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L'alchimia islamica

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L'alchimia islamica
"La scienza si impara attraverso le parole, l'Arte con la pratica, il distacco con il Sufismo."
Jalal al-Din Rumi

La filosofia per i musulmani un mezzo per ottenere la felicit, che consiste nella contemplazione
di Dio.
Tale aspetto religioso compreso anche nell'alchimia, perch essa la summa delle conoscenze
tra loro aggregabili ed acquisibili dall'uomo.
Massimo rappresentante di questa scienza fu al-Gabir.

L'alchimia spirituale
Per lo pi si dice che lo scopo ultimo dell'alchimia fosse giungere, attraverso la manipolazione
degli elementi, alla creazione dell'oro, l'unico elemento che mostra il suo perfetto equilibrio
interno attraverso il suo aspetto esteriore.
Ma non solo questo a rendere unica l'alchimia: tra l'altro un superbo esempio di ta'wil, o
"interpretazione allegorica": si ricordi come la cosmologia gabariana si fondi sulla reciproca
relazione degli esseri, dipendente dall'azione di una sostanza superiore su quella subito inferiore,
passando dal mondo dell'intelletto a quello dell'anima fino a quello degli elementi, tutti parte
dell'universo complesso.
In realt dunque, ottenere l'oro un obiettivo secondario: con l'arte alchemica infatti l'anima
purifica soprattutto se stessa, ottenendo alfin dal caos l'illuminazione. Essa ha dunque un'enorme
portata spirituale, dato che mostra come l'aspetto delle cose non sia una realt autonoma, ma sia
un'incarnazione del Verbo Divino, che si manifesta anche nel regno della materia.
Il presupporre che animali, piante e minerali abbiano virt proprie ed interagenti, rende
l'alchimista simile al demiurgo, dato che se la purificazione della materia parallela a quella dello
studioso, solo un cuore del tutto puro potr arrivare ad ottenere la suprema trasformazione.
In parallelo solo i puri di cuore otterranno le giuste e "vere" argomentazioni dialettiche sciite
direttamente da Dio, dato che per definizione il "vero" alchimista solo l'imam, che si serve delle
sue conoscenze come mezzo supremo per giungere a Dio e non per fini utilitaristici.
Informazioni tratte da: C. Baffioni
"Storia della filosofia islamica"

***
Al-Gabir
Vita e opere
Nato nel 721 circa a Tus, sempre in viaggio tra l'Arabia e Baghdad, morto nel 765 o nel 822, il
fondatore dell'alchimia araba.
Era uno sciita fedele al sesto imam, che lo aveva reso parte della discendenza di 'Ali, lui stesso

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si definiva solo un portavoce di colui che era la massima autorit nel campo dell'esoterismo.
Scrisse pi di mille opere, tutte nel corpus gabiriano, tra le quali celebri sono I centodieci libri, I
settanta libri (con le giustificazioni religiose all'alchimia) e il Libro della Bilancia.
Molti affermano che tale corpus sia dell'VIII secolo, ma impossibile visto che si presuppone
necessariamente la conoscenza della filosofia greca, quindi il termine post quem solo il secolo
IX.
Nel X secolo il corpus completato: molte opere non sono di al-Gabir, ma la coerenza interna
dell'opera omnia conservata dal fatto che sono al massimo scritti di suoi collaboratori stretti.
Molte opere dell'alchimista sono state tradotte in latino sotto il nome di Geber, ma di molte
versioni latine che a lui si fanno risalire non esiste l'originale arabo.
Tali opere sono piene di allusioni e sottintesi, ma nel complesso sono piuttosto chiare, dato che
al-Gabir non ricorre ad un linguaggio simbolico, ma sceglie di proteggere il contenuto
misteriosofico dei suoi scritti con la disposizione interna dei contenuti e il loro spargimento tra le
diverse opere.
Egli scrisse su ogni campo dello scibile umano, facendosi influenzare ben poco dalla criptica
alchimia greca, anche se si ritrovano richiami platonici (attorno al Timeo, ad esempio, c'era tutta
una tradizione alchemica che culmin nel testo arabo Le terapie di Platone), neoplatonici ed
aristotelici.
Nel Grande libro delle propriet ci sono le virt di piante e minerali, con reciproche simpatie ed
antipatie, perch si parte dal presupposto che ogni cosa in relazione con le altre e che solo
conoscendo tali influenze l'alchimista diventa simile al demiurgo (con la differenza che questo
crea dal nulla, quello da materia preesistente).

La scienza della Bilancia


E' la parte pi rilevante delle teorie di al-Gabir: i tre regni sublunari sono un sistema esatto di
pesi e misure, per cui la Bilancia presiede a tutto (distanze, moti astrali e ipostasi spirituali).
Egli analizza sia gli elementi che le qualit fondamentali che i risultati delle loro aggregazioni.
Tutto si basa sui quattro "elementi" (Caldo, Freddo, Secco e Umido) divisi in gradi, livelli,
minuti, secondi, terzi, quarti e quinti. Quando i valori stanno in rapporto 1 : 3 : 5 : 8, la cui
somma d 17, segno che l'ente in analisi in stato d'equilibrio. Animali, piante e pietre hanno
valori diversi, tutti rappresentati da una lettera dell'alfabeto arabo:
- Caldo: alif - ha' - ta' - mim - fa' - sin - dal
- Freddo: ba' - waw - ya' - nun - sad - ta' - dad
- Secco: gim - za' - kaf - sin - qaf - ta' - za'
- Umido: dal - ha' - lam - 'ayn - ra - ha' - gayn.
La struttura quantitativa delle cose espressa dunque anche nel loro stesso nome, dalle lettere e
dalla loro posizione, perch il valore cambia a secondo essa sia prima, seconda, terza o quarta
radicale. La somma dei valori delle diverse lettere d la vera natura di un ente.
Quando due oggetti hanno un uguale somma, essi si equivalgono ed hanno reciproca consonanza,
secondo l'abjad (vedi in seguito).

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Come non ci sono parole di una sola lettera, cos non ci sono realt semplici nel mondo.
Egli riform anche la scrittura araba: ritenendo l'alfabeto materializzazione della parola divina,
rilev che le tre lettere 'ayn - mim - sin simboleggiano l'imam ovvero 'Ali, Maometto e Salomone.
Nella natura al-Gabir distingue gli animali in camminanti, striscianti, volanti e natanti, tutti con
un'anima, una sostanza e quattro "elementi", "racchiusi da tempo e spazio".
Lo stesso vale per l'uomo (che in aggiunta a quelli ha anche la mente) e per le piante, a met tra
gli animali e le pietre.
Le pietre si dividono anche in otto specie, ulteriormente divise in tre parti (pietrificato,
polverizzato, non solubile) comuni a tutte le specie.
Esse sono le pi difficili da trattare essendo le terze, perch oltre a tutte queste divisioni hanno
anche diversi valori per grado e nei vari momenti di trasformazione.

I processi di trasformazione alchemica


Si basano sull'idea che riducendo tutto a proporzioni, si possa trasformare la natura di ogni cosa,
ottenendo nuovi prodotti.
Tre le "propriet":
- lo "stato" veloce nell'estinguersi
- la "forma" lenta nell'estinguersi
- l'essenzialit di ci che in un certo modo.
Il discorso sulle propriet verte proprio su quest'ultima, la pi propria di esse.
La propriet segue la produzione a cui legata la bilancia. Chi studia la scienza delle propriet
deve raccogliere ci che necessario per provarle, poi unirne ciascuna con le dieci categorie o
con la sostanza o con l'accidente (ovvero ciascuna col suo genere).
La trasmutazione si verifica con l'elisir, un agente spirituale tratto dal mondo minerale, vegetale o
animale, necessario per la trasmutazione stessa, dato che mantiene l'equilibrio delle quattro nature
e qualit (questa la maggiore differenza rispetto all'alchimia greca).
Tre le classi di materiali di cui l'alchimia si occupa:
- gli spiriti, che si volatilizzano del tutto nel fuoco e sono muti
- i corpi metallici lavorabili con il martello, che possiedono lucentezza e suono
- i corpi che possono essere polverizzati e sono muti (i minerali, ad esempio, sarebbero composti
di zolfo e mercurio in rapporti diversi).
Queste classi sono ulteriormente divise nel parere degli studiosi, ad esempio, gli spiriti hanno tre
suddivisioni interne:
- essi devono volatilizzarsi: il fuoco e la leggerezza della volatilizzazione (cui strumenti sono
alambicchi, fiale e simili) purificano la loro sporcizia rendendoli adatti alla mistura
- essi si purificano, non si volatilizzano, dato che sono resi bianchi non per la sostanza, ma per
l'accidente, tant' che se sono rigettati nel fuoco tornano neri, gialli, etcetera, mentre solo la
purificazione ne fa uscire lo sporco internamente in modo che esso non torni nemmeno col fuoco
- purificazione e volatilizzazione sono congiunte perch gli spiriti devono prima purificarsi per

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essere bruciati e volatilizzarsi per essere bianchi, per cui a fine di entrambe sono puri e bianchi.
Al-Gabir aggiunge poi che, oltre a tutti questi pareri degli studiosi, si deve tener presente anche
ci che afferma lui, ovvero che ci che non combusto vuole dal fuoco qualcosa che lo indurisca,
mentre ci che combusto vuole dal fuoco qualcosa che lo ammorbidisca e lo assottigli nella sua
struttura. Inoltre quando gli spiriti si sono purificati devono contrarsi e dissolversi.
I corpi hanno due suddivisioni interne:
- il corpo formato di argilla, si assottiglia e viene ad essere polvere non vivente, senza tornare
mai all'origine da cui e per cui ha inizio. I sostenitori di tale ipotesi distruggono ed inceneriscono
i corpi, per cui hanno bisogno dell'umido come connettivo tra esso e lo spirito
- il corpo si assottiglia e si solleva nell'aria dove resta in permanenza: "corpo" significa dunque
"ci che si dissolve" e non "ci che perisce", perch resta per sempre nell'aria rimanendovi
connesso. Questa la verit per il famoso alchimista.
Tutto questo spiegato nel suo Libro del passaggio dalla potenza all'atto.

La cosmologia alchemica
Molto complessa la cosmologia gabiriana, composta in uno schema geometrico da cinque
cerchi concentrici (dal pi esterno al pi interno).
l Cerchio o Mondo della Causa Prima: un circolo infinito agente, detto Causa Agente Sapiente.
E' intelligente, vuole il Bene, il Giusto e la Gioia per l'Anima, potente ed agente.
ll Cerchio o Mondo dell' Intelletto: intelligente, non agente, non potente sull'Intelletto (ma
potente sulla Scienza). S'occupa delle cose interiori ed esteriori, generali e particolari. Non si
conosce il rapporto matematico in cui sta con il primo cerchio, perch esso non ha misura.
lll Cerchio o Mondo dell' Anima: agente, potente, non intelligente, uguale al primo cerchio per
atto e potenza e diverso per ignoranza, diverso dal secondo cerchio per tutto tranne che per il
potere sulla Scienza comune ad entrambi. Sta in rapporto col mondo precedente di 1 \ 100, ma le
loro misure sono incommensurabili.
lV Cerchio o Mondo della Sostanza: non ignorante, n intelligente, non n atto, n
sofferenza, ha potere solo su s. E' la polvere dispersa da cui si struttura questo mondo.
Ai lati dei quattro mondi ci sono il Tempo e lo Spazio.
Il cerchio dell'Anima s'attacca a quello della Sostanza , in modo da essere un'unica cosa visibile,
da cui inizia il mondo inferiore ad esse (quello del Divenire), da cui viene la passione.
Mescolandosi scendono nella sostanza, ne prendono un po', creando la massa del cerchio detta
anche etere o fuoco con l'anima.
Il risultato una cosa o unica o divisa in parti e solo quando totalit e parti di uno stesso oggetto
coincidono, tale oggetto compare nella sua forma. Ci si applica per solo ai primi atomici
semplici, per cui al caldo e agli altri elementi, all'anima, all'intelletto e alla sostanza, ma non ai
composti come il fuoco, l'acqua, la terra, l'oro, etcetera.
L'unione dei cerchi dell'Anima e della Sostanza la sfera luminosa maggiore, che noi chiamiamo
sfera circondante, ovvero il mondo in cui siamo noi e che c' sopra di noi. Esso parte del
divenire perch ha intento e composizione, perch non pi semplice e quindi immutabile, ma

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secondo per cui mutevole.


In tale cerchio il mondo circolare, perch ci che circolare subisce pochi danni ed
distruttibile solo da Dio, che colui che al di sopra della Causa prima e contemporaneamente
all'interno del cerchio pi piccolo.
All'interno dell'etere c' un altro cerchio, o per meglio dire altri sette cerchi, quelli cio dei
pianeti, degli astri, delle costellazioni, dei principi, degli elementi composti (Fuoco, Aria, Acqua,
Terra). Tra questi cerchi c' quello con moto e quello immobile: i mobili spingono gli immobili al
moto, in modo che si producano gli animali se il loro movimento il primo, le piante se il
secondo, o le pietre se il terzo e ultimo.
All'interno del quarto cerchio, del Mondo della Sostanza, se ne ha un quinto, il Circolo degli
Elementi, di cui non nota la misura, in cui stanno Caldo, Freddo, Secco, Umido. I diversi
filosofi hanno per idee differenti sulla sua forma.
La pi semplice quella che vede il quinto cerchio diviso da due rette perpendicolari, creante
ognuna un settore-dominio proprio di un elemento.
La seconda ipotesi contesta la prima affermando che impossibile che gli elementi abbiano
domini simili a triangoli, o ad altre figure non circolari, per cui prevedono all'interno d'ognuno dei
settori del quinto un altro piccolo cerchietto, orientato verso il suo lato, per ogni elemento.
Terza ipotesi la presenza, all'interno del quinto cerchio, di altri quattro cerchi concentrici pi
piccoli, uno per elemento, con l'alternanza di un principio passivo e uno attivo, in modo che il
Mondo degli Elementi sia tale da comprendere tutti i contrari.
Il primo cerchio interno sarebbe quello del Caldo, il secondo dell'azione del Caldo (e del
luminoso, ovvero del Secco), il terzo del Freddo ed il quarto dell'azione del Freddo (o della
quiete, ovvero dell'Umido).
Informazioni tratte da: C. Baffioni
"Storia della filosofia islamica"

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L'abjad e il sufismo
Il sufismo l'esoterismo dell'Islam, in arabo il al-tasawwuf al-islami.
La migliore definizione del sufismo quella che identifica il sufi con la "saggezza divina",
al-hikma al-ilahiya. Tale identificazione non provata razionalmente, ma per mezzo dell' 'ilm
al-huruf o "scienza delle lettere", basata sull'abjad.
Abjad la prima delle 8 parole create con l'alfabeto arabo secondo il loro valore numerico,
dall'unit alle centinaia.
Secondo l'abjad due concetti sono affini o analogi se il loro valore numerico in base all'abjad
stesso uguale. Si parte infatti dal presupposto che nulla sia casuale nell'universo, per cui se due
enti hanno un uguale risultato numerico, in un qualche modo devono avere un'identit o una
complementariet: sufi e al-hikma al-ilahiya hanno il comune valore di 186.
L'attributo di Dio, presso i fedeli musulmani Sua rappresentazione. Il Nome ha dunque proprie
virt ed efficacia, come talismano e come presenza cara a cui rivolgersi.

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I Nomi pi belli hanno quindi in s le funzioni e la potenza di tutti gli altri, avendo ognuno
giurisdizione sul creato che ha confini nella realt oggettiva del mondo e soggettiva di chi lo
invoca.
L'identificazione dei loro poteri lo scopo dell''ilm al-huruf, parte dell'jafr. Letteralmente jafr
significa "agnello di quattro mesi" perch sulla pelle di un capretto furono scritti per la prima
volta i segreti di tale scienza, sistemetizzati poi da Harun b. Sa'id al-Ijli e Ja'far al-Sadiq, sesto
imam sciita.
Il jafr comprende molte dottrine, dall'interpretazione esoterica dei versi del Corano alla
divinazione, in breve tutte le scienze pratiche che fanno uso dell'alfabeto, delle lettere e del valore
numerico di queste. Vengono tutte da 'Ali, fino agli imam sciiti e ai maestri sufi.
La scienza delle lettere poggia su due basi:
- l'uomo, un microcosmo che specchio del macrocosmo, che si deve purificare nel cuore;
- la lingua araba, non convenzione, ma istruzione divina.
Qui si inserisce la spiegazione del valore delle 28 lettere dell'alfabeto, dalla dottrina di Ibn 'Arabi.
Egli spieg che come il soffio divino fece essere le cose, col Suo "Sii", ugualmente le lettere si
manifestano nel soffio dell'uomo. Se le 28 lettere sono tutti i suoni necessari per nominare tutte le
cose, sono il simbolo della creazione di tutti gli elementi.
Come ogni lettera ha un suo suono, ugualmente ogni lettera produce esseri nel suo modo
specifico, essendo connessa ad un Nome divino.
Da qui viene la scienza delle lettere e l'abjad.
Fondamentale la ripartizione delle lettere in base ai quattro elementi creatori dell'universo,
ovvero Terra, Acqua, Aria, Fuoco e in solari e lunari.
Molte le applcazioni, dalla scoperta dei segreti della natura e del soprannaturale alla divinazione,
all'alchimia, all'astrologia, alla magia ed alla teurgia. Inoltre i modi possono essere molto
complicati, dato che si basano su una serie infinita (o quasi!) di combinazioni.
Una branca ne quella dei Nomi pi belli o asma' al-husna. La relazione tra quelle e i Nomi
duplice:
- una riguarda le lettere che Li compongono, con tutte le possibili combinazioni e manipolazioni
- l'altra riguarda la relazione stabilitasi nel macrocosmo tra un Nome e una lettera, in connessione
con le caratteristiche degli esseri alla cuiproduzione essa ha "presieduto" probabile che i due tipi
di relazione interagiscano tra loro a formarne altre.
Anche nelle applicazioni pi semplici , con il solo valore numerico delle lettere, si possono avere
sviluppi indefiniti: dalla ricerca in modi diversi di identit tra Nomi e cose richieste, all'analisi di
ogni lettera presa separatamente dalle altre, con valore dato dalla somma dei valori delle lettere
che compongono il nome stesso della singola lettera in esame.
Da tener presente che i procedimenti e le lettere sono fissati rigorosamente, solo in realt
successive tanto complesse e ricche, da avere molti risultati inattesi. Ci anche perch varia a
secondo degli individui che l'applicano: lo stesso diagramma e invocazione saranno funzionali al
conseguimento di una conoscenza spirituale, all'eliminazione di influenze mentali che disturbano,
alla funzione di talismano utile per scacciare le male influenze dal lavoro quotidiano.
In questa pluralit di utilizzi, ogni fedele trova l'alimento di cui ha bisogno e che meglio si conf
al suo scopo.
Informazioni tratte da: A. Scarabel
"Pregiera sui Nomi pi belli - I novantanove Nomi di Dio nella tradizione islamica"

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Ecco alcuni talismani il cui potere viene dai nomi e dalle lettere scritte sopra:

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