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Sia nell'illuminismo che nel positivismo la parola poetica era strettamente legata alla realt oggettiva perch
sia gli illuministi che i positivisti credevano in tale visione della realt. Invece, gi con il romanticismo, si
passa a un discorso prettamente soggettivo della realt, pertanto la parola poetica comincia ad essere pi
labile, non pi legata in maniera concreta alla realt fenomenica. Questa decostruzione della parola poetica
subisce un ulteriore colpo con il decadentismo. Dal momento che i poeti non credono pi in una realt
oggettiva, ma addirittura sostengono che la realt fenomenica sia apparente, la parola poetica non pu pi
rappresentare quella realt fenomenica, non pu pi fare un discorso logico e razionale, ma diventa evocativa
di una realt altra. Col decadentismo abbiamo una vera e propria rivoluzione della poesia e delle parole
adottate dai poeti.
Nei primi anni del '900 non si ha soltanto la crisi del positivismo, ma anche quella del decadentismo perch
questi due fenomeni continuano ad agire parallelamente nel senso che ulteriori prolungamenti del
positivismo sono per esempio il verismo di Verga, autore contemporaneo al decadentismo. In questo periodo
il forte relativismo gnoseologico investir tutte le scienze e non solo quelle umane, tant' vero che uno dei
teorici del relativismo gnoseologico sar proprio Einstein (anni '20). In questo scenario la poetica si disgrega
ulteriormente e addirittura diventa interprete della crisi della societ e del ruolo dell'intellettuale. Infatti, a
partire dal romanticismo in Europa e dal decadentismo in Italia, abbiamo il declassamento dell'intellettuale
che viene emarginato dalla societ borghese perch considerato improduttivo. Questo porta a un'autoemarginazione e a un'elaborazione della realt completamente antitetica rispetto alla concezione tradizionale.
Il declassamento si acuisce ulteriormente nei primi del '900 quando il fenomeno-industria e il fenomenomacchina diventano centrali nel discorso economico, intellettuale e culturale. Questo declassamento porta a
una nuova crisi dell'intellettuale: a differenza dei decadenti, gli intellettuali dei primi anni del '900 non
credono pi neanche nell'esistenza di una realt che si nasconde dietro le parvenze fenomeniche. Che cosa
rimane all'intellettuale di questo periodo? Diventare l'interprete di questa crisi, di questo declassamento, di
questa impotenza, di questa incapacit, di questo agnosticismo (non credono nella realt oggettiva, ma
neanche nella realt altra o in una realt metafisica).
Cos gli intellettuali di questo periodo cominciano a mettere in dubbio la concezione dell'essere poeti. Il
poeta non crede pi nella sua arte, rifiuta la definizione di poeta inteso come faro che deve guidare i lettori
verso la conoscenza della vera essenza della realt, con il compito di rispondere ad alcuni interrogativi
esistenziali (basti pensare a Leopardi che dedica tutta la sua attivit poetica al tentativo di dare queste
risposte a carattere esistenziale anche se in senso negativo del termine). Il poeta, nella classicit e fino al
positivismo, era il vate che fungeva da tramite tra Dio e il mondo degli uomini. E per Dio si intendevano
tutte le risposte a livello esistenziale possibili e immaginabili; un po' il ruolo del sacerdote. La concezione
del poeta vate era presente in D'Annunzio, ma soprattutto in Pascoli: egli ha elaborato la poetica del
fanciullino basandosi sul fatto che egli credesse di possedere una sensibilit particolare ed esclusiva che gli
consentiva di mettersi a contatto con la realt altra, ottenendo il ruolo di tramite. D'Annunzio addirittura
dettava legge in tal senso, basti pensare anche alla parte politica della sua produzione. Ora, non credendo pi
in nulla e quindi essendo degli agnostici declassati, gli intellettuali dei primi anni del '900 rigettano anche la
qualifica di poeti perch non sono pi in grado di dare risposte. Sono le Avanguardie a dare l'avvio a questo
vuoto esistenziale: nonostante il poeta sia agnostico e inconsapevole, sente la necessit di esprimere il suo
disagio e lo fa attraverso la poesia. Con il crollo delle certezze nasce l'esistenzialismo: gli intellettuali, gli
artisti e i filosofi ribadiscono l'incapacit di dare un senso alla nostra vita e nessuna disciplina frutto del
pensiero umano ha questo potere. Il poeta si fa quindi interprete di questa profonda crisi con modalit
diverse. Questi intellettuali vengono classificati in tre correnti che vengono definite le avanguardie storiche.
LE AVANGUARDIE STORICHE
Perch si chiamano avanguardie? Perch esse anticipano caratteristiche che si affermeranno nella poetica e
nella prosa di tutto il '900 (sar impossibile trovare un poeta con la presunzione di dare risposte). Le
avanguardie storiche sono 3: i crepuscolari, i vociani e i futuristi.
L'intellettuale diventa interprete del pensiero e della situazione economico-storica e del pensiero del periodo
in cui vive, ma non pu prescindere dalla sua condizione personale soprattutto nellambito poetico, che
caratterizzato da un profondo soggettivismo.
Il contesto storico quello della seconda rivoluzione industriale che cambia la mentalit e d pi potere alla
borghesia, facendo prospettare un futuro radicalmente diverso rispetto a quello a cui gli intellettuali stessi
erano abituati.
Entrano in crisi sia il positivismo che il Decadentismo, anche se per ragioni differenti: i decadenti non
credevano nellesistenza di una realt oggettiva, ma solo in una realt soggettiva che si nascondeva e che
poteva essere intuita tramite linconscio poich si nascondeva dietro le parvenze fenomeniche.
La novit pi importante di questo periodo lo sgretolamento dellio: luomo non solo non in grado di
conoscere la realt circostante, ma non pu nemmeno conoscere se stesso. Da qui la frammentazione dellio,
nonch la nascita dellesistenzialismo, che nascer in Francia e poi si diffonder un po in tutta Europa
avendo ripercussioni notevoli nella letteratura del 900. La base di unarte come la letteratura sempre il
pensiero filosofico rielaborato o fatto proprio dal poeta o creato ex novo dal poeta ma in qualche modo
influenzato dal pensiero filosofico circostante (ex. DAnnunzio che si rif a Nietzsche). Tutte le discipline
contribuiscono a creare un clima culturale generale, c una continua osmosi che non avviene solo tra
discipline per cos dire affini, ma anche tra discipline umanistiche e scientifiche. Ad esempio, il
profondo relativismo gnoseologico che caratterizza questi anni, verr teorizzato da Einstein, in campo
scientifico matematico.
Questo un periodo di profonda crisi, ma anche di esigenza di rinnovamento: prima la poesia aveva come
oggetto l'uomo in tutte le sue sfaccettature, ma, dal momento che entrata in crisi la concezione che l'uomo
aveva di se stesso e della realt circostante, si trova completamente disarmato e privo di concetti da sostituire
a cui appigliarsi. Questo succede alle avanguardie storiche, in modo particolare ai crepuscolari e ai vociani, i
futuristi inventeranno unideologia particolare.
I LIMONI
Fa parte della raccolta Ossi di seppia. Molto pi articolata rispetto a Non chiederci la parola
perch una dichiarazione di poetica. L'atteggiamento polemico nei confronti del decadentismo
particolarmente evidente non solo nella prima parte (attraverso le immagini metaforiche di boschi
ligustri o accanti o attraverso l'antitesi poeti laureati),ma presente anche nelle altre strofe,
ricorrendo ad immagini dannunziane e pascoliane in senso ovviamente antitetico, ad esempio
l'immagine Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall'azzurro tipicamente
pascoliana, la presenza dell'uccello per Pascoli rappresenza l'assenza, addirittura l'uccello il pi
delle volte simbolo di morte, di una condizione estenziale negativa.
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati : bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni ,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni .
poeti laureati espressione fortemente antifrastica; i poeti laureati non sono poeti realmente
laureati (lo stesso DAnnunzio non era laureato), ma a poeti che aspiravano allalloro poetico, che
in latino veniva definito lauro ed era il simbolo dellincoronazione poetica, del successo e della
fama grazie alla produzione poetica e artistica.
Ascoltami ricorda DAnnunzio; il riferimento polemico ancora una volta rivolto a DAnnunzio.
Qui ascolta-ascoltami ricorda i versi de La pioggia nel pineto di DAnnunzio.
I poeti laureati ... dai nomi poco usati usano termini che non appartengono alla nostra
quotidianit. Quindi bossi ligustri o acanti diventano il correlativo oggettivo di una poesia
improbabile, di una poesia che si colloca a un livello superiore alluomo stesso che riguarda una
realt totalmente estranea alluomo comune. Infatti DAnnunzio non parlava certo della
quotidianit delluomo comune, ma parlava del superuomo, dellesteta, di uomini eccezionali, di
una dimensione che solo il superuomo poteva raggiungere attraverso lestasi panica. Quindi in
realt la poesia dannunziana non rappresentativa della vera esistenza, delluomo comune e di
tutti noi uomini.
Io, per me ... sparuta anguilla invece di parlare di queste cose obsolete ed estranee al mondo
delluomo comune, preferisce parlare di cose pi quotidiane. Sta descrivendo degli erbosi fossati
dove si accumula dellacqua creando delle pozzanghere mezzo seccate e dove i ragazzi agguantano
qualche sparuta anguilla, sta descrivendo i sobborghi di una citt o di un villaggio, rasentando il
degrado pi totale. Inoltre ogni elemento allinterno di questa frase contribuisce a farci capire il
programma poetico dellautore.
Io, per me --> una grave scorrettezza grammaticale nonch un pleonasmo, ossia una ripetizione
inutile e grammaticalmente scorretta ( come a me mi). Il pleonasmo sempre in funzione
dellanacoluto, ossia una riproduzione del linguaggio comunemente usato. La scorrettezza
Invece utilizza il termine inquieta perch suscita (soprattutto a livello mentale e rispetto alla sua
ricerca esistenziale) una profonda in quietudine dal momento che il poeta non riesce a spiegare il
senso di questa realt fenomenica.
Divertite passioni ... Limoni -> ancora una volta cita i limoni che vengono scelti come correlativo
oggettivo della sua poesia perch il limone una pianta molto comune nella macchia mediterranea,
ma allo stesso tempo il giallo dei limoni costituisce una colorazione particolarmente intensa, ad
indicare lintensit e la profondit della poesia che lui propone anche nella rappresentazione di una
realt terrena, una realt che povera ma allo stesso tempo ricca nella sua quotidianit.
Lo stile: proprio per questa ragione lo stile de Le Occasioni, a differenza della raccolta Ossi di seppia, si
innalza considerevolmente. E ad una sorta di plurilinguismo che caratterizza la prima raccolta (anche se poi
nella prima raccolta prevale uno stile basso-comico in riferimento Dantesco), subentra una sorta di monostilismo di derivazione petrarchesca, cosicch i termini si fanno pi selezionati accurati, abbiamo luso di
molti latinismi e il ricorso ad un linguaggio pi classico. Non solo: nonostante lemulazione di Petrarca,
continuano ad avere una certa importanza anche le infiltrazioni dantesche e lallegorismo di Montale
aumenta considerevolmente. Infatti come vedremo, al correlativo oggettivo si aggiungono altri allegorismi,
in particolare lallegorismo femminile che lo accompagner per tutta la sua produzione poetica anche e poi
questo allegorismo assume, a seconda dei periodi storici e delle sue riflessioni, significati differenti.
Metrica: abbiamo un ritorno alla metrica tradizionale rispetto a quanto avvenisse in Ossi di Seppia, anche
se comunque rispetto al primo Ungaretti, Montale cura molto la metrica tradizionale inserendo qualche
elemento deccezione per evidenziare una mentalit ed una cultura rinnovate (ex. Lipermetro o rime
improprie) invece nella raccolta Le Occasioni ricorre pi frequentemente ad una metrica tradizionale.
Il linguaggio: diventa sempre pi ermetico; lermetismo di questo linguaggio dovuto in parte allinfluenza
della corrente ermetica. Lermetismo nasce negli anni 30 a Firenze ad opera di un gruppo di intellettuali
cattolici o prevalentemente cattolici che concepivano la poesia come una sorta di ricerca metafisica, come
una comunicazione con lio, tra lio e linteriorit del poeta e lio stesso. Per cui la poesia diventava formula
sacrale e in quanto tale era caratterizzata da un forte solipsismo, cio dal momento che il poeta a dialogare
con Dio e questo dialogo una sorta di confessione interiore diventa un qualcosa di privato che non deve
essere necessariamente colto dagli altri, ma viene colto solo da pochissimi altri che condividono quel tipo
stesso di poesia.
Quindi i componimenti montaliani diventano sempre pi complessi e ardui da decodificare non solo per
linfluenza dellermetismo ma anche per proteggere la sua poesia dalla censura fascista. Molti dei poeti di
quel periodo ragionavano in questo modo: utilizzavano un linguaggio difficile da interpretare per poter
proteggere la propria produzione letteraria dal controllo e dalla persecuzione fascista nonch a preservare la
grandezza dellarte dalla grossolanit del regime fascista.
Il titolo Le Occasioni si riferisce alle rare occasioni in cui la figura femminile compare, una figura che
varia a seconda della necessit del poeta di esprimere determinati concetti, ma pi che far riferimento alla
sua presenza, fa riferimento alla sua assenza.
Lallegorismo femminile
Lautore riprende lallegorismo femminile da Dante; il passaggio che si verifica dalla Beatrice dello stilnovo
alla Beatrice della Vita Nuova e soprattutto della terza cantica della Divina Commedia viene ripreso
ugualmente dallautore.
La donna nello stilnovo era fortemente spiritualizzata e veniva descritta come donna angelo perch langelo
un messaggero di Dio, la donna nella sua eleganza e nella sua raffinatezza veniva vista come lincarnazione
della cortesia cio dei valori della cortesia come per esempio eleganza, raffinatezza, buon gusto, buone
maniere,eloquenza (--> Francesca da Rimini), per allo stesso tempo anche generosit, ma in modo
particolare lamore che veniva considerato come il sentimento per antonomasia, espressione stessa di Dio.
Nello stilnovo la donna diventa un angelo perch questi valori venivano considerati talmente elevati che non
potevano che avere derivazione divina, quindi la donna veniva concepita come un qualcosa che Dio aveva
mandato agli uomini per insegnare loro ad amare. come la storia delle tre grazie nella mitologia classica
che furono inviate sulla Terra, per volont di Zeus e di tutto lOlimpo, per trasformare gli umani che erano
belve in persone pi raffinate per permettere la nascita della civilt. Una funzione fondamentale svolta da
una delle pi importanti grazie fu quella volta da Venere che insegna agli uomini ad amare. Quindi la donna
angelo un messaggero divino inviato sulla terra per insegnare alluomo ad amare e infatti luomo impara ad
amare. Per anzich amare Dio e quindi giungere ad una sublimazione del sentimento dellamore, si limita
semplicemente ad amare la donna, quindi la funzione di intermediatrice della donna in qualche modo si
interrompe perch langelo nella tradizione evangelica e biblica serve per informare luomo su ci che Dio
vuole da lui e quindi spingerlo ad eseguire i suoi ordini per avvicinarsi a lui quindi langelo ha una funzione
di intermediazione tra Dio, luomo e luomo e Dio, mentre nello stilnovismo questo rapporto si interrompe.
Invece nella vita Nuova Dante giunge al superamento di questo amore sensuale e quindi la donna non un
semplice angelo ma diventa lallegoria della grazia divina che indispensabile per poter nutrire un
sentimento di fede, per creder e in dio e giungere ad un amore mistico che consiste nellamare tanto Dio da
fondersi in un tuttuno con esso.
Ora tutto questo allegorismo presente nella produzione montaliana: gi in Ossi di seppia ma in modo
particolare ne Le Occasioni compare per la prima volta una donna che ha una funzione allegorica che lui
chiama con il senhal Annetta Arletta che corrisponde ad una donna reale che lautore conobbe durante un suo
soggiorno alle Cinque Terre in Liguria. La conobbe in giovent ed ebbe una storia damore con questa
ragazza, poi nella letteratura questa ragazza muore in giovent anche se in realt non cos. Potremmo dire
che Annetta Arletta in Ossi di Seppia e ne le Occasioni rappresenta lamore giovanile e con la sua morte
limpossibilit di rivivere il proprio passato e la propria giovent.
Lallegorismo giovanile, per si complica durante il suo soggiorno a Firenze, dove il suo amore e il suo
studio inerente Dante si infittisce considerevolmente. A Firenze, negli anni 30, Montale conobbe una donna
di nome Irma Brandeis, unamericana ebrea che si era trasferita a Firenze con lobiettivo di studiare Dante,
era una giornalista poetessa e studiosa che si era interessata a Dante.
Tra i due nacque una profonda amicizia e forse anche un amore non corrisposto (ma non sappiamo con
certezza se Montale fosse realmente innamorato della donna) ma non ci fu mai una storia damore tra i due.
Lautore utilizza Irma Brandeis cos come Dante aveva utilizzato Bice, trasformandola in una allegoria a cui
attribuisce il senhal Clizia. Clizia una ninfa che si innamora follemente del dio Apollo; questo suo amore la
spinge a provare gelosia verso unaltra ninfa al punto da provocarne la morte. Allora Apollo, irato nei suoi
confronti, la trasforma in un girasole costringendola a vivere in funzione del sole. Infatti il fiore (che
allegoria della poesia oltre che della donna) si chiama girasole poich esso vive e si muove nel corso della
giornata seguendo la direzione del sole.
Sceglie il nome Clizia poich essa lincarnazione della poesia, della raffinatezza e della nobilt danimo
che aveva la donna dello stilnovismo; nello stilnovismo la donna insegnava alluomo ad amare e luomo
amando veniva talmente nobilitato da riuscire ad elaborare alta cultura che era espressione di civilt e
raffinatezza. Per cui la donna allo stesso tempo diventava incarnazione della poesia e Amore diventava
metafora o allegoria di saper poetare: pi un uomo riusciva ad amare pi riusciva ad elaborare alta poesia.
Quindi Clizia anche nella seconda e nella terza raccolta montaliana (--> compare in maniera un po
marginale nella seconda e in maniera assidua nella terza) oltre ad essere una sorta di nuova Beatrice che
insegna agli uomini ad amare, diventa il simbolo della poesia.
Clizia viene definita spesso anche Cristofora: il termine Cristofora un termine composto da Fora e Cristus.
Fora (da cui deriva poi foriere, colui che porta una notizia o una novit) significa portare, quindi Cristofora
significa letteralmente portatrice di Cristo perch come Cristo colei che riesce ad incarnarsi nella storia.
Cristo era il figlio di Dio che si incarnato: Dio si fatto uomo per liberare gli uomini dal peccato originale,
ma aldil delle metafore e degli allegorismi tutto questo significa portare Dio in Terra (--> come Venere e le
Grazie portarono la civilt sulla Terra), fare in modo che gli uomini assimilino i pi alti valori che
provengono dal cielo che lui chiama oltre cielo. Bisogna sottolineare che Montale si rif molto alla
simbologia cristiana in quanto un emulatore di Dante, per no un cristiano credente, la utilizza solo come
metafora di un autosentire e di raffinatezza, poich solo le persone raffinate riescono a lottare per far s che i
pi alti valori dellumanit (come la pace, la solidariet, luguaglianza e la democrazia) possano esistere nel
mondo. Usa la simbologia cristiana da una parte per emulare Dante e dallaltra per celebrare alti valori, che
secondo la classicit e la Bibbia o comunque la cultura religiosa in generale, non possono che provenire da
una dimensione che non riguarda la terra ma una dimensione metafisica.
Quindi Clizia rappresenta i pi alti valori dellumanit, come per esempio i principi evangelici originari che
non possono che essere condivisi da tutti, quindi solidariet, amore, democrazia etc. che si devono incarnare
nella storia.
La simbologia cristiana assunta non per il suo contenuto dottrinale (perch Montale era un ateo) ma per la
sua capacit di alludere ai valori assoluti.
Montale celebra Clizia e Cristofora riponendo in lei delle speranze che per vengono vanificate, cio di
fronte al regime dittatoriale, di fronte alle persecuzioni dei dissidenti, di fronte allassenza di democrazia, di
solidariet ed amore lui nutre una speranza che ripone in Clizia Cristofora. Ma ovviamente lincarnazione di
questi valori appare impossibile a causa dello scoppio della guerra o anche prima dello scoppio della guerra.
Infatti con le leggi razziali emanate da Mussolini nel 1938, Irma Brandeis, in quanto ebrea, fu costretta a
scappare da Firenze e a scomparire nella dimensione che lui definisce oltre cielo perch in quanto canadese
confusa, il mondo che continua a scorrere, lasciandosi dietro il passato. Affumicata: il fumo annebbia la
vista. Essendo il correlativo oggettivo del tempo che passa, diventa il correlativo oggettivo di un tempo
offuscato che si proietta verso il futuro, dimenticandosi il passato.
V15 altro refrain (ne tengo un capo): indica lostinazione del poeta.
Vv15-16 ma tuoscurit: presente unaltra litote (n qui respiri); svanisce la percezione dellanima,
della presenza della donna allinterno della casa, non si sente pi neanche il suo respiro, neanche una
parvenza del suo ricordo. E presente un riferimento alla ninfa Eco, che inseguiva ovunque Narciso e ripeteva
tutto ci che diceva. Una volta che cap che Narciso non le avrebbe risposto, divenne ununica voce, leco
appunto.
Vv17-18 lorizzonte in fuga: lorizzonte che si allontana e che il poeta non riesce ad afferrare. Lorizzonte
pu rappresentare il futuro ma anche la speranza. Dovepetroliera: la luce sempre simbolo di chiarezza,
di verit, di speranza. E presente il varco che i poeti decadenti si aspettavano. Nella poesia montaliana,
questo varco non si apre. La non apertura del varco viene espressa attraverso un inciso, una preposizione
parentetica. (ripullula il frangente): il frangente indica londa che si schianta contro la scogliera; indica
la monotonia dellesistenza e lincapacit da parte delluomo di cogliere questa speranza.