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Abstract
Questo articolo intende esplorare le relazioni tra “Ulisse tu?” così Laerte tosto,
“Tu il figlio mio? Dammene un segno, e tale,
il quadro di Hieronymus Bosch Il Giardino delle
Che in forse io non rimanga un solo istante”.
Delizie e l’opera di Hans Blumenberg. Si propone
che l’uomo-albero dell’Inferno musicale, nella E Ulisse: “Pria la cicatrice mira
Della ferita che cinghial sannuto
versione di un imitatore anonimo di Bosch, può
M’aperse un dì sovra il Parnaso, quando
servire per illustrare il pensiero storico-filosofico di Ad Autolico io fui per quei che in Itaca
Blumenberg, e specialmente l’origine culturale della M’avea doni promessi, accompagnando
Col moto della testa i detti suoi.
scienza moderna così come presentata dallo stesso
Gli arbori inoltre io ti dirò, di cui
Blumenberg in Die Legitimität der Neuzeit [1966] e Nell’ameno verzier dono mi festi.
in Die Genesis der kopernikanischen Welt [1975]. Il Fanciullo io ti seguìa con ineguali
Passi per l’orto, e or questo árbore, or quello
nostro percorso si concentra sulla tradizione iconico-
Chiedeati; e tu, come andavam tra loro,
allegorica cristiana, rappresentata nel trittico di Mi dicevi di lor l’indole e il nome.
Bosch e nella Divina commedia di Dante. Tredici peri a me donasti e dieci
Meli e fichi quaranta, e promettesti
Ben cinquanta filari anco di viti,
Parole-chiave: Hans Blumenberg, Bosch, uomo- Che di bella vendemmia eran già carche:
albero, Dante, Ulisse, scienza moderna. Poiché vi fan d’ogni sorta uve, e l’Ore,
Del gran Giove ministre, i lor tesori
Versano in copia su i fecondi tralci”.
(Omero, Odissea, Libro XXIV)
Abstract
This paper aims to explore the relations between
“D’un tratto, le sembra che non si può parlare della morte, che in
Bosch’s The Garden of Earthly Delights and Hans intorno a questo buio c’è certa ingenuità, certa ansia di contenere la
Blumenberg’s work. I propose a detail that belongs tempesta con le mani”.
to the section of the Hell, the treeman, in the version (Chus Fernández, Saggio sulla rottura)
produced by an anonymous follower of the Bosch,
as a key to understand Blumenberg’s history and
Introduzione
Questo testo fa parte di una ricerca sulla storia e filosofia
della scienza di Hans Blumenberg che sto svolgendo presso
la Fondazione Collegio San Carlo di Modena (Italia), grazie
B lumenberg aveva familiarità con l’ordine
simbolico del Cristianesimo: l’ha evocato nella
sua opera con maestria e ironia poco comuni. Insieme
a una borsa di perfezionamento triennale. Il testo ha anche al rifiuto della filosofia di Heidegger e alla costante
beneficiato del progetto di ricerca “Epistemologia storica: reinterpretazione della fenomenologia di Husserl, il
stili di ragionamento scientifico e modelli culturali nel mondo
moderno. Il dolore e la guerra” (HUM2007-63267) finanziato Cristianesimo costituisce l’atmosfera intellettuale di
dal Ministerio de Educación y Ciencia spagnolo. Vorrei buona parte della sua opera. Tuttavia, a eccezione di
ringraziare Francisco Jarauta e Javier Moscoso per il generoso Matthäuspassion [1988], nella quale Blumenberg
sostegno che mi hanno dato durante questi ultimi anni, e anche offre una trattazione più sistematica, il Cristianesimo
i miei amici del Collegio di Modena per il tempo che abbiamo conserva comunque una posizione sussidiaria. In
vissuto insieme. Le giuste e amabili critiche di Massimo Cerulo,
Abelardo Gil-Fournier, Diego Giordano, Tessa Marzotto, questo senso, Blumenberg è stato molto selettivo
Francesca Procacci, Federica Risigo, Sandra Santana e Juan nella scelta degli argomenti, e questo vale tanto per il
Manuel Zaragoza hanno migliorato sostanzialmente questo paradiso quanto per il purgatorio e l’inferno. Riguardo
saggio, che è peraltro dedicato a Enrico Lucca e Carlamaria Lucci.
al primo, per esempio, ha scritto in uno straordinario Sarebbe pretenzioso descriverli tutti anche solo
passaggio di Schiffbruch mit Zuschauer [1979] che sommariamente, soprattutto se consideriamo l’enorme
“tra le promesse dell’Apocalisse di Giovanni c’è quantità di controversie che questi quadri hanno
anche quella che nello stato messianico non ci sarà suscitato tra gli storici dell’arte. Balza all’occhio,
più il mare”. In un altro passaggio di Lebenszeit infatti, l’assenza di un giudizio unanime anche per i
und Weltzeit [1986] affermava che “il paradiso dettagli più insignificanti. Sul Giardino delle Delizie,
poté essere un paradiso, tanto paradisiaco quanto per esempio, si dibatte animatamente se si tratti di un
vorremmo credere che lo fosse, perché in esso non quadro eretico o, al contrario, di uno dei quadri più
mancava il tempo”. Allo stesso modo, anche in pii e moralizzanti del tempo. Che Felipe II avesse
Arbeit am Mythos [1979] sosteneva che “il paradiso deciso di tenerlo nel Real Monasterio del Escorial
è la negazione della storia, la quintessenza della tra la sua selezione personale di quadri è per alcuni
noia di un dio”. Sembra che il mare, il tempo, la un’indicazione della sua ortodossia. Altri, però, non
storia o la noia abbiano avuto più spazio che lo stesso sono affatto d’accordo. Questa citazione della storica
luogo biblico. Isabel Mateo Gómez può essere emblematica della
problematica ricezione di questo quadro attraverso i
Alcuni degli elementi del suo pensiero trovano però secoli:
nella tradizione del Cristianesimo una formulazione
piena: l’assolutismo della realtà, la produzione di Alla metà del secolo XVII le interpretazioni delle
metafore, la teoria della Unbegrifflichkeit, ecc. In creazioni del Bosch cambiano di segno. Butrón
e Pacheco qualificano il Bosch come un pittore
questo articolo avremo l’occasione di analizzare di ‘capricci lussuriosi’, e Quevedo, nel suo
brevemente Il Giardino delle Delizie (figure 1-4), un Alguacil endemoniado, come un ‘incredulo che
famoso quadro di Bosch ricco d’iconologia cristiana, nasconde in scherzi la sua assenza di fede’. Nella
che fornisce un’immagine per illustrare una buona seconda metà del secolo XVIII , con l’apparizione
parte dell’opera di Blumenberg, e in particolare la del razionalismo, si perde l’interesse per le
allegorie e i simboli e, conseguentemente, per
sua concezione della scienza moderna. Ci si riferirà l’interpretazione dei quadri di Bosch. Orellana e
soprattutto a un motivo pittorico che appare nel Ponz si limitano a nominare i suoi quadri senza
quadro di Bosch, il cosiddetto “uomo-albero”, nella impostare nessun problema sul loro significato.
versione di uno dei suoi imitatori anonimi.
Certo è tuttavia che le interpretazioni non hanno
La ragione di un tale procedimento deriva dall’intento cessato di susseguirsi. Ne esistono anche alcune di
di mostrare in una nuova prospettiva le opere di tendenza psicoanalitica, come quelle di Friedländer
Blumenberg, già tante volte oggetto di esposizione oppure di De Tolnay. Gli studi iconologici di Wilhelm
e commento da parte di diversi studiosi. Inoltre ciò Fränger, molto discussi, hanno avuto grande fortuna,
dovrebbe anche facilitare un’analisi più attenta della e sono quelli che ci faranno parzialmente da guida
storia e della filosofia della scienza di Blumenberg, per l’analisi della rappresentazione dell’inferno.
che non faccia violenza all’intenzione o al contenuto Per prima cosa si offrirà una breve descrizione del
originale del suo lavoro, sempre riluttante ai severi trittico, per esaminare poi in dettaglio l’uomo-albero
corsetti accademici e ai codici narrativi comuni.
Phaidon Press, 2003, il capitolo otto (pp. 225-278) è dedicato
Il giardino delle delizie
G
alla questione della scienza e della salvezza nel Giardino delle
li studi accademici su Bosch [1450?-1516] Delizie; H. Belting, Hieronymus Bosch. Garden of Earthly
e i suoi quadri sono molto numerosi. Delights, Prestel, Munich, 2002; J. Koldeweij, B. Vermet
e B. Kooij, Hieronymus Bosch. New Insights into His Life
Blumenberg, H., Naufragio con spettatore. Paradigma di una and Work, Nai Publishers, Ludion, 2001; AAVV, El Bosco y
metafora dell’esistenza [1979], traduzione di Francesca Rigotti, la tradición pictórica de lo fantástico, Fundación Amigos
revisione di Bruno Argenton, Il Mulino, Bologna, 1985, p. 28. del Museo del Prado y Galaxia Gutenberg, Madrid, 2006.
H. Blumenberg, Tempo della vita e tempo del mondo I. Mateo Gómez, El Bosco en España, Instituto Diego
[1986], traduzione di Bruno Argenton, edizione italiana a Velázquez, CSIC, Madrid, 1965, p. 13.
cura di Gianni Carchia, il Mulino, Bologna, 1996, pp. 90-1. Ibidem, pp. 13 y ss.
H. Blumenberg, Elaborazione del mito [1979], edizione italiana W. Fränger, The Millennium of Hieronymus Bosch. Outlines
a cura di Bruno Argenton, il Mulino, Bologna, 1991, p. 222. of a New Interpretation, trad. ingl. di Eithne Wilkins e Ernst
Citiamo di seguito una piccola selezione: L. Dixos, Bosh, Kaiser, New York, Hacker Art Books, 1976, pp. 68-102.
del terzo panello.
[...]
O
Tanto in Die Lesbarkeit der Welt [1981] quanto in sserviamo ora l’incisione di un imitatore
Die Legitimität der Neuzeit [1973] si fa un breve anonimo di Bosch, che è una versione stilizzata
cenno ai viaggi di Dante. Nei prossimi paragrafi del disegno di Albertina.
vedremo il caso di Die Legitimität. In Lesbarkeit der
Welt il poema di Dante servirà come esempio della
corrispondenza tra “il cielo come libro, il libro come
cielo”.29 La metafora del libro, “una metafora per
il tutto della sperimentabilità”30, trova nella Divina
commedia un episodio di apparente rottura dell’unità
testuale dell’ordine celeste: “[Dante] ci fa vedere
diviso nel mondo in volumi e quaderni ciò che in Dio
è unito: ‘legato con amore in un volume’”.31
Come nelle incisioni precedenti, due canotti 34 Questa è la famosa descrizione di Benjamin: “C’è un quadro
sostengono la solida e pesante figura del mostro, di Klee che si chiama Angelus Novus. Vi è rappresentato un
angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su
evitando che si immerga nell’acqua calma (e
cui ha fisso lo sguardo. I suoi occhi sono spalancati, la bocca è
probabilmente poco profonda), ma anche impedendo aperta, e le ali sono dispiegate. L’angelo della storia deve avere
che le radici penetrino nella terra. Da uno dei suoi quest’aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti
piedi, un buco rivela che il mostro è vuoto ed è abitato a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un’unica
al suo interno. Da questo escono due persone che catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie
e le scaraventa ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi,
sembrano occuparsi di pilotare due piccoli canotti
destare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia
che servono per sostenere il mostro. È possibile una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte
identificare nel suo corpo l’abituale guscio aperto che l’angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge
dietro, il cui spazio interno è non già un Nobiskrug, inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre
ma piuttosto un luogo di permanenza, dove diverse cresce verso il cielo il cumulo delle macerie davanti a lui.
Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera”. Walter
persone siedono attorno ad un tavolo, intente nelle
Benjamin, Tesi sul concetto di storia [1940], Einaudi, Torino
loro occupazioni. Da questa stanza si eleva l’abituale 1997, pp. 35-7. Juan José Carreras Ares recupera un passaggio
palo con la bandierina. di Paul Valéry che ritengo opportuno citare: “Abiamo sentito
parlare di mondi spariti, immersi nel fondo inesplorabile dei
Al lato opposto del guscio c’è la testa dell’uomo- secoli con i suoi dei e le sue leggi [...], attraverso lo spessore
della storia percepivamo i fantasmi di immensi vascelli, che
albero. La sua espressione è più dura che nei disegni
furono pieni di ricchezza e spiriti. Non li potevamo contare.
precedenti, e sembra tradire lunga sofferenza per la sua Dopotutto, questi naufragi non erano affar nostro, [ma dopo
natura non desiderata. Il suo ambiguo viso suggerisce il 1918] noi ci rendiamo conto che l’abisso della storia è
non curiosità ma la volontà di commuoverci, di sufficientemente grande per inghiottire tutti. Sentiamo che una
suscitare la nostra pietà o di reclamare la sua salvezza, civiltà ha la stessa fragilità di una vita”, Seis lecciones sobre
historia, Zaragoza, Institución “Fernando el Católico”, 2007,
come se fosse in nostro potere di mettere fine al suo
pp. 87. Un buon commento delle tesi di filosofia della storia
tormento. di Benjamin si trova nel libro di Reyes Mate, Medianoche
en la historia. Comentarios a las tesis de Walter Benjamin
“Sobre el concepto de historia”, Madrid, Trotta, 2006. Si veda
anche Stéphane Mosès, La storia e il suo angelo. Rosenzweig,
Benjamin, Scholem [1992], Anabasi, Milano, 1993, pp. 159-
185. L’angelo della storia, come l’uomo-albero, offre rifugio.
José Luis Villacañas ce lo ha ricordato nel suo articolo “Otro
final para Wallenstein”, Ideas y valores, n. 133, aprile 2007,
p. 117: “Sotto le ali dell’ angelus novus era possibile trovare
un riparo, disponibile solo per i morti”. Ringrazio il mio caro
amico Diego Cucalón che mi ha regalato il libro di J. J. Carreras,
e che mi ha insegnato a guardare Zaragoza con occhi diversi.
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Blumenberg: la scienza nell’inferno
Franz Josef Wetz, da cui abbiamo citato per rendere vincer potero dentro a me l’ardore
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto,
conto della complessità di questi libri di Blumenberg,
e de li vizi umani e del valore;
a buon diritto invoca Nietzsche: “L’uomo sembra
essere posto da Copernico su una rampa inclinata: ma misi me per l’alto mare aperto
ruota sempre più veloce fuori dal centro, verso sol con un legno e con quella compagna
dove? Verso il nulla? Verso l’acuto senso del suo picciola da la qual non fui diserto.
vuoto?”.43
L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi,
Se però il pittore ha il compito di offrire una e l’altre che quel mare intorno bagna.
rappresentazione mitica di un mondo di dimensioni
enormi o incerte (tema quest’ultimo di Arbeit am Io e’ compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
Mythos [1979]) è responsabilità degli osservatori,
dov’ Ercule segnò li suoi riguardi,
per la loro ansia di conoscere, produrre una sapienza
vincolante e trasmissibile. A questo proposito, acciò che l’uom più oltre non si metta:
come ha mostrato Blumenberg, è stato Dante da la man destra mi lasciai Sibilia,
che ha fatto dell’osservatore troppo curioso una da l’altra già m’avea lasciata Setta.
figura patologica, vittima di una volontà di sapere,
‘O frati’, dissi ‘che per cento milia
indirizzata alla scienza, priva della supervisione di perigli siete giunti a l’occidente,
un tutore legittimo. Dante ha visto nella brama di a questa tanto picciola vigilia
sapere una passione morbosa che distrugge la vita
intera44 e strappa irrimediabilmente l’uomo da ciò de’ nostri sensi ch’è del rimanente,
non vogliate negar l’esperienza,
che è davvero importante.
di retro al sol, del mondo sanza gente.
N el canto ventiseiesimo della Divina Commedia fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza’’.46
si racconta la condanna di Ulisse e Diomede
nelle fiamme dell’ottavo girone dell’ottavo cerchio:
Così, la scienza non è esclusivamente una conoscenza
“dentro dai fuochi son li spirti; catun si fascia di quel
dell’inferno, piuttosto è motivo di condanna e, alla
fine, come per il Faust di Goethe, malefica per se
42 F. J. Wetz, op. cit., pp. 70-1.
stessa e nel suo esercizio.47
43 Nietzsche, F., Sämtliche Werke, vol. 5, Munich, 1980, p. 404,
citato da F. J. Wetz, op. cit., p. 70. Il dispiacere causato per nuove
scoperte può essere espresso con le inspirate parole di Erwin 45 Inferno, canto XXVI, vv. 47-8.
Panofsky: “L’uomo si trovò confrontato con l’infinito, come 46 Ivi, vv. 90-142.
qualità dell’universo, piuttosto che una prerogativa di Dio”: 47 Non possiamo fare a meno di ricordare lo straordinario
E. Panofsky, “El padre tiempo”, in Estudios sobre iconología soliloquio di Faust, con cui inizia la prima parte della tragedia:
[1962], Madrid, Alianza Universidad, 2004, pp. 115-6. “Ahimè!, ho studiato, a fondo e con ardente zelo [...] eccomi
44 Dell’esigenza temporale eccessiva che coinvolge la scienza qua, povero pazzo, e ne so quanto prima! [...]. Se mai il potere
si è occupato Blumenberg in Tempo della vita e tempo del o la parola dello spirito mi rivelassero qualche segreto. Per
mondo, op. cit., pp. 105-18 e 197-204. non dover dire, dopo così amare, sudate fatiche, quello che
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non è l’eroe leggendario sopravvissuto incolume alla
Blumenberg ha insistito sul fatto che questo Ulisse prova delle sirene, ma quello che Dante ha reinventato
liberamente, ponendo come pulsione dominante la
sua curiosità insaziabile di conoscere il mondo.48
non so, per poter scoprire ciò che, nel profondo, tiene insieme
Invece di farlo ritornare a Itaca, lo imagina ancora
l’universo e contemplare ogni attiva energia ed ogni primitiva
sostanza smetterla di rovistare nelle parole. una volta proiettato verso l’erranza nella sua ultima e
O potessi tu, o piena luna, contemplare per l’ultima volta il fatale avventura: oltrepassare le frontiere del mondo
mio dolore, tu che io ho atteso, sovente, sino a mezzanotte, conosciuto, segnate da due grandi colonne disposte
vegliando al mio leggio. Poi su libri, e carte, o mesta amica, secondo la leggenda da Ercole. Le colonne d’Ercole
mi apparisti. Oh!, potessi aggirarmi su cime di monti, andar
segnano i limiti di ogni esperienza legittima, perché
errando nella tua cara luce, aleggiare cogli spiriti intorno a
caverne montane, vagare sui prati al tuo crepuscolo, e, liberato al di là di queste non c’è più la tutela e il beneplacito
da tutti i tormenti del sapere, riposarmi nel bagno della tua della divinità. Di per sé, “[il mare] cade sotto la
rugiada! giurisdizione di poteri e di dei che tenacemente si
Ahimè! Ancora chiuso in questo carcere? Un maledetto sottraggono alla sfera delle potenze classificabili.
buco muffito, dove persino l’amabile luce del cielo s’intorbida,
Dall’oceano che cinge i bordi del mondo abitabile
attraverso i vetri variopinti. Un buco rimpicciolito da questo
mucchio di libri che i tarli forano e la polvere ricopre, rivestito vengono i mostri mitici che sono più lontani dalle
di carta, nera per il fumo, fin su all’alta volta, con sparsi, tutto familiari figure della natura e che paiono non sapere
intorno, vasi ed ampolle, zeppo di istrumenti ed ingombro delle più nulla del mondo come cosmo”.49
avite masserizie –questo è il tuo mondo, e questo si chiama un
mondo!
Lasciare dietro di sé le colonne d’Ercole indica
E domandi ancora perché il tuo cuore ti si stringa,
pieno d’angoscia, in petto? Perché frena, con inspiegato dolore, anche abbandonare lo spazio di familiarità minima,
ogni impeto di vita? Invece della vivente natura entro la quale garantito dalla presenza degli dei, nonostante questi
Dio creò gli uomini, ti circondano, fra fumo e muffa, carcasse siano ostili per il fatto di appartenere al mare. Stando
d’animali ed ossa di morti”. così le cose, non è sorprendente il tragico finale che
Johann Wolfgang von Goethe, Faust e Urfaust, traduzione e
segue tanta audacia:
cura di Giovanni V. Amoretti, Feltrinelli, Torino, 2000, pp.
21-3. La sfida che Faust lancia a Mefistofele un po’ prima di
stringere il patto è anche un’evocazione del frutto appassito e Cinque volte racceso e tante casso
dell’albero che rinverdì: “Che cosa mi vuoi dare, tu, povero lo lume era di sotto da la luna,
diavolo! Fu mai compreso, da un tuo pari, lo spirito di un uomo poi che ’ntrati eravam ne l’alto passo,
nel suo alto tendere? Ma hai, forse, cibo che non sazia? Hai
rosso oro che, senza posa, simile all’argento vivo, ti scorre via quando n’apparve una montagna, bruna
fra le dita? Un gioco al quale non si vinca mai ? Una ragazza per la distanza, e parvemi alta tanto
che, stretta al mio seno, se l’intenda, cogli occhi, col vicino? quanto veduta non avea alcuna.
E l’onore, la bella gioia degli dei, che svanisce come una
meteora? Mostrami il frutto che marcisce prima ancor che lo si Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto,
colga e gli alberi che, giornalmente, rinverdiscono!” Ivi, p. 83. ché de la nova terra un turbo nacque,
Il lettore troverà più dettagli sul patto con il diavolo nell’opera e percosse del legno il primo canto.
di Goethe e anche sulla ricezione posteriore in José María
González García, Las huellas de Fausto. La herencia de Goethe Tre volte il fé girar con tutte l’acque;
en la sociología de Max Weber, Madrid, Tecnos, 1992, capitolo a la quarta levar la poppa in suso
4, pp. 143-212. Le brevi note del prof. José Luis Villacañas sul e la prora ire in giú, com’altrui piacque,
mondo borghese dal punto di vista del Faust sono di grande
interesse: Historia de la filosofía contemporánea, Madrid, 48 H. Blumenberg, “Der Prozeβ der theoretischen Neugierde”,
Akal, 2001, pp. 15-26. Anche Blumenberg si è occupato di Die Legitimität der Neuzeit, Frankfurt am Main, Suhrkamp,
Goethe in molte parti della sua opera, un personaggio che senza 1973, pp. 138-142 ; trad. it. di Cesare Marelli, La legittimità
dubbio l’ha affascinato “[…] l’autodivinazzazione del creatore dell’età moderna [1966], Marietti, Genova, 1992, pp. 363-369.
dello Sturm und Drang, il superamento della catastrofe Di questo stesso argomento si occupa, inoltre, Piero Boitani
storica del 1789, il suo innalzamento ad opera e per mezzo nel suo splendido libro La sombra de Ulises. Imágenes de un
di Napoleone [e] la sua soluzione del ‘compito di un mondo mito en la literatura occidental [1992], Barcelona, Ediciones
intero’ (Weltaufgabe) del Faust. Quale fatica, quali illusioni! E Península, 2001, in particolare, cap. II, pp. 41-60.
quale trasparenza di ambedue nel loro intrecciarsi davanti agli 49 H. Blumenberg, Naufragio con spettatore, op. cit., p. 27. Il
occhi dell’osservatore” in Elaborazione del mito, op. cit., p. passaggio continua così: “In questa estraneità allarmante va
480. È stato anche pubblicato postumo un libro di Blumenberg incluso anche il fatto che il fenomeno naturale che da sempre
dedicato esclusivamente a Goethe: Goethe zum Beispiel, e invincibilmente atterrisce l’uomo, il terremoto, rientra nella
Frankfurt am Main und Leipzig, Insel Verlag, 1999. competenza mitica del dio del mare Posidone”.
15
infin che ’l mar fu sovra noi richiuso.50 L’uomo che aveva suscitato la curiosità dei
Troiani con il cavallo di legno e che aveva così
Il doppio processo della curiosità provocato astutamente la loro rovina è vittima
A
egli stesso di una rovina nella quale lo attira la sua
lla luce di tutto ciò, non è forse l’uomo-albero curiosità alla vista di una meta fatale, del monte
un mostro mitico proveniente dall’oceano, il oscuro che si erge dall’oceano. Dante dà alla
risultato dell’ira incontenibile di un Dio che risponde grandezza di questa figura, che manifestamente
a un affronto umano di proporzioni colossali? È lo affascina, uno scenario cosmico che non si
spinto, come l’imbarcazione di Ulisse o l’angelo arresta alle colonne d’Ercole e quindi al mondo
conosciuto. Ulisse può solcare l’oceano ancora
della storia di Benjamin, dalla violenza di una per cinque mesi per raggiungere –come egli
tromba d’aria controllata dalla divinità o originata promette con un’eloquenza irresistibile ai suoi
nel paradiso? È la metamorfosi dello stesso Ulisse compagni– la virtù e la conoscenza (per seguir
vista dal lontano dirupo, attraverso le cime e le rocce virtute e canoscenza). Anche questo discorso di
dello scoglio,51 dopo aver fatto naufragio e prima Ulisse è un consiglio ingannevole che egli deve
espiare nell’Inferno?54
di essere inghiottito dalle fiamme? Ci sono Dante e
Virgilio tra gli osservatori contenuti nell’incisione
Come dice Blumenberg, Dante ha fatto una
di Dresda (figura 7) A chi è rivolto lo sguardo del
distinzione molto chiara tra una curiosità insensata
nuovo mostro? Certamente, possiamo estendere agli
e peccatrice, che si muove per una terra sconosciuta
spettatori il dubbio che Blumenberg si domanda
temerariamente violata, e un’altra curiosità giusta,
in relazione alla curiosità dell’Ulisse dantesco:
pia, che ha il permesso e la supervisione di un’autorità
“Si tratta ancora di quella figura, perfettamente
adeguata. La prima ha portato Ulisse alla distruzione
medievale, della curiosità abietta, oppure del primo
e alla condanna, la seconda ha fatto sì che Dante abbia
presentimento del suo rovesciamento di valore alla
potuto meravigliarsi alla vista del regno dei cieli,
soglia dell’età moderna?”.52
l’accesso al quale gli è stato consentito e garantito da
una “guida benigna”.55 L’una si fonda sull’arroganza,
Secondo Blumenberg, la condanna di Ulisse non ha
sull’esaltazione carismatica del singolo, l’altra sulla
tanto a che fare con la curiosità mondana, con l’ansia
modestia, su un senso trascendente della comunità.
di avventura o con il suo ultimo viaggio, quanto con
Ulisse si è lasciato sedurre da una “impresa
il fatto di aver dato consigli disonesti che hanno
temeraria”, Dante, invece, “si guarda bene dal
portato alla morte di Achille a Troia e alla caduta
mostrarsi indegno di un tale decreto divino”56, quello
della città grazie allo stratagemma del cavallo di
cioè di poter testimoniare l’opera di “colui che tutto
legno. L’uomo “dal multiforme ingegno” avrebbe
muove”, benché debba riconoscere che la gloria di
superato le soglie dell’ammissibile con la sua
Dio brilli in alcune parti di più e in alcune di meno.
inventiva, ovvero con la malvagità dei suoi artefatti e
Dante ascende alla montagna di fronte alla quale
macchinazioni, ma anche con la seduzione delle sue
Ulisse soccombe. La differenza fondamentale tra i
parole che portarono in disgrazia i suoi compatrioti.
due è che Dante “in ogni nuova regione che si schiude
La straordinaria quantità dei suoi trucchi ha definito
ai suoi occhi […] non percepisce primariamente
per contrappasso la misura della sua pena: bruciare
la qualità teoretica di ciò che non è mai stato
in un fuoco eterno come un nuovo Prometeo punito
visto prima, ma il contenuto morale della giustizia
per avere rubato agli dei quello che di diritto non gli
realizzata, il contrapasso tra l’aldiqua e l’aldilà”.57
spettava:53
Una moralità fática che distribuisce i suoi segni in
modo chiaramente visibile:
50 Inferno, canto XXVI, vv. 130-142. Nel Paradiso Dante può interrogare Adamo
51 Ivi, vv. 43-45. sull’essenza del peccato originale che gli viene
52 H. Blumenberg, La legittimità, op. cit. p. 364. interpretata come travalicamento del segno (il
53 Su Prometeio cfr. lo studio di Blumenberg contenuto in trapassar del segno). Ulisse è l’erede non ancora
Elaborazione del mito, op. cit., pp. 367-482. Per il rapporto tra
Adamo e Prometeo, si veda ivi, pp. 435 e seguenti; e su Goethe
e Prometeo, ivi, pp. 483-556. Per la triade Goethe-Prometeo- 54 H. Blumenberg, La legittimità, op. cit., p. 364.
Napoleone, ivi i capitoli III e IV della quarta parte, pp. 483-515. 55 Ivi, p. 365.
Sull’evoluzione finale e la dissoluzione del mito di Prometeo 56 Ibidem.
nella quinta parte, ivi, pp. 673-761. 57 Blumenberg, La legittimità, op. cit., p. 365.
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redento di quel peccato originale che era stato il
travalicamento dei limiti imposti all’uomo. Da
ultimo egli oltrepassa i segni imposti al mondo
abitabile assegnato all’uomo, per penetrare
nell’inabitabile. Egli disprezza la provvidenza
parziale del mondo per l’uomo.58
58 Ibidem.
59 Ivi, pp. 365-9. Di questo argomento si è occupato P. Boitani,
La sombra de Ulises, op. cit., cap. III, pp. 61-86.
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