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Prima edizione 2015, Padova University Press.

Titolo originale Il Cielo in Terra ovvero della giusta distanza


2015 Padova University Press
Universit degli Studi di Padova
via 8 Febbraio 2, Padova
www.padovauniversitypress.it
ISBN 978-88-6938-054-9
Stampato per conto della casa editrice dellUniversit degli Studi di Padova - Padova
University Press nel mese di novembre 2015.
Tutti i diritti di traduzione, riproduzione e adattamento, totale o parziale, con qualsiasi
mezzo (comprese le copie fotostatiche e i microfilm) sono riservati.
In copertina: Terra e cielo in Cosma Indicopleuste (Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana: ms. Laur.
Plut. IX, 28, carta 95v; da Barozzi 1992).

Il Cielo in Terra
ovvero della giusta distanza
a cura di

Valentina Girotto e Guido Rosada

PADOVA UNIVERSITY PRESS

LEclissi e l'Orbe Magno del Leone: l'affresco astrologico


del Duomo di Montagnana come profezia anti-turca

Giangiacomo Gandolfi

Planetario e Museo Astronomico di Roma

Abstract
Discovered during the restoration of 1959, the astrological fresco in the Annunciation
Chapel of the Cathedral of Montagnana is an extraordinary and mysterious example
of Renaissance art of Italy related to astral themes: after more than 50 years still no
convincing theories have been proposed about its meaning. Furthermore, despite many
clues, so far we have no certainties about the date, the painter, the client, neither about
the identity of the astrologer involved in the creation of the iconographical program.
The small apse, however, certainly hosts the representation of a partial eclipse of sun in
Leo, happened while Virgo ascends and other extrazodiacal constellations of ambiguous
meaning lie all around.
I propose here the first complete interpretation of the fresco, obtained through an
accurate astronomical analysis and especially through a survey of coeval astrological
literature (in particular works by Annio da Viterbo and Galeotto Marzio) that reveals
a fascinating mileu of astral prophecy related to religious and political upheavals.
The anomaly of the impossible crescent of the moon during the solar eclipse allows
to disclose the main theme of the artwork, confirmed by many internal and external
details: the fresco represents at the same time an eclipse of the year 1300, an allusion to
the contemporaneous eclipse of 1478 and an original anti-turkish prophecy calibrated
on the long cycles of the Orbis Magnus, as the Arabian astrologer Abu Mashar conceived
them. In order to confirm independently the interpretation, I will conclude the inquiry
analyzing a sonnet by Tifi Odasi, the celebrated paduan inventor of macaronic poetry.
The piece contains an hermetic description of the fresco and points to an interesting
network of local intellectuals involved in astrology, as well as in heretical averroistic
speculations.
Venuto alla luce durante i restauri del 1959, laffresco astrologico della Cappella
dellAnnunciazione del Duomo di Montagnana uno dei pi misteriosi esempi di
arte rinascimentale dedicata a temi celesti: a pi di 50 anni dalla scoperta ancora non

204

G. Gandolfi

sono state avanzate teorie convincenti sul significato della raffigurazione. Inoltre,
nonostante i numerosi indizi, si ignorano tuttora sia lanno di esecuzione, sia lautore,
sia il committente del dipinto, sia lidentit dellastrologo coinvolto nel programma
iconografico. Quel che certo che nella piccola abside rappresentata uneclisse
parziale di Sole nel Leone, mentre allorizzonte ascende la Vergine e tuttintorno si
dispiegano costellazioni extrazodiacali dal valore ambiguo, forse allegorico.
Si avanza qui la prima ipotesi organica di interpretazione, confortata dallanalisi
astronomica della configurazione celeste, ma soprattutto da riscontri nella letteratura
astrologica coeva che portano alla ribalta le speculazioni congiunzionistiche e
religiose di umanisti come Annio da Viterbo e Galeotto Marzio. Lanomalia della Luna
rappresentata durante leclissi con una impossibile falce illuminata diviene la chiave di
lettura decisiva, sostenuta da riscontri interni ed esterni: laffresco rappresenterebbe
al tempo stesso leclissi del 15 agosto 1300 e una inedita profezia anti-turca calibrata
sui lunghi cicli dellOrbe Magno proposti dallarabo Abu Mashar. A suggellare il
percorso interpretativo si ripropone una lirica del poeta maccheronico padovano Tifi
Odasi, che racchiude ermeticamente il valore astrologico e religioso di questa specifica
rappresentazione.

1. La Cappella del Rosario e laffresco astrologico


La Cappella del Rosario nel Duomo di Montagna racchiude da secoli un
enigma astrologico di non facile soluzione, la testimonianza di una sciarada
celeste che accosta costellazioni pagane a temi e sacri con effetti di stridente
contrasto. Ignoriamo la data di realizzazione di questo ambiente affrescato, sicuramente compresa tra il 1431, data della posa della prima pietra della chiesa, e
il 1502, anno del suo completamento, ma deve trattarsi di una delle prime strutture interne se, come sembra, stata ricavata da resti di un precedente edificio.
Originariamente la Cappella era dedicata alla SS. Annunciazione, ma sul finire
del 500, dopo un intervento di restauro tardo cinquecentesco, venne presa in
carico dalla Fraglia del Rosario allindomani della Battaglia di Lepanto e infine
nascosta da un pesante altare barocco nel 1681, rimossa dallimmaginario cittadino con la sua ingombrante e ormai incomprensibile iconografia pagana. Gli
affreschi, e soprattutto il cielo del catino absidale, tornano alla luce solo nel 1959
e vengono restaurati dalla Soprintendenza, suscitando un interesse quasi esclusivamente locale a causa della difficile lettura iconologica e del livello artistico
di secondo piano dellesecuzione pittorica1.
Nel corso degli anni si sono succeduti alcuni tentativi di interpretazione, per
lo pi parziali, che sono elencati nella tab. 1. I contributi pi interessanti sono
certamente quelli di Antonio Giacomelli, che per primo ha proposto lintervento di Galeotto Marzio, ha identificato una cruciale lirica di Tifi Odasi che sembra
descrivere laffresco e ha sottolineato le analogie con lApocalisse di Giovanni,
Per una ampia ricognizione del Duomo e della Cappella da un punto di vista architettonico,
storico ed artistico, vedi Princivalle 1981, e il pi recente Bellinati 2002.
1

LEclissi e l'Orbe Magno del Leone

205

e quello di Leone Parolo, che in due successivi interventi ha focalizzato lattenzione sulleclissi fino a proporre la coraggiosa e apparentemente incongrua data
del 15 agosto 1300. In generale, per, il limite di queste interpretazioni il loro
ricadere nella genericit dellapproccio allegorico, laddove dallaffresco traspare
piuttosto un linguaggio scientifico assai particolareggiato, rotto solo dal clamoroso errore astronomico di un sole eclissato da una sottile falce di luna. Proprio
limprobabilit di una svista cos marchiana in una rappresentazione per altri
versi realistica, pu in effetti costituire la chiave di lettura pi naturale dellopera, che inserisce il dato astronomico nel contesto di un passaggio storico caratterizzato dallaggressivit ottomana e da una perdurante ansia millenaristica,
segnata dai continui riferimenti allastrologia storica di matrice araba. La falce
di Luna allude certamente al vessillo turco, mentre la costellazione della Vergine
riflette con tutta probabilit il culto mariano. Il Leone che ospita leclissi, infine,
identifica geograficamente linfuocata dialettica oriente-occidente: Costantinopoli e Roma in lotta.

Anno

Autore

Interpretazione

1959 (La Cappella della SS.


Annunziata nel Duomo di
Montagnana, in LAraldo
dellAssunta)

C. Gasparotto

Ave Maris Stella

1960 (Alcune Spiegazioni


sulla Decorazione della
Cappella della Madonna, in
LAraldo dellAssunta)

A. Giacomelli

Lirica di Tifi Odasi - analogie


con Apocalissi di Giovanni influenza di Galeotto Marzio

? (com. orale riportata


da V. Pagetta,Laffresco
astrologico della Cappella
del Rosario del Duomo di
Santa Maria Assunta di
Montagnana, Univ. Di
Padova, Dipartimento di
storia delle arti visive e della
musica, 2010)

L. Ballarin

Virgo = Vergine Maria

1981 (Il Duomo di


Montagnana)

Z. Princivalle

Incontro Cristo Sol Iustitiae


Vergine pulchra ut lune
Allegoria Teologica

206

G. Gandolfi

1993 (com. orale riportata da


Parolo, 2002)

Z. Nagy

Ercole come ritratto di Galeotto


Marzio Eclissi come coppa
Santo Graal

1998 (La Data dellAffresco


Astrologico del Duomo di
Montagnana, in LAraldo
dellAssunta Estate)

L. Parolo

Eclissi 1431 e 1478 Paranatellonta

2001 (Interventi
Rinascimentali nel Duomo
di Montagnana e lAffresco
Astrologico Tesi di Laurea
Univ. La Sapienza di Roma)

V. Lucco/R.
Nesci

Eclissi 1431, 1448, 1478. Esclude


Paranatellonta

2001-2002 (La Cappella del


Rosario e i suoi Misteri, in
Montagnana e Territorio)

A. Costantin

Grifoni, delfini e unicorno


nella decorazione lapidea:
allegorie cristologiche di morte
e resurrezione - Allegoria della
IV Ecloga di Virgilio

2002 (LAffresco Astrologico


del Duomo di S. Maria
Assunta di Montagnana.
Nuove Considerazioni,
Centro Studi sui Castelli)

L. Parolo

Eclissi 1448, 1470, 1300


Interpretazione allegorica
teologica con dettaglia
astrologici

Tab. 1 Le interpretazioni dellAffresco.

Un dato certo che si pu in effetti ricostruire dalle scarne tracce documentarie la perdurante influenza greco-balcanica sul Duomo e questo ambiente
in particolare: uno dei primi arcipreti titolari della chiesa fu infatti tra il 1470 e
il 1482 Niccol Protimo da Negroponte, gi vescovo di Atene e Lepanto, a cui
si deve probabilmente la collocazione di una icona tardo bizantina ora perduta
e, nella nicchia centrale, della statua lignea della Vergine, ambedue provenienti
dai territori occupati dagli Ottomani2. A questo ecclesiastico profugo successe
il padovano Giovanni della Siega, titolare tra laltro di una diocesi in Dalmazia,
che fece consacrare lAltare della Cappella nel 22 febbraio 1484, in presenza del
vescovo di Pola3. Si pu ragionevolmente ipotizzare che tale consacrazione fu
Uno studio pi dettagliato della Cappella e della sua relazione con la Fraglia del Rosario nella
tesi di laurea di Camon 2010, dove si possono reperire molte informazioni utili sui primi arcipreti
della Cattedrale, compresi Nicol Protimo e Giovanni della Siega. Licona tardo-bizantina come
si racconta in Parolo 2002 stata trafugata negli anni 80.
3
Linformazione, tratta dall'Archivio Arcipretale di Montagnana, Busta 27, c. 2, doc. 1, in Borin
1990, p. 77.
2

LEclissi e l'Orbe Magno del Leone

207

motivata da una intercessione della Vergine avvenuta nello stesso periodo, magari durante lassedio di Scutari del 14784 o quello di Rodi del 1480, il cui quasi
inspiegabile fallimento venne da subito attribuito ad una apparizione mariana
in sostegno dei Veneziani5.
Proprio qui, allincrocio tra devozione mariana e speculazioni apocalitticoastrologiche, nasce nellultimo scorcio del Quattrocento il programma decorativo del catino absidale, che deve essere stato inaugurato proprio in occasione
della consacrazione e tradisce lintervento di un raffinato umanista, a suo agio
con le tavole alfonsine quanto con la teologia di Duns Scoto e il profetismo di
Annio da Viterbo.

2. LIconografia delle Costellazioni


Il cielo stellato della Cappella vede protagoniste una serie di costellazioni,
con la Vergine che sorge allorizzonte e un sole parzialmente in eclissi nel Leone. Queste due figure sono collocate lungo la curva delleclittica, delimitata da
linee parallele che identificano lampiezza della fascia zodiacale. Gli altri asterismi sono il Drago che avvolge con le sue spire le due Orse, Pegaso con lanomalia di una coda di pesce, la Nave Argo stranamente collocata poco al di sotto e
un Ercole furioso dotato di clava e pelle di leone6. Gli ultimi tre sono certamente
i paranatellonta7 dellascendente delleclissi, come si evince sia dallanalisi del
cielo allorizzonte di Montagnana8, sia dalle liste di Arato e Igino riferite a Vergine e Bilancia9.
Lunica discussione in letteratura riguardo allorigine di queste figure10,
individua come possibile fonte iconografica un manoscritto padovano del De
L'ipotesi sostenuta da Camon 2010, p. 35 ed espressamente legata all'eclissi del 1478.
Pi in linea nella datazione con la teoria dell'Orbe Magno e con l'esplicazione prolungata degli
effetti dell'eclissi di sole secondo le regole espresse da Tolomeo nel Tetrabiblos, questa ipotesi pu
essere suggerita dalla lettura della relazione dell'assedio in Caoursin 1992.
decisamente da scartare lipotesi che si tratti di Orione, come azzardano a causa del
posizionamento a sud delleclittica quasi tutti coloro che hanno scritto dellaffresco. Nessuna
testimonianza iconografica nei numerosissimi manoscritti che ci sono pervenuti fin dallantichit
associa infatti il gigante cacciatore a una pelle di leone.
I paranatellonta sono le costellazioni extrazodiacali che sorgono contemporaneamente ad una
data regione dello Zodiaco, in questo caso la fine della Vergine/inizio della Bilancia, ed hanno una
ben precisa influenza astrologica secondo i trattati dellepoca.
Nonostante lopinione contraria dellastronomo Roberto Nesci dellUniversit di Roma 1 riportata
da Lucco 2001, i software Stellarium 0.13.1 (Stellarium developers) e The Sky version 6 (Software
Bisque) mostrano le costellazioni citate toccate con buona approssimazione dallorizzonte di
Montagnana durante la fase massima delleclissi del 1300. La loro disposizione grafica, tuttavia,
non realistica, e le colloca disordinatamente nei pressi dellorizzonte senza rispettarne lazimut.
Lutilissimo specchietto cinquecentesco riepilogativo dei paranatellonta di Igino, Arato e Manilio
utilizzato in questo caso lanonimo De inerrantium stellarum significationes presente in Fastorum
Libri Sex cum Commentariis Doctiss. Virorum, Basilea, 1550, pp. 407-408.
In Pagetta 2010, p. 81, dove si possono trovare ulteriori riferimenti sulle valutazioni al riguardo
di Michela Benetazzo e della docente Giordana Mariani Canova.
4
5

208

G. Gandolfi

Astronomia di Igino, ora conservato alla New York Public Library11. In realt
un pi ampio confronto morfologico e stilistico tra i manoscritti astronomici
coevi12 mostra che le corrispondenze sono solo parziali e condivise da molti
testi di derivazione iginiana13. Se ne conclude che la fonte originale del cielo di
Montagnana sia probabilmente andata perduta, o che lartista abbia collazionato
pi fonti seguendo le proprie inclinazioni pittoriche.
Va sottolineato che la figura di Ercole, pur nella sua ingenuit, si distacca
dalla algida inespressivit di tali repertori ed allude alla celebre e dinamica sfida
allIdra prodotta in quegli anni dalla bottega del Pollaiuolo14. Analizzando il ritratto delleroe greco, Parolo propone che sia opera del Maestro del 1481, autore
di due frammenti pittorici conservati ai Musei Civici di Padova, e che questo
Maestro sia da identificare con Angelo Zoppo, mediocre collaboratore di Jacopo
Montagnana15.

3. Una Profezia anti-Turca?


La seconda chiave interpretativa del cielo di Montagnana, insieme al simbolo islamico celato in piena luce, leclissi rappresentata nel Leone (fig. 3), che
molto limitativo considerare come pura allegoria dellincontro tra Cristo - Sol
Iustitiae e la Vergine Maria pulchra ut Luna16. Si tratta piuttosto di un evento
astronomico specifico che ha con tutta probabilit ispirato il programma astrologico e che potrebbe essere identificato a partire dalle poche eclissi solari par Si tratta del Ms Spencer 28 copiato dallumanista Francesco Buzzacarini e miniato da Francesco
Vendramin e Douce Master, descritto in Mariani Canova 1999, pp. 283-284.
Il confronto stato condotto tra questo ed altri manoscritti miniati astrologici reperiti nel
database digitale del Warburg Institute (http://warburg.sas.ac.uk/vpc/VPC_search/subcats.php
?cat_1=9&cat_2=71&cat_3=32&cat_4=39) e del Saxl Project di Kirsten Lippincott (http://www.
kristenlippincott.com/the-saxl-project/).
Le maggiori somiglianze si riscontrano non solo col citato Ms Spencer 28, ma anche col Ms Lat
Misc 554 della Bodleian Library, *pi antico ma sempre di area padovana (il testo Stellae fixae
verificatae tempore Alphonsidi Prosdocimo di Beldomandi, celebre astrologo montagnanese della
fine del XIV secolo), e con molte delle versioni dellAstronomicon del poeta Basinio da Parma
(in particolare quella della Biblioteca Marciana di Venezia Lat. XII. 194 ). Basinio era allievo di
Guarino da Verona esattamente come Galeotto Marzio, lumanista che si intende qui dimostrare
responsabile del programma iconografico. Lanomalia del Pegaso dotato di coda di pesce (a
sottolinearne probabilmente il collegamento con Poseidone) ha invece pochissimi riscontri, e tra
questi il pi calzante certamente limmagine che se ne trova nel celebre ciclo astrologico del
Salone del Palazzo della Ragione.
Ercole e lIdra di Antonio del Pollaiolo (c. 1475) conservato nella Galleria degli Uffizi a
Firenze, Inv. 1890, 8268.
Parolo 2002, p 13. Sui frammenti padovani del Maestro del 1481 vedi Ballarin, Banzato 1991,
pp. 66-69.
lidea di Princivalle 1981, in fin dei conti condivisa da molti autori e perfino dallo stesso
Parolo.

LEclissi e l'Orbe Magno del Leone

209

ziali del Quattrocento compatibili con lorizzonte di Montagnana e con i dettagli


dellaffresco. Come da accurate disamine di Parolo nel 1998 e Lucco nel 2001 le
uniche eclissi visibili in loco tra la fine di luglio e quella di agosto furono quelle
del 29 agosto 1448 e quella del 29 luglio 1478. Nel primo caso siamo ampiamente fuori dalla figura celeste del Leone e questo spingerebbe inevitabilmente a
selezionare leclissi del 1478. Poich la teoria astrologica tolemaica, pur se con
approccio limitato rispetto alle teorie arabe congiunzionistiche, ammette previsioni storiche a seguito di un evento cos rilevante e tendenzialmente funesto17,
sarebbe naturale leggervi una confortante profezia di sventura per gli ottomani,
che proprio dal segno del Leone sono geograficamente connotati nella corografia astrale18. Si alluderebbe insomma a una crisi del minaccioso espansionismo
turco nel triennio successivo alleclissi, confermata dalla improvvisa morte nel
1481 di quel Mehmet che con tanto successo aveva inghiottito Costantinopoli e
i Balcani e seriamente minacciato la penisola italiana con lo sbarco ad Otranto.
Data

Tipo Inizio Alt. Massimo Alt. Az. Sole Fine


Altezza
Eclissi Eclissi Sole Eclissi
Sole
Eclissi
Sole
15/08/1300
P
09:41:57 43
10:53:09
52
146
12:06:21
56

Magn.
Eclissi
0.54

Eclissi
Oss.
0.437

29/07/1478

13:09:15

59

14:22:04

51

232

15:30:05

41

0.759

0.709

12/08/1654

09:07:00

40

10:22:18

51

132

11:40:58

59

0.717

0.649

Tab. 2 Le Eclissi cruciali dellOrbe Magno del Leone a Montagnana. Dati di Fred
Espenak e Chris OByrne (GSFC- NASA).

Esiste per una forte incongruenza residua, che ha motivato nel 2002 un
decisivo supplemento di indagine da parte di Parolo. Infatti, la posizione del Sole
nella pancia del Leone non corrisponde affatto alleclissi del 1478, ma ricorda
con precisione uneclissi molto precedente: quella del 15 agosto del 1300 (tab.
2). Poich molto difficile immaginare un errore cos ampio nella rappresentazione di un fenomeno del genere19, Parolo torna sfortunatamente ad aggrapparsi a unassai improbabile memoria condivisa da parte della comunit locale,
nonch a una generica rilevanza astrologica tutta risolta sul piano allegorico
delloroscopo, piamente propizio e benefico per lintera Cristianit20. Ma questa
Ptol., II, 5-9.
Albumasar, De Magnis Coniunctionibus, ed. K. Yamamoto-Ch.Burnett, Tract. IV, diff. v, p. 127.
La discrepanza di circa 15, cio il cammino percorso dal Sole in 15 giorni lungo leclittica.
Oltre a segnalare la rilevanza storica di quello che il primo anno giubilare indetto da Bonifacio
VIII, Parolo (2002) abbozza una sorta di oroscopo delleclissi nella sua opinione un vero portento
astrologico con Mercurio in congiunzione con Sole e Luna, Saturno nel Leone in congiunzione
con Regolo e Venere nella Vergine in congiunzione con Spica. Va notato che la falce di Luna viene
interpretata come Diadema di Gloria, metafora dellIncoronazione di Maria Vergine.

210

G. Gandolfi

interpretazione poco convincente conduce a un vicolo cieco e alla perdita della componente anti-turca che coniuga la centralit della Vergine alla presenza
della falce di luna islamica. per questo motivo che occorre allargare il campo
dellindagine a pi complesse teorie astrologiche della letteratura coeva.
3.1 Annio da Viterbo e il De Futuris Christianorum Triumphis
Anche se a prima vista lontano dal contesto, il De Futuris Christianorum
Triumphis in Turcos et Saracenos di Annio da Viterbo21 traccia un quadro astrologico a commento dellApocalisse di Giovanni che ha pi di una risonanza con
laffresco di Montagnana. Il testo individua senza mezzi termini in Maometto
il tanto temuto Anticristo delle ultime fasi dellumanit, i cui effetti perdurano
attraverso la sua infame setta. Le sette piaghe finali scandiscono le fasi dello
scontro tra Cristianit e Regno Ottomano in perfetta consonanza con i sette
sultani turchi, che culminano con Mehmet II. Allorizzonte temporale si staglia
la fine dellIslam e la Gerusalemme Celeste, ma prima del Giudizio si prevede
un periodo pacifico sotto legida del Papa Angelico della tradizione gioachimita.
Come spesso avviene in quegli anni, al visionario profetismo religioso viene
accostato nellultimo trattato (De Iudicio Astronomico) un fantasioso tentativo di
concordanza tra la sequenza storica degli eventi e i segni celesti22. Lautore, che
sostiene di aver scritto questa sezione astrologica nel 1471 anticipando lassedio
di Otranto e la successiva riscossa cristiana, si basa sulla teoria araba dei grandi
cicli e sulla corografia astrologica di Tolomeo e Abu Mashar.
3.2 La teoria araba dei Grandi Cicli
Annio da Viterbo attinge certamente dai testi di Abu Mashar e dalla sua
astrologia storica, ma ne elabora una sintesi originale col pensiero escatologico cristiano, scegliendo alcune tecniche cronologiche specifiche23. Tra i vari
Il De Futuris Christianorum Triumphis risulta stampato nella sua prima edizione a Genova nel
dicembre del 1480. Su questo testo si pu consultare limportante saggio Vasoli 1974, e la pi
recente estesa ricerca Rizzo 2011. Per una pi ampia trattazione del personaggio si vedano gli
ottimi Weiss1962 e Baffioni, Mattiangeli 1981.
Tra gli altri scritti profetico-astrologici del periodo si ricordano i Prognostica ad viginti annos
duratura di Paolo da Middelburgo (1484), il celebre De Eversione Europae di Antonio Arcuato
(1493?), la diffusissima Prognosticatio di Johannes Lichtenberger (1488) e il molto posteriore
Discorso della Futura et Sperata Vittoria contra il Turco di Giovan Battista Nazzari (1570). In tutti
questi testi a guidare le speculazioni astrali principalmente la congiunzione Giove-Saturno, ma
nei Prognostica e nella Prognosticatio in particolare si pone laccento anche su una eclissi di sole,
quella del 1485.
Invece delabituale scansione per congiunzioni magne Giove-Saturno, Annio si orienta su cicli

LEclissi e l'Orbe Magno del Leone

211

sottocicli dellAnno Cosmico sistematizzati dal celebre astrologo arabo, individua come congeniale il cosiddetto Potente Fardar, della durata totale di 30240
anni e caratterizzato da 84 coppie segno zodiacale-pianeta di 360 anni ciascuna
che si presentano in tutte le possibili permutazioni. Questo sottociclo ha come
divisore lOrbis Magnus dellastrologia latina medievale, abitualmente considerato in apertura dei pronostici annuali e in quel momento storico caratterizzato
dallaccoppiata Leone-Luna. Laltro ciclo utilizzato da Annio lOrbis Maximus,
introdotto per scandire astralmente i sette millenni della storia del mondo, che
procede linearmente secondo una progressione puramente zodiacale, con un
meccanismo analogo alle profezioni dellastrologia genetliaca24. Ogni millennio
presieduto da un segno a partire dallAriete fino alla Bilancia, con le tre facies di ogni costellazione i celebri decani a fare da divisori ogni 333 anni e
quattro mesi. In questo schema, parallelo alla teoria classica delle congiunzioni
Giove-Saturno, la nascita di Cristo avviene nel 5199, con lOrbis Maximus al
sesto grado della Vergine, in corrispondenza con il primo decano della Quarta
Ecloga Virgiliana e del De Vetula pseudo-ovidiano: la celebre virgo immaculata
corpore, vultu decora, puerum lactans25. Allascesa di Maometto circa 500 anni
dopo corrisponde viceversa la terza facies del segno, la mulier alba et compta
sed surda, perfetta immagine di un Anticristo/Meretrice seducente e ottuso al
tempo stesso26. A questo punto subentra lApocalissi, con la Settima Piaga e il
settimo sultano che ci spingono oltre il fatidico 1480, in direzione dello scontro
finale con la Bestia mussulmana, che avverr nellultima facies della Bilancia,
quella rappresentata dallenigmatico vir vehemens arcum utens et nudus27.
pi astratti, come i Tasyir, gli Intiha e i Fardar, che hanno unorigine sassanide e che Abu Mashar
sincronizza abilmente con esse a partire dal Grande Diluvio secondo le sue fonti avvenuto nel
3102 a.C. Per una chiara ricapitolazione di questi intricati cicli si veda Buscherini 2013.
SullOrbis Magnus molto utile consultare Bezza 2012, che riporta uno specchietto esaustivo
di questo ciclo dallorigine del mondo al 1510. Quanto allOrbis Maximus, che invece non sembra
avere precedenti nella trattatistica coeva, esso sembra assomigliare molto al Supremo Intiha con
la sua velocit di 30 lungo leclittica ogni millennio. I decani che ne sono i divisori vengono
descritti in De Futuris Christianorum Triumphis, VII conclusio.
La descrizione anniana del primo decano della Vergine riecheggia il celeberrimo Introductorium
in astronomiam di Albumasar conosciuto in Europa fin dal 1133. La Quarta Ecloga di Virgilio,
viceversa, col suo celebre Iam redit Virgo () che annuncia la fine dell'et del Ferro e il ritorno di
quella dell'Oro la cosiddetta Annunciazione pagana ne costituisce il corrispettivo profetico.
La commedia elegiaca De Vetula, probabilmente scritta da Richard De Fournival nel XIII secolo
e attribuita fino alle soglie del Rinascimento nientemeno che ad Ovidio, non fa che riprendere
poeticamente questo tema profetico associato agli astri e tenerlo ben vivo nel corso del Medioevo.
Anche il terzo decano tratto da Albumasar, che parla di una mulier muta, casta, candida.
Analoga la descrizione che ne fa Cornelius Agrippa in De Occulta Philosophia Libri Tres, 2,
XXXVII.
Albumasar ancora la fonte del terzo decano della Bilancia, plasticamente rappresentato nel
Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia. Anche se Annio non lo fa notare esplicitamente, anche
il divisore trentennale dellOrbe Magno si posiziona molto significativamente sulla Bilancia
nei trentanni successivi al 1480, con il pianeta Mercurio patrono della Cristianit a presiedere

212

G. Gandolfi

3.3 Corografia astrologica e Orbe Magno del Leone


Dobbiamo ora introdurre la corografia zodiacale introdotta da Tolomeo nel
suo Tetrabiblos per associare le regioni dellEcumene allinflusso delle costellazioni28. questo un concetto chiave dellAstrologia Cattolica di marca tolemaica,
quella forma di proto-astrologia storica che consente di tracciare pronostici per
popoli e nazioni a partire dalle eclissi, dominante prima che la cultura sassanide
spostasse lattenzione verso i pianeti esterni e i loro cicli, gettando il seme delle
successive teorie congiunzionistiche29. Il segno che caratterizza Roma, centro
della Cristianit, secondo Tolomeo il Leone30, mentre Abu Mashar attribuisce
la costellazione anche a Costantinopoli31, e qui Annio trasferisce la sua dialettica storica nel firmamento, notando che nella prima medietas (i primi 180 anni)
lOrbe Magno attraversa la prima met del Leone dalla declinazione pi settentrionale, mentre nella seconda si ha una corrispondenza con la met meridionale32. Poich allepoca si riteneva a torto che Costantinopoli fosse pi a settentrione di Roma, ecco che lOrbe Magno favorirebbe i turchi nella prima medietas,
dal 1300 al 1480, e i cristiani nella seconda, dal 1481 al 1660, come i fatti di quella
particolare congiuntura storica sembravano ingannevolmente confermare.
3.4 Tolomeo incontra Albumasar: le Eclissi come scansione dellOrbe Magno
Laffresco di Montagnana riflette in modo contorto proprio questo fallace
sillogismo astrologico, ma con un pizzico di Tolomeo in pi. La figura del Leone
centrale, ma vi si associa leclissi di sole parziale che nel settimo decennio del
Quattrocento faceva in effetti molto parlare di s, anche per gli effetti indotti
sulle nazioni interessate, tra cui lItalia e la Turchia33. Ma invece di collocarla
lintervallo.
Ptol., II, 1-4. La teoria ben illustrata e commentata da Ferrero.
Sul crescente abbandono di Abu Mashar e dellastronomia araba e il parallelo recupero delle
dottrine tolemaiche nel corso del Rinascimento ha scritto pagine illuminanti Faracovi 2014.
Ptol., II, 4.
Vedi nota 18. Luso congiunto e disinvolto di autori diversi come Tolomeo e Abu Mashar era
allepoca diffusissimo: il recupero di Tolomeo spesso non escludeva il ricorso ad alcuni aspetti
dellastrologia araba, largamente ma non integralmente criticata.
De Futuris Christianorum Triumphis, VI conclusio.
Delleclissi del 1478 si occup molto lastrologo Giorgio di Russia (Georgius Drohobicz de
Russia magister) che in quegli anni insegnava a Bologna e potrebbe aver avuto contatti con
Galeotto Marzio (anche lui ivi docente) al riguardo. Vedi il suo Iudicium super eclipsi currenti 29
Iulii 1478 (Bibliothque Nationalede France, Ms AS 828, ff. 136-148), il pi generale Iudicium anni
1478 currentis ex planetarum figuris siderumque influxibus e ancora il De significatione eclipsium
del 1490. Tutti questi testi indicano lItalia e la Turchia come regioni particolarmente interessate
dalle conseguenze del fenomeno. Per un profilo di questo personaggio si consulti Pessina Longo
1988.

LEclissi e l'Orbe Magno del Leone

213

di fronte alle fauci dellanimale, lartista la rappresenta sotto il suo ventre, in


posizione centrale, quasi a segnalare la transizione tra le due medietas. E qui
subentra la proposta di Parolo, con una datazione che retrocede il fenomeno
rappresentato al 15 agosto 1300, in un allontanamento dal contesto storico apparentemente inspiegabile34.
Solo apparentemente per: il 1300 un anno essenziale per il quadro tracciato, si tratta infatti dellinizio dellOrbe Magno Leone-Luna35. Una coincidenza davvero strana, che si rafforza significativamente quando si nota nel 1654,
in prossimit della conclusione dello stesso Orbe, unaltra eclissi parziale nello
stesso segno, il 12 agosto36. A questo si aggiunge il fatto che nel 1300 la regione
colpita dagli effetti negativi delleclissi quella pi meridionale Roma mentre nel 1478 quella pi settentrionale Costantinopoli37. Questo sembra indicare
una variante della teoria di Annio, che d particolare peso alle eclissi di Sole in
prossimit degli snodi cruciali del ciclo allinizio, al termine della prima medietas e alla conclusione ma ne conserva comunque il senso generale. Rappresentare leclissi del 1478 avrebbe significato perdere la dimensione storica del
ciclo, mentre quella del 1300 che non poteva essere ancora viva nella memoria
perch parziale e poco citata parlava chiaramente a un astrologo competente
che ne avrebbe riconosciuto la natura di fenomeno calcolato a posteriori, identificando una sorta di sineddoche visiva dellintera teoria.
Si tratta di una suggestiva ipotesi di interpretazione che, vista la complessit
e il tecnicismo, per poter essere accettata ha bisogno di evidenze supplementari,
meglio se testuali. Occorre dunque cercare con decisione lautore del programma astrologico, e altri riscontri nella scena culturale padovana di quegli anni.

4. Il ruolo di Galeotto Marzio


Nonostante il suo intervento sia stato spesso ipotizzato, il ruolo di Galeotto
Marzio, che a Montagnana abitava, non mai stato approfondito a sufficienza.
In pi possiamo notare che la copertura del disco solare non cos accentuata come prevederebbe
la magnitudo di 0,71 indicata dalle effemeridi Nasa.
Bezza 2012, p. 52.
Questa eclissi del 1654 ha una storia molto interessante, anchessa legata al contesto profetico.
Citata da personaggi come Pascal e Gassendi, fu al centro di una nuova febbre apocalittica
innescata nel XVII secolo dalle considerazioni dellastrologo Andrea Argoli, allora docente proprio
allUniversit di Padova. Leclissi e il ritorno di Saturno nel Leone (circostanza daltra parte in
comune con i fenomeni del 1300 e del 1478) generarono un incredibile pubblicistica senza peraltro
che nessuno notasse la correlazione con lincombente conclusione del relativo Orbe Magno. Per
un approfondimento su questo tardo episodio si pu consultare Labrousse 1974.
In pi si noti che il 15 agosto del 1300 Venere, pianeta della sensualit e favorevole ai maomettani
secondo loroscopo delle religioni, sorge nella Bilancia mentre nella nona casa, quella della
religione, Marte fa spirare venti di guerra assai infausti per la cristianit. Come si vede, la teoria
araba dellOrbe Magno e quella tolemaica delle eclissi erano dunque in perfetta e non banale
concordanza.

214

G. Gandolfi

Eppure fin dal 1992 Borin ha dimostrato la sua connessione con la chiesa e
in particolare con la Cappella del Rosario, documentandone la presenza alla
citata consacrazione dellAltare dellAnnunciazione nel 1484, momento ideale
per linaugurazione dellaffresco38. Di questo umanista di Narni, affascinante
figura di epicureo che precorre il pensiero di Pomponazzi, sappiamo abbastanza39: arrestato e imprigionato per eresia nel 1477 proprio a Montagnana, era un
letterato della scuola di Guarino da Verona, astrologo e cortigiano apprezzato da
Lorenzo de Medici e dal sovrano ungherese Mattia Corvino, che ne aveva fatto
il precettore dei propri figli. Il testo incriminato dallInquisizione, il celebre De
Incognitis Vulgo conservato in poche copie manoscritte, certo la sua opera pi
conosciuta insieme al De Doctrina Promiscua del 1491, e proprio in questo trattato troviamo la pistola fumante del suo coinvolgimento filosofico. Nel XXX
capitolo viene citata la profezia di Duns Scoto sulla caduta dellIslam, un crollo che si sarebbe dovuto verificare esattamente nellanno 130040. Marzio ripete
pi volte che Scoto era matheseos imperitus e che, nonostante apparisse a quel
tempo debilitata e in crisi, la setta maomettana avrebbe invece imperversato
ancora a lungo grazie allinflusso degli astri. La data indicata proprio quella
che vede linizio dellOrbe Magno del Leone, e anche gli accenni ai successi
militari dei turchi fino allo stesso anno del trattato41, a ridosso delleclissi che
chiude la prima medietas, sembrano ben pi di una coincidenza. In conclusione
si osserva che la minaccia, brevi domino cooperante, sar finita, e anche questo
compatibile con lescatologia anniana42. Quanto alla variante tolemaica delle
eclissi come scansione dellOrbe Magno, in linea con le opinioni di Marzio, che
ammirava lastrologia e la cultura araba ma da bravo umanista si dedicava con
impegno al recupero delle sue fonti ellenistiche43.
Borin 1990, p. 77. La documentazione originale nellArchivio Arcipretale di Montagnana:
Busta 27, c. 2, doc. 2. Marzio fu anche procuratore per conto di due successivi preti mansionari del
Duomo: Stefano da Savonaria e Nicol Belli.
Soprattutto dopo la pubblicazione di Miggiano 1992, una trattazione estesa e dettagliata delle
sue opere e delle sue vicende.
Nel manoscritto del De Incognitis Vulgo, XXX, ff. 136v-137r della Biblioteca Universitaria di
Torino (Mss., E.IV.11). La profezia originale si trova in D. Scotus, Ordinatio, Prologus, 112. Dello
stesso tema parla R. Bacon, Opus Maius, parte VII (ed. Bridges II 389) e parte IV (I 266), nonch
G. Vorilongus, Collectarium, f. 2r. Questultimo vademecum viene ristampato proprio a Padova
nel 1487.
Come ben racconta Marzio, il Veneto nel 1477 era terrorizzato dalle loro incursioni fino ai
margini della laguna. Cfr. I. di Sarzana, Gesta Unius Anni Memorabilia, 1478.
A questa evidenza testuale si aggiunga che il narnese si trattenne a Montagnana dal 1478, anno
del ritorno da Buda dove era fuggito dopo la scarcerazione, fino alla fine del 1484, quando ripart
per lUngheria (Miggiano 1992), e avremo anche una ottima finestra temporale per lelaborazione
del programma dellaffresco.
Al punto da curare a Ferrara insieme a Cola Montano, Filippo Beroaldo e Pietro Bono Avogario
la storica edizione della Cosmographia di Tolomeo del 1477. Che la sua attenzione si concentrasse
in quel periodo sulla corografia zodiacale pi che giustificato da questa intensa frequentazione

LEclissi e l'Orbe Magno del Leone

215

5. Marzio, Tifi Odasi e lo scenario della Macaronea Secta


Nel 1889 lo studioso Ferdinando Gabotto dimostr, sulla base dellanalisi
dellopera di Tifi Odasi, Teofilo Folengo e altri poeti maccheronici, la cultura
prevalentemente astrologica delle loro cerchie al di l della esibita goliardia, sottolineandone gli innumerevoli riferimenti celesti44. Ipotizz inoltre lesistenza
di una secta padovana o Accademia che coniugava ideali epicurei a eresie
astronomiche quali loroscopo delle religioni, proprio negli anni 80 del Quattrocento45. A questo gruppo, che coinciderebbe almeno parzialmente con quello
messo in burla da Tifi Odasi nella celebre Macaronea46, dovevano appartenere
stabilmente o come membri esterni personaggi come i poeti Nicola Cosmico47, Benedetto Bertipaglia e Antonio Grifo48, il medico Gabriele Zerbi e lo
stesso Galeotto Marzio49. In effetti Antonio Giacomelli gi nel 1960 ha riportato
allattenzione una lirica in volgare dello stesso Tifi Odasi, che sembra descrivere
ermeticamente proprio laffresco di Montagnana50:
letteraria.
In un articolo fondamentale per la storia dellastrologia italiana nel Rinascimento: Gabotto
1889.
Laccademia cosiddetta cosmicana dal poeta Nicol Lelio Cosmico che dellOdasi era buon
amico esplicitamente menzionata in un sonetto maledico del Pistoja: I dico prima nella
Cosmicana, / che dal tuo nome ancor nominata / e in Padoa fu academia a gente strana, / anzi a
una setta iniqua e scelerata / anzi fu danimal brutti una tana / fra i quali il primo andavi a testa
alzata (cfr. Rossi 1888a, p. 30). Gabotto attribuisce a questo gruppo un forte interesse astrologico
che sconfinava nelleresia e che potrebbe aver motivato il processo mantovano contro il Cosmico
del 1489, cos come, almeno in parte, quello veneziano contro Marzio del 1477, e perfino il rogo
del 1482 di quel Giorgio da Novara altro probabile membro della secta - che negli stessi anni a
Bologna insegnava appunto le teorie arabe congiunzionistiche applicate alle religioni (Gabotto
1889, pp. 391-395).
Su Tifi Odasi e la sua Macaronea un buon punto di partenza Paccagnella 1979.
Per approfondire la figura di Cosmico, che fece anche parte della celebre Accademia Romana di
Pomponio Leto ed era considerato uno dei pi importanti rimatori veneti post-petrarcheschi, resta
irrinunciabile lo studio di Rossi 1889. In esso si accenna anche ad Antonio Grifo, altro membro
della secta, che in un sonetto ne rivela chiaramente gli interessi astrologici: Ben da lontano le
vestigia e lorme / seguo del singular Cosmico, il cui / occhio al ciel mira, ove ogni altro dorme.
Su Bertipaglia, che nella Macaronea esplicitamente considerato esperto di astrologia oltre
che gran burlone, si veda Cestaro 1913, p. 100. Quanto allAntonio Grifo gi citato, possediamo
una abbondante raccolta di sue mediocri liriche (Codice Marciano It. 64) tra le quali spicca un Si
approximava Phebo a uscir di Leo, citata in Rossi 1888b.
Di Gabriele Zerbi, che insegn a Bologna oltre che a Padova, si ricorda che fu medico papale
a Roma negli anni successivi e scrisse un ponderoso Questiones Metaphysicae. Lui e il Marzio
vengono sapidamente descritti nellItinerario per la Terraferma Veneziana di Marin Sanudo
(Archivio veneto, serie I, Venezia, 1883) e in alcuni versi del poeta Pilade Buccardo (proprio
nel 1483, dunque molto a ridosso dellinaugurazione del citato altare dellAnnunciazione), intenti
in astruse conversazioni astrologiche: Primum igitur, Gabriel, adsis romana propago, / cumque
Galeoto scis disputare magistro, /invoco qui coeli motus cognoscis et astra, / qui parlans omnes
procuratores avanzas, /testorum aduces tot milia capita legum, / auctoritates numerans Iuvenalis,
Aquini / In Montagnana pueris bene notus
La poesia, contenuta nel Codice Marciano It. IX 107 c. 16v , stata riportata alla luce da Rossi

216

G. Gandolfi
Laxe del cielo cum mezo il serpente,
Che fra luna e laltra orsa sta stedeso,
e i duj fratei che lun laltro tien preso,
Doue del suo salir Apol si pente,
Et megio el ciel diuiso in due equalmente
Col gran dolor die un picol fior compreso
Ancor si lege quando dira aceso
S forte Aiace fu, che usc di mente.
Infra due corne dela fredda luna
Col sol a megio il ciel quando pi latra
Sirio o per sete o per caldo o per ira,
Amor mel scrisse donde ancor suspira
Et bench hor sia Luchrecia or Cleopatra,
Sua luce agli ochij miei mai non sembruna.

La sintassi assai contorta e pregiudica lintelligibilit del testo, ma la metafora amorosa gioca certamente anche su un piano esoterico nel quale spiccano
la Polare con il Drago, le Orse, il Sole e la Luna in eclissi intorno a mezzogiorno
in periodo di canicola. Se lascia perplessi lo scambio Ercole-Aiace51, possibile
che la coppia Lucrezia-Cleopatra si riferisca (oltre che alla volubile amata di
Tifi) ai due volti della costellazione della Vergine: virtuosa madre di Dio nel
primo decano e meretrice apocalittica nel terzo52.
Che Tifi conoscesse laffresco di Montagnana traspare anche da un altro indizio, che concorre a confermare la lettura della profezia anti-turca: beffandosi
dello speziale Cusinus lo apostrofa O bonum astrologum! Non pestes futuras/ Non
mortes regum: non prelia maxima turchi/ Nunciat53, a testimoniare per contrasto
1888a, p. 39.
Ma potrebbe essere un disguido voluto, al fine di rievocare lIliade e quindi lo scontro tra
lEuropa e lAsia Minore come metafora della lotta al Turco. Lo scambio, giustificato tra laltro
dalla pelle del Leone Nemeo donata alleroe proprio da Ercole (Hom., Il., XXIII, 821), consente
inoltre di accennare alla leggenda della nascita del picol fiore alla morte per suicidio di Aiace,
il giacinto che qui potrebbe indicare simbolicamente la stella Spica che sorge allorizzonte nel
grembo della Vergine e che la precessione degli equinozi spinge verso il fatale terzo decano della
Bilancia.
In Costantin 2001-2002, si azzarda una interpretazione tutta giocata sul filo della Quarta
Ecloga virgiliana, i cui elementi (luna, sole, leone, vergine, nave argo, ecc.) trovano riscontro nelle
figure del cielo della Cappella. In un passo celebre questo testo accenna peraltro al nocchiero degli
Argonauti, Tifi, che anche il nome darte dellautore della lirica che stiamo analizzando. Una
mera coincidenza? O un ulteriore segno della complicit della secta? Queste corrispondenze fanno
comunque sospettare che come spesso avviene in quadri e composizioni letterarie dellepoca
la polisemia sia una scelta esoterica consapevole e che i vari livelli di significato non si escludano
vicendevolmente.
Vv. 137-138 della Macaronea. Sia la lirica in volgare che questa allusione collocano laffresco
in un periodo anteriore al 1492 (data di morte del poeta) e probabilmente intorno allanno di
creazione della composizione, quel 1484 che coincide mirabilmente anche con linaugurazione

LEclissi e l'Orbe Magno del Leone

217

che qualche astrologo della zona doveva aver davvero preteso di profetare i
proelia maxima Turchi, cio i pi grandi successi militari ottomani (e di riflesso
le auspicate sconfitte successive), proprio quelli descritti da Galeotto Marzio nel
De Incognitis Vulgo.

6. Conclusioni
La chiave di lettura della profezia anti-turca appare solida sulla base di questa trama fitta di indizi, ma non vi altro riscontro documentale di utilizzo delle
eclissi come marcatori dellOrbe Magno: si tratta di una rara evenienza astronomica che per pura coincidenza appare astrologicamente significativa. Galeotto
Marzio pu aver elaborato questa teoria e averla sovrapposta alle considerazioni
di Annio da Viterbo54. In effetti sia i pronostici legati alleclissi del 1478 sia quelli
relativi allOrbe Magno sembravano trovare spettacolare conferma nel 1480 (la
eroica resistenza di Rodi bilanciava il terribile massacro di Otranto) e soprattutto nel 1481 (la morte di Mehmet II e la cacciata degli ottomani dalla Puglia
facevano addirittura intravedere una nuova Crociata). A corredo delleclissi, con
la sua falce che ammicca alla minaccia islamica, troviamo daltronde figure che
sono s i paranatellonta dellascendente del fenomeno, ma che al tempo stesso
alludono ai protagonisti della profezia. Il Drago serpentiforme una trasparente
metafora della setta maomettana55, la Nave Argo contemporaneamente la navicula Petri della Chiesa di Roma e la galea che firma lintervento di Galeotto
traducendone visivamente il nome proprio56, Ercole/Aiace furioso il campione
della Cristianit in lotta e mecenate dellastrologo, cio quel Mattia Corvino la
cui retorica erculea aleggia anche nel modello del personaggio rappresentato a
Montagnana, la celebre tavola del Pollaiolo gi citata, commissionata proprio
dal sovrano ungherese57.
Infine, congruente col personaggio di Marzio il tentativo di coniugare lapotelesmatica araba coi suoi cicli storici e quella tolemaica, caratterizzata dalla
corografia zodiacale e dal valore prevalente delle eclissi, come caratteristico il
dellaltare nella Cappella e con lattivit artistica di Angelo Zoppo.
Da solo o magari col supporto di un astronomo calcolatore suo collega come Giorgio di
Russia, che abbiamo visto particolarmente attento alle eclissi e a quella del 1478 in particolare
(vedi nota 33).
Per un efficace riscontro visivo cfr. le rappresentazioni della belva turca nelle incisioni del gi
citato Discorso sulla futura et sperata vittoria contra il Turco di Giovan Battista Nazzari.
La galea era unimmagine spesso utilizzata allepoca (insieme al pianeta marte) per alludere
poeticamente al narnese. Ne abbiamo traccia in un epigramma di Giovanni Latomi (Et galeae et
Martis tibi fecit nomina mater) e nellelogio funebre di Giano Vitale (Hanc galeam, hunc posuit
Galeottus Martius ensem) riportati nel breve saggio biografico Eroli 1858.
Si veda Pocs 2013.

218

G. Gandolfi

razionalismo di fondo delloperazione, che riecheggia le posizioni quasi eretiche


di certo averroismo padovano58. Ben lontano dalla devota allegoria ecclesiastica,
laffresco di Montagnana si colloca in una linea di indagine filosofica-astrologica che parte da Pietro dAbano e Biagio Pelacani e passando per Galeotto Marzio
e Gaetano da Thiene sfocia in Pietro Pomponazzi e successivamente in Giulio
Cesare Vanini, aprendo tra laltro in questo la strada per quanto paradossale
possa sembrare - al copernicanesimo e alla scienza galileiana.
Si desidera ringraziare per la consulenza su Galeotto Marzio la direttrice
della Biblioteca dellIstituto dellEnciclopedia Treccani, la dottoressa Gabriella Miggiano, e per la segnalazione dei codici dellAstronomicon di Basinio da
Parma un anonimo astrofilo bolognese incontrato durante il convegno, di cui
purtroppo non sono riuscito a ricostruire lidentit.

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laicismo nonostante le sue risonanze neoplatoniche, il mondo del profetismo astrologico cui si
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LEclissi e l'Orbe Magno del Leone

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LEclissi e l'Orbe Magno del Leone

Fig. 1 Il cielo della Cappella del Rosario: Nord e Ovest.

Fig. 2 Il cielo della Cappella: Sud ed Est.

Fig. 3 LEclissi nel


Leone.

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