Beruflich Dokumente
Kultur Dokumente
Il Cielo in Terra
ovvero della giusta distanza
a cura di
Giangiacomo Gandolfi
Abstract
Discovered during the restoration of 1959, the astrological fresco in the Annunciation
Chapel of the Cathedral of Montagnana is an extraordinary and mysterious example
of Renaissance art of Italy related to astral themes: after more than 50 years still no
convincing theories have been proposed about its meaning. Furthermore, despite many
clues, so far we have no certainties about the date, the painter, the client, neither about
the identity of the astrologer involved in the creation of the iconographical program.
The small apse, however, certainly hosts the representation of a partial eclipse of sun in
Leo, happened while Virgo ascends and other extrazodiacal constellations of ambiguous
meaning lie all around.
I propose here the first complete interpretation of the fresco, obtained through an
accurate astronomical analysis and especially through a survey of coeval astrological
literature (in particular works by Annio da Viterbo and Galeotto Marzio) that reveals
a fascinating mileu of astral prophecy related to religious and political upheavals.
The anomaly of the impossible crescent of the moon during the solar eclipse allows
to disclose the main theme of the artwork, confirmed by many internal and external
details: the fresco represents at the same time an eclipse of the year 1300, an allusion to
the contemporaneous eclipse of 1478 and an original anti-turkish prophecy calibrated
on the long cycles of the Orbis Magnus, as the Arabian astrologer Abu Mashar conceived
them. In order to confirm independently the interpretation, I will conclude the inquiry
analyzing a sonnet by Tifi Odasi, the celebrated paduan inventor of macaronic poetry.
The piece contains an hermetic description of the fresco and points to an interesting
network of local intellectuals involved in astrology, as well as in heretical averroistic
speculations.
Venuto alla luce durante i restauri del 1959, laffresco astrologico della Cappella
dellAnnunciazione del Duomo di Montagnana uno dei pi misteriosi esempi di
arte rinascimentale dedicata a temi celesti: a pi di 50 anni dalla scoperta ancora non
204
G. Gandolfi
sono state avanzate teorie convincenti sul significato della raffigurazione. Inoltre,
nonostante i numerosi indizi, si ignorano tuttora sia lanno di esecuzione, sia lautore,
sia il committente del dipinto, sia lidentit dellastrologo coinvolto nel programma
iconografico. Quel che certo che nella piccola abside rappresentata uneclisse
parziale di Sole nel Leone, mentre allorizzonte ascende la Vergine e tuttintorno si
dispiegano costellazioni extrazodiacali dal valore ambiguo, forse allegorico.
Si avanza qui la prima ipotesi organica di interpretazione, confortata dallanalisi
astronomica della configurazione celeste, ma soprattutto da riscontri nella letteratura
astrologica coeva che portano alla ribalta le speculazioni congiunzionistiche e
religiose di umanisti come Annio da Viterbo e Galeotto Marzio. Lanomalia della Luna
rappresentata durante leclissi con una impossibile falce illuminata diviene la chiave di
lettura decisiva, sostenuta da riscontri interni ed esterni: laffresco rappresenterebbe
al tempo stesso leclissi del 15 agosto 1300 e una inedita profezia anti-turca calibrata
sui lunghi cicli dellOrbe Magno proposti dallarabo Abu Mashar. A suggellare il
percorso interpretativo si ripropone una lirica del poeta maccheronico padovano Tifi
Odasi, che racchiude ermeticamente il valore astrologico e religioso di questa specifica
rappresentazione.
205
e quello di Leone Parolo, che in due successivi interventi ha focalizzato lattenzione sulleclissi fino a proporre la coraggiosa e apparentemente incongrua data
del 15 agosto 1300. In generale, per, il limite di queste interpretazioni il loro
ricadere nella genericit dellapproccio allegorico, laddove dallaffresco traspare
piuttosto un linguaggio scientifico assai particolareggiato, rotto solo dal clamoroso errore astronomico di un sole eclissato da una sottile falce di luna. Proprio
limprobabilit di una svista cos marchiana in una rappresentazione per altri
versi realistica, pu in effetti costituire la chiave di lettura pi naturale dellopera, che inserisce il dato astronomico nel contesto di un passaggio storico caratterizzato dallaggressivit ottomana e da una perdurante ansia millenaristica,
segnata dai continui riferimenti allastrologia storica di matrice araba. La falce
di Luna allude certamente al vessillo turco, mentre la costellazione della Vergine
riflette con tutta probabilit il culto mariano. Il Leone che ospita leclissi, infine,
identifica geograficamente linfuocata dialettica oriente-occidente: Costantinopoli e Roma in lotta.
Anno
Autore
Interpretazione
C. Gasparotto
A. Giacomelli
L. Ballarin
Z. Princivalle
206
G. Gandolfi
Z. Nagy
L. Parolo
2001 (Interventi
Rinascimentali nel Duomo
di Montagnana e lAffresco
Astrologico Tesi di Laurea
Univ. La Sapienza di Roma)
V. Lucco/R.
Nesci
A. Costantin
L. Parolo
Un dato certo che si pu in effetti ricostruire dalle scarne tracce documentarie la perdurante influenza greco-balcanica sul Duomo e questo ambiente
in particolare: uno dei primi arcipreti titolari della chiesa fu infatti tra il 1470 e
il 1482 Niccol Protimo da Negroponte, gi vescovo di Atene e Lepanto, a cui
si deve probabilmente la collocazione di una icona tardo bizantina ora perduta
e, nella nicchia centrale, della statua lignea della Vergine, ambedue provenienti
dai territori occupati dagli Ottomani2. A questo ecclesiastico profugo successe
il padovano Giovanni della Siega, titolare tra laltro di una diocesi in Dalmazia,
che fece consacrare lAltare della Cappella nel 22 febbraio 1484, in presenza del
vescovo di Pola3. Si pu ragionevolmente ipotizzare che tale consacrazione fu
Uno studio pi dettagliato della Cappella e della sua relazione con la Fraglia del Rosario nella
tesi di laurea di Camon 2010, dove si possono reperire molte informazioni utili sui primi arcipreti
della Cattedrale, compresi Nicol Protimo e Giovanni della Siega. Licona tardo-bizantina come
si racconta in Parolo 2002 stata trafugata negli anni 80.
3
Linformazione, tratta dall'Archivio Arcipretale di Montagnana, Busta 27, c. 2, doc. 1, in Borin
1990, p. 77.
2
207
motivata da una intercessione della Vergine avvenuta nello stesso periodo, magari durante lassedio di Scutari del 14784 o quello di Rodi del 1480, il cui quasi
inspiegabile fallimento venne da subito attribuito ad una apparizione mariana
in sostegno dei Veneziani5.
Proprio qui, allincrocio tra devozione mariana e speculazioni apocalitticoastrologiche, nasce nellultimo scorcio del Quattrocento il programma decorativo del catino absidale, che deve essere stato inaugurato proprio in occasione
della consacrazione e tradisce lintervento di un raffinato umanista, a suo agio
con le tavole alfonsine quanto con la teologia di Duns Scoto e il profetismo di
Annio da Viterbo.
208
G. Gandolfi
Astronomia di Igino, ora conservato alla New York Public Library11. In realt
un pi ampio confronto morfologico e stilistico tra i manoscritti astronomici
coevi12 mostra che le corrispondenze sono solo parziali e condivise da molti
testi di derivazione iginiana13. Se ne conclude che la fonte originale del cielo di
Montagnana sia probabilmente andata perduta, o che lartista abbia collazionato
pi fonti seguendo le proprie inclinazioni pittoriche.
Va sottolineato che la figura di Ercole, pur nella sua ingenuit, si distacca
dalla algida inespressivit di tali repertori ed allude alla celebre e dinamica sfida
allIdra prodotta in quegli anni dalla bottega del Pollaiuolo14. Analizzando il ritratto delleroe greco, Parolo propone che sia opera del Maestro del 1481, autore
di due frammenti pittorici conservati ai Musei Civici di Padova, e che questo
Maestro sia da identificare con Angelo Zoppo, mediocre collaboratore di Jacopo
Montagnana15.
209
Magn.
Eclissi
0.54
Eclissi
Oss.
0.437
29/07/1478
13:09:15
59
14:22:04
51
232
15:30:05
41
0.759
0.709
12/08/1654
09:07:00
40
10:22:18
51
132
11:40:58
59
0.717
0.649
Tab. 2 Le Eclissi cruciali dellOrbe Magno del Leone a Montagnana. Dati di Fred
Espenak e Chris OByrne (GSFC- NASA).
Esiste per una forte incongruenza residua, che ha motivato nel 2002 un
decisivo supplemento di indagine da parte di Parolo. Infatti, la posizione del Sole
nella pancia del Leone non corrisponde affatto alleclissi del 1478, ma ricorda
con precisione uneclissi molto precedente: quella del 15 agosto del 1300 (tab.
2). Poich molto difficile immaginare un errore cos ampio nella rappresentazione di un fenomeno del genere19, Parolo torna sfortunatamente ad aggrapparsi a unassai improbabile memoria condivisa da parte della comunit locale,
nonch a una generica rilevanza astrologica tutta risolta sul piano allegorico
delloroscopo, piamente propizio e benefico per lintera Cristianit20. Ma questa
Ptol., II, 5-9.
Albumasar, De Magnis Coniunctionibus, ed. K. Yamamoto-Ch.Burnett, Tract. IV, diff. v, p. 127.
La discrepanza di circa 15, cio il cammino percorso dal Sole in 15 giorni lungo leclittica.
Oltre a segnalare la rilevanza storica di quello che il primo anno giubilare indetto da Bonifacio
VIII, Parolo (2002) abbozza una sorta di oroscopo delleclissi nella sua opinione un vero portento
astrologico con Mercurio in congiunzione con Sole e Luna, Saturno nel Leone in congiunzione
con Regolo e Venere nella Vergine in congiunzione con Spica. Va notato che la falce di Luna viene
interpretata come Diadema di Gloria, metafora dellIncoronazione di Maria Vergine.
210
G. Gandolfi
interpretazione poco convincente conduce a un vicolo cieco e alla perdita della componente anti-turca che coniuga la centralit della Vergine alla presenza
della falce di luna islamica. per questo motivo che occorre allargare il campo
dellindagine a pi complesse teorie astrologiche della letteratura coeva.
3.1 Annio da Viterbo e il De Futuris Christianorum Triumphis
Anche se a prima vista lontano dal contesto, il De Futuris Christianorum
Triumphis in Turcos et Saracenos di Annio da Viterbo21 traccia un quadro astrologico a commento dellApocalisse di Giovanni che ha pi di una risonanza con
laffresco di Montagnana. Il testo individua senza mezzi termini in Maometto
il tanto temuto Anticristo delle ultime fasi dellumanit, i cui effetti perdurano
attraverso la sua infame setta. Le sette piaghe finali scandiscono le fasi dello
scontro tra Cristianit e Regno Ottomano in perfetta consonanza con i sette
sultani turchi, che culminano con Mehmet II. Allorizzonte temporale si staglia
la fine dellIslam e la Gerusalemme Celeste, ma prima del Giudizio si prevede
un periodo pacifico sotto legida del Papa Angelico della tradizione gioachimita.
Come spesso avviene in quegli anni, al visionario profetismo religioso viene
accostato nellultimo trattato (De Iudicio Astronomico) un fantasioso tentativo di
concordanza tra la sequenza storica degli eventi e i segni celesti22. Lautore, che
sostiene di aver scritto questa sezione astrologica nel 1471 anticipando lassedio
di Otranto e la successiva riscossa cristiana, si basa sulla teoria araba dei grandi
cicli e sulla corografia astrologica di Tolomeo e Abu Mashar.
3.2 La teoria araba dei Grandi Cicli
Annio da Viterbo attinge certamente dai testi di Abu Mashar e dalla sua
astrologia storica, ma ne elabora una sintesi originale col pensiero escatologico cristiano, scegliendo alcune tecniche cronologiche specifiche23. Tra i vari
Il De Futuris Christianorum Triumphis risulta stampato nella sua prima edizione a Genova nel
dicembre del 1480. Su questo testo si pu consultare limportante saggio Vasoli 1974, e la pi
recente estesa ricerca Rizzo 2011. Per una pi ampia trattazione del personaggio si vedano gli
ottimi Weiss1962 e Baffioni, Mattiangeli 1981.
Tra gli altri scritti profetico-astrologici del periodo si ricordano i Prognostica ad viginti annos
duratura di Paolo da Middelburgo (1484), il celebre De Eversione Europae di Antonio Arcuato
(1493?), la diffusissima Prognosticatio di Johannes Lichtenberger (1488) e il molto posteriore
Discorso della Futura et Sperata Vittoria contra il Turco di Giovan Battista Nazzari (1570). In tutti
questi testi a guidare le speculazioni astrali principalmente la congiunzione Giove-Saturno, ma
nei Prognostica e nella Prognosticatio in particolare si pone laccento anche su una eclissi di sole,
quella del 1485.
Invece delabituale scansione per congiunzioni magne Giove-Saturno, Annio si orienta su cicli
211
sottocicli dellAnno Cosmico sistematizzati dal celebre astrologo arabo, individua come congeniale il cosiddetto Potente Fardar, della durata totale di 30240
anni e caratterizzato da 84 coppie segno zodiacale-pianeta di 360 anni ciascuna
che si presentano in tutte le possibili permutazioni. Questo sottociclo ha come
divisore lOrbis Magnus dellastrologia latina medievale, abitualmente considerato in apertura dei pronostici annuali e in quel momento storico caratterizzato
dallaccoppiata Leone-Luna. Laltro ciclo utilizzato da Annio lOrbis Maximus,
introdotto per scandire astralmente i sette millenni della storia del mondo, che
procede linearmente secondo una progressione puramente zodiacale, con un
meccanismo analogo alle profezioni dellastrologia genetliaca24. Ogni millennio
presieduto da un segno a partire dallAriete fino alla Bilancia, con le tre facies di ogni costellazione i celebri decani a fare da divisori ogni 333 anni e
quattro mesi. In questo schema, parallelo alla teoria classica delle congiunzioni
Giove-Saturno, la nascita di Cristo avviene nel 5199, con lOrbis Maximus al
sesto grado della Vergine, in corrispondenza con il primo decano della Quarta
Ecloga Virgiliana e del De Vetula pseudo-ovidiano: la celebre virgo immaculata
corpore, vultu decora, puerum lactans25. Allascesa di Maometto circa 500 anni
dopo corrisponde viceversa la terza facies del segno, la mulier alba et compta
sed surda, perfetta immagine di un Anticristo/Meretrice seducente e ottuso al
tempo stesso26. A questo punto subentra lApocalissi, con la Settima Piaga e il
settimo sultano che ci spingono oltre il fatidico 1480, in direzione dello scontro
finale con la Bestia mussulmana, che avverr nellultima facies della Bilancia,
quella rappresentata dallenigmatico vir vehemens arcum utens et nudus27.
pi astratti, come i Tasyir, gli Intiha e i Fardar, che hanno unorigine sassanide e che Abu Mashar
sincronizza abilmente con esse a partire dal Grande Diluvio secondo le sue fonti avvenuto nel
3102 a.C. Per una chiara ricapitolazione di questi intricati cicli si veda Buscherini 2013.
SullOrbis Magnus molto utile consultare Bezza 2012, che riporta uno specchietto esaustivo
di questo ciclo dallorigine del mondo al 1510. Quanto allOrbis Maximus, che invece non sembra
avere precedenti nella trattatistica coeva, esso sembra assomigliare molto al Supremo Intiha con
la sua velocit di 30 lungo leclittica ogni millennio. I decani che ne sono i divisori vengono
descritti in De Futuris Christianorum Triumphis, VII conclusio.
La descrizione anniana del primo decano della Vergine riecheggia il celeberrimo Introductorium
in astronomiam di Albumasar conosciuto in Europa fin dal 1133. La Quarta Ecloga di Virgilio,
viceversa, col suo celebre Iam redit Virgo () che annuncia la fine dell'et del Ferro e il ritorno di
quella dell'Oro la cosiddetta Annunciazione pagana ne costituisce il corrispettivo profetico.
La commedia elegiaca De Vetula, probabilmente scritta da Richard De Fournival nel XIII secolo
e attribuita fino alle soglie del Rinascimento nientemeno che ad Ovidio, non fa che riprendere
poeticamente questo tema profetico associato agli astri e tenerlo ben vivo nel corso del Medioevo.
Anche il terzo decano tratto da Albumasar, che parla di una mulier muta, casta, candida.
Analoga la descrizione che ne fa Cornelius Agrippa in De Occulta Philosophia Libri Tres, 2,
XXXVII.
Albumasar ancora la fonte del terzo decano della Bilancia, plasticamente rappresentato nel
Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia. Anche se Annio non lo fa notare esplicitamente, anche
il divisore trentennale dellOrbe Magno si posiziona molto significativamente sulla Bilancia
nei trentanni successivi al 1480, con il pianeta Mercurio patrono della Cristianit a presiedere
212
G. Gandolfi
213
214
G. Gandolfi
Eppure fin dal 1992 Borin ha dimostrato la sua connessione con la chiesa e
in particolare con la Cappella del Rosario, documentandone la presenza alla
citata consacrazione dellAltare dellAnnunciazione nel 1484, momento ideale
per linaugurazione dellaffresco38. Di questo umanista di Narni, affascinante
figura di epicureo che precorre il pensiero di Pomponazzi, sappiamo abbastanza39: arrestato e imprigionato per eresia nel 1477 proprio a Montagnana, era un
letterato della scuola di Guarino da Verona, astrologo e cortigiano apprezzato da
Lorenzo de Medici e dal sovrano ungherese Mattia Corvino, che ne aveva fatto
il precettore dei propri figli. Il testo incriminato dallInquisizione, il celebre De
Incognitis Vulgo conservato in poche copie manoscritte, certo la sua opera pi
conosciuta insieme al De Doctrina Promiscua del 1491, e proprio in questo trattato troviamo la pistola fumante del suo coinvolgimento filosofico. Nel XXX
capitolo viene citata la profezia di Duns Scoto sulla caduta dellIslam, un crollo che si sarebbe dovuto verificare esattamente nellanno 130040. Marzio ripete
pi volte che Scoto era matheseos imperitus e che, nonostante apparisse a quel
tempo debilitata e in crisi, la setta maomettana avrebbe invece imperversato
ancora a lungo grazie allinflusso degli astri. La data indicata proprio quella
che vede linizio dellOrbe Magno del Leone, e anche gli accenni ai successi
militari dei turchi fino allo stesso anno del trattato41, a ridosso delleclissi che
chiude la prima medietas, sembrano ben pi di una coincidenza. In conclusione
si osserva che la minaccia, brevi domino cooperante, sar finita, e anche questo
compatibile con lescatologia anniana42. Quanto alla variante tolemaica delle
eclissi come scansione dellOrbe Magno, in linea con le opinioni di Marzio, che
ammirava lastrologia e la cultura araba ma da bravo umanista si dedicava con
impegno al recupero delle sue fonti ellenistiche43.
Borin 1990, p. 77. La documentazione originale nellArchivio Arcipretale di Montagnana:
Busta 27, c. 2, doc. 2. Marzio fu anche procuratore per conto di due successivi preti mansionari del
Duomo: Stefano da Savonaria e Nicol Belli.
Soprattutto dopo la pubblicazione di Miggiano 1992, una trattazione estesa e dettagliata delle
sue opere e delle sue vicende.
Nel manoscritto del De Incognitis Vulgo, XXX, ff. 136v-137r della Biblioteca Universitaria di
Torino (Mss., E.IV.11). La profezia originale si trova in D. Scotus, Ordinatio, Prologus, 112. Dello
stesso tema parla R. Bacon, Opus Maius, parte VII (ed. Bridges II 389) e parte IV (I 266), nonch
G. Vorilongus, Collectarium, f. 2r. Questultimo vademecum viene ristampato proprio a Padova
nel 1487.
Come ben racconta Marzio, il Veneto nel 1477 era terrorizzato dalle loro incursioni fino ai
margini della laguna. Cfr. I. di Sarzana, Gesta Unius Anni Memorabilia, 1478.
A questa evidenza testuale si aggiunga che il narnese si trattenne a Montagnana dal 1478, anno
del ritorno da Buda dove era fuggito dopo la scarcerazione, fino alla fine del 1484, quando ripart
per lUngheria (Miggiano 1992), e avremo anche una ottima finestra temporale per lelaborazione
del programma dellaffresco.
Al punto da curare a Ferrara insieme a Cola Montano, Filippo Beroaldo e Pietro Bono Avogario
la storica edizione della Cosmographia di Tolomeo del 1477. Che la sua attenzione si concentrasse
in quel periodo sulla corografia zodiacale pi che giustificato da questa intensa frequentazione
215
216
G. Gandolfi
Laxe del cielo cum mezo il serpente,
Che fra luna e laltra orsa sta stedeso,
e i duj fratei che lun laltro tien preso,
Doue del suo salir Apol si pente,
Et megio el ciel diuiso in due equalmente
Col gran dolor die un picol fior compreso
Ancor si lege quando dira aceso
S forte Aiace fu, che usc di mente.
Infra due corne dela fredda luna
Col sol a megio il ciel quando pi latra
Sirio o per sete o per caldo o per ira,
Amor mel scrisse donde ancor suspira
Et bench hor sia Luchrecia or Cleopatra,
Sua luce agli ochij miei mai non sembruna.
La sintassi assai contorta e pregiudica lintelligibilit del testo, ma la metafora amorosa gioca certamente anche su un piano esoterico nel quale spiccano
la Polare con il Drago, le Orse, il Sole e la Luna in eclissi intorno a mezzogiorno
in periodo di canicola. Se lascia perplessi lo scambio Ercole-Aiace51, possibile
che la coppia Lucrezia-Cleopatra si riferisca (oltre che alla volubile amata di
Tifi) ai due volti della costellazione della Vergine: virtuosa madre di Dio nel
primo decano e meretrice apocalittica nel terzo52.
Che Tifi conoscesse laffresco di Montagnana traspare anche da un altro indizio, che concorre a confermare la lettura della profezia anti-turca: beffandosi
dello speziale Cusinus lo apostrofa O bonum astrologum! Non pestes futuras/ Non
mortes regum: non prelia maxima turchi/ Nunciat53, a testimoniare per contrasto
1888a, p. 39.
Ma potrebbe essere un disguido voluto, al fine di rievocare lIliade e quindi lo scontro tra
lEuropa e lAsia Minore come metafora della lotta al Turco. Lo scambio, giustificato tra laltro
dalla pelle del Leone Nemeo donata alleroe proprio da Ercole (Hom., Il., XXIII, 821), consente
inoltre di accennare alla leggenda della nascita del picol fiore alla morte per suicidio di Aiace,
il giacinto che qui potrebbe indicare simbolicamente la stella Spica che sorge allorizzonte nel
grembo della Vergine e che la precessione degli equinozi spinge verso il fatale terzo decano della
Bilancia.
In Costantin 2001-2002, si azzarda una interpretazione tutta giocata sul filo della Quarta
Ecloga virgiliana, i cui elementi (luna, sole, leone, vergine, nave argo, ecc.) trovano riscontro nelle
figure del cielo della Cappella. In un passo celebre questo testo accenna peraltro al nocchiero degli
Argonauti, Tifi, che anche il nome darte dellautore della lirica che stiamo analizzando. Una
mera coincidenza? O un ulteriore segno della complicit della secta? Queste corrispondenze fanno
comunque sospettare che come spesso avviene in quadri e composizioni letterarie dellepoca
la polisemia sia una scelta esoterica consapevole e che i vari livelli di significato non si escludano
vicendevolmente.
Vv. 137-138 della Macaronea. Sia la lirica in volgare che questa allusione collocano laffresco
in un periodo anteriore al 1492 (data di morte del poeta) e probabilmente intorno allanno di
creazione della composizione, quel 1484 che coincide mirabilmente anche con linaugurazione
217
che qualche astrologo della zona doveva aver davvero preteso di profetare i
proelia maxima Turchi, cio i pi grandi successi militari ottomani (e di riflesso
le auspicate sconfitte successive), proprio quelli descritti da Galeotto Marzio nel
De Incognitis Vulgo.
6. Conclusioni
La chiave di lettura della profezia anti-turca appare solida sulla base di questa trama fitta di indizi, ma non vi altro riscontro documentale di utilizzo delle
eclissi come marcatori dellOrbe Magno: si tratta di una rara evenienza astronomica che per pura coincidenza appare astrologicamente significativa. Galeotto
Marzio pu aver elaborato questa teoria e averla sovrapposta alle considerazioni
di Annio da Viterbo54. In effetti sia i pronostici legati alleclissi del 1478 sia quelli
relativi allOrbe Magno sembravano trovare spettacolare conferma nel 1480 (la
eroica resistenza di Rodi bilanciava il terribile massacro di Otranto) e soprattutto nel 1481 (la morte di Mehmet II e la cacciata degli ottomani dalla Puglia
facevano addirittura intravedere una nuova Crociata). A corredo delleclissi, con
la sua falce che ammicca alla minaccia islamica, troviamo daltronde figure che
sono s i paranatellonta dellascendente del fenomeno, ma che al tempo stesso
alludono ai protagonisti della profezia. Il Drago serpentiforme una trasparente
metafora della setta maomettana55, la Nave Argo contemporaneamente la navicula Petri della Chiesa di Roma e la galea che firma lintervento di Galeotto
traducendone visivamente il nome proprio56, Ercole/Aiace furioso il campione
della Cristianit in lotta e mecenate dellastrologo, cio quel Mattia Corvino la
cui retorica erculea aleggia anche nel modello del personaggio rappresentato a
Montagnana, la celebre tavola del Pollaiolo gi citata, commissionata proprio
dal sovrano ungherese57.
Infine, congruente col personaggio di Marzio il tentativo di coniugare lapotelesmatica araba coi suoi cicli storici e quella tolemaica, caratterizzata dalla
corografia zodiacale e dal valore prevalente delle eclissi, come caratteristico il
dellaltare nella Cappella e con lattivit artistica di Angelo Zoppo.
Da solo o magari col supporto di un astronomo calcolatore suo collega come Giorgio di
Russia, che abbiamo visto particolarmente attento alle eclissi e a quella del 1478 in particolare
(vedi nota 33).
Per un efficace riscontro visivo cfr. le rappresentazioni della belva turca nelle incisioni del gi
citato Discorso sulla futura et sperata vittoria contra il Turco di Giovan Battista Nazzari.
La galea era unimmagine spesso utilizzata allepoca (insieme al pianeta marte) per alludere
poeticamente al narnese. Ne abbiamo traccia in un epigramma di Giovanni Latomi (Et galeae et
Martis tibi fecit nomina mater) e nellelogio funebre di Giano Vitale (Hanc galeam, hunc posuit
Galeottus Martius ensem) riportati nel breve saggio biografico Eroli 1858.
Si veda Pocs 2013.
218
G. Gandolfi
Bibliografia
Baffioni G., Mattiangeli P. (a cura di) 1981, Annio da Viterbo. Documenti e
ricerche, Roma.
Ballarin A., Banzato D. (a cura di) 1991, Da Bellini a Tintoretto: dipinti dei
Musei civici di Padova dalla met del Quattrocento ai primi del Seicento, Roma.
Bellinati C. 2002, Il Quattrocento a Montagnana e la costruzione del nuovo
Duomo, 1431-1502: contributo alla storia spirituale e culturale nel quinto
centenario della dedicazione: 8 settembre 2002, Padova.
Bezza G. 2012, LAnalisi Astrologica dei Pronostici, in I Pronostici di Domenico
Maria da Novara, a cura di F. Bnoli, G. Bezza, S. De Meis, C. Colavita,
Firenze, pp. 37-65.
Borin A. 1990, Note di Storia Montagnanese, Montagnana (Padova).
Buscherini S. 2013, LAstrologia Storica. La Teoria delle Congiunzioni di Giove e
Saturno e la Trasmissione dei loro Parametri Astronomici, Milano.
Camon E. 2010, La Cappella del Rosario nel Duomo di Montagnana, tesi di laurea
triennale, Universit degli Studi di Padova, Dipartimento di storia delle arti
visive e della musica (rel. prof. G. Baldissin).
Caoursin G. 1992, LAssedio della Citt di Rodi, Genova.
Cestaro B. 1913, Rimatori Padovani del XV secolo, Venezia.
Costantin A. 2001-2002, La Cappella del Rosario e i suoi Misteri, in Montagnana
e Territorio, dic. 2001-giu. 2002.
Una classica trattazione del rapporto tra la scuola aristotelica padovana e la nascita della scienza
moderna la si trova in Randall Jr. 1940. Si consultino anche i saggi pi recenti dell'eccellente
Olivieri 1983. Laltro lato della medaglia, che non affatto disgiunto dal razionalismo e dal
laicismo nonostante le sue risonanze neoplatoniche, il mondo del profetismo astrologico cui si
riferisce questo lavoro, ben tratteggiato in ambiente veneto da Vasoli 1981.
219
220
G. Gandolfi
221