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Introduzione
Le istituzioni comunitarie e le autorita` di vigilanza
di alcuni Stati Membri hanno recentemente intrapreso iniziative di riforma delle normative sulla trasparenza degli assetti proprietari delle societa` quotate, per estendere gli obblighi di comunicazione agli
strumenti finanziari derivati (1) regolati per differenziale in denaro (c.d. cash-settled derivatives) (2)
che attribuiscono al relativo detentore una posizione finanziaria positivamente correlata allandamento dei titoli sottostanti (c.d. posizione lunga) (3) (4). Lobiettivo e` quello di contrastare fenomeni di utilizzo di tali strumenti con finalita` di
occultamento della proprieta` di rilevanti pacchetti
azionari in societa` quotate, in elusione delle normative sulla trasparenza degli assetti proprietari e sulle
offerte pubbliche di acquisto.
Anche il legislatore italiano e` intervenuto sulla
Note:
(1) In termini essenziali, i contratti finanziari derivati possono essere definiti come quei contratti il cui valore dipende o e` determinato dal valore o dal cambiamento di valore di una attivita` finanziaria (es. azioni) o reale (es. merci) di riferimento (c.d. sottostante). Per una disamina generale, si rinvia a F. Caputo Nassetti, I contratti finanziari derivati, Milano, 2007, 2 ss.; A. Rozzi - F.
Bruno, La collateralizzazione degli strumenti finanziari derivati
OTC (over the counter) in Italia, in questa Rivista, 2007, 1225
ss.; E. Girino, Contratti di swap: forma autonomia, nullita` e responsabilita`, in Contratti, 2002, 1, 33 ss.; J. C. Hull, Options, Futures and Other Derivatives, 2011, 2 ss.; R.A. Brealey - S.C.
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Il decoupling
Alcuni casi (17) e gli studi condotti da autorevole
dottrina (18) hanno posto in evidenza come, al riNote:
(5) Cfr. D.Lgs. 6 novembre 2007, n. 195.
(6) Direttiva 2004/109/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 dicembre 2004, pubblicata in GUCE L-90/38, del 31
dicembre 2001.
(7) Direttiva 2004/25/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio
del 21 aprile 2004, pubblicata in GUCE L-142, del 30 aprile
2004.
(8) Cfr. art. 120, comma 4, lett. d ter, D.Lgs. 24 febbraio 1998,
n. 58 (TUF), inserito dallart. 1, D.Lgs. 6 novembre 2007, n. 195.
(9) Cfr. art. 105, comma 3 bis, TUF, inserito dallart. 2, D.Lgs. 25
settembre 2009, n. 146.
(10) Cfr. delibera 5 aprile 2011, n. 17731, in http://www.consob.it.
(11) Cfr. art. 35, comma 1, lett. g), Reg. Emittenti, introdotto dalla delibera Consob 5 aprile 2011, n. 17731.
(12) Cfr. art. 105, comma 2, TUF.
(13) Cfr. art. 44 ter, Reg. Emittenti, introdotto dalla delibera Consob 5 aprile 2011, n. 17731. Sul tema v. G. Sandrelli, La nuova
disciplina degli strumenti finanziari derivati nelle offerte pubbliche di acquisto, in Riv. soc., 2012, 129 ss.
(14) Cfr. delibera 9 settembre 2011, n. 17919, in http://
www.consob.it.
(15) Cfr. position paper in tema di trasparenza proprietaria sulle
posizioni in derivati cash settled, pubblicato dalla Consob in data
8 ottobre 2009, in http://www.consob.it.
(16) Cfr. il documento di consultazione Proposte regolamentari
in materia di trasparenza delle partecipazioni potenziali cash-settled in attuazione dellart. 120, comma 4, lettera d-ter del TUF,
pubblicato il 6 maggio 2011, in http://www.consob.it.
(17) V., tra gli altri, Continental vs Schaeffler Group; CSX vs The
Childrens Investment Funds e 3G Capital Partners; Victory vs
Sulzer; FIAT/Exor/Ifil; Guinnes Peat Group Plc vs Perry Corporation. Per una descrizione di tali casi, si rinvia a G. Ferrarini, Equity Derivatives and Transparency: When Should Substance Prevail?, in Liber Amicorum for Klaus J. Hopt, de Gruyter, 2010,
1803 e, sia consentito, I. Porchia e L. A. Lo Po` Partecipazioni rilevanti in societa` quotate: verso la trasparenza delle posizioni in
derivati cash-settled, in Strumenti Finanziari e Fiscalita`, Milano,
1, 2010, 51 ss.
(18) V. gli studi condotti da T.C. Hu e B. Black: The New Vote
Buying: Empty Voting and Hidden (Morphable) Ownership, in
Southern California L. Rev., 2006, n. 79, 811 ss.; Id., Empty Voting and Hidden (Morphable) Ownership: Taxonomy, Implications, and Reforms, in Business Lawyer, 2006, n. 61, 1013 ss.;
Id., Hedge funds, insiders and the decoupling of economic and
voting ownership: empty voting and hidden (morphable) ownership, in Journal of Corporate Finance, 2007, XIII, 2-3, 343(segue)
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te soglie di rilevanza che dovrebbero rilevarsi sufficientemente elevate al fine di segnalare la sussistenza di interessi economici realmente rilevanti nel diversi emittenti quotati potenzialmente idonei a incidere sugli assetti di governo societario.
Con lobiettivo di evitare uninutile duplicazione
degli obblighi di reporting, e` stato tuttavia chiarito (51) come la compilazione del form relativo alla
posizione lunga complessiva (52) non sia richiesto
nel caso in cui il superamento o la discesa al di sotto delle relative soglie sia il risultato della sola detenzione di partecipazioni rilevanti e/o partecipazioni potenziali gia` di per se soggette al regime di disclosure.
Per quanto concerne i criteri per il calcolo della
partecipazione in caso di utilizzo di opzioni o di altri strumenti a struttura asimmetrica sia physically
sia cash settled, la Consob ha chiarito che qualora il
numero di azioni sottostanti il derivato sia variabile
occorrera` fare riferimento al quantitativo massimo
previsto dallo strumento finanziario. Pertanto, anticipando la scelta compiuta dal legislatore comunitario nella esaminata proposta di riforma della Direttiva Transparency, la scelta dellAutorita` di Vigilanza e` stata quella di non adottare il criterio c.d.
delta adjusted (53).
Note:
(49) Cfr. Documento di Consultazione, 7.
(50) Cfr. Documento di Consultazione, 10-11.
(51) Cfr. art. 119, comma 6 quater, Reg. Emittenti.
(52) Cfr. Allegato 4A al Regolamento Emittenti, Modello 120B.
A tal proposito, utile precisare come tale form richieda la scomposizione (c.d. breakdown) della posizione lunga complessiva
nelle sue diverse componenti, cos` da dare contezza del relativo
peso.
(53) Alcuni operatori di mercato hanno posto in luce come, se
da un lato, lutilizzo della ponderazione per il coefficiente delta
potrebbe consentire di individuare con un elevato grado di precisione leffettiva partecipazione potenziale cui il detentore dellopzione potrebbe avere indirettamente accesso, dallaltro, una
tale previsione creerebbe difficolta` ed elevati costi operativi e di
compliance in capo ai soggetti vigilati. Infatti, tenendo conto della variabilita` del coefficiente delta in funzione delle fluttuazioni
del prezzo del sottostante e della vita residua dello strumento, il
detentore dello strumento dovrebbe ricalcolare la propria posizione ponderata alla chiusura di ogni giornata di negoziazione,
cos` da riflettere le variazioni del coefficiente medesimo. Ai fini
degli obblighi di disclosure, gli impatti derivanti dallutilizzo del
delta approach sono evidenti: si ipotizzi infatti che un intermediario abbia venduto ad un proprio cliente una call option physically settled, con delta pari a 0,2, scritta su un nozionale di
100.000 azioni della societa` quotata A. Per coprire la posizione
corta assunta ai sensi delle call, lintermediario dovrebbe acquistare un numero di azioni pari a 20.000 (0,2 * 100.000=
20.000). Tale numero (e non invece il numero massimo di azioni
sottostanti la call) rappresenterebbe, in concreto, il numero di
azioni cui la controparte dellintermediario potrebbe avere potenzialmente accesso. Ipotizzando, poi, che il capitale dellemitten(segue)
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Note:
(segue nota 53)
te fosse composto da 1.000.000 di azioni tale valore darebbe
luogo a una partecipazione potenziale pari al 2% [(20.000/
1.000.000)*100=2%], al di sotto della soglia di rilevanza del
5%, al contrario di quanto avverrebbe nel caso in cui il calcolo
venisse realizzato utilizzando il quantitativo massimo di azioni.
(54) Cfr., Art. 119 bis, comma 3, Reg. Emittenti.
(55) Cfr. art. 119 bis, comma 8 bis , lett. a), Reg. Emittenti.
(56) Lambito di applicazione soggettivo di tale esenzione e` stato
esteso nel testo finale della norma approvato da Consob fino a ricomprendere le altre posizioni lunghe detenute per finalita` di
client serving non soltanto da parte dei c.d. soggetti abilitati come definiti dallart. 1, comma 1, lett. (r), TUF (e.g. SIM, imprese
di investimento comunitarie con succursale in Italia, imprese di
investimento extracomunitarie, SGR, SICAV, banche italiane, comunitarie con succursale in Italia ed extracomunitarie autorizzate
allesercizio di servizi o attivita` di investimento), ma anche da parte di imprese di investimento comunitarie operanti in regime di libera prestazione di servizi e da altre imprese equivalenti autorizzate dalle competenti autorita` di uno stato extracomunitario con
cui la Consob abbia stipulato accordi di cooperazione per lesercizio delle funzioni di vigilanza e lo scambio di informazioni.
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mittente rappresentato da azioni votanti, cos` allineandosi alla soglia rilevante per il lancio dellofferta pubblica di acquisto obbligatoria (59). Tale
esenzione sembra essere il frutto della volonta` del
regolatore di dispensare dagli obblighi di reporting
quei soggetti che agiscono professionalmente al mero fine di fornire liquidita` al mercato cos` da incrementarne il livello di efficienza, senza dunque alcuna volonta` di alterare lequilibrio interno degli
emittenti o di acquisire occultamente pacchetti
azionari occulti nel relativo capitale.
Infine, sulla scorta della regolamentazione inglese (60), e` stata introdotta una particolare ipotesi di
esenzione relativa ai c.d. financial index linked products, ovvero a quegli strumenti finanziari il cui valore derivi e/o sia connesso allandamento di uno o
piu` indici di natura finanziaria (61). In particolare,
e` stato previsto che tali strumenti non vengano
computati nel calcolo della posizione lunga complessiva a condizione che le azioni dellemittente ricomprese nellindice (i) non superino l1% del totale delle azioni con diritto di voto emesse da questultimo e (ii) il loro peso non sia superiore al 20%
del valore complessivo dei titoli inclusi nel medesimo indice.
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Per esemplificare limpatto pratico delle nuove regole di disclosure sugli operatori di mercato, nel presente paragrafo viene analizzata la loro applicazione
a due strutture derivative che, sulla scorta dellesperienza maturata dagli scriventi, sono solitamente
utilizzate per la realizzazione di operazioni di acquisition financing su azioni di emittenti quotati.
La prima di tali strutture - a cui partecipano tipicamente un investitore-cliente interessato ad acquiNote:
(57) Ai sensi dellart. 1, comma 5 quater, TUF, per market maker si intende il soggetto che si propone ..., su base continua,
come disposto a negoziare in contropartita diretta acquistando e
vendendo strumenti finanziari ai prezzi da esso definiti.
(58) Cfr. art. 119 bis, comma 8 bis , lett. b), Reg. Emittenti.
(59) Cfr. art. 119 bis, comma 8 bis, lett. (b), Reg. Emittenti. Ulteriori condizioni sono, poi, che il market maker (i) rientri tra gli intermediari cui e` potenzialmente applicabile lesenzione per
client serving; (ii) non intervenga nella gestione dellemittente
ne eserciti alcuna influenza sullo stesso al fine dellacquisizione
di tali posizioni o del sostegno del presso; e (iii) sia in grado di
identificare le posizioni lunghe detenute ai fini dellattivita` di
market making.
(60) Cfr. Rule 5.3.3, (2), (c), Disclosure and Transparency Rules.
(61) Cfr. art. 119 bis, comma 8 bis, lett. (c), del Regolamento
Emittenti.
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to di interessi sotto forma dei floating amount previsti dallequity swap (63).
Passando ai profili piu` direttamente attinenti alla
disclosure, emerge come, tanto ai sensi del precedente quanto del nuovo regime, lacquisto delle
azioni della societa` target da parte del cliente debba
essere comunicato qualora siano integrate le soglie
rilevanti e non trovino applicazione le ipotesi di
esenzione normativamente previste (64). Piu` nel
dettaglio, le azioni acquistate, in costanza del nuovo regime, rileverebbero sia per il computo delle
partecipazioni effettive detenute dal cliente sia come componente del basket relativo alla posizione
lunga complessiva.
Immutato rimane anche il trattamento del pegno.
A tal proposito, la regola generale vuole che il creditore pignoratizio, cui spetti il diritto di voto in
conformita` al principio di cui allart. 2352 c.c., sia
chiamato ad effettuare la disclosure in caso di superamento delle soglie rilevanti (65). Diversamente,
in presenza di contratti di pegno che prevedano
particolari clausole inerenti allesercizio del diritto
di voto (66), il principio e` che lobbligo di comunicazione sorga in capo sia al costituente che al creditore pignoratizio (67).
Significative novita` emergono, invece, con riferimento al trattamento delle componenti derivative
delloperazione. Trattandosi di strumenti regolati
mediante il mero pagamento di differenziali in denaro, senza dunque alcuna consegna fisica delle
azioni sottostanti, gli stessi non erano soggetti agli
obblighi di comunicazione previsti dal previgente
quadro normativo di trasparenza. Al contrario, volendo valutare il pre-paid forward e lequity swap alla
luce delle nuove regole, essi rientrerebbero entrambi nella categoria delle altre posizioni lunghe essendo pertanto potenzialmente soggetti allobbligo di
comunicazione, rispettivamente da parte della banca e del cliente, come componenti del basket posizione lunga complessiva qualora vengano integrate
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Note:
(63) In caso di innalzamento dei corsi azionari, la banca gia` beneficerebbe delle eventuali oscillazioni al rialzo dei titoli sottostanti ai
sensi del forward, in quanto a scadenza avrebbe diritto di ricevere
dal cliente il relativo valore dellunderlying. Infatti, si ipotizzi che il
prepayment amount del forward, corrispondente anche al valore
preso a riferimento nel contratto swap, sia pari a 10 euro per azione e che a scadenza il valore delle azioni della societa` target sia
pari a 11 euro. Ai sensi del forward, la banca avra` dunque diritto a
ricevere il valore a scadenza dei titoli (i.e. 11 euro), realizzando un
profitto di 1 euro per azione rispetto al prepayment amount versato al cliente, mentre, ai sensi dellequity swap, questultimo avra`
diritto a ricevere dalla banca lapprezzamento dei titoli (1 euro).
Combinando i payoff dei due derivati, chiaro risulta che la banca
ricevera` dal cliente limporto del finanziamento concesso sotto
forma di prepayment amount, cui dovranno essere aggiunti gli interessi corrisposti sottoforma di floating amount dello swap. Nellopposto scenario nel quale, per effetto della contrazione del valore della societa` target, il prezzo per azione si riduca a 9 euro, la
banca realizzera` una perdita di 1 euro per azione ai sensi del contratto forward, che verra` compensata dallobbligo del cliente di
versare il valore assoluto di tale deprezzamento in conformita` ai
termini dellequity swap. Anche in questo caso, dunque, per effetto delloperativita` delle due strutture derivative la banca si trovera` in una posizione identica a quella sopra descritta nelleventualita` di andamento positivo delle azioni della societa` target.
(64) Come spunto di riflessione occorrerebbe valutare, in particolare, leventuale operativita` dellesenzione relativa alle operazioni compiute per finalita` di clearing and settlement.
(65) Cfr. art. 118, comma 1, lett. a), Reg. Emittenti.
(66) Si pensi alle previsioni, frequentemente ricorrenti negli atti
di pegno costituiti a favore delle banche, queste ultime, in deroga alla regola generale e suppletiva posta dallart. 2352 c.c.,
consentono che il diritto di voto rimanga in capo al costituente,
riservandosi la facolta` di esercitare tale diritto al ricorrere di
eventi di default rispetto alle obbligazioni garantite dal pegno. In
aggiunta, non e` infrequente la previsione a favore del creditore
di un diritto duso sulle azioni costituite in pegno in conformita`
alle disposizioni della Direttiva 2002/47/CE come modificata dalla direttiva 2009/44/CE e dalle disposizioni di attuazione contenute nel D.Lgs. n. 170/2004 come successivamente modificato
dal D.Lgs. n. 48/2011, facendo pero` salva la facolta`, in capo al
costituente, di sospendere tale diritto in determinate circostanze. Questo, solitamente, al fine di poter rientrare in possesso
delle azioni alla record date ed esercitare il diritto di voto nellassemblea dellemittente quotato in conformita` alle disposizioni
che regolano la partecipazione assembleare introdotte nellordinamento italiano a seguito del recepimento della Direttiva 2007/
36/CE (c.d. Shareholders Rights Directive). Tali previsioni non
sono oggetto di specifiche previsioni nellambito della disciplina
di trasparenza degli assetti proprietari in commento.
(67) Cfr. sez. A), par. 2.3, dellAllegato 4B al Regolamento Emittenti.
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Conclusioni
Le nuove regole introdotte dalla Consob sono sostanzialmente in linea con le iniziative regolamentari gia` intraprese dai principali Stati Membri e delle istituzioni comunitarie. Esse hanno il pregio di
aver tenuto in adeguata considerazione lesistenza
di due distinti e contrapporti interessi dei quali occorre garantire, per quanto possibile, un equo ed efficiente contemperamento. Da una parte, per le ragioni sopra esposte, vi e` infatti lesigenza di assicurare unadeguata e tempestiva disclosure delle posizioni oggetto dei derivati cash-settled, ove questi siano utilizzati per acquisire partecipazioni occulte nel
capitale degli emittenti quotati ovvero per influenzare indirettamente lesercizio dei diritti di voto e,
dallaltra, vi e` la necessita` di contemperare adeguatamente lincremento dei costi di transazione per
gli operatori del mercato e i benefici effettivi per il
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