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Anno XLIX
Fascicolo 4 (2013)
Olanda
Olanda
Francia
Germania
Germania
Austria
Olanda
PRESIDENZA
Presidente
Felix Wilfred
Vice-presidenti Thierry-Marie Courau Diego Irarrzaval Susan Ross
SEGRETARIATO GENERALE
Asian Centre for Cross-Cultural Studies, Madras
www.concilium.in
India
www.queriniana.it
CONCILIUM
rivista internazionale di teologia
LAMBIVALENZA
DEL SACRIFICIO
Luiz Carlos Susin Daniel Franklin Pilario
Diego Irarrzaval (edd.)
EDITRICE QUERINIANA
via Ferri, 75 - 25123 BRESCIA
Csar Carbullanca N.
Talca (Cile)
I/ Introduzione
Che si sia fatto ricorso ai carmi del servo di Yhwh nella teologia latinoamericana fuori di dubbio. Autori come Ignacio
Ellacura, Jon Sobrino e Carlos Mesters (per non citare che i
pi rappresentativi) hanno utilizzato la figura del servo isaiano
con lintento di renderla attuale per il popolo latinoamericano.
Nonostante i meriti di questi autori, per, si rileva lassenza di
un approccio specificamente scritturistico a questo tema che
aiuti a comprendere la figura del servo di Yhwh nel contesto di
una teologia del martirio, capace di dare un fondamento biblico alla lotta per la giustizia in America latina.
Occorre precisare che Ellacura e Sobrino seguono lesegesi
europea del secolo scorso, secondo la quale, in termini generali,
Cesar Carbullanca N.
Dottore in teologia, ricercatore e docente di sacra Scrittura presso lUniversidad Catlica
del Maule, con sede a Talca (Cile). Il lavoro presentato in queste pagine una sua ricerca (sovvenzione: Fondecyt n. 1120029).
Avda. San Miguel 3605, Facultad de Ciencias religiosas i filosficas, Universidad
Catlica del Maule, Talca, Cile. E-mail: carbullanca@yahoo.com
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il ruolo del martirio e la lotta per la giustizia del popolo ebraico non costituiscono in realt un precedente valido del senso
che i cristiani hanno dato alla morte di Cristo. La tesi esegetica
che viene spesso proposta che non sussiste alcuna relazione
storica diretta fra la tradizione giudaica del martirio e linterpretazione cristiana della morte di Cristo. Luso di Is 52,13ss.
sarebbe una soluzione ermeneutica che postula il valore della morte violenta di Ges adempiutasi secondo le Scritture.
Ges non avrebbe riferito a se stesso il passo di Is 52,1353,12,
ma a stabilire per la prima volta questo nesso sarebbe stata la
comunit cristiana ellenista perch trov in quel testo il senso
della morte di Cristo. E ancora, lesegesi europea insiste sullassenza pressoch totale di precedenti storici, politici e teologici
riguardo a una morte martiriale per la giustizia che avrebbe
influito sul senso da attribuire alla morte del messia cristiano. E
a tal punto che la proclamazione della esaltazione di Cristo e il
senso della morte di Ges non hanno un nesso con lesperienza
del martirio delle vittime storiche, se non per luso apologetico
che ne ha fatto la comunit post-pasquale.
Questo mancato riconoscimento di una prassi in ordine alla giustizia divina per la quale nel periodo del tardo giudaismo
vissero e morirono gruppi di ebrei marginali la causa di una
distorsione teologica che rende insignificante la storia dalla
quale nasce la convinzione della esaltazione di Cristo; e trasforma questa confessione di fede in un evento individuale, unico
e astorico. Tuttavia, questa distorsione non spiega limpatto
storico che questi precedenti ebbero sul cristianesimo e, ancor
pi, non spiega il ruolo teologico della lotta per la giustizia
come locus nel quale ebbero origine, in senso sia letterario che
teologico, i racconti della passione e della morte martiriale del
Figlio delluomo.
Noi riteniamo, al contrario, che sia proprio questa tradizione martiriale di una lotta per la giustizia, e delle sue vittime,
a dare senso alla proclamazione dellesaltazione di Cristo e a
spiegarla. Per questo consideriamo il Quarto carme del servo
nel contesto di una crisi epocale che la societ ebraica del postesilio si trova a vivere. Il carme rappresenta un paradigma nuovo che esprime una teologia del martirio appartenente a gruppi
marginali. La presenza di questa teologia si riconosce dal ri-
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II/ Contesto di Is 53
1/ Il contesto
Un primo problema importante la contestualizzazione
storica e teologica del Quarto carme del servo. Il tema controverso, ma, in accordo con le indagini pi aggiornate, si soliti
attribuire i quattro canti del servo di Yhwh alla paternit del
deutero-Isaia, anche se alcuni studiosi ritengono che il Quarto
carme appartenga a una redazione posteriore, asserendo inoltre che corrisponde al cosiddetto trito-Isaia. Pertanto, il suo
contesto originario sarebbe lepoca dellesilio, o quella immediatamente successiva, e il testo in tal modo affronterebbe nel
caso che sia stato composto durante la cattivit babilonese o
subito dopo la sfida della svolta epocale che segna il ritorno
degli esuli e la ricostruzione del paese. In questo senso, la proposta di Paul Hanson relativamente al contesto del trito-Isaia1
costituisce un contributo interessante per la nostra analisi del
Quarto carme. Lautore sostiene che gli inizi dellapocalittica
giudaica, in quanto riflessione nata in una determinata epoca critica, sono da mettere in relazione con un conflitto sorto
fra una teologia sacerdotale e unaltra teologia dal carattere
visionario-profetico. Noi riteniamo che il linguaggio sacrificale
usato nel carme sia un indizio pragmatico in relazione al suo
contesto diretto. Vale a dire: lutilizzazione di un modello di
vittima sacrificale applicato ad un essere umano rappresenterebbe precisamente un conflitto tra due teologie e un superamento del modello stesso. Ma, daltra parte, la sua teologia, e in
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P. Hanson, The Dawn of Apocalyptic. Historical and Sociological Roots of Jewish
Apocalyptic Eschatology, Fortress Press, Philadelphia/PA 1979.
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2/ Il paradigma di Giuseppe
assai probabile che il mito del servo di Yhwh rimandi al
paradigma del patriarca Giuseppe, e quindi occorre collegarlo,
dal punto di vista sociologico, con i figli di Giuseppe (Nm
1,32-34), che stabiliranno pi tardi un rapporto con il mito del
servo di Dio, a giudicare da testi pre-qumranici come 4Q541
dei quali, nonostante lo stato frammentario, sono leggibili alcune parti. Nel fr. 2 col. II si legge: tu prenderai le ferite
e nel fr. 4 col. II v. 2: il figlio di Giuseppe [] sta soffrendo
per (4) il tuo sangue [] port i tuoi dolori. In questo testo
il termine keobh, che significa sofferenze, dolori, si ripete
tre volte e compare anche in Is 53,3.4: questo potrebbe indicare
che c un rapporto letterario tra i due testi. Il frammento rivela
dei riferimenti tratti probabilmente dal testo isaiano e descrive
un sommo sacerdote che ha patito dolori. La concezione di un
unto sacerdotale che soffre per il popolo, quindi, non rara
in questepoca, e sarebbe in relazione o con la costruzione di un
santuario o con il suo destino segnato dalla violenza. significativa in questo frammento la menzione di un messia figlio di
Giuseppe: port i tuoi dolori o le tue sofferenze. Come si
gi detto, il patriarca Giuseppe (Gen 3740) rappresenta uno
dei paradigmi del giusto e corrisponde al modello sapienziale della rivendicazione del giusto perseguitato.
Nel fr. 9 col. I di 4Q541 (4QApochryphe de Levi b aronit.) si
pu leggere che tra le sue funzioni vi sono quelle di purificare
e di istruire il popolo: egli espier per tutti i figli di questa
generazione (v. 2) e la sua parola come la parola dei cieli
e il suo insegnamento [] secondo la volont di Dio (v. 3). In
particolar modo il testo afferma che lunto descritto in questi
versetti un giusto perseguitato che richiama alla memoria
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[Cf. in it., L. Fusella (ed.), Libro di Enoc, in P. Sacchi (ed.), Apocrifi dellAntico Testamento I, UTET, Torino 1981, 413-667, qui 641 e 505].
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[Ed. it. cit., 515 e 528].
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2/ Rovesciamento e giustizia
Uno degli aspetti fondamentali del rovesciamento escatologico che il testo del Quarto carme propone si fonda sul fatto
che la giustizia di Dio si manifesta in ci che stato rifiutato
e disprezzato. Espressioni come avr successo, sar onorato,
esaltato, innalzato grandemente (52,13), vedranno un fatto
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V/ Conclusione
La teologia della liberazione elaborata da I. Ellacura e da J.
Sobrino sostiene che la lotta per la giustizia in America latina
direttamente connessa con la fede nella risurrezione dei morti.
Certo, come riteniamo di aver dimostrato, per un cristiano la
lotta per la giustizia in questo mondo la prospettiva del servo
di Dio. Lo abbiamo dimostrato affermando che la teologia del
servo di Yhwh costituisce un mito fondativo collocato in una
svolta epocale che postula come chiave per ledificazione della
societ giudaica del post-esilio un rovesciamento escatologico
dei destinatari della giustizia divina. Per lo stesso motivo ha ragione Sobrino quando afferma che il popolo latinoamericano
il servo di Yhwh nella storia, e che ledificazione di una societ
senza violenza pu attuarsi solo sulla base di una teologia nella
quale il martirio, inteso come lotta per la pace e la giustizia,
rappresenti il criterio salvifico centrale e determinante per il
credente e per la teologia. La sfida proprio questa: fare teologia a partire dalle vittime.
(traduzione dallo spagnolo di Laura Ferrari)