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DASCOLA
Impoverimento della fattispecie e responsabilit penale senza prova.
Strutture in trasformazione del diritto e del processo penale.
(riassunto)
INTRODUZIONE
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Le crescenti esigenze di special-prevenzione che permeano la politica legislativa
degli ultimi anni hanno condotto alla creazione di fattispecie assolutamente
indeterminate cio prive degli elementi di materialit, costruite in modo da sollevare
il pm e il giudice dalonere probatorio e di motivazione durante il giudizio.
Il legislatore impoverendo la struttura del reato non fa emergere la materialit la
determinatezza e loffensivit del reato e quindi delega al giudice la ricostruzione
stessa della struttura del reato.
La libera ricostruzione delloffensivit del reato da parte del giudice si manifesta
quale pericolosa sul piano delle garanzie dellimputato, perch se il fatto in s vuoto
indeterminato e vagamente offensivo anche i criteri di collegamento costituiti da dolo
e/o colpa ne sono impoveriti.
Quando si fa ricorso ad una sanzione penale si dovrebbe utilizzare fattispecie
sufficientemente marcate e riconoscibili da chiunque e percepibili nel loro disvalore ,
per cui la predeterminazione legislativa dovrebbe esprimersi in forma chiara e
determinata.
La prova permette il trasferimento della norma penale incriminatrice allinterno del
processo. Essa una sorta di diaframma attraverso cui le componenti del reato
vengono filtrate nel giudizio e assumendo in tale modo consistenza sufficiente a
giustificare laffermazione giudiziale della sussistenza di un fatto di reato e la sua
ascrizione allimputato.
Quindi impoverendo la fattispecie vi la esclusione di ogni difficolt probatoria, per
un diritto penale sempre pi incline alla condanna.
Vi una sinergia al ribasso: da un lato le norme incriminatrici risultano sempre pi
vuote ed inconsistenti; dallaltro lo sforzo teso allaccertamento dei fatti percepito
come un passaggio inutile. Dunque lassolvimento dellonere della prova sarebbe un
compito troppo gravoso per cui si arriva ad una sua versione riduttiva per non
arrivare alla incostituzionale presunzione di colpevolezza attraverso la dichiarata
titolarit in capo allimputato di provare al propria innocenza.
Per la realizzazione della semplificazione probatoria si fa ricorso alla predisposizione
di fattispecie penali carenti. Dunque lillecito mal strutturato postula come gi per
scontata la responsabilit penale del presunto autore, alterando la fisionomia del
diritto di difendersi provando dellimputato, ci perch lillecito concepito a maglie
larghissime.
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La tecnica ddi tutela del bene giuridico mediante il ricorso al pericolo astratto da
delegittimare dal punto di vista dellideologia liberale( per questo bersaglio della
dottrina che sostiene una rilettura costituzionalemente orientata del dir penale),
mentre per tale tecnica valida e giustificata quale tecnica in grado di produrre una
tutela anticipata richiesta dalla complessit della societ moderna dal punto
dellideologia che predilige istanze di prevenzione generale.
Se il reato deve essere inteso come offesa a un bene giuridico la categoria del reato
astrat o ( o presunto )non dovrebbe trovare spazio nel dir pen perch potrebbe portare
alla punizione di fatti formalmente tipici ma sostanzialmente inoffensivi.Tuttavia si
tende a salvare questa categoria operando un ridimensionamento quantitativo
assegnando alla categoria dei retai a pericolo concreto gli illeciti in cui il pericolo
risulta solo apparentemente astrattocio quando la condotta segnala la necesit di
un accertamento in concreto della pericolosit per cui fatti tipici sarebbero solo quelli
concertamente offensivi del bene giuridico tutelato.
Dunque lambito dei reati di pericolo astratto sarebbe limitata alle materie dominate
dallincertezza scientifica in cui inevitabile una certa anticipazione di tutela penale,
come ad es. i settori del dir pen posti a tutela di beni superindividuali (beni di natura
collettiva) solo eccezionalmente offendibili da azioni o omissioni singole.
Un altro tentativo dottrinale di delimitare i reati a pericolo astratto quello perseguito
distinguendo tra pericolo astratto(che resta ontologicamente compenetratone nella
condoitta tipica e perci non accertabile in giudizio) e il pericolo presunto( separato
ed autonomo dalla condotta e quindi accertabili in giudizio).
Per il primo tentativo, per poter eliminare dai reati di pericolo astratto (o presunto) i
reti soloapparentemente astratti occorre lintervento di un legislatore molto meno
impreciso e compromissorio di quello odierno perch se le norme sono redatte in
modo oscuro impedita una ricostruzione univoca dela tipicit offensiva della
fattispecie penale.
Per il secondo tentativo si tratterebbe di affiancare alla tradizionale soluzione di
riconvertire taluni reati a pericolo astratto ( cio queli detti a pericolo presunto) in
ipotesi di illeciti adi pericolo concreto, quella di trasformare i r. a pericolo astratto in
r.a pericolo relativamente presunto per riconoscere allimputato la possibilit di
fornire la prova contaria in giudizio provando lo scarto tra tipicit ed offensivit,
dunque la mancata verificazione del pericolo presunto dal legislatore, ponendo cos
laccento sulla dimensione anche processuale dei r.a pericolo astratto che essendo
fondati su presunzioni sono sottratti allaccertamento.
Tuttavia non convince la frammentazione della categoria del pericolo generico in
pericolo presunto in quanto la costituzionalit della categoria va ricercata sul piano
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inducono alla ricostruzione dogmatica del reato associativo come illecito di pericolo
astratto o presunto.
Selezionare un bene giuridico privo di un sia pur minimo substratus empirico-fattuale
legittima lidea che il disvalore penale dellassociazione per delinquere risiederebbe
interamente nel fatto stesso di associarsi, nel senso di accordarsi e di fare proprio u
generico programma delittuoso, senza che sia necessario lavvenuto compimento di
un qualsiasi atto funzionale al raggiungimento di un tale generico scopo.
Ora, in base al principio (di rango costituzionale) di offensivit che dovrebbe
connotare il canone re interpretativo del giudice, si dovrebbe trovare una soluzione
ermeneutica rispettosa dei principi di determinatezza, materialit e offensivit per
contenere gli effetti dellimpoverimento delle fattispecie gi operato dal legislatore.
Un parziale recupero delloffensivit del reato si potrebbe ricavare valorizzando la
funzione selettiva della tipicit rivestita dal dolo specifico.
Il dolo specifico non di limita a rilevare sul terreno dellelemento soggettivo poich
esprime una nota di disvalore concorrente (nei reati di evento) ovvero esclusiva (nei
reati di mera condotta) rispetto al fatto inteso nella sua nuda materialit. Perch il
criterio psicologico di imputazione del dolo specifico possa assolvere il suo compito
di filtro selettivo della punibilit deve agire su condotte pregne di offensivit verso il
bene giuridico protetto, operando in aggiunta e non in sostituzione di un dolo
generico. Tutte le volte che il dolo specifico risulti abbinato a condotte in s prive di
un disvalore penale autonomo, esso subisce una sorta di mutazione genetica,
funzionando quale fondamento esclusivo di illiceit e quindi della punibilit del fatto,
essendo chiamato a svolgere una funzione tipicizzante in termini di offensivit.
Senza la prova dellintenzione criminosa degli associati (dolo specifico), la mera
volont di associarsi costituisce nulla pi che latteggiamento psicologico tipico di
chi esercita una libert negativa di rango costituzionale. Per ci si indotti ad aderire
alle recenti ricostruzioni del dolo specifico in chiave oggettivizzante, stando alle quali
tutti i reati a dolo specifico sarebbero da rimodellare in via interpretativa sul modello
dellillecito di pericolo concreto con dolo di danno, per cui i reati dovrebbero dirsi
perfezionati solo quando, oltre alla prova dellintenzione di conseguire quel dato
scopo codificato dalla norma, sia stata raggiunta anche la prova delloggettiva
idoneit della condotta al perseguimento dello scopo preso di mira dallagente.
Dunque si dovrebbe provare sia che sul versante del dolo lagente avesse mirato alla
produzione dellevento lesivo (dolo di danno), ma ancora prima sul terreno del fatto
che la condotta tenuta dallagente fosse idonea a esporre a concreto pericolo il bene
protetto (pericolo concreto).
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piano del segno-positivo o negativo- della previsione, si sarebbe nel dolo eventuale
quando lagente avesse previsto il verificarsi dellevento,mentre la colpa con
previsione sarebbe consistita nella rappresentazione del mancato verificarsi
dellevento. Per cui il dolo poteva essere assimilato ad un ipotesi di accettazione del
rischio, il riscontro della quale sarebbe sufficiente dunque per segnalare lavvenuto
passaggio dal terreno dellagire colposo a quello tipico dellagire doloso.
Se i soggetto agisse accettando il rischio di cagionare levento ci si troverebbe di
fronte al dolo eventuale, se il soggetto agisse con la successiva piena fiducia che
levento inizialmente previsto non si sarebbe successivamente verificato allora ci si
troverebbe in un ipotesi di colpa con previsione. Tuttavia tale criterio discretivo non
viene puntualmente applicato in giurisprudenza a causa della scarsa applicabilit di
un criterio imperniato su un distinguo psicologico e dunque di impossibile
dimostrazione processuale. Infatti in molte sentenze ricorre il convincimento
giudiziale secondo cui a decidere sulla natura dolosa o colposa di una condotta
rivestano un ruolo preponderante dati come la personalit del reo,il movente e
soprattutto il contesto di base dellazione, mentre tali dati sono sempre presentati
come meri indici sussidiari di accertamento dellelemento soggettivo. Indicativo la
contraddittoriet di alcune posizioni assunte dalla cassazione che giungeva a
pronunce diverse a secondo a del contesto in cui il soggetto si trovava ad agire e del
motivo che lo aveva spinto ad agire.
Dunque la scomparsa dal panorama giuridico della colpa con previsione un
conseguenza della dilatazione del dolo eventuale.
Tuttavia si levano voci in dottrina contro il criterio distintivo, tra colpa con previsione
e dolo eventuale, ritenuto inefficace, poich si ritiene che laccettazione del rischio
sia un elemento comune alle due ipotesi.
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La distinzione sarebbe riservata alla previsione del verificarsi di un determinato
evento (dolo event.) e alla previsione negativa in ordine alla verificazione dello stesso
(colpa con prev.)
Lelemento della previsione, espressamente richiamato da dalla legge in relazione
allelemento soggettivo colpa, ex art. 43 e 61 n.3 cp, tuttavia non si acompagna ad
alcuna differenziazione che legittimi una distinzione al suo interno, essendo
compatibile con la struttura normativa anche una previsione a contenuto positivo.
Infatti se la colpa
con previsione si riducesse esclusivamente ad una
rappresentazione del mancato verificarsi dellevento non ci sarebbe una
giustificazione della sua qualificazione come circostanza aggravante, perch si
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punirebbe in modo pi grave chi agisce rappresentandosi che levento non avvenga
rispetto a chi talmente incosciente da non rappresentarsi nemmeno levento.
Non giova a tale fine sostenere che tale aggravamento sia giustificato dalla ratio
legislativa ispirata ad enfatizzare la maggiore gravit insita nella mancata astensione
da unazione malgrado la rappresentazione della sua conseguenza, perch il soggetto
non si astiene non per effetto di una scarsa considerazione degli interessi tutelati
dalla norma ma in conseguenza di un calcolo errato- ma in buona fede- circa il
mancato verificarsi dellevento. Dunque la tradizionale distinzione tra le due figure
inadeguata allo scopo.
Una risposta a simili fenomeni di impoverimento della tipicit soggettiva delle
fattispecie incriminatrici pu essere fornita in chiave de iure condendo, infatti
servirebbe che sia il codice penale a indicare le regole probatorie e le regole di
giudizio idonee a guidare il giudice nellindagine della sfera psichica del soggetto
agente.
2.1 La corruzione propria. Ipotesi di impoverimento conflittuale di una fattispecie
incriminatrice di parte speciale.
Il delitto di corruzione propria un esempio di omissione probatoria e di mutilazione
strutturale della tipicit, in quanto nellapplicazione pratica si rinuncia alla prova
dellelemento di fattispecie costituito dallatto contrario ai doveri dufficio. la
giurisprudenza oggi prevalente non esita ad affermare che la sussistenza di un fatto
di corruzione propria debba prescindere daallindividuazione di uno specifico atto
amministrativo quale oggetto del mercimonio intercorso tra il pubblico agente e il
privato essendo sufficiente laccertamento di una condotta antidoverosa del pubblico
agente, con violazione dei doveri di fedelt o di probit, poich tale inosservanza
sarebe dimostrativa di un asservimento della funzione pubblica agli interessi di un
privato. Risultando cos superata la tesi che richiedeva la prova di un collegamento
tra la dazione o promessa illecita e uno specifico atto dellufficio; talvolta si richiede
che latto oggetto di accordo corruttivo rientri nella sfera di competenza funzionale
riconducibile al pubblico agente, mentre altre volte si sostiene che sia sufficiente che
latto sia meramente individuabile nel genus, fino ad arrivare ad accontentarsi della
violazione di doveri alquanto generici e quindi della circostanza che latto ricada in
una sfera di competenza molto generica,spesso fatta coincidere con la semplice
appartenenza del soggetto alorgano preposto alla formazione dellatto.
Anche il delitto di corruzione propria ripete lo schema del reato di pericolo e alla
invalsa riconduzione ad esso di un bene giuridico superindividuale corrisponde la
qualificazione di questo pericolo in termini di pericolo astratto o presunto. Il dolo
specifico ed ha ad oggetto proprio quel atto contrario ai doveri dufficio la cui
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condizione di non poter offrire la prova del contrario per le pi svariate ragioni, ma
addirittura espone lonerato al rischio di un costante giudizio di insufficiente
assolvimento di tale onere invertito.
Lefficacia dimostrativa della prova contraria che dovrebbe smentire una presunzione
di per s fortemente attenuata, in quanto buona parte della sua persuasivit
Gi in partenza neutralizzata nel raffronto con lo schema presuntivo.
Dunque lobbligo di motivazione del giudice, nel caso di presunzioni probatorie,
fortemente contratto insignificante in quanto si pu limitare a classificare lo sforzo
probatorio dellimputato come insufficiente.
Ogni presunzione, che comporti uninversione dellonere probatorio, innalza lo
standard di persuasivit richiesto alla prova difensiva di non colpevolezza, con una
vanificazione del diritto di difendersi provando dellimputato. Ogni tipo di
presunzione denota indubbi profili di incostituzionalit. La presunzione semplice che
pu essere vinta solo con prova contraria viola il principio secondo cui la prova
incombe sul PM (ex art. 27 Cost.). Se la presunzione assoluta ( come nei reati di
pericolo astratto o presunto) lelemento che ne costituisce oggetto sfugge a qualsiasi
tipo di valutazione da parte del giudice, che dovr darlo come esistente, per cui
lelemento presuntivo ricade al di fuori del perimetro dellaccertamento giudiziale.
Inoltre invalso il convincimento giurisprudenziale secondo cui non sarebbe
configurabile alcun limite temporale al di qua del quale le operazioni patrimoniali
compiute dallimprenditore prima del fallimento non potrebbero rilevare quali fati di
bancarotta. Non esisterebbe dunque quella zona di rischio penale a partire dalla quale
soltanto le attivit di impresa potrebbero essere prese in considerazione ala stregua di
possibili fatti di bancarotta con la conseguenza che il giudice potrebbe reputare come
tali condotte molto antecedenti rispetto al fallimento, non operando il limite dei due
anni indicato per lesperibilit dellazione revocatoria (srt. 64 e 67 l.fall.) a causa
della rilevanza meramente civilistica della disposizione.
Limpoverimento probatorio e quindi strutturale del reato di bancarotta fraudolenta
risulta palesemente strumentale a garantire un controllo giudiziario nello svolgimento
delle attivit economiche di tipo imprenditoriale molto penetrante, perch consente al
potere giudiziario di sindacare senza limiti temporali e spaziali il libero esercizio di
unattivit di impresa provocando un gravissimo vulnus alla libert di iniziativa
economica privata (Art. 41 Cost.).
La prevalente giurisprudenza facendo leva su una discutibile interpretazione iperletterale dellart. 216 co 1 n1 della l. fallim. costruisce unitariamente lelemento
soggettivo del reato di bancarotta patrimoniale nelle forme del dolo generico.
Secondo i giudici di legittimit il dolo specifico richiesto solo in relazione
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1 Reazioni della politica agli eccessi del potere giudiziario: a) la riforma del delitto di
abuso dufficio.
Un governo giurisprudenziale del diritto penale non sempre lascia indifferente il
legislatore che negli ultimi decenni ha reagito agli eccessi interpretativi della
giurisprudenza.
Le modifiche legislative del delitto di abuso dufficio e del reato di false
comunicazioni sociali sintetizzano due manifestazioni di controspinta legislativa
rispetto alle spinte della giurisprudenza nella direzione dellimpoverimento della
tipicit offensiva di queste fattispecie.
Per quanto riguarda labuso dufficio la riforma del 1990 non ha raggiunto lobiettivo
di recuperare un livello di determinatezza necessario a riequilibrare il rapporto tra
potere esecutivo e potere giudiziario. Infatti la fattispecie continuava a poggiare
esclusivamente su di un mero disvalore di condotta espresso in maniera ancora pi
generica rispetto al passato, visto che il volto offensivo continuava ad essere
incentrato sul concetto inafferrabile e indeterminato di abuso dellufficio nel segno
di una coincidenza pressocch automatica tra illecito amministrativo e illecito penale.
Una strutturazione che ha permesso alla giurisprudenza di alimentare il
convincimento secondo cui loggettivit giuridica protetta dal reato di abuso dufficio
fosse la tutela ossessiva del prestigio. Non era nemmeno soddisfacente un aggancio
interpretativo costituzionalmente orientato ai beni del buon andamento e
dellimparzialit , perch anche condotte esiguamente offensivi di beni individuati
cos genericamente finivano agevolmente per ricadere nella previsione ex. art 323 cp.
Il delitto dabuso dufficio forniva al potere giudiziario il mezzo e loccasione per
indagare a fondo tra le maglie della PA, anche grazie allerosione della tipicit
offensiva dellabuso dufficio. Liscrizione della notizia di reato ex art 323 cp dava la
possibilit di azionare una serie di misure investigative e cautelari su interi settori
della PA, grazie al ricorso a mezzi investigativi come le intercettazioni telefoniche o
le misure cautelari e soprattutto alla sollecitata partecipazione processuale, per
scoprire reati pi gravi, di soggetti non avvezzi allambiente carcerario e che
cercavano di salvare la reputazione gi compromessa dal semplice invio di una
informazione di garanzia. Dunque la disciplina prima dela riforma del 1997per come
interpretata dalla giurisprudenza ricalcava le note proprie dei reati di sospetto, in
quanto al scarsa tipicit era tale da permettere contestazioni processuali fondate
unicamente sul sospetto in ordine alla commissione di altri e ben pi gravi reati. Da
qui si comprende lesigenza del potere politico i fronte ad una tale ingerenza
dellordine giudiziario nella sfera della politica Una risposta legislativa indirizzata al
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Le accelerazioni del processo lasciano intravedere un disegno volto a ridurre gli spazi
di libert dei cittadini, si profila il danno di processi sommari e poco garantisti.
Tali accelerazioni sono in collegamento con il principio dela ragionevole durata del
processo ex art. 111 cost.
Tuttavia c che vede nel principio della ragionevole durata del processo, non solo il
divieto di strumentalizzazioni meramente dilatorie del diritto di difesa, ma anche la
volont di indirizzare legislatore ed interprete vero obiettivi di celerit.
Quando si parla del numero altissimo di processi sfugge il dato per cui la maggior
parte di questi riguardano reati bagattellari.
Per ridurre il carico giudiziario sarebbe opportuno contenere la continua immissione
di norme incriminatrici e favorire la depenalizzazione, creare fattispecie determinate
e contenere i tempi del processo tenendo conto delle diverse fasi del processo,
concedendo il tempo necessario allimputato a difendersi.
Molto tempo veien perso nella giacenza dei procedimenti nelle varie cancellerie o
nellespletamento di indagini poco utili. Il rischio che lesigenza di ridurre i tempi
vada a discapito della difesa. Gi ci sono soluzioni processuali anticognitive
(patteggiamento e patt.allargato) che si pongono in una logica di marcata
velocizzazione.
Vi una malcelata insofferenza verso lapprofondimento dei temi di prova, la
complessit del metodo del contraddittorio, la completezza della motivaszione delle
sentenze.
Il metodo del contraddittorio nella formazione della prova impone una maggiore
determinatezza legislativa, e vieta che la norma penale si componga di solo elementi
valutativi rimessi al giudizio esclusivo del giudice.
Un ulteriore dilagare di riti alternativi esclusivamente finalizzai alleliminazione del
carico pendente spingono in una posizione marginale laccertamento del reato.
Limpoverimento legislativo o giudiziario svelano il rischio della sommarizzazione
del processo e quindi lalleggerimento dellaccertamento della responsabilit.
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