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IL PONTE mensile della Parrocchia di S.

Antonio Abate in San Domenico Siena

GIORNALE PARROCCHIALE
Sempre aggiornato e ricco di notizie
consultabile anche online al sito
www.basilicacateriniana.com

il Ponte

Si fece avanti uno Spirito Celeste, non era un angelo, ma


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lo Spirito Santo, il quale presentandole
unOstia, la
comunic. (Legenda minor - Santa Caterina)

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il Ponte
Leditoriale del Parroco
SACRAMENTUM HOSPITALITATIS
Cari Parrocchiani siamo giunti alfine al tempo delle vacanze, il tempo del riposo,
dellascolto, del relax .Diceva Jean-Louis Chretien: Lascolto la prima ospitalit. E
lospitalit che, corpo e anima, possiamo offrire lungo la via e ai bordi delle strade,
quando non abbiamo da offrire n tetto n fuoco n coperte. Ecco perch nella
prima pagina ho voluto licona bellissima Sacramentum Hospitalitatis che
rimanda allospitalit di Emmaus . Perch lospitalit, lospite, sacro! Anche se
quella persona non varcher la soglia della nostra casa, dice bene il Chretien: il
primo punto lascolto! Tutti abbiamo, sentiamo il bisogno di essere ascoltati. Il
bambino vuole essere ascoltato per via dei suoi tanti perch, che lo spingono a
conoscere sempre di pi il mondo. I giovani urlano, perch anche loro giustamente
vogliono essere ascoltati. Gli anziani, con il loro eloquente silenzio, vogliono essere
ascoltati, perch raro che qualcuno parli con loro. Tutti portiamo nel cuore questo
bisogno. Allora in vacanza, se abbiamo del tempo come dice il noto filosofo e poeta
francese, possiamo offrire questo servizio lungo la via, ai bordi delle strade, sulla
spiaggia come tra le aiole di un giardino, o allombra di un campanile per coloro che
rimarranno in citt. Cari Parrocchiani, in questo tempo di vacanze ricordiamo
limpegno principale: ascoltare il nostro prossimo. Chi non sa ascoltare il proprio
simile, ben presto non sapr pi ascoltare Dio. Per questo spesso nella Bibbia
rimbalza dalle pagine in modo forte e chiaro il monito: Ascolta Israele! Ascoltiamo il
prossimo e in questo Sacramentum Hospitalitatis ascolteremo Dio anche in vacanza.
Tutti benedico di cuore con affetto
P. Alfredo Parroco

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IL SACRAMENTO DELLA

CONFESSIONE
LA PENITENZA:
Lultima riflessione a conclusione di questa breve rubrica sulla Confessione tratta il
PENTIMENTO.
Il Pentimento ci che porta a voler riparare (espiare in termine pi appropriato) il
male arrecato con i propri peccati. Il peccato danneggia il prossimo oltre al
peccatore infatti indebolisce le relazioni con Dio oltre che con gli altri.
Lassoluzione sacramentale toglie il peccato, ma non porta rimedio a tutti i disordini
che il peccato stesso ha causato. Ecco perch siamo chiamati a riparare attraverso la
preghiera, le privazioni volontarie, lelemosina, i sacrifici, il servizio agli altri,
laccettazione paziente della croce che siamo chiamati a portare ogni giorno.
La penitenza imposta dal confessore al termine della confessione, solitamente
simbolica, ma sta ad ognuno di noi, illuminati dal dispiacere di aver peccato
completarla con quelle opere di riparazione che la coscienza ci indica.
Il Sacramento della riconciliazione prevede che il peccatore, rimettendosi al Giudizio
Misericordioso di Dio, anticipi in un certo modo il giudizio al quale sar sottoposto al
termine della vita terrena.
E importante prendere atto che ora, in
questa vita, che ci offerta la possibilit di
scegliere tra la vita e la morte.
Le azioni che nascono dal dono inestimabile
della libert, possono decidere il destino
eterno. Dovremo rendere conto della libert
che ci stata concessa.
Assumere un atteggiamento superficiale o
addirittura ignorare cio che ci attende oltre
la soglia della morte vuol dire rinunciare
allautentico Amore che Dio ci offre ed alla
certezza di prendere parte con lui alla gioia
eterna nel magnifico luogo che ha preparato
per tutti noi suoi figli.

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GIOVEDI 30 APRILE alle ore 18 nella Cripta di San Domenico, si


tenuto il concerto del coro di voci bianche e coro misto "Clara
Harmonia" in costumi medievali, intitolato: "Sui passi della via
Francigena". (Tanja Kustrin )

GRANDE SUCCESSO !

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RITIRO PREDICATO AL CLERO DELLA DIOCESI DI ORIA


Una caratteristica fondamentale dei Santi quella di suscitare desiderio vivo e profondo di vita
buona nel cuore di chiunque si accosta alla loro esperienza di vita cristiana. Sono come una grande
calamita che esercita unattrazione irresistibile, una grande volont di emulazione accanto ad un
pungolo continuo, che il richiamo forte e pressante alla conformazione della propria esistenza
alla vita buona del Vangelo.
Per un anno intero, il Clero della Diocesi di Oria ha potuto godere e, al tempo stesso, approfondire
non solo la vita di Santa Caterina da Siena ma anche e, direi, soprattutto, linsegnamento di questo
grande Dottore della Chiesa. Non un insegnamento generalizzato di vita cristiana, ma specifico di
vita presbiterale, con un costante richiamo a ci che la misericordia di Dio ha operato in una
semplice creatura, qual il Sacerdote.
La singolarissima esperienza mistica, di dialogo con lEterno Padre, vissuta dalla Santa senese, lha
condotta a spendersi per immergere nel mistero dellamore di Dio coloro che si accostano al
Dialogo. E i Sacerdoti hanno ricevuto, con lordinazione, questo preciso compito da Dio: indicare
la via della misericordia. A loro chiesto di pregare, versare lacrime di compunzione e ravvivare
continuamente il desiderio di salvezza per i fratelli. Soprattutto perch Dio pi atto a perdonare
che noi a peccare (Lettera 173). Il Padre continua a chiedere ai Sacerdoti preghiere perch Egli
desidera ardentemente usare misericordia ai peccatori.
In questopera di conoscenza e, direi, di innamoramento della dottrina ecclesiologica e sacerdotale
di santa Caterina, ci ha condotti per mano, in modo sapiente, delicato e deciso P. Alfredo
Scarciglia, OP, custode e Parroco della Chiesa dove vissuta e custodita santa Caterina. Desidero
esprimerGli, insieme a tutto il mio Presbiterio, il pi vivo ringraziamento per linsegnamento che ci
ha offerto e per il sacrifico che ha vissuto, viaggiando ogni mese da Siena ad Oria.
Il seme posto nel terreno: il soffio dello Spirito, che nella Pentecoste inonda la terra e la feconda,
possa portare a tutti, in chi ha annunciato e in chi ha ricevuto lannuncio, gioia evangelica,
entusiasmo apostolico e santit di vita.
Vincenzo Pisanello
Vescovo di Oria

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UN LIBRO PER LESTATE

E del capolavoro di Antoine de SaintExupery Il piccolo Principe ora


commentato con la Bibbia Ed. Ancora 2015
che vogliamo parlare. E uno dei libri pi letti
al mondo. Tradotto in 220 lingue in Italia
costantemente presente nelle classifiche dei
libri pi venduti. Questo libro anche il pi
amato sia dai piccoli che dai giovani. E
comunque un libro che va bene per tutte le
et un classico che tutti dovremmo avere.
La novit che lo scrittore Enzo Romeo, ha
cercato in questa pubblicazione il sostrato
biblico di questo capolavoro. Ed bellissimo
cos constatare, laumento del valore
spirituale del libro. E un libro al di l del
tempo, delle mode del momento. Il tema
portante lamicizia e lamore ma anche il
valore del silenzio colto nellimmagine
plastica del deserto, segno questo dellanima silente e dellaridit del cuore. Il tema
dellacqua e quindi della sete simboli delle aspirazioni profonde di ogni uomo che ne
qualificano il progresso spirituale. Questo libro intriso di Sacra Scrittura
sicuramente denso di spiritualit. Cos scriveva Antoine allet di 17 anni in una
lettera indirizzata a sua madre: Ho letto un po di Bibbia: che meraviglia, che
semplicit potente di stile e spesso di poesia. I comandamenti sono dei capolavori di
legislazione e di buon senso. Dovunque le leggi della morale emergono nella loro
utilit e bellezza: splendido. Alla luce di quanto si detto finora il confronto con
la Bibbia appare pi illuminante per cogliere il messaggio di salvezza che Il Piccolo
Principe vuol far passare: il confronto della propria vita con la Parola di Dio e con il
fratello che incontri sulla tua strada. Quella vita che, oltre a essere la propria,
anche la crescita umana, la stessa che fa veramente la nostra storia e la grande
storia del mondo.
PS: Il Piccolo Principe commentato con la Bibbia Ed. Ancora 2015 lo si trova alla
Libreria Catechistica o nel Book Shop di Federico nella Basilica di San Domenico a
Siena e poi ovunque. Buona lettura!

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20 MAGGIO 2015 - FESTA DEL CATECHISMO

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Dalla Terra Santa: Dio Amore (1Gv 4, 16)


Se Dio Amore, perch c la sofferenza?
Ecco la domanda alla quale tutti prima o poi ci troviamo di fronte. Non c nessuna risposta sbrigativa a questa
importante questione, nota anche come problema del male: ma la risposta c, ed tutto linsieme della fede
cristiana. "La nostra cittadinanza infatti nei cieli e di l aspettiamo come salvatore il Signore Ges Cristo, il quale
trasfigurer il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso" (Fil 3, 20).
Con queste parole dell'Apostolo Paolo cominciamo gi a dare una di risposta al problema della sofferenza vista da un
punto di vista cristiano. Infatti non potremo capirla, o perch Dio la permette, se dall'altro lato della bilancia non ci
fosse la fede nella vita eterna. La nostra vita definitiva l, nel Regno dei cieli, ogni sofferenza in questo mondo, per
quanto terribile possa essere (fisica, morale, spirituale), avr un termine per coloro che avranno meritato il Regno dei
Cieli e non sar l'ultima parola. L'ultima parola per loro la felicit eterna: "Io ritengo, infatti, che le sofferenze del
momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovr essere rivelata in noi" (Rm 8, 18). Abbiamo
mai pensato che cosa significhi l'eternit? Forse non tanto, perch qualcosa di troppo grande per essere compreso
pienamente dalla mente umana. Ci si pu fare unidea solo molto parziale e limitata. Eppure, se ci sforziamo,
arriviamo bene a capire che uneternit di felicit, quella che Dio ha promesso ai suoi eletti, senza nessuna sofferenza,
ma nella gioia immensa di Dio supera abbondantemente e ripaga oltremisura, senza nessun confronto, qualsiasi
sofferenza temporanea che possiamo vivere quaggi. E mentre la sofferenza sparir nel momento in cui entreremo in
Paradiso, la felicit non si esaurir mai. Allora Dio sarebbe ingiusto? No di certo! Siamo noi che dal nostro nulla
dobbiamo alzare lo sguardo e cercare le risposte nella Rivelazione che Lui ci ha fatto, nella fede della Chiesa. La Bibbia
ci dice che i progenitori hanno peccato e che per questo il male e la morte sono entrati nel mondo: non importa
quando questo sia successo o se il racconto di Adamo ed Eva solo simbolico. Ci che conta che, fin dal principio
della storia umana, l'uomo ha gravemente abusato della fiducia e della libert che Dio gli aveva concesso. Questa
scelta malvagia dell'uomo ha fatto incrinare il rapporto tra l'uomo e Dio, gli altri uomini, il creato. Dio stato
misericordioso con gli uomini fin da principio: invece di sterminarli, dette loro una seconda possibilit, continuando a
farli vivere sulla terra, anche se adesso non era pi un "paradiso terrestre". Dio Amore e non mai lautore di
nessuna specie di male. La sofferenza e la morte sono entrati nel mondo solo a causa del peccato delluomo, sedotto
dal diavolo. Ma la punizione dei progenitori non serv a far desistere l'uomo dalle sue opere ribelli e la malvagit
continu:
Il Signore vide che la malvagit degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non
era altro che male. E il Signore si pent di aver fatto luomo sulla terra e se ne addolor in cuor suo. Il Signore disse:
Sterminer dalla terra luomo che ho creato: con luomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perch
sono pentito daverli fatti. Ma No trov grazia agli occhi del Signore(Gn 6, 5-9). Il Signore ebbe misericordia del
giusto No e poi disse che il diluvio non avrebbe pi devastato la terra.
Gli uomini dopo il diluvio continuarono a peccare e Dio per farsi conoscere da loro e salvarli scelse un uomo, Abramo,
che sarebbe divenuto il padre di una moltitudine di nazioni: in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra
(Gn 12, 3). Per raggiungere tutti Dio si scelse un popolo, Israele, discendenza di Abramo, che fosse a lui consacrato e di
esempio per le altre nazioni. Questo popolo spesso non obbed a Dio come avrebbe dovuto, ma il Signore invece di
distruggerlo, mand uomini pieni di Spirito Santo, i profeti, per ricondurlo sulla retta via. Dopo lultimo e il pi grande
profeta, Giovani Battista, Dio fece ci che luomo non poteva concepire, mand il suo Unico Figlio, il Signore Ges
Cristo, per salvare lumanit. Solo nella venuta di Ges e nella sua Croce trovano pienamente senso le sofferenze
umane. Ges, vero Dio e vero uomo, prese su di s le sofferenze umane, mostrando di amarci fino alla morte e a una
morte di Croce (Fil 2); Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il
disonore, e siede alla destra del trono di Dio (Eb 12). I cristiani, seguendo fedelmente il loro unico Maestro sanno di
essere Corpo di Cristo e sue membra. Unita alla sofferenza di Cristo, la sofferenza degli esseri umani completa quello
che manca alla passione di Cristo a vantaggio del suo corpo che la Chiesa (cfr. Col 1, 24). La sofferenza, liberamente
accolta e accettata per amore, diviene strumento di redenzione ed aiuto per la salvezza degli altri.
La sofferenza d la grazia alluomo di donare, di restituire amore per amore, non solo nella prosperit, ma anche nel
dolore, dove la fede viene messa alla prova. Noi non soffriamo mai da soli, il Cristo continua a soffrire in noi e con noi,
la sofferenza ci rende simili a lui: Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo
saremo anche a somiglianza della sua risurrezione (Rm6, 5). Con la sofferenza accettata e offerta con amore
possiamo rendere a Dio un grande onore e lavorare nascostamente per la venuta del Regno. Perci S. Faustina
Kowalska scrisse nel suo diario: Gli angeli, se potessero provare invidia, ci invidierebbero due cose: la prima - il fatto
che possiamo ricevere la santa Comunione; la seconda le sofferenze. La sofferenza ci fa entrare pi profondamente
nel mistero di Dio rivelato in Cristo e fa aumentare laiuto della Grazia: come abbondano le sofferenze di Cristo in
noi, cos, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione... come siete partecipi delle sofferenze, cos lo
siete anche della consolazione (2 Cor 1, 5.7).

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San Paolo ci ricorda che la conoscenza di Dio, esperienza spirituale di Risurrezione, va spesso in parallelo con la
rinuncia al peccato e alle cose di questo mondo e con la sofferenza perch io possa conoscere lui, la potenza della
sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere
alla risurrezione dai morti(Fil 3,10-11).
Ges rimprover i discepoli di Emmaus: Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ci che hanno detto i profeti!Non
bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? (Lc 24, 25-26) e rimproverer anche
noi se non sapremo cogliere il valore salvifico della Croce del Cristo e ne resteremo scandalizzati. E finiremo
veramente male se, invece di accogliere la correzione che ci viene dalla sofferenza, ci ribelleremo a Dio come gli
uomini iniqui descritti nellApocalisse che, accecati dalla loro stessa immoralit, colpiti dai flagelli del giusto castigo
divino, ultimo appello alla conversione, si mordevano la lingua per il dolore e bestemmiarono il Dio del cielo a
causa dei loro dolori e delle loro piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni(Ap 16, 10-11).
Persino la creazione, travolta dallonda durto del peccato, geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi (Rm 8,
23). Il mistero del male tanto grande che per essere vinto ha richiesto il il sangue prezioso di Cristo, agnello senza
difetti e senza macchia (1Pt 1, 19). No, Dio non ci ha trattato secondo i nostri peccati, Il salario del peccato la
morte; ma il dono di Dio la vita eterna in Cristo Ges, nostro Signore (Rm 6,23). La morte, il male e il peccato
sono stati sconfitti definitivamente dal Cristo: se uno osserva la mia parola, non vedr la morte in eterno (Gv
8,51), Quando poi questo corpo corruttibile si sar vestito d'incorruttibilit e questo corpo mortale d'immortalit,
si compir la parola della Scrittura: La morte stata inghiottita nella vittoria. Dov', o morte, la tua vittoria? Dov',
o morte, il tuo pungiglione? (1 Cor 15, 54-55).
Dio ha permesso il male solo in vista di un bene pi grande, sappiamo infatti che tutto concorre al bene, per quelli
che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poich quelli che egli da sempre ha
conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio...Se Dio per noi, chi sar contro di
noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci doner forse ogni cosa
insieme a lui? ...Chi ci separer dall'amore di Cristo? (Rm 8).
La fede della Chiesa, facendoci dire la notte di Pasqua felice colpa, che ci ha meritato un cos grande Redentore!, ci
insegna che il nuovo ordine ristabilito dal Cristo assai superiore allantico e che ogni sofferenza sar per il bene: il
dono di grazia non come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di pi la grazia di Dio
e il dono concesso in grazia del solo uomo Ges Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti.. ..Infatti se per la
caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di pi quelli che ricevono l'abbondanza
della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Ges Cristo....dove abbond il
peccato, sovrabbond la grazia (Rm 5).
La sofferenza, mistero tremendo che comprenderemo pienamente solo in Cielo, ci ricorda che qui siamo di passaggio
ed esercita un salutare influsso sullanima, rivelando, pi di tanti discorsi, che tutto passa presto, che noi non
abbiamo neppure il potere di allungare di unora sola la nostra vita o di cambiare il colore di un capello. Lunica cosa
da fare perdere la vita, offrendola al Padre come ha fatto Ges, che disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei
dolori che ben conosce il patire... si caricato delle nostre sofferenze, si addossato i nostri dolori (Is 53).
Quando ci sembra che la prova oltrepassi le nostre forze, la nostra fede vacilla e siamo tentati di fuggire da Dio per
cercare altri tipi di salvezza, ricordiamoci delle parole di Pietro: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita
eterna (Gv 6, 68). Allora il Signore ci dar coraggio per portare con generosit la nostra Croce, preparandoci al
grande incontro, quando vedremo Dio faccia a faccia, quando, nel Regno del Padre, Egli asciugher ogni lacrima dai
loro occhi e non vi sar pi la morte n lutto n lamento n affanno, perch le cose di prima sono passate...perch
il Signore Dio li illuminer. E regneranno nei secoli dei secoli (Ap 24-25).

Filippo eremita

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LA GIORNATA PRO-GUATEMALA DEL 16-17 MAGGIO


Come di tradizione, anche questanno abbiamo tenuto a S.Domenico le due giornate destinate al
sostegno della missione domenicana che abbiamo in Dolores, Guatemala.
stata una giornata importante perch, oltre alla presenza del P.Ottavio, stato presente anche
mons. Mario Fiandri, il Vescovo della missione dove operano i nostri frati domenicani. Il Vescovo
ha chiesto e voluto essere presente per ringraziare tutti coloro che lo aiutano colla preghiera e col
denaro nel guidare e formare la sua diocesi, estesa pi della Sardegna e con la presenza di quasi
un milione di persone. E nella S.Messa delle 10:30 della domenica dellAscensione, 17 maggio, da
lui presieduta e concelebrata con P.Alfredo, P.Ottavio, P.Giuseppe e P.Athos nellomelia ha
sottolineato con forza questo legame di solidariet e di spiritualit che unisce la parrocchia di
S.Domenico di Siena con la parrocchia di S.Maria dei dolori (Dolores appunto) che si trova in
Guatemala e di cui parroco P.Ottavio.
Il vescovo ha parlato delle opere umanitarie che l si attuano, in particolare della scuola S.Martin
de Porres, scuola superiore che da anni forma, educa, insegna un lavoro ai tanti poveri che
popolano la parrocchia. E questo laspetto pi bello perch mentre anche in Italia si vive un
momento di recessione, tuttavia si constata che non vengono meno i valori e gli ideali di fraternit,
di solidariet, di amicizia che albegano ancora nei cuori italiani.
La solidariet degli amici di Siena ha fruttato 3.230, che andranno per le attivit della missione di
Dolores.
Il vescovo Mario e P.Ottavio desiderano ringraziare tutti coloro che generosamente hanno
contribuito al buon andamento delliniziativa, desiderano ringraziare in particolare la Comunit dei
Frati Domenicani che hanno permesso questa iniziativa per i poveri del Guatemala, e desiderano
anche ringraziare lAssociazione Amici del Guatemala che si sono impegnati per una settimana
al successo e allorganizzazione dellevento. Un ringraziamento infine alla Contrada del Drago che
ogni anno ci mette a disposizione i preziosi tavoli espositivi. E grazie a tutti coloro che in qualche
modo non si dimenticano della parrocchia di Dolores.
NOTA.
A Natale i bambini della parrocchia allestiscono il loro presepio ed il ricavato delle offerte messe
nel loro cestino vengono offerte per le missioni. una commovente iniziativa che aiuta la
formazione dei piccoli alla solidariet e allattenzione verso i poveri.
La cifra raggiunta questanno di 540.
Desidero ringraziare anche loro e incoraggiarli affinch non perdano il senso di fraternit e di
apertura per tutti coloro che sono nel bisogno.

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I LAVORI DELLE SIGNORE DELLA PARROCCHIA


PUBBLICATI SULLA RIVISTA MENSILE SUSANNA

DOMENICA 26 APRILE SI E SVOLTA NEL CHIOSTRO DELLA


PARROCCHIA LA TRADIZIONALE FIERA DEL DOLCE E DEL SALATO.
LA VENDITA DEI PRODOTTI HA CONSENTITO DI RACCOGLIERE:

EURO 580
IL PARROCO P. ALFREDO RIVOLGE UN SINCERO GRAZIE A TUTTI
PER LA RIUSCITA DELLA MANIFESTAZIONE E PER IL SOSTEGNO
ALLA PARROCCHIA.
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Magic in the Moonlight


GENERE: Commedia
ANNO
2014
REGIA Woody Alle
Berlino, 1928. Wei Ling Soo un celebre prestigiatore cinese in grado di fare
sparire un elefante o di teletrasportarsi sotto gli occhi meravigliati di un pubblico
acclamante. Ma dietro la maschera e dentro il suo camerino, Wei Ling Soo rivela
Stanley Crawford, un gentiluomo inglese sentenzioso e insopportabile che accetta
la proposta di un vecchio amico: smascherare una presunta medium, impegnata a
circuire una ricchissima famiglia americana in vacanza sulla riviera francese. Ospite dei Catledge sulla Costa
azzurra e sotto falsa identit, si fa passare per un uomo d'affari; Stanley incontra la giovane Sophie Baker ed
subito amore. Ma per un uomo cinico e sprezzante come lui difficile leggere dietro alle vibrazioni di
Sophie un sentimento sincero. Un temporale e il ricovero della zia adorata, faranno crollare il razionalismo
e le resistenze di Stanley: il soprannaturale esiste eccome e si chiama amore. Non va mai preso alla leggera
un film di Woody Allen, anche se si presenta fresco ed estivo come una promenade lungo la Costa Azzurra.
Perch il gusto che avvertiamo dopo averne goduto sempre pi complesso di quello inizialmente
percepito. Nel suo cinema sono sempre i dettagli o le presenze marginali ad aprire gli spiragli che fanno
intravedere la profondit di senso. Dietro alle coppe di champagne e alle maniere sofisticate, dentro i
vestiti bianchi e le automobili decappottabili, sotto i cappellini a cloche, i temporali estivi e la comdie au
champagne, quella dove lui e lei si conoscono, si detestano e poi finiscono col capitolare l'uno nelle braccia
dell'altro, si prepara in fondo il crepuscolo della Jazz Age fitzgeraldiana e il collasso della Germania sotto i
colpi della crisi e del nazismo. E Magic in the Moonlight apre proprio sul 'palcoscenico' di Berlino e davanti a
un pubblico che a breve non vedr pi l'elefante nella stanza perch sceglier di ignorarlo, ignorando col
pachiderma una tragedia evidente. Nemmeno la magia pu volatilizzare un elefante e una verit, la
sparizione soltanto un'illusione prodotta da un prestigio, una rimozione dal campo visivo che prima o poi
ricompare, proprio come la madre di Sheldon-Woody nell'Edipo derelitto. Lo sa bene il mago very british di
Colin Firth, che come il film possiede tutta la malinconia e l'esotismo di una cartolina postale. Non certo la
prima volta che Allen ricorre alla magia, che ha giocato d'altra parte un ruolo rilevante nella sua filmografia.
Magia (Stardust Memories, New York Stories, Alice, Ombre e nebbia, La maledizione dello scorpione di
giada, Scoop) e divinazione (Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni) si impongono in primo piano e dentro le sue
commedie, sublimando la dimensione comica e rivelando uno dei temi principali della poetica alleniana: la
scelta. Il cinema di Allen arriva sempre al vicolo cieco dell'alternativa tra "orribile o miserrimo" (Io e Annie)
o come per Magic in the Moonlight tra la vita vera e la sua illusione. Come ogni altro personaggio alleniano
nemmeno Stanley Crawford trover una risposta perch per il regista pi importante continuare a porsi
nuove domande. Il protagonista di Colin Firth, un'implosione raffinata di cinismo e arroganza, sceglie allora
lo slancio vitale, l'impulso irrazionale di agire e reagire dentro l'universo, "un luogo assolutamente freddo".
Se i pessimisti sostengono che il nostro passaggio sulla terra un disastro, l'avvenire non pu essere che
funesto e "l'eternit troppo lunga, specialmente verso la fine", esibendo soltanto la loro insofferenza e il
loro malessere scoraggiante e lamentoso, gli ottimisti da par loro sono dei cretini assoluti, totalmente
irragionevoli e privi di logica e di buon senso, proprio come la vecchia coppia sulla panchina di Incontrerai
l'uomo dei tuoi sogni. Cos non resta che gettare la maschera cartesiana e ammettere di essere proprio
come Sophie, non un essere candido magari ma nemmeno infame, che esercita la suggestione per
ingannare e proteggere, la magia per rendere pi piacevole la vita degli altri, il potere mistificatorio per
richiamare i morti in vita, non quelli seppelliti ma quelli che vivono temporaneamente fuori dalla partita.
Non datevi pensiero perci se vedrete l'impostore rivelato pregare e implorare addirittura la misericordia
divina in un momento di sconforto, solo una boutade. Woody Allen non accetta mai il soccorso della
religione ma non smette mai di trovarlo nell'illusione. L'illusione delle immagini, dei vecchi giochi di
prestigio, di una bolla di champagne e di qualche nota jazz sul nero.

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La Rubrica
dei bambini
dallisola che non c al Chiostro di San Domenico

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AVVISI
Appuntamenti del mese di GIUGNO
4 GIOVEDI ore 17
Adorazione Eucaristica.
6 SABATO ore 9:30
Ritiro per le prime Comunioni.
7 DOMENICA ore 10:30
Prime Comunioni durante la Messa parrocchiale.
12 VENERDI (Sacro Cuore di Ges) ore 17
S. Messa e atto di consacrazione al Sacro Cuore di Ges.

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