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I Disordini Psicogeni (Funzionali) del Movimento (DPM) sono una parte del variegato spetro dei
disordini del movimento e si situano unarea grigia tra la psichiatria e la neurologia, presentando,
come vedremo, notevoli criticit, tanto da essere stati definiti una vera e propria crisi della
neurologia 1.
Le problematiche relative a questi disordini cominciano gi dalla definizione: sono stati e sono
tuttora variamente definiti come isterici, funzionali, funzionali, non organici, sintomi non
spiegabili medicalmente, disordini di conversione. Lindecisione intorno al nome non casuale,
ma rispecchia le difficolt nel comprendere i meccanismi fisiopatologici e nellaccordarsi sui criteri
diagnostici. Alcuni termini come psicogeni, disordini di conversione o somatizzazione, suggeriscono
che lo sviluppo del sintomo sia mediato psicologicamente, ma molti clinici evidenziano che la
presenza di un trauma psicologico un evenienza poco frequente e non utile ai fini diagnostici 2-3.
Altri termini presentano diversi tipi di problemi: listeria porta con s un ingombrante eredit
storica, disordini non medicalmente spiegabili un termine molto impreciso che difficilmente viene
accettato dal paziente al momento della diagnosi. Secondo alcuni autori il termine funzionale
dovrebbe essere preferito, poich si riferisce ad un disordine del funzionamento del sistema nervoso
le cui cause devono ancora essere ben definite 4,5.
Nel nostro lavoro, pur tenendo presente questa discussione tuttaltro che accademica [nota da
inserire], utilizzeremo, come suggerito da Edwards e colleghi, la definizione disordini funzionali
del movimento e distonia funzionale (DF). Usiamo il termine funzionale come un disturbo della
funzione del sistema nervoso la cui causa deve ancora essere ben definita e non come un eponimo
pi gentile per una malattia psichiatrica. 6
Esponiamo qui brevemente i tratti comuni a tutti i DFM per addentrarci poi in maniera pi esaustiva
nella trattazione della clinica e della fisiopatologia delle distonie funzionali. In chiusura di questa
introduzione accenneremo ai criteri diagnostici ed ai principi di terapia dei disordini funzionali del
movimento.
Epidemiologia e costi
Una stima accurata della prevalenza dei DFM non facile, perch dipende molto dalla definizione
dei casi e dallorientamento delle cliniche in cui i casi vengono accertati: diversi studi attestano che
Hallett M. Psychogenic movement disorders: a crisis for neurology. Curr Neurol Neurosci Rep 2006; 6:26971.
Espay AJ, Goldenhar LM, Voon V, et al. Opinions and clinical practices related to diagnosing and managing patients with
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6 Trimble MR. Functional diseases. BMJ 1982; 285: 176870.
1
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tra il 2 e il 20% dei pazienti che richiedono una visita per un disordine del movimento, presentino
un qualche tipo di DFM 7-8.
Sono pi frequenti nelle donne rispetto agli uomini e let di esordio , solitamente, tra i 37 e i 50
anni-8, mentre sono molto rari, anche se riportati, prima nei bambini 9 e negli anziani7-8.
Questi disordini comportano un peggioramento della qualit di vita paragonabile alla malattia di
Parkinson e, per alcuni aspetti, anche pi grave. 10
Non ci sono studi che analizzino limpatto economico dei DFM, ma, visto il livello di disabilit riferito
nei pazienti a lungo termine, i costi sanitari e sociali ad essi associati sono probabilmente rilevanti.
Uno studio su 1144 pazienti con sintomi neurologici di tipo psicogeno, seguiti per oltre un anno, ha
riportato che almeno il 50% dei soggetti ha smesso di lavorare e pi di un quarto ha ricevuto sussidi
correlati alla malattia. Limpatto economico dei DFM probabilmente paragonabile 11. Il Regno
Unito stima che i costi annuali associati a pazienti in et lavorativa con sintomi non spiegabili
medicalmente sono approssimativamente 18 miliardi di sterline 12, poco pi di quelli associati a
pazienti di tutte le et con demenza. 13
Presentazione Clinica
Il tremore e la distonia sono le presentazioni pi frequenti dei DFM, mentre parkinsonismo, tic e
corea sono i pi rari 14. Disordini funzionali della marcia isolati si osservano solo nel 5,7% dei pazienti
con DFM, ma anomalie della marcia combinate ad altri disordini del movimento sono pi comuni e
vengono descritte in circa il 40% dei pazienti 15.
I DFM possono colpire qualsiasi distretto anatomico, inclusi la regione cranio-faciale 16, il palato 17-18,
il collo (torcicollo doloroso post-traumatico), il tronco 19 e gli arti superiori ed inferiori. Possono
inoltre diffondersi da un sito anatomico ad un altro, non necessariamente adiacente16. Infine si pu
assistere tanto a remissioni spontanee quanto a ricadute, anche in parti del corpo diverse e con
differenti tratti fenomenologici. Questa variabilit, storica e intra-clinica, rappresenta un carattere
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7
distintivo dei DFM: linconsistenza 20. Linconsistenza pu essere documentata come una riduzione
o una risoluzione della sintomatologia con la distrazione ed un peggioramento quando lattenzione
focalizzata sul distretto colpito (questo particolarmente vero nel caso del tremore)21.
La sensibilit alle manovre di distrazione (tapping delle dita a diverse velocit, movimenti laterali
della lingua, serial-seven, e movimenti controlaterali ritmici) pu essere valutata in maniera pi
precisa attraverso una serie di esami elettrofisiologici che dimostrano entrainment, soppressione o
cambiamento della frequenza patologica nei casi di tremore funzionale 22 e la presenza di un
potenziale premotoria nei casi di mioclono funzionale19.
Spesso i pazienti con DFM presentano una combinazione di diversi tipi di disordini del movimento,
producendo un quadro clinico bizzarro che incongruente con qualsiasi disordine organico20.
Bisogna comunque sempre tenere a mente che anche i disordini di origine organica possono avere
una presentazione bizzarra 23.
Oltre a inconsistenza ed incongruenza8, alcuni altri aspetti della storia clinica e dellesame obbiettivo
possono aiutare nella diagnosi di un DFM20. La comparsa dei sintomi spesso improvvisa e la loro
severit tende ad essere massima allesordio; i sintomi possono seguire un trauma periferico
minore, in maniera completamente sproporzionata rispetto al trigger iniziale.
Alcuni segni neurologici ulteriori possono suggerire una diagnosi di DFM20, come una risposta
eccessiva ad uno stimolo, perdite sensoriali non-anatomiche e spasmi convergenti 24.
DISTONIA FUNZIONALE
Clinica
La distonia funzionale la seconda presentazione pi frequente nei disordini funzionali del
movimento.7 Clinicamente spesso difficile decidere se un movimento distonico sia di origine
organica o funzionale. La maggior parte dei pazienti con distonia organica venivano classificati come
isterici fino ai primi anni ottanta. Inoltre i movimenti distonici assomigliano spesso a movimenti
volontari e la task-specificit, il fenomeno in cui la distonia si manifesta solo eseguendo un compito
specifico, appare spesso come bizzarro e di origine psicologica. Il miglioramento delle conoscenze
nel campo della genetica ha permesso di riconoscere i fenotipi delle distonie primarie idiopatiche,
che sono caratterizzate da et di presentazione, decorso e distribuzione caratteristica dei sintomi.
Ad esempio, la distonia primaria correlata al gene DYT1 si presenta prima dei 25 anni, spesso
colpisce le gambe e si pu estendere, qualche anno dopo la comparsa, fino a configurare una
distonia generalizzata.25
Diversamente la distonia primaria ad esordio tardivo (late-onset) colpisce la regione cranio-cervicale
(il torcicollo spasmodico la forma pi comune) e tende a rimanere focale.25
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25 Edwards MJ. Dystonia: a clinical approach. Acta Neurol Taiwan 2008; 17: 21927
20
21
parte di queste anormalit sono presenti anche in corrispondenza di parti del corpo asintomatiche
e non solo laddove la distonia si manifesta.
Gli studi sulla distonia funzionale sono invece pochi. Questo dovuto a diverse difficolt nello
studiare questi pazienti: una ragione la difficolt di diagnosticare con sufficiente certezza una
distonia funzionale, unaltra ragione che molti test fisiologici richiedono che il paziente sia a riposo,
mentre i pazienti con distonia, in particolare se funzionale, possono essere completamente incapaci
di rilassare la muscolatura. Un tratto fisiologica di potenziale interesse potrebbe essere la cocontrazione di muscoli antagonisti, caratteristica molto frequente nei movimenti distonici di origine
organica e pi rara invece in quelli di origine funzionale.
Uno studio ha dimostrato che nelle distonie funzionali presente un deficit dei processi inibitori del
tutto simile a quello osservato nelle distonie organiche 35. Questo studio ha incluso linibizione
corticale a breve o lungo intervallo (SICI e LICI), il periodo silente corticale e cutaneo e linibizione
reciproca nellavambraccio. Il risultato potrebbe suggerire che queste alterazioni rappresentino una
conseguenza della distonia piuttosto che esserne la causa, per molte di queste alterazioni sono
presenti anche in corrispondenza di aree anatomiche risparmiate dalla patologia. Unaltra possibilit
che questi deficit rappresentino una predisposizione allo sviluppo della distonia, che per
necessiterebbe di altri fattori per esprimersi, in una forma organica o in una forma funzionale.
Questo tipo di teoria potrebbe rispondere alla domanda su perch un paziente con disturbo di
conversione si presenti con una distonia piuttosto che con un altro disordine del movimento.
Un altro studio ha preso in considerazione pazienti con distonia fissa 36. Leziologia di questo disturbo
difficile da determinare, ma nella maggior parte di questi pazienti i sintomi vengono considerati di
origine psicogena. Anche in questo studio, in cui i pazienti funzionali venivano confrontati con
pazienti con distonia focale (tipicamente mobile), si confermato come i deficit dei meccanismi
inibitori siano presenti in entrambi i gruppi.
Oltre ad un difetto nellinibizione motoria, i pazienti con distonia organica presentano unaumentata
risposta a protocolli di stimolazione magnetica transcranica ripetitiva, che testimoniano una
iperfunzione nei meccanismi di plasticit cerebrale 37,38. Laumento della platicit cerebrale
potrebbe essere streattamente correlato alla diminuzione dellinibizione, come suggeriscono alcuni
studi, sia sullanimale che sulluomo, che mostrano come la plasticit cresca quando il meccanismo
inibitorio ridotto, attraverso la somministrazione di bicululina, un bloccante dellacido gammaaminobutirrico (GABA) 39 o attraverso deafferentazione periferica 40.
Quartarone et al. (2008)41 hanno comparato la risposta al protocollo paired associated stimuli (PAS)
in pazienti con distonia organica e funzionale. La conclusione stata che, mentre nella distonia
organica la risposta al PAS pi intensa e perde la specificit topografica, questo non avviene invece
nella distonia funzionale, in cui i pazienti hanno risultati sovrapponibili ai soggetti sani.
Se confermato questo risultato potrebbe fornire nuovi strumenti sia per la comprensione della
patofisiolgia delle distonie funzionali, sia per la differenziazione tra distonie funzionali ed organiche.
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sensorimotor plasticity in organic but not in psychogenic dystonia. Brain 2009;132:28712877
35
Studi di tomografia ad emissione di positroni (PET) dimostrano che i pattern di attivazione corticale
sono anatomicamente distinti nella distonia funzionale e in quella organica 42. I pazienti con distonia
organica mostrano un aumento nel flusso ematico cerebrale nelle cortecce motoria primaria,
premotria e parietale, ed una riduzione del flusso nel cervelletto. Pazienti con distonia funzionale
invece mostrano un pattern di attivazione opposto, con aumento del flusso ematico nel cervelletto
e nei nuclei della base e riduzione del flusso nella corteccia motoria primaria. In entrambi i casi
invece comune un aumentata attivazione della corteccia prefrontale dorsolaterale/polare di
destra durante il movimento rispetto ai soggetti sani.
Si riportano anche pattern di attivazione specifici: ad esempio in pazienti con distonia sporadica, sia
portatori che non portatori del gene DYT1, presentano un aumento relativo in aree che includono
larea motoria supplementare 43. Nella distonia primaria c anche unattivazione sensorimotoria
task-correlata 44. Studi su altri disordini neurologici funzionale hanno dimostrato, invece,
limplicazione predominante della corteccia prefrontale 45,46. Non chiaro se questultimo pattern
di attivazione sia un vero marker di eziologia funzionale o se, piuttosto, il suo ruolo sia secondario
ad uno stato di disfunzione neurologica comune sia alle condizioni di origine funzionale, sia a quelle
di origine organica.
Lidentificazione di caratteristiche corticali e subcorticali che differenziano la distonia organica da
quella funzionale, completa gli studi di neurofisiologia sulla plasticit.
La caratteristica della distonia funzionale potrebbe quindi essere unanomalia nei processi
subcorticali, naturalmente non accessibili alle tecniche di TMS.
A supporto di questa tesi altri studi di neuroimaging hanno evidenziato un correlato subcorticale nei
disordini funzionali del movimento 47,48,49.
Com noto i nuclei della base e il talamo modulano il circuito fronto-subcorticale che implicato
nellattenzione o nellintenzione motoria, con ulteriori modulazioni possibili attraverso le
connessioni reciproche con amygdala e corteccia fronto-orbitale 50. Queste evidenze sembrano
puntare verso una teoria che consideri, nella patogenesi delle distonie funzionali, un deficit del
movimento, della motivazione e dellattenzione a diversi livelli di un network diffuso48.
La distonia funzionale potrebbe dunque riflettere la disfunzione di questi circuiti fronto-subcorticali
e non un difetto della plasticit cerebrale e del metabolismo.
La corteccia prefrontale un substrato neurobiologico comunemente chiamato in causa nella genesi
dei sintomi neurologici funzionali45,46. Le ipotesi sul risultato di una sua disfunzione sono molto varie:
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funzionale 78, ma la natura dellintervento, che rende impossibile celare al paziente se sia
sottoposto o meno allo stimolo, rende probabile un effetto placebo.
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