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8.1 Doni di rivelazione soprannaturale.

- 12:8 La parola logos che significa, oltre a parola, intelligenza, pensiero, espressione,
ragione, idea, discorso, spiegazione.
di sapienza (dal latino sapere, cio avere o sentire sapore) la capacit soprannaturale di
parlare con divino intuito per dirimere questioni difficili, difendere la fede, risolvere conflitti,
offrire consigli pratici o ancora perorare la propria causa dinanzi alle autorit (Lc.21:15).
Stefano dimostr di possedere tale parola di sapienza a tal punto che i suoi avversari non
potevano resistere allo Spirito con cui egli parlava(Gb.32:8; At 6:10; Lc.21:14-15; Ef.4:29).
Sapienza applicazione della verit biblica alla vita reale, a favore degli altri. Non
saggezza umana ma il risultato dellopera della Parola di Dio nella vita del credente (De.4:5-6;
2Tm.3:15), e del timore dellEterno (Sal.111:10).
- La parola di conoscenza, greco gnosis un dono di profonda comprensione dei misteri di
Dio. Non si tratta di imparare qualcosa, ma di rivelare qualcosa di nascosto, che nessuno
conosce, per dare la possibilit a chi esercita questo dono di evangelizzare o di provare la
veridicit della Parola di Dio (Gv.1:47-48; 4:16-19; At.5:1-4; 10:28, 34-35).
- Discernimento(i) degli spiriti, ovvero la capacit data dallo Spirito Santo di capire che tipo
di spirito muove chi ti sta dinanzi, oppure se in un ambiente v qualcosa di ostile, o di
contrario alla Parola di Dio o al Suo Spirito (1Gv.4:1). Possiamo tradurre con distinguere uno
spirito da un altro o mettere a fuoco uno spirito o eseguire una diagnosi di chi ci sta di fronte.
Non si tratta solo di smascherare spiriti maligni, ma di capire se chi dinanzi a noi sincero o
meno. (Gv.1:47; At.8:18-23; 16:16-18).

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8.2 Doni di operazioni soprannaturali.


12:9 Dono di fede, ovviamente non si tratta della fede per essere salvati, ma una fede
particolare, attraverso la quale un credente pu operare un miracolo. La fede citata anche nel
capitolo 12 verso 2, quando Paolo sottolinea che senza amore, anche la fede per trasportare le
montagne sarebbe vana. Ges parl di questo dono particolare (Mc.11:22-24); pertanto qui la
fede non per la giustificazione, ma per poter operare. Questo dono la base per i doni di
miracoli e guarigioni, ma anche per profetizzare e parlare in lingue serve fede (At.27:23-25).
Doni di Guarigione, letteralmente carismi di guarigioni, sono manifestazioni della grazia
per operare nel campo della malattia, non solo fisica, ma anche a livello emotivo e spirituale.
La parola guarigione significa: medicamento, pacificazione, rimedio, quindi la vera
guarigione non si limita solo al corpo ma riporta equilibrio e serenit nellanima (Mt.4:23-24).
La guarigione della grazia opera cos, le guarigioni puramente fisiche si limitano al corpo, ma
non necessariamente portano la salvezza (per esempio i dieci lebbrosi guariti da Ges, descritti
in Luca 17:11-19).
Non esistono persone specializzate in guarigioni, perch questi doni sono per tutti i credenti
(Mc.16:17; At.9:17). Perch con limposizione delle mani? E un gesto di comunione tra colui
che prega e colui che riceve il miracolo. Affinch il dono possa essere usato ci deve essere fede
da parte di chi prega, ma soprattutto in chi malato (Gv.5:5-9; At.14:8-10).
Perch alcuni malati guariscono e altri no? Questa non una domanda che deve farsi un
credente, Dio sovrano e conosce la nostra vita. La domanda giusta, invece : Dio vuole per
me la guarigione o la Sua grazia sufficiente?. Se la guarigione deve adempiere il piano di Dio
allora avverr, altrimenti sapremo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano
Dio (Rom.8:28).

12:10a Potenza di operare miracoli.


I miracoli sono opere potenti che si manifestano in un livello superiore a quello materiale e
visibile, spesso interrompendo le normali leggi della natura (Gv.21:5-6; At.8:13; 19:11). Perch
accadono queste manifestazioni? Per confermare la predicazione della Parola di Dio, per
dimostrare lOnnipotenza di Dio e perch sia dimostrato lamore di Dio. Non qualcosa che si
impara o si tenta di fare, anche qui le persone che ricevono i doni devono essere nati di nuovo
e in comunione con Dio, obbedienti alla Sua Parola (At.19:13-16).
Il miracolo non esalta luomo ma Dio, guai se accadesse il contrario, e la fede va sempre
riposta nel Signore dei cieli e della terra e mai in un sostituto (At.14:11-18).

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8.3 Doni di parola soprannaturale.


Introduzione.
Ricordiamo che i doni dello Spirito Santo sono stati dati alla chiesa per manifestare il Regno di
Dio sulla terra (Ap.1:4-6; 1Co.12:7; Rm.8:19). Lo Spirito si manifesta nei credenti e i credenti
manifestano la Potenza del Regno nel mondo, che aspetta questo dalla chiesa. Il mondo religioso a
suo modo crede, ma ha bisogno di essere guidato nella fede, per andare dalla teoria alla pratica di
vita cristiana efficace, dalle tenebre alla luce, dagli idoli al Dio vero (Mc.9:24).
La potenza di parola stata gi annunciata nei Vangeli da Ges e si realizz, ad esempio, nel
diacono Stefano (Mc.16:17-18; Lc.21:14-15; At.6:9-10). Questa la vita che Ges venuto a
portare nei Suoi discepoli. Ribadiamo che i doni dello Spirito Santo servono anche al servizio dei
fratelli (1Pi.4:10-11). Loriginale cita testualmente: Come ognuno di voi ha ricevuto un carisma,
servitevi gli uni gli altri, come buoni amministratori di una svariata grazia di Dio.
Quando il Signore torner giudicher anche come avremo usato i Suoi doni (Lc.12:35-48).

1Co.12:10 Dono delle lingue.


E lesperienza di fede che permette alla potenza dello Spirito Santo di farci traboccare di gioia, di
franchezza e di coraggio. E inequivocabilmente il segno iniziale della pienezza di Dio.
E unesperienza gi preannunciata dai profeti dellA.T. sia come avvenimento che come modalit
(Gioe.2:28; 1Cor.14:21; Is.28:11). Per dono delle lingue si intende sia il parlare lingue incomprensibili,
che linguaggi stranieri ma sconosciuti a chi lo esercita (1Co.14:2; At.2:5-12).
E un aiuto nella preghiera per la nostra edificazione, per la chiesa e per dare gloria a Dio (Rm.8:26-27;
Giu.20).

1Co.12:10 Interpretazione delle lingue.


Non una traduzione letterale del messaggio in lingue, ma una interpretazione, ovvero linsieme
delledificazione personale e di un messaggio diretto alla chiesa, che per deve essere reso
comprensibile a tutti (1Cor.14:26).
Un messaggio in lingue con interpretazione va dato in un massimo di due o tre persone, questa la
testimonianza secondo la Bibbia (1Co.14:27; De.19:15). Il termine interpretazione significa
hermeneia cio spiegazione, ovvero dare il senso del messaggio che lo Spirito vuole dare alla chiesa.

1Co.12:10 Profezia.
E il maggiore tra i doni di lingue, perch un messaggio soprannaturale, comprensibile dalluditorio,
quindi interessa anche lintelligenza e comporta la necessit di una maggiore fede (1Co.14:5). Molto
spesso essa serve a chiamare uomini per compiti specifici (At.13:2). Ha il compito di incoraggiare,
edificare e consolare (1Co.14:3, 24-25). La profezia attesta e conferma il pieno controllo di Dio in ogni
situazione, anche la pi critica; essa pu avere anche senso di predizione del futuro, ma non
necessariamente (At.11:28). Anche in questo dono bene limitarsi a due o tre persone al massimo
(1Co.14:29-33).
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9. LAMORE, LA VIA ECCELLENTE (1Cor.13)


Inizialmente, questo passo non intendeva essere un trattato sullamore ma prendeva spunto da una
particolare situazione locale. Gli studiosi hanno fatto notare che i Corinzi erano impazienti, scontenti,
invidiosi, gonfi dorgoglio, egoisti, privi di creanza, incuranti dei sentimenti e degli interessi altrui,
sospettosi, pieni di risentimento e ipercritici. Lapostolo li pone dunque a confronto con le
caratteristiche del vero amore.
vv.1-3
Tutte le opere buone che un uomo pu compiere, senza il fondamento del vero amore (Agape), sono
perfettamente inutili, anzi diventano illusorie, circa la vera natura della vita cristiana.
Senza lamore di Cristo (quindi amore per Dio e amore verso il prossimo):
-

Se parlassi ogni linguaggio (umano o angelico), sarei solo rumore.

Se avessi tutta la sapienza e la conoscenza dei misteri cristiani, sarei nulla.

Se spendessi me stesso e tutto ci che ho per gli altri, non gioverebbe a niente.

vv.4-7
Lamore
a. Paziente, ovvero lento allira, che sa sopportare, non si perde danimo, nei problemi, nelle prove e
nelle persecuzioni (Eb.6:13-15; Gc.5:7-8). Significa prendere molto tempo prima di arrabbiarsi.
b. Benevolo, letteralmente delicato, gentile (Pr.15:1). In questo contesto la parola usata significa
letteralmente: mostrare se stessi gentili, buoni, benigni nonostante ci si confronti con lingratitudine.
c. Non invidioso, cio bruciare di zelo per qualcosa che vorremmo avere (Gc.3:14-16).
d. Non vanitoso; il tipico comportamento di quello che continua a dire Io ho fatto.... Io ho... Io
sono...ecc. La parola Io usata frequentemente da tale persona. Comunque, quando noi veramente
amiamo non ci vantiamo, perch riconosciamo che tutto il bene viene da Dio (1Co.4:7; 1:31).
e. Non gonfio, quindi orgoglioso. Lorgoglio la radice di ogni male, stato il peccato di Satana, deve
essere estirpato dalla chiesa, attraverso il vero amore e lumilt (1Co.4:6; 8:1; Ez.28:2).
f. Non indecente, comportarsi in modo sconveniente significa: vivere immoralmente o in modo
improprio, e quando tale comportamento osservato ha solamente una fonte: il vecchio uomo.
g. Disinteressato, non cerca il proprio tornaconto (Rm.15:1-3; 1Co.10:23-24).
h. Dolce, non si inasprisce, cio cerca di non arrivare allesasperazione (1Co.6:7-9; Pr.17:14; Cl.3:19).
i. Non sospettoso del male. Una traduzione pi accurata data dalla versione Inglese legge: L'amore
non tiene annotazioni di torto cio l'amore dimentica in fretta e permanentemente il torto che gli
hanno potuto fare. Quando camminiamo con l'amore della nuova natura, allora non riteniamo
annotazioni del torto che ci hanno potuto fare ma li dimentichiamo (1Co.14:20; Gc.1:21; 1Pi.4:8).
l. Non desideroso di ingiustizia, ma desidera gioire con la verit. L'amore gioisce con la verit, la
Parola di Dio, e non con ci che contro di essa, che ingiustizia (Ger.15:16; Sal.119:35). La natura
umana, perversa, gode nel vedere il male, ma il cristiano sa provare gioia nella verit e giustizia
(Pr.11:23).
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Lamoreogni cosa:
a. Soffre, il verbo greco significa: coprire per proteggere o mantenere coprendo per preservare; coprire
con il silenzio, di tenere segreto, da nascondere, celare gli errori e delle colpe di altri. Proteggere da
qualcosa che minaccia, sopportare contro, resistere, soffrire, difendere (Pr.10:12; 17:9; 1Pi.4:8). Non c
amore in chi si diletta nel pettegolezzo senza avere la minima compassione (Pr.11:13; 20:19).
b. Crede, inteso come colui che ha fede, non dubita, non ha spirito critico ma si fida di Dio, della Sua
Parola e non ha dubbi derivanti dalla malafede (Mc.11:23; Gc.1:6; 1Gv.5:5,10). Il credere viene dalla
parola di Dio che genera fede anche nelle cose che non vediamo (Gv.20:29). Credere significa anche
essere persuasi dallamore di Dio (Rm.8:38-39; Eb.11:19).
c. Spera, cio una attesa gioiosa e fiduciosa. Chi ama Dio da Lui amato e sa che tutto ci che il Padre
fa e pensa per il bene, quindi chi ripieno dellamore cristiano spera anche nelle situazioni impossibili
(Pr.14:32; Eb.6:19-20; La.3:21-26). Quindi possiamo andare a Dio pieni di fiducia, perch Cristo ci ha
aperto la porta alla Sua presenza (Ef.3:11-12; Eb.4:16; 13:6).
d. Sopporta, soffre pazientemente confidando in Cristo. Lamore dura nel tempo, non fugge non si tira
indietro (Mt.10:22). Significa un atteggiamento di attesa con l'aspettativa che qualcosa sta per accadere;
questa attesa attiva. Chi sa sopportare si basa sulla fedelt di Dio. Forse ci sentiamo abbandonati, soli
o fraintesi, la sopportazione: aspetta. Il Padre promette cura e conforto. Spesso ci affidiamo alle
emozioni per sfuggire, ma quando lemozione svanisce, siamo al punto di partenza. Non c'
perseveranza senza dolore. Dolore, prove e tribolazioni sono le parti di un lavoro di speranza ed i
sintomi di perseveranza (Sl.69:9; 2Tm.2:10; Gc.1:12; Ap.2:10).
Sofferenza...fedesperanzasopportazione in ogni cosa. Il vero amore sa soffrire, ma attraverso la
fede in Cristo, conserva la speranza e quindi reso capace di sopportare, in vista della redenzione
(Sal.69:7; 2Tm.2:20; Eb.12:2).
v. 8-10
Tutto potr venire meno un giorno, ma lamore tra le caratteristiche cristiane, insieme alla fede e alla
speranza, che non verr mai meno. Lamore non fallisce, non perde mai lefficacia, i doni cesseranno
quando la perfezione sar venuta, ma lamore sar una assicurazione per il futuro (Lc.7:47; 2Tm.4:8).
vv.11-13
I bambini in Cristo devono crescere guidati nellamore, dalla Parola di Dio, e nella fede che ci guidi in
una speranza senza fine, perch legata a Cristo, la speranza della gloria eterna (1Co.15:19; Col.1:27).

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10. IL DONO DI PROFEZIA E UTILE (1Cor.14)


Il collegamento con il capitolo precedente e evidente. I credenti dovrebbero ricercare lamore. Questo
far si che essi dedichino la propria vita al servizio del prossimo. Ma dovrebbero altres desiderare
ardentemente i doni spirituali per il bene della loro assemblea. Se, da un lato, e vero che i doni sono
elargiti sovranamente dallo Spirito, e anche vero che possiamo chiedere al Signore quei doni di
maggiore utilit per la chiesa locale. E per questo che Paolo afferma che il dono di profezia e il pi
desiderabile. Egli inizia quindi a spiegare il perch.
10.1 Il parlare in lingue:
-

una bella preghiera fatta a Dio, ma non coinvolge lassemblea (v.2, 9,11, 16,17).

Dovrebbe spingerci a cercare il dono dellinterpretazione (v.13).

Altrimenti diventerebbe un segno di giudizio per il popolo di Dio ma scandalizzerebbe i non


credenti ospiti delle nostre assemblee (vv.21,22,23).

Lascia infruttuosa lintelligenza (vv.14-15).

Comunque non deve essere trascurato (v.5).

E dato ad un massimo di tre credenti, ma devono essere almeno due (v.27).

10.2 Il profetare:
-

richiede un desiderio ardente, e pi fede (v1) ed per tutti (v.31).

E un dono superiore, perch maggiore la responsabilit (v.5).

Rende il messaggio divino comprensibile agli uomini, portandolo ad effetto nel cuore
dellassemblea e rivelando lo stato dei non credenti (vv.2, 24-25).

Deve avere uno scopo preciso (vv.3, 6, 18-19). Paolo fa comprendere che se il parlare in lingue
un fiume in piena, il profetare rappresenta il gocciolare della rugiada.

Anche i profeti non devono essere troppi (v.29-30) .

Sia per il primo dono che per il secondo vi sono delle indicazioni precise affinch tutto sia fatto in
maniera decorosa (vv.20, 32, 39-40).

10.3 Il parlare delle donne nelle assemblee (vv.34-38)


Improvvisamente lapostolo parla alle donne nelle assemblee, comandando di non parlare, e di
rivolgere le loro domande in un luogo opportuno ai propri mariti. Cosa sta affermando Paolo?
Pu la donna pregare o profetizzare? Certo che si; infatti lapostolo stesso che lo conferma (1Co.11:5).
Cosa si intende per parlare? Significa esercitare autorit per mezzo della parola. Non esiste la
predicazione femminile, non un ministero affidato ad esse. Ma potrebbe anche significare il fare
inchieste o domande su argomenti trattati nelle assemblee. Non quello il momento per interrogare,
secondo Paolo ogni donna che ha marito (quindi si parla di mogli) rivolga a lui le sue domande.

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