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Evoluzione degli

acceleratori
(Livingston
Chart)

Elettrostatici

Lineari

Circolari

Diagramma dell’energia degli acceleratori dal 1930 al 2010


Lo sviluppo degli acceleratori è stato determinato dalla ricerca fondamentale:
Il raggiungimento di energie sempre maggiori per indagare
la struttura della materia nei componenti più ultimi
ha portato con sé l’evoluzione di tecnologie e di conoscenze
che si usano per applicazioni in moltissimi campi

L’albero del tempo delle applicazioni degli acceleratori


Un electron volt è una misura di energia: è l’energia cinetica guadagnata
da un elettrone passando in una differenza di potenziale di un Volt.

Un Volt non è una misura di energia.


Un electron volt è una misura di energia.
Un eV è un’energia molto piccola. un eV = 1.602 x 10-19 joules

Unità di misura
dell’energia usate
negli acceleratori:

103 eV = 1 KeV
106 eV = 1 MeV
109 eV = 1 GeV
1012 eV = 1 TeV
Gli acceleratori circolari
E.O.Lawrence (1930) ebbe la
brillante idea di curvare le
particelle su una traiettoria
circolare, facendole ripassare molte
volte nello stessa cavità a
radiofrequenza.
Negli acceleratori circolari un
campo magnetico B è diretto
verticalmente; se una particella
relativistica di momento p viaggia
nel campo magnetico
perpendicolare la variazione di
momento è

dp/dt=e v x B

il raggio di curvatura della


traiettoria dipende dalla carica e
dall’energia della particella
Quali sono i componenti di un
sistema di acceleratori ?

Booster - piccolo anello che Anello di accumulazione


prepara il fascio del linac per Electron Gun Linac
una migliore efficienza di
iniezione
Descrizione di un anello d’accumulazione

ELEMENTI

Magneti
Camera da vuoto
Cavità rf
Sistemi di diagnostica
-Posizione
-Corrente
Sistema di raffreddamento
(+ criogenico se SC)
Pompe da vuoto
Sistema di controllo
Cavi (km…)
DAΦNE: collider e+ e- all’energia della particella Φ Protezione dalle radiazioni
usato anche come sorgente di luce di sincrotrone …
Principali magneti di un
anello

DIPOLI – determinano la traiettoria di riferimento


QUADRUPOLI – mantengono le oscillazioni di tutte le particelle
intorno alla traiettoria di riferimento
SESTUPOLI – correggono l’effetto cromatico dei quadrupoli
WIGGLERS – aumentano l’emissione di luce di sincrotrone
Equazione fondamentale
per descrivere il movimento di una particella in un acceleratore

Il moto di una particella carica è modificato dai campi


elettromagnetici
r r r r r
= q (E + v × B )
dp E = campo elettrico
r
dt B = campo magnetico

r r
p = m v = momento v
β = ≈1
m = moγ = massa c
Æ particella
r v≈c
v = velocità relativistica

s ≈ ct
q = carica
Campi elettrici
r r r
F = m o a = qE
Accelerazione:
aumento di velocità
+ aumento di energia
con le cavità a radiofrequenza
(come nei linacs)
Accelerazione = aumento di energia

β = v/c
La variazione di
velocità è trascurabile
al di sopra di una certa
energia

Energia cinetica

Velocità delle particelle normalizzata alla velocità della


luce in funzione dell’energia
Campi magnetici
Una particella carica in un campo magnetico uniforme B
descrive un cerchio di raggio ρ
Dalla forza di Lorentz:

qρB = moγ v

B(T ) ρ ( m ) = 3.3 E (GeV ) Rigidità magnetica

I campi magnetici sono usati negli acceleratori per guidare le particelle cariche
nelle loro traiettorie all’interno della camera da vuoto
In ogni acceleratore esiste una traiettoria di riferimento,
sulla quale viaggia la particella nominale
(energia nominale, momenti trasversali nulli).

In un acceleratore circolare tale traiettoria è un’orbita chiusa


formata da archi diy cerchio e tratti dritti
Siccome le particelle fanno traiettorie deviate
rispetto a quest’orbita
servono anche forze focheggianti che le mantengano
vicine ad essa
Frequenza di rivoluzione

v≈c
C 1
To = fo =
v To

DAΦNE (Frascati) LEP (CERN, Ginevra)


C = 100 m C = 27 km
To = 3.3 10 −7 sec To = 9 10 −5 sec

3 milioni di giri/sec 11000 giri/sec


Sistema di riferimento

s x

x – orizzontale
y – verticale
s – longitudinale sulla traiettoria di riferimento
DIPOLI
Curvano la traiettoria

Campo magnetico verticale:


Bx = 0
Bo [T ]
componenti nel nostro
sistema di riferimento B y = Bo
1
ρ
[m ] = 0.3
−1

E [GeV ]
Bs = 0
QUADRUPOLI
focheggiano le traiettorie
fuori asse

campo magnetico forze sulle particelle


Quadrupoli

Componenti del campo


magnetico nel nostro
sistema di riferimento:
Fy

By = −g ⋅ x
Bx = − g ⋅ y
Bs = 0

g [T / m] = cte = gradiente del campo magnetico

k [m ] =
g
−2
=" forza del quadrupolo"

r r r
Forza di Lorentz: F = q (v × B )

la forza di focheggiamento
Fx = qcgx
è lineare in x e y F y = − qcgy

d2x
2
+ kx x = 0 ; kx = +k Un quadrupolo
ds
focheggia in x
d2y e defocheggia in y
2
+ k y y = 0 ; k y = −k
ds
Sequenza FODO

Una sequenza alternata di lenti focheggianti e defocheggianti ha un


effetto totale focheggiante se le distanze tra le lenti non sono troppo lunghe

Il quadrupolo che focheggia nel piano orizzontale,


defocheggia in quello verticale e viceversa

La sequenza FODO focheggia nei due piani


Esempi di magneti in un anello

dipolo quadrupolo

Si può variare l’intensità del campo magnetico modificando


dal sistema di controllo la corrente nelle spire
Magneti permanenti

Quadrupoli usati nelle


zone di interazione di
DAFNE

per alcune applicazioni si usano i materiali a magneti permanenti:


il campo magnetico è fisso, non può essere variato con l’energia;
non consumano corrente
usati
i spesso negli ondulatori delle sorgenti di luce di sincrotrone
Wigglers e ondulatori
Negli anelli di luce di sincrotrone
per aumentare l’emissione di radiazione
si usano i Wigglers e gli Ondulatori:
serie di dipoli a campi alternati
in cui le particelle compiono un’oscillazione
ed emettono luce la cui lunghezza d’onda
dipende dal campo del wiggler
Oscillazioni di betatrone
Una particella con l’energia nominale e con x = x' = y = y' = 0
segue la traiettoria nominale
e passa al centro dei quadrupoli dove il campo magnetico è nullo
Q Q

x
Traiettoria nominale

Se la sua posizione cambia per qualche motivo,


passa fuori asse nei quadrupoli
e oscilla intorno alla traiettoria nominale:
Oscillazione di betatrone
Q
Equazioni di Hill:
D
Oscillatore pseudoarmonico
Termine forzante periodico

⎧ x ' '+ k x ( s ) x = 0


x' ' = 2 ⎩ y ' '+ k y ( s ) y = 0
∂s
g (s) 1
k x (s) = +
Bρ ρ (s) 2

g (s)
k y (s) = −

k x ( s ) = k x ( s + L) = funzione periodica
L = lunghezza circonferenza
Soluzione
Posizione y( s ) = A β ( s ) cos(φ ( s ) + δ )
Angolo y' ( s ) = −
A
[sin(φ ( s ) + δ ) + α ( s ) cos(φ ( s ) + δ )]
(divergenza) β ( s)

y : coordinata trasversa (x o y)
Funzioni di Twiss
A, δ : costanti di integrazione
β ( s)
β : ampiezza di betatrone 1 ∂β ( s )
α ( s) = −
2 ∂s
φ : avanzamento di fase di betatrone
1 + α 2 ( s)
γ ( s) =
ds β ( s)
φ ( s) = ∫
β ( s)
Piano orizzontale : particelle con energia
diversa da quella nominale

Una particella con l’energia diversa da


quella nominale, al passaggio in un dipolo
segue una traiettoria diversa da quella
nominale

L’equazione del moto 1 ΔE


x' '+ k x ( s ) x =
è non omogenea
nel piano orizzontale:
ρ Eo
La soluzione è la somma della soluzione all’equazione omogenea, xβ(s)
e di un termine proporzionale alla deviazione di energia

ΔE
x ( s ) = x β ( s ) + D( s )
Eo

D(s) è la funzione di dispersione, periodica,


viene determinata dai dipoli e dai quadrupoli

Se xo(s) è l’orbita chiusa di


riferimento, per ogni energia Ek
esiste un’orbita chiusa,
Ek − Eo
x k ( s ) = x o ( s ) + D( s )
Eo
intorno alla quale oscillano di
betatrone le particelle con energia Ek

Negli anelli in cui i dipoli curvano soltanto sul piano orizzontale


esiste solo la funzione Dx(s), dispersione orizzontale
Spazio delle fasi di una particella

Area dell’ellisse =
a energia costante
invariante del moto
γ y 2 + 2α y y '+ β y '2 = const = area dell ' ellisse

α, β, γ, variano lungo s; l’area dell’ellisse è invece costante


EMITTANZA

γ y 2 + 2α y y '+ β y '2 = const = ε = area dell ' ellisse


L’area dell’ellisse che contiene tutte le particelle del fascio è
l’emittanza
Momento trasverso

I parametri di Twiss
definiscono la forma e
l’inclinazione
dell’ellisse nello spazio
Dimensione trasversa
delle fasi,
l’emittanza la sua
area.
L’emittanza si conserva qualunque sia la forza magnetica
che agisce sulla particella:
Teorema di Liouville

“Nelle vicinanze di una particella, la


Le unità di misura dell’emittanza sono
densità delle particelle nello spazio delle
m rad
fasi è costante se le particelle si muovono
(dimensione * divergenza)
in un campo magnetico esterno o in
qualunque campo in cui le forze siano
conservative”

Spazio delle fasi in diversi punti dell’acceleratore


Caratterizzazione del fascio

Le particelle di un fascio in un acceleratore non hanno tutte la stessa energia e posizione

L’energia, la posizione e il momento trasverso hanno distribuzioni gaussiane

Il pacchetto di particelle è un
ellissoide a 6 dimensioni:

y Posizione - momento orizzontale


Posizione - momento verticale
Energia - posizione longitudinale

s distribuzione

coordinata
Caratterizzazione di una particella

ΔE/E
x’ y’

x y Δl

Ogni particella ha il suo invariante nei 3


“spazi delle fasi”:
orizzontale, verticale e longitudinale
Dimensione del fascio
Quanto misura il pacchetto di elettroni o positroni all’interno della camera da vuoto?

Negli anelli di collisione e+ e-


La dimensione trasversa σ ( s ) = εβ ( s ) nel piano orizzontale la
del fascio è
σ è tipicamente dell’ordine dei mm
(rms della gaussiana) emittanza mentre nel piano verticale
è circa 100 volte minore
Abbiamo visto:
Orbita chiusa
Oscillazioni di betatrone intorno ad essa
Diverse orbite chiuse per diverse energie VETTORE
Equazioni del moto
Parametri di Twiss e dispersione periodici
⎛ x ⎞
… ⎜ ⎟
⎜ x' ⎟
Trattamento matematico: MATRICI ⎜ y ⎟
⎜ y' ⎟
⎜ ⎟
Ogni particella è caratterizzata da 6 coordinate ⎜ Δs ⎟
⎜ ΔE / E ⎟
Due orizzontali: x, x’ ⎝ ⎠
Due verticali: y, y’
Due longitudinali: s, ΔE/E
Il modo in cui il vettore di una particella si trasforma
quando passa per un elemento dell’anello
viene descritto dalla matrice dell’elemento

⎛1 l 0 0 0 0⎞ Conoscendo le caratteristiche di un elemento


⎜ ⎟
⎜0 1 0 0 0 0⎟ La sua matrice di trasporto è definita
⎜0 0 1 l 0 0⎟
⎜ ⎟
Tratto dritto: ⎜0 0 0 1 0 0⎟
⎜0 0 0 0 1 0⎟
⎜⎜ ⎟ ⎛ 1 ⎞
⎝0 0 0 0 0 1 ⎟⎠ ⎜ cos k l
k
sin k l 0 0 0 0⎟
⎜ ⎟
⎜ − k sin k l cos k l 0 0 0 0⎟
⎜ 0 0 cosh − k l
1
sinh − k l 0 0 ⎟
⎜ −k ⎟
⎜ − k sinh − k l cosh − k l 0 0⎟
Quadrupolo ⎜
0 0

⎜ 0 0 0 0 1 0⎟
⎜ 0 1 ⎟⎠
⎝ 0 0 0 0

⎛ cosθ ρ sin θ 0 0 0 ρ (1 − cosθ ) ⎞


⎜ 1 ⎟
⎜ − sin θ cosθ 0 0 0 sin θ ⎟
⎜ ρ ⎟
Dipolo ⎜ 0 0 1 ρθ 0 0 ⎟
⎜ ⎟
⎜ 0 0 0 1 0 0 ⎟
⎜ 0 0 0 0 1 0 ⎟

⎝ 0 0 0 0 0 1

⎠ ,…
L’anello è descritto matematicamente da una serie di matrici.
Sia per la progettazione che per la simulazione della dinamica del fascio
vengono usati codici di calcolo

Esempio di simulazione
di una regione di anello:
funzioni β di Twiss (nera e rossa)
e Dispersione (verde)
Frequenze di betatrone

Il numero di oscillazioni di betatrone in un giro


1
∫ φ x , y ( s )ds è chiamato
Qx, y =
2π ‘numero di betatrone’ o ‘tuno’
(dall’inglese ‘tune’)

Siccome le oscillazioni vengono guidate dai quadrupoli,


il tuno dell’anello viene determinato dai campi quadrupolari:
più forti sono i quadrupoli, più rapide sono le oscillazioni,
maggiori sono i tuni
Risonanze

La frequenza di betatrone non è un numero intero: se così fosse, qualunque


perturbazione ci fosse in un punto dell’anello sarebbe vista sempre
con la stessa fase, e il suo effetto cumulativo potrebbe essere
distruttivo per la particella

ci sono quindi zone ‘proibite’


nel diagramma dei tuni:
le risonanze

nQ x + mQ y = p , n, m , p interi
Errori di posizionamento o campo
… quanto detto finora si riferisce a un acceleratore ‘ideale’

Nella realtà è impossibile costruire una macchina perfetta:


gli errori di posizionamento dei magneti o di intensità del campo
magnetico costituiscono un elemento della macchina.
Il loro trattamento matematico fa parte della fisica degli acceleratori
tanto quanto ne fa parte l’elettromagnetismo
Orbita chiusa ideale
Caso più semplice:
errore di posizionamento di un quadrupolo
crea un’orbita chiusa che si discosta da quella ideale
lungo tutta la macchina

Orbita chiusa dovuta a un errore


y

posizione della traiettoria: δx


Fy

Il quadrupolo agisce come un dipolo


By = g x
e dà alla traiettoria un angolo
δα proporzionale a gx

L’orbita chiusa che ne deriva è data da

1 δ ( Bl ) k
xk ( s ) = β ( s )β k cos φ ( s )
2 sin πQ x Bρ

Se Qx fosse intero l’orbita sarebbe infinita -> instabile


Cromatismo

L’effetto focheggiante o defocheggiante di un quadrupolo


dipende dall’energia della particella

E = Eo

E > Eo

Il tuno della particella con energia nominale


è diverso dal tuno di una particella con energia diversa

∂Q x , y
C x,y = = cromatismo
∂E E o
σE
Il cromatismo non corretto crea
Sestupoli instabilità al di sopra di certe correnti
(effetto testa-coda: scoperto ad ADONE,
Frascati)
Per correggerlo si usano i sestupoli

B x = 2 Sxy
By = S( x2 − y2 )

Il sestupolo si comporta come un quadrupolo


con un gradiente proporzionale allo spostamento trasversale

I sestupoli introducono i campi non lineari nell’acceleratore


Apertura dinamica:
zona stabile all’interno dell’anello

La presenza di campi non lineari implica


che il moto della particella
non è più un’ellisse nello spazio delle fasi
(non basta l’equazione di Hill).
Il moto diventa più disordinato e può portare a
Instabilità.

L’attraversamento delle risonanze


può portare a perdita della particella

Solo campi lineari


Dipoli e quadrupoli Sestupoli Ottupoli …..
simulazione dello spazio delle fasi con forti campi non lineari
Piano
longitudinale
Cavità rf

Il fascio di particelle viene iniettato r


nell’anello con l’energia ΔE = q ∫ Edt = qV
acquistata nel LINAC. gap
Durante il passaggio attraverso i
dipoli perde energia emettendo t
V = Vˆ sin ∫ ω rf dt ' = Vˆ sin φ ( t )
“luce di sincrotrone”.
Quando passa nella cavità rf ,
ri-guadagna energia. 0
La frequenza rf del campo elettrico della
cavità, frf , è un multiplo intero della
frequenza di rivoluzione, fo

f rf = 2π ω rf = h f o

h = numero armonico

La particella sincrona è la particella


nominale, che arriva alla cavità dopo un
giro, all’istante in cui la fase è quella giusta
per il guadagno nominale di energia

Durante l’accelerazione tutti i campi magnetici vengono


aumentati per seguire l’aumento di energia
Quando l’energia del fascio arriva al valore nominale dell’anello,
la cavità rf restituisce alle particelle solo l’energia che esse perdono
per luce di sincrotrone durante il giro.
Le altre particelle del fascio, oscillano intorno alla particella sincrona,
con lo stesso principio della stabilità di fase nei linacs.

Δφ = φ − φ s
Analogamente ai piani trasversali,
si possono scrivere le equazioni delle
fase
oscillazioni longitudinali, ΔE = E − E s energia
dove le coordinate della particella sono

Ω 2
Oscillazioni di sincrotrone φ&& + s
(sin φ − sin φ s ) = 0
cos φ s

Zone stabili
Radiazione di sincrotrone
Una particella carica che viaggia in una traiettoria curva emette fotoni,
la cui energia dipende dalla massa e dall’energia della particella e dal
raggio di curvatura della traiettoria

Una particella carica che viaggia in una traiettoria curva perde energia.
In un anello di accumulazione l’energia persa viene compensata dalle
cavità a radiofrequenza

4π ro E 4
U= Energia emessa per giro
3 (mc2 ) ρ
3
cavità a rf

Le particelle più leggere emettono più energia.


Come sorgenti di radiazione vengono usati
acceleratori di elettroni o positroni
Emissione di luce di
sincrotrone

Campo magnetico

Energia della particella ρ E ΔE/giro


(m) (GeV) (MeV)
4π ro E 4
E B 3
U = ∝
3 (mc ) ρ
2 3
(mc )
2 3 DAΦNE 1 0.51 0.009

Massa ELETTRA 5.6 2 0.1


Raggio di curvatura della traiettoria
ESRF 23 6 1

LEP 3000 100 1500


Anello di luce di sincrotrone:
nella camera da vuoto dove le particelle curvano si inseriscono finestre di diamante
da dove la luce viene estratta e trasportata alle linee degli esperimenti
Quali sono i ‘limiti’ delle sorgenti di
radiazione ?

Energia

Intensità
Aumentando l’energia di un acceleratore circolare
si aumenta la perdita di energia per luce di sincrotrone:

cavità rf
dipoli
dimensioni totali dell’anello
tutti i campi magnetici

devono essere dimensionati adeguatamente


Intensità: effetti collettivi

Abbiamo visto come


il moto di una singola particella in un
acceleratore è determinato dai campi
magnetici creati dai dipoli e quadrupoli, dal
sistema rf, dalle condizioni iniziali
e dalla radiazione di sincrotrone

Esempio:
Tutte le particelle contenute in N=5 10 10 per bunch
un fascio ad alta intensità sono n = 100
una corrente elettrica con una Qtot= 1.6 10 –19 C x 100 x 5 10 10 = 8 10-7 C
carica non trascurabile I = Q/t = Q fo = 3 10 –6 1.6 10-7 = 2.4 A
I fasci di particelle agiscono Questi campi interagiscono
come sorgente di campi con ciò che li circonda,
elettromagnetici: vengono modificati dalle
condizioni al contorno
self fields (camera da vuoto, cavità,
ecc) e agiscono a loro volta
sul fascio stesso

Ciò può dare origine a una variazione delle frequenze proprie del fascio
(frequenze di betatrone e sincrotrone),
può portare a:
instabilità,
o modifica della distribuzione del fascio,
o allungamento dei pacchetti.

Questi fenomeni si chiamano effetti collettivi


e sono naturalmente collegati al numero di particelle presenti nel fascio
I sistemi che ‘controllano’ gli effetti collettivi sono diversi:
Impedenza di ogni elemento ‘visto’ dal fascio
(camera da vuoto, soffietti, cavità, elementi di diagnostica,….)
Vuoto dinamico
Sistema di feedbacks

Camera da vuoto
esempio di elementi

arco di DAΦNE

soffietto
Diagnostica

Esempio di monitor di posizione:


il segnale elettrico del fascio viene raccolto
da 4 elettrodi, La tensione indotta permette
di risalire alla posizione in x e y del centroide del fascio
Sistema di
controllo

Le informazioni sullo stato di ogni elemento dell’acceleratore


+ le informazioni sulla posizione, intensità, stato del fascio
lette dagli elementi di diagnostica
vengono trasportate alla sala di controllo
dove l’operatore controlla la situazione e
agisce sugli elementi dell’accelaratore
per mantenere e ottimizzare le performance dell’insieme.
Eventuali malfunzionamenti dei vari sottosistemi vengono segnalati
in tempo reale
Collisori particella-antiparticella

Particella-antiparticella circolano in versi opposti


nello stesso anello (es. ADONE)
Vantaggio rispetto ad un fascio contro una targhetta fissa: stessa
E nel centro di massa ma con molta meno E del fascio:

Collisore Targhetta fissa di e-

W ≅ 2 E1 E2 W ≅ 2 E mt + 2mt 2

Per avere 1 GeV nel centro di massa: W = 1 GeV


E1 = E2 =.5 GeV E = 1000 GeV
Vantaggio e+e- rispetto a p anti-p: e+e- puntiformi
Luminosità

• Numero di particelle prodotte nell’interazione:


Luminosità N +N − Numero di particelle collidenti
Lσ ∝
A
Sezione d’urto
Sezione trasversa dei fasci all’interazione

• Limite principale sulla L: interazione fascio-fascio


particella di un fascio vede l’altro fascio come una lente
convergente Æ oscillazioni di betatrone incontrollabili
entro un certo limite

Vantaggio dei 2 anelli separati (DAΦNE)


Se volete saperne di più….

CAS: CERN Accelerator School


Proceedings : http://cas.web.cern.ch/cas/CAS_Proceedings.html

M. Sands, “The Physics of Electron Storage Rings”, SLAC Report 121 (1970)

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