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a1.

interesse; passioni e interessi; interessi individuali e interessi collettivi; interessi legittimi e battaglie di
riconoscimento; le risorse degli interessi
interesse
-aspirazione al soddisfacimento di un bisogno
-momento disciplinatorio di sentimenti umani altrimenti distruttivi in quanto basato sul calcolo razionale costi/benefici
-motivazione dell'agire umano regolato dal principio di utilita'
-difesa del proprio tornaconto entro lambito di ci che legittimo
Dal primato della passione al primato dell'interesse (Hirschman)
interesse e' una categoria moderna. Gli antichi parlavano di passioni: esaltazione cavalleresca della gloria come ricerca del
proprio onore.
Oggi: 1.la societa' moderna si basa sul primato del calcolo razionale costi/benefici
2. contano piu' gli individui che la societa' (egocentrismo: Smith: interesse personale uguale interesse generale)
3. cio che conta sono le relazioni di interessi (il proprio interesse personale si scambia con quello altrui).
Interesse legittimo
Il diritto e' un criterio regolativo esterno alla sfera degli attori che sancisce la legittimita' degli interessi, definendo i confini
liberta' d'azione.
Conflitto fra interessi legittimi
un interesse non dichiaratamente legittimo per essere tale deve venir riconosciuto dalla legge
Battaglie di riconoscimento
-La legittimazione dipende dal conflitto reciproco e dal consenso che ognuno riesce ad ottenere
-esempio: a) posto come legittimo l'interesse dell'imprenditore a perseguire un utile, l'ordinamento non stabilisce a quanto deve
essere pari l'utile....b) posto come legittimo l'interesse dei lavoratori a contrarre nessuno stabilisce il livello contrattuale.
intresse collettivo
-interesse individuale non persegubile individualmente.
-Esempio: per l'imprenditore il massimo utile individuale e' perseguibile individualmente, ma l'interesse ad ottenere piu basso
sconto dalla banca puo' risultare difficile da ottenere per il singolo che quindi si associa.
risorse degli interessi:1. denaro (contributo al partito)
2. consenso (grandi associazioni di rappresentanza orientano i voti)
3. controllo di risorse strategiche (informazione, beni essenziali...)
2.Arrow; Olson; Michels; rivalit ed esclusivit
teorema Arrow
-e' impossibile ordinare gli interessi individuali in un interesse collettivo che rifletta essatemente le diversita di preferenze
interne.
-Ovvero l'interesse collettivo e' sempre qualcosa di diverso dalla somma degli interessi individuali.
-La one best way non esiste e serve invece la mediazione che si esplica attraverso l'organizzazione e i valori guida di
riferimento
il pardaosso di Olson
-per l'attore individuale la fruizione del bene pubblico e' possibile anche senza partecipare all'azione collettiva specie se
l'interesse e' di grandi dimensioni.
-razionalita' del free rider:attore puo' defezionare dalla partecipazione all'azione di gruppo senza subirne i costi relativi
Eterogenesi dei fini (Michels)
-sviamento dagli obiettivi iniziali per cui un'organizzazione stata creata.
-Ogni organizzazione deve porsi il problema di sopravvivere e dunque di mettere al primo posto della sua azione la sua
esistenza come costrutto sociale.
-Nelle a.r. si crea un nuovo interesse che e' quello a sopravvivere.
-Per farlo devono mantenere il consenso interno ed evitare la defezione 1.sviluppando incentivi di identita'
2.producendo incentivi materiali
3.fornendo servizi individuali agli associati
4. facendo intermediari tra le associazioni ed i singoli.
esclusivita e rivalita
rivalita': si intende che il consumo di un bene puo' essere operato solo da chi lo acquista.
esclusivita': il bene e il suo utilizzo e' solo di chi ha il diritto di proprieta'.
Distinzione: i beni privati sono esclusivi e rivali, quelli pubblici no.

3. Il modello Schmitter-Streeck per lanalisi delle associazioni di rappresentanza. I quattro vettori; i quattro settori di
attivit e le loro logiche di azione.
4 logiche di azione
-membership: ricerca il massimo di inclusivit associativa (via identit comunitaria)
-influence: trasforma la forza rappresentativa, misurata attraverso le adesioni, in risultati collettivi (negoziali e/o politici).
-administration: riguarda la capacit organizzativa di gestire i risultati ottenuti dall'azione collettiva (servizi agli associati e
non, gestione privata di beni pubblici)
-consultation:determina il grado di responsivit dell'organizzazione rispetto alla propria base (identit collettive da
rimodellare, obiettivi da raggiungere).
un'a.r. offre ai propri associati/rappresentati 4 tipi di beni:
a) partecipazione/comunit (beni affettivi, identit);
b) contratti e negoziati (beni collettivi, rappresentanza);
c) tutele pubbliche (beni autoritativi, welfare);
d) servizi ai soci/rappresentati (beni selettivi, individuali).
4 modelli organizzativi:
-comunit
-movimento
-agenzia governativa
-azienda di servizi e trade

membership + consultation
consultation +influence
influence + administration
administration + membership

4. dilemma organizzativo
Dilemma organizzativo
-e' una scelta che si fa tra due soluzioni nessuna delle quali puo' essere esclusa, si puo solo graduare quanto di uno, quanto
dell'altra. Il dilemma consiste nel trovare un punto di equilibrio.
3 dilemmi
1) dilemma omogeneita': riguarda i confini della rappresentanza. Ne rappresento pochi ma omogenei (fatica per farsi ascoltare
ma visto che sono omogenei si capiscono le richieste avvanzate -es. petrolieri, industria farmaceutica...) oppure ne rappresento
tanti ma eterogenei (+ si e' + si ha forza contrattuale, ma e' difficile rappresentare gli interessi di tanti -es. industria chimica,
federmeccanica...) ?
2) dilemma struttura organizzattiva: privilegio il finanziamento dell'asse verticale (categorie - firmano contratto nazionale)
oppure l'asse orizzontale (confederazioni senza di esse le categorie non avrebbero peso)?
3) dilemma dirigenti eletti / funzionari: contano di piu nell'organizzazione i dirigenti eletti (presidente- resta in carica 4 anni)
oppure i direttori-funzionari (carice durature nel tempo)?
5. Modelli di analisi delle associazioni
-Tutti e 3 gli approcci in linea di massima danno risultati convergenti.
1. livelli organizzativi che replicano le controparti (Clegg)
le organizzazioni di rappresentanza di interessi si strutturano (investono organizattivamente) sull'interlocutore negoziale che
hanno davanti e che devono influenzare. Clegg dice di osservare dove si trova l'interlocutore.
-livelli di interlocuzione rilevanti per un sindacato: Nazionale (contratto nazionale di lavoro), Provinciale (segue il livello
contrattuale aziendale, visto che non si puo avere un sindacalista in ogni azienda perche ci vogliono almeno 500/600 iscritti per
mantenere un sindacalista.
-Esiste anche il livello regionale ma e' debole perche non c'e' negoziato...

-l'associazione delle multinazionali che producano ruote hanno come livello forte quello europeo, una volta ottenuto il risultato a
Bruxelles viene recepito dalle legislazioni nazionali (es. obbligo ruote invernali).
-Per un associazione di artigiani/commercianti i livelli organizzativi forti di interlocuzione sono: Sopratutto in passato il livello
comunale (licenze, stabilivano quanti negozi...). oggi meno importante perche le licenze sono state liberalizzate.
2. livelli organizzativi che seguono i flussi delle entrate da tesseramento
-da dove prendono i soldi le associazioni di rappresentanza: i soldi delle delege (tessere) sindacali l'azienda le versa in un conto
corrente provinciale.
-In tutto il pubblico impiego e nelle aziende nazionali il versamento avviene a livello nazione
3. livelli organizzativi che riflettono la legittimazione elettorale
E' quello dei livelli congressuali. Il livello forte e' quello provinciale e nazionale.
6. Gli approcci genetici allo studio delle associazioni; il collateralismo e la competizione con i partiti; il doppio canale della
rappresentanza (Pizzorno).
approccio genetico
spiega come nascono e si sviluppano le organizzazioni. Ci sono casi quando le associazioni formano il partito e viceversa.
collateralismo
-fenomeno che mantiene in collegamento partiti e grandi associazioni di rappresentanza. Le Trade Unions inglesi fondarono il
partito laburista, ogni iscritto al sindacato era automaticamente iscritto anche al partito.
-il collateralismo col tempo viene sfumando perch i partiti capiscono che per vincere le elezioni hanno bisogno dei consensi da
parte di tutti, non soltanto dell'associazione che rappresentano.
I partiti non si appoggiano piu alle associazioni ma entrano in competizione con altri partiti per il procacciamento di voti.
Pizzorno
-si oppone allo schema classico elettore-voto-eletti che saranno i rappresentanti e che influenzano le politiche pubbliche processo di feedback.
-Suo schema quello della delega degli interessi: gli interessi si fanno valere tramite i gruppi organizzati che producono
pressione verso il decisore pubblico, e influenzano le politiche pubbliche.
-1. canale della rappresentanza e' il voto, il 2. canale sono gli interessi (rappresentati via delega). sono canali paralleli, la
delega degli interessi e' il piu importante
7. La rappresentanza degli interessi come sale/veleno della democrazia
Tocqueville, Kaiser, Dahl, Putnam (sale)
-lo Stato unitario rappresenta l'interesse generale e il bene comune. l'interesse generale e' la somma del confronto tra gli
interessi parziali.
-Le norme sono la risultante dal basso dei conflitti tra interessi organizzati.
Rousseau, Kelsen, Olson, Walker (veleno)
-ogni volta che si legittima l'interesse parziale si distrugge l'interesse generale.
-l'interesse generale e' la volonta generale che coincide con: l'interesse della nazione (Rosusseau), la norma generale
uguale per tutti (Kelsen), con il Fuhrer...
-Gli interessi e i gruppi minano l'interesse comune perche' soltanto i pi forti riescono a far valere i loro interessi
CAPITOLO 6 - TIPOLOGIE DELLE POLITICHE PUBBLICHE
POLITCS E POLICY IN LOWI
-la sfera della politics (politica) e' subordinata a quella della della policy (politiche pubbliche).
-legame molto stretto fra azione politica (governativa) e ricorso alla coercizione.
1. i rapporti tra le persone sono determinati dalle loro aspettative; da cosa essi
sperano di ottenere dall'entrare in relazione con gli altri. Sulle aspettative agiscono
le risorse sociali ed economiche sulle quali gli individui stessi possono contare. Cio
che ci si attende dipende da quanto si puo' offrire per ottenere qualcosa.
2. in politica le aspettative sono determinate dalle politiche governative.
3. un rapporto politico e' determinato dal tipo di p.p. che e' in gioco. per ogni tipo di
politica e' probabile che vi sia uno specifico tipo di rapporto politico.
- Le aspettative politiche degli individui e le loro relazioni politiche sono determinate dalle politiche del governo e dunque: le
politiche determinano la politica (policies determine politics).

TIPOLOGIE DELLE POLITICHE PUBBLICHE (Wilson e Salisbury)


Wilson combina costi e benefici a seconda che siano concentrati su alcuni destinatari della politica oppure distribuiti entro un
campo sociale.
COSTI
concentrati
concentra es. politiche commerciali
ti
(modalita: conflitto d'interesse tra gruppi rivali)

distribuiti
es. politiche tariffarie o dei sussidi (modalita:
patronato o clientelismo a favore di uno o piu
gruppi)

BENEFIC
I
distribuiti es. politiche a favore del consumatore, della
es. politiche sociali o di Welfare (modalita: in
qualita, della sicurezza (modalita: mobilitazione
assenza di pressoni da parte di gruppi specifici,
d'interessi diffusi da parte di imprenditori di policy) possono essere avviate da maggioranze politiche
in situazioni di sviluppo socio-economico.
1. politiche con costi concentrati e benefici concentrati: coinvolgono gruppi specifici e grandi imprese, che si contrappongono
sulla base di un conflitto di interesse (regolazione mercati, accesso mercati, regolazione commercio). es. Nestscape/Microsoft.
2.politiche con costi distribuiti e benefici concentrati: politiche con costi sociali riferibili a tutta la collettivita' ma che generano
benefici mirati a gruppi o settori sociali specifici. es. Politica Agraria Comunitaria
3.politiche con costi concentrati e benefici distribuiti: queste poltiche scaricano i costi su determinate categorie/gruppi, pur
generando benefici distribuiti. Generano resistenza nei gruppi su cui ricadono i costi e necessitano quindi di una mobilitazione
ampia in loro favore. es. politiche sulla qualita' dei prodotti.
4.politiche con costi distribuiti e benefici distribuiti: hanno costi molto elevati, generalizzano i benefici ma comportano costi
altrettanto diffusi. Necessitano di sviluppo sociale ed economico accentutato. es. politiche del Welfare.
CAPITOLO 7 IMPLEMENTAZIONE
RAPPORTO TRA P.A. E POLITICA: LE AGENZIE (Lowi)
-Lowi: le agenzie di implementazione e la PA compongono con lo stato un monolite, capace di esercitare coercizione.
-efficienza dello Stato dipenderebbe dalla sua capacita' implementativa-amministrativa.
-Stato ed Amministrazione coincidono e le p.p sarebbero il risultato della loro attivita' e del loro potere.
Critica: riduzionismo. Bisogna guardare anche ai destinatari delle politiche pubbliche (individui, gruppi, associazioni...) perche
dalle spinte che essi esercitano dipende la direzione seguita dal processo di policy.
-neoistituzionalismo: considera gli interessi e gli attori come determinati essi stessi dalle istituzioni.
-la politica si e' resa autonoma dalla sfera sociale: Con il moltiplicarsi delle unita sociali in competizione e l'assunzione della
funzione di controllo sociale da parte dello stato.
-Lo stato concentra un grado elevato di controllo sociale (monopolio della coercizione) e non si limita ad essere mero strumento di
regolazione dei conflitti fra i gruppi.
RAPPORTO TRA P.A. E POTERE ESECUTIVO
-l'intervento della PA e agenzie sarebbe relativamente autonomo dall'azione dello Stato o del potere esecutivo.
-La PA e le agenzie intervengono nel processo della politica, recercando risorse da tradurre in incentivi da spendere al loro interno
per rafforzarsi/mantenersi. E le elites al loro interno agiscono come imprenditori di policy e si impegnano al procacciamento di
risorse per poi offrirle, come incentivi, ai membri dell'organizzazione in cambio di sostegno/consenso.
-nella societa' pluralista si riscontra una frattura fra politica e governo. La differenziazione/specializzazione diventa fattore di
interposizione fra politica e governo, perche quest'ultimo si deve dotare degli apparati amministrativi che razionalizzino il suo
esercizio di controllo sulla societa.
-L'amministrazione e' il fattore che si incunea fra politica e governo. Essa in virtu dell'impiego degli strumenti del controllo sociale
ad essa demandato e anche capace di condizionare il contenuto delle policy (e' essa che le mette in atto).
CRESCITA DEL FENOMENO AMMINISTRATIVO (Lowi,The End of Liberalism)
-nelle societa contemporanee si e' assistito ad un processo di differenziazione/specializzazione dei ruoli/funzioni, che hanno
aumentato le fonti di conflitto e determinato una trasformazione delle forme del controllo sociale: le strutture delle comunita
tradizionali non erano piu capaci di diramare i conflitti.
-Il metodo moderno del controllo sociale comporta l'applicazione di strumenti razionali a tutte le relazioni sociali; la razionalita'
applicata al controllo sociale e' amministrazione.
-L'intervento sempre maggiore dell'autorita politica nei mercati sengala il fallimento della mano invisibile, la societa' moderna e'
un tentativo di rendere la mano invisibile quanto piu visibile.
-La crescita dell'amministrazione e' evidente sia nel settore pubblico che privato (nel settore industriale sono piu gli impiegati
amministrativi che gli operai). Questo fenomeno riguarda anche l'associazionismo, il settore non-profit e i gruppi di interesse.

CONFLITTO, NEGOZIAZIONE, STALLO E AMMINISTRAZIONE (Lowi,The End of Liberalism)


-il conflitto fra i gruppi normalmente si risolve in un negoziato, che puo' seguire a una fase di stallo. La coercizione e' probabile
solo se il negoziato fallisce e questa e' un ipotesi remota.
-per Dahl la coercizione e' un cambiamento di comportamento imposto attraverso l'imposizione fisica
-Lowi riconosce l'esistenza di un ulteriore coercizione che non implica l'intervento fisico, ma piuttosto l'intervento amministrativo
oppure l'adattamento degli attori sulla base del possibile intervento e la previsione delle conseguenze. gli individui hanno
internalizzato le sanzioni che potrebbero essere applicate.
IMPLEMENTAZIONE (DEFINIZIONE)
-PA interviene nel processo delle politiche nella fase centrale, quando sono stati individuati gli obbiettivi e si devono attivare le
iniziative e mettere a disposizione i mezzi per conseguirli.
Definizione implementazione o messa in atto: quella fase di una p.p durante la quale si producono atti ed effetti imputabili ad
uno scema normativo di intenzioni, testi e dichiarazioni. (improntata su modello razionele-legale)
2 modalita' attraverso le quali si esplica il ruolo dell'amministrazione:
1. Possesso di conoscenze tecniche, giuridiche, procedurale essenziali per lo svolgimento del processo di politica.
2. possesso di risorse organizzative, personale e tempo a disposizione per agire nella direzione voluta. (cio' gli permette di
condizionare le l'obiettivo conferitogli dalla politica).
- costituisce il collegamento tra i fini indicati dalla policy e i mezzi a disposizione.
-e' la traduzione di una politica in un programma. le politiche diventano programmi quando mediante un'azione autoritativa sono
create le prescrizioni previste dalla policy.
-Sia le prescrizioni (condotte da tenere, standar da raggiungere...) che le risorse organizzative (conoscenze, personale, tempo...)
incidono sugli obbiettivi originariamente fissati dalla policy.
-La congiunzione fra gli obiettivi fissati e le risorse messe a disposizione definisce il programma di implementazione.
FALLIMENTO DELLE POLITICHE
Pressman e Wildavsky ricostruiscono la vicenda dell'EDA: ente federale americano che distribuiva sovvenzioni alle imprese
attraverso finanziamento del capitale aziendale.
-A causare il fallimento della politica sarebbe stata la natura del programma (si doveva invece sostenere il costo del lavoro) e
logiche organizzative interne all'ente quali:
1. L'incompatibilit tra il nuovo programma e altri compiti organizzativi: si sottovaluta che un'agenzia d'implementazione
pu gi essere impegnata in programmi che risultano incompatibili con quello nuovo. si sottovaluta quindi la complessit
dell'organizzazione e la sua istituzionalizzazione.
2. preferenze per altri programmi politici: entro l'organizzazione sono presenti linee di divisione tra i sostenitori delle varie
opzioni, collegabili alla lotta per il suo controllo da parte delle lites o degli imprenditori di polcy.
3. L'impegno simultaneo su pi programmi: l'impegno simultaneo su pi programmi pone l'amministrazione di fronte al
dilemma della loro selezione (vista la carenza di personale...)
4. scarsa percezione della priorit del programma e della sua urgenza.
5. Contrasti tra la leadership dell'organizzazione e tra i ruoli organizzativi: L'attribuzione dei programmi e delle relative
risorse alle varie strutture amministrative pu generare conflitti perch essa incide sul bilancio dei rapporti all'interno della
struttura.
6. i vincoli legali e procedurali: rappresentano un problema per il processo delle politiche. Corsi d'azione e obiettivi devono
essere definiti ma possono essere inibiti su questa base.
7. assenza d'iniziativa da parte degli imprenditori di policy, perch quando il potere politico che ha formulato la policy e'
distante pi facile che l'amministrazione ignori l'impegno.
conclusione: vi e' una sostanziale impossibilit di conseguire razionalmente ed efficientemente gli obiettivi politici.
P.A. E IMPLEMENTAZIONE TOP-DOWN
-concezione che evidenzia la dinamica della messa in opera secondo una sequenza lineare che dal centro va verso la periferia.
-Il veritce governa, la base vi si sottopone per conformita' alla gerarchia.
-Lo studio di Pressman e Wildavsky mette in discussione tre elementi fondamentali di questo approccio:
1. il primato dell'autorita gerarchica 2. la netta distinzione tra politica e amministrazione 3. l'idea che l'azione amministrativa
(implementazione) obbedisca al criterio dell'efficienza.
P.A. E IMPLEMENTAZIONE BOTTOM-UP
-tale modello parte dall'analisi delle singole azioni per ricostruire il processo decisionale, senza utilizzare i pre-concetti della
visione top-down (gerarchia, distinzione politica-amministrazione, criterio efficienza).
-Si cerca di riscostruire l'impatto della politica, per determinare in che misura essa dipenda dalle agenzie di implementazione e
quando da altre cause (azione partecipanti, azione altre istituzioni...). q

-si analizzano le interazioni tra le agenzie d'implementazione e i vari soggetti partecipanti al processo di politica, al fine di
evidenziare quanto le prescrizioni della policy davvero influenzino i risultati della polcy.
CAPITOLO 8 VALUTAZIONE
CONTENUTO DELLAZIONE DELLA P.A. E VALUTAZIONE
lazione delle PA ha tre diversi tipi di azione (Dente):
1. Adempimenti procedurali, regolamentari e normativi, attraverso i quali la PA svolge l'azione implementativa, in base ai
contenuti prescrittivi di una policy, e adatta il proprio assetto organizzativo.
-attivita' non sono suscettibili di analisi quantitativa. Stimare l'efficienza della PA e' difficile.
2. Trasferimenti monetari e gestione di fondi finanziari: la traduzione di una policy in un programma comporta l'allocazione
di risorse e le amministrazioni si occupano della loro gestione.
-La valutazione di questa azione e' agevole (analisi quantitativa; rendiconti spese PA, benchmarks...) perche puo' essere condotta
rispetto ai criteri di efficienza e razionalita'.
3. Erogazione di servizi e fornitura di beni: la valutazione e' difficile, poich l'analisi di tipo qualitativo.
- Occorre accertare la qualita' di un servizio e il livello di soddisfazione dell'utenza.
METODO DI VALUTAZIONE PRE-SPERIMENTALE
metodo piu' semplice. non cerca di soddisfare i requisiti di "scientificit" di Nagel: 1. invariabilita/uniformita
2. contiguita spaziale
3. sincronismo
4. assimetria
I versione: vengono condotte delle osservazioni O (anche 1 sola), successive all'implementazione di un programma di policy x,
relative ai suoi esiti y.
-La debolezza di questo metodo sta nell'imprecisione dell'impatto della policy, se cio cio' che osserviamo il prodotto veramente
dalla policy.
II versione combinare l'osservazione ex post con una ex ante.
-ancora non affidabile: Qui la selezione dell'osservazione ex-ante il problema, in quanto dal suo confronto con l'osservazione ex
post dipende l'esito della valutazione. Rimane indeterminato il modo in cui il programma di policy collega causalmente le due
osservazioni.
Pregi delle due versioni: semplicit (nessi di causazione e di implicazione tra le variabili sono elementari)
economicit (quantit/qualit dei dati raccolti limitata).
Problema: nessi causali deboli e poche osservazioni
METODO DI VALUTAZIONE QUASI-SPERIMENTALE
Per ovviare ai problemi dei nessi causali deboli e delle poche osservazioni si usa la tecnica del gruppo di controllo, per comparare
cosi' serie di dati.
-Il valutatore compara i risultati del programma di policy in oggetto (ex-ante e ex-post), con l'andamento della variabile
dipendente y (in altro contesto) dove non sia stato applicato il programma di policy (gruppo di controllo).
-si evitatano i limiti delle metodiche precedenti, ma le osservazioni compiute (ancora poche) e i dati impiegati (poco sistematici)
non sono sufficienti a garantire la forza dei nessi causali e giustificare delle inferenze statistiche.
-si ha il problema della selezione dei gruppi stessi: Mill formulava il canone delle "variazioni concomitanti", che stabilisce due
criteri di selezione e comparazione dei casi:
1. concordanza: si selezionano casi che non abbiano alcuna propriet in comune, tranne quella che si ipotizza essere la causa del
fenomeno studiato
2. differenza : si selezionano casi che abbiano tutte le propriet in comune, tranne una che compare in un caso ma non nell'altro.
Questo fattore non comune ai due casi la causa dell'andamento del fenomeno osservato nei due casi.
-Per cercare di ovviare al problema della rilevanza inferenziale e statistica delle osservazioni si puo:
-ricorrere a serie temporali: sulla base di una serie di dati precedenti il programma si estrapola una linea di sviluppo da
confrontare con la linea reale rappresentata dalle osservazioni successive per identificare l'effetto della politica.
L'andamento della variabile, estrapolata dalle osservazioni, confrontata con landamento dopo l'immissione del programma di
policy. Il livello di variazione tra l'estrapolazione e il risultato osservato costituisce la misurazione dell'impatto del programma di
polcy.
-ricorrere anche qui ad un gruppo di controllo
- E' difficile costruire serie temporali di dati/osservazioni perch si presuppone una combinazione di valutazioni "ex
ante", "in itinere" ed"ex post". Ci vuole cautela sopratutto quando esse siano derivati da repertori ga costituiti di altri
ricercatori, si rischia che siano distorti.
METODO DI VALUTAZIONE SPERIMENTALE
i modelli quasi-sperimentali non consentono al ricercatore di "manipolare" o mantenere sotto osservazione diretta n il gruppo
che subisce il programma n il "gruppo di controllo". Le osservazioni raccolte sui due gruppi sono separate nel tempo e nello
spazio e comparate a tavolino.

- il valutatore puo quindi ricorrere ai modelli sperimentali, nei quali al "gruppo di controllo" si compara un "gruppo sperimentale", che rispetto al primo subisce l'immissione del programma e consente di verificarne l'impatto.
-I due gruppi sono resi equivalenti attraverso l'uso di procedure di selezione casuale e tenuti direttamente sotto controllo dal
ricercatore, cio permette la comparazione simultanea dei due gruppi.
Gli ostacoli sono:
-l'ampiezza/indeterminatezza dell'ambiente sul quale una PP ha impatto rende difficile la selezione dei due gruppi.
-la difficolt di controllare l'andamento delle variabili nei due gruppi presumibilmente estesi.
-la difficolt di neutralizzare l'effetto di molteplici variabili sociali che possono interferire.
-la desiderabilit stessa della sperimentazione su PP con impatto sociale/emotivo elevato.
PROBLEMI DELLA VALUTAZIONE (VALORI, DATI, METODI)
La valutazione presenta 3 elementi critici:
- selezione di criteri di valore e validita' di una politica
- raccolta di dati da impiegare nell'analisi
- selezione di metodi di applicazione dei criteri di valore
1.problema valori: gli individui possono avere valori di riferimento diversi e cio' che ciascun individuo desidera e' influenzato
dal contesto dell'azione. Lindblom sottolinea che la molteplicita dei valori puo' portare due individui a giudizi opposti sulla stessa
politica. i valori cambiano sfumature nel tempo e possono entrare in conflitto. le opzioni di valori possono generare disaccordo
nell'opinione pubblica.
2. problema dati: i dati sono gli indicatori della varianza dei valori. I problemi sono la reperibilita, affidabilita e comparabilita dei
dati. Altro problema: eterogeneita' delle attivita svolte all'interno di una stessa policy, e della varieta' degli attori e istituzioni che
ne sono responsabili.
3. problema metodi: la valutazione e' possibile solo se ci si puo' attendere che l'esistenza del programma e' la variabile che
determina la variazione della variabile dipendente in termini di impatto. Questo criterio non e' semplice da soddisfare per le
difficolta' che si incontrano nelle scienze sociali a istituire nessi causali forti.
VALORI E VALUTAZIONE (Lindblom)
La selezione dei criteri di valore il momento pi controverso del disegno di ricerca sulla valutazione.
-esempio: Il livello di reddito in s pu dirci poco circa la bont di un sistema sociale e politico. occorrerebbe guardare a ci che
una persona pu desiderare (in quanto gli d valore) di fare o essere.
Lindblom sottolinea che una scelta o un' opzione condizionata:
- molteplicit dei valori, che pu portare due individui a giudizi opposti su una stessa politica
- fluidit dei valori, cio l'atteggiamento mutevole degli individui /opinione pubbl. rispetto alle opzioni di scelta
- conflitto tra i valori e tra le combinazioni di valori
- opzioni di valore e le valutazioni possono generare disaccordo nell'opinione pubblica.
VALUTAZIONE DELLE POLITICHE PUBBLICHE (DEFINIZIONE)
-lo studio del grado in cui gli esiti di una policy corrisponde agli obiettivi originariamente fissati costituisce il disegno di
valutazione della policy stessa.
-La valutazione il confronto fra i risultati effettivamente ottenuti da un programma (gli esiti) e gli obiettivi fissati nel
programma stesso.
- Rispetto al processo della politica, la valutazione pu essere condotta:
1. ex ante: (prima) per fornire elementi di conoscenza ai partecipanti al processo decisionale e indirizzare la loro scelta. I dati
sono gi noti o risalenti a precedenti ricerche o derivano da studi previsionali condotti da esperti o ancora su metodi
d'integrazione partecipativa dei potenziali destinatari della policy (focus Group, auditing).
2. in itinere: (nel mentre) presuppone una serie di strumenti e di procedure di controllo dell'attivit implementativa nel suo
svolgimento, con cui si misurano gli scostamenti del processo rispetto a soglie intermedie fissate dal programma. La difficolt
consiste nella complessit degli strumenti/sistemi di controllo e nella omogeneit dei dati che producono
3. ex post: (dopo) consiste in un'analisi dei risultati del programma di policy svolto ed utilizzata per confermare o smentire le
ipotesi di partenza formulate dai decisori (presa di coscienza da parte dei decisori).
-Le propriet minime della valutazione portano allanalisi dei risultati di un programma, al valore della politica, al nesso
contesto risultati, all'efficacia di una politica, alle informazioni necessarie per svolgere una politica.
-Un documento della Commissione europea definisce la valutazione come: giudizio del valore dell'intervento pubblico in
relazione a criteri espliciti, e sulla base di informazioni che siano state raccolte e analizzate specificatamente.
RSU
le Rappresentanze Sindacali Unitarie danno luogo al Consiglio di fabbrica (o Consiglio di azienda).
-La base elettorale che lo elegge sono tutti i lavoratori di quell'azienda. -sono un organismo negoziale di rappresentanza
contrattuale.-Puo esservi un consiglio di fabbrica i cui delegati non appartengono a nessun sindacato.
-Sopra dell'RSU non c'e' nulla (eventualmente solo le RSU di stabilimento che delegano un rappresentante nell'RSU d'azienda, nel
caso l'azienda abbia piu stabilimenti).

-Le Sezioni aziendali sindacali sono organismi interni ad ogni sindacato. -qui la base elettorale e' data dagli iscritti ad ogni
sindacato. - scatta il mecanismo; iscritti, delegati al congresso provinciale, di categoria ecc...-Di norma i sindacati presentano le
liste di RSU e mettono dentro i nominativi piu rappresentativi delle SAS.

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