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Negli ultimi tre decenni si molto parlato, a tutti i livelli, del problema del cambiamento climatico, e della
misura in cui esso sia dovuto a fattori naturali e/o antropici.
Al di l di questo, che comunque un quesito importante ed a cui si potrebbe rispondere anche ipotizzando
una concorrenza di fattori naturali ed artificiali, da tenere presente che il clima del nostro Pianeta, anche in epoche
storiche, ha subito molti notevoli e talvolta repentini cambiamenti, anche quando non era possibile attribuire ad essi un
concorso importante delle attivit umane.
Tuttavia un fatto nuovo rispetto ai secoli passati, e molto importante, che il cambiamento attualmente in
atto potrebbe avere sull'Umanit un impatto assai maggiore che in precedenza. Ad esempio, quando gli oceani
aumenteranno di livello, non saranno pi interessati da questo pochi milioni di persone residenti in piccoli o medi centri
costieri, ma miliardi, ed una loro migrazione verso zone pi interne dei continenti si configurerebbe come un esodo
senza precedenti nella storia dell'Umanit. Un altro esempio, che i cambiamenti climatici in atto stanno modificando
non solo la produttivit agricola di molte regioni del Pianeta, ma anche il potere nutrizionale di alcune specie coltivate:
in tempi recenti stata messa in evidenza una caduta rilevante del potere nutrizionale del riso coltivanto in Estremo
Oriente, che potrebbe tradursi in un grave deficit nutrizionale per due miliardi di persone.
naturalmente necessario provvedere affinch la componente antropica del cambio climatico derivante
dall'immissione di gas serra nell'atmosfera sia contenuta al minimo; ma vi sono altri fattori importanti di origine
antropica, che vanno controllati. Tra questi vi la modificazione dello stato di copertura dei suoli.
Nel mondo, soprattutto negli ultimi secoli, una quota importante della copertura forestale stata distrutta per
fare il posto alle colture. Nel tempo, tali suoli coltivati soprattutto negli ultimi 50 anni per effetto delle tecniche
colturali intensive si sono esauriti; altri sono stati colpiti da fenomeni di contaminazione per attivit industriali od
altro.
Un parte dei suoli andata incontro a processi di desertificazione, anche se molte superfici desertiche hanno
cominciato ad espandersi, per fattori presumibilmente naturali, in tempi molto remoti, come il caso del deserto
nordafricano ed arabo.
Attualmente, pertanto, nel mondo abbiamo vaste aree desertificate o la cui fertilit drasticamente diminuita.
Circa una quantificazione di questi fenomeni, essa piuttosto incerta, in quanto fonti diverse riportano valori
anche assai differenti. Tuttavia, i valori che sono riportati sono i seguenti:
14,9109 ha
4,4109 ha
30 %
0,71,6109 ha
8%
2,83,7109 ha
22 %
4109 ha
27 %
9
3,95,210 ha
31 %
0,26109 ha
2%
1,6910 ha
11 %
Gualiero A.N. Valeri Il recupero dell'Agricoltura e della Biodiversit per la tutela del Clima, Sanpietroburgo, 23/11/2014 Lugano, 13/6/2015
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Gualiero A.N. Valeri Il recupero dell'Agricoltura e della Biodiversit per la tutela del Clima, Sanpietroburgo, 23/11/2014 Lugano, 13/6/2015
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Se ipotizzassimo di poter ripristinare una coltivabilit od un manto forestale sul 50% dei suoli attualmente
desertici, e destinare per un 50% i suoli rigenerati al rimboschimento ed un 50% all'agricoltura, e recuperando un 50%
degli attuali suoli incolti al rimboschimento ed un 50% all'agricoltura, potremmo sperare di giungere ad una nuova
situazione di questo tipo:
Attualmente
In prospettiva futura
8%
26 %
27 %
45 %
31 %
15 %
2%
2%
11 %
11 %
Per cui avremmo una triplicazione delle superfici coltivabili il che risolverebbe anche il problema di
scarsit alimentare mondiale e di sovrasfruttamento dei suoli -, ed un quasi raddoppio delle superfici boschive, con un
contributo notevole al recupero della biodiversit.
Gualiero A.N. Valeri Il recupero dell'Agricoltura e della Biodiversit per la tutela del Clima, Sanpietroburgo, 23/11/2014 Lugano, 13/6/2015
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Possiamo scorgere in questo anche un effetto della vegetazione: soprattutto in certe condizioni
metereologiche, il gradiente del potenziale elettrico nell'atmosfera molto alto, dell'ordine di alcune migliaia di volt al
metro. In tali condizioni specie arboree come le conifere, con foglie appuntite od aciculate, possono emettere flussi di
cariche elettriche negative (del tipo di un effetto corona), che potrebbero favorire la condensazione delle goccioline
d'acqua che, con carica positiva, faticando ad aggregarsi, non differentemente a quanto notiamo avvenire in ambito
industriale quando dobbiamo abbattere nebbie o fumi.
In zone tropicali, la conifera generalmente poco adatta ad esservi insediata, ma alcune specie di palma
possono avere un effetto analogamente buono.
In questo senso, dalla copertura arborea, specie con clima subtropicale o tropicale secco, potremmo avere un
effetto positivo sulle precipitazioni, cosa che certo favorirebbe il recupero agricolo e forestale di alcune aree, oltre ad un
miglioramento del clima delle stesse.
Anche in questo senso, molto importante studiare attentamente il beneficio che ne deriverebbe da una
calcolata alternanza di zone dedicate alla coltivazione e fascie boschive.
Ai fini di un piano internazionale di studio, riqualificazione e recupero dei suoli, andrebbe prestata
particolare attenzione ad uno spostamento del tipo di tecniche agricole utilizzato sino ad ora, di tipo industriale e
caratterizzate da un forte sfruttamento dei suoli (che spesso ne ha determinato perdita di fertilit e desertificazione) ad
un nuovo modello di agricoltura sostenibile, con un maggior peso delle aziende agricole di tipo familiare e tecniche
colturali sviluppate migliorando ed ampliando metodi quali quelli dell'agricoltura biodinamica, e similari.
Non va inoltre dimenticato che, negli ultimi decenni, si puntato molto sul potenziare i sistemi d'irrigazione
delle colture per aumentarne la produttivit, ma questo, oltre ad aumentare di molto il consumo d'acqua da parte
dell'agricoltura e conseguentemente il consumo di energia -, ha danneggiato molti suoli al punto che, oggi, possiamo
attribuire un 2030 % dei danni ad oggi osservati all'eccessiva irrigazione.
In conclusione, il recupero e la riqualificazione agricola di molte aree desertificate o abbandonate non solo
darebbe un rilevante contributo positivo circa quanto espresso sopra, ma anche preverrebbe gli effetti negativi per le
comunit umane derivanti da una diminuzione della disponibilit alimentare determinata dalle variazioni climatiche, sia
contrastando fenomeni che renderebbero comunque difficile la permanenza umana, quali variazioni del microclima,
alluvioni, dissesti idrogeologici, diminuzione della disponibilit o contaminazione di risorse idriche.
Complementare ed indispensabile ai fini esposti una corretta gestione delle risorse idriche sia regimando le
acque, sia migliorando la loro utilizzazione, sia prevenendone la contaminazione.
Gualiero A.N. Valeri Il recupero dell'Agricoltura e della Biodiversit per la tutela del Clima, Sanpietroburgo, 23/11/2014 Lugano, 13/6/2015
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A livello sperimentale, in questo momento, il C.I.F.A. (Bellinzona, Svizzera), assieme alla Montevenda
Engineering International Association (Lugano, Svizzera), l'Universidad Estatal del Bolvar (Guaranda, Ecuador) ed il
Parlamento del Mediterraneo/Agenzia per l'Ambiente, stanno collaborando al fine di avviare una prima campagna di
diagnostica e recupero ambientale della Provincia di Bolvar (Ecuador), dove disboscamento ed inidonee tecniche
colturali, negli ultimi cinque secoli, hanno prodotto la distruzione dell'originario bosco d'alta quota (ora divenuto
Paramo), la perdita di fertilit dei suoli con una intensa erosione, problemi di ordine tossicologico ed in generale sulla
salute degli abitanti per il riafforare delle antiche ceneri vulcaniche del Chimborazo con assorbimento di metalli pesanti
attraverso gli alimenti ed attraverso le acque.
Gualiero A.N. Valeri Il recupero dell'Agricoltura e della Biodiversit per la tutela del Clima, Sanpietroburgo, 23/11/2014 Lugano, 13/6/2015
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