980; Schoenoplecto litoralisCyperetum distachyi (Barbagallo, Brullo e Furnari 1990) Brullo e Sciandrello 2006; Festuco
arundinaceae-Cyperetum distachyi Brullo e Sciandrello 2006; Bolboschoeno compacti-Cyperetum
alopecuroidis Brullo e Sciandrello 2006).
VEGETAZIONE ARBUSTIVA TERMO-IGROFILA
La vegetazione arbustiva di tipo termofilo che si
insedia in ambienti umidi di tipo fluviale o palustre rientra nella classe Nerio- Tamaricetea Br.-Bl.
e O. Bols 1958. Essa caratterizzata da grossi arbusti, che si adattano anche a una certa salinit
del suolo (BRULLO et aL 1988, 1998b; BRULLO,
SPAMPINATO 1990; BRULLO, SCIANDRELLO 2006).
Le associazioni rientrano nelle seguenti alleanze:
- Tamaricion afiicanae Br.-BI. e O. Bols 1958 (Tamaricetum gallicae Br.-BI. e
Bols 1958; Tamaricetum afiicano-arboreae Brullo e Sciandrello 2006);
- Rubo-Nerion oleandri O. Bols 1985 (SpartioNerietum oleandri Brullo e Spampinato 1990;
Tamarici africanae- Viticetum agni-casti Brullo e
Spampinato 1997).
VEGETAZIONE ARBUSTIVA MESOFILA
RIPARIALE
Gli aspetti di vegetazione igrofla arbustiva a carattere mesofilo, dominata da varie specie di Salix, si
rinvengono soprattutto lungo gli alvei fluviali (BRULLO, SPAMPINATO 1990). Essi rientrano nella classe
Salicetea purpureae Moor 1958 e sono rappresentate dalle seguenti associazioni: Salicetum albo-purpureae(I. e V. Karpati 1961) Barbagallo, Brullo e
Fagotto 1979; Salicetum albo-pedicellatae Brullo e
Spampinato 1990.
BOSCHI RIPARIALI
Le valli fluviali sono interessate da ripisilve caratterizzate da specie arboree igrofle, appartenenti soprattutto ai generi Salix, Populus, Ulmus, Fraxinus,
Platanus e Alnus (BARBAGALLO et al 1979b; FICHERA et al 1988b; ORINO et al 1998; MINISSALE et
al 1998; BRULLO, SPAMPINATO 1990; COSTANZO
et. al 2005; TOMASELLI 2004). Queste formazioni rientrano nell' ordine Populetalia albae Br.-BI. ex
T chou 1948 e sono rappresentate da diverse associazioni afferenti alle seguenti alleanze:
- Populion albae Br.- BI. ex Tchou 1948
(Ulmo canescentis-Salicetum pedicellatae Brullo
e Spampinato 1990; Agropyro-Salicetum pedicellatae Brullo e Spampinato 1990; Roso sempervirentis-Populetum nigrae Pedrotti e Gafta 1992);
- Platanion orientalis L e V. Karpati 1961
(Platano-Salicetum pedicellatae Barbagallo, Brul-

o.

442 > La Vegetazione d'Italia

lo e Fagotto 1979; Platano-Salicetum gussonei


Brullo e Spampinato 1990);
- Osmundo-Afnion (Br.-Bl., P. Si/va e Rozeira 1956)
Dierschke e Rivas-Martinez in Rivas-Martinez
1975 (Osmundo-Saficetum pedicellatae Brullo e
Spampinato 1990).
VEGETAZIONE PSAMMOFILA PERENNE
DELLE DUNE MARITTIME
Le dune costiere sono colonizzate da aspetti psammofli perenni, che formano delle caratteristiche
fasce distribuite in relazione al grado di stabilizzazione delle sabbie (BARTOLO et aL 1982b, 1988a;
BRULLO etaL 1974, 1988, 1998d, 2001b; BRULLO, SIRACUSA 1996). Le associazioni rientrano
nella classe Ammophiletea Br.-BI. e R. T x. ex Westhoff et aL 1946 con le seguenti alleanze:
- Ammophilion australis Br.-BI. 1921 (Sporobofetum
arenariiAInes 1924; Cypero capitati-Agropyretum
junceiKuhnholtz-Lordat (1923) Br.-BI. 1933; Pancratietum angustifolii Brullo e Siracusa 1996; Cafendulo maritimae-Elytrigietumjunceae Brullo, Giusso, Siracusa e Spampinato 200 l ; Medicagini marinae-Ammophyfetum austrafis Br.-BI. 1921);
- Ononidion ramosissimae Pignatti 1952 (Seselio
maritimi-Crucianelletum maritimae Brullo, Minissale e Siracusa 1998; Centaureo-Ononidietum
ramosissimae Br.-BI. e Frei in Frei 1937; Centa-

tureo sphaerocephalae-Anthemidetum maritimae


Brullo, Giusso, Siracusa e Spampinato 2002).
VEGETAZIONE TEROFITICA PIONIERA ALONITROFILA DELLE COSTE SABBIOSE
Questi aspetti vegetazionali caratterizzati da terofite succulente si localizzano in prossimit della battigia, dove si accumula materiale organico
spiaggiato (BARTOLO et aL 1982b, 1988a; BRULLO 1978; BRULLO et aL, 1980b, 1988, 1998b,
2001b; GIANGUZZI et al. 1996; SURANO et al.
1996). Essi rientrano nella classe Cakiletea maritimae R. Tx. e Preising in Br.-BI. e R. Tx 1952
con le seguenti associazioni: Salsolo-Euphorbietum paraliae Pignatti 1952; Cakifo-Xantietum itafici Pignatti 1953; Atriplicetum hastato-tornabenii O. Bols 1962; Salsofo-Cakiletum maritimae
Costa e Mansanet 1981.
VEGETAZIONE DELLE RUPI MARITTIME E
SCOGLIERE
Le coste rocciose sono colonizzate da una vegetazione a dominanza di camefite e nanofanerofite
adattate all'aereosol marino (BARTOLO, BRULLO
1993; BARTOLO et aL 1982b; BRULLO, MINISSALE
1997; BRULLO, SIRACUSA 1996; BRULLO etaL 1977,
1996a). Le associazioni segnalate, appartenenti alla classe Crithmo-Limonietea Br.-BI. in Br.-Bl., Roussine e Ngre, rientrano nelle seguenti alleanze:
- Crithmo-Limonion Molinier 1934 (Limonietum
secundiramei Brullo, Di Manino e Marcen 1977;
Limonietum cosyremis Brullo, Di Martino e Marcen 1977; Limonietum bocconeiBarbagallo, Brullo e Guglielmo 1979; Limonietum hyblaei Bartolo, Brullo e Marcen 1982; Limonietum syracu-

sani Bartolo, Brullo e Marcen 1982; Limonietum tenuiculi Brullo e Marcen 1982; AsparagoLimoniastretum monopetaliBanolo, Brullo e Marcen 1982; Limonietum minutiflori Barbagallo,
Brullo e Signorello 1983; Limonietum jlagellaris
Bartolo e Brullo 1993; Limonietum algusae Bartolo e Brullo 1993; Limonietum pavoniani Bartolo e Brullo 1993; Limonietum tauromenitani
Bartolo e Brullo 1993; Limonietun jonici Bartolo e Brullo 1993; Limonietum selinuntini Bartolo e Brullo 1993; Crithmo-Limonietum melanchofici Brullo, Marcen e Romano 1996; Hyoseridetum taurinae Brullo et aL 1997);
- Plantagini- Thymelaeion hirsutae (Bartolo, Brullo e Marcen 1982) Bartolo e Brullo in Bartolo et al. 1992 (Matthiolo-Helichrysetum errerae
Brullo, Di Martino e Marcen 1977; Thymelaeo-Helichrysetum siculi Bartolo, Brullo e Marcen 1982; Senecioni-Helichrysetum messerii Brullo e Marcen 1983; Senecioni-Helichrysetum litorei Barbagallo, Brullo e Signorello 1983; Senecioni-Lycietum intricati Brullo e Siracusa 1996);
- Crucianellion rupestris Brullo e Furnari 1988 (Triadenio-Chifiadenetum lopadusani Bartolo, Brullo,
Minissale e Spampinato 1988; Limonietum fopadusani Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato
1988; Limonietum albidi Bartolo e Brullo 1993;
Limonietum mazarae Bartolo e Brullo 1993);
- Anthyllidion barbae-jovis Brullo e De Marco
1989 (Anthyllido-Erucastretum virgati Brullo e
Minissale 1997).
VEGETAZIONE ARBUSTIVA ALOFILA DEI
PANTANI SALMASTRI
Questa vegetazione colonizza i bordi dei pantani
salmastri diffusi soprattutto nelle zone costiere o,
pi raramente, all'interno. Fisionomicamente essa differenziata da chenopodiacee succulente,
appartenenti ai generi Sarcocornia, Halocnemum
e Arthrocnemum, che si accompagnano a numerose altre alofite perenni (BRULLO, FURNARI 1976;
BRULLO, DI MARTINO 1974; BRULLO etaL 1988,
1998b). Le associazioni rientrano nella classe Sarcocornieteafruticosae Br.-Bl. e R. Tx. ex A. e O.
Bols 1950 con le seguenti alleanze:
- Sarcocornion alpini (Rivas-Martinez et aL 1990)
Brullo et aL 2002 (Aeluropo lagopoidis-Sarcocornietum alpini Brullo in Brullo et aL 1988);
- Sarcocornion fruticosae Br.-Bl. 1933 (funco subulati-Sarcocornietum fruticosae Brullo 1988);
- Arthrocnemion glauci Rivas-Martinez in RivasMartinez et aL 1980 (Arthrocnemo-Hafocnemetum strobilacei Oberd. 1952; Arthrocnemo-Juncetum subulati Brullo e Furnari 1976; Sphenopo divaricati-Arthrocnemetum glauci Br.-BI. 1933;
Aeluropo-Limonietum intermedi Bartolo e Brullo, Minissale e Spampinato 1988);
- lnulion crithmoidis Brullo e Furnari 1988 (Agropyro scirpei-Inuletum crithmoidis Brullo in Brullo et aL 1988);
- Limonionfirulacei(Pignatti 1953) Beefting 1968

(Sarcocornio fruticosae-Limonietum firulacei Pignatti 1952; Limonio dubii-Lygeetum spartii Brullo e Di Martino 1974 corro Brullo e Furnari 1988;
Limoniastro-Limonietum lirybei Brullo e Di Martino 1974 corro Brullo e Furnari 1988);
- Suaedion verae Brullo e Furnari 1988 (Hafimiono-Suaedetum verae Molinier e Tallon 1970 corro
Ghu 1984).
VEGETAZIONE ELOFITICA DELLE PALUDI
SALMASTRE
Gli aspetti di vegetazione elofitica a dominanza
di emicriptofite e geofite colonizza le depressioni palustri salmastre, in corrispondenza di suoli
che si mantengono abbastanza umidi tutto l'anno (BRULLO 1978; BRULLO, DI MARTINO 1974;
BRULLO, FURNARI 1971, 1976; BRULLO et aL
1988, 1998b; PIROLA 1959a). Le associazioni appartenenti alla classe Juncetea maritimi Br.-BI. in
Br.-Bl., Roussine e Ngre 1952 rientrano nelle
seguenti alleanze:
- Juncion maritimi Br. -BI. ex Horvatic 1934 ( Caricetum divisae Br. -BI. 1933; Juncetum maritimi-acuti Horvatic 1934; Spartino-Juncetum maritimiO.
Bols 1962; Limonio virgati-Juncetum acuti Brullo e Di Martino ex Brullo e Furnari 1976; lnufoJuncetum maritimi Brullo in Brullo et aL 1988);
- Plantaginion crassifoliae Br.-Bl. (I931) Br.-Bl.
1952 (Schoeno-Plantaginetum crassifoliae Br.-BI.
in Br.-Bl., Roussine e Ngre 1952; Hofoschoenetum globiftri Pirola 1959; lmperato-Juncetum
fittorafis Brullo e Furnari 1976).
VEGETAZIONE PIONIERA TEROFITICA ESTIVO-AUTUNNALE DEI PANTANI SALMASTRI
Questa vegetazione colonizza le superfici centrali
dei pantani salmastri interessate da prolungati periodi di sommersione (BRULLO, FURNARI 1976;
BRULLO etaL 1988, 1998b). Si tratta di associazioni terofitiche ad habitus succulento, le quali rientrano nella classe Thero-Salicornietea R. T X. ex Ghu e Ghu Franck 1984 con le seguenti alleanze:
- Salicornion patulae Ghu e Ghu Franck 1984
(Halopeplidetum amplexicaufis Burollet 1927;
Suaedo-Salicornietum panche Brullo e Furnari
ex Ghu e Ghu-Franck 1984; Salicornietum
emericiO. Bols 1962 ex Brullo e Furnari 1976);
- Thero-Suaedion Br.-Bl. in Br.-Bl. , Roussine e
Ngre 1952 (Suaedetum maritimae Pignatti
1953; Salsofetum sodae Pignatti 1953; Cressetum
creticae Brullo e Furnari 1976).
VEGETAZIONE TEROFITICA ALO-NITROFILA
A CICLO PRIMAVERILE
Frammiste alle formazioni alofile perenni dei Sarcocornietea fruticosae, Juncetea maritimi, CrithmoLimonieteae Lygeo-Stipeteasi rinvengono dei praticelli effimeri, colonizzanti, in genere, piccole superfici (BRULLO 1975, 1988; BRULLO, DI MARTINO 1974; BRULLO, SIRACUSA 1996, 2000; BRULLO et al. 1998b). Queste associazioni rientrano
nella classe Saginetea maritimae Westhoff, Van Leeuwen e Adriani 1962, con le seguenti alleanze:

Sicilia < 443

- Frankenion pulverulentae Rivas-Manlnez ex Castroviejo e Porta 1976 (Parapholido-Frankenietum pulverulentae Rivas-Martlnez exCastroviejo
e Porta 1976; Iso!epido-Saginetum maritimae Brullo 1988; Polypogonetum subspathacei Gamisans
1992; Parapholidetum filiflrmis Brullo, Scelsi e
Siracusa 1994; Frankenio-Anthemidetum secundirameae Brullo e Scelsi 1998; Frankenio-Spergularietum bocconei Brullo e Scelsi 1998; Desmazerio-Senecionetum pygmaei Brullo e Scelsi 1998);
- Gaudinio-Podospermion cani Brullo e Siracusa
2000 (Podospermo-Parapholidetum pycnanthae
Brullo e Siracusa 2000; Chamaemelo-Leontodentetum muelleri Brullo e Siracusa 2000; Sphaenopo-Spergularietum diandrae Brullo e Siracusa 2000);
- Llmonion avei Brullo 1988 (Spergulario rubraeLimonietum avei Brullo e Di Martino 1974 corro
Brullo 1988; Limonio avei-Hymenobetum procumbentis Brullo, Scelsi e Siracusa 1994; Limonio avei-Parapholidetum marginatae Brullo, Scelsi e Siracusa 1994).
VEGETAZIONE RUPI COLA

Le pareti rocciose ospitano una vegetazione casmofila ricca in endemismi, la maggior parte dei
quali rappresentano dei relitti terziari di notevole significato fitogeografico (BRULLO 1984a; BARBAGALLO et al. 1983; BRULLO et al. 1993a, 2004;
BRULLO, MARCEN 1979, 1983; GIANGUZZI et
al. 1996; MINISSALE et al. 1998; RAIMONDO ,
SCHICCHI 1998; BAZAN et al. 2006). Le associazioni rientrano nella classe Asplenietea trichomanis (Br.-Bl. in Meier e Br.-Bl. 1984) Oberd. 1977
con le seguenti alleanze:
- Dianthion rupicolae Brullo e Marcen 1979 (Scabioso creticae-Centauretum ucriae Brullo e Marcen 1979; Bupleuro dianthifllii-Scabiosetum limoniflliae Brullo e Marcen 1979; Anthemido
cupanianae-Centauretum busambarensis Brullo
e Marcen 1979; Putorio calabricae-Micromerietum microphyllae Brullo e Marcen 1979;
Brassico tinei-Diplotaxietum crassiflliae Brullo e
Marcen 1979; Erucastretum virgati Brullo e
Marcen 1979; Diantho rupicolae-Centauretum
aeolicae Barbagallo, Brullo e Signorello 1983;
Brassico rupestris-Centauretum saccensis Bazan,
Ilardi e Raimondo 2006);
- Saxifragion australis Biondi e Ballelli ex Brullo

1984 (AsperuletumgussoneiBrullo 1984);


- Polypodion serrati Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine e
Ngre 1952 (Polypodietum serrati Br.-Bl. in Br.BI., Roussine e Ngre 1952; Polypodio-Ranunculetum rupestris Barbagallo, Brullo e Signorello
1983; Homalothecio sericei-Poetum bivonae Brullo, Marcen e Siracusa 2002; Polypodio serrulati-Cheilanthetum pteridioides Brullo, Marcen e
Siracusa 2002; Selaginello-Cymbalarietum pubescentis Brullo, Marcen e Siracusa 2002);
- Bartramio-Polypodion serrati O. Bols e Vives
in O. Bols 1957 (Bartramio-Polypodietum serrulati Brullo e Siracusa in Brullo et al. 2004;

Anogrammo leptophyllae-Selaginelletum denticulatae Molinier 1937; Scorpiuro circinnati-Anogrammetum !eptophyllae Brullo e Siracusa in Brullo et al. 2004; Bartramio-Dryopteridetum pallidae Brullo e Siracusa in Brullo et al. 2004);
- Pohlio crudae-Asplenion septentrionalis Brullo e
Siracusa in Brullo et al. 2004 (Pohlio crudae-Cystopteridetum dickieanae Brullo e Siracusa in Brullo et al. 2004; Brachytecio velutini-Asplenietum
trichomanis Brullo e Siracusa in Brullo et al. 2004;
Asplenio septentrionalis-Dryopteridetum villarii
Brullo e Siracusa in Brullo et al. 2004);
- Phagnalo saxatilis-Cheilanthion maderensis Loisei 1970 (Phagnalo saxatilis-Cheilanthetum maderensis Loisel 1970; Cosentinietum bivalentis
Brullo in Brullo et al. 2004).
VEGETAZIONE CASMO-NITROFILA PERENNE

Questa vegetazione colonizza i muri e le pareti di


manufatti e opere stradali, come pure le pareti
rocciose in prossimit di aree urbane (BARTOLO,
BRULLO 1986; BARTOLO et al. 1988a; BRULLO et
al. 1993a; SCELSI, PUGLISI 1995; BRULLO, GUARlNO 1999, 2002). Si tratta di aspetti a carattere
nitrofilo appartenenti alla classe Parietarietea judaicae Oberd. 1977, rappresentati da associazioni rientranti nelle seguenti alleanze:
- Parietarion judaicae Segai 1969 (Oxalido-Parietarietum judaicae (Br.-Bl. 1952) Segai 1969;
Capparietum rupestris O. Bols e Molinier 1958;
Centranthetum rubri Oberd. 1969; CentranthoHypericetum majoris Rivas-Manlnez 1969 corro
Brullo e Guarino 1998; Cymbalario- Trachelietum caerulei Rivas-Martlnez 1969; Cymbalario
muralis-Erigeronetum karwinskiani Segal 1969;
Hyosciamo albi-Parietarietum judaicae Segai 1969;
Antirrhinetum siculi Bartolo e Brullo 1986);
- Cymbalario-Asplenion Segai 1969 (CheiranthoParietarietum judaicae Oberd. 1957; AsplenioParietarietum judaicae Segai 1969; Sedo dasyphylli-Ceterachetum officinarum Hruska ex Brullo e Guarino 1998; Asplenio trichomanis-Umbilicetum horizontalis Brullo e Guarino 2002).
VEGETAZIONE GLAREICOLA PERENNE

I brecciai degli ambienti montani e i greti ciottolosi degli alvei fluviali, rappresentati soprattutto
dalle tipiche fiumare, ospitano una vegetazione
glareicola caratterizzata da piccoli cespugli prettamente pionieri (RAIMONDO 1980; BRULLO,
SPAMPINATO 1990; BRULLO et al. 1998d). Questi aspetti sono stati ascritti alla classe Schrophulari-Helichrysetea italici Brullo, Scelsi e Spampinato 1998, che rappresentata da associazioni
rientranti nelle seguenti alleanze:
- Linarion purpureae Brullo 1984 (Arenario-Rumicetum scutati Raimondo 1980 (=SenecioniPtilostemetum nivei Brullo e Marcen in Brullo
1984); Senecionetum siculiBrullo e Marcen in
Brullo 1984; Centrantho-Senecionetum ambigui
Brullo e Marcen in Brullo 1984; Rumici-Cardaminetum grecae Brullo, Scelsi e Spampinato

1998; Scutellario-Melicetum cupanii Brullo, Scelsi e Spampinato 1998);


- Euphorbion rigidae Brullo e Spampinato 1990
(Loto-Helichrysetum italici Brullo e Spampinato
1990; Ononido-Helichrysetum italiciBrulio e Spampinato 1990; Calendulo-Helichrysetum italiciBrullo e Spampinato 1990; Senecioni gibbosi-Helichrysetum italici Brullo e Spampinato 1990; Echinopo spinosissimi-Helichrysetum italici Brullo, Scelsi
e Spampinato 1998; Schrophulario-Senecionetum
bicoloris Brullo, Scelsi e Spampinato 1998).
VEGETAZIONE RUDERALE PERENNE

Gli ambienti ruderali o, comunque, caratterizzati da suoli con una notevole componente azotata
sono interessati da una vegetazione nitrofila che
varia in relazione alle caratteristiche microclimatiche ed edafiche delle stazioni. In particolare si
osservano comunit di tipo mesofilo, termo-xeroftlo, igroftlo, sciafilo, legate a una pi o meno marcata antropizzazione (RAIMONDO 1980; BRULLO,
MARCEN 1985a; MINISSALE, SPAMPINATO 1990;
BRULLO etaL 1993b, 1998b; BARTOLO etaL 1988a;
FERRO 1998). In particolare, le varie associazioni
rientrano in diverse classi fIoristicamente ed ecologicamente ben differenziate, quali:
- Artemisietea vulgaris Lohm., Preising e R. Tx. ex
von Rochow 1951 (Arction Lappae R. T x. 1937;
Urtico-Arrhenatheretum elatioris Raimondo 1980
em. Brullo e Marcen 1985; Cerintho-Chenopodietum boni-henrici Brullo e Marcen 1985; Vt>rbasco-Sambucetum ebuliBrulio e Marcen 1985;
Urtico-Cirsietum italiciBrullo e Marcen 1985);
- Galio- Urticetea Passarge ex Kopecky 1969
(Senecionion fluviatilis R.Tx. 1950; ArundiniConvolvuletum sepium R. Tx. e Oberd. exO. Bols 1%2; Calystegio silvaticae-Arundinetum donacis Brullo, Scelsi e Spampinato 200 l; Anthriscion nemorosae Brullo in Brullo e Marcen 1985;
Anthrisco nemorosae-Chaerophylletum temuli Brullo, Scelsi e Spampinato 2001; Lepidio-Smyrnietum perfoliati Brullo e Marcen 1985; Anthrisco-Heracleetum cordati Brullo e Marcen 1985;
Balloto-Conion maculati Brullo in Brullo e Marcen 1985 ; Urtico-Sambucetum ebuli (Br.-Bl. in
Br.-Bl. et al. 1936) Br.-Bl., Roussine e Ngre
1952; Galio aparines-Conietum maculati RivasMartlnez ex Lopez 1978; Balloto-Melissetum romanae Brullo, Minissale, Scelsi e Spampinato
1993; Angelico-Urticetum diocae Minissale e
Spampinato 1990; Allion triquetri O. Bols 1967;
Acantho-Smyrnietum olusatri Brullo e Marcen
1985; DelphiniocStellarietum cupanianae Brullo
e Marcen 1985; Succowio-Smyrnietum olusatri
Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988;
Fumario flabellatae-Parietarietum judaicae Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Suc.cowio-Castellietum tuberculosae Brullo e Siracusa 19%; Veronico-Urticion urentis Brullo in Brullo e Marcen 1985; Fumario-Stellarietum neglectae Maugeri ex Brullo e Marcen 1985; Bromo-

444> La Vegetazione d'Italia

Brassicetum sylvestris Brullo e Marcen 1985);


- Onopordetea acanthiiBr.-BI. 1964 (Onopordion
ilryriciOberd. 1954; Scorymetum macufato-grandiflori Brullo e Marcen 1985; Onopordo-Cirsietum scabri Brullo e Marcen 1985; PteridioTanacetum siculi Brullo e Marcen 1985; Bonannietum graecae Brullo e Marcen 1985; Phlomido-Salvietum scfareae Brullo e Marcen 1985;
Phlomido-Nepetetum apuleii Brullo e Marcen
1985; Gfaucio-Onopordetum orridi Brullo e Marcen 1985; Gfaucio-Scorymetum hispanici Bartolo, Brullo Minissale e Spampinato 1988; Carlino sicufae-Feruletum communis Gianguzzi, Ilardi e Raimondo 1996; Sirybo-Urticion Sissing ex
Br.-Bl. e O. Bols 1958; Sirybo-Urticetum piluliferae
Br.-Bl. in Br.-Bl. et aL 1936).
VEGETAZIONE ARBUSTIVA ALO-NITROFILA

La vegetazione arbustiva legata a stazioni marcatamente aride con suoli pi o meno nitrifcati e
con un certo tenore salino fsionomicamente
differenziata dalla presenza di nanofanerofte molto peculiari e specializzate (BRULLO et aL 1980b,
1985, 1988; BRULLO, SIRACUSA 2000; BARTOLO
et al 1982b, 1988a). Essa rientra nella classe Pegano-Salsoletea Br.-BI. e O. Bols 1958, che rappresentata da diverse associazioni appartenenti alle seguenti alleanze:
- Salsolo-Peganion Br.-BI. e O. Bols 1954 (Suaedo-Salsoletum oppositifoliae Rivas Goday e Rigual
1958; Salsolo-Limonietum opulenti Brullo, Grillo e Scalia 1980; Salsolo-Limonietum catanzaroi
Brullo, Guglielmo e Pavone 1985; Salsoletum
agrigentinae Brullo, Guglielmo e Pavone 1985;
Salsolo-Suaedetum pefagicae Bartolo. Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Suaedo-Limoniastretum monopetaliBartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Halimiono-Salsoletum oppositifoliae Brullo, Guarino e Ronsisvalle 2000);
- Artemision arborescentis Ghu e Biondi 1986 (Atriplici halimi-Artemisietum arborescentis Biondi 1986).
VEGETAZIONE NITROFILA DEI SUOLI CALPESTATI

Le superfici soggette a calpestio sono colonizzate da una vegetazione a piccole terofite o emicriptofite prostrate o reptanti, le quali, normalmente, presentano una copertura piuttosto diradata
(BRULLO 1980; BRULLO et al 1993a). Si tratta di
aspetti rientranti nei Porygono-Poetea annue Rivas-Martinez 1975 rappresentata dalle seguenti
associazioni: Euphorbio-Oxalidetum cornicufatae
Lorenzoni 1964; Crassulo-Saginetum apetafae Rivas-Martinez 1975; Porycarpo-Spergufarietum rubrae Brullo e Marcen 1976; Trisetario-Crepidetum bursifoliae Brullo 1979; Arabidopsio-Cardaminetum hirsutae Brullo 1979.
VEGETAZIONE NITROFlLA SEGETALE

La vegetazione commensale legata alle colture di


cereali risulta differenziata dalla presenza di terofite termoxerofle, rappresentate in massima parte da archeofire (BARTOLO et al 1982a, 1988b;

DI MARTINO, RAIMONDO 1976; FERRO 1982a,


1988, 1990; FERRO et al 1979). Essa rientra nella classe Papaveretea rhoeadis Brullo, Scelsi e Spampinato 200 l, che rappresentata da diverse associazioni appartenenti alle seguenti alleanze:
- Scleranthion annui Kruseman e VIieger 1939 (Legousio-Brizetum minoris Brullo e Furnari 1982);
- Ridolfion segeti Ngre ex Rivas-Martinez et al
1999 (Capnophyllo peregrini-Medicaginetum ciliaris Di Martino e Raimondo 1976; CalenduIo-Hypecoetum procumbentis Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988);
-Roemerion hybridae Br.-BI. ex Rivas-Martinez et
al. 1999 (Legousio hybridae-Biforetum testicufatae Di Martino e Raimondo 1976; Adonido cupanianae-Anthemidetum incrassatae Bartolo et al
1983; Vicio bithynicae-Ranunculetum anvensis
Barrolo et al 1983; Rapistro rugosi-Melilotetum
infestae Barrolo et al. 1983; Valerianello dentatae-Medicaginetum scutelfatae Ferro 1988).
VEGETAZIONE NITROFILA ANNUALE NON
SEGETALE
Le stazioni caratterizzate da suoli pi o meno azo-

tati ospitano comunit vegetali tipicamente nitrofle, caratterizzate prevalentemente da terofite. Gli ambienti interessati da questa vegetazione
sono le superfici adibite a colture sarchiate, orticole, legnose, come pure gli incolti, i bordi di strada, gli stazzi, le aree urbane o suburbane, i macereti, i muri (BARTOLO et al 1988a, 1988b; BRULLO 1983a, 1983b; BRULLO, MARCENO 1980,
1985b; BRULLO, SPAMPINATO 1985; BRULLO, SIRACUSA 1996; BRULLO et al 1993a; 1998b; FERRO 1982a; FERRO et al 1979; GIANGUZZI et al
1996 ; RAIMONDO et al, 1994; SURANO et al.
1996). In relazione alle situazioni edafiche e microclimatiche che si vengono a creare, come pure al tipo di disturbo antropico, si rinvengono associazioni di vario tipo, rientranti tutte nella classe Stelfarietea mediae R. Tx., Lohem. e Preising
ex von Rochow 1951. Le associazioni individuate vengono incluse nelle seguenti alleanze:
- Fumarion wirtgenii-agrariae Brullo in Brullo e
Marcen 1985 (Diplotaxietum viminio-erucoidis Brullo e Marcen 1985; Fumano densifloraeVeronicetum hederifoliae Brullo e Marcen 1985;
Fumario parviflorae-Geranietum tuberosi Brullo
e Marcen 1985; Sileno-Lobularietum libycae
Brullo e Marcen 1985; Raphano-Erucetum sativae Brullo e Marcen 1985; Ammio- Torilidetum nodosae Brullo e Marcen 1985; Herniario-Sperguletum arvensis Brullo e Marcen 1985;
Loto-Anthemidetum incrassatae Brullo e Marcen 1985; Fumarietum parviflorae-bastardii Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Fumario parviflorae-Resedetum luteae Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988);
- Digitario ischaemi-Setarion viridis (Sissingh in
Westhoff et al 1946) Oberd. 1957 (Setario gfaucae-Echinochloetum colonumA.e O. Bols exO.

Bols 1956; Setario ambiguae-Cyperetum rotundi Brullo, Scelsi e Spampinato 2001);


- Diplotaxion erucoidis Br.-BI. in Br.-Bl. et al 1936
(Chrozophoro-Kichxietum integrifoliae Brullo e
Marcen 1980; Amarantho lividi-Eragrostietum
barrelieri Brullo e Marcen 1985; Chrozophoro-Heliotropietum dolosi Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988);

- Chenopodion botryos Brullo e Marcen 1980


(Heliotropietum bocconei Brullo e Marcen 1980;
Heliotropietum dolosi Brullo e Marcen 1980);
- Chenopodion muralis Br.-Bl. in Br.-Bl. et al 1936
(Chenopodietum muralis Br.-BI. in Br.-BI. et al
1936; Amarantho muricati-Chenopodietum ambrosioidis O. Bols 1967; Amarantho viridisChenopodietum muralis Barrolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988);

- Malvion parviflorae (Rivas-Martinez 1978) Brullo in Brullo e Marcen 1985 (Lavateretum cretico-arboreae Br.-BI. e Molinier 1935; Malvetum
parvifloro-nicaensis Br.-BI. e Maire ex Br.-Bl.
1936; Chenopodio muralis-Parietarietum diJJsaeBrullo e Marcen 1985);
- Mesembryanthemion cristallini Rivas-Martinez
et aL 1993 (Mesembryanthemetum cristallino-nodiflori O. BQls 1957; Mesembryanthemetum
cristallini Sunding 1972; Mesembryanthemo cristallini-Paronychietum argenteae Brullo e Siracusa 1996; Mesembrianthemo cristallini-Hyosciametum albi Brullo e Siracusa 1996);
- Hordeion leporini Br.-BI. in Br.-Bl. et al 1936
(Hordeo-Sisymbryetum orientalis Oberd. 1954;
Malvo parviflorae-Chrisanthemetum coronaria
Ferro 1980; Hordeo- Vulpietum ligusticae Brullo
1983; Carduetum australis Brullo 1983; Hypochoerido-Plantaginetum serrariae Brullo 1983;
Centauretum napifoliae Brullo 1983; Hordeo-Senecionetum squalidi Brullo 1983; Hordeo-Erodietum acaulis Brullo 1983; Senecioni cosyremis-Hordeetum leporini Brullo 1983; Hordeo-Centauretum macracanthae Brullo 1983; ChrysanthemoSirybetum marianae Brullo 1983; Hordeo-Onopordetum ilryrici Brullo e Marcen 1985; Hordeo-Carduetum argyroae Brullo e Marcen 1985;
Evaco-Fifaginetum congestae Barrolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Volutario lippii-Hordeetum leporini Brullo e Siracusa 1996; HordeoSisymbrietum erysimoidis Brullo e Scelsi 1998);
- Echio pfantaginei-Gafactition tomentosae O. Bols e Molinier 1969 (Hedysaro-Lavateretum trimestris Maugeri 1975; Eruco-Chamaemeletum
mixtae Brullo 1983; Gafactito-Isatidetum canescentis Brullo 1983; Gafactito-Knautietum hybridae Brullo 1983; Linario-Euphorbietum terracinae Brullo 1983; Meliloto-Hordeetum marini
Brullo 1983; Senecioni-Stachyetum hirtae Brullo
1983; Theligono-Smyrnietum rotundifolii Brullo
1983; Trifolio- Vicietum bithynicae Brullo 1983;
Vicio-Echietum pustufati Brullo 1983; Centauretum schouwii Brullo 1983; Convolvuletum trico-

Sicilia < 445

10m Brullo 1983; Convolvulo pentapetaloidi-Carduetum corymbosi Brullo 1983; Phleo-Silenetum


tenuiflrae Bartolo, Minissale, Sorbello e Spampinato 1988; Plantagini-Carrichteretum annuae

te nitrofile, sia naturali che antropizzate, ospitano una vegetazione annuale costituita da microfite o da terofite reptanti, le quali tendono a ricoprire anche estese superfici. Gli habitat interessati da questi aspetti sono le superfici pianeggianti
poste al di sotto di cespugli o alberi frondosi, i muri e le pareti rocciose ombreggiate (BARTOLO et al
1988a; BRULLO, MARCEN 1985b; BRULLO, SIRACUSA 1996; BRULLO et al 1994b). Le associazioni, appartenenti all' alleanza Valantio-Calion
muralis Brullo in Brullo e Marcen 1985, della
classe Ceranio-Cardaminetea hirsutae Rivas-Martinez et al (1999) 2001, sono le seguenti: Torilido-Cerastietum pentandriBrullo e Marcen 1985;
Calio muralis-Sedetum cepaeae Brullo e Marcen
1985; Cruciato-Buglossoidetum splitgerberi Brullo
e Marcen 1985; Parietario- Veronicetum cymbalariae Brullo e Marcen 1985; Sedetum litoreo-stellati Brullo e Marcen 1985; Laguro-Erodietum
maritimiBrullo e Marcen 1985; Ranunculo-Senecionetum lividi Brullo e Marcen 1985; Valantio-Polycarpetum alsinifllii Brullo e Marcen 1985;
Valerianello-Cerastietum glomerati Brullo e Marcen 1985; Geranio purpurei-Saxifragetum bulbiferae Brullo e Marcen 1985; Valerianello-Cerastietum luridi Brullo e Marcen 1985; Galio-Latapodietum zwierleinii Bartolo, Brullo, Minissale
e Spampinato 1988; Valantio-Solenopsidetum annuae Brullo, Scelsi e Siracusa 1994; ValerianelloGalietum calvescentis Brullo e Siracusa 1996.

BARTOLO et al. 1988a; BARBAGALLO et al 1983;


BRULLO, GRILLO 1985; BRULLO, MARCEN
1974b; BRULLO, SIRACUSA 1996; BRULLO, SCELSI 1996; BRULLO et al 1987a, 1988, 1993a; RAIMONDO, SCHICCHI 1998). Questa vegetazione
rientra nella classe Tuberarietea guttatae Br.-BI. in
Br.-BI. etal 1952 Rivas Goday e Rivas-Martinez
1963 ed rappresentata da numerose associazioni appartenenti alle seguenti alleanze:
- Tuberarion guttatae Br.-BI. in Br.-BI. e Wagner
1940 (Crassulo-Erodietum botrytis Ferro e Furnari 1970; Trifllio-Andryaletum cosyrensis Brullo, Di Martino e Marcen 1977; Crassulo-Sedetum cosyrensis Brullo, Di Martino e Marcen
1977; Radiolo-Kichxietum cirrhosae Brullo, Di
Martino e Marcen 1977; Tolpidetum grandiflorae Brullo e Furnari 1982; Bupleuro- Tuberarietum guttatae Bartolo, Brullo e Marcen 1982;
Tuberario-Aphanetum microcarpae Barbagallo,
Brullo e Signorello 1983; Tuberario-Senecionetum lividi Barbagallo, Brullo e Signorello 1983;
Coleostepho- Trisetarietum aureae Brullo, Minissale, Scelsi e Spampinato 1993; Tuberario-Anemonetum palmatae Brullo, Scelsi e Siracusa 1994;
Bellido-Solenopsidetum laurentiae Brullo, Scelsi
e Siracusa 1994; Herniario-Crassuletum tillaeae
Brullo, Scelsi e Siracusa 1994; Trifllio bocconeiTuberarietum guttatae Brullo et al 1998);
- Alkanno-Maresion nanae Rivas Goday ex Rivas
Godaye Rivas-Martinez 1963 (Vulpio-LeopoldietumgussoneiBrullo e Marcen 1974; Scabiosetum rutiflliae Brullo, Di Martino e Marcen
1974; Onobrychido-Cerastietum gussonei Brullo
e Grillo 1985; Anthemido-Centauretum conocephalae Brullo e Grillo 1985; Maresio- Walenbergietum nutabundae Brullo e Grillo 1985; LotoOnonidetum serratae Brullo e Grillo 1985; Evaco- Tuberarietum siculae Brullo e Grillo 1985; Sileno nicaeensis-Chamaemeletum mixti Brullo in
Brullo et al 1988; Cutandio-Parapholietum marginatae Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Bupleuro-Ononidetum reclinatae Brullo, Scelsi e Siracusa 1994; Vulpio-Cutandietum
divaricatae Brullo e Scelsi 1998; Vulpio-Romuletum rollii Brullo e Scelsi 1998; Alkanno-Nonetum vesicariae Brullo e Scelsi 1998; Vulpio
membranaceae-Hormuzakietum aggregatae Brullo, Guarino e Ronsisvalle 2000; Centrantho-Catapodietum hemipoae Brullo, Guarino e Ronsisvalle 2000; Sileno coloratae-Ononidetum variegatae Ghu e Ghu-Franck 1986).

VEGETAZIONETERO-XEROFITICAACIDOFILA

VEGETAZIONE TERO-XEROFITICA BASIFILA

I praticelli effimeri legati a substrati silicei, sia


compatti che sabbiosi, o a suoli acidificati in superficie risultano molto frequenti dalla fascia costiera fino alle zone montane. Essi normalmente
si rinvengono all'interno di formazioni boschive
e arbustive dove colonizzano le schiarite, come
pure negli ambienti dunali dove sono frammisti
alle associazioni psammofile perenni (POLI 1970;

I praticelli effimeri diffusi su substrati carbonatici o su suoli basici si differenziano per la presenza di un contingente di terofite, spesso di piccola
taglia, che tendono a costituire densi ed estesi tappeti. Esse sono legate normalmente ai processi di
degradazione di formazioni arbustive o di praterie perenni (BARTOLO et al 1988a; BRULLO 1985;
BRULLO, SCELSI 1996; BRULLO, SIRACUSA 1996;

Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988;


Hippocrepido-Astragaletum epiglottis Banolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Reichardio picroidis-Stipetum capensis Rivas-Martinez, Costa
e Loidi 1992; Chrysanthemo-Hyppocrepidetum
multisiliquosae Brullo e Siracusa 1996);
- Fedio-Convolvulion cupaniani Brullo e Spampinato 1986 (Ononido- Vicietum siculi Brullo e
Marcen 1985; Chamaemelo-Silenetum foscatae
Brullo e Spampinato 1986; Vulpio- Tetragonolobetum biflori Brullo e Spampinato 1986; Hedysaro-Lathyretum hirsuti Brullo e Spampinato
1986; Lotetum angustissimo-conimbricensis Brullo e Spampinato 1986).
VEGETAZIONE SCIAFILO-NITROFILA
ANNUALE
Le stazioni ombreggiate in situazioni debolmen-

BRULLO et al 1989b, 1994b, 1998b). Le associazioni, appartenenti tutte alla classe Stipo- Trachynietea distachyae Brullo in Brullo, Scelsi e Spampinato 2001, rientrano nelle seguenti alleanze:
- Trachynion distachyae Rivas-Maninez 1978 (Thero-Sedetum caerulei Brullo 1975; Vulpio-Trisetarietum aureae Brullo 1975);
- Sedo-Ctenopsion gypsophilae Rivas Goday e Rivas-Martinez ex Izco 1974 (Filagini-Chaenorrhinetum rubrifllii Brullo, Marcen, Minissale
e Spampinato 1989);
- Plantagini-Catapodion marini Brullo 1985 (Anthemido-Desmazerietum siculae Brullo 1985; Filagini-Daucetum lopadusani Brullo 1985; Sileno-Bellietum minuti Brullo 1985; Oglifetum 10jaconoiBrullo 1985; Plantagini-Erodietum linosae Brullo 1985; Sedo- Valantietum calvae Brullo 1985; Catapodio-Sedetum litoreiBartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; ParonichioCrassuletum tillaeae Bartolo, Brullo, Minissale e
Spampinato 1988; Atractylido-Neatostenetum
apuli Brullo, Scelsi e Siracusa 1994; CatapodioValantietum intricatae Brullo e Siracusa 1996;
Anthemido-Allietum lehmanii Brullo e Scelsi
1998; Echinarietum todaroanae Brullo et al.
1998b; Onobrychido-Psiluetum incurvi Brullo e
Scelsi 1998; Trigonello monspeliacae-Stipetum
capensis Tomaselli 1999; Podospermo-Plantaginetum deflexae Brullo, Guarino e Ronsisvalle
2000; Parapholido-Asphodeletum tenuifllii Brullo, Guarino e Ronsisvalle 2000; Sagino maritimae-Crassuletum tillaeae Brullo, Guarino e Ronsisvalle 2000; Ononido breviflorae-Stipetum capensis Brullo, Guarino e Ronsisvalle 2000).
VEGETAZIONE ERBACEA PERENNE TERMOXEROFlLA A CARATTERE STEPPICO

Le praterie perenni rappresentano uno degli aspetti vegetazionali pi diffusi e ben rappresentati nel
territorio. Normalmente essi rappresentano degli
stadi di degradazione delle formazioni arboree e
arbustive e vengono favoriti dagli incendi e dal
taglio. Si tratta di formazioni dominate da graminacee perenni, tra cui in particolare Ampelodesmos mauritanicus, Hyparrhenia hirta, Brachypodium ramosum, Oryzopsis miliacea, Lygeum spartum (BARTOLO et al 1988a; BRULLO 1984a, 1985;
BRULLO, SIRACUSA 1996, 2000; BRULLO et al.
1993a, 1997c, 1998b, 2006; FERRO 1998,2005;
FERRO, LADERO-ALvAREz 1999; GENTILE, DI BENEDETTO 1961; GIANGUZZI et al 1996; MINISSALE 1995; MINISSALE et al 1998).
Le associazioni rientranti nella classe LJgeo-Stipetea Rivas-Martinez 1978 sono inquadrate nelle
seguenti alleanze:
- Thero-Brachypodion ramosiBr.-BI. 1925 (Pulicario odorae-Brachypodietum retusi Ferro e LaderoAlvarez 1999; Helminthotheco aculeatae-Brachypodietum retusi Brullo et al 2006; Coronillo glaucae-Brachypodietum retusi Brullo et al 2006);
- Avenulo-Ampelodesmion mauritanici Minissale

446> La Vegetazione d'Italia

1995 (Helichryso-Ampelodesmetum mauritanici


Minissale 1995; Helictotricho-Ampelodesmetum
mauritanici Minissale 1995; Seseli-Ampelodesmetum mauritanici Minissale 1995; Galio-Ampelodesmetum mauritanici Minissale 1995; Astragalo huetii-Ampelodesmetum mauritanici Minissale 1995; Astragalo monspessulani-Ampelodesmetum mauritanici Minissale 1995; ArrhenatheroHelictotrichetum con voluti Brullo et al 1998);
- Hyparrhenion hirtae Br.-Bl., P. Silva e Rozeira
1956 (Hyparrhenietum hirto-pubescentisA. e O.
Bols e Br.-BI. in A. e O. Bols 1950; Oryzopsio-Hyparrhenietum hirtae Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Sanguisorbo-Magydaretum pastinaceae Bartolo, Brullo, Minissale
e Spampinato 1988; Euphorbio terracinae-Hyparrhenietum hirtae Brullo e Siracusa 1996; Penniseto setacei-Hyparrhenietum hirtae Gianguzzi,
I1ardi e Raimondo 1993);
- Panico-Hyparrhenion hirtae Brullo e Siracusa
2000 (Imperato-Hyparhenietum hirtae Brullo e
Siracusa 2000; Dichantio annulati-Hyparrhenietum hirtae Brullo e Siracusa 2000);
- Aristido cerulescentis-Hyparrhenion hirtae Brullo,
Scelsi e Spampinato 1997 (Cenchro ciliari-Hyparrhenietum hirtae Wildpret e Rodriquez in Rivas-Martinez et al 1993; Tricholaeno teneriffoeHyparrhenietum hirtae Brullo, Scelsi e Spampinato 1997; Botriochloo panormitanae-Hyparrhenietum hirtae Brullo, Scelsi e Spampinato 1997);
- Bromo-Oryzopsion miliaceaeO. Bols 1970 (Oryzopsio miliaceae-Daucetum maximi O. Bols e
Yigo 1972; Centrantho-Euphorbietum ceratocarpae Brullo 1984; Thapsio-Feruletum communis
Brullo 1984; Diplotaxio-Oryzopsietum miliaceae Brullo 1984; Sinapi pubescentis-Oryzopsietum
miliaceae Brullo 1984; Tricholaeno-Oryzopsietum miliaceae Brullo 1984; Euphorbietum cupanii Brullo 1984; Boerhaavio-Oryzopsietum miliaceae Brullo 1984; Dittrichio-Ferulaginetum
campestris Brullo 1984; Mantisalco-Oryzopsietum miliaceae Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Lathyro sphaerici-Oryzopsietum miliaceae Brullo e Siracusa 1996);
- Moricandio-Lygeion sparti Brullo, De Marco e
Signorello 1990 (Lygeo-Eryngietum dichotomi
Gentile e Di Benedetto 1961; Asteretum sorrentinii Raimondo 1984 (=Asteretum sorrentinii
Brullo 1985); Lygeo-Lavateretum agrigentinae
Brullo 1985; Phagnalo annotici-Lygeetum sparti Biondi e Mossa 1993).
VEGETAZIONE ERBACEA PERENNE MESOFILA
E SUBIGROFILA
Le formazioni erbacee a dominanza di emicriptofte e geofte rappresentano un tipo di vegetazione mesofila legata a suoli profondi e ricchi di
nutrienti, con un tenore di umidit pi o meno
marcato. Esse sono rappresentate in massima parte da prati montani, giuncheti, praterie igrofile
(BRULLO, GRILLO 1978; BARBAGALLO etal 1979b;

RAIMONDO 1980; BRULLO 1984b; BRULLO, MARCEN 1985b; BRULLO et al. 1976; MINISSALE,
SPAMPINATO 1986, 1990). Le associazioni rientrano nella classe Molinio-Arrhenatheretea
R.Tx.1937 e sono incluse nelle alleanze qui di seguito riportate:
- Dactylorhizo-juncion striati Brullo e Grillo 1978
(Dactylorhizo-juncetum 4fsiBrullo e Grillo 1978;
Caricetum intricato-oederi Brullo e Grillo 1978;
Petagniaeetum gussonei Brullo e Grillo 1978 corr.);
- Plantaginion cupanii Brullo e Grillo 1978 (Hypochoerido-Lotetum conimbricensis Brullo, Grillo,
Terrasi 1976; Cynosuro-Leontodontetum siculi Brullo e Grillo 1978; Genisto-Potentilletum calabrae
Brullo e Grillo 1978; Armerio-Plantaginetum cupanii Brullo e Marcen in Brullo 1984; Cynosuro-Plantaginetum cupanii Raimondo 1980);
- Paspalo-Polypogonion viridis Br.-BI. in Br.-BI. et
al. 1952 (Lippio nodiflorae-Panicetum repentis
O. Bols 1957; Polygono-Xathietum italiciPirola e Rossetti 1974);
- Trifolio-CynodontionBr.-BI. e O . Bols 1958 (Kckxio-Trifolietum bocconei Brullo e Marcen 1985);
- Mentho-juncion inflexi De Foucault 1984 (junco
inflexi-Menthetum Iongifoliae Lahm. 1953; Eleocharito-juncetum compressi Raimondo 1980; Teumo-Cirsietum italiciBruilo e Marcen 1985; Teumo-Lotetum tenuis Brullo e Marcen 1985; Carici otrubae-juncetum inflexi Minissale e Spampinato 1987; Epilobio hirsuti-Agropyretum repentis Minissale e Spampinato 1987; Cirsio-Eupatorietum
cannabini Brullo e Spampinato 1990; PhalaridoAgropyretum repentis Brullo e Spampinato 1990);
- Lolio-Plantaginion R.Tx. 1947 (Lolio-Plantaginetum majoris Bertier 1930).
GARlGHE
Le garighe rappresentano un tipo di vegetazione
arbustiva di tipo termoxerofilo legata ai processi
di degradazione della macchia o dei boschi. Esse
hanno talora le stazioni primarie in ambienti rocciosi o comunque caratterizzati da suoli molto superficiali, dove bloccata una naturale pedogenesi. Floristicamente si differenziano per la dominanza di arbusti stenofilli appartenenti ai generi

Erica, Rosmarinus, Thymus, Fumana, Helianthemum, Satureja, che normalmente si accompagnano a varie specie di Cistus (BARBAGALLO 1983;
BARTOLO etal 1978, 1985, 1987; BRULLO 1984c;
BRULLO, MARCEN 1983; BRULLO et al 1977,
1987a, 1993b, 1998b, 2000; COSTANZO et al.
1995b; FURNARI 1965; BRULLO, FURNARI 1994;
GIANGUZZI 1999; MARCEN, COLOMBO 1982;
RAIMONDO et al 1990a). Queste formazioni, presenti su vari tipi di substrato, rientrano nell'alleanza Cisto-Ericion Horvatic 1958 della classe Cisto-Micromerietea Oberd. 1954 e sono rappresentate dalle seguenti associazioni: Rosmarino-Coridothymetum capitati Furnari 1965; Erico-Polygaletum preslii Marcen e Colombo 1982; Erico-Micromerietum ftuticulosae Brullo, Marcen 1983;

Coridothymo-Helichrysetum stoechadis Barbagallo


1983; Coridothymo-Pinetum halepensis De Marco
e Caneva 1985; Cistetum salvifolii-clusii Bartolo,
Giardina, Minissale e Spampinato 1987; Hyparrhenio-Helianthemetum sessiliflori Brullo, Giardina, Minissale e Spampinato 1987; CoridothymoCistetum parviflori Banolo, Brullo, Minissale e
Spampinato 1987; Genistetum thyrrhenae Brullo,
Di Martino e Marcen 1977; Helichryso scandentis-Ericetum minutiflorae Brullo, Minissale, Scelsi
e Spampinato 1993; Thymelaeo-Rosmarinetum of
ficinalis Brullo, Minissale e Spampinato 1997; Sileno-Helichrysetum hyblaei Brullo et al 1998; Genisto aspalathoidis-Rosmarinietum officinalis Gianguzzi 1999; Diplotaxio-Reamurietum vermiculatae Brullo, Guarino e Ronsisvalle 2000; Coronillo valentinae-Coridothymetum capitati Brullo, Guarino e Ronsisvalle 2000.
VEGETAZIONE ARBUSTIVA PULVINARE
O ROFILA
Le stazioni cacuminali della fascia montana e altomontana sono spesso colonizzate da una vegetazione pulvinare di tipo orofilo, caratterizzata da
piccoli arbusti adattati a condizioni ambientali
estremamente rigide. Significativa la presenza
di numerose espressioni endemiche e di specie rare a distribuzione relitta, le quali conferiscono a
queste formazioni un notevole significato fitogeografico ed ecologico. In massima parte sono
comunit edafofile permanenti o, come nel caso
della porzione sommi tale dell'Etna, rappresentano degli aspetti c1imatofili (BRULLO 1984b; BRULLO et. a12005; FREI 1940; GILLI 1943; PIGNATTI etal. 1980; POLI 1964, 1965; POLI etal 1981;
RAIMONDO 1980; RAIMONDO etal 1990b, 1994).
Le numerose associazioni note rientrano nella
classe Rumici-Astragaletea siculi Pignatti e Nimis
in Pignatti et al 1980, endemica della Sicilia e
della Calabria, che viene rappresentata dalle alleanze seguenti:
- Rumici-Astragalion siculi Poli 1965 (SenecioniAnthemidetum aetnensis Frei 1940; Festuco cir-

cummediterraneae-Bellardiochloetum aetnensis
Frei 1940; Astragaletum siculi (Frei 1940) Gilli
1943; Phleo ambigui-Secalietum stricti Siracusa

1998; Festuco circummediterraneae-Populetum


tremulae Brullo e Siracusa in Brullo et al 2005;
Cerastio tomentosi-Hieracietum pallidi Brullo e
Siracusa in Brullo et al 2005);
- Cerastio-Astragalion nebrodensis Pignatti e Nimis ex Brullo 1984 (Cachryetum ferulaceae Raimondo 1980; Astragaletum nebrodensis Pignatti e Nimis in Pignatti et al 1980; Lino-Seslieretum nitidae Pignatti e Nimis in Pignatti et al
1980 corr.; Carduncello- Thymetum spinulosi Brullo e Marcen in Brullo 1984; Sideritido siculaeArtemisietum albae (Raimondo 1980) Brullo e
Giusso in Brullo et al 2005; Seslerio siculae-Melicetum cupanii Brullo e Giusso in Brullo et al
2005; Peucedanetum nebrodensis Brullo e Gius-

Sicilia < 447

Aspetti residuali della macchia afuniperus turbinata. Paleodune dell'entroterra di Gela, Sicilia meridionale (Foto P. Minissale)
so in Brullo et al. 2005; Seslerio siculae-Helictotrichetum convolutae Brullo e Cormaci in Brullo et al. 2005; Festuco rubrae-Seslerietum siculae
Brullo e Cormaci in Brullo et al. 2005; Helichryso italici-Onosmetum canescentis Brullo e
Guarino in Brullo et aL 2005; Plantagini humilis-Asperuletum gussonei Brullo e Guarino in Brullo et aL 2005);
- Armerion nebrodensis Brullo 1984 (Genistetum
cupaniiPignatti e Nimis in Pignatti et aL 1980;
Plantagini-Armerietum nebrodensis Pignatti e Nimis in Pignatti et al. 1980).
ARBUSTETI DECIDUI MESOFILI
I processi di degradazione della vegetazione boschiva, soprattutto decidua o di tipo mesofilo, favoriscono lo sviluppo di mantelli forestali caratterizzati dalla dominanza di rosacee spinose frammiste, in genere, a liane. Questi aspetti, spesso intricati e impenetrabili, tendono a ricoprire i margini dei boschi o a formare delle siepi (BARTOLO
etal 1994b; BRULLO 1984b; BRULLO etaL 1993a,
1998b; COSTANZO, TOMASELLI 1998; COSTANZO et al. 1995a; MINISSALE, SPAMPINATO 1986;
MINISSALE et aL 1998). Le associazioni note rientrano nei seguenti syntaxa:
- Cytisetea striato-scoparii Rivas-Martinez 1975
(Violion messanensis Barbagallo et aL 1982; Calicotomo infestae-Adenocarpetum commutati Bartolo, Brullo e Pulvirenti 1994);
- Rhamno-Prunetea Rivas Goday e Borja ex R.Tx.
1962 (Pruno-Rubion umifolii O. Bols 1954;

Rubo-Crataegetum brevispinae O. Bols 1962;


Pyro amigdaliformis-Paliuretum spinae-christi O.
Bols 1962; Crataegetum laciniatae Brullo e Marcen in Brullo 1984; Scutellario-Urticetum rupestris Brullo, Minissale, Scelsi e Spampinato
1993; Rubo-Aristolochietum altissimae Brullo,
Minissale, Scelsi e Spampinato 1993; Rubo-Dorycnietum recti Brullo, Minissale, Scelsi e Spampinato 1993).
PINETI ACIDOFILI TERMOFILI
Di un certo interesse sono i pineti a Pinus pinea
che si insediano su substrati silicei marcatamente acidi di stazioni collinari (BARTOLO et aL 1994a;
BRULLO et aL 2002b). Essi rientrano nella classe
Cisto-Lavanduletea Br.-BI. in Br.-BI., Molinier e
Wagner 1940, nella speciale alleanza Pinion pineae Feinbrun 1959 e sono rappresentate dalle
seguenti due associazioni: Cisto crispi-Pinetum pineae Bartolo, Brullo e Pulvirenti 1994; Cisto cretici-Pinetum pineae Brullo et al. 2002.
MACCHIA E BOSCHI TERMOFILI SEMPREVERDI E DECIDUI
La vegetazione forestale, sia di tipo climatofilo che
edafofilo, riveste un ruolo fondamentale nella definizione del paesaggio naturale siciliano. Si tratta
di formazioni arboree o arbustive caratterizzate dalIa dominanza di sempreverdi, soprattutto sclerofille, o talora di caducifoglie. Frequenti sono pure
gli aspetti misti a querce sempreverdi e decidue. I
boschi, rappresentando le formazioni maggiormente strutturate, costituiscono le tappe mature della

maggior parte delle serie di vegetazione oggetto del


presente studio. Possono essere distinte formazioni prettamente boschive, con alberi di alto fusto,
e aspetti di macchia, con arbusti di media e alta taglia. Fra i primi prevalgono lecceti di vario tipo,
sughereti, boschi di roverella e, pi raramente,
ostrieti e pineti; mentre nel secondo gruppo rientrano le formazioni a dominanza di lentisco, euforbia arborescente, mirto, palma nana, oleastro
(BARBAGALLO 1983; BARBAGALLO et aL 1979a;
BARTOLO etaL 1978, 1982b, 1988a, 1990; BRULLO etal 1977, 1980a, 1987a, 1993a, 1996b, 1998c,
1999b, 2002a; BRULLO 1984b; BRULLO, FURNARI 1994; BRULLO, MARCENO 1983, 1985a; BRULLO, PICCIONE 1980; BRULLO, SPAMPINATO 2004;
CIRINO et aL 1998; COSTANZO etaL 1995a; FERRO 1984; FICHERA et aL 1988a, 1988b; FURNARI,
SCELSI 1993; GENTILE 1968; GIANGUZZI et al.
1996; LONGHITANO etaL 1989, 1991; MARCENO,
OTTONELLO 1991; MINISSALE et aL 1998; RAIMONDO et aL 1994; SCELSI, PUGLISI 1995; SCELSI, SPAMPINATO 1998a; SURANO et aL 1996; POLI
MARCHESE 1982; POLI et aL 1981; PUGLISI et aL
1991; TOMASEW etal 1968; POLI, MAUGERI 1974;
GHU, BIONDI 1997, PIGNATTI 1998). Sotto il profilo fitosociologico rientrano tutte nella classe Quercetea ilicis Br.-BI. ex A. e O. Bols 1947, rappresentata da due ordini principali: Quercetalia ilicis
Br.-BI. exMolinier 1934 em. Rivas-Martinez 1975,
che include le formazioni boschive, e Quercetalia
calliprini Zohary 1955 (=Pistacio-Rhamnetalia ala-

448 > La Vegetazione d'Italia

terni Rivas-Martinez 1975), relativa alle formazioni prettamente arbustive. Le associazioni note rientrano nelle seguenti alleanze:
- Quercion ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 (OstryoQuercetum ilicis Lapraz 1975; Doronico-Quercetum ilicis Barbagallo, Brullo e Fagotto 1979;
Oleo-Quercetum virgilianae Brullo 1984; Aceri
campestri-Quercetum ilicis Brullo 1984; Rhamno alaterni-Quercetum ilicis Brullo e Marcen
1985; Pistacio-Quercetum ilicis Brullo e Marcen 1985; Celtido aetnensis-Quercetum virgilianae Brullo e Marcen 1985; Sorbo torminalisQuercetum virgilianae Brullo, Minissale e Spampinato 1995; Lauro-Quercetum virgilianae Brullo Costanzo e Tomaselli 2001);
- Erico-Quercion ilicis Brullo, Di Martino e Marcen 1977 (Erico-Quercetum ilicis Brullo, Di
Martino e Marcen 1977; Stipo bromoidis-Quercetum suberis Barbagallo 1983; Quercetum leptobalanae Brullo 1984; Genisto aristatae-Quercetum suberis Brullo 1984; Mespilo-Quercetum virgilianae Brullo e Marcen 1985; Teucrio siculiQuercetum ilicisGentile 1969 em. Brullo e Marcen 1985; Erico-Quercetum virgilianae Brullo,
Marcen 1985; Arabido-Quercetum congestae
Brullo e Marcen 1985; Aceri obtusati-Ostryetum carpinifoliae Brullo e Marcen 1985; Festuco heterophyllae-Quercetum congestae Brullo e Marcen 1985; Vicio elegantis-Quercetum congestae
Brullo e Marcen 1985; QuercetumgussoneiBrullo e Marcen 1985; Doronico-Quercetum suberis Brullo, Minissale e Spampinato 1995);
- Oleo-Ceratonion Br.B1.1936 em. Rivas-Martinez
1975 (Oleo-Euphorbietum dendroidis Trinajstic
1974; Mirto-Lentiscetum (Molinier 1954 em. O.
Bols 1962) Rivas-Martinez 1975; Salvio-Phlomidetum fruticosae Barbagallo, Brullo e Fagotto 1979; Chamaeropo-Sarcopoterietum spinosi
Barbagallo, Brullo e Fagotto 1979; CalicotomoRhoetum tripartitae Bartolo, Brullo e Marcen
1982; Pistacio Lentisci-Pinetum haLepensis De
Marco e Caneva 1985; Pistacio-Chamaeropetum
humiLis Brullo e Marcen 1985; ChamaeropoQuercetum calliprini Brullo e Marcen 1985;
Ephedro-Lycetum europaei Brullo e Marcen
1985; Hippocrepido-BupLeuretum fruticosi Brullo, Minissale, Scelsi e Spampinato 1993; Teucrio-Rhamnetum alaterni Brullo, Minissale, Scelsi e Spampinato 1993; Asparago acutifoLii-Ziziphetum loti Gianguzzi, Ilardi e Raimondo 1996;
Genisto aspalathoidis-Pinetum hamiltonii Brullo, Di Martino e Marcen 1977 nom. inverso et
corro Gianguzzi 1999 (=Pino-Genistetum aspalathoidis Brullo, Di Martino e Marcen 1977);
Ephedro fragilis-Pistacietum Lentisci Brullo, Guarino e Ronsisvalle 2000);
-Arbuto unedonis-Laurion nobilis Rivas-Martinez,
Fernandez Gonzalez e Loidi 1999 (Hedero heLicisLauretum nobilis Bueno e Fernandez Prieto 1991);
- PeripLocion angustifoliae Rivas-Martinez 1975

Vegetazione forestale del Pistacio lentisci-Quercetum ilicis nelle "Cave" dei Monti Iblei (foto S. Sciandrello)

(PeripLoco-Euphorbietum dendroidis Brullo, Di


Martino e Marcen 1977; PeripLoco-Juniperetum turbinatae Bartolo, Brullo, Minissale e Spampinato 1988; Asparago stipularis-Retametum gussonei Brullo, Guarino e Ronsisvalle 2000);
- Juniperion turbinatae Rivas-Mardnez (1975)
1987(Ephedro-Juniperetum macrocarpae Bartolo, Brullo e Marcen 1982;]unipero-Quercetum
calliprini Bartolo, Brullo e Marcen 1982);
- Ericion arboreae (Rivas-Martinez ex Rivas-Martinez, Costa e Izco 1986) Rivas-Martinez 1987 (Erico arboreae-Arbutetum unedonis Molinier 1937; Erico arboreae-Myrtetum communis Quezel et al 1988).
BOSCHI MESOFILI
La vegetazione forestale montana della Sicilia rappresentata prevalentemente da cerreti e faggeti o,
pi raramente, da boschi di rovere, di tasso, di leccio o da pineti. In particolare i boschi caducifogli
ricoprono estese superfci in corrispondenza della
fascia montana e submontana, assumendo un ruolo preminentemente climatoflo (BRULLO 1984b;
BRULLO, MARCEN 1985a; BRULLO et al 1996b,
1999c; GENTILE 1969a; HOFMANN 1960; MANISCALCO, RAIMONDO 2003; RAIMONDO 1980; RAIMONDO et al 1994; RONSISVALLE, SIGNORELLO
1977; POLI etaL 1979a, 1979b, 1981; UBALDI et.
al 1990). Essi rientrano nella classe Querco-Fagetea Br.-Bl. e Vlieger in Vlieger 1937 e sono rappresentati da formazioni ascrivibili, prevalentemente,
all' ordine FagetaLia syLvaticae Pawlowski in Pawlowski et al 1928 o, come nel caso di alcune formazioni etnee, ai QuercetaLia pubescenti-petraeae Klika 1933. Le associazioni note rientrano nelle seguenti alleanze:

- Doronico-Fagion (Gentile 1969) Ubaldi etal 1990


(Ilici-Quercetum austrothyrrenicae Brullo e Marcen in Brullo 1984 corro (=Ilici-0tercetum petraeae Brullo e Marcen in Brullo 1984); Anemono
apenninae-Fagetum(Centile 1969) Brullo 1984 (=
Aquifolio-Fagetum Gentile 1969); Luzuw siculaeFagetum Brullo et al 1999; Epipactido meridionalis-Fagetum Brullo et al 1999; Rubo aetnici-Fagetum Brullo et al 1999; ILici- Taxetum baccatae Brullo, Minissale e Spampinato 1995; Arrhenathero nebrodensis-Quercetum cerridis Brullo, Minissale e
Spampinato 1996; Geranio versicowris-Quercetum
ilicis Maniscalco e Raimondo 2003);
- Pino-Quercion congestae Brullo et al 1999 ( Vcio
cassubicae-Quercetum cerridis Brullo e Marcen
1985; Agropyro panormitani-Quercetum congestae
Brullo et al 1999).
VEGETAZIONE ORO FILA A CONIFERE
Sulle alte montagne si rinvengono delle formazioni legnose mano o bi-stratifcate, in cui hanno un ruolo fsionomico e strutturale rilevante alcune conifere ad habitus prostrato o d'alto fusto.
Esse possono essere considerate come delle comunit a carattere relitto, in quanto rappresentano le ultime vestigia di aspetti forestali aventi
la loro massima espressione durante il terziario.
In Sicilia le specie che caratterizzano queste formazioni sono rappresentate da arbusti striscianti
di Juniperus hemisphaerica, che spesso si accompagna a Pinus nigra subsp. caLabrica sull'Etna e
ad Abies nebrodensis sulle Madonie (BRULLO
1984b; BRULLO etal 200 la; PIGNATTI etal 1980;
PIROLA, ZAPPAL 1959; RAIMONDO et aL. 1994).
Questo tipo di vegetazione rientra nella classe Pi-

Sicilia < 449

Faggeto acidoflo (Anemono apenninae-Fagetum). Lago Biviere, pendici di Monte Sora (foto V. Ilardi)

no-juniperetea Rivas-Martinez 1964 e in particolare nell' alleanza Berberidion aetnensis Brullo, Giusso e Guarino 2001. Le associazioni appartenenti
a questi syntaxa sono le seguenti: Cerastio tomentosi-juniperetum hemisphaericae Pignatti e Nimis
in Pignatti et al, 1980; junipero hemisphaericaeAbietetum nebrodensis Brullo e Giusso in Brullo
et al. 200 l; Bellardiochloa aetnensis-juniperetum
hemisphaericae Brullo e Siracusa in Brullo et al
200 l; junipero hemisphaericae-Pinetum calabricae Brullo e Siracusa in Brullo et al 200 l.

3. DESCRIZIONE DELLE TIPOLOGIE


CARTOGRAFATE

[62] Serie appenninica meridionale neutrobasifila del faggio (Anemono apenninaeFago sylvaticae sigmetum)
DISTRlBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: in

questa serie rientrano i faggeti termofili acidofili,


ampiamente diffusi sui rilievi montuosi della Sicilia settentrionale. Estesi esempi si rinvengono
nelle catene montuose delle Madonie, dei Nebrodi e dei Peloritani.

Questo faggeto di tipo acidofilo si localizza all'interno della fascia altitudinale compresa tra 1400
e 1800 metri, la quale caratterizzata da un bioclima supramediterraneo o supratemperato submediterraneo, con ombrotipo subumido-umido.
Il suolo si presenta ben evoluto e profondo con
uno spesso stato di humus e una discreta componente argillosa.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERlZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'Ane-

mono apenninae-Fagetum un bosco mesofilo a


netta dominanza di faggio (Fagus sylvatica). Lo
strato arbustivo caratterizzato dalla presenza di
llex aquifolium, mentre quello erbaceo da alcune
geofite a fioritura primaverile (tra cui Anemone
apennina, Corydalis solida, Scilla bifolia, Allium
pendulinum) e da specie nemorali a fioritura estiva (a esempio Lamium flexuosum, Doronicum
orientale, Geranium versicolor). Differenziali di associazione sono Ranunculus umbrosus, Allium ursinum e Anthriscus nemorosa. In stazioni submontane (1000-1300 metri) con bioclima supramediterraneo, limitatamente al settore occidentale
dei Monti Peloritani, l'aspetto tipico dell'associa-

zione viene sostituito da una speciale variante indicata come subass. melittetosum, la quale rappresenta un faggeto marcatamente termofilo a carattere extrazonale. Specie differenziali di quest'ultimo syntaxon sono Melittis albida, Polygonatum
multiflorum, Symphytum gussonei, Limodorum
abortivum, Saxifraga rotundifolia e Acer obtusatum varo aetnense.
STADI DELLA SERlE: gli stadi della serie sono rappresentati da formazioni arbustive dell'Armerion
nebrodensis, limitatamente alle Madonie, mentre
molto pi diffuse sono le praterie mesofile del
Plantaginion cupanii.
SERlE ACCESSORlE NON CARTOGRAFABILI: nelle
stazioni pi acclivi e rocciose il faggeto viene talora sostituito dal Teucrio siculi-Quercetum ilicis.
Nelle stazioni cacuminali delle Madonie, caratterizzate da substrati quarzarenitici con suolo molto primitivo e ricco di scheletro e costantemente
interessate dalla forte azione del vento, il faggeto
viene sostituito da una formazione arbustiva prostrata di tipo edafofilo, rappresentata dal Cerastio
tomentosi-juniperetum hemisphaericae della classe
Pino-juniperetea. Si tratta di un'associazione endemica delle Madonie, caratterizzata dalla domi-

450 > La Vegetazione d'Italia

nanza di Juniperus hemisphaerica, arbusto ad habitus tipicamente prostrato al suolo. Specie caratteristiche dell'associazione, oltre al ginepro, sono
Allium nebrodense, un raro endemismo siculo, e

Cerastium tomentosum.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nel territorio di pertinenza della serie sono

presenti rimboschimenti a prevalenza di Pinus


nigra s.l. e Cedrus sp.pl.

[175] Serie sicula orofila dei fruticeti pulvinari (Rumici aetnensis-Astragalion sicult)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie distribuita nelle stazioni altomontane dell'Etna al di sopra dei 1800 metri.
La serie interessa le lave vulcaniche dell'Etna, ricadenti nella fascia altomontana caratterizzata da un
bioclima oromediterraneo umido. I suoli sono variabili in quanto nelle colate laviche pi antiche,
tendono ad ispessirsi arricchendosi progressivamente di humus e cenere vulcanica, mentre in quelle pi recenti i suoli sono molto immaturi e la componente sabbiosa dominante.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE
FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la serie rappresentata dalle formazioni camefitiche pulvinari
appartenenti al Rumici-Astragalion siculi. Quest' alleanza riunisce diverse associazioni endemiche, fra
cui 1'Astragaletum siculi e il Senecioni aethnensisAnthemidetum aetnensis. In particolare, l'Astragaletum siculi occupa una fascia altimetrica compresa tra 1800 e 2200 metri, ed fisionomicamente
differenziato dalla dominanza di pulvini spinosi di
Astragalus siculus, cui si associano altre entit, come Senecio aethnensis, Galium aetnicum, Festuca

circummediterranea, Robertia taraxacoides, Tanacetum siculum e Viola aetnensis. Spesso questa associazione si rinviene anche a quote pi basse, dove
assume un ruolo secondario in seguito ai processi
di degradazione delle formazioni forestali. Il Senecioni aethnensis-Anthemidetum aetnensis, rispetto
all'Astragaletum siculi, un'associazione con caratteri pi pionieri e con copertura molto discontinua, che si insedia sui substrati lavi ci della parte
sommi tale dell'Etna a quote comprese tra i 2200
e 2900 metri. Essa caratterizzata da poche specie, quasi tutte endemiche o rare, come Senecio si-

culus, Rumex aetnensis, Anthemis aetnensis, Cardamine glauca e Scleranthus vulcanicus.


STADI DELLA SERIE: le associazioni del Rumici-Astragalion siculi tendono a essere sostituite - in seguito ai processi di degradazione - da praticelli effimeri a microfte rientranti nell'alleanza ScleranthoMyosotidion incrassate appartenente ai Tuberarietea guttatae. In condizioni naturali questi aspetti
annuali occupano piccole aree in mezzo ai cespuglie ti del Rumici-Astragalion siculi e sono caratterizzati da Myosotis incrassata, Viola parvula, Scle-

Astragaletum siculi. Fascia altomontana del Monte Etna (foto G. Giusso del Galdo)
ranthus aetnesis, Veronica arvensis, Bromus tectorum,
Erophila verna, Alyssum siculum.

[178] Serie sicula silicicola dell'abete dei Nebrodi (Junipero hemisphaericae-Abieto nebro-

tagini-Armerietum nebrodense, che nelle stazioni


pi elevate e ventilate, assume un ruolo prettamente edafofilo. La serie verso il basso prende
contatti catenali con i faggeti dell'Anemono apenninae-Fagetum.

densis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie circoscritta a stazioni cacuminali delle Madonie. La serie legata a substrati silicei, rappresentati soprattutto da quarzareniti e si localizza
in aree cacuminali tra i 1400 e i 1700 metri nella fascia bio climatica supramediterranea umida.
I suoli sono molto superficiali e ricchi in componente scheletrica.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la tappa pi matura della serie un bosco orofilo a conifere, discontinuo e bistratificato, con lo strato
arboreo rappresentato da Abies nebrodensis e quello arbustivo prostrato con Juniperus hemisphaerica. Frequenti sono pure altri arbusti, fra cui Rosa sicula, R. heckeliana, Sorbus graeca e, talora, Ber-

beris aetnensis.
STADI DELLA SERIE: la degradazione di questa for-

mazione boschiva porta verso bassi cespuglieti


pulvinari dell'Armerion nebrodensis, come il Plan-

[179] Serie sicula acidofila del faggio (Epipactido meridionalis-Fago sylvaticae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: circoscritta alle stazioni montane dell'Etna tende,
potenzialmente, a formare una fascia pi o meno continua attorno al cono vulcanico.
Questa serie legata a substrati vulcanici di stazioni montane e altomontane a quote comprese
fra 1500 e i 1800 metri. Si sviluppa all'interno
della fascia bioclimatica supramediterranea umida su vecchie colate laviche caratterizzate da suoli molto maturi con lettiera ben sviluppata.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE
FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'associazio-

ne testa di serie rappresentata da un bosco di faggio (Fagus sylvatica) con strati arbustivo ed erbaceo scarsamente rappresentati. Fra le specie pi significative si rinvengono Viola reichenbachiana,

Brachypodium sylvaticum, Aremonia agrimonoides,

Sicilia < 451

Particolare degli strobili di Abies nebrodensis e delle


rachidi relative alla passata fruttificazione
(foto R. Schicchi)

Faggeti termofili acidofili. Sui macereti quarzarenitici sono riconoscibili individui superstiti della popolazione di Abies nebrodensis. Versante settentrionale di Monte Scalo ne,
Madonie. (foto V. Ilardi)

Neottia nidus-avis, Festuca heterophylla, Epipactis


meridionalis e Cephalanthera longifolia.
STADI DELLA SERlE: la degradazione della tappa

matura della serie porta verso comunit arbustive pulvinari del Rumici-Astragalion siculi, tra cui

l'Astragaletum siculi.
SERlE ACCESSORlE NON CARTOGRAFABILI: all'in-

terno di questa serie si rinvengono altre formazioni forestali, che assumono un ruolo prettamente
edafofilo in quanto legate a particolari tipi di substrati. Nelle stazioni pi rocciose, con suoli superficiali o immaturi, si insediano i pineti riferibili al
Junipero hemisphaericae-Pinetum calabricae, mentre sui substrati incoerenti costituiti da ceneri vulcaniche quasi privi di suolo, sono presenti boscaglie pioniere di Betula aetnensis. Entrambe le comunit sono in genere compenetrate con le formazioni del Rumici-Astragalion siculi.

Nuclei di pino laricio (serie dello Junipero hemisphaericae-Pinetum calabricae) sopravvissuri ad una recente colara
lavica nel territorio di Randazzo (foto R. Schicchi)

452 > La Vegetazione d'Italia

[180] Serie sicula basifila del faggio (Luzulo siculae-Fago sylvaticae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie nota solo per il massiccio carbonatico delle Madonie a quote comprese tra 1400 e 1900
metri. La serie in esame si localizzata su substrati
carbonatici (dolomie e calcari mesozoici) ed legata alla fascia bioclimatica supramediterraneo umida. I suoli sono poco evoluti, con una ricca componente scheletrica spesso grossolana.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: questo

faggeto caratterizzato dalla presenza di vetusti


individui di Fagus sylvatica e Acer pseudoplatanus, mentre nello strato arbustivo, oltre al faggio, si rinvengono Sorbus graeca, Orthilia secunda, Euphorbia amygdaloides subsp. arbuscula e,
sporadicamente, Rhamnus cathartica e Crataegus
laciniata. Nei tratti pi aperti si riscontrano anche Astragalus nebrodensis, Prunus cupaniana e
Rosa sicula. Lo strato erbaceo nei tratti chiusi presenta poche specie, fra le quali assumono maggiore frequenza Allium pendulinum, Anemone
apennina, Asperula odorata, Cardamine chelidonia, Cyclamen hederifolium, Corydalis solida, Doronicum orientale, Galium odoratum, Geranium
versicolor, Lamium flexuosum varo pubescens, Luzula sicula, Monotropa hypopitys, Mycelis muralis, Neottia nidus-avis, Ranunculus umbrosus, Scil-

la bifolia, Cephalanthera damasonium, C rubra,


Hieracium pignattianum.
STADI DELLA SERIE: gli stadi di degradazione, dovuti al disboscamento o diradamento del faggeto
e all'azione combinata del pascolo, sono rappresentati da formazioni arbustive pulvinari del Cerastio-Astragalion nebrodensis. Fra queste sono da
citare l'Astragaletum nebrodensis, su substrati pi
compatti, e il Lino-Seslerietum nitidae sui brecciai
consolidati. Lulteriore degradazione di questi arbusteti porta verso il Cachryetum ferulaceae e, nei
tratti pianeggianti, interessati da suoli poco permeabili si affermano, invece, le praterie mesofle
del Cynosuro-Plantaginetum cupanii. Il Luzulo siculae-Fagetum in basso entra in contatto con i lecceti dell'Aceri campestris-Quercetum ilicis.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nel territorio di pertinenza della serie sono

presenti rimboschimenti a prevalenza di Pinus nigra s.l., Cedrus sp.pl., Abies alba e A. cephalonica.

[183] Serie sicula acido6la della quercia contorta (Agropyro panormitani-Querco congestae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie si rinviene sul versante orientale e settentrionale dell'Etna, a quote comprese fra i 1000 e 1500
metri. La serie si localizza in stazioni montane su
suoli profondi e ben umifcati, che si sviluppano

su antiche colate laviche etnee, all'interno della fascia bioclimatica supramediterranea umida.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la tappa matura rappresentata da formazioni boschive dominate da Quercus congesta, cui si associano
Q dalechampii, Pinus nigra subsp. calabrica, nonch un ricco contingente di specie dell'ordine
Quercetalia pubescenti-petraeaee della classe Querco-Fagetea. Ben rappresentate nel sotto bosco sono numerose specie erbacee, fra le quali di particolare rilievo Agropyron panormitanum, che evidenzia il carattere marcatamente mesoflo dell' assoclazlOne.
STADI DELLA SERIE: la degradazione di questo bosco favorisce inizialmente l'inserimento di mantelli preforestali a Genista aetnensis che, nelle stazioni
pi rocciose, vengono sostituiti da cespuglieti pionieri riferibili al Centrantho-Senecionetum ambigui.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: nelle
stazioni con affioramenti lavici o suoli pi rocciosi, all'interno dell'area occupata da questa serie, si
rinvengono pinete orofle appartenenti al Junipero hemisphaericae-Pinetum calabricae. In situazioni nettamente pi mesiche, come nelle aree con
suoli pi freschi e profondi e negli impluvi, si rinvengono cerreti, riferibili al Vicio cassubicae-Quercetum cerridis, che attualmente occupano piccole
superfci del versante orientale dell'Etna. Questa

Faggeti delle Madonie: in primo piano aspetti basifili del Luzulo siculae-Fagetum; oltre l'incisione torrentizia espressioni acidofile dell'Anemomo apenninae-Fagetum (foto V. Ilardi)

Sicilia < 453

associazione boschiva di notevole interesse fitogeografico, in quanto l'unica formazione a dominanza di cerro presente nel territorio etneo.
In ambienti di forra o negli impluvi profondi si
insedia, talora, un faggeto extrazonale acidoflo,
rappresentato dal Rubo aetnici-Fagetum. Si tratta
di un bosco mesoflo a netta dominanza di Fagus
sylvatica, di cui sono specie caratteristiche Acer obtusatum varo aetnense, Rubus aetnicus, Pinus nigra
subsp. calabrica, Vicia cassubica e Agropyron panormitanum. Questa associazione forestale dinamicamente collegata agli stessi aspetti secondari dell'Agropyro panormitani-Quercetum congestae.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nel territorio di pertinenza della serie sono

presenti rimboschimenti a prevalenza di Pinus nigra subsp. calabrica.


Leccero oroflo (Geranio versicoloris-Quercetum ilicis) su quarzareniti. Contrada Vicaretro, Madonie (foro R. Schicchi)

[184] Serie sicula acidofila del cerro (Arrhenathero nebrodensis-Querco cerridis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie diffusa ampiamente sui Monti Nebrodi (Sicilia settentrionale) nella fascia altimetrica interposta tra i querce ti termofili (in basso) e il faggeto (in alto). Essa qui occupa una fascia abbastanza estesa sia lungo il versante settentrionale che
quello meridionale. presente inoltre negli Iblei
sulla cima di Monte Lauro, dove attualmente si
rinvengono limitati lembi di boschi molto degradati riferibili alla tappa matura di questa serie.
Questo tipo di bosco legato ai substrati acidi
prevalentemente scistosi o lavici, presenti a quote comprese tra 1000 e 1400 metri, all'interno
della fascia bioc!imatica supramediterranea subumido-umida, penetrando marginalmente in quella mesomediterranea. Predilige suoli molto profondi ed evoluti con una ricca componente limoso-argillosa a pH acido.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: si tratta

di un cerreto montano ben differenziato sotto il


profilo floristico dalle analoghe formazioni dell'Appennino centro-meridionale, per la presenza
di alcune specie endemiche sicule o meridionali
(Arrhenatherum nebrodense, Aristolochia sicula, A.
c!us) o rare nell'Isola, come Conopodium capillifolium. Ben rappresentate sono le specie dei Fagetaliae dei Querco-Fagetea, che costituiscono un
ricco sotto bosco erbaceo.
STADI DELLA SERIE: gli aspetti di degradazione di
questa formazione portano all'insediamento di
mantelli preforestali dei Pruno-Rubion ulmifolii,
ma soprattutto a praterie mesofile, riferibili al
Plantaginion cupanii fra cui in particolare il Leontodonto siculi-Plantaginetum cupanii.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: sugli
affioramenti rocciosi o sui versanti molto acclivi

il cerreto viene sostituito dal Teucrio siculi-Quercetum ilicis. Negli impluvi pi freschi con suoli
molto rocciosi si rinviene l' Ostryo-Quercetum ilicis. Entrambi qui assumono chiaramente un ruolo edafoflo.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nel territorio di pertinenza della serie sono pre-

senti rimboschimenti a prevalenza di Pinus nigra s.l.

[185] Serie sicula acidofa del leccio (Geranio versicoloris-Querco ilicis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie si rinviene sui rilievi della Sicilia settentrionale e nord-orientale, dove occupa, in genere, limitate superfici non cartografabili. Esempi abbastanza estesi della serie sono stati individuati sul
versante orientale delle Madonie.
I.:associazione insediata nelle stazioni a microclima fresco e umido, quali forre, valloni e versanti settentrionali dei rilievi, nell'ambito di substrati silicei (scisti, gneiss, graniti, flysch), caratterizzate da un bioc!ima di tipo supramediterraneo umido superiore. I suoli si presentano piuttosto rocciosi con ricca componente scheletrica a
causa dell' acc!ivit delle superfici.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE
FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la tappa ma-

tura rappresentata essenzialmente da un lecceto


acidofilo caratterizzato da un gruppo di specie mesofile, come llex aquifolium, Silene sicula, Melittis
albida, Aremonia agrimonoides, Geranium versicolor, Thalictrum calabricum e Symphytum gussonei.
Sono presenti, inoltre, diverse specie del PinoQuercion congestae e dei Quercetalia pubescentipetraeae, come Poa sylvicola, Viola alba subsp. dehnhardtii, Quercus congesta, Teucrium siculum, Asperula laevigata, Fraxinus ornus, Limodorum abortivum, Clinopodium vulgare subsp. arundanum,

Luzula forsteri, Tamus communis e Crepis leontodontoides. Tra le entit del Geranio-Fagion e unit superiori si rinvengono Potentilla micrantha,
Daphne laureola, Galium rotundifolium e Luzula
sieberi subsp. sicula.
STADI DELLA SERIE: lo stadio arbustivo della serie
rappresentato dai mantelli preforestali del Pruno-Rubion ulmifolii, mentre quello erbaceo da
praterie mesofile del Plantaginion cupanii.

[187] Serie sicula acidofila della rovere


meridionale (Ilici aquifolium-Querco austrotyrrhenicae sigmetum)
DISTRIBUZIONE E CLIMA: la serie localizzata sul-

le Madonie nell'ambito della fascia altimetrica


compresa tra 1100 e 1500 metri. Gli aspetti pi
significativi di questa serie ricadono nel Bosco Pomieri e nelle sue immediate adiacenze. Sui Nebrodi, esempi non cartografabili, si rinvengono
sul versante settentrionale, nei boschi di Caronia.
Gli aspetti migliori di questa vegetazione si riscontrano soprattutto nei fondovalle e sui versanti pi freschi, interessati per quasi tutto l'anno
dallo stazionamento di nebbie che agiscono sul
macroc!ima mitigando lo. Si vengono cos a determinare peculiari condizioni microc!imatiche
di tipo temperato umido con marcati caratteri di
oceanicit. Dal punto di vista bioc!imatico ricade tra la fascia mesomediterranea e supramediterranea, con ombrotipo da subumido a umido.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE
FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: si tratta di

una particolare espressione di vegetazione forestale di tipo relittuale e di notevole interesse geobotanico. Gioca un ruolo fisionomicamente dominante Quercus petraea subsp. austrotyrrhenica, cui
si associano Acer obtusatum, A. campestre e, marginalmente, A. monspessulanum, Sorbus torminalis e

454 > La Vegetazione d'Italia

Bosco misto di tovere e agrifoglio (Ilici aquifo/ium-Quercetum austrotyrrhenicae). Contrada Pomeri, Madonie (foto V Ilardi)

Ulmus glabra. Nei tratti pi freschi e alle quote pi


elevate a queste specie si accompagnano Fagus sylvatica e Acer pseudoplatanus. Rilevante inoltre il
ruolo di llex aquifolium, che trova in questa cenosi condizioni ottimali di crescita, formando un denso e intricato sotto bosco interrotto da individui di
Malus sylvestris, Crataegus laciniata, Prunus spinosa, Euonymus europaeus, Daphne laureola, Rhamnus cathartica e Ruscus aculeatus. Tra le entit erbacee, oltre ad Aquilegia vulgaris caratteristica dell' associazione, si ricordano alcune specie di interesse
fitogeografico, come Festuca exaltata, Anemone

apennina, Cyclamen repandum, C. hederifolium,


Primula acaulis e Symphytum gussonei.
STADI DELLA SERIE: l'aspetto di degradazione del

bosco misto di rovere e agrifoglio rappresentato inizialmente dal Crataegetum laciniatae e, successivamente, dal Genistetum cupanii. La distruzione della copertura arbustiva determina l'insediamento di praterie riferibili al Cynosuro-Plan-

taginetum cupanii.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nel territorio di pertinenza della serie si riscontrano castagneti e rimboschimenti a prevalenza di Pinus nigra s.l.

Formazione pulvinare a Genista cupanii dinamicamente connessa ai boschi dell'l/ici aquifo/ium-Quercetum


austrotyrrhenicae (foto R. Schicchi)

Sicilia < 455

[188] Serie sicula acidofila della quercia


contorta (Festuco heterophyllae-Querco congestae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LlTOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie localizzata sul versante occidentale e meridionale dell'Etna e su quello meridionale dei
Nebrodi e delle Madonie.
Il Festuco heterophyllae-Quercetum congestae si insedia nelle stazioni montane, su substrati silicei
e, soprattutto, su vulcani ti e scisti, interessate da
un bioclima compreso tra il mesomediterraneo
umido e il supramediterranea subumido. I suoli
sono molto evoluti e maturi a reazione acida. La
serie occupa una fascia altimetrica compresa fra
600 e llOO metri, spingendosi sull'Etna fino a
circa 1700 metri.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: una

formazione mesofila caratterizzata da varie querce, fra cui gioca un ruolo predominante Quercus
congesta, la quale associata in genere a Q dalechampii, Q ilex, Q amplifolia. Nel sotto bosco sono frequenti Festuca exaltata, Cnidium silaifolium,
Teucrium siculum, Cytisus villosus, Clinopodium
vulgare subsp. arundanum, Melica arrecta, Festuca heterophylla e Conopodium capillifolium.
STADI DELLA SERIE: gli stadi della serie del Festuco heterophyllae-Quercetum congestae sono rappresentati da mantelli forestali del Pruno-Rubion ulmifolii, da praterie mesofile del Plantaginion cupanii e da praticelli effimeri del Tuberarion guttatae.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nel territorio di pertinenza della serie sono

presenti rimboschimenti a prevalenza di Pinus ni-

gras.l.

[191] Serie calabro-sicula acido61a del leccio


(Teucrio siculi-Querco ilicis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LlTOMORFOLOGIA E CLIMA: nel

territorio regionale la serie si distribuisce sui rilievi


della Sicilia settentrionale e nord-orientale. Normalmente, le aree interessate da questa serie non
sono cartografabili, per la loro limitata estensione.
Solo nel settore nord-orientale delle Madonie stata possibile la loro rappresentaziQO'le cartografica.
Esempi di questa serie si rinvengono comunque in
varie parti del versante settentrionale dei Nebrodi,
all'intetno di aree potenzialmente interessate da sughereti e cerreti, come pure sui Peloritani, dove
piuttosto rara e si riscontra nell' ambito dell' EricoQuercetum virgilianae. Infine, sull'Etna questa serie si rinviene sui versanti pi settentrionali all'interno del Festuco-Quercetum congestae.
La serie predilige habitat con clima abbastanza
fresco e umido, quali forre, valloni e versanti settentrionali dei rilievi, nell'ambito di substrati silicei (scisti, gneiss, graniti, quarzareniti, flysch e
vulcaniti). Dal punto di vista pedologico si localizza su suoli ricchi in scheletro, a pH acido, mostrando esigenze bioclimatiche di tipo mesomediterraneo umido-subumido.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la testa

di serie rappresentata dal Teucrio siculi-Quercetum ilicis, lecceto mesofilo, di tipo marcatamente acidofilo, caratterizzato da un contingente di
specie calcifughe come Cytisus villosus, Erica arborea, Pulicaria odora, Festuca exaltata e Teucrium
siculum.
STADI DELLA SERIE: la degradazione del lecceto
porta verso cespuglieti ad Erica arborea e Calicotome infesta dell' Ericion arboreae, che, per ulterio-

Quercero mesoflo (Sorbo-Quercetum vigilianae). Bosco della Quisquina, Monri Sicani sud-orienrali (foto V. !lardi)

re degradazione, vengono sostituiti da aspetti a


Cistus sp.pl. e, infine, da praticelli effimeri del
Tuberarion guttatae.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPI-

CA: nel territorio occupato dal Teucrio siculi-Quer-

cetum ilicis sono presenti rimboschimenti a Pinus halepensis, P. nigra s.l. e Castanea sativa.

[202] Serie sicula basifila della quercia


virgiliana (Sorbo torminalis-Querco virgilianae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LlTOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie localizzata nella Sicilia centro-occidentale e in particolare nel complesso dei Monti Sicani, a quote comprese tra 900 e 1400 metri.
La serie del Sorbo torminalis-Quercetum virgilianae legata a stazioni montane di natura carbonatica e si localizza all'interno della fascia bioclimatica di tipo mesomediterraneo subumido, con
penetrazioni in quella supramediterranea. Essa si
sviluppa su suoli profondi a pH basico.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'associazione testa di serie rappresentata dal Sorbo
torminalis-Quercetum virgilianae, querceto caratterizzato fisionomicamente da Quercus virgiliana. Questa quercia caducifoglia si accompagna, in particolare, ad alcune specie piuttosto rare in Sicilia, quali Sorbus torminalis, Physospermum verticillatum e Geocaryum cynapioides. Frequenti in questa formazione sono pure
diverse essenze legnose quali Quercus ilex, Q.
amplifolia, Fraxinus ornus, Acer campestre, Ostrya
carpinifolia. La presenza di un certo contingente dei Querco-Fagetea (Brachypodium sylvaticum,

456> La Vegetazione d'Italia

Daphne laureo la, Clematis vitalba, Hedera helix,


Euphorbia amygdaloides subsp. arbuscula, Sorbus aucuparia) ne evidenziano il carattere mesoflo.
STADI DELLA SERIE: i processi di degradazione di
questa formazione forestale portano verso arbusteti del Pruno-Rubion ulmifolii, che successivamente vengono sostituiti da cespuglieti del Cerastio-Astragalion nebrodensis e soprattutto dal Seslerio siculae-Helictotrichetum convoluti.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILl: all'interno dell'unit ambientale in oggetto possibile rinvenire altre serie - limitatamente a piccole
superfici - fra cui quella dell'Aceri campestrisQuercetum ilicis, che si insedia in stazioni prettamente rocciose, in cui si realizzano condizioni
ambientali abbastanza mesiche.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPI-

nei tratti con suolo pi superficiale, ai praticelli


effimeri dell' Echinarietum todaroanae.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABlLl: all'interno dell'area potenzialmente interessata dal Mespilo-Quercetum virgilianaesi rinvengono, nei tratti con suoli piuttosto umidi e freschi, formazioni
boschive riferibili al Lauro-Quercetum virgilianae,
che occupando superfici molto ridotte, non stato possibile rappresentare cartograficamente.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nell'unit ambientale pertinente alla serie in
oggetto sono stati effettuati rimboschimenti con
Pinus halepensis.

FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nel territorio di pertinenza della serie sono

[204] Serie sicula acido fila della quercia


contorta (Arabido turritae-Querco congestae
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

teressata dalla serie del Sorbo torminalis-Quercetum virgilianae sono costituiti soprattutto da rimboschimenti a Pinus halepensis, P. nigra s.l. o da
specie dei generi Cupressus e Cedrus.

serie risulta localizzata esclusivamente lungo il


versante sud-orientale dell'Etna in ambienti submontani. LArabido-Quercetum congestae una
formazione calcifuga, localizzata su vulcani ti, dei
versanti del territorio etneo interessati da correnti abbastanza umide. Essa si sviluppa all'interno
della fascia altimetrica compresa tra 600 e 1100
metri di quota, interessata da un bioclima mesomediterraneo subumido.

gilianae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie localizzata esclusivamente nella porzione


pi elevata dell'area Iblea (Sicilia meridionale), a
quote comprese fra 600 e 900 metri.
Il Mespilo-Quercetum virgilianae si rinviene sulle
vulcani ti, in stazioni submontane interessate da
precipitazioni medie annue superiori a 800 mm,
che determinano un bioclima di tipo mesomediterraneo umido.

presenti castagneti e rimboschimenti a prevalenza di Pinus nigra subsp. calabrica.

sigmetum)

CA: gli impianti forestali all'interno dell'area in-

[203] Serie sicula acidofila della quercia


virgiliana (Mespilo germanicae-Querco vir-

nemorale, in Sicilia esclusiva di quest'area ernea.


LArabido-Quercetum congestae una formazione
calcifuga ricca floristicamente di elementi dell'Erico-Quercion ilicis, fra cui si rinvengono anche Cytisus villosus, Teucrium siculum, Poa sylvicola, Festuca exaltata, Erica arborea.
STADI DELLA SERIE: le tappe di degradazione di
questo bosco portano verso l'insediamento di
mantelli preforestali del Pruno-Rubion ulmifolii
o, su suoli iperacidi, di arbusteti della classe Cytisetea striato-scoparii. Gli stadi erbacei sono costituti da formazioni a Pteridium aquilinum e da
praticelli effimeri del Tuberarion guttatae.

FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: si trat-

ta di un bosco misto caratterizzato dalla presenza di Quercus congesta, Q. dalechampii e Q ilex,


che assumono, dal punto di vista fisionomicostrutturale, un ruolo preminente. Meno frequente Q amplifolia. Nell'ambito di questa formazione boschiva si localizza Arabis turrita, specie

[205] Serie sicula acidofla della quercia delle Madonie (Querco /eptobaumae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie si rinviene sulle Madonie e a sud-ovest e sudest nel territorio di Ficuzza e Lercara Friddi, dove sempre localizzata in aree submontane e montane caratterizzate da precipitazioni medie annue
superiori a 800 mm.
La serie si riscontra su substrati di natura silicea,
quali quarzareniti, argille siltose, flysch, in una
fascia altitudinale abbastanza estesa, compresa fra
600 e 1400 metri circa. Dal punto di vista bioclimatico rientra nella fascia mesomediterranea
subumida superiore. Alle quote inferiori l'associazione prende contatto con un particolare sughereto mesofilo e nitroflo, il Genisto aristataeQuercetum suberis, mentre in alto viene sostituita dall'Anemono apenninae-Fagetum.

FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la tappa matura della serie del Mespilo-Quercetum virgilianae costituita da una vegetazione boschiva caratterizzata dalla dominanza di Quercus virgiliana e Q amplifolia, alle quali spesso si associa Q ilex. Di rilievo la presenza di diverse specie acidofle dell' Erico-Quercion ilicis, quali Teucrium siculum, Poa sylvicola, Clinopodium vulgare subsp. arundanum, Cytisus villosus, Pulicaria
odora, Melica arrecta e Mespilus germanica, specie quest'ultima molto rara in Sicilia.
STADI DELLA SERIE: l'aspetto di sostituzione pi
diffuso, dinamicamente collegato al Mespilo-Quercetum virgilianae, rappresentato da una vegetazione ad arbusti e liane spinose rientranti nel Pruno-Rubion ulmifolii e, in particolare, nel RuboCrataegetum brevispinae. Tale associazione, nei
tratti pi erosi e inclinati, viene sostituita dal Sileno-Helichrysetum hyblaei. Lulteriore degradazione della vegetazione porta alla prateria perenne dell'Arrhenathero-Helictotrichetum convoluti e,

Quercetum leptobalanae alla base dell'imponente massiccio carbonati co di Rocca Busambra (Palermo). Sui tratti
a maggiore acclivit insediato l'Aceri campestris-Quercetum ilicis (foto G. Bazan)

Sicilia < 457

FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la tappa


matura della serie del Quercetum leptobalanae caratterizzata da querce caducifoglie, quali Quercus
leptobalanos, specie caratteristica e guida dell' associazione, Q dalechampii, Q congesta, Q amplifolia. Diffuse sono anche le specie caratteristiche del
Quercion ilicis, fra cui Quercus ilex, Asparagus acu-

tifolius, Rosa sempervirens, Viola dehnhardtii, Ruscus


aculeatus, Asperula laevigata, Rubia peregrina, Thalictrum calabricum, Cyclamen repandum, Luzula
forsteri, Carex distachya, Pyrus amygdaliformis, Asplenium onopteris, Lonicera etrusca. Il carattere marcatamente acidofilo dell' associazione viene evidenziato dalla presenza di specie calcifughe, come Festu-

ca exaftata, Echinops siculus, Melittis albida, Teucrium siculum, Cytisus villosus, Erica arborea, Poa
sylvicola, Melica arrecta, Symphytum gussonei, oltre
chiaramente a Quercus dalechampii e Q congesta.
STADI DELLA SERIE: la degradazione del Quercetum laptobalanaefavorisce l'insediamento di mantelli forestali del Pruno-Rubion ulmifolii e, successivamente, delle praterie mesofle del Plantaginion cupanii.
FORMAZIONI FORESTALI DI OIUGINE ANTROPI-

Quercetum leptobalanae sono presenti rimboschimenti di Pinus ha/epensis, P. pinea, castagneti e, in alcuni ambiti, di Fraxinus angustifolia subsp. angustifolia.
CA: nel territorio di pertinenza della serie

[206] Serie sicula acidofla della quercia


di Gussone (Querco gussonei sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie si riscontra nel versante settentrionale dei Nebrodi e nel territorio di Ficuzza a sud di Palermo.
La serie occupa i substrati di natura silicea, a tessitura poco coerente - come sabbie, flysch e scisti
- e legata a suoli abbastanza maturi ed evoluti con
tessitura sabbiosa, che conferisce una certa permeabilit. Essa localizzata tra 700 e i 1000 metri, nell'ambito della fascia bioclimatica mesomediterranea subumida superiore e umida inferiore.

Quercus gussonei varianre termofla del cerro, endemica della Sicilia (foto G. Bazan)

cus su ber, Q dalechampii e Q congesta. Di un certo rilievo la presenza di Q x fontanesii, ibrido naturale fra Q gussonei e Q suber.
STADI DELLA SERIE: lo stadio arbustivo della serie rappresentato dai mantelli preforestali del
Pruno-Rubion u/mifolii, mentre quello erbaceo da
praterie mesofile del Plantaginion cupanii.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nel territorio di pertinenza della serie sono

presenti castagneti e rimboschimenti a prevalenza di specie del genere Pinus.

[218] Serie sicula orofla basifila del leccio


(Aceri campestris-Querco ilicis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LlTOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie trova il suo optimum sui rilievi montuosi
della Sicilia nord-occidentale, a quote comprese

fra 1000 e 1500 metri. Esempi di questo lecceto


orofilo si possono osservare sulle Madonie, sulle
montagne a sud di Termini Imerese, sui Monti di
Palermo e in particolare a Rocca Busambra.
La serie dell'Aceri campestris-Quercetum ilicis si
sviluppa su rilevi calcarei e dolomitici, in corrispondenza, sia di brecciai consolidati che di superfici rocciose, con suoli immaturi caratterizzati da una ricca componente scheletrica. La serie
si localizza all'interno della fascia bioclimatica di
tipo mesomediterraneo umido e subumido con
penetrazioni in quella supramediterranea; le precipitazioni risultano abbastanza elevate, superiori in genere a 1000 mm annui.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE
FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: lo stadio pi

maturo della serie un lecceto ricco di essenze de-

FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE


FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'associazio-

ne testa di serie una formazione boschiva caratterizzata dalla dominanza di Quercus gussonei, specie
affine a Q cerro, da cui differisce per alcuni caratteri morfologici ed ecologici. Quercus gussonei specie pi termofua rispetto a Q cemse costituisce boschi caratterizzati da un corteggio floristico in cui
prevalgono elementi dei Querceta/ia e Quercetea i/icis, come Ruscus aculeatus, Carex distachya, Viola

dehnhardtii, Rosa sempervirens, Asperula laevigata,


Lonicera etrusca, Paeonia mascula subsp. russii, Asparagus acutifo/ius, Asplenium onopteris, Rubia peregrina, Luzula forsteri, Thalictrum calabricum. Fra le
specie legnose si rinvengono altre querce, quali Quer-

Leccero oroflo (Aceri campestris-Quercetum ilicis). Pendici carbonatiche a settenrrione di Pizzo Antenna Piccola,
Madonie (foro V. Ilardi)

458> La Vegetazione d'Italia

cidue, rappresentato dall'Aceri campestris-Quercetum ilicis. In questa formazione si rinvengono frequentemente lfex aquifllium, che spesso raggiunge dimensioni arboree, e alcune fanerofite caducifoglie quali Acer campestre, A. mompessuulnum, Sorbus graeca e Ulmus glabra, che lo differenziano dal
punto di vista floristica dagli altri lecceti noti per
il resto della Sicilia e del Mediterraneo.
STADI DELLA SERIE: dal punto di vista sindinamico il lecceto risulta collegato con le associazioni
arbustive spinose del Pruno-Rubion ulmifllii e,
successivamente, con aspetti pulvinari del Cerastio-Astragalion nebrodensis, fra cui, in particolare, il Carduncello- Thymetum spinulosi.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILl: in prossimit delle pareti rocciose carbonatiche la serie
prende contatti catenali con le formazioni casmofile del Dianthion rupicolae, fra cui l'AnthemidoCentaureetum busambarensis, mentre nei tratti caratterizzati da brecciai mobili essa viene sostituita
da formazioni pioniere del Linarion purpureae.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: le formazioni forestali dell' Aceri

campestrisQuercetum ilicis sono spesso sostituite da rimboschimenti a Pinus halepensis, P. nigra s.1. e specie
del genere Cedrus.

[219] Serie sicula basifila del leccio (Doronico orientalis-Querco ilicis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie del Doronico-Quercetum ilicis si insedia sui
versanti pi freschi dei rilievi, come pure lungo
le cave fluviali che solcano numerose l'altopiano
ibleo (Sicilia sud-orientale). In particolare essa si
localizza nel settore pi settentrionale dell'area
iblea in ambienti freschi e poco soleggiati.
La serie si insedia sui calcari miocenici dell' altopiano ibleo in corrispondenza di versanti rocciosi molto acclivi con suoli poco evoluti e ricchi di scheletro. Larea interessata da questa serie rientra nella
fascia bioclimatica mesomediterranea subumida.

SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: gli am-

FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPI-

bienti vallivi iblei ospitano, negli impluvi pi profondi e ombreggiati, formazioni marcatamente
mesofile riferibili all' Ostryo-Quercetum ilicis. Nei
tratti rocciosi e semirupestri si insediano aspetti
di macchia dell' Oleo-Euphorbietum dendroidis, che
sulle pareti rocciose vengono sostituiti da comunit casmofile del Dianthion rupicolae, fra cui in
particolare il Micromerio-Putorietum calabricae.

CA: nell'ambito del territorio riferito all' Erico-

FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPI-

DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la


serie risulta ampiamente distribuita dal livello del
mare fino a 900 metri di quota, nella parte settentrionale dell'Isola e, in particolare, lungo tutto il versante tirrenico dei Nebrodi e delle Madonie. Esempi si rinvengono pure nel territorio di
Ficuzza, fra Trapani e Alcamo, e nel territorio di
Calatafimi. A quote pi elevate essa prende contatto con la serie del Quercetum gussonei, qualora
il substrato si mantenga poco coerente, o con quella del Quercetum leptobalanae, nel caso di substrati pi compatti.
I sughereti del Genisto aristatae-Quercetum suberis si riscontrano su substrati poco coerenti di natura silicea, quali sabbie, quarzareniti, flysch. I
suoli risultano abbastanza profondi e maturi, a
pH acido, la cui tessitura sabbiosa conferisce una
notevole permeabilit. La serie distribuita all'interno delle fasce termo e mesomediterranea dalla secca superiore alla subumida.

per quanto riguarda i boschi artificiali presenti nell'area, essi sono per lo pi rappresentati
da pinete a Pinus halepensis.
CA:

[224] Serie appenllllllca meridionale


tirrenica acidofila della quercia virgiliana
(Erico arboreae-Querco virgilianae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie si distribuisce dai 200 ai 1200 metri di quota, come si evince dagli esempi presenti sui Peloritani, nella Sicilia centrale e sul versante meridionale dei Nebrodi e sulle Madonie. Essa si rinviene pure nelle isole Eolie, in particolare a Panarea e Salina. Si tratta di una serie a carattere termofilo, legata a substrati di natura silicea (vulcaniti, scisti, gneiss, graniti, quarzareniti) di stazioni
caratterizzate da suoli profondi e ben evoluti a reazione acida. Dal punto di vista climatico si sviluppa all'interno della fascia termo e mesomediterranea subumida, sia in stazioni costiere o insulari che
dell'interno.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la tappa matura una formazione boschiva caratterizzata dalla dominanza di Quercus virgiliana con
un fitto strato arbustivo rappresentato da alcune
specie calcifughe, come Erica arborea, Cytisus vil-

losus, Arbutus unedo, Teline monspessulana.


STADI DELLA SERIE: la degradazione della formazio-

NE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'aspetto pi maturo della serie il Doronico-Quercetum


ilicis, un tipo di lecceto mesofilo caratterizzato da
Doronicum orientale, specie nemorale tipicamente oro fila ad areale mediterraneo orientale, Scutellaria rubicunda e Aristolochia elusii, entrambe
endemiche della Sicilia e dell'Italia meridionale.
Nello strato arboreo, oltre a Quercus ilex, specie
dominante, si rinviene anche Q virgiliana e pi
raramente Q amplifllia.
STADI DELLA SERIE: la distruzione dellecceto favorisce l'insediamento di una macchia molto peculiare rappresentata dal Salvio-Phlomidetum ftuticosae, la quale successivamente sostituita da
praterie perenni dell' Helichryso hyblaei-Ampelo-

ne boschiva porta verso una vegetazione arbustiva


dell' Ericion arboreae, che, in condizioni di marcata oceanicit (come nel settore peloritano), viene
sostituita da aspetti arbustivi dei Cytisetea striatoscoparii come il Calicotomo-Adenocarpetum commutati. Lulteriore degradazione delle formazioni dell'Ericion arboreae porta verso garighe acido file del
Cisto-Ericion che, a loro volta, con l'accentuarsi dei
processi di erosione del suolo, vengono sostituiti da
praticelli del Tuberarion guttatae.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILl: all'interno di questa serie, nei versanti pi freschi e poco soleggiati come quelli settentrionali, si rinvengono lecceti mesofili di tipo acidoflo del Teucrio
siculi-Quercetum ilicis e i relativi aspetti di degradazione, oppure, nelle stazioni pi rocciose e aride, limitatamente ai Peloritani nord-orientali,
questa serie viene sostituita da quella del Cisto

desmetum mauritanici.

crispi-Pinetum pinae.

FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIO-

Quercetum virgilianae sono presenti rimboschimenti di Pinus pinea e Castanea sativa.

[226] Serie sicula acidofila mesofila della


sughera (Genisto aristatae-Querco suberis
sigmetum)

FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la tap-

pa matura rappresentata dal Genisto aristataeQuercetum suberis, sughereto mesofilo in cui Quercus suber si accompagna ad altre specie di querce
come Q. congesta, Q. dalechampii, Q. amplifllia,
Q. ilex, Q. gussonei, Q. x fontanesii. Fra le caratteristiche dei Q;,tercetalia ilicis si riscontrano pi
frequentemente Ruscus aculeatus, Calicotome in-

festa, Carex distachya, Rubia peregrina, Asplenium


onopteris, Asperula laevigata, Asparagus acutifolius,
Rosa sempervirens, Euphorbia characias, Smilax
aspera, Thalictrum calabricum, Luzula forsteri,
Osyris alba. Abbastanza diffuse sono pure le specie dell' Erico-Quercion ilicis, fra cui Quercus congesta, Q dalechampii, Festuca exaltata, Erica arborea, Echinops siculus, Cytisus villosus, Pulicaria
odora, Symphytum gussonei, Melittis albida, Silene viridiflora, Melica arrecta. Lo stadio maturo
nelle Madonie settentrionali viene ulteriormente espresso da Genista madoniensis.
STADI DELLA SERIE: dal punto di vista dinamico
i sughereti del Genisto aristatae-Quercetum suberis risultano collegati a cespuglieti a Calicotome
infestae Cistussp.pl., che rappresentano gli aspetti di sostituzione pi diffusi.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: su suoli sciolti o piuttosto incoerenti, sul fondo di valIoni abbastanza umidi e freschi, il sughereto di
questa serie viene sostituito da un altro tipo di su-

Sicilia < 459

co-Quercion ilicis, a causa probabilmente delle


condizioni ambientali estremamente aride, non
sono molto diffuse. Fra quelle pi frequenti si rinvengono, oltre a Quercus suber, Erica arborea, Pulicaria odora, Melica arrecta, Cytisus villosus, Teline monspessulana e Arbutus unedo.
STADI DELLA SERIE: fra gli stadi di degradazione

di questa serie rientrano garighe di tipo psammofilo molto peculiari, riferibili all'associazione
Coridothymo-Helichrysetum stoechadis, mentre gli
aspetti di sostituzione di quest'ultima sono rappresentati dai praterelli effimeri dei Malcolmie-

talia.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: verso

la costa, la serie dello Stipo bromoidis-Quercetum


suberis prende normalmente contatti catenali con
quella dello Junipero turbinatae-Quercetum calliprini, della quale spesso si osservano degli esempi all'interno dell'unit ambientale in oggetto.
Sugli affioramenti calcarei compatti, anche di limitata estensione, essa viene sostituita dalla serie
del Pistacio-Quercetum ilicis.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPI-

Stipo bromoidis-Quercetum suberis sono presenti rimboschimenti con pino d 'Aleppo (Pinus halepensis)
ed eucalitti (Eucalyptus sp.pl.).
CA: nel territorio di pertinenza dello

Sughereto mesofilo (Genisto aristatae-Quercetum suberis): in evidenza i caratteristici tronchi decorticati. Collesano,
Madonie (foto R. Schicchi)
ghereto pi mesofilo rappresentato dal Doronico-Quercetum suberis, che interessando superfici
molto ridone, non stato possibile rappresentare cartograficamente. Sugli affioramenti rocciosi
la serie in oggetto appare sostituita da quella del
Teucrio-Quercetum ilicis, anch'essa limitata a piccole superfici. Sulle quarzareniti sono presenti dei
particolari pineti naturali, riferibili al Cisto cretici-Pinetum pinae, che spesso si trovano frammisti agli aspetti appartenenti alla serie in oggetto.
Essi sono stati osservati nei territori di Nicosia,
di Alia, di Cefal, Lascari e Gratteri.

temo delle fasce termomediterranea e mesomediterranea inferiore secca.


FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: i sughe-

reti dello Stipo bromoidis-Quercetum suberis, tappa matura della serie, rappresentano dei boschi
termoxerofili, caratterizzati da Stipa bromoides,
graminacea cespi tosa abbastanza comune e abbondante in queste formazioni. Le specie dell' Eri-

[231] Serie meridionale acido61a del leccio


(Erico arboreae-Querco ilicis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la serie presente sulle vulcaniti iblee, nei pressi di Grammichele, nell'isola di Pantelleria, di Ustica e nell'arcipelago delle Eolie, a eccezione di Salina e Panarea.
In Sicilia la serie si sviluppa prevalentemente su
substrati di natura vulcanica, con suoli rocciosi

FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPI-

CA: nel territorio occupato dal Genisto aristatae-

Quercetum suberis sono presenti rimboschimenti


di Pinus halepensis, P. pinea e Castanea sa ti va.

[227] Serie sicula acido61a termo61a della


sughera (Stipo bromoidis-Querco suberis
sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie distribuita prevalentemente nella Sicilia meridionale nei territori di Caltagirone, Niscemi e
Mazzarino e nella Sicilia occidentale nei territori
di Castelvetrano e Menfi.
Lo Stipo bromoidis-Quercetum suberis frequente nell'ambito di substrati incoerenti della Sicilia
meridionale e occidentale, costituiti essenzialmente da sabbie gialle pleistoceniche o dune fossili. I
suoli in genere sono molto evoluti e permeabili
per la loro tessitura prettamente sabbiosa. Dal
punto di vista bioclimatico la serie rientra all'in-

Leccero xerofilo del Pistacio Lentisci-Quercetum iLicis. Substrari gessosi di Valle dell'Aquila, Monre Gibliscemi
(foro V. Ilardi)

460> La Vegetazione d'Italia

poco evoluti a reazione acida. Nelle aree dell'interno la serie si localizza nella fascia bioclimatica
mesomediterranea secca-subwnida, mentre in quelle insulari o costiere, dove la serie maggiormente rappresentata, si localizza nella fascia bio climatica termomediterranea, ma in stazioni direttamente influenzate da correnti umide marine.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERlZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la testa

di serie un lecceto termofilo, di tipo acidoflo,


caratterizzato dalla presenza - e spesso dominanza - di Erica arborea e di alcune scleroflle come

Pistacia lentiscus, Calicotome villosa, Arbutus unedo e Myrtus communis.


STADI DELLA SERIE: la degradazione dell' EricoQuercetum ilicis porta in genere a una formazione arbustiva a Erica arborea ed Arbutus unedo appartenente all'Ericion arboreae. Con il prolungarsi dei processi di degradazione si va verso aspetti
acidofli dei Cisto-Ericetalia, che vengono alla fne sostituiti da aspetti dei Tuberarion guttatae.
Stadi arbustivi del Rosmarino-Coridothymetum capitati nella Sicilia sud-orientale (foto V. I1ardi)

[232] Serie sicula basi.6la del leccio (Pistacio


lentisci-Querco ilicis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LlTOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie risulta distribuita nell'area Iblea, nei Sicani
sud-occidentali, nelle isole Egadi e nell'area compresa tra i Monti di Palermo e di Termini Imerese, in corrispondenza dei rilievi montuosi con versanti rocciosi molto acclivi.
La serie prettamente basifa, risultando infatti legata a substrati carbonatici (calcari, dolomie, calcareniti e marne). Essa risulta distribuita sui suoli poco evoluti, relativi a superfci piuttosto inclinate
soggette ad erosione. Dal punto di vista bio climatico questa serie si localizza all'interno della fascia
termo-mesomediterranea da secca a subumida.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERlZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la tap-

pa matura della serie rappresentata dal PistacioQuercetum ilicis, lecceto termoflo, ricco in elementi xerofli dei Quercetalia calliprini, di cui Pistacia lentiscus la specie pi signifcativa. Risultano invece poco rappresentate le specie pi mesofle dei Quercetalia e Quercetea ilicis.
STADI DELLA SERlE: gli stadi arbustivi della serie
sono riconducibili alle garighe termo-xerofle dei
Cisto-Ericion quali il Rosmarino-Coridothymetum
capitati nella Sicilia sud-orientale e l'Erico-Micromerietum fruticulosae nella Sicilia occidentale. Per
ulteriore degradazione si va verso le praterie dell'Avenulo-Ampelodesmion mauritanici, successivamente sostituite dai praticelli effimeri dei Trachy-

nietalia distachyae.
SERIE ACCESSORlE NON CARTOGRAFABILl: in se-

no a questa serie si rinvengono anche esempi, molti circoscritti, di altre unit ambientali con Oleo-

Quercetum virgilianae, limitatamente alle stazioni con suoli profondi e ben evoluti o con l' OleoEuphorbietum dendroidis in stazioni semirupestri.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORlGINEANTROPICA:

nell' ambito dell' area interessata dalla serie del Pistacio-Quercetum ilicis sono a volte presenti rimboschimenti di Pinus halepensise, in minor misura, di
specie afferenti ai generi Cupressus ed EucaLyptus.

[236a] Serie meridionale indifferente


edafica della quercia virgiliana (Oleo
sylvestris-Querco virgilianae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LlTOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie distribuita in tutta l'Isola, interessando una
fascia altimetrica abbastanza ampia, che va dalla
costa fno a 1000-1200 metri di quota.
La serie dell' Oleo-Quercetum virgilianae si insedia su substrati di varia natura (calcari, dolomie,
calcareniti, marne, argille, vulcaniti), interessando quelle aree del piano collinare e submontano
coincidenti con le superfci oggi maggiormente
soggette alle pratiche agricole.
Larea di questa serie abbraccia tutto il piano bioclimatico termomediterraneo con qualche compenetrazione in quello mesomediterraneo subumido.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORlSTICA DELLO STADIO MATURO: l' Oleo-

Quercetum virgilianae, associazione testa di serie,


rappresenta una formazione forestale prettamente termofla, in cui assumono un ruolo fsionomico rilevan te Quercus virgiliana e Q amplifolia.
Questo querceto caducifoglio risulta ricco in elementi termoxerofli dei Quercetalia calliprini, quali Olea europaea varo sylvestris, Pistacia lentiscus,

Teucrium fruticans, Prasium majus, Euphorbia dendroides, Chamaerops humilis, Ceratonia siliqua,
Asparagus albus. Frequenti sono pure numerose
specie termofle dei Quercetea ilicis, come Quercus ilex, Rubia peregrina, Carex distachya, Osyris
alba, Asparagus acutifolius, Smilax aspera, Calicotome injsta, Arisarum vulgare, Lonicera implexa,
PhilLyrea latifolia, Ruscus aculeatus.
STADI DELLA SERlE: gli stadi della serie dell' OleoQuercetum virgilianae sono costituiti da garighe
del Cisto-Ericion. La distruzione di queste formazioni arbustive, soprattutto ad opera di incendi,
porta all'insediamento di praterie perenni dell'Avenulo-Ampelodesmion mauritanici. L ulteriore
degradazione del suolo per fenomeni erosivi determina l'insediamento di praticelli effimeri del

Trachynion distachyae.
SERlE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILl: all'in-

terno di questa serie si osservano contatti catenali con quella del Pistacio-Quercetum ilicis, che si
localizza sul fondo dei valloni o sui versanti settentrionali pi ombreggiati dei rilievi. Nelle stazioni pi rocciose l' Oleo-Quercetum virgilianaeviene normalmente sostituito da aspetti edafofli dell' Oleo-Euphorbietum dendroidis. Le aree calanchive argillose ospitano formazioni arbustive alo-nitrofle dei Pegano-Salsoletea, che costituiscono delle geoserie molto peculiari. Nella parte centrale
dell'Isola, in corrispondenza di depositi sabbiosi,
sono presenti limitati lembi di sughereti, appartenenti allo Stipo bromoidis-Quercetum suberis.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nell'ambito del territorio riferito all' Oleo-

Quercetum virgilianae sono presenti rimboschimenti realizzati impiegando soprattutto specie dei
generi Pinus (P. halepensis, P. pinaster, P. pinea,

Sicilia < 461

Formazioni arbustive alo-nitrofile dei Pegano-Salsoletea nell'ambito della serie dell' Oleo-Quercetum virgilianae (foto P. Minissale)

P. nigra), Cupressus (C sempervirens, C arizonica, C macrocarpa) ed Rucalyptus.

[239] Serie sicula calcico la del leccio


(Rhamno alaterni-Querco ilicis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie si localizza nella Sicilia nord-occidentale, sui


versanti dei rilievi montuosi compresi tra Trapani e Termini Imerese. Essa ha la sua massima espressione lungo la fascia costiera, penetrando comunque verso l'interno, sempre in territori pi o meno interessati dalle correnti umide tirreniche.
La serie risulta legata soprattutto a brecciai pi o
meno stabilizzati, posti alla base di falesie rocciose di natura carbonatica (dolomie e calcari). I suoli sono poco evoluti con forte componente scheletrica molto grossolana. Per quanto riguarda il
bioclima, si sviluppa all'interno della fascia termomediterranea, con ombrotipo dal secco al subumido. Significativa comunque l'influenza, in
queste stazioni, dei venti umidi tirrenici, che mitigano notevolmente il macroclima con precipitazioni occulte.

cie lianose come Hedera helix, Smilax aspera, Rosa sempervirens, Rubia peregrina.
STADI DELLA SERIE: gli aspetti secondari di questa serie sono le praterie perenni dell' Helictotricho convoluti-Ampelodesmetum mauritanici, frammiste ai praticelli effimeri dei Trachynietalia distachyae.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: fram-

misti alla serie si rinvengono spesso formazioni


semirupestri dell' Oleo-Euphorbietum dendroidiso
prettamente casmofile del Dianthion rupicolae.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: gli aspetti forestali artificiali presenti nell'uni-

t ambientale in oggetto sono i rimboschimenti


a Pinus halepensis e, in minor misura, a Eucalyptus sp.pl. e Cupressus sp.pl.

FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'aspet-

to pi maturo un lecceto ricco in laurifille quali Rhamnus alaternus, Viburnum tinus e Laurus
nobilis. Queste specie normalmente formano un
denso e intricato sottobosco insieme a varie spe-

Lecceto calcicolo (Rhamno-Quercetum ilicis). Versante nord-orientale di Monte Pellegrino, Palermo (foto V. Ilardi)

462 > La Vegetazione d'Italia

[243] Serie sicula psammofila della quercia spinosa (Junipero turbinatae-QJierco calliprini sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie si localizza nella Sicilia meridionale tra Gela


e Marina di Ragusa, occupando potenzialmente
una fascia abbastanza estesa verso l'interno. Attualmente, in quest'area si osservano numerosi frammenti pi o meno estesi della tappa pi matura.
La serie stata individuata anche nel territorio di
Alcamo (Golfo di Castellammare), dove attualmente non esistono esempi della tappa matura.
Questa serie si localizza sulle vecchie dune stabili dell'interno, su substrati prettamente sabbiosi
o comunque incoerenti. Essa legata alla fascia
bioclimatica termomediterranea.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: lo Juni-

cie dei Quercetea ilicis, come Asparagus acutifo-

lius, Phillyrea latifolia, Rubia peregrina, Calicotome infesta, Osyris alba, Smilax aspera, Daphne gnidium, Lonicera implexa. Caratteristica dell' associazione, oltre a Quercus calliprinos, Galium litorale, specie endemica della Sicilia nord-occidentale, dove abbastanza rara e localizzata.
STADI DELLA SERIE: i principali stadi della serie
son rappresentati dalle garighe dell' Erico-Micromerietum fruticulosae, dalle praterie steppiche dell' Hyparrhenion hirtae e dai pratelli effimeri del

superfici pi o meno pianeggianti, con suoli abbastanza evoluti. Nelle stazioni in cui si determina una certa salinit edafica si rinvengono aspetti alonitrofili dei Pegano-Salsoletea, caratterizzati
da grossi arbusti di Salsola oppositifolia e Suaeda

vera.

[250] Serie sicula acidofila del pino marittimo (Genisto aspalathoidis-Pino hamiltonii sigmetum)

Plantagini-Catapodion marini.

DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABlLI: la serie

serie risulta localizzata nell'isola di Pantelleria, dove si sviluppa dal livello del mare fino a 700-800
metri di quota. circoscritta ai versanti dei rilievi vulcanici di Pantelleria, su suoli pi o meno
maturi. Si sviluppa all'interno della fascia termomediterranea arida e subumida.

entra in contatto catenale con la serie del PistacioQiercetum ilicis, che si localizza sul fondo delle valli pi umide, mentre lungo la fascia costiera prende contatto con gli aspetti alofili dei Crithmo-Limonietea e, in particolare, con il Limonietum mazarae e il Thymelaeo-Helichrysetum siculi.

pero-Quercetum calliprini rappresenta una mac-

FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPI-

FISIONOMIA, STRUITURA E CARAITERIZZAZIONE

chia molto evoluta dominata da individui arborei di Quercus calliprinos e Juniperus turbinata, ai
quali si accompagnano numerose sclerofille termofle, come Pistacia lentiscus, Phillyrea latifolia
e Rhamnus alaternus.
STADI DELLA SERIE: la degradazione dello Junipero-Quercetum calliprini porta verso garighe riferibili all' Hyparrhenio-Helianthemetum sessilifori e a praticelli effimeri del Vulpio-Leopoldietum gussonei.

CA: nel territorio di pertinenza del

Chamaeropo-

FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la tappa pi


matura un pineto a Pinus pinaster subsp. hamiltonii con un ricco sotto bosco arbustivo, in cui domina Genista aspalathoides. Frequenti sono pure
diverse specie dei Quercetalia calliprini e Qiercetea ilicis, quali Myrtus communis, Daphne gnidium,

[245] Serie sicula basifila della quercia


spinosa (Chamaeropo humilis-Querco calliprini sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie si riscontra nella Sicilia occidentale, nel tratto costiero compreso fra Trapani e Selinunte, ed in
particolare nei pressi di Capo Rarna e di Capo Zafferano. Essa si estende per una decina di chilometri verso l'interno, raggiungendo quote di poco superiori ai 200 metri come nelle sciare di Marsala.
La serie si sviluppa, sia in ambiti costieri che dell'interno, in stazioni collinari pi o meno pianeggianti. Predilige substrati calcarenitici, marnosi e
calcareo-marnosi che caratterizzano questo settore della Sicilia occidentale. Dal punto di vista bioclimatico essa si sviluppa all'interno della fascia
termomediterranea secca.
FISIONOMIA, STRUITURA E CARAITERIZZAZIO-

Quercetum calliprini si riscontrano rimboschimenti a pino d'Aleppo (Pinus halepensis).

[247] Serie ionica calcicola subacidofila


del pino d'Aleppo (Thymo capitati-Pino
halepensis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie nota per alcuni bacini idrografici della Sicilia sud-orientale, dove si sviluppa lungo i versanti collinari, talora piuttosto acclivi. In particolare essa presente lungo il fiume Dirillo presso Licodia Eubea, il fiume Ippari presso Vittoria
e il fiume Tellaro presso Noto.
La serie legata a substrati marnosi o marnosoargillosi, all'interno della fascia bioclimatica termomediterranea e mesomediterranea secca. I suoli sono normalmente poco evoluti soprattutto a
causa dell' acclivit piuttosto accentuata che ne favorisce l'erosione.
FISIONOMIA, STRUITURA E CARAITERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'asso-

ciazione testa di serie una pineta diradata di Pinus halepensis con un ricco sottobosco arbustivo
caratterizzato dalla prevalenza di Thymus capitatus, che si accompagna a varie sclerofille termofile, come Pistacia lentiscus, Chamaerops humilis,

Phillyrea latifolia, Teucrium fruticans.

il Cha-

STADI DELLA SERIE: gli stadi di degradazione del-

maeropo-Quercetum calliprini, associazione testa


di serie, caratterizzata dalla dominanza di Quercus calliprinos che, in condizioni ottimali, assume
un habitus arborescente. A esso si associano diverse altre sclerofille dell' Oletr Ceratonion, come

la serie sono rappresentati da garighe del CistoEricion e praticelli effimeri dei Trachynietalia distachyae. Talora, in situazioni pi mesiche, si insedi ano praterie perenni ad Ampewdesmos mauritanicus dell'Avenuw-Ampewdesmion mauritanici.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: questa serie entra spesso in contatto catenale con i
lecceti del Pistacio-Quercetum ilicis, che si localizzano soprattutto negli impluvi pi umidi e nelle

NE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO:

Teucrium fruticans, Prasium majus, Chamaerops


humilis, Pistacia lentiscus, Rhamnus oleoides, Asparagus albus, alea europaea varo sylvestris ed Ephedra fragilis. Ben rappresentate sono pure le spe-

Lonicera implexa, Prasium majus, Erica arborea, Arbutus unedo, Pistacia lentiscus, alle quali si accompagna un certo contingente di elementi dei CistoMicromerietea. Fra questi ultimi risultano frequenti Erica multiflora, Lavandula stoechas, Rosmarinus
officinalis, Calicotome vilwsa, Cistus sp.pl.
STADI DELLA SERIE: la degradazione del pineto por-

ta inizialmente a una macchia dell' Ericion arboreae a dominanza di Erica arborea e Arbutus unedo e
successivamente a una gariga del Cisto-Ericion ricca in Genista aspalathoides. Laccentuarsi dei processi di erosione del suolo favorisce l'insediamento
di prati celi i effimeri del Tuberarion guttatae.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: in prossimit della costa la serie prende contatto catenale con le associazioni dei Crithmo-Limonietea e a
Pantelleria, in particolare, con il Limonietum cossyrensis in prossimit della battigia e, verso l'interno, con il Matthiolo-Helichrysetum errerae.

[251] Serie sicula acidofila del pino domestico (Cisto crispi-Pino pineae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: questa serie presente solo nella Sicilia nord-orientale, limitatamente al versante ionico e tirrenico
dell' estrema punta settentrionale dei Peloritani.
diffusa dal livello del mare fino a 600-700 metri di quota. La serie legata a substrati sabbiosi
o piuttosto incoerenti di natura scistosa. Predilige versanti normalmente abbastanza acclivi dei
territori interessati da un bio clima compreso tra
il termomediterraneo e il mesomediterraneo con
ombrotipo tra il subumido e l'umido.

Sicilia < 463

[257] Serie calabro-sicula neutrobasifila


dellentisco (Myrto communis-Pistacio lentisci
sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie ampiamente rappresentata negli ambienti costieri della Sicilia sud-orientale, da Pozzallo fino a Brucoli, e nella parte settentrionale
lungo la fascia costiera dei Nebrodi e delle Madonie. Nella Sicilia meridionale essa si estende
verso l'interno fino a 150-200 metri.
Si tratta di una serie tra le meno termofile fra
quelle dell' Oleo-Ceratonion presenti in Sicilia.
Si rinviene normalmente su substrati marnosi
o marnoso argillosi e, talora, calcarenitici dell'estrema punta meridionale dell'isola; mentre
lungo il versante ionico meridionale, interessato da precipitazioni relativamente pi abbondanti, diventa, invece, indifferente al substrato. In situazioni climatiche marcatamente aride di tipo termomediterraneo secco questa serie si localizza in particolare su substrati che
consentono una certa ritenzione idrica, quali
quelli marnosi, mentre del tutto assente sui
substrati calcarei compatti che, come noto,
sono molto aridi.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: la te-

Bosco del Cisto cretici-Pinetum pineae. Territorio di Gratteri, Madonie (foto R. Schicchi)
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: lo sta-

dio pi maturo della serie un pineto a Pinus


pinea con un denso e uniforme sottobosco basso arbustivo, caratterizzato da Cistus crispus, C.
salvifolius, Tuberaria guttata, Erica arborea. Si
tratta di una formazione con esigenze marcatamente acidofile appartenente ai Cisto-Lavanduletea.
STADI DELLA SERIE: le tappe di degradazione della serie sono rappresentate da lande impoverite
dei Cisto-Lavanduletea, da praterie perenni del
Seseli tortuosi-Ampelodesmetum mauritanici e da
pratelli effimeri del Tuberarion guttatae. Alle quote pi basse, l'ampelodesmeto viene sostituito-

limitatamente ai substrati prettamente sabbiosi


- da praterie del Tricholaeno-Hyparrhenietum
hirtaee da praticelli effimeri dei Malcolmietalia.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILl: all'interno dell'unit ambientale la serie prende talora contatti catenali con le formazioni forestali
dell' Erico-Quercetum virgilianae, che tende a sostituirla negli avvallamenti e impluvi con suoli
pi freschi e con microclima pi umido.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nell'area potenzialmente interessata da que-

sta serie si rinvengono spesso rimboschimenti


con Castanea sativa o Pinus pinea. Le pinete artificiali si distinguono da quelle naturali dall'impianto fitto e regolare con scarso sottobosco.

sta di serie rappresentata dalla macchia del


Myrto-Pistacietum lentisci, che tende a costituire una densa e intricata boscaglia alta fino a 45 metri, spesso impenetrabile per la ricchezza
di liane e arbusti, con esemplari arborescenti di
lentisco, mirto, fillirea e oleastro. Specie differenziale e guida dell'associazione Myrtus communis che, di norma, associato a Pistacia lentiscus. Frequenti sono pure numerose specie dell'alleanza e dell' ordine, fra cui in particolare
Teucrium fruticans, Ephedra fragilis, Chamaerops humilis, Olea europea varo sylvestris, Prasium
majus, Asparagus stipularis e Ceratonia siliqua.
STADI DELLA SERIE: gli aspetti di degradazione
del Myrto-Pistacietum lentisci sono costituiti
dall' Hyparrhenietum hirto-pubescentis. Per ulteriore degradazione queste formazioni erbacee emicriptofitiche vengono rimpiazzate da
praticelli effimeri dell' Anthemido-Allietum lehmanii e, nei tratti rocciosi, dal Thero-Sedetum
caerulei.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINEANTROPICA: nel territorio di pertinenza del Myrto-Pi-

stacietum lentisci sono spesso presenti rimboschimenti di pino d'Aleppo (Pinus halepensis)
ed eucalitti (Eucalyptus sp.pl.).
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: lungo la costa la serie entra in contatto catenale
con le formazioni alofile rupestri dei ChrytmoLimonietea e, in particolare, con il Limonietum
hyblaei sul versante meridionale e il Limonietum syracusani sul versante orientale.

464 > La Vegetazione d'Italia

[258] Serie sicula indifferente edafica


dell' euforbia arborescente (Oleo sylvestrisEuphorbio dendroidis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie ha un ruolo chiaramente climatofilo in alcuni tratti costieri della Sicilia, come il litorale ionico dell'Etna e dei Peloritani, quello tirrenico dei
Peloritani e quello dell'Agrigentino compreso tra
Sciacca e Licata. Inoltre, essa presente anche in
alcune Isole dell'arcipelago eolico (Lipari e Vulcano) e Ustica. Aspetti edafofli, rappresentanti geoserie semirupestri, si rinvengono un po' ovunque
nell'isola, sia lungo la costa che nell'interno, dove si spinge anche in stazioni submontane.
La serie legata ad ambiemi rocciosi, spesso di tipo semirupestre, e risulta indifferente al tipo di substrato. Essa, infatti, si rinviene su calcari, dolomie,
scisti, marne, vulcani ti, gessi, gneiss. Si insedia su
litosuoli, o su substrati rocciosi fessurati, assumendo un ruolo casmoflo. Sotto il profilo bioclimatico rientra nella fascia termomediterranea, con ombrotipo compreso fra il secco e il subumido.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'asso-

ciazione testa di serie l' Oleo-Euphorbietum dendroidis, macchia fisionomicamente dominata da


Euphorbia dendroides, che normalmente si accompagna a Olea europaea var. sylvestris. Ben rappresemate sono le specie arbustive dell' Oleo-Ceratonion e dei Quercetalia calliprini.
STADI DELLA SERIE: l'aspetto di degradazione pi
frequente relativo a questa serie rappresentato dalle praterie a Hyparrhenia hirta, che, per ulteriore
degradazione, lasciano il posto alla roccia nuda.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: in alcuni tratti del litorale potenzialmente interessato
dalla serie in oggetto si rinvengono aspetti di macchia riferibile all' Oleo-Juniperetum turbinatae. Essi sono stati osservati in particolare tra Eraclea
Minoa e Siculiana, in corrispondenza di alti costoni rocciosi, dove sembra assumere un ruolo
edafofilo. Si rinvengono, inoltre, a ridosso dei litorali rocciosi degli stretti cordoni dunali imeressati da edafoserie psammofile.

Macchia a pulvini di Euphorbia dendroides. Territorio di Sciacca (foto V I1ardi)


l'aspetto pi evoluto verso cui tende la vegetazione palustre.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE
FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'associazione

testa di serie una macchia bassa rappresentata dal


Pistacio-Chamaeropetum humilis. Essa risulta fsionomicameme caratterizzata dalla dominanza di Chamaerops humilis, alla quale si accompagna Pistacia
lentiscus. Abbastanza frequemi sono le specie dell' Oleo-Ceratonion e dei Quercetalia calliprini.
STADI DELLA SERIE: gli aspetti di degradazione di
questa serie sono rappresentati dalle praterie dell' Hyparrhenietum hirto-pubescentis o del Pennise-

to setacei-Hyparrhenietum hirtae.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: in pros-

simit della linea di costa la serie entra in contatto catenale con il Limonietum bocconei.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA: nel territorio di pertinenza del

[259] Serie sicula calcicola della palma


nana (Pistacio lentisci-Chamaeropo humilis

Chamaeropo-

Quercetum calliprini si riscomrano rimboschimenti a pino d'Aleppo (Pinus halepemis).

sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie risulta diffusa nella fascia costiera della Sicilia nord-occidemale e, in particolare, nel tratto
compreso fra Termini Imerese e Trapani, nonch
tra Marsala e Borgo Bonsignore (Ribera).
La serie del Pistacio-Chamaeropetum humilis si insedia negli ambiti costieri a bioclima termomediterraneo secco, su rocce calcaree, dolomitiche
e calcarenitiche. Essa si insedia anche nei tratti in
prossimit dei pantani salmastri, dove costituisce

[260] Serie sicula calcico la del sommacco tripartito (Calicotomo infestae-Rhoo tripartitae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie del Calicotomo-Rhoetum tripartitae circoscritta alla fascia costiera dell'estremit meridionale della Sicilia, in particolare tra Marina di Ragusa e Pozzallo.
Il Calicotomo-Rhoetum tripartitae presente nell'area iblea, in corrispondenza degli affioramenti

di calcari miocenici interessati da una marcata ~


dit edafca, all'interno della fascia bioclimat
termomediterranea secca. Si insedia su superl
pi o meno pianeggianti e rocciose, caratteriz'
te da suoli rossi mediterranei ricchi in schelet
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZ
NE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: si tr

ta di un particolare tipo di macchia mediterrar


caratterizzato da arbusti spinosi, caducifogli e~
vi, quali Rhus tripartita, Calicotome infesta e, I
raramente, Rhus pentaphylla e Lycium intricattt
Altre specie presenti in questa comunit so

Chamaerops humilis, Prasium majus, Teucrl


fruticans, Euphorbia dendroides, Ceratonia siliq.
Olea europaeavar. sylvestris, Pistacia lentiscus, Asl
ragus albus, A. stipularis, Teucrium jlavum.
STADI DELLA SERIE: gli aspetti di degradazione

questa serie sono costituiti essenzialmente da p


terie perenni dell' Hyparrhenietum hirto-pubeSCt
tis, sostituite, a loro volta, dai praticelli effm
del Plantagini-Catapodion marini e - in parti.
lare - dall'Anthemido-Allietum lehmanii e, nei tr
ti pi rocciosi, dal Thero-Sedetum caerulei.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: le s
zioni semirupestri ospitano spesso comunit
bustive riferibili all' OLeo-Euphorbietum dendr
dis, che per la loro limitata estensione non so
state cartografate. In prossimit della riva la se
entra in contatto catenale con associazioni ale
le della classe Crithmo-Limonietea, quali Lin
nietum hyblaei e Thymelaeo-HeLichrysetum sia
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINEANTROPIC

nel territorio di pertinenza del Calicotomo-Rh

464> La Vegetazione d'Italia

[258] Serie sicula indifferente edafica


dell' euforbia arborescente (Oleo sylvestrisEuphorbio dendroidis sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie ha un ruolo chiaramente climatofilo in alcuni tratti costieri della Sicilia, come il litorale ionico dell'Etna e dei Peloritani, quello tirrenico dei
Peloritani e quello dell'Agrigentino compreso tra
Sciacca e Licata. Inoltre, essa presente anche in
alcune Isole dell'arcipelago eolico (Lipari e Vulcano) e Ustica. Aspetti edafofili, rappresentanti geoserie semirupestri, si rinvengono un po' ovunque
nell'isola, sia lungo la costa che nell'interno, dove si spinge anche in stazioni submontane.
La serie legata ad ambienti rocciosi, spesso di tipo semirupestre, e risulta indifferente al tipo di substrato. Essa, infatti, si rinviene su calcari, dolomie,
scisti, marne, vulcani ti, gessi, gneiss. Si insedia su
litosuoli, o su substrati rocciosi fessurati, assumendo un ruolo casmofilo. Sotto il proflo bioclimatico rientra nella fascia termomediterranea, con ombtotipo compreso fra il secco e il subumido.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'asso-

ciazione testa di serie l' OLeo-Euphorbietum dendroidis, macchia fisionomicamente dominata da


Euphorbia dendroides, che normalmente si accompagna a OLea europaea varo syLvestris. Ben rappresentate sono le specie arbustive dell' OLeo-Ceratonion c dci Quercetalia caLLiprini.
STADI DELLA SERIE: l'aspetto di degradazione pi
frequente relativo a questa serie rappresentato dalle praterie a Hyparrhenia hirta, che, per ulteriore
degradazione, lasciano il posto alla roccia nuda.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: in alcuni tratti del litorale potenzialmente interessato
dalla serie in oggetto si rinvengono aspetti di macchia riferibile all' OLeo-Juniperetum turbinatae. Essi sono stati osservati in particolare tra Eraclea
Minoa e Siculiana, in corrispondenza di alti costoni rocciosi, dove sembra assumere un ruolo
edafofilo. Si rinvengono, inoltre, a ridosso dei litorali rocciosi degli stretti cordoni dunali interessati da edafoserie psammofile.

Macchia a pulvini di Euphorbia dendroides. Territorio di Sciacca (foto V. Ilardi)


l'aspetto pi evoluto verso cui tende la vegetazione palustre.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE
FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: l'associazione

testa di serie una macchia bassa rappresentata dal

Pistacio-Chamaeropetum humifis. Essa risulta fisionornicamente caratterizzata dalla dominanza di Chamaerops humiLis, alla quale si accompagna Pistacia
lentiscus. Abbastanza frequenti sono le specie dell' OLeo-Ceratonion e dei Quercetalia calLiprini.
STADI DELLA SERIE: gli aspetti di degradazione di

questa serie sono rappresentati dalle praterie dell' Hyparrhenietum hirto-pubescentis o del Pennise-

to setacei-Hyparrhenietum hirtae.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: in pros-

simit della linea di costa la serie entra in contatto catenale con il Limonietum bocconei.
FORMAZIONI FORESTALI DJ ORIGINE ANTROPICA: nel territorio di pertinenza del

[259] Serie sicula calcicola della palma


nana (Pistacio lentisci-Chamaeropo humilis
sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie risulta diffusa nella fascia costiera della Sicilia nord-occidentale e, in particolare, nel tratto
compreso fra Termini Imerese e Trapani, nonch
tra Marsala e Borgo Bonsignore (Ribera).
La serie del Pistacio-Chamaeropetum humiLis si insedia negli ambiti costieri a bioclima termomediterraneo secco, su rocce calcaree, dolomitiche
e calcarenitiche. Essa si insedia anche nei tratti in
prossimit dei pantani salmastri, dove costituisce

di calcari miocenici interessati da una marcata aridit edafica, all'interno della fascia bioclimatica
termomediterranea secca. Si insedia su superfici
pi o meno pianeggianti e rocciose, caratterizzate da suoli rossi mediterranei ricchi in scheletro.

Chamaeropo-

Quercetum calliprini si riscontrano rimboschimenti a pino d'Aleppo (Pinus haLepensis).

[260] Serie sicula calcicola del sommacco tripartito (Calicotomo infestae-Rhoo tripartitae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, L1TOMORFOLOGIA E CLIMA: la
serie del Calicotomo-Rhoetum tripartitae circoscritta alla fascia costiera dell' estremit meridionale della Sicilia, in particolare tra Marina di Ragusa e Pozzallo.
Il Calicotomo-Rhoetum tripartitae presente nell'area iblea, in corrispondenza degli affioramenti

FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: si trat-

ta di un particolare tipo di macchia mediterranea


caratterizzato da arbusti spinosi, caducifogli estivi, quali Rhus tripartita, Calicotome infesta e, pi
raramente, Rhus pentaphylLa e Lycium intricatum.
Altre specie presenti in questa comunit sono

Chamaerops humiLis, Prasium majus, Teucrium


fruticans, Euphorbia dendroides, Ceratonia siliqua,
Olea europaea varo syLvestris, Pistacia Lentiscus, Asparagus aLbus, A. stipularis, Teucrium jlavum.
STADI DELLA SERIE: gli aspetti di degradazione di

questa serie sono costituiti essenzialmente da praterie perenni dell' Hyparrhenietum hirto-pubescentis, sostituite, a loro volta, dai praticelli effimeri
del Plantagini-Catapodion marini e - in particolare - dall'Anthemido-ALLietum Lehmanii e, nei tratti pi rocciosi, dal Thero-Sedetum caerulei.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: le stazioni semirupestri ospitano spesso comunit arbustive riferibili alI' OLeo-Euphorbietum dendroidis, che per la loro limitata estensione non sono
state cartografate. In prossimit della riva la serie
entra in contatto catenale con associazioni alofile della classe Crithmo-Limonietea, quali Limonietum hyblaei e Thymelaeo-Helichrysetum siculi.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPICA:

nel territorio di pertinenza del Calicotomo-Rhoe-

Sicilia < 465

tum tripartitaesono spesso presenti rimboschimenti di pino d'Aleppo (Pinus halepensis), eucalitti (Eucalyptus sp.pl.) e acacia (Acacia saligna). Ben rappresentati sono pure i carrubeti ( Ceratonia siliqua)
e gli oliveti (alea europaea varo europaea).

chia con esigenze marcatamente termoxerofile, in


cui assumono un ruolo fisionomicamente dominante Juniperus turbinata e Periploca angustifolia.
Frequenti sono anche diverse sclerofille dei Quercetalia calliprini, quali Pistacia lentiscus, Prasium
majus, alea europea varo sylvestris, Teucrium fru-

ticans, Asparagus albus.

[261] Serie sicula indifferente edafica del


ginepro turbinato (Periploco angustifoliaeJunipero turbinatae sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la

serie presente a Lampedusa, Linosa e Pantelleria. In queste due ultime isole, data la limitata
estensione delle superfici occupate dalla serie, non
stata possibile carrografarla.
La serie si localizza normalmente in ambienti insulari costieri, dove risulta legata alla fascia bioclimatica compresa tra l'inframediterraneo e il
termomediterraneo secco. Essa si insedia sia su
substrati carbonatici che silicei, rappresentati soprattutto da vulcani ti.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: il Periploco-Juniperetum turbinatae rappresenta una mac-

STADI DELLA SERIE: gli aspetti di degradazione

della Periploco-Juniperetum turbinatae sono rappresentati soprattutto da garighe del Cisto-Ericion e da praticelli effimeri del Plantagini-Cata-

podion marini.

[262] Serie sicula indifferente edafica


edafoxerofila della periploca minore
(Periploco angustifoliae-Euphorbio dendroidis
sigmetum)
DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGIA E CLIMA: la
macchia xerofila a periploca minore legata agli
ambienti costieri delle isolette del canale di Sicilia e delle Egadi quali Lampedusa, Linosa, Pantelleria, Favignana, Levanzo e Marettimo.
La serie legata ad ambienti costieri insulari con
substrato compatto di natura calcarea di origine

miocenica, dolomitica, vulcanica, calcarenitica.


Lassociazione legata al termotipo inframediterraneo con ombrotipo compreso tra il semiarido
superiore e il secco superiore. Attualmente essa
risulta localizzata in territori costieri interessati
da un clima molto arido che, unitamente all'azione del vento, non consente l'insediamento di formazioni boschive pi evolute.
FISIONOMIA, STRUTTURA E CARATTERIZZAZIONE
FLORISTICA DELLO STADIO MATURO: si tratta di
aspetti di macchia fisionomicamente caratterizzati
da due specie arbustive, Periploca angustifolia ed Euphorbia dendroides, che rappresentano anche le specie guida e differenziali del Periploco angustifoliaeEuphorbietum dendroidis. Infatti, tali specie, assieme a Lycium intricatum, sono le uniche caratteristiche del Periplocion angustifoliae. Abbastanza frequenti sono i taxa dei Quercetalia calliprini, fra cui:
Pistacia lentiscus, Prasium majus, alea europea varo

sylvestris, Teucrium fruticans, Rhamnus oleoides, Asparagus stipularis, A. albus. Ben rappresentate sono
pure le specie della classe Quercetea ilicis, quali Rubia peregrina, Asparagus acutifolius, Ruta chalepensis, Lonicera implexa, Phillyrea latifolia, Smilax aspe-

Pistacio-Chamaeropetum humilis. Substrati carbonatici della fascia costiera della Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, Trapani (foto V Ilardi)

466 > La Vegetazione d'Italia

ra, Arisarum vulgare, Daphne gnidium.


STADI DELLA SERIE: gli aspetti di degradazione

pi diffusi sono le praterie steppiche dell' Hyparrhenion hirtae e - in particolare - l' Hyparrhenietum hirto-pubescentis e i praticelli effimeri del

Plantagini-Catapodion marini.
SERIE ACCESSORIE NON CARTOGRAFABILI: limi-

tatamente alle stazioni con suoli pi profondi il

Periploco angustifoliae-Euphorbietum dendroidis


viene sostituito dal Periploco angustifoliae-Juniperetum turbinatae. Si tratta di una formazione arbustiva a ginepto feniceo e periploca minore, che,
verso il mare, entra in contatto catenale con il
Chritmo-Limonion, mentre, limitatamente all'isola di Pantelleria, verso l'interno in contatto catenale con la serie del pineto a pino d'Aleppo (Pistacio lentisci-Pinetum halepensis). Gli stadi di degradazione di questo syntaxon sono rispettivamente il Periploco angustifoliae-Euphorbietum dendroidis e l' Hyparrhenietum hirto-pubescentis.

[267] Geosigmeto siculo igrofilo della


vegetazione ripariale (Populion albae,
Platanion orientalis, Tamaricion africanae,
Rubo-Nerion oleandri, Salicion albae)

DISTRIBUZIONE, LITOMORFOLOGlAE CLIMA questo tipo di geosigmeto ha la sua massima espressione lungo le sponde dei corsi d'acqua, a partire dalla sorgente fino alla foce. Esso, pertanto,
presente un po' ovunque sull'isola su tutti i versanti estendendosi maggiormente nelle pianure
alluvionali che, almeno potenzialmente, tende a
ricoprire totalmente.
Le comunit che costituiscono questi geosigmeti sono rappresentate da associazioni a carattere
soprattutto forestale o talora arbustivo. Normalmente esse occupano strette fasce lungo il corso
fluviale, distribuendosi secondo gradienti di umidit. I substrati sono molto vari, sia come natura geologica, che come tessitura del suolo. Essi
inoltre sono soggetti a periodiche inondazioni e
piene durante le stagioni autunnali e invernali,
quando le piogge sono pi abbondanti. Possono
essere distinti in ambienti di forra - in cui si vengono a creare condizioni microclimatiche di maggiore oceanicit rispetto al macroclima circostante - e ambienti di fiumara con alvei ciottolosi
molto ampi, caratterizzati da condizioni ambientali pi termoxeriche. Un caso a parte sono le aree
planiziali di bassa quota, come la piana di Catania e quella di Gela, dove i suoli alluvionali pi

o meno pianeggianti ricoprono estese superfici,


oggi interessate da colture irrigue in seguito a bonifiche e sistemazioni idrauliche.
Sotto il profilo bioclimatico questi geosigmeti
rientrano in fasce molto varie, che vanno dalla
supramediterranea alla termomediterranea con
ombrotipi compresi fra il secco e l'umido.
ARTICOLAZIONE CATENALE: le associazioni che

costituiscono questi geosigmeti sono in massima


parte di tipo edafoigrofilo, in quanto legate a una
notevole umidit del suolo, la cui evoluzione
bloccata dalle periodiche piene che interessano le
sponde fluviali. Inoltre, lungo il corso dei fiumi,
in relazione alle quote, ai tipi di substrati, alle caratteristiche bio climatiche e topografiche delle
aree attraversate, la vegetazione varia in modo
piuttosto significativo. Infatti, nell'alveo di un
stesso corso d'acqua possibile individuare diversi tipi di geosigmeti. In seno alle formazioni igrofile fluviali possono essere individuati vari tipi vegetazionali ben differenziati, sotto il profilo floristico, strutturale ed ecologico.
- Vegetazione forestale igrofila temperata (Populion albae). Lungo gli ambienti vallivi e di forra,
i corsi d'acqua ospitano una vegetazione foresta-

Macchia xerofla discontinua a Periploca angustifolia. Coste rocciose dell'Isola di Marettimo


(foto G. Bazan)
Periploca angustifolia in piena fruttificazione, caratteristica
degli aspetti di macchia xerofila delle Isole del Canale di Sicilia (foto G. Bazan)

Sicilia < 467

Ripisilve del Platano-Salicetum gussonei. Valle del Fiume Alcantara (foto P. Minissale)
le ripariale caratterizzata da diverse essenze legnose, dominate da varie specie di Salix (S. alba, S. pedicellata eS. fragilis) e di Populus (P. alba, P. nigra e P. canadensis), alle quali si accompagnano Alnus glutinosa, Fraxinus angustifolia e
Ulmus minor. Si tratta di formazioni caducifoglie che costituiscono strette fasce con alberi di
alto fusto misti ad arbusti e liane, che creano un
intricato sotto bosco. Esse rientrano, per le loro
peculiarit floristiche, ecologiche e strutturali,
nell' alleanza Populion albae, appartenente all'ordine Populetalia albae, ad ampia distribuzione
euro-mediterranea. In Sicilia questo tipo di vegetazione occupa l'alto e medio corso dei fiumi
presenti nel settore nord occidentale e centrale
(Monti di Trapani e Palermo, Madonie e Nebrodi). Le associazioni presenti in Sicilia sono UImo canescentis-Salicetum pedicellatae e l'Agropyro-Salicetum pedicellatae, mentre in stazioni alto
montane si rinviene l' Osmundo-Salicetum pedicellatae associazione dell' Osmundo-Alnion;
- vegetazione forestale igrofila mediterranea (Piatanion orientalis). I corsi d'acqua dei Peloritani
(nord-est Sicilia) e dell'altopiano ibleo (sud-est
Sicilia) sono caratterizzati, lungo tutto l'alveo,
da ripisilve d'alto fusto, in cui dominano Plata-

sentata dal Platano-Salicetum pedicellatae, tipica delle cave iblee, e dal Platano-Salicetum gussonei nel settore peloritano;
- vegetazione arbustiva igrofila temperata (Salicion albae). Negli alvei fluviali ciottolosi di stazioni montane si rinvengono, talora, boscaglie
caratterizzate da Salix purpurea e S. alba. Si tratta di formazioni prettamente arbustive, spesso
piuttosto diradate, legate a superfici soggette a
periodiche piene che non permettono la naturale evoluzione del suolo. In Sicilia, esse sono
presenti soprattutto sui rilievi montuosi del set-

rore settentrionale e nord-orientale. Le associazioni pi diffuse sono il Salicetum albo-purpureae e il Salicetum albo-pedicellatae, entrambe appartenenti al Salicion albae, alleanza che ha la
sua massima espressione nei territori dell'Europa continentale;
- vegetazione arbustiva igrofila mediterranea (Rubo-Nerion oleandrz). Gli ampi greti ciottolosi
ospitano una vegetazione arbustiva, spesso abbastanza densa e intricata, in cui risultano frequenti Nerium oleander, Vitex agnus-castus, Spartium junceum e Tamarix gallica, cui si accompagna Rubus ulmifolius. Si tratta di formazioni legate ad acque dolci, distribuite soprattutro nella fascia termomediterranea. Tale vegetazione
rientra nel Rubo-Nerion oleandri, alleanza del
Mediterraneo occidentale, in Sicilia rappresentata dallo Spartio-Nerietum oleandri e dal Tamarici africanae- Viticetum agni-casti. Queste associazioni occupano, normalmente, i terrazzi pi
elevati delle fiumare, soggetti solo eccezionalmente a eventi di piena, mentre i terrazzi pi
bassi sono colonizzati da comunit espresse da
piccoli cespugli a dominanza di Helichrysum italicum, rientranti nell' Euphorbion rigidae, alleanza degli Scrophulario-Helichrysetalia italici;
- vegetazione arbustiva igrofila termofila (Tamaricion africanae). Nelle piane alluvionali caratterizzate da acque debolmente salate, gli aspetti del Rubo-Nerium oleandri sono sostituiti da
comunit subalofle dominate da varie specie di
Tamarix (T africana, T gallica, T dalmatica e
T arborea). Si tratta sempre di boscaglie, pi o
meno diradate, appartenenti al Tamaricion africanae, alleanza rappresentata in Sicilia dal Ta-

maricetum gallicae.

nus orientalis, Salix pedicellata, S. gussonei, AInus glutinosa, cui si accompagnano talora Salix
alba, Populus nigra e P. alba. Nel sottobosco si
rinvengono frequentemente Nerium oleander,
Tamarix gallica, Vitis vinifera subsp. sylvestris,
Hedera helix. Dette formazioni prediligono ambienti vallivi o di forra, mentre pi raramente si
rinvengono in ambienti fluviali aperti. Questo
tipo di vegetazione rientra nel Platanion orientalis, alleanza est-mediterranea, in Sicilia rappre-

Tamaricetum gallicae lungo le sponde del Fiume Simero (foro P. Minissale)

468> La Vegetazione d'Italia

[272] Geosigmeto insulare alofilo della


vegetazione delle lagune e degli stagni
costieri (Ruppietea, Thero-Suaedetea, Saginetea maritimae, Salicornietea fruticosae, juncetea maritimi, Phragmito-Magnocaricetea)
DISTRIBUZIONE, LTTOMORFOLOGIA E CLIMA: le
formazioni appartenenti a questo geosigmeto sono localizzate in ambienti costieri palustri, interessati da acque salmastre a debolmente salse. Le
aree in cui ricadono questi habitat si rinvengono
soprattutto: nella Sicilia occidentale, fra Trapani
e Mazara del Vallo; meridionale, soprattutto presso Gela; sud-orientale, tra Pozzallo e Noto e nordorientale presso Messina. Ambienti palustri non
cartografabili si rinvengono in numerose altre parti del litorale siculo.
In questi geosigmeti rientrano gli ambienti palustri retrostanti i cordoni dunali, le foci fluviali, le
saline e i bacini lacustri retrocostieri. I substrati
sono costituiti da depositi alluvionali, melmosoargillosi, talora frammisti a una pi o meno elevata componente sabbiosa. Queste depressioni sono periodicamente sommerse da acque marine e
piovane e sono in genere soggette a disseccamento estivo (pantani salmastri). Solo nei casi in cui
si trovano a una certa distanza dalla costa si vengono a formare dei veri e propri bacini lacustri con
acque profonde, che durante l'estate subiscono solo un abbassamento del livello dell'acqua (laghi
retrocostieri). Queste aree si rinvengono esclusivamente nella fascia termomediterranea con ombrotipo compreso tra il secco e il subumido.

la vegetazione degli
ambienti palustri si distribuisce secondo gradienti legati alla durata del periodo di sommersione
e alla concentrazione salina del suolo. Si tratta in massima parte - di comunit durevoli, in quanto la normale evoluzione del suolo bloccata da
fattori ecologici limitanti che costantemente influenzano questi habitat. In questi geosigmeti si
vengono pertanto a realizzare dei contatti catenali fra i vari aspetti vegetazionali, che consentono
di individuare abbastanza bene delle serie ben differenziate strutturalmente ed ecologicamente.
In seno a essi possono essere distinti diversi tipi
vegetazionali.
- Vegetazione alofila sommersa (Ruppietea e Potametea). Le acque che ricoprono queste depressioni ospitano una vegetazione a idrofite sommerse, radi canti sui fondali, costituite da specie
legate alla durata del periodo di sommersione e
alla salinit dell' acqua. Nei pantani salmastri con
acque marcatamente salse prevalgono varie specie di Ruppia, quali R. maritima, R. cirrhosa e R.
drepanensis, alle quali talora si associa ALthenia
filiformis. Questa vegetazione ascrivibile a varie associazioni, differenziate sia floristicamente
che ecologicamente, appartenenti alla classe Ruppietea maritimae. Negli ambienti lacustri con acARTICOLAZIONE CATENALE:

Comunit alofila con Sarcocornia fruticosa nella fascia retrodunale (foto G. Bazan)

que poco salate prevalgono invece formazioni


sommerse a dominanza di Potamogeton, fra cui
P. pectinatus e P. crispus, talora associate a varie
specie del genere Chara o, pi raramente, Ranunculus. Si tratta comunque di aspetti afferenti alla classe Potametea;
- vegetazione alofila annuale primaverile (Saginetea maritimae). Nei tratti soggetti a breve periodi di sommersione o emersi durante tutto l'anno, si rinvengono spesso aspetti terofitici effimeri di tipo alofilo, in cui trovano il loro optimum diverse specie di Parapholis (P. incurva, P.
filiformis, P. marginata) e di Spergularia (S. marina, S. salina, S. bocconet). In questi ambienti
sono frequenti anche Sphenopus divaricatus, Sagina maritima, Bupleurum semicompositum, Frankenia pulverulenta, Hordeum maritimum. Questi praticelli effimeri rientrano nel Frankenion
pulverulentae, alleanza dei Saginetea maritimae,
formando - in genere - dei mosaici con le associazioni perenni dei Sarcocornietea fruticosa e e
juncetea mariti mi;
- vegetazione alofila annuale estiva (Thero-Suaedetea). Le aree centrali dei pantani soggette a
prolungata sommersione annuale, ospitano nel
periodo estivo comunit terofitiche dominate
da specie alofile ad habitus succulento, come Salicornia patula, S. emerici, Halopeplis amplexicaulis, Suaeda spicata, Salsola soda. Queste specie tendono a formare comunit monofitiche o
pauciflore, che occupano estese superfici prosciugate durante l'estate. Si tratta di aspetti ben
differenziati, anche sotto il profilo ecologico, che
rientrano nella classe Thero-Suaedetea;
- vegetazione alofila arbustiva (Sarcocornietea fruticosae). Lungo le sponde dei pantani salmastri
si insediano comunit caratterizzate da specie

arbustive, le quali si distribuiscono essenzialmente secondo gradienti di umidit edafica. Le specie che costituiscono questi aspetti alofili sono
rappresentate soprattutto da arbusti ad habitus
succulento, molto esigenti per quanto riguarda
la salinit del suolo. Fra questi hanno un ruolo
significativo Arthrocnemum glaucum, Halocnemum strobilaceum, Sarcocornia fruticosa, S. alpini, lnula crithmoides, Suaeda vera, che si accompagnano spesso a varie emicriptofite e geofite, quali Agropyron scirpeum, juncus subulatus,
Aeluropus lagopoides, Halimioneportulacoides. Le
associazioni pi comuni rientranti tutte nella
classe Sarcocornietea fruticosae sono Artrocnemojuncetum subulati, junco subulati-Sarcocornietum
fruticosae, Agropyro scirpei-Inuletum chritmoidis,
Aeluropo lagopoidis-Sarcocornietum alpini, Halimiono-Suaedetum verae, Artrocnemo-Halocnemetum strobilacei;
- vegetazione alofila erbacea perenne (funcetea maritimi e Phragmito-Magnocaricetea). Nelle stazioni sommerse durante tutto l'anno o per lunghi periodi, in quest'ultimo caso con suoli sempre molto umidi, si localizzano aspetti vegetazionali ricchi in elofite, legati a vari gradienti di
salinit. I taxa, che normalmente caratterizzano
queste comunit, sono rappresentati da varie
specie di juncus, quali J maritimus, J acutus, J
litoralis, e di Schoenoplectus, fra cui S. maritimus,
S. litoralis, S. tabernaemontani e S. lacustris. Frequenti in questi habitat sono pure Phragmites
australis, Carex hispida, C. extensa, C. divisa,
Schoenus nigricans, 1Jpha angustifolia, T latifolia, Cladium mariscus. Le associazioni pi alofile rientrano nella classe juncetea maritimi, come
lnulo-juncetum maritimi, Spartino-juncetum maritimi, juncetum maritimi-acuti, Schoeno-Plan-

Sicilia < 469

taginetum crassifoliae, lmperato-juncetum littoralis. Le associazioni pi igrofile, legate ad acque debolmente salse, appartengono alla classe
Phragmito-Magnocaricetea, quali Phragmitetum
communis, Scirpetum compacti, Scirpetum compacto-littoralis, 7j;pho-Scirpetum lacustris, Caricetum hispidae, Soncho-Cladietum marisci.

[275J Geosigmeto siculo psammo61o e alofilo della vegetazione dei sistemi dunali (Euphorbion peplis, Cypero capitati-Agropyretum
juncei, Medicagini marinae-Ammophiletum australis, Seselio maritimi-Crucianelletum maritimae, Centaureo-Ononidetum ramosissimae,
Ephedro fragilis-Juniperetum macrocarpae)
DISTRIBUZIONE, LlTOMORFOLOGlA E CLIMA: la
vegetazione psammofila dunale risulta distribuita soprattutto lungo le coste della Sicilia sud-orientale, con esempi di formazioni ajuniperus macrocarpa in buono stato di conservazione, a Vendicari, alla Foce del fiume Irminio e a Caucana (Santa Croce Camarina).
Le comunit del geosigmeto sono legate alla fascia termomediterranea inferiore, dove si localizza su substrati sabbiosi incoerenti in corrispondenza dei cordoni dunali sia mobili che fissi.
ARTICOLAZIONE CATENALE: il geosigmeto com-

posta da cenosi psammofile in contatto catenale


ben definite fIoristicamente e strutturalmente. A
essa fanno capo associazioni sia perenni che annuali. Associazioni alo-nitrofile effimere dell' Euphorbion peplis (Cakiletea maritimae); associazio-

Particolare della macchia dell' Ephedro fragilis-Juniperetum macrocarpae nella Riserva Naturale di Vendicari, Siracusa
(foto V. Ilardi)
ni erbacee perenni ad Agropyron junceum (Cypero capitati-Agropyretum juncez); associazioni erbacee perenni ad Ammophila australis (Medicagini
marinae-AmmophiLetum australis); associazioni arbustive a Crucianella maritima (Seselio maritimiCrucianelletum maritimae) o ad Ononis ramosissima (Centaureo-Ononidetum ramosissimae). Gli
aspetti di degradazione di queste formazioni sono rappresentati soprattutto da praticelli effimeri dei Malcolmietalia.
Vegetazione psammofila erbacea perenne dell'Ammophilion e Crucianellion maritimae; vegetazione psammofla alo-nitrofla annuale dei CakiLetea maritimae.
Vegetazione sclerofilla sem preverde (Pistacio-

Vegetazione psammofla lungo le coste dell'Agrigentino (foto V. Ilardi)

Rhamnetalia): si tratta di una macchia molto


densa e intricata, legata ad ambienti dunali costieri in cui domina juniperus macrocarpa, normalmente associato a Ephedra ftagiLis, Lycium
intricatum, Pistacia lentiscus, Phillyrea latifolia.
Nei dintorni di Gela, ]' Ephedro-Juniperetum macrocarpae, , viene normalmente vicariato dall'Asparago stipularis-Retametum gussonei, associazione arbustiva legata a una maggiore xericit ambientale.
FORMAZIONI FORESTALI DI ORIGINE ANTROPI-

il sistema dunale, di pertinenza di questa serie, stato interessato in passato da interventi di


riforestazione con Pinus halepensis, P. pinea e alcune specie esotiche come Acacia saligna, EucaIyptus rostrata, Myoporum insulare.

CA:

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