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LA PRESENZA IN FILIGRANA DI ORIGINE

NELL'ULTIMO AGOSTINO (426-430)

1. Lo status quaestionis.
La presenza di Origene negli ultimi seritti di Agostino (an
ni 426-430) appartiene al periodo della storia dell'origenismo
latino dopo ehe la foga antiorigenista di Girolamo si era spenta
eon la sua morte (a. 420) e la erisi pelagiana aveva segnato il
passo eon le deeisioni deI Coneilio di Cartagine deI 418 e la sueeessiva lettera di eondanna, la Tractoria di papa Zosimo, dell'anno seguente 1. Dopo il 420 si parIa, nelle fonti a disposizione, piu ehe di origenisti (gruppo ehe si rieollegava agli
errori di Origene 0 presunti tali e pereio origenisti suonava
talvolta eome equivalente di eretiei), di origeniani , termine riferito a quanti si ispiravano ad Origene quale nlaestro
di spiritualita (in pratiea si trattava di monaei di eultura
orientale i quali in Oeeidente tralnite Evagrio Pontieo faeevano
capo a Cassiano). I riferimenti origeniani di Agostinio rflettono
in questo periodo tale nuova fase dell'origenismo latino, all'interno naturalmente dei nuovi apporti antropologiei ehe l'Ipponate stava elaborando dopo la erisi pelagiana e di proposizioni
di nuove rielaborazioni ehe emergevano circa la eonlprensione
deI rapporto tra il libero arbi trio e la grazia di Dio. Egli infatti,
superato il problema pelagiano (un bene meritevole di vita
eterna non e solo frutto deI libero arbitrio - la tesi peIagiana - ma nasee dalla grazia sia nel desiderario ehe nel
eompierlo), si oeeupo deI modo di eapire la eooperazione della
grazia eon il libero arbitrio (De gratia et libero arbitrio; De
p

1 Sul Concilio di Cartagine deI 418 (Mansi 3, 810-850; in CCL 149,


69-73 ed. Ch. Munier) , sull'Epistula Tractoria di Zosimo (PL 20, 693-695;
in O. Wermelinger, Rom und Pelagius, Stuttgart 1975, appendix 2, 295299; cfr. anche Id., Das Pelagiusdossier in der Tractoria des Zosimus, in
Freiburger Zeitschrift fr Philosophie und Theologie 26 [1979] 336-368).

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correptiolle et gratia), edella voluntas salvifica universalis ,


cioe dell'agire divino relativan1ente al destino umano finale.
Quest'ultima questione aveva avuto in Occidente, dall'ultiIno
decennio deI secolo IV, l'inclicazione della tesi origeniana dell'apocatastasi quale riabilitazione finale dell'intera umanita
conle di ogni essere spirituale, con1preso il diavolo 2. Tale opinione costitul forse, all'inizio della diffusione dell'origenismo
in ()cciclente, una delle filigrane della letteratura sorta intorno
al l)e induratione cordis pharaonis 3: una riabilitazione ristretta di salvati dipendente dall'insindacabile volere divino. Piu
tareli, vale a dire col sorgere manifesto della questione pelagiana verso l'anno 411/12, la teoria dell'apocatastasi se contra..
stava con Ia tesi pelagiana della salvezza dovuta alle scelte deI
libero arbitrio, poteva pero coincidere in parte con la versione
della grazia data da Agostino contro i pelagiani. Inoltre se
l'uomo, come pensava l'Ipponate, viene salvato solo clalla grazia cli Dio, rilevavano i 1110naci africani di Adrumeto nell'anno
426, viene annullato 0 quantomeno vanificato nel libero arbitria;
e, per meritarsi la vita eterna non servono piu a nulla gli
sforzi dei pastori e dei fedeli, concludevano i monaci provenzali negli anni 427/428 4.

2 La tesi origeniana e contenuta nel Perl archon 3, 6; 1, 6, 3. L'opera, tradotta in Iatino (De principiis) da Rufino nel 398, e da Girolamo
nel 399 ehe I'acconlpagno con I' ep. 84, ci e rimasta nella traduzione di
RufiII0 ma rimaneggiata. Agostino nelle Retractationes (1, 7, 6) richialua il lettore a non leggere origenianamente una sua espressione deI
De rnoribus ecclesiae catholicae (2, 7, 9) (per il testo vedi nota 27).
3 La lettura di Ex. 7, 13 induratum... est cor Pharaonis costitul
uno dei testi saggio delle diverse posizioni e fu forse, in ambito latino,
una delle reazioni sintesi aHa posizione origeniana dell'apocatastasi,
letta per 10 piu COlne reazione di Pelagio ad Agostino in merito alle
Quaestiones 83 (la posizione di G. Martinetto, Les pre111ieres niactions

antiaugustiniennes de Pelage, Revue des Etudes augustiniennes [=


REAugJ 17 [1971] 83-117). Lo scritto dal titolo De induratione cordis
Pharaonis (PLS I, 1506-1539, ed. G. Morin) di cui F. Nuvolone (Notulae
nlanuscriptae, Freiburger Zeitschrift fr Philosophie und Theologie 25
[1978] 470-485) sta preparando una nuova edizione (Problemes d'une
nouvelle edition du 'De induratione cordis Pharaonis' attribue a Pelage,
REAug 26 [1980] 105-117), non ha ancora una sua precisa collocazione
di telnpo e di contesto. Lo pensiamo al di fuori dell'ambito agostiniano
e non estraneo all'hunlus della controversia origenista romana della
fine deI secolo IV e primo decennio deI V.
4 Queste problematiche si hanno nell'epistolario tra Valentino
abbate di Adrumeto ed Agostino (epp. 214-216) e negli scritti agostiniani

LA PRESENZA IN FILIGRANA DI ORIGENE

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Non sfuggiva ad Agostino, dopo la soluzione ufficiale della


crisi pelagiana (418/419) e in particolare dall'anno 426 in poi,
la complessita di tali connessioni, da lui non confessate apertamente ma piuttosto evidenti in questo periodo, tra l'altro per
la sua insistente rievocazione della teoria origeniana dell'apoca..
tastasi. L'enucleazione della monocorde non accettazione di
suddetta teoria da parte dell'Ipponate costituisce l'oggetto della
presente ricerca. Dopo di aver accennato sinteticamente aHa
presenza origeniana negli scritti di Agostino sino alla conclusione della polemica pelagiana, ci fermeremo ad analizzare i
riferimenti origeniani presenti in lui dall'anno 426 in poi, i
quali si assommano nella teoria dell'apocatastasi.

2. La presenza di Origene in Agostino pri1na deZ 426.


Al tempo di Agostino, Origene e presente nell'Occidente
latino tramite il siro Evagrio Pontico (346-399). Questi aveva
divulgato Origene quale maestro di vita spirituale nei conventi
della Palestina e Giovanni Cassiano 10 aveva esportato nel
primo ventennio deI secolo V nel monachesinlo gallo s. Le 1raduzioni dell'opera origeniana (dal 397 in poi) da parte di Rufino e di Girolamo e le discussioni ehe ne seguirono per la
contestazione di Girolanlo crearono in ambiente latino, sul
norne di Origene, delle forti contrapposizioni a livello dei mag~
giori esponenti deI1'epoca sia ecclesiastici ehe di famiglie poli~
ticamente influenti. Nell'anno 393 Girolamo firma ad un certo
Atarbio una lista contro Origene 6. La questione Origene

ai monaci adrumetini De gratia et libero arbitrio: De correptione et


gratia; e nelle Iettere di Ilario e di Prospero ad Agostino (epp. 225~226)
Ia cui risposta si concretizzo negli scritti De praedestinatione sancto~
rU111: De dono perseverantiae.
5 Evagrio era conosciuto in Occidente attraverso Ia Storia Lausiaca di Palladio, Ia Storia ecclesiastica di Socrates IV, 23 (PG 67, 509~
521), il De viris inlustribus (c. 54) di GiroialTIo. Quest'ultin1o c'informa
pure su Rufino traduttore di Evagrio (ep. 133 a Ctesifonte). Cassiano
era in Egitto negli anni 385-400, i medesimi della permanenza di Evagrio
e, nel 405, e con Rufino a Gerusalemme nel circolo di Melania.
,6 GiroIan1o si era appellato ad Origene per difendere molte sue
posizioni, anche contro Agostino (cfr. ep. 75, 3. 4 inster augustinianas
dove cita il suo prologo In Pauli Ep. ad Gal.: PL 26, 308-309). Ma dopo

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divise l'Oeeidente in origenisti e antiorigenisti, divenendo il


prima appellativo faeilmente equivalente di eretieo}}. In tal
senso 10 riferisee Agostino a proposito dell'uso ehe ne aveva
fa tto Pelagio nel sinodo di Diospoli deI 415 7.
La polemiea tra Girolamo e Rufino aveva eertamente aceentuato in Oeeidente, a danno di Origene, la sintesi diffamatoria dell'Alessandrino fatta da Epifanio (315-403) nel Panarion
(e. 64) (verso l'anno 375) sulla base delle nove aeeuse contenute
nell'Apologia pro Origene di Panfilo, poi passata nelle eollezioni eresiologiehe latine di Agostino e dell'autore di Praedestinatus 42 e 43 (PL 53, 599-600).
L'Alessandrino d'altra parte veniva utilizzato da Alnbrogio
(339-397) e, tramite lui, da Agostino (354-430) per la lettura
allegoriea delle Seritture. L'interesse di Agostino per Origene,
dal punto di vista eeelesiale, e legato alla sua nomina episeopale (396/397) quando ehiese a Girolamo di saperne di piil
circa le sue dottrine ehe eireolavano nel mondo latino. Nel 397
gli chiedeva per la seeonda volta (la prima volta non aveva
rieevuto risposta): Circa la tua risposta su Origene... in
verita io desideravo e aneora desidero da te, saggio qual sei,
di sapere in modo esplieito quali sono gli errori veri e propri
con cui si e potuto provare irrefutabilmente eome un personaggio eosl grande e famoso si sia allontanato dalla retta
fede (ep. 40, 6, 9). Delle aeeuse ehe si muovevano all'AlessandrinG v'erano in eireolazione i nove eapi di accusa dell'Apologia pro Origene di Panfilo tradotta da Rufino (in PG 17, 578579) ehe toeeavano quattro questioni: la eristologia subordinazionista, l'allegorismo seritturistieo, l'apoeatastasi (7. Sed et
de resurreetione mortuorum et de impiorum poenis non levj
impugnat eum ealumnia, velut negantem peeeatoribus infe-

di averio ammirato (Adv. Ruf. 2, 22) pensa ehe l'Alessandrino fosse caduto in diverse eresie per voler conciliare platonismo e fede cristiana
(ep. 84, 3 e 7). Nel De viris inl. 54 10 elogia come suo maestro, poi parlera cleIl'origenismo come un'eresia pericolosa (epp. 61 e 63).
7 De gestis 3, 10: quod autem addidit Pelagius: et si quis aliter
credit, origenista est... non inconvenienter eum Pelagius origenistam
vocat . 11 termine si ha anche in Retr. 2, 44, 7. G1i origeniani invece
era un termine ehe riannodava i discepoli al loro maestro, sia Origene
di Alessandria sia un non ben nota Origene (Ep. 40, 6, 9 deI 397 dove
Agostino chiede a Girolanlo gli errata di Origene ; haer. 42,
1 e 3; 43, 1).

LA PRESENZA IN F1LIGRANA D1 ORIGENE

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renda esse supplicia), 1a preesistenza delle anime (8. Quidam vero disputationes eius ve1 opinionoes, quas de anlmae
statu ve1 dispensatione disseruit, cu1pant).
Le accuse di Giro1amo ad Origene erano state da 1ui sintetizzate nell'ep. 84, 3 e 7 (la presistenza delle anime, 1a natura
spirituale dei corpi dopo 1a risurrezione, l'apocatastasi, 1a creazione ab aeterno della materia ecc.). 11 De principiis di Origene
era comunque diventato 1a fonte principale delle accuse, divulgate secondo il ca1co originario operato dalla sintesi di Panfi10 8. Agostino si trascino dietro ta1i accuse come questioni .n
se, piu che come pensiero origeniano, di cui doveva conoscere
mo1to poco 9. Nei suoi scritti tuttavia, accanto alle riserve
sulle nove accuse-questioni divenute di dominio pubblico, si
ri1eva nell'lpponate un'a1tra stima e rispetto dell'A1essandrino
che gli conservo sino alla fine della vita 10.
Ne1 periodo anteriore a1 426 Agostino si occupo di Origene
soprattutto in re1azione a1 prob1ema della risurrezione dei
corpi (la sua qualita corpora1e 0 spirituale secondo 1a tesi
di Origene) 11; dell'origine dell'anima in merito a1 peccato ori-

8 Sulla eomplessa vieenda della storia dell'origenismo (A. Guillaunlont, Les Kephalia Gnostica d'Evagre le Pontique et l'histoire de
l'origenisme chez les Grecs et chez fes Syriens, Paris 1962; Augustinianum

26/1-2 [1986]

1-303, due fascicoli dedicati al tema:

L'origenisn1.o: apo-

logie e polemiche intorno a Origene).


9 Sulla eonoseenza di Origene da parte di Agostino (B. Altaner,
Augustinus und Origenes. Eine quellenkritische Untersuchung, in Historisches Jahrbuch 70 [1951] 15-41, poi in TU 83, Berlin 1967, 224-252); sul
suo giudizio di Origene, efr. A. Trape, Nota sul giudizio di s. Jlgostino
su Origene, in Augustinianum 26 [1986] 223-227).
10 Nel 397 Agostino 10 c:onsidera ille vir tautus... la eui fatiea letteraria ha eontribuito non poeo ad aeeendere e aiutare gli studi saeri
in lingua latina (ep. 40, 6, 9); nel 405 rieorda a Girolamo ehe se ora
parlava male deU'Alessandrino, prima 10 aveva meravigliosamentc
Iodato (mirabiliter ante laudaveris: ep. 82, 3, 23); dopo il 414 nel
De civitate Dei (lI, 23) 10 stinla uomo molto dotto e molto versato
nelle saere Seritture e, a proposito della grandezza dell'area di Noe,
diec quod Origenes non ineleganter adstruxit (Civ. Dei 16, 27, 3, citando di Origene l'Hom. Gen. 2; vedi anehe Agostino, In Heptateucum
1, 4, CCL 33, 72); nel 428 10 diee uomo fere omnibus notus (Haer. 42).
11 In quest'ambito va visto anehe la sua eorrispondenza con Paolino di Nola (Paolino, ep. 45, 2; Agostino, ep. 95. 7 dei 408 de reSUl"reetione autem eorporum ; ep. 149, 2: de eorporum resurectione re..
seripseram, ubi de usu membrorum exorta erat quaesitio ; ep. 185, 5
il trattato sulla risurrezione della earne ehe Agostino eredeva fosse di
Girolamo). Le questioni eristologiehe relative al eorpo di Cristo, proprie

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ginale 12; della creazione ab aeterno edella non eternita delle


pene, tesi anch'esse legate ad Origene 13. Agostino, in tale periodo
mentre tenta d'informarsi di piu circa il pensiero dell'Alessan~
drino, si limita a darne la valutazione ufficiale deI sensus eccle~
siae, ehe detesta (detestatur, detestabiliter, iure culpatur)
alcune posizioni, ritennendole errori 14. ehe lui non vi insista
- e il motivo reale era forse dovuto aHa scarsa conoscenza
dell'Alessandrino - si evince anche dal fatto ehe non si
preoccupa di possibili appoggi origeniani alle tesi pelagiane,
ehe pure e'erano 15. L'Ipponate percio si trova allineato eontro
i eonluni errori origeniani allora in giro, senza ehe ne sotto~
linei qualeuno in particolare. Egli quindi si mantenne pressoe~
ehe estraneo alla violenta lite in ambito occidentale tra orige~
nisti e antiorigenisti.

deI docetismo e dello gnosticismo, si erano ormai trasforn1ate in que


stione antropologica sulla risurrezione dei corpi in generale (vedi in
proposito un testo di Efrem, in CSCO 145, 23-24).
12 Ep. 169, 4, 13 (deI 415): scripsi etiam librum ad sanctum pre..
sbyterum I-lieronymum de anima et origine} consulens eum quomodo
defendi possit illa sententia... singulas animas novas nascentibus fieri,
ut non labefactetur fundatissima Ecclesiae fides} quam inconcusse credimus quod in Adam onlnes moriuntur... et Origenis quibusdam opinio
nibus quas non recepit Ecclesia... uno libro non grandi, quanta potui
brevitate et perspicuitate respondi .
13 Ad Orosium contra Priscillianistas et Origenistas 82 (deI 415):
ad erroreln Origenis apud vos homines fuisse delapsos , opera ricordata neU' ep. 169, 4, 13; ep. 202 A an omnino de nihilo. Nam illud Ori
genis et Priscilliani e nelle Retr. 2, 44.
14 De gestis Pelagii 3, 10 (deI 417): quod re vera in Origene dignis..
sime detestatur Ecclesia... quod detestabiliter cunl Origene sentiat
quisquis dixerit aliquando eorum finiri posse supplicium, quod Domi..
nus dixit aeternum ; Ci'v. Dei 11, 23 (deI 416/417): (sulle anime cadute
nei corpi) Sed aninlas dicunt, non quidem partes Dei, sed factas a Deo,
peccasse a Conditore recedendo; et diversis progressibus pro diversi
tate peccatorum, a caelis usque ad terras, diversa corpora quasi vincula
lneruisse... Rinc Origenes iure culpatur. In libris enim quos appellat
Peri Archon} id est, de principiis} hoc sensit, hoc scripsit .
15 Pelagio utilizzava Origene nella traduzione di Rufino, come ri
sulta dal suo conlmento ai Romani (cd. A. Souter, Texts and Stlldies
9/1, pp. 188-193).

LA PRESENZA IN FIL1GRANA 01 OR1GENE

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3. Origene negli scritti di Agostino degli anni 426-430.


Dall'anno 426 in poi, e proprian1ente dal tempo deI De correputione et gratia (anno 427), si ebbe nella riflessione teologica di Agostino un fatto nuovo, che determino in lui anche
un'attenzione maggiore alle tesi origeniane dell'apocatastasi e
dell'elezione divina, le quali toccavano il modo stesso di capire
il mistero dell'agire di Dio in relazione al libero arbitrio dell'uomo e al suo destino. In tale periodo, non premendo piu al
vescovo d'Ippona le tesi pelagiane ormai definitivamente risolte dagli interventi ecclesiastici tra il 411-419, egli e preso dall'elaborazione teologico-pastorale di tre questioni che pOSSiaI!10
datare in successione le quali, a Ioro volta, non potevano non
tener conto dell'apocatastasi origeniana. Tali questioni furono:
a) 11 dato attestato dalle sacre Scritture circa la grazia di Dio,
la quale non puo ne annullare ne mortificare il libero arbitrio
dell'uomo (Ie questioni-insinuazioni dei n10naci africani di
Adrumeto, ai quali Agostino indirizzo nell'anno 426 10 scritto
De gratia et libero arbitrio); b) il modo di cooperazione della
grazia con il libero arbitrio quale auxiliuln di quest'ultimo e
quindi non sostitutrice (De correptione et gratia, la seconda
opera scritta da Agostino per i frati di Adrumeto nell'anno 427);
c) il nesso che intercorre tra la salveza dell'uomo, la grazia di
Dio e l'agire divino, cioe la questione della volonta salvifica
universale, affrontata chiaramente per la prima volta dal vescovo d'Ippona nell'anno 427, n1entre scriveva il De correptione
et gratia 16.
Agostino infatti, n1.entre e intento a articolare la sua proposta teologico-antropologica circa i1 cooperare della grazia con
il libero arbitrio 17, si convince di dover finalmente affrontare
la correlazione della grazia con la salvezza umana nell'ottica
della giustizia dell'agire divino (la linea seguita dai pelagiani)
e non dalla considerazione dell'effetto della salvezza umana possibile solo alla grazia divina (la linea di discussione tenuta da
Agostino nel periodo pelagiano degli anni 412-419). Nell'ottica

16 Per le prin1e indicazioni in nlerito, mentre Agostino scriveva


il De gratia et libero arbitrio, rimandiamo allo studio citato nella nota 19.
17 V. Grossi, L'al1tropologia cristiana negli scritti di Agostino (De
gr. lib. arb.: De corrept. gr.), in Studi Storico-religiosi 4 (1980) 89-113.

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di tale impostazione l'Ipponate si era limitato, durante la polemica pelagiana, a ribadire i dati ehe Dio e sempre giusto e
l'uomo non pub scandagliare le sue vie. Una linea di discussione
ehe si era tradotta nella continua accusa pelagiana circa la
grazia di Dio di versione agostiniana : essa doveva considerarsi non grazia ma una diseriminante ehe lnetteva sotto aceusa
il giusto agire divino, dipendendo la salvezza umana dalla grazia divina e non da un retto agire deI libero arbitrio 18.
Nei capitoli VIII-X deI De correptione et gratia delI'anno
427 si avverte ehe Agostino si era portata dietro la difficolta.
Inizia infatti ad affrontare, anche se collateralmente 19, la questione deI giusto agire divino, lasciando emergere contemporaneanlente negli scritti degli anni 427-430 una insistente presenza
dell'apocatastasi origeniana, a volte manfesta a volte in filigrana. Egli se la pose nei seguenti termini: Qui vero perseveraturi non sunt ... non sunt a massa illa perditionis praescientia Dei et praedestinatione discreti (7, 14 )... Cur eis Deus perseverantiam non dederit? (8, 17). In Agostino e in Origene
emerge la questione relativa al]'elezione divina. In loro due tuttavia essa pub porsi non tanto a livello di rapporto di dipendenze di pensiero quanta sul ruolo giocato in Oecidente al
tempo dell'Ipponate dalla nota tesi origeniana dell'apoeatastasi 20. Essa infatti potcva trovare facilmente supporto ne~

18 Sc questa era l'obiezione possibile e di n1aggiore evidenza ehe


si poteva muovere ad Agostino, in realta l'attrito tra i pelagiani e il
veseovo d'Ippona verteva sulla eomprensione stessa della grazia di Dio:
per i pelagiani si trattava di un aiuto esterno per il libero arbitrio sul
piano eonoseitivo; mentre per Agostino di un insicme non faeilmente
definibile sul piano dei linguaggio, da lui sintetizzato eon l'espressione
pregnante di gratia Christi, da impostare tuttavia nel rispetto delle
realta Dio e I 'uomo.
19 Per un pili ampio sviluppo di questa analisi rimandialllo ai
nos tri eontributi: Le questioni collaterali deI De correptione et gratia,
in Miscellanea T. Van Bavel, Augustiniana 39 (1989); 11 porsi della voluntas salvifica negli ultimi scritti di Agostino (a. 420-427) I, Collectanea
Augustiniana 11. Augustinian Biblical Exegesis, Villanova University 1989,
315-328. Gli seritti sueeessivi di Agostino (De praedestinatione sanctvrum e De dono perseverantiae) , indirizzati ai monaei provenziali, daranno 10 sviluppo artieolato della questione annuneiata nel De correptione
et gratia.
20 Per il pensiero origeniano sull'elezione divina relativo al eon~
testo della polemica gnostiea v. B. Aland, Envhlungstheologie u.nd Menschenklassenlehre. Die Theologie des Herakleon als Schssel zum Verstndnis der christilichell Gnosis?, in Gnosis and Gl10sticism (ed. M.
Krause), Leiden 1977.

LA PRESENZA IN FILIGRANA 01 ORIGENE

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testo della 1 Tim. 2, 4: Deus vult omnes homines salvos fieri


et ad agnitionem veritatis venire . In realta tale testo costitui,
nell'Occidente latino delI'ultimo decennio deI secolo IV edella
prima meta deI V, la chiave interpretativa dell'agire divino in
relazione al libero arbitrio dell'uomo. Venne letto nell'ottica
di un'ofterta divina a tutti gli uomini: omnibus, si velint,
prosit come riassumeva Paolino di Nola nell'ep. 38, 7 21 , pur
considerando la salvezza un dono della grazia. I pelagiani invece accentuavano il ruolo della liberta nell'accogliere l'offerta
divina sino ad escludere l'aiuto della grazia 22. Essi non si ponevano domande, come Paolino di Nola, circa l'elezione divina 23,
collocando l'agire divino nell'ambito dellaprescienza divina deI
libero arbitrio dell'uomo 24. La tesi origeniana dell'apocatastasi

21 P. Fabre, Saint Paulin de Nole et l'amilie chretienne, Paris 1949,


p. 91, nota 1. Vengono individuati aleuni passi dove e riportato il testo
di 1 Tim,. 2, 4: ep. 18, 6 (a. 398), ep. 38, 7 (a. 395-404), ep. 24, 9 (a. 4(0),
ep. 34, 5 (a. 400-402), ep. 49, 4 (a. 408-415) e ep. 50, 11 (s. t.).
22 Commentava Pelagio, Exposilio in 1 Tim. 2, 4 (ed. A. Souter,
Texts and Studies IXj2, 1931, p. 480-481): 'Qui omnes homines vult
salvos fieri'. Rine probatur Deum nenlini ad eredendunl vim inferre nee
tollere arbitrii libertatem... 'Et ad agnitionem veritatis venire'. Si ipsi
tarnen voea(n)ti Deo eonsentire voluerint... 'Qui dedit semet ipsum
redemptionenl pro nobis' (Mt. 21, 33, 37). Ille se pro omnibus dedit, si
omnes redimi velint. (eontinua spiegando nella eategoria dell'exemplum
la redenzione di Cristo) '(Cuius) testimonium temporibus suis (datum
est)'. In testimonium generi humano sanetae vitae dedit exemplum .
NeUe interpolazioni dello Pseudo-Girolamo, In 1 Tim. 2 (ed. Souter,
p. 67) il testo ha: Vt et vos, sieut et ille, 'omnes homines salvos' esse
eupiatis , dove il eupiatis ne eostituisee la ehiave di lettura.
23 Ep. 50, 11 (a. 415). Si rivolgeva ad Agostino a proposito di
R0111. 11, 28 (<< seeundum evangelium quidenl (iudaei) inimiei propter
vos; seeundunl eleetioneln autenl earissimi propter patres ): Si ergo
earissimi Deo, quomodo peribunt? Et si non eredunt quomodo non
peribunt? .
24 Spiegava Pelagio ROln. 11, 28-36 (Expositio in ROlnanos, ed. Souter, p. 92-93): 'Seeundunl eleetionenl autem earissimi propter patres'.
Si autenl eredant, earissimi sunt ... 'Conelusit enim omnia deus in ineredulitate(m) '. Non vi inelusit, sed ratione eonelusit quos invenit in
ineredulitate... Laudat sapientiam Dei qui tarn diu expeetavit seeundum
praeseientialn donee omnes miserieordia indigerent . Il testo elassieo
di Pelagio ehe interpreta praedestinare in senso di praeseire si
ha nel suo eonln1ento a Rom. 8, 29-30 (ed. Souter, p. 68-69): 'Et praedestinavit eonformes ficri naginis (gloriae) filii sui'. Praedestinare idem
est quod praeseire. Ergo quos praevidit eonformes futuros in vita,
voluit ut fierent eonforn1es in gloria... Quos praeseivit eredituros, hos
voeavit. Voeatio autem volentes eolligit, non invitos; aut ecrte diseretio
non in personis, scd in tcmpore est.

432

v.

GROSSI

si presentava come Ia riduzione a principio effettuale generale


deI testo di 1 Tim. 2, 4. Per i pelagiani invece l'offerta divina di
salvezza, per essere giusta, si poteva concretizzare solo per
l'accoglienza deI libero arbitrio dell'uomo. Agostino, prima
delle questioni scoppiate nell'anno 426 nel monastero di Adrumeta circa la grazia c il libero arbitrio, si era limitato a ribadire il principio ehe Dio non e ingiusto sia quando elegga sia
quando condanni 25. Dall'anno 427 invece inizia ad affrontare la
questione dell'elezione divina, avendo presente sia la teoria
originaria dell'apocatastasi - da non accettare - , sia la difficolta pelagiana ehe Dio non pua essere ingiusto dando ad
alcuni la sua grazia e ad altri no. Ne vediamo gli sviluppi in
merito analizzando e contestuando i suoi riferimenti ad Origene negli scritti degli anni 426-430.
Quattro sono le opere di Agostino nella quali Origene viene
espressamente chiamato in causa: De civitate Dei (21, 17); Retractationes (1, 7, 6; 2, 44); De haeresibus (42 e 43); Opus inl
perfectum contra Iulianu111 (5, 47; 6, 10).
a) De civitate Dei 21, 17 (a. 426/427).

11 De civitate Dei e l'opera in cui Agostino - come lui stesso confessa - piil accuratan1ente (diligenter) affronto il problema origeniano, per cui ad essa rimandava come nel De haeresibus (43) a proposito degli eterni ritorni. Essendo tale scritto
composto tra il 413-426/27 esso ci offre in qualehe modo la
cronologia dell'opinione deI vescovo d'Ippona circa Origene.
Gli ultimi tre libri appartengono agli anni 426/427 26
~Nel libro XXI Agostino dopo aver raccolto nel libro XX
le basi scritturistiche sulla realta deI giudizio finale ehe divi-

25 Ep. 149, 2, 22 (la risposta all'ep. 50 di Paolino) dell'anno 415:


Cur autem ad eam (praedestinationem) alii pertineant, alii non pertineant, occulta causa esse potest, iniusta esse non potest.
26 I/opera fu con1pletata prima delle Retractationes dove viene recensita (Retr. 2, 43) e quindi nel 426/27. L'ep. 212/A a Firmo (CCL 47,
III-IV) deI 426/29 delinea due possibili blocchi deI De civitate Dei (in
due parti: libri I-X e XI-XXII; in cinque parti: I-V; VI-X; XI-XIV; XVXVIII; XIX-XXII) e da indicazioni della possibile datazione degli ultirnj
libri, completati appunto prima delle Retractationes (cfr. C. Larrlbot,
Lettre il1edite de s. Augustin relative alt 'De civitate Dei', in Revue Benedictinc 51 [1939] 109-121).

LA PRESENZA IN FILIGRANA DI ORIGENE

433

dera i salvati dai condannati - esamina l'opinione di Origene


circa una possibile riabilitazione deI diavolo e degli empi condannati al supplizio eterno. Per tale teoria il vescovo d'IpPoa
na giudica il grande maestro alessandrino piu misericordioso
dei misericordiosi e, l'opinione in se, assieme ad alia
nonnulla , in particolare la tesi degli eterni ritorni, una posizione giustamente riprovata dalla Chiesa 27.
b) Le Retractationes (a. 427).
Nelle Retractationes Agostino ribadisce la tesi dell'eternita
delle pene, gia espressa nel De Civ. Dei (21, 17), preoccupandosi
di mettere d'avviso il lettore di non leggere origenianament
una sua affermazione deI De 1110ribus Ecclesiae catholicae (2,
7, 9) dell'anno 388/389, ehe si poteva intendere come lln ritorno
di tutte le creature spirituali lnanchevoli - e quindi anche dei
condannati a1 fuoco eterno - alla 101'0 fonte che e Dio 28, perehe
in tal caso si sarebbe avvallata ]a tesi di Origene eirca l'apocatastasi. L'Ipponate annota poi, a proposito deI suo libro Ad Orosiunz presbyteruln contra priscillianistas et origenistas (a. 415),
ehe ivi aveva risposto brevemente e eon chiarezza ad alcune
opinioni di Origene riprovate dalla fede cattolica 29. Sottolineandone 1a reprobatio della fede cattolica egli n1.etteva in
evidenza 1a sua distanza da tali tesi.

27 Civ. Dei 21, 17: Nunc iam eum misericordibus nostris agendum esse video... qui vel omnibus iBis hominibus... vel quibusdam eorum
nolunt credere poenam sempiternam futuram ... Qua in re misericorditer profecto fuit Origenes, qui et ipsum diabolum atque angelos eius ...
sociandos sanctis angelis credidit. Sed illuITl et propter hoc, et propter
alia nonnulla... non immerito reprobavit Ecclesia . I Inericordiosi
erano un gruppo ecclesiale il quale, appellandosi alla Inisericordia di
Dio, non riteneva fondata l'opinione di una pena eterna per l'uomo eome
di tutti gli esseri spirituali (V. Grossi, S. Agostino. La riconciliaziolle
cristiana, Roma 1983, pp. 35-36).
28 Retr. 1, 7, 6: Illud quod dixi: Dei bonitas omnia deficientia
sie ordinat, ut ibi sint ubi congruentissime possint esse, donec ordi
natis motibus ad id recurrant unde defeeerunt (De mor. ecel. eath.
2, 7, 9), non sic accipiendum est, tanquam omnia recurrant ad id unde
defecerunt , sicut Origeni visum est... Non enim recurrunt ad Deum
a quo defecerunt, qui sempiterno igne punientur .
29 Retr. 2, 44:
de quibusdam Origenis sensibus quos catholica
fides improbat (si trattava delle tesi ritenute di Origene riguardo alla
non creazione dal nuHa e aHa non eternita delle pene).

434

V. GROSSI

c) De haeresibus (a. 428/29).

Nel De haeresibus Agostiino dediea ad Origene due interi


paragrafi (il 42 e il 43) ehe riassumiamo in quattro punti:
l'Origene diverso da quello eonosciuto (par. 42); Origene e gli
origeniani (par. 43); Ia risurrezione (par. 43, 9); valutazione
delle posizioni dell'Alessandrino (par. 43, 10): sunt huius
Oirgenis alia doglnata quae catholica ecclesia olnnino non recipit )} 30. L'insieme ribadisce la tesi della non possibile redenzione finale deI diavolo e degli empi e la non accettazione della
teoria delle fasi alterne dell'eterno ritorno deI tutta.
11 De haeresibus, un manuale di verita cristiane alterate
(eresie), scritto per aiutare Quodvultedus nel suo Iavoro di pastore nel proteggere Ia fede cristiana dei fedeIi, ci da I'essenziale riguardante la purezza della fede. L'insistenza tuttavia
sulla tesi origeniana delI'apocatastasi e evidente. Essa infatti
annullava sia l'elezione di Dio sia il libero arbitrio dell'uomo:
due realta invece da salvaguardare entrambi come verita fon-

30 De haer. 42: Origeniani a quodam Origene dicti sunt, non iHo


qui fere omnibus notus est, sed ab alio nescio quo, de quo vel sectatoribus eius Epiphanius loquens, origeniani, inquit, cuiusdam Origenis, turpis autem sunt operationis, isti sunt nefanda facientes, sua corpora corruptioni tradentes , alios autem Origenianos continuo subiciens .
Haer. 43: Origeniani, inquit, alii, qui et Adamantii tractatoris, qui et
mortuorum resurrectionem repellunt, Christum autem creaturam et
Spiritum sanctum introducentes, paradisum autem et caelos et aHa
omnia allegorizantes. Haec quiden1 de Origene Epiphanius. Sed qui
eum defendunt unius eiusdemque substantiae esse dicunt docuisse
Patrern ct Filium et Spiritun1 sanctum, neque resurrectionem reppulisse nl0rtuorum; quan1vis et in istis eum convincere studeant qui eius
plura legerunt. Sed Stint huius Origenis alia dogma ta quae Catholica
eccl:esia omnino non recipit. In quibus nee ipsum falso arguit, nec
potest ab eius defensoribus falli, maxime de purgatione et liberatione,
ac rursus post longum ten1pus ad eadem mala revolutione rationalis
universae creaturae (vedi De principiis 3, 6; 1, 6, 3). Quis eninl cathoHeus christianus vel doetus vcl indoctus non vehementer exhorreat eam
quam dicit purgationelTI malorum, id est, etiam eos qui hanc vitam in
flagitiis et facinoribus et saerilegiis atque impietatibus quamlibet maximis Jinierunt, ipsum etiam postremo diabolum atque angelos eius,
quamvis post longissima tempora, purgatos atque liberatos regno Dei
lueique restitui, et rursus post longissima tempora omnes qui liberati
sunt ad haec mala denuo relabi et reverti, et has viees alternantes beatitudinelll ct miseriarum rationalis creaturae semper fuisse, semper fore?
De qua vanissima impietate adversus philosophos a quibus ista didicit
Origenes in libris De civitate Dei diligentissiIne disputavi (21, 17).

LA PRESENZA IN FILIGRANA D1 ORIGENE

435

damentali della fede eristiana, eon1e Agostino stesso spiegava


oeI De praedestinatione sanctorun1. deI medesimo anno.

d) L'Opus hnperfectu111 contra luliarzul1'l (a. 429/430).


L'ultima opera di Agostino ehianla due volte in causa
Origene e sempre per il medesimo motivo: il suo errore sulla
non eternita deI supplizio sia per il diavolo ehe per i dannati,
benehe - egli osserva - quanti interpretano Origene diseutano se lui abbia alnmesso 0 nleno la possibilita per il diavolo
di poter impetrare miserieordia, una posizione - sottolinea
l'Ipponate rifiuta comunque daDa santa fede eattohea
Ribatte poi a Giuliano e eonelude ehe lui, valendo aceettare
tale opinione, piu ehe essere manieheo
eome sempre l'aeeusava Giuliano - sarebbe un volergli imputare un errore di
Origene e quindi un origeniano 31.
-0

COllclusione.

Gli aspetti piu diseussi di Origene al tempo di Agostino,


aparte quelli subordinazionisti, riguardavano la tesi della pree~
sistenza delle aninle, la visione spirit~lale della risurrezionc
dei eorpi, l'apoeatastasi, l'allegorisn10 scritturistieo. I primi tre
aspetti coinvolgevano l'intero problema antropologico, tanto

vivo in Oecidente nella prima lueta deI seealo V, e pensato in


stretta eonnessione eon l'agire di Dio. 11 testo della 1 Tim. 2, 4:
Deus vult onlnes homines salvos fieri gioeo un ruolo determinante nelle varie soluzioni ehe si proponevano. l\gostino
entro partieolarluente in dialettiea eon i pelagiani e alcuni

31 Opus inlp. c. Iul. 5, 47: potest (diabolus) agerc poenitentiam


ct impetrare misericordiam... Quod quidem visum est quibusdam, Origene ut perhibetur auctore: sed hoc, ut nosse te existin10, fides cathoIica et sana non recepit: unde nonnulli Origenem quoque ipsum alienum
fuisse ab hoc errore vel probant, vel volunt ; Opus imp. c. I ul. 6, 10
(PL 45, 1517-1518): (All'ennesima accusa di GiuIiano) Nunc igitur approbetur quod diximus, nullo a Manicheis vestrum dogma differre Agosti..
110 ribatte ehe cio sarebbe nputargli l'errore origeniano della possibile
conversione deI diavolo: Nisi forte dices, etiam diabolum voluntate
a bono Iapsuln, si voluerit, in bonum quod deseruit reversurum; ct
Origenis nobis instaurabis erroren1 .

436

v.

GROSSI

alnbienti monastici. I pclagiani avevano utilizzato il testo di


1 Tin1. 2" 4 come un'offerta di Dio data a tutti, ma resa possi
bile dalle seeite deI libero arbitrio dell'uomo. Con tale lettura
essi intendevano salvaguardare la giustizia nell'agire divino
eillibero arbitrio dell'uomo ma, per Agostino, vi rimaneva
eselusa la grazia di Dio. L'insistere dell'Ipponate sulla grazia
aveva portato aleuni ad imputargli prima la vanifieazione se
non propria la negazione deI libero arbitrio (il monastero di
Adrumeto in Afriea); poi a leggere la grazia agostiniana}}
eome comprensione di Dio ehe predestina gli uomini alla sal
vezza e alla dannazione (soprattutto gli ambienti monastiei
della Ciallia) diseriminandoli senza aleuna eonsiderazione per
i1 101'0 agire 32. Agostino non laseib senza risposta i suoi interlocutori. Primo, lesse il testo di 1 Titn. 2, 4 non a livello di principio generale, ma relativamente a coloro ehe effettivamente
si salvano; secondo, delilnitando in connessione eon l'interpre
tazione di 1 Tinl. 2, 4 l'estensione deI termine predestinazione)} solo a eoloro ehe si salvano; terzo, interpretando predestinazione)} all'interno della eategoria di perseveranza ; e,
quarta infine, sottraendo dal tempo della storia il dono della
perseveranza. Questo infatti eoineide col raggiungimenio
della salvezza eterna 33. L'artieolata risposta di Agostino rimase di fatto nei suoi seritti. All'esterno si vennero ereando,
dalle sue opere, florilegi 34 in ehiave predestinazionista alla
salvezza () aHa dannazione, presentati eome suo propria pensiero 35.
~~el periodo dopo ranno 420 e in tale hU111US vanno coHoeate anehe le opere di Cassiano, il De institutis coel1obioru111
e le (':onlationes. Tali seritti - nei quali e assente il norne di
Evagrio forse per la forte svalorizzazione ehe ne aveva fatto

32 Per un'analisi dcttagliata della questione V. Grossi, 11 terl1zine


'praedestillatio' tra il 420-435: dalla linea agostiniana dei 'salvati' a quella
di 'salvati e dannali', in Augustinianum 25 [1985J 27-64).
33 I quattro punti eostituiseono l'artieolazione degli seritti De praedestinatione sanetorum e De dono perseverantiae degli anni 428 in poL
34 J.T. Lienhard, The Earliest Florilegia oi Augustine, in Augustinian Studies 8 [1977] 21-31.
35 E' questo tra l'altro il senso dei Capitllla GallOrllln (PL 51, 155174), Vil1centiarunz (P 51, 176-186) e degli Exeerpta Genuensium (PL 51,
187-202), seritti ehe appartengono agli anni 431-434 (V. Grossi, art. eit.
aHa nota 32
---

LA PRESENZA IN FILIGRANA DI ORIGENE

437

Girolamo (morto l'anno 420) - veieolarono in n10do eonsistente il pensiero origeniano nell'ambito di quel monaehesimo
oeeidentale ehe faeeva diffieoita a dialogare eon Agostino. I
riferimenti dell'Ipponate ad Origene dall'anno 426 in poi hanno
siffatta eontestualizzazione. Egli, pratieamente, si traseinb
dietro due punti ehe eonsiderava errori nella valutazione di
una sana fede eattoliea: la tesi origeniana dell'apoeatastasi e
quella stoiea relativa ai eicH degli eterni ritorni. Coloro ehe
seguivano tali posizioni vengono denominati origeniani n1a
dopo la erisi pelagiana, in Oeeidente, non eorrispondono piu
aHa eontrapposizione tra origenisti e antiorigenisti dei telnpi
di Rufino, Girolalno, Pelagio eee. 36 Gli origeniani origenisti
(quale equivalente di eretiei ) degli anni 20-30 deI seeolo V
sono ormai i predestinazionisti . L'aeeusa di predestinazionismo , fatta ad Agostino a motivo della sua versione della
grazia di Dio, a n10tivo dell'apoeatastasi rimbalza dall'Ipponate ai monaei ehe in Origene rieonoseono il loro maestro spirituale. L'apoeatastasi infatti eome pure la teoria degli eterni
ritorni non rispettavano ne la regola delle seelte deI libero
arbitrio ne la grazia di Dio e la sua giustizia; perehe 0 e Dio
ehe impone all'uomo la sua volonta al limite deI dispotismo,
oppure e il destino deI fato eui non ci si pub assolutamente
sottrarre. Agostino non fu lui a servirsi deI norne di ()rigene
per formalizzare 0 quantomeno ad insinuare quasi una eontroaeeusa nei riguardi dei monaei della Gallia ehe erano di

spiritualita origeniana. Egli infatti aveva chiara la eoseienza


ehe il lninistero della parola (seritta 0 parlata) non pub preseindere dalla earita. ehe veieola sempre una possibilita di
ravvedimento 37. Tuttavia neU'insistenza di Agostino sull'apoeatastasi ci si rende eonto ehe l'insinuazione era nell'aria in

36 Girolan10 ad ese111pio eollocava gli origenisti nel quadro dclla


polenliea pelagiana negli anni 414-416 (A. Guillaumont, Les 'Kephalia
Gl1ostica' d'Bvagre le Pontique, Paris 1962, pp. 66 ss.).
,
37 De praedestinatione sanctorunl 1, 2: ipse (Deus) hoe quoque
revelabit; tamen etiam non impendanlus eis dileetionis affeetulTI ministeriumque sermonis, sieut donat ille quen1 rogavimus, ut in his litteris
ca quae iBis essent apta et utilia dieeremus. Unde enin1 seimus ne
forte Deus noster id per hane nostram velit effieere servitutem, qua
eis in Christi libera eharitate servimus? (Per un'analisi piu ampia:
V. Grossi, /1 pastore teologo. Realta e cOlnpiti nella valutazione di
S. Agosti110, in Lateral1um NS 54 [1988] 253-265).

v.

438

GROSSI

riferimento a quanti seguivano Origene eome loro maestru.


Nell'anno 417 l'Ipponate aveva indieato eol termine orige..
nista un gruppo dal sapore deI sospetto eretieale (Pelagio
aveva stigmatizzato come origenista chi eredeva diversameute e Agostino rilevo ehe non ineonvenienter eum origenitarn voeant : De gestis Pelagii 3, 10). Nel De haereibus (42-43)
deI 428/30 il veseovo d'Ippona parIa degli origeniani}). Tale
termine eonnotava due gruppi: uno origenianamente inesistente, promotore di un'etiea al limite deI nefando ehe non
aveva nulla a ehe fare eon l'Origene a tutti nota (haer. 42, 1);
un seeondo gruppo dalle idee molto diseutibili, in partieolare
circa il ravvedimento e la liberazione di tutti gli esseri spirituali compreso il diavolo, e il ritorno eielieo deI tutto e quindi
la non eternita della dannazione (haer. 43) 38.
11 gruppo origeniano eui allude Agostino nel De haeresibus s'identifieava, non tanto per le idee quanta perehe
dieevano riferimento ad Origene, eon i monaei dei eentri monastici della Gallia, ai quali l'Alessandrino era giunto tramite
Evagrio e Giovanni Cassiano. C'era in giro un eonsistente fHone predesti nazionista extra-agostiniano 39 di eui tali n10na..
steri rnanifestavano di avere un'ineonseia paura e, in tal senso,
reagivano all'opera antipelagiana di Agostino. L'Ipponate eon
loro non polemizzo piu di tanto, amo piuttosto spiegarsi. Tuttavia insistendo, sempre ehe se ne presentava 0 meno l'oeeasione, sull'apoeatastasi origeniana unitamente al eielo degli
eterni ritorni, voleva eertamente far presente ehe, seguendo
quell'indirizzo si annullava sia la grazia di Dio ehe il libero
arbitrio dell'uomo, non quindi la sua difesa della grazia di
Dio (Ie aeeuse ehe in sostanza si faeevano ad Agostino, forlna
lizzate espressamente da Giuliano d'Eelano eome manieheismo e fatalismo)40. E' evidente ehe il veseovo d'lppona piu
ehe eon Origene stava polemizzando eon eoloro ehe fraintendevano 1i suo pensiero, benehe si difendessero dieendo ehe
non tutti erano d'aeeordo ehe nell'Alessandrino vi fosse 1.0

38Vedi il testo citato aHa nota 30.


39

II De induratione cordis Pharaol1is ne costituiva l'opcra prin-

cipale.
40 E' forse questo il motivo principale ehe Origene
causa due volte nell'Opus I mperfectum c. I ulianum.

chiamato in

439

LA PRESENZA IN FILIGRANA 01 ORIGENE

tesi di un possibile ravvedimento deI diavolo e dei condannati


al supplizio eterno 41. Da qualehe parte comunque si stava chiamando in causa Origene, quale padre della teoria predestinazionista e, conseguenten1ente, mettendo sott'accusa i nuovi
origeniani . Una testin10nianza esplicita in tal senso ce la
offre l'anonimo autore dell'opera Praedesti',natus (PL 53, 579692), da datarsi non oltre il 435 e quindi nell'immediato dopo
Agostino. Egli c'informa ehe qualcuno si appellava ad Origene
non per la causa cattolica n1a contro di lui, dichiarandolo
padre di una nuova eresia, la predestinazione, da cui
andava difeso il popolo di Dio (53, 583D). Cosa ehe aHo stesso
modo era stata gia fatta nei riguardi deI vescovo d'Ippona.
Di Agostino e di Origene si davano pertanto delle versioni dottrinali ehe, per l'anonimo autore andavano rigettate, salvaguardando la loro fama di maestri cattolici. Egli percib afferIna di voler con1battere i predestinazionisti per i quali i peccati sono commessi per la predestinazione di Dio e quanti
sostengono ehe la salvezza e solo merito dell'impegno personale (53, 621AB). Contro costoro si fa premura di difendere in
particolare Agostino e Origene. L'Ipponate eil vir orthodoxus ehe non pub essere padre della 90 a eresia, quella predestinaziana (PL 53, 627), e va a merito della sua ortodossia
l'utilizzazione nel suo eleneo De haeresibus difonti di catto
lici greci (53, 585 e 587B). L'anonimo autore voleva, con tale
sottolineatura, fare accettare Agostino in ambienti piu legati
agli orientali e porre Origene tra gli scrittori cattolici greci.
Contro una lettura predestinazionista dell'Alessandrino, questi
viene invocato contro gli antichi predestinazionisti (i rnarcioniti e gli Apelliti: 53, 593-594) i quali, in versione moderna,
corrispondcvano ai nlatelnatici cioe ai manichei (53, 627-628
C-D; 637 C-D) 42.
L'anonimo autorc, certan1ente vicino agli ambienti monastici della Gallia, se per Agostino si limita a dire ehe, riguardo
),

41 Agostino nell'Opus irnp. c. Iul. 5, 47 nota ehe aleuni vel probant,


vel volunt ehe Origene sia stato immune da tale errore.
42 Praedestinatus 3 (PL 53, 627-628 C-D): dantes manus mathematieis, dieunt humanum. genus ita divinis praedestinationibus subiaeere,
ut mala omnia quae gerentur in saeeulo, Dei dieantur voluntate eomnlitti .

440

v.

GROSSI

alla predestinazione, se ne falsificavano gli scritti (53, 620;


627B); per Origene interviene con piu preeisione e direttan1entee Gli origeniani veri non seguono il 111aestro adulterato
da altri (ehe non e mai esistito) ma il nostro cattolico Origene: Origenem legentes invenimus catholicum (53, 599) 'd,
Queste accuse-controaecuse nei confronti di Agostino e
Origene quali autori c padri dell'eresia predestinazionista,
testinl0niateci in Occidente dall'opera anonima Praedestinatus
a cinque anni dalla lllorte di Agostino, costituiseono l'epilogo
della filigrana della presenza origeniana negli scritti agostiniani degli anni 426-430.
VITTORINO

GROSSI,

OSA

Institutulll Patristicum Augustinianum


Roma

43 Rilllandianl0 al nostro contributo, A proposita


di Origene in Praedestinatus}}. 11 cristianesi1no Iatino
Origene e Agostino, in Augustinianum 26 (1986) 229-240.
tore si occupa cinque volte di Origene (eresie 21; 22; 42;

della presenza
deI sec. V tra
L'anonimo au43; 83).

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