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FACOLTA' DI LElTERE E FILOSOFIA

ANNO lJJClillENICO

,
n

L 1 E L E N C H O S

DEL

P R I NC I P I O "

*-*- *TESTO REGISTRATO DALLE LEZIONI DEL CORSO DI


FILOSOFIA TEORETICA TENUTO DAL
PROF. NUNZIO INCAROON1
nell 1 fumo AccadeL4ico 197 3-194

A cura di

E. CAR.L'.NUTA
S. LO BUE A. lvlUSCO
......

,. ROCCilO

-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-.:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-

~~~.:~'CJ~.z.~~~.:~~~~~Js?~~~
o

o
o

Mauritius_in_libris

255

N I

C E

. 1.

Il dcto e 1 1 inizio~ png. 1

.II.

L'essere

inizi~to

e la SU?posizione del pensare

17

.III.- Origine e cou~isurazione

"
"

. IV.- Il Quc.ntua originario

"

45

"
"

65

. V. -

Lo

e il Terzo escluso

34

definizione del Dato e une qundruplicczione del-

l'essere
. VI.- I 1 Penscre e lo inserzione f ondaraentnle

84

.VII.- La Divisione fonde.mente.le e il concepire originario " 102


.VIIIr... Il Penser.e come stnto ;.1etafisico e l'esposizione del
n1edio , ,.. " 131

. IX.- Il PrinciJio e il Pensare "150


. X. - La Divisione dell'intero e il cominciamento "170
. XI.- L'l Divisione del Princi?io e il rnodo fon<lru~entcle "

181

.XII.- Il Princi:.Jiu come Giudizio............................ " 191


.XIII.-L'Essenzn del Terr.nine "203
.XIV. -Lo Sti3mc d'inerenzn - LG disnoesi

elen~ntare

- Il

tennine e il lit.ii te. " 212


~.xv.

Il Rnpporto e il Riferirnento "222

I N D I C E '' 255

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ERRATA CORRIGE
1)

p. 111 , riga 22 , leggasi adnaton

2)

P 128 , riga

3)

p. 132 , riga 1

u,

leggasi adnaton
leggasi : "se stcsso,fra l'erigi re

lasciata a s e l'essere lasciato a s6"


4)

P 179 ,

5)

la p. 248 si trova sul retro dalla p. 245

riga 25 , leggasi sophbs

Mauritius_in_libris

, I. - IL Df.i.TO E L'INIZIO.
_,
.-, ;~

..,.

'

tema. che in ,qualche r.ieniere.: or3ani-

\~uel?t' .:,npq

Il tera;:, di
i

. ---

- - . . ..

. -

:;.:.: ..

CaIUente collegato el terar: dell' a~!i9 scorso con cui fltato int_rodot--

... .-.w-

"

")

to il problen.a che interesse i:t.m8rHento

pre3iudi~iale del-di~orso,
i~

cio il momento dell 1 ide.2 corae.. sinossi tetica. Se 4uest 1 anno

pro-

blema

l'elericho~

r>e~c.h,

mentre dal ?\lnt.o di vista rlell.3. .. sinossi tetica; riticrunente

del principio, lu. difficolt:ancorc maggiore,

..:cio pregiudizia.l:,1ente i.1 discprso disponeva del dato, le


so11~

ni del. d:lscorso che );isponeva 4el deto


- quali

~ltrettsnto

cx:itic&iilente si :.

conclusio~

,:cotlclusiot1! secondo le

diroostrat~.

?he la :di.$p.oni~ilit

'del dato essc. stessa c.. sua vo.lt~- uns indisponibilit. In al.tri ter-'.
po.rte~Zl:

mini, no.i abb;lruno .concluso secondo un punto .-di


retrosp.ettivrukEmte,_

~u

che, visto ..
.

'

~-pi"\

anche-- sei.ibr:.:re facile

fcc,ilc, Oi,Ji.)Ure
... ...
difficile oMeno dif~icile, in quanto .il di~corso che:criticarnente

''.

'

~isponeva del suo d/~.t> ,fisiolo13ico dove criticamente si~ifica che

il discorso co1;ancil:. in quanto ha ro.;_>porto senze 1i_udizio sul rap,_)ort(), in (iUanto

hc~ rC~)pOrto

scorso. D;;.: questo ;_Jounto di viste


iJresenta

cbbastc.n~~.'

f~

3Ul possesso c!el rl.:.to che !Q


potrer1~.lO ci~re

che

l~

essere di ..

ques.tione ..si..

fa.ile,. ~io_ ts.le dc. t'J>tere:, fc..re presenta:rc il

discorso, ne.l senso d.lla concl,Usione .che ha ~~to~ .~n qualc.he~.ms.nie


rn, rispetto all' elenchos del principio, con Un2 diff:icolt min9re
perch il discorso, ha :VUto disponibile il S\.W dato. e qui,:id:L<hs avto rap11o_rto ad_ une sue. difficolt minore di. ori~ine.rsi per. ci stesso.. Pe't ci appunto, il .discorso che ht.. avuto cornc tema: l sinossi
tetica poteva. cominciare in qu.;.lchc modo ?Ft

c."t:_t.~ndibilmente,-,

in quan-

,;/.~:"''

in:~anto

to discorso-secondo il quele,la sinossi tetica

pu essere

penscta, .in que.nto pnare 1-a . s.inossi tet:lcc.; .si~ni;-fica


pens.are. l 'idea,
.
"

\,.

ed evidente .che non- rtcesse.riochiarire o. nessuno.che i).ensare.L'..

~.

;~

ic!e. si311ifica, non gi~ P'?"esti??otre. l'idea, ma s:i.3nifica

idea,

nel senso :,)F\ plc.tonicn1nente

~:;la.tonico,

Ja

stessa

cio significc la c1,1spo"!"'


.

~.:

nibilit
del dc.t,.
,lJ.loro un. discorso che. hc. come inizio del .:suo stes.:
. ..
'
.

-~

essere iscors.o' l. disponibili~ del dcto sienifica. ayere n discor-

Mauritius_in_libris

ini~io

so che hc. co11i.e


in

~esti

?,~a c.nche

il diGporrc di ci che lo fc. essere.

tcn11ini la questione non

t<~nto

semplice, perch Cl.obbiru;o

at"re attenti a c.;i..,irc non come sia ;.,ossi bile, mc, clt: che. cosa il di-
.

I .......

:~

. :. . ::_:.,

..

--

scorso, il;. che eit~ifica che il discorso te.le per cui per un verso

il discorso che , in (~anto c'. qualc~1e''cos: che lo fa:, .essere, ma.


:_"Jer l'altro. verso. non , perch appunto n~ri da: s:,, ma <la c.:i eh~
lo- fa,. essere; in C.:ltri tennini ::>ens&re

a: questa
,...

maniera si31'ifica ~a.

.J..

...

aerE: .esercite.ti da. unr.. di\risione fon..1amentile'. _cio~ - ~ign~~i~: essc::re. ~.


la raeteria .ell 1 essere esercitato do. parte 'di. una divisione . f9ndmoon~
te.le e quindi in <:'.Uesto senso pensare, (.:.nche c1tia.ndo pens~re . s~gnifi
ca avere cor.ie

og:~etto

tutto 1 1 essere

~;ensato

perch appunto. l' idec..,

da questo punto di 7ista, colite se fosse il principio a..ttr.e.verso il


uc.. le mi comrinco che tutto ci che ~Jenso

lo steaso' che

.tutto l' es-

...

ser pensc.to), significa finire :per porre una muteri.:::. sulla qual.~
L:.:.j_.. .
) .. )
divisione, o uno. divisione fondl3Illente.le si ese-cita., iJerch{!. L.1. divisione fondr:;.r.lente.lc-:; tra il discorso e il dato, tre. il dato da unl'.
perte e il discorso dc.11 1 cltr~ ed

c~.i,risionc

fondamenta.le pcrh ~ lii

fonarnente.iit di cuestc. ciivisione ci che tiene as"sicu1c i tennini


divisi.: il tlato e il discorso.
Pensare l'idc.:. quclche cose. che tutti riteniamo pl.usibile
e facile, perch( Platone h1:.

~)enssto

1 1 idea. c<l invece

Oll~

se

doves-

sir.10 renderci onto cho ~)ensare 1 1idee. non significa usa.re o abussre
di Platone, ma significa <?.Vere tr& le mani und me.teri<:. che l' idcs.
8ttrcverso la uale deve essere

~ossibile

rendersi conto del ra?por-

to tra il di.scorso e il d~to. Tutti i dialoghi platonici poss9no ~n'

tendersi cor,ie 'il ctiscors.o di Platone sull 1,idc. e. l'-:ueto rli ~e~ S~ ne
si ca;;:iisce n::: non si cepisce, perch,S s.p~:Ainto i di.scorsi. sull 1 ide:.:l
tonicamentc nascono c1.ell 1 idea~ ua nello stesso tem:)o sono ci che fa:.n
no nascere 1 1idee; t~;uindi, il di~corso sull 1 idei per un verso prem.~-!
)One ). 1 idD., r1!3.

:;cr c.ltro verso questo presupporre 1 1 idea, fa s che

il discorso coi.is te.le ;_Jon3c. t'i essere il suo stesso Y'resu~J;::iorre .l' idee. e c:uindi co1i!e se: il discorso si trovo.sse & .3.iocare una Jartit.:::
Cl11biguD. 1 Bel1!i)re )lradossat-, perch il discorso

suil I idee

nel f~Ulen"".'.

to nel uo.lP. ::;.resup~)one "'ci che lo fc nascere, nello stesso l0ll.1ento

Mauritius_in_libris

?onc ln

necessit~

~lor~

ogg~tto

.il discorso in (:;uanto discorso che ha come

-~ssi te,~~ica

di qLlll!sto !JlreSU??orre ci ohe lo fe.. nc..scere. -

la si-

_:un disco+so, visto oe1i, fapile cio(,, fpttibile c:ri.t;:i-

~~11e~:~e_, .?crch.~

_.il-.

d~sCOJ;'SO

in,quant~

che condncia facillacnte

il. -

pu_o 1 ori~incie..re , gc..r.:.ntito d <la.to che 1 1 idc.e., ::,er. il discorso,

~h~

ha_ come dc.to 1 1 ic'l.ea, quc:m.o riesce ad .essere discorso che a,._.sua

q. la, s:.'11o:Ssl r-tct~ca,

VC>.l~a

':'

l'idea,

Q.

dell 1 idee.

ci che fa:. in

r.1odo.c~c

. disp9nendo
de.ll 1 idce,
.. ',:' ; t..:
t~

cor~~

cio 1 ~

discorso che dis)one del dat9 ch-:.:


..
fos,s~

de.to, co1ae. se

~li abolir~:.

c_apace

esso sic un dare -del .<:l_ato .Se il discoJ;"so che,


dis~Jone

concl.ud~:nel~d&-

del.,,dato che _ l'idea,


-:

'

t,arnatica~.:cri

re. la. sinoslJi tetica, dobbim1t0 renderi conto che questa..


ticamente signific&.

queJ

l~

possibilit che dal dato sia il da.re_, uiu siEl.

essere

-l_'~J1.i,~io

di un de.re, l.'1

sino~si. ~etica attr?ver~o.:ilqua;l.e'.:iIJj.

zio, -,il

,q~r~

la sinossi tetica

e_sso i:

~o

il dare le sinossi tetica. In altri

osa_ he po$S() p.ensere


n~,.

finisc~~- 2~'P _;_.:~

dare che elimina il dato; uindi 1 1 idea come cJsto

~erch6

el;i.win~!

f;_~_ ~s_q~crci9_

ci9 che }..o

origin~to, cio(~

t~i;mini_t _ -~~

qpe

e ~;-

c:u~l

la.'..$~_;o7i~~i".".

che ha

(e l'idea. plntonicauiente oi3nif:ic8 ci che l-'ori3f:_na~,Q: i,n ~SS.fJ

luto), sq:-c ' un pe~sc.rc che penso.re. ;>erch6 )ens~r~ :J,.'9rigin,~f;9


ed vensare 1 1 o~iginat9 perch l'originato , ,._da

que~tp p~nto ~~i

. sta potrennno riprodurre tutte le cntinornic iri.plicc.t0

_in,.q~o~t~
,

in

~uanto

ep?unto si-2lilO sicuri che il pensar(? cl'lc.

--

dQ~.re

~--

...

-~- . .

frase.

~- sicur~_.q.e1ior.;-

3il)8;to. non. sia un pensllre che nasconda lo scavalco -alle


originato

yi-

-l'orieinato o ci la cui orieine non

spa;Llc-~cll'

in.

ei~s;Ui>p~~,:

.in_ c;ue s ti. -termini, l 'idee cos originaricrnente conce?i ta

,d~ Pl~t9~

ne. Non possic.mo ferE: qucst;c:me del r~10do attray.ersq cu; l':~~~?, ~ ... :c.:
.

que~to

si3Ilifice dove_r essere

s~curi

che

il:_ pens.iero

. to. 1..rl.tico che il riflesoo di queste miticit

c.l~l

pensiero

fatto che nei dialoeJhi di Platone il mito ha una funzione.


mente

teore~i.ca:

il

~:<ito

rJ.

~xms~re

I<Ui

malgre,o questo; allora.

il,; ;_lensicro in c::ue::;to senso -mitico, ;Ci.o un


sc:mzc,

~Jrirna

s~. h?

tan-

9el.

cli~bolica"."

serve infetti c. spie3are tutt ci,;Chc. il.,_

pen,siero non ~)u ~x;nsE:rc secondo il pensiero,


. siero continue

lili~io,

tutto ci ch, i il ~en~ucsto: :~i;3nifica,


occulta~~

qhe

la' sua. prc-

di ci che il !_)ensiero accetta co11ie originato 1 un occul-

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tare, cio'5 un nc.scon.1cre (mitico in questo senso), la }rcsenza dcl


pensiero che

~)rirne.

di cic) che il pensiero accetta corne originato,

talmente ori3inato che ?er ci

;m~

essere 1 1 inizio

pensa.re stesso. Scrcbbe corne di.re che

~;letonicrncntc

1 1 oreett del

ll 1aito

pi~)

gros-

so del pensiero il pensiero prirnc. dell'idea, in re.lt infatti posso ?ensare con Platone 1 1 idee. di tutto, ma posso enche pensare l* idee.
di nulla in (tUe.nto
platonicruacntc non 'msso Dcnsnr
l'idea del ;"'lensie
...
..
..
...
l"""
~

~o, perch se pensassi 1 ic\ea del pensiro .cre &~v~t.~~--. _, cio: cornei
1

que:;ta capacit di

~')cnsarc

non cvrci bisogno di

~Jcnscrc

le idee.

Il pensare in t:::uanto pensa.re dcl dato che l'idee , e non interessa che si& .1 1 iqca. a ~questo.'ptlnto, ma interessa riuscire a coti~Ten
dere inqualche maniera cheensxc in quanto ?ensare dal dato significa pensare in quento garantito do.11 1 orig'inato (e origirill.to sta a
significare possesso dcll 1 origine),. il pensare che in c:.uanto garantito dal dato che esso pensl lo stesso pensa.re che j_)Oi conclUde in
ms.niera .fraudolente in
la :bancarotts. l'origine

~iucnto,
chr~

secondo la sinossi tetica, conduce 'al-

lo .fa .esscr; 'in questi termini, il pen-

sarc, in quanto pens.!lre l'idea, non responsabile dell'idea, sic. pla:..


tonicmoonte sia criticmientc, ::>ercht responsabile

-:-a questo suo rcl)-

porto di irresonsc.bilit cn ci che lo. fa. essere; in ree.lt ill>n.;.


siero, dal :punto di

~.rist~-

dcl :pence.re 1 1 idea, . come:

se

fosse .:il pen-

siero cattivo~ il pensiero ch . e.ccetta la cattivit 'di. s stes"so'-, ch.


accetttl .cio la .prigionia -di sf:, perch/: accetta un modo ;li nascere
3ara.ntito! da. un

es~ere

nato che non il suo na.scere, perch :accett<J:

un l?lOdO di essere deten11i..natO che. 5~arahtito d.i un essere;'detenn:f..nc..to che non il suo,:esser deten,1incto

11.S

che- . 1 1 essere ;:ti detcn,Li-

nato . Allora in c:uesto senso il pensiero1 dal i..Junto di viste. del penssre 1 1 idee e quindi iniziall.tentcfi pensiero cattivo;
tivo perch _accetta

t~ste.

~Jensicro'cu.t

clcusurc. secondo le. c_:ue.le il pensare accet ...

te. di ssere 3arcntito d&ll 'origin.sto' nel senso iier cui il pensare
3arantito dall'originato il pensare che in uri certo senso accetta
.che l'orieine sic indi;?endenternente . dal pensiero stesso. E ~)otrermno
subito a33iun3ere che questo 'indipendentemente t: anche un 'dipendentemente 1 ; 1 orizine ciof:: secondo se stessa indi?cndntemente del

Mauritius_in_libris

~65.-

pensiero,ma questo essere l'erigine per s e indipendentemente dal pensiero


un dipendentemente anch'esso, per il fatto

c~e,se

il pensare pu pensare

questo, deve essere presente, ma presente in quelimodo per cui la sua presenza
.

,....>,........

non-presenza in quanto i~6rigin~che ~erci nasce e perci nata.Da que~t

punto di vista

c.ono~~e~:

1 1 origine.

sig~i f{'a

capire cio

p~ssedere

il non com

prendere, il non pote~e comprendere '1 origine, dove questo pOssedere 'il non

..

..

potere c6mprendere i 1 ~rigine il posseso J'.li profono de i l 1 origin; -ma a '.ql,le


..

..

sto punto tutto questo significa

me~ei.'e

question~

in

anche chi ; po~siede


l'origine a questo modo1 questo
.

neo

solo !'-origine, .ma

si~nific~

porrein

~uestio~

---~-t:.".

originari.amante non. solo iorigine, ma' anche chi possiede:i:l}r.irigi~e, a:que~ta rm


nier. Allora .il p~nsiero ''ome pensare garantito dall'nriginaJ:o,
cio,:dall-~idea,
t
:
il pensare c~e. .Precede'

onme

pensare cattivo per a;r:.che.<giu.stificabi,l,e; pe_r,Qh

~il pensare ct]e pensa. E ci troviamo difronte ad= uri,.vilUppo di questioni ,ad

un nodo che t ~o\~ ~~tti i .n.~.di se sono !:rordiani, :avre.bbe~ l:l.[1 unico mo~o di ess.ere
sciolto e ciie ~ast~rebh& uwAlessandro ,non un Alessandro qualunque hensL~n

...

Alessandro ~ag~o,per recide~e il nodo e il nodn sciolfo; il filosnfn ,nel senso

dramma~ico ~ai se~~o ~e!la fi&osofia, pu essere ~n Alessandro che ha ilcom


pita di dlv~nt~~E? m~gno, ~~Indo sa in partenza C?he la sua .. grandezza sta nel ca
. .
.

pi

...~

pire che basta U!1a lam ben affilata per sciogliere un;rodo'cha era rimastos~m

.....

pre avviluppATO INCHilldato a se stesso e inchiodante se sgess.o;. Si poteebbe di


re in realt che la filosofia che nasce come determinata dal-pensape

~arantito

dall'originato tenta qualciosa di gi ~esante, di trascinats~ dietr~~il corro ~on


tutto il, nodo~ cio ha ac.cettato il nodo ben chiuso, av'viluppato, e~:ha capito
che

bisog~~ya essere dimi~:!onari nei conf;d,nti di Liii discorso fil~oficn che

riuscisse.. ._ad
ave:i;-e
questo
problema;
:
..
:.
.
.
;

-~.

v~ll:dlme~~ plato~~cam1!3nte

e in

questi termini al.lora,

cL~J

pensare .'.

significa dnversi trascinare dietrm tutto il nodo avvil.J p

pato, e avviluppante che 1 1 idea' Il nodo che

l~~d~i'~dea

al pensar.o riescco

a scioglierlo secondo il pensare o, se non riesco a scipglierlo secondo il pen


sare, me lo devo trascinare

dietro, perch non posso usare nessuna cesoia degna

del nodo stesso; nemmeno l'esistenza mi serve come cesoia e qul l'~sist~za vul
.

1
dire che nemmeno gli esistenzalismi potrebbero
servirmi per tagli~re il '1.odo,

come fece irriverentemente il

magnific~

Figaro della filosofia, K'rkegaard, che

ha usato la cesoia ed ha tagliato il nodo lasciando la realt da una parte e il


pensare dall'altra, l'esistenza drammatica da una paree e il Socrate pian!ente
dall'altra.

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- 6 -

I:J:~ p-ensare inizialmel'IUi p esser facili tlft0. nella sua di ff i colt

iniziale dai fatto; cti:- esser~ il pensare che . 1;ale in' qanto accetta...
il dato, per qu.esta facilit iniziale si complica perch

si

Cl"JnclUde ~

nel_- dare ildato~. -e quindi. p6tt'i'nM .. dire cli~~f.t~ato vien chlamato


'

. ..

'. ' .

.. 1.

..

... &--

ad e;ss.sr: il-- principio del dare; non stiamo atcra dicendo niente di
A

originale r:i di teoretico ma: non siamo. livelfo .. teoretlc;;,' ben~l a '
livello pre~giudii:iala, pert:he sfamo nel momento nei quaie conia 99
il pensi~ro. in quanto -briginario 6ovesse' 'accettar'd.i. rimanere nelia
.clausurahe gli fa'.c6moao, ma in qella cl~usura 6~e-per div~nta il
nodo che il suo alnamism''gli: consente di trSbiiiire sempre .dietro se::
stsso. la qu-estine st i pre~e'lt allora in questi' terlJii' psr ~ui ,' - .:
dal:o - chei.'J: 1 idea detrmina il dar';iaJinossi tetica, 1 1 idea .. come dato,
di-veritarido la sinossi teti:ca ii 'dre, quei fere 'che anflie. grammati= _
calmante si capisce me~lio, perch~ crrie ~eii9eei3'eariamete 1 t~boli~

z.tone d~l dato; se 'dovessimo sta re 'rigoroamente ai c:fafo -dovremmo


fare un dtscorso diversa 'e dire cio: che, dal data deve andare all 1
dietro

in=

non in avanti, ;ch dal dato, devo. andare ~alle spalle del dato

stesso (grammaticalmente questn 'evidn:tei perch~ ~ ~ voce del


Verbo drtJ, dunque prima CI fi Verbo 9 'poi Ci SOna fe

SU8

VOCi,.

dunque s 'io dico-~, ho ciettci'-~). storicamente 1a :fiosofia ~mt-


ha insegnato il "co-ntrario, cio che devo essere c~pce. di pemeare il
dare dopo' il: dato a qui'ndi ~tO. sostenendo che in questa maniera la
filosofia legata- al dato e,sto accettando che flltW sii pu cpmirFCiare
a pensare l?B nor' si T"art dl datb e tutt'e qestl> ;.on io sostengo ic:i1
f.ensl lo' sostiene la filosofia condizionata aDa su origine che
storicamente il dato come 1da. Nemmn alilme-tt'er'e 11 dato come idea
possibile, p-erch la':. =stes'"sa aminissione del dato 'dome data;aega se
stesso se in realt. ta capc:fi t. di darmi il dElt'ei, ci~: se ho il date{
come principio, come ci c:tal quale posso fare comindia'e il :dare; la
r
filo@ll:lfia 8Bl suo senso -storicot flato nico, ~piata..Lco non secondo pPla=
: tontt bensl platonico second la Sinossi tetica, ' prospettiva di rave=
sciamento del r-apporti rerch 'capacit .di. -rovesciamento dei rarriorti
livell'O della genitura dei rapporti sfassi, in'. quanto ci che

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- 7 -

insegna a l'uomo a rovesciraei rapporti ai quali l'uomo invece si


llOf

trova cpndannato per nascita; perch appunto per nascita mi trovo


condannato ad essere figlio dei misi genitori, ma guai se non riesco
a capire che, condannato a questo, questo non significa il principio
di cib che devo pensare e di cib che devo fare. A livello di discorso
filosofico sempre storico e platonico, il discorso ri"schia di essere
gi inizielmente demoniaco "in senso laico, .perch il discorso
..
attraverso. il quale l'uomo educato al rovesciamento della pro~ret=
tiva di tutti i

rap~orti

se, dovendo cspire l'origine

~lla

devo capire che questa origine mi insegna che dal dato


~11

~osso

filosofia,
deteirmi=

dare, quando invece il vivere mi ha insegnato che se il dato

~lieh.prma

del dato stato il dare.

L'idea come dato riesce ad essere l'inizio del dare,e cib signifiU;
c~

che l'idea in quanto dato riesce a dare s come sinossi tetica; se

dovessi~o

quindi in un momento iniziale il discorso che riguarda

1 1 elenchos del principio dovremmo poterlo _riassumere in questa manie=

ra: abbiamo di fronte .una situazione paradossale. secondo .la quale la


filosofia, anch&nel moiento nel quale viene criticamente pensata e
l"ft'Jn teoreticamente determinata, riesce ad essere perb la condizione
se~ondo

la quale si. rivesciano tutte le prospettive di rapporto alle

q1J0.li noi esistenzialmente siamo abituati; per cui appunto da questo


~unto di vieta e in questo senso filosofico cib attraveBso cui il

dato stesso che l'idea diventa, come mdea, sinossi tetica. A questo
punto il dato in quanto dato cib dal quale ha inizio il dare, e quindi

come se dovessimo pensare che il dato,

com~

cib che nega la postici=

pazione di cib che lo fa essere, riesce ?d essere il principio della


anticipazione di cib che esso ; z non interessa che il dato sia

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- 8 -

n,.,,
,. 0\1
,,
~

0\1

aristotelico' ma i.nteressa che' in quanto idea o in quanto


sia il dato e sia il dato signifiea che

~ia

"

'
't'O

il dato X o Y, cio ! 'idea in questo caso. platonica o ;invece il

0\1

'".-v.,,

't ..'

cib su nui

tutti sembra che siamo d'accordo perch tutti pensiamo. inizialmente


che il discorso.lflossa cominciare solo se c' un punto da cui il discor=
so s~a abilitato a ~ominciare, e questo, conc~ttulamente il dato;
.

che corrisponde a questa


disooDso filosofic

psicolo~ia

abbastanza superficiale del

i dato, rigorosament. e tale secondo se stesso_!

secondo cib che esso in quanto dato nega, anzi ;n quanto

~l

negare la posticipazione di cib che lo fa essere, perch : ccime -se.. ~:..___ ,


il dato fosse la frontiera del suo stesso principio, la
cib che lb fa essere.

O~

fto~tera

di

questo ponto di vista la situaziona non..

semplice, ancl=le:. s_e sembra talmente pacifica

p~r

cui ogni filosofia

sembra soddisfatta in quanto dispone del dato, O-dispone di un dato;


posso pensare che il discorso

pos~a

funzionare storicamente cosi

perch,in realt, il discorso staticamente_

fun~ione

cosi, ma

ee~noi

-'t

'.,j

c 1;1rchiamo cj.i pensare il. _dato secondo se :stesso, il dato s.econdo se_
s~esso significa soltan~ -ii. li~i t~ -(jj_~-c;15ci18" lo-ra-.. esseiier -sS-mti --~- dobbiamo pensare

r~gorosamente

il dato, dobbiamo pensarlo talmente

JlllB

secondo se stesso, che il dato pensato secondo se stesso non mi fa


pensare cibche lo fa essere dopo

se stesso, dunque come se il

dato rendesse impossibile a cib che lo fa essere, di andare oltre il


datot Allora, se fra il dato eil suo pri~cipi~ s 1 un rapporto,
evidentemente in questo rapporto il principio non veramente il

principio, me ln questo rapporto il principio la fine, perch il


dato che consente al suo stesso inizio di

rim~Dere

bloccatp talmente

per cui appunto il dato, essendo il dato, per cib l~inielo del dato,
cib che .fa essere il dato,

n~n

mai di l dal dato stesso. In questi

termini il discorso . _si propone. allora in ma.niera non del tutto chiara,
anche se sembra chiaro che quando noi pensiamo,avendo a disposizoone un
dato,possiamo impiantare sul dato ogni

filo~ofia;

non cosl, perch

appunto da questo punto di vista il dato nega il dato pensato rigore=


samente secondo se stesso, essso il negare la posticipazione di cib
che lo fa essere. Dunque potDEmmo diro che il dato in realt il
negare la posticipaziono dell'inizio do! dato stesso, dunque il dato

Mauritius_in_libris

- 9 -

la custodia del suo stesso principio,e se il dato la custodia del


suo stesso principio, chiaro che noi dobbiamo chiederci a questo punto
chi valga di pi fra im principio custodito dal dato,che per in quanto
principio del dato ci che fa essere il dato,e il dato che fa la
guardia al suo stesso prmncipio.Vale di pi il dato,perch vero che
postb in essere non da s,diversamente non sarebbe il dato,ma
vero

~nche

che,incapace di s, capace, per mezzo di questa incapacit

di se ste-ssG;dell 1 altro;il dato incapace di s perch in quanto dato


non : il dare s ma l'essere dato per, in quanto incapace .di s,
capace dell'altro perbh capace di tenere fermo ci che lo fa essere.
Se noi potessimo convine~rci su~ piano concreto che l'origine che fa
esseere ciascuno.di ncri l'origine che noi teniamo sempre bloccata
dentro di noi,perch l'origine che ci fa essere, per i'origine
che li~itata

da ci che~ essa stessa fa nascere , in quantq o~n

'

mai oltre me, ma sempre in me; se noi potessimo convincerci di

questo, chiaro che noi saremmo i padroni di ci che ci

f~

essere,

anche se quest:Q signifia che nof non riusciremmo, o non saremmo


riusciti prima ad essere talmente padroni di noi da essere i padroni
di ci che ci fa essere 9 Allora io chiedo chi sia pi potente, chi
sia capace di fare nascere se slesso ,__ ~P.P.':l.E~.. eh.E, fatto nascere:,
posto

i~

essere, sia poi 6apace' di mantenere prigioniero nell'assere

cha gli viene dato, l'essere che lo ha pest~ ~n essere. Il dato


secondo so stesso, per la necessit di essere quello. che esso.._,
cio il dato, evidentemente il bisogno di tenere dentro di s
ci6';i"cne, lof. ess!'e' matemende fermo in s. ci che lofa.essere,
il dato come la inapacit che riguarda la sua origine, la incapacit
che rigurdando la sua origine diventa capace perch la incapawit
che tiene prigioniera la potenza di ci che lo fa essere.Da questo
punto di vista il dato, pensato

rigorosa~ente

secondo se stesso, non

il dato genericamente, solo il negare la posticipazione


eh~

~ell'inizio

lo riguarda, e quindi il dato il limite del principio e, in

quanto il dato i1 lim.:tiJe del principio, chiaro che il dato ha biso=


gno di determinare questo rapporto in modo tale che il suo essere il

Mauritius_in_libris

- 10 -

limite

~el

principio sia un limite talmente capace del principio da

non fare andare il principio oltre se stesso, perch se il dato non


capace di limitare bene il suo principio, il principio l.o _abbandona
..J

Se il dato non riesce cio a limitare

~igida~ente

,<:;

che il dato stesso diventa il

p~incipio

l'inizio, chiaro

di fuga del principio stesso;

quindi per un verso il dato ci chei fa da limite al principio che


lo riguarda, ma per altro verso il dato rimane anche possibilmente,
come possibilit, il principio stesso del principio che lo riguarda,if
in quanto il principio che lo riguarda, per potere essere principio di un
. '
altro dato,o di altro, deve supe~are questo dato e pu superare que=
sto dato solo se squesto dato gli consente il superam~nto, solo se
questo dato riesce a non essere la custodia; quindi quando dico che
il dato in questi termini la frontiera del principio, dico
frontiera nel snso proprio del termine, aperta cio all'esterno ma
anche all'interno, e il dato da questo punto di vista come se fosse
sempre ambiguo, in quanto la possibilit di due

posti~

l'interno e

l'esterno, ci che lo riguarda nel suointerno e ci che lo pu


riguardare ngl suo esterno. In questi termini il dato il negare
che l'inizio che lo riguarda sia

postici~abile,

non che neghi 1 ma

propriamente appuntd l'essere del dato questa essenza (ed essenza


qui significa un essere pensato, un essere che si pu solo pensare),
cio di esse~e questo negare la:post~cipazione del principio; ma
questo negare la

po~ticipazione

dd principio significa che il dato

questa possibilit di essere esso stesso principio del principio,


in quanto il principio solo

attrave~so

il dato che pu essere,

appunto; posticipato~ Il principio soltanto attraverso il dato che


pu essere posticipato, evidentemente il principio .!J.2!l

quale, il

princi~{~ che non quale, il pr~ncipio che non proprio, il princi~


pio senza qualit, o il principio senza propriet, che lo stesso,
quindi il principio non proprio perch il principio del dare;
dunque npn

possiamo chiedere il principio quaie, ma il principio

non quale, quindi il principio che potremmo dire in quanto .!J.2D.

guale, cio la non qulit del principio da parte del principio di


essere l'inizio 8el~ dato, quantio il principio il principio perch
(inizio del

------------------------~---------------------------

Mauritius_in_libris

11

dato; il princi?iO non guale, il principio senza qualit, il princi~io

senza ?ropriet di se stesso, il principio che non ha la ?ro-

p~iet.)

di

sf~,

perch2 il

nascere non la

pro~)riet

~)rinci;>io

che ha la propriE!t di ci che fa

di ci che esso stesso ,.

il principio

11v'l

che ha la pro?rict di ci che fc. nascer-e


(e b~diano
b.en~.
discorsi
c. .
_._ :."'.
. '
.. - . .
.

. .

'

-~

";

str~tti co1ae tutti i' disc:or~i~ che bq.nno p~~ -una .lor.o. verifica comple . -- -

:.:. ::..___

1 :....::.:..._...:..._.;:,..

----

.... ~..... -.

rioraboimii6: 11en-

tli in chfave esistenziale_;_ .. c;or.1 se doyessimo. dire:


- .

...

suto o siamo stati llbituati _e... pensa.re <:.la una ~eoric del-~eiis.iero titol.. -

. -

- - .. :.~~---:.~~-.-~:...

. .. : - .... i~

...

-~

. .: .

.' .

to aulica e anche mol.to ccced.~1tdca, i!l.. un certo n1odo che.pol stato


.

. - - -- ....~:. ...

-.

..

posto in scena dal Verga con Mastro Don Ge.sualdo: io sto. cercal'.ldo di

..

dire nstrrittamente ci che ciascuno. di. noi _pu leJgere le:r~endo hnstro
Don Ges~aldo. 1".1astro don Gesualdo che cosa se non il principio che
in te.1:o . qualche" cosa' colle ,principio in quat;J-to genera qualche aitra
,

coso che ia sua ricchezza; che la sua ricchezzn coute 1uezzo di l.D;L.

serimento in un iil11bientc che non. il f;UO~ E. se io d()vessi chiedere:


ln fine di :Me.sQ'o;Qon- .Gesualdo' nelle ultime regine
di Mastro

don

nel princi~io

e;>

~e.SJU".J.do? se avete pTesente_ la. s,cena della morte di. t:.;c-

stro don Gesunldo: solo! - Alla fine era ,ftolo? E' stato, solo sempre,. era
.

solo in partenza, perch{! in. :'rincipio, l.' inizio della sua avventure
.

. ..

..

. -~

stato l'inizio secondo il quale in realt-1.1'-"J!lstro


don
Gesualdo vive.
. : . 1)1
...
va s.econdo

~L~ che;"produeva;: dunqE? era set)za p~opriet' tai1aentc pro!-.

duceva propri~t':~ e dbque era legcto al dato).~.


Da questo punto. di vi. .
:. .

. '

sta il de.to in quanto secondo se stesso, in realt questo princi?io


del principio s1;:esso, in quanto ci che liI11ito. ci che lo linlita.,
I

e in
r~

qu~nto,

d.n questo punto <li viste., il dc.to costituisce la frontie-

che il principio del dato dovrebbe non potere oltrepassare; inoltre,

se il principio che rigucrdc.. il dcto o_ltrepasse, il dato, lo. pu fare


solo :)er r..ezzo iel d:.-,to, per ine::zo della

ne~azione

di questa

ne~azio

ne' non in senso he :1e 1 inno, tac in snso purD.Iiiente e lementc.rc' perch~
appunto si tratte di elementi inizilli di .Jiscorso; nllora, se l'inizio del dc.to pu oltre;_:>.::issnre il de,to, lo pu fare iuedicnte lo stesso
dato perch lo pu0 oltrc?css-:.re
il

_d~:;.to

~oltc..nto

in quanto lo ne3a, nin

significc nc-;are che sic. posaibilc

nc~Brc

ne~nre

le posticipnzione

del principio del dl"'.to couc inizio. Dn questo punto <li vista sillliO ElncorE:. fen11i al fatto che il dato di cui. stiauao parL:mdo il dato poMauritius_in_libris

..

che

trc1{1m& di~':pi lussico


.-

.;.

--

_r .

..

. -

12

...

sia disponibil<?t l'idea, e stiamo ancora

, . .

---""- ---------

dicendd Ch il dato' iri quanto tale ci che rende

_;_

L-l?ossibi~e

ch il

suo infzio ven5f pbsticip~to:


per . .11 dat
stesso pu ess.ere a sua vol.'

'~ri '1' inizio dcll '-ahtlci,t)o ch t."iguardc. il dato nupque ?~ ~ verso


il dato fl ncg.::.re- che :;l' !ni:zio che ld fa: es~sere p(>ssa esse~e d~go
.
.
-.
'.

il datd; m;;i pr nltro,'.v(:frso,' tl:dato 1~uf es.set"e l'inizio di una anti-

. CipaziOrie che: riit~i=-de..~g\iesto >Ste.sso inizio che il dato; allorn il


datd si tr-ova al in1itc :.tre. postiipazi~ne

E;_

anticipczione, ed il- da-

to 'jci che; fE capire c11e'';prit.10 ii postici?nre e dpo l'anticipare': cdu'.rtq\ie' 11 hit -t~i .,hett'e in crisi, in- qu91nto il. d,ato pe~sot scon.

,\.

'.

stes~o ~ une 1sor'to 'd't sistemo A~ ro;v~sc:::tamento qei rapporei,


.. un 'tnodo~t:trdvero
il c;ualEi: Vngo, ed~nt<?... af 'I"O'TCSCi,n
..mertto tm~to.. ve,
.
do

se

,_

io

chk 'dii questo' p\into

po e

~-

....

-eh vis'tc ).1 d.n_to mi in_se~!i: ch ?rlmu postici-

., , } '

~:>oi o.ntcipo--e

_,.

questo

fondan1cnt~.le,.

-. . ..

. .

-.

i1,1 quanto -il discorso di

..b.cse -'df tutto il c~iS'.orsd. che setuc'f q\~ndi .il dcto ci dnl cui .p~n-_
-

't6

:di vista,
.. . .

..

'..-\

r r

. ... .

'

.... .

pnre e "quind"f il deto ~i


stsso'

' . .

I.

. . ....

'

.~' :.

( I"

:{

. .. - .;

'pri~~'ln possibile posticipare ~ _d~p.qr;, (:~l?~~~i~e a~tici-

C~tttit'sce.

U1)

porre il) rottur~ ~\lt~Q ci9 che il dnto

Non :sto. sostenendo che ln


. .

-t1ioso~io. n~~ p~-, ~o.nin: : -

.,

.J . ; . -., '.

;.

ct-llr Cia1 dato nnzi, potremmo dire $tJ.bi_Fo c!le si tratto di c)struire
;

<

"

...

f: . . .,... ..

non pu

ti qucle.. si ginge
ailu
conclusione
elle la fi. . .
.
. ' . . . . .r .
comin~ic.re da ~"lessun dato. cqn~c s~rit1:6 Heg~i-, tn que.t

,.un diic61:'s6 uttro.verso

los''fi~

. ; ...

. _,

che biodo o 'Come fmch~ :ha scritto Rsh1itli in quclche altro ;Jod, -1~in do. v~ndo nppunto '-<lire 'che non <
qu:;.lch~

.Un

deve

~ossibile he

in

f~losQ.fi a c-~~ci _ci.'L

cosn che si!: estrinseco: alle f'11osofia stesso~ Il dato stesso

porre in c-rfsi tutto ci cn~ il dato co~truiscc, n1a 'questo 'non

fcre

intendere che il' probleme, che qello di riuscire e diniostrc...

re che lll filoeofiil non deve nvere un deto: il proble1.m_ non questo
n il suo ontrcrio, mc quello di cercnre di capire il dato, eviden

temente 'il doto' secondo il dato, non il dato secondo

n~tro;
~

capire il dt:to secondo il dcto, significa

El

... .:

nllorn,

questo punto di questioni

che lo ~te'sso dr.to e porre in crisi, lo stesso dato che rompe, divide (crisi in sucsto senso proprio) e 3iudicp, rompe,_conosce, divide L'l pstici.:.zione dc:l suo te1iipo proprio.e .:rompe, divide l'anticipa-
zione dnl suo' tti~?o proprio; direi cos.. che, P:er un '.rerso, rende senzc.. ternpo l_)roprio

ia

posticipazione, perch le d un tempo che nort


Mauritius_in_libris

13 : ....
--' .)..

il suo; cio il .. telilpo del.:pri.11;~ (; pr


I

..... .

propr~o.

'. ; : :,

.1 .

. .

,.

. '(

ii1t:to '.vcrs-0,-1 -Tcnde ~senzn t~~apo:_


.

l_a anticip.ozione perch 1e d ilti

.. ... - '. ..

.;::

.: ..

..

. : .. .

. : . _;

. ..

..

..

'

.~

..

..

di~i.Q.perch

.'.

;:,,

.... ( ' ...

t~nere
..

un
. .

-.

,. : ' '

'

non

cr:i-si .:anche un giu... :

qust~:
.

>suo..:che , il :tempo

'

...

cssielil l'unce'l!&ltrc.fcio L'unico lllodo

quale

che ho attry.yerso
il ..
.
....

..

del. dopo,, e duncrue per questo. crisi, me.


.". J

~tempo

COnOSCO il rapporto tre. ln )0Sticipazj.one

prima 9 l' anticipczi~n _dopo:. Alloro. :i.n qliesti-termini non debbo CQ~.
struire.unc. filosofie. contro il'dllto O; o favor del dc.to, faa.si trQt:
t~t

!.-:

di intender~ tnnto' il d.:ito dc cnpire: che le/ filosof in contro () a


.

fu.vorc del datp. dentro ,.il dnto stesso, i?erch6 cppunto tutto il- .dato
che posso pensnre tutto il dnto .i:he mi fn pensor conten1poranearaente l.~: su. fiLosofic. e

o.ntifilosofia~ cio' i l dnto che ~i fc.

ff... sue.

pesnre eont~1.1pornne~i1e:nte tuttc le .filosofia che posso pensnre secon-.


-

,.

:. . . .:.

do . il_dctC),
.... . . '

..t,

..

L!nche tuttt! ln filo'sofie. che 1 posso . non pensar.e

1'lc..
\~

J:

i .

s~mpr~

..

secondo il .ds.to; uttn lu filosoffil . che posso pensnre seooodo il dnto


. tutte le filosofie ch sono nete dcl dato o dn un dnto perch
,...1

d~l.

re,

'

~c.rL-:ntitc

.9-i:to e

. '

'

i;t

snre secon:lo
.

.,

... :i.,

s~~u-

dnl dnto, tutte. lo non ,.filosofia che ;posso. pen'!!"'

.. ...

dc.to stn neL flltto che fl dnto stesso pone in crisi


.

uesto .~t::esso., _e, ~on pone: in crisi nel 'senso che non stato cnpace
..

! . . ;.

'

..

cost~ire

di
.

.: .. \

....

__.

filosofie veJ"e. (non c

; .. :

.f'

proble111L~

vere, c' problemn di filosofia o non),


.

.....

..~

di filosofie vere. o ,;non

_.

iuu. nel

senso nel qucle il dc.-

te;> in_ que,~_ti ten1ini,. nei' rai:.1ento .m~l qual-e fn ncscere lu filosofill,
.

'

'

. .~

'

.:

lo
stcs$o
1um.~nto nel
quc..le: non
1.:::: fn nascere 'bensll. i.~:i- t'ie.ne fer.ma.
.
:
.! . : .. ; . .
"\
:
~

se

Potre1111i10 dire che il (fr.to couc

fosse una

~.u....:" '\o

conti.nua.-inco.;:izion~.dgJ-

la filosofin, un. incocto perenne ed coli1C se tutta' la .stor.ia d~i pep~


.

'. ''f

';"',

siero fino e He.3el fosse 16. storin di cfllcisto incot.to, cio fosse.
. ..

.:

'

.I

. i

;, -~

... .

esposizione, i \ portnre . fuori

lq.,,.

16 forze. di qtie.sto incoc..to

corn~ ~e

fost:

se cio il port~re fuo~i ln ricchezze. di questn povert:\; tutte ....le fi-

losofi~ son'?
....

Jc.

ricchezze.

.l..

di' ~qhestt.

?OVrt.~, di c.;uesta non ccpccit3

d~ filos9fi,..;_ che. -~l dnto int'~ifrsec.:facntc ; soltcnto ~parcb;~.; il dct_p~


1
G.econdo se stesso
. .. riesce tclerite ild :ssere -s~e'ondo .se stesso da esse,re ci che 2o~ticipcy.rim~ ci ch .. Qpticfpii-dopo;e se:il 'doto ,~'.

iniz!o. Q.i qu9st~ re~d~re serizc ter11po proprio il posticipnre e l 'nntiCi?t'e, chi<"\!'O

ncccssit.~ di ~-3ni

c:h~ ; ~i p~i~clpio

seconde 11 uele lo. filosofin, .i;>er

sue' o~i~d.ne';. nonpcr

necessit.~ d~ll,.a suouo~igine, ...

Lin per rieccssit di ogni sun origine, necessariCl.mente senzc tempo,


Mauritius_in_libris

>

perch non

;?U

avere il te1upo biogrc.f :lco


di colui che pensa per
il fct- -" .
..

to che il tempo biogrlfico dli. colui che.pensc_ic. ~ilosofil.U!)i)Crtien~


.

:.

: : . :

..J.

'

''

clr'' esistenze.. di colui che vive e che vivel).do pensa


filosofin,.
neLlo
.
.
: '
; .
.
.

..

stessoidcntico senso di! di.1nit 1 e di valore. secondo il ...qu.o.le


il-. tem.
.
.

po di -colui. che invece di- occupre ln. y-ita. pensc.nd.o filosofi~_ -~a occupo ro1.:pendosi le tcuini o costruire cnse o

_.;i znpp~:.re

terrn,. nllc. steso.:.i

tii.hniert~ il tei.;tpof gli- t'!:pi_>artiene con le st~ssa misure e non p~9 .fcre
I

.'

differerizat perch:~i dc questo punto di vistr. proprio la f,ilosofic.. scnzc tcriipo 1che >stituisce il senso delln vern di~nit del1 1 uorno_._in qucn-

l;.?

to mi -fc. capire che il tempo nttraverso il .qul1.le io viv~

mie occu-

:x'.zioni, sinno quelle d~lln filosofir: cc;m1e pensare ln filosofia,


sic1
..
.'

no <'.!uelle dcl costruire cc.se, lo stesso_ 1; 1 perch o.ppart_ie;ne .!soltnnto


"ll 'esistcnzn di chi vive quelle. iitpref;2. e di chi vive quell 'cl tra ini.:

presn: {.:id questo ruc lo pu fnre cc.pire . solo ln filosofie, pe_rch solo
le filosofie pu e.vere questa.

t~le

cnpncit Ji

l_)ovcre~

dl., intendere

che le ricchezze che possono essere tJropric delle':'. filosofio non possono essere quelle rubo.te al tempo storico., in qunnto

vicev~rsa

a.vrenm10

i:.llot-D. l' nppinttL..ciento degli uomini in un. gre1ge e ?Oi l 1esnltnzione


degli nltri

o di

pochi. nltri in un

Se lcr filosofia .::fo questo. punto di

gre;~g?
vi~~t;-c

eJre3io dall 'nlt~rn


. '.1

par~e

pu nnscere condizionata dcl

dato, il drlto secondo se: stesso nello stesso tempo crisi e


crisi perch rot-tura; . e qu rotture. vuol dire rendere

-~iudizio:

s~nzc

tempo

elementi.che per sono temporali, in quanto posticipa.re e nnticipcre


sono elementi temporc.li, infetti posticiprirc si1nificn porre dopq e
'.'"lnticipcre .porre prirn.n: dunque crisi perch usn elementi

tcrnpor~-

~-

~i

ne ne1nnrlo il tempb, non il tempo co1r.ie tule, mw. il tempo che ?ro-

prio ella psticipn-zione e viccversc,; in questo senso crisi, m.':i. in questo stesso senso co 1 1e. crisi ;:nche 3iudizio

perch~

l 'U:nic2

co~qs.cen

zc. che posso nvere di .questo strcno rapporto tr& le, posticip;:izi'one ,Jri'

ma_c l' c.nticii:><::zione doppt rni?porto che appunto il <lc.to. Questo si-

gnificc

eh~

il: .d~'.'.tQ _-~cq_~clo se stesso questo

nes~o

trn _cri.si e

'~iu-

dizio, in qucnto il li1:.iite nel. quc+e poss.ibile sio. le. posticipnziorte pri1nri, sin l'nnticipc.zione dopo; il dcto il ne~are che l'inizio
"che lo riguardu. possn essere pos.ticipcto,, il ne3&re cio che 1 l.ini-

Mauritius_in_libris

15

'zio _9he: l.~ .. f_a -~~sere .possn essere dopo il dnto; s~r7b}?e- c<?,r.1q(.,dirc che
i.o, i.!Om~ .. figlio dei miei eenitori, sno un negcre' ch i ::'ll*E;i .g~nitori

.s:ian~dopo: di r.:-~e, r11u. se le.scio il discorso aperto ~.ques't9;. 1:;!:-9-:Ei~no . .:.


i l lL.nite dei ..1iei genito~i e c::uindi sono un ner;nre- ~',,t>o~s~bilit che
il posticipare sia e tutto questo i)ri'i"o de11 nltr~ po~~-Q~!it che.>.

1 1 nnticipcre; cio6~ i l dc,to pri1c nein ln possibilt't -delle, posti:cipnzionc, ~-dopo_ cr,u11ett.e.}n p~ssibilit.~:_d~ll'nnti.cipczione; prime, cio
necesscricrnentc il dr.,to, essendo il ncjnre che l'inizio cihe lo riguer~dc !i-iC... postic;po..to, co1uc se ne'3nwee. ii pri1uc nl !JOsticipnre, perch':~
~

G'P?unto. il dcto, se vuol diventnre qualche cose., esso il .principio,


l~inizio ottr~vcrso

il quale il postici~nre slitte e slittcnd diven


.-

tn '1n nntic:i,.pa.re. In 2ltri termini, il pOsticiparc restituito se stesso,. se. viene ~c~ito secondo

SE;

stcsoo, non riLo.ne se stesso, diventn


..

...

il suo

cont~ario,

l'anticipo; se riesco e posticipnre lo stesso posti,

c_ipnrc, se _ pone;~ .opo il .porre dopo~ porre dopo il orre dopo si311ificn fc.re di questo un .:mticipc;re.
Il punto

4i p<:trten~n i'i dnto ed un punto di pnrtenzo che &nl

....

core.. rimcne
....... un punto .di.....P[rtenzc. dunque non un vero punto di nrtenzn; . ih .~.'1~ti tc;n,,ini, ciueilo. che _til tenere fenao elle il dato

'.

,.

stn nl limite, in une situl:zione tl:l. Jrontierti e::l-' coue 'se'<.!vessc due
fncce: une, fr.ccir. dcl rlc.to rigucrdn ci che lo fc. essere, 1 'altrl'l riguurda ci che ,d.evE: nc.scere dcl <lnto tenendo ?rescnte che il dc:to non

d'r.;to per o ~, mn il

c~cto

sempre 0.:to per 21 tro. Intendo dire che

ogni principio di ogni filosofiG concepito come doto non dnto per
st!,

bens~:

dnto

co~,ze

principio (U ogni filosofin quindi, da questo

punto di vistn, c.;,-unnclo uno filosofia. be un principio che eppunto dato, significc. per un verso che il principio come duto riguardll. il suo
interno, la 11accccnicn, il dina11ismo, 1nc! per l' cltro rigucrda. il dinc.1uismo dci suoi risulto.ti: Visto in questi termini, 1!he non sono i ter-

'

' mini di un pensare diverso dc ci che il dato co1<Lc penscre il dnto


stesso, il

dn~o

?Cr un vcrso___nev1 la )OsticitK'-Zione de:l suo inizio,

cio ne}2 che l' ini.zio lo pos:JL'. scr.vnlcc:!.re,

:x~rch ~

se il dc.to ennet-

te che l'inizio lo scnvGlchi, il dcto pennetterebbe di non essere, concederebbe cio c".ll 1 inizio che lo ri:"';Ucrd& di essere l'inizio del suo

Mauritius_in_libris

15

stesso non essere, del:::no.n

esse~e

del d"e..to; in, questi tercini cllorn

il d.r,to il ne3are ln postiipc.zione pr'frnc,

I!l

dop'?, il dnto' anche

l. possibilit dcll 'c.nticipo le"Sctc u.l fotto che il dnto. non rii!lcne
\

d<:to per
ve er

s,.~,

nnzi non dnto per

cv~truire
. .

s<~,

une filosofic!l, une.

mc. da.to per cltro; il doto serei)ist~molog~n,

une scienzn., ma il

-~

dato rimo.ne fermo in queste Gitunzion~ di frontiera, per cui per un


-~

"\.

\.

verso il datg_ . posticipzione mc in qucnto prime., e per altro verso

;:nticipnzione .til:C in quc!lnto dopo. Non e' contraddizione in quello

che st:.o dicendo, perchL~ sto dicendo che il doto posticipazio~e ma


in qucnto prime e 'nn~ticipazione in quanto dopo, che il dnto il ne3a.re che lo. posticipc.zione sic:. pri111c, cio il neJare che si p"'6so. posti-:
cipcre l'inizio che lo rigucrdc, rlove questo vuol dire che il doto stesso ln possibilit. di concepire un posticipare ch si.:! primo, alla
stesse mcnierc, co;:.,1e un concepire le possibilit che 1 1-nnt.icip()_ sia
'

do?o., tento vero che l 1unico imticipo di cui il dnto capuce 1 1o.nticipo che tale solo in quanto dtbpo, cio dopo il posticipato;
cllqrc. in uesti termini il dnto nello stesso tempo crisi e ,siudizio:
:.

crisi perch rotturG, e giudizio perch l 1unico u1odo d:l tenere assie..

-..:.~.:

:r .

me, di collcgnre c:.ssie1:.e_, posticipczione e anticipc.zione secondo- il_


tcr.po dell'uno e dcll'nltrn che non tempo proprio n dcll'unn_n.del~
. ,
:

Mauritius_in_libris

..

17

. rr.-- L'ESSERE INIZIATO E LA. SUPI'OSIZIONE


DEL PENME.
..:.
'.

Ii dc.to ~ '::econdo

'

stcsao 1:'.irnnne. ,c.l limite tr;:: L~ posticipn-

SE;

Zione e ln c.nticipc.zione e dicenqo il dc,to ..secondo se stesso :come


.S

si presuppcinsse ch nel mor.1e~to


stesso. nel
.
. qucle il dnto. viene e~

nuncicto co.1e Gc il' dcto bloccnsse nelln sua. stesso inizinzione le


,:storir:Fnttro.verso 'in qcle il penscrc stnto posto nellu. condizione
...

'.

'

di pens2re; il duto di ui stirano pcrl4nd9 .il doto che in qunlche


I

~pnsente

maniere penscto dn tutti noi come ci che

nl

pensnre:di pen-

sare le filO'sofi.c, -' coffk se venisse esso stesso .pensato_ come ci che

a. sue volte" 1.s

c'ondizion~,

ricle, temporale, il punto

il

prin~ipio, il princi?io i~ senso mate-

di.pcrtenzu~

il principio del pensc.re o il


..

principio se.condo il qU.cle si fc. uno. filosofio.. o si sono fatte le filocofie~ ~ndo

dico il .dato e qunndo, enunciando questo termine, enun-

cio un tennine che dovrebbe fD.nni c..ndu.re nvnnti., in renlt lo .:stesso


termine che enuncio ci dcl quclc noi dobbia.mo cercare.di det'cnninnrc tutti i discorsi che si p0ssono fcre filosoficnmente, ;.:eon il prcsup-

~osto che in questo ci sic.. ll pcnsnrc, che il pensnre cio6.: sia tc.Lilentc orgcnicamcnte in ntto

4c potere
essere pensato
secondo il dnto fon.
_, -

dmu.entnl'. Nel 't!omento nel quale noi ci stinm?: preoccupando di fondare, di detennincre il du.to, il dnto non che ci serv_..: per se stesso,

'

mc.. ci serve secondo se stesso

perch~

c:o~.1e.. s~

in qualche .maniere: noi

supponessimo il datb stesso c6rr.e ci che serve perch dev-e gnrnntire


..

r.. :

che: il''pensre al \..~e.le sic.mo i1ltcre~s~ti si.n un pensorc e non un opina.re o un ,discorrer n. vuoto;

;.,e

<]Uesto si3Ylificc. il pensnre ~i in

funzione: il db.to individuato couie inizio del.- ..pensare


o di un pensnre
'
.nttrc.verso il qucle sia possibile une. filosofie, in renlt, suppone lo

stc~so

doto c6mc pe.ns.orc. Il momento nel qucle la individuazione del

.dato corrisponde od un livello critico, dove livello critico stn a. si. '

gnificnre
rim

ii livello

'

'dhe si ~one. come c;t che giudicn ci che sto. )ri-

di .queeto liv~llo c.: quindi livcl.lo critico, pre3iudizic,le com.:; 1iu-

dizio fctt primo. rispetto i::. ci~) che

st<.:;

c.. quqsto livello, il :morI1en-

to nel :qu..-;.le: il periscre, essendo ci che in qunlche maniere deve indur-

Mauritius_in_libris

18

ci n individu~re il dnto, diventn l'elmento di un discorso nel qunle


il dato .-1-~clemeufu:~~r~~.i:L-vci\10 -crit~~ di'.uc.?'sti.000-:.:dove questo
ctesoo stn

,e_;.

si~nificnre

che la. criticit di questo livello che viene

cfotrinina.tc in senso. rndiccl~ destinctc. n snltc.re in quanto la radi-.


C<:!lit dol livello critico ci che dovrebbe servire come esplosivo
delle. criticit dcl livello stesso; in questo. senso COI.ile' se intendcsciIO.. f.'..r cr:.pirc che S8 sit:rno ca.pe!.ci di p0rrc un livell critico in scn, SO rGdiCC;lC-~

le ro.di.:c.lit di questo livell critico consiste nello.


...
ch?C:cit.3. di fc.rc s::ltcre il livello critic0, civ& fa:rc snltnrc le cri-

ticit dcl pcnsnrc tenendo

~Jrescnte

che livello critico un pio.no .di

questioni nl ~~u?.le il dc.to come enuncic.to serve per tenere presente


un complesso di giudizi che si r>onc:: priin6 nel dnto stcss9, -perci :1p-

...

punto tivello critic9, prc-3iudizic.lc. Il liv.;;llo critico dn questo


~Junto

.i vista il

pi~no

nel qucle tutti 3li

el~menti

del discorso

sono d6.ti come rn2tc~rL-: s'ttrc'::~verso le quale bisogno rendersi conto che
i giudizi fntti' bono sempre 3iudizi nnticipnti, dunque sono sempre pro-giudizi che stt.:.rino pri1nn del moterinle del discorso nttraverso il qucle si cc..pnci di dctcn11innrc il livello critico; allora, se il livello critico c. questn mnnicrn necessario che riescn nd essere radice.le, nd cndGre in rndice;.ed nndnre in radice significccondurre il
dnto ad assere il' principio attraverso il qunle sc.ltn 1 1 onticipo dei
'.jiudizi; bisogna frire in modo che i giudizi dei quali debbo essere co.pace,come fllo'sofin, non siri.no gidizi che mi trovo anticpcti, non
. siano pre-3iudizi,

l'ilD..

sinno giudizi dei quali in tutte responsabilit

possn dire e dnre il prinipio. Psicologicrunente come se dovessim0


stcre c.ttenti a. cnp:i.re 'che e livello critico il discorso pi spinoso perchii il dato secondo se stesso. come. se fosse dirtto n dctenninnre 'il penscrc mc. c'i che

ln

quclche inani era suf>pone il pensare;

cio noi; non possinmol penscre che il dnto sin: 1 1 inizio del pensare nd
esempio plntonico se in qualche mnniern non supponic.rito che- il d:nto o
l'inizio del" pensare cbbic nllc spnlle il pensa.re st<asso.- -Il pen:snre
come cnpecit di essere l'origine, ln intensificezione delle sue difficolt, criticarnent rime.ne mitico, r:l:uc.tic-occulto, pe-rchG l'essere

Mauritius_in_libris

19'

'

nascosto del pen$p.re. consiste_ nel fntJ:o che le-_- difficolt che il penscre fc nascere sono le difficolt che riguardeno il pe~siir~
,Il .dcto,
quanto viene
'

livello_ critico, se il'livellocrit:ico critico :l.ri

c.

rn~icclizznto,
.

;.

-in-tento viene rndicelizzoto in qtinnto le:.

rcdiCtJ.lit dcl livello cri,tico deve significere ln necessit do parte


del livello critico di ~erd~r.~-~-lc suo. criticit; il t1101i1Cnto originario
nel _quc.le il dato : possibi_le come . elemento inizia.le del discorso cor-

risponde e. uel . ~1,tOilleDt0


nel quale ln criticit del livell stn ti. si&!li' . .
;

ficr;rc une iniziclc

nec?~?-it~rli

perdere queste.- criticit in qucnto

oc ln filosofie. filosofie- essr: non . criticc, il fcttostsso di ilenscro une filosofia


criticc. . .st.::;
:-u. si311ific&i.r~ :i..nvecc che siIL nnor.::'.
'
.
_,.
.
nel IDOlilCnto nel

t;UC);C

ln fi_losofic.. pcnsc.t::i.

che nc1.:-:i e se stesse: ln

cr.~ncit

criticc.' ln filosofie

C0111G

3riginnrL:.: dci -pror>-ri giudizi, iri 0unn-

to le filosofie che ser.lI'llci il sistemc~ dei pregiUdizi, per,' ln filosofia c01:ie sist?mn dci pregiudizi non invenzione storica d lll.psiis
professi_onp.le; potrcbho--~s.s.cx. t<.:~le, que:.le il lcpsus profcssiont..le, di
'

Knnt CiO~ un .e:rrore inconsci.::> che ceree. ln sue.. veri't nello gornn~ic.
dcl

s~

?en~o

mestiere per cui kc.nt:t,onllIIlente dGvo ecserc sicuro dici che

in 111040 tnle che. quello. che penso siun-.-onoscere e non un opi,

nere e devo essere sicur:q di;, questo lilcdicnte la tessitrn dei pregiu.

dizi; in . que,f;Jti
dunque:
il. lapsus prof.eissime.le cppd:ticn a.1. . ....tennini,
. . .
.

lu ....
infelicit
delle n~scitn
d9l discorso
filosofico 'ch nasce infcli. _r . J.
.,
; ...
.
.

.... ,

cc p,erch(';; _nc.sce sen~ _:ee ,s:tesso Jtl Plntonc ,mi' pbtr cdnvinchre "'che. gli' .
~

'.I.

'

'

hc t~pvcto il pcdre
'

'

C
.

le

lHlldl:'.Cr

per_ch.

SC

so' plntonico:, ~01'\ nc~et.t~+erpp10 .il pcdrc


r1tn . .;:ccette:;-clll{110
..
. ... -

nnchei" nccettnsSirub.

'

tl

cfi-~bor-.

ln mcidre dello. filo-'sofili~

.i.1
del padre e della
...... genitore
.
.

mar, :- ac'Cetteremm~/- ciS

ln potenzn
..,_:di cc;incepire
che ci,;sia un padre :unn.:'.1i1dr di qoosi::C.-fi~
.
...... .
;

los~fia_,che. ~<idir!tb.n". per noseitc_. non s;L "trova~ :quando le3giti~o''che

i priml:'.: filosof,'.i :.crcc.yo..np .i 1 ele111ento prir.ao, origiriorfd: di tutte le _,


cos~., quc.ndo ...leggi~o .Tq4.;te, lem~io.mo ,che -fl tproblemri consiste riel

'

I,

'

cercare l,c.
.-dcl ponsc.rc; il discorso fiiosofico .nel molilento
- garnnzf:n
... .
.
.:
nel ~i~-qer.cG.
S\Jq _.inizio non ~. indenrie 'on queste. neessit--:della---.:..:'
.
. ..
. 1 .,il
.
.
.
..
;

'

g.::rn~~i;, P~?.prie_,.P~t~h.~c .:_;;~lc~~~~or_so. .filosofi<io:.:fcitto-dn.J_l~ ~tainij: :. ~ ... 't..:

........ - -.. - - , . - -..... ---f~--

,--

' ...

Mauritius_in_libris

20

nel senso che il di.scorso filosofico poich t.1i wppcrtienc vive--anch'- .


esso L.-: fisilogic: elln nwenturn ulnnna;~neilc storin e la vive con
(1lJellu che possiamo chia11orc il j>cpsus. prof~ssion~le ;. mn questo lnpsus
professione.le non devo ripetrlo ner.meno subito dopo Annssifuondroi :cio
c.ppenc. dopo l'origine in ~~nto questo lnpsU:s profes'sionelc "se
...

COSD.

qual-

Che intcrc;ss<: il discorso


r.

tlc~llc SUQ.

origine deve ssere la-scinto

c.l_l 'origine storico. dcr discorso- -filosofico: e non lo devo riprodurre;


ripetendo
;;,-.

lcf?sus professi:mcle cor~e se attendessi di sapere, come

at\:cnd~va di scpere To.lete qunle lo ~'to1.xC"'v

o' invece___il giudizio

l' c~qun

e che sic poi stcta

sintetico n priori questo significn che

filosoficn l'e.cc:tin e e.filosofico il giudiziO' sintetico e priori; dunque il lnpsus profe.ssionale 1iii -serve per fanni capire di che mnlnttic
fc.ccndolili ce.pire che non c' nessun medico esterno elle mnlnt..soffro,
'
tic d~lla qunle soffro e queste ,proprio le infelicit del disc.orso.
filosofico; r.in se noti ccp:i.sco questo e, ~e, non COL.l?rendendo questo,
trc~cino per le. storia. le ricercn dello Ct"L.XE Ccv

senzn nverc pii.i l '-

cvvcrtenza del lcpsus prfessioncle che tnle nelln nisurn incui


3cnuino perch le3~to c"llc origine storicn, e se cerco di .~<J.rirc _
questo lapsus con l.'.'1.. filosofie. criticn, ' cmne se r:.vessi detto che. ,le
filosofia non che non pOssibile,mn in renlt tutto ci.che .penso.bili_ soltc.nto tutto ci che io conosco, il che significn che tutto ci che conosco tutto ci che mi esime dnl penst:::re.

LO

diffi.col-

t che rigunrdn il deto 1.nn difficolt che in qualche n1nniern elc-

'..

.'

mentare, perch

l~

difficolt che rigurtrderebbe il rapporto tra il

pe~sar il dnto; il dato ci che ruette -in moto il pensare cd cJue se il dato, che corrisponde a questn necessit, fosse viceversa ci

...

nttro.verso _il.quele teorizzare il dnto come -ci che mette in moto


il pensnre, se questo in qUnlche modo non coincidesse con il fotto che
J

quest~ . . ~te~so significn he tutto questo: 'suppone il pensare"; <4llorn


in questo cs~nso e in questi ten.nini ci troveremmo in una sortn di circblo v:..zi~s~-: dol dato il pensare, ma. dc questo stesso, cio .dnl dato
il pensDrc, lri supposizione 'del pensare stesso: allor~ dico{. dal dato
il pensre, ma globolr..iente dli uesto, la sHJ>posizione del pensare. Que-

Mauritius_in_libris

21

sto sembra, n livello critico un circolo vi-~ioso e-"circolo vizioso vuol

che~con ildntodi.I'nostro il ph~cf.ci~'mri c" p~n~~re_ giustifico


il dct> ~d in conclus:.ne --:come sc<.'tlnsc~nd.ess('nl1'~~1bito di quer;dire

s_~o. 4~scrso

..

la _.petizicm. del princ'ipio;


.

' .

- ---.

i :

non
'"'i",

'.

. . i"

..

-.

,.

'-

=.

l ..

-~iuridicc)

,1;,r: __

r:

---~--

.:

' .. ; .:

in qunnto io
.. ~ ... _

per pri.nclpio, il principio ; rischin di essere una pe. ~

tizione del principio,

-~ischio.

-.~/...__

.. .'. ; ..

-~ ', .. _:_1~

.. 1

.'

di .. esscre uri.i richieste del principio

elle;..- mcniern della p.ctizione, elle. r.ia.niera


"

-'-~;_c.4_l~cc

,.. - . J. .. . -

petizione -;di principio'-'( sA:rcrbbe unn finzione


:~r:.sccmdo eh~,

che si tratti di une

~cii un ~~hledere db~ ~si con-

uh chiedere h~

'-i,I_iile.diat&nent.:e perch'i

dispon di ci nei

cui confront:i 11 chiedre:: snrebbe chiedere.


Sto cercnnd0 di strutturnr il tmc teoretico dei discc)rsi filo~

<'

-:" ;.;.;

sofici, non il tema teoretico d~l discorso 'filo~ofico, n il disorso


filos.ofico come temn te0retico,

ti1t:.

cppunto il tema. te'oretic.o dei discor-

. si filosofici, perch i discorsi filosofici. teoreticrudente interessnno :~on gi perch'i debbo sapre ci che stab) detto o ci che stato ;pnnsilto'

li"'i.L1

pcrch6 debbo capire ld tmnticn che mi interessa

ll

li-

vello ;teoretico; debbo 'cnpire perch {in discorso filosfic0, e per


cnpirc .,t cttinro ch rtcm debbo .'.1ccet'tt.fe

6h.e

fi~sofi~o soltnn-

sici

.,tJ perch L2 culture. rni ho mCsso. in testn che fil0sof:i.co, n in bn.

..

'

. se n un discrso precostititd c..f discorsi, mci in un senso pi;J diffi-.cile .secondo il qu-t3:le si trntto. df lcsd-iare n cic.scuno :i. suoi discorsi,

11tl

conducendo. que'sti' discorsi

[i.

Ul"lb. sorth

di discorso .he costitui-

.sce quell0 che chiaJ il temn teoreticb dei dt'scr'~I; in-:qud~to filosoficL. no.i: pl.lnto di viste dcl tema teoretico

d~i di:scor~i eh~ siono ta-

li in qucnto -filosofici,- il teL1n teoretico iri. questo cc.so consiste nel


. fatto

che -se-io

dico,; dal dto il' pcnsat'; e poi globnlmente,

da

que-

so _la -suppo.gtzione del pnsci, evidente che frn<i: duei t~m:tni, dnl
. dnto. i.1; pensare e lb suppvsi~ione le-1:~pen@re~{la--qti1e

e del .primo

tennine~ cio dt11 detto il pnshre) tre qU~ti due termini hu il pro-

blemn di~ Clplre che COS~


i due termini, dnl du.to

fn. dn legCitlC.s ~he. 6o~n 'deti.dc . il rapporto fra


:i.1 pnsnr~ e d;'! q\ie~to ~lubnlioonte la. supposi-

zione, dc 1 pensnre. SG- il . primo .. tei:Tainc dunqu dal doto il pen'.3ere,

~ .quindi poi gl0bclrnentc, da qlie-sto; lo. suppQsizione del penscre,

Mauritius_in_libris

eviderttc chJ f'unic~.-. ~-uestione, non

..

'

'

di stare n ~npii:.e c~l~ mni dal

hc snrebbe (Jcrtsabile come d~~iv~to ,.dnl


itnvece il pensre stGsso 'coe suppos'to a. ci

na~~e. :!a -~':1:a yo.~,

pensnre

dato

.tn

che lo .fn ~_ss~r;~, mn

le qucstiune di cc.pire che cosd 316b~li~za dol dito 11 -pensa~~;, c:i

a:liveilo; cr,itico,

che fc filosofico,

queste 'qusti~ne,. risiede nella

. necciiisit di intende.te: .che cosn tre i due. , t:ic i,l. d~to e' i
~.....

.. .

pe~~y.~~.
.

." .

'

cost:ittiisca une, sort[i di sistemo or3onico per cui gl()balraente p0ssp,


.,

. .

.. . . .

.i . .

use.re questo rt.ipporto come qunich cos.'.1 dnl quale pu essere d_et.enni.~

tinto

un

c.ltro rnpprto di 'b:raini che

ta
~j

o; :

supposizione del pensare.

. ,

~,

...

,..~

..

L:}

Il problema consiste nell'intendere-che cosa, legnndo assieme i l .


.

dnto e' il pnsc.re1 ci che decide i l legnre >assieme ..il pensar~ come

supposizi~~c

del pbnsnre rispetto nl dnto dc cui screbbe .il

~e~~a~e,

nel i' intend~r ;ci~, che cose, 'lC:qc.ndo nssie1.e il dnto e il pens~~e',
.

. ci chci mt: do stringe c.d nccettc.re il penscre legnto n1ln suo stesse.

suppusizion; 1~~ questi0ne vere, le. int;i~secit del rnpporto che le.j.:i 'il pensdr 'til . suo

:dct~ cio che cose rendo tnluA3'ote intr:lri'seco il

rdppurto tre:. il dnto dcl perisc1re e il pcnsnrc stesso tnluientc intr:l.n.. seco

ques'i9. rnpporto

do determincre, attraverso lo intrinsicit. di que-

sto ro.ppore, il secondo rapporto che sembra il c0ntrari0 d~l pri1ao,


per cui .riellc rnis~r ..., nelln qlfnle. ,il dnto_ e il pensore sono. int~insei~
riella 'stcssd' ident'icn raisur~ ci che', essi detenninano, intrinsecru112n.
te nriche qkst0, "' "esntt~n~hte il lor.o contrario, perch il loro c~n
trar'io. signific.li il'..pensnre spustoto, la suppos,izione del pensare, il
'pensrc: che, bi~sogt1e. riccettare
che

cose

o che

eh~ ' spostato rispetto

che' lo fc.:. esser~ in; quanto,

bisogn~ sie determinato, come qunl-

a ci

che il 'pensare rispetto n ci

nei 11io1nento nel q\lale" noi diciarou Ciel da-

to il' "t>enscire,' rtello -stesso mo;nento dici.mS: anche


le c.bb:i.c.r11o' lh ~upposizione dl pnsar ci'.6

uf..:.:i\iepu~'.iilne:.::def _

rii' intrlrisecit 'del

rnppor-

.'

td che'lgn'ii pensare a.l'dat come ci c:ttr-:iversu lo quo.le intrinse..;.


ci-t---ll::_pefist1r~ gnriintito dll ci ch lo fa~ssere ed 'il dato, fini-

sce ~eti-e-sst'ej::'.esso---stG-sso, questn. intrinscit, la' intrins:-~it


di uno

cio1f-

"spb~t~-o- ~1_;-.tyen~nie~~iri1n di questo stesso; in ~ltri tenni-

Mauritius_in_libris

23

ni non posso ?Cnscrc intrinscccrJenteil. penscre determinato dnl dato


s~

che gli propri0,

questo .::.lV: stessn rnnnierc non significc lD: sup-

p0sizivri(.; dcl panse.re, se qucst:; non significc. il pensare sposte,to pr:i..

rr~

. to

di ci che lo fc essere,
~1ri1;12

di se steos,),

S\.:!

s~ ~czto

'--~- ..

non significa il penscrc spostc-

questo nCJn significei.,.che

~i

.che costituisce

L.) stesso dcl pensnre, e inizic.lmente senzc il medesimo. Tutti seppie.-

. mo-' che grmmncticnLi1ent~ n_()~-- possiCJi.~?.-~:~:':e il raede sim0 se non abbiQWv


detto prime lo ste.sso perch cppunto il
41ed~~ii110
suppo~- C:jiiaichc. c:osn
.
..
.

... che gi stcto detto priran; nel cc.so del pensnre nbbiamo invece L.)
i~

stesso senza il ruedesi1ao, perch in,reelt, se


le intrinsecit del

discorso significn

rcp~o-~~~, f;;_--"it'dato -~11 pensnr~-~ aa-cui drivei~


~

rebbe 1.-;. necessit di convincm;ci del fotto che

il dnto il pcnse-

rc -questd significa .che nelle stessa. rnisux:-c intrinseco il rapporto


trn il -.dnto e il pensare, nello .. stessa misure invece. nbbiaruo ln suppo
..

'

.'

sition del.p-cnsere, dunque ~bbinrno il pensar~ spostato primn di se


stosso, in.qucnto il pensnre sarebbe il pensare che dol dnto e_ in
questo senso il penscre _ prime, in quanto questo stesso d la. suppo;..
sizione dcl pensnre,, il .pcnsc.re spostato,

il penscre spo.stuto .. pri-

MO

de~ln

,r.m di se' stesso; qucstu nppunto il pnradosso

..

questione: ~

dover: fnre priIID.. lo stesso d_i se stesso, non posso fp.re lo questione

del 'medesil.io, e non per rn~tiv~ gr,cmjmticc,li,. non perch ci cie,bbo pritf1c

stabilire che cosn lo stesso che_ interessa il pensore, che costi


'

ci che il penanre ..in_ s, per cui

po~

..

'

. !

po.trei ?Orlare del medesimo

'non gi r-ispetto. nl Itiedesimo, ma del medesimo rispetto allo stesso:


quindi rion p0trei

.f:~re

quostiJne del rnede$im se non la

fa~e,~si

dopo

non gi dell 1 nver fctto questi0nedello stesso, ma c;iopo che l'essere


''

il pensar lo stesso di .$e-stesso significc il non p~tere fare.q00stio

a+

ne di questo-; invece ques.t tipo - discorsq. mi d l?l questione


che
'
.
.
posso fare del- medesimo prb1~n d~ll, ~tc~so, il pensare spostc.to. primn
di

se 'stesso

_,

,_

.i. .:: .'. .

_Jl.QJl__ :il mcdcsimp, no.n, perch sia dopo se stesso, ma per-

------------ ...
.
.
...
: ..
che nori il 1edesimo prime di se _s~esso, il: eh~ significa_ he posso
-

.).

fare questione del p'ensnre _,<ii

qu~

..

4n ci che il pensare _ co1ne lo stes-

so .di se a-tesso~ Dal doto il penscre si~~ico fondamentalmente la per-

Mauritius_in_libris

sunsibrie del loro leg.cu.ic ;:Ldnl. .dnto il .pcnsnt"e. nop ovvio. perch devo
rendbrrril~ ~cbnto di che:. cose: ~iustifichi iL l.e.gru~, quello ~hc c;:J:iirurUJvo

le:: globe:lit; il secondo tcnaine dclln

question~,

il fatto

~l-~!\.sup

p0sizLJne dl pensnre, nasce criticr.:u:aente ..sol-v perch nnsce legato cl. li-i.intrinsecit delln prir.:iC questione.; l 'intercssc _della questi,one c0n.,..

si.sto rielln intrinsecit che circoln in r11e.zzo c. questi termini: dnto


...

dnl dcto il pensc.re ho lri su;:>pusizione del pensare; interes_sn non gi


l 'nnu.lisi dci tcnnini

Ii.le.

intcr.essc.. questa. sorte. di rapporto di intrin-

secit per ln quclc, rn-:;ioncndo in un certo tli0do, mi con,rinco che,

t:o ae.l

d.to 'il pnsnre 1 ho 1:: supposizione de! gensc.rc, il che .sm:eb-

be c01.l dire: che c' un certo sisternn organico iniziale dal qUc.le il
tennine~-di qiiesto stesso pc.re che sir.. le nego.zione di questo stesso,
dcl dato il panse.re, ho le.supposizione dcl pcnsnre, dunque la conclusione di questo siste11m orgnnico. inizinle la sue stesse fine .. ln _stessn costituzione di questo rt:;.)prto or3nnico inizinle con::isponde l'.1.llo.
suD. fine; in cl tri termini cLh~ .1' inizio del pensare corrisponde ri.l
suo termine, nel senso in cui, ci che inizic, fo. condnciarc il ?ensc;r(:, conduce il penscrc stesso cmnincinto nl ten.1ine di questo stesso
suo esscr inizicto: per questo

cor,1e se noi C:.'.Tessimo che l'iniziare

del pensare all'inizio non i;:u1i inizio.re, sempre un essere inizicto. L' infzicire del penso,r non rani, attivo, non vercmien~c tropsitivo; non tc' .:iln iniziare che trcnsitn tc.llllente in se stess.~ e dc. se stesso dn essere lo stesso pensiero ch2 questo trnnsitnre_di se ,stesso
in se stesso non c', significc. che non posso nssumere ,c_he ~il penscre sin da ci che il pensare , :_:>erch lo stesso iniziare del pensare
: .... .

un '.essere inizinto; -couiQ dire che le llttivit del pe1'l~_are n livello


ori~innrio ' il su ?tssiv, e che 1 ! iniziare del pensare cor.risponde
n1l'esscr-~nizicto

dunque non un vero-inizinre; originnriamente l'-

inizinre del pensnre, se .un-. iniziare il penscre,

il:

pensare co-.ne

essere iniziato, e questo significo dnl dato il pensare; mn ques!o


contr6.ddctto dl. fntto che dc, questo, stesso obbirua;J la sui)p0sizione
del pensc.re, ci che l 'c.ttivo risto.bil-ito do.l pc..ssivo; dnl

pen~are

come essere' inizieto, dunque dal pcssiy9 che serubrn rigunrdnre proprio.. --------- - ---------

Mauritius_in_libris

...

25 ' -

_;J

mente il pen~are,. nbbinrno 1 ettivo ci.ove l 'c.ttiJo il) questo,__coso signigicn ~e. ~upposizion'? .del .pensre;' me'~ se l'nttivo dai pas.siyo, originario.mente io non p~nsb, perch' s l'essere iniziC;to , ?i dhl qua.

'

le deve essere det~P:~iinnto l 'inizinre,

!' in:i.zinre n9n.

p~ essere pi

un inizi~re trens.itivo, bens deve essere un iniziare intransitivo,


deve essere un iniziare che n0n trarisitn in nltro, ~he ~biUllle in s
. In altri t.enrd.ni, l'unico trcnsitivo p0ssibi'ic_:_che p,osso co~Efpire a
livello_
originario,
. ..

:O..

quel livello nel .quril il


que. p~n~ere .questa
.
.
~-

stione, questo.trc.nsitivo che riglinrdn telmente il


pensnredc
esse.
.:.
..
.

re questo transitiv::> rned.ir.nte il qucle 1 'cttivo dive!ltn p4~~iv9; e qut


transitivo significn davvero dn questo punto di vistn concepire tnllnente l'essere conc(:!pito che rh.mne sol tonto l_esserc concepito e _JJer
lo stesso essere concepito che n sua. voltn diventa .il .Pri~cipio di
.

. _: .i.

un concepire che do-..rrebbe essere :concepire dentro se stesso.,


cio
con._,
..
.

cepire intr~nsitivo;- dall 1essere iniziato cL.l bisognerebbe ayerc un


inizicrc che non sin un iniziare che trnns:i.tQ in cltro, ma sin un ini!

i~iziare de~

zie.re che ti::nnsiti soltnnto in se stesso,. che sin un

qun-

le cio non si p0tr rac.i dire, n:S cl principio n olle fine' il .suo
'

~ssere

-~

iniziato; nllorc come se il pcnsdre stess0 reclomns.se origi-

nnrim...cntc essendo di nun cssere perch co1ae se il pensare stesso,


per

necessi~.di

quello che esso , conducesse l'essere che

~.cllr.i.

ne-

cessit i non essere, perch conle se lo stesso pensnre conducesse


ln passivit
qhe 10 rigunrdc c.d essere l'tniz:lo, cio i~_principi0 di
_,
...

una a.ttivit che ;dovrebbe es.sere tnhnente nttivit dn non poter:e essere ntt.ivit per s; mc. se il pEms.dre ondott,o n questo, chicro non
gi che a qu~sto punto il pcnsnrb non pensa, benst e~~ il pensare. ,pen~

- _l

sn non essendo, perch~ 'il nun essere del pen~are p~oprio .~a ~'*1 sup.

posi~ione,

la necessit dellc1 su...-:1_supposiz-ione, cio ln. S'l;lpposizione

del pensore corrispunde elln necessit da parte.del pensare,

es~endo,

di. non .esse.ree


questocorrispvnde c.llc. lc3ittimit critica di occupcr""".
sene .in sede filosofico.; quest rend.c 'lc3ittim0 che il discorso filosofico, inizialmente e pr... ~iudlzinlraente, debba occuparsi di queste.
questione,; perch ln questLn'i capitole, non fondranentnle, le que-

Mauritius_in_libris

26

ori,g~n,cric.

stionc

i?~'.J:'ch

cio8

.....

non lo_, question?, che

:~igirg.;.

il n0n

~9:~el?:. dcll 'essere mc lr.: ~stione c~e, rigurcjn il pensc.r~::che nttre.-

ycrso :J.:}ess~re che ess9


si CG>Qd1,lce
nl :nonJ~ssere.,. perch nppuntoln
..
suppost,zi9ne
4e1 penscre... -- ,
essend0 il. .. pe~snre,. .vermnente il .non pen.... .
.
..
.

'

. --~.

"

se.re.
_qe
l __ p_ensnre.
I 1 peQscra
per . nascondere que s t~ suo es sel;"e
::;.
.....
'
.
....
.

:.

s~ndo

nun

re da

_pen~,&rc
..

s~ere

rf~e

cQ.~

_'.~:9:ii..16

..es.-

per nascondere di .ncn essere,__ tc.lmente p0ne di esse-

sempre,
dc csc.urirsi in tutte. le cose chec_pens.n, dn ns,,.

di.essere tutto ci che pensn, per cui nun Cfr che penso C-?i
.eh~

penscre

decide il pensnre mc ci che penso che,

de~idendo

il

pensnre in uestL tI1ani.erc e in questo ~-limite, in reclt nasconde che


il penscre non , essendo
.L'esercizio

d~l

pensare si pu dire che sembrn unn sortn di neces

sit c~e .il pensc.re di ncscondcrc il suo y_izio orig_inario' e quindi

per ese1uplificc.rc ai potrebbe dire che_. il penscre


sin le virt1 del vi.
.

zio; il pensore

~nteso

nel senso

~elle-:--: UG_ -~ffettue.lit,

del suo eser-

cizio, il pensnre considero.to in ci che esso .in qunnto nppunt0


pensl".rc
rcclt

qu~lcoso..,

il penscre consider.:i.to da. questo punto di vistn in

corr~~{3onq<?;,

si p.Jtrebbe dir, n unn virt del vizio, nllq. :vir-

t;:. del suo .stqs.s0 vizio, c.l bene del suo rnnlc originnri.J e si p0treb-

be dire che P<:mscr,c dimenticc.nd 1'ori3ine, che - ci_ che il penscre

in questv .eser.cizio,
..

''

~ coi~

se fosse in un certo senso l 1ul}ico bene

storico. crpc il- ' pensa.re


pu essere di se . stesso, perch l 'uni,o
bene
....
.: ...... .
s.tor,.co

~'h.~
.. .

il pensc:rc pu essere di se stesso ncsc_ondere .11 suo stes-

...so rncle 0rigincrio; e qui.ndi dc questo punto d.t vistn si pJtrebbe Ji"".'
..:re che _le

virt~)

che il pens.nre riesce nel essere come esercizio di se .

.stesso _ln
virt del suo stesso vizio .Jriginnrio,
cio ln
...
.
\,.

~i

virt~
.

che originnrirn,aentc il pensc.re , essendo,. come unn sorta di

di

n0~

essere..ch'7 . . r,i.~crdn il. suo essere. A questo puntq_ interess~ 1 1 int;rinseco che

le~n

il pensare Gl suo dnto in quello iaoniara per ui l'in-

trinseco che le:3c il


p.ercll. mi d,

pen~c.rc

nl suo dnto si riboltn contr9 se stesso

intrinsec~~cmte,

il pensare legcto elle stesso

zione . Le questione in rcc.lt._, nncorn fenua.

suppo~~-.

questo punto perch si

tratte di intendere che

_cos~

determino la intrinsecit del penscre nl

Mauritius_in_libris

27

...

doto in mcniera tele che da questo derivi la supposizione del pensare

e individunre questo che

~'

individuc.re questo

.9!!!2,

significn in-

dividuare une posizione che cttende di essere detenninatn come posizione; individuc.re ques:eo fil!!f! significa doverci renie.re contd del fntto
che dipendentemente dn questo, cio il pensare legato nl dato in realt il lego.re il penscre legato al dnto nl
.

. . . . . . , _..

pensar~.

; 1

legato. a

.~se

stesso,

allora. si trc.tte:. di ~p~re non solo che da ques~o~ ci~_do\. pensnre


legoto al doto, deriva il penscre legoto o se stesso, mo cdme questo
stesso finisca per significare che dunque il penscre pu tollerare un
iniziare solo o condizione che l'iniziare sin

intr~nsitivo.

Questa
..
ln difficolt! che il penscre fc nascere dn se stesso, nel senso per

cui il pensare nasce, , secondo questa stesse difficolt, dunque il


pensnre secondo unn diffic0lt che facendolo nascere lo blocca Qd
alloro. cmic se potcssi:tao dire che il pensare
secondo una difficol,. ::
t che,

dnndo~li

gunrdc il pensere
s~re

ori3ine, gli d e.nche ln fine; queste difficolt rise~ond0

l'essenzn dcl pensnre, cio

secondo il pensnre, non il pensare

se~9~do

ri~dn

il pen-

ci che il pensnre ,

perch il pcnsnre che SE.condo ci che i pensnre , il pensnre secondo i pensieri che lo stesso pensc.re , nel senso per cui secondo
.:questi pensieri

:!J.
.....pensare

cmne se fosse nellu stesso ter11p0 ci che

:-~o,struisce gli strm~p,ti o.ttrnverso i quc.li si f~bbrica il '.;pensiero


. _ ..

e nello stesso te1apo ci che con questi strumenti il pensiero fabbrica. E dubbic.ra riuscire n capire, di dover subito libernre ln questio:.

ne dc.l dissidio che si trcscino finO-"'C. Hegcl e ch un dissidio elernenta.re, un dissidio O.i ci non si deve forc qusti0n il 4.issidi cio
.,

secondo !'1, c;unlc noi non possiamo pensnrc il pensnre come ci che deve essere ci che usn Jegli strumenti 103ici per pensare o costruire
concetti 1.letcfisici o no9, perch, dal punto di visto della difficolt che il pensnre , n,Jn possiar.:to

ng~irnre

lG questione attraverso i

pensieri che il pensnre , in quc:nto il pensnre, per sue elementare


necessit, i pensieri; in questi tenuini,

quest~

stessa necessit

che necessit eleL1entnrc del pensnre, in fondo significn che il pensnre nellu stesso ,,,un1ent-.> nel qua.le fnbbrico. i suoi strumenti, fa.bbricnndo i suoi strumenti, pensn. Ne. lluestn non ln questione, e questo

Mauritius_in_libris

cl~,--; d.cieriio per un ettimo, che non ha capito Hegel, qUand Hegel

iriiP.inntb uy'' qilesti;one nei confronti delle logicn. elnssic<J. proprio aulic. . hetessit' di s1.1onto~e il di.corso i~1edlnntc il qunle per un verso
c :~:.il i1m3nzzirio: <lei c'()nctti logici, dunque l-'Orgcnon aristotelico,
...

e per cltro verso c' il cos1.1v metc:.fisico dei pensieri e dei c:Jncetti
e cio lb. f.ietcfisicn c.risttclico.; n.el senso del discorso hegelic.no
10 SLi2>ntcggio delln questi0ne consisterebbe nella possf.bilit di man'!"
i

ture assieme i pezzi dcl


r.10

~1.1cgnzzino

degli strumenti con i- pezzi dcl cos-

metafisico, fncendv qcs'tione di questo stesso. E il discorso si

?U riproporre n Hegel oristotelicl!mcnte perch c0me se potessimo


dire con Aristotele che tento vet'~ 10 tesi nristotelica. che Hegel
per controbba.tte~lc le. deve USCrG; in nltri. tcn.aini, se noi pensiamo
che clc..s~ice1~10nte logicc e me:fnfisicc non coincidono per cui questo
significo. che nun c' il presuppusto 1:1etodico del discorso mete.fisico,
se' nui a1cL3Ii1,3 che questo non perch conla se dovessimo sostenere
.

che c' in7ce une sorto. di presupposto nncorn pL) nssoluto, c' une
sorte.. di rnomerito riel qur~le ci06 il r.ietodo ~i: rnctofisica, de. questo
essere il rnet ..ilu gi ruetcfisicc. possibile sostenere che per questo
,.,

logicc e metcfisicc. coincidono. sto sostenendo che lu questione che


sto cercc.ndo di individunre non quello hegelic.nc') perche quello hegelicnc , dn questo punto di viste, questione clernentnre in questi
termini: il penscre h<.:

urln

SUll

difficolt che non lo; SUll difficolt

fo~dcroonta.le~ une, difficolt che n0n corrisponde a quella. che potrem-

m.:J' chici.ninre l 1essenzc, del pcnsu.re,

l41n

corrisponde cl su0 esercizio e

dn ~~to punto rii viste l'esercizio del pensnre mi educn e fnr coincider~

il pcnsl:rc con i'. C-.)ncotti o n non pJter 6..strcrre il pensare

d~l siste~n dci concetti che esso costruisce; questo significn che

lo stesso pcnsc~re che' determin. queste difficolt elemcntore del ?Cnsnre seco'ndb' lo quale il ?Cnsnre ccpnce, nello stesso temp;J e nelle
stessa raisrc in cui f.::."l.bbricc i suoi strurilenti, di pensare, cio di
costruire con ;;li strumenti che cos'tuisce. Questo dipende delle clen.cntc.rc qucsti0ne i,.nternn che il pcns2re nelle. lilisurn secondo ln qua-

le

il pensare stesso l '.origine di unn difficolt, me non delln dif-

Mauritius_in_libris

29

fic61t che noi vedi.rano esercitcrsi n l.ivellv, appunto, dell'esercizio


del penso.re e che . . uno. d~~:ficoit taL:oonte. semplice h~ .. se ln voglicr.10 coinpl:i.cnre si smenti se~; ecco perch d tcev0 che in renlt lo tesi
0

di Hegel unn .riproposizione. dclln tesi -aristotelica nel. sen~o che,


.

,.

hegelinn!l.mente, Coli.le se ovessi1110 bisogno, per non overe la distinzio

~~

'

ne tr.E '1ogicn e m~tafisicc, di nvere uno distinzione v.ssolutc. do que-~..

... .

.. -:-

stn -non' distinzione


,

"':-

p0st0

.-

..

. '

loglcc e metcfisicn che , c.ppunto, il presup

deila
~

't:ra

unit delln logicn e delln ruetnfisicn; per cui in questo

..

~Ji;J.

senso Hegel

legg~n-

c.ristotclico di Aristotele cd COlilC se noi

cfo .Ar:i.stotic lnsciassiru-J l 'Organon e.11 '0rganon e le. Iv;.etl'.fisica alle


..

. ~ ~- ... I, .

l 1~tafisicc, e le3gendo Hegel delle Scienza delln Logie~ noi non possin-

n10

.. I

avere l 'Org.snon e la. Metcfisicn, mc c.bbier.u appunto le. Scienza del-

. .

... .

le Logicc", dun~ non c:.vremmo lo distinzione tra la logica e

io meta-

fisica o tre la. logie.~ e lu. scienzn radicale di se stesse.. Perch in


-.
distinziun~ ~ncorn

Hegel questo sic. ci deve essere une

pi

pe~ont~

di

quelln nristotelicn,
esplicite
trn orgcnon e V..etofisicn, che vnle nei
.
. =. .
..

confronti dello non distinzione tre. 103icn e metnfisico, perch appunto in rac,lt la non distinzione tra logico. e metcfisicn in Hegel hc
- .

bisop,no di essere distintn dc~ ci che ln fa essere tale e questo signi..

ficc. riprodurre in
.

m~niern

.. .

pi'l re.dica.le le. distinzione: c.ristotclicc;


.

cio, .mentre nristotelicnmente le. distinzione vele per s{i e VGlcndo


..

. -

. .

es;;->~icitc,

per s

i~

Hegel ln

distin..~ione.

lendo per s- !)er ci non


~

. ._,

distinzion~

.r .... ..

non

vcl~_per

s e

..

.~on

va-

In Hege.l ln distinzione non

vnle. per se stesse. perch.- Vc!:lle per ci che le fc essere ci che essn
'

~.:

non , perch essc'J. non ,


..

'

'

o.ppunto,~

;:

~. ~

dis.tinzL)ne e dunque ln fn essere

'

non distinzione e questo stesso distinto da quello che lu-stcssj He0cl esplicitm.iente distingue quando, per fanai snpere dn che cosa co-

ri:1incin ln Logica, costretto n distinguere teoreticamente: le divisio

.1.

..

.. ; -

ni che Hegel costretto nel anr.lettere e n concettunl.izzc.re prilao del


I Libro, dunque ;yrL..m c,lcll '9ssere, le divi.~iofi che Hegei' costretto
nd cmmettcre, pensandole,
tico, in
Allorn,

reclt~

p~i1i1.:

di ci che

i?izi~

il pe1lsare sistemc..-:- _

sono il presupposto delle. non disti1lzione successivn.

questo punto di yistn, il discorso


'

Mauritius_in_libris

hcgelic~o

pi pedante-

30

cristot~lico,

mente

ritic~nente

cristotelico perch pre-giudizial-

raente aristotelico, in quanto le distinzione non le. disttilzione; tre.


logica e metc.fisicc..,

hlO

distinzione frc: ci che non. fcL..essere queste

distinzione e ci . che stc. prir.1c t:ncorn di <iillestc. non distinzione tre


logico. e mctnfisicrl.
Secono czuesto. discorso le difficolt dcl. pensore talrnente elemcntcre dn riuscire a bloccnre anche Hegel,rl'esercizio del pensere
cio cosl rischioso ac.riuscire. n blocccre

uno posizione (Hegel) he

sembrc, storicamente, unn posizione. che. cvrebbe ,dovuto concludere tutpvf;iz~g11i,

te le

che

nvreb~9. clo~mt_~ -~~globcre

tutte le p-;sizioni, sic.

le precedenti et . ~gp_rattu.,~~9;~_~i9 le successive,


priiuc:. di Hegel, sin ~~~.1'?. ___che non

.J1<?:1!.!1.0::P~1lSc.to

cio:~

sic.

p-t~e!ilQ

~110

che

pi.) pensa.re

dopo Hegel, perchi Hegel riuscito a costruire un sistemo che in realt corrisponde lll blJcco interno del sistemc. stesso. Allor, continu.Drc n

l~enscre

ccttunle;

nun solo non ho.

ciq~:I}on

senso . storico

~"llcllo

do:xJ He3el tutti snu stnti

to non c'

iw:mcc di se-nsq. con-

di contip'\Jare e quindi, in questo


J

nii10ti v figli nnturnli, perch

non si pu essere figli legitti!ili. di He3el,


0sserc figli

rnt1

_c' le. possibilit di.concepire ip re.dice un _pense-

rc che cbbic. c01.10 proble1.L..'1


s~nso,

~)i::'.'t

legitti~d

~lternctivG

L.ff

quanto per riuscire od

di Hegel bisogne riuscire n

s~ronccrlo,

in quan-

e dunque ln figliolanzo_nutentica di Hegel si-

gnificn le. cnpacit di i-ompere il blocco interno chelo stesso Hegel

rispetto cl ?ensc:re, per cui storic.:lrnente possiamo essere figli- ncturnli o nipoti cd evidentemente cnttivi nip0ti perch non abbicmo una
genitura nutcntica perch-S discendicimo dn figli che non sono legittimi,
il che

spie~.::

perch tutte. ln t:ulturc. conter,1pJrL'.nee: sin Olorc e odiv

verso Hegel.

. .

Dunque ci che rnpprcsentr. il. blocco del pensare corrisponde ad

une. necessit elcmcntc.re del pensare stes.so, dellfl qucle non posso fc.rc questione, perch se ne fcccio

~ucsti0nc,

ln questione. }:legel e

se le ~uestione Hegel ln ripro?osizione Aristotele; dunque ln dif, ficolt elecentcrc dcl pcnsc.rc corrispone, appunto 1

El que~to

suo in-

terno esercizio scondo i l uc.le, ele@entnrLlente, il pensare i suoi


pensieri perch gli strurimnti che gli servono per i suoi pensieri

Mauritius_in_libris

31

ed corn se i-:i.JtcsS-imo dire che le. elementarit del pensare cossisp.Jnd( nll.:i. sUc: interne cnpccit i pssere, nello stesso tempo, logica-~

mete.fisica, di essere, cio, ln identit


dicc;

2.1C:

d~lln

logicc. e delln metc.fi-

queste difficolt originnric del P.Cnsore che corrisponde, np-

punto, nl suo esercizio, non la difficolt che r.iguardo_l'essenzn


dcl pensc.rc,
~

perch,~-

le difficolt che ri:;ucrdo l 'essenzo del pensnre

ancore. ,pit greve, in <;_ruc.nto o l 'cporic. del pensnre pone il pensare

o non ci... che rigunrdc il pensnre., nllorn non in quanto riguarda l 'esercizio cl pensare, mn in qunnt0.rigunrda l'essenza dcl pensare,
il discorso difficile, cio il di.scorso :non aporetico come il discorso cttr:::,verso il quale .il pensnre qucstn difficolt secondo le
qu.le il pensc.re secondo ln suo stesse essenza, necessc.ricroonte, n:>n
pu e.vere un inizi.!lre se non in qnnto que_sto iniziare che ;rigunrda.
il

pcns~re

.sin intrcnsitivo, per cui l'iniziare che riguarda il pensc-

re deve essere

t~lmente

dentro di sci un essere iniziano do rimanere,

come essere inizinto, iniziare, e questo rimanere, co1Je essere iniziuto, inizinre, deve essere tnle dn bloccnre il pensare cd uno

origin~

che lei stin stcssn fi,ne: ci:o, il nensc.re, nel mo-mento nel quale ,
non . Dc questo punto di vistn il p<;nsnrc, nel l110!::1ento nel quale ,
non ,

pe~ch

nel mouiento nel qucle , se questo mouento originario,

identicamente il momento originario che lo blocco., lo.c}1iude, 10 conchiuc, cio6 l<J finisce,

non che lo fiaj.sce perch :lo qeterminc.,

llll!

non che lo definiscc: pcrch4 lo.fa essere, dunque non perch. i pensieri sono le. morte' del pensare, , come nel fraintendilJento gentilitno.
(dove i pensieri.' che 'aonb lc.".m01;te dcl penso.re altro non sono se non
i pensieri dove lG -G.ttivit del pensare o seuq:>re attivit
non _si

:;>U

~.dunque

lit'aitnre nei pensieri e dunque non cbbic.mo rnai i pensieri

che definiscono il pensc.r:e o.e viccversq. non. que.sto e

~llorn

il pensG.-

re non nttivit e il pensare se non :nttivit non niente, e


cui

c-_Jr,le

se i pensieri, da questo punto di

del pensc.re;

preh.~

vis~n,

~er

fossere ln r11rte

sc.rebbero ci attrnverso cui il pensnre e..sercito

se stesso ed esercitnndo per questo per ci inuorc, e questa fisiolo,

gin del discorso e corrisponde nll'nccorgersi dn P.arte nostra che il


nostro vivere ogni minuto non. significo vivere. rl1'.l significo morire,

Mauritius_in_libris

~-

32

......... :.'.

....

: sel 7.ffi~pensic.rllo;- il nostro vivere in pi; Sigtli,.,ficr. CVviCi~r$t a.l. nostro


..

. . '

'

- ....

::~

:-,;. : .~

-~

'

_.1.

''

teTmirte; gius.merite v:lvi61io pori pensando. ~ questo, diverslur_lente rinun-

zicrcr!lri~G non elle vit..:-, u. :dli~ mcrteJ il~--.sU:i~tdio ~-~_fondo questo


rubcre nlln~1aorte ch~;ivcrscr~nt~:-.-~a;ebbc. l~ l:;drn -d~i miei giorni.
"1.ei; '~osto ~6n i.;j::pas:sb ?1~~li.~k -~d _ ,~iu-~to c~e-;si~Lcos7.,. e. non posso
,.~
.~.
~ >.. -
.
. -.:- .
-:

:.:""

" ' :-

...

:.- "":"

filo~ofic.

:?retcnderc di nott ssere "bUon maestro di

~essrl~-'cst
"',

fccilknte

... . ..r

~elvV:bier'e:

..::: . _-.:

quando riesco ad

.no~ ri~sco
. .......

e in vece

'-". .

ad

essc~e.

nl-

."

erttc.ntobtiv"i 111t:stru c.~i filosofia quando il iscorso_riguardn ii pen-

~s&r&;.-~1cJci.cJ11 :.di c~~~- cbriii i :Ji.vi-e ~ivc s~cqndo se stesso e rauore


,.

~....

..-.. ~ ...

..

.~.

,....

: .

-~j

':

.---~

..:;_::

secondo ~11''sus~s'orrcre~- 1c~si<:.frido che. p.nche il


..

,.

/.~:-,'

<.

....

pens~re,

..

-~:

yivendo secon-

e.o s stcssd;' cci"Tc secondo le sue iuorti e non 'fnccinmo di questo le.

<:Ucntfon,~"~-eofch~ di ~t&--non_.c:t~ ~~stione, ciO.i di qbesto non poso..


so:1 rt.rb-~uri::a1~d-iii6cne
. .

'

. . ,..

.. >

ribii
.i ;- ' .

si~rio -i ~Jisc.orsi che il pensnre vive tnoren. . . ...:; ..

. ..

. .

. ..

do-, c.llc "st'qss. mt.nierc c.oi.iC 'delle vit.c hc io vivo, vivendo, non pos!

s'o ':f::r :z1:i:sc'oioso;~_:. ?erch8 ~pplito: .i~

re~l~

'cUffie~lt rietit.~J.J i{~nensc:rc


'sco~do
.

"6

sono le mie morti),

~ll'.

se

le sue. essenza questa. .1iffi

o1t cricoro."pi~,"~l:'c.vc p~b~ch le. difficolt. ch hc bi.s.oguo1el di-

"-Sc;,~;~..t~cli~~tt~,.;.c~~-;--~t.iu~t<~~-;i{
~-icolt C:rt~hc perchi .hG.

!.:! rtecssit,~

pensare :}lelln sun _essenzn_

~ --~if

dcl disc.rso, cio .ln ruicessi-

"t: c:~-'. ~tn une <Jifficoit,,. che riescc. ad esser~ 033ett~ del discorso;.
qucstio, pi-) proftmdo...1cnt, signff:i.cc~ che une. diffic0lt che deve riu......

'

.... 1 ""'

;. - .; . "'' ..

riuscit~

scire tb.d ssere ru(;tione e che dovendo


~

-~- . , '.. .

r ':

sit ~.s~~ in un certo


coi~-iJ"~~. ii i)ensnre. scondo questo
.

_.,:-'e~idente .che

ser~ ~cosl

e': co100
-

cd essere questione

;.,

s~nso,. condizfonnta ,;:d es-

l~veilo. uriginar~b, non

cssetido/'c6ndizioribtc. ~ci c;~~ere p9S'f:"n inun nod. che significn_ il suo


'. ' ~

',,-,...

'.

.i'

:\

. '.\~ . ., ., ..

:. .

ete:SSO pori~,.~f.lt. non. ocondo il porre. Si~ steSsc., perch secondo il porre{'

s:~ 'S~reblic ~jporre


.

..

.,..

ii_ su6_;_:,~~sere
_postn.
'.
.

Le. diffitolt che rigunr..

dc/ l 'dSscrtzO: dcf:\!pnsc..t'e. c1iffico1t origincrio perch ho bisogno dcl

discp1n~o, Lduh'qtie "diffi.oft; s~~~~..~ ~-l7- ~11 essa stcssn, difficolt,


de\Tti divcrtecr:c q~1:st:i~~e, cio6 cnpcc:lt ~l~ll 'esscre poste, a. pnrte
- .
.. ::
-:.
......
-.....
...
.

. .,..

,.

;.

'bens

Jcllt~ C:fuCstlone~

-.

. '."

'

.. '

'

che riesce. c.d essere .';ln purre, ma non un porre s6,

~n pJrid'Gltrb:;tn: qJ~t1~o, ~~- p~r:t~'dellc questione, l'essere

........ ' ~ ~. . .......


,;~"'"/ ~~:: ~~: . ~ ~
.... "' ....::. .
.. _".
.
.
?O Sto consls't' nel legl'mG. ititril'tseco t'.rn il dntb e il pensc.re t Cio
.

.- .: ...-

.. ',:

.... : '

. ~ . . .;-:

t'!'n': ci 'lche' c1'' 11 penst.rc

~;

. . ~ '::..'

.,

:1 / . J: .:......

::;;

'

. .'::

il ;>cnsnre datu dc!'. cio che lo d; mc e. que-

Mauritius_in_libris

33

sto punto sicm0 convinti che il penscrc lc3nto cl suo doto per une
intrinsecit di rapporto che si espri1.JC nellrr intrinsecit di rapporto tre il pensare e _ln_. sue. suppusizione. L..'1 questione stc in questo _ ~ _.
slitt~ento, per ore. non esprintlbile, dell'intrinseco, cio di ci che

condanno il

pens~re

al doto, me ci che condonnn il pensare ol dato

in renlt ci che condcnnc il pensare n se stesso; quindi quando dicimo, dcto:-pqnsnre-supposizionc del pensare, dal dnto nl penso.re, dcl
penscre elle suqposi_zionc del 2enscre, ci che interesso il teme. teoretico lo circolazione dell'intrinseco: l'intrinseco circolo trn il
dnto, trc:: il penso.re, tro. il pensc~rc e 1n' s\.lil stesst~;suppo'sizione ri~
moneno sei11pre lo stesso, cioci riuieneno ci che p.:Ji fc:: ess~re ,il pensare dnl dnto e dr: questo, .ancore.,. fo essere le. sup?0sizione del pcnsnre; c:lloro ci che teoreticrunente, deve. riuscire n pensa.re questo
intrinseco chcuno e che

circola,;~

cio

qe~tD

intrinseco che non

n il P.ensnre n5 il dnto, -n il i)ensnre e lo sun supposi,zionc, n questo pi'" quello, mc ci c.ttrrverso il qunl. il pensa.re lcgc:.to c.l dr:.to sigri:l:ficn il pensare lc3Gto c. se stcsso;;>er cui teoreticcr-aente non
miintcresshche cose sin il .c.to che fn essere il pensare: pu _essere c;uc.lungu cose, cppunto perch8 teorcticaraente non inter.~_ssn i.~. che
~'

perch i l che cost. un discorso di post-critico,

un

disco~_so

postpre3:ludizi6le ci0' tnle: pr cui nri1,u1 ho fotto _o dispongo di tutti.i g~\'.dizl che mi srvono,.perch& dopo dn ~sto si producono i concetti d:trAvr-sb i -quc.li._11es.o; e sto solo dicendo che dnlln logicn
clossicn in poi in tanto posso conoscere perch8 .conosco per concetti,
r.m in tonto sono scopoerto in questo perch i concetti sono legati <'.:li
giudizi.chedevonvere n disposizione prime dei concetti stessi e dunque se leggicio le cntegorie in K<:,nt le leggiamo secondo i . : giudizi
cio
.
.

-~

'

'

secondo unn sintesi coricettu...:i.lo che riposo sul principio deJ. ~iuclizio
che' sto. primo dclfn sintesi concettuale. Dc. questo punto di_ 7i~stp

cort"1e se do1e.ssim dire che sa_)ere che cosa. sono -le cose, conoscere .il
che osa. 'di ci che conosco ~ un .iscorsu ?Ost-prcgiudizinle, in qunnto per usare i concetti devo nvere pri1.ic i giud-izi che mi permettono
di unifica.re: i 6'oncctti e questo teorcticrunente non interesso,_ perch
~

questn maniero, nel senso teoretico non conosco; nel senso teoreti-

Mauritius_in_libris

co non

-~;i.

trc.tt_o. di se.pere che cose penscrc, in qUlnto non c' il

che coso. dcl penscrc. ;)c.l bL.Jcco heg~lla.no in poi le. filosofie. utopicc, scnzc. ost'~ . in ce stcss_o_,_ . dun0ie, nddtritturn, uietopico,
..... :

in quc.nto c~c. Hegel ~~ i.Joi sici110 uomini colt:f par sa.pere che 1e cose
che SD)pinJu S.;)n.J og::;otto lcll.'2 sccltn e sono oggetto delle sceltct per-

ch. : fnticoso. xmsr::rc


. _;.

'""'::~~-r- ~.~:~.~--

- ........... : ....- .... ...:..:..__... _ . . ____,. ,.,

'

-------- -:. __ , ---:::. ... - - !ti:...: .:

. III.

ORIGINE

E.CO~IISURAZIONE.

"Il teni:: ch8 si

~.icev.:-~

.
:-!: -. ...... - - ......

......
I'

f'

;::... ._~___ ..:_~::.d. - :.

... ..:;____ ,_ .......: ..:'.....:

teoretico rimnne l'intrinseco che _le-

ga c.l pensnre e il penscre a. :se stesso, 1 1.intrinsE:co c:;oriie ci che rimnne lo stesso circolnno, "essendo dincmico
e il pcnsc.re cdndotto

o ridotto

tt"t;

il; dato, il pens.nre

c.llc s"O.l stessa supposizione. ~tto

quanto si pu pensnre Jel viluppo di queste quest~oni cib che .si pu


penscrc soltnnto e fondf'li.entnlrnente in rapporto al cardine di questn
stessn questione, cio nl fc.tto che; dnl dnto nl pensare e dn questo
ci. che il pensr...ru

CO:1C

la sue. stessa. supposizione rimane che questo

stess0 ..si~nifict:. unn sJrtn di sister.ic. or,scnico di

ro.pport~

trq.
....

to, il penscre

f~

:i~.
~-

da-

..

tro. il 1jcnscre e se stesso. I:n questi termini,. se

possibile penso.re l'intrinscc0, pensnre l'intrinseco


e questo
livello
..
.
. .J
significa spusf2.re nncorn il

discors~,

in

qun~to

.I

il cliscorso_ in qu...ril.-

che iunnicrc 5i spostn-to per -il fa.tt<J che dal doto al pensare,. questo
mi cJnducc c.llo Si_)JStclc1lto de-1 discorso: la

supposiz~one

del pensnrc

si~ificc lo spostrul1ento dcl cUsci:.rso e quindi 19 sevstomcnto d"11 di-

scorso significc,- in n certo senso, ci che dovrebbe limitare il di-.


scorso tni1~ente dc. r>otcrlu f.::re c01.dncinre; perb, s~ la necessit pi
autenticc del cliscors'O q~llo di pensc.re l'intrinseco, . ~ome se tutto questo, il penscre lc:Jc.to Gl- dntb fino nl ?ensc.r~ legnto a se stcsso, dovesse subire nncore uno spostC!I'ilento ulteriore; cio il doto co-

ro.e tnle vere.mente ci di qua e di l dal qunle non possibile andn-

'

re, c;uinci, "il rlato veramente senzn trnscendenzn, sia 1'el SE?nso--ael;.;
le. trnscende.nzc alle spnlle, sic nel senso elln trnscendenzn -i~nnnzi;
T ..

Mauritius_in_libris

35..

11 dnto verra11ente, ~dn ouesto ,unro di vistn,


...

'

'

Ji{'.

essere i-'enso.to come

?l.!

ci che t~li:nente :intrc:nscerid~bilc dc. ::!-10~: ~otre 'l"JaL1etterc la truscen


denzc n innnnzi n2.,cllG: spr.llC' di se stesso/ perch nttrc.vcrso il r.:.t>..
;

..

porto trn il dnto e .1.-1 pcnshr(l1. e - tre~ il iJ.cnsl!re


':
. .
.

stesso, 1 t i,ntrin-

S(.;

seco significa. che il rnp?or~o no11 i:.posto .nel senso .per cui .ci,:, che
- ., ' -".i\. .. . -~: -. ~ :-

1 intrin!leCO

..

per cui lc:3<". cs~~erne if ;,)ensc.t'Q e 11 dcto e i,l, pcnsc.re

e se stes:so, ci clf

~:ttntri~~~~c~ .. ca~ilb .:quc~to

'

' #

'.

: ,'.

'

T.

~.

lc3c.rc

. ... :-

~~s~iemo

cor~1e.

non-posizione del rq)porto, ciQ6 com~ r'tipporto :non-l~.osto. Il :n"!-otivo


per il .quale il dc,to

)U
. ''

essdr~'.;1}~3n.to r.l. p&nst~rc . to.lmente. dn dore il

lf

pcn_sr:re lcqe:.to c. se stesso l' in:;t:r.inseco di qucsto :,St$sso, non ci


che questo cio6 il ?enscre
re

le.~nto

nl

~ic..to

lc.~

\e1,;b6 ni

<lnfi;).

SU??OSizionEi d~.;l

(pq.~~h!i o.ppurito

~n~cre) ~

il pensn

bens1 lrflrttrinseCO

di questo, ci che in~renti nl r~pporto per cui il penscre l~~~o.to


c.l dllto e questo il 1'.;;gn.rc il 1xmsc.re r. se st9'~so, sib che inerente r.l rnJporto lcf1on

in.renzt~ 9~1 rr.p1>orto.;,_.:-~f~. ,"l~t~i tcnai~i

ci che

per essenzo. c.ttrnvGrso iY'rr~p'J?orto, cPl ,eh~_':~ iner,entc nl rr:pporto,


...

il non essere del rr.~pf>orto r:i:trr;y9rso

se

t'!,..

'

sl:~sso, dunque ci che

inerente nl rupporto : ,~t:. n'on inerenz~.Jci::rq)porto e {K:r ci. l' intrin-..


.
.
seco il rcpporto. non-~Josto' ~ perch,.; .l" intrinseco in qucnto rnpporto
>.

non posto, per 'ci, le3r;ndo il _?cns.:'.re ::,1 dl"'..to,


,

in vece il. pensa-

11 rapporto tre. 11 dc.to e il pensare fino c.l

re n se stesso. Per cui


.

le~G

i"

rcpporto trn 'il penscre e se stesso il

rr~f>porto

non-?osto, non dun

quc ln non-?osizione dcl rapporto, <te. 14'. il\!2osizione del rnpporto; il


r.:-,pporto non-posto il rcppo.rto i1.oositivo, quindi l.'"'. non-posizione
del rnpIJorto nel eenso secondo il qunle dc.l rk.to fino c.l pensnre e
dal panse.re fino n se stesso, ci che il rnpporto significn imposizione e dunque non-posizione:,_ c.to

si111i~icc'.!.

quelle. posizione secondo ln


I

quale il

d~to

.dovrebbe per questo risult.:"..re tnl:nente intrnnscendibile

do non potere essere naiiU'.lCno' tr.-::sceso dc. se stesso, in qunnto,


to, lti. imposi.,zione del rnpporto sc.rebbc,

~n

questo punto di vista, unn

sorte di posizione in, cio d.i.. posizione nel dnto ta.l11iente


posizione sQltcnto co1ne_ .dn~O-)\

1Jt'.

CL?~un

dc~

essere

posizione come dcto fino nl punto per

cul posizione solto.nto

C<Xne

'.dato significr. rc.porto non-posto. -In que

Mauritius_in_libris

. ~- ~

33

...

sti tennini l'intrinseco quello che si pu chiomt1re il

rcppor~o

tal-

11entc irwrentc r.l r<:i.pporto stesso, dc essere le non;..ine]!.cnzc dcl rcp. ,... \.~

i,

porto, ciod il rc..pporto tc.lmente

nt~rnv.erso

se

stess~

he L:'.l sut.i ine-

renze~ non , in qucnto l 'esscre del .rapporto ottrnverso :!i :rdJ'1)orto


rimane occluso dentro il rap?orto stesso e dun\IUC inerentli1ehte nl rnp ?orto si potrebbe cvere il rcpporto del rcpporto stesso;

si

ptrebbe

dire cio11 che il rn;>porto potrebbe e.vere rapporto solo c.l 't-:npflorto st.e~
so, mc questo non significc. niente, in

qu~nto

1:-1 rc.pporto pu-

pensD.re

ro non ].)ossibilc, perch pcmscre il rc.pporto puro dovrebbe. si'Jtiificurc lt.1. cstrczione dei tennini dci qur~li pongo o nstrc.3:50 . il rcp.lorto;
dt~

;-,llorn

...

questo j_Junt:o di viste si 1>otrebbe dire che ci che l' intrin-

seco , lo stesfio rapporto in quento non-posto, dunque il pensare


le 3cto c.l clcto per cui il suo essere le.-:;n.to r:l dnto Hti d il iJensa.-

co-

rc le3c:.to c. se stesso, e tutto questo significa solo l'intrinseco

me rn_.J?orto non-posto, o in cltri tenaini si3nifica il dnto come intrensccnclibile, nnche nei confronti di se stesso,
i~iettc

civ'~

che il dnto non

F.lrn-

trascendenze. di quc1lunsue tipo e soprnttutto in rc.pporto e se

stesso; per cui il dc.to intranscendibilc, cio non pu essere ossunto come ci rttrnverso il qunle posso tJensnre i qUt: dcl do.to o di l.
al dnto. A questo iJunto

~lcr

quc.nto

ri.~c.rn

ci che sto. alle spalle

del dato le.' q\iestione scr.1brn ovvia., in quanto non posso pensare di qua
dnl dato<'perch".!. dovrei s?ostere ancore il discorso,
:'~i subito

tUl

11lll

il dilicorso ha

s~o .~?~~Fru:iento perch.,, il pensnrc ctal dc.to fino olln sup-

k>osizione del pensc.re gi uno spostnrnento e questo stesso9 poi, rispetto al tern:-.

d.~11' intrinseco,

implico. un secondo S,?ostru:uento,


cio
. .
-.
~-

,' ln

conf~J:lill:-

dcll:o s,,:>ostr1rtient:> e dunque ln

confe~na

del fo.tto_ -~ritico


~

che o.t:.traversd' i l c\::to che 1.-1i d il pensnre, il pensnre conlC se ri,~\

-I

mp..~es~e .le:~ct6 .~:lln noccssit di essere Iobile.. ma. inlinObiltoontc, cio


un, enserc che pu a.vere ?rocc s so o inmni srno interm:m~ente

u ,:i.vere processo o dinru11isrno cst8rnomentc n. s,:; . .In


-

'~-

~~~s~to s~nso

assere fc.cile cre.J.ere che qucndo il pensare si sposto

mento proprio e nccet~c.

:~li

n s,s ~,

e no-n
pu

do ::~s~o sposta1

r :

spostnrnenti i1i1propri, cllra il pensare


I

nn pi. d.ttivit, un il t>Cnsn.rc che r,ruore ogni volto nei pensieri

Mauritius_in_libris

37

ch:::.p.en:s~ (Gentile);

!'1 credere che 11 pertsa.rc spo.stat da ci-" che gli


pere!~sef ci che. c'iccettn tutti

proprio 'COl'ite.,.spostc:mcnto finisct.l

. i pensieri,. tutti'.~.:l. concetti, ~un crdere ;:fd.cile prch""it 'pensare

ic~tto falle. ~necessit-1. di CO~ceplrb ia sue .moollit

mariicir,:(:(~~lmO-

ifi

. bile:, cio il pensnr non pu es.sere se noncome unn sortn di movimen-

in

to deritrd se ~stesso cio ~qtl.e'iri~ s~pposizi:onc di '~e stess cll~

renl;..

't 16 biocct.i:. nel fatt6:6tigin:~riU. sccornio il qucle il \,endr ::'iieces-

-sitto nd un 'infzim-~ che;

es.sere dei- p''nstre 'd-ve ,,~.sse-f-~ \1e1i'o stes-

pei

'pens't.~r; rtnscertd --d~il''c~sd~ "inizia-

so >tempo 'priricipio e-'-lc f:tne-; il


r.

to~

,.

co

n~:scendo

.--r

'.

J.r

dc.l pcssivo, per 3ucdcgnnre 1 'cttivo ha bi.S"ogno di

uti""'nttivo che rink.-i:gc .::ttivo" deni:'ro s ste~'iJ'6 e dunque 1 'att:.vo -J~ntro

'c'oirt6i<le~e c'*1' la sua "stesa"~

di-: S --s:!gniffc il principt che de,je


.

')f" . . ~---

: -

1".:

-:

...

~'iilci.derc

ne, cio 'il princi:J;Yio che .. devc

fi-

con il suo co111p!1ilent6; nllo-

-tii' i1~ ptindf~ic5 rigtu1r(ia: il penso.re 'soltnri'to se ; il pri~cip.i del compimento coijpi\lto del prlnt:fipio -stes~c, par cui il ptincipfo t~nto:
c;uc.nto non 'e quest~'sigoir'ic: eh~ ln qdn1it del principio, e '1:i.vel;

::

, _ .- .. .f

..;...

.,

. ..

'.

'

... . .

r.

. : r,....

,..

lo origirib:rio di queste)' oiscorso critlco r'ispetto ~1 eem feret!co,

'~ "li j(iunrit:i.fit[l.zfone el :pri.nti?ic/, . perch~~ il principt(y .-tc.~to: '. es<it-

tci-r1cri'.te ' qu.nto non'~ ed:~, eone sc .il.penso.re,

n questo

prit6

liiite

nel:.qunl- : ~/rtiJn , foss tlCCessn~i'~HCntci 1~ steSS~: Inntem~tici'o del

..

p't:tncfpi:i; ~pci.ch~ , come


l

--

..

se

-.

fos~~

ci

<Fate

ctt"rc'1erso i-1

il i:>rlncipio

viene rnisurlit 'e coriirilisurntd in qu.:into tlev'' colri.idere con: i l suO cora-~

~-:

_ .. .,

rr ....

..

,.'.~

..... --~

;-- . ~ .....,_

'.

pirt1ent, per 'il fc.t'.t:-0 'che se. il principio -riri -qu.e110. he. "fino. al
suo cbrnp:Ln"iento, 'il' prlncif'.)io nori.
"

:. ,

--

.,..

..

c~mpiiaerito del' 'p-ti.ncipio si-

ll

.10.
. " _,

..

gnificn eriche il pri'nci')io' ri'solto nel suv' co1upihient' cio'- il i?rinci;..

. 't

;...

pio condotto .illn sU2' stess'n. fine

,' ...

.. '

qucst0 che dovrebbe fnre nascere

e"

il pens:t,rc;;) ~sto. :.stesso '"~tt~nverso i1p~hsn~c~ Stimdo rrivonco


1

nlln situ~:.z:iori~ l:.mite


'

~ .- .'

.,. ...

f '

cfi discorso per:


.'

: '

nnscere il. priric"fpi', 'ID. cu1ril:istir[!zine del

princi-pio~

cui. Tl pens-~rc \io\rrebbe es~~~e-i ortgin't6-~ .iun

l 'cssGrc:

..

.,.........

i-

essere origin.'t'o-'- 'dc 'um:f cdiDisurnzionc;

. dsse (itie11:d~ !."i~f~sd' P~-=


.....- "r.
I

cr \oosto,chc dovrbbe fare

r ,.

- l.

operczloncr

'

ln
.

qa'dtc d~iedc
. :. .....

.. ...

'

.-.

cio ci da

o;-tigtrinto. come

necessnrL~mierite

. come

d:i ssefe prs~rite a


.

..

se

chie-

l]tiestn

in 'cltri teti1lri:t,- fl pi"incii:>t(f'sc non il principi COi:n-

Mauritius_in_libris

38

1aisurnto e tutto il
niisurr~,

com;_:>i~nto

che lo riguc.rdn non ; uic. che cosn com

e stirnuo esercitnndo il tema degli spostcrnenti interni c.llo

spostcxr;ento del penscre, perch stirnao dicendo che cose conw1isurz il


?ensnre, e non da che cosa, perch nn devo fnre questione su quale
-si~

l'origine dcl ;_:>rincipio,

r110.

su questo pinno di questione. l questio-

ne il soggetto che c0111nisurc il principio stesso, cio6 il soggetto


nttraverso il qunle possibile che il principio sip. ridotto a quella
suo. misure. che per c.nche il suo essere. Allora l'origine del principio non 1 1 origine

quc~le

che esse sia, e questo non per necessit

del discorso teoretico del principio mc per necessit del livello critico di un teme teoretico; in altri termini se riuscic.I!10 o ridurre le
questione: dn
!:_Q

f2.!Q il principio, alla questione: che

commisu-

il principio, stiamo dicendo che l'origine del principio non . ci

che pu diventnre tema. il discorso, perch in questi termini l'origine non ; cio, dnl punto di vist.'.1 del principio, l'origii:ie come tnle
non a se dcl punto di visto. del principio l'origine come tele non ,
~)er

cui, nppunto, dcl punto di

viste"~

del principio l'origine lo sue

commisurazione, non posso chiedere qunle sin l'origine-del principio,


non perch non devo porre doronnde, rnn perch selllllni dovr porre il )Orre stesso e dunque non devo porre domande, mc non perch non devo porre bens perch se qualcosn devo porre, devo porre proprio il porre,
cio se c' posizione di qunlcosn dovr esserci posizione delln posizione. E' essenziale intendere che nnche a livello critico il proble1nc

non consiste nell'origine del principio, in quanto n livello criti-

co l'origine del principio le sua

cor~uisurnzione

ed clloro devo chie-

dere che cosn comnisura il principio, cio che cosa ci che fc


rcpporto nl principio rispetto Ql principio

~tesso

d~

dnl principio fino

c..l colt!piraento del principio, e cio il penscre; dunque il pensnre


ci .che nc.sce origincto dnl principio, qualunque esso sia, me in quanto nasce originato dol principio ci che poi per rivclsn chiede di
essere presente nllu. operazione fondCllllentcle del principio secondo la.
qucle, c.ppunto, queste. stessa operazione corrisponde alla sua commisurazione globale: il co1<ipimento dcl principio possiede tutto il princi-

Mauritius_in_libris

39

pio, cio l'npodissi del principio nssolutn, e 1 1 npodissi del princfpio nssolutn-:essn~ perch~-il principio non dssoluto; l'npodissi
del principio ; senza

'

re lezione,

per ci .~ ns,9lut:;4, ' senza relazio-

ne -~erch .senza rifer:finento, . mc senZC'' riferimhto perch come


se fusse tutto il rcpporto che l 1 podissi del principio pu 'essere e
questo livello, ciod il

suo

essere c.ssoJ,'1 7...]~~-

timit c1ellr. richiestn che il pensere.-

q~f_~~ qu:i..ndiic

e!! _es~e:Qr~~nte

l:egit.;..

a 'questa

a;rf' p-Fincipio coinci

.......
de c'on le presenze del penscre o.llc upernimn~ che fai' essere ii' prinpernzione. Il nc.scere del pensllre dc:l~ cboct::tf.~i
~-

cipio;. cllorn Sil'.1..riio fenni .c::l punto in cui il pensare nelln.cstessc condizione 'per le c_!Ul!le non ' perch ln condizione per ln quale .;non'
di essere dnl dato, per l~ stesse identi~l:unentc , in quanto il suo
~

essere dcl dnto significG tento qucnto il suo essere le supposizione di se stesso e ue'sto stesso' cignificc. le.. r'ichiestn necessric. che
il pensl:re di essere presente n ~lla opernzione che pui il pcn.;..
se.re stesso CG essere; Cio(; il ?Gnsc..rc stesso queste opernzione che
poi l'essere del princi;?io delle. suo origirlc, mn l'essere del prin-
cip io dalla stin origine senzD. 1 1 orgine, perch 1 1 origine de 1 ?rinci?io in questo. scfiso ln commisurd.z,ione dei.princlpio el corn;;>imento.
Questn commisurnziorte del principio nll 'c.podissi, dnto che c~m1isurnzione del principio cll'u.pod.issi: in quc,.nto es.soluto.,; significn ncces-

..

Sl1rirn,iente, 1 1 ess~re senza relazione di tutto q\lesto cd unn bri~ine purch sin, e{ sehzl riferiment~
ne pur che sin.

,
In questi

. ..

di

questo rm::.W:nr~ iel*,.r origin~-. ad tin fi-

.
termini

;.:>er la quale nori , identicrunente , e


.

. .: e r

.........~-

= . : . ; ,
~

il.pensare per lo stessa. cndizione

+.

. r::

-fi!Miil""tv.:i;.l>i~ca
4

che il pensc.

re totalizzato nelln: st'essc glob~:1i~sssblte2:"zb dell' ~ii)odis.:..


si del principio, per ui scrizc relizionc nll'oriJine e senza riferir.1ento nl fine. In ten~,ihi nnolitici, fenomenici come se noi dovessimo sforznrci di c<\)ire; che il pensare nn ,pu essere dedooto dn unt

origine e non pu essere p~risc..to per un .fine e dunque com.e se il penscre mnncosse di tuttn le trascendenzn possibile, in qunnto il ?ensare non pu essere tre.sceso n. dnll'ori,~irie, n,:; dnl firi.:;, ci. i1 pensnrc non pu essre trasceso n'lle sue spnll,

Mauritius_in_libris

dnvnnti n se stcs

..

so 1 perch6

se

40

..

ln condizione
per ln qucle il . pensnre non 9 _~dcntic~.
.
mente le stesse condizione per ln quQlc il ?ensare 1 nllorn come
:

''

<

;_

se dovessirn..J cc.pire che il pensnrc non dispone


nem'che del. temn dell 1.
.
essere e del non esse're clzit dn questo punto di- viste il pens.o.re non
pu disporre del' temn del! 'essere come ci nttrnverso il qucle pu pen-

A questo livello nel qunlc il pensnre

sare il dato.

concepibile a
~on-

questo m:Jdo 9 il ensare non disp0ne neu1ueno dell'essere per p0terc

cepire il dnto 9 e non diS?~ r.l#Jessere non perch~ l'essere n~~--gl~-


dnto 9 non perch l'essere non duto c_se stesso e nemmeno perc~6
l'essere non , perch anche se pensnssimo di potere dire che l'esse.

re non questo significherebbe riconferranre l'esoere, in quonto n questo livello di questione dove il discorso nncorn condizionato dalla
sun diloonsione criticn, cioe pregiudiziale, l 1essere ci che non p0sso usnrc )er il pensare, a a livcllu 1.:>ui rndicnlmente teoretico nel
qucle cio6 il discorso dovrebbe essere non
dnzione del ?rinci?io,
l'essere o non ,
sE".re,

perch~

Ll

~on

pi~

il fondaraento o la fon-

questo livello non dovr pi preoccupnnni se


in rapporto cll'essere 1 mn in rapporto al,pen-

il livello critico delle. questione originnrin del prin-

cit>io nttrl:l.verso il quale dovrernra convincerci che n l'essere ,

n..:~

l'essere non , perch il dato in quanto tale ci che non posso penso.re attraverso l'essere

e neIIlti:eno

ci che posso

ne~nre

nttrnverso

l 1essere, perch~ se nego il dato cttroverso l 1essere, ne:3nre. il dnto


.

c.ttrnverso l'essere n livello or:lginnrio significo soltcnto usare a~


questn negnziorie attraverso l'essere 1 per l'essere, contro l'essere,
fino all'essere. Alloro in questi teruLini e livello vriginario, le que.

stione

cos.

questione e,

dr~sticc
infc~tti,

..

.;~

~-

nei confronti dell'essere che l 1ess.ere non


quc..ndo ho detto che l'essere ho detto che 1 1-

Gsscre non q\.iestione; se penso l'essere lo penso secondo l'essere


e questm signifin nffenunre l 1essere che secondo se stesso, mr. quando penso che l'essere ,
re -questione,

111.c""':.

C01'le

se pensnssi che t'essere non pu esse-

questo significn che, teoreticar,1e_nte, l'essere do'7r

essere condotto alln questione, evidentement.e rion dnll 'essere stesso,


n secondo l'essere stesso, perch se l'essere governa, la qustione

Mauritius_in_libris

41

che lo__

ri~dn

'

.. -

:_J

'

.J

.. _- ________ ::~-:.:: . ..:..:..

po~rcbb~

dell 'ess~~e signific non fare questip-

. --

.:

p.art~ d~l~_,e.sser~.,si:1nifico.

ne; questv do
si

pa..rt~;

qu,est9 da
~

... ,

... . .

.1.. -- .' .

1 ,inibire ln questipne, e

_,_._

..

...

..

dire c.J;le in fondo l'essere lo,. pi grosso

.-

-'

...

.'

.J

il penscre nbbic sempre cvuto storiC'400nte..


..

. ---

.;

~~~ch.

:1-nibizio~e

9he . ..,

- . _.........

!.J

,,.j_

le inibizione. i:'.) .
.

'

...

-'

':

fc.cilf.:, le inibizione fondc.rilentcle, .in quon.to ci .che negato o .nf,

. !

.l

..!.

t .

_'

,, .,

fenLJc,to, cio: .l.,intJtJlogin


o non ontologii significn l'alibi migliore per
.
non fcr.e questiqne.

..
---- ----------del ?r~n-

- .. -.

quel~ ~'origine

:Q.cl pun_to di_ visto originario sccondp il.

cip io . ci seco~do il ~cl.~ ,l 'ori3ine ste~sp non , per cui per questo e d<::. questo il principio .~' se la.. .~stione.
risuurdn
il pensore
.
' . .
.
n questo uodo,. pe~ cui i.l . pen_scre
ne~la,. stessn
condizi0ne, per ln quc. .
.
'

le

~,

identicnfo.ente per ci nvn _, questo significa che l'essere e il

non essere non.rigucrd,:'lno n l'essere

-.J

'

..

.n-~

ess~rc,

.il non

--

dunaue. l'esse...

..

re non rigup.rdG il clc..to e, n0n

+i~nrdndo

ginnri~::iente.

puro, yuro. fino a quel punt0 nel

il dnto, in

neces~mri,e.Llente

qu~nto.puro,

fc. essere quello che _,

il d. to, il dnto rimnne uri~nle

l'inglobcmento in se stesso di ci che lo


cLy~

il clcto; nn,

essere. non posso fnre questione ?ercM,

nppun~J,

dc~to

.i ci che lo fn

che non posso fnre questio-

ne della. origine eone origine ris?etto nll 'ori3ine de,l ;_)rincipio


!

te il dr:.to, e il

d~to

. '.

Iai serve fondarncntnlriiente perch non i-ai fa fnre

questione delle origine del principio. perch ,J il


lo stesso

p~incipio,

questo_

vuo~ dir~. _che

princ~}>io,

c_on~ronti

nnzi

se il dnto lo stesso i)rin-

cipio, qucle cl_le sin, il principio ,cu1:10, dnto significa


ll'2i cui

rne~inn-

~l

principio .

non posso fnre questione dell '0rig_ine, mn, non perch

l'origine del principio .non sin, ms perch dol

p~to

de~

di vis_tn

.?%'.in-

cipio l'origirie no.n . Dunque da.l ?UntJ di vistc.._del P!incipio l'ori3ine non , non pcrch~ l'origine ~~-l princij_)io non sic, ?erch l'ori3ine del princi;;>ip;: le. comurl.surc12'.ione del principio nl suo cornpimento e se 1 1 origi?W, :lel principio questo, cio se 1 1 npodissi nssolut:: ,
essn stesso..: .__ l'origine
..... .:..__ ..
_:..
~---

d~l
. .: .

principio que,sto
.

~ignificc.
.. . .

che le.. '.1Ssolu-

tezzn dell' &i)Odissi t!enc dentro di _s_ il rnppcJrto ill modo tele per
cui il rnp?orto senzc rni:)porto nddirit7turc o se $tesso, cio l 'ori-----,'I.'

'

.'

gine senzn oz:igine, per cui+ l' or~gine cpu~ tele non. , ma g in qunn-

Mauritius_in_libris

42

.,,

.L

to 1 1 origine del ~Jrincipio e qu~sto sigrtlfic~ '.~'h' per questo il penscre nello stesso I110ment0 nel ;qu~le cper
.quest
non : essendo non
.
I .
..
. .
, non essendo . Allorc.. ln condizione del p~nsnre sempre il coritrn.

.-,-

...

rio di se stessa.,. perch il penscre essendo non e n0n essendo ~ ed


;"

. .:

come se stessimw dicendo che 1 1 identit cl principio_ non ln .Pc.>sso pen-

sere, mc nl ?rinciyio non posso

nenm~no

lorc nt A A, n;j A non A, in quanto

..

...

..'

pensnre le contraddizione: nlnl principio; ci.; -~~llo sta-

to originario del principio, 1 1 identico il contrcriu ,' per~h.6 l.n con.


dizione del pensc.re il suo contrario, cio il contra.rio di se stes-

se, il penscre attraverso il .c~Jnttnriu dell 1 :id~ntico e il pensare'


'

non attrcverso 1 1 icntico del contrario, d~nciue il pensnre ha l'identit, I:n perde e ln rincquistn perch il pcnsnre

a.ttrc,verso il con-

trcric dell 'ident1:co, dunque il ?cnsc~re riconquiste 1 1 iden.tico o.ttra.;.


.
verso il c0ntrnrio, nic il pensnre tornc'.l n non essere ~ttrnverso l 'iden.

tico del contrnrio: nttrnversu il


tr~verso

..

contrc.~iJ

dell'identico, non et-

l'identico Jel contrc;.ri0; non vuol dire che riconquiste. di

non essere nttrnverso . 1 i'ic!enticu del contrnrio, io il pensnre qunndo ; l~.5c.to direttrn:ncnte nl cntrcrio deli'essere e viceversn qucn~

."i

.l .. -.

...

'

d.0 nun , legnto nll 1essere del contrnrio. 'rri questi ten,1ini come

se il pensc.rc nnscessc uctc.fisicnmentc sbn,slinto, perch c0uie se il


pe!lscre, penscnd_o, non nvcsse mci di fronte 6. si ci che clsa., perch..::;
ci che pensa sempre un mod0 nttrcverso il qUnle il pensnre torna
!.

..

nlle sue spr~lle e quindi corne se il pensore fosse condonnot0 rnetnfisicn.mente n dov~re essere lcgnt0 al contrnrio dell 1identico e cll 'iden:.
tico dQl contre;rio, per cui come se il pensare no.;.n potesse uini pro-

cedere in s~,nso. lineare' p~ogressivo e il pensnre . n livell.J speculativo non ?U es~ere line~~e, cio ~on progredisce; tnnto il pensare non
.

...

,,.

'

..

i)rogrcdisce specula~ivcnente che speculntivamnte la questione pi for

te

d~l

1'"

'

pcnsc.re quelln che noi potremmo avere pensato sempre conte ri-

soltn nl P;rincipio, cio quella. del principio. Quitldi n A A~ n A


non A, cio n nl principio l'identit, n al principio
trnddizion~,

l~

con-

perch cl principiu, il pe~snre e il pensore non , in

qunnto il pensc~e u.ttrcverso il contrerio.:dell 1ideritico e i'.'. pensare


~

Mauritius_in_libris

43

n.Jn nttrnverso l'identico del contrcrio; nllorn come se il pensnre continut'nente conquistc.ssee perdesse

se

stesso e cme se il prin-

cipiol'.l principio non p0tesse e.vere una origine che n0n sin 1-'orlgine che il principio interncinente e se stesso;' pensb.re che l 'identit: nl principio "(Aristotele), pensnre che la contraddizione al principio" (Hegel) significa. pensc.re in tutti
.._.,

!.

'

il ?rlncipiohc

....

ut.l'!

doo i . cnsi che al principio

"

origine che ?Oss0 pensare indipendentemente dnl


'

'

princi?io e in questi tennini a~cb'tj~'rnjione Aristotele ed Hegel sarebbe la verit di Aristotele; -Hegel sarebbe la riconferme criticc. di

Aristotele perch, npp\lnto, ;>ensnr' al :irincir:>io 1 1 identi.t


... trnddizione significD. penscre che

,,JSSu

ln con-

pensnre l'ori3ine indipenden-

temente dal principio,:"ed chio.ro che se posso 'penso.re l"'ori:~ine ini?~mclcnter.1ente dclprincit>i c0Eie se iJotessi pensare lr.. relnziorie

del principio all'origine c0me a.ventc un rcpp0rtu o come avente rnppor. tu nd uh riferimento che stc o.ncorc 1)rililn del rapporto e della relazione. In questi termini

dovrcrm~o

penscre e questo modo: inrenlt le re-

lnzione tra il principio e l'origine hn un rc.ppurto per cui tutto questo hc. riferir.-iento e che cose. e tornerernmu nlln dor1tnndn

,~lobnle,

miste-

ri0sn, e quello che Hcgel ebbe il cornggiu di chinrncre il vuoto, l'essere guest0 vuoto, l'Anfnng, il cofiiincinrnento, e questo vuoto vuol dire che se debbo pensare n questo modo, pensare a questo m<Jdo significn dovere donnndnre per non avere risposta. Per questo il pensare che
si origine <ln unn origine che posso ?ensere indipendentemente dcl principio, significn che tutto queeto deve essere conglobato in mnniern
tale che poi devo chiedere do. che cose il tutto e si fa presto r:: mettere le cose n posto cnmbinndo di posto

~ll'nssoluto,

lu metto dopo

o lo metto pri1.tn, sia che ho l'assoluto alla fine sia che l'ho nl principio, il giuco lu stesso infetti qunndo lo pongo ella fine, porlo
c.lln fine significa iicsconderlo al principio (Hcgel) e tutto il discorso pE1 crudeltrK;ntc

he-~elinno

consiste nelln ccpucit di nascondere tal-

1:.cnte 1 1 nssoluto urnnte il processo dc farlo risulta.re nlln fine come risultcto, e alloro se l'h0 c..lln fine solo perch sunu riuscito

e nnsconderlo al princi?io e se l'ho nl principio solo perch riusci-

Mauritius_in_libris

44 -

r n nc.sconderlo c.118. fine: . : .tuttei le" filosofie che- 'classicamente si


etincludon0 )lprendosi sono le fil;JSOfici che nnscono dcli 1nssoluto psto
nl princ.~;:>l'? L.1es soluto .ehe. spimt~ ~lfn fine in quonto nnsoosto cl

principio e vicever~n, s:f.gnificn riuscire


qil principio e chi, o. questo p.tinto'

p'iti

c,

penscire liorigfnTdivisn
del i 1asso1to hc~ di~itt~

df

occupcre questo posto? quand:u dico lv &px~


d ll'. necessit

d{ a3giungerc 6 -&Eof

qucndo rie;~~o cio: n d1re:-~tt

"nl principio" significr~. che ho> tnli.1ente .il prin~ipio dn poterlo cl.ire
c:rne

r;ri~cipio,

c.ilorc.

p~i. lv &pxu mi:. d :ln

necessit di n:ggiungere -

Di, cio6 Dio figlio de11 uo1~~' cio6 nel 1aornento 'in cui
r

'

'.l.'u:;1t1J.~cn '
.

CC?isce l '~ssere. ~oncepito ciel principio riesce;:::;n conceyire .Dio:t .11c'.l<.


' .
.
.
se 1 1-UOlO. JiCSCC D. conCeiJirc Dio chiaro che teoreticrunente il disco~
. .

: ,.

so f:cls .perch, so riesco n concepire Dio do:yTei ?vter cnce?ire ,-, .


il princ::f.pio ' .il che .significher .l 1unico modo di ilipedire che sin 1 1 -~
u01nu

c. conce
Jire.,. Dio.
.
. l.

. i

Mauritius_in_libris

!~5

. IV. - IL :QUAN'l'm~l ;ORlGINffilIO E IL TERZO ESCLUSO.':.

Il i.i-iod0 per evitare di

C<?nccpir~

1 1 c.ssoluto unicamente quel-

lo di conce?ire il principi9, n_el se~S(.). secondo il qunle qucndo ho' .. ne-.


t::

cenncto nlln prnuncib. iniziale del principio, intendevo con questo


esemplificl".re come sin possibile da. pnrte dell 'uon10 concepire Dib, in
'

questo senso: se l 1uom:.Y convinto. della necessit del principio elle


stesse, racnierc come -se .questo diventnsse le geriituro dcll' cssoliito;
qutni le convinzione dalle necessit del principio

coroo

se fosse

ln geniture:: clell-"nssoluto e :,qui: lnsciruao il discorso n se stesso

~Jer-

ch6 lcscinre il discorso a se stesso c01.11e se significnsse che quc::

prese-iltc il i1.i1ilite, :-1,m c.nche ln libcrtq dell 'esscre religioso e dunque lnscieh10 il t~iscorsv r. se stesso perch-~ non interesso. filosofico.h.cntc; cio.5 le,, necessit delle convinzione del ~Jrinci?io che finisce
per corrisponc!erci ella geniture dell 'nssoluto corne se costituisse
l 1uo:mo religioso e questo un discorso ?Crc.dossnlc ;_:>erch.7: ln condizio~
ne religiose dellu:m10 non une. condizione nonne.le, non una condi.;.

zi~nc o.bitunle; Cd iJCr questo che tutti i. confcssionc.lisilii. di quelunquc tij_) tendono, invece,

C:.

fnrln. diventnre nbitUllle

cia.rlo. COl"le una sorte di nbitp dell 1u..>rnu pi

:~10no

e tendono'

s?eC-

COlilOdo. .GSCiGre

il discorso e se-stess0 siBnificn che qunndo il discorsu deve essere


non la.scinto n se.stesso, in prospettiva. teoretica. un discrso rischisu perch 'un discrso che corre sempre il rischio di.neufra1nre in
un altro tipo di: discorso-, CL.)8 quellu che nccennayL! corne caf)ncit dell 1uor.10 d' essere religioso, rae prec:isondo i te~11i1:1i del pnrnlleio in
1

questo 1.-10do: i l fctto che filusoficrunentc dobbioo10 renderci conto <lel1'6ssolutezzn dll 'c.pudissi, civ(l della. nssolutezzl: di ci che r;igua.rclc. il pr:inc:ipio nelle sue. strut~urn interne significn tenere: presente
che 1' l1ssoltitezza -dell 'opodissi co1ue se richinmc.sse temi pF.i a.ssoluti intrlnseccmentc, per: cui pronunzinre lo stesso te_rmiric df nssoUitezzn significr. oprcdisporre il discorso nll'nssoluto.o tenere-nascosto
l' assolute. nl principio, perchcS nl princi?io;

orn,

dovere filosoficc.niente interessorsi del di.scorso nel senso secondo 'il qucle 1 1interes-

Mauritius_in_libris

se nl discorso mi 6nd~'{lil 1 .cssO.ute..~zq._. q_~_lJ~.'


qpqis.si, evide.ntemente
. . .... --- ....._. - ;,._---
non significc nnsconderc ln dimensione religiosa dell'uomo n<l al principio, n~ tenerln presente come prospettivn, n~ overe il problemc i
ne3crln o di nffermnrlc. 1-ungo il cnmnino;: sto ..cercc.ndq., li
chiarire
il

..
.
.
;

senso. . rcdicolr!lente
inicu' def "'c:liscorsu filosofico-, e lc.ico,- signifi~a
..
..
'

il senso del discorso che rcdicnlmente deve essere

conside~ato
.

'

...~.

to di viste dcl dissorso, dunque che non :.deve pc:Jnre debiti

'

dal 9un-

nessuno.

J1

Dc. questo iJunto di vista il discorso prospettivruoonte filpsofico n0n


hn n il probieron di b'.nscondere l 'nssoluto .cll' inizio. n1~ di pros?.ettnrnlL~

lo

fine come ten11inc vel:'so cui inirtzznrsi n.:i di tenere 1 1 asso-

--

luto lungo ln strcid2 come une sorte, C:i binario del discorso .a.tesso sie
~er

ne3crlo siG per nffenncrlo; queste lo posizione spie3atq


del di. .. .
.
.

scorso o discorso spietc.tO con se stesso, ?erebi ln necessit


pcrte del discorso delle rncncnnzc ct:.i un...'1 pro:?ric., intenlc ?ietos, mc.
il cli scorso non

J:>U

essere pio; ln storiu del peniicro pi

renlizzntn o queste: mnnierc, :erch<i

l~ ~ffen.mzione

..J

meno

teisticn o lo. nf-

fermnzione nteisticn sono un modo di dnre al discorso une. 3nrcnzic.


Ln c.ssolutezz.::.'. elln 'ipudissi legD. il discorso cd un suo rischio origi-

nc.ri:J cd to.lmente rischio ori3innrio che le. contropnrtc, ci

n~.l

qun-

le il d:.scorso potrebbe nc.ufrc,gcrc, . a.ddiritturn ln genitur.:: di. Dio,


e so.rebbc come dire che lG' vere..: filosofia qucno riesce nd ~s~ere ntea
in contrnddizione con il suo stesso essere

v~rn, perch~~

l'essere oteo

delle filosofie corris?onde .. nl mettere c.l r,1ond.o Dio: sto dicendo che
anche l'origine dcll 'uolno religioso, in un corto senso, . co~ae se fosse una origine nten, pe't senso per cui c.nche l''.essere nteo dell '.origine dell iuumo relig:i'.uso corris?onde in .un cc..rto..sen~o o. quello che l 'uomo religioso come nffenaa.zione di Dio; mn per questo dico che quan.

do ln filosofie riesce ad essere n11tcnticn. c,x.ie se fosse condannnto


necessnri~nte d

rime.nere ntea nella sua

o~igine, ~~06

senza Dio, tnl-

mente senzn Dio, che un m. .xl cttrnvers: il-: qucte ln filosoJia pu ri-

schiere di rimanere senzc. :r>i0 quello stesso. cli rL11Cnere, .~enzn se stesse., non solo nten, mc cnche e.filosoficc, csofi,cc,. ?erch. ~ .. . ln, r;tnunzin
'.

se

stesse~,

iJerch6 come se rcgionnsse in qua,sti t..J'-:_rpdPi: tanto va-

Mauritius_in_libris

47

le ceree.re di non pensnre tcoreticcmcnte, cssoluta.mente, perch;:i l'unico rnodv che l 'u0m0 he.. di essere reli3i0so ., nc..to ateo,- di convertirm~

si c. Dio,

PU:'?. -~.s-~e~e

nttrc.verso une genitura di Dio che

propriet

clell 'uotIO per cui l 1uo2~10 '~tesso fr: ~a .Pcdre cl suo Dio; riuscire n pensa.re questo significc. vulersi
cnricnre Ji un peso_ c..ncoro.pi pesnnte
. .
.

'

per riuscire e ?ensc..rc perch .. come se le nasci to. de l..l 'assoluto, que 1ln di. cui noi

p~Jssiruo

pn%'.lnrc, quella

delle~

qucle noi dobbinnu riu-

scire nd e.vere le propriet, il_ che riguardo le storie sic dell 'uoi:110
sic dc.3li uomini, mc. qw:in;do, mi convinco di quest8 devo essermi convinto che nel pensc"re filosoficc:1ente il discorso rime.ne condcnnnto, nnzi

comincic~

in nnnierc tr:lrnente_ difficile che, nppunto, l'assoluto non

n:i lll 1inizio, n<i clln fine, n3 durcnte il carlDino, e sto dicendo
durante il__ cc.ramino per dire sin 1 1nssoluto ne!jnto, sin l' nssoluto nf~
fenru::to, sin l 'affermc_zione teistica., sic. l' r:.ffcn.Jnzione cteistic.'.l.
In questi tannini dnllc:
qucle noi dovremruo

c.ve~e

.1Ssolu~ezzn

dcll' npodissi, secondo ln

in qunlche maniero inteso che l'unico modo

di catJire: l'origine dol principio l 'nffcnu:i.zione c!el penscre, <lnl


'

Junto di.viste del pensnre, l'origine non , nllorc, se dalla nssolutczzn d(;ll 'npodissi noi riusciru1u
sare

~orne

aeco

~l

l"'.

pensare 1 1 origine rispetto cl pen-

ci che non , nl pensare come ci

c~e

internc.uiente intrin-

r:>rincipio e nll 'origi:w:ie e non potremmo neanche :;,Jensnre 1 1 ori-


pens~re

;-;ine del ,principio, dnto che

:l'origine dcl. principio si311ifi-.

cn che l'origine del


principio
_ln stessa c011Tlltsurnzione del. princi.
.
;?io ;_;.l suo compimento,
.

s~
.

noi

co1nprendi~o

questo chioro che a.bbic.-

mo posto il problema, cio.c.bbiamo posto in crisi il pensare, perch.S


il penso.re come se fosse c. questo punto unJ. sorto. di incrocio di' condizioni,_ nrultiple le qunli vivono solo perch il
ne . Per, il ..._sqstcnere dc parte
_:

d~l

~)ensc.re

che le sostlc-

pensnre le condizioni multiple non

significc le. nc.scitn u.ssolutn dcl pensare, .nnzi put) anche esse%'.e' che
"

il ?ensc;rc non nascei., non nel senso secondo. il qunle si pu_ pensare
che il penscre non pensi_,. perch il pensare penso, in quonto

~roprio

1 1 e sercizLJ del pen~nre che ;>u fnni1i verificnra qll!a stu. cri.si origina-.:

rin, dunque

c~isi

profonde. e profonda non perch: U-fficile nel senso

Mauritius_in_libris

48

fonncle, ci o~ dfif ficile_. perch;.~ non si cc.pisce, difficile e ?rofondn


perch.::; il m ..m ccpere del

IJensr~ro

in se stesso, cio8 il i)ensnre stes-

so che corite se 11on .;hJtc.Gsc contenere se stess ck.to che il i,Otcrc


contenere se stesso invece. i.1 .sostcnet:' le condizioni multi?lll, e
le condizioni

1Hulti~Jlc

sono ;i cttrc.vers le ;.1unli il pensare vive

ln sue:. crisi, r.nzi direi,

esercitr~

le suti origine, non esercite. se stes-

so,. )erch esercit~. se stsso in quanto penso e, )ensnndo, ;iensD.re significc ?ensnrc quclunque cosa si

~cnsi

indffiEcntemcnte rispetto cl

pensnl!e. Il ;>ensere e qu.esto )unto in crisi c.ttrcverso il sostenere


le condizioni

r~rultiple,

perchj le criGi del pensnre in fono signiflc.'.-.

il fctto che il ?enscre riLtene diviso <le ci che pensa, il ?ensarc rico~ne

mllne diviso dc ci che esso.

esercizio di se stesso e ri1nnc in-

vece legc:1to c. ci che esso divide, quindi rimnne diviso dn ci che rq)pre:aentn il suo esercizio, rnc. rir.umG
ci~

ch(:

lc3;;~to

n ci che esao divide iJcr-

che. il .i.:lensnre divide. il princi;io e l'origine; dll pensare

lo str.to di divisione del ?rincit>io e dell 'ori3inc 1_:)erch6 i1 pensa.re ci che c01::ci1isurr:. il

~)rincipio

cl sua

dnl cui ;_Junto di visto. l'origine r:0n ,

~)er

co~:9il:ient0, l.ir.

cnche ci

cui il penso.re 11'1 questo

senso lo stcto c!elln divisione del princi?io e cll' origine perch6


il .cnscre sin ci .che cor:uisurn il ?rincip:io nl suo co1.ipimento, i'n
c.nche ci dcl cui punto ,di viste 1 1 origine non , ~:)er cUi
:

ne del

'

principi~

,, :.l'essere 'conaniourcto cleT

~Jrincipio

se

1 1 origi-

cl suo cmpi-

u;c.mto, r.1c. clnl punto .i vistn dcll 'essere cor.Tdsurnto del prinipio c"l
com.pimento cio clnl punto di 'risto del tenaine dell'inizio del pensa.re, l'origine tutt0 in3l0bl1.tn. nel principio, perchci il termine del
;_)rincipio

~.

ci che fn essere . il vrinci?io gleba.le ed il princii_Jio

come se fosse lo.

c~sistcnzn

del suo inizio e dellnsuc fine in

qunn-

to il :;?rinCiiJiO non ~)U c.nclnre fuori di s, non pu essere oltre ln


)ro;rin fine, n~ pu essere prime dcl suo inizio, cppnto per questo
non pu cvcrc :un inizio distinto o diverso dn . ci che ln sue stessu
~inc.

Dcl punto di viste dclln fine del principi&, c-io: del suo coriQi-

mento, .secondo la: difficolt .i inbcndere che si:jnificn a che cosa


ln totclit del principio

co~

seuiplicit del princi?io, erch tote-

Mauritius_in_libris

49

lit del principio non pu significcre ci che il principio


tanti

ele1~ent.i

del principio mess.i:c.ssieme, tnn

principio coue ci che :l,1, pri.ncip_i9 _

si30ific~._

rnes~o a.ssi~me

come i

ci che il

con s6, e

mc~so

c.ssieme con S'.l i:;otrebbe essere sol!;:ont9 l' nssplutezzn del legcrae frn
il suo inizio e le sun fine, s1= pqt_rebbe dire cllor. che dcl punto. di
viste dell 'cssolutazzc, del le3cu1e t_rc. l'inizio e la ;fine,: tutto questo
chinminmo principio. Mc noi non possiUllo continucre n dire dnl punto
di vista di principio, perch6 que.stq intendere

il~~ -principio G.en~ro

se

stesso n:on sianificn, fuJ;"se. che -dql.punto di viste di uno. sorte. dianalisi dcl princi;_>i.o che. non :_:>oterc iJCnscre, dc.l punto di vista cio
~el

principio secondo

le stc.zioni di queste enclisi fino n .quel ?Un-

to per cui sic.r.:to c.rrivcti a. dire che Jnl punto di viste dcll 1 inizio

'.

-~

c.ss:ilutr.:r.-ientc vincolc.to u.llc sue fine, tutto quosto chiraaia.mo princi-..


1.~el

)io, e -uesto. l'c.ssolutezzc.

h~

vincolo dell'inizio ella fine,

-:,isoeno di cltro c.ncora prirn2 urnnte e dopo? Se rndicclizziruao la questione che dobJic1llo rr:.dicclizzcr_e tutto questo significp clove:re
r~

di qunlche o.ltro c.ncorc..

cncoru do0 che si

~x~nsn

~JrimL".

dis~:;0r

cli questo, mentre si pensn quest:o e

questo e se cost fosse n.:..i non lo potremIJO

;,:iensr:re: in nessunG rnc.nierc, in quc.nto per poterlq ensnre dovrerJmu. avere i)rim:: ;>ercorsq le tQp?e
che

cost:;~

c.ttrc:ver~o

le quel i -dovrei convinccn11i di

c' p'titnn, dopo e durcnte il princiyio, 1m c.nche se fosse .co-

sl dovrei sempre ~convincenui che .dunque il .principio e alloro, ,lo


so

~)ensnre;

durique il ?Otere ?enscrc il principi le. stessn. inyensa

bilit del. ~)rincipid., dcl


snre il
~lel

pus~

~)rincipici

di vtstl'. del P.rincipi9 il p9te;-e _t~Jen

:. la sun stessll impensc..bilit.

princii)io come

essere cssunto

~)unto

cOL1G

inr._:>e.ns~bilit

_:Dc~

punto di viste

del vrincipio nerMr.ieno il pensare pub.,

.le toto..lit c:ttrnvcrso le. quc.le e:ono tutte le que-

stioni che lo rigu-::,rdnno, perchy (_l :)rincipio i ottrcverso cui mi.


convinco dclln totc.lit che ln
il discorso

rigue~dnvc

tot~lit

dcl principio, mentre 1?r!11k2

In totnlit
del pensnro, in quanto il penso.re
...
..
.

posto in crisi ci che sostiene le sue condizioni Iirultip:J.e; in questo stesso senso dcl )UOto di .viste delle, totnlit del 'Pe.nsnre il
cc.re ci che c}i\ride l'origine e il principio,
-

l,

Mauritius_in_libris

n.1L1

t>en~

essendo lo stcto.

'

50

..
-

delle divisione

delle~

ori3ine e del principio ci nttrnvcrso il qua-

le l'origine nvn , r.ll.-: le. con-n.1isurc.zione del princi;>io al

~uo

compiwen-

to talmente dn fnrc essere 1 1 ori3inedentro il principio; nllorn,


sarebbe il pensare il :.Jrinci:)io e sc.rabbe il :_Jensnre il principio di
une. totnlit ch9 riguc:rdc il ;,Jensc..re tnll~iente: ck: fn.re essere. _lo stesso penscre, esso stesso, il :._)rinci)i0 di um:
che

p~J ~i~.r.c.
I

~'rinci?io

il

..

tot~lit

della divisiune

e l'origine. Questo si verificn, qunno,

c:ttr~verso questo a tesso, )ensrmdo il }rincipio, invece pen~ri un' nl-

tr2

to~nlit,

pcrch6 iJenscrii quelle. totclit che l' nssolutezz,q. del

vincoL.J dell' ~n;zio e:.l

corx~imento

que~to.

dcll' inizio stesso e

snrebbG

il principiof_-_bT~6c-oe sc-c10v~~i:m.:- riuscire e pensare .il rappor~q


trn il princi~::>io e il- pensc~rc dovendo ~livid~+.e. i~_princiI)io
del
pens::1... ..... .

--.
.. ..... .
re dnl pensc.rc stesso, n..)n .isp.:)ncndo n;::: dc-1 ~)rinci;,>io n6 dcl pensare,
. .

non dis;_)oncnrlo di c.lcuric.

conc~.izione

;icnsnre il principio e sic.


raini: Se io sosten00 che
so fiL.isofico

~ 0-lCGt<"

cttro.verso ln quel<? sin

~:>ossibilc

..

. ...... --'"

~)ossibile

pensnre il pensnrc. In cltri ter-

l'~ffenaczione

di fondo di qunlunque discor-

pro:_Josizione: l 1uomo un: cnimnle rnzioncle,

io disporrei clelln conizione, i)ustn ln qua.le, )vsso procedere non so~cr

10 per panscre, Jer costruire,


;>er questo, r::in ;cr

~)enr>cre

il

un~

eseru?io,

~Jensc.rc,

~)crch.j.

filosofin, non solo

per pensare il. pen;;nre

r:. questo ?unto si311ificn le. sicurezze.. della .proj,:.>vsizione fonde.mentale

che fc dc b."'.se c,l cliccorso, rie essere sU:uri delle

~roposizione

fondc-

ulentulc significc. possedrc la proposizione.fondt:JE:Entale. c~o_ l'uomo


.

un cnimn.le rczi0nnle. f.l.lorn qucndo dic


tnli~.

l~

due totalit, le q\J,e tu-

n qucato )Untu sono il princi?io e il pensnre, non solo

il princii_)io e il

p~nsc.re,

totalit medicntc l' c.ltro,

SOl\O.

mc sono il principio e il pensare che sono


cio~~

totnlit il principio medinnte il pen-

snrc e totnlit il penso.re r11cdic.nte il ~rincipiu; dunque nbbimno due


totclit, il pensnre come totnlit, corue to.tum e il :_)rincipio come

tura,queste due totnlit sorto non raedic..nte se stesse, mc mediante l' cltro in

rc~porto

nll 'nltro ancore che il

:~lrincipio,

cio il principio

totnlit medinnte il iJensnre che " in rc.pporto nl ;>rincipio, il :;:>en-

snre come totclit lii.edic.nte il princi:._Jio che in rapporto c.l pensare.

Mauritius_in_libris

51

f.J.lorG coi.ne se il rc.pporto tre. le due totclit


une. transizione continue delle totc.lit .e s8 c..
t

doll~ totclit~

foss~
s~,

il rapporto di

cio delle totali

elle totclit; ?er cui delle due totc..lit lw

t~rz2

totalit nc.scc cor.ie ci? che non tob::lit, in qucmto non total;l.t
r.aeJicnte se stesse., mc. litecliente ci eh

. n f.::. cc sere tci.le, mc sem?re

in qucnto quello: che le fl: essere totclit, l' cltro, l' ~ltro che
il tenninc- di- rt:;_:>iJOrto cli Ci c:-ie diveritc. totnlit; C;V"remi:U 10.lorn. ._,
questo punto tre totqlit: due ~L1e sono e le. soximc .elle dlie che non
~- Questo significc che nn ~ p0ssibile, ell 1 0ri3ine, un qunptum in

nessunc tidln:l.rc;. non p0ssi.bilc c.111 ori~ine l'uomu come nn:Lmml rez.10
~-- ~ :~

nn1c, n;Jn: possibile nll 'or13ine

11u01i:10

nlln 1.icniern socrntiet, nn


.'

)ossibile nll 'ori1ine l ':'l:0m-..> elle ian!lier~- pr'.ngiactistn, non p0ssi- .


bile a.ll 'ori3ine l 'u0ti.iU nlln'ltlcni,.erc. cosiddetta. metc,fisic6 1 ,t'Jer11.~ n0~ ,

;>ossibile cll 1origine u,n 9"ml:t;\:m1 in quento i.l C}l9:8,t.um or.i?,inat':iu


ln-- som.m delle: due totalit cati&e ln nn totalit delle due che suIW-;-

' un .-~19-: un qual,

potrer.1mo dire r" questo punto che 'inizic..lluente


csn i tnlraent0 originnrio;
r' unn sorte di qnntit
!l~

pensnbilc,

fo[',

r..nche di tab1iente sussistente d! esse- '

~J.isurnbilc,

cor;1.xinibilc, percepib~le e. i:Jer ., ,

c. 1 un gunntur.1 tnlmcnte 0ri3innriu :per cui,

l.' 1 arigln~r.io:

ssststente di questo quantum ci~ che rigucrdc il f>ensnr.e;. s0$trig0i


che dal punto di Vistn del difscorso che obbio.

COrue

-tf~0--il_p~it\C.ii)i0

per l 'elenclios del principlv n ltvello critico., dunque :ao un,'purtto di :


'

..:: .

; :~

):,

..

vista de'l discorso che non il discorso teoretico del

prbte1i?~~

~.nel

. il. discorso criti_co-pre-3iudiziclc che bisogna fre ne.i cont;'~~,i_,,pel


..?rincipi, dn questo stesso p1JfttO i Vista che p0t'rebbc esser._e ;_lq stesso punto

d'i.'':V:.i~tn che confcmnir--p-riicipio, secondo 11.Ql.f!lt\Jin, .r~ten-

30 che proprio l 'nffennaziohe -del pr'inci:pio secondo il. q;n~~11._ ori-

3innr1b che., rende criticamente impossibile il Q!!ootum -_,g~i,Ji~n~~~~;


. p~oprio dcl punto di vistn critico di' un discorso intere.sstLto nl ;.Jrincii)io che deve pensnre che nli 'origine del diseorsu l'u01n.J non n
qunlunque cusp che valga invece deltuomo secondo quelle qua.li-t di
essere dell'uomo in quel r110ment0 che di occupare un p<.Yst.o tcJ.mente
concreto dn po"tere essere l'origine del qugnturn che mi interessa Jer_

Mauritius_in_libris

s~

potere -?ensnre.' L' c.ffenlrizione cri ti.cc pi ori;Sinc.r.in corrispqnd,e a.. -.


e=stn ne3eziune: .. l~uomo non ,. e .. .icu l 'uonic., per ,Q~re .~ termin~,
,ot- .'I"!
. ..
'
.
.

.,

.. .

.._.

trnv0.is6; i l qunle noi ?uss.lmn.Ldtre: nl 1J0st cieil ~uq'rno -~ll .che, .vo- . -:

gl:Lrnoi invece <leJ.l 1U0r1u ..tutt'. \:ie116


ch.
v~3liru~10, ci. tutte le..
E\cira~.
.,,
... ...
,.

}'

..,.

.,

'

mi-e 6:strntte~ dell 'ul.Aa0., dell 1uomc come ci .che rc.i'?resenta 1 'occup.ozio/

'

~J

...

ne <lel ?o&t0 inizicle:, dc;lln c~i. occu?nziune posso gnronti_l:"c il. dis_cor~
so; cvidentert1artte tut:te. le 'cffert~.zioni dell 'uor.... e tutte le s~. nc~n~ ..

i-n fi'l:~so.fi~~ nurt-hcnno senso .e .1'.lvn e' bis~3nq di sto.re e,. perde~ .
re 't1rt?~1p~~dii0strt-~r{{ ch-) un~~ . . fil~soffo..~dQl.1. 'umnu ngn ~~-fj,.lusofia.,,

.. . .
. ... ' .. ...
- pe'rchc seil disc0rsu diSC1.J1TS0 .i: cliscibj'~o .. secondo;:Se ~t~~q f.n qan-.:
to :ecjc.cft di livello critic0 a qUsto }.ivell; segpdo il quale ..:i~' ;_.-...
zini

... ;~~.V.-Yl. .. . .

' . ; .

"

. ...

"

,,

pen!rcre''e_::il ;rrinei:)i0 c0r.ie. Jt.ie:;\totc.11.ttl. hcnno come somw la 1 non~totn


tit d~lle. dd tott:.lit, er. ciJi ':que:Stl:i.

SIJllllif._:

vrtgintr-=-ie: ln. 1mp-.:>ssi-

bitlt~'-'c'r g@.nttlf:}:. :u~i;1ihcrh.i e. 'quast;;~r!~~p._ifi,cn che sc n0i vo3liemv


cc~)ir i1-?Tit'iip:.o. def.?ehsc,re-r il',pensore. s_tesso che ?-Jne in diffi1

11- C"-J5':;.l )priiici?i0 .;i.e1 .pensnrc)'.

j1t

S': rti conff~ntt d~l ~)r~nci~)io

in .~<:ntv il penscre stes-

1o stesso_ ~i~p he il principio fa.


nei c0nfr0ntf._-Jdcf'\">ensD.re,,:r;.:~r cu,i .qutnd~ dico che l due ::t~talit han, :-

<v!.

Tf.

'.

if<-1

no 'chle''s'oi,llr!O. tt.' non toe\::l~t~, cle.vo:ntre :ri~n ;gi une terza i tot,Q,li;t,1:,)

""."":T.

..

mn &;:itt"zo friluso~: :)crbe :L.1 terzv. inc",lu.S.ii"~:l0 incilusLJne::de;; P@tj!li~:

tr0"it~siBhltouin1:linle;
:c'io ''e "q\:!.nl'cG:sC;'.'(j. -qilalcuno' cJle tc.liriente -llon;
..
.

'

'

"~

",ch' :'ttitt:B.1 1

e ss~reit.;h~ f:ti<t\p~Jc;ittaert~- . tuttb>l e:s.sere:~:~~ s.:t$..'...iien1

tro que~tb:'~b.J:tilito 0~tie's"tO''qui1lc0sa; ci.J e '' t~lpente qunlcuno O


-

J;t~

'

'

quclc6~H~ (i~f{: tfori ',, dc/~esef.P.:',.ln inc.l~siune, de'l terzo fra le due to.tn-

-~. , . .

..

_ ~ ...::: :-

. .= ' ..

. -~' . . ~

.~.1.~~~~~.~::.

lit hesortfr il_:i:i1enscre 'e''tl

.,

_;A:

:Jrinci~1i:c.i,

.iJer;w.t questo terzo incluso

i:; coi~~

s:J;~-f~s~ ;~-; sud VOlt~ l 1ori3ine. ~)JSSibii~\'~an. del: principio t llll'i


di:k :1~f-ine'.fpi;; o!1e se. le. lriclusiune,. 'del terzo frc lo d~,;totnli
1

t, inciiis:Lbne dGl .;tGJ?zo eone inclilsiJ.ne. :.dl neutro fra

.r.: pdsitivi

che

~6h~ 11 ?e'hscre' : 11 ,)rl.nciiJ';';' non ~ thliinte de essere questo stes-

esere 'eh~: quG"St0 t~i :Ju cifiche; dbrk ess stesso che .dunque tra
i1 prin~:if;io ~: -ii )ers~-rc~ ci 'S't~d un prini'pio Jf ci sia ciu un principio in ~tinneL :i..ndlcrfaind:b tre il lJrinlpi0 e. il pensnre,' c'i sin tnlso ribn,

n~rite uri )rii\~i?tG ~t~c. ,1:f:?iin,dpiu' e. tl' ~erisriir.: che se trn il- :princi-

Mauritius_in_libris

'.'""" 53

..

pio e il pensare un princ-ipio, pu essere solo in quanto sin indcterquesto~

r:1innto. /Nendo cnriito

pu essere che io capisca che certa sto-

rin del pensiero e livel.lo _teoretico sia. la storia. del terzo incluso:
Hegel sostiene che _l essere 1 'irnrnedicto indeten:dnato; il princiio

Rosai~~:'.

del p_ensare, secondo

?rin~i?io

detennincto, cio il

1 1 idee dell'essere in quanto in-

che diventa. !:!!! ?rincipio tra il ?rinci-

io e il ensnre come se- .fosse questo misterioso terzo incluso per


cui il terzo incluso che diventa il principio del ?ensiero a certo
livello critico-teoreticu.

LG storin del pensiero significa che la sto-

ria deve condurre od une. nascita cslicitn il terzo incluso, cio la


storie del terzo incluso le stori.a della esclusione del terzo dalla
sua stessn inclusi.Jne tra il principio e il pensare, allorc il terzo
incluso finisce per essere ln stesse storie. nttra.verso la. quale pensare significn escludere il princii0 dalln inclusione che lo legn e che
lo rende raitico trn il principio e il penscre. Qulndo diciarn.J, ellorn,
che il principio el pensare ?er essere deve essere indeterraincto, non

vero che intendie.rn pensare, cttrnverso questo, tutto ci che deve


~Jenscto

essere
potere

~cnsare.

dnl principio in poi, clicio:mo invece che per

devo pensare il :1,JrinciI)io dnl l'rincipio in gi-ti, cL.x1

1 'indete:rpina.to. non mi legn nl progresso del pensiero,

i.in

mi lega al

suo regresso; 1 'indeterminato lYd fc regredire, e non solo rrd fn re1redire, mc mi blocca., perch l 'indeten11innto il lirui.te di qua. dol qua.le ci che penso ln esplicitozi)ne dell~ nascit~ del princi?io, cio
il principio noto e il

~ensnre

il rendere esplicite questa nasci-

ta, mn rendere esplicitn la nescitn del ?rincipio significa detennina


re il principio, in quanto terzo incluso, corae escluso; significa cio
detenJinarc la stessa esclusione del princ.ipio nei confronti delle sun
dob~-~QIDO

inclusione. Mn se

penso.re che :pe;-

l?~l:'l~are.

:Ll_'rincipio bi so-

-- .. A '

gnc pen-56.re n ques~a. mcnierll per cui bisogne rendere il principio esclu"':.

.....

so, rendere il prinipio escluso vuol dire dividerlo dal principio e


'
- . - ....
dnl pensare,'. l per cui lc:r filosofia
n questo ...
punto rimo.ne.,~- nel senso sto. '
.

-~

rico, la. ricercn di ci. che deve re;33ere questo terzo escluso, questo
terzo escluso che stato terzo incluso, in qunnto il principio a que-

Mauritius_in_libris

St+

sto punto non ;>u essere del penscr a.nche se poi il prihcipiv ;,_.)er
IieZZO

del quc.le penso che il pnsnre si mette in funzione,"''deve- inclu-

dere quc.lc0sa o quc.lcun0 che lo gcra.ntisc~. Allora. il cjuerit1Jm ot-igin:::iriv irnpossibilc nll 1 origine,-

IC.

mi rinc.nc- 0 sembrn che debba rir,i.c.ne-

rc neccsso.ri0 iJerch,i 'senzn il GUa.ntur;1 ori_3innrio il principio come trzo escluso non sc.rcbbc e se il 1)rinci:tJio non fosse, non che non penserei,_ continuerei e:. pensnre, rnn nun snprei il pensare nell.'! sua nnscit.:.:, cLJ:5 non sere i le3nto c.llc nesci te esiJlicitn del' ?ensl'.':rc.
Il quanbn11: ...)ri3incri0 inossibile
sit~

Iiln

rilllllne in qunnt:o neces-

del terzo escluso che ci si~ quclcosc. o qunlcuno che sosten-~n q\.ie-

sto.. terzo escluso; tre i due toturu cho sono il pensare e il principio
un i_jrincipio co111e necessit di essere trn -l J.ue totalit la neces
sit :_:cl qurmturn urip,inc..rL...> e quindi la esclusione del terzo, cotile -sclusione Jel terzo :lr.:,llc. sun inclusione fto. le due totclit, ln sclusione del terzo sicnificr:;. che le due t0tclit- non hanno unn sormna, k)erch~

le: loro so1a1-..c_ le. totc.lit che non , quindi si potrebbe dire che

ck.l punt0 di viste. (cl ~)ensnre e dr,l punto di vista del (Jrincipio
~'ossibile ;:)ensnrc une -<.lo~'?i.'."', tvtulit, - in qunnto possibile pensnre

sic il \.)rinci1)i0 coue totnlit, sic, il pens.::re come totalit, ciou sia
il -?ensr-,re CO!ile totUl.1 sin il prinCi?iu Come totum, per clnll 1 essere
co1:te totur.1 del-'vensc.re e (k.ll'essere come totu,1 dcl princiio non-nbbiruuo une. terze" totclit, nbbic':'.rav invece la inlusiJne' c1f un principio
trt:. l'uno e 1 1 c.ltro, Ci:J\.~ nbbirui&O le. inclusine delln necessit df:e-sclticfore dnllc. inclusione, cio cbbinmo la. necessit :df escludrc dalL:-. inclusione un principiu, non il ~)rincip-io 1)erch6- l 'unic0 rm.'.>do di
un -:Jrincik)io di essere nl principio di essere in qunntd ascltisu dal
lr.. su.".', 'inclusione in ci che non lo fnrebb' essere cl principio;

l~

nico IH-.xlv nttreverso il gu.:i.lc un 2rinci2io in guanto ol 2rinc:lpio


es soluto; cio6 l'unico modo

~Jer

cui un principio in quclche rnoo:

?U

essere mich 'esso c.ssolut<JIIiente, l'unico modo quello di essere :esclu


so della inclusione tre.' :11 j)rincipio e il pensare o quello deiln

ne-

cessit delle esclusL:me delle. sue. inclusione trn il principio e: il


pensc,re, 1 '-unico m~C:0 di un ?rincipio di non- nvere principi0 - ci -.:it-

Mauritius_in_libris

tre.verso cui
un

pr~pc.ipio

55

ilf>~inc~pio diven~c

~)rincipio~

vcnt.:.re

~sto

un ;>rincipio, per cui il divenire

sif3nifi~oss~

eone se

pio: essere il principio fin0 . a_


re il

le

necc~sit _i

divent~re:

cor~le

l 'e sserc del ..Princi;>io

stesso un

:!:!!!

p~iqcipio, _}~. ~

essere il princi-

P!inc~;>.io

significc ne3D.-

11 ?rincipio, fino a di-

stesso che negare il

~rinci

'._)LJ. llorc. il divenire del principio non _,, ill quanto divenire un rind~l ;l?:~~t1Cil.?,io, r110.... .il ~un

cipio il nun essere

tele in qucnto

dall'e.s~~re

to c.11 'esser~ che il

1)~nsnr,c

che il

princii_Ji0 il ne3r:rE;: :Jue totum

.J

pri~ipi,9

totcli~~'.

eone

(;Ssere. del ;:>rincipio


.che totc..lit-.rispetcli~enire

allurc. il

un

il fo..re essere l'unico. gucnt.mt p0s-

sibilc, nn in qucnto possibile pit1 Gll 'origine, ma in quanto inipossi-.


biic cll'origine, 2erci

~0~sibile.dopo

l'ori3ine, l'unico gunntum pos-

sibile_ in questi. tenaini questo. quantum che un ?rincie!o esso tutto conglobc.to com.e nev:rc il principio e il ?ensare, questo il -Utum che pussicri.v chici:a.:::1re

~qssi'bile

in qucnto non

un_ qurmto ;>0ssibile in qunnt0 .non ella

ori~ine

~:11 ~origit;le,

.nllra

significa le. trnnsczio-.

ne del guc.ntum verso le. sue stessn c;uc.lit 1 ciu il qunntum

tr~nsit.n

in un suo quale, in une. sue. gw:1lit che. i essere in gucnto, che


.cio.:~

cli essere non ci che esso ,

non di essere .so3getto in nessuno..

1.nwniera, la<: di essere so33etto inizicle del : suo stesso pass.re nel suo

u.n

stesso con.trc.ri_o,
.:

- .. =::: .

:s . . .

. :-....~'---~~--~~

so dire. c. questo

qunntU1.;1
'.:-... ...:..

p~n~q

--

~):.:>ssibilc

--... ~

t:--- ....... ~ .....

1..::. ,.

inqunnto non all'origine. Pos.

che questc. .. le. priroo .e l 'ultiraa.

pro~)osizione
- - . ... . . ..

-:folle. filosofirl che in questi stessi t;:ennini non , l'essere delln filosofie. e questo QUnto corrisponde nlL2

~>-roposi~i9ne,

tutta ln filoso-

?QSS. Q~nsnre

ultL~1n,

cor;.'le 2)'."incip.io e. fi:ne, quest.:.:. ~ro~Josizione cvne conglob01Ilento

questg, mc questa. roposizione cor.ie

ei principi .l princi?io cj_ ;c.ttraverso la

, 1nc

?ro~:>.rio perch~

.q~.;J..,le

pr~mn

e.

fie: che

ln filosofia. non

.ci r:ttrc.vcrso cui lei.: filosofie non ,. r>erch~

c.ttrr.verso il suo ste.sso. ess.ere, <1llorn ~'essere del1.n .filoso.fio. .


queste.

yro~osizi.one, lli.'.!

queste. pror,:>osizione r,ende non

ess~nte

:lu stes-

se fil.0sofic; cio il gunntura possibile in. qunnto non a.1.1 ~ ori&ine


l'unico Modo eh~ posso pens,re clelln filosofin 1'lei suu.i inizi e l'unico 111odo che

~)osso

iXmsc.re

d~ll2.

filosof.ic ci suoi inizi significC; il .

Mauritius_in_libris

termine, ci nel quc.lc la filosofie ten:iinc. il condurre

cd

une fine,

cio. nd un solo termine i suoi stessi principif. in qunnto il principio


non

'perch~

del principio sono i princi?i, cio del principio sono

zli inizi,.e stino pnrlcndo non del principio~

rnn

di un&~iurnlizza

zionc dei yrincipi, perch.2 il principio- tele ?er cui ogni rno111ento
nel qunle viene penscto evocato detarm::l.ncto in ... qunlche m0d 'corne se
si rompesse continuamente, in realt j..l pri!lcipio tutti :.:prinipi
attrcverso i qunli il princi;_J.o non , rn.n c.llora l 1essere l principio affidato ella continuit dei suoi principi, e si potrebbe dire
che ln .continuit' de11li inizi del i)rincipio ci che ;>otremmo chinmarc lastoricit delln storie che rigunrdn 'il ensiero, ln storie del
pensiero. In .que.sti termini queste proposizione l'unico rnodo attra.ve.rso.~il CJU'.le .. ln

essere delle

_filGsofill nn

,,.~..perch6. '.-questn:proposizione -- :'questo

filosofi~ ..::cortglobcto

rispetto nllc su.:;i stesse fine ?er

mGzzo .ei suoi 'princi?i: il qutmtum :_Jossibile in quanto non cll 'origine,

se

l~.

tJD.ssibilit del qucntum le:3cto cl suo pa.sscre nelle sua stes-

qu~lit,

nllorLl. il qunn-tur.1.-

~):.J.Ssi.bile ne-lln

misure. ne'11A_;quale

j)Jssibilc, eppunto, che ,,11 qucntt.u-~1 ,trensitll.:..nelln -sua qu&lit,:-tc. lrr


sui~.

quclit ci c..ttrcverso cui il quantum ?ossibile fino r.::lltr sue.

quo.lit viene reso non essere dalle sue.. stesse qunlit, le qualit del
qucntum di' essere rrll1 ori3ine; questo non principio, "questo principio c.griunto, l'c33iunzione del princi?i rilln qunlit del qunntum
ci:; che p0tremmo dire il p0sitivo dlln filusofin, lr:. filOsofic si

pone come queste n3giunzione, le filosofici.riesce in qunnt aggiunge


non il

~)rinCit>iO,

questo princ.ipio, le. filosofit'l nasce in qunnto il

suo ncscere positivo, mn il suo essere positivo significn porre l'n33iunzione di questo principio nlln qualit del quantum. Il discorso

e questo punto divento crucinle, perch:l sicr nell 1runbito delln rndicnlizznziune dello stesso discorso oltre le quale credo che non si ?OS sn nndnre, oltre non davanti, mc c..ncore pi n fondo, perch6 sirano nel
r.~0111ento nef cucle
cme se ln filosofio fosse.. inibite dn se stesse..
.

ad essere diverse, li filosofia non pu essere diversc.da questo che


essa . Non sto sostenendo che questo filosofia, sto teorizzando ln

Mauritius_in_libris

fil~sofic.

secondo le storicit. della sue.

~e sto: ngn

qui11di

potre1ur~10.

ci che

~eoret:icc., i.~c. .

1"ente

57

sto

cerc~ndo ~i

st~ssc

di:rnension.e

criti~.:i,

chici1inre filosofla in sede pura-

ca.pire in

eh~

,modo

possibile pen-

sc.r8 :l,n qucnt-.J .ci._ che i:J ;,:>enso str~to. pensato,


mn sei:izn
che il .mio '..
.
:
...
.

pensc.re sil: stato


in
siero non pu9

c,:uclch~

es~ere.ci

che

modo
pcnsnto.,
cio6
la storicit
del
pen.
.
-
..
.
..
.

li111itr~

lo.stesso )ensare,.anche se, ci


e- .: - - --- n:..... _ - - . ;__

.::... ... ..:-......... ______ : .,.

stor~L:,

c:::t;trc"vcrs.:.i
il qucle il ?Cnscrc
suzsiste e vive
lt.. sua
. ..
. -

ql.,lCndo dico

filqs,.)fi4 _l;lCSce .0sitiv-cmente

cos,tituisc~

sccre )usitivv
dicenc~J eh~

.+c.

eh~

L::_

Qgni ;il()sofic

~g~iunzi1.:>ne

qu~stn

di

-~-

__::_. :: ... .

.allora

qucnto... il suo nc-

~n

.P~sto

?rincipio io sto

ncscita
i)qsi.tivc
delln . filos<;>fin,
.
.
.

-. .

-~

...

..cm.est.:;
delle.
filosofie,
cio6 il rintraccio
-'.
-pos.itivo
~.
.
. '
.
.
'
s;_Jeculctiv?,. f~losofi~ di UJilL: filC?sofia. non sta nel sa.pere. ri,re il.

:.;,gni
" filosofie
.. .

'

su0 ?rinci?io, i.nr. stq.:- nel. snperlei


1.1ine di

riferi1~iento~

qut_:l~,c;ue

c2~ccttuc.lizznre

secondo questo ter:-

.sir. il princi?io esso ci mediante

il qu[:le le fiiosofia na.sce .::.iositiyaLJente, dic? po_?itivamente in qunn. to l.'.: filusof;c nasce, in CNC.sti ten"1ini
3iunzione di questo. princi:;_Jio e .c;.uesto
i_Josizi.Jn~

iniziale, ci06 il suo porre

se. .ci_ che le. fc. essere, dunque

no~

cr:l.~~ci,

~Jrincipio

in CJUCnto pone l'c..3 la sun stesso ?ro-

sistemcp~cc.mente

prinm di se stes-

le. filosofia in quanto tnle, ma

le stesse. filosofi2 in quc.nto re3iudizic.lmente ;>ensn.tc ci che non


nc.sccrc sc_9n .in qucnto prc:3iudizinln-.e_nte, nnsce

IJU

la

SUC.

nasce del-

stesse. prO?OSizionc inizicle, Jbn. ln prOj_).OSizione inizia.le he


~,une

fc, nc.scerc le. filosofie.


ci che ln filosofia
'
. .
..

se. e q_uinli lei,;. filosofin rirnc.


cio-~

~erch

9:m~

prili.in i se stes-

ci. che_ ln fn nc..scere e dopo. no..sce,

le. filosofie: nr:sce in qucnto il . suo ncsce.re ~~-~er.~ dato dcllw

c.sr;iunzione dt guesto ,.>rinci2io. cl e:;uc.ntur possibile in gunnto non cl-

1' origine,! o in c.ltri tcnaini: le. filosofia. nesce in quanto il i_Jrinci:?io cli. questo nascere _c'.ellr: filosofi.:: cluestc. quclit
del quantum
o
.'
.
.
.

le.:.

trnnsi,z~on~

(lei princi?i del .;Jrinipio,. in

~nto

l 1unio 11;.odo a.t-

trcverso .il quc.lc :1.Jsso pensl::.re. le filosofia in CJUCSti tennini in..'J:"e.1-

t c9st~tuisce il termine che .c~p3lobc._ .le stessa. in~~i~lf t deJ ?rinci)io. Se c,llorc. noi pensic:rno: che

l~ jfi~lqsofin:

dftri .?opy .ci


.

c~e

es7

sr; .. ?~ilim del suo, essere clntG com~ se no,~.. ~tessi~o rip~?ponendo i~

Mauritius_in_libris

- sa

discorso inizinle secondo il quc.le, le filosofia d:ta; non sto dicendo. altro che le. filosofia. storicrnnente dnt,

inn

in qesti termini

rij~ dicicmio che ln filosofici. date per mezzo di ci. 1;er il qucle dovr.ebbe non essere dctc, in quanto ci che d la filosofia. ci che
le. filos0fi~.,_ fc. essere; le proposizione ~inizia.le ~io il gucnt\lm oria:inc.rio poss.ibite non nll' origina, queste proposizione inizinle ci
che fn essere ln filosofie,

r!lL~

il fcrc essere la filosofie il costrui-

re questn proposizione, evidentemente secondo questo itinercr:L.) di discorso; rnc cllorn dobbiaLlo ritorno.re nlle. bnttute inizicli del discorso: il dcto, il c~nto ri~rdn il principio o la. filosofill? Il dnto co-

r,ie te.le ere sto.to iniziclrnente pensnto e questa mnniern, il dnto rispetto :.sll' anticipczionc e il clc.to rispetto olln posticipczione, si i).Jtreb-

be dire il dnto ?Uro e il dato iroruro, il detto puro inteso


il

~.c.to

dcto,

inr1')uro inteso coL1e filosofia., ln purezze del dato di rirci.:."lne-

rc il dcto, ln

te. delle.

come

SU.

SUD

impurit .. 1<'1 filosofia


0

il filosofico t la perdi-

purezze corris;_Y.Jnc1e nlln Chpncit di l'.Cquistore il pensie-

ro, di riuscire

ll

essere 1 1 inizio dinc:nico del ensiero; r.m il da.to

puro secondo se stesso in fond0 non era nennche il dnto, ern il dnto
due volte, non ere il dnto puro secondo une assolute Jurezzc del dnto,
ern il dc.te puro secondo se stesso ue:. in qucnto ere. dato due volte,
ere. dcto due volte non significn che ere dnto dn qunlche nltrn cosn
che lo da.ve. in due volte, r:ic crn cib che ere. due volte, in quanto per
un verso il dnto ern ln possibilit di nnticinre ci che esso , 1an
;Jer altro verso il cto n0n che sia il contrnrio di questo, ciJ il
dnto cotue possibilit...di nnt:lcipare -ci cbe ..es-so s-ignificc in fondo
che. il. dato

ht:~

unn... suc posstbi-lit, -cor1ie se -il-dnto--cvesse li! ca.pc-

cit dentro di s di smentire 5,;;, se il dcto dato,

~Jossibilit

di

nntici?czione di ci che esso significn possibilit <li anticipczione di ci che esso inun rcpporto in quc..lche maniere cll 1 inizio misterioso con ci che il dato esso stesso in qunnto il dato rion poteV.~

essere se non ne3cre le posticipczione di ci che lo fa essere.

Il deto per un verso ln possibilit della a.nticipaziune di i che


esso , mc per .:.ltrc5 ma anche per identico verso il negcre la popti-

Mauritius_in_libris

.. - ; 59

cipczL::me di ci che lo.

~c.

e.s.sere: questo.; so.J;;ebbe il dnto !)Uro mp. il

dcto purq nllorn do.tQ. due volte,


ro dctu:-4.ue volte, dcl dcto ;.:>ure

e si dovrebbe:dire che il d:ito.pu~dc.to

due'.yolte nbbio.r(lo due .to.tclite.r~o

t, .dalle due totnlit abbia.i110. il. terzo ,esc],.uso, attraverso i.l

esclusu nbbiruno il qun.ntu&l ?ossibile :non in qunnto nll 'origine, r:.da: tutto questo cbbio:,to in un certo senso il l)rincipio in quentuj que,sto
principio in

qtie~tv cg:~iunto,

dc questn c.33iunzL.me del

. binm-:> il risult:-.to complessiv0 secondv. il

quc~le

~riirtcipio

ab-

ll'I. filvsofia inuqucm-

tu dcto., essa; .r.:.e r.:llura. 1 1 essere dato delle fil0sofia corrisponde


cl sistemn di tutt0 questo, iJer cui la. filuso.fiu. non sistero.n dopo,
cioi ln filosofin non sisteL.4.'1 in quanto : il r.iettere .. assieme-ci che
:si i'cnsa c.ttrnvcrso il. costruire ux:ic: .. filvsofia, lC! fiL)sofic. ' si sterne, ;>rimn, la filosofi.:: il sistema or3nnico
Ili~

~di

ci che le Jrc. essere,

in questn :manieru. per.le. quc.le io avreibisogno di un'oltrn filoso-

fie cheesic. ln filosofin Ji questo :.sistema, non sulo -ln fi.losofin


il sistema or,.Jc.nic.0 di ci che le fo. essere, non s0lo filosofin significc, es:serc. or 3cnicanentc sistemc. di ci. che ln . de:termi1;u;i,- mc nddiritturn <le .questo dovren1nu e.vere poi ic. filosofia. di questq sister.1a., e
quindi come se il discorso si nttorciglinsse continUQI:aeg.te a.ttorn0
r:~

se .stess0, o con..e se lhl discorso fosse cundizionc.to n una. sqrtn

di circolu v.izioso,. e il. circolo vi.zios0 . ln necessit Ji liberare


il rincipic> d questo. sisterc,

~Jerchj

raente, direi CvS

pre~3iudizinlmente,

che orgt:ni:crunente

l~

que.sto. sistema ; ci che .iniziel-

le,~q

tnlwente ln. filosofi:a.

Ci

fc .essere come siste1.1.::+ .che per ?i.:.>tere inC!endere

questo devo .nece.ssnrilm1ente pensa.re 1n fiL:.>sofi.a di questo sistema..


f'J:luro. per un verso ho il si.sterne:. 0r1c..nico .di
m!". i_)er
ci0i~

[~ltro

verso tutto

~questY.

~:l

che d ;la filosufia,

tui:.'.d.:L1 filysofin di quest0 sis.te1on,

il pe.nsnre questo . lo. stesse fi1.osofia_.di questo si.stemn, il pen-

sr.re questo il .pcnscre le. filos0fic di ,ques:t.o


lilentarit dcl pnsctre ,: le, sua.

~sistenzn

no-niinle,

sofia. de 1 sistema ar.3cnic.o. nttrnvers0 _il0

s.i~t;e.tll<'l,

c:J,06 ln E:le-

.~;0sti~t:li,sce

quo.le~ (lc'lS:C..

la.

unn filo-

fil0~.Q.fia;.

c.1-

lotn c. qucstv ?Unto. corna:.se dovessimo rende,rci conto delln necessit di pensnre il dnto, di penscare i\ .d'.;lt;v

.onglob~n9oly., .:p~rc;:h~

Mauritius_in_libris

---

_,

..

"'~.:~-.

,. evi-

- - so

dente Che de_l dcto CGnCep_ito Come p0'ssbilit cl dato concepit.O come
ne30.zi0ne, 2llG filosofi.:: c01.ie esse stessa il ctcto u un dn.t0, _evidei:ite che il .<liseors0 o_ riesce e pensc.rc il dtu e -pu continunre () diversnr.icntc
il discors0
non
continua oi.
Il non cuntinuare del discorso
.,
.
.
..
.
.

~rinci

siJtlifice.. ch_e ._ ln continuit dei principi ci che l!.limentn il


pi0, mc. le.

n~~ci~n

della filosofie ci che

do~nc.tizzc

questa conti-

nuit<, ci che rende dogmaticc qucstn continuit., ci

;eh~

fissa

questa continuit: io sto usnndo iI ten11ine do.~lltit-i;zza nel. se_llso soli


to, ci0~ ln nt1scite. Jolla. filosofio. ci che o.bile dello. sua stes...
se ~sperienzc, cnpace Ji costruire ci di cui esse; ho es?erienz[~,
per cui-:l'eserienza ori3innric di ogni fil0sofia pro?rio le. continuit de;. principi del :>rincipio,

It1e:.

ogni fil0s0fia cli questn esperien-

za 0ri-:;inl'.rin fn Jol3r1:lj anzi esse, stesse il dugmn,


fil0s0fic

ogni filosofia

l~

perch~

?erizin onticn di questa eserienzn,

e in.questo senso e.llrn ogni filvsofic do,no.ticn, nvn ln


ogni

fil0sofL~,

in ogni

pcrch.~

~ilosofin 'J

do;~

il o31Hctism0 fil0sofic0 ci che tli)kJO.re

nun ci che nell'internu: ci che

se. legge, une.

filosofi~,

dogrncticn, e nun hn senso polemizzare contro il

ll.1C.tisr;:i-.) filosofico,
~11 1 estcrno,

ln _stesse._

~ppcrc

Jogmtico

it:i una filosofie. 1n c0nclusione delle sun stes-

le~e

com.e conclusione del suu nascere ; ..:.1 1 nccusn nl

Jo ~u:itisrao di ogni filos0fia.

un' accuse che si

iJU

c..nche CC?ire, dog-

Ill.tisrr10 in filuso,fic _significn le nc.scitu. dello. fil0s0fic che Jiv<:;nti


leg.1e, che divent.c.. de.eroto, necessit di rendersi conto del fatto che
una.

f~lusofic

un~

sorte.di le33e interne delln quc..le io non h0

nnsce perch n:ppnre decretc..:tc.., n;_:>.::.re ci c.he essn per


resp~nsnbilit,

ln

'

fl:ccLJ nc.scere dc:ll 'essere, per csem:r>iu, sull 'esscre non ho nessunn
p0test, la

fac~io

nnscere dell'uomo, sull'umnu n0n ho

nessun~

potest,

ln f.:'.ccio nuscere dc. Dio su Diu nvn ho nessunn' ptest, ccco_dll du3ffiD.tismo filosofico,

per~h6

ci che d .:>ri3ine nlle filusofio 1t1i cppare

come lu stesso decreto della filosofia, ci 'che le fc essere corrisi'ondc c. une le Jge nei cui confronti. io nun ;,'osso fare niente,. -~e non nccettnrln conle legge o C:)me dogma, nm e questo punto le filosofie non
sono, appciono tutte doJmctiche, mc bcdinra bene anche G un'oltrn qu.e-

Mauritius_in_libris

- ... 31

sticme;. un- iniziale modo ,li fnr,


_Sof;t~nere

Ji questo, non di
mc

d~

--..

filoso~~Ct

quellu
_d~ crendersi
cvnto
- - - ..
.

rendersi cs:.mto :lel_ p~~cl;i.:'! le

filu~qfie L!ppa~9no dpgmat;:~cJ::ie;

--

. -

-~,.. .. .

.'

he :Lo. fil0s0fin deve,: ?S~~~E; d9gmaticc,

ch il. 9erh rt3\llrda quest,c._,che putr'fiaiDC qhinmnrq l


-

-'

per-

'esse~za f?t0r~cu

--

..

.. ' -

_______

<.

Jellc filo~;ofin~~pich?: le filo~q~ic. ~ssc.. stesse ori3~n~r;.;iir~!lt;~-;do:~.............

-- ------

--- - ---- -- -- -. __ .:.__,._.

mnticn, le. fil0s9fin in-qucntq:ugnifilosofin,


Sl:!C esperienza., lo. perizin del suo

~sscre gi~_;

le; nttivit Jel suo essere dc.te'!,

~n st,~sf;n

nttrnvcrso il-.qun}.e

~$sl

post,g in esercizio,
.
.
...

princi?iO che . le filosofie.

c\,Jrite~;_questc.

pr~ncipio

ricerpc. del
ric~~ca

ip qucnt0 ,dc.tn, ma ).e

}io nttrnv(;?rso il quale essa.

----- -

perch~ .p~rita,g~lle.

pr~~9i

dcl

in_ ;qunnt,o dntn,crmrisponde c.nche al


cq:;o.1cit di c.ndare n ricercc-

reil ;?t'incipiit>; iversancnte chi porrebbe in essere il vi{l33io_ 9-elln


fil0s0fia nttorno c.lsuo stesso.?rinci?io,
Non mc.i . dc:. ci che ?enso

'Ci~

~e

non le. stessa :f:ilosofia?

dcl qnlc posso dedurre il

che mi S)inge a Ilensnre il :;_:>rinci:;;>iu del pensa.re,

~e

~J~in;pio

in ogni cnso nem"'."

meno qucnd0 .cffenn0 -che vero questo. in questi t;ennini, ed inyece il


principio che mi spinge ['_ pensare-. il. princi1)io del penscre stesso
ci

eh~

UOllL>,

mi viene. impustv .dc ci che, io iJens0, per cui, se i penso 1 1-:-;-

dcll 1u0mo che trc.330 il l?rincipiu che mi

spin~e

e c;:ercnr,(3 il_

principio dl pensare l 'u0J0 (Cnrt_esiv) e queste U!1_9 epproflj~imcz~o


ne indebitn. Allurn il quont~.Jfo,t - o r.iegliu. l~ quc'll:l.t:~-- del q_~ntUI1i_, ~->e.V'
che :costituisce e.sso stesso j.l termine Ji

~i~eriment0
.

delJ_p. filos>fin

'

in quanto la filosofia. in quest_o,. mnnier/3. nnsce i)usitlvaniente percqf:.


il suo nnsc.ere pQsitivo corrisp0ndc a. questo punto ol

C:JtNlo~'?lnent0

sistematico di tutto ci che il dato , ?er _cu; .~i pu .. dil::e .crh~ ,_. per ..sis~em~;~co _c~e

quei;to che ln filosofi.n datn, dn).. conglobamento

ln. _

filosofia neL confr,onti el ~lato, nll0ra nbbi.pi.1u. il, c!p.to nll 1inizio~
e il dn.to nlln fine, il doto nll' in.i zio~ che nll 'in~zi_p senza la fine del dato, il dato c1lla fine che , nlln_ fi:pe cpn

l'_ini;z:~o ~el

dcto.; ..

il dnto clJ.' inizio senzn lcr~:fine, del qat_o si@lJicn _.i}.. dct~ nll 'inizio
come principio; pussibile,,'. nc.l dc1ppihp senso nel. qunle
due volte, e dunque si

po.tx:~b'be

d.ire che il .doto

~l

.,q.to .dato

cll.'.in;izi~-:.".ome

&>fin-

ci?io possibile st~_ ~ si!Jllificare _pe lp possibilit _del,~ pr}ncipio: ,:.

Mauritius_in_libris

--52.

J.. 1,es;s,ere

<'~.ttraversQ

esse le pssibi;lit, c".f. essere dctc :due volte

volte de'l:Jntu stesso, per cui ln ;:>vssibilit del.principio.?.

.j_e

~iT:}L.?,.lt::-,

te: c.11 'essere due volte dn pnrte det.ant0, la p,Jssibilit~ ~- legate-,.


essendo legc.ta cll'essere due volte dc porte .:lel dato, ln possibilit
dcl

principio~

le:;c.tn

nllo~;sua

nondntlt de.l dato,

per cui il dntu non non

perch~~

non ,

c~nto
m~

vulte, due volte perch per une. .Jc.rte

che f.l. dato .n0n

?ro~::>rio

due volte dn pcrte del dctq stn n significnre

dnto, l'essere due volte dc erte del

perch(~l'e~~ere_:_:

lo non

dcti.t~;:d~l

dn,to,
d~

il :dntq nyn erch


possibil~t,

tJer altrn par-

e~sere

te ne,3.:-:.zionc, dunque la. "nun cktit. dcl dcto di

dc pnrte del

possibil~t

dnt0 f)vSSibilit e negnzL.me, in qunntv il dcto. ln

del-.

ln onticii)czionc di ci che esso. mc. : l. negazione delle posticipnzine di ci che.le fa essere, nyn:solo, ques.tu, il secondo'- tutto que-
sto
ne;~c.rc
n~;

;;)ri~:,

tutto quest.J il. d<':i.to .' cor:ie ci che esso in quanto il ..

ln pJSticipEizion<; di ci che lu fa. essere, tutto quetO. ;_Jri-

ucntre il- dl".to irr qunnto

~)ssibilit

dellv. L"..ntici.i:Jnzione di c,i.:,


da.tit~

che esso , tutto questo dopu: nllor<::. lc non


ris?vnde all'essere. 'lue volte

c"J.

Jel dnto che. cor!(

co~ispvnde

pnrtc dcl dnto,

n un es- :..

sere due volte che -iventn CJU<2drupl in quntu il dato ;?rime!: ed


Jv_;>o, rna.-ci che esso ;>rimn corrisponde

cic_hc

Cl

.~sso

in qunn_t::()

rispetto ella. iJvsticip11zi0ne, tutto ci: ch~i il.. dato in q~nn~g


negc.zivne nella. sticipc.zioile di ci che lo fa. essere, tuttipr questo

iJriLtc'i' :il dnto in qunnto la

pussibilit~

;<;ielln nptici;.Jpzio_ne

d~

ci.,

al~a p.osti~

che esso , tutto questo .. dopo: nllrC. dobbinr.1.J dire che

cipnzione mm corrispoilde:il dopu, e viceversa, i".'.lln pos_tipipnzione_ ..


non corrisponde ci che dalla PJSticiy~tzione' c1:,o ci~: che .do0,
clL~: posficipa.zione ~corrispondei il prir,in, tutto

in quanto

~ne~nzi0ne

de'lla pusticipa:Zione <li ci

quest;o .che .;il da.to


c~e

lq _f_n e.s:sere,

prime, tutto ci che il dato.. in quanto pos,sibi1Lit


di c;i
.
,,
- : .che esso
. ,,
.

.:...

~.

'

'

, p-Jssibilit dello. anticipazione di ci,.ic;,he esso , . d_op-o, ~nent1-"e.


I.~

invece noi dovreliino potere avere ?rir.Q!l quest9,,

,ci;~~

cnticipczione di c{ che esso -, e dup0 1 1 n.l:_t;r.p~

. ..

. ._

.1.)0ssibilit

~e,;;~~ione

.......1

.fi~llc.

1ell;i, posti-

cip.nzionci di ci che l fli .essere;, inve.ce . 8~~~9f'!.'~ prima, secondo un


ordine non temp0rnle, ma critic.J di questioni, l'essere del doto come

Mauritius_in_libris

33

le ne-3ezione della ?OSticit>:O.zione iJrimc, tutto .questo prima, tut..:


to ci che il dnt0 cotite ln tJossibilit delle anticipazione, tutto
~)er

questo dopo,
lv .due Vlte,

liUl

cf divevo che il )dcto

'.{U<.-i.:tl~:>l0;.-:1r'tlott:O

non sd-

l'essc.rre due volte dcl ;dato. significa. Che il dnt0

LJer ci diventi n.ncorc un' oltrn v.:.iltc. ancora: il rlnttr quello che ,
Ii1C.

cnche> quel.lb Che nbn , .. quello che in qUtltO definisce nc;n

se stessoj

.~

ci che rispe:ttv a se stesso, l 'nltro dnto; quello che

il deto , di assere le p0,ssibilit.\ delln cnticipc.zione di cil'.:.ah-e


esso, , quello che il dato: ,- nncorn, il negare ln pusticipnzicma:
di ci .che;lo fc essere,
il dnto tu.t'tcJ questo,

1ru1

1a<~

dntoche-: questo primn. el'nltro dbi_)u,

ci. che il dnto .non , che il suo e.sser

questo: . tnlc in rapp0rt0 cll 1nltro, non in reip;orto


l'essere

~ri11tC

i::.1:

s'.5, in qucrito

questo, l 1essre doj?o questo, cio questo

cher~ill

dnto

, ?rl.111n, questu che-:.11 c.to , dupo, questo essere priun :cti ci


ch il dnto

signifi:~

il non essere del dnto, questo essere duf> di

cit> che il dnto . signifi:cc. il suu stesso non essere; mc.. scambiev01Ji.ente, per cui ci cne- 11 dcto non rnr.~i in rl1pp0rto n se stesso, sempre in rapporto' n ct cttrnverso il qu.:le il clnt . Se il .nto che

quellu 'che , fino d questo punto per cui possim!lo- .dire: tutto questo " priruo, tutto questo "dopo, questo .aire che tutto questo prilit'\

o che tutto qliesto dopo significn le. internpornlit del dto, il

dcto iritemp<irale, ;?erch tutto questo che asso prima e tutto questo che esso ,-' : dopo invershrnente,- e questo vuol dire: che iL nto '. ..

ci cttrnverso il quo.le il ternpu del doto non esiste: c~ll0rn: Talete~


non ha p~nsato, Talete'. ensc ore:, mc ore non vuol cU~e ora nel presen-.
te rispetto nl passato e rispetto e.l futuro,~ Thlete pensa intemp0rnlmente,. per cui le inversione qu sta e si.gnificll.re: .1u :.stesso_ che ln. ~~
intemporalit: ci che intempornle non ci.che senzn tempo,- ci
che intemporole ci che lnve.rsione, .che poi ques.to .sia senzn te:uipv o che sia secondo un te1i\:>o che eenz 11 tempo o secundo. iin tempo
A-ncorc~

diverso, questiune che non ci interessh. pi: non p0sso filo-

soficmarinte occuparmi del tempu. Mri quel.lo che imp.ortnnte capire


questo: la storicit,~ . della. .. fil.Q.S.Qfi.ll _ p\.J'ssibile attraverso la intenip:jrnlit del dnto,. nllorc

do:VZ:ef~~J

dir.e. n_
1

q~s.t;o _p~tQ_.__h_g __iil_l_ito ~e

'

qucdruplicabile,: se u diveptcr quattro volte, pu, essere.;quclcosa


Mauritius_in_libris

per cui sic il dcto e non nltro? Perch8 il dnto in quonto negazione
delln

p0stici~czione

bili:t;$1_

d~ll,n:

tutto qustq
~n~o

del

fa

ii ci che 10 fn essere, il dc.to in quanto 0ssi-

cnticipnzione ,di ci che essa . , tutto questo . prima,

-?,

_p0p0,

es.~re

..il

Ii~0d0

attx:n.verso il qunle l 1essere due volte

quattro volfe il dato stesso, 11 essere due volte

del qcto dive.nts une qwldruplicazione.' del dato, ma la qundruplicc.zione pel.. dto, interna

nl~

dato; :non esterne'; se noi rifle.trtinm;J sul-'.

le due ,proposizioni: .. il dato la pos.sibilit dello nnticii)nzii.:>'h:di


ci che esso . corne se cvessimo detto,. :senza: d0verlo: -:g3iunger,
che tutto.: questo dopo.,. nm dire che .qUesto, tutto que:sto d.op0, :

,
il c.to pu' anticipare, pu rendere se stesso prima di se.--stesso
che-~-e>sso:

lo stesso chedire che i-1 dc.to . ln nnticipllzione di ci


ci ..)~

~,:r

nella misura in cui rende ri11in: di se stess. ci che esso


tro, dunque anticct.P>.!!, e

antici~)n

come questa

posstbilit,~

non nl-' :

perci.'.tutto'-

questo primr.; c:uesto, tutt9 questo, il dnto ; le necessit di,. congl.J.;.;


bare dentro se stesso sia in qunnt0 ne3n ln postici;>ezione:Ji.ciche
lo fc. essere, sin in quanto. la possibilit di anticipare ci.che esso ;, qunndu nui

cg~~iungiru~i:.J

questo, . tutto questo, tutto questo

signi~

fic::n che il:_dc.t;o un sisteme interno, il dato internmnente. un


mc, sin in qunpto

postici~)<'1Zi:-Jne.' s.i.,~

sist~

in quento nnticipo.zione, ellorn

il dt:o si CJU<'lclruplica in rcnlt pcrch6, :Lntern0111ente n se stesso 'come se non dovesse qw.1dru?licarsi,. non ci sarebbe bisogno .di dire qunttro volte.
il d~to, perch. i.l:,da~o .il dnto, allora. dovre11uo poter di--- --- -- - ----- ...... - ----'
re

c.

questo puntv: quel ' ln definizione del .dnto :? . li.

necessario che ,_il dcto si -definisca, che ci sin le

~~t~~~ttC?_:.:.~:.:.:::. __

defi'ni~ione

to, che il detto abbin limite in se. stesso, percho se il


limite in se stesso, questo discorso non

conti~,

il

:del da-

dato,,.non~ihn

-.111ai~~----~~].._:__da_t.:o r

n questo punto. come .se fosse .l'unico modo nttroverso:il qunle il discorso pu c.:.mtinuare, tl limi.te del doto significa la dafiniztune ,del.
dato,. rendere- il doto tol1"Jerite dentro. se stesso per cui..tenerlld dentro
se stesso significc .non. dover.lo

:pens~re

pill .quodniplicnbtle 0, pb111u1liz-

zo.bile nnche. se poi tutti- i princi?i delle filo.sofie si.:mo La pluralit di questo dato;. ci06 il dnto,uno secondo se.st:esso,

u~np.oi

tutto

ci che :s.ono i .principi delle filosofie, .perch si pttreb.be- tentare


queste. definizione dcl dnto: il dnto ln pospibilit dell.c J&nt:l!cipazione del negare: ln postici2nzione di .ci che. :lo
Mauritius_in_libris

fc~ -~essere,

_questo finnl-

mente r.ende U. dato unq, senzo.che .1 'uno significhi il _dato..

)5

. V. - U DEFINIZIONE DEL DATO E UNA QUADRUPLICAZIONE DELL'ESSEJ.'m.

E' .stato definito il dnto secondo unn ~efiniziorie fincle dalle quele dovremo ripcrtiro per con~ider~re cp.l~sto discorso; si ern detto che il cbto c!efinit0 secondo ci~ che esso in' ~cntO due volte,
quindi dnll 'essere due volte Jel ck.to che nvrerniilo ottenuto' lo defi..;.

.I ..

nizione del dato, mn le definizione del dato si3nificn cinche il tenere il dc.to dentro se ste_sso, quindi definire il dnto lo ste'sso che
..::vere il dnto C:>ne lir,dte c. se st,esso, cllorc questa. def6nizi0ne in

t~nto

)U

1,3ssere esi_)ressc. i~ quento l~ su. e.spressione nvn p0trebbe


;

..

.:.

..

..

essere tele, ci.Ju la definizione _Jel dnto in tento espr,essione,


tc.nto fuori dc se stcssn,: in tento un ~")..Jrre il. dc.to fuori di
in qu.nnt0 porre
il cto
fuori
d:f,
.
.
.

.p0ssibile
s.:;ltanto nel
.

s:.;

'

i~
sS~

dcto, dun-

. '

que non p0ssibile definire il dato ?ro;,Jrio. sulle. be.se della stessn
definizione del dcto;
in ~ltri ten11ini,
il dnto u essere definito
-
- - .
.. .:
.. .; -. .
..

. ;_ ...

.~

nelle foisurc.. nelle qucle definire il dcto l.) stesso essere definito

del Jc.to, (il discorso fin;J


.

ricumcre

i}uest.:~

so~)rnttutto

! .

questo mvmcnto non hn fatto c..ltro che


'i

trllIIla), definire il dc.to i' essere Jefinito del doto,

?Crch;j

~D..

tJussibilit cli definire il dato, se fosse, snreb-

be esse l'unico.dcto, le possibilit!\ di. definire il- dnto-snrcbbe il


vero dnto, tic~. no solo, l:. p.Jssibilit di definire il dn:to, se fosse
cssn fJOSsibilit>i, c.Oi1C

p:.;ssi~ilit,

il cbt:J, screbbe le necessit di


'

nun dnre il dnto, se lc. possibilit di definire il dato fussa, e; se


..
essendo le. possibilit.
del
dc.to
questo
fosse
ln
possibilit
di defini.,
.
re il dnto, ln necessit~ screbbe di nun dnre il dato; nllord
so dclln

d~finizL:m.e

.:i ridos-

del doto possibile un0 sor61 di dinletticn del .

pvssibile e del necessc:rio, dunque,.

pri1a;~

per lo aefinizicme det dn-

to une sorte di rCif>IJ01'.tO trn il possi.kile e nccesscrto, non rn;>?vr.

~f

..:

to tre possibilit-9. e necessit, nl<".l rnpporto tre quclcosn qunlcosn


che sc.rcbbero un' .quc,lcosn
c01ne possibile e un quolcos~ c0me rui:cessnrio,
. .
...

dnt0 che definire il dpto non lJOSsibile; a.flore


~

'.) i -

re il dato INn ,; possiP.ile, il dcto COl'..lC

se

se -~vesse

Jcto che definiunp sortn di do?

:)iC. diruensiune .. i-er lo. qunle innnnzi ~.-s, esso~ 'attravers 11 sue stes~ .
so essere definito, secondo il dinmllism0 che \Ju essere dh doto,.. in

Mauritius_in_libris

:. :. . :. .

.... ;::.:_(-..:~~ ........f:.. =~~ ~::.~.


-~'
m:mzi ti SB-;-esso-;--e,ffrnve-rso ..

. . . . ';,. ;. .:
il' suo essere
~

~.-

-~---::~--

._'_,_
definito,

: .. -

:i

_-:._:::_~-----l:'...~-:- .......... ------

consente l 1uso

di ci che se ne detenninn sulln bnse delln Lil?ossibilit che il dcto


di se s~esso, cl~;_Jo il dc.to, ci che in qucnto detcrm:l,nato ..dal da--'
...

to, cio6 in qunrito c1eten11innto dnll.'essere definito .del dnto, ci che "
, qulunque cosa sia, n0n quello che , mc il modo nttrcvcrso il.

qucle il dnto il non uso.re se stesso, :)erch_ come l 1essere definito.


che esso , l'inizio di tutte le cose usate, in altri tennini: nttrn~
verso 1 1essere detcnnim.:t0 che il dnto , il dc.to 1 1inizio <li tutti
J.

i dctcnainc.ti, in quanto il dcto, nttrc:verso l 'esserc - definito


che.J es.
.
'.

~~~

so , dinnnzi

s.; non pu essere l 1inizio del detenninc.re o del defil.~csscre

nire se stesso, mc, 1 1 inizio dell 1esscre detenninp.to perch


detennin~to

sisnificc potere usare il detcnninnto, l'essere d~tcrmina


to signiflcc., c.11 1inizio, ln dis?.:m~!>ilit dell'essere determinc.t0,

lll.

non dell 'cssere detcrrainc.to


.

cuell0 che esso ,

C<.Ji:iiC
~

dell 'esserc

til'l

detenninc.t0 coi.ile quellu che esso non all'inizio e come inizio di s,::
stes~n

cd come inizi0 dcll 'nltro; quindi il dnt.J nellr:


detcrmin~tu

qunle l'inizio dell'essere

cnc~e

l'iniziu .di

nel~c. ~tess<.

non ?U determinc.re l 'esserc cterraincto,

misurn nelle
c~ eh~

misura. nelln

quc.le il dcto l'inizio dell'essere detcnainnto l'inizio di c,iP che


non pu essere

detennincto~

~cnto l'~ssere det~rninnto

in

n cui

~erch~

inizio il dnto l'essere dctcnainnto

d,~

il.dnto non ;ussibile

co111e definizione di s, ;;!io non -00ssibil,e definire il dnto; tanto.


.

..

'

non possibiic defiriire il dcto che il dc.to l''rssere definito e,non


possibile determinare il dato tnnto che il dato , cli'inizio, que..

sto essere etenpin.to non_ di

S(~' fC. c.~i

ci che ogni. essere detennin0-

to ; dunque l'essere deteninnto hQ un inizio che nun inni.lo stesso essere detenninc.to e che non .nenm1eno l' indeter.!lliru:to,

iun

i=Jer qucnto rigunrdc ln traiettorin dinlnlicc. del. dnto dinnnzi


. ..

. '

~..

..

questo
Q S"~,

quin~

di il dcto n pcrtire da s, nllorn il dnto n partire dol suo inizio


! '

inizio non per s,

l'liC

~l

per n1:,.tro,

;.

dato n pnrtire dal suo iniz:J.o

...

.'

anche une sortn di deterrninczione nell'inizio c~lc fine, il dat0


.

.lS.-~

e partire <lnl suo inizio significn che t~tto questo riguardc nun il
~

.-i~

.i

dato mo ci che nl dnto in poi, cio nl da.to in nvnnti, _tutto cib


..

.. :. .' ,

Mauritius_in_libris

67

dbt )n n\rnnti tutto -ci c.:ttrnverso. cui il . .<lnto.. stesso


ri. .. -.
.

che {dcl

meri~ i{eifiini'zio, non n-1-l''ini"zio di -66,

rna nell 1 inizip di ci_, che

dt: dnto e quindi Co11! se--.-i-1 dc.t ritiW.nesse SeirQre.:~ .come 4:_~~to _punt' :i.riiiihle:,.: germitlllle che non rig\i.;,_rda

?re

Itli

il nto ,e. che T:iguq.rda s~1-

t~tt ~~i 'eh~ detern1inc.t-o <Jei:'ch :i.l' dn-to: in ,quanto dnto l ';es

...

. . . . J.

~ere ddfi~ito e in. ~c.nto esser def:l:ili-to nori possibil.e. il ,definire

~orne -d~f:i.niz:.6ne del dcto;. -;,er in c!uesto stesso senso .il qato,, ~11 .inizf.o che -sigriifiti cib dlil qlinle il dnto perte, il d~to,. nel~.~iniz40,
cio6 il c!nto in 'quc.rtto:_ .. iri Gi dcl qucle asso i:>nrtc, _ ...G11Che c~g, che

..

c;;)ov61ge"l'fniziv._e fa dell'inizi0}1ef:i.ne~ 2llorc -necessario_ nndc.-

.I. ~

'

re indietro perch0-nel dcto inizio fine -coincidono, ma.


zio':e

fin~

coifitidono

df I inizio

e. l1

perchfr"~la

~el

fine- ;:;riiac dell_ 1 inizio, in

dato, ini-

que~o

-iX~.rttre dr:. ess"Q: l 9sser- in' qucnt.o_ determineto_ , niD.

c.-p~r1:ir~ dail'lnizi0 in: (!umto quest'- pnrtj.rc.rlcll 'j.nizio sia il

dn~o ~be nell 9-iniz:i.o, sic. il dCtJ cha . in :questo )<.,rtire dc_l;l' in;I.,: .. .

' ....~

-~ .-:-~

.:

zio, questo crtire dcll' inizio ln fine che' , >e;llora, senzc

i~iz;l.o

per se stesse~ (bto che dc' ~ucst fine ci he , l~~ni.zi_o,. r.:q. _da
questo i)unto di ,yistc. o.llorh il clnto ai .:ttrnverso il quale lo .fine ~)ri1.1r. de.il inizio, ci c.ttr:-:.Verso -il qunle il terminnr.c prime dcl suo inizio, si potrebbe dire che ci. n.ttrnverso il_ qu.qle il
tcnninc.rc prime. dcl suo de, del sue ~' dcl

suo

essere ~~~.1~ ci che

condotto .:.c1 essere dcten1inGre, ;?er cui prima. tencdno e poi. detenuinu,
.

lik1.

questo l~ stesso che dovere nverc il l)roblemc di .c~~ che v:f.nf .

coln il terminnre

<..

ci che lo fc. essere, in CIU<-"nto _ci che lo fn es-

sere dp, ci.v6 il problci:11n- del vincolo tra i.l tcrminl\'e e: ~l dc_,
:t:'erch6 come se p~tessi1i:1) dire ~riI~io il terminc.~e, sec_:J~O i~: de~ter....

-~n:-ncre,

r,m trn 11 i'.)ri1.1.b e il secondo e '. qualcos_n o qty~. lc~o, -~!1~ .:t'let-

te o.ssieme i l tenninnrc e il de, cio6 c'_ qunlcos4.-0_qnlcuno :c~e mette assieme il tcrrJinnrc e 1..: sua ori-giri~f, la .ifficoit_ _di cnpire o
...

:li pensnre ci che raettc cssieme il teninnr..e,_.e ln sun origine.

fntto -che l 'origiile del tcni1.nc.re raf:.si praspettn

dO,iJO

~-tu.

nel

il_ ten1inqre

. stesso, ;1er cui priu.1c. il tcniline e dopo 1 11 ,_de-tc.rmine, dicim~o cos,


. cio .questn sorte di principio~1uistrioso, e~cl11.;; '?2~u~~o .c+ che

Mauritius_in_libris

SI!.'

de-.termine

s fqssc questo principio ..che. non seYstesso, in qur.n-

COlE!

to si trovn diviso, ,in .qento . 10 stossn. esperienze delln div!sine


dell'origine dc ci che l'ori3ine fn essere; dunque prime. il termine c. do? o L'origine, cio
d~

e il. l)roblernn

~:rime

1 1 origine e: dopo sono gli originati

scoprire l'origine.per fc.rlo nascer, come se tut-

te le f~l.osofi~ fossero dei detcrraina.ti che mi danno come ~roblemo quello di cq.pii:e _.il :rnp~ol"tQ str..nissimv- tra ci che fa essere queste. filosdlfie e lg _filosofie,- in qunnto ci ch le fn essere, per chi ?ensn
questo ?roblemq;, difficile
il

ropp~irtg pcrch,~

ce il. rnpporto

_1~1i

~~erchw.

la difficolt di mettere __,c. iJOsto

prima l 'ori3ine e ::;oi gli riginnti, qunrido invesi presente. nl c.Qntrnrio cio8 l)rirtm sono' gli origi

nnti e dof>o . l' :Jri~ine, il ;iroblemc


in quel

r;10o

per

n:f,.,~quc.ndo

do?o, l'origine Rrimc.,

l;lC:.

dun<i-ue di scoprire -1 ~origine

l'ho scoperto non che ho scoperto che,


le. questione :, se ho scoperto l'origine,.

di fcrlc. nnscerc; e il discorso. si c.:. .1nplicn cncorn. Il dc.to non pu ,


essere definito

~perch

lG definizione dcl dato . il dato chiuso dentro

se stesso, se il _d.to chiuso dentro. se st.esso, evidentemente se definintuJ il; dntq, definire il dcto significc una espregsi0ne che il dcto esso stesS.

COille

te.le irnr:m.nente

C.

se stesso, dunque solo il .nto

:)u esprimere se stess; ;>er questo lhotivo dunque

storicari~ntc.

il dn-

to accettebile, non k)erch6 senzc. il dato n-Jn _ i)Ossibile filosofare,


rJn j_)crch criticnrnente i-1 dcto senzc. se stessu. non , tento il dnto

non senza se-stesso che il dnto.dnvnnti n s6 L'inizio da cui tutto ci che determinc.to, un in questo inizio il dato le ;,;t_~ .:J?_rilnn
di ques~o inizio~ e_._J~<?. f~tae prime. dL:.questo inizio, significc <;~ nl1-Jrc: il terminG prililll. di ci che p0i 1-':origine conduce cd essere il
ten11ine, e quindi il terr.:d.ne, ci che fc. :essere il tennine e il tennine nncuro.. e dunque nvrcmmo, in questo sensq __ un doppio_

.1:.~J.:!11in.e-~che

tie-

ne dentro di s. l'origine, l'origine nllorn e qticsto .punto la stes-

se immanenza del tennine


del termine n
ne diverso dal

s~

~ s,~,

e se l'originc. .. ln .. stessc immcnenza

l'origine significo l'origine.come 'inizio del.temi-

tcrmin~-'

l ':?'."..igine signific_c._ l:'_inizio del . terrdne c!1'1;er

so cl termine, quest.o l'origine, quest0 che pens0 _:C011ie origin.e:-

Mauritius_in_libris

!.l-

59

. inizi0 :del ten.iine 'diverso. dc s; <:rtlC.lunque. sin ques.to tennine.


Se riprendirno le daf inizionc del dto evidente che la definizione dcl dcto il tessuto connettivo di

~sto

discprso: il dnto

la possibilit delle. c.nticipezione clcl. ne:1cre le. posticipazione di ci


che. L.:i fc es sere, si. pot:re bbe dire: di ci .-che lo d,_. ques..~.P ~~~-: -~~ . ~~ ssuto. connettivo dell 1espressic.mc c.lla qunle sia-.10 c.rrivnti, lloro si
;Jotrcbbe dire che c.llc:.definizione dell 'ori3ine parcllelo l 'ossere
definito dcl dnto, . Oi'J?Ure l'esser definito dnl dnto ci che dt\ le
definizione dell'origine. e qui <lobbie.i.ilo dire in senso rodica.le e questo
punto, l'essere definito del cto 'ci che d l. definizione dell'origine perch5 l'origine ' ci che : limitato dal doppio t~rmine, 'nnzi
1 1ori3ine ci che in quanto il tenine le linutc tclr~nte dn essere in qucnto Limite dell'origine, il tennine diverso,.dc s1, .non solo
il tennine come ci nel
mc il ten-..iinc

cot~i.C

(~'Ucle.

tcn.1inG ci .che coodotto od essere,

ci nel quclc tenainn ci che conduce cd essere;

il termine corne ci che conduce nd essere in un ten.'line c..nche l 'ori3ine che fn essere il termin. /.J.lurc in questo senso le definizione del-

1' origine verb.mente il suo lirilite,


l'orizzonte dell'origine,

~Jcr

1!1'.l

il suo li1ili.te non

si~nificn

cui:si trettc di capire che .nll0ra. a l ' -

origine unb oppure le origini che sono stctc:unc voltn lo sono ?Cr
_,sempre, non in questo senso, mc: nel senso secondo il quc.le .l 1origine
l'essere contenuto delle diversit.?;. dei tennini: dove diversit del

tennine significD. ci che il terndne pu diventcre unn voltn origincto, :)er cui l 'cssere diverso dcl teniline ci. che i.ac.nti,ene in vita.
la stessa origine,

l'ltl

1 1,origine ci .che rncntenutc in vitn __ e.nche

dcl tonnine inizinle rispetto nl terraine,divcrso, .e cllorn se

ln

defi-

nizione -del d!l.to, se l 'esscre definito del dnto la aefiniziope dell'origine, e se ltt'definizione del dnto quello che.ho detto poc'nnzi1 il dnto le jcsib:i..lit delle. nntici;n:zione deL ne3c.r'? lo postici;>c.zione di ci che lo d, 1 1 O\"igine dopo il. dnto,. e si potrebbe
:lire enche in questo senso: . 1 1origine dopo il dato in qunntC? l 'ori3ine ~ doto, l-1 or-igine corinciil non dn.. s, rnn '.'..l dnto,. e. se 1 10. rigine coudncic':'l.. non dn- s(! mn dal dc. to,.

l~

d.finizione comincic dc.11 1-

Mauritius_in_libris

70. -

L;;:Ssere definito, lite. 1 1 esoere def,inito, il dcto, -- le. p.;::?$Sibilit del-. :.:
.

..

. .

'."'~nticipnz~one, un~

le

-- ---- ---- -'------i------- . - -- ..... --

d~to

il

in gunnto non , _in qu.nnto

~o.ssibi-

lit (:; in qu~nto non ~' ~l~sra il dc.to e non-.,. q dunque, lo ?JS ---

... -

si bili t c.:cllc. o.nticipczione,, il


.. ,_ .. _.. : . . .. ........ ----~--- .. - -- :... .....

-~ . -

-d~to

----- .... :..._----- .. :._).._.... ... -

e . idcnticari.lente _non

--- ----

-- _ .....

--- ..._. --

.. a .....-

a.

~la.

nnti-

..

cignzione. cl.-ne-1cxe,
IJerch~ in ~tq ..1~qss~b~l!,~ non _identit dcl _
.
.... ---- - - ----- ...... - _......... ...
. .
- ______ . ____ .... - . .. .
ne3nre, . ill. quc..n;o.-i,XJ.ssibilit,1 non n~30.;~C>~t: 11on ci che pu e:pu
,

:--

non :Jutere,

c.

(li;~

;che le

possihi,~it, A~~

@<'.}nto possibilit -qu. stc

si311ific~r~. l<:t'.ltcrn~itivc; dcll 1,esse~~:.-,i:;l

:dato il r.-tantc11ere in ..-

eltern::_,tivn c_ontinun 1 'essere con se otesso ,':ric~ il dcto


tiv.::~ co~tc..nte.

COI(.ie

con~i-stc

c.l_f;~p;io

cq1ne~ pian.o_;~.

c'ell 'csserc con l'essere, si,'Silif;Lcc.. il dnto

sul qucle l'es_serc

"'

un -modo suo di essere. che cl;i n;Jn:

esse~

re, <.llvret ?e-,: i il dc.to e non . , <> il possibile queste nlt?-rnativ .-._

d~ll 'essere

dnl cui ;,Junto di v_istn _per ci :l'essere non , mo non


es~ere ri~rdc:

in quo.nto essere, l 1cse:cre non. in qunnto il non


riferimento
ue~to

c~.ell:J

stesso non essere nll 1c~sere, e

viccverst.:~., :fi'Jn

le., __ 11

con

ponnbbiDr..v etto niente, il che si;-;nificn che ln diversit,

i _essere fino n quel

ln (!iversionc dell'essere non rigue::rdt1 l 1E:sscre e


~unto

il

per cui .clln diversione Jell 'essere.


che~

si31lifio. che

~esto

cqbit:1~!10

l 'qssere e il nul-

diocorso non ?U rigunrdnre ni! pu es-

sere rijUnrdo.to dall'inizio ellL: logica coHe scienze di se stesse:, ncll'unicc:. 1mniera in. cui per ol;'c, st.:!to possib:i.le che une scienza. ellc 103icc si sin dntn e sia ln scienze dell.:-: logicc. cli
?erch'~

cui. <lo.llc. diversione

d~l

c~_,

c:l1e. conduce tl nulL:l

sione qu

lndivercio~c

nul~

.r~ll'essel;'e,

nulle_ verso 1 'esse-re: e dell 1.esse;e verso.

il null.:i. avrernLio il Werden, .-1 'unit dinc.riiicc.,

il

appunto

ln diveri:;ione dcll 'csse:i;e non ci che conduce 1 1 essere .'.11

le, lr. diversione del nulln rion


~er

H~gcl,.

:)erch~

invece le. diver

dell'essere.in riferiuiento c. se stesso, cio

~JiGn(:)

sul quclc la. diversione ?OSsibile, ci che rende clive:i;so


1 1 css9re, non il non essere come. tr~le o 1 1essGre rispetto cl non es'

sere o il nulln rispetto


c.11 'easere, perch.
su ' questo . pinno_ iJ null._
.
. .
..

non _, n19n pu ncscerc, pel;,"ch,-6 il nu~lc, sul_. pinf1:q __ del dgt;o, ,~Of1:.;q,
ma che sul ;.:>ic.no del do.to il nulla. non sin non si311ifiec che pcr.questo l'essere., a.nzi sul pinno del dato 1_1essere tnlr.'lente_dp.,esscrc.
.

..

::

?Osto nclln sue clternctivn; n~~ nllorn l~ diversione, il rendere l'es-

Mauritius_in_libris

71

sere di.vera~ dc se stesso si311ific[l mo.ntenerlo in clternr.~tiv(). con se


stesso ?Cl:' cuf l 1esscrc ~ f nJn essere rio"n 10 stesso che l 1esse-
re non

e il neri <essere , i~a chi

so; che cosd

re
l'n,

niente,
L:IC

iJu

1.in

pU

penscre che questo sin lo stes-

"1

"'

fenili J.:>ensere che testo sin l stesso? Ptrer11r.10 <li-

niente se nulle , niente soitL.nto se niente "' dril nu1-

niente (;J_ si311ifictl lo stSCO dcll 1essre che , lv stsso dl

non essere che , lo stesso dei'i'.esscr chnon. , lo stesso dcl n:.Jn


essere che , questo il niente, e qut stnmo doWero nell 1intric essni drc.rranc.tico.

e in; .CJU<.-:lchc

racrtirn sp.'.lventos'v. di' un discorso dentro

il qunle biso~rebbe riuscire c. dividere it niente dello stesso co11.e


.

.~!.

te.le, d.. ci che sr~rcbb~ l 1i)sit. cssolutc. che le3n l 1esserc e il non
r

essere, il nvn essere e 1 'essere in m0do te.le per cui n.::>i doVre.mIID dire: 1 1ipse1.t c.ssolutr:., l'ipse, '1 1ipsum .:"':.ssoluto, ci."che.pu~'essere
lo stesso in cssoluto, nn io stesso dell 1 ~ssere che , non lo stesso
del non essere che non , non lo stesso dell'essere che non , non lo
stsso del

non

essere che ,

rnn

tutto, o stesso che , l'essere che

, il non essere ch non , il non essere che ,


: tutto

questo

chu.

'e

l 1'essere che non

tutto conslobo.t~. tutto cssieme lo stesso, tut-

tu ci0 che dovrei potere condurre nl niente prch6 tutto C!\)esto sareb- -

.
.
b" tlitto questo ciot niente, 'mc; frn il niente che tutto questo e tutto qusto, -se nort c' il nulle.,' tutto uest.:,; neiru!leil~ niente come ci
che i:J

i_)OSS

pensare di ''tutto que.sto. fil! se r!Uesto pu csse're 1)enscto


T

in questi tennini, pu essere penst.t.J in questi termini perch; il dato il ?iena sul .<]UC1le posso penscre l 1esserc secondo queste. c-i.lternc-.
tivci, non 1 1 -esserc secondo questd alternntiva. pr

~ui ~Jansnre l 1esse-

re secondo queste c"itcrnu.tivn si~ificn pcnsnrc l'essere secondo l 'esserc ch deve essere condotto .::1 si o nl no 'di s
ian 1 1sserc secon1
.:,

Jo ci che .tt-I.ic~er'so ~stc. clternc.tivc. in un certo senso conquistn


l 1Unico uodo d~i1' 1 essere divcrs

co~-.'! tnle, che non il

liOdo

profondit dell 'cssere div'er's'.

COl..lC

che l 1esserc conqtilst:f dnl

SU

gnrnnti'rfi'

con se stesso il suo cc:mtrr'io 1)er ottenere poi che il so contrario,


il nulla, rifaccie lo stesso di~cors con 1 1esser perch0 pci'i in:fondo il nulle gnra.nt'ito con l 1esserc .

sun voltn c'i che gnrnntis'i::e

Mauritius_in_libris

72
'

l'essere col nulle., e.


re per uscire.
l'essere
senzc.
so,

dc~

c. . questo
punto
che il modo i.-1i3liJ.
.
.

-~

queste questioni
o di- torm:re cl discors9 classico,
.
.

3crc.~tisce

relczione~

1.-ic.

iJU s~r.lbrc~e

se stesso, e con ci garantisce nnche il nulle mc

o __ i l discorso he:'3elic.no, l

'ess~~e

3crnntisce se stes-

g0rcnteno
se stesGo,
quindi
l'essere so stesso, rnn rnddoppic.n-.
.
.
gnrcnti~cc

dosi, ml'. gnrnntenclo se stess9, ?e+chS non bnsto che

se

stcs-

so, cio6 non bc.stc. che l'essere sic. il presente delle sue identit.,
.

l 'esseJ:c devec

e~~~re

'.

qu~le ~sto

modo c. ttrc.verso il

. 'f: :.

nnche_ di questo ?resente. il dincraismo, dunque un


.:

..

r:;>rcsente operi; nllo+c l 1essere 3nrnn-

tisce se stesso, mc g0rcntendo se stesso torn.:: .::1 presente, cio,5 :}Qr,'lnc.llorc~

tiscc il nulle. e

dico, o il. disc;:orso trnscepdentnlista,

l 'csse.re 1c.rcntisco se s,7.csso e

._3c.rc~ntendo

He~el:

se stesso gc.J:_nntisce il nul-

lo., o il discorso che in :un certo senso lo stesso perch,6 l 1cssere

che 3crcntisce se stesso e lnscin che il nulln gnrcntiscn n sun volte.


se stesso: sc"ltr: i.-1 "3.:--.rcntendo!' in qucnto non ci snrebbe bisOGOO di
esprimerlo: dc.l punto di vistn classico come se noi potessimo )ensc..:re, le gc.rc.nzic. dell 1CS;SCre. ~-te.le ?er- cui l 1essere non hc bisogno di
esi')rirncrlc~

fuori

~i

s, ln tiene tutte. in

si CC.)iscc. L'essere in assolutQ


l 'csscre che in

co~.tG

s~

e clnssiccracntc questo

ci che. 3nrr:ntiGcc se stesso non

c.~soluto

hc c.llc oue spu.lle il nullr: nel senso secondo il qua.le il nulln non ci dc. cui 1 1essere .in es soluto cd ci
d~

cui l'essere in relazione: clcssicnrnente


l'essere
in cssoluto non
.
...

ci che dl nulle., e

l'ess~r~

in

rcl~zione

ci che dnl nulle;


..

..

vicevqrsc., e non poi viccversn, tr.nscendent2,lmente l'essere in assoluto l'essere .in relnzione, e $0 ~'essere in nssoluto l'essere in
re lezione,, 1 1essel;'e Q il nulle.. sono :l_x:rclleli; il punto del discorso
do-:le s!rno. nrrivnti .i.Jer orn un :.)unto c.ttrnverso il quale io posso
fondc.u~ntcli

:)ensnrc che. questi _due modi

di si scorso non rigucrdcno

il discorso in senso teoretico, 1'.le1.-zr11eno rigunrnno il

dis~orso

in sen-

so critico in qunntu in senso critico le criticit del discorso 3iu-


.

dicnrc questi dl,le

mo~i

..

fondoriientnli ni discorso coL-ie non pertinenti

teorcticCL:lentc in qun_nto sono c~uc discorsi reci?ro~i, c:.06 sono due


I

discorsi che rendon0 diverse. l'origine, sono


due.discorsi
ch trcsfe.
r
. ,.
riscono il diverso dal pieno del dnto nel qunle il ai',,erso viene

Mauritius_in_libris

ji~~

73

cnto nei.confronti dell'essere come clternctivc cl pieno del discorso


corae fondc..zione dcl .iscorso, sono i discorsi che rendono in questo
senso l'origine c.1iversn.
E' criticriaente che il discorso in senso teoretico non ~ub evere
.. ..

-~ .

1 1 ()~+.s_ine in, _t~c~nto diverse~, non u C.Inl!letterln, nel senso che se c.mrnette questo non nc.scc ~coreticcr~icn~c, in senso puro rodictl.le, deterlinc.tr.mente teoretico, nnscc in un senso teoretico che un senso teorct,ico sec~ndo.,lr" C:L).~it del dc.to, e quando il r1iscrso in senso teoretic0 nnscc seconc1o ln dntit del ciC:to,. in rcnlt nasce ~econd6 la.
-

..

,-_.

'

cJivQrsit_cl9.ll'ori3ine,e se nnsce: second le diversit;! dell'origine


miesto
si-Ynificc,
. ..
;
.., . . che l. '01;iginc,
. .,,
. se diverso~ pub essere oglii :voltei.,
.

tutte ;I.e oi3~ni i cui il discorso hc.. bis~gno. :)o. questo punto di vi

'

..

t '

stc tutti i trai1.ienti ellc. filusof!c.. sono . fi8li di S~ Ton1mso e' di


.

.'

_,;'

:~..

-~

- ..

..l .

. '

- .

,.

Jier;el,
tutti
gli. cclultri
dellr. filosofi.:.
son'figli
di.un rantrimonio
..
..
'
'
..
.
.
.

'

_. l,e3~ttimo., in qur~nto sul ?i.:.no_ del rnpr)0rto: l~istotcle-To1ri.Ulso


.. :

. .

.. -

..

\.

per

un

. verso., Ro_smini-HcJcl 1.)er o.ltro verso, il i.imtririionio lc3ittimo perchi


~l

!i1ctrirnonL) ci3tlifi:cr. lr..: --~)os!ffbtlit cli cc.~)ire che il disc~s,LsL

.. ~~- c:ttro.vcrso-1[{

Jo

fond.Eif.one

c1i~i:

clovessi

ac11+0-rfj-tnc" co:me diversa', ed : ccmie

se '.

i.Jcr questo, diotticcrnente, per esempiu,' 'possibi


..

le le:33e_r:e
Rusmini i.n /~istotele, Ifo3el in Aristotele,: e di lc33erc
.
:

..;..

.:

ltt'istot.cle
, :i~_ He~3el, :x;!r cue.sto li~:>tivo, )erch: le:3gre Be3el in Tm,11nc.
..
"'

so,. cose strcnissilnc,


perch8
.
.
'

sc.i.j~JicJ;io

tutti che Toii1:nc.so ere i>ritii.c.':. di

'

J{e3el . Questo i ncccttnrc che il


bollo .:::riagrc.fico si3niffcn pensiero,
.
non s.o.pere; le 13crc Hc2el in Tor:ra.nnso rileg-:;ere 1 'origine di qucstn
fondczione clq~l 1 ori.'3irte jivcrsn; cii.dctttcemcnte~ ~:.er ln prospettive.

..

del discoz;~o in qur;ito teoretico, debbo legt;ere: Hegel in -'Tora11w.so, perch6 debbo

~ssere c;~pc:ce

di pensare lC'. 'fbndczione dell'origine cor.ile :di-

verse,, le fonck:zione dei1ori3ine co-..ie ci che pu essercjcndotto contro se stesse, e ::1u fJembr;;r scr11nliciss:.zuo chinrira quc:sto: se noi
.

..

...

I.

...

conglqbic.rno in unn tesi il discors0 cl..<:ssico in uno tesi il discorso

tr.csc~ndentnlp.! sembr~_rebbc

che ln questiune'

~in

gi f.t.lnicntc tleter-

minc.tc. che;nn c' bisoJilo di discorso: ln tesiclcssicc. l'identitn,


le. tesi, ~rcsccndentc.lc ln contro.ddizione, che restn :: noi dn pensc-

e ..

re? niente. Panse.re le: tesi.clcs~ice;, che signific'n? Ri:;;>etere le iden-

Mauritius_in_libris

74

'

tit; pens~re L"'. tesi tro.scendentcle che s:.';nificc.? Ripetere ln contraddizione, ci ..J riJetere si;311ifice; tnutolo3ismo teoretico, fr.lbastire un
i

discorso in quc.nto ilabnstire questo discorso non si311iffcn soltc.nto

ripct.cre i discorsi, r.l.': si3nificC. non ccpirli, cio6 condurre questi


.. ! .

4.

discorsi fuori .i e(:; e lnscir.,re noi che conducic:.mo o 'discorsi fuori


.

.-..

di s 1.~ c.ltrettc.nto fuori di rioi e fuori dei c~iscorsi non forse ln n.:strc culture contemporc.nec.?
'

Il niente lo stesso che tutt~_questo che l'essere , e, -tutto

qucs~o.che l.'essere nel sensu di une qundruplicnzione dell'~ssere


he stcta es;>0str. e che rir:ic.stn verso le fine del discorso: 1 1 essere -il non essere nvn -il non essere -l'essere non , attraverso
ln quc.druplicnzione dell'essere il discors0 arrivnto in un punto nel
qua.le si ?.Jtuto esprimere con-ie dispors0 in questi tern1ini, cppunto,
nttrc.verso 1 'essere che , c.ttrnvers0 il non essere che riun , nttrnverso il non essere che , Qttrnverso l'essere che non , qusto, tutto questo ci che ;>ossira.10 dire lu stesso in rc;:>;>crto nl niente, nel
sens scc0no il qunle niente lo stesso di tutto_guesto; evidente
che e 01esto punto lu. jiffic0lt rnn'.:niure stc nella. CtJ.i)acit di espri11,ere il niente, cio nelln
solo,

it.a.

ossibilit~

di fnre ncscere il niente, n0n

si cncl:le detto che questo se il nulln , cioG: niente


-

lo stessu i tutto q~ms~o che l'essere se nulln , dunque ' un~


c.Jnclizion~

interne. fondmlentnle tra. tutto questo che i 'essere , lo

stesso di tutto questu che niente, trn questo e questo lo.condizione fondcraentcile~ l'ipotesi del nulln, cio, se null.:: , niente lo
stesso di qutto questo che 1 1essere : stir...1i10 fenui nll 1 essere che ,
cl n0n essere che nun , nl non essere che , nll 1 essere che non ,
perch.tutto questo, se il nulln , niente. Il problema n questo punto

ln possibilit

d~l

pens&re,

l~

nascite del pensare in qunnto nien-

.. ,

te nun suL.J in rnp;>0rto al nulln se il nulll ,


pense:re,

?erch,~

non essere

sic~,

mn

in rnppwrto al

che l 1essere sic, che il non essere nun sia, che il


~he l 1essere non sin .:.:pf.>;rtiene ~111 1 ~-ssere, d.lll 'esse-

rc fin0 c.11 'essere, e si p0trebbc dire che lliJpnrtiene all 1 essere dnl11 essere finu <:>.ll.' essere tnluiente che questo lo st~ssv dell'essere,

Mauritius_in_libris

75

11in

qunndv Jicic:.riu he

't~tto

quasto lo stesso dell'essere espriioore


.,

"

tutto guest0 colile lv stesso del.1 'essere, questo p.:irlo fuori dnll 'esse'

re stesso, guesto il niente corne lo stesso di questo, di tutto guestJ; quindi n0n il niente come lo stesso dell'essere, mn il niente co-

n.e lu stess0 di tutto

questo~

.tlvro l'essere che , che nvn , che

tomie c.:J essere, che torno a non essere secondo un vizio interno all'essere e quindi

Jic~letticistic:ll1lente

secondo questv suo

e non dia.letticruu.ente, l'essere

internv.che si ?U dire vizio originario in-

vizi~

terno all'essere, secondo il qua.le vizi0 l'essere coue se fosse legato n se stess0 in quel 1.10do f>er cui il suo essere le13oto n se stesso

signific~

il suo stesso Jiviorsi, icssere secondo questo vizio

originario interno che vizio diclettico, secondo questo vizio del


suo stesso essere Jinlettico r" queste rnnniera, secondo questo vizio
l'essere snrebbe 3i lo stesso

perch~

tutto questo l'essere: l'esse-

re , il non essere non , il non essere , l'essere non , tutto questo, in un raodo o in un w.itro, in tutti i modi possibili o necessnri,
1 essere; dunque l'essere secondo il vizio -interno

ori:~ina.rio

dialet-

tico, cio6 secondo il vizio dinlettico interno n se stsso in quanto


ori5innri0, secondo il qucle vizio l'essere le3nto n se stesso nelle stessn misure.

nelle~

qucle neccssnrinrnente l'essere diviso dn ci

che il suo essere le3nto .:_: se stesso,

i *essere secondo questo vizio

diclettico che, in quc.nto diclettico, ori:~~nnrio e interno, l'esse1

re come vizio diclcttico originario e interno, in altri tennini, ln


dinietticn secondo il vizio di se stessa, cio secondo la infortdctezzn di se stesse
~re

sern~re

internn e cp?unto

ori~innric,

ori3incrin e interno e ogni dialetticc se1n-

~er

iJer ci non

ci originario, e nppunto perch interna e

fondnt,~:

nll0rn l 'esscre secondo il vizio dL'1-

lettico, cio l 1esserc secondo l 'ori3ine i uno virt., che, in quanto


le3ntc cll'ori3ine e detenainnta

dnll'ori~ine

diventn, per questo, vi-

zio dinlettico, ed vizio pcrch. i diventa cos\. unn virt impossibile


dc pcrte dell'essere ed in quanto virt impossibile da parte dell'essere diventn in20ssibilit
)

dell~

dinletticn come virt, per cui le vir-

di questo vizio soltnnto quella di esistere tonto che l'esistente

Mauritius_in_libris

.. - . 76

pu e..s.er:.~:::9er questo Motivo, etic.:::anente dic.lctti.co,':-cio6 v:trtuoso


perch;i dtdlett!fcd, m~ - di~lcttic_) pcrch~ -vLrt.U0.so--~-::es$eooo---<!t<"l-l~

tico.:.p'.er.c.hf::.Jl.ir.~.r--i :.,,_-_bc:ic .che sic..c!ic.lcttic:J. :snza- ~he :.rie-S-surto glt


c.bl5ia defo:lr.-.lclL~letticc; c~ll.:>rc., J. 'essere secondo il vizic/-di~ltti- .. --~
I

'

cu, ;:>er:'il .:fritt'v 5tcGso' di essere t;cle secondo il vizi diEilettico,


n.Jn: ihd. bogrt8- di niente nltro che di se ntess; cllorc, c1d questo p&\.;,
to di'";vistc::i; :t 1 tfacre , i.l'rion e'ssere' non , fl n:on esser , l'esse-
re non F:tuttd-:rqi..iesto l'r) stesso -Je{l 'essere 1 esscre, dn po't'te dl:.~

l'essdre;- :::1-ci stesso Ji

,.

,.

s~:,

f~

..:u.-

suo vizio dinletticd, non 'solo :il

vizi'u dicletticu dell 5 csscrc, il vizio dinlettfco per essenzc,'cio


non c': c.ltro vizio :.lio.letttco che

questo~

non c' altro vizio 'did-

letticv se non ci,? che l 1cs.sre" sdconu l 1essere stesso,- !'.'essere.!

in' rilocb 'tl'

le:;nto -6 s'e s'tcs.so

r.he t1 suo essbr

le~cto n

se ste.sso

il suo essere diviso .. scc-;.Jnc1d. ;il vizlo ir.ltittico, non accode soio'
che ln dir.letticn non , e ln dicletticn non rtennuenu in qunntb vir
t~ ~)erchi non

tn' qunnto fonclc.~.:J., in qu:anto' fhdntite non ci6, 'ma

seGi.Jre chi! cid~ !se:r.:o'!'e fonclnnte un gunlcu.n0 le. cui esistenza il torr,licrc lt~. fondc..z:.on2 pvssibile dclin inletticc( e quindi, in questo
snsJ, .. che l'essere sihper s::, in quc!sti termini, il vizio ditiletti;:.'
co significc anche l 'ori3ine dclll..1 virt:) di cui lo. dinletticn pu es
sere

cn~ncc,

. .

~Jcr

se cond.".'..nnt'.rc chi

cui esistere, d,':1 questo punto di viste, cmie se fos'


c~e.!J. e~

. i .. _[

condiviere le_ creativit, in qucnto chi crec,

cr~onau; ':fr~' e:sistFi!e quclcuru il qunlc es{s'tendo, per il fatto stessci:


c~i

esistere,

~r.lcunJ,

cio persona., ?erch6 il suo esistere co:ae

fjerSOtltt ~.il toglicrCi:'11 Vfzio' dic.letttco "il. fare tVantnre virt


ln dit.lcH:tibc~,

dc

il . ~J"ivc:re cori1e csi~tentc 'dinietti~b~ in

C}Uesti ter.:

mini es:.stere kjl~nificc. scm:vr Jng sfidG c.11 '.c:ssolut e sfidarlo; '?er1

r-:r

ch6 lu' S-i d0ri,crln~; o i~/ si. tost:~in3~ ~- cvind're nssiem o colui? che:<'. :i.;

>

rc.to ih ' 6i-e-.l:ii0nc?!lr: iii: citfYcc1 1:,~~cn6

:ti ~vid~re la cren~ione si.:.


gniftch' il.:~~50te~d~:11~~c cii\i2nii-e :Vii~tb. 11 trizio dinlettico; nin; dc' ~t- [
1

to ci~st:~rt

c;:t;tis

c1-t:/ cht: -e_r\:t-b ~~ohB.i'zibne discrimirictri~ tra. l

's"'"

~e-re cou~ ~hizi6: c1idrtt-i~-~-=2. ti~tt-je~e~ ..,~: e~tli. fnrc.{ <li--r~;


: vir
r. t\.,
:i'._,"c:u
i.\ che' t:~..;'c:..e:~d:::S,: 'trcil vizio 6'tA vi~
ven t nrc
..,J i.r-~:~i
. njj"
... c t;....
_... :i..c:::i

Mauritius_in_libris

77

t, fn dCJ. Cndizione discriuJ.natoric escluso, perchi il i:>ensnre


che l'unico r;1oc~o che l 'uo1.io he:. c~i potere non crrivc.re elle dinletticn, cio

r~cl

vizio c1.ellc. c1icletticc

c.11~ c~inletticc

come :virt,1, perch.

il pe~snr come se fosse nellu stesso te.mp_o il coinvolgit"lento dell'uomo .. e c:cl suo creatore, il penscre mette cssieme chi crellto e colui
che hn crentu, perch li sfLlc. cssieme, . il pensa.re _ queste-- capacit
di mettere cssieile ci che deve sfido.re, er cui il pensnre sfida assieme 1 1 ossolut" e 1 1 csistcrtte, cio:; il pensnre sfido, ponend0li r1ssien.e, sin l'essere sin l'esistere, i.'erch:i il ;;>enscre nasce in qunnto il
suo .nnscere q\iestci. Jisciplino., questo tenere cssierae l'uno. con 1 1 uno e qllin.i l'uno con l'altro e l'altro cvn l'uno; cio nel piano nel
qunle.~ 1 essere

questo vinggio nttorno e se stesso, per cui nttrnver-

so .questo viaggio l'essere da s:) torne.


re tornando e
il suo

esser~

s-!,

-~

s:, n qtl.E!sto vi.::ggiool 1 esse-.

cor:ic se tarnnnc1o n s e sere i tns se continuamente

questo vizio c:ic.lettico che tiene la sua.

virt:-~

e qunndo

questq vizio dic..lettico tiene le su. virt'i bene che l'essere Jiven'

ti un esistere, ciu6 bene che noi come uomini siero.o degli esistenti
detenninoti, mn cJ.etenninnti tJCrch,5 letermin0ti in rapporto nll 'essere;.
il pensare su questo 'pinno ln

conizio~e

cttrnverso lG qunle il ving-

3io che l'essere fn li.ttorno n se stesso, :,1.nun solo il ving3io attrcverso il

quel~

l'essere si riconfen11c ta.lraente c1n essere lo stesso di


.

,.

se stesso fino al punto c.n essere ci che lv stesso di tutto questo


come niente se il nullll , nonsol0 questo, mo dentro questo, dnll'essere che lo stesso di: s1..i e l'essere che. corne tutto questo qunlcosn che non pi l'essere eone lo stesso di s~,

ma

il niente, il pen-

sare ci che rl.dico.lizza ln necessit dell'origine perch il enso.re ; come.se fosse chimnc.to n nascere necessarie.mente, in qunnto trn
.l'essere e l'esistere il moclo migliore cli trnnsitcre dall'essere fino
nll'esistere prorio quello di non penscre, cio di non porre in questione, c1i non sfidare assieme l'essere e l'esister-.:

e, semmni, .di

sfic!cre uno elle. volte l 'esscre, l'esistere, il vivere; il morire, il


fcre bene e il fnre mc.le
ribile / interminntc, senzn
pensnrc nel

1:~0uento

seconc~.o

tenni~

lo stilliciL) di una litania. inesnuperch senzc principio, mentre il

nel qucle questo porsi come necessit dell 'ori-

Mauritius_in_libris

78

gine, in quanto, esso pensare, pensa l'origine, il pensare ci che


pone in crisi questo pnssnggi0 C.cll 'es~ere nll 'essere e come se il

i 'essere solb:mto fino all'essere e lasciasse l 'esi-

pensnre bloccc:sse

stere soltrito nll 1esistere, con1e se il ;>ensa.re costituisse n questo


punto le. tent~zione ~i. fortetriente sntnnicn di. cu:i.. 1 'uomo cnpnce~
I

'

pi:i ccpnce di quelle. i cui fu cnp.:1ce Sntnnc, ~erch0 non solo l 1esistente che ?One in questione l 1essere, che il modo pi1 facile di por'

re in questione l'assoluto, nm esiste qualcuno o qu~lcosa o unn condizione c~~~rc.verso li.i. qUnle sono 1 1esistente C. 1 1e~sere, I.lessi Cl~Sierne,
ci che io sfiJo, cio6 il pensr.re questn cn.i?ecit di le3nre nssiei~1e
. i
'!!_ :
Lucifero e 1 1assoluto e, ~enuti nssie~ne, di sfidarli assieme, per cui
f .. j

il pensnre pu ~ssere il moo mi3liore di dnnnnrsi selvnnc1os1 0 cli snl.:,;


j ~.

~.

..

vr:rsi .Jnnnnndosi, cio il penso.re pu essere il modo migliore i uscire fuori c1c.110. strettoi. rcli_r-~iosc., ;_Jerch il penso.re in' questo senso
.. :

L... r~

f..

.,

e a. questo P}lnto f., per necessit c!elln sua. nc.scita, nssolutranente. lni...

co, senzc Dio e senzc l 1uomo. i.w. ci che tiene c.ssieme l'uomo e io
ec~.

_?er ~i che pu essere, il ~Jenscre, serizn Dio e se.nza l'uomo, dunque il )enst:.re senzc origine in quL.lunque modo 1 1erigine sic., !)rch3
.
. ~~ ... i } _;
: .
dnl pun,to cli viste. dcl pensc.re il quc.lunquc r.uc1o iuiplic 1 1ori3ine in
nssuluto, cm.1pres'. 9 inclusn l 1ori,3ine cli Dio, per cui ~un si t~ntter
.

. .

t:1ci. i penso.re contro Dio o contlro l 1uor;10, si trc.tt:7'. Ji. ccpir eh? co-

sa significhi il pensa1:'.'c corne questo roblemc" rrtlicnle. di se stesso


c~e

, ,qestc co.pc.cit cli

L~sci~re

1 ... ;

,:

"

il vuoto nttorno n se stesso, inc non

un vuoto vuqto, bens un vuoto ;icno,

~o~ 'i {"l'IDfo.d3:,i: he3elinno,' .:rio~

il comincimnento hc:3elinno, l 1esserc ~sto vuoto, mc. i:i vu6to pieno,


cio un cornincira11cnto che

~-

nddiritturc" le

l~lorit"ucii.ne

c1ell 1e~_~ere che

lo stesso di ci che il niente come lo stesso di .tutto questo che

l'essere

'~~.elle;.

sun stessn lonitudine

. Il penso.re co.me. ci>.> che nnsce [',ttrn.verso il :::1inciriisr110 detl 'es'sere,


dcl non essere, del non essere, c:cll 1cs_scre, il pensa.re a.ttrnvers'i: que..

.t

sto essere rfoll 1esser8 concepisce


in quc..lche
iaodo
un dinam1smv iritr_.
.
.
.
1
~

no c.11 'cssere, dl'.l cui ;>unto 11.i vistn ci c~e l 1cssere nun . cli essere rnr: Ji essere ci c.ttrn.verso il qucle na.sce tinn n1ntcrin origlnnrin,
~i '

'

---- . -

.-

""

--- -- .-- ---. ..


~

...,.,

Mauritius_in_libris

..
I

,_,

"

79 -

unn priran mnteric,, che ln ma.terio che i.riteriasso il pensnre ed : il


non, con"ie rni:teric ;>r.opriri. del penscte o . .come mnterie nei cui confronti il penSQre deve riuscire ad essere-.. un-~ nJpropritio .p~opria 1 perch noi per coniugare l 'esser dobbim110 aclin&re il !E!! e dobbiruno eclin.::.:.re, il non iu.1obilr;i.ente., pussic.rn.0 coniuga.re l 'essre

ripetendoho~ Lta

declinicmo :il .!!2!! lnscicnclolo inraobile, ?erchd, .a.i)punt2,

pe~

coniugc:.-

re l'essere fino: in fonc1o c1bbbic.rao- dire non solo che ., run anche ch
il r..on essrc non ,- e dobbicrnodire che

d~llc.

prim.6.. pro?o8izione: .l'-

essere , nlln Scondn: il non essere non accede solo che~devo dire
negntivo.rriente ci che dico positivllilente, dire che l 'essere , lo
stesso che dire che il non essere non , per cui se voglio clire 'L'identit nel suo princii.Jio positivo dico l'essere , rnc se vogli..:> dire l 'identit nel suo principio Tie.3otivo, dico lo stesso u.c diceRdG il <Contrcrio: il non essre- non , ciou se
te uso

l~,cssere,

$(~

vcY~lio

dire. 1 1 essere

~.Jositivctoon

vo3lio dire l'essere negr..tivmnente uso ancore. l'-

essere mn non per mezz

(~ell 'essere ,1

bens per mezzo l non, perch;

posso :Gnehe cnpire dc. che cosn l'esse.re c.rrivi n -se stesso, cio posso e.vere mille

uioc~i

c.ttrnverso i quali eccetto Ji C-tlj;>ire, il che. signi-

ficc. che posso e.vere lille 1.100.i nttrnverso i qucli .s.ccetto di non ?enscrc, posso e.vere mille moi ?er convincenni c1ellc. necessit dell 'es
sere, quindi osso Gvere poi
in senso reli3ioso

lk":

quelL~unic0

modo rivel<lzionistico, non

in -senso teoreticc.rOOnte tecnio in quanto, appun

t.J; quc.:hlos-t. o qu!.lcun0 che mi costrin3e o ccpire,. (questo qunlcuno


)U

essere le societ o Dio) mn sono in ogni-- caso gli dei che mi -obbli-

gnno e 'epi-re e questo uodo, cio Iirl. obbligc.no ,cd -nssumere, od c.ccet'teire; nllorn posso l'1:Vere mille mcxli .ttrnver'SO .i qunli'-<lCCetto di
:.?i're e accetto

c~i

ClJ.-

:C2)ire che l'essere. sic tnlroont~ cln essere sino u

se stesso, per cui essendo sino ~~s stesso, nelle. sua stessn eccezione che r. me derivn dni modi e.ttrnverso i

quali~e.ceetto

to quest' 'qur'.nclo l'essere crrivtr fino . [\.

se

di :capU:e tut..

stesso .non ho "problema per-

ch ho l'essere, nd rin1.c'1ne solo l'essere; qunndo devo pns-snre dall'essere nl suo intern0 e 1 1 interno de-11 'esse.re : ln ;>ussibilit-1. do porte
Jcll 'ssere :li pote.re essere -~dc:tto nltrir.Jenti, o.llore qunndo pa.sso clcl1 'ssere r-"l suo interd0, l'interno rfsultn, tutto., 'assolutamente pro-

Mauritius_in_libris

80

blemntfco perch6 'non ho niente alle s;>alle, non ho nlcun modo he sic
pc.rnllelo ni m:btji he avevo inizinlma.nte e nttreve-rso i quc.li mi sono
convinto adifoeette.re l'essere, in questo senso -per~)enscre l'essere
bo.st6. 1 'es ser', mc. per ' ptere peri.se.re sempre 1 'e sser ma seondo il:
suo interno non ho nlcun fii:oG.o c.ttrcverso il quele posso convillcertai
che, dunque, se l 1ssere il non essere .non , cioi'! il -n~:m
essere -_che
..
'

non riscnic di rimcnere une nggiunzione.imutile,. senza senso, perch


se posso pensare l'essere vere.mente dovrei potere no11 pensnre il non
essere lilemmeno cm:te il nun essere che non . Se il pensare l 'es::;ere
fosse un pensc.re to.lr"ente assoluto dc. essere vero in assoluto, n0i non
'

?otretillno pnsare il non essere, noi, cio, non potremmo ~)ensore diversCllent~.- dc.11 'essere che ; il pa.rnllelo teologico a ques_to punto pu

csser-e--l:llurninnnte; se c' un modo di cnpire che Dio , co1ae se avesse unn sorte. cli necessit interna e se stesso, questo modo quellu
sccn:Jo il quc.lc se Dio , tnlacntc che soltnnto lui esiste, e non
snrcbbe possibile yensnre

~non

qualche cosn di diverso, mn non snrebbe.

possibile pensc.re diversranente dall'essere che l'essere in questo


rrodo e, nlloro., snremmo tutti d6i ,{, quindi nessuno sarebbe Dio; inve-

ce non solo nio e non solo Dio essendo, se ,

in questo mudo e

.2.

si2nificn tutta lei. filsofic. di cui devo essere CO.~nce per porre in.

crisi Di0, ellornnon solo Dio, se

:[c;,

cio sono cmeh'

io

in questo., raoc1o, ml sono c.nch'.-

come colui .che in quclche :ranniero deve ripetere .

unn sorte .i violenzn nei confronti i Di.o er cqstringerlo

~-

fcre es-

s.ere un ess~re nltro .e~ lui; e questo posso copirlo solo penscndo, n0n
esistendo

perch;~

esistendo quello che cerco di po.pire sono tutte le

cose che devo ccorao.arc in mcnirn che entrino n?lle mie tasche e quindi nel mio cervello inteso co1:te tcscc.; .ne:m esistendo, dunque,
so.ndo e penslre n questo punto significn

~Jorre

direttraiiente; porre in crisi Dio coI!le necessit


lutezzn clell' nssoluto

ll

.1nc.

pen-

in crisi Dio, u1c. non


'

d~

costringere l 'nsso-

re3olnre le sue questione per i ~otti suoi,

<J.ven1ole rc3olnte anche per me, mn in quel 1~1oclo par _cui c1~vo ca.pire
che il ;_Jenscre nori." pu nascere se non nasce c. q\.les_~c Llpn~~rn,. cio il
i.Jensnre non ?U nt1cere se non -ncsce costringendo 1_1essere n .quel .suo
I

interno nel oue:le


l 'cssere come l 1ssere. detto nltriroonti
de:ve render.si
.
. ..
..
.

Mauritius_in_libris

- .81 --

cJnto del pon che ;iu .nnche e.sscre.- nssi.erac .n se:L.ste:sso, l)archo niente
mi

cost~inee: .. n pensr-~re

in

:~quel

modo per cui, .nlln

quo.le posso pens.-::re che 1 1 essere sic., nelln

~$.:t_essa.

stess~

racnierc nelle

idont'icn' r.mnierc.

posso pcnsnrct che il non essere non sin, erch non le stes'so, e non
lo stesso significa che qunndo dico che l 'es.sere e. poi: di:co 11 non

. essere non , non ho. detto lo s.tesso, in. q:uc.nto nvere detto pusit1va.,.
--r..-iente Q,ne13etivcn1ente. significr.. quelle moc..lit che costrill8e l'essere. in,\ln ce.rto i.1odo i)er cui devo renclenai .cbnto della qualit non di
quello c;:he nfferm0 dentro le. qunlit e, quindi, devQ renden1d conto
del !!Sffi, ci0 e.l. :uodo nel quale ;>ossibile che i l pens'l:tre:Ys.ic queste.
sorte di cntu.ryultc.del non contro l'essere e non dell'essere.rcontro
.

s stesso,_io devo cc.pire come il:?enscre sin queste capc.citA cli fnre nc.scerc il !!.2!!' proprio c.33c.ncicndolo all'essere, cio proprio dicendo l'essere e dicendolo nltrimenti. Tr.:i il principio di identit eil
princit>io di. contraddizione ln differenze non

perch'~

deve essere d(;-

terr.ii.notn;. cio trn il rinci?iu di identit: I 'essere e il principiu dL c0ntrc.ddizione: il non essere non , tra. il principici.;di identit e -il.principio di contre:.ddizione ln-differenzn non .perch2 deve
essere deten.1inato., m1 trn le

differenzt:~

che non e l'essere detemni-

nnta do.llo differenze non c'n l'essere nci il non essere, perch.:i tre
l'essere e l'essere rirnn.ne soltanto l'essere, nllurn tre. l'essere

e l'essere, cio(: trn le Jue<.COiJpie: l'essere . e il non,esse-re non",


e, il non essere e l'essere non , , il pensnre, trn le due coppie,
cio.~ nllo. quc.druplicnzione che 1 'essere subisce .di se stesso,.: il pensare questo trnnsitc.re del n0n senza origine, .per questo transitnrc del !E!! -senz.3. l'origine che ripete ln strutture: delprincipi0,
cio qti.esto trnnsitnre del !!fm senznori3ine-come to.utologisraJ del
?i'fricipio, .i.COiue sistemc di .ripetizione ..-del princi?iu secondu ln sur:.
struttura ortgtnariq___ he quella ...di essere idea, . infntti il

mm

co-

me se ric.scesse dril suo fe.re dc. soggetto nll 'essere, :.cllora il .Q2!! no.

'

sce inqunnto fll d,n.so3getto all'ssere;

',

oY.1lO,(& &vov

tc &vnx&C~\I

il~

nasce inqunto l'-

--:V~x~Cevov

. dell'essere, mc urio

che diven-

, ,cio& che diventa og3etto, .erch0 il non essere

re non tnnto da 'diven.ucre

tcssere-:.n~.m-

, Jnllor.c . come se il

Mauritius_in_libris

- 82- -

fos:se un~. sorte:: di cerniere.. dinrani:a. che .nun chiudq l 1es,sere


.
... ran. .chiu
.
.

de se; stesso, il: !!:2!!

~:iiventn

nn s0rt[". di .cerniera.. dinnraicn. attrnver.

.. ..)..

..I.

so. le quale l'esser~ .si c0nfen1m iILlliobile; l'essere . .., il


non essere
. .
.:
.
'

non ~r, il non essere ,. l 1esse+e non ~' nttraverso il dinamismo ~i que. stc ccrniern che dovrebbe chiudet:e l 1es$ere;. c.io

p~traverso

il proces-

so nttrrNerso il Jun.le. l'essere deve essere talmente dc essere..- ~ia cvme essere, .sic: cure non essere,, c.i che~ il !!2!! chit.rle s~ltanto e ap~-sser12,

peno. se stesso, per cui l 1esscre ri1uo:ne

t:~le

non essere e il n0n r:l.1.m.ne scliuso. in Uivdo

il non.

essa;~

r_imnne

dc. dover capire che

per ctipire .che cosa sic. le .chiusure. del !1Q!! devo pensare, cio6 devo
condannnrmi c.' ~)ensc.re, devo contfonne;re, devo
tentq.re. non l'assoluto,
...
--~'.

perch nn mi bnstc pi tcnt.'lre l' c~.ssqluto, ecco la dnnnozi~n~ dell 'uomo cume. filosofie:. ed ecco _k)erch::i

~m.m

;>u eE;serc+__1:111n fil9s,ofin nd

crist'innn -n:J nun cris.tinnn, ?e.rc.h: sono 11r0i -tutti religio_si, :eio ttti a0di stu;>idrunentc infernoli, dn cclum:ij.ntori cli fcre fil,ospfiJl,, perch{; s0no i. i;;x_a,._

g..~~~c.v.erso

i que:li le.

fi~9sofin

. _condnnnatn .n npn es-

. sere, 3tlCh S, iJCr questo, ZU0dll11l le, S~l:vezzc. c.le.11 1 a.niLm u ln Slll

'

' -

'

--~-

.. -

"<

...&::.;

'

vezzn Jel corpo, n.:in ha ii'upr.;rt.'.i:nZO ?erc,h~;... in .ogni cns9 significc. ren

1.

_.

P.e~:h6

Jere stupide.> il mestiere .stv.t":i.e\J di fnre filosofin,_

:.

a questv

punto non necessr:tio ensc.re ed virt_u.o.so l 'uoulJ che non penso, l 'uonL> clie sostiene che _ln fil~pf:lt: nvn serve e ln filosofi.:: nqn serve
;>er.c.ruLs.e~e..,.,tn_~9-:::....:;f.~Ii~1!.;.~-~,p. e

tnnico. che ci

:_)~ssa

stc.ssa eh~ . la t~~tazio~e p~ sc-

essere perch_ uno-.. ~entazione che vale in; questi


.. , - ., . . . . . . _,:.

.i...- ..... _._ - - - - .... - - - - . - - __ _.__

'"".'~.~..:..t";;_ .:~~:.....

::a.;;....::...- ----.

"

. tetr.iini pro11ri contro :1 1 nss9luto .r.k'} .r.ion .. pi1~ s,9!te.qto 1 con~!~;;l' n~~olu
to; ln t:entnzi0ne che coinvplgc
. ---

~che

------~-

~e).l<:l_

sfido cll 'nssolu,tq tuttg. cib

-------------- ... - ...:;.-:...:.:.. ...... . . .: :. . . ...

----~---;~.:...':..~-

..:::.:....:... ____..~;:..~-=~--.::..!.... --..

h dir.tto rc..~port0 .i odf..<.J fi di. lillvre .:ill 'nssoluto ~ quind.i tnl..

ment:un:di:sc0rso di s~fida. e%'.eh --? :t-iniSCOrf?O,di.r.Sfido


~11 1 origine,
.... - ...
. - ....
- ..
-'
.

'

il discorso che sfid4 l 'origi.Ill\ 9 p~r- c~i, i~.


.termini,
nell '........~sti
_.
:
.
\

essere il penslire 1 'unico .r.1od di capire il ~ .~0!1~ que1st_'?i: ~dste

mn tc.utolugi.bo c.ttrnvet'so il. qllC.le.. si intende che. nell.' c~sexe


il !En
.
~

.'

' ,-_.

non hc. Origine; se non .per .rae_zzo delln llD.Scite ctel ..pcll$.llr~.
~J.lu~o jal.." I '
,,
I .

l'esscre che
... non ,

e. --~;l):non,kssere.

Ll .cnon -

che .~op~,, ,ni1 J~on essere ;: . . all~essa~

questn ripeti,ziorie ~cnzn _P:_t'iJ~ine .i_~:'~~~s~ che_. pc-

.r ripete la strtturn de:J:i.;..?E1:~~i~t.~:perc~:9:- ;i?ete ln, -~tessn sinussi

Mauritius_in_libris

tetice;. .o le tesi el vincolu del ?r.iricipio &l compimento; proprio


trnversv l'es;sere, 1 1.essere. fc
lilC.. :perch~ .iL:~

so

cl~

nt-

.rnnteria al !!::;2!!,. perch il non sic-,

sin c:.ttrc.verso ln struttura eidetica, c;iv cttraver..

una. .-strutturn per mezzo delle qunle il !!!:2!! vincolato,. come

t:i -1>rin-

cipio, ,alln sua. fine e.d vincblanterlclln sun fine gJ. suo principiv,
J.Jer. cui il;!!2!! tnnto qu.nnto. nun , ?erch6'. cppunto il non esserei non
fino, peT mezzo, attraverso il non essere fino a.11 1..essere, nun , noi

trovicmo il

mm

nlln fine, ciu il !!2!! diventn, do.l principio::che e-s-

so , ln fine, nun perch nlln fine come discorso, 11m ?erch u.lLs
fine come principio, perch senzc origine e l 1essere senzn ori.3ine
di essere olln fi~ CQ~-.P-~!.~!P~C?.;.;J~~-P-~~" c:J..<X:!J;p~n~.:p:'?.:.nppli'te :vi-

sibile soprcttutto quc.ndo snpere e dire di no 1 in qucnto il Jensnre

che~

cpstruisce il sistemodi questo no,

i.l.pens~re

come ln c0scien

zn criticn di questo .discorso, :. il pensnre che c.53iunee .cl dire dL:


no il sa.pere, nppunto; sopere dire. di no, ci.J., .biso3nn dire no in. un
certo 1.11C).o, non . .in quu.lunque modo cr si otrebbe dire .che.la :determineziotro dcl modo nel quale p:Jssibile dire cli no,.lc. Jete'rminnzione del
modo nttrc.verso' il quale .acquisisco il sa.pere dire di nu, ques.t0 couiei se fosse qel pensnre la parte, stoTicc..ente, pi evidente, perch
il pcnsnrc: questa;. sorta di costrizL..>ne; delle coscienza. criticn del
snperc che , poi,.. giungere n dire di no, !E!! per JUSto, per e.more,
per ocliu, per tutto ci che l'esistenzn sin ontice:.mente,
non per questo.,. bens per il

d~scorsq

pi 3rave e pi

stot'ic~nentc,

o~':~ginari~~1 eh~

lc'nec~ss~t._: __:h9__i_l pe~hre;J~ 9.:~.:-~~~- t:lascerc il no, per :cui. il. pen-

- sare, nascen<l0:, ci.x1 il':: 'f)ensnrc vivendo la .sun nc.scitc si trqvn.P.. vivere .la sua. m1scita;J;n; quanto vivere ln sua nascita fore esser9 il

n2f!; la conseguenze i.Ji ~~cll~_ ~:f:.. ~-~~g__9if;_~PIS? ~._.che;:j.l, pensnre le.snto nelln sun nnscitn e, come ncscitc al suo essere come
.fnrc essere il nLm, non trovo n0 di megli0

n~.

di

~~scitn,--

peggi,q,__~

npn nltro

che_ qUe.st0: ;.sapere dire. di nu, cio6 sapere, usa.re: il .!!2!!; iJOSsedcre il
~~ 1 conoscre:,t1;:).~' e possedere il ~ _p~~~? i.l

_$U.:)

:nascere fn-

"r"ei>essere U. n~ tJer-ch il pensc.re n::isce in qucnt..> il SU'J nnsceE~::__ _


fnre essere i.l
le.3c:i.1:0

~'

cl~J:..i._~_~$~Q

ma:, in questi

te.nnini,:~anche

il

pensar~

non; infntti nssicme nL ~ m+to il

Mauritius_in_libris

si t:pw,.,,_

pensnr~,_

me.

84

il

;>~msc.rc

essere
h~

sL . ritrovc. chiuso: nel. !!2!! e, propri0 per

con~J..~uc, e.. :essere.

lile-ZZo

di questo l'.j,;,,

e il pensore che hc. s-fi<lctG l. 1essere', che'-'

me,sso .c.ssieine. l 1csseee e. 1 tesist~re, bhe hc sfide.to' tut.t

i-n reclt ht: ot1:enuto di fcre nc.scere ci che

~..:

tutti

lo~:chide, pr-Ch.. ho

fct-

tu nc.scere .:l:l lln ed hc .rn.Jiccli.zznto -ln su<:ff.ifficolt; orfdinar:i..at.


o
~-

h.:! reso .rcc.1.icnle le: su.:.:: clifficolt:\ uri3inerin- che , np'punto. 1:... questo._
essere senzn origine~ 1nn in questo senso temntic preciso cou:fin~
_

~ ~

..

.t_ ......

..

..
.. l

-.

.J

... t .

I...:

. ~rI~ - ; IL PENSlfil: E 11:.. INVERSIONE FONJltnNTALE.:..J.

....i

y. -.

'_:_

Siruuo pervenuti a un punto dinr..mico della-question:i::..i.m punto che costituisce unC. svolte e il punto di svolta quste nascita
del pensare che.' corrisponde ol porre in essere. il

rum,

dunque il pen

snre nnsce in Uanto il suo nascere- il porrein essere il non a quel'


i.1odo nel quale il- non ;;osto in essere dcl pensare a sUe. volta ci
che chiude lo' stcsao pensP.re, quindi nellil stessa misuro-nella. quale
il pensnre pone in. essere il non si trove inibito de1l non, cio nella
r.

stessi! misure-secondo lGJ. quc.le il penS8re fn essere qualcose., nel:l.nn


stesse. rnisurn il enohre cQn.dizionato rtegntivamente da ci. c::he esso .
fl': essere, appunto !Jcrch-.>:11 pertsnre nnse in qu!lnto pone -'in-.:essere

il .!!2!!'' il' !!2!! chiude il pensare, i.il !!Q!!'-;psto. in essere. dal penso:re'
il

il

-~

che 'abbicmo visto- in . JGuanto nlln fin 'come principi, quindi

non che il penso.re porte in essere

lo stesso che l'essere -alla.fi-

ne coue principio, appuntoprch ci eh.e risltada quello ch ci.Dbicrlto chi'.llato il trnnsitc.re 'b.ttro.verso 1 1essere; allora, --porre in s..:.:.:_~.,:

sere il non lo stessche identificare ci che pu stare nlla fine


come principio

Inc~

l 1identifico.re ci che pu

st~re.::rnllar:ftne- 1.come

prin"'"'

cipio e sua volte.::.1 1 essere senzc origine co11'ie fine.ic.1 principio,. -C!Uin..
di ci che identifice 6i che . elle L fine come prin~~__pt:o.' (qu.Qsto ci
che il non) qU.esto essere senza origine come:'.ftne
r:.llorc come

se

fre. il

!!Q!!

O:~

'_i-~

_principio,

e il pensare accadesse <um::i.._p/Al:'titc -di- ca-

rattere metcfisicoj lina pertLta. :metafisica perch tra il non e il pe-

Mauritius_in_libris

.. 85

rn

sigrtificn trn c1~ che ~ 'r.llld. fine cora principio e ci che 'o~
'

'

nie fine cl :_prfrtcitaio; dunque) tre. ci ch ella fine o~ prlnc-ipio


..

.-

e i'' che come ;:ffne c.l principio nccnde

-o.ne. pnrtitll raetllfisicc "per-

ch ci che rntfisic il fatto che al principio nori 11-.princi..:;;


pio nic . ln.firtej ci' che nlin-finc come principio ni principio non
il-principio rah la fine; in quanto, in questo senso>la"fine -lo

stesso che lo-:.stnre c.1--prfncipio sen.Z<'l-~ssere il-prinei~iO-~-per cui--fine lo stlito nl principio~- ci che !~c. ol p~incipio e -che; &tendo
nl ~'riricipi, rion il prirlcip':i.o, in qUnnto il J!2D 011~ fine cdtJe

principi~ e il suo

in qtiesto posto' come princi~id l!lln fine non

essefe

coincide con 11 suo ssere principio, nppunto perch2 l 1essere princi


?io non pu coincidere con lo stcre in qunlnque :_)Osto, n~i in nessun
posto

nj

in a.curi posto, l 1esse1i'e principio non pu u.llora: significa-

re lo stcre in nessun posto e, q\iesto, dal punto di vistu. del princi?io che il principio he risultc dallo stnre alln fine da pnrte del

!!2!! In uesto senso se escr.1ininmo queste proposizione: il non alla


fine 'come priilci?io

oH~

se potessimo.dire che il !!Q!! essendo questo

essere nllo fine come principio significc. che nile: fi.n l'inizio, --

cio star .::l.l principio come ln fine non il finire, l'inizio, sta.

re ~1 principio

essere l'inizio, occupar il posto del principio

ess~re l'inizio, mo. occupare i(.posto del principio significe occupc::.-

re il posto nel qucle il principio finisce mn finendo co~ principio


ricomincio: il non elle fine cor.le principio, allora 'assere'-'nlln fi
ne, storc clln. fine, perch si trnttc di Uno stcto in luogo mete.fisico, stnre o.11~ fine come principio significa vivere l*esperienzo dell'inizio che clln fine e del principio che dopo ln fine, cio del
principio' che ~~ dc. termine ci.ll'inizio, dunque, la coppia : fine-principio, inizio~tennine~ cio ln qucdruplicczione continue; in quanto
.

~-

1 n quildruplicazione dell'essere il principio nelln sua stess moltiplicazione; l'essere, do qesto punto di viste, come se fosse soltcn'

..

'

....

to le necessit di. p~u;-,.lizzere il '.-sue -essere in _qucttro 111odi o quattro volte, allorc1nl'cbppic

fine-princi?io, alla-- fine corrisponde

l'inizio nl principio corrisponde il tenni.ne, dunque .fine-principio,


inizio-temine; allorc i1n,g!h in qu.:lnto ci che alle.fi'ne come prin-

Mauritius_in_libris

..- e:;

_tY..~:.:

,...

cip io,
corne
.s~ foss? lo _str...to. C0:!1q>rensiyp delln fine: come inizio e

. :;
- ;...'.
. ..,..
~:

~ .!:'" ~

..,.~,.. . .

-~el -fJ~-~ncipio- corne t;nnine, il


:

: .

:!:

.'

~C''-

.___,....

..

.den~ro

derc, c:_io 5 dcl t;cmere


1

princ~p~.Q.

~:~

di

pe~q,

,come teru1ip.e in rc:p:G>.Qfto,


come fiqe. cl

~ .

COTO~L se fdiese lo stato l~l. c.ompren-

,!!2!! -

....

-.--.

..

.....::

la fi.ne come inizio e i.l principio


ohe.~_

al. pensare

essere .. sen:zo. ori-gine

I)unquc.rJl pensare ci. che:. pone in essere il

llim e po~en~o.
in_ css9,"te ..!l. !!2!1~,-cper. quest:"'' nnsce 1 dunqucnc.scere dc
.!.
'!:. \....
~

l . e

.~. ...

;Jc.rte. del . penscre


.siiii.f.icn
1 essef,
. senzc. origine e a ;CiO.Uj come. fine
.,H.,
..
. ~t

.;

. cl principio,. in f!.Uento,, il..porre in es.sre i 1l::.:!!2!,! si3Ilific.ti porre in


. [..

- .

:; : i

..

. ... -

es sere: ci che_ . elln fin9

~or:ie.

p,r~ns::iR~O

il

di.- questo,;~cio ci :che

stc:. c.11 1 inizio di_ questo processo non ~~il-2ensare, rnn il transito""
.
re del !!2!! cttrnverso 1 1 CS$ere; il peqscr~-~.s,1. trqvo. nato> st,:trov:& coin
.

'.;,i

l'esse:r~ _;~

volto nel tro.nsitare del !!2!! c"ttre.verso


sic..ir~o

vist:,
le _!netnforc. del pensc.re
,
. . -:- - }. :.
~.

. ~ere e non c.l contrcrio, dn


snre che ai trovc. nnto
pen~,nte,.

stente

~ono

noi come. b;iolegin vivente. del pen-

ucs.~o pu~to ~4i

d,~l

visto, la Dleta.forc

.io come esistente, nnzi

pen

io, in quanto esi-

sono lp pL) c:st:rc:ttc. rnctc.foso.. che si p0ssn. conc'?pire


~:~scorso, -~.. ~.c1uru;-~

del penscre,_tpcr cui il ,pmsnre,. secondo cwesto


dincraismo
di
.. ....

d:0 .-qtiesto'.:punto di

.pstrc:~zione,

un

dnto c,he ini_2ii_P:l:tt10nte .:l.l pensa.re . ~ capace di

trovnrsi.n.nto e di cont!nuo.re c..

SJJ.O trovarsi.noto come

vivere.~sto

quello che , cios pensare, sull2, bnse ,91 unq. metc..fosc"' ..che sono ioj
cio sulle. base di rendere astrctto cuel-lo che sembrerebbe . il c0ncre~

. ' -~~ I ,

cio,~

to nssoluto
'i

'

~on~r,onti,_;
~;....~-- .,&.;;.;.....

---"

_. ....,

en~<?.- peJ)~q.t~

il rrJ.o essere

secondo u.nc. strutture nei cui

. :...

c!,o~S

:?.ensnr~

f..l.

'-'--.. -------

--~-.

_il. mio essere dDto


non .i->U nulll 11:;
~

--~:.~

di pi n di. ~i,ieno di quello che . sono. io corae-.


r., :

st~ttura

. sl detennina.tn
di ess.ere un .ente che pensc. e
: _; -1. : '

dct~rrn~neto,

.>

. j

I J

'

,.'

.. : ....

.!

" ...

cost .dotn e: co..

__,

non solo .di


-:..:.

..: ... ,

essere_ un..~.ente che pensn~ rn~ di ~f:}ist~re pen.?.qndo,- cio8 di esistete


il} modo tele che non .: ~l i:nio esi;_s_t,er.c che ,decide il paio .pensare nci
il ud9 pens,q}:'e 9lle de,ide il mio ;$.Si$-ter~; e y.ri_,.c,e-rtQ.- ~puntq ~ :com~
. se l'esistere si ti:qvnsse \l:;.fr.;.rc dn pin~9. n _.ci chR,.nell 'esistere che
. 1 che ,8._ono. sempre io, il hlio pensare,. si_z~royns_se.:_semp-re nd esserein

quanto . un esser.e che

n'?to dn parte del

il mio

p~nsnrc., ~

esister~.

penscg:Io;_

al:lq~n~~

il .travnrsi

coi:.1e s~-, [tV~sse" l,',ur.iicn filosof~c che si;

p,u fG.rc. di questo:1.:~n ~nto li que~t_o_,. J,le-l ___ .. :tro~arsi__n0to det~i:i:. .Br~_non. si pu fn:re

fi~osofJc,

dc.to che. Jquei;tn.. , serar.ic.:I, lo c-ondi.zione

Mauritius_in_libris

-.

67

r.ttrnverso le qtlnle dobbicmo pensare cori.e ~in possibile in filosfV1,


e, .di questo non posso fere filosofia mc.non percha di questo non son -c.r.phce, bens~. porch fnre filosofin del mio essere qu~to esi"stere
pcmsanao signifie lletbali-~!ona del &U.-0~~-:- esis~rido:~e"''fl.'afrer- .
.

"'"'-;~

..

'

mt.zione soltanto di rne in questi termini:- il mio pensare esistendo si


3nificn rtbo1izioile perch<i se io svol30 ln '"proposizione: del mio esitte;re :lnscnd.;.fino n direTdel mi-o perisare csf:stendo, io cbolis.o il ~"rl.o
essere questo esi~stcre penscndo, e1 ai questo oon-:pos.sottfcre<.,fild:-&Qftcr
perchi ~:i. trctte di non dovere fare 'filsofin in quont ln .filosofi& .

~:i.~n di ques.t:o discorso sono :fo; in questo !ienso l 1~sistenza d~-11 'uo~'
r;t0

filosofia fn 'tjUcnto le i .ctcfrn di questo discorso cio del tro-

vcitsi

nnto

del panse.re; esistere pcnscndo questo pensnree dunque

UnC. filoso"fic., cio il blocco di un6. filosofia diverso, per cui


qucndo di questo si fll. fflosofin, si fc co11.1C violnza, percl~& violen...

z~

qui significn rotture del blocco e quindi rotture dell'uomo, non

crisi, ran rotturu.


In questi termini ci che rnctcfisico del nori questl', necess1..;
.

'

.'

t del-L-:i' ddppia :.Coppi-n in corrispondenze, per cui alln fine corrispon


de l '{nizio e nt .prlncipio corrisponde ii tenili.ne, io6, il principiO--~

fn

-'..

dc 'tebninc c~ll 1 ini.zL..

, questo fc.rc come principio da termine nl~

1 1 inizio cor;ie fine questo rae"tnfisico perch, cppunto, IJiet;nfisiC'b qlii


vuol dire queste ce.pncit di.: .::.sistemc dlll'. inversione, cio questo con.

< . ..

trollo del rcpporto dcll 'inversione in modo tale da tenre ossie1ne i


termini dell'inversione, senzc. con questo nnnullc.re i termini dell'inversione, questo ci che veramente metafisico cio il-mcntencre
in essere il princi:_Jio come tenaine iri ''quanto tole rispetto oll 1 ini'.

zio come fine, questo riianteneee, questo conserve.re in essere n questo


modo, questo metcfisico nel !E,!!,' c:.llorc, cib che il 1uetdfisicb;:nel

non guesta
modnlft fondnmentcle 'dell'inversione,
mn qiiesta mdcli:.: ~
.
.
t dl1

1 inversione

fondamentale perch riguarda il principio fino

cl terrnin e il teni;:Lne com~ prinipio fino nll t inizio come firi;. irl
questo senso nei no~ 1 iess~r~{ mete..fisico'r questo- modalit foridoruentcle dell'inversione che come se fosse lan~cessit'Bel pensnre allo

~~ni~~c che abbirano detto, lo modalit fond-cmerttcle :'dellc'inversione


Mauritius_in_libris

.. - . se -

p~~. rilnnne~

non
mc

qe~~

.sqlt;nnto une L:1odclit fondarnentcle dell 1-inversione


sozree~to

cve.re uri

J.:?.. dc~-~-~ inv9r.~ione

e il

som~etto

di questa modc.lit fondnmentc-

che r.i3Ut.rdc. il !12!! il pensore, perchd il pensi;..

re questo essere. senzc. or.i5ine. come fine 41 principio.:t.-U modillit.


-J~ndamentcle

dell' inve.r.sione se.J fosse seitzc soggetto sarebbe oddi-rit-

-~~~~n.:;_~~t:l~a:,~.~-e stessa, senza ci che pu esser:: usato per ssere invertito, il}_ o}.,tri t~rc1.~!l~~ Hripcipio~tennine; __ inizio;.. fine slgnificii~.che.
2rincipio termine inizio fine non sono di quclche cosa-, fu-avrilgono per
se

s.~iassi, r.1r'::l

sono.Il 'iniz~9

p9r !)e stessi. senzn che quasto significhi che per


dell~

ci~

....

d.eterminr.:.zionc; pcrchci se io dico principio del-1 1 -

essere chicro che ho concepito il principio in quel certo ruodo per


cui posso pensnre che, .conce?ito in quel certo

~modo,

il principio per

ci dell '.esscre, concepito il principio in un certo .modo, per qsto,


~06

per l 'cscre concepito

d,~

;_Jc.rtc _del ?rincipio in un certo modo;

per, questo, lit deter.(iJinc.zione possibile, per cui se dic!o: principio


dell'essere, non posso convinccrrai che per ci il
no str.to :-:;i

convi~Fo,

p~incipio

, ne s-9

devo, invece, convincenai dcl fc.tto che. per

questo, l'essere .; o.llorn il. ilensnre principio, termine, 1nizi'o-,

.!!-

~ significc. il tcntc,tivo di riuscire e penscre .il principio<s~cdrido

uru:. sorto. di prodeterraim:zione, non di determinazione, rno d1:pre ..deter1uinc.zione pro?ric, mediall:tc : lr: quc.lc -sic possibile pensare l.n detenni. nczione coma . ci,, _che .pu ,nascere in rap.porto :al :principio, per. cui,
se. possirano pensare le ..determinazione del principio in rc.pporto al prin
.cipio, p0.ssi~10, ~lenscre. ln detenninczione di ci che dal principio
perchci, nppunto, de tenni nazione in. rapporto nl principio; in nltri termini-, f3e

poss~.;\mo

penscre che. qunlche cosa sin pc.rch. da, il pro.bl

mn non ir~lCdictcr.-.ente di ricD.vare. il r~l??Orto tre~. ci hc e ci


dc
cui i. eh~ , Ll<~. ..il
problctiK1 consiste
nelln.
poss,ibilit di pen.. - ... ----- .. ------ . - ______
....,. '
- -
.
sere il rc;>po~to tr~--~1~.. ~S... cu~,'.~~--gu9Ju!l:~--~~!:i.~.. ~~!~--,!~., e~~ p~. ~Ht~ ..
sere dn que.sto stes.so, do ci che. . Ci .do c.ui qucdunque csc, e
~---

se J.c questione
stc~.. nol'

su0

.. .:.:... ::

..

~$b::.'

pot~rc,

non

sorb.:~moi:risoltc, per_~h

ln.; questione:. non

9sser risolte" mc le... :questione !1;:0 nel suo potere

essere posta;. in qus~i tennini il ~roblemc. st nel r.apporto: trc:.ci


che

.~.

post:o in. questi tenJini e i termini del ;potTe per cui pi si ei.r-

Mauritius_in_libris

89- -

;_:.:rlYn.,..A''.~i. .. .-chct.;.::fL~p.os.t.o..:.ia~J~.t.i.~ t;g};!ll_i.~!.~.. _l.l:J?~!l-S?l;"C. :~ iJ_:..~og_~_t_~_q __ del-

la mdnli.t

f~nda.1entc1.dell 1~1nversione-perch~-solo in qun~~..'?._J.J._pen

scre 11(so.ggtto:5 cio"1. solo in quanto ltr rndnlit fondomentnle della i,nv1ts1on trovn il soggetto che
. re '

qiesto

il .pe.nscrc, in qunnto il pensn-

tJ?ovc.rsi not, da questo le roodrilit fonde.mentale dell~in

. versione : coroo se rlptesse il trovnrsi che il pensare come ncto


:per sf. -, fc ;essere, esse, ln-.r~1odc.lit, soggetto il sogg_etto;cporch
.rnde il pensnre. so33etto di se steosn, in .quc..nto 'chi.:m12 il pensare

i! ripetere se stesso, per;. diverswr.iente, c. ripetere .. se .stesso .perch3


il perisd~ viene chic.mcto a ripetersi. in quanto il. pensn~e

COlie

tro-

vato; le modalit fondcmentnle dell'inversione trova. il:;pen$~re l)erch6

cor.:ic' se il pensare,, e~rsendo stato il trovarsi nnto, perc.i.. desse.aodo nlle modo.lit di ng3rnpparsi e ci che .gi un trovnrsi nto e aggrappandosi al trovsr,si neto per ci chio.n1c..sse il pens~re n ripet~rsi,
cio chir.inssc il penscre n vivere le .doppie: vita di se .$tesso, non
; slo le, vita che iriteressn il pensare, par cui fn esser<l? il pensare;
il pensc.r~' in quanto questo. k)0rre in essere il non do. ui poi
il trovarsi.nato dc. pGrtedcl pensnre, per, lo i41odo.lit fondor1"Jentnle
dell'inversione, a sue, volta, si clppropric. di que.sto trov,arsi e fp,
attraverso la approprinzione del.trovcrsi, che il pens4re,,-iJ soggetto, cio6 ci che il ?ensc.re . cr.10 soggetto di questo. Llodolit; per
.

cuila modc.lit dell'inversione, in qunnto fondtunentale, il:trovnre


ilpensare e, se trovo.re il pensare, noi.in.quanto esistenti ci troviruno

.:t nostrn
1

volta esistenti perch. pensiarao, in quonto ... il pensane,

d~l 'punto di vista dello taia esistenze, vi~ne chianui.to di nuovo ad essere di nuovo un ripetere il suo essere st-'.lto :un trov.::::.rsi nnto, per
questo motiv0

dunque~

io esistendo sostengo che-il.pensare non do.-

to dal pensare ol penscre, ma il pensore dntq cl pensare dal

.!?~.es

sere trovc.to:. Dc questo ?nto di vistn il pens,ore _ omi.ncio n diventa.re cisterioso perch: il penscre non c.tto originqrio;_.q01 ,punto di
vistn

cio, di un discorso che [l.ttraverso ._l.1 esi.stenza dell '.esistente

non hn bisogno di pensnre che il pensnra non. Qrig-inc.rio indi.pendente~:-iente.

dc: quello che il penso.re -' c.ttunlmsnte,. perch ~.il pensare

r:tto taon in qwinto originario, m -in qucnto: etto et;:tunlmente, cio8

Mauritius_in_libris

90

il penso.re otto nel

di Se stess'~tche q .di esser~ il

lllOdO

"""'~

..

SUO

Stesso

:.

ooggetto, mr. qucsto"'3i131lificn che tutto ~sto_ etto;: perh: tutto


'

~sto_ snrebbe .tto oll 1origine; invece oil 'origine il pensnre nn


...

~.

'

otto ?,erch esist~nzinlIQente la b3rriern le.


.

.'

ilu.a

. .l.

... -

stesso es~fstert~~

Il pen~nre hn ~o. esperienze del pensare che non _mai il-- pensare,_ non
.

? .

.!. -...

sono nei:imeno _i Jidei pensieri ed il i.nio e-sistcre pensando, ci0 n0n

'

d9. parte

c' uru: esperienzn dcl pensnre

"

del penS-c.rC; in ~ltri. tenaini, . :::'

~e dico. che no~;/;:' une esperienze dcl sentire, Od~ parte del sentire'
pe.rch~

non il sentire che _sente, in

que~to

liscio

.percb~ :i.l_. _sentire te.le .n~trnv~rsq c'?ntenuti del $~ntire. che


..

cc.so il discorso seinbTD.

i0 posso pe~cep~l:e,
per esempio,
scn.to
la.
durezz.s
ai-q(iesto-'legno
-nl- . .
'
.
...
.!
... :
.
.
..
~-~

1(. condizione ini~zinle di -toccnrc questo legno~ iuo io penso lu spesso-> ~2

pe~sieri

r.e
q ln :.frc.31.lit de.i miei
-:'

solo clV: condizione di pensnre,

;?erch,.1 il penscre non h~ in. pi;) ci che il senti~e '.hn in pi~, il fat:..

to -che il legno, sili: -duro non .solo


certo perch6 io sento cos, 1na :tin.

che ?erch:j le.mie nu.'.ni pQrcepiscono, ci0 l'caperienzadi qtiesto cc.so


doppie, il pensare non hn, invece, queste condizioni diverse che col-:

gono, cio, i.pr;;pri ten,1ini

oltr~;

.. ..

le condizioni.diverse del

j_)~nsc"J.re

sono i. che .l._o _stesso ?ensnre pone in essere c~rilt.S ci che esso::~ o.! :..1.
.

non sono nenn_he i_ suoi pensieri; quindi non possiorno avere cspcrien""
zn de:l 'pensnre d!_pcrtc del pensn~e; l'espei::ienza. di pensnre dn per
te dcl pcnsnre:: non_ . perct;i6 quest['.. esperienza. sono ~o, i.te 1 '-e'.sserc dc
purt mi-e.. queste cs1)erienzc.. quel ninssimo di certezze ch r.iguardn

toe e che c,..:ime mc.o simo. di certezzn che riguarda me 9 costit\llsce -il 111i- :.,

nimo di v~ri~.che
rigunrdn
il. pensare,
il pensare
c. questo
livellp
..
.. -.
. .
.
....
.
.
.
.

fondlltente.le c1'.te ri3\1nrde il pensnre, me _anche' i.1 mio essere esisten--.-'

~te-::coute.!:"ente pensante, il pensn.r~.~

''.l

questo 1~y~llo, nel suo essere:

'{

.. .J

niil.'lltid di verit lo stesso che essere ridott a quel miriirito' .. di esse~.

re pi':-!.cui:; e non ,. dc.~o che del pensare ci che esist''. sono to-.e -
non~

i l.. pen~ere.
J'\

, Ii-==p_el)snre,-_ ~'1!1que, il soggetto delln rnod<'.llit fondc.raentulc delle inversi~ne. in, quento L.~ stes~n modnlit deil' inversione che chiD.::.1c. il.-pep.sere e questa ripetizione di s6, dtinque il pensare sbgget..

to

' . 1

questo modo, l'essere soggetto

c1

questo iaodor e 'riJUerdc. il pen-

Mauritius_in_libris

..

91

snre, rigunrdc. un tot'ULl, une. totc.lit neutre. delln quc.le poi sar ne~sisten

cesse.rio cnvnre il principio del .tob.lri! che. sonu io come. ente

te, P".lrch co1ne se stessir.10 dicendo che l'essere seri.z<:J: l'essere co

me soggetto del penscre,

c.

questa. condizione, si3nificn che il pensn-

re non il principio di se stesso, nia il non essere di se stesso non


sienificl". avere il principio del pensare, perch6 il pensare sogget
to in qucnto soggetto delle inversione che, in qunnto,

fond~ntale,

chiude i termini delle::. inversione dentro se stesse"; dunque .si

~u

nve-

re inversione trn ln fine e il principio, tra l'inizio e il tetil1ine


e non f1,lori o.. questo rnpporto delll". fine e dell'inizio del principio
e del termine, allore il pensare, che, in quc.nto soggetto delle.: inver-

sione, non il principio di.


p~ e~s~re

non

?U

s.~,

non pu cvere il principio perch non

il principio dell'inversione tre 1 1 esserc e l'avere cio

trr!.sferire l

'~inversione

fuori dci terrini che sono principio

inizio terrnne
a fine.; 1 1 inuersione, dunque, rilnc.ne dentro ln quadru.
,
.

plico..zione di questi J:.en.1ini dove non c' nl! l'essere n l'nvere .e per
questo motivo cndono tutfe le filosofie che presumono di essere filoso~ic

in senso

originc~io

in qunnto filosofie dell'essere e filosofie

.?ell'nverc,. le filosofie le .quali presumono di fondare una ontologia.


nel senso proprio perch fnnno il discorso del rnpporto di diversione
tra l.1 esscra e l'nvere,per cui ln differenzc-~ nell'essere starebbe tra
l'essere l'essere e 1 1c.verc l'essere secondo l'csi3enzinlismo-: SlJirituelistc di G. t-'larcel

del suo contra.rio che, poi, lo stesso.perchJ

queste differenza nell'essere in reclt quelln diversione che noi


vivinino come diversione aggiuntn e non ho
rc come

sog.~etto

sen~? filos~f_ico.

Il pensn-

delle modalit fonc1cr.;ientc.le .dell' inversione il pen

. sa.re come protngoniata di questo. partite metc.f.isice. tre.. il .pensare e


il.

~'

tre. il !E!! che

~:>osto

in essere da. e-i..che nasce perch pone

in essere e il !!2!! che, in questi termini, chiude il pensnre .in un certo modo ed come se <lesse ol penso.re rnoo di CP.rt.re tutte le. lltre
questioni;. in c.ltri tennini,. l 1elenchos co1:le se dovesse essere detrminnto _dnllc possibilit da pc.rte del

~rinc.i?~o

o questo r.::pporto tre. il !!9!! e il pensare.

Mauritius_in_libris

di essere in rapporto

92

Il penscre come soggetto delle. inversione fondo.mcntnle;' inversione fondcmentnle che rigunrda. la coppie, princip.iofine, infzio--te.rmine,

il soggetto di ci che cccnde tra il pr-incip.io e l& fine

:trn 1 1 i-

nizio e il tennine, di ci che ceca.de nel senso del rnpp:.:>rto che c'
tr.n il principj.o e ln fine, trn il ten.1ine e l'inizio; ma da questo
punto di viste il pensare, come sog3etto della inversione fondementnle, si trova ed essere soggetto delln inversione in qticnto ln inversione chiude in s i tcnnini che L:l costituiscono; ellora il pensare in .
quanto soggetto delle: inversione fondnment<1le soggetto di un rapporto trn i tcrrJini che chiude i tcn11ini nel rapporto stesso, quindi l 'inversione, dn questo J?Unto di vista, in quento ci di cui il pensnre soggetto, l'inversione, in qucnto inversione nei cui onfronti..:i.l soggetto il pensare, l'includere lo inclusione dei tennini
che lt.i: costituisconc'j si potrebbe .dire che 1 1:inversione

_1 1 iu:imon~n~n

onticn del suo costitutivo stesso, cio6 l'inversione cib che tiene
chiuso dentro .i s ci che ln

f~

essere, quindi tale per cui il suo

essere non ci0 cHe , cio non il fntto di corabinre di posto ni


tennini che ln costituiscono, mc il rendere i termini che ln costi
tuiscono immobile, nllorn, dn questo punto di vista, l'inversione in
tanto - innc.nenzn oriticn dcl suo stesso costitutivo in qucnto: .il: j;og
getto di questn irnmeneri.zn il pensnre, il pensare in qunnto soggetto
della.inversione fondamntc.le ci che rende possibile che. l'inversione non sin soltcnto ci che esso , n.1n non si!l ci che essri , quindi,
non sol tento 1 1 inversione mn nnchc 1 1 inversione non ; 11 pensare'
come soggetto :delln:inversione fondnmentale il rendere l'inversione
c0100

~i

che

tlil

cmche come cit) che non ci-O che ; alloro, non sol

tanto 1' inversione inversione nel rnpporto che

ess~_!1e

con i ,t:e.:_!_lni-

ni, ;>er cui quello che essn .: dnl certo modo ,4i essere in rnp.porto
i termini tre di loro, mc l'inversione, in quanto deteninatn dnl certo modo di rcppoJ'.'tO che i terr.cd.ni hnnno tre di loro; non p:Ur essendo ci che esso , in quont il suo non essere . il. tenere dentro di
s ci che lo fn essere n questa :lAlc.niera, cio6 il non .essere della in
versione come inversione significc che l'inversione n0n in qucnto
il suo non essere coincide col tenere ferrai i ten.1ini che lo fanno es-

Mauritius_in_libris

sere ci che esso. . In altri tentlini coi;;ie se )..Jtessimo dire che t'."'.t4

trcvcrso 1

1 inversione

i termini ?assono essere inverti ti,

rllll

verso l'inverslunc, l'inversione nJn u essere fine a se


1

che ottrn-

ste~so.

dun-

que con le. invcrsLme cbbiru.10 che ci elle i tenaini sono come ;npporto tre !i 10ro, questo fc essere 1 1 invcl;'sione, mo. doto che 1 1 inve.rsio.,

ne tiene .entro se stesse. i 'tenilini che lo. costituis~ono, que~to _stesso non fc.. essere 1 1 inversine e non la f.:: essere nel senso che . ci
che e nnche non , per cui ln conscTJenzc fonde.mentale che 1 1 inversione non pu essere

usr~tn

divcrscnentc tln

s~

stessn, e quindi l' inver-

sione nun pu diventc.rc diversn.t cio6 1 1 inve'fsione n0n pu essere usL:.


te'. se non per ci che le. fc. essere,
sione c.nche

identica~1ente

1110.

ci che la

essere come inver-

f.1

ci per ci ess4 non e Junque il ?ensc

re co::.lC sog:;etto delle. :l:nvcrsionc fond.'.J.lnentnle c.nche, identicCJiente,


~,

le condizione per. le.. qu,-:le l 1 inversi..,nc non


pete, dD.l so33c::tto che esse hD. (il
re,

~ler

~)enst'."'.rc),

;>crch~

l' inversiune ri-

q\iesto suo uo.Q di esse-

cui essendo non , e per cui non cssando .

Dunque_::i~trc.versv
.l.....

il gensnrc posso .'..1.rrivnrc .:.;11' inversione fondcmento.le, mc nttrc,vcrso


l'inversione fondr:nent.:..lc riI11l"'.n130 telr~;cnte' ncll 1 inversione Jc non potere ;>cnso.rc us<:.ml0 1 'inversione, in quc:ntJ i1 ?Cnsnre :.lnll' invcrsi0nc pon riccw.1 se I)on il suo stato (li. ir:iuo!>ilit: rnctnfisicn per cui ri1.,nne cnch 'esso

l~r;.::_to

.nll' inversL~me, :)crch<:i

i l soggetto cllo. in-

versione fon:lc111entc.le fosse tnle cl::.. rendere l.' invetsi0ne fondmnentnle


dinc.micc, 1 1 inyersion snrebbe il princii;J di
cessive e noi p0tre1mno

~ansare

tutt~

le inversioni suc-

in quanto il pensnre &nrebbc un inver-

tire continuo, il penscre snrebbc' un continuo ct1Inbiure di posto


mini che sc..rcbbero .seLipre dati l pnsnre;

,..

~i

ter-

sto dicendo che le.. sto-

rie: del ?ensiero non coincide c~n le. storiu delle filo.sc1fin perch la
storie. delle. filosvfic le. stoic.delle inversioni dopo.e malgrado
l~

inversione fondl'.Llentale, lo storie delle filosofin 1.!\ perdita. del-

'

. ln fol'.ldaraentr~lit delln inversione e qU<...:-sto ;.Jositivo,

in

quanto l '-

unicp I!do c..tt;rr.;.verso cui posso cc.pire lo storln <lel pensiero nel morr.cnto di l dc.l guale lt'."'. storia del pensiero divento. le.

biugrnfil~

del

lo svol3irnento storico dei. filosofi, in questo 1n1Y~nto 1 1 inversi.Jne


h~

perduto l~

SUt:?.

fondamntnlit per cui ci che Gtorico nelle filo-

Mauritius_in_libris

94

sof ie il c.::rabicre di ?usto dei termini fondrnncntnli di queste filosofie; --in questo senso ll . vcrie. fil0sofic
sono
il
.
.. ..: il. modo . .-:.ttraverso
.
.
.
!-.,-'
qucle il pri~cipio, ccr.1bicndo posto, na:ccssnrirurienta ccmbic. se stes$o, ..:
.

j1'.

'

.,

1110d~ ~ttroverso

le vr..rie filospfic s0no i

i quali.. , il principio,
iiwer
.

tendosi, :'dtventc diverso, -e diyentn divei;so non in ~onse3\lenza delle. ._


c_ona.eguenz~

storin'del pel)sie+o, rnc in


,: .

'

di .ci che ln storin del pensie.

ro diventn co1ne storin delle filosc.ifie; perch:l} se dovessir.10 f,:l:r~ ~nve.....

...

d~-

ce le. storitt delle filosofie; net suo se;nso. pi intrinseco dovremmo


..

re che: 12. .~.'.~..


filosqfia
le. $toris 9,el
.
. - .

:pens~ero, irul

ln storie del pensie-

r r ':

ro ln storie. ctt~~verso ln quc"le Jcvo c;ap~re che le inversiOne "fondmllehtole n0n ,i?u perdere 1.t. siu. fondcnientclit, lr. storie. -attrove~- :
......

so ln ''qtile d~vo. cnpire c11~ la inversL.mc nvn pu


'

'

esser ;&~.v.e:~~9.: ?t.i. - _._.,


--:,..-. ~

......

se stessG ,e dunque rimnne sempre queste.; inversione, cio' r:Lmnne sei.npre


che ;non e ~sto non esser~. che , perch~, cttrc.verso
il ?e'nsc.rc~ 1 1inversione fonctruil.entnle viene costituite in questo r.10o
questo-

esse~e

..

l_Jer cui il suo _e.ssc,re costituito c.nche il suo non essere perch..S. _
il ranntenere semkJrC fcnuo il ro.pr)orto tre principio-fine e inizio-termine ed cornc se i,l .pensnre, d<.~ c;uesto punto di vistn, fosse il. con..
"
tintio nndnre '.da.l principio elle. fina e dnl terLline nll' inizio, cio~
'

'come se-,il pensnrc fosse detenninnto a.d essere sempre une continue
.. .t

ripropo-~izione.

del principio e della. fine, del tennine e dell.' inizio,

in modo tale ck. pot~re inyertire, dentro questo andnre~ il rc.tJporto


.

. "

tr.'il princip.io e ln fine, trn il tennine e l'inizio, senza che questo riesce
..

l" .ret)d~re

il principio

mni diverso nessuno di ~sti termini i per. cui


'

lee~to nll~

legcto 81. t-ermirie e

p~r

,,

"'

fine mi conduce necessnriC!lllente nll'inizio


cui nessuno di questi qucttro il principio,

in qunnto denti:o ,il rcpporto di questi qucttri? termini il terr.1ine

v:~

ro il. termine continuo ci0 il pensate, mn. __nllorc il. pensare. coI!le .
soggettt> delle. inversione fondnnientale nnche ci c.l qticlE!:_ 1 1 inversio'

ne fondruneI\tole continu.:i.uente mi conduce, il pensere come soggetto. delln invers:f,one fonnu1ent.le ci nel qunle. ln inversione fondccientale
termine.. In questo senso il penscre oll 1 inizio delle. inversione mn
,'J.nche c.lln fine doll 1 inver~LJne, _cioo il penscre sta nl principi0

.dello.

i.nvers~pne,

e stnre al princi1>io significo. neccssc.rirnuente_ dover-

Mauritius_in_libris

al~.c. fi.q~,

s,i coll0ccr:

I,

'

95

in qur.nto questo stc..rc nl p'I'.il)cip:J,._o si311ificn

'

o '

,,''

...:.:

'

'

essere
in
quel codo
per cui i che. . ... d..:ll ; st~rc ll
1.in:J,._zio
.ci che
. ! : !
.
..
.
.
,,
~.

'destinct0, ~r~-detenincto n termincre in ci che sta 81 princi?io;


r,

..

' '

'

l,',

[~llorc

si potrebbe dire che. l '!esscre c.l p~incip~o non i.~. {'.?rin~:i.~)io


.
.?t;r il fcttw che l 'esserc nl .1Jrincipio. ini:)licc. necessnri~~n~j ln doppiezzn i quclchc; cos& che non

n:~

riI}~i~iq n'~

il

Ci?io, mc. l'uno e 1 1 c.ltrc, l'essere. c.l :)rinciiJi0,

..

ten.1~nc,

cessc.riGinente il
tenaine,

1;1c,

~he.~~.d'"~

ci

cio;~,

i1np.licn neh~

ci che stc C'.l ?rincipio lo stesso

non i 1 teniti ne di questo . stesso e nerar.1eno. i 1

nl prin-

~~rri.ne

il

di

c.ltro, ci che stD. e).. ?rincipio implic~ il tennine in ezu:anto.

+1

ne non n questo stesso: ci1'1 che f?ta nl principio, dunque l

'e~s.(;!re

, .. !.~

. ~.

?ri,nCij?_io con.e stGre cl ;_Jrincipio


.

..

...

tro,

..

c~c.
.l

~'erch(~

..

tornerebbe

del~c:.

.i.

ner.ime11~

Gl-

i~

i:Jensnre ricava il
~ondnraentnle;

_:

o1i.le
'

inversione fpnanenteiG il pensare sto.ndo al ?:f.!1cipio

ci che viene condotto


.

,.

;,

f:tto ontico di essere s933etto Jell0 _invernionc


soggetto

s6, ma

,:1.

'

. :,

lo stnre c.l principio ci? de cui

.~~nai-

ten.Linc.re ne.llo stnre nl

prin~.ipio

che non

.:.

~l, pensa.re cor'.ie tcl.c, rnc. il ?e.n.snre come soggetto de~~.:-. i~ersiv.

-.

ne fondc.mentc,.le; il ;_xmscre in qunnto so3getto delln inversione fonda-

.!.

-i .

..~

. .

rncntcle stc~ nl i)rinciio, mc.. in qunnto sog3ctto delle inversivn~:, fondcraent.le per cui st0 _c,l l,)'t'incipio, . il,

pensr~rc, ?e~ q~sto,

cib ct-

trcverso. il C!U';le ci che str:. l::.l. principio lo stesso ten11ine che pu


...

o.vere rc.p;>orto

~olt:cnto

c. ci ~che sta c,.l :;_JrinCiiJio,

1m1

1,.n, ~sto sen

so il pensnre non perch_ ide?ticranente l'essere nl princ_}j>:l,o e ci


.I.,

che

Gcten~1innto

,'".d essere, o.ttro.:v:erso .l' inver~ione fonocment,:ile, nel

tennine di. _questo stc,rc c.l principio, e, quindi il


qu!nto il

p~n~c..re

non clr.l. principio cor.ie

l:Jen~il;"~

pri~cipio,

non 1: in

,r.:48 dal princi-

pio coi:Je stare nl princip;o <love l 1esserc al

pr~ncipio con~
- ..
.
-

~)rincipio

al principio l'unico.

lo stesso i)ensc.rc;, cL.),5

..

l'esser~.
-

. r.1odo che. _i.l pensr:re hn di non essere il principio, non


sare non possa essere il pri.ncipio :mn

po.rcru~

s~ore,

.:i_.:>erch~

nl

1,1 pen-

l'essere a.l principio ir11-

i)licc n essere conc~otto r. ~_ temine, per cui l 1esse.re a\ pr.incip~~


.. ..
-.
.
le. stesse. identit del tenaing, cio l 'e_ssere nl principio .. l' id~nti!~. -
..
. ./'
t .del t;enninq., rJE1 1.' identit del terr11inc C!.ttrc.verso 1 1inversione
\

: , .

.t

. . '-

. .

....

..

.J

..

..J

'

.:

"

'

foi:idnuier:itcle, ci06 l'identit del .~ena.ine t~.ttr.::i.verso il tenere chiu-'

...... : .

. :- .

::

'

-~

'

.;.

...

_.

...

-.

Mauritius_in_libris

.--.

.~' .

~::~ ........~.-

95

si dentro

l'inve~~ione

ci che costituisce l'inversione stesse. Il ?en

sere,

?~r

un verso, come un modo,_ dc pL"..rte dei. t~rmi~i dell 'inversio-

ne di

no~

essere chiusi, perchci i termini delle inversione sono il )rin-

cipio-fine e il termine-inizio, e l'inversione dnto che non pu essere di-verse se non in ci che esse diventc quando perde le sun fondnmantnlit, cio 1 1 inversione diventc diversr,
non speculctivo, per cui

~'essere

qu.s~do

e se_ il pensare
i

diverso dalle inversione coincide

con tutti gli em)?irismi metr:fisici, in questo senso l'inversione perde le sue fondcncntclit,,

e 3li emi?iriemi rootefisici

signific~

tutto

ci che le filosofie sono couie un uccertGre che il principio possa essere Ull ccrabic.re (Ji posto nl. principio stesso e cmnbinndo cli posto a.l
principio

chi~ro

mo chiederci

che per questo il principio diverso. Se dovessiil ?rincipiu delln filosofia plc.tonicn, di quella.

qu,~l '

socrcticc., di

quelle~

Gristotclica, i quelle. hcgcliana, noi direnimo,

delle ve.rie filosofie, il diverso dell'unicn inversione che il principio subisce nei confronti di se stesso, noi diremno di volta in volte
ci che il ?rincipio divcntc: pur rifll:ac..nendo se stesso, e il problernn
nel senso critico-storico riri.u:.rrebbe
?~incipio

C.?~)enc;

questo, ci.:>a come fa il

n rime.nere nello stesso tempo principio, mc seL1pre come quel-

lo che il principio coLie se stesso, il principio che mai come se


stesso

perchr~

i volte in volte diventc.. diverso, in questi termini se

l'inversione perde ln sua fondnmentnlit, perdere la slll!

fondo~-i.entali

t. significn non pensnre pi n livello spcculctivo e non pensando"_ pi.


n livello speculntivo chinro che l'empirism.:) divente. metafisico,

ci~
.,

diventc l'unico n.10do che 3li rimnnedi pensare in menicra sistemoticn,


'

cettcmente 1 1 empirismo

~tnfisico

'

d:J.ventc. tento pi grave__ e pesante

qunnto pi metlfisico, nel senso che l 'empirist.io di Locke meno

me-

tofisico e meno ?ericoloso dell'empirismo di S.hgostino per la specu


.

iarn?i~ismo

lativit
del pensare, un
.

coroo quello di

~[~ostino

o di Pln.

tone p:f. sottile: perch come se volesse impegnare, in quanto empi..

rism0, il livel1~ specuintivo del ;>ensnre, mentre chinro che da questo ;>unto di vistn preferibile, n livello,_s:to~ico, un: Il1odtf ai: p:_en-sa.re che si

c.cconten..~i

se.ntazione;

di .dire che il pensare n livello delle r.npprc.

Elc.

'

questo qucnclo l'inversione perde le. sua fond8Jllentalit,

Mauritius_in_libris

cio u::ndo le

fond~entnlit

311nre ln viste

dell~

inversione

co~e

97

delle inversione perduta mi fn rigundc

esistenze, le. perdite delle fondnrnentnlit dell'-

se Qer

contr~ccolpo_fccesse n~scerc

in L'l!niera pi:_

visibile lo spessore e1 1 esistenzc, per cui ae dovessimo ricordcre


lQ

biogrr.fi~

del pensiero lockicno, non per un cnso che esso nato

chiccchierc!!tldo tre: c1uici, in qucnto perduto il rapporto nd uno organicit di sistemc dei

rcp~orti

che nosce delle copncit di essere dentro

l spessore del pensc.rc chic.ro che 1 1 esistenzc. riacquista spessore


iri rncnierc. visibile, mc., c.ppunto, datn la perdita. delle. fond.:mientcliinv~rsione

t delle

ed chic.ro che

filosofic~Jnentc

e me non interes-

so pi il perch di queste perdite; e la fondc.inentnlit della inversione si perde perchJ c' un'inversione c.nche di questn perdite: io dedico la invcrsiono che perde ln fonck:rnentclit,\ E.ld unn fondrunentc.lit diverse e, dunque, coEie se fossimo dc questo punto di viste filosofie
runbulr.nti e rischicrao cli rime.nere soltanto i peripc..tetici delle filo
sofin, cLx5 vivic.m0 o consULlicmo le prostituzione delle filosofie., cii.)
divcntic.uo tutte le filosofie o.rnbuL:.nti .che sono tutte le esistenze
dedicct di volte_ in volta solo

se stesse.

M".'. se lf'. inversione Jcrdc lr. suc. fondcraentclit non che con aue4

sto il penscrc hn 1\1[Klc..gnnto se stesso, tmzi, 1 inversione che non perde lr:

sue~

fonc!ru:!Cntc..lit rende nnorn pi) difficoltose. le. fondllllentn-

lit originnrin del pensare in quc.nto il punto nel

tfl1t~.1c

siamo il

seguente:_ l' i!lversione fonde.mente.le -ci c.ttrnverso le quale il pensr.rc il. modo fondc.i,1entc.le di ccpirc che l 'esserc nl principio un
essere cqu,ivocq e non univoco, nddiritturc l'essere nl principio una
divisione

.fondcr1ientc~lc

nei cui confronti i termini n0n esistono e le

conseJU.enzc fondc.rnentnle che il penQc..rc come so:13etto della i,nversionc

fondc..~ntc.le

questo modo fondnrnentale di cnpire l_n divisione ori-

3innric. se?za i ten.1ini delta. cUvisione, dunque _il pensare, all 1origine, il

in1.:>do

di cnpire le. equivocit nssolutn e la equivocit nssolu-

tG le. divisione che scnzt:. i termini che ln fanno essere divisione.


En questo vuol dire ench che tre il iJensc.re e le inversione fondnr.nen-

tale il !!Q!!, in qtlC.nto l 'esscrc il

~)enso.rc

come sog3etto ,<leli0 inver-

sione fonaIientnle questo r11odo origine.rio di capire ln divisione fon-

Mauritius_in_libris

98

dementnle in

divisiona che senzr. i ter1:J.ni delle divisLme

~1Ulo

significn che il :Jenscre co1ae so33etto delln inversione fondrurientnle


.non il soggetto delle
.

to delle.

inversion~

cosa che non

n~5

o.

inve~s~one
"1

. ..

fondcroontcle perch1S tr<: il sogget-

f.)nlnmentc.le e l'inversione fondnroontcl quc.-:..lche

il pensa.re n:S le imiersione ed ci che non nasce


'I'

:,

..;. '

delle inversione perch ln divisione senzc i ten-aini della divisione, nlentre delle. inversione dovre.bbe essere deterr11incto soltanto ci
che come termine di ci che fo essere dentro ci che
nltri termini: il penscre in qucnto

f~

essere; in

dell 1 inversione fondnmen-

so3~rtto

tnle fc essere l'inversione, per


n sua voltn, fn es, cui l'inversione,
.
sere i termini che le. fl"'.nno essere r!entro se stesse, e se questo origincrioe lo .oercb.,j sign;Lficc lo stc.re el ?rincipio da parte del pensere, non

solo~ li.il'..

lo st;.re nl

princi~)io

dc. pc.rte del pensere in quel

stcre ol principio cnche il teniline di questo stare


Lloc:o ?.er. cui.lo
..
nl principio, se questo
rebbe, dc

~c.rte

~onferracre

ori3innrio c. questo

1~~do,

questo significhe-

(lel pensnre, che tutto ci che dc questo dovrebbe

le inversione dentro se stesse e dunque do..rrebbe ?Oterc non

fc..re ncsccre ci,:, che non

secon(~:)

ci che ln inversione , ;:>er cui

tutto dovrebbe.essere dentro l'inversione; ma tutto dovrebbe.essere


dentro 1 1 inversione nttrcverso il 1_)Cnsa.r co1JG stcre nl prini;_)io che
chiude il circolo,

r~~

il penscre non

chiuc~e

11 circolo ?iuttosto si

trovc cd essere cir4ttrnverso il qunle il circolo


scre stendo

~l ~rinci~io

si

chiude. Il ?en-

condotto, nttrnverso l'inversione fondciQn-

tele, cd ezsere ci cttreverso cui l'essere al ?rinci?io texndne,


1 1 identit del tenlline, mn se l'essere cl princi?io 1 1 idehtit del
terr::iine, l'essere nl

princip.~o

come identit del termine mi d l'npu-

dissi, L' cpodissi cio. il cornpdln&ento senzn se stesso, perch lli do. il
compimento senzn i termini del compiuiento dr.to che l'inversione fnamentc.le. ci .che chiude i tennini e non che.1 1 inversione fondl'l!Dentnle

ch~u?e

dentro se .stessa i termini soltanto, mn c.nche ci che

chiucJ.e i. tennini

?Crch~

i tcnaini che le costituiscono sonv il &re

'~

diventnre l'inversione fonde.mente.le il chiudere i temini dentro se


stesse, in questo

1119c1o

stessa, non solo,

li.1.'~

per cui 1 1 inversione non

?U

<."..ndc:ra oltre se

i terrdin:l. di cui stirano pnrl.cric.lo sono i termini

Mauritius_in_libris

99

primi e ultimi: principio-fine, termine-inizio,,

100

sono i termini pri-

mi e ultir.d senz~>deterininazione infetti sono il principio e 1a- fine,


il termine e 1 'inizio di ):cui non l'ossinr.10 pensare di che :cosa: si.ano
nu del suo contrc.rio, l'essere questi terr11ini inclusi nelle inversione fondrunentcle in questo modo per cui.le inversione fondmooritaleessendo non e non essendo significa che questi termini sono i tennini delle: inversione che per ci fondoroontnle in quan:Do i termini che
costit;uiscrto l<.: inversione fondc.mentale sono i termini senza determinazione sono i termini senzn principio e senze termine, cio sono i
tenilini che non sono stati determinati e sono i termini che non deterLdnnno, quiridi sno i termini che non hanno priraa, ell 1 inizio la deter11inczione e son0 i terraini che non possono diventare il principio delle deteriain~zione; per questo il pensnre questo st~re ol principio
e,:ttrl:vcrso il quc.le lo stnre nl .principio ln identit del termine,
r,.iC.: nllra il pensare in qucnto'. . stnre c.l principio come identificare
del tcnillne e per cui, identificnndo il teni'line, si cor.\)rende che non
esist l'identit dell'identico n~ l'identico della identit mn esistono l'uno e l'nltro mn senzn se stessi; cllorn in questo senso si pu
capire iJCrch il penscre divcntn questo modo originario c.ttrnverso il
qucle -le. divisione fondmnen.t:nle perch senze i termini che ln fnnnJ essere ci che essG : le divisione; dc questo punto di vista ln

dtvi.sione fondcrnentc.le in qucnto

originn~ic.

e in quanto originaria per

ci senzn i tennini che lu fanno essere si3flificn che il pensere per


questo 1aotivo ci che, nello stesso tempo chiude le inversione fondc.I.iento...le

mc.

c~nchc ci che chiuso dc.lln inversione fondnmentnle.

Sic.r.10 ferrai cl pensnre secondo quel suo costitutivo che non costitui-

sce il pensc:re, dnto che tre il penso.re e 1 1 inversione fondcraentele


il non, cio6 "do.to. che il !!2!! come ci .che trn il pensare e iinver-

siune

ci cttrnverso il quale si costituisce questa che possicmo chia-

rnGre l 'cpodissi origin.:irin, cio6 il compimento senza i tenaini del comi_)imento, dunque une: n~Jodissi che _possinmo dire fondfamentnle perh 1 1 essere fondcmcntc.le dn p.::rte dell 1 cpodissi significa.questo compimento che si identifico. con lo stesso penso.re, il ?ensare nbn "secondo ci
cl':,3 il

pcns~rG

eserc~tnnclosi,

mc. il pensore secondo ci he il pen-

Mauritius_in_libris

100 ""'

snre senzo. esercito.re se stesso, il ?ensnre sanze i termini di se


stesso; cio senzc il concetto; il pensc.re pu essere senza. il concetto9 mn il pensare che senzo 11 concetto non ?U essere esso stesso,
come pensnre, il concetto di sest-esso, il pensnre non pu concepire
se stesso perch!.J pu tanto -concepirsi dc essere soltanto il conce?ir-
si da pcrte del penscre, 11 suo esercitarsi e bnste; questo pu essere il 1il0do pi fncile di pensal:'e il pensc.re nel suo concetto, cio6 di
ccva.re il pensnre dcl suo ese:rcitc.t'e se stesso, il covo.re il pensare
dcl suo essere in ctto 9 cio6 11 Jensarc il pensare dcl suo essere in
atto

mc

il pensare il pensare dol suo essere in atto significn rende-

i-tessere in etto ?'1:'1ncipio 9 il fnre diventare principio del iJensnre l'essere in atto del penSl.re; e che cosn l'operazione con ln

l:'e.

quale cavo il petisnre dcl suo essere in etto? E' st pensere,


re prirnn del suo

esse~e

IlUl

pensE

in ntto, ellorn il pensc.re senzn 1 atto di s,

rnn il penscre co1rK; pu essere senzc l'atto di s6? e .se dell'essere in

etto del

~ensere

cnvo fuori l'essere in etto del pensare e questo chia-

mo principio, questa gi unn difficolt fondaraentcle 1 questo chilllllo


principio del pensnre stesso; il u1odo pi fncilc di contlinuc.re n pen
sere quello cli

pens~re

i modi di questo pensa.re ori3innrio 9 per esem-

pio se dico che, fetta questfl operazione. il pensare pensare

~er

con..

cetti, l'operczione non un concetto, se continuare n pensare

signi~

fica pensare per concetti 9 pensnre all'origine non pu essere concet


ta e allorn intuizione cio6 rapporta cUJ:etto. innnedintezzn dcl rapporto. ma il continuare n pensare si 'ripen:uote sull' intuic...

cetto
per

l~

'SU3ges~ivo

per' questo

eose che possono

ess~re

nr~tivo,

~~ ~

qucndo dnto secondo se &tesso

conosciute i l concetto freddo, Llnte-

une tavole -di deduzioni, IilC qu.~ndo il concetto im dnto per


ci.che penso e .. che non posso conoscere e cj.o il principio, dn questo
punto di v:l,~tc. 1 il. concetto non ma.i se stesso 9 cio il eoncetto diventc suggcstivo 1 perde se stesso e si ripercuote elle sue spalle come se chiedesse di nascere prilln delln sua stessa nascita; se noi di
cicmo che il principio l'J.ntuire 9 l'intuire n sun volto divent~ il
contenuto di un concetto: io p~nso l'intuire 9 se 1 1 opc.rc.zione cttroveso ln qucle cnvo 1 'es&e'J:'e in ntto dcl pensc.re e lo fl'.;ccJ.o diventare,
colue esser~ in 8tto ~l penscre 1 principio del penscre ~ dico che que1~~tico1

Mauritius_in_libris

101

sto un rnpp0rtfr-tt!i2-per'eui nbn.: concetto ..t1llor~ _ --~1-1~~!~~9-.!'le, t;u_tto questo diventn contenuto di un

~ensc.re

che non coincide con questo

stesso, mn c.ltro t.~ncorc., ~Jer cui' come se il concetto che non :Josso usnrc primc'1 del c-oncetto fosS-e spostc.to pririk~ di se stesso e diventnsse, '.'..ppunto, suggestivo ;_:>erchmi ..obbligc. L111 1 uso, c.d unn fru~zione del concetto che significa non essere in possesso di ci di cui fruisco,

r..llorr. cll 1 inizio ovrma1no riconoscere ln ilir:Jossibilit specu-

LC

l~tivc.

delln filosofin: tutti i mod1 nttrcvcrso i quali ln filosofi2

-....

storiccr.iente rinnegc le. sua dif:fi.colt, questo il modo pi. clnssico


1

e nnchc pi :_:>ecmnte~ il modo c:ttrcvcrso il qucle possiru.-10 collocr.i.re


nelle. dic.s~Jorc. c1i t:_'.Ueste questioni He'.1Gl, Ros11&i.ni, Aristotele;

1.u:so,

i~

s. Toi.il-

questi modi nttrt.verso i qunli le filosofia per supercre L: -

difficolt
origine.rii. il ilc,3c., sono i modi cttrcverso i qunli ls filo. .
sofic dimostrc. lo. stie impossibilit SiJeculntivc., pcrch6 non filosof:llc: ci nttrc.verso cui

iJOSSO

c.limostrcrc se Dio esiste o non esiste,

perch.:'.:
lo . spcculntivo di questo non . Lo S?eculc.tivo di queste questio.
ni se non . c.i\:Yrtncipio non neutl.ieno nllo. fine, se lo speculc.tivo
non

~l

princi9io, cio6 se tutto ci che penso_no!l

secon~o

ci che

il ?rinci?io speculctivanente , tutto ci che ?enso senzn differenze, e queste condizione: Dio esiste o Dio non esiste ln stessn tesi,
non per . il
L1otivo
che pensc.vn Kr.:nt, mo. ;,Jcr un motivo molto pi: grave:
,..,.
se tutto_ ci che penso non pensnto in quc..nto,

.-~ll'inizio,

il

lJrinci~.

;?io_ pensc.to speculctivemente secondo se stesso, ;_Jer cui c1c::;.-quest9


che i:>enso ci che ~enso, tutto ci che Jenso differentemente da t~sto
in rer.lt senza differenze e essendo senzn <lifferenzn ln differen-.
zc... _che non , non trn tutte le cose che penso, per cui il udo pensare no,n filosofico -in quanto un

~jens<::.re

sempre inc~iffer.cnte, in qunn-

to il pensere. indifferente rendere indifferenti tutte le c;:ose che


penso,

e~

"

que~lo

che iri tutto questo essere indifferenti dell<a

co~e

che penso lo stesso i l non essere delle. stessn filosofin, ciJ esattc-.rnente ci di cui sic.mo cc.peci og3i come cultura conterapore.nen ed
c1ucsto ;>erch6 cume se il princivio bloccc.to in questo suo discorso
originc.rio, essendo bloccc.to in questo suo discorso, non essendo st<-;.to
diviso do. questo discorso, per ci, dopo Hegel, dc.to luogo c.lle filosofie che sono quelle che sono, cio hc dnto lugo alle c-filosoficit
elle filosofie dopo Hegel.
Mauritius_in_libris

-:102

, VII. - LI~ DIVISIONE FOlmL.l.!EUT.td...E E IL CONCEPIRE ORIGINI.RIO. Il pensnre co1.ie c:.podissi ,.ori3innriG e fonc1cJi1entalc -si:gnifi-

cc il penso.re che in tento cpodissi in qutmto il ccn:tpiinento" che il


pensc-re , te.le perch8 senzn i termini del cornpirnento. Il ?nesc.re
;nissn dal suo essere soggetto clell.!:: inversione fondamentt!le ed essere
1 1 epodissi fonc1e:roont<::le originnric. cio il pensnr come se pnssnsse
dcll 1 e~serc

oog3etto che esso all'inizio ad un essere conimento che

esso non nllc fine, perch un essere compi1uento senzn i termini;


il pensc.re, in qucnto so3getto, tena.in['. nell'npodissi che l'essere
senze i tennini, cio il pensare terrinc in ci che l'essere senza
i terr11ini, da questo punto di viste. come se noi dovessimo pensare
che il
SJ

~ensnrc

termine perch il suo tcnairicre un. terminare nttrnver-

il quule il pensc.re non tennine, dato che il pensnre in tonto ter-

ndnc. in qunnto ci nel qunle terminn 1 1 essere senzo. i ten.1ini, nllorc., il. terminnre del pcnsc.rc . te.le per cui l'essere stesso <ln pnrtc
dcl pensnre in quanto ternincrc di non tenainc:re., 1 'essere del pensorc in cruento terrainnre di non terminnre, cio ci che il pensnre
in cu:mto il suo essere il suo terrainc.re, mc l 'cssere del pensnre
in qunnto il suo essere il suo termim::.rc <li essere senza.! i tcnnini, cli non termina.re;

~erch

o-r>punto il penso.re in qucnto npodissi

originorin fond.c.rrientclc c.poissi perch l'npo<lissi in questo senso


tnle perch .senza i termini di se stessa; si potrebbe dire che il
pens~re.

in questo senso 1 1 <:.po<lissi senzn apodissi ci08 il compi-

mento senza co1-,:ipimento perch6 il pensnre ln: CCf>ncit dc parte del


penecre di .fc..re esser_e il coropirJento senzr. _tl cor-\")imento, le.

ccp~cit,

cio, di detenainnre l'essere se stesse delle determinazione senz.:::i. de;.


tenainnzione~

cio ln l'ossibilit di :;:Jensnre lc;-_c;foterrainazione pura:

l'essere dell'o. cleterminazione senzn se stessc.,per-cui l'essere.. senzo..


se stesse!'.! clclln determinazione coue se coincidesse con l'essere dn
.,:-A::rte dcl compimento senzn cor11pirnento; mc ci che vincola l 'e.podissi
.::.1 suo essere senzc cpodissi il pensare, ci che. deterr.1inn il vinco

lo c~ttrcverso i l quo.le il vincolo non , ~-il penso.re; ecco pcrch r..


questo punto si pu ritenere che sic Gcquisito in qunlche modo il !!2!!

Mauritius_in_libris

103

perch6 il pensare crrivn cd essere questa npodissi origine.ria e fondo111entnle ettrcverso il !152!! nttrc.verso i_l !!2!! il penscre si

cost,i~j.sc.e

in uel modo per cui c.l pensnre mcncc. il suo stesso costitutivo, non
_solo, mp cttrnverso il non il
rie c.ttrcveroo ln qunle

i)~nsl.re

veniv~

pu essere una modalit origine.-

costituitG le. stessu divisione fondarnen-

tcle, divisione fonda.roontele in quanto divisione significo, in questo


cnso, le. divisione che non dispone dei termini nttroverso i quali le
divisione , cio.S le. divisione senza i divisi. Se noi dovessimo pensare di tutto questo, di questi terrnini che sono i termini di un discorso ottroverso il quale i termini non sono, rnn nttrcvcrso il quale i
termini che non sono, sono pur sempre dci termini, cio sono le condi'

zioni cttrcverso le qucli il discorso n un certo livello, tutto que


sto, cio questo stare .in reiJporto dei ten11ini in questo modo per cui
lo stare in rnpporto dei termini significc i termini che non sono, per
cui dci tenaini che non sono il discorso ed il discorso mediante
il quele t termini non sono, ma i termini che non sono.in questo modo
per cui il non essere dei termini significc.

eh~

"

l'unico modo di overe


...

i ternini originari di discorso questo, tutto questo, cio lo stnre


in rapporto dei tenaini
to

opo~issi

queste mnnierc, lo stesso pensare in qunn-

originaria e fondc..mentole, cio il pensare in quanto com-

pimento origine.rio e fondamentale senzn coqJiwento 1 non senza compimen-

to del pensare ma senza compimento dello stesso compiniento; e, ollorn. 1


.in questi

termtn~

com se 11 pensc.ra- riuscis.s.e ad essere la possi-

bilit cttrnvereo le qunle il compiluento

llk~ncc

f ondou~ntole che come tenaine fon<lrunentolc

di

~che

~~l'unico te~ine

il soggetto di se

stesso, cio se stesso, cio il con'l?imento; attraverso il pensere


?ossibile comprendere che originnril'.Inente

l'~podissi

senzn cpodissi 1

il compiL'lento senzn co11'lpirnento, ln detenni.nazione senzc determinazione, cio ottrc.verso il pensere possibile concepire che origino.riornente la det:erminczione
- - - ,,

-" :.:

.- ....... -

determinazione, per cui ettrnverso il

s~nza

'-

pensai:e possibile un concepire originario c.~ttrcvers 11 quele la orise fosse esse stesso 'ln origine dello.
.
senzc deterrninozi.une, per, le determinazione senze

3innriet del concepire


.

detena~nnzione

COI.E

determinazione significc l'opodissi senzc opodissit mo. l 1 npodissi sen

Mauritius_in_libris

104

zc. npodisoi

l'n~oissi

originnrio. e

fondcr~entc.le

che il pensc..re

...

stesso e,c.llorc, nttrnverso il pensc.re un conc~Jire ori3inC.rio o


-.

. ...

un conce!_)irc che ori3incricmente concepisce le:detenninczione senza


.
deterrninnzione, per cui il concepire in tnnto origincrio, non solo
perch5 he core tennine la detrti.liriczione senza. determinnzione~-::tnn perch hc cotnc pririci9io lo stesso: le. deterrainaz:tone senza detetniino.zione, cio il pensc.re; il concepire origino.rio sio. perch6 hc. coma termine le. detenuinazione senzc cleterminczione sic perchd he come principi le detenninnzione "srizc. .etcrminc..zione, nllora il concepire ori

!.

ginnrio perch6 use il penscre come mediazione, che non e 1nediazionc


..

m&-ririll1.ne nleiatezzn; il concepire ori3inc.rio perch corris?onde all'uso '1cl pensare co11.-ie medictezzn, in quo.nto, raedio.nte il ?ensarEf, il
concepire origine.rio in quanto il pensnr c:t che media, il concepire originario in quanto, L1einnte il pens.re, il termine

dei

con-

cemire origino.rio ln detenninu.zione che, cme termin, cnche il


principio i

~sto

stesso e durique cl principio ln determinnzione

senza clcterminl'.zione, cllo. fine le~ determinnzione sanzn "detrtnihazione,

IIlll

l 'esscre al principio dello deten].inczione :sertzn determinazio-

ne e 1 'essere alla fine della. c!etcnainczione serizc aeterminczione


com se fosse, dc. pcrte del pensa.re, l 1essere sic nl principio sia c.1la. fine, e non il
.~

pensc~re

in qucnto tnle

il pensare in quanto il

r:in

..

penscr che1ntc.nco usato in C!Unnto ci che consente di. 'usnre11


pensare ': lo stesso pensare, e, allorc., il penso.re in qunnt usato non
... '
.
dal pensor ilc'.l per raez'zo del ?ensare il pensare. che fn essere le originariet del' concepire cio il pensare ch non pu deten.iinnre lo
originc.riet del concepire e, ur non potendole" detnninnre, ln fc. es,.

sere, il pensare in qunnto usnto da altro mc pe'r mozzo di se stesso


per questo non pu uscre ln determino.zione,
.

..

mn

use nece'-ssdriranente 1 1 -

essere 1 per cui il pensare non determinc. il concepire origlnerio"rna


proprio perch non l- determina per ci lo fc; essere, cfo il pensare
proprio perch6 non riesce a limitare il terminenell 1 origine del termine stesso (de-terminare) riesce c.d essereun fnre essere ci che costituisce la. originariet del concepire, E qui il discorso in qUll.tlto
origlnnrio le. prova delle sproporzione nssoluta perch8 1 1 irifjtenza,

Mauritius_in_libris

105

11

&o6"cxtw-

del ;?cnsnre costituito dcl sue fcre essere l 'originc-

ritn del conce)ire, il pensc.re ig.?otente nelle

SUL".

capc.cit di dc.-

re essere hll 'ori3incrict dellcbncepire cio il--.ipenscre i'rova la. stesse struttur<3 dell-1 essere che n:.m riesce. c.

pcnsor~

il pe_nscre stesso,

il pensnre prove la .stesso st;rj:tr~ d_~ll 'e:s_~".lr~:fhC _gli ?roprio p\lr


..

'

non ;iotendo pensnre questo essere che f3li

~>ro;;>rio,

.:.~--~

il pensare

essendo le. ?rovn cttrcverso cui il pensare non riesce a penscre


trinseco dell'essere che gli
cttrnverso cui il

~ensnre

~)XO?rio,

--- -.:..~.:..::__

~Jur
l'in~

per questo stesso la prm.rn

non riesce e penscre il ?ensnre stesso.

Quc.ndo dicicmo che 1 essere rion pu essere se- n1.m dc s e dunque il


pensnre pu pensnre l'essere nun perch lo pensa

IiUl

pt!rch6 l'essere

, in realt nori dicit>.mo niente di speculativo, -p.erch noi dicicmp che


il pensare. costretto nd accettare che l'essere sia per il fatto stesso che l'essere , il ?ensare per costretto cd ammettere che l'essere per 1oozzo di

qiiest..

sUll capncit che costituisce la_ sllll stessa

impoten'.~c., cio il pensare costretto originorJnntente a usare l'essere non' perch fessere mc perch.:! il ?ensare non dnrc lirnite cl termine nella sua 0ri3ine, il pensare co1.1e so;-~get:to _delln inversione fon&ilentnle, cio il pensnre diretto nll 'elenchos del principio, il

~Jen

scre pensato nella ?rospettivo dell 'elenchos del principio il pens<:ire che nun da lirnite nl termine nelln origine del, tenuine stessu, cio
il t)ensore che non nll'origine del

de-ten~.inare pe~_ilpensare

che

non all 'origin d~l detenidnlre il pensore 'che costituisce il ?i"incipio delle originariet d~l c0ncepire perch- il-pensare che come
principio della. originariet del concepire. il)ensare che accetto..
ln necessit dell'essere per l'origine del concepire, il

pen.$~re

che

accetta che l'essere sins perch~ essenJo l'essere, perci il pensare


lo use per fare essere il concepire originario; nllora, da _questo punt,J di vista, al.l'origine il pensare questn sp'roporzione assoluta tra
il nun potere dc.re limite' nl'tcrmine nell'origine e il fare essere il
concepire ori3iru:iriu 1
tuisce 1 '&o~va~~~

e tra

i due termini del discorso ci che Csti-

non 'il non p-Jtere, nm il _otere, l' impotenzn

del penscre il fcre easere l'originariet del concepire,


nel qiinle il pensare ln

SUll.

cio~

ci

i.IIQotenzn identiccmente il fare essere

Mauritius_in_libris

106

ln

or~gj._i:t_g:t:iet

del.conc:!:pire

~_-il

non disporre dell'essere. in assolu-

to, lJerch. se. il penscre disponesse_ dell 1essere in a.ssolut.o nun usl?rebbe l'essere

perch~~

usare l'essere significc neceS$it. L'i1notenzc rlel

1)ensnrc non 1 1 impotenz. del penso.re.

ei che il pensare coL.e

11&l

f~ncl!Uentc.le che ~- il ~)ensei.re

queste imp:Jtenza, come questo &66va't'C\I

stesso .. cJstretto ad uso.re l 1essere perchli solo cttrnverso l 'e~sere


possibile il concepire ori.5innrio, nel senso secondo' i1 quo.le come
se stessi dicendo che il pensare non che;puq creare l'essere, r::in il
ipen-st:.re non pu ~)orre l'essere indipenden~~ri:.ignte dnll'es~ere, dunque
il pensc:re costretto a. porrE! l'essere
in i;;>endenzn dnll'essere;

.1 1 impotenzr~

accettare l'essere, perch in quest:o

ncm_i~

qunnto l'essere_ , ma

pcn~nre

del
s~nso

non stn nel.dovere

ogni ente determi;nnto.+en


.
. ....
J .'
~-

derebbe il pensci.re impotente, mc l'impotenzn del i)ensnre -lo ste$so


... ..t..

pensnre, quindi ci che il pen.snre come 1 ~&t1va-;ovf onmnentnle, di se


stess0, -stc. nel fctto, che il ;>.ense.rc costretto e.d use.re l.' essere per
il

concopi~e

].Jensare~

origine.rio, il pensnr.o non potre}?}?e.

l 1originnrie-

t~

del conce?ire senzc l 1esser:e, e c}unque i l p~n~{lre , qu~ costr~tto


ad use.re l'essere non t:'er l 1ssere, mc per l'origine e questa cllu ra -1.a p-Jten,zn del pense.r.::e questa talmente la .LJ()t:enzH el pensare
che ln :tJ;.)SSibilit le
prchu t

st-ess~:.. neces~~t,.

&66\la-t,.,, che. il -p~ns!tlre


'

che il ?ensare ;: perch: 11

il possibile

~l

neesso.rio

~-., ..'. cJ: _che il pensare. P.'1,, ~on ci

~ensnre tl;O~ 2~?> nddu~~ .1 1-ess~!e

in qtiento il ;.x;nsnre potr_ nddurre l'essere

pe~r, ~,

.s.olu 1~ono .r:i-sci-

,ac

r ad essere il dare limite cl termine nell 1or1.:Jine~l

i~ ,pe~sare

riu~,C?ire

riuscire in questo deve riuscirE? -n1 essere, mc per._


cccett~re

per s
per

:n? essere

che l'essere sin per . s, ciq ?er .il ,pensare,


... _ma c_ccettnre che 1 ~essere sia :per tl pea.so.re sign,.;ficn :nccet;tere l'essere co-

deve

~e.le

me te.le e nccettnre l'essere coue


blemc di riuscire e_ dar

',

. sir_m1.ficc .non cvex:e pi') il pro-

lilld.~~:.n.1:- ~mqmine, i:P~_lln

ori;~:l.ne, n0~

sllll

ave-

re, cio, il )roblemo di esse~e d~ qu da.. ci


cqe
l 'or~giq,~
.
;:
..
. .. _,ome ci
..

nelle qunle devo o ?usso dare_

lin~t~

~ex:rnine;.

c .. qMe.sto foJdo. il pen Sl'.re ' cv'iic se stesse f ncendo:- .i ....; conti
c0n
.. l'essere lasciando
1 1es sere
.
.
.
.

?l

J...

.).

...

'

c. se stesso, lnsciendo l'esser~ nl'eser~ ind~fferent~mente nei con-

fronti dell'essere, il pensare nei confronti dell'essere come se fos-

Mauritius_in_libris

107

se indifferente, cio ()enzn iffcrenzo 1 in quant() l''essere senza diff~renzn

nei. confronti dell'essere d ;>nrte del pensare costituito

de.:\; fotto che il pensnre per .f)ssere, nel mv1ento nei quale esso, carne
pensere, concepire origincrio, costretto cd usare l'essere, <luesta
neccssit~

dell'uso dell'essere

dc.~arte

del pensare non nc.sce 'clell'es

.sere, mn nasce dal penar.re, cio nnsce da ci che - il pensare nuri' in


qunnto non essere un c1cre. lir;dte al termine nella origine, non solo,
mo questo in f:Jndo ci che rende positivo il pensnre, il pensare
p.Jsitivo f)erch non de. limite c.l ternline nell'origine, perch riesce
n non dare essere ol limite del termine

nell~origine 1

cio perch rie-

sce e:. non essere nell 'orig:ine nelln quale il de.-tenninare, e questo
costituisce il positivo del ?Cnsnre in qunnto il suo positivo di sscre tale senza l 'esserc, dunque se il positivo del :)ensnre tnle in
quanto ?sitivo

sen~o

l'essere, il fctto -che il f>ensnrc usi l 1esse

re per detrminere ln originnriet del concepire

si,~nifica

che il con-

cepire determin.!:ito indi?enentemente dcl dnre l'essere oll 1 origine.riet del conce;;>ire che il l)ensare , _)er cui l'essere diventa ln ?rovn delle necessit che il pensare sic le
to che cttraverso l'essere
nare, il c<.mcepire

ci~

ori~incrio

ccp~ctt

del

de-terrain~re

da-

che , il de-tenainnto senzo determicome deten1innto a cui rncncn il rleter-

minere ed CJl.lello che noi dicinmo quundo diciamo .che ogni filosofia
hn bis0gno di un. moment'.) iniziale, cio6. ha- bisogno che ci sin non un
punto da cui comincinre, perch sarebbe troppo facile in quonto ci ,10vrcmmo rlol'1nn:!cre. pere.b filosofia questtl e, non filosufin il gesto
del ctise30ntore che, dnnosi un punto, tirc. una -retta,

~erch~

allora

1 1 unice filosofia che possirnno fare,non ca.stituitn dnl nostro 3esto,

cio da ci di cui siP..mo cnpcci come ci pel quale dobbiru.;10 ridurre

i l nastro essere

ccpc~c:i

di qualcosa. nel senso sec.ondo il quale il

do di Cll.;:>ire subito di' pnrlnre . .del disegnatore, ma il modo

pi;~

lilO-

com-

plicato non solo di parlnre del gesto del dis.e.gnntore, ma di !\J?ellcrsi e tutti quei gesti nei qunli ridc,iamb ln nostre. vita. storicn
e che pnrtono

dn quel 9unto che sonu 10 1 per cui. come se -l'uom0 di-

ventasse la linee. di tutti i suoi avvolgir,1enti, perch 11 punto ini


zil'~le

dal qunle noi tiriomo tutte le liniae' .be ..ae:vqnu sol.tanto a -cori-

Mauritius_in_libris

108

fermere qu_esto (;>unto. inizicle 9 uindi, se ncce.ttassimo qtiesto discorso sul_serio, doyrewo nccettcre di ridurr lo storie scnzn storia
j_)erch8 queste. le. ne3c.zione delln stor,in, ci0 .. lo negazione
serict~

delle~

del gesto, in quc.nto il untq che rni; trovo dnto le linee

D.V-

!. ..

-~)~rch<i

yolgent;i che partono da questo punto, eccq


~~gni~icc.

retico

~Jroblcrnc.
.

re il

pensc..re .in sensu teo-

int_endere rcdicnli.1ente l 'esistenzc., mc. solo per eve-

di ridurre 1 1 esistenze'."'!. u.l senso l!Utentico di s5 1 che


.

significa_ non frc.intendere questo eone problema filosofico, cio6 non


morire

hei;~egerrinncraente,

e riuscire invece n

viver~::urnanamente

.Il fatto che il )ensc.re, che ln necessit del concepire ori 1inario, stc. c. significe:.ro che il pensare nel mom.ento n;al quale cccetta
l'essere ccccttn l'essere erch l'essere c.ccettE.to, costituisce ,per
il pensare le ')rovn nttl:'a.verso la quale l'essere vere.mente non in
quanto 1 1 essere i essere stnto te:.li.:1ente dn iventnre ci. ~er mezzo
dellqucle il .Jensnre f<';:. essere il conce:)ire origine.rio, .. dunque l'essere s1;ntJ talmente che il suo essere stnto che d modo nl ;>ensnrc
di usarlo non gi perch torni nG essere l'esserenrj perch.;:! .l'essere
sic., mn ..?erch sia il e0ncepire originario e perch, essendo il concepire origine.rio, sic ci che rende ;_Jossib:tle .il pensnre ci che: stnto, ?er cui l'uso del concepire crigincri.o. non so.l.o serve
?enscre ;>(.Js.sn

COt).~inuare,

~)erch6

il

rnn perch il .Jen_snre possa penscrc prima di

s e in que,s.ti terrnini ln necessit del conce;>ire originario ln reintrqduzine del tempo nella filos0fin; ere. stat.p

di~nmstrato,

che

prop~io

nttreverso il ;;_:>ens.sre come quelcontinunre n pensare che il pensnre

, i.l tcu>o non e questo non contraddizione perch il conce:t>ire


originario in t<:nt:;,:i mi serve in questi
d_;;

te~ini

in quanto,.: reintrodi.lcen-

il tempo, ilo negn di nuovo, in qunnto stn cj.i_, nuovo i"ntroducendo il

temo senza l_' inizio, cio sto. reint:-oducendo ,. il ter11p0, in ci .che .il
.i)ellsa~e

per le filosofie, senzc. l'inizio del tempo, 9er- cuL:,il tem-

po tal1.uente non che nvn solo non in qunt:tto il pensare : quello che

stnto. conte
. . . continue.re molgrcdo l 1assere .se1:1za tempo del . :,temp0, 11ui
c.nche _perch? il temro riesce e tornnre ad
non

.r

il temo che torne nd essere il

~sser~
;_Jensor~

e frn il tempo che


che si trovc. a diven-

tlre. una sc.;>rtn di teori_n. de~J.Jeternit, eternit come ci che -sta. tra

Mauritius_in_libris

109

il tem;w che non e ci che il tempo torne C.d essere nmlgrodo sin senzc inizi'.Js per' cui hon esistc Uri iniZi del tempo :JropriJ perch6 il
temp , mr~ rio~ esiste un principio c1el temp0 non perch il probler.in

di pensnre il telil;?J,
rim,
.....

it

100

perch~ 11 ~Jrobleiim di concepire l 'ori:~inn

pr0bleui.U. riuscire e dare essere c.lln origi~rict del conce-

pire; nttreverso le probleraeticn origiricrin del ?ensare abbiruiio la pos'

sibilit di concepire le filosofie di , c.ttrnverso ln problemnticn


0riginaria del pensnrc abbio.mJ le possibilit di pensore, ~er eser~Jio;
il terapo

!'.esistenze senzc. o.vere il problema di pensa.re if tempo o

l'esistenzn, il tempo e l'esistenzc :_:>ossc>no diventare l.Jroblemi filosofici non

?erch<~:

lo sic.no,

tr.l'. perch~

ricevono il loro essere filosofi-

e~ delle problemnticn di unn'.,f:lTosbfin impegnetn nello sue origine e


dunque lJ. filosofia ~.JU eriche essere inteso come quelle. cnpncit~ ori3innric di pensnre se stessa che, distrcendosi da se

st~ssa,

pu nr

luogo nlle filosofie del tempo e dell 'esistenzn, per cui ?ensl".re il
tempo o 1 1 esistenzn come se fosse un modo dn parte della. filosofie.
di clivert.ire s{~, cio: cli p.Jrre se stessc'J. lontc.no f~.c. se stessa, di ?vrre se stessn contro se stesso., '11\lr.ndo dicicmo le filosofie del tem;:>o o le filosofie dell 'esisten'zc. non dicic.mo le non filosofie mn clicia.'.

mo lo filosofie. che si diverte,


filosofie, il divertire che

l~

c~.icinmo

il .ivertLnento storico della

filosofia pu diventare in quanto pu

c1iventnre tule nei confronti di s:5 e, quindi, lo filosofia pu essere


contro se stessG, li.lu :u esserlo b)er mezzo di so e non er uezzo di
ci che r)enso contro ln filSOfin; il temp e 1 1 esistenzn possono es.:.
sere i r.1odi cttrnverso i Uhli le filusofic, i)U essere cont~o se stesse, rJC il teLlpo e 1 esiste\lzil ~ossono nc..scre nel momento origlnario
nel qucle ln filosofin impe3nnta

c.

pensare il penscre impe.311ato nel


l

. .

concepire ori3innrio; quindi evidente che il tempo e l'esistenzn sd


no rndi'cnii solo perch{: stanno in rndice, nori sono radicnli per quel.....
lo che sono, me sono rc.<!iccli per il posto nel quale no.scono, sono raicnli perch nascono in rcdice e sono sug3estivi ?ercho trasferiscono il loro essere in rndice nello. tensione del pensnre che li [.lensc"
per cui facile ealrnbinre il ?ensare rcdicnle perch il ~ensnre blocCl1.to da qualche cosD- che tra.sferisce nel ~ensnre il suo essere st~to

Mauritius_in_libris

110

in rnJice, i11entre invc::ce i.l.

~Jensnre

che ccix:.ce, irregnc..to n questo

livello.,_. cli condurre in rc.Jice le condizioni nttroverso le quali penso, (perh3- il torn}v e l'esistenza. sono l~ condizioni storiche nttrnver
so_ le. qunli l 'u.Jm.:) ~)enso.), mnl3rc.do il ;>ensa.re non sin, essv ~tes~o,
. in rndice e.
condizio~i,

clo. il

c;:uim.~i

~Jensc.re

il

ccp::.ce di for.e diventare rndicoli le


'-

nttraverso le qunli 1 1 ente .etennina.to vive e :)ensn mnlgrc.-

pe~scre

non sic esso stesso nelle medesir1m condizione Ji ,:-odicn-

lit, ;>erch5 il pen_sere ir.-rpc.100.to in questo i1txnento nel quale, il penso.re questo principiu clel concepire l 'ori3innri0, e se: .il ?ensc..re

- c.ncor.n nel momepto nel c;:unle iiupegnato nel concepire originnri0.1

tl. cpncepire origine.rio non


cui

~l

i.JU di~Jendere

dn ci che il. ?ensw.re , per

pensare come ?rincipio del concepire originorio

~nche

princi-

?io delln libert i ;ensc.rc il concepire originario in tutti i modi


in cui storiccraentc lo
queste. libert che

~Jenso perch,~

'-~i)emle

le filvsofie sono l 1escrcizio di

dello stcto uetefisico del pensnl:'.e, ove_,

stcto foetcfisic0 Jel pensnre si30ificc. dello stnto nel qunl,e il

~Jensn

re senzn l 'csscre che gli :)roriJ in qucnto lo stnto _nel qucle


il

~enscre

non?; dc.re li.mi.te nl tenuine nella origine.

Lo stn.to mete.fisico el pensare

corrisp~e

nl suo non riuscire

[l.d essere il (\'.",re limite c.l teniiine nell'origine, per in questo stesso il pensare E1etnfisico tJerch;i er mezzo di ci che pensare n6
n;::: non , _i_l pensLre

(JC ess~rc

al concepire C?riginnrio, perchG il

?rincipio delle. necessit del concepire originario come ci che n


sue. voltG pensato; il pensnrc nl

princi~io

del concepire originario

me anche nlla sue. fine, perchr.5 quando il pensare dn

re
e

~.ssere

al conce? i-

.
originnrio ci che accade e che il concepire originnri_o pensnto

ed ?ensato ss;conc1o tutti i.. ldi che 0311i filosofia. pensa che il ".>rin!"

cipto sic questo o

quest 1 c.ltro,

,,

mn questo l'essere metafisico del

pensare, cio., p:.Jtrerrario dire, il rOillW:l. che il pensl!re non, pu recitare cio6 il drnnunn che il penso.re non pu riuscire a fare essere come
sppctncol.o: da contemplnre, perch.i se il drlmJl'illl fosse ta.le dn potere
essere recitc.to, il i.:ienscre snrebbe nello stesso tempo

spe~tatore

attore, il pensnre invece un drnr"tunn che non pu essere recite.to e


deve invece essere fatto nuscere. cio'~ il pensare deve riuscire a dare

Mauritius_in_libris

. i11

. ...
origine cl lrnuu:iJC, cl.ove,. il rcrmnc. consiste nel riuscire n non j?ensn~

re i'e"s'sel;'e'
scpeno lo necessit dell 1es~'e.re, ed come se dovessimo
.
.
.

riuscire non a non fe.re essere l 'cssere, p~~ch~ per non farlo essere
...

n.~

doVYemmo c.ccettare l'essere,

.. .

il su0 contrario,
...

mc~

coLie se doves-

siro riuccire e renderci conto di qucle pu essere il modo, do ;>arte

del i)enso.re, cli essere senzc l'essere; sarebbe come dire che lo i)rovn
.'

di questo votrebbc consistere nelle possibilit di non use.re ln ')aro~


"
..

le essere e di non usc.rlc. c.. livello di c . .mcetto in quel modo per cui
. '

...

il non usnre le; parole essere n. 11yello di cu~cetto pu e~sere 11 i)rin......


.
'
ciio del concetto el'essere,G_ se invece uso l'essere n liveilv del)

"

l'essere e del n0n essere, che lo stesso, in qucnto il non essere


le coscienze dell'essere, )er_ cui l'essere rinmne sempre thiuso in

..

-'"

'

"

.!..'

p, so l 1esocre fosse te.le, io dico che n.)i n0n potrenun0 pen-

s~ ste~so,

scrc.
L &6~V<X'tOV

del :Jenscre costituito dul Jnrc essere nl concepi-

re origine.rio, e, dc qucst:.J, ln. conclusione stntn che il pen.snre vive un

rrnrn.nn fon,clcmentt:.le nel senso .seconcl:J il quale Si pu- cnpi-

S'l,10

..

re che

originc.~ir.Ii!enpc

il dranmc. do 1

~ensc.re

dre.r.u-.10 perch

s.~.

trat-

ta Ji :fnre ~ss~~e l:J stesso dro.inmc," in quc.nto le drnnuilCticit, dc ?nrI,

te dcl

~xmsnrc,

costituite dnl nvn riuscire n .are limite cl termi-

ne nelln ~ri3ine del terraine stesso; quindi il discorso 'in qunlchc


.- r

maniera blocccto. tre 1'


qunnto tale,
l?ens~:re_

llk'"'..

fondcJoontnie che non ..i 1 pensnre in" .

il :Jenst:re in quc.nto riuscire a dnre essere~'" e lo stesc.~ c_ss~re

se non. in. quantv dcre e:ssere al concepito originario, il discorso bloccato tre il pensare e
so

in quc.nto non riesce


..

il pensare, cio~ tre. il ~)ensnre i~ qur:nto riuscire n dcre. essere. e il


.

pensare in q\innto non riuscil:."~ ad essere in.-qucnto se' stesso, perch:}


'

. ,

se il ;.Jenserc fosse in .quanto ~)ens~re s.?.r9pbg_ il dnre limite al termine nell'origine,


..
.

IiJC

se iLpcns.'.-.r.e
fosse in.: <iic'"'..nto
?ensnre. e ..se essen-,...
.
! .
.

do. in quantJ )ensr.:rc riu.scisse nJ essere il d.nre" limite o:1 t~rmine nel1' ori3ine1 .il pcns.nre .trcsfer:i~~bl>c l'uso del~' essere (frll concepire

origincrionll'~rigine
nella quel~ riuscirebbe n~l essere, esso perisc.
.
.

...

re, soltanto, i~ quanto dare li1litc cl te.rmirie; nllorn il discorso


bl0ccnto ,tra

-~l ~Jcnsnr"a. ~- .il. lJenscr~' per. trn il pensnre-'che non c -

Mauritius_in_libris

112

il
pensnre che , il siepscre che non in~ CDJCnto non in qunnt
se
~
~

stcs~.J

: -"

_I_

e il pensc::re che in Cf"1ll.Jlto dnre essere el concepire orig_ino-

J.

riu_~

~l

?ep_sc.re che mn

~hc,

.-

esseno,,. riesce n ?on essere, (perch0


... -

~.~-

pensnre che , in qucnto riuscire


--

ess~re

dare
..

..

'.) ,:

al conce:,:>ire ori.

'""\

~.

. -.,.~ ~

gin~:r.io) il suo essere che, in qu.::.nto dcre


essere
nl concepire
ori-. .
... ...,. .
. ..
. - : . ..
.

..

...

... .

gi11a:rio, .~} .s~p essere in ~nto non ~' cio non in que~.~o to.le,

non_ quale .. s6, rae quc..le. il dnre essere nl conceiJire ori3innrio.


~

Il dnre

- .-

- .,

ess~rc nl co~ce?irc
ortginnrio
il ?ensere, ma il pensare
.
.
. ....
.

..

cioc~

non QUc-'1.le,

i~enscre

il

senzn gucilit ed il ensnre che sta. nl

' .~ -.

. , -

- :~

?rincipio pel qunntt1111 ori3innrio, 2llorc il ;?erisnre se in qunnto .::!.

,1:

'</'

t_

re essere nl c9nce)ire ori3innrio in quento nori , cio in


.

,.

stesso~

non guc.le se

con~9pire

perch c:r9 ori&ine .'.".l

..I ...

quant~

orii3i.i:i_nrio non
.

; il pe~scre mc il :xmscrc che uoe l 'esscre, il. pensare necessita-

to

?CDSCre l'essere, il ?CDSnre

cond~nnnto

C pensc.re l'essere, il
-;

_r>ensnre, costr.etto c. ?enso.rc l'essere,


. ... - .

llk"l

nun
perch:
l'essere
.. .......::'(e, non
.
.
..
~ ~

~-

.. ;

percl~,:; l 1esserc . in qunnt0 il suo essere il su_.:;erle;tivo di tutti

i positi.vi possibili, l'essere comune c.. tutto ci che , per cui 1 1 e~se.re dc ;JC.rtc dell 'csocrc crnJC essere co1.iune o.ttttlto ci che che
. :i
. .
tor1mr:oicnc.raentc,
il
principio
della
v~rit, per destifn dell 1cssero
1
, ,.
'

no iootefi~-ico; dovG destino mete.fisico si.gnific~ c.b0iizione delle rne


;'

'

- ! .

. .

..

tnfisico o ln. cqx:.citl .p.. .i:inrtc. dello. filosofie. che niet.cfisica sin le

c.b~li~ione),
dunqu~,. pon
..

sun
stessa
. ,
,}!.O

...

. . .

per questo:

~otivo,
r~
.
.

per. un- i-nti.:_

radicele: il pe~serc non potrebbe. ste.re cl principio, COl'Je lo stn~


' .~

p~incipio

re nl

dc:

que~to

.'

suo posto che sente ln necessit. cli pensn-

re l '~sse:rc, per cui l'uso 1ell 1essere dovuto cl fntto che il pensa.i

re non riesce e pensc.re l'essere secondo il. ?ensnre stesso che ~nsce,
...

'.

dc. ~erte del penso.re, dc.llt: necessit di d~re essere non per
t.

-- . . .

.. -

dore es~

_sere t::.11 'esserc


o el p.ensn~e,
un
per
dnre
essere
nl conceiJire
origine~.
.
._.
.
..
"
..
.
.
.
~io e. ;>er dnre essere nl concetJire orig.ncrio significo per dare esse-

...... :

...

re o ci,
tive

~he

?Cn~o
.

[;

,?ri.nci~)io c.l~ ~ens~re

l'essere dop0 il
.

con~epire
-

.. '

to lo sforzo di auesto discorso


. .

..

. -

. --

~tn

.. ~ ..

'e~sere. Secondo~ ~stn

prospet-

origincrio e non prirnn,

n~

-.

..

- .

tut-

nel n0n condurre il concepire ori-

gincrip .11(!1 ~opo _se stes~o, perch -se il i)en~ore

.. !"

. .

costretto ~,super<:-

...

re il c9ricepir~ originc;ri\), i~ i)ensnre costrett2 ~~ir stie :l.ntrinsec:;

Mauritius_in_libris

113

;wtenza e necessit r:. continue.re se stesso clop::, il oncel_'.>ire ortgihnri0; cio6 se il :)ensc.re risce n trnnsitore dttrc.vrso il coheei:>ire
rgintrio, fino c. ririk.1.nre pensnre che nnsc 'dcl concepire driginc.riol
il ~)enstre che nr.:sce c1Gl concepire originc.ri-J costretto o. 'essere 1
inqnritu penshre, pensnre l 'essere, cio il penscre, dopo il. conce~Ji
re origine.rio hc lo. sue. qunlit che quelln 1 eone i"Jensnre, di pensn
re 1 9essere, per cui c.1 quo.le del pcnscre snrcbbe,

G.

ne, di essere solo in qucnto pensare l'essere, cio

qUestn condizio-

s.

Tor.lnso ed He-

3el c.vrebbcro rc3ione, e, se e.vcsscro rc.3ione, c.vrebbero tolto la pos


tx~nsere-ln

sibilit i

senso s;>cculctivo, se fosse ?OSsibile dimostrn-

re che il pcnsctre continue se stesso do:?o il concc?ire originario, allora potremmo rtscrivcrc tutte le scienze dclln 103icc nel senso che
.

potrcm:..10 c.gglutigere ci che mcncc

:~

quest'oprn cio6 le stessn fondc-

zione di- ?'r1.hcipio che il continuare se stesso c pnrte del penscre


OIXi

il conepire ori3inc.rio, per cui, dn questo, l'essere il prin-

ci;>io i verit (S.T01.a:.1nso) o l'essere: 1 1 I1~ui1edic.to indetenaincto (


(Hegel), cioc

nvrei~io

nll 1 iniziu l'essere come principio, viceversc

ell 1inizio Libbirn110 il :Jensnre cornc principio del concepire ori,3incri0


e nll'inizio si3nifica in quel posto nel qunle il pensare stcre cl
principio dov~ st.:::re cl principio diventa., ck rmrte del pensnrc' pririCii)io, ma cllorc il concepire o~igincrio che ci cheenasce dclfntfondranentnle

con~ dere~

es-

ser!- cl conce?ire origine.rio, il 0ncepire originnrio n sun vb-ltn


come se fosse un ~)rincip1io .._..,_ttrnverso il qucle il pen:nre riesce 'a.- fci...;.
re di~enbire- lu si:n%'e nl principio l)rinci?io esso stesso, do' concepi-
re origi~6r:t.o il ~enso.re necessnrinmente blocccto e per questo

non -.

trnnsitn, diverse.mente il concepire origine.rio riofi so:i:bbe ' il conce-'


pire ci che nnscc dc.11 'uso che il ;>enscre dell 1estfore, nilora il ..
conce?ire origj.nnrio che in tento in qucnto il pensare prinipiO';
a.nche ci che fc. diveritre principio lo stnre cl principio, il con...
capire originario ci cbe conduce lo stcre ol ?rinCi?iO fino-

el prfn-

ctpio per cui il concepire origine.rio diventa le identificazione :dello. stare. cl pr~nci?:l0 e ci~t pi:iridtpio stesso, _ntt%'avcr,so' ~l coricpi're
origino.rio

ti

penscre cliventn il luogo metafisico nel qUnle 10 stare

Mauritius_in_libris

114

al princ"iio lo stcssu che il principio; in nltri tennini e seconclo


Ci Che 0;1tii

'uJUG

'ncl !noaento nel qucla cser~i.tn


'

, .

! .

.. .

Jl

SUO

essere ente
.

pensnnte questo c~,isc-JT,so corri~ponde p..l fc.tto c~e il ?e~snrc ii princii)i in tc.nto

pu eDsere

pensn.re il princi?io in .<TLUtnto


un sta.re
.

cl "principio, ;Jer" cui_ il princi,9io lo stesso che lo stare nl princi-pio, il

princi~)io

come. identit ell stt.re nl t:irinciio quclcosu.


..

perch: il pensnre, il pensc.re dn atcre -cl prirtcipio diventa _il principio del concepire origina.rio, prch3 c.ttrt.verso il ~oncepire origine.rio, il concef>ire origincrio ritorna. ..S.Y..l:__2~nsorc. e obbliga il pens8-

~:~d ~sserc, 11 ;;_)stv

re

nei'

qu~:Ic

il principio

-~;:-~~esso

che stc.rc nl

principio; in Gltr:i.. terfaini~ non ~ossic..t:io pensnrc un iJrinc_i?io eh~,


ess~ndo pii1'cipi.0~ non stie c;l '?rincipio,
\:

.'

..

i.in

ci che tiene assieme. il

?rincipi.) e;; lv-'starc c..1 ~-~)rincipio il ~)ensn~e.: st~sso, il: i)ens.:~re quando toccc. il

~)rincipi

lo fr-. divcntc.re qur--.lcosc. per cui il princi,pio

il penscrq, cio,51c. storin mctc.fisicc.. storie cU une ientith di


-.
ci eh~ ~ ,Cvhle se stesso e li ci che, essendo core.e se stesso, nces-

'

scrirn.1ente deve essere identico c. ci Ji cui esso. , i,.n qunnto le cosn


Che ocC:upc. i~ SUO

;;X.>St:O t

l>Cr CUi non

iJOSSic.Ill

.conce:JilG il principio

'

'

se non lo conce:_)icJllO ''orne lo stesi;o stc.re ril posto che proprio' del

iJrinci~)io e che. l'ori3inG stessr: come tnle. s.:o.re al princ~pf~

-i..:

orig ine. l~ln. il i,)g~_sc,,rc che 'ic1entificc. il principio D.llo stare l prin1

cipio, n sue volta: il prinCiJ,~O el concei?iX"O ori3inario, il conce


..

pire origine.rio non' s.re'Jbc se il penso.re non fo~se queste. storia' r.ietcfisica ellc identit dcl ?rincipt6~ cio se il penscre rion fosse
.-,. '.

.:

le. identificazione (lel principio e dello stc.re. qJ; princ.ipio, me, , in


questo senso, i_l pensare - boccc.to tre. ci, che E?.sso , :in quanto il
suo essere come clnrc essere _c..l,_conce;_)ire. ori 0 ~innrio non , e~ci che.
.

.,

es so non , , _, in' quento i 1 suo non es sQr0 .. di non riuscire nd es s,ere _


qunie 9ss0 ,' l~Cr~h~

sa

foss.~ qunl~ ~so ~ dovrebb~ riUf)~i~e C~_dtlrc.

limite. 41 termine n:ell'origin~; e G'Ues~o t)u~to la chiusur~. d~; _p<:msai::e


. . .. - . '.
- :
".
une. clnusurc_'rntcfisicc. pelle q~le il p~p.sare- cbsti'ctto,arimc.ne.

'
I":
.

~.

re dentro s steso0, . aioo il penso.re . .s~pza'. ln. s\k'l es,presa.~_one., in qw.nt il penscre: riceve: da~-~oncepir~

mine fonde.mentale pur


' ;.

e~senr1o

ci

.o"ri~i~~rfo.un te~in ph~- -~

eh~ nc.sce

Mauritius_in_libris

dnl

pensi~c.

t;:er-

cpe, in_, <~~to

115. -

stnre pl principio, ere ci che mi fncevn pensare la ste,~~a identit


del tennine; '.il. penscre. in quanto ste.re. al principio, n~ll(). ~tare o~
principio, era il mod a~t~nvrso il quale l'identit d~l termine:

st~r~

pt;incip~o~

91
..

si3Ili~icn
; ' ~

,. ,

in. quanto stnre cl k>r:i.ncip:lo n

..

~_1

che

'

~....

pnrt~
. . !'

'

del ?ensnre,
i.::_ .. J

..

'

pr~~cipio

ten.1ine hl'! la sun identit nell 1essere. n,l

-~

. ,

,;

j I .

'

di qestn s~esso identit che lo rigunrdtr', per quellu st~re al principio .che. ill qu9-n,tiiclentit del temine significavc l'identit scnzc.
.'

I...

"

1 'i?3n~ico e 1 'identico senza .idnti t-; cio 1 1 identit senza i suoi

termini .._l'essere. senza se stesso'.'dl termine, quindi il pensare in .


..

.. - .

.i

'

.. -

quanto stara al prin.ipio anche ci nttravrso

11 ~le ~. ~' identi-

t~ del t~~ine, r!ia attraverso _;questo il ?nscre fc essere il concepi-

re originari0 che diventc .il ,termine f ondcuientcle, perch di l dcl


concepire.ori3innrio iLpcnsnre non ve., cio il pensare non
.

oltre
. . il con.cepire originario,

UU!

~:

ollro tl conceplre originario


rischia
,.
:

cl! . rimnnere il termine. contro il quale e di fronte c1l quale


re

..

riman~

transi~a
\

i~ ?en~c~-

sempre guesto pensc.re che in tanto in quanto non quale .


.

..

se . st:esso; ecco. il rnnssim.) delln ir1ip:.)tenzn del pensnre, il pensare ve:

;}

.:.

rcmente a. questo punto l ~essere qUe'sto &o6va't'O\;: fondnmentale percl~


_ve~', ri~sci,re

n dn;re. ,_essere -C.l concepire '(>riginnrio in renlt riesce_.

r~ dnr~ essere;; p.. ci. che -lo blocca, non' e ci eh~, lo liraitc, r.u:i. o ci
che

i_;J. ~ostrin3e

Jl ripercorrere il c:'.tmdno bhe 'iin fatto fino .a questu.

mor.1en:F?: ii p_en$nre- arriva n1 concepire originrio soltanto per riuscire n pnrt;i~~ lnl. concepire originerio

per! rifnre

tutto ii cruumino eh~

ha f0tto fiJ;lcp t:~d ora, in: qwmto il concepire origirierio, diventando


q~sto_ ~e~ine

originario si preseritn nl pensere come il termine inclu-

sivo di ttti :L tenaini o~i3inari retendendo pe~ questd di diventare


il- ?rii:icipio i tutti i termini s\iccessivi, cio
.

rio si_presento come ci nel

qunl~

:1..1 concep~r~
-~r(~inn.
.

finiscono tutti i termini

oz:~gina-

ri.. e come ci~. dnl qunle i termini originnri 'ncquisiscono l 'originc di


.

se stessi, inm9d_o che1 ncquisita l'origine, il concepire origine.rio


sia ln . ~-_let.epn~n.nzi;;ine fondmnentnle. da cui pnt-tono tutte le eltre de~er
mins,zioni ~ nvrari.ll'O 1 1 origine. del prirtcip:L.)

e se

f?sSe cos dovrE?,mrao,

riscriyqre le. parte mnncnntc l!lld Suu11nn 'Iheolol1ine e allo Scienza delle. Logico.

Mauritius_in_libris

- -11s -

- -Dnl punto cli vista di questo discorso, questo discorso ci ch


mortcn cl :_:)rincipiq di queste opere, mn - anche ci che la giustif icn
non mediante se stesse, 'mn -medicnte ci che mencn, mediante il lro ,essere un;necesscrio mnnccre o qucstn fondazione delle 16rd . origin,
ed un necessnrio maricd.r<ir, (ecco lo speculativo di que'ste posizioni),
-in qunnto il loro nmncarc a.lln loro ori8ine, il loro essere quello che
sono

pcrch~

ori3incricraente

~mancano

nlln loro origine, per i l fatto

d.i essere nec~ssr:.rirunente questo mnnccre nlln loro origine, per ci

sono seculctive, mentre .ci che: rion -speculntivo: consist-e 'in .tutte'- - :.
le filosofie che non hnnno il problema di rntmcnre clln lorv origine, ::
cio6 in tutte le filosofie che sono state le 3iravol te nttorno -a que-
sto discorso,, cio son0 stctc le filosofie che non possno -avere -il
problemn di corlllJrendersi: c::.;mc questo unncnrc o.lln loro origine, --il :che

come dire che in ree.lt riuscire cd essere questo ;>u crtche essere
che sia l 'unicn cose. che pu essere cornc filosofie., pu essere che in
radice l'unico speculativo che riesco a. pensare solo questo, per
alriJeno devo riuscire a. pensarlo, rcr cui si potrebbe dire che questo
discorso pu anche nrs:t- che. riratmgn un discorso morto in se stesso,
perch co1ne se dovesse; rimnnendo filosofin in questi tennini, necessa.rira"i.tente rirncnere morto in questi termini dentro se .stesso, perch
snrebbe il sopersi in qUesti termini e se une filosofia. il sapersi
i.n;.:questL termini;- per cui il sepersi

co:~le

necessario 1,10ncare alla

propria origine, certc,mente 1 unicn filosofin --che rimane rimc:nere


dentro questo sapers-1, come filosofin, dentro il ranncnre alla proprio
Drigine,, dopo di. che ci rimnrreiJe dc riser-ivere la SUlil11a o la Scien-

ze delle Logicc,- :non riscriverle nei dettcgli, mn - riscriverle nella.


fundnzione*i cioa. cc.pire de che cosa l 1cssere sia nel senso trascendente.le he3cliano, sin nel senso toH111nsinno; questo necesscrio mnncnre c.ll'origine, dunque, riguarda il pensare in quanto il pensnrc rimone necessa.rirannte nQlln clausura di s, perch6 ci a cui il pensare

d essere divento. questo termine che ?rctende di essere ?er un verso


ci nel quale finiscono tutti i termini originnri'

e ci

dnl quale co-.

laincin. tutto ci. che farebbe di questo concepire ori31nario il ?rincij,_)io.

Mauritius_in_libris

- .. 117

Il concepire
3inario il
tinunre, ruc.

_o~i!Zincrio

term~ne.

_t;ermiD:e, e

fon<1rur.entnle oltre

_il terrlliTI:e

ques~o

punto, il.concepire ori-

i~ qunl~

fo1\9mL~t;itnle c~

non

?OS~ibile

con-

11on pu cliventnrc principio,

e, non pu . d_iventere principio. in qu.cnto il suo essere termine fondament.nle. '.:


sere

ient~cnmente

~.

pri~cipiq.,

cipio.

..di. dover_e .essere principi!?


e;
qi non
. P.C?t:~re es..
.
..
. ... . ;
in. qunnt-0 i~, termine_,~ondnrnentale
pot:~epbe -~-~ser~ prin.
. ..
.
,,
.

sol~.cnto,

~i.uscisse

se

ad essere

.vei:::c.ment~

1ninare dei -termini . .significc


la detenninnzione
.
- .

,.

termin,i,.. fosse e_ssa

s~essn_

come tale le

.nezione de.i.tennini snrebbe_il


in

qu~'Jl);to

finire, ln

so corae t:cle,. non il


terminare potesse
nnre

d~i

trover.~

te~inazione
te~inc.re

css~re

dei

ci .
s~

ne~. qun~e

il ter-

ln ;_,terminazione
dei
.
-.
.

,.

d~terminnziune nllor~

ln termi-

ci nel qurtle .essa pu essere


tena~ni

sarebbe

i~

tenqincre stes-

dei termini, mn il tenaine.re e se il


~erminnrc

possibile, .se il

fosse come terrni-

tennini, il tenninnre dei termini come terminare sarebbe le

determinazione come tele e se fosse ln .determinazione c.ome tale_, il


termine fondrunentnle snrebbe il

pri~cipio,

te~ine

cio cvrerm?o, ne!

~nrebbe,

fondementole, l'origine del terminnre dei termini e questo

c. stt volte, . l'origine del principio,


. in
quante l 'origin,~
.. del ?rinci.
,.
. .,. '
~

-~?io,

n qucs.to punto,

.termini

sign~fica i~

determinm~1.one,;

fare diventnre la terr!linnzione dei

snrebbe. il dnre origine nlln

tenni~ozi9ne,

,do so.ppimno _,he il ?ensare che riesce __ ~d essere l 1&!56va't'ov


t.le9 .non

,J:'~e-sce.

qunn-

fondomen-

e essere il dare. limite al tennine. nell'origine: il


. - .;. .

~l ~TUnl~

pensnre . ident.icl'.Inente ci

i-1

"!'"

'

te+rn:Ln.~-,,~ondrune~tnle,
-

:concepire. _grigin.c,rio, mo

'

~.

il

nnche ci_ cttl'.nverso il quale non , _il dc.-

re limite nl: termine nell 1,origine ..quindi come se. il pensnre fosse
costretto ad_ oniraiettere che _c' une fondamentelit

.de~

rigunrda ln or:iginoriet del termine 1 come se. il


?rovc che lo fon.dnine.n.tolit.

~l

so che la

fondnzione-de~

~i.le

fosse ln

p~nsare,

~n

quanto lo fondlIIlen-

.il pe,sore ., co.stre_tto . si30.ifico lo stes-

pensnre, non penso . perch


sono ente
pensante,
..
'
. _-,.

, nemraeno penso p.e~cQf~ le cose.re che .c' .qunlcosc. d!

pen_~nre

.tennine non corrispon!ie nlla sue. ori-

3innriet, per cui, Rer questo, posso


tnlit del termine r,lln

_termine che non

~ossono

~!ve,rso

essere. pensa.te.

-~

Riusci~o

.......

n CC.?i-

dn una mano che. prende la. mele e dnllc.

meln che si fkr ?render~ 1 (lq 100:10 .biqlicn), c'. qunlco~~ di diverso tre

Mauritius_in_libris

118

tutte le cose che voglio mc nnche tt:dlte le.cose c'h~ sono 11 loie;; essere volute dnll 1altro, riuscicmo c. cnpirc che in realt n.J vogii.6z;.~ n6
sentinrao come nostre tutte le cOse'che voglinmo e ?ensainIlo come.nostre
solo perch. c.bbicxao moddl di prriderle e solo perch. questo modo proporzioncto nlle cose che posso prendere, non . solo per 1 temore che
bisogna essere in

due, ma

nriche p.er'~tutte le cose che vogllo, dobbia-

mo essere in due si31lifia non solo 11 mio volere quclcosc.


re di quel cfu.clcosc in modo 't~i da potere es'sere voluta

IlUl

da

l 'sse-

me; infc.t-

ti nessuno di noi vuole un~ cn;~elo; cio il gioco dell 'e.spettenzn molto ?i cornpliccto; per 1 1esper:.enzc, d~l gioco del pensiero,

in quan-

to il 3ioco dell 1esr)erienzt:. tento co1npl:l.cl\t per

se. che non ho biso-

gno di pensarlo COli:iplicnto, e lo dico COiilplicnto perch6. i i gioco dell 1sperienzn il consur.iodellc: stesse esperienza: quando noi prendiam le. mele iri quel i.Iod.o per cui ln mcln

esse. stssn il mio volerle..,

qucndo fncciciao questo, tutto ci che possi<'.mo chianare n questo livello mondo: senti1!1entole il consumo delle complicazioni e delle coimplicczioni del rapp,.Jrto, -per cui il rnporto pu essere sempre il rapp0rto dell'uno, olle fine, perch: le. verit. che nl principio l 1uno
gi il ~)l:'inci~io cl. rnpporto, per cui non
sono unti sola

sono

unn sole coso quindo

t!lla fine di tutti i miei desideri che"s:. stamo


compiendo, mn~ tS"dno a1 principio, e la ve"rit~ di ql.ie11 1es.sere uno
COSll

alln ffnc "qello che solo se cl prfncip'io' la. stsso.!'Vri.t, nltrime.nti; neanche alln ...fine siruJo uno n cdii la donne. o c.Jn l 'uofr10 che
amicmo e nc.nche con le cose che desideri.'.:$10 e che seritinmo nostre,
n:5 con Dio n6 con il di~volo: siCino sempre de3li adulteri infelici senza senso storico di noi stessi; ma qest~o tipo di. esperienzn pi filosoficc. delle filosofie, perch:: in' qunnto esperienza - il consumo delle sue stesse complicazioni e col1;:licnzioni, tnlmente viviraao n questn moniern: ln seriet delln nostrn esperinzci. che' per questo non abbiruno bisogno c11 ?ensnrci, perch(~ ln stcssn cspettenzn il suo stesso consUiilo e le. preziosit dcll 1 espericnzn stn nel fntto che il suo
consumo tento pi) quello che qunnto pi-t:L nlirientn se stesso; per
cui nel senso dcl sentimento ,ell 1Uit'U.lno, in. tutti i s'ensi, la. forzo
di questo sentimento stn' nell 1essere 1:1alimento. delln SU<."l morte, Civ

Mauritius_in_libris

119

nel SUO COnSUlllO continuo, ?erch~ il penscre COfe se fosse reso santo, intntto, dal suo essere 1 1 nnir.n di tutto questo senza mn.i potersi.
..

'

potess~mo_

nstrnrre, guei se noi

..sospendere l 1esperienzn e pensarla in


_,

'

quello che esse , noi finiremn10 di c.vere quelle esperienze, l'esperienzn dell'uomo in questo senso, corae esperienza proprie di ogni uomo,
l 'esperienzo pi filosofica della filos.ofin perch non be pi: il ?roblerac di snpere
che trn
il sentire di volere un queilcosa . e ..il qunlco;
..:.

sn che un voiere che io lo voglie c t iJroporzione di rapii> orto, per


cui io posso viere ci h~ voglio. e' ci che voglio il suo es.s~11e

...

_.

': V

n~l volere

C!l.Jeste vitn, questa 1 1esperienzn pi autenticc

~m

il mio volerlo,

:"

det sentimento consiste

voluto e il suo essere sui pieno

continuare~

che l'uopo ?U vivere fncendola

qu~sto

In filqsofio

non

pu accadere: il pe~scre non he ln grazie del sentire e le grazia.consiste nel fctto che il volere qunlcosa consiste, dn ?erte della coso
'
e volere il raio volerla, il penso.re non ha queste gr.J.zia nel senso che
il pensnrc deve fnre nascere questa
mo

?roporzio~e,

d'accordo nel ccpire che le cose che

derc

perch:~

pos~o

perch~

ecco

tutti siapre~

prende.re ln posso

ho le r1mni, per il problema di. penscre che pensqndo qunl-

cosn il problemn s.tn nel cc.;>i_re se il pen~nre


.1
. .

~9 rq3:lqxi:l. tntrinse-

pn

'

.J_

'

,.

che per cui pu essere il ~?nsar~; qunlcosn, qe~~o .~orna p_r9b~~~a me


I

:"

'

'

~ ~

mani.non l-~,Vedo,
lo . .dev pon::;';;.~~rc?:e, np~~nto, ~f~~-p~nsn~e io: ' le .!----~------:.!_.-- .
CiQ~ 81i "S'trumertti:~;
eff fcocia del perisnre iC?... non. la v~lo, ..~ le pos. . ----- -
--- - so pensnre perch6 l 1effi_cacia del pensare il. su9 ste!;SO e.sse~e l 'e-

:rt

, ~

s~rdtzio
di
l
. -,.
... i

s6,.

_:~ .r .

.:

;_ .. -

.j

-~

..

..

il suo stesso pensare, e l'essere pensare non. mci ,,


. .

..

'

essere pensare e basta, mo sempre pensnrc quclc~sa; e. -~~ il pensnre .


.,

.. ;'.

'

in questi termini c;:hiaro che il primo problema


o

'

.. ."

~<?n.~iste

nel fatto

che il,pe~sare .come


se . dovesse
costruirsi
,.,. -':.
:
le mani che esso
:.1 ..!! .. : stesso
hn Ji, non costruirsi e moni che non hn 1 perch6 questo _piq ~acile,
j.

~- '

... .:

:-

.. ~

'

.-

;.

. - :.

m~ costruirsi le m<:!ni che hn, in qucnto il penscre, pensnnc:lo, :. p~r

sernpre''i 1 esercizio di

s~ s~esso.

Il discorso
I ,

.d!_scq~so
i.

'

secol)do il
;

..- .

qul'.~

le il pensare sta "iicl: unto _rnedio tre ln fo~dnme~tclit del .tennine,


i l

...-,

".) : .,...

.'

- ... ----- ---

e ln ori[;innriet del terniine che_ ~on coincidon~ in quanto se ln foni.

d~ntnlit

~ ~

. '

.;

..

.;

del .termine coincidesse con le sue.

originnrie~,

il termi-

ne fondamentale in qu<lnto origincrio sarebbe fondare il pensare, lDll

Mauritius_in_libris

120

n queste condizioni fondere il pensr..re snrebbe fnr3li grnzin di s(.!,


dc.re fonclnnento cl

1x~nsare

sarebbe f.:.rc al panse.re ln grazie" di

s~,

mo se il pensnre ci che perch qunlcuno o quBlcosn 3li fn la grnzin di se stesso, il


in reclt

~ensare

non pensare, il pensare pensare ma

sentit'"~t' '"M~-sentire,

diventa sentire iJerch il prin-

cipio dcl sentire consiste nel non cvere ;robl'3Ian del principio di se
stesso, cio ci che in ori8ine il sentire , il vivere ndegicto al
fatto orieinnrio che il vivere in ori3ine il suo ricevere ln grazia
di s5, me l'esistenzc

~u

essere tele come esistenze perch non hn il

?robleme ellQ sue origine, in quanto l'esistenza le stesse soluzione del problemv. che

~u

rigucrdnre l'esistenza stessa e l 1esistenza

sempre 111etafisicmJ:ente importante in qunnto un fa.re essere nel mon-

do dcll'esistenzn l'orieine che ln ri3Unrdn, noi sirano resp0nsnbili


in qunnto simJo un ortare in 3iro
le non

cbbi~mo

~ttrcverso

noi, l'origine della qua

rcsponsnbilit e qui le responsabilit religiose che

mi legc. e questo tipo cli 0rigine; ne. l'esistenzn e non il k)ensnre, oltre tutto perch6 tutto questo lo stesso contenuto del pensare e il
pensare ce lo portimno dentro e non riuscicmo n dividerlo dc s, perch6 dovremmo riuscire n dividerlo da

s~

mc lasciandolo se stesso.

Il pensare rimane bloccato trn il tenaine fondnraentnle e, da parte del tennine fondamentale, il nun diventare tenaine originario, quindi il penso.re trn ln originariet di un termine che non coincide con
ln fonda.mentalit del termine; il pensare rimane di fronte a ci che
lo fc. tornare verso l'ori3ine, il pensare si trovn di fronte al termine fondrunentale che ci che d modo nl pensare di tornare verso l'origine, in qunnto tornare verso l'origine da porte del pensare un
nun essere il tern1ine, in qunnto f0ndcmentale, alln stessa maniera. originnric; dunque, il n8n essere dc pnrte del tennine, in quanto fondamentale, originnrLJ il ne1are lo stesso pensare, per cui la. ne.3azione del
to

~ensnre

corrisponde allo stessv non essere del termine, in quan-

fondnn~ntale,

0riginnrio; in qunnto il termine essendo fondlllllenta-

le per wsto non ori:"tinorio, questo corrispJnde ella negazione del


;_:>epsnre, rnn ad une ne.snzt.one del pensnrc che trovn il pensare identicamente nel fatto di essere so5gctt:> e tcrraine di queste stessn negnzioMauritius_in_libris

- 121 - ..

ne; .. il penscre 6 .ci che -...identic~i!~_n_~.i,J.. $\.JMtt.::di. un..'l ...lf.ie"3n~i-Jrte~':~:


... .
~

che +..igucrdc se stesso, .:ci06 ch riJUd.rdn lo cstesS'o pensare; i,-er cui


il nun e,ssere,dc parte del ter.rnine fondamentale;! ori~incrio sigriiftcd' '
la fuoriuscita

Q.~l

come unic0 .termine

terrine :fondomentale: di' tutti :i terinird p6ssibili


neo~sscri0

del :pensa..rE:rcome 'n.~a2iona'del 1)ensare

stesso; l '.e:ssere da pnrte del tennirie fondruaen~'tile


mentnl~

per questo non originario significo

in quant'O tondn-

u-i~htare;-do

parte del

tenni ne fondrunen.tnle, l'inizio .di tutt:i i terraini thb. continuano non


andnndo innanzi, ma retrocedendo e cio imnenendo!--hel pen'sare,
.

per cui
.. 1

dnlln fondnrnentnlit del t;ermine' .si, .ricava lalnizialit- di tutti 1


tenni_pi C~(, sono.- i tX"tnini inclusi dol. ?ensnre in se -stcss0. L'inblu-sione d~J t~p-.1ini, dtt parte del pensare, nel piisor' l:o stesso che
la.

ne,3a~-i'-?~

del pensare, e, ln negazione del pensnre' lo stesso che

l'esserE;idn_port~ del ?ensnre identicr..mente sog.5et-to e termine/ o prin-

cipi0 e.

fin~,

fondranentnle~

.ir,iiziu .e termine, perch, nppunto1 da parte del tennine


i,l .non essere uri3inarL.J c0r.1e se finisse f>r costitui;..

re il i)CT,lE;nre t.:i.lrnente.in se stesso, tti.lrnente nel pensare cfie il pen-

i.

sare tinisco- per essere la -stessa. ne;}::lzione del ensnrc, non :i.n qunnto il pen$:i.::ro non pensn,

.t<Ul

in.quanto il pens.nre,. in -questi tennini,

include tut;t\ i. _,tennini come termini p0ssibili, ma pdssibil:i nel ~en~


snre; dunque,.

1~

ne7,nzione del pensare, dn questo punt0 di 'vista,- ...

il pensa~e inrte;~nbile, la ne3azione del ?ensare la stessa ':innei~abi


lit. -d~l jpensal"e_,, ln negazione' del pensa.re lo stesso del non potere
negare -il pensnre, in quanto le ne:}nziorte del pensnre per lo- stesso
pensare per

lJuso doppio del medio che il penso.re sta diventando: la

ne~azione del~

-pensare per 'lo stesso pensare si,17,rii'ffc'a che lo negazio

ne del pensare. . identicornent'e per mezzo e ai fini del pensare; in questo senso si -pu capire perch soltanto in quanto pensa.re la ne3"azione lo stesso che lo innegabilit, cio il negare in etto
so che le possi-bil-it.del non

ne~nre,

lo

stes..;

il non tere nega:re, anche qui

nel senso secondo il.. quale la negazi0ne in otto include tuttn la negc,zione,: e non pJssipile oltrn negazione che non sic questa e, nunssendo possibile altrn neg.czione che quest'<".lt l'essere questo da parte
.. del pensaret. . :~~06 .. ~~~;.@,. ...la ne&azj.one--posiibile.,... corrisponde

Mauritius_in_libris

a .tutte la inne5nbilit che

:~c.ziune

122

i'c ncviz"i.one cosf

st. c0stituisce come h totc.lit di

. Le'! totclit della n-

tutt~:.la

sua
,

stess;~oss.i-

- .

,.

bilit, mn questo solo perch ~uest0 , proprio del pe1:;o~e;; roon~~e e.li
-

: ..

..

.-: .

.-.

.; ..r . I;~. _> :;

;. .

..

' ;

l ctal penslre.tutte le negczioni son0 contrO" il pensare, perch di


' -.

' : .... ,.

" .. l.

l dl:l.l pensnre tutte le negazioni.sono contro ln inne3::ibilit, di l


.

,.

. !

-dal pens.nre tutte le negnzioni sono ci' che 'negcno la i~e3nbilit,


.

..

perchc;sono tutte le ne3ezibrii che non pbssono mni esser~ la to~elit


:

'

'

'd.

di se. stesso e non essendo lc'totnlit di. se stsso sono ln frammentn

i.

. .-- ~

innegabilit

' ~

. ;' .

,zione Q.ellactotnlit rJella ne3nzione, per cui 0gni negazione

ne~q

,ogni

come ':tnle: il franturi.crsi'ctri11c/ne3azione divide le ne3a-

. ziune '.nelln sun: toti"it mc" lascia int.ittc. l ~~tnlit dello innegD-bi.,

lit; .do questo ptmt0 <li vistn, il pensa.re.rimorte bloccato, cio riesce e non nndnre oltre il concepire originario, concepire.'originari.0
l

. .che diventato il tennine fondarnentule e iltennine fondnmentnle


in qunnto il concepire crfgincri0; l'essere, dn ?arte del concepire
8riginnrio, termine fondCI41enttlle diventa il rinci?io per niezzo ?el
quale il pensare non v:.: oltre il cJncepire originario, o il principio
per mezzo el . quD.lc il pensnre rime.ne prigion~ero del suo .essere principi0, n su.:'1 voltQ, f)erch il i?ensc.re ero il ?rincipio del c0ncepire
originario; dnl pensare che d inizio-nl concepire originnri0, il concepire originariViventn principio di questo tenere fermo, dentro il
pensnrc, il pensnr stesso, per cuii?ensar penso, cio il pensare
capace del concepire ori3innrib, inn itripennrEi c~me co.pncit del con-

~~~?.~ .Q!".;t.8:~l'Ul~io . anchc .j.~.p~msore come dcipli.ci t di rimonere dentro


se_ ste_~~QL._~i-ndi .::il . .pensare-~d-n :per.te del pnscire-non ~ -n~Nto 1 1 nve-

-~=-~~J.~_. ~O.~~p-j_~~-J:>.~;f..:ginnrio~-crne cuntenuto, me---il- -~epir~ originario


il ten~~e ~gndomentale.del pensare, il-cv~ep-1.:re-~i.:gfn~rio .ci

nel quale il pensare tenninn tA.1mente dn ricomincinre a

partir~'
dc q\je..
,..

sto suo terminare, il concepire ori3incrio rl' termine fondruaentnle


dello stesso pensare n partire1 dal -quale

'io

stesso pensare ricomincio

perch il suo ricomincinre un torne.re vers6'


ricominciare- un volere u un dovere pensnre

i:' origine,

cio il suo

l'~fiLne, dnto che il

pensa~~ . n~riy_.,__ p,l c.oncepire origina.rio senza l'origine, e dnto che,

per quest9,. . tl ~concepire originl:!rto

pu ssere il termine fondrunentc.cL-

Mauritius_in_libris

123

le, rna 2 per

gues~to

stesso, non . ~ in .Qunnto orLp;i:q.rio, e quindi,

t~r-.;:

ques~o

rnine fondCTnentllle, mc. in quanto ,fond.::gnentc.le ,I\on origincrio. In

senso :f;l pen_sa.re si trovn f :mdntu, il Jensare trc;v.p. il su.1 e.ssere co.

..

, .

.'.

me un essere fa. mdc.tc, ma, il ?ensare ..lJ:n .es.sere fonato ?erch f:l suo
tenti~

fun_dra.1~ntnle

e,. ci che fondn.mentnle cume termine. del penqunlunqq~

sc.re. ,il conepire oriSinnriu,.


sar.~,

pire

quqntu:,~ondrun~ntcle

in qunnt0 ,fondnmentnle, mc in
Qri~innriv,

esso., sia, iL tennine del pen-

per. ci f unqo il pensare, . ,~ per.


-

..

~i
. .

c~nce.""".

perch

fonda il
pensare
.
.

- ;,.

significq. :tutto ci-_,che il pensqre c..liventc. second0. le filos.ofie


.

.. ,

determinnt~, Jer

camente

le

-<N:0~i.

'

...

il penscre .. n~~la sun

-'

s_tori,~
J.

....

.:.

fundll~i0ne n~I'l :~

problemc,. mQ,- il 1pensc.re tanto .. _;:do corrispvnder~ ~~nl ~u0 llt:.t~~ l 'eserci0io del pensnre,-,corrisp0nde nl

?r:i~cipio

pens~re,

del

il Bensa.re

, .

perch , cioG: . pe~ una. rngiune


. estrinseco.;
a.L._pel}ser~ e l 'estrinsecit .
.
..
'
.

delle

rn.~ione

'

del pensa.re consiste nel fatto che


il . pensnre ...si trovn
f ..Jnda.t2. dp.l
temine f ondllillentale
. in guanto concepire
origiruirio:
. la
.
.
.
.
. ...
- I
-

-~

i<lentificnziune . tro .. termine f ..)ndnr1ientale. er concepire :ori~innrio si


ro.~i0ne

trebbe dire. che il sistema della estrinsecit delle


del . -penscre, lc. .r0JEione

c~cl

:P(;ms?re .

ne fondnnl(;ntt:lEF e. on_epirE? origitl<..'1.r_L.J


cl0ss.?.mente 9 l .origine s9za

so

~stri~secn ,.a~
co~ncido110,

-;;o~

propria.
te~

pensare, se

eio6. quando, pnra-

stesse. pu ess,ere; ~nlmente ~D fora di-

ventcre ii conepi:re originariu per._. cui: nll. i inizio,


do1
punt9
di vi._
..
.
....
.

sto-del pensc..r-~:,. l.~origi~e 1 .: es$~pdo


sertzn. se. stessa., .:. prop~Jo. doi1. ..
.
,

'

essere.'. senzn se stess:i .che ripe~_ 1.~ cc.paeit. di . fn.re. diverttare un con
cepire originnrio, ev~defitementa un-, concepire . diventato originor!.o
dnl~
.
.

div~ntn

l 1origine senza se stessa,, per ci, neessnrinrnente 1

termine

fondamentle; .da,parte del concepire.priginario iessere te:r,mine fon


'

.i

dr.mtentele necessit cssoluta; mn lesserc necessit osso~ut;a dn. par

: . .J

te del concepit'e .orig-innrio f.ino n,questo punto per cui

conce~:>ire

originario di essere termine

ro, per que. sto,, _libero, libero dallo.

... ,

...

'

nec~~sit
'

fondmnen~le signif_~ca
..''

l ~ ...~

' .

.libert~ origint.J,~in, .d,ov~


-

'

.. ..

'~

del

_!_

pe!lsie_1_

'

in. ..rndi-_
.
.
:

ce il coincidere, di libert ,e nec~ssit; ,~~~~fica. ln libert?i dall '01::1,gi~,

mn .una

libe~t_,~

dc.l_l 1or1gine~.,divistl _dc.11.n necessit, che. ripe-

te ln nccessit\, in q;u,_1.nto . . quella


?rinmente libert

dnl~?- ...liberf~~.

l.~~ertA

clnll 1origine che pi pro-

ci9 .. ~.. il !rinvio continuo delln li-

Mauritius_in_libris

124 ~ -

bert; Il moti~o per cui in filosofie. il probleum dall-n li-b~r:.. ~~ .un.__::_-~---


f)roblemn dr01IUnntico, il m0tivo" non stc nelle situazioni nelle q\mli
1 'es sere litkro .signif icn snper Vivere in Un certo modfr che pare. dif~f icile, 11 ~:r:;blemn delle libert riesce rr diventhre problema fiibso
fico prch in origine quest0 -{j't-obler.1~:

difficile riuscire n pen-

scre in libert~ ctfstintnrnente dclln.:riece'ssit~,

t)erch:J

'penstire -in liber-

t distintcmentc? dal.lr~ necessit significa lc.. libertA divisa dalla ne._


cessit in'quel modo i,:>er cui questo essere divisn dalla necessit

si~

;311ificli ripetere le~ necessit contihuDl'llentc, o, in nltri termini~: signifiC.. il ri'nvio dell 'ori3ine, cio significo. il vdere !''origine sempre i L.:mt<in:-_ nei confronti di ci nei cui confronti 1 1 origine origine, signif icn il tenere 1 1 origine sempre

~H1

lonteno nei confronti

<li ci nei:cui confronti l'origine 0rigine; ra, questo rinvio del1' origine ; :necessit, ma qusto rinvio dell.'origine come necessit ,
'

e sua volto,.diviso dalle libert dalln libert,

ciu, come neces-

sit3., diviso dc. ci che lo libert come libert dn se stesse., e, quinc1i, come libert?i tclmente libern <ln non potere essere fil0soficemente

pensot~~:: perch pe'r ;:potere fil0soficc1ient" 'penscre ln libert 'de.v riecessitnrln al c0h!''tto ' ln .tiic'1riierc mip,liore :di necessttdre ld libert

eh

nedessitc.rif ntln necessit, per cui -~rlecssitnre . ra libert


1

elle. necessig ~1gnifichereb't): :11 concetto deln 11titiTt: la libet:t


hn tclmente nece.ssit in se stesse che neces~i'tnre'"f <111krt "all;a necessi't sf~i':iicib i. corlc~tto
un -~l~ro;~ -:-:P~'.rc.~

delfc libeft~;

llll1.

in rad:l:ce il disorso '

ir{~radl~ it1 discorso " il d.iscdrso del pensiero

libero, ed"~ discr~ dl pnsi~ro::tfbero in qunnto pensiero libero


vuol dire .pe~sidro lihto 'dn1i"o~:tgine, 2io" pensiero che non riesce
-

n pcnsnre l 'orieine;- e

dunque, ~:?er tjUes.to, talrilente libero da: 'sser

libero" dell 1Unica cosn nei cui c:.mfronti vnle le pnn di' essere libero' non. li ber~:

dn

c:.

che -'mi 'limite - b di ci che. mi opprine ~

Ii1ll

vera-

mente~ in nssoluto, libcr6;-'611orA ln. lib~rt~ cast~ talmente che tut-

c~s~~ delle,: libert 'l:i.' IDio vivere second~ 'une. necessit nrtcorn
pE1 assolute di questo dssoluto ah" cui devo ess~re libero nlle spalle,:
to il

cio6 1 ori3ine;

'mn

~sto ~' i)ens~bile solo; ih tennini~ rnet.!lfisici, in

tennini non nece's'sit:cti nit~'sercizio del'.ln 'vita, perch vivere cane


1

Mauritius_in_libris

125

se s_ignificnsse non delln ori3ine, mc n~lla origi_ne -~ssere obbligati,


dove. essere obbligcti

~i311ificc,

pon

po~~re distinguere~

,me dalla mia

stesse. origine, in quanto le min origine tnle in ci che _il mio

vivere, queste necessit

c~e

il mio vi:yere

COl}le

l'essere chiso den-

tro l 'o.rigine che p0rto sempre co~, m~:' ..~1.1:10n, pot~nui d.ist.accare dall 'origin~.
......

i" l

Iini

i. s ti camen t e .....
o essere nnccr0n
ancoro., t rcg i co,. il mi
.

sere senzc ironia, il mio e.ssere senza distacco


rebbe in qunlche maniera ilproblemc
liber~,

senso, non E;icrr10 mci

dn~l 'ori3ine,

~ello.origine;

.es-

che .so-

nllorn, in qoosto

nemmeno se credinmo li.. esaerlo, .qwinclo

crediamo di assere liberi solo ?erch6 supericm0, in -qualche modo, i


limiti che
ci .Jpprimono: la renlt .del r:1ppJrto. tre. libert;:.\ e uomo li. . :; : ..
.

'

neltn' -p~opqrzione

bero stc

c:u~

in quel modo, per

ln

che

~, p,os_sibile far~ n,as~re, non .:vivere,. __ _

libert~

prppprzionnt(l. nl mip. e .sser,e, :libero,

non vieeversa, perch::) se il mio essere lib,ero n doversi w:'.OPO'X'Zivnc..


libert.~

re nllc

neces.si~

significn identificczione di

e libert,>t, e faccio prest_p n

scoprire .che, dunque,,


in renlt-?t io sono lil'itnto. e che
. .
.

fi~o

:. _:....

l~

mie libert .

..

consiste.n~lln lib_ei:nz~one
.

nec~s. si.t

chinro che l,iberF .signif;Lca necessit,

dei limiti, poi 3ioco


<;ii.metcfora, idepti.
.

il liruite ."?. identificnnd'?.. il limite er questo. continuo il gioco

troducendo ln libert. in liberozione, mc. ques:to $ignifica che, io sono


pH1 schiavo di prime perch'. il ;mio essere schiavo, o questo punto,
semplicemente
il mio
-.
.!
.

ri~ne.re
'
.

~imi te.,
.

proporz,i,.onnto
n. i.. che .mi
.
,_
.

e che.'

sia Dio o limitarmi j,n .vece dellp. societ lo- ste$$O, che sin,_\\' al

tro n

_,

(~ .

'

l~mitnnni .~l

,'

~0presto

_ posto mio : lo stesso, .le. verit che

me stesso n tutti gli nltri. eh~ m:l. fa comodo ave.re


no e m.c, e, Cjl?.nnto
pi ingrandisco,l'nltro
.
.
questq gioco sottilissimo di
in veri_t, qunnto

pi~

co~.

..

liber~h-necessit,

,.3rnnde il

,,lil~dte

co~ie

limite intor-

limite,
tanto
nttrnverso

tnnto pi io lirl.

~l

~en,~q

to, rnn quento ;>ifl mi libero tanto pi mi ren,do. _3rnn.Q.e c.nch'io,


queste man:l.ern ,si

ottien~,

il

.gi.~co

p~

c'

quc.le,.
lirqitn~ ..in

rnetnfisico delle grnndezze sempre

misurabili e. .sempre corm1isurnbili


frn loro ... .'!tto
questo
nnsce. dal ft:t'""!
..
..
.
,_.

..

to che il, pensa.re, i..n; origine, riei;;ce nd essere i)ensi.ero libero, rnn
in quc.nta pensiero .lib~ro dol~ '.01;Jg~pe, e .. dq~e pen$iero ~ibero ynll 'ori3ine significa. .il dove.re acquisjir~, da iJ~rte de~ pens:f:iero, ln :liber-

Mauritius_in_libris

126

. .!.. :

t dall'origine:, ncquiii:zL1ne' necessC.ric. qa: parte. del ensiet:o. del principio nell'ori3ine, in uncsituc.zione nelle qucle il pen~~Fe-~ in,ve. ..

cd

ce quello che in q\lc.nto. si . .'trov~

..

~ssere tele risp~tt_o; gl concepi~

re 0riginnri0 che Jivehtnto . te~ine f:.Jndomentcl9: il discorso


: un-:..
.
'..

'

~-

"I'

..

discorso secondo il q\lale il pensfero no? p~ cyere pi~ c~rae pi::qblem.


il LJrblaran :de11n librt dell '.origtne, cio6' del ;>rinci:-pio' dell.' ori3i..

..'.-

,. !

., ...

!.'

...

ne-, perch6..J"!i][ pe'riscrc hn c1il - ~roblemn


addirittura
se
.
.. .

ste~o;

q4ello

che :.St:l rischfcrldo di" rinufrn3crc nel raet'-a.fis.ico assoluto,. ,tutto. cinel

qur~1e

bitti. i' tennini ;si

-:~'1ulvnlg'on~ tni~~nte
,

no~

da

essere.

pi~)

nessuno dei termini che sortb: cll'ird.zio ?r~i-;.irio il_ ?ensnre, p~rch:.~
.

. . ..

.~

.'

'

~.

..

il ;>ensnre si trovn n.d essere trn lo sto.re .'.11 principio (identit .del
termine) e il ftJ.tto' ch

r 1 ':i.derit:L.tf\!e1 tern~n~ diven~c.to il ten:n~nc

fondonicntnle, per cui il. ;>nsc.re stesso divcntn il pr~_ncil?iq.:d:f. ~d~-n.,.,


'

..

tificnzL:me deilo stnre v..1 ?rincipio e del principio ed ~~l pensar;e


stesso che, -identfficnndo (; stc.r al pr_in.cipio con il princ1:pio,. conduce se -stesso

ll

quello nel qu~le esso st~s~~


fin~sce
per tenninare:
. '
: .
..
'
.
.

il concepire originario, in questn mnniern per cui il ;_)ensn.re . neces...,

'...

sit~to nl conecpir originnriu, perch senza il concepire Ol":lgino:r~o


.

'

. ,

' ..

il pensare non scrcbbe. Inf~tti senzn il c~~c~pire or.~ginnr:l.9 no;q. _qyrcm..

.:

.:

. : ,;

.,.

.. .

..

mo nvuto tutte le' filosofie che nbinmo :::vuto, f'.')


run.. ,. tutte _le.. filo.sofie
.
.
che nbbirano cvutd sono quello ch s~no perch.S nello loro.re.dice sp~c~lotivo sono; ,ci.sse
.

stess~;!

il
:

lor~ inancar~ nll1;~i~in~,


~u~to
...
'.
.

. :.

: ~

'

l<i rndi-

cc specl:lintivc delle filosofie_ che 'sono quello che suno indipe_nd~ntemente dc ci che ne posso ;>ensnre, che sono quello c~e sqno anche . in-:.
dipendentemente dc. qUel) che esse sono in rndicc, e quinc;li
-- . . le . filoso.
fie che sono stc.te e che sono, sorio indipen~e~ti due vol~e, indipenden-:.

..

..

'.,-,.

d~ ~q

ti dn ci ch ne )o'ssic.mo pensn.r indipendenti enche

. :.. . .

eh.e
. ~s-: ...

.'

se possono divchtc.rc se si pensc.no, ci06, se si pensnno nelle_ 1o~o radice speculntivn, per ui dn questo punto di vista, sarebbe con~ se
dovessimo obbli3cre Hegel nori solo nd essere

i~ ~~.
~he
:t... filosofio,
.
. '....
7 .

'"!

quelle. che , ma cnche n ripensare se stesso; n:el ._.senso del pensare


in re.dice ,speclctivn, sc.rebbe come se dovessiraocond~tTe Hegel. in quel
~ ~

1'

.:

. .1

r.uzoonto nel q\Jnle )enso.re pensare, in c:Iue1 i1101nento nel quq.le ~ttn.
.

'

..

ln fil0sofie hege'licno lo stesso 111ancnre cll'origine di se stesso,

Mauritius_in_libris

- 127

evidente che se noi -riuscissimo a. fare questo- lc.v6ro con Hegel (do

ve Hegel -uno dei r.1omenti fonde.mente.li della "filosofitl che tnteressa-' .


no il discorso), se riuscissimo ,'i porre Hegel in (!Ues:ti termini come se dovessimo chiedere 1 1 c.boliz.ione di' Hegel, se dovessimo condurre
ln filosofin heaelic'.:lnc nd e:ssere, e-ssendo quello che ~ il mnncere E:.11<: proprie: origine, . il mt.ncore -nlln proprie ori3ine. che si pensa, il
pensnrsi del htnncore alle propria origine sarebbe. l'abOlire lo_ sua filosofie.. Mn 10 stesso penscre in radice, che-, come negazione,. identico alla. innegcbilit, il Elllncere nllr.. proprie origine,- tutto il ?ensc.rc in

~anto

coincidente con le. sue

ne~hzione

ris;;etto.olla sun in-

negabilit coincicle'cbn le totalit dell'uno e dell'nltrn, tutto il


i)enscre, che ,: [~)questo punto, so33etto trn il concepire originario
e il termine fondrur2ntcle, e il: fatto che il terraine, in quanto fondcr1ientc-:le; non pu essere per questo originorio, il i)ensc.re, in questi
terraini,~

il mnncnre ella origine di s; quindi, tutte le filosofie

che 'rtet- lo-r. vertice speculntivo sono questo, sopo questo secondo il
pensnrc;per CUi non ifiQOtnzc Sp~culn.tiVC he3elinnn quello.. secondo
ln qunle tutto le filosofia cli Hegel non stntn il sistemn di 11ic.nc.orc nlln sue. or'igine, ri.K.~ le- potenza speculntivn delln :iiiJpol'ftza :h
il

':
~flsnrc

per s che hn condotto Hegel n questo punto; per cui l'-

impotenza. speculctivc '-del ?ensnr . -impotenza nei .confronti di se stesso,

mc

impote'nza nei confronti- delle filosofie; originnriruuente lo

speculnt:l;io' del penso.re coincide con ci che identicElIIlente le. sun potenzn come

impotenz~,

ln impotenze. ori3innria del pensare pu diven-"

tnrc principio di in11)otenzn si)ecula.tiva, nllorn, ci pt""~cui le filosofie non sono il perisnre speculativo rl1dicele non ci,_per cui le
filrsofie risultc,no iiilpotenti, mn ci per cui il pensnre impoten- ,
te: c.d une. i1npotenzn ori3innrin corrisponde une potenza successiva,
la consecutio nori

do. int;_)otenzc: e impotenze., do impotenza e. poten- .

zn ...Dl". questo punto di viste storico.x1K:mtc ln storicit delle

filo~ofie

non coincide con il loro essere speculntivo, non si pu misurare lo


speculativo delle filosofie

dalle~

storicit delle filosofie; t>er cui

tc.1lit..to in radice il prublema. clc.ssico dello storicit dello. filo-

sofie come ci che condiziona 'la filosofia nd essere quello -ohe '; sQe

Mauritius_in_libris

128 . -

condo tutto ci:, che. 1 1 c.rnbie~~c storico nel. qal~ si ~viluppn, perch6
so~o

storicrunente le filosofie, qucndo


~l

sono perch.S
'

loro princii)io i i contrc.rio, par_,\l.i il _pensare . me-

I.~-

.,

cc.peci di essere filosofie, lo

.,

. '

tcfisico . solo
essere. oine sic.ruo ..sempt'e esi.stenzinl-
.
..ix~rcQ6
... riesce r. non
..
me:mtc~--

sicmo }1.bitu:.ti,

..

esistcnz.~.clmente,

e: vj,vere secondo ie proporzio -;

ni e se~.on~o r,"')porti gcom~t'::~..Ci di propol't~ione-, ~~_icevcr~c;, il .:pensnre


nelle

SUc."1. irap::>tcn~c

s~')cculc.tivc,

tc.lmente speculctivo, da:;,esscr.e,

in quc.nto iI.-i.potente, il principio della speculo.tivit _delle filosofi.e,


;::llorq. ci che pcn.siQfllp male di. Hegel e di s.Touiiiill?O ,non i1np_ut:cbile
nd He3cl u c

s. TomI.1.'.'.lso,

se sicrn;J .ccpl.?:c_:1 di_

mr: ci~ che pensinmo mnle se pensic,mo,, cio8

r~~scirc

pen~are

n _;:Jensnre: mediante il

secondo 1a .

suu. stess_c ii:apo.tonzc Sf?eculo.tiv,-:. {illore., 1 1 ira\,Jotenzc speculative, del


corris~!.~mcle

pensa.re

cll 1 cs_scre, dc.

re originario, il tenni ne

~x1rte d~l pensarc~r,

tr.n il

conce~i~

e il fntto che il tennine in

fondl'r.'.~.mtnle

qunnto fondcmentcle. nun essq stesso uriginnrio, qesto. .1 1 impotenzc speculative ':kl ~)ensc.re, cio5 che il pcnsere . .:._come ~sto &~6va't'~V
le~ S)ecul~tivit

speculc.tivo,

, J:.,

di questoauvva't'"'V

stri. nelle filosofj.e,

uindi il pensnre il principio delle filosofie in

quan~o

ne costitui-

sce 1 1 &Fi6,va't'", Si?eculo..tivo, il pensc.re rincipio delle filosofie


non in qucntp. pensare mc. principio delle filosofi~ :t.n qulllto &66va't'.v
sccu 1 c.tivo 1 e pr9pri o pereh ~~, e~ qesto , f:/. . - -, . ![)pecu1 e tivo, per questo le filosofiB
,.per questo. sono storico.mente: le
............ --s.ono.-- e .....

fi~,os9f.ie

so-

no storicnmente ~n q'l.:lntq pote~zc h,e es.se s_on9 9_ pq.rtire da11 .t.-.,.r,.,".,."'''


- .........- -:
-..:.: :::-.__ _._.__'"':....
. ::\_:.
- .. . ,.., ......._-.:._,....._........... -- ..
,_..,
- s~ecultivo, quest.-.: le loro storicit che lo loro._ ?o_tenzn ~n CNP.n":"
.

:~

......

..

to ;_:>c..rtoritr.. clnl!,~-"6vo--r.~v
fie sono
qucnto

storf~he,

storiccr~1ente

-~~----

~:

..

..

speculntivo orig_incrio, p~~ ci le filoso-

e, C!UC.ndo le filosofie rim,_"1ngono ci che sono in


teli,

~:Jer

questo le fiL:.:isofie non sono, cio6 non

possono clivcnt"'.re .ci. che pvsso )ensc.rc. in rc.p::>ort0 cll '~"'"''IY.,.,...,


culntivo_, r;1entrc:: sono se i)sso

~cnsc,rle

in rnpporto cll 1o:uvn"r1" 1

culntiv.J, ecco ?e:-ch i posso tJCnsc.t"e Hegel, mn non .Locke,


re L0cke, mt'.'1. conoscrlo non si3nific

~)cnsnrlo, perch~

?O~so

..

conosce-

per H_egol ,p9s-

so ir1pegno.re il pcnscre in qucnt.:> irfe10nre il pensnre per

H~gel

signi-

ficl'. iI.-ape;;;;n::-:.rc le, potenze. speculc.tivn che ijegel storicQiente rispet-,


to all

,ouvcr't:ll'V

speclntivo nei cui confronti e 1 rl_lpp,qrto, infatti

Mauritius_in_libris

- .. 129-

c' rcpporto tre. Hec;cl e l' d:o~va<tov

speculativo,mc non posso penSC'..re nessun rnpporto tre Locke e l~ &o\1vci<tov


speculativo, in fondo

Locke hn trndotto. l' ,&6'1vamv. -speculctt'Vo iri -&ol1va-&~vempirico, in

qtSnn-

........... .... ---

to ln stcss.::. definizione
che .Locl'..e.,<l- dell 'idec come se si<mificos.
J
,

se, senzn .consc.i.)evol:ezzn criticar dc i)ni:fte di Locke, la trndit!'mtm""'de'l0

1' &o~va't'C\I speculntivo .1n&-0:6va"t"V <;etnpiri-co.' Dc. questo punto di vista,


tutto .c.i che le filosofie sono storicomente sono tutto

ci~L:W.:f!t

losofie,- in qucnto stOTicnulente, sono, in qtisti termini, d:;w~~-:X=fnv


speculntivo che il pensare in origine; e pu sembrore strano perch
c;uello che il r1mssiiho delln civilt~ dell 1U:omo-; che le filosofie
nelle sua storia, corris~-.>onde

inve~

nl udnimo. in origine.

Dobbiruno capire che per tutto ci che lo. storie dell 'uor1'D ; diversmnente dc. quello che corne storir.. del ensiero, l 1uor.ao possiede le
mc.teric.,

~ensiero

l'uou0, in origine, non possiede mcteria, nessuno e niente

d~

comincic.re nnchc cln se stesso, soltanto per le storie del

in ro.dice, in ori3ine, lL', mnterin non di ci che l 1uumo pensn,

ln mnterin origino.rio

d~

cui nasce lo stesso penscre,

t~nto

I4Ul

vero che

se volessimo ridivento.re Tcletc e dn Talete cndare o.vanti fino a Socrate, dc Tclete fino o

Socr~te

lG vere storie dcl pensiero consiste nel

cercare di fa.re n."'.scere ctnl nulle..1~ l!tcteric orie;innrin del pensiero;


e questo un discorso storiccJncnte provnbile, infetti il
cui la filosofie ncsce il mo1nento nel qucle l'origine

mon~nto

in

vierre"4neno~a
.:.. . ~

',;. ;..... . .

...

se stesse, il r.:)llJento in cui i poeti non sono pi cnp<:lci di tnettere


in listn logica n 3li dei n i miti, cio lo cosmo3onin e la teogonio
__..... .....

non esistono pi~, nnche se continueno nd esistere poeti cnp~snre come Orfeo o couie Esiodo, anche se questo possibile, per a un
certo punto questo venir roono non venir meno di unn mnterin qunlunque, ;_:>erch ln terra. continua nd esistere, 3li elementi continunno nel

esistere eppure queste stessa mntcria., in quanto originnrin, non bnstc


pi all'uomo,

perch~

l'uomo diventcndo, o ri11lenendo

~)vetn,

nasce come

ccntorc di queste cose e ?er ci pcnsn di fnre storie; quendo nasce


Tc..lete, e, quindi, il dovere rinnscere di Tclete 0311i volta che

o.~i

filosofie nasce, il ncscere di Tnletc si;1tlificn, vertimente, il momento in cui dnl sentire forte non ri bestinlc si pcssnti alla coscien-

Mauritius_in_libris

. - .. 130

zn rifl_essa che si 3UC:rda .nttorno, Ci01f.'>a~i:iessere infanti- si comiricin e ro,3iono.re e ci si ncc.qrge

~l1e:

3li dei sono bu3i.nrdi? Tnletc, e,

dopo di_ l~~ fin-J. ~d--ogs'is, signi;ficn .lc. difficott anche di trovcre le
pnrole. per: espriracrsi, mn non :te pn.role ..come: suono, uih parole perch~
concetto; e se

SorG:.~e.

morto sul serie, . morto. perch con Socrate

morto o dovrebbe essere if~orto.., s~)ecuintivl'.'.nente, ln cnpc.cit.~." inf~n- r


tile dell 'uom.) di trovnre iJ. c . . mcetto scnzn dctenninnrlo come concet..;
,t;..:_,'.~~-;-q.fQsto_~'?~rntc..morto,

..

non perch5 3li hcnno dnto lo cicutn,

r"r., . cuti:e .se.,l.2 storic.. de3li uomini nvesse voluto c1irilostrnre che f>enso.re il .concetto elle. mnnicrc socrc.tica
scerc,

~)crchr.S

_t.o, dn quest.o

si~ifica

morire primn di '.nn-

non i3 p.:issibile il concetto in questi tennini; in quen:~Junto

di vistt'.., il qoncctto in quei tannini come se

fosse st::to il cento stoncto degli .:.ntichi rcpsodi, cento stonato per,chj

er~mo

r_apsoc1i trr.vesti,ti dc fil0.sofi.

Mauritius_in_libris

131 :-

..

,.

' . .

. VIII - IL PENSAfm. CQr1E~ BTATO METAFISICO E L'ESPOSIZIONE DEL NEDio.-


Il pensare identfc.araente soggetto e tennine, soggetto e
tennine nei .confronti di un .discorso che. bloccato ai -termini e alla
tenninezione i.dei :tennini; per :ora dl punto, in qualche maniera, conclusivo il seguente: il pensare :'.n--realt , esso stesso, il proprio
mancare. alla propria oJ;:igine, il pensare,

manc~a

alle origine di se stes-

so,perch ili:pensare . la stessa negazione del pensare per il pensare.


La diffi-colt d:i c:uesta GUestionenonsta tanto nello sviluppo.che essa deve aver.e., quanto .nella possibilit della sua s_tessa espressione;
in quanto il 'pnsare la negazionede.l pensare.per il pensare e noi
dovremmo riuscire a pensare in un modo tale da abolire l'essere, ma

da abolire l'essere significa che noi dovremmo riuscire a pensare in


r;iodo tale do abolire riginariamente l'uso dell'essere, o, l'essere
come ci che esso secondo il momento originario del pensare, ora ci .
che l'essere secondo il momento originario del pensare di essere
qualunque cosa. sir;, in rapporto ad un mancare all 1origine che proprio
del pensare; . dunque, nel moraento Ol"iginario del pensare significa. nel
quale il pensare il llllncare

alla~propr:L~

origine, il momento nel

qua-

le il pensare guesto:me.ncare.alla propria origine; come-se noi do-.


vessirno riuscire: ~- pensa.!:~'--~~nz.~---~-~~~re _l~. stesso essere, dat~ che ci
che ,. il pensare come pensare l 1esser~ 1 nennneno _ se orig~-~~'9.m.~_!l:.-~:
te esso in tanto in quanto mancare all'origine di s, cio in
to il pensare , in quanto il pensare la.

t::m~ .

neg&zio~E!__ de~ _p~nsare p~r

'

il pensare, per la negazione del pensat'e per il pensare non questione che riguardc le. originariet di questo momento del pensare, mo. riguarda l 'essere dell: 1essere; e non per mezzo dell 1essere, raa per mezzo del 100.ncc.re all'origine che il pensare . De. questo punto di vista
il manare all'origine diventa ci per-mezzo del quale possibile togliere l'essere' rispetto olla stessa origine dell'essere, o togliere
l'essere. dalla stessa origine dell 'e:ssere, lascie.;ndo per un verso 1 1 orieine e. s e per un altro verso l'essere a s, quindi come se si
venisse n detenninare questa situazione: abbiamo, e.l principio, l'origine lasciata a se stessn c_orrispondentemente c.11 'essere lasciato a

Mauritius_in_libris

132
se stesso::., lf'.F~

- l~q:i;f9.i,ne f'a.,sc~

Q...

;tJe

Vi'essere--iu~ctat...:t:t='-.s if.~&,~t'.~L:monxpu
_essere,. cio il _pensa--' .. ., ....... -'....... ___ -- --

- ..

~.

---

re, in questo suo stare tre. l'origine luscintc. a s e l 'es.sere lasc1a-

no~

to u si!,

p\li e~sere'. fierche


1." .: .i....

:.

. .

qu~11di

non pu:usai.:e.':.l 'esse,re,


.

'

.,

punto n5'i
non . possiruno
dire che i-1 pensare _: q n.on ., perch
, . ..
. .
SiIUO pensal'."C ii pensare

Cbrne

a questo

-~e-

,,_.;

ci~ che.:..::.o

pot:es1

.che non , noi use.;.

QOme __i,

..
rennao l'esser.e. per :il pensa're 'tsso,: mentt;"e il .1;enscre
.
. .
,

'~~oprio
.

ci.$ ..

per mezzo del c_:uale t"tessa origine lcscio.~a_ a s, ... allora s~ la


-

, . .: ,

,, .'... .

'

-. ("".

stessa _origine lo.scictu'


r~:

C.

s!, dat~ che

.,_.'Jr:..

n. 5;j,' tcnto:pF1

..

I.

lo ~tesso essere lasciato


-

' qtllch C05ll. dell 'o'X'j.gine -Che pu _essere il de- ..

5C

. .. ~ ... :. .

.. .

'

\,,

.)

tenninato deten11incnte proprio !l'essere, se c' qualche cosa per cui


'.r

:)1

:'"r.

potremmo dire:. - l'origine di , 'dovreramo .dire l'origine


dell'essere,
.
..
.
..

e stiamo chi.:!ren:!o che non potremo pi parlure di principio dell'esse

..

re e nemmeno
essere . come ,;,~rineiplf>o t ma seimna_i filosoficllillente po..;
..... ,<- de.li'
.
trer1ir110 pensa.re l 'cesere della orieine o l'origine del_! 'essere, ih '6i.;.
'.
.
tri termini, l'origine se riguardri qualcosa, riguarder l.'esseee e il

.,..

principio non pu rieuardare, da questo punto d~ vista, n3 l'origine


n l'ess~re. N<?l.mornento.nel qucle-il discorso $to. cercando di conclu.. '

.....

, '

dersi per. uru: ~ert, sue sv"olte. e.sse.nziale, :'prospettica, in questo ino- .
uento

il.

pensbre si"trova; a stc:.re .tre

l.~~~iBi~e.: i~~~-io.ta.
-4 .............

.. -

. '

'a s ... e___l

'..es~:

:.

sere lascinto c. s, perch~~ il.;;p.e.nimre._.._ la: s.tes~~--n~gl\zione..'iief::pen_sz:;.-:


. . ,. _

..!.

..

re per il penscre, dove il pensare che nep,a il pe~~ore .. p~~ Tl pens~re---

'~~o d~ppio

significa l

del rJdio, 11 pertsnr negnto per raezzo "J1


":...

la

pena are ai fini dcl pensc.re ~ dunque le formula .fondamentale :


0azione, del pensere

per

ne '

il pensare, ed una fonnuln fondamentale per


f'f

. ,. ..... ..,,

ch6 l'essere fondcr,1entnle di queste: fon1ula corrisponde ,,al fatto clie,


c.ttrcverso t~uestc. forniilu., il pensare riesce a. nort essere o tal~nt

... .

..(

....

dovrebbe riuscire e non i:sere da potere usare se stesso soltarit m'


diante se $tesso, il p~nr.:nre r:.eace a non essere e_do~ebbe talmente
.

riuscire a riuscire a

n~n

l.

essere' clovrebbe tnlmente

. . ..

~-arre.

~ ..

: .

.'

"'

_il negntivo'.

che lo rigunrdL"~ in rcdi~e dt::. riuscire n negnr~, s~, stesso mediarit~ se


.

. ..

. :7

.. '\

,.,

stesso, perch,2 tutto questo pu- essere il fo:Qdar11e~to del pensc.re, cfo
solo questo pu fondere il pensnre, ma soio questo pu fondare il pen

.. l

sare di qun, dc. ci che il pensare: co1ne dlare es~ere al concpire origine.rio; dunque, il lilOlilento nel qun1e :il. pensare, in. quanto negazione.

Mauritius_in_libris

di

s~,per

133 . -

s.S, significa il moroontonel'tjunl il pensare riesce a por-

re il suo ne3ctivo,

~>() .. .:riesce

n -endere ;p'ositivn l sua negativit, si-

gnifica il lJomento nl quale ii' pnslre lntririsec-amente il prts're,


in ult,ri tannini.t il mor,'lento: nel <JU!!.le il perisore "intrinseciz'za'', il
pensare. s.i intrinseca (dobbi:lno riuscire a non-dire il penEmre~

1a

sun intrinsecit), il .pensare intrinsecc se stesso, per cui: l~ -stes'Efr1 intrinsecazione del pensare le.. stess.'.l intrinseczione" fondamentale
del ?ensore. Lu fondazione del pensare corrisponde lla sue~ stessa fntrinsecazione;" mD. la intrinsecazione del pensere -Corrisponde

~l

'pens.;i_.

re trn l 1origine .lasciato a S-3 e l 1esse:re le.sciato a. s, dunque la intrinsece.zione fondo.mentale del pensare rigunrdo lo stato del pensore
come stato trn l'origine lascL:::tc. [.: s l 1essere le.sciato a s, dunque la intrinsecazione fondamenta.le del pensare riJUCrdc. lo stnto del
penso.re co;:ne C'stc.to tra l'origine lasciate. a. s e l 1essere 1nsciato
s,

ri6Ullrda.-cio~:

lo stato del prisnre come esponente proprio del: rne-

dio, ovvero lo. stnto fonde.mentale del pensare espone il rnedio; cio
lo stato. fondornentnle del pen'snre pone il Iiledio

e~

cio pone il medio

dc.l pensare fuori e per ci 10: espone, quindi lo st'eto fondamentale:


del pensare espone -il' ndio fn: questo :s-nso secondo il -quale-.: la esposizione del medio hn' rapporto e, ci da cui l'esposizione s:i attua e
nei confronti di, ci che l'esposizione stessti espone,: c:f:oe il rnedio;
sto cerct:mdo; di. nol'fiusore lll parola "ss"re"' anche

-se

difficilissi-

mo non usare l~ pnrolo essere, mc non la purolZt-i- stc-cer:-ndo d1::non


usnre l'essere nel concetto.che l'essere "pu-essere senza: queste con-.
dizioni come concetto dato,-sto cercando di nonusnre l'essere nel suo
concetto chej evidentemente,.:nelc.rnpporto

c. questi mornenti fondainentc

li necessariamente:-concetto dG:to, non pu non -es.sere se non dato come concetto; per cui iJOtres-t obbiettc.rmi.he cercere d1.. non usare l'
essere nel suo conce:tto significa a.verlo present., certo;:: tnll tenerlo:.
presente nel senso\ .onti.co: che io stesso rsono corile a mia voltn csponen
te dell'essere; '-"ev.identc- ch il: non.:..uocre .l'es.sere nel :suo concetto significa tenere. presente. il concetto dell-'assere; fnn il concetto del1 'es sere non dipende dn qua st:o 101ento . ionnrnent.1,1lc che .i 1 pensare ,
cio non dipende <lc.l pensare come stnto

fondanientale~

Mauritius_in_libris

che . espone il medio.

134

Il concetto. di essere sin in senso classico sic in senso trascendentlle consiste nel fotto che il concetto nel suo senso forte si3ni
ficc l'essere originario, l'essere nel moi:aento originario nel quale
in q~sto senso nel traversi come dato, questo
concepito corrisponde
, .
l'essere, quelunque concetto di esser.e, .di_ quclunque tipo, classico
. . - ...... - ___ :_ =- .... - .. - --~ --- -

o tr-nscencntale, il. coi:icetto di essere coincide con il-"-f~tto che l 'esserc coincide c9n il _S'll,O trovarsi dato, dat) d-c s e s o dnto da
,_..;_

s3 ad altro; de questo punto di vista, il concetto di essere' non dipen-

de dal mo1aen~? .fond~entele del pensare perch il pensare do1ne se


1

non avesse niente di suo do dare all'essere, perch il pensare non pu


cavare da s il concetto di dato, dnto che il pensare si trova inveee
il concetto di dato corle qus.lcosa w. cui si trova anch'esso obbligllto;
se in radice il pensare qualcosc, il suo essere qualcosa 'questo:
il non _trovarsi

co~.1e

dcto in radice;. per cui il non trovarsi come da-

to, in radice, da pc.rte del pensare significa che il pensare non pu


c~vcre

dn s il concetto radicale di dcto da n?plicare all'essere co-

me es.sere, viceversa quando il pensare pensc l 'essre, lo pensa 'co1ne


dato,

?erch~~

ci che l'essere . cor1ie. dato riguarda l'essere e non il

pensare; nllora, il pensare tiene presente l'esseee nel suo concetto,


perch4 tenere

pr~scnte],.'~ssere

nel suo concetto significa tenere pre-

sente ci che per sua.stessa essenzncorrisponde nl suo trovilrsi'come


dnto, qualunque sin il tipo di e-ssere che penso e chiunque si l'essere che penso: sia 1 1.essere pensato come assoluto fino a Dio, sia l 'essere pensa_t_o corae relntivo a partire dri me; da questo punto di viste
ci che il pensare coma stnto fondrunentrile della esposizione del medio (lo stato fonde.mentale del pensare espone il medio) crrsponde
a ci che io co1ae esistente sono, c. mia volta, esponente dell'essere,
esistenziolmente come se io fossi la cattiva copia del pensare perch3 mi trovo c.d essere colui che pone fuori do s, ma in rapporto e

se stesso, l'essere, ed solo per questo che io posso vivere, non perch ci sono, ine. perch esiGto, dove esistere significa esporre l'esse.:.
re, e alloro corae se l'esistenza come esposizione dell'essere cercasse di essere in :qualche maniere il corrisiJettivo antico del pensare
come esposizione dell 'essere, per cui il fatto che il pensare, in que-

Mauritius_in_libris

.135

si

r.~omenti

corrisp~nde.s

originc.ri, tiene presente l 1essere come se

~ie~e:

se cl fotto che: il, pe,nscre, in czuest.+ .Il10411e.J}ti. ori:gineri,

presen-

te me; i~ q~ant:q,,. ci cl~~ ~ell ~ess~te pu,P esspre tc~pto presente appun~o

1 1 e~~ere,

la ccp.:icit di esporre

dun~, 1-'csis~~z~,

tqnto

_o non,

vero che sq r~.ovrqrro: e.vere i,l problema di Dio, per ~pecessit,


cons:l,.s,~e

teo.re.tica, il probl.amn filosofico di Dio

nel.. _pl;"oblema

dell. 1 ~.,.
..

.'

cio~

pro?rio in ci che s,embr.~rebbe, de ~~~te .di Dio,


il problema fuori ~.tJU.~stion~, perch se q 1 qualcuno .il cui essere

esistenze di -Dio,

l::;, stesso esistenze questi Dio, invece. se.. filosoficarne.nte sono io


.

,; '

'

'~

. . '.

'

'.

e.si$t,enzn, questo .per s., . ~on vero. per.. s., dovremmo avere, se cvreulo, c01.ie . p~oblema 11esi,stenza di _Dio,. l?erch l 1esseche

p~nso

.;

mL~

ln

re come e.nte,csoentc l'csIJoaizione dell'essere, l'esistenza di quacorri~:?ondc

lunque ente

.elle esposizione dell ~es.6:ere e, quqsto il

punto delle. .qucst.ionc,, non perch l'essere , l-pa perch il penscre ep~rch

G;>one il medio .nel suo st<::to fondcinent.:ilc,


:

~:: .....

-- . ~.:.:. ..

fondcr~ntl+lc

...

.. .

..

...:::~- .

~ ~..

..

..

del pcnsnre espone_

~l

dnt~.

medio, e

intrinseca~_ione

lo

che la intrins,e.caz.io-

nc fondemcntu.le
ei::no11c.
il 1.iedio,. pe%'., CJ4.esJ;;o. ".JG.
asistenza
.
.
. : : .t
.., ...
. .
.

di~ent~.
l
r.
. . .

~.

'e

sposizionc cl.e.11 ~.e a sere e. per,


qu9otc esposi.ziqne
.dell 1esser9_. .da porte
. . ..
.
.
.

.;

.. dcll'csis!=:qnzc,,.j,x~r questo, tutt;o questo


pu .essere problema.. filosofi.
..,;, ..
co; ~t1 al tr~ :. ~'!:~in~: .ci che nel pensa~c. corrisponde ,~.l.l~ sua f<?nda.

zio~,

ci, che

div~ntare

con?-~

::..

.. > .

e. .. divent;l;l:
principio
:
.. - ... .
.

'

,.

me, quindi

!t:l

. . .

pe~ ~.u~t~
.'

. ..

.,

,.

'

. . ....

ci che

..

pen::u::ir~,
.

allora, ._tutto
il meno .. che il_..
.
. m.!ls.simo eh~,

fondazione del pe,nsare non, basta al


...

.. '

'* .

p~nsore
.

-~ ..;..

_pu ..
\

$~rva oll.'-~~istel'.1-za;
..

. '

c:Ji se .stesso,
Jn
.
.

'.

-:.

r~dice,.. .

..

..

il

or~3~nc~ . il :pe11snre fornisce ~11 'esistenza. con~ pr<?b~e-

il pq?snre cnpncc di

so~o

rigunrdn. i~trinsec911e~;~, il msssimo

fQr~ diyen~~re

eh~ ,,1;'~3ll:t;d.

il meno, che lo
pei;i~~re

alt:ro dnl

cio~ 1~e~-f.-~t~~~~ 1;,~--p~~~c,;i~ii ,:~~~;i~;,~--'d~~l;~~~ts~~n.~~t ~~~-!~~-~~~---.~, ~~


che i l p~nscre in. rD.dice ... cnpnce CO'i.1~ il meno di,. se ste~~~~~'. e il
no di s. vuol dire_. guel. meJlo.. nel q\lnle il. p~~$~r(;; si fon<:Io.
.'

'

secczione fondo:nentc.le del

:. :..... ".".

.,

. . :~

, .

pensa~e

"

...

. \

,.

I .'

me.;.

intri!l

..

19 . s~es~o,. conia meno._roetcfisico,

. -.. :-~- ..... . . ---. . ~.~---.. :. . . . . .:.:._:.:.. -.;. .. . ., . . .:.:.._:~.~--' ;.-~ . .-~ _':. .-.,. -~:... . _.,.~ ~-}.-~ --=--~.~ :.,. - - _:

che rig.!lrdc. il pens.c.rc, pere.b soltanto il


- ...

~-:

~)em:;are, ~PP\lnto, . la ?e.~.;..;.;:.. ~ . . ~.~. ~ -_.


. _.__ --. ~__:_;_;;_, ~-.
p~nsare pu es_~ere tale

.," -"'- - -.:........::_______ .. .:....... ...:~:..~..:~.-.:.~i.. . . -~:....: .

3nzioI,le dcl pensa.re per il. pcnsnre, solC?.. il


da. nbolire l. 1esserc; ,solo il. . pel)sc.re
essere
de potersi dire
.
. pu
.... . ;, tele
.. .'
.
in q~st~, mc..nier~. e.e.condo .la qu~le le'.:\ s,u.::_,.quplit~;-.'7ol'l~is.fc ~n q~l.lc

, .!

-.,..

Mauritius_in_libris

135

c~bolizione

dell 1essere per mezzo delle quale l 1essere ; infetti l 'es-_


~~, St::

sere lnscicto
c.

stesso corrispettivrnnente nl1 1 origine lasciate


se stesse, ed coi:.ie_ se solo per questo i11otivo che 1 10.nt-ologie pu_.

diventare pr,ob.le~a- filosofie~ perch l 1ontologi.c significa la capaci...


t t.eo~etica, ,dei tutto l\st:rctte, di tenere in re lezione 1 1origine lascinto a s.e l'essere lasciat6 b. s; come se l'ontologia, o.questo
punto, producesse la saldo.tura llstrnttc, contemplnta tra l'origine e
l'essere, in modo che per ci l'essere ~ perch l'origine dell'essere pensata, dove p~nsare significa sempre questo suo momento originario nel qUole pensare equivol e mancnre alla propria origine e nel
l'

quale la equivelenzo . tra il r.iancare elle proprin origine e il


significa la negazione di s per

s~;

p~nsare

e, se a questo punto possilllllo a

fjtrnrre, astrarre si31lifica che il-pensare mi d il modo di lasciare


senza il pensare la ne3azione di s per s, dunque siamo arriveti a
quello che il principio diventc, come principio; la i1e3azione di s per
s; l'uso del medio diventa. il principio, il pensc..rc che use il medio,
in quc1llto l'uso del medio corrisponde allo. negnzione determinata per
s di s, l'uso del medio sigriificn potere negare in tal modo da rendei::e innegal?ile la stessa negc.zione, per cui '.rendere innegabile la stesse ne3ozione corrisponde 61 principio, il principio, a questo. punt9,

corrisponde, si proporziona alla innegabilit delle proporzione e cio


all'uso radicale del medio, all'uso del medio in radice, perch l'uso
del, medio in radice sipnifico il pensare come capacit di
.

:.

negare.~-.

'

per mezzo di SG ni fini di s: ecco il doppio in qusnto.il pensare identicamente us_.1 se stesso per negare se stesso oi fini di se ,stesso, a.allora, 1 1identicranente del pensare l'uso dn parte del pensere, del
'

medio t cio le negczione ciel penscre ~per il pensnr-e. Dunque J a.l principio il' principio diventa la rnediet del principio stesso, e diventa
.
perch1;_dc.llo stnre al principio pnssiamo, non al principio come tale,
I'{ll1

al principio che il diventare allo stc.re cl principio,, allora

il

principio il principio divento ln stessa mediet, l'uso del medio., ci


che il pensare stesso diventa come

quest~

capncit di negare se stes-

so per mezzo di s4 e ai fini di s; a questo punto come


tre tennini, tre termini che sono un solo termine che il

Mauritius_in_libris

se,av~ssimo

pe~s:lre,

137-

il pensare in ogni caso non ' mci uno, perch'J. ~ sempre tr~, non.~ mai
.

. . .

tre perch: sempre uno, il penser nego se stesso oi fin~ ~i s~, quindi> il penset'e non n le negczione di s~ n la: negazione

ai

fini ..........
di

....
'

.-

~.' .._:

' I

_1

s, mc : tutto guesto assieme; evidentemnte, n questo punto, il pro


blemn rigurdo il che cosa tenga assieme il pensare ol pensare, il pen
scJ;e identicomente nega se stesso:ni fini di se stesso~ dunque non

il pensore che si nega, non' il pensare ai fini d.i

s,

.. .

questo e tut-

to questo cssieriie; qucndo pensintno il pensare pensiamo questo, quando


pensiruno q\lesto, pensiamo-l'unico aapccit.chei.il radi~e, ta~e per
.

'

..

questo:rnotivo; qtm.1ldo pensiamo questo, pnsic.mo in radice la med:let


fondcr.:icritcTe, l 'liso del edio diventa le mediet, cio

i 'uso

del uiedio

divento' lo stnto del medio, il pensare in quc.nto intrinsecamente fondlliiientnle che' espone il medio corris~onde a qusto uso 'de1 r11edio che'
l1

suo volt, fc diventcre il medio il suo stato, dunque c* une situu-

zione rooicale nei cui confronti il penso.re . come se fosse ancora pi


profondrunentc in problemc, in c:iuanto il pensare deve abolire rion pi
l'essere come dato,

me

il pensare deve abOlire le mediet come stato,

cffinch le mediet non diventi do.to ,- cio il perislire come

se

fosse

costretto d~se stesso a dovere entrare in rapporto dialettico, per


senzc. dicletticc, contro ci che 11 pensare stesse) produce: lo stato
del medio, la:medit: fonde!nentale:, perch se il pensare non. riesce.

'fondctnertt~le~' tUtt; cib che il. pens~re diventa


n partiredaliemedietfondamentle ta.p~tchia stesso-~d:l.et

ad 'nbo1ir lti'tnediet

fc:>ndemehtole come doto, e, a questo 'plinto tarenmio peggio che nelin


posizione classicc in cui lessere imposto come'. datb al pensare~

inu'til~:~
perch una fatia che' il discorso stesso i::ro~h inutile in quanto -~tin
E', coroo. se questo discorso stesso corapiendo una::.. fatica'

mo e ercando di costruire uncertodiscorso pr faezzo del iual.forse


si riesce n dimostrere :i.1 riuscire

b. non disporre' dell'essere d\e


, . .sn-

rebbe l'unico r11odo di giustificare lo fati.cn, perch la conelus.ione


che ln indisponibilit dell'essere sarebbe pi facilrnent accettabile o riceve di essere pi frici.imente eccettabile e, qu:i.nd.'i", s\Jp~rebir

la 1 perch~ tittrnversd qcisto stilJlDO costruendo uno indispon.ibllit~


in radice' del pensare stesso

;per

mezzo del pensore; il pensar~ cstrili-

Mauritius_in_libris

138:-

sce se stesso proprio e.questo liveilo radicele delle s"UD. fondazione,


nel quale il livello radicale si311ifica costruire tutte le difficolt
che rischiano di blocccrlo, e, sic.mo fQrse nl limite estremo di .. un di.

. -----:-:.----~ ;,...,_...

. .

~;; .. __.:.::... '

. .

s~crare

lo

dal:i~

led~ disponibi~;i;t ..~a.

per cui tra


avere come

disp~i:tibile

la

~;;it:i.t

st:es~o

.a se

le _dntit del medio o ci .eh.:? potrebbe

le!!

'ess~~e

con

s~~;;

n~!l

dell '~,sse~~ perh


co~

se. fosse

vello

origina~io

........ .

'

-pl!eferire.i

co:~~i~sce
e~,

une

$erve 1;1ll'.esi-

d~~co~so

,riu~ciTe

r:ie situczione

fq~dementc~e,

significo che

il.p~nsnre

privato del"'.";.,

pqi in w:i di- -

pcrc~6

lo uccide. su-

non lo fe Qascere,

lo nbolisce; in qucnto se il discorso nei suo

ci perr

dotit del me.dio,

fccendolo.nasex-~

bito, nnzi facendolo nascere lo fa nc.scere.


nasc~re pe~ch

che):1!l. _le dotit. del medio, me rischia,

fonqcndo se stesso, di fondare ci che


lo fa

.....

dentro. il

i~isponibili,

invece si riesce in questo per

scorso che, dentro di s,

,v

dat.it~ dell~.essere,

diffiolt mino.re, dato che ,le dltit dell '~~se,;~


l

~rovare,

.diventt1re.r,l~

i:;e.ndere

sere e parte dnl.1 1 essere e dunt;l\lC

. ......... "'-.

,,_

del+'essere per

~p.scinre

discorso. che r,iuscito o.

-~-.t~- - _._;.

~l disco~so
stesso,
perch sie~
. ...
. . --. - --- .. .....
. ....... - ...................
. -

scorso oltre il quc.le non posso. ;tender.e


mo ..riusciti o

:...........

me~.zo

li~

..

del qull.le si determina la mediet do


fondnm.ent~lc

la mediet come situczione

.sempre obblignto p.d .avere come principio

la situc.zione del roodio, e non le..

dincmici~. de_~

rnedio,

ci~~

4.: qesto

punto le. dialet:tica non sar pi possibil.e,: la di<:Llettica llOn pup nc.scere 1 ma lo dietlettico a questo punto
da parte

c1e~ pe~:;c:ire

nazione del

med~p

date al pensnr_e,

m,~diet ~~dmnentale eh~

,pensare

ci che iion .lo f5'-.. essere, il

sere~be
p~nsc.+e

.sarebbe

sere 9:tesso, .. it;i qantQ .. se il


e~.

pe11sar,~

pens~re

nas~eJ"e;, :f.l:pe11~c,re

.sarebbe

ilrI~dJ.c:>i:

di

pfm~e,
~h~.

l_'u_s~.,

r~_dio

de:te~~"."'.

~ssa .stes.~[l,

che:

.(la non fc.re:

:i)rtn.ipi~_:

dota della mediet ,farebbe iel. pel)~nre ci:_


so hc fotta

c::1

lo

~~~t.icemente

costniisse.

principio, e.d. essendo al

data dell,a.medlet iyiped+s.cc e.l

t~l.~

~so

ri.;mlta,,

ident;cnmente

es.sere qualcQsa he 1 posto in esf?ere,


la n1ediet

n nol:l. . L'uso. de}.

rischia di fare .di":'entare guesto.

,co,me

.~l

n~

~o esser~

ci che fc

e~se%'.~

il pen-

collle me(\ie-t,

.. data., e l'essere
peTch.. l'essere:

usa ci. cJle. esso stesnoll:;.pit). del medio, in

qunnto 1 'usa deL me~io dl1 par~. del.~ .p.ens~r~ .cor:risponde e.11 'unica ne-.
3a.ziol:l~

che :pu. essere tale in radice,, per:h. .. 1:-a negazio:i:ie, di ~ per

Mauritius_in_libris

..... 139

s, il medio

cons~ste ~nella ccpacit~

;di qualcbse che tiene assieroo que

i.

sa

sto determinato di sl! per

e questn IlUlniera:,. p-er'-"mezzo del pensare

ai fini del pensare, per cui solp ,i.l pensare ,in radice pu essere identicamente te.le da. essere per mezzo .ni _fjl.ni, e. solo il potere essere
essere:-:d~

per mezzo ai fini pu dare di

radice., per cui essere in ra-

dice significa potera essere in questo-,maniera,

mc potere essere a que-

sta moniera sJ.gnifiCll il flUlnCCre all ~Ol"igine perch 1 eS.Sere lascia


J. .
' ..
to a s6 e anche 1 1<?,rigine, tutto ci9 cl)e..cos per-questo non Il
-~

pensare h~ unlcl!Iilente pensa perch ip radice (e stia.ztiO cercondo_di


nuovo di non \l~are il termine "essere") significe: il pensare
.

..

che rmi-

coo.ente . pensa pe5 mezzo di !j ai fini di_ s, il pensare. che unic:ainen. te usa di se stesso a_i:_ fini di

~e

ste_s,Q, ._in questo In()do per il quale

usnre s ni fini di s, come se fo.s_se assere e non essere,. essere in

s" mc come ci che fuori di s. U~i si,c.rao abitunti n distlnguere trn


..

mezzo e fine, o uso le cose oppure ho.le cose come fine e se l ho come fine non le uso, esistcnzialmente une_. persona la

sm

us quando la

si ndopern come raezzQ. e. non le.. si usa quando "la si. adopera" come fi-

oo, che un mezzo pi sotti,le del. u~zzo, r11n. questo .fa parte del gioco esistenzic..l del vero e del fnls_o 1 ;p.v, anche. essere ch ai'fini dell.1esistenzn sin cast bravo d,a non -~~r c~pire -il mezzo a che intendo
cf6me fine 1 e riusciamo a val.ere come

-~i,ne

.perch lo stesso, volere

come fin~ che diventa me2fzo,, p~r~ questo acca.de esisten&ialinente e nes
suno de:L maestri di

ques.~o

a$i;re disposto a dire che il voler come

fine sia lo stesso che il v:olere c9me mezzo, 11 moniento :.nel quale pen.

_,/!

sic.mo n questo,. pensiamo nlle. menzogna metafisice: s.' dicillmO:'la veri'

t, dirci le verit sisnifico

accorda~s.i 1

pi-~: sub~ime

:rolere come. fine l'uso

$enzo fore di-scor-so, che il

_.he . ci ::aio dcl: mezzo, per di que

sto non fo.ccic.mo


discorso_,
-c_io nel noi) implicare il pensare in ~tjuesto
.
. .

perch6 se

ir~lplico

.il _pnsare in questo, corne., uso..il pensare, -tiso il

pensare come il mnest;ro della nnalisi> logioa della:~r11enzognn esi.stenzic.lc dove si dice che il mezzo
pendo

eh~

. _una

cos~a

e :il fine un' nltro, tutti sn-

quando vivo non sono un brcvo.gr.ramnc.t,j,co, sonosempre sgro.m-

uJ.Cticcto, e il ud_o volere il fine il

I'.teZZE>.

c.d usare come uomo che vi:vc. e non COmt?

ua.10

Mauritius_in_libris

pi sublime. che io riesco

che. pensa; llora l 'sisten-

- ::140

za esperta nell'uso meta.fisico del pensare.come maestro di analisi


logici. delle sue menzogne e.uso il pensa.re per porre se stessa al ri. paro delle menzogne, ed il pensare pu essere maestro di una analisi
logico.che riparale.menzognet.perch.il pensore, in radice, invece .
esattamente quello che nell 1 eistenzadivente menzogna cio il fine

- come mezzo; il. ~ensare in rtldice lo. negazione di s6 peT s; , ed come se 1 1 esistenza senzn filosofia sapesse talmente bene questo. da dire al.pensnTe: per mettermi al riparo dalle menzogne devo fare diven-

tore te, pensare, .maestro d.;. ~p~ow:.1 __-p_erc:~_;_ ~~:g!v~~~L. ,~~-_pe%'.._!~~


zo del: .~al_~~--:n~_z.hi te stesso, perch diventi ci per mezzo del <IUale
mi spie30 ch il mezzo un~ CC?!?~ ~-- il -~.!.~e ,_~::~@.l~!~.L.P~~~fl~_1>~1J>l>!!o

tu sai che: non vero questo, tanto vero che tu per te usi il contJ;ario cio di essere mezzo per il tuo fine;

invece non ha
bisogno dei filosofi perch propri:oper questo bravn nell 1so dei
l~esistenza

mezzi come fine, per cui il fine l'uso sublime dcl mezzo, non che
sia sempre cos,

L1ll

rischia di essere _quasi sempre cos, per cui il

pensare a questo punto divento il rnodo miglioredel tradimento che il


pensare di se stesso, ma non-per se ste:sso, bens per l 1esistenza;
voglio dire che questa questioni aono astratte perchd l'esistenza
che ho bisogno di queste astrazioni, in qunnto

1 1 estr~ttezza

questioni- corTisponde alle. liceit "del: .mezzo come

fin~",

di qcste

che ci.

che significa che il pensare negazione di s :pez:1,l.llezzo 9i

s~h

ai fi-

ni di s'.; il pensaret in radice l'unica negazione di s per _mezzo


di

se

ai fini di s' il che significo che :.il pensare in radice per-

'ch soltanto il pensare sopravvive o questo, anzi soltanto il pensnre


continua come pensare malgrado la negazione di:. s per mezzo di s a.i
fini di s, mentre diversamente_ dal pensare, qunndoesistenzialmente
vivicmo secondo quella negazione, la negazione che viviamo non n
dei mezzi n dei fini, nostra, infatti mnest-ri.

d~ ~n~ogne

perch,

quando facciruno vivere l 1e:sistenzo a questn maniera, QUl_m9o facciamo


del fine. il mezzo pi sublime, l'esistenza.si
damente per si nega, cio& non sopravvive a se

n~ga,

vive. sl pii) como-

s~.e~sa,.

non che comin

ci e morire, ma gi morta, non TiuGcir :p.i. '.a 111orilie perch


1nortn, perci l'esiotenza in questo senso

Mauritius_in_libris

~or~~,

invece il

g~

pens~re

..

.:

141 .. -

'

p, ..;vivere, eio,
contLnua.
}. _questo
>.
!..

attraver~o.

.;.

-~

''"'~

..... ,.,

pe~~ar~

. . Il

.r

... .

pu,..J:.i~-tre ,~:qualche __npdo a

ri~~re

:s(>.spe:so

ctrlf

var~ t:e&11i susc~tati.pll: pensare ~~~ondo'c:ib c~/i:l~~Pe1l~e- diven

i
-

~:

. - .

..

?1:

_t.~ . c~~; ut1~i::8or.ta

.--

:.~ .'

, f,

. :"

" .

stato me-t~isic9 ..~l "~quale il pe~~are' ''s-t:ato vi'-

sto .~ome -l~.


stess~
e~ppsizt'O)ie:
d~-J.-. ..medi-o.. .-questa..quest~rie
divn:bi::scc>"t
.'
. .

. . .
-: .. . . .

i.

: . . -

~:.!

tant_e,.. p~'tth. da questo:.;p\JPto, di .yist-n. il: pensare: si trova. adE!ss~ ..,

!'A.;

.. ..

..... ,"'!-. -

._ .:

'

.'

~llp.

di. frpnte a
I

..

'

...

.-.

:. .

che.. p<):t;J:'eJ_~ chi8IDQ1;'e:

UQ(l

rdiffiCOlt':l\On pi:

~8di.L.

cal'r . ma una diJf~co~,t .e~, in r_9d,tce, .. cic;> .~a diff icoJ:t 'el? non :
pu.

~eno

diventare .rad_lcale, percil n.on ..\,Ul~- difficolt che'' il pU-

sare si trova. come ci che compete :al

.. , .

f. '.

'I

,f

diff~c9lt
I

ra<jlic:n;Le 1 ma qui

'

'

pe~re,.

per

'si~ d~ f~ont~<oo

cui, per questo .. la

una difficoi.t:che" -

, 1,,~1 rQdice, n~~~~ del. pensare, ma '9,lla .~adice di . cib che il pensa...,:

re diventato conie_quell4 intrinsecazione.fopdamentale che corrispon


llll~

de

l'uso

stessa

eapos~zione

dopp~'_del

mezze;> del

del :medio;

questj.one ,sta nel fatto che

si~ua~~El~,.diventa

:medio, diventando

.~ensare 1,

l~

~$0

dunque, il;raedio nel suo.

situazione per

costituisce la medie't;

ma la mediet
dall'uao. del ~dj.o tale per mezzo del pen.. . .co2'tituita
'
.

sare,

dun~,

.~Qme -~

P.~nsare.i fo~Bt&,

il

a .qestQ punto9 il medio del

I11i2:dio,, non la mediazione del medlo,. dato che ;:il: medio nei eu1_,confronti il pe_nsn1".,e .trova se stesso cib che il tnedio come :costituito iri ..
quanto quell'uso
,del .medi-o c;he.
il .pensar~ .stes$0 .; .4,.qlJ.esto .punto ::il'
.
.
..
. ,

pensare ripe~e non s~-:-stes,sq, . ~--~'ib'~be .-e.$80 .. ~~-,. il pena-are - :nn


p~tizioqe
me~fisic~,:
.
...
. . . .....
,
.
'.

.;

,.

'~ca
.
.

T1ipetiz1.one. _he.:
.C::ome taqtolagia,
pub,
..
.
.

essere met,afisica,; perch: il; pepsare .~non iripet.,e secQndQ _la


ne, ma

}iJ~~ondo ~:'-uso.

~ripe tizio

rnedio,~,dunquenon;~:lpetei' se,st~so

del

:rt-

ma ripete

il suo fare di ,s l'uso .del medio,_ Lu qesto. sens.o. il ,pensare costituis;t~ssa

sce _inizialmente. la
che

t{lutologin:Jwetflfisica;. l'-unica tautologia

l~zia,l~nte p~ e~sere)

la tautologia signi.ficp
,,
. .

del soggettq:; della_;

..

pietafi,sicl:l,, -cipve;~l 'essere metafis.ico del-

.~~. r~petiziorte.
po~si~ile:
..
.
~

r,ipe~izi.Qne;'

to p9n ripete se stes.so, il: non


p

'

11

pensn~.e

cc;>me no.n ripetizione

che, in tonto, ripete in qua.Il""

ripe~ere, s~

stesso.

sj.gn~fica

il ripe

_tere 1 da. pnrte deLpensm;e,.


ci c:lih ,il penspre :d~venta,. quindi 11 pen
.
.
"'.

~are

che non

~ipete.

tJe stess.o,

~~petet;\<10:,

tut:to .ci. che e$-so cos_ti-

tuisce coi:ne l'uso del medio che il pensare , in questo senso si pu

Mauritius_in_libris

142

'9"

-~

dire che 11 pensare rimane iL.1ne,dio <de>l~xoodid9 clo il pertri-i-e- rimene

l'unico tern4ne pqs-sj:bi'l~ ,dall~ ~~e;:t; ~ouet.t:-ilrline disponibile nei


' ,

...

'

!"

. .J : .".

confron~.i- d~lfri' ~tes$a ~die.~... pe~c;h(}, i_i].


;

. -

''d">(T'.:, ,J _. .-.

dlla medie:t:,. d~to d~


. ..

:,

.:-. ".

'i.a

t :

._i.

_;

' - "

;medi.o "d-1 ;irietfto;- ii' redio

~die.t , c(>_1tittu..ta dlf~uso


.~.............

':-.J:

..

~~~io ~he

ii
~

:,-....

:., :

lostsso pensare ; -~1.~~~--n~~:-quQ.t~::~tI~~pnsr&i-tipte~ in quan-

1to rlpi:er~{d

~i P~~s~~~~~i-nificauripet1!e 1usot'.a~1 mdio,

piitte

.'e'

::.

?.:-~~)'

.~. .:.

.........

r'".... ~.

nt~'.IIi0met\to rll qua~~ .il P'i!na'.aR' ~~p_ete~:~;lmdiet, Ito ripetizione del

-J!.~ riied:let. $t~~fica.\a. d.e~temi~io~- d~bitnediata~il!a st~sa medi.t,


~:

! .

I .. . r .. ~

.t.

..

-- .

(.

. , .

it?.pertsare 51 t~<>;y_~, -~~ ~sttl::seri~~- ~dettm-atoerit tcostib..iito da ci


. . ,. .:. . ...., .

: J . ~;:.:;.i .:!.. >'.

t'

' ;

. '

......... ,

~-

: .

: che' esso costituisce: 1 'us.o dl mdio e da d.: che e's: st's"so torna
:

. '~

............. r .

_:

JJ~.;.

J~~-

:1 . .:..

.. .. .

..... ...... . .

a c>stituire :cme medio di ,qesto


.

,.

: .. i

1 '') :'" . .!:

> . .:

i :

!~:

.. "

r'.

.' : i

'.. : ..

mo~tivo
. . _,
.

sto .punt- -per qUesto


.- . ... .. ..

.
,.

,in
.. .. .

..

: . .. '. .. 1. : ~--,~-

.-

uso~;.c:Jl;;;medi. u:di:fficolt~
rad~ce,
.

.-,

...

'.~

':'-~;,

._~~)

diet,.'=~'io

: 11

- l 'aporiii .del.la
.

'

: : . ' ) . . .,..J

.pnsc~.e

'1 ' . .

. \

:inon f ratltcale non' deve


-..

ctivntar ra'dicale t .la diff!i.cq~ t ': 'fnd:tcalmrit: ~aporet:i.2a;


"'tadicnlment.e tole del

:. .

n que-

lo :stesso; pensrirEi

..........

"..

1 1 aporia

, '

come melio della

rne-

pen~Are; ;:~~,~-~e~~~ 4elln mealet~:,,.;dunqe 11 p~ris~re.


~di~t~
~.~.'n~~-.del
.
. . ..
.

-~,::

:. .,

'.

medio dello mediata~: prch

:il,:p~n~

sot:e'.conie aporia dei1a1 tndiet. : lo stesso che il pensare come 'medio


delle mediet. ~~:.questi termin;.l ii.l discorso secondo il qua1e''.'i'1 pe~
sare si

tro~~ cii fronte .ad una difficolt che ,;11.a-:dffficolt :. pegg~~

t' .cortr ri~bio da:."pa:i"te.1. dellEl mediet di ".diventare dato, ia ._difftcol~


.

''. h ;; '~~-.,

. .

'

: :

'.~ . r

' .

t ch'.-C.oti.tuisce lo) ~unt~ de.} di,corso questo:; riei' termini seo~~


de i q'1ril1 l pensat"e po.st~~:uls~ L':~_,de1 lned-1,0, l'us dei "tiledio ri. f';

'..

. ,

'.

sbi:a di blocc:are il: pe{ls~;e.,p~~~~4, ~!l.\SOdel ~medio darebbe la'dotit


deli mediet~: &,.ddiritt~ra' dare:bbe '.la,r~~diet ;come dotit; d come se. rtoi; f~ssimo: nrrivati' ollo stesso- p~o: >nel. quale: si

attlv

quari-

o pens-iam--pensa.nd 1 'essere, .se noi pensiamo<in.; qi.ianto il pnsare

~nsare iessere{\prcb~perisare l'essere stgn:L:fib aver:-d:l:s~o:nLbi~e


la toodie"t ome d~tit flno al punto d_~:; potere' d1.re che la- ste:sa;ine.

diet cme .datit . . la medi~~e~~~.


: lo stato della mediazione,
: ... ..
-)iz.f.o:
.
mentre 1n. que.sti . termini ;la. medJ.e,~ _nonc b1.~mediatzza~-'perch appun

lo) ste~o ,della mediazione, me .; lo. statof'del medio, cio :


ci ni.::qti~l tl ...:penssre costituisce. S~; _stesso, ;Cbme stato del medio,
to 'n()n

come que's;tri :iritrn_~ecazion~

fondamental~: ~he' fondnndo il pensane' e spo-

ne il .inedie, ma esp~ne il medio teneQdolo unito' a-cib da eullo.divide9


.. \ .

Mauritius_in_libris

- . i43- -

...,

,.

-.

'

per cui l'esposizione


del medi lo. stsso ch la' Unit attraverso
.....
.
'

.f ,

_; i..

'

. :

:.

J :

la diyisione, ilroedio idntiiuiiente-TtE!gato:a c10-permezzo_del quale diviso, il Ihedi~~i~l tanto ; espastoi'<i:.ft quanto posto.~: ~io~

p~s_to ~. per 'cur:i>oito .*1-.iidenttcament 1 si,gnifica dtvfJ ~'J "ci lei


. ~~i c~~fron~i ~~~~o~:pei cut~,.divilsd.:sl~iff'.a"ii.1Dan-re -~ito 'i~i r~~
:

d~ce,
.

,_.

'

r. .

..

'

~-

.1;nlo9f~gi_~~iviso rign:l!fica>'.~t:mtire

non

..

-.

'~f ,..;

r. . :

"'. .

legl!to in' radice; ma


I"

I...

al'rora il__ 1Edio.. dell~f.medi~\t divet\tei i,l prtnciplo;,;tl-f a1.vi so"a que~to
1

modo, il mediQ: dellia-med:l.et :.;:ct~P d cul.i-?-S:l:: ltiiz:l~ i 1'~s~~t.~":diviso

qu~to. ~~1 p~~-~!Jl'sr~'divl~o

in

nere .. uni~~-i~
.

'i

.)

n~ ~~ll
-

_..

'.

.t'.-

r~dice . 'Ma
-

in-: ~tfinbdo 'significa rima-

date>jche in-:questi:termtni'

-- ..

il' pnsat ri~,;.

. .. .

.. ..

stato nel:_quale-,~ss>>stsso:: :.l mediodeiln :mediet,'


--

..

: ....

la

;.

apo.

rin che radicalniente tale 'questo.~ Stesso essr~"d>parte del pensa


.

'

J.

re il .~460 e la mediet 1~, l ';ap'oria fn.:-ir:adice rige"tda lo stsso pensa. ; .: ' ..


.
.
.
.
re che comincia in quantotale; 'poich 'l'aporia che riguarda il pensa~

,'

'

).

re 1 ri~rda 11 p~~sare radicalmente; e. -cio rig\lar'de il >pensare _i~


radice, per __ :Ui l'aporia Ta stessa aporia come ci: che ln ~tssaapo
ria _COlllfa tale in rappOJ'.tO :al pensare che comincia in quanto pensare9
e non il pen~are che comincia ad essere (stirunocercando di anntillare
il. verbo
esser~);.. l;
aporia- in. quanto Ltale :~perch'
radicalmente
.
..
- ..
..
.

1ft"' ~ap.

porto. al pensare. _eh~ comincia in qahto ! tit 1 per dui; i' aporia in quan._,

.....

...

..

totale
nel
suo ...rappo~to
-.
..
'

al

pensare come se ponesse il

pensare
nel
.

comin.ciare
.de,l
t.'i'\.:_qV.anto;::penaare,: ci~i--~ driie se l'aporia1 per
.. .
.... pe'1$.are
- ... ,.
.

..

ch aporia. in, quant.o:: tle-,; o.ome di.ff.icotti- in 'quanto: radicalmente ta.;


le per quest~ in rapport~ al. pensare; inra&tce; perqtiesto rapporto
al pensare in .r~pice d~. modo nl pensilre-.dfi -<:6mincl-1:lre come pensare 1
s~nza che i~: ~~ncie.re::..00.1 pensare iri qtirit-O pens'iire sia il pensare,

dato he 1 prima di queste:, i-1 pensare -fotidato dalla sua stessa intrii\secaziqne
.. fondamentale1
. duo,qii.Je- il pensare. pensa,
.
. -. ..
-
..
.

non il' pensre ,

il pensar~ .er>~rcita: se st~sso~- a tai punto che l'esercizio'. d~l pettsare


.:

A;

lo statQ.nl.,quale abl>iamo li,uso:-dlr<medio, attraverso l'uso dei"medio arrivianio al -~edio d.~.lla mdiet'.::che " lo 'stesso ;pensare. A ,-q\Je-
sto punto 11 pen,s~re ~non pub esser~ .p'.lliricipi dell<f'. dot'it, dbto jdn'e.
. .

il pensare non p~ dare nemmeno se stesso<d\Jnque non pu :neanche ammettere il medio come_: da_to 1 cio. non. p\K) aimlett-re

Mauritius_in_libris

il medio tale in rap-

P8:~f?.;n.. c_~ Ch~


.pl,ln_~c::>:di.. v~~~

med~~ ~ di,~J,
~.

_s9.

;;ta Pl:":irpa .d~l medio; non. c'.il .prilcipio: del kitdi.6- dal
<iel, medi,<~L.e d~l.J..a.:medi,e:t..9,~-1n:.qtianto .il pr.tne1pio del

dal ~di() 6.~~-S&.9-.- perhq il ~;principio .. del- medi't

se

, '

ia, ~di~z!e>ne 1,_ lil8::-;~~:t..qr~ :.il::pen..~are:; si.:_ t!~va: costituito<.da.:..e.e .. stsc:o~. ~-t~t9._.pa~c,d9ss~l~_;dt::J;il}slitatnento .

del pr~ncip~o;dop~f~ci h

in qual~h~. m9.<io cl~l. p;~ncipio.;i-;J~~:-;pensare 'Si troV~icostituito cdme


s~~t<:> del!~.' inyeJ:"s:l,0~~~1_1~era; (fiLs~amo
d~lla <~nv~;$ione

cl)e.

iraccoglt~;

s'

$;n

alla aporia in)rdice) ch~

.;f;\:itti .t'termini. i.tiLquanto1 carne

_stato-.d~lln ~nver.s.~one, ~ntet7o.., .1 ~ioversione::;in~ern~

co-stituita-..dal

__fatto che:-:il; p;in,ipt:o vt.ene. postp.:.dt l:dn c+:J ~n~L cui . confronti. i l
,.principi9

.,.pl'inc~p~oe,_~La mediazione.:~doVJ:lft:~~S'71f~:CO~titUitll: ~n quan"'!,

to fondata dal

pens_~e

.i:;eG:.Qndo il :'.pensar.e .d.:L;::l dnl mediQ I'. d . come '

s.e il. med~.o costituisse il.:pr1neipio di, iib


come se .il medtQ

t.os~e- p~,:l!ncipio

zione ,il princip:io

d~.l

:iaed-io.,

~che,

. ._._~l ,sUQ

:,del.la medi:a.zione,.

~cio

da

quant~

~sto-

drit~:.ene. llB

mediaz~9~ p~

punto di.vista,, poss_i-emo arrivoreL:alln mediaziQne soltanto

~1-ncipio . de-1:;,~Qlo,

e 'C:i

,at~rayel:'.SO C~r

. l'.' inve-rsio~: ,che:


i

~i.-~ifia,

~l-1pep~ar~.: co.stit\lis.s~.

_z<;>:~el

~le

l! .tnverstone :del;L' intero in quanto


.il pensare

~tesso:devono

essere tuttif

lO>iStato della: inversione de:ll'int~ro, per

161 mediazione. viene .. pro.spet.tata come principi.o

rnediQ.-.~ll;CiQ~ ~he,

pe:rch 11 medio

pu~condurnd:

14, ;niediet: iioi;i .pu df.ventai;e


T~h cinti~

medie~ ~tessa,_:

t&1z

partire

~diazione:,

lo .,s.tesso pensare costituisce:,non pi :come

,. tenp~ne,_ma 1 nees$ariam.ene.::c;:orae principio.; .ci aa.. C:ui


il11rne~iQ1

~utt'i

perch:. tutti: raccolti, allora. : cori-.e se

-cb.e npri '. prinipio per s,dnb\ .principi dalla:

_il

so .cui

se il

si. cesti;tuisce :l:a inversione irlterll, ~ tutba'

iny~rt~t~., ipa- tut~i: i.-~el'tU::i

C~O~

~, oo~

medi:az.ione, dato: che la mediazio'


.ed t1.-pens-~eJ..sta . nel, d.aco~, ..mh se il pn-

~rmini; cbe-~amw. .co~~ituito

d~,'.ci

:esse-

fos,_~ c~stituito. -P~i.ncipioi.della

nta :i+:
'":8ar~

media-

il suo essere ..l':essere p:rirtcip.io: del medio.,. viceversa,

a partire ..dal medio, dal; medi.o della rmedie:t:;-:-ma tl'llora


-medio:;

doto che in tanto il :medio : 'P?S-

. sibila in quanto. la mediazione ., mn in tnnto. la


Je .in

pri.~i.pio ~

-dat~t 1

d~o

partire

.al principio; in questo. senso

perch.,la. mediet ci attraver-

viene, obbligata ,solp a se stessa tra il medio e le.:

la. dl}tit sta nel

,~ondQ:del:;'.rt;ipporto.

Mauritius_in_libris

che.unisce il :1oe-

145. - ..

dio.~lla. mediet~,
,

"

. , .

. . '

l. 'e~serEl
. ..

,ma1che

-~

si:~q, )Da

~apere

di

_qu~n~o pa~te

gi_co _ ,de,lla

. .

fia all9,

..

filos,9~~~

unito; in t"adice, o: l'essere; .di

a~_la

.stess~.. ~d.~

ra biqlog,ic;a,

filq~ofia

-.$apet:e coso pensiamo facile'. .

,fisiologtco-.per ci non: , filoso-

t\l~t":lhdel(J~'~omo

:tlOstr;~ Jesistenz~
-~e.

: _ome

-di s,

non appartiene all 1.esi~

.non coincide con la nostra natu-

il socratiEJmo 'fisiologico che la f1lo-

costitu!_sse:~l.l& ~natura

deve

rton cosa -pn-s

natura de:lla ..:fi).osofia~.ma non .alla :filoso-

cor_aEl _la.

tl~lora

ha.den~ro

.prog;l.;em~L 1di sapt'

esser~

che per

.alla.mediet: secondo

._pensiamo,-- che .il socratismo fistolo-

-~s~,.~~

dalle

cio il rapporto per mezzo ;del qun.

-perch~

_il ;pensare,

stenza dell.'ucnno _la

quale la

..

in ,rad,i~e. :l:l

cio appartiene

-8:ofia

-.\Ulisc~ .. lo s~esso_trnedio

.s~gi.:iificti-:fJ.ta;e.

fi~o,

./

di~is9._ ~ignifi~,. r~1tere

viso
.Jn

~l ~Q.~q .~ella ,~d~e~~,_1,

ci _cbe
l~....

.;

libex;ars.~

della. filosofia.dalla.

a.enza bisognQ di civute; evide:ntemen

te; -,al+pr_a.. se, n<?i .pensiamo qualo:all_ il problema _c,onsiste :net sapere
il

~nsn%'.e

.pensimno

non nel sapere che cosa

di_pe~e

~llo.

.d.o

dipende? .Il. pensare

,~a

pensimno,,c~-n

pen_s~_amo;

che

mo

;_come. Pr.?blema_, ..Ui~

~ftp.eJ;"e..

dice: di ci
ca

cP.~

pe:r

pe~$.l.\~~'
,

te . opintoni, senz essere

per cui sapere .il.

~qesJi;lt,.di:.sapere la~-.ra~

p~~: ~ui.: p~ns~e. sJ.gnifi~

quest 1 nl~'.t'P JDed1~nte :.l.tt

-a.- pensare,

p..unto _cii -vi.sta se noi .pensj.amo

:ilOl\ r1.\,\s~ilct, a;.eer~

le

in_.q~nto .A~_emmo

:della:_ :nos~~~. :testQ.

,quel.o~!l- pensa%'.~.i

dipendere .da .ci che pensi-amo er

:radice :dell pen-.

c:ome :se fof$simo .-~ond51qn~ti: a: .llQtt

r.e#ipO~~~pili

s~co11do'

,:s:apere .se stesso.

.(len~n..,;

la qifficoltp quest(l:: se

p~f1sere ~f.lCJl~::con~inuariQo

__ pendere.. dal pensar-e

alla

il.. ~nsare pen$:O.s

ques.t:o-,.o:

.st~~se>, ~e:.AAJora

n.itnare la :ra6ice l-a.l


re

ques~o

.~iuscire -~ pe~~~~re

sare

eq;lvp.le~

del .pensllre

11 p:ensare .da che

t;odice~ ..di

per po_tere .sapere , le i-adice di blrtto ci9 :che


.p~n$ere_ d~ p~rte

quanto sapere ci che

_;l.n

p_9-t~""'.~

,teJ.tt-~'k.tan.-:-

D~-,:questo

:-:

qua,lcc:>fe rs.~nific.a

.clipende:re~ ,9.f:l-lj pep~ar~. ste~~<;>-;

~-a9i~i. eh~ .pQs~i,qmo_

nm

:.cio di-

:~op'.C!l='e-,.i Dll1 : .

deterinina:re. per il. pensare,: l!t ql:ll\nto... J.a.d-l:f~!w.lt,. cpnsi.;-tE;?. nel fa.t.
to che
ch

~~- po$~.!~o 1,lluderci-r~. ~op:r.ir.~.: l~:l"~icj._:

del

p.e~~.ar.e:.;:

sc.oprir}.~; a,igQ~fiph~r~b}>e,. ~~c.~~le~:r !IlQ>-1 per ,erca:r:l~ doVX'~i

dentr<;>, mn _il )pel)i;~r~:-~ c9i;ne~ problema consi,t-er ~el.~1


niente. pu dare

r ~l.. pens~re:

f.nt~o

me.~>

del4 medie,t

Mauritius_in_libris

.e,verle

_che,: pe~suno e,.:

le , ~ue rcdi:it _~q.nto,; ,y~:ro. eh.~ . il

div.entct.o a questo punto; :il

per-. :..

p~nsnre

p_e~. ~sto: mot~vo, r:.

- 146 -

per cui .il medio .della mediet . ci ..per mezzo.;.del quale

il- principio

viene costituito; di l de ci e cui il princi:pio d essere, e, siamo


c.l. pensare corne ~oment-o della i.nversione- delt1 intero;' cio sianio nel-

la. intereaaa :dell 11.nversine :che -corrisponde .'.nt fntto che 11 'pensare

costi.tuisce que&ta. operozi-one metafisica media.nt. la qi.Ulle il princip.1.o. vf.,ene ribnlt!\to di l dn cf.b ne.i cui.:.confronti il prlnciplo principio,t -allo-ra il. pensare, : 'il. principio .della posizione dl pt'incipio
di l dai

.t~rmini

del principio ste.sso; :11 medio dlla 'mediet,

sto-punto,. 11 .. porre in

atto~il

qti.;.

princip:io nell'atto che lo pone'di

l dai termini'.che sonodel principio, e.quindi.il pensare>non il


principio, ma non il: principiodi s; non me111meno il principio del
priticipio; il pensat"e a" principio di . quest>opera.zione "'"per mezzo del. la quale il principio. comincia se:-;stasso in qanto il cominciore se
stesso, l~unico essereche il principio pu avere indipendentemente
dall'esser-e che ,a che non , . il cor.1inciare se stesso do .parte del
1

pri,.nc.ipio, -~ma ;il aominciare se stesso da parte del principio non a parti'X".e ;dal principio, bens- a parti-re dal pensare, e, se a p.a.rtire dal
pensare, dunque la mediet non dota, se a partire daL pensnre come
ci-O .che sta a principio della operazione .per mez.zo .-delln quale il principio comincia, se stesso., ollora ln mediet non .: dntn perch: .non
data la datit stessa:come te-m, dunque non il doto non o :l!lprincipio non dato., ;me :non data ln detit.-, preh Jlc "datit,

~se

patr

essere datn, potr ssere data di l dal prtnc:ipio che di ~-1 dai suoi
-tennini,. se la datit sar

possibile~

sor possibile come; essa stesse

un doto che .esso stesso di.l dal::principio, e cio il dato non potr mni diventare, termine del principio, perch;se il dato potsse diventare termine cdel princi-pio, 1.tessere, da. p.arte del dato, '.termine
del principio si.gnificherebbe il temine del principio che. divvnta prin
cipio del termine, il princifaio non sarebbett e- questo quello che dico quando dica che i:l principio .del pensare: non 'pu essere dato. Il
dato non pu diventere n termine del principto, .n principio del: ter
mine e:pu.tinvece;esseredivisoda se stesso,.ilse stesso del dato
il non poter essere ntermine del principio, no principio del ter
ndne, naa pu: dtvettnre

un :e&sere

divi'SO dn

Mauritius_in_libris

~sto

se stesso per cui

147 ... '~ .....

..

..;.-

'~ ..

I.,.

..

possiamo anche _avere il dato come termine o_.il dato come:principio,


cio

r~

il,.termirie
,

il .. prind:.pio,
ma .soltonto_:il
dato: 1-'idea dell'.. , ... ' .
.- ..
..
.

essere', ;_per:
es~mpio,
non t~-~ine n principio
; soltant(). il dato,
.
l
.
.
.
. . . . . .
.

:i.X.- dato secondo il dato diviso d.a s~ stesso;


a---f~re ia 'fil~so!In soio di questo :avremmo di.'.nuovo

cio so1tntq
sc:lss-im'a
.

-,

e, se riu-

.,

guadagrui-

-.~ ~~.~

..

to il modo di

f~r

riuscis~imo

co~truire

..

pensare -Hegel e

Rosmin~

contro Hegel- e:'Rosmini,. se

solo una filosofie limitata a pensare .il dato

_.

come dato tale in quanto diviso dal se ::stesso del dato, n_oi riuscirem.....
mo a fare la filqsofie dell'essere come Immediato indetermi~to (Hegel)
,;

oln-.fil~sofia dei1 tdeo de~l 'essere


1

:..

(Ro-snJ.ni) usandoJRosmini ed Hegel


..-.:.

_ ..: . : . : : : .

--~-.

.f::.:-

..:.

--contro Rosmini ,ed Hegel; e questo significa _ he in racU.e. da- questo


.,..;..

p~to

_; __

:..

'

. . - "":'

di vista, il dot non.


mai core.e se stesso
ma _,.. sempre
.
.
......
. ,~diyiso
.

....

..

da ci ch -'11 dto - come se stesso, perch qunndo il dato come se

stess~ non , in q~nto come se stesso il dato pu essere solo se riesce e diventre termine del principio che per diventa principio del
termine; mn quendo e s il doto diventasse questo, tutto que-sto discorso 'non sarebbe stato possib.ile perch il pr_incipio non ;sarebbe in quan'to sorebb<(-lo . stess doto contro se stesso, co perch. dico che se.reb'be' ia f{losofiadi Rosmini o di. Hegel. pens~te contro Rosmini

o contro

Hegel~-pr

cjuei motivo ~r cui posso_co:ndurre- al male.dj.,Heg~.- $oltont~ Heg~:l~ ~~ ~sto. dal -punto di vi~~a-:del ri_f!esso 9~.J..tico- de.ilo questione .che come se. significasse, questp; anche _se non J;iuscissimo

. ~ncl~re -il

discors~,-- ~io

dall ~ele{lcb~s del

princip~o

rlil

c'l

determina-

. .re ln teoria_ del -fondamen-to delle quale. dete'l'.Dlinnre la radicnlit del


,.

discorso f:i.losofico, anche se tutto questo discorso .non si :concludes,

'

se in questo modo rimarrebbe come discorso

~sta filosofi~

minore che

snreobe quella di riuscir'e n far pensnre Hegel per mezzo 'di Hege 1 contro Hegel, o Rosmini per mezzo di Rosmini contro Rosmini, o Aristate'._ le per mezzo di Aristot~le contr9 Aristotele, o

s. Tommaso

per ~zzo

di s. Tori'lmso -~ontro s.Tomnoso-, e. basta, : pe~ch tutti gli altri non pos- sono essere usati ilefum~o.. -contro 'se '""ste.~s:.; ci r.imarrebbe dunqqe
solo
.
...
queste filosofia nlinore ed come se attraverso_ que$to discorso fosse
.

~ramente possibile leggere ver~m~nte Hegel. Mc. dal punto di viste del
"
(

--

pensare che in radice. fostituisce questo problema il discorso .. ,non baste,

Mauritius_in_libris

deve. andare avanti, mentre pereva.. non possi-blle,1 perch lo'-Svil'ppo


del discorso, come nndare ovtmti, era. uno~ svt-luj>po ;-he -sinbt'avh impen.-
sebile perch il .pensore si trovava:inceppnto:nll 1 aporia che ere ra
-di.ce.lmente la sua stessa ap0ria: il poter '-diventre -datit!:la medie-

t,

Illll.

si -riusciti a dimostrare che, a questo:pooto,i proprio permez

zo dell' nporia che radicalmente il pensare , la dtit non , dat6


che il pensare al principio di queste

operazione~ meta-fisica

pe"t'

mez~

zo della. quale il principio viene ribalteto . di -l: dai termini che esso stesso costituisce,.e que-sto significehe tuttf i termini che fino. ad ora ir pensere he u:sato. per costitu.re questa' operazione diventano, tutti a 1 1 intero disponibil"' da parte' del pensare a' qtiindl princi.
pio fine: inizio termine 1 non sono pi termini

1na

1' intero

1' intero

diventa esso stesso l'unico termine di riferimento del principio posto


nell'atto di l dai termini 'che nascono dal principio stesso, l'intero di tutti i. tenaini che, in radice, costituiscono ci che il pensa-.
re usa per questn operazione, non sono pi-:1 termini perch sono lo stare in quel punto iniziale nel quale' il pensnre pone l'operazione per
mezzo della qticle il principio-comincia stesso, il cominciare se
stesso dn pnrte del principio signi.fica il diventc.re da parte dei termini l'intero che ilprincipio'stesso:uso.-per cominciare se stesso;
a: questo punto dobbamo parlare solo del prtnotpio e non pi del. prin-

cipio in rapporto alla fine, della,,.finein-rcpporto nll'inizid1dell'inizio 'in rapporto,, ai termini,

'ma' del:

principio che come cominciare

se stesso in rapporto soltanto.alpensare . Aquesto p.1.lnto abbiamo


soltanto -il prinipio da una parte e il pensare dell'altra ed questo
stere in rapporto-del principio e del pensare'a.questo inodo he d modo alla dtit di non essere essa ,stessa co~do.tit, perch n q00sto
punto la datit si<trovn. ad essere senz'n termine e senzn principio,
dato che il principio.stesso senzn i tennini'chel'hanno costituito,
ma questo "dato che il principio stesso senzo i.termini che lo han-
no costituito" l 1uso doppio del medior-cto il medio della .mediet;
dato che il: princ:ipio stesso senza i termini che lo hanno costitui-.
to, cio che lo honno posto. in quelln possibi-lit per mezzo della quale il pens-ere lo ha posto: di l dai suoi. termini, tutto questo ttato''

Mauritius_in_libris

non "dato" conie tele, ma il

de~o-:cor~~t med.lQ.~Q.etlo .--Oiediet

che

costituito del pensare; in questi tenaini il medio delln mediet toglie


l ' __iQ.~;t_:o, _._iJ. medio .:della mediet pareggia- l'uso deppio del:termine cd

. ~e -doppia 66\iat.,,,
. o6v<XI.~

costituita. dal togliere in s: (eco la doppiezze)'~~ riel

pe~sare,

ti nel

che proprio. del perisar -uy~qUntOC l>doppia

l'int~ro.;

pen~~f:~:;fia

tutti i tert:iini che.

d_1v.~11t.a

i.ttn.tero sono tutti tol-

parte del pensare, il principio in -rapporto alla fi-

ne, l 1iniz_io in. rapporto al tennine velgop<;>;; __in_JJ!!e$t.o:.rapp:<>:t:tj)_~isolo_ .


in quanto. ques~o rapporto tale nel pensare e -1 pensare~ nllor'o !-intero : es$o stesso i-1' termine unico di..- una operazione,-r dlln attivit propria _:~l -pensare pe:r mazzo; della quale il pehsare r~!:costltuisce
attivnme:nte l '~to' doppio~- del termine, per. ~z.o_ 9ell~ ciUa:-1-e:_opei:'azio'f.le il pe't,lsarca d essere nll-a.- sua attivit, il pensare fa" nascere, es~
so, :la sua attivit; perch le attivit-del pensare nel suo momento
_genninale corri$.ponde -nlln. rlcos.tituzione: dell 1uso doppio del termine
come att1..vit doppio del pensare. Il pensare . la stessa doppiezza di
una-attivit che lo tocca in rndice e questa attivit che tocca il pensare in rndice il togliere.nel pensare stesso l'intro, per cui il
rapporto tra principio termine, fine inizi .l'insieme dei rapporti
che vnle in quanto .. vo.le solo nel pensare e dal pensere emrii fuori dol
-- : P:~nso.~e ;_ i;_l:: pens~%'.e. _ ~~.:-!~8e>:met?~~ti.iC<? cie~ . -~C.P.J?-.O~ti __in modo tole
..c.h~
iiuogo meto.fist.-co
dei rappor,~f::
__ sJgn~~i:C~L~~~~~---U _l_~garne di tut- - - .il
. - .
..
. - .. . .. .. .
.
..
-~

- ....... -~-

ti:.i .termini che costituiscono i'l _rapporto, anche-.:quendo il rapporto


- tra

.~sti

tennini il rapporto :che nega ,i termini stessi o be pone

i tennini_gli uni.contro gli altri.

Mauritius_in_libris

, r_!

~-

lSO -

. IX. - IL PRINCIPIO E IL PENSARE.-

- _;

.. Siamo ad un punto nel quale si pu dire che :i.l principi:C:fe


il pensare. si fronteggiano,. si fronteggiano soli, net; sens i:n cui per
un .verso il principio !:!.!!!. l 'in_tero per condnciare'se stesso, e per 1'i_
altro verso il pensare toglie in

se

1 1 intero, -quindi si potrebbe: dire

-che la sitlulzione a questo punto la seguente: il principio' usa ci


che ,<il pensare toglie in. s;" nl senso secondo il quale appunto i'l princ'ipio usa l'intero per cominciare se stesso in quanto il pnsare toglie
in s. l'intero,;-- il pensare che togli in s 1 1 interO' costituisce con
il togl.imento dell'intero. in s quello che Ilo chi:amnto r'addoppiariiento
dell'uso dopJ>io de-1 termine: il pensare raddop?'ia l'uso !del termine
in quanto ricostituisce lll' doppiezza addirittura come <::i.ttivit propria
del pensare in radice; ricostituire la doppiezza da :parte dei: pensare
significa pareg~iare l '\iso doppio del termine alla stessa:r d-ttivit che
il pensare in radice, quindi' in r'ndice il pensere costituisce se stes.. so in quanto reddOppin l 'us> del termine, ma questo 'stesso si identifica con il toglimerito in s dell'intero, e 1--intero a sua volta ci?>
che costituito dnl co'implicnrsi dei terinini, quindi tutt:Fi termini
coimplicatt nell'intero in quanto intero sono tolti dal peri'sar' nel
pensare: il togllmento da porte del pensare ini s di termini costituisce l'intero

ma

miChela dopJ)iaazione che il pensare ~ in questo sen-

!Q; allora, la doppiezza del pensare in radic-e costituisce una sorto

di proliferazine della doppiezzD., cio il Jpensore : conie se fosse doppio non tanto per ci che esso fo o opek-a, quent(i -per il fatto che in
radice il suo essere doppio come se facesse essere la stessa doppiezza corne tnle; in radice come se l'essere doppio del pensare fccesse
nascere tutte le doppiezze possibili, e per sono tutte le doppiezze
possibili che nascono dal pensore fino ol pensare, mn dal pensare in
poi non sono ulteriormente possibili; per cui se io pensando conosco
ho acquisito l'uno, perch tutte le doppiezze nrrivnno dal pensare nel
pensare e nel pensare fiaiecono, in quanto il pensare la stessa doppiezza originoria dello sua stessa nttivit fondamentale. Do questo
punto di vista tutte le possibilit sono tutte le possibilit prima

Mauritius_in_libris

151

.,

del conoscere, perch conoscere signi~ica 1 , da ~~~o punto di; vista,


non sbltaritc>" essere assieme
~~-- un
certo livel,,lo:
~,~re cum, tna:, in un
.
.0
.
. ..
senso pH1 profondo, conosce~e
significa avere . come
passata~la conqui....,:1'
.
sta dell'uno, la stessa ~scita dell 11.mo o 1 1uno-.nella: stessa- disponi
#

..bilit della nascibf-he esso , quindi l'uno " nella c;iisp~;n~~~ilit


~del-.

-1a nascita che esso stesso' come uno, conosce~e, non pensare,. conosce.

:.

'

re in quanto c~noscere sempre relatj.vament.E!. al pensare, ma questo


possibiie ,- sar possibile (quando sar pq&,sipile non- sar: p0:s.sibile,
qual~,

rimane necessario) perch il pensare ci. nel


!

finiscono[ ctutt-i.

i' possibili, perch il pe.nsare _ci dal quale .tutti i possibili sono

necessari, il pensare_ ci nel quale tenninano tutti i,. possibili perch appunto il pensare questa stessa doppiezza della'. sua stessa attivit a part:li:e- dalla quale,~ a parti~e dalla quale significa! in gue
do per il quale il pensare come se tornasse ad esse%',e,_una :sorta di
principio paradossale contro il princ_~pio che gli sta di::.fronte 1 perch il principio di tutti, i possibili che debbono essere da lui per
finire irt lui, nel pensare stesso. In questo senso come se il pensa.

re tornasse ad. 'essere un principio, come se il pensare tornasse a


se stesso coine a un principio contro _e verso il .p,rillF,,12_101 ,..:.'.-_ qj.J'ldi
come se la situaz:i.ne . cfie
,.

sti~o- '.. ~~r~-~ndo


:" .
.
.:

~hlarire!:sicnplteas-- ---- --- .....

di

se a questa maniera: abbi~ !:!!! pri,~~i,p-io nei cui onfronti il pensare ci attraver:so il quale lo stesso penSio.re rimane fermo i~.--s con~

tro il principio; quindi,_ abbiamo un grinclipio,. il penaare, rit princt.pio; il pensare come se fosse ci che_t;iene divisi ci che,-nel lo-
ro essere divisi, invece, sta assieme: il pensare . ci che tiene divisi ~-principio e

!!

principio, p~:r il pensare Jl~llo stes~o me>d(>;

ci nel quale que;sto essere diviso del principio finis_ce: per: essere
la divisione che riguarda c;ia questo punto di vista la $tessa:determl~-.

""'

nazione fondamentale per cui .come se da;l. pensare .dovesse:in qualche


maniera essere determinato tutto il
principio il principio, e .per
..

dinami~mo

uie~~o

per ruezz(),del .quale l!!

_del quale_, .il principio non pu

tornare ad essere un principio: come se. stessi cercando di dire que


. ,:

sto: un principio l'indeterminato del principio,, :Jll nerlllleno pu essere 1 1 iTI:determinato del peincipio, in <Jllllnto si~o senza deterininazio-

Mauritius_in_libris

152 .

ne, cio non la.,determinazione, iaa


minazione .. signific!l:.1

~PP-\lnto.

per

i-

~1

non esse.re stesso, della: deter-

questo-~

che allora un principio pu

essere un. principio1 cio(:pu 'essere.!. lndeterrrd.nl:lto:;:( per ci: appunto,

senza

per- questo: esso senzs:Udetemnina2ione' petch:; la determinazione

determinazione9e. allora.- in questi. termini, l'indeterminato ripetere~:


be l'essere :della determinazione: sen~; se' stessa; 'l 'indeterninato sa-

rebbe la ripetizione inutile della Idetennitiaztone

tttndetermiiu~to

la ripetizione inutile della Stessa determinazione; dove ripetizione


inutile della stessEl deteTIUinazione significa- che "l'indeterminato ri.;
pete::la determinazione prch '; senza .dternt!nazione in 'qtianto 'ia

stes~

sa determinazione senza S' ste-~sa, per anche cost 1' indeterminato


un modo .._ge_l,la. ge~~J:"JPinE;zicme., ancl\e..::~Q.S.. l_tt.nde.~e.rminato,
pio fil!2

ess~r~.~!!.

p:rincip_io;

re il P.1'."ill.ip_io :del

p_e~

:Un

princi-

eseri:ipto_;, .l 'ld~ dell'.esset'e ___ pu __ esse..;.

p~nsi_~~~-j~~_()l1clO. RQmi~_i,

o. .l..!~ss.gl:'.e l

'~IAit.ned.iato

indetermina~.Q pu es~e.r~ U.11.__ pt1-~c:tpt..o. ~co1pe _il p_i;1,JlCJpt.cLdet1a l.og:l.ca

di Hegei, pei::c~ tra un p_i:'int_ipiQ e ..;i.l princip~cLil p!Odg fQ.tldarnental,e


attraverso ~il qllllle la determihazionei

ilo~ e11~en4-o;.

pu determ.t.nar.e

il principio,' da un:principlo il principio 1 il.pensare. Fr~ un principio e il principi.o un .mod

~fpndamentale

"1-ttraveTso 11. .wle un prin

cipio pu ,:attribuire a se stesso il modo della determinazione apoynto il pens4te. Allora il ~ansare nei: CO'nfr_onti del-. prine:ipio toglie
1 1 ihtero, matogliere i.-intero significa fare diventrire''l:'intero l'u-

nico te-riJlt.ne poss.i,bile Mi

con.frQ1)t~. d~llo

stesso pensare_, per cui fra -

1 1 intero e' il pensare ili \discor-so sembrerebbe 3i chiuso perch tra '
1 'inte~o e .il pensare ci che fa .. da :principio i.lpensare, in quanto

l'intero si costituisce nei confionti del pensare come l'unico termi~

che possibile per lo stesso pensare, come ci nel ,qullle tutti i

terinini possibili hanno tennine (hanno termine va inteso nel suo .::senso letterale cio come ci nel quale tutti i tennini

~possibili

hanno

termirwr) ril' doppio modo nel quale: ppunto i termini hann termine,
per un verr$V come ci nel quale l'avere termine significa la pO:ssessi;
vit del termine stesso, e duriqueilverbo'9l'averta termine,
.:iltro verso, e quindi non alle.i.stesso

~O

_ma

per~

ma. identicamente, come ci

nel quele la possessivit significa pur sempre il potere essere tenni-

Mauritius_in_libris

153

ne, non tanto .o. so1tanto. possessivo di. se stesso, quanto addirittura
possessivo '.di ci che lo. pdssiede; dunque -:tl ~p_etisa~,,_nd ;:,quale
i tenninLhanno- termine nello stesso tempo p.o'SsedUto ~dai

t':itt!.:~-

.~termini,.

ma possiede, .ci che. lo possiede: ;11 firlire def termini ne,l pensre identicamente possiede il pensare, perch lo costituisce, ma nello stesso
tempo anche.-pos seduto dal .pensare, cio 'i termini, come 1 1.i'ntero che
1

il pensare: toglie in s, identicrunente .costituiscono. il pensare e lo


posseggono; ma anche identicamente sono. ~posseduti dal pensare .
Da questo punto.di vistail pensare noripotrebbe andaredil dal
termine che 1 1 intero stesso- per il pensre, e quindi da questo punto di vista si potrebbe dire che il discorso. del rapporto tt' 11 pensare e il principio rischia di rimanere blocato nel rapporto tr.a il
pensnre el:'unico termine.possibile, percui il pensare rimane il principio -rispetto al ,termine unico che possibile per il pensat'e in modo tale per cui dal pensare come principio rispetto .. al termine non possiamc> :andare al princip.io ;come tale, ,dal pensar.e, principio rispetto
al: termine,. non possibile arrivare nl .principio come tale,. temto

vero- che fino ad ora il principio.ne! cui onfrontt. questo .discorso


si sta intessendo rimane il pr.incipio come. il .cominciare se stesso in
quanto usa 1 1 intero, .il principio in quanto uso dell 1 intero per me/i!ZO
dcl quale 'il-'priricipio cominci-a se stesso cio il principio in quanto
usa dell 1 1nteroper coininciare--:se

stesso~nei-.confronti

del-pensare,

come se allora il principio, ,da questo punto di vista, _non fosse,

il principio da questo punto. di vista,. nei confronti del pensare llim-


nn perch non possiamo pensarlo secondo l'essere, ma- perct~ ti-a:i-1

pensare e il termine unico che proprio deL.pensare,, .il .principio


g;i .. se qualcosa , gi tra il pensare.e il .ter.mine; l'intero c.ome.
la coimplicazione 'dei termini che : diventa l.'.unico termine
stesso fa -del

pens~e

lo stess_Q

cipio tutti i term:l.ni-:-diventano

del:;p~nsare

prit1cipi~__ 'd:~~ ;.~rmine;. pe~ :cui~

nel prin-

termine,_:o~_,que_~~() __ e~~~- ~~-'v-ista,

se

nel principio tutti _i termini diventano termine, 1.. 1 diventare. termine


dei termini nel principio a sun volta determina lo ste.sso principio,
il diventare termine dei termini nel princ:f,.pio fa di que:$tO stesso un
costituire il principio e costituir il principio qu significa:. fa

Mauritius_in_libris

- -154

di ci 'nel quale i termini diventeno termine . iacinpossibilit di andare di l daqesto per il principio; allora l'?a\tre:ida parte del pen-,
sare,i;.termini come termine significa-da' prte:,de1>pensare :il non -potere valicare:questo ciola invalicabilit del .perisare nei confronti
del termine che gli proprio-.

..

In questi termini .il:pensare no1.1 pu,pen$are 11 .principio--come ta-.


le ma come se fosse. originAriamente costretto . a pensare sempre il
principio. come' termine del pensare' stesso; il motnento . :nel quale:--10 penso come principio l'idea dell'essere corrisponde al momento nel quale
non posso

penserel~idea

dell'essere come principio perche per potere

pensare 1 1 idea dell 'essre comeprincipio 1 1 idea dell'essere diventa


il termine del pensare stesso. diventa termine nei confronti dl pensore, il pensare per poterepensllre.qesto termine come principio do
vrebbe andare di l dal termine stesso e dunque non pensarlo come termine,- cio non

pen.sa~lo; allo.rEi~r..on.

:.mJ.~ . Ji.lO$ofia_

che pu negare

11on_:J~P-.1o:s:iJlQllJ:u:~

bisogno di, _si-

:....la

che l'idea dell'essere sia principio,

stemare una filosofia per dimostrcre che l'idea dell'essere non principio9

ma

basta pensare l'ideo dell'essere

~principio

perch l'i-

dea. dell'essere non-sia principio; la conseguenza catastrofica, anche questo di.scorso -catastrofico, co..tastrofico qui,. vuol dire: questo
discorso in realt
questo modo'

se riesce a dimostrare che pensare il-principio<!).

significa~~tion

pensarlo, in verit non che sta. dimostran

do il principio, ma. , sta cerc:ando d-1 leggere 1a logica--intrinsecn del


principio stesso; in questi tennini che sono fisiologici del pe.nsare
speculativoj ' corae se rosinininnaiaente fossimo costretti a leggere l 'idea dell'essere, ome pri~tp19.J. _a qw;s~a...:m~ni~r.4,_ no.~~, p~r_!_mnnc._illlZ~
o imptenza speculativa,

quc.n_e_Q ___ per un

tiva; allora, da questo punto dt: :vista,

c~~~~--

tipo . .d.i potenza specul12-

il~rpensore

rischia di riraane-

. 't"e talmente' esso stesso il principio del proprio- tennine che questo
finisce per impclire Eil principio. e

stessoi!.fit:l:~sc~ .P~~~--~~e.c1~re. ~~---

principio il principio,. e do.bbiruno leggere:c'll principio in doppio. modo (perch silIIl nel momento: nel quale 1 1 attiv:lt del :pensare originaria e nel molllento 'nel quale 1 1 trttivitdelpensarein quanto originaria significa serapre attivit doppia, e in quanto attivit doppia

Mauritius_in_libris

-'

. 155

s~8nifica

sempre ~'esse~e. ?C)ppio di tutto ci c~e viene in rappo~to

col pensare),_
in
quant~_al_
principi<?
significo
identicamente
sia
lo
.
.
,
..
'- .
.
. :
.
.
.
.
.
..

'

5lel, pri~gipio:- cio

stato in luogo del pr_~~Cii?~o" . sia. il moto a luogo


...

.-

s~

nario di
;

~,

.., -

.! :... ; ... ;

'

'

- I

' . .

'

"

, . ,(

'.

'

. .

~~

,t9\~c:>,,.,inq.-.quaruJo
J ~J , ' . '

"

il,toglimen~o 4~1
.

le.l._pi-inc:ipi() nello, stato:; or~gi' .

'

-.

. -

'

dove. il principio st}to

cipio intendiamo dire

'

oncre~!~!le

al principio significa la
..

,;

.. .

. .~.

_J

....

_i,ciruno: ol prin-

, .

"

tAltneQ~e.

prinC,ipio

..

.J,

.> 1 .

'

, .

...I., ,

I~

che il to-

-'

gliruento del principio corrisponde .allo, ~tesso .. stato .. 4~1 principio nel
.

_...

. .t

. j

- ..

principio
talmente
che il princi.pio
nqn
_pi:),
,mc
.
:
.:
'
. .. .
.. . .
.

'

.) .

riman~. il:
. .. ...
--

~,.n>r~

rimene ci dove il principio , e dove il__ princ_ipio

':

.!,.,

suo . luogo,

,che .lo. sta-

re del principio,
quindi, al
principio
cio stato
in luogo.
Al princi. .
.
...
. r - .
.
pr~ncipio,

pio impedisce al principio il

i~e~isce

al principio sia

in questo senso, sia nel . .senso del dativo,


__impedisce al principio stes'
: \..
;

so il principio, ,per cui il pensare nel mom.ento originario nel quale


pu avere l'unico tennine possibile che ess~ pu avere, cio l'intero,
..

p~incipio

il pensare dal cui punto di vista il


,. .

s~nso ~..

il principio in quest_o

'

:_~

' -

.-

non pw'.> essere.perch

'

\o. impediraento del

princip~o ~1

;princi-

pio: non possiamo_ mettere assieme lo stato in luogo, il moto a.luogo


,

'

.J

,'

.,I.,

'

e il dativo perch non


abbiamo
il genitivo, non obbiam(): c:i che ha ge1.
.
'
nerato, ma non che non abbiamo soltanto il_ genitivo,, non abbiamo nean.

'1,

'

,::,

..

che il nominati v_o, . mn ~n ~- _c:he no~ abbi~: 11: ~C)mino.tivo, non obbiamo il verbo; il
-

):

rappor~o

tra il principiR ..e ;Ll pensare nea .. sue. tra-

'

sparenza
p'l sottile
in realt
:
,
.
.

''

corr,~~ponde ~lla
~

..

'.

..

.'

..

'

ste,Ssa
.. . .
,,

<lamentale del verbo, ad una, privazip~~ f_ond.9JI1entale del


.

dipende n dal pensare n dal principio: il...


,.

pe~s..z:e
,\,-: "

-o

'

'

pr~vaz;lone
.

~..

v~bo.
< ... .

.ton-

che. non

e .il,
principio
qs.
.
.
,.

sieme non possono privarsi di ci del quale_ .,aono gi pr:lvi per origi_ne perch senza origine, privi per
origine, il
vi, per

p~nsa~e

origi~e,

or~gineperc:h

e il principio, per cui.

essi

~tessi

senz;~ o~i_gi~

senza

per ci pri-

di ci del quele essi sono in reait poi 1 'csp.~_sizio

ne, le mancanza del verbo. Noi facciamo fatica a pensare a questo livello originerio perch l'unico verbo del quale possiQJllo disporre .
1 'unico verbo che non possiamo pensare, _ed il verbo essere,_,perch

l'untt~

berbo

eh~

non

possi~o

pensare o questo livello, in qanto

..

se noi pensassi~o

.7 essere

a questo liv~llo ne~ quale il livello-.: ori-

ginario a questo maniera,_ originario

p~:i:;ch

Mauritius_in_libris

privo dell'origine, perch

153

senza origine, se noi potessimo usare


sere usat9

sa.r~l;>.Pe

l'e:~sere

o._ges,to,}iyello., l'e'-

.talmente che. ~ie,nte sareb,be . ~ non fosse soltanto


t~;

',.., .,

..

- - - --.

L~essere _he 1 'e_ssere_ ~' alla s~essa .maniera co1ne noi .siamo la. .P.F2Ya
~:

.. -----' -

. .....,.

es! stenziale di questo discorso. perch noi. siamo__ ci che .siamo o. quel

,f

'-

_,

'

.-

"'"

,,

.I

'

lo .. che simno indipendente~te_. dalla part_i~~.. metafi~_~ca tra i~:J?~nsa


re e il principio: tutto cicpe
riguarda !~esistenza dell'esser~ o
.....
.....
_,....

..

degli esseri :non dipende dallapqsizione e dalla soluzione del rapporto tra il pensare e il principio; noi risultiamo indifferenti al rap-

qi

porto principio-pensare perch siomo senza differenza, fra


------- .

noi, noi

------

..... - .. -- ----- tr~ n~i e.~oi.

- .....

siamo indifterenti al rapporto principio-pensare perch

siamo senza differenza, perch il momento nel quale noi riceveremo differenza tra noi sar .il momento nel quale avremo ricevut_o_ la

d~f feren-

za tra il principio e il pensare, perci, siamo eguali, quando siamo


'

-~:

eguali perch siamo eguali per questo motivo, si.cmo eguali per !motivi
che non toccano n il pensiero n8 i J"apporti fondanentali, sillll\O egua:li soltanto . perch siamo senza differenza tra di noi, cio siamo
11 significa in realt non

~iamo

al livello nel quale pQyreIIJil)O essere,

e per ci simno. eguali, dove essere eguali non significa pi


non

signif~a-niente

e~-

perch significo quel tutto che

, sia per s sia nei confronti dell'altro, sia

niente~

4i

ciascun~

~oi

vicendevolmen~~-~ia
-..)

...

'

,'

reQiprQCl!mente, mn tra il principio. e il pensare il rapporto deve e.,ssere tale da potere essere, identicllme~te sia di differenza, sin.on.e~~
di divisione, ma di differenza
soltantQ
__' perch ..la.- -differe;n,za
state.
.
.
.
:.

posta ad.un livello nel quale sic.il pensare sia il pri'l).Cipio.p9ssono


avere differe_nza, se la differenza : ma .no.n questo
to nel quale si pu ipotizzare la

di~fere.pza

sare se trail pensare e.il:px:incipio

~embra

in quel modo per cui 1 'ess~re: chiuso del

il.momen-

tra il principio e il penche sio impossi'Qile il


~ermi~e

rapporto, .in quanto il pensare chiuso dal

anco~o

pens~re

dQ.

che gli proprio


que;~~o ,17~~ine

si-

gnifica il principio di-l dal pei:isare; il termine che gli proprio


ci che.- il :P-rincipio us.n per c::on1inciare. se stesso cio 1' intero, .. il.
tennineehe proprio del
il principi.o_ \lsa per
---

-~

pe~~el;'e_;,J'intero,_m~

q~nciar,'} __ ~e;~tresso,

-.

......

'"

-----

--

l'intero c::,i he

quindi il pensare nello stes-

.. _.:..

I,.

so momento fa ci che il principio usa in modo tale per il quale il


Mauritius_in_libris

157~

principio usando ci che il pensare fa, di.l dalpensare perch co;.;.-mincia. se

st.es~o; \1$.~:l!intero

prcominciare se stesso;

1na

l'intero

che usa il termine del pensare che fa delpensrire il principio di


questo stesso termine; nllra, da questo punto di vista.,' il pensare
rischia di rimanere bloocato dall'avere messo comerintrinseco a s,
come unico .. terminel 1 inter<>j il pensare bloccato in s da ci che
il principio usa per cominciare, il pensare rimane.bloccato dentro se
stesso perch gli appartiene :talraente l'intero me l'intero -che gli :appartiene- cib che il _.principio usti per cominciare se stssd; per cui

l'essere bloccato del <pensre nel pensare corrisponde al non: avere,


dentro questo terminelJ il principio; il principio di l dal termine
che proprio del pensare-, il principio

di l dll 1 intero, non nel

senso . che il principio trascende.:.:l!intero ,:.. iL;5:prin:Lp-io ... cominei.~ s'e


stesso in quanto il suo stesso cbminciore se stesso significa usare
l'intero; il problem.:: non nel modo nel quale l'intero pu essere usato dal principio, perch l'uso dell'intero corrdncia il principio,
usnre l'intero significa comincilire do parte del principio come principio, usare 1 'intero significa ancora usare 'cl:_ .che. i termini sono ,
diventati, e quindi usare il fatto che i tenriinl' non sono pi1 i tenni""'
ni,n principio-fine, n nizio-tennine, ma sono tutti assieme cointplicati, l'intero, ma l'intero: tale per e dal pensare: il pensare':-~
costituisce l'intero per necessitpr<>pria, perch se il pensare non
costituisse' l'intero sarebbe; travolto dall'uso del . dppio che all'origine , se il pensare non bloccc:sse l'uso d6p{,:io:;del termiil, .: finlrebbe per diventare esso stesso un termi-ile'diquesto uso doppi. Il pen-

sare a questa maniera sta diventando un temine1 anch 1 esseodi un tenni-


ne che ' 1' intero, non un termine~, dei 'termini; -~ IIlll un termine di un ter.;,..
1

mine che'gli proprio, in quanto il.pensare identicmnente si trovn


sempre- al principio e alln fine-,., si. nel senso che tutto ci che sipensa, si pensa attra.verso, il pensare,: -mn; sia nel senso: originario secondo -il quale tutto ci che si pens:1non:::-si pensti c.:l
sic del pensare sia di ci che prtso'J - i pensare non

1n0do~ proprio,

pensa :;riientef;

cl-

lora da questo '?unto di vista il'pnsare origincriamerite 'necessitnto a-bloccare la fuga del terminet a far diventare i termini

Mauritius_in_libris

un

intero,

1"56

anzi l'intero che,gli proprio, .:in manterc che nel rapporto al tennine che gli proprio il

pensare.~

: identicamente sia principio sia ter-

mine, il .pensar.e in :.tutto ci che il

pen&Gl~e

nel pensare :come il principio di t:utto

c:i~( che

possibile pensare niente :-sen.za implicare tJ. .


ci che il pensD..re pensa; p.er cui
porto con ci che il pensar.e

penso ma il pensare
il. p,_~~sare, pensa, non

J>i?:~are :::n.el

l 1 1mpli,ca2;1.~e.4el

pensa,_l~sc~.;:,--;il p~nsare

Il pensare si.rtrova in una: situazione


confronti del principio che_>ormai come

ludic~

rapporto con

pfjlnsare

~l.rap
~tesso.

sempre . se
~nso c~e

nel

.$e._significa~.se

nei

l'assoluta

solitudine del principio, questo modo del pr-1.ncipio sec.ondo u.n

r~por

to al pensare che lo lascia a se. stesso, allora nel _.onfronto al principio secondo questo modo che dipende dal rapportol pensare, il pensare si trova nd essere fruitore delprincipio, il.pensare fruisce del
principio nello stesso senso nel quale il principio usa ci che appartiene al pensare; il pensare fruisce del principio secondo un modo di
appa~tiene

rapporto secondo il quale il.principio usa di ci che

al

pensare: .il principio usa ci.che il pensare toglie nel p~9sare stesso, in quanto il principio usa corrisponde all 11,lso .Qell'intero per cominciare se stesso, quell'intero che stato tolto dal

pensr~del p~n

sore, secondo tutto il discorso che. pa:r~iva do.11 'u~p_: doppio d~J. terru~":":
. - .......... -
-.
- -- -- - . ne fino al raedio della mdlet e fino.al.l'intero. nel quale tu~ti i termini sono l'unico termine che sta .nei <confronti del pensare come

Q\JE!~

sta sbr.ta di conglobmnento. :di tutti .!L, terruini. Lo stato ludico del pensare corrisponde a questo stato drmmnatico del pens4re, _il
trova senza principio perch il principio usa

4~.ci

possiede1 ma il pensare trovandosi senza principio

pensa~e

si

che il pensare

per.ques~o

motivo,

doto che (dato che vuol d_ire dall '\,lso doppio del termi?Ua). i~: pensare
ci che toglie in

s1L~l 1.intero

e l'intero ci che il prin.cipio usa

per cominciare se stesso, : come se il trovarsi da pnrte.del

pens~re

senza principio dip.endesse dn ci che il p.rincipio. opero nei confron'

ti del pensare, in quanto per un verso il pensare toglie l,'intero, mn


per altro verso l'intero tolto dal

pensar~

ser.ve al principio; quindi

per un verso il pensnre toglie in s 1 1intero, per un altro: verso il


principio usa di ci che il pensare

togl~-~

Mauritius_in_libris

in se stesso; da questo pun-

159

to di vistn il pensare si trova . ide-nticamente. senza principio per il


pril!Cipio, a causa del pri-ncipio, i_n quanto .r lo stesso principiio che
imp_~isce

al pensare cli possedere i l prinip:io, perch -il

princip~i.o

du parte sua possifade 1-'intero c.:ome 1-'us.Ci che gli ._serve p.er cominciare. se stesso,

ma

l' inte.ro ci eh.e il ..principio pu possedere perch

il pensare lo -toglie in s. In termini imnediati.i per comprendere il


principio abbiruuo bisogno di ,tutto -ci .che i.' intero ,

IUll

per compren-

dere il princ:ipio 1 il bisogno di_. co1nprende.re;,_tutto ci che l'intero

-significa il bisogno di comprendere iL pensare, per comprendere i l


prinoipio abb:l,.amo bisogno di comprendere ci: che l'intero comprende
e l'intero comprende tutto ci che perck: .al.principio, tutto ci che

necessari.o al principio, ma questo


in- q\inntq_, .deve

.~ssere

.:suck vol.t..a .pu es.sere compreso

lo stesso pensare ad.. sssere compreso dato che

il pensare :tl;' unico comp_rendere 1 'intel:'O che .serve nl- prihcipio; per
cupire il pr:J.ncipio devo ca.pirla come. principio -nel quale,-- in qualche
modo, ln linea e il ter:J1dne coincide col principio ste.sso, mo per ca-.
pire questo devo pensare e _;per pensare questo devo: comprendere tutto
questo, allora tutto questo si .potrebbe dire a questa: niani-era: pensa-':
re il principio, nm pensare 11 principio. niente, per. oraii, perch

pe~

sare il principio. dn questo punto d.i vista.non pu corrispondere:r(all''analisi. del pr:Lnciipio, . perch pensare il principio pu avere significato_ o. questo punto di.questione solo come analisl.del principio, ma
se fosse possibile a questo punto l '.analisi del:. -principio; L.'.annlisi
del principio, sarebbe l '.autoa.nalisi, cio sarebbe il -principio. come
analisi di se stesso e se .11 principio fosse -1' nnnlisi di se stesso i
l'unica sintesi possibile,- di :questa analisi. sarebbe il non poterne di
re niente;. dato che il principio coroo nnalisi di se stesso

sar~bbe

di,

volta in volta,. nel momento della. anaLisi, ~una sinte:si, in nltri termini: se il principio analizza se

st:eis~o.,:J l'analisi

'che- i_lj pJ:incipio

pu fare di se, stesso. corrisponde al mettere in filn _t'!.ltte le sintesi


che ogni volta :il princ.ipio e quindi corrisponderebbe . alln primnati-
cit del principio: in ogni Iaomento il principio il princi.pio, anche;

se nell'analisi di se stesso il. principio; nel momento analitico-; nonpu essere tutto il principio e invece deve essere tutto il principio .

Mauritius_in_libris

150

Ed ,ffegel cerc di risolvere questo proble1tui -con 1 1 imrllgine e certo con


l' ir.amagine si fa presto a :risolverlo, inve.e del processo, linear il
processo circolare; nel circolo ogni iaotnfitocortisfjoild~ al principio
e alla fine dello stesso circolo,,. rtl '-'Cirooi~ ogn:fJpunto nello stesso tempo intzio .e fine.:de1 c.ircol<i :stesso, dfo il circolo; alla stessa
.'.lilB.niera come ..neL: processo linear succede che :il iptinto non corrisponde. r,1ai nlln :f:Lrie

perch~

lo<stesso processo, in quanto lineare; finisce

per allontrinore sempre 11 punto dn se stesso, ma nncbB qui: eiata l


linea, il che significa che se queste question~ le impostiamo 0 nlla maniera classica o trasceridentale, il pr:lnc:i.pi<Fdi queste questforii-non
~.mai il.principio, nel circolo hegeliano il principio non l'essere

in ogni momento11 ircolo principio e fine di se stesso ma la datit del circolo, V'essere dato del circolo come deto, alla stessa

Iill-

-- niera come dal punto. di vista classico il problema del principio non
problemn perch in ogni roomento non 'solo vero che ncnde che il
principio il'ldividuato sposta la sua finet vercvrimane la datit del
principio nel qunle il principio sposta la sua fine, allora ci che
pu interessare nell'uno e nell 'altro non- il tipo di spostamento-,
non il -capire che il: ;principio;. sposta c6rt

se il principio capace di portare

t~v

"S

sempre la sua fine o

sua fine con s, portare con

s sempre la sua fine -si:gnifica ssere nllo stesso motlento

p~incipio

e fine dove chiaro che 11 circolo che .fa i:l principio, ma dove
anche chiaro che :il circolo. che fe il,principto anche fatto dal punto a cui esso d origine1 alla stess'a maniera come nel proces.so lineare il punto d inizio al processo-lineare, alloro il problema non consiste nel capire in che senso ci sia,. o non, differenza trascendenta lei o non, tra i due tipi di processo, ma til capire che in tut;ti e
due i cosi il processo dato, abbiaino la datit del probessoi per: mezzo del quale il principfo ; questo non colrrisponde nlla questibrie; in
rndice del principio che invece . la

se~nte

secondo i termi.ni in r<'l-

dice -della questione: 'il princlpio- per un ve:rso' usa ci: .(:be non appartiene 'ti se stes'so, in q\.ianto ci che il principio- uso ci che il pen. sare pensn,- in .quanto il pensare pensc l'intero ma. ilL pehsnre: l' inte-

r da parte del pensar.e serve al principio9 non al, pensore,: in quanto,

Mauritius_in_libris

151

appunto, il pensare., . togliendo in s 1 'intero -'ricostituisce l''uso dop~


pio del tertrdne e de~ennina ln s~a stessa rtttivit, si determina come
attivit in radice, IDll.. 1 'i~te~e> che il. peri~arer toglie in s . 1 1inte-.
'

'

' f_

_ .i

:"f'

, ,

r..

,.

.".

ro che sezye al .P:r,inipio


. .perchappunto ii' pr:.ncipt usa 1 1i:ot~t;o per
.
.
'
.
.-..
...
..

corilincic.~ei se st~~so .. Questo produee


.

..

&ih:

.i. ~ .: . -~ )::-.

'

sitilzione <:be si pu_, <;}liama-.


l. .

'

re la situa.zione ludica del pensare, ludiee 'nel sensb .greco,>aio .tra-_


gica, noi non

sappi~ i' ~~i-gin~ dein

'tra'gedio gr-cl-:perch lp.

~rag~'~ _.

dia non sa, se stesso,. in questo se~~~ il tragico >greci:(), il vero -trag!co non sa se.: stesso
non ha

~~rch _ indtff~~~ntemrite. un

flien.~e ~-i.;p,~rdere '-

gioce.tore dato cl;le


.

' . .'

come se il tragico fosse il classic9 gio-_.

catore nel senso nutentic:o


i;;
_.,._-!. :"..

~nto 'gioco tutto ci che non.gli _appa~-.


..

tine e per questo pu giocare- in .assoluto, nbn il gioacator.e di stmn:... :

po romantico '.che appartiene alla letteratura,

Ii1ll.

il gioc.ntore che non

si spara e quindi per questo tragico, in quanto vive per il gioco, in


questi tennini il_. tragico tragico non perch mnnchi dell 1origine,
in quanto chi vive il tragico o chi lo contempla non stato.capace
di capire l'origine del tragico, il tragico senza origine perch
proprio questo. il suo essere trogico: il non sapersi c0100 origine e
quindiil potere giocare tutto in assoluto, cio di potere .giocare in
assoluto:se stesso, e quindi l'origine della'tragedill esiste sempr~
in quello che la tragedia sa giocare, che rion mai l'essere tragicq
come tale .:ma. ci che l'essere tragico diventa non sapen:lo
da questo p:unto di vista in !odice il pensare vive'

U1ll

l'ori~in~;

situazione 4J.

questo "'t.ipoperct~.. il pensare gioca tutto ci' elle non gli appartiene
perch in radice 11 pensare gioca il posto del principio al posto del

termine e gioca_
ce il pensare

i~.
.

posto del termine al posto del-principio; in

radi~

. ;1__ .

~obile,

in radice
il pensare'tiosce perch nasce mobi...
,

le, il pensare ~sce perch nasce senza posto in quanto: il posto del
pensare ci che 11 pensare sostituis~e vicendevolmente al princ.!pio
e nl termine, per cui il pensare gioca que's'ta part~ttri: paradossale per
questo mo.tivo in quanto l'essere senza po~to del pensare cor~isp~nde
al suo nascere,. cio corri~ponde al suo po'sto 1ma il nascere e il posto
del pensare non sono ~iai il posto del pensar m sono ci Che.i} pensa.re fa essere di voltn in volto come post cbe gli serve per il prin-

Mauritius_in_libris

c~pio

eh~:

cont;r.Q .il :termine e .per il termine ;:r:ontro il principio, in modo

in ;ne,s.sl). momento dei due posti il pensare sia convinto dn qunlun-

qu~ cosa, ciq in modo che in nessuno dei due posti il pens'are sia tut-

to ci

cheip~ esser~.

sta

part~ta:

sta

manier~,_questa

voluto dalposto nel quale il-pensare gioca que-

metafisicll..che glia.pparttene com nllscite propria a quena:scita che gli propria di tanto-di quantq gli

. improptiaperch_il proprio di questa nascit'a. non riguarda il pensa-

re raa riguarda. lsi capac_it. del: pensare come capacit di spostare: il


te~ine co~

principio e .il principio' come

termine;~

- come se il pen-

.sare si. divertisse a_ bluffare in radice perch coroo se in radice il


._pensare fosse costretto a tenere presente il conoscere (conoscere' co__ me potere mettere categorie tutto ci che si conosce), in modo tale
a impedire al conoscere di mettere in ordine le categorie -del pensa
re, perch se il consere mette in ordine le categorie del

pensnre~

il conoscre possiede il pensar.e, roa se-il conscere possiede il pen1

sare noi conosceremmo il pensar.e dalle cose che : il conoscere li fa


conoscere

e in conclsione noi nort penseremmo, ma sarermno'il mezzo nt-

traverso il quale sarelllllo noi ad essere conosciuti Qesto n livello


~\lblime.

. lo spinozismo, in quanto lo spino.tisino di queste questioni

si rj.solve ,nell 1 abbandorto della problematica radicele e :nella accezione assoiuta del conoscere, se noi possiamo definire l'assoluto alla
ruanie):a in cui l'assoluto -definisce se stesso, la:.verit che l'assoluto che definisce se stesso in .tanto. definisce s :11n quanto conoece
tutto ci che non pu definirlo, per cui l'essere :da .parte dell 'as~so
luto come l'assoluto che in termini spinozimni s:ilgnifico conoscere
da parte dell'assoluto tutto ci cbe non ssoluto, cio ;conoscere
tutto e tutti e da questo non che noi non esistiamo pi, ma non pensiamo pii) tanto 1 1 asoluto diventa la conoscenza

asso~luta

D.a: questo

puntq di vistn la s.ituazione ludica del pensare la nascita del pensare per ---la
se stesso
re nemmeno

aapaci~1

s~~ p~r

,dhe il -pensare deve espri.mere dl s sia contro

i;e stesso,,.cio siamo al l!imite nel quale il pensa-

dsl.pri~ipio

che gli sta di fronte pu ricevere aiuto per

risolvere questa questi,c;>ne;in quanto il pensare non pu riuscire ad


avere con il principio

un rapporto per .-mezzo del. .quale il principio

Mauritius_in_libris

--

133

sia il principio del pensare ma- abbfanio per or'a "il principio;cotiie uso
- . .wv:.:

: -.

..

le ri'costituisce il termine al

..

~sta pcrtitd per tnez2io della


. . .t.. ~,.; ... . :..~ ~.
... - i . . .
posto d~l principio':e il prtncl_pio

dell'intero e11 pensare che: gioca

.:~ :.~.

.~::.

;-r . .

, .:

posto del termine, cio' '' c'otne se il_ pensare fosse questa parola
.. ' ..... :.<:r . . :.::.:.:

-~< ..

quaal

asso-

ltita: il princ-ipio per s e non per il pensare, cto cotne se il


. . i- . -

.-..

:r~-~-~~, ,~ ~)_~;,

pensare fosse il logos espresso di quest9,


del
prineipio stesso, dove
...
.. , .
':

';

'logos espresso del' prtriipi"r stso significn lasciare il principio

a s.
Dal punto di vista 'del' principio' :il pt'incipio deve essere 1aacio-

to a s, dal punto di vista del i'.)'rinc'ipid' ifi quanto principio il priftcipio non pu non esseie se non lasciato' a s/ rton ll sen~o 'se.condo
il quale si pu pensere: ;che il principio:' .deve essere ess~iuto rua nel
.

t-:.

-~.

'senso secondo il' quale si deve pensare 1 1 assolutezza del principioj


tutto il mondo dei rapporti .che dipende dol princ:pio, tutto il sistem- dei. rapporti che dipende.dai principio, cio tutto ci che in tan-
:.

.... I

.r:

..

"

to poss'C> pensare in quanto-' p.ossQ p~nsorlo secondo 1 1 intl:'inseco che nel


'pensre il prinlpio 1 m non nel momento nel .quale 11 pensare in
.

. {"':)

~\

. ..

::

.. ~

..

r'd.die questa- sorta di occultamento delle stesse radici che lo costi


tuisconb;, perch a q\.lesto punto 1-' intero lo stesso delle rodici che
costituiscono il pensare e che sono: .riscoste del pensare stesso, cio
il pensare finisce

permitizzrer~ci

che lo costituisce;.ecco perch

lo situazione ludica 'Ciel pensare~ ii pensare fa nescere 'di volta in


volta il posto nel. qliale il princ:lpib si cambiti' di posto con il proprio
tennine e questo serve lll pensare 'comemobilit 'ori~inaria dl pensa-

te,

e noi potremmo chiudere la questione in quanto'-ebbirun trovato ci

che cdstituiscedall'origine il pensare perch abbiamo; trovato la

mo-

bilit 'originaria del pensare: il pensare. in origine mobile r.ia. mobile condizionatanie.nte a.i termini che lo fanho:es'se~e mobtle, cio il
pensare mobiietr lo scambio reciproco de-i. principio ~con il tennine e il termine con il principio e

ll.

partire de :qusto. il pensare ,

il pensare pensa; ma dobbiarao tenere presente che il pensare in questo


senso questo togliere 'in s l'intero: che" Eostituisce a stia volta l'unico termine possibile, quindi noi abbiamo i'iiico termine possibile
che tale rispetto al pensare, che significa, da arte di questo ter-

Mauritius_in_libris

154

mine

unic~,

fare diventare il pensare ci che .impedisce a tutti -i ter-

mini di essere possibile

d_iversaraen~~

da cniesto unico. termine per cui

se le mobilit del pensare . dall'origine fosse talmente_ da essere il


pensare,
il pensare
dopo non
.
.
.

s~rebbe,
..

intendi~
.
...

se noi

il pensare im

mobilizzabile. cos co~ una cose ~~obil,izzabile nel suo e,ss~re: conosciuta per. c~i
sempre,

bian~o: corrispon~e

al suo . c~n~tto in assoluto per

bianco ,11.eJ . pu continuar,e


.ed esistere indif- .
.
..

rrialgra~o.tuttotl

.'

' J.'

ferentemente a quello che io penso, allora se io penso che dal rendere

i1~obili

le essenza nel concetto deduco il pensare con,.e c! .che

costituito dalla J:oi:za_ di questa inmobilit noi non pensiaruo, ;perch


nel suo limite
to o sarebbe

~mpi~ico i~

nostro pensare sarebbe il.bianco

l'~ssere ~onoscito

sedere le es,senze

co~a

perc~

s~blir.ne

noi

.~on.

pen-

.conosciuta sarebbe la stessa essenza del-

1' assoluto che sarebbe inutile


tn,

da parte di chi o qi <:;i che pu pos-

questa n10.niera, nel suo limite

seremmo perch 1 ~unica

c~no~ciu-

condurr~

alla sun definizione esplici-

. come se. dovessimo dire, che concettueb.lente definire l 'asnient~,

soluto.. in quest.i
termini non significa proprio
. .
. .
.

.. .

sti te-ip.iini definire 1 1 assoluto corne causa.

s~~.

perch in que-

significa es.sere. pens1..1-

ti dall'assoluto, cio se io penso. Dio co11e _causa sui io sto esercitando il .mio essere pensato, in qw1nto sto ripetendo
ripetendo estrattllllente c.i che io sono
trunente

son~

esattrunente la

pro~a

~pn

concret~nt~

la mia voce, sto


perch io concre-

evidente del dire Dio cau.sa sui e

questo perc=i1': me lo ha rivel,ato lui, se io .accetto iCNesta


o viceversa ;se non ln accetto, in .tutti e
conoscere,
do

c~b

CC?~osciut.o_

cnsi ln immobilit del

che il conoscere significa un rendere, sclerotico il monfinisce per essere ci nel quale .lq

re viene nssor;bite,
dunque alla stessa
..
pensare se

d~

.r~y~lazione

fos~e

~pe

dall'origine ci

rebbe pu.r., sempre il modo attraverso

maniera~
. .

~._l

qunle

.,

i~ pen~e.re

mo~~~iente

sare corrisi;>onderebbe all'essere come essere


pri~cip~?

come.. la; mobilit del

.mi fa co_nospere !l

be, perch il pensare renderebbe s.e stesso


essere sempre mobile dal

pe~~ai::e

rimar

non pensereb-

irtKnobile, il pen-

cqnq~ciuto

secondo il suo

scomb!ato col ten11ine.e dal terrai

ne scambiato col principio.

. ., ; .
. ,

_rap'7>i~~it d~l J>?nsn~

Mauritius_in_libris

. ~.r

.1

-- 165

Questo, importante: per c'apire che da 'questo punto~'di vistll il pensa- ..


re ident:ic~&ente ha 'bisogno di avere

in

s :11 pririei"pio ma' ane9~ 1 ha bi-

sogno dhe.il principio Qon sia nel pensare; e quindi' ~ibe se il: pen
sare -avesse bisop,no 1 per sua interna costituzionef della divisione del :
principio, cio al pensare non ;basta il vincolo del principio:'all 'idea,
non solo perch .il pensare non pensa' piil '1 1 idea) ma perch il pensare'.
avendo pensato 1 1 idee.. come sinossi teticanon pu pi.avere
zione ci

Q~

Q.

disposi-

lo rendeva sicuro. sul piano dell-tt necessit di tenere

il principio unito el compimento'delprincipio, non corneprincipio unito allo fine ma coroo idea, ciol 'idea serve al passato 'der J)nsare
perch come.se l'idea riuscisse a

soddisfar~

apparentemente q't.lesta

necessit che . iL pensare di -avere il prin'ipio diviso, allora nel


passato del pensare 1 1 iden come sinossi tetica, cio lo: tesi' del vincolo del principio al compimento significava identicamente l 'id~a mn
einche l'unit-. del principio e dei compimento e qindi il principio diviso, l'idea in.quento ci llttrnverso;cui il'-priniplo attua.il suo
compimento .. corrispond .al principio che appunto; ilcoH!j)lmentodi se
stesso-.diviso da ci che -1 'idea , per cui potevo pensare. il principio
come ideo, non il principio come principio, -per cuiplatonicamente

p~

tevo pensare che l'ideo il priRcipio, 1 1 idea''tanto il principi


che ho l'oggetto da pensare e .-per ci conosco, -rao questo vuol dire che
pensa-r-e 1 1 idel1 significa mette-rsi ;ol riparo da -tutta 1a problerMtica
che in -rad ice . la pro bl'emat.ia >del pensare; iff :quanto pensare 1 1 idea
significo illudersi di

~iuscire-

od :overe il principio diviso do.l:prin-

cipio ma ident.icamertte in quel modo per cui l'essre, diviso dal pri~ T
cipio dol-;principio.pur sempre.:il mantenersi unito, per cui se-io
penso .:il principio come idea itr 'li:idea come priooi-pio come se dienti.;.
camente potessi tenere 11 principio diviso da.s ;stesso uniti::al :::suo
essere princfpio; tanto dll potere pensare l'idea diJ' , pre~'ndo
sempre di pensare dal principio per il principio,:.:addirittura di pensare il principio e quindi di conoscere le

~ose.

pensare in radice la difficolt non sfuggg ran

OOlL punto di vista del

la di:fficolt4 rischia

di rimanere esaustiva perch - :1n: difficolt p'F mezzo della quo.le il


pensare per un verso possiede in .si

il~

princip-io: come

Mauritius_in_libris

~termine,

ml! per

16-6

ll.ltro verso il principio possiede l'uso


s, pei;

':1 ;yerso

di,~t.che

il pensare.ha in

il principio usn 1 'intero,. ma per. altro verso l 'inte-

ro ci
prpvoce
tutto questo discorso nel,:_.pen.sare per il pensa.. che
. .
.
-.
-- - --- ----re, il probleuia, a ~s:to _P~f.9.!(;~ _i_l.-J.Pr~l?l~~@. cl~l ~oss4ggi_o ~~~ P'?O~
.

. .

.' ~

......

..

sere al

... ---s ..-. -

principio~ .
d~l

sia il problema

raa il

. . - - - - - - --------- -

p~SS'tS8l.9.

- ..... .

... -- -

dal- pepsore ol principio

pa1"~ ~ll~.L.

passaggio gal:L ~essere f'iiviso del principio che,

ve al pensare.wa.non serve al

pr~ncipio

ser-.~:

ad un essere diviso del prin-

cipio che se serve al. _principio pare che qgn debba servire .:al pensare,.'
c;io nbbiruno un essere. diviso del principio che serve al pensllre .e - ser-.
vendo.al pensa.re, per questo non

serv~'al

principio, se riuscirono ad

ottenere un essei:e. diviso dcl principio che-. serva al principio, per


lo stesso rnotivo se serve al p_r:incipio dunque non serve al pensare: __
se . il principio -in un certo modo per cui. il certo modo . intrinseco
del principio, il suo servire al pensare corrisponderebbe .al suo diventare termine _,del pensore, se il principio in un
zo del

quol~.L~.i. cos.titv~sce

~certo

modo pet:' mez-

come principio lo stes$o costituirsi del

principio coma. pi;incipio se serve al pensare in questo stesso nonpu


.

t....

non diventare

t~rruine

del pensnre stesso e

viceve~_sn

ser:'J'endo a se. ~Je_~sp non pu servire ol _pensare, se


come. se

noP:_pptes~e

servire a

s~-

se il pr;inc_ipio

s~rv-~

al pensare

,stesso, tn quanto- il pr:J.nc;lpio nel

rapporto col, J?~n~ar~ non p'UQ non diventare termine non di s raia del:
pensare

ste~~P.'!-.

mine di: s,.:

d'altra. parte .se. 1.1 principio riesce .o diventarsa

i)..-;~ventare

ter:~-,

termine "da parte del principio significa in-

globare in s . ~lrP~~:nre, .d_nto che solo per. me~zo del pensare che
il principio pu. ,!fiventarc termine; la impostaz-ione della difficolt
consiste in questo: il,.,...pensare, il,l-rndice cere.a

~U.

difficolt e sfugge a questa difficolt facendg; di


esso stesso questa ottivit per mezzo della

qal,~

sce di volt.a .. in volta


. . un posto dive.rso che non
.
.. ~

qualche cosa . occupo il posto ma se:rve o

sfuggire a questa
A~~

stesso, essendo

il .pensare costrui-

~erve

pens~re, p~r

ll ci nel quale
cui. il pensare spo-

sta.: continbamente il principio


come-,.....
te md.ne e il t;:ermine come princi.
.

pio non so!9 per..

~1npedire

pio ;mn - piu~tosto:


.. .
... .. ... per
.

di

e~.'.3ere

fissato cl terr1dne e> net princi-

sfugg~re?_;~
~sa
parit~:.'Pe~p~e;-pit
lqpp~a,
. .
.. - -_,
.
.
.

si

sta rcddop~~~'L~ uso .d".PPiA"del termine, i11ll,,~~'i!~~o qe~to ~orr~sponde

Mauritius_in_libris

..

diff~colt

d.la

~ntarmen.te
. -

....

:.

d~.- essef.~

pensar~-'

--

pen_~are

_iptrinseca del
co~isppnde

,questo

~, .. :

'

come _:pensare concettuale,, eJ.-e-

alla dif fic9l-t da parte del pensare

. .J -

'

....: ;

'

-- -

_,

;pen,sl;7e_Jp -~~t? c9~cettucle, cio jnon, di".~~s.e.r~: pensar~

in quanto.

.-

167

.~

inuiied~atA!llent.~ ..p.~nsare
J ..
,

'

j,

e~se,re_ p~Jls_a~.e :~Pi~qte

nemmeno di

. .perch il pfoble(Qa,. da p~J:"te del pensa;e,, di: e~s~re. ~edia

tru,ne~t~ ~?f\Sare :si~i~-i~a

s.oltant_() da parte del:_ p~nS:o~e il probl:ema


iII1Deqia~o

di contenere in s .ci che.: contien_e que,stQ


~le l~

avrebbe. rngione Hegel secondo il

dun~

stesso e

,itrlilecliatezzaJ anch_e essa o~na ~inche;J-il:~

me tale, implica .sempre la .sua r1.1edi-az;pne,

cor.itrario,

cio~

Tonmmso in qunnto.. il pensare inmediptalente tale .sec>ndo la mediaz:l.ope_~~re

ne, il

niome~t'?

peni;are nel
so di

medy1tmnente tale secondo la imnedi{;ltezza, perclt il

mcd~azimi

nel quale riesce ad esse.re secondo un certo discor

progressive, per cui il pensare , da questo punto


mediata~

di vista, mediatomente, niediatciDiente tale perche questo suo


mnte

esse~e

_.,

,1

,ha una immediatezza .di fondo che lo sostiene, ,-che quel-

lg ... che ,si pu dire con Torrmaso quando con Tomnmso diciamo c;h'?. non,pos
s!,runo

conosce~e

se,-:non c. partire dolln esperienza sensibile,

d~que.

dalla .. immcdintczzn dnto di tutto ci che conosco, che nel suo principio
li

~~ll:fis1rco,
;~gi:m~~

se~rc

tommnsiano ' corrisponde cl fatto che ln ratio

-.pu c9noscere .perch le dnto il luogo dcl ,poss.esso inne-.:

d~n~o d~i:prt.~cipi

primi, il pensare, l'intellectus o la

n~ns;

allora

da :questo. pun,to di vista le .due soluzioni sono le due; :soluzioni


verso

~e

quali non sono 1.-1ai due soludioni

diyerse~

attra,~

sono se1QPre la

s.tes~

se soluzione, cio che sia data alla base la mediatezza o ln imnediatezza, il

disf?Qr~o

non

c~bia,

ecco perch dico che il

p~nsare

.in ra-

dice come S'?. non rislvesse questa par;titn,. pel'.chti il . pensai::e in re.dice quando quest0, gioco. me.tafis~co
cipio col ten.iine, 11

:teJ:m~1'~

ve~m~nte,

ch il discorso della.necessit del


co~

scambia di. posto i1 prin-

()l pr.incipio, .-.iome :se -il pensnre ca-

pisse che in rndice -1,.l discor:so


conae pensnre concettuale,

p~r c~1

pesante, ,cornpli.cat;.o, per

pensa,+~._!da

ptirte.del penspre

pensare che puq . ~sere tole . SQ;lo n li-

vello concettuale, e llQl'\. cQme peqsare che pu esseee_.- tale-~~ -livello


ini_ziale, per esempio intuit;.iv:o- 1 . conoscitivo, razionale. -e cos via,
ma

~esto

corrisponde, dicevo,.. ~llc stessa

Mauritius_in_libris

situezi9~e

che in realt

proprtn dell'usci :doppio del"tennine~ tutto ques'to discor'so -~asce dei'


fatto che inizialmente 1 'uso ~doppio del tel:mi~--che diri3e il di.score
so fino 'all 1intero, .:in qlianto' l 1uso doppie del<tennine corrisponde alla necessit che :il pensare stesstr:e di diventnr es~o il medio della

. i

. -

rnediet. Il pensare come necssit di diventare- 'nello stesso tempo,


i

.-

.. .

. .

'

spettatore e spettacolo, identicmente spettatore del suo spettacolo,


perch''il "medi.o della medit'',

dn

parte del pensare, signifia

eia

prt del pensare il porre come unico modo d:C.risol~ere lo' sua stessa
origine che non questo- del med:i.d della mediet, perch6 se'. il: pensare il' medio dellnmediet il medio delle mediet signif:t~ do parte
del pensai-e' il potere essere identicamente il C:ontrollo di tutto ci
che la1 rnediet implico, per cui identicamente il pensare pu diventare priricipio e termine, esso, per mezzo del quale tutto ci che penso
pu essere pensato perch. il pensnre tale non perch le cose sono
e nemmeno perch il pensare le fe essere, mn perch il pensare ideaClict.mentc' nello stesso tempo nel quale pensando qualcosa ha ci che pensn presente, identicmncnte esso stesso "iln essere presente

a se stes-

so come la cosa che gli presnte, per cui non penso mai, da questo
punto di vista, ci che penso,:nbn mai ci che penso direttamente
legato nl pensare, ma ci che penso sempre legnto al pensare da questo suo modo di essere divisodaci o. cui

unito~

ma ecco l'uso dop-

pio del trmine~ uso doppio perch il pensare diventa nello stesso tempo soggetto e oggetto, senze ess'cre ma.i n il soggtto n l'oggetto,
di 'i che pensn il pensare stesso, perch come se it pnsare fosse
la ne.cessit di essere tale ma in questi terin:l.ni di mobilit che: gli
appartiene- per cui l 1essere identiclillente soggetto e oggetto non che
proprio del pensare, 'pr91>rio della necessit per mezzo della quale il pensare' deve riuscire a'costitirsi nei'confronti delprincipio,
ma in -'quel modo' per cui il principio deve essre diviso dal principio,

e in qliel mod6 per cui l'essere 'diviso do.Fprlncipio dal principio signi'fica l'tinlt::.del principio co-1 pensare, 'l'essere divtso dal principio dal principio dvve essere il!'.ropporto del' prinipio 6.1 pensare che
l 'unieo modo attrn'Verso il qUn."l' il pensa.i:'e-~ 'annullo le sue mobilit,

in quantol'tliticoIOOdo di 'tner' il pensare legato al principio la

Mauritius_in_libris

159 - ...

divisione del principio, . :m!!


ltt, <.iivJ;s~ne del
...... - ____ __ ........ ---- - - -..,

Firic;:~p:io ~.al

----------~-----

_;:.. :..:.;__ ....

J>,i::-inc;:.ipio - ...

:.........:.:.. __ _:__

perch il principio sie legato al pensare, per cui il rapporto tra il


penf,are. ~- J.~.:P.!'.!.~_i_p~o __ '.~o -~.;.~e ss~c------
~::lpq .;Qi .L~~pp,Q~J;q . d~\: pr!.11-~.pit_o col
--- ------------ -------------------:..______.. .......:
_...

principJQ'.!' Sl;r~ft>l?.e..~-:_~,:~.~-ir~.~ il. -r~ppol(tp


.\\~1..._pe.ns~_~e . a~ p~i.J:lCiR~o ., .
.
- -- ---- ---------- ------ -- ---- ----------. - -- - .. ------ ___ .. -- ....... ...

imutilmente triB:l!c;.:_:: s~~t;l. ~!8-~~~-1:-~~()::._~~~-~e-~:~~!e_di~1s9; 1 .4el:_:P1.:~.n.q~pi().


:
. - ----
- --- __ ,_
-
dal principiocme rapporto ,al.,,p~nsare: ~li-~qi_ll,pen@are,. 1 ;11 .princi~
.

-----------~-

____

--'""~---

...

pio, til .pripciploFma i tee . . term:.Ln1::sqtQ.;:iQ~~ilri.teI)~e--~1fe. e~li'G~;~o.nq


tre senza dialettica, questo non- .. la dia.lettica, :2.J)Qr C\J.i

a,gpt}~'.

si.

potrebbe' dLTe ! ' l ,! essere triadico' in,: origine e, 'dal1.'1ori3ine,PE;~ ;~i ~Ot;l
pu dre- mai-' la. dialettica, in. tlt:18ilto :CQ'.t'~j;,sp9nle a!la ,st;essa ,;rir.ioz+o7
ne della.; mobilit del pensare, c:to

co~risponde

pensare diventa di essere serio, dove essere

.alle... nec,e,s~t_ ,che., il..

se~iQ,

signifi:cl

sit che il pensare diventa di abbandonare il tra.gio, di,.,


a.nacroni"stico;:),nta:'-di essere attuale, di non. essere legato
che non

ha,

J~-

nece.s-

-.

~>n

essere

al,J.a~prigine

di non.essere tnle dalla origine, di non :essere tale ori-

gineriamente, ma di essere tale qi.iale esso stesso si costituisce; evidemtemente, meciiente il princip1ot

mll

a .sua volta ques,to mediante i,1

principio per mezzo del pensare, ed. ev:ideJ'.lte che. _d4


vista cc>Ine

se~

~sto1 pun~~ d~

si potes,se dire*1 posta cos lA que-stiO!l@ .3 ,ir.r.-s_olvi-

bile, in' quanto CJ\iesto mediante i l :princi)?iomedianee il pensare,-sto mediante il pensare mediante il erinipi:o lascia, il, _pro~~ema di
scoprire cosa di questi 1':medtante1L cos_tituisce ci che,, -li

t~ene :.fl~sie

me, e ci che- ' Hiverso dall'.uno e dall.'nlt~o_._ ~: nnch~ i.4e.fl~~9


st 'essere diverso dell'uno,. dall:.taltro. . . :, , :re

Mauritius_in_libris

-~. .

lf.

:; :"

,que:s 1 :'
,j

170

. X. -

LA

'

DIVISIONE DELL!IN:I'ERQ .P! IL CO1INCI/\MENTOT

Il principio diviso dal principio, il pensare. che c;loytebbe riuscire

n rimanere

legato al,principio .. qulfindi il. rnpeorto del principio


'

con il principio CO!n@:- lO'St@!.p dsl Pnser ;afOn i. principio, questo


stato della quest~o~:.~t.':.:. ~eter;tinntd ~1 ptbble.me de~ rapporto tra il
pensare-il principi-o- :l.l-. prih~i.p_j.o. e. tu~t.i. ~ tre assieme. frn d,i, loro,
I

'

del rapporto tra il petlf!illfe il pri:ncipio--i;t principio e ci

..,

-~h~ tie~e

assieme tutto ,ques~o. chtF non 1)0> il--1.pensare:n .il principio: n il P!in...
cipio, quindi . come

s.e il: .pensnre"."il. principj.o e:,_if principio comip~

._sparire per.ph.. ..1"1


:divisione .del princi. . - .. .
pio del prtncipio dal: ,principio dovendo ipipliare il rappor;o del pe~ciassero in -quelche men.i.era
sare con il principio,

.fin;Lsc~;

ta; lo stato-

:$~essa.

'.

'

per determinllre UJl.r rappor:to. ti;n il p.en-

sore e il principio nel quale rapporto iL


biono .. di po,sto le

H~~sare

e il principio

c.~

mediozipne nel).'ntt':)_ del .,suo essere esercitc:;.-

tleU~O;> que~tione ~

tale per .cui come se i.l pensare-il

principio e .. il. principi.o in :qualche modo coraincinssero a sparire in


quanC!e iL loro cpminciar.e, a
tra il pel\sa:r.e

e:.

~p.!lri;z:~

dipende dnl fatto che il

~apporto

il-: principio si i:cientifica con il carabiare di posto

che -~13:: s~~'..~~.~~diia.zi~~~-:~. -~ell_' qt::B:nel quale ...~s_s~ ~a.,~~z~one,_ senza


essere, . viene. :esercitat~, dato che;~.tutto questo avvi.ene a condizione
--
- .. - -~ ...: - - . .:~ ::.... .~::..:~ ... _:_._ _______....:~:. - :
che awengn.d.ct parte del pen~are maj..i~nte.Jl pr_inci.pio_,, dn ,pa.rte del.
...

principio toodiante. il pensare, a questo


punto ,
punto di vistn del principio

__

signi~icasse

co1~ie. ..: s~
_l'esf?e~e
.
.
.

comprendere
.. .. il

..

.p.e~~are
. .
. ..

dal

e l '-

essere dal ptinto di vista dcl pensare significasse comprendere il principio, per cui il pensare 1nediante il principio, il principio medinnte il pensare diventano il modo nttrnverso il quale il pensare e il
principio cominciano in quanto spariscono, cio cor.dnciano a non essere ci che fino a questo momento non sono stnti 1 perch fino a questo
n~rnento

non stoto n il principio come tale n il pensnre

corr~

tale

ma solo il pensnrc dal punto di vista del principio e il principio dal


punto di vistn del pensare,

1Ml

in questa maniera per la CJUll.le questo

non essere dell'uno e dell'altro il non essere debitore di s all'essere; un non essere in debito verso l'essere in quanto per potere

Mauritius_in_libris

- - 171 . - -

non essere ha dovuto abolire-- l 1 \?Jsere ( tut~o il di$cpi:;so che &:i ..


pre fatto cometnecessit- di-..non usare

i..,~verb.o

lo nel senso di riuscire a sostituire il verbo.


ma nel senso secondo il quale
tare la condizi.o.ne per
doll'esserei .nemneno il

quale~

no~

nemmeno.i~

co:sa

e~

. -

--

--

-~

'

_,!

se~..

essere, llOn di non,usaressere..:~

altro

v~rbo,

non uso 4ell 1 ssere pu divenper questo

uso dell'essere

no~

potreb~

dipenderebbe

_ess_ere la condi

zione per la quale, per questo,-.ci che determinato dal non uso del
l'essere sarebbe detenninatQ_ i~. questo senso per ci -~ dipende"~l1 'essere, in qunnto

quest~

sarebbe la pi imnanente dipendenza dall'tal~

essere :perch sarebbe alla condizione .:non dell'essere come

.ma del-

l'essere che non , cio l,!essere sarebbe cosi. potente da potere fare
determinare non secondo. se stesso ma . addirittture con il contrario di
s, cio: col non essere); da questo punto di vista, il pensare e il
principio cominciano a sparire cio cominciano a non essere ci che
non sono stati fino a questo momento, perch appunto come se questo
loro cominciare a questo modo significasse una sorta di dinami&,JI10 del
non essere che li riguarda come un dinamismo
univoco, in
-

modo

qunlc~e
,'

'

unitario o soumL!lrio, un dinamismo che tiene assieme _i termini di una


sorte di somra.a metafisica

attrav~rso

i quali dovrebbe cominciare a po-

tere essere possibile individuere la via d'uscita del discorso, perch


la vin d'uscito. del disc;orso secongo la neceesit di.riuscire _a de,
stricnre

l~.il.mb:roglio

met_afisico tra il_principio e 11 principio e tra

il principio.e il principioassierue. in quanto diviso dal

_pe~sar~,~ t~a
-

il principio e .. il pensare,_ dato che q\lesto imbroglio_ non si

,4

~brog_lia,

se questo nodo.,non si scinde il.discorso come se fosse condannato


a rimllnere sempre discorso che circola sempre i,nmanentemente al suo
suscitare ci che lo fa. circolare, come se il discorso. alimentasse
ci che lo fn .essere tale per ,cui il discors.o un discorso che non
ve avnnti;e badie.mo bene

ch~

anche vero che non deve andare avanti

cio non deve prodursi in

progres~ione

lineare ma deve costituirsi in

progressione di profondit1 ,n _.dt_s,corso che deve riuscire n calarsi_,


1.

in profondit, ad andare dentro. se stesso, ma evidentemente non trascinando la superficie che lo fa essere

lDll

disso,lvendo questa. superficiae

1-'l\)esto punto la dissoluzicme della superficie del discorso corrispon-

Mauritius_in_libris

172

de o questo,,c:omincia,i:-,e a .sparire del petts:are .e.: del principio secondo


il quale, ilpensax-e e il principio che comincio.ilo o.spll.rir cominciano= a Jl9n essere ci che fino a questo inomento non sono stati, per cui
iL.non essere. del penso.re e del principio a questo punto comincia, comincio significa che il non essere del pensare e del principio in questo momento nel quale il principio diviso dal ..principio significn lo
st..esso rapporto del pens:ore col principio nttrinverso il quale il pensare: cambio. fii posto lo mediazione in quanto la mediazione si trova.'
ad-essere esercitntn e dunque a non essere. A questo punto, a partire
dil principio diviso dol principio fino n queste sorta di scllmbio di
posto della mediazione. in quanto le mediazione si trpva a non e-ssere
perch eserc-itata, accade che attraverso il pensare.- e il principio tutto ci che serve a costituire l'intero che il principio usa per cominciare se stesso-in rapporto al pensare che a sua volta il medio delln mediet, dunque tutto ci.che serve n costituire l'intero tenendo
presente per che l'intero in questo momento deve essere visto in questo doppia dimensione: per un verso ci che serve al principio perch il principio cominci se stesso, per altro verso stato ci che
il pensare stesso usa perch ci che d modo al pensare di essere
stnto il. medio delle

mediet~

ollorn tutto ci che serve o costituire

l'intero, che viene necessariamente visto in questa doppia. dimnsione,


diventa ci che divide l'intero, nel momento nel quale it pensare e
il,principio cominciano a non essere ci che non:sono, per cui il non
es13ere del pensnre e delprincipio comincia, significa il momento nel
quale n-tt:rnverso il pensare e il principio dei quali comincia il non
essere l'intero che fino ad oro servito sia al pensare sia al principio,

l~intero

si trova a suo volta diviso, diviso perch ln divisio-

ne dell'irltero ci che consente al pensare e B.Lprincipio di diven-


tare ci che il non essere.espone, ci che il non essere pone fuori
dn ci che del non essere stato come ci che eraproprio del pensare e del principio, in quanto,eominciano il pensare e il principio a
non essere ci che non sono, il corninciare del pensnre e del principio
n non essere ci che essi non sono quando divento il non essere del
penso.re e del principio attraverso il qunle il non essere del pensare

Mauritius_in_libris

.. -. '173 - -

e del principio comincia, si8llifica il:non essere del pensare e del


pri~q1.pio

per cui i l pensore e iL principio si trovoito ad es;sere espo-

sti. dal non essere, sono posti fuori dal non essere in quanto il non
esse'E'.e che li. espone .il non essere che, esponendoli, ha tlto ci
. che,

~ss~'.inon
.c~~

. essere

sono, pel:'ch: iL pensare e il -principio-. cominciano a non

che non sono, il ci-che non sono inglobato nel'non esse

re, ci che del pensore e del principio non' 1 non pi ci che del
pens.re e 4el_principio non , mn il non essere del pensare~: del
pr~t)c,ipio, mi
ti~.

perch ci che del pensare e del principio non diven-

ili pon essere del pensnre e del principio necessario che; il prin-

cipi,.o e il pensare diventino non pi gli esponenti um gli esposti, sono .ci che il non essere espone, ponefuori da

ci~

che essi n>n sono,

per cui ci che il pensare e il principio-non sono, non , perch ap


punto il non essere del pensare e del principio per questo comincia,
il non essere del pensare e del principio che comincia, co1nincia in
quanto la divisione dell'intero ci che sto accadendo, l'intero a
questo punto si sto dividendo perch il pensare e il principio diventano esposti.
divis.ione dell 1intero corrisponde oll 1esposizione del principio
pensare, la divisione del!l 1intero significo la divisione' di ci

La

~el

che serviva non sold per costituire l'intero ma per costituire ci che
_ permettevn al pensare di .essere il r1iedio della mediet e ci che serviva al principio per cominciare se stesso, allora divisione dll 1 intero che.significa? Il-non essere del principio e del pe"n:sare iri quanto col';lin~ie significa, , il_ segno della divisione dell 1intro, ma la
divisione-dell'intero vuol dire.che il-principio tale in qU.anto tale
rispetto al tennine, 1 1inizio tnle in quanto tale rispetto alla fine,
la fine tale in qunnto tale rispetto all'inizio, il tennine tale in
qunnto tnl'i? :i:-ispetto al principio, questo quattro termini di discorso
.vengono divisi, cio il principio non piprincipio in corrispondenza al

term~ne,

la fine non pi fine in corrispondenza all'inizio7


No, lo divisione dell~inter.o significo:rinvece il dimezzamento dell 1inil non essere del principio e del pensare inquantoomincia ta
glia a met 1 1intero, attraverso 1 1intero. 'e attraversando 1 'intero,

~.

Mauritius_in_libris

174 . .

ecco il cominci~nto, solo perch ttraverso.l!in~e1'<;> risucchio, 11-el


suo attraversare-l'intero, il ?rincipio corrispondente al ten.nine e
l'inizio corrispondente nlln fine, per cui il cominc.it'.Uilento in quanto
c.ttraver.smaento dell'intro un porre ih linea che potrebbe diventare progressi~a e, 'se r:l.mane-sse' progressiva, ann.l.ler.~-bbe tutto il discorso raa anche io filosofio, il porre in lienc .l 1uno accanto all' altro il principio' il ten.nine l'' inizio

la fine, allora l~ divisione

dell 1 intero corrisponde e questa linea mediana di prqce.s_so .dinamico


che ~_ervg al cominciare", non nl pensare, in quanto la linea dinamica
che serve al cominciare lo. linea di.Jil3I'ilicn che,

t~-c.versando

l' in~ero,

dimezzandolo, allinea ci che costituisce l'intero, l'inter<::>:,a questo


punto_si sta talmente assottigliando che mentre prilllllpotevp essere
concepito come una sorto di mondo del pensare

adessostodiventa~o

una sorta di filorn.ento interno al pensare; nel pensare esiste una sorta di linea che trnsmette il principlo alla fine, l'inizio al .termine,
lasciandoli in linea e chiedendo che qualche cosa non faccia andare
questa linea di l de. ci nel quole essa ; il comincinre nel senso
forte, quello che Hegel chiama l'Anfang e non il conlincirunento in
'

senso hegeliano, chiaro; quello che il co1aincinre questo ridurre in linee il.principio il termine l'inizio e la fine. in modo tole
per .c::ui stanno l'uno dietro l'altro.ma, stando l'uno d;l.etro.l'altro,
come se il principio,
dato' che principio rispetto a:I:~a
fine, co.
.
...

me se chiedesse

di

non finire nelle fine e di andare di l dalla fine

''

per continuare come inizio, come inizio determineto ol tC?TIUine e onco / :

ro come qualche cosn che deve continuare, tutto ci che possiamo pensare come lo determinazione '" tiitto ci che pu nascere in corrispondenza a questo cominciare che mettendo in linee gli elementi costitutivi del pensare dovrebbe riuscire n porsi in corrispondenza .alla trai.et~
torio di uscita di questo canali lineare nel quale principio fine termine inizio grogressivrunente stanno nssieme.Iocc.:we..llandosi in modo tale dn chiedere che il discorso proceda, mc il_procedere del discorso,
se procedere in questa IDllniern fisiologicau1ent a questa linel interne al pensare, il procedere del discorso che finirebbe per mettere
in linee il processo soltanto all'infinito nei cui confronti-varrebbe

Mauritius_in_libris

s~ltapto

la

fati:c~:$peculativa d~

175. -

~ inse~re

riuscire

principio verso la. fine, dell 'iniz~o 1: verso il

t~~Jle

la corse de.l
del termine ver-

so un rinnovato principio e co_sL, vin, di riusc+rE; a inseguire questa


cor.sn in modo .do ritrovarsi come.capacit, mentre la corsa procede,
-

.:

. '

- -'

..... '

di volgersi indietro, di accettere l 1impat:to


1. . ,.l;ii
.
.. riuscire. e cogliere
.

questo, in-patto senza fi essere distrutto?:disgruggere lo linea attraverso cui l' impn.tto si-...

prodo~to

so all 1inizio cln cui lo

line~, .~ra

e di

cong~un$ere t~t~.o

questo discor-

pnrtita; queste ln feticn specula-

tiya fatto. da Hegel per risolvere i;l priblema dialettico dello filosofia, basta pensare il c-ircolo, ma qu dobbicmo

esse~e

un p cattivi

con Hegel,. basta pensare il circolo qu significo ba~ta essere pi sottili di Cartesio, perch6 Cartesio almeno aveva 1 1o;nest di dire: non
ce la faccio a pensare in 1aanierc. seria perch non ho ,un metodo serio,
chiedo a qualche scienza di darmi in prestito la seriet del suo metodo. perch io fi.nal1uente pensi; e il discorso he3eliano non un discor~ell

so molto pi sottile, ed usare la propriet


colo e
al

u~ando

pen~iero

circo_l.p_ia.

'intero

di questa propriet come di una propriet

speculativo

evidentem~-te

da~e

c~e

,il cir-.

c,o~turale

che il pensiero speculativo


si dia come
.
.. '
.

senza badD,re al fatto che 1 anche

mmnette~dq
...

.-

que...

sto discorso 1 il, c;_ircolo se ,verament,e tale 1 tale solo__ pei:;ch c'
qualcosa.o qualcunq che capace di
parlatq 1pqc 'anzi. i modo tale

qo

re~istere all'i~at~o

distrugger~

essere d-istrutto 1 e se pu accedere. qesto 1


.

io penso il cil;'colo 1 . e pel"ch

..

-~

pensan~o

il

quella linea, q da

..~sto
.

di cui ho

"'I '

,cir~plc:)

non accade .perch


.'

_per ci +iesco final-

mente a inventare, a trovare il meto.do pi::opr:iC? ciel~n filosQ:fia, perch&


nllora avrebbe
p~\1. ;ra.gione,! .sia di Cartesio. sia di Hegel 1 Gorgi,c._. Il
--
- .... . -- - - --- - -- ..:._.
.. .::.
..... ..:.:. - . .
.
.

.....

....

'

di-s.corso diverso perch siamo nel r,1omento nel quale la divisione del1' intero corrisponde a questo assottigliamento .Q.el inondo .costitu,tivo
del pensare per mezzo ciel quale nel pensare _e nel principio a
punto"~"

~esto

nel non.essere che comincia, non "uni" nel principio del.

pensare; nel .pensa.re e nel principio,

"uni~'

nel non, essere che comin-

cia, accade lo. divisdlone dell.' intero P.fl.r,'Ch la divisione dell'intero


corrisponde a questo

c.ssottiglirunen~odi

tutto il mondo che hn costi-

tuito il pensare, per cui abbiano de un lato gli elementi dell'intero

Mauritius_in_libris

176

(principio corrispondente alla fine, inizio corrispondente ol termine),


per cui accede ghe gli ellilenti dell'intero sono posti in riga trl di
loro, sono allineati, hanno trovato l 1ordine:'che gli deve essere proprio, per cui, dato il principio, il' principio tate- corrispondentemente nllo. fine, dcto l'inizio, l'inizio tele-orrispondentmente
ol termine: ollorll. ecce.de per un verso ch attraverso il non

esse~e

del pensare e del principio che comincia quelloche comincia lo stesse divisione dell'intero, in quanto l~ divisione'dell'intero pr ~n
verso l'ordine tra gli elementi dell'intero e per 11nltro verso l'espo-

sizione del pensere e del principio, per cui all'ordine he allinec


gli elementi.dell'intero corrisponde la esposizione del principio e
del pensare; e stc allora accadendo che attorno alln linen che ollinea
gli elementi dell'intero attraverso la qualel'intero si dissolto,
dissolto in quanto stato posto su uno linea di riscchio dei.suoi
elementi, attorno e questa linen si sto ricostituendo l'intero che non
pi l'intero di poc'ertzi, l'intero costit\iit:o degli elementi attra-

verso i quali il pensare si costituito, inn sono lo stesso pensare


e lo stesso principio in qunnto esposti, e allora si stc dando una

vu inversione di nuovo fondamentale: cl posto dell'inte'ro costituito


dai suo{ '-'.elementi, obbiruno il pensare e il principio' i quali9 in qunnto esposti, in quantoposti fuori dn cib che essi !!2!! sono, pongono
se stessi ettorno olla linea che ha allinento gli elementi dell'inte-

ro; il p'risare e il principio in qunnto toli.del'rion essere attraverso il qtiale comincio il cominciare, attraverso il comincia.re del cor"1incicre, il pensare e il principio dispongono, in quanto esposti, ;s stes-
si attorno allo linea del principio della fine dell'inizio del terming, in modo tale che questo disporsi del pensare e del principio nttor-

no a. questa linea irnpedisce alla linea di debordare sin dal principio


sia dalla fine di sstessa, in modo -tale.che questo dispossi del pensnre e del principio attorno clln linel dell'intero, attorno alla divisione dell'intero; il disporsi del pensare del ?rincipio attorno
al cominciruuento, attorno allo. lineo attraverso lo quale il co111inciamento comincia, e il cominciamento comincio crle ordine tra il principio e ln fine, chcomeordine trn il principio e la fine necessnria-

Mauritius_in_libris

.r1le~t:e_

sic;.~

per
..

cu~

..

... ,

alll. suo linea di sottigliezza metafi-

1 1 in~~ro.
'
. vi~ne:conceptto

se

elem~nti_

suoi

de~l 'intero

ln .riduzione

177 -

co1ne il

~tid,o

nel quale i

convivono <;issU:!tae, ;: l 'esse:re degli elementi dell'intero

.. - :...r.

e CJ1ilesta maniern rende l'intero in qualche man.iern corposo, prendibi1

l;~

\.

:'

~-

;-

dalle mnni: ~-el pensare

r ti~.scono

mantenere l'intero in rapporto

.'.'.'.l pensare: s~'. io penso _l'~nt~ro come il mondo ~l quale il principio


e la fine costitui~cono lo stesso ~110ndo, io penso qualcosa, ma, se penso l 1i~tero nel.ln ~un divisione, io penso quel progressivo assottigliarsi del moiidb - dell~ intero ~tesso cttraverso il que.le. 1 1 9~cJine tre'..
p~.rc;h~

principio e le fine rischin di essere ln fine di tutto,

il

pe:r met-

tere ordine trn principi9 e fine nssottiglio talrnente il.condo costi'"

....

tuito dal prlncipio e" dalla fine eh~~ un c~rto momento cirche riesco
a pensare di tutto questo soltanto la suu fine, cio { ~oltilnto le,
fine che pu e.ssere anche il

SUll

.COlilpimento,.

SUO

che pu essere en-

Ii.18

che quel suo compimento t~lmente da co;.:lpte:fe--an&~~--chf~~10 pensa~.'~o an.

!.

'

f'

--, '

'

~;'

."

:.'.

che il pensare questo. E' c.ome se il pensare, ctipaci dt~:qu~-sltezze che non sc)no. altez.ze.~ so,n~ p~ofondit, si trovasse

delle sua vite,. percho quan{fo -~icsco


,

. I : ....

..

'

ll

dovere :h\o!rire

pensare~1n fine come compimen,

to, , le fine COllle compimento. anche cf~ ~b~: ...compi il pensare Clpace
.

i 1"

'

di

ques~o,

1~

la fj..ne cl).e: compie e perfeziona tutto il processo che arriva appun-

to alla

_fin~,,
!

fine soltrito, ma co-

la per:f;e.zione del processo inglob::i. in s anche.il pens.::i. :..

..

diversQinen~e

re questo, perch
I

con~

se riesco a pensare le fine non

,>

il pensare rimarrebbe qualche: coso.di

pit1 e ' di meno


di tutto questo,
allora
non avrermno . . il
couipimento
della
;
,
: ..
.. : :
r .
~,.

fine, non am.:-e~l le perfezione del principio che_ la 'sua.morte, mn

c~me morte de 1 p~i~:i.pic;: Wbl :dire quel

lo perfezione del. principio 1


'

'

. . .

--'. f' ...

la perfezione del_ pr~ncipio capace di nttraversnre lo stiri fine perch


non lascia fuori

ne~no . il

devo pensare .questo

~er6h IJer~p~nsare

pensc.re questo,

co~:i., i~

questo modo, r.l

p~nsa~l., iJqu~to

. ; . .

i.

'..

i' ..

~- ~.

questo
ne>do

. .

significa non essere pi cou~ pensarlo, perch sono onch ..to-compiuto


da questo perfezione della fine e del princtpl6che s,

.Jer~ente

tn-

le corapie anche chi pensa, compi~ anche il.pensare tutto questo.


Il pensare e il principio si dispongono 'intorrio alla dtvisione
dell'intero perch
'

nttraver~o.:. questo dispoz~i


Mauritius_in_libris

attorno tengono le divi-

...

178- -

sione dell 'inte.ro dentro se stesse,, per .cui: il pensare e il principio


esposti dnl non essere, in quanto questo significa il cominciamento
che coudncia, esposti' dal non essere che riguarda il cominciare, per
questo stesso, dal .fotto che. sono posti fuori pongono a loro. volto se
stessi, perch il loro se stessi soltanto la disposizione attorno
nllo divisione dell'intero, ln quale i l ripetere l'intero; sta accadendo questo: il pensare e il principio, posti fuori da ci nel quale
non sono riescono a porre lo divisione dell'intero nella div-isione del1.1 intero, in qumito ci che sta fuori dalla divisione dell 1 intero

ci che rende le divisione dell'intero tale dentro se stessa: in altri


termini in questo modo il principio e la fine non circolano nel penscre e nel principio, e in questo modo il principio e lp fine e il termine e l'inizio hanno corrispondenza tra di loro, dunque ad una corrispondenza del principio con la fine corrisponde le non irco:lazione
del principio e

dell~

fine nel pensare e nel pripcipio, ,per cui si po-

trebbe dare come fonnula. per ora queste,: in guanto il -principio e ln


fine si corrispondono, per questo non circolano nel pensare enel principio, e 1 per gUesto 1 guesto ha inizio nel cominciamento che comincia.
Se noi dovessimo tenere per un. qttimo questa situazione cos come ,
e cercare di capire che cosa accaduto filosoficomente primo. di questo modo di concepire questo discorso, si potrebbe dire:

.l.'ide~

plato-

. nico. non era proprio questo .che questo non . ?: la corrispondel}te del
principio e delln fine signifi-ca la
pensare la corrispondenza

assol~te.

c:(.~c:0lazione

del :Principio,. e nel

del. principio ol compimento pleto-

nicc.mente significo non solo .le. circolazione del principio nel pensare, significa le.fondazione del pensare nel suo principio, che l'ideo,

e cio significo proprianente il pensnre;compiuto.ds.llo sua perfezione, il pensare cornpiuto. dalla perf.e.~iQne del, principio e questo . il
r.inssimo di trogedia che si

pu~

a.ver:e in. filoso.fin cio il pensare ri-

-succhiato dalla perfezione del _.suo stesso

princ~pio;

il principio

d~l

pensare talmente perfetto do coupie]fe non so:I.pse stesso, ma tutto


ci che viene in roppoTto e se stesso:
vescio: tutto ci che tocco diventa

l~

o~o,

legger.ido di Re

~dda

alla ro-

mn l'oro che diventa tutto

ci che tocco diventa n sua volta tutto ci che mi fc. moril;e, il sini.-

Mauritius_in_libris

179

bolo tra3ico non ccsunle,.


se i;ioi ripensiamo
queste. parabola, l'uni.
.
.

-~

'

co tipo di parabole del mondo greco, il Re

per il fatto che a un

~lid~

certo, punto, pil che penscre, .Pf;!nsc.vn troppo cose, per ci dimentic
di pensare,,df..
possibile

il pensare

capir~

tocc~ndolo,

chiese di avere tutto l'oro

q~ndo

t9CC~ndo

noQ pens che

~ibo,

il

toccare il cibo

significc.va farlo .diventare oro, ciomorirc; il pe11sare tele secondo


la perfezione del principio proprio
~ome
.
.,,:
.

...

;_

che hiede talroon-

P~ t~da

'.

te che il principio sin perfetto dc "Q9n


ce.pire che
la perfezione del
.
..
principio ci.che lo ucide, il pensare come Re Mi.da che talmente
.

fa:

',

oro ci che j:occc che

diventar~

. muore, dell'oro. che pu

oro e dunque, per ci,

~utto div~n~a.

far~ ~nscer~.

cos

n~n

se ne fa pi niente, per:

.:

ch? Il .Re Midc.chide une grazia e per grazia fu soddisfatto,


?lgann, il pensare qucndo chiede

...
perfezione del principio chiede

l~

une grazia e per

3rczi~

';'

gra~in

;>u essere soddisfntto,,


j

zie logicamente perch appunto nato dalla grczia il

soddisfatto per gra-

nm

pensar~.ci
I.: ..

:_'

nru.ore

sopra
e ci nruore sopra stupidamente,
non,hn
senso che il pens.are
.
..
.
.
.
.

~oia

'.

perch compiuto dal.l'epilogo. religioso, .P~rch pF1 vera di quest~.


uiorte ln vita che ha doto. vita n questa morte; non che Dio pi Dio
perch mi;ha .dato per ,grazin i principi:d<?l
.

..

. .

..

.:

.i .. ~ .... ..; .

.: .

pensn~e,
. ;
:i

mn Dio pi fi'

losofo .di.me se . accetta


la :mill frode,.A;e,_,CCC<Ftta_he
il pensare
sic
..
. . ... ,
..
-.... .'
-..
,

'

une frode ~t4fisica, perch~ chiedere all,!.Assoluto che sia l'Assoluto


!.;
.

... ..

..

i..

. ..

.f-

u darmi per:..:grnzia .i P%'.incipi p_er }Jlezzo deA.. quali penso, e per mezzo
-- . ---- -

...... :::~---- ....... ......

.._.:_. ---~~~ .. ...:..:_.~-- _-:t::,_--

., ........ _; .:

. ..

-~

..l.'. .f; .

.. -:

dei quali, pensando,. faccio una.. --1 fp.osofi.~


.che. .,.. . ,mio .e . non .dell....
. 'Assolu.
'
- . ..). .,.
to, quando .e $e Dio mi sodclisfn. per gr.;i~;la, Dio molto pH1 filosofo
r~

di r.1e, non. .vero che Dio

~~n .~':'fi~~so~~~. ,~d

s~l~a~t?._do ?~, .~:ice."

...

vano i Greci (gli dei non possono essere filosofi perch sono sapienti, hanno lo sapienze non sono

CJ.i~nti

della snpienzn,

n~ntre

noi sin-

rw cmonti del sapere perch non 1 1 abbiamo); facile di tutte le nvventure dell'uomo Dio filosofo se, per grnzia, concede i principi al
pensare perch pi logico di

~,

perch uando per grazio concede

al principio del pensare di essere tale appunto ?er grazia, logicameente accade che il pensnre rauore, non che il pensare si compio nell'esperienzn religiosn ma che il pensare muore sin dal ;>rincipio, e, da. questo punto di visto, si pu dire per questo: Dio pi filosofo dell'-

Mauritius_in_libris

--

180

uomo perch . l 1unico .che capisce. la, logicn di ,queste questioni, men
tre noi uomini non capicmo ln logica di queste persone perch noi vogliemo costruire, unn. logica_ vern su questa base:. doto che pe1.". ,illuminazione divi.rui

la~

riceve i principi attraverso i quali la ratio

pu conoscere.f da!=o che l 1intellectus il luogo proprio dei prilli prin


cipi, per questo conosco mc per questo conosco vuol dire per.questo
f nccio una filooof ia di cui sono responsabile in primo persona) cio
io Agostino,. taeno

s.Tom:,~.so,

perchG filosofia e non invece una magni-

fica retorica, perch quL la retorica sta nello necessit di costru,ire una logica che inizialroonte non possibile perch non possibile
al principio, perch l'unica logica a questo punto

consiste"nell~

per

fezione del principio che implica necessariamente il compimento del


pensnre, per cui non che il r>ensare pensa. a questo punto il pri-ncipio, .il pensare del principic da parte del pensore corrisponde a-11 'essere compiuto del pensare da parte

dell~

perfezione del suo stesso prin-

cipio cheern ci che Plntone cap qunndo teorizz l'idea; allora, se


dovessimo stnre a questo discorso il discorso questo, e se dovessimo spingerlo sino a .Hegel, in qualche modo ancora questo, perch fino a Hegel vuol dire la eliLli.nazione della divisione dell'intero e le.,
SUQ.

flessione attorno allacircolnrit del pensare: Hegel pens di non

?Otere -reggere a quel.momento nel qual.ebisognerebbe riuscire a produrre quell 1 impatto della- linea del princ.ipi_o fine inizio tennine che ar-rivandc1 a un punto pu essere da quello stesso punto

_pre~a

per la sua

fine e ricondotta. c.l suo; .principio in maniero da non distruggere la


linea, n da rimanere distrutto dall'impatto con ln linea.

Mauritius_in_libris

- . 181

. XI. - LA DIVISIONE .pEL PRINCIPIO E IL li:>DO FO~NTALE.J .. r

+ .
J

~ uri discorso.. he conipliea. le sue ste'sse' difficolt in una

~isol

certa mrliera per lo qale .alimen:tare le ;sue' 'stesse dif.ficolt,


.

-~

1\

T' ..

j .... ..

. '

verle ri6n significo dissolverle,. ma 'se mar ggrbvarle; dal punto di


'

r:.~..

''

.~

:.:

vista. del pensare la difficolt pi oririginar.a ' ie difficolt del


.J

"

._

:suo rrippcirto al principio,, il pensare per adess~ h~-difficolt nel suo


J'

stesso rapporto al pr~ncipio, ma lo vera difficolt.~ consiste nel modo


secondo :il .quale-

-11 ~~pporto
.

..

'

stesso pu tehe1re assieme il pensare e


J

;ll principio; allora, il fatto che il-discorso necessarirunente come


.. rr-'.

se fosse' condizionato ad accr~scere le sue stesse difficolt perch4


la dffficolt.che si p;u chiau~e per oro fisiologico del rapporto tra
il pensare e il principio una .difficolt ch

pu.

anche

-~embrare; non

essere tale dato che P\J. sembrare che di questo sia ozioso _parlare dato che appunto tutti pensiamo, sarebbe come dire eliminiamo questo problema perch questo problemo eluso, annullato, per il fotto stesso
che pensiamo: il pensare, per il j:atto stesso di essere _esercitato.,
sarebbe tale

dn,

per.questo, eliminare ogni evntuele problema che ri-

guardi il pensare; nme non interessa:qu:esto tipo di osservazione in


qunnto . l f osservazione dovu.to. allo ste&Stl' facilit con lo qua.le fllC'.""
.

~~~-)-~ -~

. ,

ciarao quello che

focci~1ip,
.:

~-

r'lfl

...

c~

.,

-pub essere

,.

'

l.

un nltro

.. ...

. ..

...

.i....

:~

..: r.,'.1.:_;

vers~?te

_lL que.-

-~:

sta stess osservazione e cio: un discor;so di qtksto genere co~ .. fa:


a procedere?

d~o
p~~~~ ...:.~icevo
: ;.
.
~_; rrLJ\..~

. ..

che anche'.

se 'tio:f fiu~~iamo a dete~i.

. .

!_ : ::

'

nare il dinrunismo medi.ante il ounle il principi' che.perviene al,ln fi.

r:' ..:.

~ ..

. . (""'('

r ....

l ; ;

ne e che, pe'rvenendo ella fine, d_iventa il princip:to trainant.~ _il suo


stesso perlreni~e, a.nche se noi riuscimno a prendere questn
fine
che
r
-~

il principio ~f.ventato ,in modo tale da inscriverlo con tutto ci che


. qusto fine'- trascina con s~ in.:una troiettori'd che non ia stessa
traiettoria per mezzo

d~l.lo. ~le

dal principi:b

,.~rri~lamo
~-

alla sua fi-

ne, ma dovrebbe essere la traiettoria per,inezzodella quale la fine


del principio diventa il principio della fine, anche se noi riusciaino

in questo non avrerno fatto niente; cio non occade niente; 1,o difficolt non si risolve perch non uncorn la vero difficolt radicale allo stesso principio che riguarda i:l pens're.

Mauritius_in_libris

182

..

Per adesso sirano nell'ambito di uno situllzione nella quale ln divi,sione dell'intero ha dato il cominciamento, la divisione dell'intero d il cominciamento, il cominclamento dato dalla divisione dell'intero secondo la divisione dell'intero; allora, nel momento nel quale la divisione dell'intero d il comincirunento, come se noi potessi~ p~nsare che.dunque, doto il cominciamento, per questo il princi-

pio , e _;il principi non 3 perch riesce nd essere come principio,


:

'.

foa perch riuscirebb"nd essere la sue or~gine, ci.o riuscirebbe ad


essere ln datit .di qulllhe c:osa che tome ~otit di qualche cosa di
fondomentale rimarrebbe il 'principio; la divisione dell 'inte.ro come
dnre il comincinmento

e il; comincime~to

'che stgnifica s9ltanto il co-

min~inre che: comincie perch signifi~endo s~ltanto .. ~~to significa


allora il comindiare che, cominciand, ~~me se_ chiedess,e i1 compiment.o .del ,co1nincia.re, per cuf' coiile se lo' 'stes~o comincia~~\ cowincian.4(),, per- ci chiedesse questo suo com;>imento che perci ~l principio,

I'-

setutto questo;-'vro; sarebbe il cas~ di cominciare.

pensar:e che

il_,pl,">pleme.: iniz-iale stato risolto perch il. priq:l.p!o , '.e. il prin

cip~9

I.

'

'

'

-perch l'essere del principio sarebbe 1 9essere determinato da

. ci eh~, finalmente' sarebbe 'tjielln origine propri~ d_l P+.i.ncipio come


--

corupi]I\ent~ :del

- .

. r ., :

f. ;

' ..

..

. , '.)

: ..~ . ::

'.' f . -. ,..i

'. .

.:

. '; '

: ' . .

npodi~~i <1.~~, comin.~iamento~

cominciamento' come

. .

..:.

~l

. '.

. ..

..

. in al-

..

_;tri_tennini; la>divis!one dell'intero. Il prim:;ipio, d,a qestopunto


r

'

di vistp._, riuscirbbe' ad;:t~rsseri:/ p~ch s'ar~b~,


~ius_cirebbe
ad essere
: .
.
.
l' apodissi: del cominciamento, nilora

da

questo punto ~i;.Vi~ta come

se potessimo dire a 'questo punto che dunque, abbiamo finalmente il mo:

: ; . .

'~ . ,I

..

;;<io ~el quale il principio nasce,; perch il modo nel .,quale il .princ.ipio
.

,.

nnsce sarebbe. questo apodissi del coniinciamento, sarel:>'be, dB;-, p,arte del
:cominciqmento;sla oocessit di tenninare

p~~_h

il cominci,amento sareb-

be ,il cominciare ;s-tesso :che comincia co'.me tale. Ln diyisione.,,dell 'in-

tero significn il cominciare del cominciare, il comi_nciaqiento che comincin, il cornincinre che cominciando 1)er ci eone se fosse detenninnto e finire in quello che pu essere ln sua fine, .~l suo tennine,
e dunque il principio; inqi.ianto,

se

il cnrl.ncirunento veramente la

dntit dell'ori3ine, la dntit dell'origine come comincirunento riguarderebbe solo il ?rincipio, se l'origine data in un certo iaodo per

Mauritius_in_libris

...

-;

-~ '

.. \

.. J ..

'

L.1 .

,:...,

.r,

-'

r -...

. . . . . ::~.~-

.. .. :_ . f . . . :.:: [. :

cui il modo n~_i._ ~nle .-' c.li~D.. J~o_;i3ine'_ , pti_\esseteJ-ll comp!!rte~~o dc_{.:'.-:? ;.
:--~~ <-----~ '. .... __:_.~ .:.::.' ...' .70(~.: ..!;.. .._'-___ ~... _.....-~::.~ : . 1.;~- ,~::.. ~.-:~.-:-~.::..~~ ...---._;:f~...;_.~::~\.;~ .. --.-~.:~~- - ---- .... ~ ~(~.:_:_~;-;-}~~~i_'....:__~-..~~:::~..'J._(. ;~ IJ ..
~_on~~nciamei:ito; . ~,1 co.rilinf i~Et\t,o _c_p$Ju~o'. ~;:ire_bb~.: .il ,prip:sip,i~, ,_per cui'''
..

- ..... .;::... ........~.::-.::..;'.. ~--~ .. ~.:.i~.:.:..:...-.:~-:..:...~,.:.. ~ ..... :._ --_:...:.----~~~--._ ...:~~-:o:.._...:..:.:.:::_.:>~:.;,;...:_-:_.;.;;.:... ""'~::..:.. - ....:...._____ ::..:..:.:..;,:....:.-:::~~-~-~--~~~-~.~- .:.:..

il_ pi;-i~~iP~?, S[lre~_be .. 9pl. c>DJP1,~!}>:1,. pel_ c~ni"n~.;~e~_t~1r;l}qlr. ,~9~-~P. se'?ri~ ~


.:~ ...:.-.;:.:.::_.~--- ..::.. ___-:-: ~;-__::-~~.--..:.: :__ .-:.:.._: -- _j . .__ :...._::::::..::._ .-:...-:.-:.~:-F:~. ::. --~~:..: ..::.:_.

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do: i1 q~le s_t,potreb;})e 1 ~,.;i~. ch~'-.-~l ;C:omini~r~. (,),raj.1_1.~fQ.n-0,,.. f!Yalldo:,ter..;;..


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Si?,ni~iCB, che' f~lfrilna: in Ci n;p\J fa,rlo essere senza;:pur essre -Ci~~-:;.
.. -.-.: -~<t:1.-~_ . ; .. :: (_~ . ~
. . . .,_- .....'. ,. . - .
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... ~
:-:"!-<: ~ f:-..~.,
......
che e_sso, t in: ,i_ che pu' fore dU:rore il co~uinciare -Senza il ,comineta.~~'
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. . . . . . , ..

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r9:r~~I?PP~~ ,tt' proce~so secondo il quale dal pr~~io_i alle fi~e! :d~l_l ',i_n_t.~~?. ai ,t~nfdne rio.h,~:' Che tutto qu~st' rltO~~:'..;~~rse st;_e~S'?-~ ri~~
. ..... ,?q .. -:-~.1.,. ' __,_."':'~ ... ,r<:

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ste_1is9'.tutto
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questo ~.iventa una srb~. di puntualit mtaff.sia ~:rssoltita pe'r-:.-cui iL


~J :~:"I,}~?.

'

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'

.:?-~::'f.~.;'

.-:":,:.:.

- ~~:.:

. . . ,

prinfj.Q!o ~n fine l'inizio. il temine conce~tr.oti tutti a~,siem~ tra,


:

;t. : ..: .

..

"'

\ .:.

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'

'

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."~)

. ..;

di lo_J:0 1 tut:,ti. assieme coi_ncidono ta.l~et1t_~ che nes'suno di. essi: , ma


.

;.

.'

_:_ 1....;.....

..

.'

~ ; ,._,...

: ...:.

"""1''.

tutti a$Sieme sono senzn essere ness~o di qUsti,.. dunq~ ~ vrincipio


1

,;,.--..,

...

'

r.

...... . .

...J

.':

,'.

..

..

!.

'!t~.>tj

!'

tiueF)tlare

n fine n ipizio n termine,_Jn.a tut:ti.. Jl~_sierne


. :' :: . .~.-1--~,.. :. '

;;~'.~_.:, ..

l 1o~_ig\ne che_

j:. ~

f~:..

..:,. ..

.... -r.~;

se,rebJ:>e il 'principio,. o il principio in gunnto tale~l' 'rion- i,~.pritjcipiq_


. -:..........

'

' _.. :

.~.

'

::::>f"...;...... ~_-. . . : ;..

~-:.:.;":!...

'.';:1~.':;

c;li : ., ._mo il ?rincipio come princ~~,~o; .~nv~fe la ~divisione dll 'inte'."."


-'-:.: ..

'

.,

'-

''

ossott:f;gli~.

:ro

... .

. .. t _.'

.,.

pen~are

quel mondo del.


.

.1

. ,,

-~

.....

.':.

~.I.: ./

.t

;~.''

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irt questp, molo pr cui cl.al. prin

.. ; .:... . . . ;

-..'J~f

..'

:-.

'

.;.

;-.

!.:_~~

. l~

'

....

cipio fino alla fine, dal _princ~pioi fi~9;..a1 t~rm~ne, , !1. processo _dina

..

.f .

,.

. .

.I

mico " int~rno -a~ corrisponderf;!, dei. pri"nipio co.n la fine e dell' ini'.""_:
..

-.

.'.

..

zio con il t;,ermine, allol:'a la corrisp"v;ndenza. de_lf'ifitero alla :fine,


del principio -e.1-'
.

termi~e~
'

si

~otrel>b.e ~i~e

. l

modo,~di

il

rapporto che il

principio. ha:-. a !ci nei cui,.,confronti il pr:Lncipio principio, e quin-

_,

_l.

'

di il :.compir~nto, lo fine. il modo di -~?pPorto a ci~.-~ che 1 inizio hn


1

corrispo~penteme~te

n ci~ e~~ Il~~ ;~ '-~niiz.j.o_, il. . suo ten11ine di rnpporto

. necessariEUliente il termine? .?llpra,:. }.~ corrispondenz_a tra princii)io

ide.~ticamente

. e fine, fra._,ipizio. e tennine .ci; cb,e rirrg:me


....... ~- ,;. r . ,

' ,

. ~ .

d.nl prin.

cipio. alla fine e, . dall'inizio


al tenaine,
dal. terruine nll' inizio e dol'
.
.
.
.

'.'

pr~JlC,ipio,

la fi;ne al
,

.1

~nto
.

- >

' :\

I'- ,

q;l~di

, \

_dnl

principi~

al compimento, dal compi-

al prin~ip:f:.o., ci. che id~nti,~nmente nqn n~ .l'uno n6 l' nl tro

. .

! .

., .: :

'

.I

~.

ci cl\e tiene assierae .l'no e l'altro indifferentemente; dal princi.

. . ..

..

\ _:

~"

. ..'

'

,, . :

.l

. ...

. '.

. ...

..

pio allo. fine e dall'inizio nl te.nnine .ci per cui il principio corri.

Mauritius_in_libris

("

...

184 . -

sponde al teni1ine e ello fine, ci p~r bui l 'ini~io corrisp.::>nde al ter-..


mine t

-~i_ per cui il p~incipib cortispoi:ide.

al cokime.nt:o

ciOOsto rnp

porto che indifferentemente tine assteme: ii )'.>rineipio e l l termine.2.


ftne e inizio, per

C~i

principio olla fine e

melo 'ituftfz.i~nt: che tiene

qUesto

io

0-SS-ieDiEfiil' .

fine'.'al- prinipioi:coine' 1'e, rtenendoli: assie...

rne in questo senso, tene~-~ie osst1ne urta sorta" di :(litnruft.ismo inmobile


dnl pr~ncipio fino alla

ii.ne e

dtllla:

f1.rie fino al princ.ipio;. La neces~

sit del ,pensare e dei principio~'. 'non :del: prinbtpid iinquanto corris~n
dente llla fine ins de{ princ.ipio .divtso da :se' -~~ef.'sb ;dhe ha 1rapporto
..

....

.::.1 pensare, lo necessit.-cdel prirtciplo .e delU!2 finedi :<essere't-ali in


qunnto esposti significa ln possibilit di questor"e:ssera.:e&P<>.$..~J secon :
do ln qurile ln divisione dll'intero :manterltte netln divisione del.

l'intero, e quindi esist'e una sorta: di lirte'a rii~taftsica nella quale


la c01~rispondenza del" prlncipto al. compimento s-!gi\ifico inU~tferente
mentc . l corrisportdenza del compimento al prineipio

per

cui dall'uno

all'altro -il discorso' "come se rimnnesse sempre iiimobile, ma sempre


immobile in tannier~ che il principi richiedef: Che;~11 compi~nto sia
a~~olutp,

_-r

r\ .

che il compimento riesco o compiere tnlraente il principio

che il principio,, p~r questo talmente':~: cbmpiut do :essere;. e il pr_in..


cipio deve richiedere il suo compimento anche

se

11

SUO

Compimento pu

essere che" sin enche la sua fine, la sua terminnzion; per ..cui ci che
compie il principio pu essere anche ci ch l'.~annulla.; ci che ri1nnne indifferentemente trri il 'pr:lncipic>"'e' la .f-ine, 'lt.iniz:Lo e il tennine la indifferenza di qUestn corrispondenza-; sl corrispondono il. pri.n..

cipio e lo f~ne in mcnierri lridifferente ~- pr cui il non esserci diffe ...


renza trn il princ.ipio e :la ffrie mnntiene. il di;ario -tra- il principio
e la fine; il rt~n esserci corr::spondenzn trai.1-prineipio

e -la

fine

mantiene la divisione tra' il principio e la fine_.- .......come se. 11~.l:Lo. stesso principio, nella strutturn meta.fisico dell stesso principio, accadesse quest~ sorta ~d{ crisi che nn una c<risf mo'uno sorta di unit
profonda ~~l princtpiostesso :io il rapporto n ci che~lo compie co. . . .

m~ principio, mn ii rappoito a "ci che coropi'


cipio pr sempri1~~ppcirto' cti' compie

11

pr-inc,ipio come prin-

ll principio come principio


dal principio,' ~-rion so:>> ~ part:frtf~:a&ti.:.itGment.oJruff __ :tjuale. ;ll. pr,.incipio
Mauritius_in_libris

185
j

"

,..

..

'

, ma anche dal principio come ci che da questo' stesso.


.

Nel parnllelo esistnzinle noi silif.io'gi, nel cc.so del principio


il caso del principio il "coso del principio proprio pel;'ch. niente
da questo. punto di ~ista, ~ se qualcosa dovrebbe essere i.n quanto

il principio in qualche modo , mo come princtpio:

come s; noi

'

..

j. '.

do '

vessimo porci nel momento assoluto nel quale talmente il nullo che
per questo, se quolche coso , soltnnto come priricipio, se qualche
cosa , pu:. essere soitanto cotne principio, ora lo fatico. di questi
. r ;'- -,
,

l .
discorsi consiste nel fatto che noi dobbicrao liberarci da tutto ci
he siste~do positivamente, come se-appesnntisse il discorso, tut. . . _z

. ; ...

to ci che noi siamo consiste nel 111etterc att9:rno 31 mondo del' pensie
ro che cerca questi problemi il mondo che gi esi'ste: e diinqe perch
af fnticcrsi. tlnto per la problemntica radicale del principio? Ma al
livello del. pensar~, se qunlcoso a.l livello del pensare, a iiv~ilo
)

dcl pensare qualcosa solo se al livello del principio, diversamente non ol livello del pensare, perch diversamente ol live~lo d~l
_,'

i.

conoscere; eh? n9n ha questi problemi,

n~

pres~ppone

jl pensare non

.. ! ..

ci che pensa, tnnto il pensare pensa, tanto

ese~c~tato

da se stes

so che non presuppone nenariche quello che pensa* eccb perch dico che
la difficolt di questo discorso pare che sia nn diffibltt secondo
l~<::qunl~- questo discorso continurunente alimenta le sue 'stes~e q~fficoll ,;

'

:-j

.'J ''{' ::~ t-

'tfino n questo punto che oro tentillIIlo di riprendere per cond~lo fino a uno s'bbcco, verso l 'elenchos del ?tincip:lo; la difficolt consiste nel fatto che, se noi riuscilIIlo a pensare il
.

'

:.

mn"ento

nel quale la
.

fine del principio si riconverte'ne'l principio della f:i.n~. co~:isponde allo stesso momento nel qunle il diru:unismo deila lin~ll prinipio
fi~e- iriizio termine coincide co~ un dinamis~tio che cir.cioscrive 'la linea

:
i
- i -~ . ,
~-.r
.
"
stessa, smentendo o negando ch ci sia la corrisponder,.za''iridifferente
._,

..

trn il p~i~cipio e n .fine e t~c. ic fine e il prif\Cipio, anche s noi


riusci~ in questo, riu~'i~e -in questo si~:l.ficc riuscire in niente,

perch~

t- p~lnc"lpio

in qaestd n16do ancorri n6n ~-' p~r~h a questo modo


ci che :~'' ancore il ~01i~incinre cio ln_'.,division~ dell' inte'ro ~ttra
verso le qu~le il pensnre e il principi.o-, si: trovano -esposti attorno
t

'

'

ella divisione dell'intero: dal principi.o al tennine la corrispondenza

Mauritius_in_libris

186

~~l:'lilill:e.e

indifferente tre principio e tennine e -tre

...

:.

U:I:Lq sua differen-

indiff_~e~t~. :~ic~ve.

per cui o queste. corrispondenza

principio tale

,_

za

assolu~~'

e allcrc in-questo cnso :~qme~ ~se, l~ li_p~o po~es~e pr~edere all'infinito e trascinare con s il principio dol:.-.rprinc,ipio, op~
pure, non potendo ricevere questo differenza assolute, la

.:~o_r};'-i,sponden

zn indifferente del principio al termine.e del termine dl

prin~ipio

deve essere riproposto attorno cl principio e

~l

pensare. Se noi riu-

siamo a dare la differenza o questn corrispondenza indifferente, ab.

birunO che il principio, dal principio, continUl.l verso le sue fini, in


questo ~~i-non dobbiamo rius~ire perch in questo riesce la storin del'
ia filosofia; inf~tti, dal punto
di vi.sta critico, le storia della filosofia il riuscire del principio dcl principio a traversnre ininterrottrunente tutti i suoi ~o~pimenti; evidenteme~te, do ~st~ punto di
vista, ln linea, il dinamismo del rapporto di corrispondenza indiffe~
''

rente tra principio e fine riceve ogni volta una differenza che un8
differenza assoluta perch . ogni volta _una filosofia, una differenza assolute che ogni volta, essendo una filosofia, richiarna, ricomprende in s l'indifferenza dello corrispondenze tra. principio e fine, per
cui questa differenza nssoluta che una fi_l9sofio ogni volta , questa

f~ne_t und; differen-

io

corrispondenza indifferente tra il principio e

ze assoluta indifferente a sua volta, dove l'essere. indifferente o sua


.

I.

volta.significo togliere al fluire del principio verso il principio,


. ''

/" ....

p~rc:R-:.~11 principio che fluisce ininter:r~.~t.;m:i~~te;_9ttrave~~o.'le ._sue


...

..

.I.

..

morti; il principio che

. :

-~

..

~luisce indifferentement~
'

'

..

~-

verso il principio,
.,

per cui appunto non c' mai un principio; allora, il principioJshe fluisce ininterrottamente verso il principio, n questo punto, non, indif'.

ferente ed senzc differenza


in. quanto non pu avere . i,l:' . problema
del.
. :.
.. .. "-~

'

la differenzo, questo problemn

~lielo

'

toglie ogni filosofia

~he

ogni

::

volta lo risolva; il problema a questo punto consiste nel

~.iH.scire

porsi in quel momento di uscita del principio che corrisponde al coi.n- '
pimento del princi;?io stesso, (principio fine tennine
in questo momento di uscita deve

signific,~re

~nizio),_ po~si

per un verso,

intatto il dinamismo del principio, nic, per altro verso,

manten~re

r.icqnver~i,bi

le diversmnente dalla sua linen di sviluppo, quindi identicamente il,

Mauritius_in_libris

187
.

. .,,. "r ~ .
!i'

principio, attraverso il suo compimento, dev essere C:~ndotto od un


compimento che-oon il compimento delprinci?io in qtiel mod per cui
.lo

sviluppo:~_el-

processo non sia uno, sviluppo lineare, inn sin uno svi-

luppo che sia possibile attraverso 11: rc.pporto ..: tra il

prirli:i;io

e il

pensere. La divisione dell' intero dve 'essere IrUlntnb1''rie1io ~!visio


ne dell'intero nttrcverso il suo essere iIIIIlssa nel rappdrto tra il
principio e il pensare, la divisione dell '1ritero. deve diventare ',11 principio della divisione del prindlpio dalpedsate~
l*unico modo ~per il
. tf....
.
quale possil;>ile che i~,,:~~ism-J del.:.pri~fpio riesca.".o non esse~e

annullato n ad annullare chi 10 cotaprende, ;cib che lo coruprende:~ .


'

questo
per cui lo stesso dina1nism-:.;. sorebbe lo stesso
dirunnismu che di.
,.

;vide il princi,pio dcl pensare, che divide ci che sta attorno;;-aila di' ;1_; .

yi~ione dell:' intero; la stessa divisi0ne dell'intero ihl:e'ramente diven-

ta il

pr~Jlcipio

dlla stessa divisione dePJprincipio dal pensare; st0

it princit>io

tenendo presente questo: c' una linea.: che 'tiei;ie b.ssieme

e il cvmpimento come divisione dell'intero,'~:attorho" n q\:ista.\iinen abbiruno la dispwsiziune del prin~ipi9.e del pensare, (llprincipiu in
quanto diviso dcl principio che in 1 qlllsto e per questo ha rapporto ai
pensare)* .qsndo la divisione dell'intero diventa intert:miente il prin__cipio d(;)iia :divisione del principio dal pensar~, sto dicendo lo divisione de1i 'intero trasferisce tutto l'intero in un modo che riguarda
\

(f

'

' .

il prirlcipio nel ropporto al pensore per cui.lp.dJ.v!siune del pri'ncipio_

.d~l Pensare :.s1gr\:Lfica il tra,S'ferimerito del i t' tntet2. nei modo .fondd-

menteale, o, il dive.ntare -1; 1intero il 'mooo fondamentale: raa i iirliE~r~;"

ne~llo sue. divisione la corrispondenza che tale indifferehteroonte


de]_, principio" olle fine e del termine all 1 1.n1.'zio; allora', stiam dicen
do.che il modo fvndame.htale che riguarda il pensare
.. ')':f

'

ii;.;;

qUsto

divenire
"'i : :

'

dell'intero,. ma il divenire dell 1:.intero i.l d<iverlire del principio


r

'

'

'

r 1

i"

(.

'

in rapporto al terndne 1 dell'inizio in rapport' nlln fine; della fine


principio~

in rapporto Ell.l 1inizi_o, del 'termine in rapporto al'

per cui

tutto questo, questa onrispondenzo, come se non fosse cib che essa
, percb tale solo Crt'ispi.Ondentementealphsore; irt oltri.tenni-

ni, il principio pu, avere crrisp0ndenza<l.llafine soltanto se questa.c~rispndenzo

tele'soltan.to corrtspndentemente ll pensare,diver-

Mauritius_in_libris

188

semente n:Jn c' corrispondenza del principio nlla fine, -taa

a:llor~:r

pu

continuare ad essere il pri-ncipio attraverso la -sua. fine per questo


1aodo di corrispondenza al pensare, il principio pu continue.re ad es-

sere il principio attraverso .il compimentoj ,in qua.nto ottraverso il compimento significa in corrispondenza al. pensa.re Ci. co~ip,pondentemen
te lll pensare. Il divenire dell'intero come modo

-:rti il principio

~l

principio:,

--~~s~c-~rn_

fond~ri.tale llssicu-

il principio ;n. -~e stesso attra-

verso: la sua negazione, nssi_c_u~~-J.l :P~~nciph( n. ie s_~e.$so. _J1_t~~t'.}Ye:..~:1N.


lo sun differenza, ln differenza. del principio il compimento,- la; differenza del, non dal, principio soltnnto il suo corupimento, !V che
vuol ,dire: che il c.Jmpimento de1 principio non pu essere la sun t'si,
in qunnto .questa tesi pu essere solo come te$i di vincolo del principio al compimento cio l'' idea o lo sinossi te-tico; la tesi del vinco
lo del compimento del principio sta a significare he il principio non
pu sopportl1re le differenza di se

stesso~

il principio non pu c-sse-

re la differenza del ?rincipio, l'iden non pu essere la differenze


dello. iden, soltnnto ln i differenze del re:al.e. t1a: questo non pensare, perch alle stessa nlllniera il reale non .pu essere la differenze
del, reale, soltnnto

la.~-differenzo.'

della :ide-o! platonicamente ln dif-

ferenza del -reale solton-to la, differenza:dell' indea, alla stesso maniere come platonicomente le differenza.dell'ideo soltanto il ree.le;
quando dtco lo differenza. della idea sto dicendo che il
ln differenza non

l'ide~,

raa::

~~ r.~ale,

per cui non penso ___l 1 1de~,,,e. non lo

la

'sog~etto

differ.~.t.lZll

pos~_o pens.~r~

del"'"-

del rellle,- ;

per.h quando p!!$9.

l'idea penso il reale, quando penso il reale in realt penso

l~ideil~

dunque non penso &uii n il rale n l'idea, ed ci che Hegel:erc


di capire quando disse:. tutto ci che-- razionnle recle, (Hegel cerc di dire effettuale, il trmine dhe Hegel usa non

~llo-'ch

noi

trnducirano con la parola reale, anche se reale sarebbe -il senso co1n?lssivo di ci::che diciruno effettunle), quando Hegel cerca ai

distric~r,..J

si da questo ,irbroglio e dice che tutto .ci cbe razionale

reale~J.U

questo significa che tutto ci che razionale pCDsitivo, perch4 . _,


da s secondo la suo-origine,; ce effettuale, tutto ct che ra
zionole perch il suo p0sit.ivo, e tutto ci che il suo -positivo,

Mauritius_in_libris

t'l,1.t~o
ci ..che. il p9s.itivo di s, . questo rn2:ioricle, ~ol questo
. : ...
'

rnzio~.n~e, e. ques~~?_.punto ritorninmo al qiscotso platoni~S.~.:i~n differenza del peal.e ,l'idea, plc.tonicamendt. io riorl pnso 1 ti~~~,-:pintoni
carr.ente, quando penso .l'idea, pettsare l*idea noti mai 'tale ni :livello dell'ideo;
(lo dice Platone nella stessa ccfozione letterai~ del
.
. .
.

.,r

..

termine idee, che significa appunto noumeno), perche, in realt, io


non penso 1 i idea.~ 'lperch, pensare 1. idea non mci; 61 iilae110 dell *idea,
e Platone ~sto Jo capt_. perch quando' Platone: sostenevo che il pensa.;;.
re tale cl +ivello. della idea; sosteneva che t-h tale a'.; ~ei;' livello in cui le anirne pure non .!lncorc incornat'rtuse_ivano

vedere qual-

cosa in pi ~ qualcosa in.meno delle idee, il 'lte:t~.&tx loo\i{Ja

che

nun il pens~re l'i~n che mi rL!JUrirdncome uomo incornato e soggetto pensante; ecco perch io dico che, platoriicaroonte, quand penso l ' idea in realt non penso l'ideo perch platonicaraente in realt lo differenze delltindea il rale e la differenza del reale l'idea. Dn
questo ?Unto di vista, allora, il problema consiste nella necessit
della corrispondenze indifferente trn il principio e ia fine

e tra il

principio e il compiroorttoi questn corrispondenza indifferente se rimnne secondo se stessa rimane appunto 11aearmente in modo tale per cui
le differenze sono qUe11o che ho chiarunto le filosofie; ogni volta una
filosofin la

diffe~enzot

ailora il problema consiste nelln necessi-

t che questo processo del principio verso la fine sia tale per cui
il principio ed essere la sua differenza, cio il principio la stes-

sa dif ferenzn del 2rincipio perch tole corrispondentemente al pensare, solo perch l'intero diventato Ildo fondamentale, e,

divent~n

do modo fondamentale, ci che modalizza la corrispondenza indifferente del principio e del compimento, per questo il tJrincipio pu essere
attraverso il suo comp*mento, e intendo dire: questa l'uscita del
?rincipio legato cl compiraento in questo modo per cui il principio pu,
attraverso il compimento, essere ln sun stessa differenza, ma il punto d'uscita non ancora, questa l'uscita, mo il punto nel quale il
principio

identic~m~nte

il principio che dalla corrispondenza indif-

ferente riesce od essere ln

SUl

differenza, questo non ancora, non

ancora perch come se il principio chiedesse

Mauritius_in_libris

tnln~nte

di uscire

190 -

da non potersi fermnre nel puntoin cui riesce .ad uscire, perch se
il principio si fentln nel punto nel quale riesce ad uscire, c0rae se
il principio rimnnesse bloccato, epper il principi, identicamente,
questo punto lo deve trocnre, perch 1 'use.i ta ; : ma couie se il pri nc ipio chiedesse di pnssare ottroverso quello

~oglia,

un limitare che

nel momento in cui il li1ad.tore come se dovesse essere dimenticato .


dcl principio stesso, perch altrimenti il principio si ferma!su que-,
sto limitare, e allora muore nel suo stesso uscire verso se s.tes,so ;~. :v
come se il principio chiedesse di non dovere i:oorire. ~el suo uscire

verso se stesso, anche se il principio deve essere in quel

punt?;~el,,

quale esce verso.$e. s-esso, dato .e.be,. ivers~nte, ri1no_rrebbe, .~Jle.


linea ai corrispondenzn.. indifferente e rirunrrebbe,

ipdiffer~ntem~\lt~

a q\iesto, l 'e'sposizione del principio e del p~psore.

Mauritius_in_libris

-.

,_;,,

. __.!,

,I

,_

191

., ....

y
,j,

:.u -

. X~I'~ -_ IL PRINCIPIO COME GIUDl2:Io.-~ , : , :'~

___,,j,

,..!_.I.

.....

'''--,'

.'

...._, .( __

Si pu pensare dunque :l'uscita.del principi.o.verso s-stes-


,ri~ane

so, per

ancora da chiarir.e il pl,into 1limite. di questa uscita, ;

in questo.senso: la c:or,ispondenza che indifferentemente tldal


principio . f~no; alla fine e ,dalla firie fino al ;principio di ventata
quell~

~do

che hq chim1iato il

fondamentale . attr&verso il quale tutto

>

ci che ha costruit;o finoJ::&: il rappo'J;'to tra il principio e tutto ci: :


che interessEJ. il p,rincipio e, j.l pensare e il principio, tutto ci che
ha costruito questo doppio rapporto, e qui,..ndi quello che p"er un verso
'"':"'

dell'intero.~.

era la divisi.one

per' l'altro il rapporto tra il princi-

pio _e il~pensare,. diventato interamente iL principio della divisio'.

ne del pri*.tcipi~dal pensare,: que$to il punto dlla questione nel


rapporto ~1l'us:ita del pt'incipiorverso se stesso. Da questo punto di
vista la divis~o~e de1l'intero 1 idiventando interamente il prin'cii'pio
della. divisione de~,.principio dal pensare; ._ ecome se r~usc;sse ad assorbire ni~ modo ci che costituiva la 4ivi~ion dell' inter la"; c:livi.;..l
sione dell'.1.ntero
si.
trova
..
. '
..
..

'....,.

-~

.Pr~riipio

il qua!.e il
cipi_o.

dell~;:P~Y:if;ione

risucchiat~
.

nell'essere .. il. modo attraverso-;


..
.
.,

viene distratto da se stesso .e diventa. il

prin~1

che rigu4rda il princ.ipio . . e c.iil :pensare. Lt:l' divi.;.

zione dell __ ~nt;erb, ci che. costituisce il materi.leaorgi.co; ot'igiria.i.


rio d~.l. pet'ls~r~. e del princip~o 1 del pi:'incip:Lo e .::del principiot. tutto
cib che costituisce la. stessa situazione elementar,e :di .questo.. rappor :
to, in questo momento ctiventato urta sorta.di distraztoneJdei p.rirtcipio da ~se, s~es,so, di divertimento del principio dal pr.inoipid, in quan
to ~sto .. di-vert:l~nto (non ,diversione) ntetafisicb,del :principio dal
principio~ questa _dis-tr~ione f!ondamentale del princi.pio:ctal .principio

significa,

J~ ~iv~pt:are ~1

principio i{l.

t'~ppor_to ~l

principj,o non coJDe . ,tale, ma .in quanto il.


principi.o. in rapport:o .alla

fine,,o:'a'!.~ ~ipe,__

'

e cosl via." l.l. diventat'e :ll principio principia,.di una .Bivisione che
~-.

riguarda

\....' .;.

~J:

~. 4 ,

prj.ncipio. e il pensare,. per cui" il

_diverti~~~-9

_inetafisi-

co del principio a questo punto come se costituisse la base del modo fondamentale, perch il modo fondamentale 1 1 interaruente di questo,
la divisione dell'intero che diventa interamente il principio della

Mauritius_in_libris

-. 192

~paris.

divisione del principio dal pensare. Dunque l'intero come se

se nel modo fondamentale attraverso il quale tutto ci che costituisce


la elementarit del_ rapporto fra il principio e il pensare diventa il
prin~ipi,.o.

,c;tella_ divisione del principio;dal pensare, cio, la corrispon--

denza_:

indiff~ren~;-,del

si il

si$te~

princi?io

all'apod~i-as.i-_

(intendendo per- apodis-

di rapporti del termine risp~t~o slla fine e del princi-. -

pio rispetto a.11 'inizio), mentre, .fino ad~ orik1il discorso. il d-iscor-.-.:
so della corrispondenza principip fine inizio termine,_. dunque della;
corrispondenza fi~iologica fra'"::t che il_ principio ;e ci verso cui
il principio va, e quindi di volta in vo.lta principio fine inizio termine, in questa corrispondenza, nel suo
co11ie se dovesse essere riportata a se
il principio e l'inizio e:
rispondenza

il')~ifferen~e.

pio nella quale ls

1,.~

$istem~,ia

st~ssa

corrispondenza

come corris.pondenza tra

termine alla fine; allora in.questa cor-

del principio alla_ fine della fine al princi- --

corrispo~denza

interna ha -un sistema che il siste


~ra

ma della corrispondenza, ha un organismo-elementare dt rapporto


il principio e l_'inizio e tra la fine e il ter.nline, in questo
di

corrispo~enza,

voca:. l-a

s~sterna

la corrispondenz? _ doppia a questo punto, - biuni-'.

corri,~p,ondenza

del principio alla fine, -dell' i11j.zio al ter4'i-

ne, la.-corrispondenza del principio al! 'inizio, della fine_ al

te.rmi~ 1 :_; -

in questo- sistema di corrispondenze gli elementi del .sistema sqno di".'"


ventati,- ci che interamente il modo fon<;tamenta].e: la divisione dello intero

ch~_diventa _inter~e.nte i~ principio-del!~

div:f.si,one del prin-

cip.io _4al peQsare, per cui questo lo stesso diverti,-mento


de_l principio, _in quanto
ne a capo
il

d~.

.pr~~1p-io

:f.~

pi::incipio di-verte s

ste_~so

rnet~fisi,co

perch si po- .

un discor,sq, Qer -iniezzo del -quale si divi,de_ .da,1 pensare,


della

interamente t_ale

div~~ione

diven~a

.del principio dal pensare; questo

interamente il ?rincipio de_ll?

esser~-_:

-4~visione

principio dal pensare, questo essere il principio a questo-,punto


ramente ta.le significa questo e.ssere del principio
succhiare in s_

g~i

1~:

_del

_in~e

capacit di ri-

elementi che lo costituiscono, ovvero .11 sistema

del doppio rapporso, o_ il .::i-apporto del doppio sistema, il sistema della corrispnde~~~,-~~,~p1'inc;lp;L.o- alla fine,,,del t:ennine __ all'inizio-,, e
viceversa~

ma il, sisten1a

c;lelt~;-ieorrispondenza

Mauritius_in_libris

del, pripcipio all ',iAizio

193 ,_._ .

e del termin alla fine, per dtiii nel rapporto -del ~doJ?pio sistema, gli .
.~~?::.

., '

elementi che costituiscono questo rapporto finisono';t>er diventare sol


.-

tanto ci che un mdo fondame:Otale __ .a questa manier'&, che l

'e~sere

internrne.nte la divisione dl principio il principic>-:della divisione


.

'.

del princ:ipio dal pensare, l 1essere: ::lfnteramente ctl prinC'ipio della- di..
visione del principi dal pensare dalla: divisione dll 1-intero;
ra come se la divisi'one

~de~l,'intero
.\

'

"

allo-

a questo punt fosse-rafforzata


.
.

nel suo diventar-e modo fondamentale, rafforzatl-perch

i:l.r~fforzaroe~~

to della divisione dell 'inte,ro non significa un rieostituirl:'a diversamente n significa

un

lasciarla a. se

stessa~

'significa l'uso 'dglf e-

lementi della-divisione secondo lo necessitdel rapporto tra.il principio il pensare; in altri termini come se il rapporto fra il

p~in

cipio e il pensare avesse bisogno a questo punto .di chiarire che rap-.-,
porto c' non solo tra il principio e 1 1.apodissi, (la corrispondenza
indifferente tra principio.:fine termine inizio), ma nell' apdissi com-

piuta il rapporto fra :l.l principio e'. :ti' principio e tutto ci che pu .
essere tale a livell nel qaie ii rappot.to fra il principio e il
principio, (per cui il problema non soltanto il problema

di

dompren

dere ~il "principio lll suo livello, ma anche il problema di comprendere al livello"nel quale possibile

comprende~e

.l.

il principio a livel-

lo del prineipio 1' il problema di comprendere r. questo livello il rapporto della ftne-s.11a:fine, dell'inizio al principio, del termin al-.
termine;' ' il rapporto della fine al termine, dell!:inizio al principio).
In altri termf.ni,'dal punto di vista del princtpto, ;non del

pr~nipio

''

in quanto tale, :dal :punto di! vista del principio secondo questo discorso, dal punto di vist 'del principio che esce verso se stesso,

l'usci~_.

ta del principio:verso se stsso la necessit di intendere che il


principio anche 1 1inizio, e che la fine anche tenni.ne,_ che 1 1ini~ i
zio anche principio,

e che il tenaine anche fine? Cio .. dal punto . 1

di vista del principio come ci che esce verso se

stesso~c,l!inizio in.~.

rapporto al principio un:modo <U. essere del. principio e il principio


un modo di essere dell1irtizoo, 'la fine un modo di ~ssere deJ. ter~
mine e il termine un modo di essre::dell 'inizio? e _viceversa?.Cio
la inversione dei rappor-ti . tale: ne11-1 ambito di ci: che vale cotne cor

Mauritius_in_libris

194 -

rispondenza propria intrinseca del principio ne3li'elementi che loriguardano?1Per cui de. qUesto-p~to di vista come se noi dovessimo pro~
porci il probleme. di comprendere la costituzione del principi.o, da che
.'''i

cosa costituito il principio, che cosa costituisce il principio de-.


.

.il

. '

tq_ .che non possiamo disporre per il principio del vincolo aL compimento che lo riguarda come tesi, 'aato che il principio non. ;idea, e datQ che il principio non idea:non significa dato perch dato, ma da!

<

-. .

i"'

'.,.

"' I'\

: -,

to dall'idea
come
sinossi tet:t'a: che l' iden sia sinossi tetica :,sta~
.
.
-:
-~

to

.di~c;>strato

~--'

:. .

secondo un. discorso per cui a quest punto.. quando dic.Q

dato.che la sinossi

tetf..~a

l'idea, non sto dicendo il datorcome


stodiC:~ndo

posizione della idea come sinossi tetica,

la sinossi

i~~.
tet;i~_i

ca che, dal dato che imponeva l'idea, ha deootto il discorso ln questi


termini.

,..P-~l'.

, ~

' .

cui appunto non possiamo dire che noi potremmo a questo

. ..

punto anche cavarcela facilmente per capire la costituzione del' priflr.'.,


.

-~

..

cipio pensando 1 1 idea, in quanto la sinossi tetica ha dimostrato cb;e,:. ;


pensare l*idea significa pensare!'&v~yx~

assoluta del vincolo deL

compimento.al principio, la necessit di non leggere l'idea, o la:ne


cessit di non dividere l'idea da se stessa'o-\fvero di non dividel:'e ii
principio dal compimento. A questo punto il discorso diventa,complica.

'

to e coimpl;lcante tutti i terminf... det discorso perch a questo, punto


. '

il discorso il seguente: l uscito -'cel principi verso se ste:ssP., at-:".1


.

, traverso la quale il principio riusc'ito ad essere la differenza


se stesso corrispondentmente e.d. una

su:a

i~0 .

differenza che: l 'apod~AA,.

e questa l'uscita del prirtcipio verso se Stesso, per'tin VeTSO i1(tapodissi come _differenza dei p~:lnc:lpio e per1er veti-so lo.!stesso principio come_ la sua stessa differnza, quiridir<fiieste uscH.to del principio

attr~verso

l.s quale la
!

divi~ione
..

i"" ;

dell'intera a1venta;.inter~nte

un principio che di-verte il principi mi da la necesstt di:int.ende.

re la

costitu~io~e

del

~~inciplb e

dunque allora di' ~hiarire 'non sol-

. :tanto la corrispondenza
del principio alt' apodissi,-ma la: corrisponden.. -' ,... : ..
,

za del principio a ci che pu es-sere l'identico -del-': principio. stesso,


che. non pripcipi, la corrispond~nzn d~l 'pili~blpU:> a ci che pu essere l'identi~9 del principio stesso, cio la cbrrispondenza del principio all'inizio e della fine

al

-tenhine;: il rfjroblem

Mauritius_in_libris

u questo

punto

- .. 195 -

rimane solta~to __il principio, in quanto -1& corrispondE:fnza del princi

',:.-..J.~:=

r;.-, . . .~~ ... 1.

'

.:':

''

pio all_'inizio e, dlla fine. (al. termine, le crisi dell'a{>qdissi, la di,

- !

. .

visione dell 'apOdiss.i

si~ifica

'

i.~,.

, '; ~: \

.T

pur sempre il dicorso che riguarda

soltanto il principio, ip _quant_o la possibilit di lggete 11 ~appor


to fra fine"e termine e tra principio e inizio.significa soltnto la
lettura del PJ:_incipio come. principio, perch ci che inter~fi.sa nel rap.

,\::~1 . .l .:; -, . ..

'

porto tra ten11ine e _fine , ;una corrispondenza che non interessa il ter.

.t .. .

. - .-

: ..

mine rispetto ella fine, o, la fine rispetto" al termine, ma in q\Jesta


,

corrisponde ln corrispondenza della. fine termine

del termine fine


"

rispetto al principio: noi non potremmo cio concepire la fine o il


termine se non

concepi~simo

la fine e il termine tali in quanto il prin-

cipio , non in quanto la fine e il termine sono la fine e il termine


del principio, percha allora faremmo questione gnoseologica, non metafisica, e in questo senso ogni principio sarebbe un principio qualsiasi, enzi_un principio qualsiasi sarebbe il principio, ogni principio
sarebbe il principio, ogni u,ornento che pu essere cavato dalla sua ori
gine e isolato dalla sua origine e isolato come originario costituireb. ~ .l

be un prinC:~pio buone per essere. tale conduttoreiverso la fine, e quindi noi.in questo senso
faremmo
anagrafe e non filosofia: il problema
__ ,
.
:

che il rappbrtd

hima

che nasce

tt_a . principl.o

da1

e inizio e fra 'fine e termine uri pro

fatto che questi elementi che costituivano l'inte-

ro sl"iso sorto diYertCati mode)

f~ndarnehtale, sono diventati url m~io fbn-.

damentale, son~ diventati 1*interamente deL principio della divisione


del.-principio dal pensare, per cui dal punto di vis~a dei principio
della divisione,_ che da\ l'interamente,_del pri.ncip:i.o dal pensare, il
principio rimane solo lasciando n fronteggiarsi, il principio e il" pensare, il principio della divisione del. principio dal pensare mi da' come conseguenza il principio della diyisione dal pensere; '- come se il
principio che sta tra il principio che diverte il principio e il p~n
sare che sta reggendo_

~utta

questa operazione,' quasi come,se il pensa.-

re stesse a fare da spettatore, .ouie se, il pensare stesse o fare da


contemplatore di ci che invece il pensare stesso ad essere inirnarienternente a se stesso, come se tra. i-l principio e il pensare, che a
sua volta come se accettasse il divertintento del principio e stando

Mauritius_in_libris

195

a _questa colll:ledia per ci accettasse di essere per que'sto soltanto


ria

mai

pr~ssi_,

cm~

se tra il. principio che diverte il p'rinci'pio

e :iJ pensare che standd al gioco o stando ella rappresentirzione~: accetta11do. il gioco per ci ac~~ta di rimane'l'.e :teoria del' principio ch
diverte il principio, il principio che stli-in mezzo

COUl

se fsse

costretto .a ..partire, ~ essere di l dal rapporto di divertimentc> tra


il principio e il pensal;'e, per, cui il principio della divisione:'d~l
p~nsare, poich ta],.e interamente, non ha pi bisogno di essere il
pr~ncipi9_ d,e~la

divisione del principio dal pensere perch dall 1 inte-

ramente ricava tutto ci he gli serve per potere essere il principio


della divisione cosmic,e ennicomprensiva che pu interessare: per 'qtie'sto
il pensare, per cui il vero :principio che a questo livello interessa
il pensare non . il princip.io. che sta fuggendo, non il principio che
sta diventando necessariaroonte:. solo, il principio.I forse finalmente
il pr_incipio, non il principio diciamo cosl che si sta in-arch-ando
per cui in-arch-andosi sta fecendo, costruendo una sorta di curva serapre pi ascensionale per cui il vertice di questa curira rimane solo

e le. curva si rieppiattisce sul repporto tra il principio della divisione e il pensare stesso, questo principio in-arch-andosi, si ptrebbe forzando un poco il termine, dir: questo principio entrando nell'arch, perci in-arch..ia.ndosi, questo principicPrlu~cend:{ n entrare'~el1' arch come .il principio per mezzo>di ci~ che g~f! pennette di ; fare
questo, per mezzo del principio ,dell_a __ divisione

per ni1zzo dl 'pensa-

re, per. c~i in-arch-andesi solleva in::un certo ei'iso 116' stesse) princi

..

..

pio della ,divisione e la stesso pensare, ma lasciaridoli''fenni a se stes. si, e dunque ~solleva di questo e"di' qust'altro ciio' ch; g~' se'tv:e :cio
l_? linea che li .tiene assieme, per cui sollevando qusta'Tinet{ hhe tiene assieme il principio ~ella.di.visione: e il pensare,: questo principio
si in-arch-a;, cio come seriusc:isse ad essere talmente in se stes.so ma nella misura in cui l'esse-Te in s questo essere eia

per mez,.
zo di cui ci che lo,fa.essere ci che ricade.sul principio sl

pensare; perch ci che. lo .fa essere questa linel1 di'in.nrch~'amento,


per cui q\leStO principio nel SUO in-arch-mnento comprende Se Stesso,
ma dal -comprendere se stesso rimane solo, il principio, rtmane'1 1 arch

Mauritius_in_libris

197

il principio in-crch-endosi per ci a questo punto l'arch,


il principio solo, il principlflo, non il principio in guanto tale,
non il principio in gucnto, il principio solo, 1 1 arch, perch
l'inarchamento, qusto crnprendC";re che il principio coLie comprende..;.
re s in s, l~scia ci. che lo fa essere in modo che ci che lo

fa

es-

sere ricade sul principio della divisione e sul pensare e riunisce il


principio:..1~,Jl
.......

P,e~~are

,.

questo~)~i~<ip

in
.

... . .. .. .

PC!;r
c_ui_. proprio
questa solitildi.. _,
li.. ...

que,Fa,

ne int9~f~sicEfr~el pr~ci:Pfe_, potre~p dire PfoP,fJ:O

assolutezza

(non ..la asso~1-!tezze) detenaina il rapporto tra. :i:1. P,rincip~o .come prin.

'

'. -~1 '

..

!. _!

_'.-

de~lq.!iivisione

cipio

.:

,;,;

p~nsare

.e il

'

. '

..

eone il rapporto. dal quale deve na-

scerc clo per cui il princ~pio della divisione tale in quanto delle di_vl.si~~e di ci che pu interessare' l~ :diyision~ i;-isp~tto al pen.

.. '

.: . .

..~.

-.

".;

~ ...

... ;

.1,

' l.

sa.re:; il p_):'incipio della di~~sione dal p~tjsa,~e, s~. n~ta.,~e anche lette~.
-

; '

ra~niente

'

' '

r.1anca i,l

...

<

.'

'

P.~i~cipi,o _de~l~;

. .

.. ~..... .

. .-..

'

,l

.'

> \

-.. '

J -., - '

.L

o, I,:.!.

'

divisione,,. del principio ..4~J.

.. .

. ''

..

pensar~,,

.. l . --

pens4~e

per qui questo !11ancare :de.l principio un lasciare_ il


' ' . ,:

'

come spet-

tatore compiEicente
~el di-vertirJet1tCJ_
del princ_ipio,
non solo questo,
.
. .
.
.

'uni~~;:&i';1<1izio,

un essere l
.

di

-t~tto. g~sto,:. p~rch.f ~.l:

- .

divet:tim~pto,

lo significa il giudizio di questo


J,

principio .so""'.

lo solitudine metcfi-

sica del principio l'unico giudizio possibile di questo q~verti1nen.

'

to metafisico che lega il principio e 111 pen.sare, nel qurile divertimen".

to metafisico che lega il prin~_ipio e i.l :l>~J:l~_pre la divisione il caos


perch ci9, ne,l quale deve. nasc.e~e tutto ci .che deve mettre assie.;..
il . prin~i~1.'~ e il

100

pens~r~~_-?i~}'. P,.rirlipio d~l~?-~ ~~~is:ion.; . ~~

quello .. eh~ p\ interessare il .

~(di~~so: ~hi' p~j._ncipi9,

tutto - <

p.ens~re ,Jn maniera che. _il p~n-~~I~-- -risul-

-~-er ~~ -~~-1 princtp~o, mn_;9~r;. mez-

nn pi1

zo di ci che il pnsaietpensa: sta nascendo il mondo conosci~ivo: noi'


.i

..

'

'

:~.J

."':

conos~-i~o.J~e.rch_
tu~~o;
~i.P
che conosiarno p~sce in questo modo, .. 'nn> .
.. - .
. . ..
_p,e in quE?Sto_ moq() p~~9.~ ~llo~ che' si. ~,pt;r:ebb_7 chiamar~ il C<:lOS de.... -

..... l

.. ..

J,

...

. , ~..

... ..

..

\ ~

.J..

..

...l

.,.

- -- . '.

"

./.

..

gli ~lemep~i
()~~g~_nari
i che.:,;.~.!:;_J.:)..;
!?.?.~osc~.,-~~~c:>s. p~_r
questo mo1 ...~i .l-~l;ltt9_
1
-;,i . -...:.. ~\..
. .;
..
,_....";
:.!.t _....
'.1-~.
'. l

!' .. :

... ./\,,

J.

J . .11:

t:Lyo, perch,9 ,,t.:t-~ i-~ pri~c~~io e -~~.J ..P~l:ls~~~--; ..~~-. ~~v~~i~:n;~~ tra il princi~

- -

. '

'

,_

....

.. - . '

l \.

. ;

. 4 .... ._

..

pio e il, pen.sa.~~' '.9,me se foss~ la nascita dell prigine, l'origine


'

.'

_,..

'.

~ , .. , \

.,

'..

.I

cos si poo_, d~re che. n{lsca, e :nascendo per ci~,


.

; .

-~

:.

,,

fa

.'

'

~scere

.1

tutto ci

che conosco, non per~. appunt~ sia il cnsp di ,P~nsare che allora tutto ci che conosco deve. essere presente in,

Mauritius_in_libris

~-ue~to

IiiOmEmto in questo

198

o quello che esso .quando io.lQ conosco, perch appunto quello.che


ogni
cosa. :~ :.. quando conosc_il.lta :tale .:i~--~~r.it:P. ~tale q'Uando io ln
. : ' .. conosco, quatldo
vuol dire; tal;e in quanto da tutto questo.'stato
..
'.

possib;ll~

..

.che ;Ll tempo abbia disteso il binario sul quale id nasco,

vivo e. conosco

. Da questo
.

punto.di_yls~n

_i_'-.

da sei

~tesso. corrispom;i~ d~-

\.I .L

il discorso della uscitadel principio

parte, del principio alla necessit di non

1:1vere orizzo~te: se'.noi_,.pos~iamo metaforizzare tutto il~discorso potrem1no dire: come se avessimo un motldo che 'tutto il mondo possibile

tra il_principio,e_il pensare.giudicato qal:principio: da .questo punto di vis.te. c9nosce,i:-e , implica

~na

t_:esponse.bilit nietafisia 'di tipo

assoluto,
non
perch
conosen.do
conosco sempre .1 'essere:.t -per cui dato
. . .
:
'
.
.
'. ..

. .

.. . .

che conosc.endo
.'

c9nq~co
'

,sempre l essere, la responsabilit: del Onds'e-

re sarebbe tr..le per ..il. rispetto che debbo all'essere, di conosicrlo


secondo se stes$o; sto facendo la parafrasi della tesi -Classica ma anche di quella ,trascendentale =..: .. ~~-s~~!l l'es_s.e~~,--~~?._1-llJ~g_ihe_:_Cb-.:_gLL'.
.

proprio e COnO$~ilo secongo se ;s,tesso; evidente che conoscer 1 1 e. l.

sere significa. n~cessa%'.1-amente questo, non c 1 1 dubbio,. e conoscere ogni


es~ere
presppone
.1 'e~~ere. a questo.. {~lodo, cio presuppone l'essere se. .
.
.. ..
.
'

condo quest<i r~~ponsabi_l.it metafisica~,originaria -del.'.conoscre, mn


non q~s~_<Z _la it'eSpOf?.Sabilit originaria metafisica del conoscere,
perch. q~stp ~.il fluiJ;e, fi~iologico: di ogniuconoscere, - in'<ijuanto ogni
_conoscere~ pr~qe~~inatq_.a conoscer~.

tutto c:l,che:.conosce secondo ci

che .~':1tto, <?i.e), ~he . il_ o.p()~~er,~.:.._S~~-<?.~<;.~~'-:.!lQn, pos_so cortoscere_:j ~albe..

- -. - -- -- --------- .. -- ----

ro diver8:~tit,e dal.l,'lQerp, divers.ament~_'_<i~ ~~-q__ _ g __J_!gl~~~~uanto significato l,ell'.e~.sere che l'albero. , quindi s-ia.ri'spettaridb'
essere che 1 1 esse_re

come~

e_ssere, ma per ci allora rispettando' l 'al-

bero che cQme


elbero:
non- che dico legalmente, bene se
. .
.
.. .;

dico che . erba, .1:.c>- on

r-

ri,spe~to

d~l1 1 e'rba

le cose, r.aa. in :.que,s:to rispetto l 'es-

scre che seco:n<lo .-se stes~~-'L:~~ appunto non perch t1uesto significhi
respoJ:lsapilit
conoscer~:

r.~tafisica

del conoscere, questa l. fisiologia del

1 1 esseJ;c _ l'essere secondo se stesso erimane tele indipne-

dentemente da ci che, .conosco dell'essere e da conte lo conosco,

roll

que-

sto neanche vuol dire il contrario, che per ci l'essere ci che mi

Mauritius_in_libris

condiziona al conoscere -~l'essere; quindi le due 'tesi, quelle classica.


.

'

.~

: "J-

. : ~-

.'

'

'

e quella trascendente.le da questo punto di vista coincidono.- -~La respon. '. . \~. .e .~ .; . ~

_j

J. !. '

(.

i .

~ ..

sabil~t t-eFa~isica del conoscere sta nel saprelche il gi\!dizio del.

rapprfo :~fra 11
cipio

com~..

pri~ipio

e _il pensare' il ptincipio. solo,. il ,pr;ln-

questo giudizio di assolutezza ln. qtianto' l'assolutezza del :.-J.

principio necss~riemente assolutezza del giudizio che il_,,pJ:'.;l~cipio

di~ta. sul rapport~

.,

fra

princlplo e pensare,- ltassolutezza;

del,,pr:in~

cip~o diventn as_~olut~zza del 3iudizio del' Jttipporto t-ra il principio, .. ,

~-1 pens~re,

nasce in

e dunque assolutezza; del giudizio che coinvolge cib che

qu~sto

rapporto, il nascere della origine :.come dare :origine,


1

'

il rapport<;> tra il principio (i~llo divisione dalla quale !l principio


scinde se stesso in-arch-~ndosi~per cui da q\lesto nase~il rapporto_
del principio delle divisione on 'il pensare, per mezzo.:<dell 1 in-orch-ruaento del principio, da questo 'abbiazJo che per in verso il principio
divide il principio dal pensare, ma per altro verso il principio mette in rapporto il principio con il pensare perch da' modo Jll. rapportp
di essere il caos originario, cio di esse-re ci nel quale.

:l'or~gine

nasce ed dare origine.


Questo il punto di arrivo, il punto di arrivo di questo discorso
sia verso il principio, e sia.dal principio verso il rapporto tra il
pr_:l,.ncipio e il pensare, tenendo presente questo .che chiarcd.amo con pa.
,.... . . . .
rote pi o meno adfltta l'in-arch~amento~ dove da intender~. che appun..

to il dis,corso non deriva c1~11a soluzione letterale .di' teJ!Dini che


si_ usano; <n.on l'arco, inarcare soppimno tutti che significa cui=vare,
,_;

..,,

io ,_legg~re:l, l'arco alla mnnierl'l:'.~~cnica, dunque 'inarcmnento da questo


>

1..

.!

punto dic vi,ta' come se l 'arch., il princ~pio curvasse. ci 'che lo


sostiene, per

~ui

curvando ci che lo

so,s.t;.,~ne,

dunque l'arco c' sem-

pre ~d come.,se l'arco :.fo~se. tenuto ne~J~UOi :~S..t:J;:en.i. dE1l: prit,'lcipio_


-

... .

. r-'

. ':.

della divisione- e dal pensare~ e come se 1.ietofo~ic~nt~ no~1 -potessi-,


. ;~.:. ~~r.i : . ~ :_. .i. - .
mq ye_;lere questo Tegonl_ tra il principio e i l pensa:r;e che .~n-_arch-ando
se. stesso, detenai~ '~~;fcurva se11lpre pH1 stringente per cui a un certo punto il limite di questD. curVa non una curva, un vertice; .da
;j

'

questo vertice come se esplodesse il principio che per_cl rimane


solo e per cui l'esplosione ciel principio, ;che per questo .rimane_ solo,

Mauritius_in_libris

200 . -

riusciisse a far ricadere in


-~~=~~~-~ ,una

curva

,e.

se

stesso quello ch :flrto a quest-:niraert-

che rimane invece, dopo. ln solitudine del principio,

i:l . !'.~PP.~!:.9: . ~p!p!at_t;.i t>-~.4~~- p~i;.n.~.~.Q-~~. :~el. ~:pen:stiJ;:e ._:_ ~ io... la ..divi's-ione ,
,la- divi s io~ _c;>~: .J~ a.Pl?o~.t9..!~ :..~-~ll~ .j;~l :prt,p~tp.t.o . e( =JJ. pen.G.a.'i:e_,; ~p.erc.-M...:So.1.tanto attravers
ci lo. spaiio

ia: d:Lvisione:.trn, il principi e ti pensare pu esser-

nei Q\Uie: naSbe

qualcosa; ma nasc in quella ,maniera' per

put' , J.l suo stesso risCE!t-'e che t:i.en assteme cl che :10.

fa

nascere:;;

come :se noi po.tessi.mo prolSpettare una .situnzione paro.dossale di ~qU


sto tipo: ..:Ci che nasce'

~:11.

1oohdo cono8citivo, l 1 origioo che- nascen-

do da-re origine; come se: noi potessimo prospettare questa. situaz-io~

...

.a. 'que$ttr mni.erc ; :

metaforica: come se i: figli di due, o'

i.l .:figiio di due, fss- tti1o stesso tempo a te:nere.: i due uniti e divisi ... dtvisi perch frEl 1- due ii figlio1

fr~ i

due il

terzo~

olLorh

il ter2!o hbn uno dtie tre1 il terz \Jno tre e due il tei-zo :tra
l'unoe

ti

due; e.llora da questo punto di vista ,come se

cipi. e-ii pehsAfe lo spazio deli.e divisione fo-sse

lo

tra

il.prin-

stesso spnzio

della toro un:Lt,i perch appunto: coroo Un figlio che tra il padt'e e ta
mndre ne ilo stesso tempo ci che nasce doll. 1 unit dei due ma . anche
clbsche1 li :.divide, perch gi, non in senso .. tempor.nle ma in sen$o on1

tblogico~-

g;L, trn i due,.appunto perch il pJ".incipio e il pensnret .

se non sono: i.li principio .e il pensare, '.cio se- non :sono1 la. divi sifone
che essi sono fi:o. dt loro ; l\CJ1' la.
1

di~:!1.;.gne

cott.e

tale.~.

mn la divisio-

ne fra: l: 1 un0.; ef. l'altro :ncm nvrennno quelJ.iri unit dell'uno e de'll 'altro
che poi ci: ch nasce ma anche ci che fa
rie, dunque per questo l'origille'

eh~-

scei tra il principio e i}.1 penso.re,

-nascere,~

per ci 11origi-

nasce, dunque non solo ci ;chc nc.1

m~"ci,,.

che nascendo .tra il -p1'inoi":'

pio e il pensare. fn nlscere: -11 rapporto tra il principio. e il. :pensare


lasciandoli divisi, per cui il principio rispetto al pensare sar. guel1 'essere uno del pensare rispetto al pr.incipio diviso de quel terzo>

che tion n, 1 'urlo n 1 1 cl tro a' ma il foondo che io conosco 1 per. cui.
tuttocibl;che io conosco rischio di essere continumuente il principio
dell'Odio" dell'amore di tut'to cib che mi ha fatto nascere co100: :tut~
toci che' conosco,. come il conoscere che io sono, per cui si pu,
pire per Cjuesto:che-Conoscere'Utla.sola'

COSll

Mauritius_in_libris

ca~

per n verso un'uniVO:rso

eoncettuale, ma per

l~altro

201

verso il t;:radinient:o del principio di :que-

s to universo . concettuale.: . conosce~ un solo ente di qualunque I tipo;


sia Dio"' sia, l'uomo, sigrit.fica conoscre in_ :questoltl6da I per cit si~i~
.

. "":ff

ficn esercitare.;.;~'Qrisine,,
e significando::.~er~ttate
l'origine signt~.
..
.
_,.

~-

fica essere:,;fli&~itcti dalla bellezza: del terzo, del'terzo 'iacluso,


-non.escJ.us~; pe~ch il terzo incluso. J,l terzo si -da' (e nonr"non.da-

tur") significa e~sere 'presi dalla sugge'j'~ivit del terz6.:perch _pare


che il terzo, :frar-:i ,due, sia il pi importante, in quantQJ..~.
mette assieme

tene~qpli:divisi,

_~~..::..~~::~:

ci che lo fa essere e-;ci che, per

ci, anche fa ~:essere ci che lo fa essere: per questo nasce -1 'origine,


. ;t._. .

per questo passiamo dire ahe a questo punto tra il princ-lpio il pen
sare la nascita dell'origine, in quanto la nascita dell'or:Lgine
ciu:esto dare grigin~, _~.::.que~tn c.?.PElC:it~: d~~par.~~ .ci~l. rapport() .~!~. iJ .
principio e il pensare di tenere dentro se stessi
il

t~rzo,

ma ci che di lot'o due il terzo,

uia

.i~.

loro

_e~!_~'-

non

non come terzo allinea-

c:Lo come terzo che: l tiella profondit del


rapporto tra il p~pcipio e ii. pnsare i e cne,,evidentetnente il ter
to, come terzo incluso,

zo ohe in questa profondit pu poi manovrare-,.tutti i possibili svilUp


pi; si pu npprofc;mCiire questo discorso talmente per cui il . terzo mi,
:pu'risucchiare fino alle sorgenti del mondo lasciando soli il pl'inci
1

pio~e

il pensare, e allora divento il terzo che esclude il principio

e il pensare, -,oppure pu rimanere il terzo he rimane in parallelo fi:a

iVprit\cipio .e .il. pensare e rimanendo ,in equilibrio tra il principlO!r-

e :il pensare . come se<li tenesse sempre_ legati. all 'origine 1 :o


., sa, ed

:vtce..v~r-

il .JOOdo unico di questo: discorso,, il terzo che lini quti{l~o ,

incluso - .:om: se fosse la feritoia, come se costituisse la strettoia


assoluta dalla quale possibile

c;~e-~~~t~o'.~i.'C::he:to~sonp ..~ie

.. cono'.""

scere . fra. il principio e .il pensare ' anche tutto; ci che; :m1,r 1l-d:: la possibilit d.~-~~~J:lere l 1occhiq fisso al principio,. per cui..-:.'":inp:lusione)
del terzo- tra il principio . e il. pensare diventa a .q'llestlo- :punt-o. nol'l solo cib attraverso cui nell'origine dall 1origine vado:nl;. mondo e cono
sco,

Ilk~

anche cib da cui rimango sempre fenno stando fisso a cib che

mi giudica, perch ci che mi giudica rimane il principio solo, rimane il principio che dopo in-arch-amento ha lasciato che ci che lo ha

Mauritius_in_libris

~olle:v~tp

...

...

fino a. s.pioinbas:se, torrisse tCs e tenesse s~mpre in rap-

por.to tl principio .e.' ~il .pensa:tte Rimarle da: cfr1pire ~ncor~, e siamo ver,

. i. -

. .

,,..

, ... ,

.......... j.

~'

. . :.

..

.,

. so. la, ,p.i:-imo soluzionet'_.:il purt:to'limi:te di QU.e-'-st:o discorso, perch 1 1 l

.. :.

'

'

'

..

.. .

. ,u..scita,:9el principip_.a se 1stuss ~sta"tis~it~, -~ qu~~dl il princip~9 ..,?i~ll'.il}:"a+h-~ento, . roo questa uscita dve avere oncOJ;'ll il suo
t -~:"..~::.::.:....:-.

,, ,. -(

. ste~so: P,untq lirJf.;te, in

~: ..:.

'

quanto._~11 ~principi~

.:.

........... .

pu~ -~v.ere

S.Olo non

orizZ<>n-

. te, p~~ch l ' 1"~izzQnte . \del principio solo, l'orizzonte d~l principio
.

,.

come giudizio, . se qas:ce' nasce dal conoscere (qu giudizio sta signifi-

~nndo il comprendersi il principio . solo/ ,;l 'or'izzonte del principio'


se , JtOsce dal conoscere,. se nasce dal conoscere il terzo incluso non
,.

sol?: . incluso,-,. ma nella

Stul

inc:lusione potrebbe essere il risucchio

del
principio
per l'inclusione del principio,.per. cui il ter~o inclu.
.. ...... .
so. come princi.pio secondario del-tonoscere potrebbe diventare il prin' .
cipio del principio, cio la sua'vera.fin, 'la sue. unica fi~e, perch
..

il principio sqlo quasi me.ritrebbe di essere riportato sulla terra


della sua nascita, del suo in-arch-.UJ;IJerito, cio'. me'riter_ebl?e di essere
I..

artchiesso appiat:tito dove'.si-rippiattito il rap_porto tra il pri.ncipio


.e il pensax:e' .per .trovare'. il
:. '

..

'.

suo

orizz~nte' cio p~r trovare. il .suo


,

...

.,,,.

.
,

:.-

: .

1-e17fj, se stn_~nqualOll'lzzonte~ 'nel S~ llmite, ~,~e: il prin-

dove. stare::d9ye sta il,principfo? Se haun

~Q~.a., ~i

potrebbe: dire nel SUO

-Ctp~O sta nel, SUO .limit~, il-,limlte del prindipio rischia di essere
cib ~h~ dis~e~e i1 principio "attcirno 'a 'fs' stes'so; r~llora . ~()~~ se
non ~:V~$,.~~o alternativa o questo putlto:: :e, ii-pri~dt~io trov~o 11
..

-- suo .limite_, i;~ .~sU orizzonte, si distende: attorno.~ s, o diver~arnen


te i~ principi~ viene risucchiato ''dal terzo inlu:sc) e trova la sua_ uni1

a fine, cio il:. suo unico compimento, e~ sarebbe. co~'le dire: se ~l. ter-

zo in(.!lUSO risucchio .il principi() solo

lrt; -~,

CO~ Se fosse yer~n

.t~ principio autentico di conoscenza perch.' non sarebbe principio se., .

-. .. ~:)

conciario, $arebbe do.principio :s-ecdridari due ~olte ii principio, .e

~e il princ,ipio fosse due volte il princ1;piior;; 'ci~e~~ la sepai:,azione


.

~ I

..

; ,. : :

.. ! :

J"

.,

. .

assoluta
del,principio da una"parte e del penso.re dall'altro.
....
. ........

Mauritius_in_libris

203

XI I I. ~. ;L' ESSE!!ZA 'DEL


1 ._...

i
_:

TE1U1INE. -

....

,.

.. ~

'..\.f .. t

. A.'vev&ilo: uri' a-lt'ernB'.t-!.~ti: :o


zonte si :~s-tnd t'torriC>

o ~s:

11

prineipto trovlilndo if';suo oriz.

t'

o. il;.-principi:O:' viiarre risc:.hi'S:~o

zo inclu~,~; e se.- il prirtcip'io viene ~l:'$\icdh1atof dal

<~

'

dai

ter-

.t:l:oo-' titc;luso

avrem

mo due volte il ~rincipio con la cortseguente ~spa:ra.2ifdnei del principio


dttF pensare.; 9Uesta alternativa, questo dileriallll ': nato 'dal fatto che
il cort6sc~e a :partire dal terzo b1cluso, qui.ridi il costitirsi
del'
. "-'

conosc~re
.

_i

ri11e.. su spalie la possibilit di questci altematfva nei


~;

. .

'

rig\iardi dcl pr~nip;io; ii" conoscere nasce non in rapporto a cib'.. che
eso rispetto a ;ci che 'conosciuto, ma il conoscere nasce in rapporto a ci che alle sue spalle il principio come alternativa, rE,- , . .
evidente che questa necess.it della. alternativa ni confronti del

prin-

cipio-: non pu essere necessit, cio oon pu essere necessario che- 11


principio subiscn 1 1 alternativa o di essere ci che si stende attorno
a s: p;rch trova il limite o di essere risucchiat dal terzo incluso
e quiiidt, risucchiato dal terzo incl'so~ di fare1 diventare il prinC:i :
pio se;ondario del conoscere dUe V'olt ll principio separando dfini
tivamente il principio dai pensare: questa al:ternativa

nativ~ .appunto prch non


.

''

'\

ciel

'Una~ ai'ter-

necrisa~ia; nOt'l cl'';la nec;ss1:ta;i:h!ii 'ai~

ternetiva. ~lie 1 ~$pdite dei cont>sh:re; owero


crlst

nn

noff pdssl~d- -pensare

pri~cipio sia rispetco ~ ci'b che 11:

to a ci che il pensare dovrebbe riuscire:' ad

:corloscer1 :5:f

essere .bi

la

rispet- .

rifp01'b> al prin

cip:ld~ It'prin~:tpio non pu ;subire una alti-nativa hche se come se


if '.prinelpio; ~eessarimnen'te fosse costretto ad essere' O'ei che Si
stende attornd tf s~ perch ha trovato il 11niite o ib che risuccnta;.'"'
to dal terzo incluso; il principio non pu sUbire. 1 1.altrh-tf'1d"f>rch
non ha ciuesta cotile alternativa:~; ma ha qitesto dt~corso coni '.fftuazione
propria che lo riguarda in
rtli

bitti

e due 1~ra$i; allora non C::he' pssia

dire: o il pr:l~ipib st stende att1:frno

ai s,

trovato il limite, pr

cui non: rtsucchitO. dal t~rzo . :L'llclsct;z- 'o! non distendendosi attorno
a s risucchiato d'l tgf-~0: 1 inhluS'o~;' cl'ae.- rin possiamo perisare che
unii :delle due ipotes1 sia tale d.Wk~ciUc!ete~:1 1 a1tra, mentrer:viceversa:
il prinipi: nel momento nel quale il cono~ere :secondo' la- '$\l stessa

Mauritius_in_libris

204 -

pienezza di struttura e di contenut(},:_ i_l_~~~~~-~.P~<:>._.~n. rapport.o;_ p; tutto ci. 'che il conoscere , identicamente sia il principio che si di_st~nde per mezzo del lim:i.te''std il principio.cche.,viene ~,iscchiato del
'

'

'I

terzo incluso in modo' t.:Yle 1he''aa:prte del ter.zo,inclu~ .. E;c~ada _qualche cose che riguardc
i_l.
p~oblema
d~l punto
....
.
..
.\

11

terzo-inclus nei.!confronti del I?ritl(:ip~o,


limite dell 1uscita del princip~o verso se stes-

so ste diventando il problema del rapporto del principio nei confron....

tidi se stesso; ma anche nei confronti del terzo incluso, il .princi-

.. .: . .
pio.u~endo
'

verso se stesso ha l necessit di trovare il punto limi-

te, ma il punto lirrdte come se f<:fssc

cic~

che. costituisse ci che. lo

c.ostituisce, il punto limite costituisce l'uscito- del principio verso


__i ipl."incipio, ma 1 1sscita del principio verso il pl."incipio costituisce

il punto.limite, e quindi i11Sunto limite identicamente in uno _sto~o

diverso nei confronti del principio sia uscito verso se stesso, sia

del principio raentre esce verso se stesso, appUl\to perch il. meptre
~non

un

c!iscorso'tmpor~le

ma questo.eostit:ui-re il

il problema fondawentele rimcile; quindi il punto li.mite.,

pun~?

limite;

cio~ _,c~

che

fa da tratto .l'unione tra il principio che.:.'.c>ntJal il principio eolo


e il roondo conos~iti.vo, cio il mondo chef nasce dal terzo inciuso, mc
anche tutto cl eh~

necessario

pensare pe~chtt il principio sia pen

sato, tutto ci che possiamo chieraore 1 1 ortazont;;e del principio.,_ come


:

se fosse pos~ibilepensare non solo il principio :.ma ci che conte~en,.,

do il principio cons.ente per questo di pensare. ,


Dal punto di vista del terzo incluso il terzo incluso tiene assieme nello stesso tempo identicamente ci che .. lo

contiene,,~~-

cluso tiene insieme il principio della' divisione e il

terzo in-

p~nsare;

il ter-

zo incluso nello stesso tempo, identicamente, tiene ass:1eme ci che


lo tiene on $ 9 e da questo punto di vista

COt~~(?,~i~O

conoscere il conoscere che nasce da questo .tnQdo di

che tutto il

.~ss'!:?re

incluso tra. il principio e ll pensare, per cui si;_ ,potrebbe

del _terzo
capir~.

per-

ch conoscer~ significa distinguere, dividere _.in>:llPi:certo roodo che significa unire, conoscere ciunlche cosa significo di'~ip~lo da. tutte le
cose e unirla'o chi la conosce, ma l'unione della.cosa conosciuta con
chi la conosce l'unit'tlla c6sa

divisa._:ri$p~t:t;:o alleJ~~t~e

Mauritius_in_libris

cose,

- ;20.S

.'

r.I

,
..

. ,,.., :i
',

qtiirtdi il ~mondo conoscitivo seu1bre1tebb chjr\riro perch il ~erzo. inclu~;.).'.,'

. .;:i,:.:rL

''

s9 tra il _princi~to e il J?~p,&c;ir~:~il(!enticarrinte tiene assieqi~.


ci~ che
r: ... . -.. .
..

. . ..

...

..

. ..

. 'f

.~

'io-,cn'tiene, per 'bui si ~qfr.~bbe,.4il:t':, 1 C:~e '-~ co~o~c~~~-~.h_a_ o,f.ilzz,o~~e

nel ,te'rzo incluso, cio i.~ . \~cere :ha il:~~~ essere 4e~~J1~.o nel ~er
zo incluso, dove possia.nJ.p,.~gge.re .definit6iJ~~a come es~ei;~_i :.~lt~ ~, de.fi-

nito: si.a come essere definito;,. il conoscer'e ha il propriq .~s,~t;~-.in


~l

quciito hn

.:..

., ?

proprio essere che defini~q,n~l terzo incl';lsq, il cono

'

..J,1"

scere ha il proprio es--se~e definito nel t~r~<? incluso; in questo sen-

..

_;,

'

so i~ .c_onoser~j siste~eticamente perch~::>PHclr essere sist~r.na di t;appoi:-fo~4amentQ


.
. .
.

ti e di l::'elazioni,. :perch ;nel suo


.

~-

il sistema .del terzo;


J

'

..

.. --

inCluso~-

..~

sis~ema,

questo stesso

Il conoscere ..... sistema del terzo inclu

- , ~ :

!.

:.. . .

'

so in rapporto a tuttcf ci eh~ conoscibile in. quanto ci,.che -~ conoscibile . c.onoscibile secondo il terzo incluso, t:Utto ci che con()-.
scibile conoscibile secondo il pote,re ripetere la operazione del .terzo incluso, per fore essere il terzo non al suo posto ma serapre fuori
posto_, ma non il pensl;lre, il pense:i:'e non,ha un terzo incluso, il
... ..

-i

pensare anzi rischia di essere. uno de!


., 1

: ~:.

...

~OiiJe:

' :

. .

" .

-~ermini
, .

terzo it)C.!Uso pu avere


I~,

_=

un

teril\:.i'lle :per
' .

del terzo.

. ~r

.~

.. ;

i~~~u~o:

il

.. .

Verso il principio e. per


~'

.; .

1 'al17ro il pensare, dunque::s1i ..st~,:;pOvol'getid't>~- i~. situazione in modo . ,


.,

ch_e . ,quella che era lo


_.

. .

:~:

.,

#.

.:

i.,:

..~c:r1

il P.r~ll~~Pi?. ~~l-1~
priilipio
'

:.-::'"'l:.-:.-;'"

itbetbto

. ..,,._:...-..~

=.

;,, . . ,~,

:':

rJ:

- ,
, ..

~~vf~Jg,n~~ 5d~ ,p~t~ipi()~Rtr~ pensar~,, ~~:se~os+.. il.


da ~~tif d~,;~eione~pe~: ui'.if'-P~i~cipo :libenito,/.
., .... ~

"'lt:... ': ......l .

-~.~i~

. "

..:1

~..

~,!.

.....

.-_._ .

~}~

'

..

-~

~:"

. . .

q~l~,

da ,questa divisione il principio come.giudizio,


...

divis.ionec-Oe~l'~tntero1 .diventando -inter~t)te


:., ot
-~ 'j~;, ~ :~. . :.... :
.
~ .. ,.....h.. : ... ," .....:...... .!....
:
..

.....

r~

/ .. :'"-:"

.::;~_.":!\(~;~ ...

che ho hiaI,

~..- '

. '

'

tneto l'inarcJ:i-~~ta 'del pri~c~pi~f)'ni'Tdi ~omerisultato t:hf3:J)l. p#11


ci.pio,. i~ ~1lto"a~1ia
Ciiv1~iC>n~
;i_s'i>~tto . 'ar"?e~ssr~~
"non -h rpp~~t,
.
.
.
... ..
..
,.)

ai pensare

. .

mli

~-,.._~~ess~' ~~di,

ho rappor:t6 al pensre. attravers9: il terzo 1,.~~1-uso -~l-).o


.con~ il ,pens~re ha rapporto. al principio a,t~rav~~B il tfi?r-

~~r +piu~?~ -~~1~9~a ~~, ~~~~9., ~~i~~q' 4~V,e~,~a: f~~ P~! ~~~~o:-,d~l ffilal~

il principio
d~lla divistorie
-il-.,pe~safe.>div~ntano,
ssil i t~'tmini,
'
.
.
'..
. ..
' .
.
.
del terzo incluso, cio il principio e,.f il
pensare
diventano.i termini
.
.
..
. . .. '
.

'

per

i _,.

mez~o

'

dei quali il terzo incluso mi:-:Ja

.I

c:_onosce:i;~

'

..

ci .. che copo_!;qo.

Il cpnoscer~ . possibile. perch i terraini ~eJ c;:p:r.iosc~re. sono originariamente il_ principio e il' pensa~e; il conscJ=?re per conoscere; usa ci
che. non. pu

co110~.cer':

il. princ1,.pio e 11 pensare; in quanto;. il conosce... ,.

t..'

Mauritius_in_libris

20:J

p~n$n~e,..:,il

re nnsce dall'uso del principio e del


diventare del principio.e del

.:

.!

;: .

p~snreteriini,
'' . .

conoscere nasce dal

propri det'terzo inclu-

so rvt.0 al lor e il'i ,terzo inclu~o


.la
incl_UrS:ione del;: termine,:~i-ri quanto
.
..
..

~:

te.le dei _principio e del pe,n_sare, -~el::P~inc'i;pio .in quanw: priricipi:o


del pritliplo dl pensE:lre_, ~ dal pensare in -quanto di-

deln divtsione
.

'

.l.

.J

viso dal principio; a~lora _il terzo i ne i uso _sta diventando la inclusi.o-... .
ne net termine de principio e iel pensare,- sto diwntonc;lo lo iticlusio. :._~;~

-~ . ~.... ~

ne del principio e

. ..._. !

: . ..

d(~.p~nsare

ottiv~ ~n~in 'ci i~" c~i

nel termine 1 per. cui il terzo incluso

c'ib nE!

attivo,

.,. -~

'cui

r;

'r. , : : ! ,

conoscere,

:, .

TM

in ci in

,l

pa_ss:i.'1'o;,. ~io nel principio e nei' pensar.fo\_,,::l.n quanto l 1attivit

'

~:

-'

del "terzo incluso "significo il.... .~endere terpiil)e. il principio e il pen(


- .l ... :
sare, ma il rendere termine il principio e il pensere in quanto il prin~:

.,.

-~

'

'

cipio e il_' . pensare, fatti diventare ten11ip~, non sono .oggettivamente


.

termine, cio non sono ci che pu rimanerecorae qualche cosa di diviso dal principio e dal pensare,_. (per cui il. principio e il pensare che
diventano ten.1ini sono

og3et~ivl1Uente te~ine 141~

anche per questo po-

trebbero essere divisi da q~stn loro.oggettivit),.il:p-rincipio e il


pensare sono termine in quanto diventanq_tq,ti. nell'es&ere inclusi nel
termine: il principio e il

-~~~s'}re

diventano,..uper mezzo:del terzo in.;.

eluso, gli elementi costitutivi del termine JQ<CJUlllto tale; Siamo arrivati ol discorse>_ del rapporto tra il

.J

termi~.::i:n .. quanto

tale e tutt

::

ci che nei confronti


del tenaine non riesce,,4Q;-. essere in quanto .'.tale;
. .,
.

'

.'

.. ~-

perch tutto ci che l)ei. confronti del termine ,non riesce ad essere
....

in quanto tale tutto.


ciq
_che non
ries.cE}.
~,,fare diventare: per questo
..
.... - . ..
...
__
:

il tennine in qUl.lnto

...

,.

t~}.e_;

ol~~ra

_,

C9,t;tle :S~.

ii cqnoscere fosse neces-

sariamente giustificato a po_rtire noi) d1;1l: pr-inc;:ipio


es~o

quanto tale del tennine ii__ cui


.

: I : '

-~

.' .

dall'essere in

d.ispone, .. per cui ..il conoscre


.

come se chiedesse di non es sere giudicpto 'pe;~~:. l.~ es sere giudicato


del conoscere in questo senso

~-, ln _sua_._&iy.stl~icEJ.z:l-.one

:uietnfisica, il
conoscere ha \ina suo giust~ficczione r~~t~~tsica ch,e .1 1.avere come fondamento tutto questo, cio 1 1avere coli~ fondamento l 1essere, do parte
'

del termine, in quanto tale; quello..che non pu essere la giustificn-

. ..' ..

zione metafisica del pensar_e .ma quell.o che .nel


ne del

princip~~-:e

del

p~nsare,

t~nnine

.la inclusio..i.

per cui :si. capis.ce: ?erch .il conoscere :.

Mauritius_in_libris

- . 207

_pu conosc.ere. alla.:condizione -raeta:-fisica del non: potere

pensare~

il

conosce-non :peJtsa,.: non pensa perch:.:cono-sc~re, l'essere: conoscere


da p:arte' :.del' conoscere' significa partire dl -pensare e da-i pir-fncipi<)>L
inclusi ~l :teriine in quanto tale-; e allora la foiirlula :coric"tusivtF :
la ,incliJsione:;deL!pt"incipicr<e ,del~'pensare nel termine per mei:io:.della
quale il terrnine :diventa ..11.<t!frmine-1n guarito tale
il conoscere non;ha

principib-~perch

ii fbndaroeritof

ha fondamhto, cio il 'conoscre

non ha principio perch '.fonaato, ma fondato perch

il~

termine

in quflnto tale, e dunque il conoscere necessariamente e intrinsecamente rispetlto e s sempre cohoscere attraverso i tenbini, il conoscere sempre. attraverso l'uso le3ittirno del termine in quanto tale, per
cui ci che pu fare da principio al conoscere ' il fondament-1 .ma_..il
fondamento come principio del conoscere: necessariamente non il'prin
cipi, in quanto :il diventare del~ prinipio in sertso temporrile 1, e
si capisce perch ilfattoche il conosc'ere abbio fondamento si.gnifi
ca. la ncessit temporrile de-li principio, per il conoscere il principio
significa soltb.rtto: quando'h.. conrl:nciato o conoscere? e quando cotuin
cio a .conoscere significa'. che questo il principio che mi

interess~,

dato che ilj conoscere . perh fondato e perch fondato in quanto ha


il suo fondmnento prop'rioche il pensoree11prlncipio 'inclusi e
perch appunto ill trmine in quanto tale i che. li"da 'fondmnent al conoscere. TuttoIquErsto diventa il sistema originiti'io del principio come necessit'teritporale" del principio, perrbu1 dal punt di vista del '
l-conoscenza il pr6blema del principio solo il probletnb: 'del momen.....
to nel c:}ucle cbrtd:hcia. questo che chiai1~0 conoscere, ed evident~mente'
diventa? il pl:-ob'lerao pi sempliee dr: principio perch temporli~za! l 'attivit cri'scitivc, prch si trat'trebbe ~ al!lora di capiTe

'quando , ,":

comincio a con0scere; 1ua questo discorso i.'dontraddetto da.t fatto' che


il conoscere in tanto ha fondamento

in. ;qunto' il

principio

b' i.1 pensa

re sono inclusi nel 'termine, dunque identicamente il tennin' in quhn-


totale la elisione del temponetl.:i sue origin~~ it tempo ne'lla swi
origine comincia soitanto come necessit del conoscere di avere una
origine, l 'or:i.gine del:: tempo ~ solo la necessit che 'il cono'scere abbia un suo principio; mo questo essere del tempo.nello

Mauritius_in_libris

sua rigitl

'

208

identicEllllente negato perch eliso dnl fntto che il conoscere, se trovn prinipio,, trova.. principio nel :tennine in:,.qua'nto. tale, cio_ t:rova
t~ova:_:

principio nel fondru11nt9.,

t)rincipio: in ciq che pon principiO;r;

non.perch non . ancora questo ili-.pr.incip.io; dato:ebe ..11. principiCl> sa-


rebbe -ancora- priml.:Ldi1questo-~::perch semmci dai punta-. di vistadel:r.CO:"'.":
nosce:r.~_,s~:g:::Pr!~Jp~~-r_f:n.. -~-~~~o:. ;~!!IP()t:D.le __ .4.~P9l. g~:~.'.f.:~~4~~~~,-~~!.~_.F.~::.r

nosce~e:ID:i.::-~la~e_b~ ___ i~ _P._;"~~!-P:i~.-~~!~~-::~'U.':l:: ~-~!8!~:-'P?.~~-----E!:~r:~:t~.6-_sp_~---~~:~-~--;:_


i.h:~

dovessimo: fare il: disco1rs.o

senso-. -temporalej diremmo che prima: !:j.l


di~e

fondar11ento '.e. dopo :il principio .del fondarnento e. pos.siamo_:

che

in tennini,- per qu:shto r.gUarda il d-iscor.so del .c:0:noscere, quef;_~o ~


vero,. bio l'essere ~- del principi.O . .,e! eh~. m.j. fn dir~. he. prinm e'
se; stessimo-' di_cetl4.o: che i.1 c!~ttosC!i-r~ ,rni p~

: il foridptpinto, ed come

rie' in .utm situazione. pard-ossaie perch mi pon,e i:uol;''.i dal su9,_-;1;erpQ


e--:da ogni tempo, qua.odo il conosceJ"e .A.J. conoscereblenUJ. pr.iginorio, non quando

~ntet'~~at:~. Ql-.

.iJl~.eressato ~l..:1-.inpnie!lj:o:. COJ\C?&Si~-ivo

cifico, ma il conoscere: inter-es-snto. al

prql;>le~W;-; ~ig~nori.>

1 ..

pto"."'

spe7:.,

ppp~. fuo"."'

mi

rL da :ogn~ terapo. e mi pone fu.<:>ri-, .do. -~empo pr.opr~o 1 :f:(lc~doij. u~ar.e :il

tel1ip0 1 cio, USO il t.enipo_. Ca~t~() il. te_rap_>, ;per ,Y.:Ui COt\OSCefe "
posf;lp:g~

questa ..fruizione del tempo; -cont'.t'o il teuipo,


tro .se

ste~so;;

originar~.

;~pieg~

ma se _euttO.'.Ql.1Sto mi

;ll

tutto! questo mi ferma, ,_nel: .1Domento

cio..

iJ

S~~p~e

_~empo

cop';.'

c9noser~ . nfalJnOiJ~ntoj

~~-, ..qa~: ~-1 C5ffi91ic~;~

nasca.a pnTtire d-al teraiine: che-:. in: q\14..ntQ; tal~: ..~; o~; SC? t1:J.s-~ss~1:~~- -,
~fi,~sce: ,~d: e~~$~~~'

e81iere. -<ii, pi: di ci _che il; prinipio..


tua'.zione': ptirados.sale : la

i_l_. :t:ermine, ,ri~~ce ...ac;l< -~ s~e;e 1-:~ .quo.n in CJWl:rl.:to tale, anzir :q. princip~o 1 ,s~~~:-

:segu~nte.:

to- tale e il principio .no11


came
se~

~iudizio

la~ecess~t

no del giudizio del conoscere

care il conoscere perch

~iudiz:iq

.oire

-~_sspre

giu-, ..

f~re

.a_, me'.'"

conosc,ere di

il -pripcipio solo non pu giudi

del

cessaria sua...autogiustifica.zione per.

Q.eJ

'.par,t~

stes~o,

."

l'o~i,gine

cor.ie.

_che il COJ).O$Cere pi

stificato e quindi come necessit da

~Q?

su tutto qe&to il princi:pio

stesse contemplandp

s~-.

pe-FC..? J.._a,.

-.

cono~c.ere,

m~zzo

'

'

'

'

41., ne:-

questa sorta

della.. -quale
..
. i.l.: c,oq.osc~r~
..
. - .
.

pu essere' a partire .dall ';e,sse~e in ;qyanto tele_ . da :P':rt.e, .del:

termi~e,

e il, .fntto che il tenn.ine r;iesce ad essere .in .quanto_.taie


sigl}_ifi,.e;a
. . ..
. .
.
..
~

ln possibilit. che il .p-r,inipip non sip in quppto

Mauritius_in_libris

..

~ale,,

: ..

d;e.to che il

_;
:'

-- ... : 209

tern;i:ine per, essere in quanto .t.ale .dovrebbe essere il tennine in quanto

tal~,

per essenza, in quanto la sua e.ssenza dovrebbe essere.. il suo

. pervenire n s, per cui per_ quespo dive.nta termine .!>a-1 principio,. vi


. cev~rsa, nel senso in; ci oil: J;~rmine arriva ,-a se da.l. f ntto che. il principiR uscito, _da se
d~ll,p

per -mezzo

-ste~~o.

ha prodotto questa -situa.zione paradossa;te

qi.le iJ. tennine riesce ad arrivare a

se.<stesso~ dalla

inclu1;ipne,:: nella- itnclusiot'le del principio e del. pensare .il tennine


riese. ad,-,essere l 1essenza del termine attraverso il principio e il
pensnre- inclusi nel tenaine stesso, per cui come se l 1essenza del
t:ennine stesse a significare la custodia metafisica del principio e
del pensare, per cui.conoscere e quindi ogni conoscere pu essere ra
zionale no.n-

ca, ma il

p~rc~

calcola i

co~scere

rappo~ti

in maniera matema.tica, teoreti

razionale perch. la- sue razionalit. . la inclu-

sione nel termine, da c-i esso nasce_, del. principio e:. del pensare,, per
cui il conoscere non

razion~le

perch uso. la ragione,-ma semmai l '-

.usare la r.ngione. significl il principio e il


mine, cio
che la

st.~ifica

incl~sione

la capacit di

regg~re

~nsare

inclusi nel ter

alt'essenzo,primordi,.,(lle

-del, principio e del pensare; nell 1-essel;'e in,_qtianto

tale del termine, e quaiu.nque p essere qtiesto in quanto, quest9 significa la c.apncit di tenere inclusi il. pt"incip~9 e ii- pensn~E;vnell '. essere

in-.~1\lto.

ho bisogno di. conoscere-: il principio e_ il


sono_.fondato

i~

cono~o

tale dE!l termine, per cui


qunnt<;> non conpsco ci

re_;:non .mai dal, :princip.io :sempre dal


. in quanto dal termine

n~;ll 1 ess~nza

pen.s~r~,

pr.op:rio perch 11on


sono ragione .. p~rch

:ti fonda. Allora il conosce-

~ennine_,

del termine

il conoscere sempre

stesso:~,e

nllora l'idea

dell 1essere di Rosrtli.ni o i 'essere come l 'Irlllllediato indeterminato di


,ffegel che cosa sono: principio o tenuine.? Dobbiamo

rius~ire

a capire

se riescono ad essere termine nella sun essenza, 1 cio dc;>,bbiruno riusci. re o. capir.e se riescono nd essere non !l principio del <?.onoscei-e raa
.il termine nelle sua essenza, cio il tenrdne nel suo_c(Jntenere il principio e. il pensare dal ui esse:re conten'\,lto il termine pti diventare
ci~

do cui il conoscere, per cui potremmo

sottoporre,ogni~ilosofia

a questa annlisi,.enche l'empirismo, empirismo.vuol dire.che il conoscere interessato indifferente a se..

-ste~~o

Mauritius_in_libris

e qindi it:tteressato: ~ol-

-~

210

-
tcn.to ;~lln esperienze di S<f; ' evidente. che ogni conqscere in quanto

int~ressato nl:lcu suEJ: epserienza poich. comk


se ricevess~j ,pex-. memoria
,.,.,
nli~1.1,n~.. d{ll suo p7oprio i'.>liht'.o di orig:l~e.;if. si~temn d~;l :app~rti atti;-c.v~rso . il quale. il pe,nsO:re
~.'

'

,-~~

11

principi~ c~ndizion(lno ogni : cqnosce~,

'~

.J

.l..

.,

.re, per ci poi srenza tiri suo punto di partenza originario


., ;~1;..

~.

...._!

eh~

'"'

si.a in

quclche modo sbililQ.Hal principio, si'raile al principio vuol dire che

qw:inad~ 1 1 irrazi6h~le ~~-questi: ~~~ini. _ .sempre

ogni conoscere anche

: -

-~..

. :.. .:_._.

.:: .:..

'

I'

<.

..:

ogni. ~onoscere che. _ha. un:::auo.:. 'principi ; .. fili: n~ sue tesi ... fondamentale;

e.n~b;;~~k.: ha

une.., sua tesC fond~tttitt::~b


.'

cipio della. filosofia

.' .

~-

.:. ~ : ..

lockiano~.

'pot~emmo -~hirunare

... _\ . : . . :

fond~nta-

anche tr.erx ha uria suo tesi


.

il prin-

r'\

le.-. _anche. s.Agost1t1o ma tutti qt.lest:i. pri.ticipi del co~oscei"e irta~ionale, _e credo che

i1

conoscere sia sempre irrozionalet QEJ. che cosa cava-

no il principio se non dalla esperienza di se stesse? QUeste filosofie


rischiano di essere u.nasortn di teologia. inutile in quanto sono que. stp operaziolle di Gratificazione del p~nsare in quanto. sono queste filosofie conie7sperienza di s,

per~h

fi
'..

pensare e il

~rincipio

inclu-

. ~

si nel termine danna :rodo alle filosofie di essere quello che sono e
'\.

quind~. .di esseie la loro esperienza, di essere in quanto il loro esse.'

l.

re il loro essere esercitate da s6, e fanno presto queste. filosofie


. a dovere cavare dalla esperienza di- se stesso ci che po,i chiamano principio: questo discorso storicamente documentato, basti pensar~. a
~ostino

s.

in cui il rapporto tra anima e Dio non pu essere inteso se

non corile esperienza. di questo rapporto, alla stessa maniera come.; invece di dire anime e Dio diciamo uomo e sist.ema dei su,oi r_apporti pil
degni, il punto rime.rie quello delln
(!

esperi~nza

cl,t~

dE;l sistema

ri.ten-

go il pi degno ad avere rapporto all'uomo. Da_ quest':' punto

d~~, v~s_t$

queste
filos.ofie sono perado:~salmente te~logiche perch hanno . ,co~ pun. .
~

. to di partenza il fideiJDo~--convenzionate-, cn~ quello vero ~~e non ?~


raai fideismo, ma quello' convenzionale deila ragion~ _;uracna)., .~ .. fidei~
.

~mo che consiste nel fatto'c&e il 'cono~cere non


riesce razionale e r-i. .
mane per questo irraz-ioncle, c'io riuiane' indi_ffere~t~ a se s.tesso mn
diffe:rente dallo sun origine, e per pur dif.ferendo
dalla.
sua origine
.
.
...
.

.que~to tale da ricevere dalia origine che dtfferisc~ dal .conoscere.


tutto ci che gli serve, per cui io agostinianmnente riesca a pensare,

Mauritius_in_libris

,. :-

211

"
......
~-

cio a onoscere: una fil,osofi~:agost~i.ai\ii_.


'

- .

. :t .

_,

in

questo seps.o pns e

-~conosce sec~ncl~ quella sua intrinseco paradossaie teologi"Q. che significa il ricevere per grazie e per dif ferezna di origine la sua origine. Ma
tutto questo riguarda il conoscel?e razionole e il.conoscere ir.
.

~,

razionale,_. dove la. irrazionalit del conoscere la intrinsecit del


..

rapporto al termine

nell~

sua

~ssenza,

cio ln capacitniavere 11

tennine conie principio o contemporanecinente ii' principio-:. e il. pensare


.

.~

solo in questo:. e quindi -.intrinsecamente


il conoscere non nasce dal :
.
'

'

-\...I-

principio, ma nasce dal termine. J)tinque 11 uscita del principio verso


se stesso. ha determinato il termine in quanto tal, cio '{essere del
.. .,,

termine nellf:l essenze del termine a partire dal1a quale fl conoscere


si giustificS., a partire dalie quale .il conoscere'-Co~6sce e il conosce
re rczionale: il conoscere razionale per questo
ragione usa il principio e il

pen~,<llre.

~~10tivo,

perch lo

inclusi nel tennine; per cui il

termine in quanto tale in queste maniera.

Mauritius_in_libris

212 -

. XIV . ~. LO Sl'lGb\ D'.INERENZA ... lA-DISNOESI EWtlENTARE ... IL TERMINE


E .IL -.LIHITE ~ ~
. ..i .
~ .

........:..,

'.

.L

,.

.. Il: ~err11ine_ :Ln .q0anto,::tele eostituiscerftho- n questo-i.toouiento


il punto 'di

m;~rivo_. de1

discorso: .ne il conf.J:i.dntt .:dei.. principio, -.qui~di

la situazione .. ~i p~ riasSliciere n. questo. punto :in qtmstamaniera: abbiamo il prin:l.pip solo, ie solo significa 11 prirtciipio come giudizio
0

su tutto ci che sottosta ml"pri:pcipio


.;

st~rs ~~. ' 1 bittb

J:

::~,.: '-~-,:\(..... ~

ci

eh~. sotto-

-..-

-~

. '

:_

,..

stando al p~incipfo costitUisee il mondo del terfo:tn~ :tn quanto tale;


0

.. ,,

.,

t ..~

quindi co1Je. se. il problema dc. quest~- punto di V.i~ta :consistesse nel.:.
la possibilit di un rcppor,to .~r~ il "~~incip1~ ~- fl 1termlne lrt qtla~to'

tale; ii11dtn si pu d:i,re:, ~l problenm:d~l punto lllllit '.di. uscita d~l .:-.
l'uscita

.,

del-~.p-rincipio

( (

'

.verso se stesso . costituita dlll1a risoluziope

:,

.i .

' . j

del rapporto. :trii il principio e il ~~mine in -quanid


ttue:, dove ri~o.
.
: i

luzione del rapporto tr& il princip.i'o> ~ .il tenaine in quanto

tal~

.'

si

8nifica identicomente posizione e risoluzione del rapporto, dunql\e ideh...


ticamente il principio in rapporto nl termine in quanto tnle pone e
risolve quest rnpporto, nei senso che deve porre e risolvere questo
r~pporto;

11 termine in qunto tale e questo punto come se fosse il

coLnpimento di tutto ci che servito al pertsare nei

Conf~onti

del prin-

cipio e al principio nei confronti del pensare. Il termine in qUanto


tale la inciusiorte nei termine in quanto termine del principio della divisione e del pensare, dunque il principio come il principio del
la divisione, non il principio in quanto tale, n il principio solo,
dunque il principio della divisione e il pensare insieme nel tenuine,
per cui l'essere insieme nel termine del principio della divisione e
del pensare costituisce l'essere del termine come in guanto tale, l'essere il termine in tanto termine in quanto tale, quello che dicevo
l'essere il termine nella essenza del termine stesso, per cui l'essere il termine nelle sua essenza costituito dall'essere assieme del
principio della divisione e del pensare, come evidentemente l'essere
assieme del principio della divisione e del pensare come se stesse
e tenere la divisione tra il principio e il pensere in qunle certo mo-

do per cui ln divisione non pi tra il principio e il pensare, mo

Mauritius_in_libris

213

comincia essa stessa _: uscire dal rapporto tra. il principio e il pensare e lascia il !.Jrincipio e il pensare. a f-tonte33iarsi assieme nel
termine; in atri termini il termine in quanto tale, dunque il

teni1.i~

ne e sto dicendo che il termine in rapporto al suo includere il


principio e il pensare, dunque non che .il tennine in rapporto principio, ma il termine in rapporto el suo essere l'includere in s il.
principio e il pensare, dunque il termine in rapporto a un
~

essere~

del principio e del pensare, a un conoscere il principio e il pen-

sc.re, n un essere conosciuti del principio


ro stare

.assieme;~

~_del

pe11.sare che il lo-

alloro il tennine in rapporto a un conoscere., cum

scire, sapere in .quanto tenere nssieme, il termine in .rapporto a un"


conoscere il principio e il pensare dal cui punto di viste la

divisio~

ne, (ci che stc ,tre il .principio e il pensnre, il princ.ipio della divisione nei confronti del pense..re), non '

pi~'.t

tta il principio e il

pensare, ma comincia ad essere di l dal principio e dal pensare, per


cui la inclusione nel, termine del princi.p-io delln divisione e del

pe~

snre, lo stesso -che la esclusione della divisione dal principio e


dcl pensare; includere nel tennine il principio della divisione e il
pensare finisce dunque per lasciare il principio insieme al pensare
e il pensare insieme al principio perch esclude dal rapporto tra il
pensnre e il principio la divisione. In questo senso e secondo questo
discorso, l'essere in quanto 'tele del tenaine diventa ci da cui inizia le divisione, in quanto la divisione, iniziando dnl termine in quanto tele, si distende attorno ol principio e al pensare; la divisione
rischia di essere il limite del tennine in

qu..~nto

tale, oppure l'oriz-

zonte del termine .il suo stesso limite, l'ol:'izzonte del termine.
ci che: lilniJta il termine perchs ci che gli impedisce di tondare nl
principio. Il termine in quanto tale ha dunque une necessit fondamentale, o anche questa stessa necessit, secondo la quale il lirlli.te: .
che -gli compete il limite che gl:~. 91npete.~~re..pporto ~l p~~?C,~pio,.
non iri rapporto n s, per cui il termine in quento tnle proprio per-ch~

attorno :al ten11ine la divisione ed essendo ln div.isione intorno

n1. termine per ci tl termine in quonto tale pu includere in

${;

il

principio e >il pensare: per ci il conoscere .; perch il c.onoscere

Mauritius_in_libris

214 -

do tutto questo i il conoscere dal fatto mete.fisico che il tena:Lne

pu essere contenuto e dunque pu essere 11.luitato, pu.essere definito, il termine riceve liillite, e il ricever.e li,ite da parte del termine non Significa il ricevere termine da parte del:- termine, mo signifi
ce ri-cevere il senso di se stesso, per cui 'il; limite;. in rapporto ol
tenline in quanto t.nle non raai il lim"ite come te.le,t ma il segno
del termine, dove il. segno del termine significo la .necessit ..che il
termine di essere termine secondo se stesso, come termine,

1na

come termine di s6, rna :come termine nel suo segno, per cui il

non

te~ine

come necessit di essere tennine nel segno di se .stesso: rischia di essere esso l'unico principio vero di tuttoil: discorso, il termine come segno di se stesso, il tenaine in quanto tole aha,.- ave_ndo linlite.
in quanto il limite non limite, dunque il limite non ,

llk.'1

soltan-

to il se3no metcfisico del termine in qunnto tale, tutto questo significa che il tennine in quanto tnle potrebbe rischinre di rimanere l'unico

principi~

veTo, perch l'essere da parte del limite segno del

termine in quanto te.le finisce per essere il punto di uscita del principio, non l'uscita: il principio ho lo strettoia ,del processo attraverso il quale uscito verso se stesso, gi uscito; :gi nel senso produttiv:" il principio uscendo veTso se stesso sta prQducendo ci nel
quale-possiamo considerarlo mentre .esce; :.e non ; tempor.le. :ll discorso perch questo sta. accndedndo dopo che.il.principio. uscito: noi
possiamo pensare che il principio esce, non mentre esce,. ma dopo che
uscito, il che significa che il principio .un capovolgimento cii tut-

te le'. dimensioni temporali del discorso. All_o!a : ~l.: termine che in quan
totale riceve limi.te, in quanto il limi.te non

perch:~

in quanto

segno del termine, il termine che in quanto tale riceve,l;l.mi.te nel

segno di' se stesso, pu da questo assumere (qu siElI!lQ al nod~ dell' O..::
sunziane, cosl nc.sce l'assunzione) non.se stesso come principi.o, mn
che tutto qusto sia l'unico m:inci.pio; il temine in

q~anto

tale che,

in quanto tale, riceve nel limi.te 11 segno di s, o che-come segno di


s riceve ci' che esso stesso dd come limite (perch il tenni.ne in tanto ha li.mite 1n -quanto come se egli stesso desse. ci che poi noi vediamo liIIii.te del tennine stesso, ci .che lo. contiene) 11 tenaine rischi.ll

Mauritius_in_libris

215

di diventare l'unico principi.o: i)erch5 ''coroo s i.l terr11ine .. fosse. il


discor.so origine.rio dell''c.ssunzione in ~'Uanto tale;: de-11 1assumere, ci.o
<lell-' ncee-ttcre non -tut'to: .. quest, ine. che"tut!tb.:.'.quest:o sie'e sic secon;..
do questo:;sistetfra di rapporti tra .il termine-' e-:11. segno del tennfri.e; ::
fra il

terruine-~in

qUanto tale e il liridte che come limite non , trl-r

quello che possid.tiio chiamare!-, questo punto l'orizzonte deltennine


e- il:terfaine come ?rineipiO':ptiritucle di

l_i"Uesto

orizzonte;

il tenni-

ne eorfie pptwllizzezione dell' orizzonteC:h~~lG'r rigue.rda, per cui non


l'rizzonte e iscriversi attorno a cfr.rche il termine -contiene, me.

1 1 orizzonte il-_._puni:o ettrriverso il quele. il termine. si' distende e.ttorno al ~rincipio e 21 pensare Il ten.1ine in ;~arito tale attraverso
l'orizzonte che

~li

proprio, cio6 il tennine in

~~ento

tale ettraver-

.. so .il .se3no di s:S che il limite, circoscrive il principl--e il pensare, . dunq\,le_. conti.ene il principio e il pensare, definiace

ii

pr~11ci~.

pio e il pensl!.re perch;: esso in <:_!Uanto te.le definito da ci che esso da COIOO segno i se stesso, e definendo il principio

il pensare
-fn si -che l'orizzonte non sic. l'orizzonte che 'si distende, ma si~, 1 1ortzzonte che si puntuclizzn sin 1 1orizzonte che ri1aane punto o che
punto o che la coritreziorie dell. 1orizzontte stesso, per cui non esiste l'orizzonte del-Drincinio e del pensare, ma. esiste l'rizzonte che
il ten1tine in rc2;J-orto c.l principio e e.i pensare;' il tenaine in qun.nto tale i ch, contenendo il principio e fl pensare, per ci ne
costituisce l 1orizzonte senza essere per il. lini'te del principio e
del pensQre in qucnto orizzonte, perch ap?unto in f:Ulmto orizzonte ,.
rimene ii' s11no di se stesso, cio6 l 1essere cnl Se3!10 df se il lirnite in quanto il lL!lite non tnle co:Je limite, rnr,:. tele

co~ae se:~no

del tennine. Due conse3l1enze fond&nentc.li a questo punto: la.:primc.:


che l 1uscit~ del principio tale attrnvers.o ...qtk.sto lirnite dell'uscitn stesse che 1 1essere dc. parte del termine in quc.nto te.le se.gno. di
se stesso; ln seconde. conseguenze
. ce~1ire 'il

~1i1~U.:te;

fondcr.~entale

.che... non. ~)ossi'aiio con-

non possibile concepire il lL.1ite per se stesso,

non possibil concepire 1' ~ftE i.pov in quanto tale perch~S conce~pire
l 'a7tE-1.p.V

in qu"lrito tnle in realt significn c.onc~pire ci~ eia cui na.-

sce 'ci che '-ne3i::. che si possa pensnre cii) de cui cm:iincic. ci- che, pensato, ne3c- cid.ll. cui comincia tutto questo.
Mauritius_in_libris

- .. 21.J. - .

L' epeiron non ccmcepiqi~e per s~, l_'npe;lron non -~ il limite non

, non com.e. liiaite,_ .n~~ in qua~~o ,tl:lle, .. Her~b:~. se noi potessimo conce~ire

verrunente ,l '.!:peiron,.

conce~J.il:"e

concepire ci dn cui cominci:a cif> che,

l 'apei:ron. significE:l.-.Ein realt


eoncep!~o

corae cominciato da
.

'

ci dc cui cornincis., rai impedisce _di "penset'e cf: dn cui con.lincia:= Aristotele sostiene che rioi ;goil possi~rno..
pensare .il~ -principio e partire
.
:, '
.

dr.:l prirtcipo ?erG;b;i c~1?1.dre.m"10 e'i.s ..eDet.ron, andre:rai:t10 uli'~tnfinitc>.i!ei


j

......

troveren~ao senzll. lii.1i~.e, ci troverer,ir.~a senz&.f~onti-ero n.ei.::.eonfronti

del prinipio, d.unc~ue .Jl principio sl'..n;eb&...iu.1o S"fu31ire a se. stes.sO:


elle sue _spalle, p_er. cui il non dovere pens;1re l' apeiron per pensaxleil principio si31'lifica.f>ensare il_ limit.e:: hQ bisogno di pensflre che
. ..
.
'.,. ..
il principio o.b1Jia un lindte che pon.~i'a eis e.peiron, perch 9~ non
pqsso pensare il principio. in un

s. To1ra:naso

E.2!!' quello che

}Jmi~te,

il principio sfuage. eis

apei-~

tre.duce: primura principium inde1aostrabile

est, perch per di111ostrare il ;>rimo principi>. pvrei

biso3Ilo~di

un prin-

cipio di dimostro.zione del priliO principio e po:i o.ncoru di un princidimo~treziqne

pio di

del primo principi e cos via cio ':ondrei eis

apeiron: in rec.lt. in questo modo, se riesco a .concepire il li11tite, ..


ciJ che rni

ii:npedis<(~

di pensere 1 1 apciron, ci che impedendo1ai di ?en-

snre l 'apeiron:pe_~ c~. r~1~q -~~:~pe11.e_:~_ il princ;pio, 2llora: .:~.E?, :~o. riesco
a pensare. . ,il JLaite del
'

:penaare

..

c~ ..~~?l 1..::~.2.le

q~a.le _il __ principi~


- --------- . . ....;.....

comincia,
io -riuscirei
.:!
..
. ---- ....
.,
.
cor,1inci.'.":.!. cV che poi,. orainciato ell 'indietro,
.

l' apeiron, mi. impedisce di pensare ci,. che


cui conlincia tutto, il che non
ch:~

COl'le

se I?:Oi a questa..

pensnb~le

po~so

,_._:;.....

peq_so..re con-e -ci dh

secondo il principio, per-

rncni~ra .pensa~sirn,q

per un verso che il prin-

cipd>o ha. un lirilit:e :)erch possg pense.rlo innsnzi c. s:, rn2. nllora non
che penso il

princir~o,.

penso il l_irnite, mc: nernrrieno penso ,il J.i1,1ite

del principio, )enso l 'apeiron, :;_Jenso le necessit di non nndnre eis


e.peiron, per cui

?~nsere

il liraite del princi;:>io

:~n

re"ll.lt significn

conoscere l 'apeiron, tenere 1 'a5..1eiron, pensarlo: senze principio: conoscere l'a2eiron significa

conosc~~e

senza limi.te, .epeinon, cio pen-

sere senzc il princi:_'.'io, perch.S intanto posso conoscere, attraverse.re


..

pro3'ressivemente l' a::-1eiron in quD-nto appunto non f!Osso pensar& cf)n. un:
principio,

perch~!

se posso pensare con un principio non conosco l' npei-

!2,!!; ?erch il mondo si~ sos;tento dc. r1ualche cose debbo cessare di

Deruw.re da- che cos.s. sostenuto ci che sostiene il ttondo:


~

Mauritius_in_libris

~i1iticrunen-

- .211

t~ l~:.!igura
.

di Attente , _questo: il mondp sostenuto da],.le, spalle

'

di Atlante, io

qi

'

'

.chicch~ssia
t . .

?OSSO;
'

'

.,,,.

'

'

'

.'

.. l

-'

pensnre che il i.don4o _sia sostenuto dalle spalle

'-

,,;

1.

'

..

'

I;'

'

ce non.. mi, nrrischio


. .::-. ;>ense,re
di
conosc.ere
quest;9
;.lle
"
. . "
_.
... .. .
" .'..
.
...
.' - .
.. .
( .... ...

spelle d.i;;.colui che ~o~tien~ il ~-Jon~lo, ~?~! cui conosc_e~~ l,',B1:~\inito,


perch~

il ser,iza lir:rl.te, -i:;i,3nificn


penscre
senze.
i:J_rinipio,
.
.
-.
..
.t "
-'
-'. ....
.
.
pr~nci~Jio

co[l - il

" -

"~.

yens.:;lr~
. ;

...

senza il ?rincipi_o,
perch..
.l
...... '

-.

sco i l ,li.~Ji:_~e 9onos.cer_c il. lL.iit_e


.1:.~-.F~~to

-~nchc

quando. .cono-

si.~nificn conos_~ere_.., il.

prii11.9, '.princi-

s. t,or~~;a:>~ . ~~ .?tezioso,

pi> ,eh~.. iD: C'l.':1t'-?~o primo indii:,1ostrnbile__: pere i;)_


Jl primo

se penso
_.

. .

e se
penso.
dlal pri,ncipio questo
si3flifica.,
cqno.scere
"
.
.:
. .
- :
.
.........l. . '.'

il limite.,,.
cio
. . . .
.

. ....

tale non lo p_osso dimostrare


perch6. -se $ppsto
il
.
'
'

di!!iCC?~s9,;:_:il ~i,s~:~rso

non lo posso.

~.ere

,_'

pi;

anch~

"'-.

,,\,;_

facendo il discor-

qu~,sto_,

so_ n

;_:,

_41odo, _cf: di cui possieJ-110 convincerci,


non teoreticar,iente
.
. .
.. ; :. .:, me .:.pof:eoret_ico~ient~, _ ~he io non penGo ~,iai il Jimite in g~ento_ pen;~

GO

1 1 .asso_l.utezze

d~ll~essere
..... .

da cib nei cui

ln.

r~gionq:.e

di

fondar~

veder~;

_co~,fronti

lir,~ite, d\.~nque

;non

nemrJ.eno, esis_te. le. questione I_'lediante


per~h_f...ui

_:riticrinente.
i.l discorso,
.
.
-

:fin. dove- pu

~rrivarc

filosoficamente.

..

- - -

il lir.iite -pon _ tnle .pez: 5,j,_:: tele per ci nei cui


t~,.

i~ li~.l;ite

dato dcl liirdte, dunclue.

..

la ragione; questo

.:

..

non ,

~-

confJ:'p.~ti

esi~te
l~

.''

lil~:i-

il _limite clel-

_:quc,le

~~1.1ostro

pon.30 il,.
problemc
di
.... _.
. ..
,,:

;,~roblerna

.'

non esiste

Siamo a .. due conse31-1enze. fondamentali: il punto li111ite .attli;~~erso


il C!\!Cle l'uscite del p:rincipio verso.
ten.1ine .in quanto tale., del. -limite
1no ,.d~l: termine;
:zont:.~,,, _ci

che

cl:ie limite il

4t~orno
...
.
.

tele.

l~

tecond~

].~mite

ci che non .

COhte

s'r,~o

ma

.~

del
se-

cpnseguenzo: il liuite non e,siste cou.e orizp~incipio

i~ ~1Jensare

la

circos~rizi_qne
. ,._

ed essi fa la divisione; attraverso il tenaine in quanto


.

.i

divisione

tenendo ;:~SS:i~rne
rapporto,

stesso que,st;p del

!Se

;1

~spulsa

princieio con il

st~ atto~o

al

tr~

.ciel rcpporto

p~~ncipio
. ., -

il principio.e il pensare,

pen~,are,_

per ci es1)ulsa da_ questo

e al pensare
e divide
.
.

l'esse~~
.
'

as-

sieme_del principio e del . pensare


jsl prin<lipio;
del
....... .... ..
.. du,nque per mez~Q
. .
ten~1ine in quant..J tale la divis_ione -torna_ ad essere il principi<:> del.

la divisione

eh~,

~--

"

..

tenendo assieme il principio e il pensare, per l'at-

to stesso del rapporto trn il principio.e il pensare non pu riferire


tutto

CJl.lest~.

al, P:..~~cipio, non pu

<l:~

tutto questo, detenni:narc il ri-

ferirlo: el principia.: 11 princii?io rimape ancora

s?!P

rnelgrado ~!.usci-

ta del. pr-incipio verso se stesso sic;. stata, essenio .stl,ta


Mauritius_in_libris

attrav~rso

questo limite dell 1uscitr..:. stesse. che il segno del tennine, che il

218

tennine in quanto tale che riceve il segno di se stes.so ma che riceven-t


do il

se~rto

~l

di s stesso distende se stesso attorno

principio e el

pensare, c}io. sci0glie la divisione, risolve la divisione, per cui la


divisione non trn il principio e il pensare, ma attorno all'esse
re lssierae del principio e del pensnre, per cui .la

risoluz~one

delln

divisione come ci che sta attorno al rapporto tra il principio e il


pensare nega il riferi1.iento dello stare assieme. del principio .e del
pensare al principio. Allora si pu ce.pire

perch~

f~~ile

il modo pV'l

di risolvere queste c::uestioni sia il dire che il primo principio indimostrabile, cio il cercare di capire come

si~

possibile il fatto

che lo stare ussierne del principio e del ?ensare, il fatto che lo stc.to ontico del rapporto tra il principio e il pensare sia tale per cui
questo stc!l.to ontico significn ln stessn profondt:i necessit iootnfisica
del principio che sta assieme e:.l ;>ensare e del pnscre che sta oosieme nl principio dnl principio, per cui non potendo co:;iprendere come
questo accada; dunque l'unicn cosa che mi rirnnne come necessaria, per
...

che non 'posEdbile, questa ananche. del pensare cmae fonda.to. della in
concepibilit del principio': questo significa ~iustificare il f.;ltto
che n un certo punto limite il punto limite di queste questioni significa che, duto che si andrebbe "eis apeiron", per
cipio indimostrc.llile,
sto o ancoro,

~>er

~sto

il.,pri1110 ,.;:>rin-

per questo il Werden la unit qi tutto que-

questo, 1 1 iden <lell 'essere lo stesso che come

intuito, in qucnto intutto; 'e sono tutte fonnule che dicono lo stesso,
sono i qunttro principi fondl'anentahl secondo i qunli ln filosofie. corrisponde a questa necessit di co1;.prendere nello stc.re a.ssielfle del penassie1.-~.,

sa.re e del principio che, in que.nto tale, co1;.e stare

divide qti.esto stnre assieme del principio e del pensare dal

.?er ci

princ~l)io,
'

..

per cui i.l principio rimane ancore. pF1 solo, e il princ;:ipio evvince
il suo st.:ito 'meta.fisico, dove

l~etnfisico

non vuol dire che di


.

'

~
.

dal

fisico, r.-ia significc l'essere lo stigma, il se~no, unico dol cui punto di vista pensnbilc che l'orizzonte.nonnbbin lirJite nell'orizzonte, non abbia se stesso nel suo-distendersi,
suo essere contratto nel
l~rlncipio

se~no

{a~

del fZerrnine . in

abbiq
se ste$so nel
,_ ..
'

qu~n~o

. te.le, per cui il

in quc.nto i.!letafisico .diventa.:lo ,stigpa di inerenza, il prin-

cipio in qunnto' solo diventa il punto. rnetafisico di inerenza


ne come punto di vista su tutto ci. che

sottost~

Mauritius_in_libris

nl

eh~

pr_~ncipio,

rimn-

e tutto

219

ci che so-ttost al principio . lo stesso' che le suD. stess,a !potesi


:.lisnoetic:a:, cio l 1ip6tesi .come 'ci~ che fe da posi~ione non perch
.:.

'

essa corne tale:posiziorie, na prch'p~sta cor~ tale: posizione, ipotesi col.le -'ci che fe dA pbsizin disno~ticn ostilrnente al principio,
ienticar&tente contro e verso

li

')

principio: sto use.ndo un terrqine 1re&uc,-~vew

da

co particolaru1ente incisivo

che pu signif,icare, e

e si;~nifica lo. diffic,olt di pensare que-

significa pensare separando

ste questioni a questo livello, per cui ci che dal~V~\fo4C1t\ . difficile o assurdo;

e mentre voiw

significa pensare e livello. di profon-

dit ?Ossessiva,6u~v111 w invece significa pensare in un certo modo nella cui 'rofondit difficile proprio pensare per una difficolt intrinseca a:questoti?O di pensare. Allorn c' unn.disnoesi elementnre del
f ,,; . ..!..

'

principio che costituitadP. tutto ci che il tenuine in quanto tele


......

stesso, secondo i~. limite che il tennine

se

costituisc come se3H di

irt quanto tal;:::ricve, per ui ln disnoesi ele1uentnrc de~ principio

come se si p~itesse tradurre


bilit del prirtcipio
per _questo ! punto di

'

;:i 'c;\iesta

i'

maniere: esis.te une inconcepi-

'

per . cui

il principio, per questo stigiuc, cio

rif~r~mento

di tutti i rnpporti che non lo

ri;~r

dan9,,, l'unico che pu fere d,::i riferimento di un sistema coi:nplesso


di rapporti che non ri,:~uar~inno
.

"

li principio

s.olo metcfisico, in quan-

to il sistema dei rpporti ri1\l<-1.rdll il prlnCiJ.JiO della divisione. del

prin~ipio dol pensnr fino n ci che tutto questo diverttato ettraver..so il terzo incluso, fino

n ci

che nato dnl terzo incluso, cio fi-

'

no al terr11ine in que.nto taie, fino el tennine in quanto tele che, espellhdo da

se

..' .. ~ :. .

la' divisione, mi d il contenere in s il


~..

..

pri11:c~pio

e_il

pensare !inclust tra di loro, e dunque iai d tutti i principi del pensare speculntivb, ma per ci non mi d esso come tD.le il riferiuiento
allo stigme, r:tentre viceversn lo stigma che mi d il riferinento
-:

,r-:

:.

s dei rnpporti clu;f'..nori' lo

. .";

L: ....? :1 ~~ ~J

rf~nrclano,

-.~

f1.

.:

per cui il_ principi() in quanto

solo e in quento ra~tnfisico stigfile di ine.!en~a e. non definibile


come stil?;L1e. di inerenza perch non 11u c..vere un_ tennine che sia in que.nto tale e che e'ssendo in qucnto tnle, costituendo per questo da
se~no

di s, dia todo nl principio di nvere tenaine

s-:~

il

oven~o te~u1in~,

di essere definito 9 Alloro se stiru110 .'lttenti r. ~D.pire che il principio


''

in quanto stigma di inerenza per questo indefinibile e per questo,


\

essendo indefinibile, rischio di essere conosciuto indifferentemente


Mauritius_in_libris

cor~ie

stes~o,;

pepscbile o impensebile, che lo

-- ...:. .....

..

-~:~.:.:.-

.,

'

tut_to que!?:t-o accade per-

c~e ~ ~l pl"incipJo _che fa esso da punto :,di rit~,;imento a; t~t.ti ~--'r_a.I?-

. ?O!ti che__ :non riguardano_ il pr_incipio, e facendo da punto di riferimeneh~

to pei rapporti
.

.t

i~erep"~f

. t
.

..

p~t:
. : '!

..

..

..

ha,_ ripporto per _ 1 ~s_sC?:n??-,ha rap_essenz!! !1.ttraverso ci che non del. rl.l.p~?ort:o. c.he tal.e. per
della rngione,

-. ....

c_s~en~a, .-.i8~--i':li

tutt0:.~t,.9, ,che

. :.~.. . .

.. . .

.. . . - . . .

l 1esscnza di tutto ci<) ~h~ ,ha re.pporto pel:"_ ~~se.nzf:} :.


stigm~:

__ _. cqstituitQ. ciel.lo stig1uc di inerenza, ci.q dal princ_ipip; lo


#

''

-'

..

gi. -

non l,o riguardano, per guesto divento stigma

. . .

per C\J:,~ tut,to ci che:_ hn rapporto:; per essenzn, p~~ n~e?_f?i'i"

_pr~p~Ja

.. porto

'

'..

.di ~n~re~zq co,stituisce ;ta stessa e~sen~a_ ~i ~~1;~Q.c.~? e~~ ,h;_: ;~ppo-rml!'
t.o

pe~ _~f)senze,

e quindi del principio che_:

pen~abile ~l l!if~F,iui.en

to a tutFo ci che rapporto ma non in guanto tutto ci


r~pporto

to ho

c.l principio,_ mc tutto ci che h?1

r~~Jporto,

te>_. ti::<:t _tutti gli elementi_ del rappprto stess(); in


stare_ assietii.e del princ_ipio e_
ipotesi disnoetice, gli
detenninato conte

d.~l

_sopo

rnppor-

;ha rappor-

~ltri ten1tin~:

, lo

_pensare, quello che costituisce 1 1-

ele~~~ti~:costitutivi,

conosc~re,

eh,~

t~~i

per_

di

tutt~

f:.~i-:;hanno

ci :che poi

rapporto tra di

loro perch non deterrii:iano secondo e dal loro ,rapporto_ il rifer.i1nento, ma il riferimento ci0 che dal princ,ipio conie stigma!qi inei-en-

z.n. _Allora do questo pq.nto di visto. non


che sia per essenza o che non sia per
ti

qe~

il'1l rapporto

pos~o ,_gi~~ct-.re

essen~~-cicllo ~tato

degli elemen-

rappof;t.(), e riuscire in questo signific:e togliere .il terreno


eh~

. di coloro

.yogliono passeggie.re nella

filoso.fir~,

cio6 _.significa ;-en-

u.. dere ito"?pensabile. Hume, in qua,nto . l_)ensava malome~te _che er~no. 3li ele~~ti

del

.~.lpporto

a 'Jecidere l 1essenz.'.l del. i::c.ppqrto, per: cui dati e-

lenenti del rapporto (e questo significa che

qt:

ques.to

nasc_~

l 'essen-

ze d_el ,rap!Jorto stesso) il riferiraento. ern da~o da3li elemeenti del


.

Se dato

\.10,.

fenomeno, :l5 c;onsegue"empre un fenomeno y ' ;eIUpiristic2.-

111.ente non posso conoscer_e,

.c::~e

ta loro

cessit o?,gettiv:a del lo,ro rapporto

~ausa si~ J!:.

perch~

cause

i~

quanto ne-

il lor.o rcppqrto

~n

rap-

llorto che. dovrebbe decidere del riferi1..iento, cio dovrebbe decidere


del riferimento i due
pend.~.ntem~nte
s~

-stc..to

e~ementi

e qunlche c,ose che tiene assietue indi-

dell'esserci o_ non di x e y;

.~iutato

e~ide~te

che questo discor-

:1D.ll 'oer~et_tivismo clessic,o .,e~,_ inteso c_ome_ discor-

so. osmo.logico, si presta

a;

questo ti?o d~ pbiez~ol}e: .i~ rtlpporto

per essenzn non secondo gli elementi dello stato del re)porto,

tlltl

per-

ch lo stigma di inerenza cio il ?rincipio, ?erch il principio


in qunnto puro ::ld essere lo stigma di inerenza, cio ad essere
Mauritius_in_libris

quest~

221

capecit dl riferimento a s di .tutt.i:


i- r&pportj. che non sone. i. r?P. .
.
. :=:-. - .. : :: __ .... _. .. :..::. -- .'
_:.: .. __ ;:_:.::-_ _____
..

~-

~_::;___1:.

ri~rdeno

porti che rigue.rd!no il principio, ma sono i rapporti che

il mondo ,~~~1~nt!lre del p~~s~;~ . d_oy~ i:nondo. ~l.emep,tp~~: sf~l. pensare si811if_i~a. la sfes6:~: .. iP~Fesi_-disnoeti~n d~l princip~P,:. ci eh~ iJer l?O~~'\"'

zione, . in qu<fntq, . po~ ta, fc.


-

'

'

'

cl~ .. fondamento,

al pl;'ip.cipio, mn attraverso . :

~ -

-~

) '

. ,J.

l 'inerenze di cui ,.per eisenzp. :.il ?rincipio .cppnce in qu11to_ stf~o,


in quanto sti:~'1 di inerenz~ perch n~n

!JU .'.\Tere termi!l~

tennine perch:j il .ten11ine in_ rapporto nl riferitllento

possi}.)~;1.~

lo stigma_ di inerenza e soltanto in qunnto tale, e se il


~enaine d~l

lo in; quanto tale e se in qunnto t,'lle fosse


;>rincipic:> non

sE~rebbe,

e, P.S>Il h_;
dtl.1-

t~rmil)e

so~

princip;L9; il
!.sareb~:>.

me l'esse.re in quanto tt:;.le del termine

il o~~pirn~n,to de~,.~vri~~.ipio non nel. termine ri:ta n~ll' essere. in ,quant~


tale

.d~.l

termine, e quindi in realt il principio ha bisogno di . . diyen.

. J . ..

tnr~ dn,princip~o.

?Uro

i~definibil~,

"'"

in quento non ho il

'''

te~rni~e

quanto tale, e nCJn o.vendo di s6 il termine in .. qunnto tele, per.


l~uite,

ricev:e ,all 'esserc in unnto tale del: tennine il,.


del

tennin,e_ste~so~

...

in

ci'~

non

se~nq

cio il

per cui .gusto essere del .principio indefiqibile

lo stesso dell'essere del. principio l'aoristo fondl)Illentale, .lo, .. st~s9'.


~a d~coristo

so noristo fondamentale del pensere, (un sostantivo che

n un verbo), ln stess~ azione fonde.mentale corcipiuta dc.l, p~n84~~ ce.


cc:>rr~?iuto

non compie, se stessr:. mll compie il i_}ensare; tant.o il. pensere,.


pensar~.

dal .suo aoristo fondruoonta_le che :tJer questo il

. sepo.lto nel-

1' ipotesi disnoetica: . ~l. ,pri~,c_ipio coli:i.e a~r~sto fondc1nentole del ;pen~!i

sare o lo stigm.?,

tB:~11~nte

inerenza

p~nsare )U ri1~pe.re.

pensare che,. ?er questo, il

pen~~~e,

principio che pu essere sepolto col


ma insieme e tutti i Pl'.,incipi che
ipotesi

..

fondmnentnl.~

. ..... :....

'

speculnt_iVllnl~nte

sto fon,dmnentale

d~l

..

p~nsore:

del

--~

sig~ifica

. ---

scit~to

dal suo
.

c~oristo,
.

perch il
..

: .... '.

c.llora. st.,~~na
-.

..

del

poss,o

s~: .s~esso,

J?en~qre.

fo~dcmento.1.it

' ..-.:...

---

pens[<lre.

set>olto insieae al

non solo con

pense.re a. questo r.10do, i principi sepolti nelle


- .

-~lel

la stessa azione compiuta

d_~.
- _,.
pensar~

--'!"' ': .... -

.......

del .

della

--

inerenza come aoriche deve, essere su-_

...

. -..

pens~re
.

.,sepolto
col principio
che .
.
.
.
. . - .
..
'

---

--

"')I

-~

.. -

--

sli pu essere proprio,


il . princi?io che co1,1e _.;:lQristo
fondmnenta],.e
qel
.
.
.
.
\,

pensl.'.~~-

compie il pensare, lo compie

a rimanere compiuto e a cor"lpiere, per

tclruent::;~
ques~o;,

per cui il prbllltl ipio


f:l l)ensare assieme al

l)rincipio che pu essere compiu.to c..ssieme .e,11 'essere


sare, e non .mc.i c.ssieme al principio che, se pu
Mauritius_in_libris

essere compiuto soltanto con se stesso.

cm~iut()

qel pen-

e~sere comP,iut'?::~

pu ..

...

'

222

.'

. XV. .- r IL... RAPPORTO E IL RIFERIMENTO.:..


La risoluzione delln divisione come ci che sta attorno al
ra;,J;.Jorto .tra il princ:..pi'o- e .il pensare...: c:. ch~:co~sente alla divi)

.,_

.).

sione di diste-rtdersi attorno e.llo stare us,s_ierie 'del' pri.ncipio e del

~sto . stesso :quiv~ie E:.11.a. ne~~-~~~ :~i- riferimento al prin-

pensare,

..

'

cipio solo, iaetafi:is-ico~ de~ rapporto tra il _pr.:l,~cipio e il pensare;


. ;

.I

.,

... '.

'

la divisione dal suo essere tra il principio della divisione e il pensere, o.ttraverso il terzo incluso e e.ttr_s.verso il termine in quanto

: . _;:- ~.

, ", . i

se~no

tale, fino al tenl1ine che riceve il limite nel

.. ...

./

.. ' ....

ili s, la divi-

sione, e.ttrnverso questo, ci che definisc?, -ci0 che contiene il


'

'''

'

repporto tra il principio e il pensare; la divisio_ne come il contenere questo rapporto identicl!111ente negaziot\ei de~ riferimento di que~
sto e:.l princiio,

c~o

la divisione compie'ldue operazioni: distenden-

'

dosi attorno al r~porto tra il principio e il pens~re lo definisce


tale rapporto, definendolo, nega. il riferimento Ji questa <lefinizio.!

.:

..

.'''"'.:"

-~

ne del principio e clel pensare -al i;>r:l.nc:lpio stcss-6, e, questo il


priiil:O'-pun~o da tenere presente-; il secondc)'pl.into "il se:~rite-: il
:-

.l

'

principi:.o come stigma di inerenzn, invece, d a s il riferi1uento del


rcppor.to princii>iO-?ens11re che non lo riguc.rde., o 1ueglio,
i_

~apporti

d:i.

tutti

che non lo riguardano. Dunque, per un


\rerso,
lll. divisione,
.
.

in quanto definizione del rap?orto tra il princiio e il pensare, ne: .


0a il riferiloento el principi<;>, per un altro verso, il principio, in
quanto sti<~a di ineren_za, d_ a s il riferiment~ dei rappor~~-- c~e
non lo riguardano; cio come se 1nl punto di vista del p~incip:l.o
.

'

la ne,1uzio,ne fosse possibile non .:::.ttroverso la ne ~azione, ma attraver..

so l'attivit dellCJ. ne3azione nel riferirnent~, quindi, dal punto

di

vista del principio collle stig11m di inerenza, la ne1nzione - pensc.bi- -


.

le attrnverso l'operazione che la ne1azione stesse compie nel rifcri...

..

;.,-

mento; per cui. qunndo la definizione, cio le. divisione dcl rc.;>eorto
tra il principio e il ',)ensare, la ne1azione del riferir.iento <li c_.'Uesto

ste~so

al principio collle princiio,

~ome

se questo fosse possi-

P.!le, non nttraverso ln definizione, 1ua attr.averso ci che della ne~-

...
gnzione possibile nel riferii:itento, ir[IJlanentemente al riferimento,

.:Jer cui c,i che ossibile della


mento non la

ne~e.zione.,

ne'..~ozione

immanentemente al riferi-

mn ci che il riferimento usa della.


Mauritius_in_libris

ne~t:-

223

zione, cioci, lo ~ti8fua di,inerenzu d: il riferi.ruento n s dei ropporti che non lo rigue..rdano,. e, allora.: nel -r:tferi1uento l 1uso 'dll ne-~azione le non inerenza del 1 rop;.>orto, quindi~ in.iullnentmente
fer~l!lento ,. _:ci)

ni ri-

per cui le. ne1e.zL>ne , ln non inerenza de 1 r appor-

to. S~co.I)do une letturu analitici: di-questo'discorso si pu pe'ri~~re


che. il rnpvorto che nttr-averso. il riferimento non 1nernte, n~n
inerente 1un non lo inerentemente, cio nori tnerent:e

'nei

r'iferirnen-

.to, perche, cppun.to, il discorso essenzlale questo secondo ii quo.le lo

~_tigmn

di ;inerenza, il principio che, in qucnto principio non

.hn -rnppprto n t.:l principio, n nl pensare, 1'0 stigme. di inerenza provoca il.rifeirimento

es~

.dei ir.:i?porti firio al rapporto fondnrnentule:

princ_~pio-pensc.re J repporto che non ri3Unrdc il principio coue stigme

di

in~renza,

e., :questo corrispettivamente nlln e1efinizione. del pensa-

re in. rapporto o.l principio e del t>rincipio in rapporto al pensc.re,


mediante le qus.le definizione non.~_ pensabile il riferi1aento

di que-

sto rt:.~pporto .al principio, &nzi, Iiedionte ln quale, ln defin:..zion


stessa ' lo ne3c!l.zione del riferimento del rcpporto

?rincipio-~JE~nsc..re

al principio stesso. Dunque, .non dnl rapporto principio-pensnr (


(rapporto diviso e definito e quinti contenuto in se, per cui he ra.p
porto in s mn non ha rapporto al principio) non dc q\iesto che la
negc.zione possibile, raa la ne 1 ~n.zion poss:.bile dclln iru111lnenza
nel riferimento: del~ll._'"i!!_Q~.~..~tlerenzn

~del

riferirilnto.. . stesso l!l princi-

pio come stigme di inerenza; per cuf lo stigma cli inerenza

a s:S.

il riferimento del rnpportoche non lo riguordn;e quindi, in questo


senso, la negozione nasce dalla rion inerenzn, che tale inerentemente, del rapporto principio-pensnre al prinlpio corne

sti.~mc

di ineren-

ze; in c.ltri termini, in tanto il rc;)porto trn il principio

e'!

il p:en-

sc.re pu .. e:ssere definito in qu.~nto il definire quest rapporto :sfghi->


1

fico non p.oterlo riferire da si al ?rincipio 1 cio definire que s'to


re.pporto non ; definire da questo repa:Jorto, ,il riferirilento del' rapporto al principio,. iun, viceversa, 'il riferiurento possibile dal .:Jrinci?io cl. rayport.b e dc.l principio al ro.p1)orto in quanto, appunto~~ il
rapporto .non rigucrdc il principio, per cui il rapporto. tra' peri-sa.re e principio, tra principio e penso.re che tutto assieme'

contertu.;.
1

to dentro di s e che in quanto non ha rc.i_Jporto al principio, per cH:.


dal ?rincipio riferito a s, Questo significe che tra il riferimenMauritius_in_libris

224

to e il .

r~pporto

princi?~o

10 differenza
il
. . .
_ine~~nza,

pio in quc.nto stigma di


L

..

'

__ : - .

~-

---'.: :

.e~.s9.

stess9, cio.il princi-

..

stesso a

.::. _.

fc.r~

dc differenill

tra il riferimento e il rapporto;


il ...?rincipio
i:n gu.nto
.
:.
- _, . ..___
.. ::... _,_
- .. . differenza
. . .. .
trn il riferimento e il r.ppqrto eone. se s.te ~so e signif icore che :
-~-.'

.:

--~ ~~~-

,;;:_~:--

..........

...

..

il principio, in quento questo. differenza, . avvi..:-.to ad essere un certo fondamento, cio ad. essere
i:n._. un certo.
. ..
..
. .

.:..

e~sere

re fondaraento, non per. non

11~do

per cui

"

dev~.

diventa-

.pi,) principio, ma per dovere (pers~bis~e)_.

ch:5 una necessit che il principio

dcS.re _luggo . alle

relo.zio~:

ne, e quind.i _si conclude ln trilogia del


discorsotl'.'il,ogmco, perch.
..
.
.
.

..

trilogicoori~incrinme~te,

questo un .. .i..discorso.

-~

:-

'

in,qunnto .c' una_tri-

logia fondmaentc:lc del pensare secondo 1 1 elenchos, ci:o.


,.

!..

'

'

s~condo

sione del logos

.'

'.'

.I

~.

c.~'~

una

divi~

"

de.~

tre ele,i.ienti, propri

eleril~nti,.

ti del logos non sono

log9s che .ec;m1e ele1aen-

mc sono l'essere trilogico del discor

'

t.

'

so originario che riguardo.. il. 1~ensare perch le ;r~l9gin del,.. d:,lscorso originario costituita d~l rcpporto~ dnl riferimento ~ dalla ~
~>~nsnre

lnzione, cio_ noi non possiamo


:

.::_:.

...

pqssibil~

attrnverso il,..: $istemc


. _._. .
:
~

.( ._,:

_.~i

in radice. se. non pensessimo

.'

'

(non
so s.e _possibile fino nll'attua'

zione) del r'1.?pOrto, del rtferimeq.to e delle J:',eloziqne. Fino


.

- , __

:: ,

..'

....

'

l .qu.:.n~

do riusciamo
a cepire clw . ln di$l;}Oesi
_element_cre _del principio .. ci
.
. ..
;

'.

fond~1,ento

che fc. da

princi~)io,t,

al

cornp~en.cre

noi riusci_runo a

che

l'elemento disnoetico, .l 'osc::urit del pensare dovutl .al suo. fonde,..

'

....... ".

mento, ~nn ou,esto difficolt di coP1prendere il pensare (disnoesi.J


. ...

dovutn al

.. .

fc~tto

. . ..

.. '.:!

che gli clernen.ti che,. servono. per -comprendere f,l Jen'l"'


?en~~rc,,.

snre sono ostili o.l

!.

i,n quanto sono gli. ele111enti che f.:i,-cenJo


.

dc. fondruaento cl rensc:.re _aonq):ufto il. Ir&OnfiO

_dei~li

elementi che _ll1i ..

serve er
conoscere: e che,
. serv~ndorni per cqno
scere,
f.'\ do..
.
.
'.-....:.. . ...
..
.
,

'.

to nl penso.re,

:.

P~.r c~

o di,

nssorb.~re

il. pensar~: e il

?.. vicever~":' ..~iny:!1e. :os,t:J.le cl. pr_inci~.io,;

sol_o~_.metafisicq

che il princ!r>io,.

f.onJ~11en-

'

re~lnrna

stes.so

principio de~t:ro. se _ste:~so, _


.! ..

;:.

dt:tl

quo~e dov;-e~iy10

cavar.e. fl,l.Oil"i

un pensare che n?n sia il pensa.re del unlc stie.Iq

di_~corren,dp

oro.-,, .

cio . che m?n si. il. .;_:>ensnre.


le~ato c.l principio in qlumto, . a~sieuie
.
.,,
rrl principio, diviso dcl prinipio;
in questi .t;erq1ini
l'oscurit del
!... .
.~
.

'.

'

O_,.

_I.

...

pensare riguq.rde. il suo fondmi1cnto,

oN

c~o. ;-;~trdn, 1,-:~ f?Uq

radice qun-

si come se l'oscurit delle..


del penspi;-e
:-f()sse
costituita
dq.l
.
. re.dice
.
.
. . ..
... .,...
.
\

fatto che questa rldice cqs. n4scostn,.

~.<?.~'~ r ;int:err.fJ;tC;

che si trot-

to di to3liere . le terre che, ,ln nnsconde pei: poterla. a.lln luce, il diMauritius_in_libris

225

..

. .....

'

.' ,,;!.,

..;,

l'o~,

scorso non questo, bens l'pscurit della radice del pensare,


! .. ~ : . .

:. 1

. i.

scurit disnoetice. dovuta al tipo di. profmdi~~ degli elententi del


.

.'

.. '..

J . .

principio pe.r ~l pe_nSfife in sen_so teo~et~co, ,in. quanto questo tip.9 .di .
''. ),, .... : ..:
.
.
.. .....
. "' -
.
.
profondit mete.fisico, perch come profondit;:: metafisica sostiene
._..

'.

.: ..

:'

:_

, ..:

- !

.. :

. )

..~

:-;

_:

:.

il pensare ma ostilmente al. pripcipio, f d? fonda.1i1ento al pensar.e .teo.J

..

'

'

'

.-

'

'

-~

: :

'.

dovreb~

reticamente possibile, dunque dal pensare che

essere detenai-

nato dal pri-~c.ipio dopo l 'e.~~~chos 1 quin?.i s9i;;,tie9e il pensare, ci.c;>


attualmente sostiene il principio solo e metafi.sico ma ostilmente al

...... :

j.

!:

i!

. ..

; ..

f>rincipi~:' per c-u.~ la ste_ssa p~of~nqi~ del.l~ sti31i1a di inerenza,,.

n1a l~. pr~fondit~ che ha. orig~ne ne~l radic~ el~~~tari del .Pe~s~re
so~to

che sono le radici che stanno


, !_}

;_ :.

1~&B. .. l:'iJ'.:llr""

.il prin9ipio. di,, inerenza


,J

'

:..

: ..

, ,

..... '

'

..

dano lo stigme di inerenza, e, dunque una pro;ondit p.arpdQss,le per..

.:

ca~ire

ch per

. .

-;
__

..

: .

~lementi

biso.~a

quale
J:inserra il pr!nci_pio e il
;

. '.

~ ..

. .

pu~to

essere nel

- ......

....

.:

c~ nel
: .
. ...
-

questa
profondit
bisogna non
essere in
..
.
.
. .
.. ..

la profondit delle radici _deP,li


pensa1:'e, ma.

..

l .. t

bi~ogn~

di inere;iz(f, cio

:~

'

,ess'?.r:e

nel :.,rincipio eh.e giudica tuttq questo.


.

_;

T)a questo punto di vis;a il

.~econdo__il.

mentare cio il discorso

... .

._:

..

.'

qua.le, dato il
.nel:- mond'!

..

.'

risucchi.~re

lemento capB:ce di

pir ovvio il discorso ._el.e-

nell'individuar~

il probleiu.a consisterebbe
.

,d~scorso

1n~ndo

disnoe.tio,

disnoe~ico

un e-

in. s lo -.stigma di inerenza talmen.te che,

annullS:to ~sto giudizio ~netafisico assol~_to, trovato l'elemento sti3,_.

: .:

matico essenziale, da questo si potrebbe_ P.oi. ,rifare tutto il discorso


..

..

'.

'

.. .

perch a partire dall'elemento st.igma.tico essenziale tutto il conosc.e~

'

'

'

"-

'

'

'

'

re sarebb,e te~~t~ co, in qu~nto assicurato all' in~renza., t?ei:-ch~, .l\PPup-,

to, il risucchio dello st_igrna di inerenza non c_he interessa la st:ig-:_


'

..

...

matizzazione, cio i.l rendere stigma l' elewe,:ito o un elemento c;.qz:ne e-,
..

'

..:

l.J

Tal~~t:e

lernento essenziale; per e sempi_o, in senso originario, quando


t

dice che

1 1 eler.iento

'

l'acq~,.

unico e solo l'acqua, stigruntizza

...

: ... J.

... : ..

la

...

fn diventare, in un certo _senso, stigma di .i~erc~za, t)un~ualizza l'ei

~-

del~

lemento ma non gi ercb interessi la puntualit

.in_~e"."'

'eler1iento_,

(..

.. :

(.)

~..

ressa l'inerenza per attr_~~erso la puntu~:~~.~~~:: cio,~ ~essiamo p.~r,-t7re in tennini ori3inari di disco%'. so filosofico CNO.ndo possiru110
:..

..:'

.l'

~1

. '.. .

,.

v.:v.e~~,

contemporaneamente, la puntuelizznzione
di un
elemento
e . '}-n -sa
c::apa"i.
'
.
.
. : . . .
; .i
'- ..

...

1'

;,;

"

cit di inerenza che era quello che, . Talete, ipgenmnente ,, :~rcava di


.

. !:

.i

.... ,

'

'

'

pensare quando diceva. l' ac~ua ...\e;.co lo stigma), ma in tutte, le .g~se.


(l'inerenza); e non sto cercando di fare niente altro che la concettuaMauritius_in_libris

22.5

....

lizzazi.orie ,de;l ~tessuto o~iginll.rio, propr,io


del pensare non a livello
.. ......
)

storico, liie.:a. quel livello nel quale, storicamente


es?resso, mi inte~
..
. .
:

'

ressa cepire perch speculatiyarnente mi interessG., ;Jerch, diversamen:

. . ...c.

te, storicamente'espresso mi, ser,virebbe solo _per l'erudizione delle


..

""

.'

'.

.- ..;

cose che so e .nn per capire il sign.ificct:;o _speculativo. Il discorso


' .. .

'

. ' .

.!.

.-

- .

pF1 ovvio ln 'ricerca . taletia~c, . ci.06 l' appi4tt_imento del io stigma


. '.....

,, __ ,;

.: ,.:.) .

.i.

.; . : .; '4

. ~ :

'

di inerenzacio ril' rintrcccio deJ,.princip:f.o


nel.
mondo eletuenture.. del
.
. . . .
..
. :
~

..

-~

..

pensare, =tjestb . il discQrso, pi; ovvio pere~.?


il .1ondo elementare del"
. . . . '
pensare -' corne se fosse dc. .'se. stesso interessato .:;. ~01nprenJere

11

prin-

cipio a q\:iestri nu:niera, cio il pr~~ci~io dev~ essere t~le da pc>tersi


fre pensare, ma, dunque, deve e_ssere~ a sue voltll. 1 pensato, perch
ii principio sie. il principio del pensare, per cui il pensare pensa

darmi

re speculativo, il principio .dcl .pensare deve essere tale da

il.

pensare, ma danni il pensare significa anhe penscre il principio e,


pensore il principio, a questo punto, rischiere}::>be di essere soltanto
.i ... .

la stigratizzE~zione dell'inerenza e ba.sta, cio ..re~dere puntuale 11 i.iierenza e rendere pontue.le l' inerenzn si3n,ificn. rintre.ccinre tra 3li e''

lementi essenziali del discorso :.quell 'ele!nento che pu~ servire a questa operazione; ecco perch'~ Talete ori:]innrio ed ori3ino.ri."o. a~che
I

oggi perch comprendiruoo che l' ~eque di Talete in fondo significava


in partenza questa operazione attrcvcrso la qua.le, ora, possiruno com.

..

prendere che lo stigma di il,\erenzn difficile


.
.
-;>erch il suo fondarrten.

:.:

to disnoetico me. perch l'oscurit del pensare ~.queste oscurit per


cui' Talete li servirebbe) og,3i, corne origine, in quanto con Tnlete potrei facilr.int abbtlSS.!lre lo stig1110 d~ inerenze fi!lO al mondo eleraentF.',re del pensare, individuare in

ques~~ roon.~q

l'elemento nttrc.verso il qunle :Josso

. l

p~nsare

elen,entare: '<lef'

..

stigmatizz~re l' in~rert~it~ e, db-

biruno dir d~solntamente .che Q.3,gi :nemmeno Tnlete i;>u fare da origim'f
.

i'..

llll~ 'filosofie1: peJ;"ch.i ogg~, nel ,mondo conte11ap.oraneo. l'inerenza uri


.

..

...

.i .

...~i" ' .., :

tessuto 'senza. snso, ggi J.~~nerenza diventct~~ il vestito storico


.

'

: . ~

.'

di tutto ci che noi pens.iElI.IlOt ip rapporto a. ci che fcccia~uo e,'


.

, ri

qUe-

sto punto di vistn, ogni n.Qs.~r:,c;> modo di. fare ci che fac.ciamo, diven.

. .

.. j

. .

ta, esso, inerenza. e, diven.tando inerenza,. mi toglie il proble1na'di


stigr.:&atizzrirc l inerenzai;stessn,; dunque il discorso pi1 'leinentare consisterebbe nell' abbe.ssqr,e

~a

stigme, di

i~eren2ia fin~

e r~~d~rl.o otiz-

~tale con il tenaine in :q\l,an,t,o te.le;, ~. ricordian che fl' tennine


Mauritius_in_libris

?.27

in C'!tlllnto tale lo stcre assierue del principio dellL


peaaare che, in qucnto tale, riceve il limite solo

divi~ione

percht~

e del

il suo li>ni-

te non limite ma il segno dl te1:1aine stesso. A q\lesto punto il


.. :i

discorso si potrebbe chiudere" e' si.potrebbe dire che anche cos abbierno un~. teorie. della filosofia ori5incriornente pensate.-.., in quanto civremi1zo 1agiustific6zione di principio del principio che serve a.lla filosofia, e se alla filosofia serve 6me principio la stigmatizzazione
degli clementi essenziali del "pensare stesso~ facciamo it_:i rnodo che lr,;.
stigruatizzazione CVV'en3a. e.

che. ci

sia un elemento' deGno di que~tll fun-

zion e quindi si trnttcrebbe, c. questo punto, di nppiettire lo sti31Uc


;ji inerenze e quindi di farlo viag3iore attorno c.lla divisione .che definisca il princiio e il pensare,

~.

in fonc!o, questo potrebbe esse-

re le metafisic:l che -iJOSsi<:xao scrivere di tutti i miti della filosofil\


conf1em?oranea: questo ving~io _;di un elemento attorno ellu definizione
che lega assieme il principio

il pnsur.dividendo questo stare as-

sieme del principio e de.l pensare dnl princip'io, ed evidente che se


c.ccettassimo.di

ridurr~

il principio a questo viaggio attorno alla de-

finizione del principio e del pensare noi .nnnulleremmo l 'inco1nodo metafisico di un principio diviso da queste definizione con tutti i problemi conseguenti; e si tratterebbe di dire facilmente che. ci che di
filosofico rimnne in questo viaggio la coscienza di questo viog3io,
cio sarebb corne dire che anche se riusciamo cd essere il fooerale
di Hegel, cnche se riusi:~o ad essere" coloro che portano

in. giro

nel-

la storie. il cadavere della filosofie hegeliana, e, quindi, t.'.inti 1na3nific-i chierichetti vestiti. per alle "snn carlo 1acr:tc", noi porterem'

''

mo in giro. nclln storia. il cade.vere di Hegel, in r1uento porterefo1no in


. . f ... -

giro-;- per mezzo, di Hegel, perch~: Hegcl dovrebbe morire per ..dnrcr roodo
dt s'sre noi i' becchini del suo cdcverc e deve morire per cerve+lo
.

1 \"

'

suo, e deve morire perch~ Hegel ha. accettato storicm1ient'di. morire


quando per cc.vare il suo discorso dall' in~)ncci.o di non riuscire a co1.1incicrc rndicnL..:tnte, ha dovuto concludere conie tutti se:.ppiruho: in
renlt\ l~ storie delle filosofih le storia-:delle coscienza d~i pensiero che

ritornr~

su se stesso, perch: l'unico iao.o di giustifieare

l'infinit del processo filosofico consiste nel fetto che la filosofi&


diventc la _stori~ di s0, la: coscienze:

:aei suo

vic~nio; he,3elianamentc

questo significn morire c..l pensare rodic~le e ncoccre alla storia, '1aa
Mauritius_in_libris

nascere
. .
..plla. sitori-o.; perchci
.

.r~io:. mo~ire.

:d~

.questo 1npr;ire sono cap-c,ce perche . il

di fronte ,al pensq:re r.udicale, cio questo -. ."il.. ntio vivere.

perc~ A~ q~sto

sono.

di_.~!ont~.u.lpensnJ:e

c:apa~e;

. s.ono cap.occ di . morire . s:t,. iilll .perch'- rauoio

rnqicale,

~n

.<1Uesto l!lorire .. ciJ che mi:: f<:i

. :r;e;,t1.11cl1 .storie: ed per gr.::izic. :mio .che poi divento s.toricmoonte


zi~tp1

c_p111e lp.,

diventat9.,H.egel~

nli:sCedt-s.~r3-

che .. iL padre di tutte: :le. rne. tafi-Si""' .

che .~.t.ori.~J:l~, -~ Hege:l.' cbe Jt:idti pa1re a tutte. le:: ne-~nzioni di Hege-f;'
le vn_rie .C9,(r,epti contetnpc:>rl;lnce. che pretendono. .di ;;:vere .a:s:sunto i-1:::10ro.

pun~()

tale

pnr~.enzn

pi

p'U,I:t~O

dnl.lt.l-,filosofic di Hgel, hanno potato -.g;s-&Unere:

di pnrtenzn dq_l. d!sfacimento dellnfilosofia d'i lrugcl; m-'

per mezzo:.P.i

~st2_,r.11or.te

ess~re,

radicnle e .pu

hegeliann che morte .. rispetto al pn15are

p~r.-,questo,

nascite. alla

storia~.-Po~si~-ncat

t.lre che la presenz..: olle., s:tor!a implichi. il. m.:lncare al pensare radi-
ca)..e,

s~ -nasce7;~

alla ... storia,. in questi termini, tale per :r11EH!$ZO d(3l

1rlancare al pen_pre. ra.dicale, se: noi e..'1r.lettiamo. :ahe 1 1 essere vero nascere alln storie come _l. 'e~sere
r.e che.

~stc;>.

sin )l'un:r.co. essere

n~ti

v~ro

alla .. storia, noi possiamo pensD..:e.

cutentico~.che

ci coinpete, ma

doyrerqmc;:>;_ .ancJJ:e jC<;>nvincel;'C.i..che :.. questo .e.sse.re autentico .'. autentico perch4 :p:l;?:l
rnnnc~r.e

. il: mio

m~tet:i.tic>,

d:l,_,qus.to suo. essere il !5u0;.mon:-e.sserc, io;-'il

al _pe_n$D.'J:'O . 'J;'ad.icnle;. 1s noi pensi.omo :che . 1 1.c s sere autentico,.


esse~e

nclln. st.or1a; noi ci...cQntiraddicicmo :tn essnza '?erch

stior+lO :.dicendo che pi' delL'essere che .ho;ve.le' -il l'iOn essere dc cui
sono 1 ,~perch sarei dcl.. tnancarle.. r-,1 pensa.re radfa:m.le .que!fto; sempre per
mezzo delln (gra.zin

tjl~

il pensiero hegellano .i .stcto;:di se :stesscVc0-

me quel -disf.ncip.iento ul.'.timo di si.! di cui tutt: :il dlscorst success:i.vo


si :oppropriato; .mo. attraverso questo

c:l:rcoll'~

nelle storla 1-' illusio-

ne dt fnre fil.osofil::i:: e non pos.sinr1t0 .prendercela' col fatto che 1a. f.-ilb
sofi~

contemp.oronen non. riesce n pensl1.re, pe.rchfr Hidegger per e.senp:Lo

pensa,. e. il discorso a questo punto dr&m'uticfr; perch il. discorso


che nrrivo.to. :elle sUl'. strettoH.:{ .rootafisicn; tutti sc.ppiomo :benissimo che He.idegger ha. ln sua intelligenzn,. ep.per: le quc.lit di quest
intelligenza speso. tutta e questa mnniern, . alln i.ii!niern, secondo' la
quale in re!llt noi por.timrlo!nttorno nlla: storin questo. c-adnver dcl->
ln filosofia, non per la pochezze ,f-isiologice di.. un c-e-rvello fun per:; ...:

Mauritius_in_libris

229

una quest:ione _storica.:. come se la stre.~toia della st,<?ria contemporanea fosse tale -_da colld.nrU1are i suoi .fi3li ~p;~penso.re in questo. modo,
.. r

anche ad usare
1c. quclit~ della loro intlligrizo,:
per cui non che
.
!
'
.
non silUitO .. intelligenti,
infa.,tti
.
. .. oggi, libri intelligenti
.

se

ne seri-

vono, uin stupidamente inte_liigenti, che il mc.ssimo che 1 1 intel,;ligen.

rnor~~ ..

za pu ntti!}gere dnlln sun stessa

cio dal suo stesso destino

inutile. Ne qutto questo perch pndre di--: tutto questo il dlsfecilllento della filosofia, per cui ln

cons~nzn'il

.dovere capire perche

non si scrivono pi libri di filosofia, in quanto il tempo s-torico


che mi hu. condc..nn.::to a essere intelligente solo
q\l~nto

!l.

questa mcriiera, in

la nemesi he3eliana che tornn sulla ,nostrn vita contemporanea

facendo vendetta di ci che gli cltri honno fntto di Hegel; dunque.il


..

'

-~

. discorso pi. ovvio rimane quello 'elementlre (e


.i'.;

...

._...

~stp

fa capire che

questo
non_. Sigl)ifiC<l essere contro il proprio teliq:>O;~ c.nzi ~- C1 un
.
..
rnodo di essere fratello del proprio tempo consiste nel cerare di non
esserne figlio) dobbiarao cercare dif scrollarci in:: figlie?lrinza dl no-:
stro. te~ipo, per
fare. il nostro ternpo fratello del~ nostra capacit.
.
'- .

.;

'

di v~verlo. originalmente, m~~-per f~ire questo dobbicr~10 riu8ctre, essendo figli del nostro t~mpo, ognuno col nostro noroo.: e
nostra d<!'lta di nescitc,

stor_~n,

fare

in ;ir1cnira che

questa

cogr\c>me-:; e olla.
'.;,;

non sia la .nostrll:

se no la nostra storia riproduce l'anagrafe) ed quello ele-

mentare perch~ il discorso FJ.ttravcrso

:i..1 qunle l'appiatim,ento del-

lo stigma di inerenzn drebbe modo allo filosofia di. ns~ere' in' -~ual..

che 1aaniera e.llQ storin senza a.vera il rimorsq di essere maric!i.ta al


pensore, cio senzc dovere
cio ln-~coscien.... avere le buona \::,oscienza.,
..
zn che rimorde dentro, secondo le quale se per nascere nlln storia bisognn nascere perch si mana al pensare radicale, questo significo
imbroglinre la stessn storia, cio significa le fraudolenza di cui la
.\

ragione ce.pace e significa.proprio il nostro tempo, quello che :.,-il


tempo contemporaneo questo perch r.mnchiru.10 al pensare. Il discorso
qua~do . astratto ed

teoretico, discorso vero nel senso del roppor-

to alle. storitl perch il di.scorso che obbliga la storia non solo a

essere rna a capirsi e a fare il crura11ino che deve condurla ella suo bu...,

na coscienza, dove lr. buone. coscienze significo comprendere che non .


devo appiattire lo stigma di inerenza nl

n~ndo

Mauritius_in_libris

elewentare del pensare,

230

anche se lu defini:.Zione del rapporto tre il principio e il pensare persUli.derebbe

1.

questo discorso e ... allora 11 probleiut.- o. questo punto il

seguente: tre:-il;:.rapporto e il .rifriumto il principio rischia. metafiiicc.ri~ente, in quanto rischio, di diventa.re fondamento in rapporto

i:::llri relazione, in altri termini, tre. il rapporto e il riferimento ci


che me.ncn ln relazione; per cui il mondo trilogico del pensare il
mondo trilogico e.l qtllle mance uno dei suoi lementi fondamentali che

ln relazionei mentre gli cltri due elcraenti li abbicr;-,o, in quanto


o.bbisno il_ rapporto come tessuto dei rt!.pporti che. interessano il. ?rincipio e il pensare, cbbiruno il riferi1.lento del rapporto a.llo stigma
di inerenzo mc come riferimento che parte dallo stighla di inerenze f ino nl rapporto, in quanto il rapporto non rigunrda lo stigme di inerenza, e allora abbic:Irio la ne3azione soltanto nelle rdisura nellq quo.le.
la neg'nzione significc possibilit delle ne3azione nel riferimento,
cio in quello che il riferimento core capacit dello inerenza che
non inerenze: inerentemente, :me che inerenza non inerentemente, per
cui ln ne3nzione non nasce dalla

ne~c,zione

rna nasce dall'uso che.. del-

la negazione ' cnpncc di fare lo sti31i1ll di increnz,':'. nel riferirnento,


quc.ndo il riferir.iento ello stigrnn di inerenzt... a s tale del rapporto p-rincipio-penst:re in que.nto questo rapporto non riguord.::i. 10 stignu1
di inerenza, in quc::nto il. rapp.orto

le~n

il pena.e.re e il princi?io, il

principi e il pensc.re in modo te.le che questo le.3ruaento del principio


'

e del pensare divide l'uno legato nll 1 nltro dal-principio, rua divide
in modo tale che questo essere d1viso del principio 'Corae stigma di inerenza dal rapporto pr.incipio-pensore un essere diviso

attrnv~r~o

il

qua.le il J:opporto in l}Uc:1.lche modo , non essendo rcppol:'to, perctie- il


rcpportoin ,qualche modo.; in :quanto le inerenza non-inerente del;
rc..pporto cllo stigme di inerenze.. Il

~~riric.ipio

non pu avere rapporto

c.l principio perch1 -il principio non pu diventere tennine ner.aneno se


il tennine che ' 1 'unico terwine proprio del principio ci che pere
che siri. tclm.ent necessnrio nel princtpt.o, 'dn dovere essere termine
nel principio, cio,1 compimento, nenmeno se tennine proprio del principio lu suo stesse

r~podissi,

cio6 neua-11eno nttrnverso l':ipodissi del

principio, il principio pu avere ten.1ine, nnche; perch se dovessimo


?ensc.re. che il principio ha termine nttrnverso l ';e;>odissi del princiMauritius_in_libris

231

pio, o questo stato ed

l'ide~

ed

discor~o

chiuso, in qmanto se

l'idea la sinossi tetica e se 1.:1 sinossi teticn ln tesi del


vincolo, cio del rapporto fntnle tra il principio e il suo compiraento; e, dunque o

g~

stato ed l'iden e dunque non discorso che

posso pH1 fm::e a ridosso del _princi,pio .svincolcto dal vincolo, cio
a. ridoss::> del principio c;:he n_on pu1) a.vere vincolo a s attraverso ln

tesi,- cio a riJoss.o del principio


che non pu essere
l'idea,
percht,
. .
.
.
..
.

~ppunto l'ideo non ~-principio,


secondo
.
..
. ci che l'tdea .come sinossi

tetica:, tenendo: presente _ch(3 ,c~ che 1 1 i<lea ~n qul\~to sinossi teti.cn l 'idee~ in quc~nto te.le; . <::J).lorr:i,
il
principio
non
potndo
avere ter- . , ..
...
.
:. I. .
~

in

rdne nemmeno a costo della sun... apodissi


non
p
avere
.
.
' ...
.
~

'

'

se. stesso ci

nel qunle rifluire, c:io non p\l cvere ,nel p~incipi,o stesso ci nel
.

'. :..

..

..

quale essere contenuto; cio~. non pu e_ssere il .suo identico a partire

' ., :- .i:': -:;, ; ~

'

dn s, in quanto non :)u nvere tenaine,.in s~; il principio rioh. pu~ ave. .

. . . .

.. ..

-~

-~e

re ['_ partire da s6 il suo identico. co1ne

. .

....., ... ...... . _:! i

stesso perch poi 'facile


.

dire che, dato questo, il principio il principio di identit e nllora tutta lo feticn lel pensD.re si ridurrebbe n rendere . astratto

i 1.iden-

tico, cio c,.l rendere l'identico, che il principio come se stesso,


principio di identit, cio. il. ~nre. dell 'idmtico, core.e principio, il
principio di. identit, ln fnticn si ridurrebbe in unn operazione di
inversione interna nl principio stesso, per sc.rcbbe
squilibratn e squilibrante

p~;ch

un~

inversione

pnrtire.bbe llall 1 identico del princi-

pio per darmi, il principio di identit. _Quando i sofisti dicevano n


Plntone di:non vedere la cav~lli.nit ma .i cr.valli, il sofistD. intendeva. dire che non vedeva

l'ide~tit,

n:in vedeva l'identico, cio io non

penso l 'identi.t,. io conosco 1 1 identico


e ; .non .,posso
pensnre 1 1 identi
.
.
co dc. l suo principio, che non 1 1 ident:ico, dnll 1 identit; 1 1 inversione squilibrata perch~ Platone fccevn nasc~re lo squilibrio tra il
'

concreto e 1 1 astr~tto,_peTch mi fncevc conoscere il Conereto, cio


i ccvalli,

"

t;U.l

mi diceva che i cnve.lli non erano il concreto mn 1 1 astrat-

to, perch 1 1 identico non identico

identit;- C<~lpi.re ch il prin-

r11a

cipio come ci .che l 1identi.co di se stess~ si capovolge dentro di


.

s~

e diventa il-principio in quanto p~incipio di identit che deve po.


tere essere tale essendo tutte le sue_p~u+alit, possibile plntoni

. . . .i..-

cnmente perch:.! fnccio presto a risolvere il prmblemli in qtinnto' in~ento


Mauritius_in_libris

232

..

l 'nltro ;:oondo,. invento il mondo dell 131 di l; mn ';ristotelicemente


le. questione si rese difficile co:Je questione dell 1 individuo, cio del1 'indivisibile:

~ristotclice.mentc

non posso dividere 1 1 identico de.11 '-

identit; e. riconducirn~10 tutto questo al nostro discorso: il principio


non nveno termine in se stesso neiilrJend a costo delle sua npodissi vuol
dire: il principio non pu essere 1 1ident.ico dentro di s, perdh4 ciue1-
l'identico richiede .i

d~vent?re

principio, non di rimanere ci che

mo di diventqre principio, io di compiersi in -.quel fodo per cui


il suo cocpiersi Dd essere principio, non il

p~incipio

aJ essere prin-

cipio mc. il suo COipimento nd ssere 1)rincipio e per questo scmbr~ che
si possa dire che il termine. del principio, dnto che n costo della
sua apodissi, non p~ss~biie. Il coupiersi del principio detennim.:to dal suo di.ventcre qualcosa che, perch~ in un certo modo, pu essere principio, nllorG l'nstrozione

,,

filosfic~

del

compin~nto,

ecco

:filosofica rU tutti i tempi, s se 1 1 nstrczione dc. l com-

"l 'avayx11

~imento le questione filosoficc si risolve subito nell 1indiVi(JUic il

concreto che mi sembra

pi~) de.~o perch~

io posse fa.re da questo' concre-

to 1 1 astrnzione dello. cui felicit dipende finnlmentc ln nascita (lel


principio; e

o.llorc~

meglio Tnlete, c.l livello della

difficolt~

disnoe-

tice. del pensc.re Tnlete dice che il discorso molto pF1 semplice in
quanto pir difficile, perch si trattu. di fare stnre assieme lo stighil:.
e l'inerenzc, cio{! si tratta di fre stare essieme in un elemento l'inerenzc e la su.a cepccit di fcre dn punto

41

~iferirnento,

questo ern

1 1 e.eque di Tnlete, puntp di riferirnento. J per medic.nte l'inerenza; tutte le cose contengono umidit e se lh:imidit. :i:nerisce a tutto, inerente e io sono cnpne come pensiero perch sono capace di contenere
questo ud.o contenere 1 1 acqUa, cio sono la divisione che definisce il
principio e il pensare .1n quanto contenere il contenere l'elemento primordiele legeto al pensore 1 Iran col pensa.re che chiede anch'esso una
uscite se3reto per potere essere presente n queste operazione checon-

tiene il contenere; e le divisione che sta uttorno wl rapporto princi.

pio-pensare

l~

divisione che fa circolare ia pensare attorno n se


~-

stessa, la divisione

i :

~he

definisce iL

i-nppo~.to

principio-pnsare e

quindi ln divisione che, "nttraverso se;;!?tessc., dovrebbe 'consentire


c~l pe.nsnre

e quin.i ln divisione che, at_trcverso se stessl'l., dovrebbe


Mauritius_in_libris

233

consentire al pensare di

pen~.;ire

il suo essere legato all'elemento che

lo fa essere; ecco perch utile la operazione ovvia, in quc.nto lo


stigme di. inerenza si cppiattisce e. te.le appiattimento rui farebbe nascere_ il pensare diverso ma identico al pensare. Sarebbe utile che 10
stigran di inerenze si apiattisse fino o rnJ3iungere il mondo disnoetico, cio sarebbe pi ovvio che, del pnto di vista della fondomenta..
lit del conoscere, secondo quelle che ln disnoesi del principio'
il princiP.io co1ne sti.grric di inerenza si appiattisse, ch il principio
trovasse

~enninc,

disnoetic.o:

q~sto

attraverso il ten11ine in quanto tale fino al mondo


anche per il fntt;:o fondamentcle che lo stigr1.1a di

inerenza ste. correndo il. rischio letafisico come possibilit .della relczione; il rischio metafisico dello stigma di inerenza quello di
essere trn il riferiru.ento e il rapporto in mod.J tale da fare dri fondfemento alla. relazione. La situazione della svolta conclusive verso 1 1. elenchos la sesuente:

i~

principio in quanto stigrnr:, di inerenza si

trova a dovere correre un rischio di carattere metafisico: che questo


di dovere fQ.re d<.:. fondar,1ento,;per :le nE!cessit della. relnzione eone tale, in_ quanto lo stigme di_

ine~enz.:;;.

cim attraverso il quale pos.si-

bile il riferimento c.llo stigme del rapporto cbe non riguarda, per,
il_ principio, L1entre dal Pt11lto di vist.s. del

~apporto

o dei rnpporti

del rapport'? il riferimento non possibile; e, tenete prese:nte.che


in .guesto. illodo si detennino. le. n_e_gazione, .in quanto ln negazione non

p~s.sibile.

come negazione _mlf

COle

l 1uso che della negazione possi-

bile nell,a irillll.nenzn _lll riferimeri,to, quella che ho chimaeto le. inere.nze non, inerentemente

tc~le,

per cui ,_l 1uso della negazione imwanente. al

riferiuiento cooo se stesse


o - fcrc- ilIIDB.nntemente al r.iferiL'lento es.
so

s_te.s~o,

...

d.:i. principio alle ne3azione, e questo discorso per orn d,<J.

chiudere, perch2 il discorso che .tre il principio in qUlnto stigmt1


di inercnzn c. il, rapporto- de!, rapporti che legano il principio n.l pensare -e il

pens~re

t-.1 princ.ipio _secondo le. divisione o secon:r..> la_

9~fi

niz1one. La situczione pi coraplessn perch il princ.ipio- in. quanto


stigma di inerenza rischio di diventare fondamento, il che .:signifiD..
che il principio essendo una certti.

differenz~

rischi.:. di es_$ere _a sun

volt."1. assprbit;o da questa differenza, cio dal suo essere

Ulll. .c.~rt;;i

differenzn necessnrin dcl cui punto di visto si pu capire perch le


Mauritius_in_libris

231+

risoluzioni! critiche di questo discorso sono il f~tto che" ln teoria


dcl principio si identificc col rendere l'identico astratto de s, e,
c;:uin<li, l'identit come princi?io o il principio di identit. Dc questo punto di viste il principio non solo corre il rischio metefisico
di diventare fonc1e.u1ento per lo necessit delL?. rcL-:zione1 mo storiccmente questo rischio stato negato; tutta la stori2 dei pensiero che
nasce infct-ti della teoria del principio 16 storia delln peTsunsio
ne del principio alle. ncgc.zione di questo rischio;

1 1 cppi~ttimento

del-

lo stigme di inerenza ~ ln consguenza dei discorsi che.persuadono il


principio a non correre il rischio, per cui le teorie del principio
sno le risposte nllapc..ura metnfisicn del fondamento, in quanto lt.r
pnurc~

metafisicc del fondamento s.::i.rebbe come se fosse tale do non po-

tere sollevare il fondruacnto sdrnico..to da. s, in qucmto il principio


per potere divcntcre fondaraento, per far da fonda&uento alla relazione
perchi~ le relnzione sia da questo fondaruent6; il principio deve toglie-

re il fondrunento dn ci che lo fn essere to.le, cio il principio dev


togliere il

fond~1ento

dalle rodici cler.ientari di ogni fondmnento;

come se potessii.118 dire: il principio deve

rend~i:e

chi.::rc. le oscurit

dei. fondamenti, nelle. CJU<.'lle oscurit i fondmnenti sono profond&ilente


radicati nell 1 iniplesso originario el principio e clel pensare) er cui
lo stnre assieme del principio e del penscre, dcl pensare e del principio, dal punto di vi;sta dal 'quale potremmo iri qualche mnniera pensc.-

re

di esistere

Cotrie

se fossiiO. COtnpresi in Una SOrt;;i di sez-:i.on triisver-

Sl"ile di questo implesso tele' per cui questo irnplesso significo 11t~nere custodito dentro di s il fondamentoj cio il nnsconderie sue

stesse re.dici, il tenere prigioniere le radici che lo fanno essere.


Dn questo punto di viste si.pu cnpire che OBlli teorlcdel principio
riesce ed essere solo il teorico, il vedere
si chiemato 1 1 "intus legere 0

in

profondit; quello che

cio il leggere den't:ro, il vedere al

livello dello. profondit, in altri tennini come se questo stesse


signific~re

e_

che il principio pu evere la teoria di se stesso--nell-o.

misura in cui lr.i teoria di s rion il contemplnre sri, ina - il contemplare ln profondit dei fondamenti rinserrati dllllo stare assieme del
t)rincipio 'e cfol pensare; per il circolo enche cos vizioso, perch6

Mauritius_in_libris

235

identicaraente il tenersi assime del principio e del pensare custodisce le sue redici, me. le radici custodite fanno s che il principio
--

e il pensare sieno un tenersi nssieme; ogni teoria del principio come

se

fosse non gi il vedersi del principio nl~ il vedersi del princi-

pio come vedere ln profondit dei fondmnenti, il che significa che il


s del principio lo stesso delle profondit dei fonlementi, infatti
ogni teoria del principio il vedersi __corne vedere ln profondit dei
fondamenti; mc. il vedersi del

princip~o

come profondit de.i fondmnen.:.

ti, cio l'eq\iivalenze d* rapporto trn il s del principio e la profndit dei fondamenti non nasce se non.dolla,negazione del

fondon~nto

relntivrunente al-principio co1ne twle; infetti ogni teoria del principio e dunque ln teorie del

princi~io

non mni le teoria del principio

perch ogni teoria del principio le teorie del principio, e dunque


le teoria del principio ogni teoria.del principio, cio
fia a livello spcculo..tivo corne

cc.paci,t~

o~!li

filoso-

di pensare i1: p'I:'incipio une

teorio. del principio mn -una teoria dol principio secondo questa logica interna

<illc~

teoria del princi?io stesso, dunque ogni teorie'.:> del

principio in tanto pu essere il vedc:rsi del principio come il veerc


la profondit .ei fondo.menti in suonto in

rec~lt

la. teoria del princi-

pio in questi tcnnini ln ncgezione del,fotldcmento relativamente al


principio, cio la persuasione del principio alla paura del fondamento che riguarda il principio stesso, in qunnt9 il fondlUllento che

~iguar~

da il principio stesso , del principio, quel divenire che significa


il fondamento dn cui

le~

relazLmc; il fondamento che rigunrda il prin-

cipio lo stesso divenire del principio fondaiaento 6n modo che il principio che diviene si~ l.:i. relazione in C}Ull.nto detenninc.ta. Da questo

-r,_

punto di visto la storia del pensiero nel suo livello in qualche 1na.niere., o ir.ipropriar1:ente rcdicale, l.:;. storia. della teoria del principio
in

quest~

senso cio: le storia di

un~

teoria 0el principio che signi-

fica il vedersi del principio come vedere la profondit dei fondrn:nen~


ti,

ma

questo significn una sorta di taglio trasversale del mondo nel-

le radici del pensiero, per cui co111e se il pensare fosse il livello


eh~

ta.glic trnsversalr1iente questo rn'.)ndo -sotterraneo e che togliendo

trasversalmente questo mondo sotterraneo fosse capace di irrorc.r il


terreno sie che sta soprn sie che sta sotto, cio sin il terreno dove
Mauritius_in_libris

--

236

dve nnsre il ra.Jndo conoscitivo, sic. il terreno dove sono m1ti i fondmiieriti che 13iustificcno tutto ci. che conosciariJ.o, quindi sia il mon-

. do dei fondeiaenti, sia il mondo delle conoscenze e, de questo punto


di viste., il pensa.re riniane eqt1ivoco perch le3nto sia ella pnrte
sottostcnte sic.
re

l~ ventur~

.~

quelln soprnstente e dunque il penss-re che poi cor-

storica di essere di volto in voltu definito n secondw

del primnto che ricevono

~li

elelilenti delle due pa.rti: le. pc.rte dei

fondcr11enti e lr. pc.rte della conoscenza. Dcl punto di viste dcl principicb colite stigme. di inerenze il discorso

diffici~e P~.r

due motivi,

uno intrinseco e unQ estrinseco; il 1aotivo estrinseco. .dovuto alla


a.cc~l~to

::;tesse storie. del pensiero, infc'.'!.tti tutto il pensiero ha


nei confronti del discorso che si pu fare in questo modc,>
sima delle sue

difficolt.~

.1_?

serie m&.s-

per convincere il principio a non sctra4.ic.:J.-

re il fonds.rnento, cio a non togliere i fondamenti dalle red!ci, cio


e non svellere l'albero delln scienza, perch se si riesce a svellere
l 'clbero delle scienzli.. non si ottiene ln scienza ma sol0 il. souunovi1r.ento

de;~li

eleuienti di cui le r&dici di questo nlbero metaforico hanno

bisogno, allore mplto pi1; trnnquillo non svellere l 1albero

d~lla

scien-

za, cio storiceIIJente i11olto pi. c0Lt1odo pensare secondo le .conoscenze che ho e queste. 111 atorio del pensiero nel suo se:nso di d.imensio
ne interna per cui, in re.Ellt,.. le storia coincide con: _,la

pers~si~

de pc.rte dello storia nei confronti del .,pensare cd eccontenta'I'.Si de.1


lG conoscenze per non andare a mettere sot:tosopra
gli......
~ler.te_nti che stan.
.
- . .. .
. .
.
no a. fcre n fondcmGnto alla scienze.; in questo sens0. la c:ulbn'a QOn
cS culture, r.m cbi.tudine, per cui se tcorclccrnente, se sec>ndo il discor-

so proprio le qti.estione sta in questi terr~ini per cui l~ cultura con-rprcsn storiccraente costituisce un mio abitus, ci

simi~fico
.. .

~.

'.

dovere fc.-

re i conti col proprio tempo.


Dal punto di vi'sta :dello stigme. di inerenze il problema consiste
nel riuscire r.. svellere il fonddluento .dalle .sue redici, senza che que'

sto significhi l> neg.:lzione del

fondemen~o;.

ln_ne;}"zione, possibile

solo in quonto tele itiil:lnnenter.icnte nll 1uso

d~llc.

negazione del rife-

ri1uento nel senso in cui, il rc.pporto dei ..rappor.ti. negc riferimento


~llo

ati31na, lo stigma d e

riguerdnno e

le~

se

il riferimento

c~ei

rcpporti che non lo

ne'Sazione sta in questo ii;icontro del. rnp?.)rto dei rcpMauritius_in_libris

237

?Orti che negano il~ riferimento t-:llo: stiginc. e d"llo stigmc.. che d:\ o.
s(S il riferimento dei rapporti che non lo riguardano; allora lo. nego.-

zione stnnell 1 es-sere in relazione da parte dei rapporti come non proci~

pri dello stigmc.e ello sti31Ilc come


~li

ti che non

che riferisce ns i rappor-

sono propri; quindi in questo sei1so n1.nre tenere

oieme un rapporto ed un riferii..aento

sei:iz~

as~

relazione; perch negare si-

~~nifica. il -modo--nel qucle ;t.id-oper ln ne3e..zione dentro :l.l riferi1oonto;

ne3are iimuenenzc"; del riferimento all!ine~enza, ___:f.o. j,J,_. rj.f~i.~n~9 ___ - __


come i11111menza ctlln
cr.~nc:.le

stessa~:inernzc,

per cui l' inerenze.. che.: .. fa dn

allo stCSEO riferimento; lo stigma di inerenzn :corae ciIche ri-

ferisce e s8 i rapporti che lo riguerdnno, e si pu dire che i rapporti che non riguardnno lo stiguu: di inerenza, per questo negano il riferimento. De.llr: pcrte dello stip,mn di inerenza il riferimento dei rr::.:_J:,;)orti non propri dello stigma c', cio dal punto di visto del princi}io come stigma d:l- l~1erenza if rapporto sui rnpporti riferito allo
sti31~10. dello stigr11f."~ 1 che lo stesso ch il penso.re che il rapport;q-

Jei rc.pporti non rir.;unrda il princii:.iio; il fatto cio~ che il rapporto


dei rapporti non rigunrd~ lo stigma di inerenza -significn che non
inerentemente, che e' una inerehzn.~non inerente ai r.pp;:>rtL.,, e 1 une.. ..
inerenze dei rcpporti che nori inGris'ce .C:-i ro1Jporti: ma inerisce nllo
.

'

stigr.an,, che pro;.orin :J-er essenzn del principio come stigma ed essen- ' do tale riferisc{ al principiu,, r.m riferisce in quanto il riferire in
questo caso t.r.leperch

la

potenza p-iti forte dei rapporti, Se a~.

bimo un qualunque~ mondo ftlsofico e la...:.c.onsi.de:r.i-oi_r1o __ on~ .sis.~~..!.i'!~.E..hiU: .


.:;0 1

e sistem.s. chiuso in quant' IJOS-so -definirlo, e quindi in-qtiesto.. ser~-


filosofie~

so 03ni

un sistera chiuso se io so .c1uella

filosofia~

1..1uan-

c10 "J:i qclesto sistenm chiuSo' noi vogliamo indicn~e il principio tiren-

olo fuori.dcl eist~rile chiuso, 1sciai110 il sistdril chiuso. in modo tele che il rimanere chiuso da p~rtc dl siste1ue , cperb, de parte del
principio l'essere fuori dal sistemn consentendo nl sistema di rimanere

pi~

....

.. -

'

chiuso di prime; il che

co~.ie

dire che io conosco une .filoso-

fin quando-~psse~go il principio di questn filosofi.::i., e se~~9no cape.ce di conoscere in seriso.filosoflco sono cepace di
~

...

che dcl principio n--::sce --come

.
conse~nzil

s~guire

tutto ci

che io. credo; o riesco c._:pen-

scre necessarie. rispetto al principio; c:io seJ. dicimno. che l '-idea. delMauritius_in_libris

238

l'essere (Rosmini) il principio delln filosofie. rosmininna, tutto


ci che ln filosofi.2!. ros&t1inie.nc.. , cOnfeni1a, in. quanto sistemc., 1 1 idea
dell'essere, per <_'.\lesto princi?io cortle propri.J delle filosofie. ro.srd.nic.nc, in quanto lo penso eone principio lo devo penscre come proprio
r.1c

non conie dipeticlente--dnl-la filosofin

rosmini~nn,

e q\lindi non esau-

rito dnllc filosofiG rosutlniann.


Ln fonaula della negazione ancorG ln sr.guente: il conos~ere-;

in gucnto conoscere, non pu conoacere; nelln formule l'elemento essenziale il non potere rispetto cl conoscere, quindi si potrebbe dire
in rcelt che

l~

negazione le non possibilit

irmi~nente

al conosce-

re, cnzi direi che il iscorso seiani ve fatto in c-uesti tenuini: lo


ne3azione

lA: stessa non poasibilit in quanto

imr~nente

nl ccmosce-

re; hon ho detto le: firipossibilit, ho detto l~ non possibilit in qurmto i1.11Janente al conoscere e cio l 'iIL'!llnnenza delle non possibilit nl
conoscere si1nificn in realt, n parte delln possibilit, di ricevere il !:!!!!; ecco perch il conoscere in quanto conoscere non pu conoccere, questo

l~ ne~nzione,

le ne3nzione cio le. stessa immanenza

delle non possibilit al conoscere in qw:nto conoscere. In altri termini, ma. direi proprio testue.llnente in altri termini, l'uso del possibile da parte del conoscere, la negazione, l'uso del possibile soltanto del possibile a parte del conoscere, e non so se chiaro il
legru1ae tra questo discorso e il

passag~io:

in . eltri tenuini, in altri

tenuini direi ~he significa o cm11incin a. signifi;ce.re una sorta di alterazione del terr.1ine in guento tale irra:1ienente1r.ente c. ci che esso produce, cio nl conoscere, in altri terrnini,ciu la stessa alterazione
del termine in qunnto tale, dal punto di vista di ci che il tennine
...

in quanto tale produce, cio il conoscere (tenendo presente che il terr~ine

in quanto tele significnve e si30ifica tuttorn l'essere assieme

del pensare e del principio e del principio e del pensare) allorc, la


negazione n questo ?unto pu essere intesa come ln stessa non possibilit in quanto LiJJlanente el conoscere, dove non ?Ossibilit signific,'J.
ricevere il !!2!!' e sarebbe come dire: lo stesso ricevere il !!2,!1 che
rui dc lo. possibilit, lo stesso ricevere il non che r.ii d, dal punto di vista dello stigraa di inerenza, il

po~sibile

ch dal punto di vista dellu stigma di inerenzl! ln


Mauritius_in_libris

nel conoscere, perpossibilit~

senzn

239

il possibile e direi che cosl arriva fino al mondo fondomentale del


conoscere. lo sfiora. lo

sfior~

significa che arriva al inondo fondaraen-

tale del conoscere e riconoscere il segno,. riconosce il segno co111e ci


che tutto lascinto a se stesso. perch riconosce del tennine ci che
il limite non in quanto . soltanto in quanto limite il
essere del terri1ine ll'- sua

st~ssa

se.~no

dell '-

c::.ssenza. Allora. dello stigma di ine-

renza cl mondo fondruoontole del conoscere la -;>ossibilit arriva fino


a quel punto nel quale la stessa possibilit in quel punto. di arrivo
il riconoscere: il segno come se,3no puro, cio come segno lasciato

e se stesso, e quindi dc questo punto di vista come se la possibilit~

rimbalzasse,. cor12 se -tornasse fino allo stigma di inerenza, co-

me se . ln possibilit i-imanesse per questo un discorso puro di principio, un disc()rso vuoto di. ci_ che roprio della possibilit perch
ci che propr-io della possibi1it1 -:1 1 intrinseco della possibilit.
l'intrinseco della possibilitdovrebbe riuscire nd essere il possibile, e inve.ce in questi ten11ini la possibilit ritorno vuota del suo
stesso intr.inseco _fino l principJo e rimnne un discorso. puro .di. ?rin... ..
\

cipio, ma rimane un discorso puro di principio corae questo. di.'Scorso .


puro di rincipio che ha toccnto il ser;no, cio_ che hn riconosciuto,..
qualco.i:H:L che, nell 1 ambito del conoscere. in quello che il mondo. fon~:
dranentale del conoscere, capace del riconoscere: senza
conoscere,~

biso~o.del

solo perch ccpnce -c.ppunto di conoscere il segno. Potre.i

dirvi lo stesso dicendo: conoscere il liudte coule ci che senza se


stesso, questo stesso riconoscere senzn conoscere proprio- perch
conoscere il segno che sarebbe :t:l segno non di sB mn del. termine, ma
non come ci attrc.verso cui io continuo il

discor~o

fino a.l termine.

ma con.e ci attrnverso cui il. discorso ricomincia fncendo di_ questo


cttrnverso.il quele il discoJ;"sO ci dal qunle il discorso. torna. Al"'."
lorn in questo senso il riconoscere sempre senzc il conoscere perch
il conoscere segno, da questo punto di vista, e se dovessimo chiederci:

Il

cllor.:i questo riconoscere che tnle perch senza conosce!c

p~

mai avere un suo discorso proprio, o lo pu avere in qua.nto lo ha sempre nvuto come ci; che stato il discorso iJlatpnico? Il discorso plctonico questo, tanto questo che nllorp non mio il pncetto del
riconoscere senze conoscere; cio se dlovessimo dire: elloro di filosoMauritius_in_libris

fico nel concetto di reminiscenza che cose c', di quello cio che posso in quolche mcnier.:: pensc.re come filosofico, e per ci, dico nel concetto di reminiscenze, le conosc~nz~_:.f.~~~--re~~!~~e.P.:.z.s, il.'l i;eris9 .metcl-.
fisico platonico ma pur sempre in questo senso, qual' l 'a.ffenaazione
che potrei capire come affennezione astratta nei cui confronti impegnare concetti diversi, dove concetti diversi s.ignifica concetti che si
divertono, divertono se stessi rispetto a questo: concetto, in che cosa consisterebbe il filosofico odi .questo? ne_ll 'essere convinti che il
sol~p.nto

riconoscere filosoficmnente possibile,

il conoscere; solo o. questa condizione, e solo

,~

in

quan~o

senza

condizione che tutt.:!

lo. filosofia che debbo pensare ln debbo pensare conte gi predestinnta


nd un certo in.pieJo di se stessa che l'impie50 platonico, che il
vicggio intorno r.lle idee, e si potrebbe obbiette..re: ma come si pu
giustificare questo se, stando nl discor_so che s' fatto finora, il
riconoscere che arriva e. capirsi in questo senso dn

Qsser~

coL-ie. tale

quello che perch6 senzn il conoscere, se arriva, arriva antiplatonientiplc.tonicament~ ~l.

camente e questo tipo di concetto suo dove

di-

re che questo riconoscere come se. fosse esso lfl t_rnscendenza -:nei confronti del mondo che lo fc

ncsce~~., .~n;~~~~i?::S~~-~1.'1i -~latoni_i dovrem~

rno rovesciar dicendo che. lo trnscendenzn che mi farebbe nasc:::ere ci

che poi riconosce,_J.:l. C.:Qn<?.s_~'!~ ~-!~~-:.<?~~--_riconosc~? 1 'ide.a platonicarr~t;nte il limite, dc questo punto di. vistn, lo stesso pensare co~~.

orizzonte as_soluto .:ne~h~,~~::i~. _ol,1,!re

~~~1. no_~

posso . ,~ndnre, per cui

;->lntonicnraente in qunnto. conosco come riconqs.ere pei:ch 1' iden 1"1


4

--

_-

...

'

..

------

stessa t_rascendenza, e si ptrebbe dire che

- - - - - - . - : _____

.que~to

..

,;

_ _ _ : : _ _ _ _ _ _ :: ... ..::.. ..:~

tento plntonic_o

che letterab11ente confutt.ibile se non altro per UI)n questioi;ie

dico di topografin,

nk'!

~non.

n~n

di topologia, di discorso sui luoghi propri.

Il diseerso sul luogo proprio: dell'idea platonica non lo

potr~i.

secondo le. topologio del discorso che sto fncendo d.l _punto di

,fnre

yis~n

del riconoscere che tale in quanto- . senza conoscere;.perch:.! ser(lne..1


ci che potremmo comprendere dell 1 idee.in

ques.~o

cnso.non ci che

trascende il riconoscere, ma ci che sta sotto il. ricon9sce_re; e dico che COS~- in mt.miern rualede,ttamente plntonice.9
sa.tnnicaroonte plc.tonico9 . per cui ci ch' di

Mauritius_in_libris

se vogliamo anche

v~rrunente. plat9~co

qu

241

interesse la sottilizzazione del mondo orizzontale delle idee in un


loro vertice appunto verticale, cio una.s.orta di scandaglio nel quale tutte le idee essotti3lio.te stanno a fare da. limite nm da limite
non

orizzontnl~iente, 111c.

da limite

vertical~i:ite,

ra~ionas

;>er cui se

simo cos in fondo.il.discorso ci ritornerebQc n quest'altre maniera:


in reailt q.lndcinoipensiamo che il pensnre abbia orizzonte, abbia
limite, il vero lirnit pr~prio del pcns~re sen:moi d.ovrebl;>e essere le.
'

cnpe.cit di rendere sottile l'orizzonte fino e sprofondaa.lo nel mondo


...de 1 conoscere ; che lo , penso.
......

t'

..

. In realt 3al punto di viste. del conoscere quepdo le. possibilit

dello stigma di inerertza arriva el segno e ,tornn cllo sti:JI!Ul di ineren


'

zn, errivando al segno come se compisse

l'operazio~ . plc!it~nica
.: ..

ho cercato di intendere in me.niera per a-platonica, compie _una


ste nel fare del li1aite qualche

plntonisn~
cos~

h~

"

opernzi~nc c6~si

di questn

che sia di intrinseco al conosce-

re, per cui il mondo fonda.mentale dcl conoscere, se


proprio de questo ?unto di vista,

o~:r~-

.:. : .

~.

zione platonica perch il vero

che

'

h.~

un fondamento

un fondo.mento proprio in quanto

ha ln verticalit dell'orizzonte, rende verticale l'orizzonte (e inteno orizzonte nel doppio senso, quello comune e quello proprio; quello

comune, ci oltre cui non posso nndare e quindi _il limite in quanto
esteso; in senso proprio, come
sibilit dnllo

sti~an

limi~e

e bnstn).

~l t_re:~itto

della pos-

di inerenze nl lilondo fondcmenta.le dcl conoscere

mi serve soltanto ?er formi intendere cor::ie la p.ossibilit .. come disc;or


so puro di principio (ln possibilit che

to!~n

ello

sti~na

di ineren-

ze.) lA possibilit senzc il suo intrinseco, la possibilit senza il


possibile, tnle perch

tocc~

il se3no e perch toccando il

questo torne. allo stigmn di inrenzn,


..

. ..

r!Ul

toccendo il

se~no

se,~o

P.er

produce il

riconoscere tale in quanto s~nza co~scere, cio produce il riconoscere concettunlmente, e.strnttaroonte, che riconoscere proprio perch..i
non ha bisogno di essere stato o di essere conoscere, proprio perch
il conoscere non 11 suo passoto, mc. semmei il suo futuro, e il'co.:

noscere legato :nl riconoscere.che tnle senz& il conoscere ha un suo


nome .i>roprio? ci vuole une filosofia. per indicare_q\lale il nome proprio del conoscere come futuro del riconoscere che tnle senza conoscere? Non ' bisogno della filosofie, c' bisogno della.:.conteraporc.Mauritius_in_libris

neit alla culture., e allore.questo futuro l'utopil'., l'utopia nel


senso tematico, l'utopia nel suo cosiddetto- senso filosofico, l'utopic.
c-!i nloch per esempio, e de questo iJUnto di vista coh1e se stessi dicendo: :i..n realt- Bloch .. un cattivo scolaro di Platone, appena lo
scriba che mi fa riconoscere che cosn. posso nncorc continucre a pensare que.ndo platonicrariente continuo e. pense..re, perch quno io teorizzo l'utopia non che posso illuden"ii di: riuscire a pensare l'utopia
perch Boch hll. teorizzato:l'Eiiodo in urt modo concettale per cui l'Esodo diventn nel suo senso il grcnde Esodo, cio la fuga dal principio verso l 'identit. dell'uomo e del so3getto che sfugge sempr-e, per
cui l'Esodo non stato l'Esodo n cui slaino abituati. n pensare biblicaraente e non, invece t 'Esodo talmente il grande Ssodo assoluto da
essere questa fu5o. della identitA e qti:f..ndi l'utopia, 1 1utopi<1 come luo130 dell 'identit~, cio0 come non luogo, per cui il futuro, il vero tem?O dell'uomo il futuro. In questo sens-0 l'utopia. rinmne ci che pos-

so cc,ire del plntonisino del discorso perch il conoscere a questo pun-

to

rirnnne futuro, il conoscere a questo punto rim.'1ne postumo, e' allo-

rt", in questi tcrr11ini qU:'1ndo dico il riconosce're tnle perch6 toccnnjo il segno si riconosce senza conoscere, come se stessimo dicendo:
l 1unico modo

~e

mi ri:aarie di riuscire a fare in que.lche modo filoso-

fia di chiUdere il conoscere dentro il mondo fondarnentc.le dcl conoscere, cio cl.i evitnre che il conoscer sin futuro, cio di ne3are Plctone, ma di negcre Platone con Plntone; cio di rendere l'orizzonte
verticnle, di fnre in modo che la orizzontalit del limite sin, invece
qualche cosa ehe segna e che ferisca dentro, nel centro, il mondo del
conoscere.
Il mondo fond\Iiientnle del conoscere da questo punto di vista rt..w..,ne quello che in qunnto nttraverso lo scntto dell 1inerenza. (la pos-

sibilit in questi tenaini lo scatto dell 'inerenzn), attraverso questo, il mondo del conoscere riH1nne legnto alln opernzione ottrave:rso

ta

quale il

se~o

toccato dnl riconoscere come se venisse risucchic-

to nello intrinseco del conoscere; il mondo fondcJi.1cntnle dcl conoscere, nei confronti del pensare (il pensr:.re se111pre cib che rimane' per
or,':l interessato allo stigma di inerenza), il mondo fon<le.mentnle del

Mauritius_in_libris

243

..

conoscere-non.pu essere riconosciuto ?erch ad essere riconosciuto


solo il :se1no; in e.Itri

ten~ini

net <;~ser_e. riconosciuto solo il li-

L1ite_,_ il lluite pu essere conosciuto due. _,volte, il limite raddoppic


il co~oscere, lo duplicn,

Iii.a

qucndo il l.irnite duplico. il_ conoscere,

nc1a il conoscere '.:l conoscere; e al~orc. dico: riconoscere . si;mificn


-.;uesta duplicazione del conoscre siguificc ancore_ il dstino criticistico del conoscere stesso, perch se poi voglio fare la filosofia di
.questo sono condannato a fare la filosofia knntinn~., per cui Kant; non
hn pensito liberamente, Knnt
~li

ha

pensc..to

perc:h~

l'hanno fatto pensc.re

.-Oltri e che lo fcnno pens.".lrc gli nltri .significa pV':t se!ia:mente

pensf~ero;~'perch6 se il riconoscere
queste duplicazione del conoscere att~n\Terso il li~ite, per cui il
che lo fe pensare la cronaca del

limite: mi dl1~ due volte il conoscere, la filosofia che posso f[\re le


filosofie~

che per un verso condennc uno dei due conoscere nl c.Qllsce: ..

re il limite

COllte

limite puro e condanna l'altro

C:i.

conoscere il limi-

te co1n limite iu{)uro: uno il conoscere che si fennn al mimite: ,e dice il nournno, ecco il limite puro, l',:".ltro conoscere che, fenaandosi cl li1:1ite e dicendo il noumeno, per ci0 torne indietro e conosce
..

il fanoraeno, cio il lirnite impuro, limite impuro perch non impuro


rispetto al vero puro, il noumeno, nm impuro rip:tJetto al concetto,
impuro rispetto

,~lL'.:l

formo; tutto il r1;ondo delln sensibilit,

tutto il sensibile che diviene di nuovo plntonizznto, perch estetice.


in senso proprio signif ice tutta la conoscenza che u significare secondo se stesse, senze bisogno di niente t'.ltrp;"' debbo invece errivnre
fino a Kant per c~pire che estetico significa invece il:contenuto globClle del conoscere vero che quello che posso avere c':l.tt~c.vrso L'J. categoria. Allora dico: il destino knntiano.{destino kantL"lno in questo
senso per cui, Kant deter.ministicrunente detenuinato e condem:uito ~
r

. .

pensare come pensa) per cui app~to s~~ar&o bene k~ntinclilente che
la sintesi a priori se
Io

dove~siruo.. _qirln

nella fonl.la pdrl ?roprin dovrem-

dire che le~ sintesi priori-, significo la doppio conoscenza, non

"
Ls doppie. ver:i.t, le doppia cbnoscenza perch
la sintesi _a priori

ln conoscenzn di une conoscenza, la. conoscenza delln intuizione sensibile, ;~ definizione della intuizione sensibile, cio di ~utta la

Mauritius_in_libris

Gonoscenza corne conoscenza


no .il .mettere une

sensibil~;

-to.riiii:, ii

o lu
conoscenz:::"
iri .senso kcntia: .. _ --- --.
..-- -

v~stire di una fo:r_Irill, di .uno cntegoric'.,

un contenuto, ma un contenuto che significa kantinncrnente? ci che un


tipo di conoscenz<:: diventa ris1)etto
~

fonna, non per s, e bastereb-

elle.~

be questo per fare se.ltnre in a.ria tutte le categorie kantiane, percl.d


bisognerebbe dire che cllora la cotegorill di_ re.lazione non categorie.
.1i18.

:.principio prir110 e ultimo; la categoria di relazione non - catego-

ria, non posso fcre il giudizio secondo ln relazione, non posso cate3orizzare in realt secondo la relezione,

perch~

le. relazione il prin-

cipio fuori .ai giudizi secondo i qua.li io adopero le categorie

perch-~

1-r.:. conoscenza sensibile, la globalit di una intuizione sensibile non

eh~

contenuto per

s~.

Il mondo fondllmentale del conoscere rimane legato alla necessit


di rendere talmente sottile il limite da renderlo intrinseco al mondo
del conoscere, elfo. fnrc del lit1dte ci. attorno al quale il mondo del
conoscerc.ruotn, ma ruota in quanto dovrebbe riuscire ed essere riconoscimento del limite dentro. se stesso, il limite finora. stato inteso

co1~1c

segno, quindi il linrl.tc che non limite, non il limite in quan-

to limite, nw.. il limite in quanto segno del termine; se noi siamo nrrivcti n questo punto, arrivati a questo punt:o .il discorso si fnpcricoloso percht se il mondo fondamentale del conoscere lascia il riconoscere a s8 per cui l&scin il riconoscere come ci che legato alle
!,)Ossibilit in qu'.nto il riconoscere senza il conoscere, il mondo
fondamentole del conoscere come se

ne.'~nsse

nl pensare ln capait

di nvcre rapporto col conoscere, perchci rendere il liraite int1""inseco


e:. quest& mnniern

signific~ ne~nre

el pensare il problenm-'di avere rap-

:;_:>orto il conoscere, come se ne3:1sse e.l pensare ln cnpncit di avere


rapporto al conoscere perch rendere intrinseco il limite a questo: mo.niern significa ne3a.re nl pensnre il problemn di avere rapporto al co\.,.

noscere, perch se il pensare riesce


sto problema,

~J

avere questo 1Jroblema e hc que-

lo stiema di inerenza .bene o umle in fono il proble-

111c nttraverso il ctuale si pu capire coine il pensare e il conoscere


debbono fare i conti, r:1:1 non reciprocamente, cio non dal punto di vist.::. del pensare tnle de pot:ere essere scambiato rispetto;al conoscere,

Mauritius_in_libris

.. 245

n,'.'.~

viccversc; allorf'. dico, se in questi tennini -il pensare riuscisse

e dovesse non essere

~1i proble1~1e.

di rnpporto, di relazione al conosce-

re, il conoscere c;uesto lo pu ottenere soltanto e.ttra.verso il tentativo che il conoscere cor.:ipie di: rendere intrinsecoJ dentro di s il lifoite., cio 1 'orizzonte non _ i,.Ji. ci che si distende c..taorno al conoscere, 1 1 orizzonte ci che sostiene i 1 conoscere, rua lo sostiene in~ostie.ne

trinsecamente, lo

senza. fondamento; vermnente noi tornicmo

:b questo punto di vistn elle :origini, perch'6 dc questo punto di viste

alla necessit di

cor..~:ir~ndere

in che modo il mondo del conoscere pos-

se sostenersi se ci che. lo lilliitc. gli stJ. dentro, per ci torniamo


elle origini, e

torn.=-~re

alle origini significc.: ogni moment0 nel qus-

le io non riesco a ce.pire il legrune tra il pensare e il conoscere, il


mondo fondmnento.le del conoscere riti si complice tl-;;.lmente dn rendere
intrinseco a s il linite e in questo da fon.1i torna.re alle origini,
dove tornare alle origini significo sapersi necessariamente senza fonc1.amento, non per metD.forn (qucndo questo ei:-r:. un essere alle origini
ere tale per metQforc, e posso usnre 1 1 iIIE.legine del poeta che rai aiuta a pcnsnre perch il poeta rai hc detto che Atlante sostiene il mondo e che debbo concepire il tutto in maniera tale che ci sia chi sostiene e chi sostenuto) nllora chi_ all'origi'ne .tale per metafora e
Eiiutato dalla
~llc

ne

me~e.foro;

chi in"ece eone noi torn.'.1 alle origini,. torne

origini -senza metnfora; non e' nessun poeta che cnntc. un' i1.unn3i-

perch'~

ln 111etc.fora poteva. vnlere per Talete

Ta.lete a noi tutto.

l~

L1l

non per noi:,. ma dn

filoi:;ofin state ln persuasione al toglimento

della. meto..forn, tutto. la filosofie. stata la guerra. ai poeti. No in


filosofia, dove il discorso pi. complicato, si deve ric9noscere che
torniruno alle ori3ini, s'.L,

tiltl

ci torniamo dolorose.rnente p.rch ci tor-

niamo senza metafor?.. e senzo. coril.i.)agnia di poeti, malgrado il- 'tanto o


le sirene

heide3~erir-ne.

Il momento conclusivo secondo una-.doppia spirnle che passa attraverso le. ncgnzione e l'alterazione, nel sens> per cui, per.un verso
l~

negazione, per altro verso l'alterazione dcl tennine .tenuto presen-

te che non possic;.1ao riprendere l 'elterazione de.lle negazione per il


fatto che per intendere questo

.do~etmno

potere <letenninare

Mauritius_in_libris

coq~

concet-

to le negazione, per continuere

do"\'rrulf110

potere detenuinc.r le. ne3azio-

ne nel suo concetto, e dl':.l ?Unto di vista del concetto della

ne~t.izio

ne dovremmp poi cor;.ii_Jrende'.1'.'e l 'eltern:Zione; ecco dunque la doppia spirale del discorso conclusivo di questa prime parte: le, ne5azione s.i
espressa relativ&r.1.ente el mondo fondmentale del conoscere in: quel
filoo ner cui c.

su-~

volte esprime l'nlteruzione del tennine, c' una

s;'1rc.le del cli.scorso ch: 1:efga e slega nlternzione e negazione e che


le3&ndo alteraz~one e ne~nzfone come se fosse...np.pars~ a,1.1.~:.J_!~~. ~-".':' ..
rne protngonis~a fin c1.l?.l principio, in quanto qt.iesto discorso. si venuto costruendo e consumando cttraverso unn

sor~c

di principio.della

ne3azione e della clterazione, cio c.ttraverso un pa.ssog3i-o ..,cop.tinu


delle negazione nll 1llltere,zione e dall'alterazione nille

ne3e.zione~

Ci

che il discorso hn costruito fino ad ore in rapporto nl conoscere e


al pensere, in un rapporto non cncorn decifrato, questo costruirsi
co111e discorso a sue volte limitato tre alterazione e negazione, cio
un discorso che

h~~

costruito medi".nte la negazione, in quanto lu

ne3c~

zionc in realt si espresso perch.~ ha cltercto i suoi stessi contenuti, e potremmo rivedere tutto.il corso dc <;"-lesto ;>unto di viste.: ne3czione e nlterozione hanno costituito i due monenti fondrnnentcli trn
i quali il discorso ha costruito se stesso, e quindi le negazione
state

dete'I'J11inat~

per la. alterazione di tutti i termini attraverso i

,__;unli le stessn ne3czione si espressa, in modo tele da avere come


ten11ine co1'clusivo le stessa alterazione del tnnine come tale rispetto alla stessn neg.:::.zione core ci che la negzione risultata in rc?)Orto nll 1 alterazione del ten11ine, mc non come ci che . la negazione
nel suo conc;etto in quc.nto ne3nzione nel suo concetto vorrebbe si3nicontinllllr~

il di-

necessar~arnente

deter-

fic'l.re il principio delln nlternzione; se potessimo


scorso, continunre il discorso dovrebbe essere

ri.nnre il concetto delle negazione per <leterminb.re il principio dellu.


1..1.lterazione, condurre cio le negezione fino nl suo concetto per determinare il concetto delle. negozionc come principio di nlternzione;
se continuassimo il discorso in questi termini non potrerar,10

rnt!

arr~yare

c..11 'elenchos del principio, cio tiuestn sarebbe una _vi; lcterale che

potrebbe diventcre lE', vie r1uiestrn e sa.rebbc il discorsq di fu3a nei

Mauritius_in_libris

confronti dell 1 elenchos del principio, sarebbe una. sorta. di elenchos


r:nticipeto senze se stesso; etenninare la. negazione nel suo concetto
,~nrla

)Cr

corne principio della ulterazione, sarebbe lo stesso che la

::i.nticipazione dcll 'elenchos all 1 elenc.hos e le e.nticif>O.Zione dell 'elen ----

..

- ..... .

chos ~11'.elcnchos: se.re.bbe 1 'clencli_os"nel suo doppio mqdo Jet~_e.J;.ele secondo -cui si... potrebbe
gi
...... - . ... .
.

d~re
----

..

che - --S!lppimno,
senzc. b:lsog110
....

- .....

-. -

d_el_l~_el~n-

chos del principio, che e-lenchos f?ignificc doppiainente confutazione


o doppiar.uente dili.1ostrc::.zione, cio. letteraluiente potrerl110 stare fenni
all'elenchos nel suo essere doppio sin come dimostrc.zione sia come conf~tnzione. ~e

lo. nssuruiruno

cssur.1icmo che 1 'elenchos doppiamente dilHostrazione,


perch~

::mppiamo che 1 'eile,nchos confutazione; se cornpren-

.die.i.io l 'elenchoo cal..-ie ci che: doppic1aente dimostrazione snppiru:no chE!


l 'elencho.s in quanto rloppirunente dir:1ostrezi.one confutazione; in '-iuesti termini 1 1 clenchos senza se stesso .o l'elenchos che non l'elenchos del principio ;:an 1 '-~lenchos in quanto tale, perchd senza se stesso, non ha _bisosrn<.) de_ll 'elenchos$ cio non. hn bisogno .di una teoria
che lo definisce.., perch6 11 elenchos scnze se stesso doppiamente dimostrnzione nella stessa maniera in cui doppiamente confutazione.e
;_Jer saperlo come confutazione devo snperlo dop?icmente dimostrc.zione
tenendo presentechc per saperlo conte dimostrazione devo seperlo doppicmentc. confutazione. I11 renlt dimostrare hn sempre un tlso doppo di
s, non.in qunnto l'uso dopplbo significn rendere il dimostrnre dl.le volte se stesso,. 1un in quanto significa il contrario del dimostrare, confutnre; c;.lla stesse rnnniern come.confutare si311ifica quell'uso doppio
di

s::~

secondo il qw:i.le l'uso do;.:.>pio non sigsmfica ripetere il confute.-

re, ma il contrario del confuta.re, din1ostrnre. In questi termini 1 'elenchos

s~.puto.

a. _questo maniera un:J. sorta i circolo vizioso chiuso den-

tro se stess9, sarebbe sister.m di uso, ed ecco perch potre110.110 prendere .la via

strett~

all'inizio mo. mnrgc alln fine secondo ln quele potrem-

uo continunre. il discorso

prendendolo~

verso quell..J che, essendo:-in que-

sto momento conclusivo del discorso, potrebbe diventcredn momento conclusivo, mo;.nento iniziale del discorso successivo; cio, riuscire n
-~letcnninnre

il principio dello clternzione come concetto delle :ngazio-

ne,., o prendere spunto dalla ne3c.zione che nffiorc.te:. in rapporto alle:.

Mauritius_in_libris

- ., 248

r. lterazione per de.re le negazione nel suo concetto, iri-111odo da avere


questo stesso. cmne principio di o.lternzione, queste la vin

strett~

che pu diventare le vil: la.r~a ?erebi: il problemn ser.3. senipre lo stesao, in quanto il priklema rispetto all'elenchosdel princi?io rimerr
il concetto di negczione con-ie principio di alterazione; c:to rin.ar:r
questo problema: potr overe l'alterczione nel suo :;,:>rincipio soltcnto
o. condizione (1.i cvere ln negazi.une nel suo concetto. Quindi se questo

ri11mne, potrebbe ecsere !Jl.:iusibile che il discorso


.jc:

l.2terale per fare una

sort~i

~:>renda

questa strs.-

di corda tnngenzicle per ripetersi nl-

lc fine sc;ltc.ndo l 1elenchos, e Sl:lto.ndo l 1elenchos cnche f:n t1l!l.-niera


?lnusibile perch(: potrcr.1rno rimnnere fcn;1i o. ci che .1 r elenchos nelL-::. sun stesst>. enticip.:..zione, cio5 potrerillo rime.nere fermi ril fotto che
l'elenchos senzn 1 1elenchos, doppinmente dim:ostre..zione e doppiamente
confute:.zione; non prendirurio c;uestl"1 vie, e dovrebbe essere chiaro in
rapporto cd un discorso chiaro se non c.ltro nella
do riuscire ud

interess~rci

su.:~ tessitur~,

doven-

che in questo tomertto conclusivo dobbicr110

riuscire a capire IJerch il di-scorso non continu.-'J. verso il concetto


delle ne3ezionc che so.r
di clterezione e

perch~

necessnricr.~nte

determinato co100. principio


invece rifoc:'1.ne legato .c:ll 1elenchos come ci c.t-

tr.:lverso cui il . concetto delle rie3D.zione :deve passare, e dunque il problcme in questi termini: ci che l 'clenchos del principio ,. cor.le ci
che non comprenirnuo ore costituisce ci attraverso il quale . sr::.r pocsibile detenninare le. ne3nzione .nel suo concetto perch6 il concetto
.Ji negazione sia il :?rincipio di tllterazione, perch.3 la negazione in
quanto concetto sie. principio d:t alter-zione; e sarebbe carne dire che
non discorso 1 che rii:nane solo estratto i?erch quendo dovremo; se dovrerao cnpire l 'cltro, lo potremo capire solv perch potremo concettuali,.ente capire b:. riegezione, non perch l 'nltro esiste; in questo senso
1 1 astrnttezza del discorso unn astrcttezza che ca?isce l'astrctto

-secondo l 'astre.tt che il concreto per-cui1 copire 1 1 astr.stto secondo l'astrntto, questo il concreto, alla stessn rnc:.niera come cnpire
il conct'eto secondo se stesso pure capire il concreto cbe pu rischi1J.re di diventare l'astratto perch per capire il concreto secondo il
concreto ho corn' concreto tra -i due, proprio; l 'o.:stratto. Il motivo per

Mauritius_in_libris

~--

. 249

. ..

il quale l~ ne,;c.zL:me n~.l suo concetto viene,, impedit.:-. in ques_to _1aouten..

to stc nel fatto che il fondaiaento tnle per cui diventa ~-s~~ fonder.:;ento l'unico intrinseco Ji .cui.dis;>0ne, allora 1 1inpedimento del concetto, ln _neg.zione del concetto, le difficolt originaria del concetto, ne~ --~-?.~fr~~~-~ d.~~-- ~-'?~ce_t_~'.?t sta -~e_L _fl.ltto che 1 1intrinseco risul
fond:.mento
fondru~iento. risul te l 1unico intrinse ...
- --o ..._eh.e
______
-_il
.
------ . . . -- --- --------- -------- - - - - .
co di cui dispon;-:;o, ci. che_ ir1ipedisce alla negr:;.zione di col}~!TI11a:~Q_'Ver
te. unico_

c;o~

..

so - il concetto di se otessa _sta nel fc.tto. che il foncrnento di cui dispongo l'unico che diventa. l'intrinseco come ci di cui. dispongo,
in quanto il fon1e:r;,ento di cui dispone il limite reso intrinseco c!ll
riondo fondamentale del_ c.ono:scere e il limite reso intrinseco e;.l mondo
fondnruentele del conosce-re:-significn il lirilite senza se stesso verso
il penscre,

.T~C.

il fondamento senzc. se stesso verso il .fondamento, il

lftondo fondar11entnle del conoscere sisult.n come ci che rinserra dentro


di

s~

il

fond~~nto,

dunque il conoscere . tnle in qut'.nto esso stes-

so che lir.1itn il. suo fond?iilento, il conoscere cio rl.efinisc lo stes-so f ondcrnento del conoscere.
' Qunndo dicl.rano il conoscere o il r.1ondo fondmilcntcle del conoscere sti.:::mo dicendo. ci che il conoscere indifferentemente nl pensc.ra
e il pensare che. rirru:me inedito e

_()~Curo_ pe~c:h:t; -~- _c~~"e

tenuto dcl suo inerire allo stigma di

iner~nzc,

se __ ~()~_~e _trnt"."'

dnl suo inerire al rin-

Ci?io solo, quindi il principio solo::Con se stesso e -il pensare solo


-con il ?rincipio .solo nnch 1 esso; e..llora quondo dico il mondo fondaaentale del <conoscere com. se stessi: .dicendo. ci di cui il pensare
stnto capace in quel mcssimo di sci che il conoscere

~h.e __ !1_<?~.-~sirr~~pon

de e.llo_ zero nssoluto di sti che il pensare con il principio, che


il penscre 1egnto nl princ:ipio. -Il conoscere conquista dunue il suo

c.. tto rendendo zero 1 'atto del pensare, perchc 1 'etto de 1 penscre co:ne .
riconoscere zero, il pensc:re.reso zero al principio e dunque il .conoscere pieno di s in queste misure. in :cui l'ode.sseo meno facile
come odissee filosofic..:i quando stn nttorno .cl t;JOndo del

~()!l~scere,

ri-

voluzionn ln geo3rc,fi:1 J.'.)erch risucchio l'orizzonte riell 'intrinseco


del mondo del conoscere,

111lt.ta

questo punto il l!lonrlo jel conoscere

come se fosise ci che rimane. sospes.o tra. il .pensare e il

Mauritius_in_libris

~fondru,iento

250

che ritiinne senzc se stesso, in qunnto il fondmento stato risucchia.te) dentro il r:1ondo del c0no,scere, mn il mondo del conoscere chiede il
fondcmento; ecco perch non possicrno continuare soltcndo l_'elencl;los
e dobbiruuo invece rir.-.cnerc in questo limite, perch:S il probleme. stn
prlhprio in questo discorso: lo negazione nel suo concetto sar pvssibile verso il principio delle c.lterc.zione solo !'J.ttrnverso 1 1 elenchos
~lcl

?rincipio

.~he c.

suo. volta non possibile se nvn

COIlp~endiamo

che

cose significa il fc,tto che il conoscere dispone dell'unico intrinseco che risulta essere il suo stesso fondaaento, per cui la conclusione doppie

perchi'~

il mondo de.L conoscere hn dnventi il liu1ite senza


lir~ite,

il liL1ite; il lil.U.te che stato reso senza. il

senza per que-

inestric~bile

sto diventere infinito, senza PE?'J:. questo rimanere

del

r.1ondo del conoscere stesso, cio da. essere tale dc non potere essere
sciolto dcl mondo del conoscere, pur es.sen<lo stato sciolto da.

s~,

non

rimane- inestricnbile mc. addirittura viene risucchic.to nell'interno del


mondo del conoscere e diventc il risucchio

dell'o~izzonte,

lo a li-

vell teoretic0, lo stato nell'esercizio delln S\Ul storia come espressione del non

sc~perc

questo:

tutt~

1 1 avven1Turs dellt1 scienza e delle

scienze dal Rinescimento in poi sono questa espressione

doloro~a:

il

i11ondo del conoscere reso senza .orizzonte. Il mondo del conoscere, ci


di cui le filosofirl talrJente cnpace da

ess~re

cc.,D.ce del mondo fon-

::fomentale del conoscere malgrado il pensnre, mc_lgre.do ci che il pens~re

nelln riduzione metafisica di

sa,

nel.qu~le l'uni~q ~ntr~n

ci

seco di cui dispongo il fondamento, il che significn, il fondru.uento


ne.~oto ~se

stesso; il mondo del conoscere . sospeso

zo. se stesso e il.

fond~1lento

del conoscere non disponga

dell~

ne1&zione

n~l.s~o

vist&~ di.r~i

f.-:re la fnticn e questo punto di rif,.;"re tutto


~unto

il limite sen-

negato cl fondrunento malgrado il mo11do

punto conclusivo 1r.:l cui punto qi


rc e pcrtire da questo

tr~

poi . 90~11e
~l d~scorso

conclusivo: siano

il discorso deve procedere verso l'elenchos

concetto; ecco il

~, ..

se. do:vessi1uo
fatto fino-

questo
punto . in cui
.

del.:p~incipio

per due mo-

tivi, sia perch;41:1 elenchos non. sif!. la sua. _anticipazione, sia pe~ch
l 'elenchos non pu essere

aristotel~co;

l 'elenchos in_. qunnto

:-~el

prin-

cipio non pu essere aristotelico, perch se ~~~s~?telico lo in

Mauritius_in_libris

251 -- .

quanto nnticipnto,

Jopo Aristotele, ;>erch lt-uella. che i:.;

o.nt~cipoto

po.trci chillmcre e. questo punto lettura eideticc.., e_ la ,le.tt:ure _eideti~ .


.2.Q onticipa dop0 comodamente, perch dis;>0ne gi di ci che riduce 81-

1' a.ntic~pazione, rnp lettura

cidetic.-:-~

nel senso in cui anticipczioi:

ne del teme, hegelicno che ri3l1nrdc" l'essere,o che ri3Ue.r<la tutto ci


di cui la logicc

lv~ bis~gno,

anticipazione in questo senso. Allora il

discorso deve procedere verso 1 1 elenchos del princioio perch! l'elcnchos in guanto. del pri-ncipio non sin aristotelico, dato che se eristotelico quello che ho detto poc'anzi, cioi3 l'elenchos che signific.n senze. se stesso in quo.nto dop;>ifl. .mente .dirnostrczione o in quanto identicamente dp?illrnente CDnfutazione, ed cor.1e se stessimo a dire: dunque per il principio non mi serve, in questi tennini .::ristotelici l'elen~hoe .ti.&i serve per l'elenchos, rna se .l!elenchos mi serve

per i 1 E!len-

chos rai serve soltnnto perch'3 in tenaini aristotelici, quando l 'eieh


chos mi serve per l 1elenchos .. per.ch sempre

~ .~Q.!~an~q_p~r.~---i:n. tmj.-

ni aristotelici, l 1elenchos wi senve senza se stesso


c..nticipllto

~.1i

serve

perch:~

per ci do::;>o c.nticipato, e per ci concettualmente pos-

so capire che anticipato solo dopo, non )rima, perch appunto il do~)0

e il pririlr

qlU;

stanno a significnre la perdita del tempo:

ra

negc.-

zione del tempo la inversione: dell'elenchos con l'elenchos, l'elenchos senze. se stesso; allora dico: debbo procedere ve.rso 1 'elenchos
jel princ.i?io .primn

perch~

l 'elencho.s .in qucnto <lel principio non pu6

essere nristotelico, secondo perch i.l fondrntlento non pu essere l'unico intrinseco di cui il conoscere dispone, in qur:mto se il -fondthnento
risulta come l'unico intrinseco cli cui il conoscere dispone, ci che
vcrL1.lllente non 1 1intrinseco in. qucnto tnle, iiUl il ne.~nre il fondauento a.l fondran.ento, per cui da questo punto di vista. l 'elenchos in
quanto aristotelico n~cessarimnente tende. n non farmi fllre questione
del fondamento,

~erch.da

quel punto di vistn, dell'elenchos in quan-

to-elenchos, il discorso flcile per evitare che il fondamento l!bbio.


fondnn~nto,.

dato che se il fondmnento cvesse fondmnento il principio

scorrerebbe come, ci che tiene dentro se stesso il fond'J,1ento nei confronti di tutti i suoi fondnuienti e il principio rirnerrebbe appena

L~p

;?e.na l'intrinseco della identit del fondamento nl su0 avere. continue-

Mauritius_in_libris

252

n~ente

i fondlllnenti. Da questo punto di vista .:.bbin10 due. soluzioni:

o l' npeiron, o 1 1 adunaton aristotelico, cio tc3liare: il discorso al- ..


la. rcdice; il fondc.i.iient.o non pu cvere fondnraento c. questo raodo, i,l
prirao principio indir:1ostrabile, ci06't1 prinio- principio . indimostrnbile che nel senso cristotclico sappiemo significa questo: non c' l'r.podissi. di tutto, di tutto non ci pu essere coi:apimento, dunque c'
COipiemnto di l}U'.:llchc cose soltanto 1a che sin lE: primn di
cose, d.'.lto che di tutto .non

ci

tu~tc _le

pu essere conipimento, per_ques~9 ci:

deve essere il compimento cssoluto di quell'unica cose che mi penaetc01:apil~1ento

n tutte le altre cose, mc.. ellore anche eristotellce.mente, il princ.ipio, 1 1adunaton vero ci~ per cui penso il rrin-

te di dare il

cipio indimostrebile o appunto ci per cui ?enso che appunto di tutto


non c' OOipirnento, cio di tutto non ci pu essere dimostrazione;
chiero che il vero principio aristotelico a questo punto questo: l'irapotenzr:. nei confronti. dell 1 apodissi c.ssolutc..; ai trctterebbe allorL.:
a questo punto di riconsiderare tutto il discorso eristotelico de quest:J punto'Ji vista.,perch il vero principio aristotelico risulta a
questo.punto 1 1ndunaton come ci che ln. inipossibilit di dare compiGiento nl:l 'o.ssoluto :del conoscere, e c;llorn n questo punto si i:>otrebbe

dire che questo . il fonde.mento cri'stotel-ico-del princ!-P.io, questo non


potere COUF;)iere tutto questo ci che fr.:. dt. :f,jndmn~~to~~ ci che pvi
u,i cppu-x:e il principio come principio ristotelicrunente inteso. Questo..
c.lterna.tivn aristotelica un' alternntiva drm11natica, perch in quanto .?,lternativo mi consente di smentire nristotelicomente tutto. Aristotele, rni consente di dividerlo e di renderlo frammentario, ed come
se potessi fo.re di. 03ni frruumento ::!:f_ Aristotele

un

sistemc, e allorc

ho questa '.llternntivn, che dolorosa., perch significtl .1' alter114tiva.


attraveroo la. qucle: cor.1C se fossi dannato al
stemi possibili e

d~nnsto

p-.~radiso

di tutti i si-

perch dovrei roupere Aristotele,

ma,

n un

paradiso perch s!lrebbe una rotture. i pensiero continuo; dunque n.1ternativa, o questa, o quelle. 1i:1olto

pi~~

fica molto pi1) propria dell 1uo1no, delle sue

semplice, molto pi: pacimiseri~

e. della sua gran-

dezzo., 1 1alternative cio platonica e agostiniena che-.~ J.l tempo, il


tempo co1.1e problernc. filosofico; le due alternative: o, c:iuelln ,aristotelica che quella filosofica, o quella dcll 'uo1ao, cio quella esistenMauritius_in_libris

253

,zinle che dovrebbe riuscire a. non dii:rentnre esistenzialista, cio quelle delle purezze. dell 1es~'rc,izio dell 1esis.tenze che posso c.nche ~api re
attrnvers ln iineq pl.atonico-agostintann?:~~~c&lianti, tove il discor~~~: p.11 1inizi si chiu...:l.e perch'..~ ha .princip.io nel teu1l)O .e. pe7ch~ evendo

~1fincipio ne.l telilpo ulln. r~c!-liifrS;


a3astinio.ne il discorso si .. ~~iude per. .... .
..
. . .

'

h _l'avere co:.1e discorso il- teinpo .. cm~1e princi;,)io significa chiudere

.,tutti i discorsi: il tempo ."_ci del q~nie. io non .. ?osso dire null,a: se
8000 Chiamo.to

dirne qunlcosej a un punto di Vista di lettur.E Qelt 1 -

l!

,/

esistenza talmente ?rofondo che dovrebbe riuscire a riu:n.nere nntenJ:ica, cio talraente vero questo che dovrebbe rir.IB.nere mio e tuo tan
to dn non potere avere nessunu scriba, perch8 u questo punto chi seri..

ve questo fa'da scrivano, f~ de notcio, fn da scrib~ storico di ci


che intendimuo

~ell 1uo1110,

e dunque talmente vero questo che se foe-

se vero e. livello estremo non c1ovrbbe neanche dirsi; ne. questn L".'.
seconda alterne.l:ive. che se

prefissct~~ ufficiolruente non che toglie

lQ filosofia, me, la rinuce n dinloeo e riducendola

dialogo

f~

un buon

servizio all 1ilomo perch teorizzc il sistemo. della sun. u:insnificenzn


storicn: noi non soltnnto esisticliio

perch~

esistirmo, non solo

~Jerch:;

c.utenticemente sirnnm C!h".>Sci di questo silenzio che hn :)rincipio nel


tempo, non soltento per questo, e CJUlfldO si:llao cnpcci di questo viviamo sul serio, e n nostro modf> cinscuno si sontificc., cinscuno n suo
1;~odo,

cio per le.. snntificazione pu essere la sublimazione della mii

dannazione, ?er un e.ltro pu essere il contrario, rt1a c' da sce3liere


un termine ultimo e in ogni caso abbia.'11Q un tenaine attraverso cui in.~

te~ie~o

-::.:~~;::~~

~-

che ci che f&cciarno outentico e mi illudo di pensore che

non possiazilo dividerci sul significato di questo ten11ine; mi illudo


di pensare che su questo termine non possiar.i0 dividerci per il fatto
che ciascuno di noi pensa dell 1 esistenza sun l'estremo limite della
fUtl

autenticit; su questo ,non possiCllao dividerci, e su questo non

ehe siamo uguali, bensl siaruo tall1iente diversi che non si pu essere
diversi quando io intendo iwpegnore quel tenI1ine; quando questo discorso

ri~iane

n questo livello esistenziale senzc filosofin, questo clter-

Ill'.tivn vclidc,

Iu~

quo.ndo vuole essere filosofL:i., 4uestu ultern.:i.tivn

non pi. vcl!da. En. il discorso che interessa professionclI.ente me,

il discorso che non hc clternc.tive su quest,'l lincn plntoniccf1BgetiMauritius_in_libris

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nicnu, mn nlternc.tiva nel discorso aristotelico, cio nel discorso che

dovremmo cerccre di

costruire~

e che ha una clterpativo che riconosco


'

filoso.fica, per ~ui corae se io stessi dicehclo che, dunque, a parti-


re da questo, se la fil.osofic. ha nlt-ePlc.tivn, hn
fronti

:l~

..

~lternetiv~;

nei con-

se stesso, e se non he. al+erruitiva bene che cessi di fnre


~

"

discorsi che pretendono di essere filosofin 1 perch .ri1e3lio r.idursi


al vivere secondo ci.'.) che il tempo l;li insegna della r11ia. esistenza.

,.

. il : ~

..

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Mauritius_in_libris

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