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INDICE:
DOCUMENTO POLITICO
Parte 1: Lo scenario internazionale
p. 2-10
p. 11-19
p. 20-36
p. 37-46
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EMENDAMENTI:
POL1: sostitutivo della parte 1 - Lo scenario internazionale (Carboni e al.)
p. 47
POL2: aggiuntivo a Per una svolta nelle forme di lotta (Carboni e al.)
p. 51
p. 51
p. 52
POL5: sostitutivo del capitolo L'unicit del PCL e (Liverani, Canfarini e al.)
p. 53
POL6: Per un metodo leninista nel rapporto con le elezioni (Liverani, Canfarini e al.)
p. 54
POL7: aggiuntivo a Rafforzare il lato politico del nostro intervento di massa (Doro e al.)
p. 56
p. 56
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Cancellazione delle leggi reazionarie sul Pubblico impiego, e ripristino dei diritti
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DI
CLASSE
SUL
TERRENO
DELLA
BATTAGLIA
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EMENDAMENTI
POL1: SOSTITUIRE LA PRIMA PARTE LO SCENARIO INTERNAZIONALE
(da pag. 2 a pag. 10 del documento) con il seguente testo:
UNA NUOVA TAPPA DELLA CRISI MONDIALE
Il quadro mondiale caratterizzato dalla crisi catastrofica, senza precedenti, del capitalismo, giunta ormai al
settimo anno. La crisi attuale non una semplice crisi ciclica, ma rappresenta la punta delliceberg del
capitalismo in putrescenza, lesplosione della regressione economica iniziata negli anni 70, che vede la
caduta tendenziale del saggio medio di profitto come suo elemento principale. Lesplosione della bolla
immobiliare nel 2007 negli Usa non stato altro che il salto qualitativo di questo processo.
Il periodo storico che coinvolge lattuale scenario segnato non soltanto da una mancata ripresa, ma da un
marcato approfondirsi della crisi inarrestabile. Il precipitare della crisi non un fenomeno limitato ad alcuni
paesi o ad alcune zone, ma coinvolge a livello globale tutti i poli capitalistici: dagli USA, epicentro della crisi
del 2007, alla Cina.
La recente svolta nella politica monetaria della FED non soltanto segna il fallimento della politica di stimolo
monetario che aveva lo scopo di incentivare leconomia (il livello di produttivit degli USA resta di gran
lunga inferiore al periodo precedente il 2007, la disoccupazione permane a livelli alti), ma soprattutto
rappresenta un elemento di approfondimento della crisi nei paesi cosiddetti emergenti (col rischio della
fuga di capitali), in particolar modo per quanto riguarda la Cina.
Lenormit del debito pubblico degli stati nazionali non solo non consente alla borghesia una politica di tipo
neo-keynesiano, ma risulta essere un fattore destabilizzante per lintera economia mondiale. La crisi del
debito pubblico degli USA ha aperto una nuova fase di instabilit nelle borse, in particolar modo in Cina,
che possiede una grossa fetta del debito americano. La Cina si trova, a sua volta, in un contesto
economico difficile segnato dal calo delle esportazioni e della domanda interna e da un conseguente
rallentamento della produzione.
Nel quadro europeo lipotesi di una nuova bancarotta della Grecia e del Portogallo pone inevitabilmente il
rischio di unimpennata della crisi nelleurozona, nel quadro di un forte rallentamento della sua produzione
industriale. La Germania, che vede la sua produzione industriale crescere al di sotto delle aspettative, ne
verrebbe inevitabilmente travolta in quanto paese creditore.
La borghesia non possiede nessuna via duscita dalla crisi, se non operando la distruzione delle forze
produttive, nella prospettiva di una guerra mondiale (determinata soprattutto dallacuirsi di contrasti interimperialistici e dalle contraddizioni crescenti tra gli USA e la Cina). Pi in generale le pi recenti vicissitudini
delleconomia mondiale concorrono nel gonfiare uninedita speculazione finanziaria internazionale che
rischia di esplodere in una nuova bolla senza precedenti.
LA CRISI E LA LOTTA DI CLASSE INTERNAZIONALE
Il fondamento del materialismo dialettico quello di indagare scientificamente i rapporti esistenti tra i
fluttuamenti della struttura economica e i fenomeni sovrastrutturali connessi. Il legame dialettico tra le crisi e
la lotta di classe alla base dello sviluppo del socialismo scientifico ad opera di Marx ed Engels. Scriveva
Engels nel 1895, a proposito dellanalisi di Marx sugli eventi del 1848 in Francia, che la crisi commerciale
mondiale del 1847 era stata la vera madre delle rivoluzioni di febbraio e marzo. Nel 1850, sulla Neue
Rheinische Zeitung, i padri del socialismo scientifico scrivevano: Una nuova rivoluzione non possibile se
non in seguito a una nuova crisi. Luna per altrettanto sicura quanto laltra.
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NELLE
FORME
DI
LOTTA
A tale scopo indispensabile, in questa fase, agitare e sviluppare tatticamente nel complesso delle lotte di
classe la proposta della creazione di organismi di lotta indipendenti dalla burocrazia sindacale quali comitati
di sciopero, comitati di fabbrica e, soprattutto, la creazione di un coordinamento per delegati delle lotte. Ci
al fine sia di centralizzare le tante vertenze isolate, rafforzandole; sia come mezzo per combattere la
burocrazia sindacale, neutralizzare la sua funzione di freno e strappare la classe operaia dalla sua
influenza.
A. Carboni (CP), G.F. Camboni, G. Satta, R. Camboni, S. Bitti
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POL3: INSERIRE NEL CAPITOLO LA BATTAGLIA DEI RIVOLUZIONARI NEI SINDACATI
(pag 29 del documento), allinizio subito sotto il titolo del capitolo
Nei momenti critici della lotta la borghesia semina la discordia tra le masse operaie militanti e impedisce
che le azioni isolate di differenti categorie operaie si fondano in una generale azione di classe; essa
sostenuta, in questo tentativo, dallopera delle vecchie organizzazioni sindacali che spezzettano i lavoratori
di un settore professionale in gruppi artificialmente isolati, nonostante che siano tutti riuniti gli uni agli altri
dallesistenza stessa dello sfruttamento capitalistico.E in questo modo che la burocrazia sindacale
sostituisce deboli ruscelletti alle potenti correnti del movimento operaio
Ogni diserzione volontaria dal movimento professionale, ogni tentativo di scissione artificiale di sindacati
che non sia determinato dalleccessiva violenza della burocrazia professionista (dissoluzione di sezioni
locali sindacali rivoluzionarie da parte dei vertici opportunisti) o dalla loro rigida politica aristocratica che
impedisce alle grandi masse di lavoratori poco qualificati di entrare negli organismi sindacali, rappresenta
un enorme danno per il movimento comunista
Siccome i comunisti danno pi valore alla natura e ai fini dei sindacati che alla loro forma, essi non devono
assolutamente esitare di fronte alle scissioni che si potrebbero produrre nel seno delle organizzazioni
sindacali se, per evitarle, fosse necessario abbandonare il lavoro rivoluzionario e rifiutarsi di organizzare la
parte pi sfruttata del proletariato. Nel caso in cui una scissione divenga inevitabile, i comunisti
dovrebbero accordare una grande attenzione a che tale scissione non li isoli dalla massa operaia.
Ovunque, dove la scissione tra le tendenze sindacali opportuniste e quelle rivoluzionarie si gia prodotta,
dove esistonosindacati di tendenza rivoluzionaria, se non comunisti, accanto ai sindacati opportunisti, i
comunisti hanno lobbligo di dare il loro contributo a questi sindacati rivoluzionari, di sostenerli, di aiutarli a
liberarsi dei loro pregiudizi sindacalisti e a collocarsi sul terreno del comunismoMa laiuto prestato ai
sindacati rivoluzionari non deve significare luscita dei comunisti dai sindacati opportunisti che si trovino in
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