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Francesco cambier il Vaticano o il Vaticano cambier il papa?

di Robert Draper
in National Geographic dell'agosto 2015
In molte occasioni papa Francesco ha posto l'accento non sulla dottrina ma sul servizio ai poveri,
suscitando reazioni di gioia, ma anche un certo nervosismo.
Al suo primo incontro pubblico con 7.000 sconosciuti che lo ascoltavano con venerazione, Jorge
Mario Bergoglio non era ancora papa; ma come una crisalide che inizia la sua metamorfosi, gi
rivelava qualcosa di sorprendente. Allo stadio Luna Park di Buenos Aires, dove cattolici e cristiani
evangelici si erano radunati per un evento ecumenico, un pastore aveva invitato l'arcivescovo a
salire in tribuna per parlare ai presenti. Il pubblico era rimasto sorpreso, anche perch l'uomo che
avanzava verso il palco fino a quel momento si era tenuto in disparte, seduto agli ultimi posti, come
uno spettatore qualsiasi. Non portava la tradizionale croce cardinalizia, ed era vestito in clergyman
nero, come quando era un prete. Nove anni fa era difficile immaginare che un giorno quell'argentino
attempato e senza pretese, dall'aria malinconica e dimessa, sarebbe divenuto una figura carismatica
conosciuta in ogni angolo del mondo.
L'arcivescovo prende la parola in spagnolo. Non fa alcun accenno al tempo in cui, come molti altri
sacerdoti cattolici dell'America del Sud, liquidava il movimento evangelico come una escuela de
samba. Ora per il maggior esponente argentino della Chiesa cattolica - che si considera la sola
vera Chiesa cristiana - afferma che davanti a Dio le distinzioni non contano. Com' bello,
esclama, vedere i fratelli pregare insieme. Com' bello vedere che nessuno si mette a discettare
sulla storia della propria confessione o sul proprio percorso di fede. Vedere che pur essendo diversi,
vogliamo essere e gi cominciamo a essere espressione di una diversit riconciliata.
Le braccia tese, il volto improvvisamente animato, con un fremito di passione nella voce, Jorge
Mario Bergoglio si rivolge a Dio: Padre, siamo divisi. Uniscici! . Chi lo conosce lo guarda
sorpreso, perch l'arcivescovo noto per la sua espressione imperturbabile, che gli valsa il
soprannome di Monna Lisa, o anche Carucha (per via delle guance, simili a quelle di un bulldog).
Ma sar un suo gesto a rendere memorabile quella giornata. Giunto alla fine del discorso, Bergoglio
si inginocchia lentamente sul palco e chiede ai presenti di pregare per lui. E il pubblico, ancorch
sorpreso, dopo un attimo di esitazione risponde all'invito, sotto la guida di un ministro evangelico.
L'immagine dell'arcivescovo inginocchiato tra altri prelati di grado a lui inferiore, in atteggiamento
di umile supplica e venerazione, finir sulle prime pagine della stampa argentina.
Uno dei giornali che pubblicano la foto Cabildo, considerato la voce dei cattolici
ultraconservatori del paese, che nel titolo dell'articolo accanto all'immagine usa un termine
dirompente: apostata. Il cardinale traditore della sua fede!
Questo era Jorge Mario Bergoglio, il futuro papa Francesco.
Sento davvero il bisogno di cambiare le cose da subito, aveva detto ad alcuni amici argentini
appena due mesi dopo essere stato eletto dai 115 cardinali riuniti in conclave in Vaticano, e
catapultato da una posizione relativamente oscura al papato. Molti osservatori pensano - a volte con
entusiasmo, altre con disappunto - che il nuovo papa abbia gi cambiato praticamente tutto dalla
sera alla mattina. il primo papa sudamericano, il primo gesuita eletto al soglio pontificio, il primo
- da oltre un millennio - nato in un paese non europeo, il primo ad aver scelto il suo nome in onore
di San Francesco d'Assisi, paladino dei poveri. Il 13 marzo 2013, subito dopo la sua elezione, il
nuovo capo della Chiesa cattolica comparso sulla Loggia delle benedizioni della Basilica di San
Pietro vestito di bianco, ma senza la tradizionale cappa scarlatta e la stola rossa ricamata in oro
attorno al collo. E ha salutato la folla festante radunata nella piazza con elettrizzante semplicit:
Fratelli e sorelle, buonasera. Per concludere poi il suo discorso con una richiesta familiare a molti
argentini, dato che era la conclusione abituale di ogni suo intervento: Pregate per me. Poi, al
momento di andarsene, passato oltre la limousine predisposta per lui, per saltare sull'autobus su
cui viaggiavano i cardinali che lo avevano appena eletto.

La mattina dopo il papa ha saldato personalmente il conto dell'albergo in cui aveva alloggiato. Ha
rinunciato poi ai tradizionali appartamenti papali nel palazzo apostolico per prendere alloggio in un
piccolo appartamento alla Casa Santa Marta, la foresteria del Vaticano. In occasione del suo primo
incontro con la stampa internazionale ha dato voce alla sua maggiore ambizione: Quanto vorrei
una Chiesa povera, al servizio dei poveri!. E invece di celebrare la messa serale del Gioved Santo
(in commemorazione dell'Ultima Cena) nella Basilica e lavare i piedi, come voleva la tradizione, a
12 sacerdoti, lo ha fatto in un riformatorio. Dopo la predica -gesto mai compiuto prima da un papa ha lavato i piedi a 12 ragazzi e ragazze, tra cui alcuni musulmani. Tutto questo nei primi due mesi
dalla sua elezione.
Ma i suoi amici argentini sanno bene che quando parlava di cambiamento, il nuovo papa
intendeva qualcos'altro. Anche se ogni suo minimo gesto ha un peso considerevole, l'uomo che
conoscono non tipo da accontentarsi di simboli. un porteo (cos si chiamano gli abitanti di
Buenos Aires) dotato di grande senso pratico. E vuole che la Chiesa cattolica cambi sostanzialmente
la vita delle persone. La Chiesa come un ospedale da campo - un' immagine usata pi volte dal papa
- allestito accanto alla linea del fronte per curare tutti i feriti degli schieramenti opposti. E come ha
detto un suo amico, il rabbino argentino Abraham Skorka, lui uno che quando persegue uno
scopo sa essere molto caparbio.
Sebbene nel resto del mondo l'elezione di papa Francesco sia stata percepita come un fulmine a ciel
sereno, in Argentina Bergoglio era ben noto per le posizioni spesso controverse. Figlio di un
contabile piemontese emigrato con la famiglia, si era distinto fin dal suo ingresso al seminario, a
vent'anni, nel 1956. Prima aveva lavorato come tecnico di laboratorio e per un breve periodo
persino come buttafuori per un locale. Poco dopo scelse la strada pi difficile verso il sacerdozio:
quella della Compagnia di Ges. Secondo il parere di uno dei suoi professori, Padre Juan Carlos
Scannone, fin dal 1963 il giovane Bergoglio, studente al Colegio Mximo de San Jos, si dimostr
dotato di alto discernimento spirituale e di intelligenza politica. Tanto che presto divenne
consigliere spirituale non solo dei suoi compagni studenti, ma anche di alcuni insegnanti.
Fu insegnante di giovani sbandati, lav i piedi ai carcerati, studi oltre oceano, fino a diventare
rettore del Colegio Mximo. Ma al tempo stesso era un visitatore abituale delle baraccopoli
degradate alla periferia di Buenos Aires. E mentre saliva nei gradi della gerarchia gesuita navigava
nel torbido mondo politico di quel periodo, in cui la Chiesa cattolica era in rapporti non facili
dapprima con Juan Pern, e successivamente con la dittatura militare. Caduto in disgrazia presso i
superiori gesuiti, fu riabilitato e salvato dall'isolamento grazie a un cardinale che lo ammirava, per
poi essere nominato prima vescovo (1992), poi arcivescovo (1998) e infine cardinale, nel 2001.
Tendenzialmente timido, Bergoglio - che si definisce un callejero, uno che ama camminare per le
strade della citt - preferiva la compagnia dei poveri a quella dell'lite economica. Le indulgenze
che si concedeva erano poche: la letteratura, il calcio, il tango, un buon piatto di gnocchi. Nella sua
semplicit, questo porteo sempre stato un animale urbano, e in quel suo modo pacato anche un
acuto osservatore sociale, oltre che portato per natura alla leadership. Sapeva cogliere il momento
giusto, come quando fustig la corruzione in un discorso tenuto alla presenza del presidente
argentino, o quando si inginocchi davanti al pubblico sulla tribuna del Luna Park, ne1 2006. Padre
Carlos Accaputo, uno dei consiglieri a lui pi vicini da quando diventato suo collaboratore, nel
1992, ha detto: Io penso che Dio lo abbia preparato a questo momento, per tutta la durata del suo
ministero pastorale.
Peraltro la sua elezione al soglio pontificio non stata frutto del caso, ma come ha scritto il
giornalista Massimo Franco, "l'esito di un trauma": le improvvise dimissioni (senza precedenti da
quasi sei secoli) di Benedetto XVI. D'altra parte i cardinali pi progressisti erano sempre pi
convinti che la mentalit eurocentrica e sclerotizzata della Santa Sede stava distruggendo la Chiesa
cattolica dal suo interno.
Durante l'incontro con i suoi vecchi amici nel soggiorno del suo appartamento, quella mattina il
papa aveva parlato delle temibili sfide che lo aspettavano. Il disordine finanziario dell'Istituto per le
Opere di Religione (lo IOR, la banca del Vaticano); la grettezza burocratica dell'amministrazione
centrale, la Curia romana; il continuo emergere di nuovi casi di preti pedofili sottratti all'azione

giudiziaria da esponenti della gerarchia ecclesiastica. Su queste e altre questioni, Francesco si


proponeva di agire rapidamente, ben sapendo che si sarebbe fatto molti nemici, come ha detto il
pastore pentecostale Norberto Saracco, presente a quell'incontro, per aggiungere poi: Di certo non
un ingenuo!. Il pastore Saracco ricorda di aver espresso la sua preoccupazione anche per
l'impavidit del papa. Jorge, sappiamo che non porti un giubbotto antiproiettile, gli aveva detto.
Ci sono tanti pazzi in giro.... E Francesco, calmo: Il Signore mi ha chiamato qui. Bisogna pure
che mi protegga. Anche se non aveva chiesto di diventare papa, nel momento in cui il suo nome
veniva proclamato dal Conclave si era sentito pervaso da una grande pace.
E ha rassicurato gli amici.
Malgrado le animosit da affrontare, ha detto, questo senso di pace mi accompagna tuttora. Ma le
reazioni all'interno del Vaticano sono un'altra storia. Lo scorso anno Federico Wals, che a Buenos
Aires era stato per lunghi anni il portavoce di Bergoglio presso la stampa, si rec a Roma per far
visita al papa. E per prima cosa and a trovare padre Federico Lombardi, responsabile di lungo
corso delle comunicazioni del Vaticano e dunque essenzialmente suo omologo, ancorch su scala
molto pi vasta. Allora, Padre, gli chiese , come si sente con il mio ex capo?. Con un sorriso
forzato il prelato gli rispose: Confuso.
Padre Lombardi era stato portavoce di papa Benedetto XVI, al secolo Josef Ratzinger, un uomo
preciso come pu esserlo un tedesco. Al termine di ogni suo incontro con le maggiori personalit a
livello mondiale, mi forniva una relazione sintetica e incisiva, ricorda. Era di una chiarezza
straordinaria: temi del colloquio, punti condivisi, altri punti su cui dissentire, temi e finalit del
successivo incontro. In due minuti mi dava un quadro perfetto dei contenuti. Con Francesco
tutt'altra cosa. Mi dice per esempio: " un uomo saggio, uno che ha avuto questa o quell'esperienza
interessante".
Padre Lombardi aggiunge poi con una risatina imbarazzata: La diplomazia, per Francesco, non in
funzione di una strategia. Piuttosto, potrebbe dire: "ci siamo incontrati, ora tra noi c' un rapporto
personale, faremo qualcosa per il bene della gente e della Chiesa".
La conversazione con il portavoce del papa si svolge nella piccola sala riunioni, presso la sede di
Radio Vaticana, non lontano dal Tevere. La veste di Lombardi sgualcita, intonata alla sua
espressione stanca e perplessa. Ieri per esempio, dice, il papa ha ricevuto alla Casa Santa Marta
un gruppo di 40 dirigenti ebrei, ma l'ufficio stampa del Vaticano venuto a saperlo solo a cose fatte.
Mai nessuno al corrente del suo programma completo, neppure il suo segretario personale,
sottolinea. Perci mi tocca fare telefonate qua e l: qualcuno informato di una parte del
programma, qualcun altro ne conosce un'altra parte. Il capo delle comunicazioni del Vaticano si
stringe nelle spalle. Cos la vita.
Non stato semplice abituarsi al nuovo papa, con il suo orologio di plastica e le sue grosse scarpe
ortopediche, che fa colazione al bar del Vaticano. Cos come al suo senso dell'umorismo,
decisamente informale. Dopo aver ricevuto alla Casa Santa Marta la visita di un vecchio amico
italiano, l'arcivescovo Claudio Maria Celli, Francesco volle accompagnarlo all'ascensore. Ma
perch insisti? , chiese Celli. Vuoi essere sicuro che me ne vado davvero?. E il papa, con la sua
solita presenza di spirito: S, e voglio anche controllare che non ti porti via niente! .
Come molte istituzioni, anche il Vaticano refrattario al cambiamento. Dal XIV secolo l'epicentro
del cattolicesimo questa piccola citt-Stato, che si estende su 44,5 ettari. Grazie anche a tesori
quali la Cappella Sistina e la Basilica di San Pietro, la Citt del Vaticano esercita una forte
attrazione sui turisti ed meta dei pellegrinaggi di 1,2 miliardi di cattolici. In altri termini, il
mondo che viene verso il Vaticano, mentre il contrario non accade mai. Ma il Vaticano anche
un'entit territoriale con i suoi amministratori municipali, le sue forze di polizia, il suo tribunale, i
suoi vigili del fuoco, la farmacia, l'ufficio postale, il supermercato, un suo giornale e una squadra di
cricket.
Il personale dipendente barricato nella Citt del Vaticano esente dal pagamento dell'Iva; e la
burocrazia diplomatica si comporta come ogni altra burocrazia, riservando ai vescovi che godono di
maggior favore gli incarichi pi confortevoli e ambiti, e relegando gli altri in qualche angolo pi o
meno desolato del mondo. Per secoli il Vaticano ha resistito alle invasioni, alle piaghe, alle carestie,

al fascismo e agli scandali. Le sue mura hanno retto.


E poi arrivato Francesco, un uomo che disdegna i muri. Tanto che una volta, mentre con un amico
passeggiava accanto alla Casa Rosada, sede degli uffici del presidente argentino, aveva detto:
Come fanno a sapere che cosa vuole la gente se si costruiscono intorno una barriera?. Bergoglio
vuole essere ci che Massimo Franco, autore di un libro sul Vaticano e sul nuovo pontefice, ha
definito un papa disponibile: una contraddizione in termini. La sola nozione sembra aver gi fatto
impallidire il volto opaco del Vaticano.
Secondo me, ancora non abbiamo visto i veri cambiamenti, dice don Ramiro de la Serna, un
sacerdote francescano residente a Buenos Aires, che conosce il papa da pi di trent'anni. E penso
che neppure abbiamo visto le vere resistenze. Per ora i maggiori esponenti del Vaticano stanno
ancora prendendo le misure. Potrebbero essere tentati di interpretare il suo modo di reagire a cuore
aperto come la prova di una natura puramente istintiva. Padre Lombardi ha definito "atti del tutto
spontanei" i gesti compiuti durante il viaggio in Medio Oriente, che hanno suscitato tanti commenti.
Come quando ha abbracciato l'imam Omar Abboud e il rabbino Skorka dopo aver pregato con loro
davanti al Muro del Pianto. Ma lo stesso Skorka ha riferito di aver concordato quel gesto con lui
prima di partire per la Terra Santa. Gli ho detto: il mio sogno di poter abbracciare te e Omar
davanti al Muro.
Il fatto che quell'abbraccio sia stato programmato per venire incontro al desiderio del rabbino denota
la lucidit del papa, consapevole che ogni suo movimento, ogni sillaba dei suoi discorsi e commenti
verr analizzato per la valenza simbolica e profetica. Francesco prudente, come lo definiscono i
suoi amici argentini, che si mettono a ridere all'idea che qualcuno gli attribuisca candore
e spontaneit. Lo descrivono come un "giocatore di scacchi", uno che "organizza alla perfezione"
ogni sua giornata e "pondera attentamente su ciascuno dei suoi passi". Anni fa aveva detto a due
giornalisti, Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, che di rado dava retta ai suoi impulsi, perch la
prima risposta che mi viene in mente di solito sbagliata.
Pur avendo introdotto cambiamenti relativamente drastici nello stile di vita della Santa Sede,
Francesco ha dimostrato grande buon senso facendo non poche concessioni alle realt del Vaticano.
Avrebbe voluto evitare che le guardie svizzere lo seguissero a ogni passo, ma si rassegnato alla
loro presenza quasi costante. E pur avendo rifiutato per i suoi spostamenti la papamobile blindata a
prova di pallottole, in uso dal 1981, dopo l'attentato contro Giovanni Paolo II, ammette di non poter
pi viaggiare in metropolitana, n girare liberamente nelle periferie degradate, come faceva a
Buenos Aires.
Come capo del Vaticano e come argentino si sentito in obbligo, come riferiscono i suoi amici, di
ricevere Cristina Fernandez de Kirchner, presidente del suo paese, pur sapendo che lei avrebbe
strumentalizzato la visita per i suoi fini politici. Se l'ha ricevuta amichevolmente, lo ha fatto per
pura grazia, dice il pastore evangelico di Buenos Aires, Juan Pablo Bongarr. Lei non lo meritava.
Ma cos che Dio ci ama: per pura grazia.
A detta di Wals, gi suo collaboratore per i rapporti con la stampa, la lucida consapevolezza di
Bergoglio non ha nulla di sorprendente. Lo prova il modo in cui part da Buenos Aires quando era
ancora arcivescovo. Sapeva che avrebbe potuto essere eletto, anche perch nel 2005, al conclave
seguito alla morte di Giovanni Paolo II, era stato il secondo in lizza dopo Joseph Ratzinger. Wals
racconta che in previsione della partenza per Roma Bergoglio aveva scritto tutte le lettere in
sospeso e lasciato la situazione finanziaria in perfetto ordine. La sera prima della partenza mi aveva
telefonato per rivedere con me i dettagli dell'attivit dell'ufficio, e per darmi alcuni consigli per il
mio futuro, come se prevedesse una lunga assenza.
Pur mostrandosi sempre sereno, Francesco ha assunto la sua carica con profonda consapevolezza
delle gravose responsabilit che essa comporta, ma anche con la caratteristica tendenza a non
prendersi troppo sul serio. Come ha detto l'anno scorso a un suo ex studente, lo scrittore argentino
Jorge Milia: Ho cercato a lungo nella biblioteca di Benedetto, ma non ho trovato nessun manuale
di istruzioni per l'uso. E dunque cerco di cavarmela facendo del mio meglio. I media lo hanno
definito un riformatore, un radicale, un rivoluzionario, ma Francesco non corrisponde a nessuna di
queste tre definizioni. Non possibile ignorare il suo impatto tanto meno misurarlo. Francesco ha

acceso una scintilla spirituale. Tra i cattolici ma anche tra gli altri cristiani, tra i seguaci di religioni
diverse, e persino tra i non credenti. Come ha detto il rabbino Skorka: Bergoglio sta trasformando
la religiosit nel mondo intero. Il capo della Chiesa cattolica rappresenta una novit largamente
vissuta come positiva, dopo un periodo di continue brutte notizie. Come osserva il gesuita Thomas
J. Reese, autorevole analista della rivista National Catholic Reporter: Due anni fa, se chiedevi per
strada a un passante quali fossero le posizioni e i valori della Chiesa cattolica, in genere rispondeva
ricordando la condanna dei matrimoni gay e del controllo delle nascite. Oggi invece alla stessa
domanda la gente risponde: "Oh, il papa uno che ama i poveri e non abita in un palazzo!". Per
un'istituzione millenaria un risultato straordinario. Dico, scherzando, che la Harvard Business
School dovrebbe prenderlo a esempio nei suoi corsi sulle tecniche di rebranding. I politici di
Washington farebbero carte false per avere il suo tasso di approvazione.
Ma evidentemente nell'ottica dei rappresentanti ufficiali del Vaticano lo spettacolo di un culto della
personalit papale - Francesco come rock star - sarebbe disdicevole. Per alcuni la popolarit del
papa addirittura un pericolo, nella misura in cui gli conferisce pi forza per portare avanti la
missione affidatagli dai cardinali che lo hanno eletto: quella di spogliare la Chiesa del suo regale
distacco per espandere invece la sua influenza spirituale. Come ricorda il cardinale Peter Turkson,
del Ghana: Nell'attesa che iniziasse il conclave noi cardinali ci ritrovammo insieme e scambiammo
i nostri punti di vista. C'era nell'aria un clima particolare, una palpabile voglia di rinnovamento. In
realt nessuno disse esplicitamente: "Non vogliamo un altro italiano, e neppure un europeo". Ma il
desiderio di cambiare c'era.
Per il gruppo dei presenti, aggiunge Turkson, il cardinale Bergoglio era quasi uno sconosciuto,
finch non pronunci un discorso simile a un manifesto programmatico. Ci disse che il nostro
obiettivo doveva essere una Chiesa in espansione verso le periferie, non solo nel senso geografico
del termine, ma anche in quello delle esistenze umane. Ai suoi occhi il Vangelo invita tutti noi a
sviluppare questo tipo di sensibilit. Questo suo contributo era come una ventata d'aria fresca:
un'esperienza diversa, un modo diverso di avere cura del popolo di Dio.
Il pontificato di Francesco non ha deluso chi, come il cardinale Turkson, desiderava il
cambiamento. In due anni il nuovo papa ha nominato 39 cardinali, di cui 24 non europei. Nel
dicembre scorso, prima di pronunciare un discorso sferzante in cui stigmatizzava le malattie che
affliggono la Curia (tra cui la vanagloria, i pettegolezzi, il profitto mondano), il papa ha
incaricato nove cardinali, di cui due soli provenienti dalla Curia, di riformare l'istituzione. Per
combattere quello che ha definito "culto sacrilego" - gli abusi sessuali commessi all'interno della
Chiesa - ha costituito la Commissione pontificia per la protezione dei minori, sotto la guida
dell'arcivescovo di Boston Sen Patrick O'Malley. Per portare la trasparenza nelle finanze del
Vaticano ha chiamato un uomo energico e tenace come il cardinale George Pell di Sydney
(Australia), ex giocatore di rugby, nominato prefetto del Segretariato per l'economia, conferendogli
un grado pari a quello del segretario di Stato. Nel procedere a queste nomine il papa ha peraltro dato
prova di grande deferenza per la vecchia guardia, confermando alla guida della Congregazione per
la Dottrina delle fede, preposta all'osservanza dei precetti della Chiesa, il rigoroso cardinale Gerhard
Mller, designato da Benedetto XVI.
Le mosse finora compiute dal papa sono significative, ma difficile dire dove approderanno. I primi
segnali hanno suscitato grandi attese non solo tra i riformisti, ma anche tra molti cattolici pi
tradizionalisti. Pur avendo accettato le dimissioni di un vescovo statunitense, il primo a subire una
condanna per aver omesso di denunciare casi di sospetti abusi su minori, Francesco ha nominato
vescovo un sacerdote cileno, a sua volta accusato di aver coperto gli abusi di un altro prete, e perci
contestato durante la cerimonia della sua investitura. Il Sinodo straordinari( sulla Famiglia
convocato da Francesco nell'ottobre scorso ha tranquillizzato i conservatori, poich non ha prodotto
i drastici mutamenti che molt temevano. Ma il Sinodo generale, che avr luogo a ottobre, potrebbe
avere esiti diversi.
Sul tema dell'esclusione dei divorziati dalla comunione (a differenza di chi ha ottenuto
l'annullamento) ecco la testimonianza del professor Scannone, ex docente e amico del papa. Mi ha
detto: "Voglio ascoltare tutti". Aspetter fino al secondo Sinodo, sentir il parere di ciascuno, ma

sicuramente aperto al cambiamento. Il pastore pentecostale Saracco ha anche discusso con


Francesco sulla possibilit di sopprimere l'obbligo del celibato per i sacerdoti. Se riuscir a
sopravvivere oggi alle pressioni della Chiesa, e nell'ottobre prossimo ai risultati del Sinodo sulla
Famiglia, ha detto, penso che a quel punto sar pronto ad affrontare il tema del celibato. Una sua
intuizione, o una dichiarazione esplicita del papa? A questa domanda Saracco ha risposto, con un
sorriso arguto: qualcosa di pi di un'intuizione.
Spesso le parole e i gesti del papa sono un po' come il test psicologico di Rorschach: una macchia
d'inchiostro in cui ciascuno pu vedere ci che gli suggerisce la sua immaginazione. Potrebbe
sembrare paradossale, data la semplicit dell'uomo, nelle sue abitudini come nel suo modo di
esprimersi. Ma anche questa non una novit.
Nel 2010 un ex allievo dell'arcivescovo di Buenos Aires, Yayo Grassi, operatore di catering a
Washington, sped un'e-mail a Bergoglio dopo aver letto una sua dichiarazione di condanna delle
proposte di legge per la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso: "Lei stato la
mia guida, non ha mai cessato di allargare il mio orizzonte e di influenzare la mia visione del
mondo in senso sempre pi progressista", scriveva Grassi, per poi concludere: "La sua
dichiarazione mi ha profondamente deluso".
L'arcivescovo non manc di rispondere a quel messaggio, anche se non direttamente per e-mail, ma
pi probabilmente con un biglietto vergato a mano, nella sua calligrafia minuta, e affidato al suo
segretario. Di fatto papa Francesco non ha mai usato un computer, non naviga su Internet e non
possiede neppure un telefono cellulare. ( l'ufficio stampa del Vaticano a preparare i tweet per i suoi
nove account @Pontfex di Twitter, che hanno 20 milioni di followers, e a spedirli dopo
l'approvazione del papa). Bergoglio ha assicurato Grassi di aver preso a cuore le sue parole, ma la
posizione della Chiesa era quella che era. Si detto poi molto addolorato di aver urtato la sensibilit
del suo ex allievo, osservando al tempo stesso che i media avevano interpretato le sue parole in
maniera distorta. Infine, il futuro papa ha concluso asserendo che nel suo lavoro pastorale non c'era
spazio per l'omofobia.
Questo scambio di messaggi pu dare un'idea della portata, e anche dei limiti, di ci che possiamo
attenderci dal suo pontificato.
In definitiva, Bergoglio non ha sconfessato la sua posizione contraria ai matrimoni gay, che vedeva
come una minaccia per "l'identit e la sopravvivenza della famiglia formata da un padre, da una
madre e dai loro figli", come scrisse in una di quelle lettere. Tra le decine di suoi amici che ho
intervistato, neppure uno ritiene che papa Francesco modificher la posizione della Chiesa su questo
punto.
Ma ci che affascina le folle riunite in Piazza San Pietro, ci che ha riconfermato la venerazione di
Grassi per il suo ex maestro, e certo non mancher di suscitare lo stesso entusiasmo negli Stati
Uniti, dove Francesco si recher a settembre, il bianco abbagliante del suo abito papale,
immaginato e riproposto come emblema di una semplicit accessibile a tutti. la fusione tra
l'affinit di questo porteo con la vita delle strade, e la sua fede di gesuita in un impegno vigoroso
per la comunit: el encuentro, che trova la sua attuazione nel gesto di andare incontro all'altro, ma
anche nella disponibilit ad ascoltarlo, un'impresa decisamente pi ardua e impegnativa
dell'impersonale proclamazione di editti. Perch richiede il coraggio dell'umilt.
questo che ha spinto Bergoglio a inginocchiarsi davanti a migliaia di cristiani evangelici
chiedendo le loro preghiere. Ed per questo che i suoi occhi si riempivano di lacrime quando si
recava nelle baraccopoli di Buenos Aires, dove una volta un uomo disse di riconoscere l'arcivescovo
come uno di loro, dopo averlo visto viaggiare in fondo a un autobus.
Per questo, gi nominato papa, Francesco ebbe l'impulso di sottrarre la sua mano al bacio di un
sacerdote albanese che era stato incarcerato e torturato dal suo governo, e volle essere lui a baciare
la mano di quell'uomo, per poi scoppiare a piangere senza ritegno tra le sue braccia. Per questo due
anni fa, in un momento di grande significato emblematico, che avrebbe colto di sorpresa milioni di

persone, ha risposto a chi gli chiedeva un giudizio sui sacerdoti omosessuali con una semplice
domanda, gentile e sorprendente: Chi sono io per giudicare?.
Sembra dunque che sia questa la missione del papa: suscitare una rivoluzione in seno al Vaticano e
al di l delle sue mura, senza per sconvolgere il nucleo tradizionale dei suoi precetti. Ne convinto
il suo amico argentino Serna: Non cambier la dottrina, ma anzi ridar vita ai veri insegnamenti
della Chiesa, finiti nel dimenticatoio: una dottrina che pone al centro l'uomo. Per troppo tempo la
Chiesa ha focalizzato la propria attenzione sul peccato. Se ora la concentrer nuovamente sulla
sofferenza degli umani e sul rapporto con Dio, incomincer a modificare anche i duri giudizi
sull'omosessualit, sul divorzio e cos via .
Ma l'uomo che aveva parlato ai suoi amici argentini della necessit di incominciare da subito a
cambiare le cose non ha il tempo dalla sua parte. Quando disse, la primavera scorsa, che forse il
suo papato non sarebbe durato pi di cinque o sei anni, chi lo conosceva bene non ne fu sorpreso,
ben conoscendo il suo desiderio di trascorrere gli ultimi anni di vita nella sua terra. Peraltro quelle
parole hanno sicuramente confortato i conservatori pi tenaci all'interno del Vaticano, che faranno
del loro meglio per rallentare gli sforzi riformatori di Francesco, nella speranza di trovare nel suo
successore un avversario pi malleabile.
Ma indipendentemente dal successo che potr avere questa rivoluzione non ha precedenti, se non
altro per l'incontenibile gioia di colui che la sta portando avanti. Quando il nuovo arcivescovo di
Buenos Aires, cardinale Mario Poli, not con sorpresa, durante la sua visita alla Citt del Vaticano,
l'espressione sempre sorridente del suo amico, che ricordava spesso cupo e accigliato, Francesco
ponder bene le sue parole, come solito fare, e poi rispose: molto divertente essere papa.
E di sicuro lo disse sorridendo.

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