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. 24,00
ISBN 978-88-97277-40-8
COLLANA GREY
Guida alla preparazione Tecnico-Tattica, Fisica e Nutrizionale per gli sport da combattimento a contatto leggero
di Alberto Zurma, Fulvio Marzatico, Massimo Negro
Collana GREY
Copyright 2011 CIESSE Edizioni
Guida alla preparazione Tecnico-Tattica, Fisica e Nutrizionale per gli sport da combattimento a contatto leggero
di Alberto Zurma, Fulvio Marzatico, Massimo Negro
Tutti i diritti sono riservati. vietata ogni riproduzione, anche parziale. Le richieste per la pubblicazione e/o lutilizzo della presente opera o di parte di essa,
in un contesto che non sia la sola lettura privata, devono essere inviate a:
CIESSE Edizioni Servizi editoriali
Via Conselvana 151/E 35020 Maser di Padova (PD)
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ALBERTO ZURMA
Inizia la pratica marziale nel 1977 con il Karate Sankukai
del Maestro Yoshinao Nambu. Nel 1981 passa al Karate
Contact (come si chiamava allora la Kickboxing) presso il
club Centro Sportivo Karate Moderno del Maestro Ezio
Arrigoni di Corsico (MI).
Nel 1983 diventa Istruttore, parallelamente continua la
pratica agonistica nella FIAM-WAKO (Federazione Italiana Arti Marziali) come atleta di Semi e Light Contact fino
al 1988.
In quegli anni, e in quelli a seguire, partecipa a numerosi
Stages con i pi grandi campioni della storia di questo
sport: Benny the Jet Urquidez, Jean Frenette, Ghert Lhemments, Bill Wallace, Dominique Valera, Jeremy Yau, Joe Lewis, Franz Haller, Marco Costaguta e Massimo
Liberati per il settore Kickboxing/Full Contact, mentre Kaopom Lek, Kaluhad Sor
Supawhan, Diego Calzolari e Faelli per la Muay Thai.
Pratica pugilato per 3 anni come amatore e Yoseikan Budo del Maestro Hiro Mochizuki per 1 anno.
Nel 2002 ottiene la Cintura Nera 4 grado FIKB (Federazione Italiana Kickboxing);
sempre in quellanno diventa Istruttore di Malteses Close Combat con il Maestro
Maurizio Maltese. Nel 2003 diventa Istruttore livello B di Krav Maga e nel 2005 di
Shoot Boxe. Su questo argomento partecipa ad altri Stages con il francese Amorim
Florentin, il Maestro Rizzoli di Livorno, Claudio Alberton e Fabio Tumazzo di Milano. Dal 2011 Aspirante Tecnico di pugilato per la FPI (Federazione Pugilistica
Italiana).
FULVIO MARZATICO
Farmacologo, dal 1981 ricercatore presso lIstituto di Farmacologia, ora Dipartimento di Medicina Legale, Scienze
Forensi e Farmaco-Tossicologiche, Sezione di Scienze Farmacologiche e Tossicologiche dell Universit degli Studi
di Pavia.
Dal 1995 componente del comitato scientifico e del consiglio di amministrazione del Centro interdisciplinare di
Biologia e Medicina dello Sport dellUniversit degli Studi di Pavia. Presso la medesima Universit dirige il Laboratorio di Farmacobiochimica, Nutrizione sportiva e Nutriceutica del benessere e ha
attualmente in affidamento diversi insegnamenti di Alimentazione e nutrizione
umana, Metodologie farmacologiche, Farmacologia e Tossicologia applicate allo
sport, Farmacologia e Doping. Docente del Master di Nutrizione umana dellUniver-
sit di Pavia. Ha pubblicato pi di 100 lavori su riviste scientifiche recensite. E componente delleditorial board per il Journal of Sport Medicine and Physical Fitness;
membro dellInternational Society of Sport Nutrition (ISSN) e vicepresidente della Societ Italiana di Nutrizione Sport e Benessere.
MASSIMO NEGRO
Dietista e Dottore in Scienze motorie, da pi di 10 anni collabora con il Prof. Fulvio Marzatico occupandosi di nutrizione e dietetica applicate allesercizio fisico e allo sport.
Co-autore di lavori scientifici, articoli e testi sullargomento, dal 2006 al 2008 stato docente di dietetica presso la
Scuola Interuniversitaria Lombarda per lInsegnamento Secondario (SILSIS). Attualmente docente al Master di Nutrizione umana dellUniversit di Pavia e svolge attivit
dinsegnamento nel campo della nutrizione sportiva per
conto di societ scientifiche, enti di formazione, palestre e
associazioni sportive. Cura i regimi di alimentazione, integrazione e supplementazione di atleti professionisti e dilettanti impegnati in diverse discipline sportive. E coordinatore della commissione scientifica della Societ Italiana di Nutrizione Sport e
Benessere (SINSEB).
a Patrizia e Mirko
senza i quali io non sarei quello che sono
a mia madre
RINGRAZIAMENTI
INDICE
Capitolo 1
Guardia e spostamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La posizione di guardia
La guardia frontale; La guardia semi frontale
Spostamenti, semispostamenti, asse e distanza di combattimento
Lasse di combattimento; Lo spostamento in avanti, indietro, laterale a sinistra
e a destra, continuo a sinistra e a destra; I semispostamenti in avanti, indietro,
a sinistra e a destra; Lo spostamento in rotazione a destra e a sinistra; Lo spostamento in slittamento (trascinamento); La distanza di combattimento: lunga,
media e corta
13
Capitolo 2
I colpi di braccia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Diretto sinistro (Jab); Diretto destro; Gancio sinistro; Gancio destro; Montante sinistro; Montante destro
25
Capitolo 3
31
Capitolo 4
La difesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Schivate, deviazioni, bloccaggi e parate
Schivata su diretto sinistro e destro in flesso torsione; Schivata circolare; Deviazioni; Bloccaggi e parate; Block; Difesa attiva; Contrattacco su attacco avversario; Contrattacco danticipo; Colpire dincontro su attacco avversario; Colpire dincontro su provocazione propria; Inviti; Finte; Difesa passiva
53
Capitolo 5
Tattica e strategia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tattica; Strategia; Esempi di comportamento strategici e tattici; Tattica di combattimento con un avversario pi alto o pi basso
69
Capitolo 6
73
Capitolo 7
Lo stretching . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
87
Capitolo 8
La preparazione atletica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La resistenza
I metodi per migliorare la resistenza
Metodi continui; Metodi alternati; Metodi intervallati
La resistenza anaerobico lattacida
Sviluppo della forza rapida e veloce
Metodi per migliorare la forza rapida
Metodo dei carichi dinamici; Metodo pliometrico; Metodo del circuito; Utilizzo del
carico naturale; Il massimale (come calcolarlo)
Velocit e rapidit
93
Lallenamento
Principi fondamentali; Principi generali
Supercompensazione
Il sovrallenamento
Principali indizi del sovrallenamento
Esercizi e carico di lavoro
Parametri dellesercizio fisico; Il carico di lavoro; Caratteristiche del carico di lavoro; I mezzi di allenamento
Capitolo 9
Capitolo 10
LAlimentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121
I nutrienti nellattivit sportiva
Carboidrati; Proteine; Lipidi; Fibre; Vitamine; Acqua
Sport food, integratori e supplementi
Barrette energetiche; Barrette proteiche; Sport gel; Sport drink; Recovery meal
Integratori Alimentari
Principali integratori utilizzati; Integratori vitaminici e minerali; Oli di pesce; Glucosamina
Supplementi
Creatina; Aminoacidi a catena ramificata
Indicazioni alimentari per lallenamento
Prima dellallenamento; Durante lallenamento; Dopo lallenamento
Cosa mangiare il giorno della gara
Il recupero
Riduzione della massa grassa
Proteine; Carboidrati; Lipidi; Alcol
Le regole per dimagrire con la corsa
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 146
INTRODUZIONE
12
INTRODUZIONE
capitolo 1
GUARDIA E SPOSTAMENTI
LA POSIZIONE DI GUARDIA
er posizione di guardia si intende
la posizione che abitualmente si assume atta ad offrire il minor bersaglio utile ai colpi avversari e che permette le migliori possibilit di attacco,
difesa e contrattacco.
Quando parleremo di guardia si intender convenzionalmente una posizione per
destrimani quindi con piede sinistro
avanzato tenendo i colpi di destro (sia
calcio che pugno), i pi potenti, caricati
indietro.
I mancini dovranno considerare le posizioni invertite.
Nel corso del testo faremo riferimento di
volta in volta alla guardia da utilizzare
nel LC (Light Contact) oppure nella KBL
(Kickboxing Light) essendo ambedue discipline a contatto leggero ma con colpi
differenti.
Per il LC utilizzeremo indifferentemente
sia la guardia frontale che quella semi
Guardia Frontale
CAPITOLO 1
14
Il mento appoggiato allo sterno, quando si va in chiusura con i guanti davanti al viso si fanno intervenire i muscoli
della schiena e del trapezio per contrastare i colpi.
LA GUARDIA SEMI FRONTALE
GUARDIA,
15
SPOSTAMENTI,
SEMI SPOSTAMENTI,
ASSE E DISTANZA
DI COMBATTIMENTO
Lasse di combattimento
Lasse di combattimento
16
CAPITOLO 1
GUARDIA,
Spostamento in avanti
17
Spostamento indietro
18
CAPITOLO 1
SPOSTAMENTO CONTINUO
A SINISTRA
Lo spostamento continuo a sinistra si effettua mediante una successione rapida
di spostamenti laterali a sinistra, pi comunemente, latleta si sposta in modo
continuo quando desidera o costretto
a girare intorno allavversario. Per effettuare questo spostamento continuo a
direzione circolare con aggiustamenti
della distanza in base alle esigenze tattiche, prima si sposter il piede avanti
obliquamente a sinistra per poi usarlo
come asse di rotazione verso sinistra,
quando il piede destro in fase aerea.
Nellesecuzione di questi spostamenti
normale che lampiezza sagittale della
posizione di guardia si riduca.
GUARDIA,
19
Per semispostamento si intende una variazione dellassetto corporeo che avviene mediante lo spostamento di un solo
appoggio. Con questi movimenti, lasse
di combattimento resta invariato. Dopo
aver effettuato lazione sfrutteremo
lazione elastica dellarto che si spostato per far ritornare il piede nella posizione di partenza.
Lutilizzo dei semispostamenti deriva dal
fatto che durante unazione dinamica
non sempre si ha la possibilit di effettuare uno spostamento completo. Spesso, insieme ad un semispostamento, viene effettuata una flesso-torsione del
tronco pi o meno ampia secondo le esigenze tattiche (schivata, colpo dincontro, contrattacco con colpi corti).
In combattimento i semispostamenti servono principalmente ad eludere il primo
colpo di attacco avversario e propiziano
il colpo dincontro o il contrattacco.
Semispostamento in avanti
Semispostamento indietro
SEMISPOSTAMENTO IN AVANTI
Si effettua mediante lo spostamento in
avanti del piede sinistro, la distanza si
riduce, spesso viene eseguito contemporaneamente allesecuzione di colpi diretti o schivate in flesso torsione.
SEMISPOSTAMENTO INDIETRO
Avviene mediante lo spostamento del
piede destro indietro, con conseguente
spostamento allindietro del baricentro
per via dellaccentuata flessione dellar-
20
CAPITOLO 1
SEMISPOSTAMENTI A DESTRA
Consentono lo spostamento a destra del
nostro asse di combattimento, essi avvengono spostando il piede destro nei
modi seguenti:
a destra lateralmente (la distanza non
cambia)
in senso obliquo avanti a destra (la distanza si riduce)
in senso obliquo indietro a destra (la distanza aumenta)
GUARDIA,
21
SPOSTAMENTI IN ROTAZIONE
A SINISTRA O DESTRA
Si effettuano principalmente a scopo difensivo dai colpi diretti avversari e possono permettere un efficace azione di
contrattacco oppure per colpire dincontro.
Si possono effettuare anche dopo un
proprio attacco, per evitare un possibile
contrattacco avversario.
SPOSTAMENTI IN ROTAZIONE
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CAPITOLO 1
SPOSTAMENTO IN SLITTAMENTO
LA DISTANZA DI COMBATTIMENTO
GUARDIA,
23
CAPITOLO 1
24
capitolo 2
COLPI DI BRACCIA
ESECUZIONE:
Dalla posizione di guardia si distende il
braccio sinistro frontalmente ruotando il
pugno verso linterno un attimo prima
dellimpatto, per poi tornare in posizione
di guardia iniziale.
Gli arti inferiori sono leggermente piegati e il baricentro spostato di qualche
grado in avanti, considerando un avversario della nostra stessa altezza il colpo
26
CAPITOLO 2
DIRETTO DESTRO
Diretto destro
COLPI DI BRACCIA
GANCIO SINISTRO
Gancio sinistro
Gancio destro
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28
CAPITOLO 2
Montante sinistro
COLPI DI BRACCIA
29
Montante destro
30
CAPITOLO 2
capitolo 3
CALCI DELLA KICKBOXING
32
CAPITOLO 3
COLPO DOPPIATO
Per colpo doppiato si intende la successione di due colpi portati con lo stesso arto, inferiore o superiore, questi colpi possono avere traiettoria uguale o diversa.
Ad esempio Jab + Gancio sx. oppure
Side kick (calcio Laterale) + High kick
oppure ancora Middle kick + High kick.
TRAIETTORIA DATTACCO DEI CALCI
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CAPITOLO 3
Potremo portare questo calcio in scivolamento come tecnica dattacco permettendoci di avvicinarci allavversario,
mentre, per usarlo come tecnica difensiva o darresto, rimarremo fermi per
non perdere aderenza al terreno e di
conseguenza stabilit.
Il calcio pu colpire anche con tutta la
pianta del piede; al termine dellesecuzione richiameremo la gamba nella posizione di partenza con il ginocchio sollevato, prima di riappoggiarlo a terra.
Questo ci serve per una rapida valutazione tattica e quindi scegliere se doppiare la tecnica con lo stesso calcio od
un altro oppure appoggiare il piede a
terra e continuare concatenando colpi di
braccia o spostarci dalla linea di un
35
36
CAPITOLO 3
Per definizione si intendono calci circolari quelle tecniche di calcio che percorrono traiettorie circolari per arrivare al
bersaglio che pu essere BASSO-MEDIO-ALTO.
CALCIO CIRCOLARE IN LINEA BASSA
(Low kick)
La catena cinetica di questo colpo simile a quella del Low kick cambia solo
laltezza del ginocchio: in fase di caricamento del calcio. Il ginocchio, infatti,
verr utilizzato come un vero e proprio
mirino per avere unidea di dove an-
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CAPITOLO 3
39
40
CAPITOLO 3
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42
CAPITOLO 3
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CAPITOLO 3
scoli posteriori della gamba che spingono verso il basso il calcio per la fase
di impatto.
CALCI SALTATI
(Jumping kicks)
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nico di un incontro, i ritmi sono pi veloci. Resistenza, dinamicit e minor potenza nel portare i colpi creano le condizioni ideali per lutilizzo delle tecniche
sopra citate.
I calci saltati sono di estrema difficolt
tecnica e richiedono un lungo periodo di
allenamento, una buona mobilit, un ottimo timing e unaltrettanta forza
esplosiva degli arti inferiori.
Non tutti i calci si possono effettuare in
salto e non tutti si possono effettuare
con efficacia; quindi possiamo restringere lutilizzo di queste tecniche al CALCIO INDIETRO DIRETTO (Spinning
Backkick) e al CALCIO INDIETRO CIRCOLARE (Spinning Hook kick), da utilizzare il primo come colpo dincontro e
laltro su nostra azione dattacco.
Lesecuzione del calcio in volo identica
a quello eseguito a terra, si avr una
maggior fase di caricamento o impulso
CAPITOLO 3
46
Colpo dincontro
Contrattacco (1 colpo)
Indietro
Spostamento indietro
Semispost. indietro
Dir.sx.
Low kick sx.
Middle kick dx.
Lateralmente
In avanti
Deviazioni
Dir. dx.
Middle kick sx.
Bloccaggi
Spazzata sx.
Dir. dx.
Mon. dx.
Low kick dx.
Colpo dincontro
Contrattacco (1 colpo)
Indietro
Semispost. indietro
Spostamento indietro
Lateralmente
In avanti
Gancio sx.
Middle kick dx
Low kick dx.
Deviazioni
Diretto dx.
Low kick dx.
Spazzata sx
Bloccaggi
Spazzata sx.
Montante dx.
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Su Low kick sx. portato su interno gamba anteriore - (calcio Circolare basso)
Difese
Colpo dincontro
Contrattacco (1 colpo)
Front kick sx.
Front kick dx.
Low kick dx.
Middle kick sx.
Spostamento indietro
Indietro
Cambio guardia
Lateralmente
In avanti
Deviazioni
Bloccaggi
Diretto dx.
High kick dx.
High kick sx.
Block sx.
Colpo dincontro
Contrattacco (1 colpo)
Hook kick sx.
Spinning Back kick dx.
Low kick sx.
Indietro
Spostamento indietro
Semispostamento indietro
Lateralmente
Gancio sx.
In avanti
Spostamento in avanti
Deviazioni
Avambracci incrociati a lato del tronco
Braccio e avambraccio dx. aderenti al tronco
Bloccaggi
Colpo dincontro
Contrattacco (1 colpo)
Indietro
Spostamento indietro
Schivata Circolare a dx.
Lateralmente
Gancio sx.
In avanti
Spostamento in avanti
Diretto sx.
Gancio six.
Gancio sx.
Diretto dx.
Jumping o Spinning Back kick
Spazzata dx. su gamba dappoggio
Spazzata sx.
Middle kick sx.
Deviazioni
Bloccaggi
CAPITOLO 3
48
Su Low kick gamba dietro portato su est. gamba anteriore - (calcio Circolare basso)
Difese
Colpo dincontro
Contrattacco (1 colpo)
High kick dx.
Side kick sx.
Spinning High kick
Indietro
Spostamento indietro
Semispostamento indietro
Lateralmente
Spostamento a dx.
Gancio. sx.
In avanti
Spostamento in avanti
Semispostamento in avanti
Gancio sx.
Middle kick dx.
Dir dx.
Dir sx.
Deviazioni
Bloccaggi
Colpo dincontro
Contrattacco (1 colpo)
Dir dx.
Front kick sx.
Spostamento indietro
Lateralmente
Gancio. sx.
In avanti
Spostamento in avanti
Semispostamento in avanti
Diretto sx.
Hook kick sx.
Front kick dx.
Gancio dx.
Spazzata sx.
Diretto dx.
Montante dx.
Gancio sx.
Low kick dx.
Deviazioni
Bloccaggi
Colpo dincontro
Contrattacco (1 colpo)
Diretto dx.
Low kick sx.
Side kick sx.
Indietro
Spostamento indietro
Semispostamento indietro
Lateralmente
Gancio. dx.
In avanti
Spostamento in avanti
Semispostamento in avanti
Diretto sx.
Side kick sx. trasc.
Front kick dx.
Gancio dx.
Spazzata sx.
Gancio dx.
Gancio sx.
Low kick dx.
Deviazioni
Bloccaggi
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Lateralmente
Colpo dincontro
Gancio sx.
Spinning Hook kick
Spostamento indietro
In avanti
Contrattacco (1 colpo)
Gancio sx.
Diretto dx.
Low kick dx.
Axe kick sx.
Deviazioni
Dir dx.
Bloccaggi
Gancio sx.
Spazzata sx.
High kick sx.
Su Spinning Back kick (dx.) portato al tronco - (calcio allindietro diretto spinto)
Difese
Colpo dincontro
Contrattacco (1 colpo)
Indietro
Spostamento indietro
Diretto dx.
Axe kick dx.
Lateralmente
In avanti
Deviazioni
Bloccaggi
Diretto dx.
Middle kick dx.
Su Spinning Hook kick (dx.) portato al tronco - (calcio Circolare allindietro medio)
Difese
Colpo dincontro
Indietro
Spostamento indietro
Lateralmente
In avanti
Contrattacco (1 colpo)
Diretto dx.
Low kick sx.
Gancio sx.
Deviazioni
Bloccaggi
Diretto sx.
Gancio sx.
Diretto dx.
Middle kick dx.
CAPITOLO 3
50
Su Spinning Hook kick (dx.) portato al volto - (calcio Circolare allindietro alto)
Difese
Colpo dincontro
Indietro
Spostamento indietro
Semispostamento indietro
Lateralmente
Contrattacco (1 colpo)
Diretto sx.
Low kick sx.
High kick dx.
Spazzata sx.
In avanti
Deviazioni
Bloccaggi
Spazzata sx.
Low kick sx.
Gancio dx.
Colpo dincontro
Spostamento indietro
Lateralmente
Spostamento a dx.
In avanti
Contrattacco (1 colpo)
Diretto sx.
Deviazioni
Bloccaggi
SPAZZATE E SQUILIBRI
Spazzata sx.
Diretto dx.
Gancio dx.
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capitolo 4
LA DIFESA
SCHIVATE, DEVIAZIONI,
BLOCCAGGI E PARATE
er schivata si intende lo spostamento di tutto o di una parte del
corpo mediante il quale latleta si
porta fuori dalla linea dazione dellavversario.
Schivare vuol dire spostarsi, lasciare
vuoto lo spazio prima occupato, ma soprattutto vuol dire avere tutti e due i pugni liberi per poter colpire dincontro o
contrattaccare.
Avremo quindi schivate che si applicano
principalmente ai colpi di pugno diritti
portati al volto, come ad esempio la schivata in flessotorsione, che consiste fondamentalmente nello spostare il proprio
corpo tramite una torsione e anteroflessione del proprio corpo, in sostanza si
ruota il tronco verso destra o sinistra spostando contemporaneamente il baricentro
in avanti con o senza semispostamento.
Le schivate, in genere, vengono effettuate tutte verso lesterno alla traiettoria
del colpo avversario; diversamente, ci si
troverebbe ad essere esposti al Diretto
destro oppure ad un ginocchio che si
solleva per sferrare un calcio nel caso di
una combinazione di colpi avversari. Se
obbligati, per qualsiasi motivo, a effettuare una schivata che ci porta allinterno della guardia avversaria sar opportuno unire anche un colpo dincontro che tenda a fermare o rallentare
lazione avversaria.
Schivata in flesso-torsione a sx
54
CAPITOLO 4
SCHIVATA SU DIRETTO
Dalla schivata in flesso torsione possiamo fare scaturire diverse azioni quali:
Colpire dincontro
LA
DIFESA
Colpire di rimessa
55
56
CAPITOLO 4
LA
Per colpire dincontro, come abbiamo visto, occorrer sferrare il colpo mentre il
colpo avversario percorre la sua traiettoria; quindi si dovr eseguire schivata e
colpo dincontro in maniera contemporanea.
Il contrattacco o rimessa, se prima
avremo effettuato la schivata in flesso
torsione, sar favorito dalla reazione
elastica dei muscoli addominali combinata alla spinta del piede dalla parte
dove si effettua la schivata.
Questo tipo di schivata si pu effettuare
nelle varie modalit di spostamento: da
fermo, in semi-spostamento avanti, in
semi-spostamento indietro, in obliquo
avanti, in obliquo indietro.
DIFESA
SCHIVATA CIRCOLARE
Con gli stessi spostamenti sui Ganci diretti al volto, alla media distanza, effettueremo la schivata circolare, questa ci
permette unottima difesa dai colpi e la
possibilit di continuare favorevolmente
lazione.
Per schivata circolare si intende una serie di movimenti che permettono al capo di evitare il colpo percorrendo una
traiettoria circolare; mediante una rapida flessione degli arti inferiori ci abbasseremo quel tanto che basta per passare
sotto il colpo avversario, che sapremo
indirizzato al volto.
Il tronco non dovr flettersi in avanti in
maniera troppo accentuata (infrazione al
regolamento e possibilit di prendere una
ginocchiata al volto), ma dovr compiere
una leggera torsione nel senso da dove
arriva il colpo avversario (ad es. su gancio dx avversario ruoter a sinistra).
In una situazione del genere il nostro
contrattacco di rimessa o dincontro
pu avvenire con colpi di braccia, montanti o ganci cercando di sfruttare la
reazione elastica proveniente dalla posizione del corpo e dalla distribuzione
del peso, (ad esempio schivando verso
destra si potr portare, un montante si-
57
58
CAPITOLO 4
Diretto destro
LA
DIFESA
DEVIAZIONI
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60
CAPITOLO 4
BLOCCAGGI e PARATE
Deviazione di gomito
LA
DIFESA
una forma di difesa passivao copertura negli scambi sulla media/corta distanza quando un atleta costretto a difendersi mentre aspetta il momento
buono per un repentino contrattacco. In
questo caso il movimento a carico
della reazione elastica del bacino, che
lancia il gomito ad intercettare il colpo.
BLOCK
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CAPITOLO 4
LA
DIFESA
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64
CAPITOLO 4
3- spostare il peso in avanti avanzando anche col piede avanti, avvicinarsi allavversario e colpire con Diretto destro o gancio sinistro.
LA
DIFESA
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66
CAPITOLO 4
DIFESA ATTIVA
possibile ruotare allinterno il bacino facendo perno sulla punta del piede sinistro per intercettare il calcio col ginocchio, questa rotazione verso linterno ci
dar la possibilit di sfruttare il movimento elastico contrario per sferrare un
Diretto destro, oppure si potr effettuare
un ammortizzamento aprendo la gamba
sinistra verso lesterno e allindietro, in
modo da trovarci in guardia opposta e
sfruttarla per ripartire con un Middle
kick con la stessa gamba una volta appoggiato il piede sinistro a terra.
I Low kick sulla gamba destra (o arretrata) sono meno utilizzati, dato che lattaccante si deve esporre parecchio per
raggiungere la gamba arretrata eventualmente, potrebbe approfittarne per
colpire linterno della gamba arretrata
mentre lavversario esegue un attacco
utilizzando la gamba anteriore.
In ogni caso i bloccaggi si effettuano
allo stesso modo dei calci portati sulla
gamba anteriore.
Il contrattacco danticipo avviene quando latleta, prevedendo dagli atteggiamenti o dalla postura linizio di un possibile attacco, inizia il proprio contrattacco prima che lavversario inizi a colpire.
COLPIRE DINCONTRO
SU ATTACCO AVVERSARIO
LA
INVITI
Per inviti si intendono particolari atteggiamenti provocatori che inducono lavversario a sferrare colpi o a compiere
azioni prevedibili, per creare, delle aperture nella guardia avversaria fornendoci
lopportunit per un contrattacco.
Gli inviti consistono nel lasciare indifesa
una parte del proprio bersaglio in modo
che lavversario sia indotto a colpire
quella parte con colpi prevedibili, (ad
esempio quando si aprono le braccia lasciando intendere un varco nella guardia). Si pu quindi presumere che l con
ogni probabilit verr indirizzato un
colpo.
Lutilizzazione di questo tipo di tecnica
richiede particolare abilit in quanto
pu esporre ai colpi avversari.
FINTE
DIFESA
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La difesa passiva in chiave tattica prevede le azioni che annullano gli attacchi
avversari senza che queste siano seguite
da azioni offensive.
Questo tipo di difesa comunque abbastanza raro; pu venire utilizzato dallatleta che per ragioni di stanchezza organica e muscolare, o dopo aver ricevuto un colpo, o una serie di colpi che
lo hanno momentaneamente messo in
condizione di inferiorit, cerca di arginare loffensiva avversaria per arrivare
alla fine della ripresa e recuperare energia.
Un esempio classico di difesa passiva
il lavoro di distanza: per stare a distanza si intende tutti quei movimenti
che tendono a mantenere una distanza
tale che i colpi avversari non possono
raggiungere il bersaglio.
Un atleta che stanco, oppure intende
diluire le proprie azioni di combattimento, adotter questa difesa.
La difesa passiva basata sulla distanza
caratterizzata da spostamenti successivi
in pi direzioni, o in una sola, senza
compiere azioni offensive.
capitolo 5
TATTICA E STRATEGIA
TATTICA
STRATEGIA
70
CAPITOLO 5
di attacco e contrattacco nelle tre distanze con tutti gli elementi tecnici utilizzabili nelle varie situazioni tattiche)
permette al kickboxer di impiegare, a livello sempre pi elevato, modi o stili di
combattimento differenti, conformemente allo stile di combattimento utilizzato dallavversario.
I comportamenti fondamentali saranno:
Sferrare un numero crescente di
combinazioni di colpi eseguendo
cambi permanenti di velocit
Passare repentinamente da azioni
di difesa ad azioni di contrattacco
Mantenere elevato il livello della
resistenza speciale
Avere un ampio repertorio di
azioni (finte, simulazioni dattacco) che preparino limpiego con
successo di azioni specifiche
Avere un livello elevato di qualit
nel portare un colpo (esplosivit,
precisione, resistenza, forza)
Creazione di un modo di combattimento individuale orientato
verso lattacco che permetta di affrontare con successo tutti i modi
di combattimento avversari
Grande variabilit tattica in attacco e in contrattacco su tutte e
tre le distanze di combattimento
Buon padroneggiamento di varianti tattiche del combattimento
su tutte le distanze compresa la difesa ed il passaggio da una distanza allaltra
Grande velocit nei movimenti,
buone qualit di forza e souplesse
Sviluppo delle propriet specifiche
come il potere di osservazione, la
capacit di cambiare ed adattarsi
rapidamente a tutte le situazioni
indotte dalla tattica avversaria
Cambio continuo della distanza
per creare momenti di sorpresa
Sicurezza negli attacchi
C on u n avvers ario p i al to
naturale che un atleta longilineo prediliga combattere alla lunga distanza o
perlomeno ad una distanza adeguata per
mettere a segno i suoi colpi e nello
stesso tempo stare lontano dai vostri.
Come agire in questo caso?
Per prima cosa cercare di non offrire
mai un bersaglio fisso allavversario sul
quale possa concentrare lattacco, ma
spostatevi il pi possibile in tutte le direzioni sia con piccoli movimenti delle
gambe e del tronco sia con ampi spostamenti, in modo da cambiare completamente lasse di combattimento e costrin-
TATTICA
E STRATEGIA
71
Con u n a vver s a r io p i ba s so
Lallungo e la velocit di esecuzione dei
colpi sono la vostra arma vincente: tutto
sta nel saperle sfruttarle al meglio.
Ovviamente lavversario, essendo pi
basso di voi, dovr cercare di avvicinarsi
pressandovi continuamente.
In questo caso utilizzate colpi semplici e
veloci che hanno la funzione di impedire lattacco (ad es. jab o calcio frontale
e circolare gamba avanti), seguiti subito
da spostamenti di lato o allindietro per
rientrare immediatamente dopo con
combinazioni di gambe/braccia.
Per un atleta longilineo importante saper colpire indietreggiando cercando di
mantenere sempre la distanza adatta al
proprio modo di combattere.
Uno degli esercizi migliori per apprendere questo modo di combattere lo
Sparring con un avversario che avanza
colpendo continuamente, nel momento
in cui lavversario riesce ad avvicinarsi
troppo, mettendovi allangolo e togliendovi la distanza, conveniente avvicinarsi ulteriormente come in fase di
clinch con gomiti e braccia ben chiuse,
portare avanti il piede destro e ruotare
spostandovi allesterno della guardia avversaria.
capitolo 6
GLI ATTREZZI PER LALLENAMENTO
ture,
Esistono sacchi di differenti misure, fatture e materiali, in funzione della lunghezza e del peso hanno un suo specifico utilizzo ed una precisa collocazione
nel contesto didattico-metodologico.
Questi sono:
II sacco leggero
II sacco medio
II sacco pesante
Il sacco leggero lungo circa 50/80 cm
74
CAPITOLO 6
per un peso di 8/10 kg viene tenuto appeso ad una altezza media, ossia adatta
a qualunque atleta. Data la sua ridotta
dimensione ed il modesto peso si presta
per un impegnativo lavoro tecnico basato su unalta frequenza di colpi a
bassa intensit (impatto).
Il lavoro sugli arti inferiori (spostamenti), e la possibilit di schivare in vari
modi e di spostarsi intorno al sacco che
oscilla abbondantemente, rende lallenamento particolarmente impegnativo.
Solitamente non si portano calci su questo tipo di attrezzo, che serve prevalentemente per allenare la mobilit.
Il sacco medio, pesa circa 20/30 kg (in
media 1/3 del peso di un atleta), la sua
lunghezza pu variare a seconda della
disciplina praticata; viene impiegato per
allenare la velocit di esecuzione dei
colpi portati che viene aumentata mediante il sistema delle ripetute.
Lausilio delle ripetute in velocit permette laumento della resistenza specifica mantenendo elevata la capacit
desecuzione dellatleta; questo consente
alla frequenza cardiaca di aumentare
sino a raggiungere i 180/220 battiti al
minuto.
Per allenarsi con il metodo delle ripetute, latleta dovr colpire il sacco al
massimo della velocit per un determinato numero di secondi e di un numero
prestabilito di serie, effettuando la stessa
tecnica/combinazione, sia di braccia o di
gambe, con pause di circa 8-10 secondi,
nelle quali latleta far dei profondi respiri saltellando in scioltezza (riposo attivo).
Il sacco pesante pesa circa 40/50 kg (in
media 2/3 del peso di un atleta) e, come
per il sacco leggero, varia la lunghezza.
Dal momento che nella kickboxing sono
ammesse tecniche di calcio sulle tre li-
GLI
Il sacco pesante
75
76
CAPITOLO 6
LO SCUDO
Lo scudo un attrezzo a forma di parallelepipedo o ovale, di dimensioni abbastanza grandi e con una spessa imbottitura; viene impiegato principalmente
per allenare le tecniche di calcio su tutte
le tre linee di combattimento.
A seconda della posizione con cui lallenatore mette lo scudo, latleta pu colpire di potenza, ma soprattutto con
molta precisione.
Lo scudo pu essere un sostituto del
sacco, lallenatore, chiamando i colpi allatleta con comandi verbali, gli permette di esercitarsi sia in velocit, sia in
potenza, tenendo sempre sotto controllo
le sue capacit coordinative.
I PAO
GLI
Combinazione 1
1 - Diretto sinistro
3 - Gancio sinistro
4 - Diretto destro
77
78
CAPITOLO 6
Combinazione 2
1 - Diretto destro
3 - Gancio destro
GLI
Combinazione 3
4 - Diretto destro
2 - Gancio destro
79
80
CAPITOLO 6
I GUANTI DA MAESTRO
GLI
Combinazione 1
1 - Gancio sinistro
4 - Diretto destro
2 - Montante sinistro
5 - Diretto sinistro
81
82
CAPITOLO 6
Combinazione 2
1 - Montante destro
3 - Diretto destro
4 - Gancio sinistro
GLI
LA PERA
Colpo docchio
Precisione dei colpi
Spostamenti sul tronco
Gioco di gambe
La pallatesa
83
84
CAPITOLO 6
Prima di iniziare un qualsiasi allenamento importante eseguire il bendaggio delle mani per limitare il pericolo di
infiammazioni o addirittura micro
traumi.
Il bendaggio mantiene la mano compatta e solidale col polso allinterno del
Il bendaggio
GLI
85
La corda
86
CAPITOLO 6
capitolo 7
LO STRETCHING
88
CAPITOLO 7
METODI DI ALLUNGAMENTO
Esistono due tipi di allungamento muscolare che vengono utilizzati maggiormente, sia per la facilit di esecuzione
che per la qualit dei risultati.
I l m et odo d i An d ers on o allungamento
passivo, si effettua nel seguente modo:
ricerca della posizione per il fascio
muscolare che si vuole allungare in
6/8 secondi
mantenimento con allungamento
muscolare della posizione in tensione continua per 20/30 secondi al
massimo evitando dolori acuti e irrigidimento
ritorno alla posizione di partenza in
6/8 secondi.
I l me to d o
c o nt r az io n e- r il a sc io - co n tr a zi o ne
dei muscoli agonisti o metodo Solveborn.
Questo metodo prevede lintervento attivo (contrazione) dei muscoli agonisti
cio quelli che si stanno allungando. Ad
esempio se vogliamo allungare i muscoli
posteriori alla gamba (bicipite femorale):
prima contrarre al massimo il muscolo posteriore della coscia spingendo contro una resistenza fornita
da un compagno o da un ostacolo
(uno step, un gradino o il terreno
stesso) per 10/30 secondi
poi rilassare il muscolo contratto per
4/5 secondi
passare allallungamento per 20/30
secondi del muscolo posteriore.
Se invece vogliamo allungare gli adduttori interni delle cosce:
seduti, in leggera divaricazione con
un compagno che tiene fermi i piedi
cercare di chiudere le gambe spin-
LO
89
STRETCHING
Stretching passivo
CAPITOLO 7
90
1a
2a
Metodo Solveborn, le frecce indicano il senso della spinta per contrarre il muscolo da allungare.
Fig.1 contrazione; fig. 2 allungamento; fig. 1a contrazione; fig. 2a allungamento
LO
STRETCHING
91
capitolo 8
LA PREPARAZIONE ATLETICA
P re a tl et is mo g en er a l e
P re a tl et is mo sp ec ia l e
o pr ep a r a zion e a tl eti ca
S vil u pp o d el l a for za
Il termine preatletismo generale intende una preparazione atletica atta a
migliorare le condizioni e le prestazioni
fisiche generiche.
In pratica laddestramento che si effettua durante le normali lezioni in palestra e comprende tutta una serie di esercizi che, oltre ad avere funzione di riscaldamento generale, d ai praticanti,
che si accostano per la prima volta agli
sport da combattimento, alcune prime
nozioni su corsa, stretching e potenziamento muscolare.
La preparazione atletica, invece, il
condizionamento fisico, muscolare e
cardiorespiratorio che mette uno sportivo nelle condizioni fisiologiche ottimali per poter affrontare una pratica
sportiva con la massima efficienza possibile.
Se questo tipo di addestramento pu essere trascurato per la pratica di sport a
livello amatoriale, diventa invece essenziale per competere a livello agonistico.
I mezzi e le metodologie che vengono
adottati per la preparazione atletica variano per ogni disciplina sportiva; il loro
scopo generalmente quello di migliorare le caratteristiche di resistenza,
94
CAPITOLO 8
guanti da maestro o le ripetute ai colpitori a scudo o pao per migliorare velocit e potenza dei calci.
ASPETTI AEROBICI
DELLA RESISTENZA
Per un kickboxer il meccanismo aerobico assume importanza fondamentale
nelle pause (fra un round e un altro, fra
un incontro e un altro). Chi possiede un
meccanismo aerobico efficiente riuscir
pi rapidamente a ripianare i debiti di
ossigeno contratti nei momenti di massimo impegno.
Occorre allenare quindi sia le componenti centrali (capacit del cuore di
pompare una maggiore quantit di sangue) sia le componenti periferiche (capacit dei muscoli di utilizzare lossigeno
che il sangue porta ad essi).
Lallenamento per la resistenza determiner nel tempo:
aumento del diametro e del numero
dei capillari muscolari con relativo
migliore irroramento sanguigno e
scambio periferico
aumento di volume delle cavit cardiache e della forza di contrazione
del cuore (sistole e diastole)
migliore regolazione della distribuzione sanguigna tra carico e recupero
diminuzione della frequenza cardiaca a riposo
aumento del volume del sangue e
dei globuli rossi, capacit di assorbimento ed utilizzo dellossigeno
aumento delle capacit tampone
del circolo sanguigno sulla formazione di acido lattico
aumento dei volumi polmonari
miglioramento del processo di termoregolazione corporeo.
LA
PREPARAZIONE ATLETICA
I METODI
PER MIGLIORARE
LA RESISTENZA
METODI PER LO SVILUPPO
DELLE CAPACITA AEROBICHE
95
Hanno la caratteristica di durata, con alternanza di richieste tali da far contrarre, per breve tempo, il debito di ossigeno (e produzione di acido lattico)
che viene recuperato continuando il lavoro a ritmi pi bassi.
In questo modo viene quindi migliorata
la capacit di recupero del debito di ossigeno durante il lavoro stesso.
Gli stimoli di alternanza producono anche adattamenti ed elevazione delle funzioni degli apparati cardiocircolatorio e
respiratorio, in pratica vanno a superare
i livelli prestativi raggiunti con il lavoro
lungo e medio.
La metodologia prevede un lavoro medio o medio lungo a ritmo moderato, al
quale si alternano momenti pi brevi a
ritmo pi veloce per tutta la durata dellesercizio.
Tra questi metodi tipico il FARTLEK che
(nella corsa) si snoda in ambiente naturale vario con presenza di salite, discese,
ostacoli e altre situazioni che favoriscono
lalternanza del ritmo di lavoro.
In pratica, allinterno della seduta di
corsa, si aumenta la velocit per 1-2-3
minuti o pi per poi tornare alla velocit
iniziale e ripartire quando ci si sente
pronti per una nuova prova o quando si
raggiunta una frequenza cardiaca
dalla quale si deciso di ripartire.
Proprio per la variabilit dei parametri
di velocit, durata e recupero, le sedute
di fartlek possono essere pi o meno impegnative; per questo motivo sono prerogativa di persone che hanno buona
esperienza e sensibilit allo sforzo.
E possibile applicare lo stesso metodo
96
CAPITOLO 8
anche in palestra con lausilio degli attrezzi (sacco, colpitori, pao o guanti da
maestro), passando da un lavoro medio
a scariche di colpi alla massima velocit
per poi tornare al ritmo precedente da
utilizzare come recupero attivo.
METODI INTERVALLATI
INTERVAL TRAINING
E un metodo di allenamento che prevede limpegno fisico sempre su distanze
brevi (200-300-400 metri), in serie e con
tempi programmati; le pause, in genere,
sono pari al tempo di lavoro ed il recupero pu essere effettuato correndo ad
un ritmo lento.
Il metodo classico dellInterval Training
Friburghese prevede che non si riparta
prima che la frequenza cardiaca non sia
scesa intorno ai 120 battiti al minuto.
Questo riferimento certamente utile
per chi si avvicina per le prime volte ai
metodi di allenamento intervallato.
I parametri da tenere sempre in considerazione sono:
distanze e/o intensit del lavoro
numero delle ripetizioni e degli intervalli
durata dellintervallo di recupero fra
le ripetizioni
condizioni cardiache nelle fasi di
recupero
frequenza degli allenamenti settimanali.
Progressione nello sforzo e tenuta
costante per tutto il lavoro migliorano la capacit di gestione dello
sforzo allinterno dei round.
METODO DEL CIRCUITO
Si effettua nel modo seguente:
da 6 a 12 stazioni con esercizi che
coinvolgono una o pi masse muscolari ad ogni stazione
carichi naturali o piccoli sovraccarichi
LA RESISTENZA ANAEROBICO
LATTACIDA
Per allenare la resistenza lattacida vi la
necessit di compiere allenamenti di
tipo intensivo. In questi allenamenti la
fatica si fa sentire in ogni distretto muscolare, ma sono quelle sessioni di allenamento che, se correttamente inserite,
aiutano lorganismo a costruire i picchi
di prestazione.
Svolgendo un lavoro ad intensit elevata, le riserve energetiche presenti nei
muscoli si esauriscono nel giro di pochissimi secondi; continuando il lavoro
si attiva il meccanismo energetico
anaerobico lattacido. Il lavoro, in pratica, si svolge in assenza di ossigeno.
Nel caso lintensit del lavoro sia moderata, lintervento dellossigeno sufficiente a supportare il lavoro stesso, nel
caso di attivit molto intensa, invece, le
reazioni muscolari creano energia di rapida formazione ma producono uno
scarto chiamato acido lattico.
Questo meccanismo fa in modo che si
abbia una produzione di energia 2,5
volte pi veloce rispetto al lavoro aerobico ma di breve utilizzo in quanto, con
laumento della durata dellesercizio, la
continua produzione di lattato manda i
muscoli in acidosi.
A causa di questo il muscolo comincia
LA
PREPARAZIONE ATLETICA
97
98
CAPITOLO 8
Nel primo esercizio si sviluppano velocit e recupero; nella serie dei 1000 metri si sviluppa la potenza aerobica, per
finire con la serie finale dei 300 metri
che coinvolge il sistema a debito di ossigeno.
Questi allenamenti creano una difficolt
iniziale riguardo lo smaltimento lattacido. Continuando con la serie di potenza aerobica, si vanno a sollecitare i
ritmi di gara con le fibre muscolari gi
in condizioni critiche.
Finendo con una nuova serie di ripetute
brevi a recupero non completo, si vanno
a cercare velocit in condizioni di muscolo quasi saturo.
LA
PREPARAZIONE ATLETICA
99
100
CAPITOLO 8
LA
PREPARAZIONE ATLETICA
101
102
CAPITOLO 8
genere questa si ha quando latleta si sopravvaluta e sceglie unaltezza eccessiva. Il secondo balzo in avanti permette
di misurare effettivamente il risultato
ottenuto e i progressi. Si deve notare che
bruciare le tappe incrementando troppo
velocemente laltezza non sempre positivo: il sistema nervoso centrale inibisce la capacit elastiche quando si accorge che non in grado di controllare
la caduta. Un esercizio scomposto ottiene pertanto leffetto contrario a quello
voluto.
IL METODO DEL CIRCUITO
LA
PREPARAZIONE ATLETICA
sul posto portando i pugni, sollevamento del ginocchio gamba anteriore + diretto destro e spostamento
indietro, esercizi per gli addominali,
pugni e calci a vuoto, sprint in pista
di 10/20/30 metri).
Il numero di serie da effettuare per ogni
tipo di esercizio o raggruppamento muscolare di 6-12.
TEST
Un semplice test per verificare i miglioramenti della forza esplosiva degli arti
inferiori il T es t d i Se a r gen t che consiste nellutilizzo di una tavola di misurazione fissata ad una parete, sulla
quale, il soggetto apporr un segno nel
punto pi alto raggiunto dopo aver effettuato un salto con caricamento degli
arti inferiori a 90 tenendo il braccio
teso verso lalto.
Il punto dove si avr lasciato un segno,
con le dita bagnate di acqua o sporche
di gesso sar confrontato con quello lasciato nelle settimane a seguire per
quantificare i progressi.
IL MASSIMALE
103
104
CAPITOLO 8
praticata, verr determinato il massimale dei pi importanti distretti muscolari impiegati. Esempio: nella kickboxing importante potenziare i muscoli
posteriori e anteriori della coscia, i polpacci, gli addominali, i muscoli lombari,
dorsali, pettorali, deltoidi e quelli del
braccio. I test pi indicati per il potenziamento degli arti inferiori sono quelli
eseguiti alla leg extention (quadricipiti),
oppure lo squat (muscoli coinvolti: anteriori e posteriori della coscia, grande
gluteo, trapezio).
Per il distretto superiore importante
eseguire le distensioni delle braccia su
panca piana (principali muscoli coinvolti: pettorali, brachiali e deltoidi), oppure la girata al petto in semiaccosciata
(flessori del busto, quadricipiti, muscoli
delle spalle e delle braccia).
Definiti i distretti muscolari impiegati ed
i relativi esercizi, si dovr determinare la
percentuale di carico massimo da usare
per ogni distretto e le relative serie e ripetizioni. Qui entrano in gioco i diversi
tipi di forza da sviluppare: massimale,
esplosiva, veloce o resistente. Nel caso
della kickboxing, per esempio, le principali forze da sviluppare sono quella
esplosiva [6-7 ripetizioni al 60-70% di
una RM(ripetizione massimale) per 2-3
serie con recupero di 2-3 minuti per serie] e quella veloce (10-12 ripetizioni al
50% circa di una RM, per 3-4 serie; rec.
2 minuti per serie).
Riuscire a stabilire i massimali per ogni
gruppo muscolare, molto importante:
consente, prima di tutto di indicarci il
nostro stato di forma prima di iniziare
un preciso allenamento, in seguito ci indicher i miglioramenti, stazionamenti o
regressioni.
Stabilire il massimale di un esercizio, ci
permette di formulare tabelle specifiche
per il lavoro della forza, velocit e resistenza, che sappiamo dato dal rapporto % di carico di lavoro, ripetizioni e
recupero.
VELOCIT E RAPIDIT
Questo termine definisce la capacit di
eseguire azioni motorie in un tempo minimo senza produzione di affaticamento.
Il complesso velocit costituito da un
insieme di passaggi e fattori:
1) Rapidit di reazione: quella capacit
che permette di iniziare una risposta cinetica il pi rapidamente possibile dopo
aver ricevuto uno stimolo percettivo.
A livello biochimico, in questa fase di
tempo di reazione, abbiamo una risposta
pi rapida se:
il sistema nervoso molto efficiente
e invia impulsi molto velocemente
i substrati energetici e le concentrazioni enzimatiche sono ottimali e
sussiste la possibilit di un loro rapido utilizzo.
A livello organizzativo per quel che riguarda il tipo di risposta, dopo aver
avuto uno stimolo percettivo, avremo:
un livello del segnale, che potr essere uditivo, visivo, tattile, propriocettivo etc
una selezione percettiva dei segnali
per scegliere quelli giusti per lorganizzazione della risposta cinetica
appropriata.
Il livello di familiarit con il segnale e la
condizione fisica ottimale determinano
una risposta pi efficace.
2) Rapidit di azione: segue la fase di
reazione e consiste nella rapida costruzione di un singolo gesto intenzionale
nella sua globalit.
Anche la scelta tattica rientra in questa
definizione: essa dipende essenzialmente
da:
possibilit di attivazione di un elevato numero di fibre muscolari
bianche, grazie allottimale frequenza degli stimoli nervosi
LA
PREPARAZIONE ATLETICA
105
LALLENAMENTO
PRINCIPI FONDAMENTALI
Ogni tipo di attivit fisica determina sullorganismo effetti di natura fisiologica;
una ripetizione sistematica e continuativa scatena nel tempo, una reazione di
difesa e di adattamento con conseguenti
risposte funzionali pi economiche e resistenti al fine di un migliore rendimento.
Lallenamento un processo pedagogico educativo continuo che si concretizza nellorganizzazione dellesercizio
fisico ripetuto in quantit, qualit ed intensit tali da produrre carichi progressivamente crescenti che stimolano i processi fisiologici di supercompensazione
dellorganismo e favoriscono laumento
delle capacit fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dellatleta al fine di esaltarne e consolidarne il rendimento in
gara (Prof. Carlo Vittori).
PRINCIPI GENERALI
Continuit: lallenamento deve
svolgersi con continuit nel tempo
eliminando periodi di riposo eccessivamente lunghi, che creano i presupposti di adattamento allinattivit con conseguente perdita del lavoro precedentemente svolto. La frequenza degli allenamenti, pertanto,
anche in periodi di riduzione del lavoro, dovr essere tale da garantire
almeno il mantenimento di quanto
acquisito fino a quel momento.
Variabilit: lallenamento sar pi
redditizio e pi facilmente gradito
quando comprender una serie molteplice di esercizi ed attivit studiati
in forma e successione tale da evitare linsorgere della noia e dellaffaticamento nervoso, fattori questi,
che riducono sensibilmente la capacit applicativa e linteresse dellatleta. La variazione degli esercizi e
106
CAPITOLO 8
dei metodi evita anche la formazione di barriere ovvero impedimenti allulteriore sviluppo delle capacit motorie.
Sistematicit: lorganizzazione razionale tra le sedute di allenamento
e la frequenza con cui vengono proposti alcuni tipi di esercitazioni.
Ciclicit: i carichi vanno organizzati
in relazione ai diversi periodi programmati; pertanto devono avere le
caratteristiche quantitative e qualitative proprie del ciclo di allenamento (ad esempio ad inizio stagione o nel periodo post competizioni).
Individualizzazione: da un iniziale
programma generale applicabile a
tutti si dovr gradualmente passare
alla ricerca di uno schema di allenamento personalizzato che tenga
quindi conto delle peculiarit psichiche e fisiche dellatleta e dei risultati
da conseguire.
Apprendimento: ogni esercizio, anche il pi semplice, necessita di un
periodo pi o meno lungo di apprendimento affinch latleta impari
ad eseguirlo correttamente. Con la
ripetizione sistematica del gesto, migliora inoltre la sensibilit neuromuscolare.
Durante la fase di apprendimento si possono utilizzare due metodi:
Analisi: il movimento completo
viene scomposto in una serie di movimenti pi semplici da apprendere
singolarmente e solo in un secondo
tempo verr ricomposto ed eseguito
il movimento originario (ad es. un
calcio che utilizza il movimento di
perno o di slittamento, un calcio
ruotato, la catena cinetica nellesecuzione del diretto destro).
Sintesi: lesecuzione completa del
gesto atletico, gradualmente poi si
interviene nel correggere gli errori
il meccanismo che fa scattare lallenamento per cui, attraverso adeguati stimoli, (esercizi) si tende ad instaurare
ladattamento-risposta ai carichi e allo
stress, ovvero vengono a crearsi i presupposti per resistere nel tempo a stimoli
di maggiore entit.
Per attuare il meccanismo di supercompensazione necessario che lo stimolo
allenante si ponga entro certe soglie, infatti:
Stimoli blandi e continui: creano
un iniziale adattamento in persone
non allenate. Sono inefficaci e peggiorano la condizione di forma generale in atleti allenati.
Stimoli di media entit e continui:
permettono un momentaneo mantenimento del livello di efficienza raggiunto che nel tempo tender leggermente a decrescere. Se lo stimolo
non subisce infatti opportuni incrementi di intensit e volume vengono
a crearsi delle vere e proprie barriere oltre le quali non possibile
andare.
Stimoli adeguati nellintensit e
volume: unottimale programmazione del numero di allenamenti e
recuperi comporta la migliore situazione di adattamento-risposta ai carichi.
Stimoli troppo elevati ed errati periodi di recupero (troppo ravvicinati): peggiorano rapidamente la
condizione di allenamento. In questo caso si pu andare incontro allo
stato patologico di sovrallenamento,
oltre a possibili traumi sugli organi
e apparati eccessivamente sollecitati.
LA
PREPARAZIONE ATLETICA
IL SOVRALLENAMENTO
(Overtraining)
107
A livello di prestazione
minore capacit di prestazione
recuperi meno rapidi
minore tolleranza ai carichi
peggioramento tecnico e riaffiorare
di vecchi errori
minore forza (soprattutto massima)
A livello fisiologico
frequenza cardiaca a riposo pi alta
variazioni di pressione arteriosa
variazioni nellelettrocardiogramma
(onda T)
maggiore consumo di ossigeno ad
intensit submassimali
dolori muscolari
perdita di peso
A livello vegetativo
poco appetito (anche anoressia, ma
a volte bulimia)
insonnia
percezione di fatica sistematica
mal di testa
nausea e disturbi gastrointestinali
senso di pesantezza
A livello immunitario
maggiore facilit di infortuni e infezioni
riduzione dei linfociti.
108
CAPITOLO 8
LA
PREPARAZIONE ATLETICA
109
capitolo 9
LA PERIODIZZAZIONE DELLALLENAMENTO
PRINCIPI GENERALI
l primo quesito che deve porsi lallenatore lobbiettivo che vuol far raggiungere ai propri atleti. Per raggiungere questo obbiettivo deve avere chiare
le caratteristiche principali che il proprio
atleta dovrebbe possedere in relazione
alla disciplina praticata (modello di prestazione).
Solitamente il modello di prestazione
composto da molte variabili, quali le caratteristiche antropometriche dellatleta
(peso e statura), il livello specifico delle
attivit motorie, le capacit tecniche e
tattiche le caratteristiche psicologiche
ecc.
Dopo queste prime considerazioni si
passer alla periodizzazione che si divide in due momenti:
Pianificazione: la formulazione
della strategia di allenamento,
vanno definiti gli obbiettivi (campionato, gara, torneo), le priorit, le
scadenze pi importanti, i tempi occorrenti per le varie fasi di preparazione, i metodi e i mezzi pi idonei.
Programmazione: momento particolareggiato di stesura del programma di allenamento sulla base di
quanto pianificato in precedenza.
La periodizzazione si propone il raggiungimento della massima forma
sportiva e quindi lestrinsecazione da
parte dellatleta di tutte le sue potenzialit fisiche e psichiche.
Va comunque fatta una distinzione fra
112
CAPITOLO 9
LA
PERIODIZZAZIONE DELLALLENAMENTO
113
mesociclo di compensazione (o di
recupero attivo): si inserisce fra due
macrocicli trimestrali o semestrali in
un contesto preparatorio semestrale
o annuale. Rappresenta la parte conclusiva di un ciclo e, nello stesso
tempo, il raccordo con il ciclo successivo di allenamento. La caratteristica di questo periodo quella di
assecondare la naturale tendenza
alla perdita temporanea della forma,
per mezzo di esercitazioni complementari rispetto alla specialit praticata, intervallate da giorni di riposo,
ed inserite con lo scopo di favorire
le disponibilit fisiche e psicologiche
dellatleta, notevolmente impegnate
dalle esigenze del periodo agonistico. Daltro canto, le esercitazioni
previste in questo periodo consentono di mantenere ad un livello abbastanza alto le capacit dellatleta,
in vista del ciclo successivo di allenamento, il cui scopo sar quello di
ricercare, se possibile lo sviluppo di
una forma pi elevata del ciclo precedente o, nel caso di atleti ormai
giunti a livelli di qualificazione difficilmente superabili, il consolida-
mento delle loro capacit di prestazione. La durata del periodo di transizione molto breve:
di 2 4 settimane nel ciclo annuale di allenamento
di pochi giorni, massimo due settimane, quando si prevedono 2
cicli semestrali consecutivi.
Il mesociclo si compone di pi microcicli
Un microciclo si estende normalmente
nellarco di una settimana per un numero di sedute di allenamento che pu
variare da un minimo di 3 ad un massimo di 6.
Il microciclo la parte pi breve ma abbastanza completa dellintero processo
di allenamento.
Sommariamente i microcicli possono distinguersi in:
Microciclo di preparazione: presenta un contenuto decisamente generale dove la quantit del carico
prevale sullintensit
Microciclo pre-gara: lintensit
viene portata al massimo
114
CAPITOLO 9
LA
PERIODIZZAZIONE DELLALLENAMENTO
ESEMPIO DI PROGRAMMAZIONE
Di seguito esposto un esempio di programmazione dallenamento (macrociclo) per un ipotetico atleta agonista con
le seguenti caratteristiche:
INIZIO PREPARAZIONE: 01 Giugno
DATA INCONTRO-GARA: 01 Ottobre
ETA: anni 27
PRESUPPOSTI: non si conoscono gli avversari e il numero di incontri da effettuare
CONDIZIONI DELLATLETA: resistenza
aerobica scarsa, nessun infortunio recente, condizioni muscolari buone
CARATTERISTICHE NATURALI: buon
senso agonistico, grinta e determinazione, buona impostazione pugilistica e
ottima tecnica di calcio sia in linea
bassa (Low kick) che media (Front kick,
Middle kick). Fisico robusto, incontrista.
PUNTI DEBOLI: leve corte, scarsa resistenza aerobica ed anaerobica
115
CAPITOLO 9
116
- Fondo lento 50-60 min. con frequenza cardiaca tra i 145 e i 155 bpm (60-70%)
- Allungamento generale passivo prima e dopo la corsa, dedicare almeno 20-30
secondi ad ogni distensione muscolare
MARTEDI
MERCOLEDI
GIOVEDI
VENERDI
SABATO
e DOMENICA
riposo
LA
PERIODIZZAZIONE DELLALLENAMENTO
117
SETTIMANA 5/6/7
LUNEDI
MARTEDI
MERCOLEDI
GIOVEDI
VENERDI:
SABATO
e DOMENICA
riposo
CAPITOLO 9
118
SETTIMANA 8-9
Vengono diminuite le sedute di corsa e aumentano gli allenamenti in palestra.
LUNEDI
Interval Training: es 10 min. corsa come riscaldamento a 5-5,30 min/km, poi allunghi a 4,15-4,30
min/km per 1 minuto poi tornare alla velocit precedente per 2 min. e cos via per 30 min.
Al termine allungamento generale ed esercizi per addominali
MARTEDI
Riscaldamento 15 - 20 min.
Corda 3 x 3 min.in ripetuta (30 sec. ritmo veloce sollevando le ginocchia poi 15 sec. lenti fino a
fine ripresa)
Vuoto 2 x 3 min.
Power training con manubri da 3 kg e cavigliere da 1 kg 2 x 3 min.
Esercizi di pliometria: totale 40 min.
Serie di balzi in avanzamento
Serie di balzi in accosciata e semi accosciata
Balzi con ostacoli
Balzi ripetuti con un arto e poi con laltro
Piegamenti sulle braccia con rimbalzo
Sit up esplosivo con sovraccarico
Sprint corto con partenza prona,supina
Focus con guanti da 16 once 2 x 3 min. recupero 2 min.
Allungamento generale
Riscaldamento 15-20 min.
Corda 1 x 3 min.
Vuoto 2 x 3 min.
Circuit training: carico al 75% del massimale, pausa 20 sec. fra gli esercizi, 8 esercizi, 12 ripetizioni
per esercizio, pausa fra i giri 3 min, tempo totale 30-35 min.
Esercizi:
Squat
Distensioni su panca piana
Trazioni alla sbarra
Trazioni alle parallele
Alzate laterali con manubri
French press
Leg extension
Leg curl
Sacco, 3 x 2 min .a tema (1 round solo calci, 1 solo pugni, 1 completo)
Corda 1 x 3 min.
Vuoto 1 x 3 min.
Allungamento generale e potenziamento fascia addominale
Interval Training come Luned
Allungamento e potenziamento fascia addominale
MERCOLEDI
GIOVEDI
VENERDI
SABATO
DOMENICA
Riposo
LA
PERIODIZZAZIONE DELLALLENAMENTO
119
LUNEDI
MARTEDI
MERCOLEDI
GIOVEDI
CAPITOLO 9
120
VENERDI
SABATO
DOMENICA
Riposo
capitolo 10
LALIMENTAZIONE
CAPITOLO 10
122
Ripartizione calorica giornaliera dei pasti e tempi dattesa medi per linizio dellallenamento:
Tipo di pasto
Quota calorica %
Colazione
15-25
2-3
Spuntini 2-4
5-15
1-2
Pranzo
25-35
3-4
Cena
20-30
Proteine in polvere
90% (siero di latte)
Liquid meal
Energy bar
Protein bar
300/400 kcal
(CHO:P*)
Proteine in polvere
90% (siero di latte)
Liquid meal
Energy bar
Protein bar
500/800 kcal
(CHO:P*)
LALIMENTAZIONE
123
800/1200 kcal
(CHO:P*)
300/400 kcal
(CHO:P*)
150/250 Kcal
(CHO:P*)
124
CAPITOLO 10
Carboidrati
Unottimale disponibilit di carboidrati
nellorganismo fondamentale per qualunque tipo di sport. La presenza di carboidrati corporei (glicogeno epatico e
muscolare) limitata e pur essendo migliorabile con lallenamento, le riserve
devono essere reintegrate regolarmente.
I carboidrati sono necessari per supportare:
2-3
4-5
6-7
>7
LALIMENTAZIONE
125
Banane
Cioccolato al latte
Crostata con marmellata
Datteri
Fichi secchi
Fragole o frutti di bosco
Gelato alla frutta
Marmellata
Marmellata senza zucchero
Mele, pere, arance, kiwi, ciliegie
Miele
Milk shake con:
Latte parzialmente scremato
Frutta
Mousse di frutta
Pesche, albicocche
Prugne secche
Succo di frutta senza zucchero
Succo di frutta zuccherato
Uva da tavola
200g
60g
50g
50g (3/4 frutti)
50g (2/3 fichi)
500g
100g
50g (2,5 cucchiaini)
100g (5 cucchiaini)
300g
40g (1,5 cucchiaini)
* parte edibile
200ml
150/200g
150/200g
500g
50/60g (2-3 prugne)
400ml
200ml
200g
126
CAPITOLO 10
PROTEINE
Le conoscenze riguardo allassunzione di
proteine negli atleti derivano da una selezione limitata di studi. Bench molte
Sedentari
0,9
1,0
1,2
Allenamenti di endurance
1,2-1,4
Allenamenti misti
1,4-1,6
Allenamenti di potenza/forza
1,5-1,8
LALIMENTAZIONE
127
Bresaola
Carne magra fresca (pollo, manzo, ecc)
Cottage cheese (fiocchi di latte)
Filetti di pesce spada
Latte parzialmente scremato
Petto di pollo (affettato)
Tonno in scatola
Uovo (albume
Yogurt magro
Fonti vegetali
Soia:
Bistecca
Fagioli
Formaggio (tofu)
germogli
20g
40 - 50 g
100g
60 - 70g
300 ml (2 bicchieri)
50g
80g
90g (3 albumi)
250g
VITAMINE
Diete sufficientemente variate e adeguate dal punto di vista energetico-nutrizionale generalmente soddisfano il
fabbisogno di vitamine e minerali nellatleta. Tuttavia, in alcuni casi (vedi paragrafo sugli Integratori), pu rendersi
necessaria unintegrazione alimentare.
Lintegrazione ha il solo scopo di garantire la totale copertura dei fabbisogni fisiologici vitaminico-minerali, deve essere studiata caso per caso e non rappresenta uno strumento per esaltare la prestazione
ACQUA
Il pi essenziale e spesso dimenticato
nutriente della dieta dellatleta lacqua.
Lacqua regola la temperatura corporea,
il mezzo in cui si compiono tutti i processi biochimici cellulari, il fondamentale trasportatore di nutrienti tra le cellule, consente leliminazione dei cataboliti fisiologici dallorganismo.
Lorganismo, attraverso un continuo e
complesso equilibrio dinamico cerca di
mantenere costante sia il contenuto
idrico totale, sia i volumi idrici intra ed
20/30g
70g
100g
150g
extracellulari. Lequilibrio idrico essenziale per garantire la normale attivit
dei tessuti, diversamente, ogni sua alterazione compromette fondamentali funzioni fisiologiche.
In assenza di attivit fisica, in condizioni di temperatura e umidit ambientali normali, lequilibrio idrico dellorganismo richiede il ripristino di circa 2,5
litri di liquidi nelle 24 ore. In caso di attivit fisica intensa laumento della sudorazione per il normale mantenimento
della temperatura corporea variabile (il
lavoro meccanico muscolare produce
notevole quantit di calore); in condizioni di temperature elevate, attivit
prolungate possono portare a perdere
fino a 2-3 litri lora di liquidi.
Anche liperventilazione, nel corso di
esercizi intensi, accresce la quota dacqua eliminata attraverso lapparato respiratorio e tale quota pu arrivare a 25 ml/min.
Come altre discipline di breve durata, la
Kickboxing non unattivit che espone
latleta al rischio di disidratazione, tuttavia, le perdite idriche legate allesercizio
dovrebbero essere corrette attraverso una
128
CAPITOLO 10
LALIMENTAZIONE
129
Colazione
Fette biscottate
Marmellata
Latte parzialmente scremato
Liquid meal
Mela
Composizione
nutrizionale
16 g (2 fette)
5g
200 ml
50g
1
Allenamento
Spuntino
post-allenamento
Liquid meal*
Acqua minerale
Banana
70 g
250ml
1
Prima dellallenamento/gara (indicate quelle a base di cereali e fruttosio), per stabilizzare la glicemia.
Dopo lallenamento/gara (indicate
le barrette a base di maltodestrine,
con glucosio e saccarosio) per rifornire lorganismo di carboidrati facilmente assimilabili ed a elevato IG
(Indice Glicemico).
Quantit consigliate e modalit
di assunzione
Nel corso della giornata:
lutilizzo delle Energy bar varia
secondo lapporto di carboidrati
stabilito per latleta: le barrette
possono essere accompagnate da
bevande (acqua, latte ecc).
Durante lallenamento/gara:
lutilizzo varia secondo la tipologia dellesercizio: in generale 1
barretta per ogni ora di attivit
con acqua e/o bevande sportive.
BARRETTE PROTEICHE
Consentono di aumentare lintroduzione
proteica e glucidica nel corso della giornata, soprattutto nelle ore che seguono
il termine dellallenamento o della gara.
La presenza di proteine in elevata percentuale ed i carboidrati di facile assimilazione rende le protein bar un prodotto
capace di ristabilire efficacemente gli
equilibri energetici e plastici della fase
post-esercizio. Alcune barrette sono arricchite con Aminoacidi Ramificati conferendo alle barrette unulteriore indicazione al recupero muscolare.
Indicazioni di utilizzo
Per sostituire gli spuntini giornalieri
o arricchirli di proteine e glucidi.
Nelle trasferte sportive.
Per bilanciare lintroduzione proteica nelle diete vegetariane.
Dopo lallenamento/gara:
per rifornire lorganismo di proteine e carboidrati facilmente assimilabili.
130
CAPITOLO 10
Quantit consigliate
e modalit di assunzione
Nel corso della giornata:
lutilizzo varia secondo lapporto
proteico e glucidico stabilito per
latleta e possono essere accompagnate da bevande (acqua, latte,
ecc).
Dopo lallenamento/gara:
lutilizzo varia secondo lesercizio
(tipologia, intensit, durata) in
generale, da 1 a 2 barrette con
acqua e/o bevande sportive.
SPORT GEL
La composizione dei gel prevede unelevata presenza di carboidrati di rapida
assimilazione (circa il 70%) ma, diversamente dalle barrette, i gel sono generalmente privi di proteine e lipidi.
La presenza di fruttosio in elevata concentrazione abbassa lIndice Glicemico
del prodotto.
Indicazioni di utilizzo
Prima dellallenamento/gara, nellora che precede linizio dellimpegno muscolare.
Durante lallenamento/gara:
nelle pause durante le sessioni di
allenamento o le batterie di prove
(eliminatorie).
Dopo lallenamento/gara:
nei casi in cui latleta non tolleri
alimenti pi propriamente destinati a questa fase o non ne abbia
piena disponibilit.
Quantit consigliate
e modalit di assunzione
1 gel nel corso dellallenamento/gara
con acqua e/o bevande sportive.
RECOVERY MEAL
(prodotti per il recupero energetico)
Un pronto recupero post-esercizio richiede una veloce ricostituzione delle riserve di glicogeno nellorganismo. Al
termine di unattivit muscolare intensa
e prolungata, la velocit di risintesi del
glicogeno molto elevata nelle prime 24 ore ed fortemente influenzata dalla
disponibilit di glucosio a livello epatico
e muscolare.
LALIMENTAZIONE
131
INTEGRATORI ALIMENTARI
Per ottimizzare questa disponibilit glucidica sono stati creati dei prodotti contenenti miscele di carboidrati a rapido
assorbimento ed elevato IG.
Tali miscele sono spesso combinate con
Aminoacidi a catena ramificata (BCAA),
creatina, vitamine e sostanze antiossidanti al fine di stimolare il metabolismo
proteico muscolare.
Indicazioni di utilizzo
Dopo lallenamento/gara per iniziare un veloce reintegro post esercizio.
Quantit consigliate
e modalit di assunzione
Da mezza a 1 porzione (50 g circa)
entro la prima mezzora dal termine
dellesercizio.
Integratori disponibili
Proteine del siero di latte concentrate per ultrafiltrazione
Proteine del siero di latte isolate a scambio ionico
Proteine del siero di latte isolate per microfiltrazione
Proteine del latte (caseina e proteine del siero)
Caseina
VB
104
104
104
91
77
UOVO
100
SOIA
74
Energia
(Kj)
(Kcal)
1465
350
440
105
Proteine
(g)
87
26,10
Carboidrati
(g)
1,5
Lipidi
(g)
1,5
0,45
132
CAPITOLO 10
COMPOSIZIONE NUTRIZIONALE
Esempio:
fette biscottate 50 g
latte parzialmente scremato 250 ml
proteine in polvere 10 g
una mela
Energia (Kcal)
Proteine (g)
Glucidi (g)
Lipidi (g)
Amido (g)
Solubili (g)
Calcio (mg)
Fosforo (mg)
SPUNTINI
COMPOSIZIONE NUTRIZIONALE
Esempio:
Proteine in polvere 25 g
Acqua naturale 300 ml
Cracker magri (1/2 pacchetto)
Uno yogurt magro
Unarancia
Energia (Kcal)
Proteine (g)
Glucidi (g)
Lipidi (g)
Amido (g)
Solubili (g)
Calcio (mg)
Fosforo (mg)
430
23,40
71
8,10
36,40
30,10
440
390
254
29,80
32,18
1,90
11,31
19,65
548,50
368
LALIMENTAZIONE
INTEGRATORI VITAMINICI
E MINERALI
133
Viaggi e trasferte:
soggiorni prolungati in paesi con inadeguata o
limitata presenza di alcuni alimenti
Atleti vegetariani:
regimi vegetariani sbilanciati
Ridotta disponibilit
vit. B 2, vit. B 12, Fe, Ca
Ridotta disponibilit di Ca
134
CAPITOLO 10
Dosaggi consigliati
Il dosaggio di vitamine e minerali
deve essere stabilito caso per caso.
Effetti collaterali
La possibilit di incorrere in effetti
avversi con questo tipo di integrazione legata al superamento degli
Upper Intake Level (massima
quantit di vitamine assumibile
giornalmente senza il rischio di effetti collaterali) fissati per le singole
vitamine e minerali.
OLI DI PESCE
GLUCOSAMINA
SUPPLEMENTI
Tra i supplementi dietetici rientrano tutti
quei prodotti la cui assunzione finalizzata unicamente al miglioramento (diretto o indiretto) della prestazione fisica,
attraverso la modificazione di uno o pi
processi metabolici.
La pianificazione di un regime di supplementazione non unoperazione
semplice e deve avvenire in maniera
molto accurata da specialisti in nutri-
LALIMENTAZIONE
CREATINA
I supplementi di creatina sono utilizzati
dagli atleti per esaltare lespressione
muscolare di potenza. La potenza muscolare, come per altri sport da combattimento, viene utilizzata frequentemente
nella Kickboxing durante lesecuzione
dei colpi. I gesti di potenza trovano il
loro fondamento biochimico-metabolico
nei meccanismi anaerobico-alattacido di
erogazione energetica. Tali meccanismi
comportano il coinvolgimento quasi
esclusivo del sistema adenosintrifosfatocreatinfosfato in cui la creatina funge da
molecola rigeneratrice di ATP.
Effetti biologici
Effetti sul muscolo di tipo acuto
(5/14 giorni):
aumento del CP (creatinfosfato) muscolare e della velocit di rigenerazione del CP durante i recuperi;
incremento delle concentrazioni
di ATP prodotto dalla glicolisi, per
effetto dellazione tampone sullacido lattico;
miglioramento della capacit di
prestazione (in prove sia singole
che intermittenti).
135
136
CAPITOLO 10
Effetti collaterali
Nessuna reazione avversa mai stata registrata in atleti sani in seguito alla supplementazione di BCAA.
INDICAZIONI ALIMENTARI
PER LALLENAMENTO
Nei periodi in cui latleta intende perdere massa grassa, lalimentazione che
precede e segue la seduta dallenamento
deve comunque garantire il necessario
supporto alla prestazione e un idoneo
recupero post-esercizio.
Prima dellallenamento
Il pasto che precede lallenamento va
modulato in termini sia quantitativi (apporto energetico) sia qualitativi (rapporto carboidrati/proteine - CHO:P) secondo il tipo di esercizio svolto e sar:
pi elevato per lavori con impegno
muscolare medio-alto (esercizi di
forza resistente, potenza, circuit
training o allenamenti tecnici ad
alta intensit);
pi basso per lavori di minor impegno muscolare (esercizi di mobilit,
corsa lenta, nuoto leggero in piscina).
La modulazione del rapporto CHO:P nel
pasto pre-allenamento avviene agendo
sulle quantit delle componenti glucidiche (pane, riso, pasta, frutta, Energy bar
ecc) e proteiche (carne, pesce, protein
bar, latte). Lassunzione, inoltre, di proteine del siero di latte (20g) 30-40 minuti prima di effettuare allenamenti di
forza e potenza pu assicurare una migliore conservazione della massa muscolare.
Durante lallenamento
Per allenamenti di bassa intensit e
breve durata sufficiente bere acqua.
Per allenamenti di maggiore intensit,
LALIMENTAZIONE
COSA MANGIARE
IL GIORNO DELLA GARA
Nelle discipline di combattimento lalimentazione pre-gara ha lo scopo di
mantenere la saziet nel corso dellimpegno muscolare, evitando situazioni di
calo glicemico.
137
CAPITOLO 10
138
Tipo di lavoro
Proteine: 10 - 30 gr +
Carboidrati 0,8 - 1 g/kg
Proteine 20/30 g +
Carboidrati 40/60 g/kg
Proteine 20/40 g +
Carboidrati 20-40 g
Proteine 10/20 g +
Carboidrati 10/20 g
poter affrontare un nuovo ciclo di allenamento e ricostituisce il potenziale psicofisico necessario per poter disputare
una nuova competizione.
Nel corso del recupero la nutrizione
gioca un ruolo chiave. Un idoneo approccio nutrizionale consente allatleta
di raggiungere obbiettivi fisiologici importanti alla base del recupero stesso.
Tali obbiettivi includono:
il ripristino delle riserve glucidiche
dellorganismo;
la riparazione e la rigenerazione dei
tessuti muscolari danneggiati;
la reidratazione e il reintegro degli
elettroliti persi con la sudorazione.
LALIMENTAZIONE
139
Modalit di consumo
Liquid meal
Con acqua
CAPITOLO 10
140
RIDUZIONE
DELLA MASSA GRASSA
Con lavvicinarsi della stagione agonistica e delle gare, la riduzione della
massa grassa diventa un obbiettivo per
diverse tipologie di atleti (kickboxer, pugili, lottatori, body builder, ecc.) per poter rientrare nelle loro categorie di appartenenza.
Programma alimentare pre-stagione agonistica nei giorni di allenamento ad intensit medio alta (3 giorni) allo scopo di ottenere una riduzione della massa
grassa di un atleta maschio statura 1,78 cm. peso 80 kg. grasso 15%
Programma abituale
Programma modificato
50 g
30 g
200 ml
200 ml
125 g
200 g
30 g
fetta di torta
80 100 g
porzione media
100 g
20 g
quantit a piacere
130 g
30 g
150 g
LALIMENTAZIONE
141
142
CAPITOLO 10
LALIMENTAZIONE
143
144
CAPITOLO 10
145
BIBLIOGRAFIA:
Guida alla preparazione Tecnico-Tattica, Fisica e Nutrizionale per gli sport da combattimento a contatto leggero
di Alberto Zurma, Fulvio Marzatico, Massimo Negro
www.ciessedizioni.it | www.ciesseblog.info
info@ciessedizioni.it