Sie sind auf Seite 1von 41

XIII CONVEGNO DI STUDI VETEROTESTAMENTARI

LELEZIONE DI ISRAELE:
ORIGINI BIBLICHE, FUNZIONE E AMBIGUIT
DI UNA CATEGORIA TEOLOGICA

IL CAMPO LESSICALE, IL CAMPO ASSOCIATIVO


E IL CAMPO SEMANTICO DELLELEZIONE DISRAELE
NEL TANAK E NELLA BIBBIA.
DALLA LINGUISTICA ALLERMENEUTICA DELLA TRADIZIONE

Don Silvio BARBAGLIA


STUDENTATO TEOLOGICO SAN GAUDENZIO
NOVARA

FOLIGNO, LUNED 8 SETTEMBRE 2003

SOMMARIO
1. INTRODUZIONE: LA DELIMITAZIONE DELLA PROBLEMATICA ..................................................... 3
2. LE QUESTIONI METODOLOGICHE FONDAMENTALI ...................................................................... 5
2.1. La distinzione tra campo lessicale, campo associativo e campo semantico ............ 6
2.2. Elezione ed elezione dIsraele: i termini teorici del problema .................................. 10
2.3. Il campo della ricerca: il TaNaK della tradizione ebraica e/o la Bibbia della tradizione
cristiana .............................................................................................................................. 11
2.4. Per una innovata definizione di campo semantico nel rispetto della forma del discorso
biblico ................................................................................................................................ 14
3. IL CAMPO SEMANTICO DELLELEZIONE DISRAELE: SPUNTI PER LA REALIZZAZIONE DEL
PROGETTO ................................................................................................................................... 16
3.1. Lapproccio al tema dellelezione attraverso il lessico .................................................. 17
a. Occorrenze della terminologia tipica dellelezione nel TaNaK e nella Bibbia: br / ekleg / log ..... 17
b. Lorganizzazione alfabetica del pensiero e della realt: il contributo dei grandi lessici biblico-teologici
del sec. XX ................................................................................................................................................ 19
c. I contributi della semiotica e della semantica strutturalista ...................................................................... 25

3.2. Lapproccio al tema dellelezione dIsraele attraverso una semantica del discorso
biblico .............................................................................................................................. 31

4.

a. Campo lessicale, associativo o semantico: valutazione metodologica dei contributi recensiti ............ 32
b. Lelezione dIsraele nellambito di una semantica del discorso biblico ........................................... 33
c. Il campo della testualit biblico-canonica e le altre testualit............................................................... 33
BIBLIOGRAFIA CONSULTATA O CITATA NEL CONTRIBUTO ........................................................ 35

-2-

1.

INTRODUZIONE: LA DELIMITAZIONE DELLA PROBLEMATICA

Nonostante gli sviluppi e i notevoli contributi offerti dallavvento degli studi di linguistica
generale e delle scienze del linguaggio,1 il mondo degli studi biblici ancora oggi2 sostanzialmente
ancorato a metodologie di matrice storico-critica, normalmente definite diacroniche. difficile
difendere con oggettivit questo dato ma si ha limpressione che anche lo stesso vocabolario tecnico
utilizzato nelle scienze bibliche sia ancora quello creato dalla scuola di matrice tedesca che ha
contribuito, pi di altre, a formare e a far crescere la coscienza storica rispetto allo studio dei testi.
Infatti, nella prospettiva della critica storica, un testo antico concepito come fonte o
finestra,3 atto a contribuire alla verosimile ricostruzione di un quadro di eventi o di matrici di
pensiero, in specie teologiche. Rispetto allinteresse storico, la genesi e lo sviluppo delle tradizioni
che hanno dato vita al testo nellantichit sono esse stesse sottoposte a unanalisi letteraria che ne
ricerca le fasi genetiche: ad una storia attraverso le fonti, corrisponde una storia dellorigine e dello
sviluppo delle fonti stesse.4
Certo, non sono mancati altri frutti e contributi finalizzati ad allargare lambito della ricerca
esegetica sul testo biblico5 ma, nonostante questo, continua a permanere una sostanziale distanza tra
le due sensibilit che, semplificando, vengono identificate entro una prospettiva diacronica o
1

Lespressione indica lampliamento della prospettiva di comprensione della logica del linguaggio umano inteso
come un sistema semiotico gi a partire dallopera di F. DE SAUSSURE, Cours de linguistique gnrale (Bibliothque
scientifique), Paris 1960 (or. 1916): La langue est un systme de signe exprimant des ides, et par l, comparable
lcriture, lalphabet des sourds-muets, aux rites symboliques, aux formes de politesse, aux signaux militaires, etc.,
etc. Elle est seulement le plus important de ces systmes. On peut donc concevoir une science qui tudie la vie des
signes au sein de la vie sociale; elle formerait une partie de la psychologie sociale, et par consquent de la psychologie
gnrale; nous la nommerons smiologie (du grec shmei/on signe). Elle nous apprendrait en quoi consistent les signes,
quelles lois les rgissent. Puisquelle nexiste pas encore, on ne peut dire ce quelle sera; mais elle a droit lexistence,
sa place est dtermine davance. La linguistique nest quune partie de cette science gnrale, les lois que dcouvrira la
smiologie seront applicables la linguistique, et celle-ci se trouvera ainsi rattache un domaine bien dfini dans
lensemble des faits humains (p. 33).
2
Laffermazione vuole sottolineare la posizione maggioritaria degli studi biblici allo stato attuale allindomani
delleuforia tipica degli anni 70 e 80 del secolo scorso che aveva accreditato la massima fiducia agli approcci
acronici promossi dalla semiotica e dallo strutturalismo.
3
Assumiamo lespressione da Muray Krieger: egli afferma che lHistorical Criticism, ovvero lapproccio ai
testi quali fonti per la storia, si riferisce alla testualit come fosse una finestra attraverso la quale scoprire un altro
tempo e un altro spazio; invece, il Literary Criticism, ovvero lapproccio ai testi per la loro natura estetica e letteraria,
concepisce la testualit come uno specchio: si vuole guardare al testo e non attraverso di esso! Cfr. M. KRIEGER, A
Window to Criticism. Shakespeare's Sonnets and Modern Poetics, Princeton, NJ 1964, 3.
4
In questa comprensione, la categoria della storia, direziona ogni tipo di approccio: le critiche del testo, delle
forme, delle tradizioni e delle redazioni porteranno il marchio di tale precomprensione. La stessa teologia del testo sar,
quale frutto critico del lavoro compiuto, riposizionata nellarco dello sviluppo storico.
5
A questo proposito, come conferma dellampliamento del quadro di approccio interpretativo alla Bibbia, va
ricordato il celebre documento del 1993 della PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, Linterpretazione della Bibbia nella
Chiesa. Discorso di Sua Santit Giovanni Paolo II e Documento della Pontificia Commissione Biblica, Citt del
Vaticano 1993. Tra i vari commenti al testo che si sono succeduti lungo questo decennio ricordiamo in particolare, per
la scuola italiana, la pubblicazione dellarticolata riflessione della Facolt teologica dellItalia settentrionale. In essa,
oltre al contributo diretto di commento al testo ad opera di R. Vignolo, sono affrontate e approfondite varie
problematiche poste a monte rispetto al pronunciamento di sintesi del documento stesso: G. ANGELINI (a cura di), La
Rivelazione attestata. La Bibbia fra Testo e Teologia (Raccolta di Studi in onore del Cardinale Carlo Maria Martini
Arcivescovo di Milano per il suo LXX compleanno; Quodlibet 7), Milano 1998.
In relazione allapprofondimento sulle metodologie pi comuni allo studio della Bibbia occorre ricordare alcune
opere generali: H. ZIMMERMANN, Metodologia del Nuovo Testamento. Esposizione del metodo storico-critico, Torino
1971 (or. ted.: 1967); H.-J. KRAUS, LAntico Testamento nella ricerca storico-critica dalla Riforma ad oggi (Collana di
studi religiosi), Bologna 1975 (or. ted.: 1969); W. EGGER, Metodologia del Nuovo Testamento. Introduzione allo studio
scientifico del Nuovo Testamento (Studi biblici 16), Bologna 1989; W. STENGER, Metodologia biblica (Giornale di
teologia 205), Brescia 1991 (or. ted.: 1987); P. GUILLEMETTE - M. BRISEBOIS, Introduzione ai metodi storico-critici
(Studi e ricerche bibliche), Roma 1990 (or. fr.: 1987); H. SIMIAN-YOFRE (a cura di), Metodologia dellAntico
Testamento (Studi biblici 25), Bologna 1994; V. FUSCO, Un secolo di metodo storico nellesegesi cattolica (18931993), in Studia Patavina 41,2(1994), 341-398;
-3-

sincronica del testo.6 Quasi a dire che i primi dirigono, in ultima istanza, la testualit verso la storia
delle idee, dei fatti, degli sviluppi teologici, mentre i secondi, si concentrano sul testo stesso nella
sua redazione finale per coglierne le dinamiche di senso a partire dalle strutture semiotiche prodotte
dal sistema comunicativo testuale.7 Esse rappresentano due visioni distinte, qui volutamente
distanziate, al fine di stigmatizzare una percezione ancora perdurante nel mondo dello studio biblico
tra le due sensibilit che, come precomprensioni calamitanti, attirano o respingono linterprete,
lesegeta o il filologo in una o in unaltra direzione.8
Il seguente contributo si colloca nel quadro di un convegno di studi veterotestamentari che,
nella sua impostazione, appare immediatamente collegato ad un approccio storico-critico,
finalizzato a promuovere un aggiornamento degli studi sulla categoria storica e teologica
dellelezione di Israele.
Si intuisce, gi dal vocabolario utilizzato per la titolazione del presente studio, una prospettiva
di matrice sincronica, qui ricordata, che rischia, se giustapposta, di elaborare un discorso che
corra parallelo allaltro e, inesorabilmente, esposto allinefficacia euristica ai fini di una ricerca sul
medesimo oggetto. Il pericolo dellincomunicabilit tra le due comprensioni fondamentali c e
permane: basterebbe inoltrarsi nei meandri complessi delle discipline legate alle scienze del
linguaggio e, inoltre, inquadrare i valori lessicali e semantici che si richiamano alla categoria biblica
di elezione mediante il vocabolario specifico di queste scienze, per riproporre, anche tra gli addetti
ai lavori, una difficoltosa comunicazione. Il criterio della specializzazione delle scienze produce
sempre pi, in tutti i campi della ricerca, una patologica incomunicabilit dovuta alle specifiche
competenze, paradossalmente, tra gli stessi ricercatori.
Nella speranza di non restare prigionieri entro tale rischio, tenteremo, pertanto, di percorrere
una via media che, da una parte, non si esaurisca nella ricostruzione dei contenuti precipui di una
riflessione sulla categoria dellelezione dIsraele (compito questo di alcune relazioni specifiche del
Convegno) ma, dallaltra, neppure proponga un approccio esegetico sincronico o acronico del
lessico biblico sullelezione finalizzato a veicolare significati adeguati al tema in oggetto.9 Lo
scopo del presente contributo sar invece pi centrato su una prospettiva metodologica, finalizzata
6

Il riferimento terminologico, tra sincronia e diacronia, nellopera di DE SAUSSURE, Cours de linguistique


gnrale, 117. 127 ss. Inoltre, in relazione al discorso biblico cfr. P. R. NOBLE, Synchronic and Diachronic
Approaches to Biblical Interpretation, in Journal of Literature and Theology 7,2(1993), 133-148; e, in particolare la
miscellanea dedicata a questo tema: J. C. DE MOOR (ed.), Synchronic or Diachronic? A debate on Method in Old
Testament Exegesis (OTS 34), Leiden - New York - Cologne 1995, con gli specifici contributi di: J. BARR, The
Synchronic, the Diachronic and the Historical: A Triangular Relationship, pp. 1-14; D. J. A. CLINES, Beyond
Synchronic/Diachronic?, pp. 52-71. Tra i testi citati nella nota precedente, il contributo che maggiormente mostra di
offrire un quadro organizzato dellesistente quello ad opera dei professori del Pontificio Istituto Biblico di Roma a
cura di H. Simian-Yofre. Infatti, partendo dalla classica distinzione di F. De Saussure tra diacronia e sincronia gli autori
organizzano i vari approcci metodologici allinterno della categoria della temporalit con i seguenti capitoli:
Diacronia: i metodi storico-critici, Acronia: i metodi strutturalisti, Sincronia: lanalisi narrativa e Ana-cronia e
sincronia: ermeneutica e pragmatica.
7
Il documento della Pontificia Commissione biblica del 1993 prende posizione tra le due prospettive in modo
molto equilibrato mentre esprime la seguente valutazione sul metodo storico-critico: Circa linclusione, nel metodo, di
unanalisi sincronica dei testi, bisogna riconoscere che si tratta di unoperazione legittima perch il testo nel suo stato
finale, che espressione della Parola di Dio, e non una redazione anteriore. Ma lo studio diacronico rimane
indispensabile per far comprendere il dinamismo storico che anima la Sacra Scrittura e per manifestare la sua ricca
complessit []. In definitiva, lo scopo del metodo storico-critico quello di mettere in luce, in modo soprattutto
diacronico, il senso espresso dagli autori e redattori. Con laiuto di altri metodi e approcci, esso apre al lettore moderno
laccesso al significato del testo della Bibbia, cos come labbiamo (pp. 35-36)
8
Emblematica lapertura del testo di GUILLEMETTE - BRISEBOIS, Introduzione ai metodi storico-critici (or.
1987): Criticati da tutte le parti, screditati e considerati addirittura come pezzi da museo da alcuni, i metodi storicocritici non godono di buona reputazione. Sembrerebbe necessario lasciarli da parte e praticare lo strutturalismo, la
semiotica, i diversi approcci strutturali o un metodo pi moderno. Eppure noi siamo convinti che i metodi storico-critici
sono destinati a durare. La ragione sta nel fatto che Dio si rivelato nella storia degli esseri umani e che la sua
rivelazione, trasmessa tra laltro nellAntico e Nuovo Testamento, essa stessa storica (p. 9).
9
Sia sulluno come sullaltro aspetto esistono opere e contributi adeguati, come verr puntualmente indicato
lungo il percorso.
-4-

alla coscientizzazione rispetto al delicato oggetto di ricerca (lelezione dIsraele), compito che, a
ben vedere, rientra nel pi ampio ambito della teologia biblica.

2.

LE QUESTIONI METODOLOGICHE FONDAMENTALI

Prima di passare a illustrare litinerario teorico che vogliamo percorrere, occorre soffermarsi
sulla posta in gioco sintetizzata dal titolo del presente contributo: Il campo lessicale, il campo
associativo e il campo semantico dellelezione dIsraele nel TaNaK e nella Bibbia. Dalla
linguistica allermeneutica della tradizione.
Questa premessa appare indispensabile al fine di offrire il vocabolario idoneo per la lettura e
la comprensione delle riflessioni10 che seguiranno, finalizzate a elaborare un impianto teorico che
10

Rimandiamo a una serie di studi che abbiamo consultato inerenti al tema di ambito generale e relativi al
discorso biblico: 1) Studi di carattere generale sulla teoria semantica: AA. VV., Dictionnaire de linguistique, Paris
1973; K. BALDINGER, Semantic Theory. Towards a Modern Semantics, Oxford 1980; CH. BALLY, Linguistica generale
e linguistica francese (Biblioteca di linguistica 1), Milano 19712 (or. fr. 1950); E. COSERIU, Sincrona, diacrona e
historia. El problema del cambio lingstico, Montevideo 1958; IDEM, Lexikalische Solidaritten, in Poetica 1(1967),
293-303; IDEM, Sistema, norma, parola, in Studi in onore di Vittore Pisani. Vol. I, Brescia 1969, 235-253; IDEM,
Gramtica, semntica, universales. Estudios de lingstica funcional (Biblioteca romnica hispnica. II. Estudios y
ensayos 280), Madrid 1978; IDEM, Introduccin a la lingstica (Biblioteca romnica hispnica. III. Manuales 65),
Madrid 1986; F. DE SAUSSURE, Cours de linguistique gnrale (Bibliothque scientifique), Paris 1960 (or. 1916); W.
DIETRICH - H. GECKELER (edd.), Logos semantikos. Vol. III: Semantik, Semntica, Smantique, Semantics (Studia
linguistica in honorem Eugenio Coseriu [1921-1981]), Berlin - New York - Madrid 1981; U. ECO, Trattato di semiotica
generale (Studi Bompiani), Milano 1975; IDEM, Semiotica e filosofia del linguaggio (Einaudi Papaerbacks 151), Torino
1984; M. GALMICHE, Semntica generativa (Biblioteca romnica hispnica. Manuales 46), Madrid 1980; H. GECKELER,
Semntica estructural y teora del campo lxico (Biblioteca romnica hispnica. II. Estudios y ensayos 241), Madrid
1976; D. GEERAERTS, Lexical Field, in R. E. ASHER - J. M. Y. SIMPSON (edd.), The Encyclopedia of Language and
Linguistics. Volume 4, Oxford - New York - Seoul - Tokyo 1994, 2144-2146; P. GIRAUD, La smantique ("Que saisje?" 655), Paris 1971; IDEM, La smiologie (Que sais-je? Le point des connaissances actuelles 1421), Paris 1971; A. J.
GREIMAS, Du sens. I. Essais smiotiques, Paris 1970; IDEM, Du sens. II. Essais smiotiques, Paris 1983; A. J. GREIMAS R. JAKOBSON - M. R. MAYENOWA - S. K. AUMJAN - W. STEINNITZ - OLKIEWSKI (edd.), Sign - Language - Culture
(Janua linguarum. Studia memoriae Nicolai van Wijk dedicata. Series maior 1), The Hague - Paris 1970; A. J. GREIMAS,
Semntica estructural. Investigacin metodolgica (Biblioteca romnica hispnica. III. Manuales 27), Madrid 1976; A.
J. GREIMAS - J. COURTES (dd.), Smiotique. Dictionnaire raisonn de la thorie du langage (Langue Linguistique
Communication), Paris 1979; A. J. GREIMAS - E. LANDOWSKI, Pragmatique et smiotique (Actes semiotiques Documents V,50), Paris 1983; G. IPSEN, Zur Theorie des Erkennens. Untersuchungen ber Gestalt und Sinn sinnloser
Wrter, Mnchen sd.; R. JAKOBSON, Essai de Linguistique gnrale (Arguments 14), Paris 1963; IDEM, Essai de
Linguistique gnrale. Rapports internes et externes du langage, (Arguments 57), Paris 1973; L. E. KECK, In the New
Testament a Field of Study? or, From Outler to Overbeck and Back, in The Second Century 1(1981), 19-35; A.
LEHRER, Semantic Fields and Lexical Structure (North-Holland Linguistic Series 11), Amsterdam - London - New
York 1974; A. LINKE - M. NUSSBAUMER - P. R. PORTMANN, Studienbuch Linguistik (Kollegbuch 121), Tbingen 1996;
P. R. LUTZEIER (Hrsg.), Studien zur Wortfeldtheorie (Linguistische Arbeiten 288), Tbingen 1993; J. LYONS, Structural
Semantics. An Analysis of Part of the Vocabulary of Plato (Publications of the Philological Society 20), Oxford 1963;
IDEM, Introduction to Theoretical Linguistics, Cambridge - New York - New Rochelle - Melbourne - Sydney 1968;
IDEM, Semantics. Volume I, Cambridge - London - New York - Melbourne 1977; IDEM, Semantics. Volume 2,
Cambridge - London - New York - Melbourne 1977; IDEM, Smantique linguistique, Paris 1980; A. MARCHESE,
Dizionario di retorica e stilistica. Arte e artificio nell'uso delle parole retorica, stilistica, metrica, teoria della
letteratura, (Dizionari), Milano 19844; IDEM, L'officina del racconto. Semiotica della narrativit (Oscar saggi 193),
Milano 1990; B. POTTIER, Semantique et logique (Ouvrage publi avec le concours du Centre Nationale de la
Recherche Scientifique), Paris 1976; H. G. SCHOGT, Lexical Field, in TH. A. SEBEOK, (ed.), Encyclopedic
Dictionary of Semiotics. Tome 1: A-M (Approaches to Semiotics 73), Berlin - New York - Amsterdam 1986, 448-451;
D. D. STEINBERG - L. A. JAKOBOVITS (edd.), Semantics. An Interdisciplinary Reader in Philosophy, Linguistics and
Psychology, Cambridge 1971; J. TRIER, Aufstze und Vortrge zur Wortfeldtheorie (Herausgegeben von Anthonz Van
der Lee und Oskar Reichmann; Janua linguarum. Studia memoriae Nicolai Van Wijk dedicata. Series Minor 174), The
Hague - Paris 1973; S. ULLMANN, Semantics. An Introduction to the Science of Meaning, Oxford 1964; G. WOTJAK,
Untersuchungen zur Struktur der Bedeutung. Ein Beitrag zur Gegenstand und Methode der modernen
Bedeutungsforschung unter besonderer Bercksichtigung der semantischen Konstituentenanalyse, Berlin 1971; IDEM
(coord.), Teora del campo y semntica lxica / Theorie des champs et smantique lexicale (Studien zur romanischen
Sprachwissenschaft und interkulturellen Kommunikation 1), Frankfurt am Main - Berlin - New York - Paris - Wien
1998. 2) Studi specifici inerenti al discorso biblico: AA. VV., Literary Criticism, in Forum 5,3/1989; J. - N. ALETTI,
Exgse biblique et smiotique: Quels enjeux?, in Recherches de science religieuse 80/1(1992), 9-28; J. BARR, The
-5-

dia ragione dellapproccio qui utilizzato. In questa riflessione metodologica, anzitutto, andr
chiarita la distinzione di significato tra campo lessicale, campo associativo e campo
semantico e, conseguentemente, la definizione delloggetto dello studio; in seguito, esamineremo
la problematica relativa alla categoria concettuale indicata dai vocaboli elezione / elezione
dIsraele e, nel contempo, verr definito lambito testuale entro il quale lanalisi andr condotta: il
TaNaK della tradizione ebraica e/o la Bibbia della tradizione cristiana.
2.1. LA

DISTINZIONE TRA
SEMANTICO

CAMPO

LESSICALE,

CAMPO

ASSOCIATIVO E

CAMPO

Nel 1934 J. Trier, ritenuto il padre della nozione linguistica di campo lessicale/campo
linguistico,11 esprimeva losservazione secondo la quale sulla categoria linguistica di campo
Semantic of Biblical Language, Oxford 1961; IDEM, Biblical Language and Exegesis. How Far Does Structuralism
Help Us?, in Kings Theological Review 7(1984), 48-52; IDEM, Scope and Problems in the Semantics of Classical
Hebrew, in Zeitschrift fr Althebraistik 6(1993), 3-14; K. BERGER, Exegese des Neuen Testaments. Neue Wege vom
Text zur Auslegung (Uni-Taschenbcher 658), Heidelberg 1977; J. DELORME, Smiotique, in Dictionnaire de la
Bible. Supplment. Vol. XII, Paris 1996, 281-333; A. - S. DI MARCO, PEMPW: per una ricerca del campo semantico
nel NT, in Rivista Biblica 40(1992), 385-419; T. DONALDS, The Semantic Field of Folly in Proverbs, Job, Psalm,
and Ecclesiastes, in Vetus Testamentum 13(1963), 285-292; IDEM, The Semantic Field of Rich and Poor in the
Wisdom Literature of Hebrew and Accadian, in Oriens Antiquus 3(1964), 27-41; P. FRONZAROLI, Sulla struttura dei
colori in ebraico biblico, in Studi in onore di Vittore Pisani. Vol. I, Brescia 1969, 377-389; A. GIBSON, Biblical
Semantic Logic. A Preliminary Analysis, New York 1981; J. C. GIROUD - L. PANIER, Smiotique. Une pratique de
lecture et analyse des textes bibliques, in Cahiers Evangile 59/1987; J. M. GUILLN TORRALBA, Campo asociativo o
constelacin semntica de elegir, in Cuadernos biblicos 8(1983), 82-92 ; B. S JACKSON, Studies in the of Biblical Law
(Journal for the Study of the Old Testament. Supplement Series 314), Sheffield 2000; V. MORLA ASENSIO, El fuego en
el Antiguo Testamento. Estudio de semntica lingstica (Institucin San Jernimo 21), Valencia-Bilbao 1988; I. MORY,
Die Bedeutung der Erwhlungsvorstellung fr die Ausprgung eines monotheistischen Gottesglaubens. Eine
Untersuchung zum br-Begriff bei Deuterojesaja und im Deuteronomium (Dissertation im Fachbereich Altes
Testament) s.l. 1998; D. PATTE, The Religious Dimensions of Biblical Texts. Greimass Structural Semiotics and
Biblical Exegesis (SBL Semeia Studies), Atlanta 1990; IDEM, Thinking in Signs. Semiotics and Biblical Studies... Thirty
Years After, in Semeia 81/1998; I. RIESENER, Der Stamm bd im Alten Testament. Eine Wortuntersuchung unter
Bercksichtigung neuerer sprachwissenschaftlicher Methoden, Berlin - New York 1979; J. F. A. SAWYER, Rootmeanings in Hebrew, in Journal of Semitic Studies 12(1967), 37-50; IDEM, Semantics in Biblical Research. New
Methods of Defining Hebrew Words for Salvation (Studies in Biblical Theology. Second Series 24), London 1972; M.
P. SCIUMBATA, I lessemi a radicale NKR del campo lessicale dei verbi della conoscenza nella Bibbia ebraica, in
Rivista Biblica 44(1996), 3-29; B. E. SHAFER, mbwr / mbr = Fortress, in Catholic Biblical Quarterly 33(1971),
389-396; A. TOSATO, Per una revisione degli studi sulla metanoia neotestamentaria, in Rivista Biblica 23(1975), 345; A. VIVIAN, I campi lessicali della separazione nellebraico biblico, di Qumran e della Mishna: ovvero,
applicabilit della teoria dei campi lessicali all'ebraico (Quaderni di Semitistica 4), Firenze 1978; I. ZATELLI, Il campo
lessicale degli aggettivi di purit in ebraico biblico (Quaderni di Semitistica 7), Firenze 1978.
11
In riferimento alla terminologia del campo lessicale: ted.: Wortfeld (sprachlisches Feld); ing.: lexical field;
fr.: champ lexical; sp.: campo lxico. La teoria espressa allinterno dellopera di J. Trier: Der deutsche Wortschatz im
Sinnbezirk des Verstandes. Die Geschichte eines sprachlichen Feldes. Tomo I: Von den Anfngen bis zum Beginn des
13. Jahrhunderts, Hedelberg 1931, pp. 1-26 (testo pubblicato in: J. TRIER, Aufstze und Vortrge zur Wortfeldtheorie
[Herausgegeben von Anthony Van der Lee und Oskar Reichmann; Janua linguarum. Studia memoriae Nicolai Van
Wijk dedicata. Series Minor 174], The Hague - Paris 1973, 40-65). Per un aggiornamento della problematica cfr.: H. G.
SCHOGT, Lexical Field, in TH. A. SEBEOK (ed.), Encyclopedic Dictionary of Semiotics. Tome 1: A-M (Approaches to
Semiotics 73), Berlin - New York - Amsterdam 1986, 448-451; D. GEERAERTS, Lexical Field, in R. E. ASHER - J. M.
Y. SIMPSON (edd.), The Encyclopedia of Language and Linguistics. Volume 4, Oxford - New York - Seoul - Tokyo
1994, 2144-2146. Sullo sviluppo storico del concetto di campo lessicale si pu vedere il cap. Einfrung in die
Geschichte der Feldtheorie in: J. TRIER, Aufstze und Vortrge zur Wortfeldtheorie (Herausgegeben von Anthony Van
der Lee und Oskar Reichmann; Janua linguarum. Studia memoriae Nicolai Van Wijk dedicata. Series Minor 174), The
Hague - Paris 1973. Per una visione complessiva della storia delle teorie linguistiche dalle origini ad oggi, cfr.: E. F. K.
KOERNER - R. E. ASHER (edd.), Concise History of the Language Sciences. From the Sumerians to the Congnitivists,
Oxford - New York - Toronto - Sydney - Paris - Frankfurt 1995, in particolare da p. 221. Per un vasto aggiornamento su
tutti i settori delle scienze del linguaggio si possono infine consultare le opere di sezione monografica della prestigiosa e
monumentale collana pubblicata dalla casa editrice Walter de Gruyter (Berlin - New York): Handbcher zur Sprachund Kommunikations-wissenschaft con tutti gli aggiornamenti editoriali reperibili al sito internet:
http://www.degruyter.de/rs/168_6850_DEU_h.htm
-6-

esisteva una babelica confusione terminologica. La storia della ricerca del significato della
metodologia dei campi, individuata entro le espressioni campo lessicale e campo semantico,
complessa e dispersiva rispetto al nostro scopo:12 possiamo, in sintesi, affermare -a distanza di
settantanni- che lespressione campo lessicale abbia assunto una sua fisionomia universalmente
riconosciuta, mentre la categoria di campo semantico,13 -ironia della sorte- sarebbe stata assorbita
semanticamente dallaltra, in una struttura sinonimica,14 oppure semplicemente rimasta nella sua
indeterminatezza.15 Grazie soprattutto allimportante contributo teorico offerto dal linguista romeno
Eugenio Coseriu,16 della Scuola di Tubinga, noi oggi possiamo rinviare a unaccezione prioritaria e
maggioritaria di campo lessicale, concepito come lautore si esprime- allinterno di una
solidariet lessicale:17 Un campo lessicale [Wortfeld] , nella prospettiva strutturale, un
paradigma lessicale che scaturisce dalla segmentazione di un continuum lessicale di contenuto in
diverse unit che nella lingua si presentano alla stregua di parole: queste unit si dispongono in
opposizioni immediate tra loro in forza di semplici tratti semantici distintivi.18
Roman Jakobson facendo avanzare gli studi di Ferdinand De Saussure, distingue nel
funzionamento della lingua due assi: quello della combinazione e quello della selezione.19
Lasse della combinazione sintagmatico, caratterizzato da una logica concatenante, la sintassi,
che intreccia parole e produce significati a partire dalle unit sintagmatiche minime fino alle
composizioni complesse. Lasse della selezione paradigmatico, ovvero presiede alla
sostituzione dei termini. Il paradigma pertanto linsieme di unit che intrattengono tra loro
rapporti virtuali di sostituibilit. Per questo gi De Saussure affermava che lasse sintagmatico
combina i rapporti tra le parole in praesentia, mentre quello paradigmatico20 lasse delle scelte e
dei rapporti in absentia. Entro questo schema, che risale alla linguistica generale, si colloca appunto
lo spazio del campo lessicale. Esso, secondo la teoria elaborata a partire da J. Trier fino a E.
Coseriu, appartiene allasse linguistico paradigmatico, lasse della selezione, in riferimento ai
lessemi21 organizzati, secondo la struttura di un vocabolario, in lemmi. Ciascuno di questi
portatore di significati e quindi semanticamente connotato:22 il campo lessicale altro non , come
12

Rimandiamo per gli approfondimenti a: GIRAUD, La smantique, 77ss.; GECKELER, Semntica estructural y
teora del campo lxico, 97-210.
13
Lespressione campo semantico ricorre per la prima volta in G. Ipsen nel 1924 come Bedeutungsfeld
(ingl.: semantic field; fr.: champ smantique; spagn.: campo semntico) citata in: Der Alte Orient und die
Indogermanen, in: Stand und Aufgaben der Sprachwissenschaft. Festschrift fr Wilhelm Streitberg, Heidelberg 1924,
225, a sua volta riportata da GECKELER, Semntica estructural y teora del campo lxico, 103 e n. 20.
14
Ad es. Geckeler usa per il suo studio il termine campo lessicale a motivo delle strutture lessematiche
analizzate; egli ritiene di non avere nulla da obiettare allutilizzo corrente del termine francese champ smantique o
inglese semantic field solo se questi aggettivi esprimono un riferimento ai soli significati lessicali, cio delle parole.
Esclude luso di campo linguistico perch troppo ampio e andrebbe a coinvolgere anche lasse sintagmatico oltre a
quello paradigmatico (GECKELER, Semntica estructural y teora del campo lxico, 99). Cfr. anche per gli stessi aspetti:
LEHRER, Semantic Fields and Lexical Structure.
15
interessante lampia carrellata presentata da A.-S. Di Marco nella prima parte del suo articolo (DI MARCO,
PEMPW: per una ricerca del campo semantico nel NT, 385-403) proprio sullespressione campo semantico
utilizzata dalla filologia alla linguistica, dallesegesi alla teologia, dal canone biblico alla teologia biblica, ecc.
16
Eugenio Coseriu allinizio degli anni 60 sviluppa contemporaneamente, ma in modo indipendente da B.
Pottier e da A. J. Greimas, la teoria della semantica strutturale. Essa impostata sullasse paradigmatico della lingua,
studiando le funzioni del lessico attraverso i campi lessicali. La miscellanea in suo onore per il suo sessantesimo
compleanno una buona sintesi degli studi da lui avviati: DIETRICH - GECKELER (edd.), Logos semantikos. Vol. III:
Semantik, Semntica, Smantique, Semantics.
17
COSERIU, Lexikalische Solidaritten, 293-303.
18
COSERIU, Lexikalische Solidaritten, 294.
19
Cfr. JAKOBSON, Essai de Linguistique gnrale, 45-49.
20
De Saussure chiama lasse paradigmatico rapporti associativi: Le rapport syntagmatique est in praesentia:
il repose sur deux ou plusieurs termes galement prsent dans une srie effective. Au contraire le rapport associatif unit
des termes in absentia dans une srie mnmonique virtuelle: DE SAUSSURE, Cours de linguistique gnrale, 171.
21
Segno linguistico portatore di unit semantiche minime con referenza extralinguistica.
22
Da questo punto di vista R. Jakobson affermava che allasse sintagmatico corrispondeva la funzione sintattica
della lingua, mentre a quello paradigmatico, quella semantica. Una teoria della semantica costretta nellambito della
parola stata sottoposta a revisione da pi parti e in special modo dallopera ermeneutica di P. Ricouer.
-7-

afferma E. Coseriu, che un paradigma lessicale, composto da lessemi tra loro in opposizione. Il
campo delle parole pi ampio di quello dei lessemi come inteso dalla teoria. Infatti, vi sono 1)
parole lessematiche che strutturano e rappresentano la realt extralinguistica, come ad esempio
uomo, bosco, bianco, correre, ecc.; 2) parole categorematiche che presentano solo la forma di
strutturazione extralinguistica e che funzionano come sostantivi ma, di fatto, non rappresentano
nessuna realt extralinguistica come per es. io, queste, qui, ora; 3) parole morfematiche che non
rimandano direttamente al mondo extralinguistico se non attraverso la relazione con altre parole
lessematiche nella strutturazione del linguaggio, come e, o, sopra, in, s, no. Conclude E. Coseriu:
Soltanto le parole lessematiche appartengono a pieno diritto al lessico e, di conseguenza,
alloggetto precipuo della lessicologia.23 Con queste premesse, si d spazio, per unautentica
funzione lessicalizzata nelluniverso linguistico, solo a sostantivi, verbi, aggettivi e, con riserva, agli
avverbi. Appare allora chiaro quanto ogni lessema, ovvero ogni parola lessematica, intrattenga
con altre parole, sullasse paradigmatico della selezione, una relazione che va approfondita
studiando le opposizione tra esse, mettendo in relazione la forma dei sostantivi, dei verbi, degli
aggettivi o degli avverbi distintamente; infatti, procedendo diversamente, ci si sposterebbe
immediatamente sullasse sintagmatico della combinazione.
In questaccezione di campo lessicale evidente che la comprensione della semantica
limitata allasse meramente paradigmatico, una semantica della parola, per dirla con P. Ricoeur.
In effetti, la gran parte degli studi sulla semantica, pur riconoscendo che ogni funzione linguistica
portatrice di significato, sono concentrati prevalentemente sul lessico. Per questo motivo, anche
negli studi di settore, abbiamo la sovrapposizione indebita della categoria di campo semantico a
quella di campo lessicale, o di campo linguistico24 oppure, ancora, di campo associativo.25
Questultimo poi cresciuto dallesigenza pratica di ampliare lambito ristretto del campo
lessicale accogliendo sinonimi, antinomi, parole che fan rima e che si richiamano tra loro Esso
si configura quindi non pi in aderenza stretta al livello lessicale, bens in forte relazione con un
quadro concettuale che raccoglie varie semantizzazioni espresse dal lessico. La logica della
selezione sarebbe dunque guidata dalla posizione extralinguistica del pensiero. Cos facendo, il
campo associativo pu raccogliere famiglie di termini tra loro affini, incrociando verbi,
sostantivi, aggettivi, avverbi ed espressioni vicine al nucleo semantico indagato. Anche questo
procedimento sovente inteso ed espresso nei termini di campo semantico, sebbene si tratti, in
specie, di campo associativo.
La prospettiva associativa, nellintendere la forma specifica del campo, riscontrabile in
particolare in quegli studi biblici che hanno scelto di confrontarsi con una forma specifica di
linguaggio. Infatti, lebraico cosiddetto biblico, in particolare, una lingua morta che rivive
nella forma specifica della testualit26 ambito in cui lasse paradigmatico della selezione
indicizzato nei lemmi raccolti dal vocabolario, diversamente da unesperienza viva di
verbalizzazione. In sintesi, il campo lessicale come il campo associativo sono s campi
semantici, ma entrambi si esauriscono e si organizzano a partire dalle denominazioni lessicalizzate.
Per campo semantico si pu intendere anche un campo concettuale appartenente allarea
del pensiero e della percezione e distinto quindi dal campo semantico lessicalizzato, ma pi
vicino al campo associativo in quanto questultimo cerca di riprodurre alla massima potenza la
forma del pensiero mediante una lessicalizzazione pluridirezionale. Il divario resta comunque
23

COSERIU, Gramtica, semntica, universales. Estudios de lingstica funcional, 133.


Il campo linguistico accoglie anche la funzione sintattica della lingua.
25
Per lelaborazione del concetto di campo associativo (categoria proveniente dai rapporti associativi della
lingua, secondo De Saussure) occorre rifarsi ai contributi di Ch. Bally, illustre allievo e successore del De Saussure che,
con il collega A. Sechehaye, raccolse e pubblic il Cours de linguistique gnrale per la Scuola di Ginevra. Cfr.: CH.
BALLY, Larbitraire du signe, in Le franais moderne 8(1940), 193-206; IDEM, Linguistica generale e linguistica
francese (Biblioteca di linguistica 1), Milano 19712 (or. fr. 1950).
26
Su questi problemi cfr. ZATELLI, Il campo lessicale degli aggettivi di purit in ebraico biblico, 4-6. A p. 4 la
Zatelli ricorda che J. Barr giunge a chiedersi se esista veramente un ebraico biblico in qualit di lingua, dovendo
mettere a confronto le teorie linguistiche con lermeneutica canonica.
-824

poich la struttura del linguaggio non isomorfa alla struttura del pensiero, ovvero ogni idea o
immagine non corrisponde alla semantica univoca di un preciso vocabolo e viceversa. In questo
senso, anche in una ancor vaga accezione, il campo semantico include il campo lessicale e il
campo associativo ma non viceversa, poich questi non esauriscono quello.27
La triangolazione data da linguaggio, pensiero e realt parsa da sempre estremamente
interconnessa ma, dallavvento della linguistica generale, anche ambito di competenze distinte. Per
questo motivo la semantica, ovvero la scienza del significato, rischia di trovarsi perennemente
e contemporaneamente senza una patria ma, nel contempo, casa di tutti, e la crisi didentit del
campo semantico ne manifestazione evidente.
Nel sondaggio condotto nellambito delle ricerche bibliche abbiamo riscontrato
sostanzialmente una scarsa presenza di studi nella direzione specifica della teoria dei campi.
Riportiamo in nota alcuni contributi esegetici condotti con la metodologia dei campi lessicali28 e
dei campi associativi;29 non abbiamo invece riscontrato alcun contributo esplicito di carattere
esegetico entro la prospettiva eccedente dei campi semantici,30 intesa come categoria distinta
dalle due qui illustrate.
27

A questo proposito, molto utile losservazione riportata da GEERAERTS, Lexical Field, 2146: The
terminology of Lexical Field Theory is confused. Mostly, lexical field, semantic field, and word field are treated as
synonyms, but some authors have proposed distinctions. Thus, Lyons (l977: 253) distinguishes between conceptual
field (a structure of concepts on the semantic level, a structured conceptual area) and lexical field (a set of lexemes that
covers a specific conceptual field). Lexical gaps occur when the coverage of the conceptual field by the lexical field is
not complete. Further, Lyons (1977: 268) makes a distinction between lexical field and semantic field according to
whether the set of expressions that covers a conceptual field consists only of lexemes, or contains other units (such as
idiomatic expressions) as well. Cfr. anche il cap.: Structural semantics I: semantics fields in: LYONS, Semantics.
Volume I, 230-269.
28
Due contributi significativi alla fine degli anni 70: ZATELLI, Il campo lessicale degli aggettivi di purit in
ebraico biblico; VIVIAN, I campi lessicali della separazione nellebraico biblico, di Qumran e della Mishna: ovvero,
applicabilit della teoria dei campi lessicali allebraico, e un contributo a met degli anni 90: SCIUMBATA, I lessemi
a radicale NKR del campo lessicale dei verbi della conoscenza nella Bibbia ebraica. Pi avanti riprenderemo altri
contributi pi recenti della Zatelli.
29
Alcuni studi di semantica biblica legati alla teoria dei campi associativi: SAWYER, Semantics in Biblical
Research. New Methods of Defining Hebrew Words for Salvation; al capitolo III: Semantic fields affronta
direttamente il tema. Cos si esprime lautore citando anche un passo di Ch. Bally: An associative field would
include all the words associated in any way with a particular term. It has been described as a halo which surrounds the
sign and whose outer fringes merge into their environment (ndr: cit. Bally), and must be distinguished from a lexical
field or group, which can be precisely defined for any given corpus. While a words associative field includes terms
related to it at all levels (for instance synonyms, opposites, terms that rhyme with it or look like it), a lexical group
consists only of words very closely related to one another (p. 30). Altre due opere notevoli in campo biblico si sono
ispirate a questi concetti: RIESENER, Der Stamm br im Alten Testament. Eine Wortuntersuchung unter
Bercksichtigung neuerer sprachwissenschaftlicher Methoden, in particolare alle pp. 8-111 dedicate allapproccio
sincronico; alle pp. 70-73 lautore distingue il campo associativo da altre sette categorie linguistiche sincroniche,
compresi i campi semantici/Bedeutungsfelder; MORLA ASENSIO, El fuego en el Antiguo Testamento. Estudio de
semntica lingstica: lautore asserisce di seguire la metodologia del campo associativo non limitandosi a quella del
campo lessicale (pp. 31-35). Da ultimo citiamo larticolo che pi si avvicina al nostro lavoro e che ha come oggetto
di analisi il valore semantico dellelezione nellAT: GUILLN TORRALBA, Campo asociativo o constelacin semntica
de elegir; lautore afferma immediatamente allinizio dellarticolo: Sin embargo, yo prefiero hablar aqu de campo
asociativo por ser ms amplio y enriquecedor para el tema de la eleccin. La teora de los campos asociativos estudia a
las palabras en su totalidad contextual o sea relaciones ya sean formales, estilsticas o histricas, etc. porque, en
definitiva, las palabras se condicionan unas a otras y cada una recaba su significado y valores aadidos (connotaciones)
precisamente de estas relaciones condicionantes. Un campo asociativo se compone, pues, de un conjunto de palabras y
del completo de relaciones de forma y sentido que este conjunto hace nacer (p. 82). Lautore aveva gi in parte
studiato il problema in un altro articolo precedente: J. GUILLN, Medio ambiente de elegir: br, Estudios Bblicos
34(1975), 5-21.
30
Presentiamo brevemente alcune opere che paiono occuparsi di campi semantici ma che di fatto usano tale
espressione come sinonimica di campo lessicale o campo associativo: 1] DONALDS, The Semantic Field of
Folly in Proverbs, Job, Psalm, and Ecclesiastes; IDEM, The Semantic Field of Rich and Poor in the Wisdom
Literature of Hebrew and Accadian: lautore, riferendosi alla teoria del campo linguistico/lessicale [sprachiclisches
Feld] di J. Trier (1931) e ai suoi sviluppi intende applicare il metodo alle lingue ebraica e accadica attraverso i testi. In
entrambi gli articoli usa lespressione Theory of semantic field o solo Semantic field, ovvero di campo
-9-

Lesito dellenunciazione di campo semantico sembra essere quello della perdita di identit
propria entro un assorbimento paradigmatico del livello semantico della lingua oppure comoda
espressione, ancor troppo generica, riportata negli studi di settore per indicare un riferimento
allambito dei significati prodotti.
La presente ricerca vuole invece difendere lo specifico della categoria dei campi semantici
posizionando il problema allinterno di una pi ampia visione di teoria dellopera letteraria. Perch
emerga con una certa chiarezza la prospettiva di matrice ermeneutica necessario affrontare gli altri
punti per la comprensione delloggetto di indagine.
2.2. ELEZIONE ED ELEZIONE DISRAELE: I TERMINI TEORICI DEL PROBLEMA
Il Convegno ha assunto il tema dellelezione dIsraele nel contesto del mondo biblico quale
luogo di comprensione dellorigine della categoria e dei suoi risvolti storici e teologici. Le vie
tradizionali per impostare la ricerca sono sostanzialmente due: quella che assume un vocabolo o una
radice di riferimento e ne traccia la storia e lo sviluppo semantico-concettuale e quella che prende le
mosse da un tema enunciato non pi da singoli vocaboli (appartenenti allasse paradigmatico della
lessicalizzazione) bens da una frase, da unespressione o da un titolo. Si approda in questo senso ad
una semantica espressa attraverso lasse sintagmatico che organizza il pensiero entro un mondo di
senso che si manifesta, ancora una volta, mediante linterconnessione delle parole. Da questo
secondo punto di vista, il tema che oggetto di ricerca semantica, non va impostato nello studio del
termine o dei termini dellelezione nel mondo biblico, bens allinterno dellespressione:
elezione dIsraele; lespressione adottata mostra loggetto, il destinatario eletto, Israele,
sottintendendone il soggetto, colui che elegge (Dio dIsraele e non solo).
La ricerca dovr dunque convergere sulla categorizzazione dellespressione elezione
dIsraele allinterno del testo e della tradizione biblica: tale scelta restringe il capo rispetto alla
categoria di elezione tout court, ma, nel contempo, lo amplia in quanto richiede un
approfondimento specifico del posto e del ruolo esercitato dalla elezione di Israele allinterno
della dinamica elettiva nel mondo biblico. Inoltre, lespressione connotata da due sostantivi, un
nome comune (elezione) e un nome proprio (Israele); come vedremo, lAT nella tradizione ebraica
mette a disposizione sostanzialmente un verbo o alcuni verbi per raccontare la dinamica dellazione
delleleggere, mentre la nostra prospettiva linguistica e concettuale pi vicina alla
preoccupazione neotestamentaria che ama esprimere lidea attraverso una logica pi astratta e
oggettivante, tipica del sostantivo elezione.31 Tutti questi aspetti restano sullo sfondo ma
alimentano la coscienza vigile dellinterprete al fine di evitare confusioni o indebite sovrapposizioni
di piani interpretativi.

semantico. Lanalisi dei risultati mostra invece che lautore utilizza la teoria del campo lessicale di Trier
denominandola campo semantico. 2] SAWYER, Root-meanings in Hebrew: interloquendo con J. Barr (The
Semantic of Biblical Language) sul valore semantico dei radicali in ebraico, alle pp. 43-46, tratta i Semantic fields.
Lautore di fatto opera secondo il metodo dei campi associativi che sponsorizzer qualche anno pi tardi in unaltra
opera (Semantics in Biblical Research, London 1972). 3] FRONZAROLI, Sulla struttura dei colori in ebraico biblico,
Studi in onore di Vittore Pisani. Vol. I: anche questo autore fa uso dellespressione campo semantico in senso
sinonimico rispetto a campo lessicale nellanalisi lessematica dei colori nella lingua ebraica. 4] DI MARCO,
PEMPW: per una ricerca del campo semantico nel NT: lautore disquisisce con competenza sulla categoria di
campo semantico per quando egli stesso, in base alle dichiarazioni del titolo, deve rendere la categoria operativa in
relazione al verbo greco pe,mpw, assume un approccio inizialmente pi vicino alla logica del campo lessicale per poi
approdare decisamente nella struttura del campo associativo; loperazione condotta distanzia lautore dallapproccio
tipico del Grundbedeutung usato dalla filologia, ma non lo vede collocato entro le due prospettive dei campi.
Successivamente, dal verbo greco pe,mpw, Di Marco passa alla categoria di missione e cos afferma a p. 411: Con
queste precisazioni, si potrebbe impostare una ricerca sul campo semantico di missione, un campo di significato a cui
apparterrebbe anche pe,mpw. Si metterebbero insieme e si confronterebbero (tutti) i vocaboli che rientrano in tale campo
e sarebbe certo un lavoro utile per avere i vocaboli che rientrano, esprimono nel NT il concetto di /missione-mandare/.
E al termine dellarticolo esemplifica lampliamento lessicale nel vangelo di Giovanni posizionandosi chiaramente entro
la strumentazione del campo associativo (pp. 414-415).
31
Il dato emerger pi chiaramente dalla statistica terminologica che sar presentata pi avanti.
- 10 -

2.3. IL CAMPO

DELLA RICERCA: IL
DELLA TRADIZIONE CRISTIANA

TANAK

DELLA TRADIZIONE EBRAICA E/O LA

BIBBIA

Il terzo aspetto della nostra analisi metodologica finalizzato a delimitare lambito entro il
quale andrebbe svolta la ricerca. chiaro che lo spazio a disposizione del presente contributo
assolutamente insufficiente per compiere quel progetto che ci limitiamo ad annunciare. Indagare su
una categoria teologico-concettuale che afferisce al mondo biblico unoperazione molto
complessa che rientra, a ben vedere, nella competenza della teologia biblica. Pertanto, lindagine
rivolta al nucleo tematico elezione dIsraele dovr necessariamente definire un proprio campo di
azione che genericamente sintetizzato nel sostantivo o nellaggettivo bibbia/biblico.
Proprio su questo fronte necessitano alcune osservazioni. Il procedimento di analisi
terminologica dalla filologia classica allesegesi biblica presuppone un riferimento linguistico che
possieda regole e vocabolario propri. I grandi risultati di studio della linguistica generale diretti
verso un prospettiva semiotica o semiologica si sono sviluppati a contatto con la struttura della
lingua viva o di sistemi semiotici tuttoggi praticati. Negli studi biblici, il confronto invece con
una lingua non pi parlata, ovvero morta (in particolare lebraico biblico e, in modo meno
rilevante, il greco biblico, ecc): laggettivo biblico che connota il codice della lingua ebraica,
dipende da una testualit precisa che codifica lo stesso orizzonte linguistico. Luniverso di
estensione della comprensione della lingua dellebraico biblico viene ad esaurirsi allinterno del
lessico documentato dallo stesso testo biblico di lingua ebraica, non possedendo altre attestazioni
significative extra-bibliche che rendano la testualit biblica una manifestazione tra le altre di una
lingua anticamente parlata.32 Necessita allora, come stato ampiamente fatto lungo questi secoli, un
lavoro filologico di concordismo linguistico tra lingue appartenenti allo stesso ceppo semitico
originario. Dizionari, lessici e concordanze sono gli strumenti classici del filologo e del biblista. Da
essi deduciamo la tipica impostazione centrata su una semantica della parola; sappiamo per che
le dinamiche che presiedono al senso complessivo del discorso biblico e che plasmano le grandi
concezioni nascono, crescono e si comunicano nellintreccio complessivo di tutta la testualit
biblica. Di conseguenza se si transita dal lessico allidea teologica, pur espressa in parole,
questultima non trova il suo luogo di manifestazione sullasse paradigmatico della selezione, bens
su quello sintagmatico. La semantica del discorso biblico non si limita pertanto allenunciazione
della parola, ma transita alla frase, al discorso, al libro, ai libri e allintero canone. Da una
semantica della parola occorre dunque transitare in direzione di una semantica della frase, ma
soprattutto, del discorso, come sostiene P. Ricoeur.33
32

Solo i testi extra-biblici della comunit di Qumran oltre a qualche frammento di scrittura rinvenuto dagli scavi
archeologici pu contribuire in parte a colmare la lacuna e lanomalia del cosiddetto ebraico biblico.
33
Lapporto a una visione complessiva della testualit nellintento di elaborarne una teoria si sviluppato
particolarmente in seno allermeneutica filosofica. Nel presente studio, il quadro teorico di riferimento sar quello
derivante dallimponente contributo del filosofo francese Paul Ricoeur e, in particolare, da alcuni suoi scritti
fondamentali dove egli elabora e configura una teoria dellopera letteraria: P. RICOEUR, La Metafora viva. Dalla
retorica alla poetica: per un linguaggio di rivelazione (Di fronte e attraverso 69), Milano 1986; IDEM, Tempo e
racconto. Volume primo (Di fronte e attraverso 165), Milano 1986; IDEM, Tempo e racconto. Volume secondo. La
configurazione nel racconto di finzione (Di fronte e attraverso 183), Milano 1987; IDEM, Tempo e racconto. Volume
terzo. Il tempo raccontato (Di fronte e attraverso 217), Milano 1988. Lo studio sulla metafora detta viva porter P.
Ricouer a comprenderne la profondit semantica e a liberare tale manifestazione del linguaggio da una comprensione
riduttiva che da R. Jakobson in poi lha vista relegata entro lasse paradigmatico, come variazione di una semantica
lessicale; infatti, sullasse sintagmatico lo stesso Jakobson vi collocava, parallelamente, la metonimia (JAKOBSON, Essai
de Linguistique gnrale, 61-67). Lavere rinchiuso la forma metaforica del linguaggio nellambito di una semantica
della parola, sullasse paradigmatico, ha significato non cogliere la vera innovazione semantica che risiede sullasse
sintagmatico, in una semantica della frase. L il vero habitat della metafora. A partire da questo punto, da dove ha
lasciato il suo guadagno teorico, Ricoeur riprende litinerario e lo sviluppa nello studio della forma del discorso
narrativo. Il passaggio dalla frase al discorso, da una semantica della frase ad una semantica del discorso:
La Metafora viva e Tempo e racconto sono due opere gemelle: pubblicate luna dopo laltra ma concepite insieme.
Anche se la metafora fa parte, tradizionalmente, della teoria dei tropi (o figure del discorso) e il racconto della teoria
dei generi letterari, gli effetti di senso prodotti dalla metafora e dal racconto dipendono dal medesimo fenomeno
centrale: linnovazione semantica. In entrambi i casi, questultima prodotta esclusivamente a livello del discorso,
- 11 -

Tale intreccio semantico, dunque, attraversa tutte le dimensioni della testualit: il luogo di
individuazione e di legittimazione del senso di unespressione quale lelezione dIsraele va
ricercato nellintero testo canonico, unico capace di documentare unazione extralinguistica ed
extratestuale direttamente protesa a caratterizzare lorganizzazione del pensiero espresso nel testo.
Per questi motivi, approcci quali i campi lessicali o associativi sono insufficienti e inadeguati a
circoscrivere una grandezza che solo parzialmente pu essere ristretta nelle maglie di una
lessicalizzazione del concetto, sebbene ampia ed elaborata. Il luogo, quindi, della ricerca del senso
non la lingua (sistema codificato di relazioni semantiche), come grande serbatoio di significati,
neppure il vocabolario, come strumento di raccolta dei distinti valori semantici delle parole ma la
relazione tra una testualit canonicamente delimitata e la/le tradizione/i che lha/nno generata e
lha/nno consegnata. Tale prospettiva prende le distanze, da una parte, da una visione fondata
unicamente sulle strutture della testualit34 e, dallaltra, da una visione ideologizzata e troppo
strumentale rispetto al discorso biblico.35 Una teoria della testualit che sappia accogliere in s la
dimensione extratestuale accanto a quella testuale in grado di riscattare sia il mondo dellautore
del testo sia quello del lettore, destinatario potenziale dellopera. Come noto, P. Ricoeur denomina
tale processo, nella ricezione della teoria della temporalit e della testualit di Aristotele e di
Agostino, Mimesis I-II-III.36
Proprio in questo processo generativo dellopera letteraria si colloca la tradizione testuale che
ha generato il testo biblico. Il testo ebraico rimanda alla propria tradizione che lha concepito e lha
trasmesso; quello greco (LXX e NT), accanto alle antiche versioni latina e siriaca, si riferisce alla
variegata tradizione cristiana dei primi secoli. Due testi che fan capo a due tradizioni che si sono
ancor pi distinte proprio quando hanno definito le dimensioni delle loro rispettive testualit.37
Cos, la ricerca del senso evocato dallespressione elezione dIsraele, se praticata allinterno
delle pagine del TaNaK, pu condurre ad una comprensione distinta nel significato rispetto
allindagine fatta entro le pagine del testo della Bibbia cristiana. Ci che fa la differenza tra i due
testi non consiste soltanto in una dimensione quantitativa di libri ritenuti sacri o meno, bens
nellermeneutica complessiva posta alla base della tradizione interpretante. Essa offre una direzione
nella lettura, istruisce latto di lettura e lignoranza di questo comporta lignoranza della lettura
della tradizione. Certo, ogni lettore, libero di interpretare secondo propri criteri ma latto esegetico
che opera sul testo biblico non pu ignorare che il testo in oggetto sia contestualmente nato,
cresciuto e consegnato attraverso un processo di tradizione, da Mimesis I a Mimesis III.
Lassunzione di questi presupposti ci porta a dire che ogni tema teologico che si voglia studiare
rispetto al testo biblico dovr definire, preliminarmente, lambito testuale entro il quale avviare
litinerario di ricerca. Se il testo la Bibbia ebraica, alias TaNaK, allora occorre confrontarsi con le
due grandi interpretazioni dellatto di lettura ebraico delle Scritture, quella qaraita38 e quella
ovvero degli atti linguistici che hanno dimensione eguale o superiore alla frase (Ricoeur, Tempo e racconto I, 7).
Vanno anche aggiunti tutti i preziosi spunti preliminari riportati in: P. RICOEUR, Interpretation Theory. Discourse and
the Surplus of Meaning, Fort Worh, Texas 1976, in particolare il primo studio: Language as discourse (pp. 1-23).
34
Posizione radicale degli approcci sincronici, in particolare della semiotica caratterizzata dalla visione filosofica
dello strutturalismo francese; basti ricordare il noto aforisma di A. J. Greimas fuori dal testo non c' salvezza!.
35
lapproccio alla Bibbia funzionale ad un interesse previo, laddove il testo pre-testo per sostenere una tesi
preconcetta.
36
Ricoeur definisce i tre stadi della Mimesis come segue: il mondo della pre-figurazione che, in sintesi
recupera listanza dellautore storico e del contesto (Mimesis I); il mondo della con-figurazione che rappresenta il
mondo del testo con regole proprie di struttura comunicativa (Mimesis II); e il mondo della ri-figurazione che
rimanda al mondo del lettore, dei destinatari dellopera (Mimesis III): cfr. RICOEUR, Tempo e racconto I, 91-139.
37
Per tutti questi elementi, qui solo marginalmente accennati, rimando al mio contributo che cerca di mostrare la
fondazione delle logiche diverse sottese alle tradizioni testuali distinte: S. BARBAGLIA, La rilevanza ermeneutica delle
disposizioni canoniche dei testi nelle sacre Scritture: Metodo ed esemplificazioni, in S. BARBAGLIA (a cura di), E fu
per la mia bocca dolce come il miele (Ez 3,3). Il testo biblico in tensione tra fissit canonica e mobilit storica. Atti
dellXI Convegno di Studi Veterotestamentari (Torreglia, 6-8 Settembre 1999), Ricerche Storico-Bibliche 1(2001), 185268.
38
Secondo le ricostruzioni storiche, il fenomeno qaraita pose le basi per una comprensione delle Scritture senza
una distinzione di livelli di sacralit: le tre sezioni, Tr, Nebim e Ketbim venivano trascritte e studiate entro
- 12 -

rabbanita;39 se il testo, invece, la Bibbia greca, sar dunque necessario valutare il tema entro
unermeneutica tipica dellatto di lettura cristiano delle Scritture.40 La scelta di campo relativa al
testo da esaminare pre-determina i risultati dellanalisi in modo significativo; ci troviamo dentro
una circolarit ermeneutica: la fondazione testuale di un concetto, da una parte, sottost alle regole
della testualit che resistono anche ai pi radicali decostruzionisti41 e, dallaltra, assume dalla
tradizione che ha plasmato e rimodellato quel testo, le istruzioni dellatto di lettura.
In sintesi, leggere la Bibbia come opera letteraria tra le altre opere dellantichit, ignorando
linput ermeneutico della tradizione, significa collocare il testo biblico nel pi ampio universo della
testualit disperdendo una propria caratterizzazione, quella che lha riconosciuto santo e
canonico; questoperazione non solo stata possibile, ma, potremmo dire, attualmente
maggioritaria, ed quella che invalsa allinterno degli studi scientifici del testo biblico. A chi
scrive preme mostrare le strade che possono essere percorse ancor prima di scegliere un metodo di
analisi esegetica: di fronte a noi vi come un bivio, sulla prima strada, una serie di approcci istruiti
dalle tradizioni testuali che hanno consegnato alla storia il loro testo sacro e, sullaltra, il lettore che
assume una strumentazione di lettura del testo biblico che, con metodologie pi o meno affinate,
avvia il proprio atto interpretante. Questultima, come ben si comprende, quella regolarmente
battuta in sede esegetica.
Rispetto alla riflessione avviata e al nostro oggetto danalisi possiamo affermare che gli
approcci metodologici del campo lessicale e associativo rispondono sincronicamente a una
teoria testuale del secondo tipo, sganciata dallermeneutica della tradizione al servizio dellanalisi
esegetica. La ricerca del significato dellelezione dIsraele richiede piuttosto un itinerario
dinamico attraverso il testo in virt del quale la categoria si distende e si arricchisce mentre procede
il discorso. Questa prospettiva richiede la decodificazione di un atto di lettura istruito
dallermeneutica delle tradizioni canoniche che offra il contesto idoneo per riscattare un approccio
semantico in senso pieno, dalla lessicalizzazione al discorso completo, mettendo in relazione
linguaggio, pensiero e realt.42

dinamiche intertestuali. Non da escludere la tesi secondo la quale loperazione che ha presieduto alla scrittura dei
grandi codici ebraici che conosciamo a partire solo dal VIII sec. (dal codice dei Profeti del Cairo dell895 d.C., al
codice di Aleppo del 910 d.C. a quello di Leningrado del 1009 d.C.) vada collegata al fenomeno qaraita. Lermeneutica
che nasce da questimpostazione produce un atto di lettura che segue la linea della narrazione storica e progressiva.
Studiare lelezione dIsraele in questa prospettiva significa vedere crescere il valore in oggetto mentre cresce la
narrazione da Genesi a Neemia (secondo la disposizione del Codex Leningradensis).
39
La posizione rabbanita quella del giudaismo della tradizione: la Sinagoga anzitutto il luogo della lettura
delle Scritture e tutti i testi sono rivolti verso la centralit della Tr. Tale lettura ancora oggi attestata nella tradizione
sinagogale concepisce i testi del TaNaK rivolti tutti verso il rotolo della Tr che unico. Linterpretazione della
categoria di elezione dIsraele, centrata sulla Torah, inaugura una mutazione significativa del senso rispetto
allapproccio della tradizione qaraita.
40
Per questi aspetti, in fase di pubblicazione: S. BARBAGLIA, Ireneo di Lione e la comunicazione della fede
cristiana in una coscienza canonica delle sacre Scritture, in Consonantia Salutis. Atti del Convegno Internazionale di
studi su Ireneo di Lione nel XVIII centenario della morte (c.a. 203 2003).
41
Cos U. Eco conclude la sua introduzione a I limiti dellinterpretazione (Il campo semiotico 1), Milano 1990,
14: Insomma, dire che un testo potenzialmente senza fine non significa che ogni atto di interpretazione possa avere
un lieto fine. Persino il decostruzionista pi radicale accetta lidea che ci siano interpretazioni che sono clamorosamente
inaccettabili. Questo significa che il testo interpretato impone delle restrizioni ai suoi interpreti. I limiti
dellinterpretazione coincidono con i diritti del testo (il che non vuol dire che coincidano con i diritti del suo autore).
42
Si tratta della triangolazione approfondita e resa celebre dallopera di C. K. OGDEN - I. A. RICHARDS, The
Meaning of Meaning. A Study of the Influence of Language upon Thought and of the Science of Symbolism
(International Library of Psychology, Philosophy and Scientific Method), London 1956. Nel primo capitolo (pp. 1-23)
ritroviamo il titolo: thoughts, words and things, tre dimensioni iscritte nel triangolo raffigurato a p. 11 come thought
or reference, symbol, referent, cio, pensiero o referenza, linguaggio o sistema simbolico, realt o referente. Per
questi aspetti cfr. anche BALDINGER, Semantic Theory. Towards a Modern Semantics, 1-138; ULLMANN, Semantics. An
Introduction to the Science of Meaning, 54ss. e ECO, Trattato di semiotica generale, 89-93 con lequiparazione alle
teorie di Ch. S. Peirce e di G. Frege.
- 13 -

2.4. PER UNA INNOVATA DEFINIZIONE DI CAMPO SEMANTICO NEL RISPETTO DELLA FORMA
DEL DISCORSO BIBLICO

Il senso dellespressione campo semantico dellelezione dIsraele tuttaltro che univoco:


anzitutto campo, prima ancora di essere il luogo della raccolta dei significati, lambito della
germinazione e della creazione degli stessi. Tale contesto, in relazione al discorso biblico,
anzitutto la testualit accolta e trasmessa dalla tradizione: il termine campo evocativo di
immagini legate alla natura e ad uno spazio di germinazione. Il campo semantico dellelezione
dIsraele sar dunque, in primo luogo, lambito di delimitazione della testualit entro il quale ci si
deve collocare nellatto di ricerca e, in seconda battuta, campo diventa il luogo della raccolta dei
significati relativi al tema dellelezione dIsraele, attraverso il crescere dellatto di lettura
allinterno del testo delimitato. La delimitazione del campo-testo, nella sua prima accezione,
fondamentale e va precisata al fine di ottimizzare i risultati e permetterne una verifica. Tale
posizione teorica nellintendere lespressione tecnica di campo semantico,43 decisamente
inusuale, risponde ad una prima preoccupazione di ordine metodologico: la teoria dei campi
sorta e si sviluppata essenzialmente nellambito dello studio della lingua viva, quale sistema di
significanti e di significati, mentre gli studi biblici sono radicati su una testualit che posta a
fondamento di una lingua o di pi lingue, specie per le tradizioni ebraica e cristiana. Se lambito
tradizionale dello studio dei campi dunque la lingua, occorre sottolineare che lapplicazione
della metodologia dei campi al discorso biblico muta il suo riferimento: il luogo ermeneutico
della ricerca quello di una testualit che documenta un uso linguistico codificato e che emerge
solo al livello sintagmatico nella sua specifica e originale innovazione semantica. Per questo
motivo, quindi, intendiamo ampliare laccezione di campo semantico estendendola anche ad un
significato attivo, cio campo come delimitazione di uno spazio semantico generato al livello
del discorso. In questo ambito va operata lindagine: giocando sulle parole, potremmo definirlo
come campo che semantizza, atto a generare significati. Precisiamo ulteriormente che non si
tratta della lingua ebraica o greca, bens della testualit biblica delle tradizioni ebraica e cristiana,
come abbiamo pi volte sottolineato. Poich la testualit biblica una rispetto alla vastissima
gamma della testualit antica e i linguaggi usati sono quelli connotati contestualmente allinterno
del discorso biblico, le dimensioni del campo sono quelle della testualit espressa in codice
linguistico entro le regole della scrittura e della lettura che si differenziano da quelle della lingua
parlata. Loperazione di analisi rester cos segnata da una definizione di campo che va oltre
lapproccio lessicale, aperto ad una visione testuale, ermeneuticamente qualificata.
La differenza radicale che emerge da questaccezione di campo semantico, rispetto a quella
comune, consiste nellaver ricondotto la problematica della definizione di campo allinterno di
una semantica del discorso e, contestualmente, del discorso biblico. Tale spostamento di asse
provoca, in immagine, una visione diametralmente opposta a quella tradizionale:
strutturalisticamente parlando la categoria di campo appare statica, sincronica e sinottica: un
prospetto sintetico di valori semantici raccolti, tra loro in solidariet o in opposizione.44 La
visualizzazione dello schema delle relazioni caratterizza gli studi semiotici laddove i valori
semantici delle parole nel discorso vengono sostituiti dalle relazioni visive di immagini geometriche
o di tabelle. In questo senso la visualizzazione sincronica diviene metafora del pensiero organizzato
e tematizzato, un pensiero simile a una diapositiva che mostra tutti gli elementi fissati nel punto
stabilito e la dinamica garantita dallo scorrere delle diapositive, ovvero degli schemi
rappresentativi. Diversa , invece, limmagine di campo che pu emergere, in sintonia con la
teoria semantica di P. Ricoeur: essa appare dinamica, diacronica e mimetica della storia e della

43

Con tutte le difficolt che abbiamo mostrato attorno alla non univocit dellaccezione in ambito linguistico.
Tale modalit di studio dei fattori di relazione trasposta dalla semiotica e dallo strutturalismo anche al livello
del discorso e, soprattutto, del discorso narrativo. Cfr. ad es. la proposta dellanalisi semiotica di A. J. Greimas o
dellanalisi strutturale dei racconti di R. Barthes. Per questi aspetti cfr. A. MARCHESE, L'officina del racconto.
Semiotica della narrativit (Oscar saggi 193, Milano 1990) e, in particolare, il cap. Teorie della narrativit, pp. 5-68.
- 14 44

realt. La dinamica stabilita dalla disposizione della testualit, la diacronia emerge dalla mimesis
del tempo storico che inaugura uninnovazione semantica in virt del discorso espresso dal testo.
Nelle lezioni tenute nellautunno del 1973 a Fort Worth presso la Christianity University del
Texas,45 P. Ricoeur aveva focalizzato tale problematica che caratterizza il dibattito contemporaneo
sul linguaggio nella tensione tra semiotica e semantica: For me, the distinction between semantics
and semiotics is the key to the whole problem of language.46 Con questa sentenza conclude un
breve excursus sullesito della distinzione di De Saussure tra langue e parole: la teoria della
langue ha inaugurato lapproccio semiotico, funzionante entro un sistema sincronico di segni,
mentre la parole a persistere come vero problema del linguaggio: essa eterogenea oltre ad
essere individuale, diacronica e contingente. Quel che De Saussure chiama parole, Ricoeur lo
sostituisce con sentence, discourse: alla semiotica compete la teoria del segno, alla semantica
quella della sentenza, cio della frase e del discorso. Cos commenta il filosofo francese: The
object of semiotics the sign- is merely virtual. Only the sentence is actual as the very event of
speaking. This is why there is no way of passing from the word as a lexical sign to the sentence by
mere extension of the same methodology to a more complex entity. The sentence is not a lager or
more complex word, it is a new entity. It may be decomposed into words, but the words are
something other than short sentences. A sentence is a whole irreducible to the sum of its parts. It is
made up of words, but it is not a derivative function of its words. A sentence is made up of signs, but
is not itself a sign.47 Ogni accezione di campo semantico che non approdi allasse sintagmatico
sul piano del discorso resta prigioniera dellambito semiotico, nella forma di una semantica acronica figlia cadetta della comprensione strutturalista.
Lanalisi semantica che procede da questa visione ulteriormente approfondita e avvalorata
nelle opere successive del filosofo francese, si presenta alquanto diversa e distante dallimmagine
offerta dalla semiotica e dallo strutturalismo. Dagli anni 70 del secolo scorso si sono moltiplicati
gli approcci e le discussioni su questi temi anche in campo biblico provocando una scissione tra
metodo tradizionale, proveniente da una linguistica storico-comparativa, ad unaltra di matrice
saussuriana, secondo il codice della langue, in coerenza con i principi della semiotica e dello
strutturalismo.48
45

RICOEUR, Interpretation Theory.


Ibidem, p. 8.
47
Ibidem, p. 7.
48
Oltre agli studi sopra riportati aggiungiamo i seguenti che documentano ulteriormente la relazione tra esegesi
biblica e metodologia semiotica e strutturalistica: Y. ALMEIDA, Loprativit smantique des rcits-paraboles.
Smiotique narrative et textuelle, Hermeneutique du discours religieux (Bibliothque des cahiers de lInstitut de
linguistique de Louvain 13), Louvain - Paris 1978; J. BARR, Reading the Bible as Literature, in Bulletin of the John
Rylands Library 56(1973), 10-33; P. BARRY, Exegesis and Literary Cristicism, in Scripture Bulletin 20,2(1990), 2833; P. L. CERISOLA, La critica semiotico-strutturalistica (Nuova Universale Studium 38), Roma 1980; . CHARPENTIER,
Introduzione alla lettura strutturalistica della Bibbia (Bibbia-Oggi: Strumenti per vivere la Parola), Torino 1978; J.
DELORME, Analyse smiotique du discours et tude de la Bible, in Smiotique et Bible 66(1992), 37-44; C. DAZ
CASTRILLN, Leer el texto. Vivir la palabra. Manual de iniciacin a la lectura estructural de la Biblia, Estella 1988; A.
FOSSION, Lire les critures. Thorie et pratique de la lecture structurale (critures 2), Brussel 1980; P. GRECH - R.
RIVA, Strutturalismo ed esegesi tradizionale: un bilancio, in Rivista Biblica 28(1980), 337-349; D. GREENWOOD,
Structuralism and the Biblical Text (Religion and Reason 32), Berlin - New York - Amsterdam 1985; R. LACK, Letture
strutturaliste dellAntico Testamento (Ricerche teologiche), Roma 1978; P. J. MILNE, Vladimir Propp and the Study of
Structure in Hebrew Biblical Narrative (Bible and Literature Series 13), Sheffield 1988; L. PANIER (d.), Le temps de la
lecture. Exgse biblique et smiotique (Lectio Divina 155), Paris 1993); D. PATTE, What Is Structural Exegesis?
(Guide to Biblical Scholarship, New Testament Series 13), Philadelphia 1976; D. PATTE, Structural Exegesis. From
Theory to Practice: Exegesis of Mark 15 and 16, Hermeneutical Implications, Philadelphia 1978; D. PATTE - A. PATTE,
Structural Exegesis: From Theory to Practice. Exegesis of Mark 15 and 16 Hermeneutical Implications, Philadelphia
1978; D. PATTE, Structural Exegesis for New Testament Critics (Guides to Biblical Scholarship. New Testament
Series), Philadelphia 1990; L. M. POLAND, Literary Criticism and Biblical Hermeneutics. A Critique of Formalist
Approaches (AAR Academy Series 48), Atlanta 1985; R. M. POLZIN, Biblical Structuralism. Method and Subjectivity in
the Study of Ancient Texts, Semeia Supplements 5/1977; M. A. POWELL, What is Literary about Literary Aspects?,
in Semeia 31(1992), 41-50; G. RAVASI, Bibbia e semiotica, in Rivista del clero italiano 73(1992), 181-191; R. RIVA,
Analisi strutturale ed esegesi biblica. Lingua e parola. Costrizioni di sistema e opzioni nella produzione e
- 15 46

Il tema dellelezione di Israele, in quanto sentence, collocato sullasse sintagmatico del


linguaggio, spinge la teoria dei campi semantici a divenire luogo di controllo critico tra la pratica
esegetica, spesso concentrata sul lessico e intenta ad operare coi bisturi delle proprie teorie
linguistiche (sia storico-comparatistiche, sia semiotiche) e il compito di una teologia biblica,
sovente figlia di precomprensioni ermeneutiche incapaci di intercettare il movimento di senso che
cresce dal testo letto nella tradizione. E, in tutto questo, il campo semantico dellelezione
dIsraele pu diventare un ottimo laboratorio per sperimentare, in vista di un progetto
metodologico, una teologia biblica per temi.
Tali sono le conclusioni del discorso teorico e metodologico qui prodotto, finalizzato a far
percepire la linea di tendenza di unesegesi/teologia biblica che mantenga una relazione diretta tra
testualit biblica, pensiero teologico e tradizione confessante [ebraica o cristiana], una
triangolazione contestuale per ridire i classici linguaggio, pensiero e realt.

3.

IL CAMPO

SEMANTICO DELLELEZIONE DISRAELE: SPUNTI PER LA


REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

La perdurante estraneit degli apporti della linguistica scientifica agli studi biblici nel secolo
XX, il sostanziale monopolio della tradizione storico-filologica di matrice tedesca,49 listituzione di
un pensiero teologico lessicalizzato finalizzato a delimitare il concetto per sottrarlo
allarbitrariet soggettiva e il progressivo interesse al libro biblico quale documento di teologia sono
aspetti decisivi che disegnano la complessit epistemologica entro la quale oggi collocata
unautentica riflessione di teologia biblica. Peter Altmann nel 1964 ricordava come fosse complesso
-passando attraverso commentari, monografie e teologie dellAT- esprimere un giudizio unitario
sulla categoria teologica di elezione di Israele.50 Le osservazioni di Altmann, sotto questo profilo,
appaiono in tutta la loro attualit: ora come allora c chi fa corrispondere la teologia del patto
con quella dellelezione, chi si concentra sui valori semantici del lessico e in specie della radice
ebraica br, chi tende a trasformare lelezione in un luogo teologico e dogmatico, chi innalza la
categoria di elezione al di sopra di ogni altra comprensione teologica, chi coglie la categoria
allinterno dello sviluppo storico-ideologico del popolo dIsraele, come coscienza monoteistica
affermata, ecc Su tutti questi aspetti e su altri ancora possibile trovare interessanti spunti che
emergono dalla bibliografia di settore.
Le pubblicazioni che documentano unelaborazione della categoria dellelezione dIsraele
sono sostanzialmente le seguenti: lessici biblico-teologici, composti a partire dalla prima met del
sec. XX, monografie o articoli e, infine, trattazioni di teologia biblica, vetero- o neotestamentaria.51
interpretazione segnica, in Rivista Biblica 28(1980), 243-284/375-379; G. SAVOCA, Iniziazione allanalisi biblica
strutturalistica, Messina 1989; R. A. SPENCER (ed.), Orientation by Disorientation. Studies in Literary Criticism and
Biblical Literary Criticism (F.S. in honor of William A. Beardslee; Pittsburgh Theological Monograph Series 35),
Pittsburgh, Pennsylvania 1980; B. STANCIL, Structuralism and New Testament Studies, in Southwestern Journal of
Theology 22(1980), 41-59; E. STRUTHERS MALBON - E. V. MC KNIGHT (edd.), The New Literary Criticism and the New
Testament (JSNT Supplement Series 109), Sheffield 1994; J. - Y. THRIAULT, Enjeux de la smiotique greimassienne
dans les tudes bibliques, in Science et Esprit 45(1993), 297-311; D. VECCHIO, Aporie dello strutturalismo, in
Sapienza 31(1978), 93-97.
49
Per orientarsi in relazione agli sviluppi esegetici in questa direzione dal sec. XVIII ai nostri giorni rimandiamo
a KRAUS, LAntico Testamento nella ricerca storico-critica dalla Riforma ad oggi; sugli sviluppi della concezione della
linguistica in campo biblico: W. R. BODINE, Linguistics and Biblical Studies, in D. N. FREEDMAN (ed.), The Anchor
Bible Dictionary 4, New York - London - Toronto - Sydney - Auckland 1992, 327-333.
50
Cfr. P. ALTMANN, Erwhlungstheologie und Universalismus im Alten Testament (Beihefte zur Zeitschrift fr
die Alttestamentliche Wissenschaft 92), Berlin 1964, 1-5.
51
Segnaliamo alcune monografie che hanno caratterizzato la storia della discussione a partire dalla seconda met
del sec. XX; le trattazioni dei lessici teologici verranno presentate successivamente mentre lapproccio elaborato
allinterno delle teologie bibliche dellAT non qui preso in esame: H. H. ROWLEY, The Biblical Doctrine of Election,
London 1964 (or. 1950); TH. C. VRIEZEN, Die Erwhlung Israels nach dem Alten Testament (Abhandlungen zur
Theologie des Alten und Neuen Testament 24), Zrich 1953; K. KOCH, Zur Geschichte der Erwhlungsvorstellung in
Israel, in Zeitschrift fr die alttestamentliche Wissenschaft 67(1955), 205-226; ALTMANN, Erwhlungstheologie und
Universalismus im Alten Testament; R. RENDTORFF, Erwhlung und Thora: Beitrge zur Mitte des christlich-jdischen
- 16 -

Di questi tre ambiti, quello che maggiormente concerne la nostra riflessione metodologica il
primo, in quanto prevede una visione epistemologica sul linguaggio. Con questo non si vuol dire
che le monografie citate in nota non abbiano a cuore una prospettiva metodologica52 bens si vuol
sottolineare la centralit della questione del linguaggio biblico come compito precipuo di un lessico
biblico-teologico.
Passeremo in rassegna, secondo lordine cronologico, due stagioni di ricerca che
corrispondono a due approcci distinti: quella proveniente dalla scuola della filologia storicocomparativistica del sec. XIX di cultura tedesca e quella cresciuta nella seconda met del sec. XX
prodotta in seno alle universit americane. La prima, collocata sullasse diacronico della
comprensione semantica del linguaggio, la seconda, su quello sincronico. Si tratta di due diversi
orizzonti di interpretazione, sostenuti da distinte teorie dellopera letteraria: analizzeremo le due
prospettive allinterno delle istanze metodologiche fondamentali e dei risultati concreti relativi al
tema dellelezione e/o dellelezione dIsraele.
Diciamo subito che, nellambito della testualit biblica, il ruolo affidato alla versione della
LXX, come apparir dallesposizione, solo ausiliario a quello preponderante del testo ebraico;
ogni riflessione lessicale sulla prima scrittura, tendenzialmente, propugna una concezione
gregaria del testo greco della LXX. Per questo motivo mancano trattazioni ad hoc rispettose della
logica del testo della tradizione greca, ebraica e cristiana, questo, sia sul versante della scuola
tedesca, sia in quello della scuola americana.
Prima per di intraprendere questo cammino utile richiamare, nei termini essenziali, i dati di
riferimento lessicale sui quali i curatori dei dizionari hanno impostato le ricerche. Verranno
immediatamente offerte le statistiche e le occorrenze delle terminologie ebraica e greca portatrici
del significato di elezione: rispettivamente, le radici br / ekleg / log.
3.1. LAPPROCCIO AL TEMA DELLELEZIONE ATTRAVERSO IL LESSICO
a. Occorrenze della terminologia tipica dellelezione nel TaNaK e nella Bibbia:53 br
/ ekleg / log
1) Il valore semantico rappresentato dal radicale ebraico di riferimento nel TaNaK: br
- Occorrenze del radicale nella forma verbale: bar (scegliere, eleggere, selezionare,
preferire):54 172 occorrenze / 164 su 23.213 versetti=0,71% / 96 forme verbali distinte
Gesprchs, in P. VON DER OSTEN SACKEN (Hrsg.), Treue zur Thora, Berlin 1977, 9-12; R. RENDTORFF, Die
Erwhlung Israels als Thema der deuteronomischen Theologie, in J. JEREMIAS - L. PERLITT (Hrsg.), Die Botschaft und
die Boten (Festschrift fr Hans Walter Wolff zum 70. Geburtstag), Neukirchen - Vluyn 1981, 75-86; J. SCHARBERT,
Erwhlung im Alten Testament im Licht von Gen 12,1-3, in KATHOLISCHEN BIBELWERK E. V. (Hrsg.), Dynamik im
Wort. Lehre von der Bibel Leben aus der Bibel, Stuttgart 1983, 13-33; E.-J. VON WASCHKE, Die Frage nach Israel als
die Frage nach dem Bekenntnis seiner Erwhlung, in A. MEINHOLD - R. LUX (Hrsg.), Gottesvolk. Beitrge zu einem
Thema biblischer Theologie, Berlin 1991, 11-28; TH. RMER, Les enjeux exgtiques et thologiques du discours sur
l'lection dans l'Ancien Testament, in tudes Thologiques et Religieuses 72(1997), 209-218; A. LABAHN, Wort Gottes
und Schuld Israels. Untersuchungen zu Motiven deuteronomistischer Theologie im Deuterojesajabuch mit einem
Ausblick auf das Verhltnis von Jes 40-55 zum Deuteronomismus (Beitrge zur Wissenschaft vom Alten und Neuen
Testament 143), Stuttgart - Berlin- Kln 1999.
52
Soprattutto i contributi pi recenti tendono a contestualizzare la categoria teologica in ambito storico,
convalidando le prime intuizioni sul ruolo della teologia deuteronomistica e del Deutero-Isaia. La valutazione procede
per lo pi entro un interesse di ricostruzione storica della nascita e dellevoluzione di questa teologia.
53
Le ricerche sono state effettuate con lausilio di due applicazioni tra le pi complete e sviluppate per le
ricerche in campo biblico: per lambiente Windows, BibleWorks 6 della BibleWorks LLC (www.biblework.com), per
lambiente Macintosh, Accordance 6 della OakTree Software (www.accordancebible.com).
54
La forma verbale quasi sempre Qal (164x), 7x al Niphal e 1x al Pual. Nella Tr: 39 occorrenze / 39
versetti / 25 forme verbali distinte: Gen 6,2; 13,11; Es 14,7; 17,9; 18,25; Nm 16,5.7; 17,20; Dt 4,37; 7,6.7; 10,15;
12,5.11.14.18.21.26; 14,2.23.24.25; 15,20; 16,2.6.7.11.15.16; 17,8.10.15; 18,5.6; 21,5; 23,17; 26,2; 30,19; 31,11.
Nei Nebim: 74 occorrenze / 71 versetti / 52 forme verbali distinte: Gs 8,3; 9,27; 24,15.22; Gdc 5,8; 10,14;
20,15.16.34; 1Sam 2,28; 8,18; 10,24; 12,13; 13,2; 16,8.9.10; 17,40; 20,30; 24,3; 26,2; 2Sam 6,1.21; 10,9; 15,15; 16,18;
17,1; 19,39; 24,12; 1Re 3,8; 8,16.44.48; 11,13.32.34.36; 12,21; 14,21; 18,23.25; 2Re 21,7; 23,27; Is 1,29; 7,15.16; 14,1;
- 17 -

- Occorrenza del radicale nella forma di sostantivo: br (scelto, eletto):55 13 occorrenze / 13


su 23.213 versetti=0,06% / 9 forme distinte
- Occorrenza del radicale nella forma di sostantivo mibr:56 12 occorrenze; mibr:57 2
occorrenze (eccellenza, elezione, cose scelte e raffinate)58
- Occorrenza del radicale in qualit di sostantivo br brm (giovane):59 44 occorrenze
su 39 versetti
Totale delle attestazioni del radicale ebraico br : 243 occorrenze60 in 230 versetti in tutto il
TaNaK,61 una percentuale di occorrenze vicino ad una media del 10% della dimensione del testo
ebraico e, per citare un altro verbo fondamentale, corrispondente grosso modo alla percentuale di
attestazione del radicale hb (amare, amore).
2) Il valore semantico rappresentato dal radicale greco di riferimento: ekleg/ log
a. Nel testo della LXX
- Occorrenza del radicale nella forma verbale ev k le, g omai (scegliere/ eleggere/ selezionare/
preferire):62 141 occorrenze63 / 135 versetti su 30.338=0,44% / 27 forme verbali distinte
- Occorrenza del radicale nella forma dellaggettivo ev k lekto, j h, o, n (scelto/ eletto):64 101
occorrenze / 97 versetti su 30.338=0,32% / 19 forme distinte
40,20; 41,8.9.24; 43,10; 44,1.2; 48,10; 49,7; 56,4; 58,5.6; 65,12; 66,3.4; Ger 8,3; 33,24; 49,19; 50,44; Ez 20,5; Ag 2,23;
Zc 1,17; 2,16; 3,2.
Nei Ketbm: 59 occorrenze / 54 versetti / 48 forme verbali distinte: 1Cr 15,2; 19,10; 21,10; 28,4(2x).10; 29,1;
2Cr 6,5(2x).34.38; 7,12.16; 11,1; 12,13; 13,3.17; 25,5; 29,11; 33,7; Ne 1,9; 9,7; Gb 7,15; 9,14; 15,5; 29,25; 34,4.33;
36,21; Sal 25,12; 33,12; 47,5; 65,5; 78,67.68.70; 84,11; 89,20; 105,26; 119,30.173; 132,13; 135,4; Pr 1,29; 3,31;
8,10.19; 10,20; 16,16; 21,3; 22,1; Qo 9,4; Ct 5,15.
55
Nella Tr: 0x.
Nei Nebim: 7 occorrenze; 7 versetti / 6 forme distinte: 2Sam 21,6; Is 42,1; 43,20; 45,4; 65,9.15.22.
Nei Ketbm: 6 occorrenze; 6 versetti / 4 forme distinte: 1Cr 16,13; Sal 89,4; 105,6.43; 106,5.23.
56
Tr: 3x: Gen 23,6; Es 15,4; Dt 12,11. Nebim: 8x: Is 22,7; 37,24; Ger 22,7; 48,15; Ez 23,7; 24,4.5; 31,16.
e
K tbm: 1x: Dn 11,15.
57 e
N bim: 2 x: 2Re 3,19; 19,23.
58
B. E. SHAFER, mbwr / mbr = Fortress, Catholic Biblical Quarterly 33 (1971) 389-396: lautore sostiene
che quattro di questi testi e, precisamente, 2Re 3,19; Is 22,7; Ger 48,15 e Dn 11,15 significano nel contesto non tanto
scelta bens fortezza, fortificazione. Il significato originario della radice, infatti, secondo alcuni autori quello di
carattere militare. Lo studio che maggiormente documenta questa tendenza originaria quello di GUILLN, Medio
ambiente de elegir: br.
59
br (8x singolare); brm (36 x plurale): Tr: 1x: Dt 32,25 (s). Nebim: 30x: Gdc 14,10; 1Sam 8,16; 9,2
(s); 2Re 8,12; Is 9,16; 23,4; 31,8; 40,30; 62,5 (s); Ger 6,11; 9,20; 11,22; 15,8 (s); 18,21; 31,13; 48,15; 49,26; 50,30;
51,3.22 (s); Ez 9,6 (s); 23,6.12.23; 30,17; Gl 3,1; Am 2,11; 4,10; 8,13; Zc 9,17. Ketbm: 13x: Sal 78,31.63; 148,12; Pr
20,29; Rt 3,10; Qo 11,9 (s); Lam 1,15.18; 2,21; 5,13.14; 2Cr 36,17 (2x; s).
60
Tr: 43 occorrenze; Nebim: 121 occorrenze; Ketbm: 79 occorrenze.
61
Tr: 43 occorrenze; Nebim: 118 occorrenze; Ketbm: 74 occorrenze.
62
Nella sezione storica (Pentateuco e Libri storici): 100 occorrenze / 95 versetti / 19 forme verbali distinte: Gen
6,2; 13,11; Nm 16,5.7; 17,20; Dt 1,33; 4,37; 7,7; 10,15; 12,5.11.14.18.21.26; 14,2.23.24.25; 15,20; 16,2.6.7.11.15.16;
17,8.10.15; 18,5.6; 26,2; 30,19; 31,11; Gs 9,27; 24,22; Gdc(A) 10,14; Gdc 5,8; 10,14; 1Sam 2,28; 8,18; 10,24; 12,13;
13,2; 16,8.9.10; 17,8.40; 2Sam 6,21; 16,18; 19,39; 24,12.13.14; 1Re 3,8; 8,16.44.48; 11,13.32.34.36; 14,21; 18,23.25; 2
Re 21,7; 23,27; 1Cr 15,2; 16,41; 19,10; 21,10.11; 28,4.5; 2Cr 6,5.6.34.38; 7,12.16; 12,13; 33,7; 35,19; 1Esd 5,1; Ne 1,9;
9,7; Tb 1,4; Tb(S) 1,4; 1Mac 6,35; 7,37; 9,25; 10,32; 2Mac 5,19; 3Mac 2,9.
Nella sezione poetico-sapienziale: 15 occorrenze / 15 versetti / 5 forme verbali distinte: Sal 32,12; 46,5; 64,5;
77,67.68.70; 83,11; 104,26; 131,13; 134,4; Pr 24,32; Gb 29,25; 34,33; Sir 45,4.16.
Nella sezione profetica: 26 occorrenze / 25 versetti / 14 forme verbali distinte: Gl 2,16; Zc 3,2; Is 7,15.16; 14,1;
40,20; 41,8.9.24; 43,10; 44,1.2.12; 49,7; 56,4; 58,5.6; 65,12; 66,3.4; Bar 3,27; Ez 20,38; Dn 11,35; DanTH 11,35;
12,10.
63
Soprattutto attestata la forma del medio (131x) mentre lattivo ricorre molto meno (10x).
64
Nella sezione storica (Pentateuco e Libri storici): 41 occorrenze / 38 versetti / 16 forme distinte: Gen 23,6;
41,2.4.5.7.18.20; Es 14,7; 30,23; Nm 11,28; Dt 12,11; Gdc(A) 20,15.34; Gdc 20,15.34; 1Sam 24,3; 26,2; 2Sam 8,8;
21,6; 22,27; 1Re 2,46; 5,3; 2Re 8,12; 19,23; 1Cr 7,40; 9,22; 16,13; 18,8; Esd 5,8; Ne 5,18; Est 8,12; Gdt 2,15; Tb 8,15;
Tb(S) 13,13; 1Mac 4,1; 9,5; 15,26; 2Mac 1,25.
- 18 -

- Occorrenza del radicale nella forma del sostantivo ev k logh, h/ j (scelta/ elezione/
preferenza):65 2 occorrenze / 2 versetti su 30.338=0,01% / 2 forme distinte
Totale delle attestazioni del radicale greco ekleg/ log: 244 occorrenze in 234 versetti in
tutto il testo della LXX.
b. Nel Nuovo Testamento
- Occorrenza del radicale nella forma verbale ev k le, g omai (scegliere/ eleggere/ selezionare/
preferire):66 22 occorrenze / 20 versetti su 7.941=0,25% / 10 forme verbali distinte
- Occorrenza del radicale nella forma dellaggettivo ev k lekto, j h, o, n (scelto/ eletto):67 22
occorrenze / 22 versetti su 7.941=0,28% / 9 forme distinte.
- Occorrenza del radicale nella forma del sostantivo ev k logh, h/ j (scelta/ elezione/
preferenza):68 7 occorrenze / 7 versetti su 7.941=0,09% / 3 forme distinte.
Totale delle attestazioni del radicale greco ekleg/ log: 51 occorrenze in 49 versetti in tutto
il testo del NT greco.
b. Lorganizzazione alfabetica del pensiero e della realt: il contributo dei grandi
lessici biblico-teologici del sec. XX
Nellintroduzione al primo volume del Theologisches Wrterbuch zum Neuen Testament
[TWNT] il curatore Gerhard Kittel dichiara espressamente che: Das Theologisches Wrterbuch
zum Neuen Testament knpft an die groe Lebensarbeit von Hermann Cremer und Julius Kgel
an.69 Secondo le parole stesse del Kittel, il modello dispirazione del Grande lessico del NT70
sarebbe stato il dizionario di Cremer e di Kgel,71 opera che aveva inaugurato nel 1915 una
rinnovata prospettiva di ricerca rappresentata dal Biblisch-theologisches Wrterbuch des
neutestamentlichen Griechisch. Il rapporto tra le titolazioni delle due opere appare interessante: il
Nella sezione poetico-sapienziale: 24 occorrenze / 23 versetti / 11 forme distinte: Sal 17,27; 77,31; 88,4.20;
104,6.43; 105,5.23; 140,4; Pr 8,19; 12,24; 17,3; Ct 5,15; 6,9.10; Gb 37,11; Sap 3,9.14; 4,15; Sir 24,15; 46,1; 47,22;
49,6.
Nella sezione profetica: 36 occorrenze / 36 versetti / 15 forme distinte: Am 5,11; Ab 1,16; Ag 2,7; Zc 7,14;
11,16; Is 22,7.8; 28,16; 40,30; 42,1; 43,20; 45,4; 49,2; 54,12; 65,9.15.23; Ger 3,19; 10,17; 22,7; 26,15; 31,15; 32,34;
38,39; Bar 3,30; Lam 1,15; 5,13.14; Ez 7,20; 19,12.14; 25,9; 27,20.24; 31,16; DanTH 11,15.
65
Nella sezione storica (Pentateuco e Libri storici): 0 occorrenze / 0 versetti / 0 forme distinte.
Nella sezione poetico-sapienziale: 2 occorrenze / 2 versetti / 2 forme distinte: Sal Salom 9,4; 18,5.
Nella sezione profetica: 0 occorrenze / 0 versetti / 0 forme distinte.
66
Sezione narrativa (Vangeli e Atti): 17 occorrenze / 16 versetti / 10 forme verbali distinte: Mc 13,20; Lc 6,13;
9,35; 10,42; 14,7; Gv 6,70; 13,18; 15,16.19; At 1,2.24; 6,5; 13,17; 15,7.22.25.
Sezione epistolare paolina: 4 occorrenze / 3 versetti / 1 forma verbale: 1Cor 1,27.28; Ef 1,4.
Sezione epistolare cattolica e Apocalisse: 1 occorrenza / 1 versetto / 1 forma verbale: Gc 2,5.
67
Sezione narrativa (Vangeli e Atti): 9 occorrenze / 9 versetti / 4 forme distinte: Mt 22,14; 24,22.24.31; Mc
13,20.22.27; Lc 18,7; 23,35.
Sezione epistolare paolina: 6 occorrenze / 6 versetti / 6 forme : Rm 8,33; 16,13; Col 3,12; 1Tm 5,21; 2Tm 2,10;
Tt 1,1.
Sezione epistolare cattolica e Apocalisse: 7 occorrenze / 7 versetti / 6 forme: 1Pt 1,1; 2,4.6.9; 2Gv 1,1.13; Ap
17,14.
68
Sezione narrativa (Vangeli e Atti): 1 occorrenza / 1 versetto / 1 forma: At 9,15.
Sezione epistolare paolina: 5 occorrenze / 5 versetti / 2 forme: Rm 9,11; 11,5.7.28; 1Ts 1,4.
Sezione epistolare cattolica e Apocalisse: 1 occorrenza / 1 versetto / 1 forma: 2Pt 1,10.
69
G. KITTEL (Hrsg.), Theologisches Wrterbuch zum Neuen Testament. Erster Band: A-G, Stuttgart 1933, p. V.
Sulle opere e gli studi che hanno condotto al TWNT cfr. Gerhard Friedrich nella prefazione al IX volume che conclude
limmensa opera iniziata dal Kittel e soprattutto limportante capitolo collocato allinizio del X volume che contiene gli
indici: Zur Vorgeschichte des Theologischen Wrterbuchs zum Neuen Testament. Ricordiamo che lintera opera di
Kittel-Friedrich anche disponibile in formato elettronico in inglese su Copyright della Logos Library System.
70
Secondo il titolo delledizione italiana curata da Felice Montanini e Giuseppe Scarpat (Brescia 1968-1993) in
quindici volumi. La trattazione della voce nel vol. VI alle coll. 400-532.
71
H. CREMER - J. KGEl (Hrsg.), Biblisch-theologisches Wrterbuch des neutestamentlichen Griechisch, Gotha
11
1923 (or. 1915).
- 19 -

lessico di Cremer-Kgel si colloca allinterno di una definizione linguistica, ovvero il greco


neotestamentario e, grazie allaggettivo qualificativo neutestamentlisch, ne disegna il contesto
storico-culturale, quello neo-testamentario posto in relazione stretta al mondo dellAT. Per questo,
il quadro ermeneutico di fondo racchiuso nellespressione biblisch-theologisches che indica i
limiti della ricerca entro una costellazione semantica del lessico greco del NT con valore teologicoconcettuale documentato dal testo biblico. Kittel, invece, sembra spostare la dimensione biblica
nellespressione conclusiva del titolo del suo lessico: zum Neuen Testament, ponendo
esplicitamente laggettivo theologisch in apertura. Nella titolazione del Kittel sembra
parzialmente occultata la prospettiva marcatamente lessicale come invece era posta in primo piano
nel Cremer-Kgel. noto il dibattito su questi temi suscitato da James Barr quando nel 1961
pubblic il suo The Semantic of Biblical Language72 a critica del procedimento metodologico
sotteso allintera operazione editoriale del Kittel. Concretamente, utile vedere lesposizione della
categoria di elezione nei due lessici che inaugurano una stagione nuova nella relazione tra
linguaggio e pensiero, tra vocabolario e teologia.
1) H. Cremer e J. Kgel alle pp. 670-699 presentano il lemma greco le,gw associato a una
serie ampia di vocaboli.73 Il criterio utilizzato quello del primato genetico-semantico del
radicale, inteso come principio di unit di significato tra lemmi differenti. Alle pp. 692-699
vengono analizzati i tre termini (verbo, aggettivo, sostantivo) e collegati direttamente alla LXX e al
testo ebraico: vEkle,gw, vEklekto,j, vEklogh,. Nellaccostamento con il verbo ebraico br il lessico
segnala che la LXX interpreta lebraico anche con i verbi ai`reti,zein e ai`rei/sqai.74 Procedimento
analogo si nota anche per gli altri due lemmi, laggettivo vEklekto,j e il sostantivo vEklogh,.
Complessivamente la voce organizzata per lemmi e, allinterno di questi, i vari significati assunti
nei luoghi in cui compaiono, raffrontati con le versioni ebraica e greca della LXX. Rispetto ad un
dizionario del greco biblico tout court quello del Cremer-Kgel seleziona solo i lemmi adeguati per
illustrare la costellazione semantica dellidea teologico-biblica. Il significato fondamentale che
rappresentato dal radicale struttura il restante collegamento lessicale.
2) G. Kittel nel vol. IV75 alle pp. 69-197 seleziona, analogamente al Cremer-Kgel, una serie
di lemmi76 a partire dal radicale log - leg. Una prima differenza con il Cremer-Kgel risulta dal
fatto che mentre questo si attiene al riferimento del radicale log - leg, il Kittel amplia la rosa dei
vocaboli con linserzione del sostantivo r`h/ma (la scelta sostenuta dalla LXX che traduce il
sostantivo e il verbo ebraico dbr ora con termini provenienti dalla radice greca log leg, ora con il
sostantivo r`h/ma). Lopzione del Kittel rientra nel quadro criticato dal Barr: infatti, il Kittel inserisce
in un campo lessicale, fondato sulla radice etimologica comune, un altro termine semanticamente
affine non certo per ragioni lessicali77 bens per ragioni teologiche, di teologia della Parola,
espressa pi volte nel greco della LXX con il termine r`h/ma. Il Cremer-Kgel colloca il lemma
altrove nel lessico, alla voce ERw (pp. 449-450). La sezione interessata al valore semantico

72

BARR, The Semantic of Biblical Language, in particolare il cap. VIII: Some Principles of Kittels Theological
Dictionary (pp. 206-262).
73
Lelenco il seguente: Le,gw Lo,goj Logiko,j Lo,gion
vAnalogi,a Logi,zomai Logismo,j Dialogi,zomai
Dialogismo,j Battaloge,w vElloge,w Euvloge,w Euvlogeto,j Euvlogi,a vEneuloge,w `Omologe,w `Omologi,a `Omologoume,noj
vAnqomologe,omai vExomologe,w vEkle,gw vEklekto,j vEklogh,.
74
Alla voce ai`re,w alle pp. 84-88 vengono richiamati i termini in relazione al testo ebraico.
75
Usiamo il riferimento alleditore in quanto gli autori che hanno curato questa voce sono complessivamente sei,
tra i quali lo stesso Kittel, coscienti che la decisione dellorganizzazione delle voci dipende in ultima istanza dal
comitato editoriale.
76
I vocaboli analizzati sono: le,gw lo,goj r`h/ma lale,w lo,gioj lo,gion a;logoj logiko,j logomace,w logomaci,a
evkle,gomai evklogh, evklekto,j.
77
Cos G. Kittel motiva, nellintroduzione allopera, la scelta redazionale: Die Ordnung der Vokabeln erfolgt
im allgemeinen nach Stmmen, Doch ist der Grundsatz elastisch durchgefhrt worden, so da abgeleitete Vokabeln, die
eine Verselbstndigung gegenber ihrem Stammwort erfahren haben, vielfach nicht unter diesem, sondern an eigener
Stelle im Alphabet behandelt sind. Da die Grenze oft schwankend ist, erwies es sich als praktisch, jeder im Wrterbuch
behandelten Vokabel an ihrer eigenen Stelle im Alphabet mindestens eine Verweisung zu geben (p. VI).
- 20 -

dellelezione78 nel TWNT molto ampia, occupa le pp. 147-197 e ruota attorno ai tre termini
evkle,gomai,79 evklogh,,80 evklekto,j.81 Lo scopo del dizionario teologico, attraverso il lessico, quello di
recuperare una semantica ampia del termine in virt dellaccesso ad una lessicografia interna (bei
der inneren Lexikographie) distinta da una esterna tipica dei lessici e concordanze.82 La categoria
elaborata di lessicografia interna dipende da ci che detto brevemente qualche riga oltre:
esprime lidea che tale ambito sia rappresentato dalla storia dei concetti documentati nel NT
(neutestamentliche Begriffsgeschichte). La prospettiva quindi storico-teologica nel contesto di una
storia degli effetti dei termini in analisi. Sotto la voce le,gw, quindi, Kittel vede racchiusi diversi
concetti che vanno illuminati grazie allarricchimento dei termini utilizzati lungo la storia, nei vari
contesti genetici: il temine analizzato nellambito generale della lingua greca, del mondo
veterotestamentario, ebraico e della LXX, in relazione alla cultura giudaica e giudaico-ellenistica
intertestamentaria, al mondo ellenistico romano, infine, a quello neotestamentario, trattato con
maggior ampiezza. A volte, dove richiesta per motivi di completezza, si amplia la prospettiva
nella direzione della letteratura rabbinica e dei padri della Chiesa o in altri contesti culturali dei
primi secoli della nostra era. In tale prospettiva va collocata quindi anche la semantica del termine
dellelezione: significati raccolti sul fronte di una storia delle idee composta mediante una
testualit culturalmente e storicamente circoscritta.
3) A circa trentanni dallannuncio del progetto del TWNT, lo sviluppo della ricerca di una
relazione sempre pi profonda tra teologia e lessico biblico prende forma nei due volumi dellopera
di L. Coenen, E. Beyreuther e H. Bietenhard (1967): si tratta del Theologisches Begriffslexikon zum
Neuen Testament [TBNT].83 In esso la prospettiva metodologica cambia radicalmente: il punto di
partenza non un lessico neotestamentario della lingua greca dal quale vengono collegati vocaboli
che condividano un comune radicale e altri associati per motivazioni teologiche, bens direttamente
la referenza teologico-concettuale espressa in termini tecnici a partire dalla lingua tedesca. Termini,
quindi, gi istruiti teologicamente, gi noti nei dibattiti interni alla teologia: una delle finalit
espresse nelle premesse anche quella delluso kerygmatico di tale strumento (p. XII).84 Cos
facendo, gli autori raccolgono il lessico e lo organizzano entro concetti biblico-teologici. Il passo
78

G. SCRENK - G. QUELL, evkle,gomai, in G. KITTEL (Hrsg.), Theologisches Wrterbuch zum Neuen Testament
4, Stuttgart 1966, 147-197.
79
Alle pp. 147-181 con la seguente scansione di argomenti trattati: A. Il significato di evkle,gomai nel greco
comune. B. Lelezione nellAT: 1. La traduzione dellebraico nei LXX; 2. br e termini affini; 3. br nelle comuni
attestazioni; br come atto di professione religiosa; 5. Elezione di alcune persone da parte di Jahwe; 6. Elezione del re;
7. Elezione del popolo. C. evkle,gomai nei LXX e nella letteratura giudaico-ellenistica: 1. In generale; 2. La natura
dellelezione; 3. Lelezione religiosa in evkle,gomai. D. Lidea di elezione in evkle,gesqai nellApocalittica e nel
Documento di Damasco. E. evkle,gomai nel NT: 1. I sinottici; 2. Levkle,gesqai dei discepoli di Giovanni; 3. Levkle,gesqai
negli Atti degli Apostoli; 4. Levkle,gesqai in Paolo e Giacomo: lelezione della comunit; 5. Lidea del ripudio.
80
Alle pp. 181-186 con la seguente scansione di argomenti trattati: A. evklogh, nelluso greco in genere. B. evklogh,
in Aquila, Simmaco e Teodozione. C. evklogh, negli altri scritti giudeo-ellenistici. D. evklogh, nel NT: 1. Negli Atti degli
Apostoli; 2. In Paolo; 3. In 2Pt. E. evklogh, nella Chiesa antica: 1. Nei primi padri apostolici e negli apologeti dei primi
secoli; 2. In Origene e nella gnosi.
81
Alle pp. 186-197 con la seguente scansione di argomenti trattati: A. Luso comune greco. B. Luso linguistico
nella Bibbia greca e negli scritti giudeo-ellenistici. C. evklekto,j e lidea di elezione nellapocalittica. D. Eletto negli
scritti mandaici. E. evklekto,j nel NT: 1. Gli evklektoi, nei Sinottici; 2. Cristo come leletto in Lc; 3. evklekto,j in Paolo; 4.
evklekto,j e suneklekto,j in 1Pt e nelle lettere giovannee; 5. Riepilogo. F. evklekto,j nei Padri apostolici.
82
Kittel cita il Preuschen-Bauersche Wrterbuch und die Schmollersche Handkonkordanz (p. VI).
83
L. COENEN - E. BEYREUTHER - H. BIETENHARD (Hrsg.), Theologisches Begriffslexikon zum Neuen Testament.
I, Wuppertal 1967; la redazione italiana stata curata da A. Tessarolo: Dizionario dei concetti biblici del Nuovo
Testamento (Bologna 1976). Ledizione inglese (prima ed. 1975-78, seconda 1986), riveduta e ampliata, a cura di
Colin Brown: C. BROWN (ed.), The New International Dictionary of New Testament Theology, Grand Rapids, Michigan
1986 (or. 1975) (NIDNTT): opera pubblicata anche in formato elettronico da Logos Reserch System.Va anche ricordato
che a trentanni di distanza nel 1997 stata pubblicata in tedesco unedizione ampiamente rinnovata: L. COENEN - K.
HAACKER (Hrsg.), Theologisches Begriffslexikon zun Neuen Testament, Wuppertal - Neukirchen - Vluyn 1997 con
prefazione dei curatori (vol. I, pp. IV-V).
84
Nella nuova edizione del 1997 al zur Verkndigung/per lannuncio corrispondono le Hermeneutische
berlegungen/riflessioni ermeneutiche.
- 21 -

compiuto dal TBNT pone il registro85 dei vocaboli greci al servizio, potremmo dire, del concetto
espresso nei vocaboli della lingua tedesca. In ogni caso sempre un lemma, nella lingua tedesca, a
organizzare la voce mentre, nelle proposte precedenti, sia nel TWNT come nel THAT era il lemma o
il radicale del termine greco o ebraico a stabilire le dimensioni del campo lessicale. Dalle parole
che cercano un pensiero (TWNT; THAT) si passa a un pensiero che cerca le parole (TBNT). Basti
osservare in questa prospettiva il tema dellelezione tra la prima edizione del 1967 (pp. 282-291)
e ledizione rinnovata del 1997 (pp. 385-402). Nelledizione del 1967 il termine unico in tedesco
Erwhlung86 e presenta il significato di due verbi: ai`re,omai (pp. 282-285) e evkle,gomai (pp. 285290) riprendendo in sintesi i concetti semantici presentati dal TWNT. Notiamo in questo il passaggio
significativo rispetto al TWNT: Kittel aveva inserito nel radicale leg / log i tre termini analizzati,
come verbo, aggettivo sostantivato e sostantivo; il TBNT invece accosta due verbi greci appartenenti
a radicali distinti, in quanto lidea di elezione in senso stretto attestata in greco in modo pi
ampio rispetto al radicale ebraico br. Interessante lo sviluppo apportato nelledizione rinnovata
del 1997: il titolo della voce non pi espresso con una sola parola tedesca, bens con due:
Erwhlung/Berufung;87 questo sta a significare che il valore semantico contenuto nel concetto
biblico e che generalmente espresso con la parola Erwhlung pi ampio della semantica
lessicale della parola che lo esprime. Laccostamento con Berufung (it.: chiamata, vocazione)
nasce sostanzialmente dallosservazione della scarsa attestazione terminologica dei vocaboli
tradizionali dellelezione e, insieme dalla coscienza che le azioni narrate lungo le pagine del NT
rimandano a quel concetto senza utilizzarne i vocaboli. In effetti, la discrasia evidente anche
nellAT se consideriamo la figura di Abramo, da sempre pensato allorigine della storia del popolo
eletto: proprio in quel racconto si nota lassoluta carenza, variamente interpretata, del termine
tecnico br.88 Il TBNT (1997) amplia rispettivamente anche i termini greci analizzati: ai`re,omai ->
ai[resij ai`retino,j ai`reti,zw diaire,w diai,resij (pp. 385-388), evkle,gomai -> evklekto,j evklogh, (pp. 388394), kale,w -> klh/sij klhto,j evpikale,omai proskale,omai (pp. 394-399). evidente che la scelta di
inserire anche il radicale del verbo kale,w nellambito della trattazione sul valore semantico del
concetto di elezione/chiamata nel NT notevole e tale da influenzarne complessivamente la
direzione del senso;89 infatti, sufficiente osservare le occorrenze nel NT dei tre ambiti lessicali:
ai`re,omai 14x, evkle,gomai 51x e kale,w 222x, questultimo supera tre volte tanto la somma degli altri
due ambiti lessicali! Lesempio del TBNT illuminante perch documenta unoggettiva
rivisitazione sul piano semantico, dal 1967 al 1997, della relazione tra lessico e pensiero, tra
vocabolario teologico e pensiero teologico: il caso dellelezione , metodologicamente parlando,
emblematico.
4) Nel 1971 due studiosi di AT, Ernst Jenni e Claus Westermann pubblicano il Theologische
Handwrterbuch zum Alten Testament [THAT] in due volumi.90 Dopo le opere edite sui lessici
teologico-biblici del NT, limpressione che si guadagna con il THAT quella di un arretramento
nella complessit dellimpresa semantica che era stata compiuta sul lessico neotestamentario.
Nellintroduzione si informa il lettore che i curatori hanno ben presente lo scoglio della critica che
J. Barr aveva rivolto al TWNT sulla relazione tra radice etimologica, semantica e pensiero
teologico91 e, per questo, gli autori procedono secondo uno schema che per ogni voce di dizionario
85

Der gesamte Vokabelbestand des Lexikons wird durch zwei Register erschlossen (p. XII).
Ed. it.: Elezione, eresia, pp. 554-565.
87
L. COENEN, Erwhlung/Berufung, in L. COENEN - K. HAACKER (Hrsg.), Theologisches Begriffslexikon zum
Neuen Testament, Wuppertal - Neukirchen - Vluyn 1997, 385-402.
88
SCHARBERT, Erwhlung im Alten Testament im Licht von Gen 12,1-3; RMER, Les enjeux exgtiques
et thologiques du discours sur llection dans lAncien Testament: in particolare questautore alle pp. 216-218
attribuisce al ciclo di Abramo, redatto dopo lesilio, lidea pi avanzata di una visione universalistica di elezione grazie
alla funzione di Agar e del figlio Ismaele.
89
Questi termini ricorrono nel NT kale,w (142x) -> klh/sij (11x); klhto,j (10); evpikale,omai (30x); proskale,omai
(29x): complessivamente le occorrenze sono: 222x!
90
E. JENNI - C. WESTERMANN (Hrsg.), Theologisches Handwrterbuch zum Alten Testament. Band I: b
mtaj, Mnchen - Zrich 1971; il secondo volume edito nel 1976.
91
Cfr. introduzione vol. I, p. XV.
- 22 86

cos organizzato: 1) Radice e derivazione con riferimenti filologici al contesto vicino-orientale


antico; 2) Statistiche delle occorrenze del lemma; 3) Significato e storia del significato; 4) Uso
teologico del vocabolo; 5) Sviluppi ulteriori del termine nel giudaismo, a Qumran, nella LXX e nel
NT.92 Il tema dellelezione pertanto sviluppato alle coll. 275-300 del vol. I93 secondo lo schema
appena ricordato. Al di l dei contenuti sempre pregevoli, a noi interessa sottolineare il
procedimento metodologico, certamente articolato rispetto al singolo lemma, ma sottoposto a critica
dagli stessi temi trattati da J. Barr. Infatti, quella del THAT la storia e lorganizzazione dei valori
teologici espressi dalle singole parole. Ancora una volta il frutto delloperazione si colloca
allinterno di una semantica della parola, ma la struttura del pensiero e quella della parola non
isomorfa, come ricordavamo.
5) Nel 1973 inizia la serie di dieci volumi94 del Theologisches Wrterbuch zum Alten
Testament [TWAT] a cura di G. Johannes Botterweck e Hemer Ringgren. Dallintroduzione
allopera ricaviamo due osservazioni interessanti per i nostri scopi: la prima riguarda la coscienza
esplicita di doversi confrontare, per la pubblicazione in corso, con le varie teorie del linguaggio in
auge proprio in quegli anni e, in particolare, con i contributi dello strutturalismo linguistico. Questo
aspetto veramente straordinario ed emerge per la prima volta con una netta coscienza della
problematica al punto da utilizzare il linguaggio tecnico delle stesse teorie linguistiche: semantica
paradigmatica, sintagmatica o generativa oppure la teoria del campo lessicale95 ed affermare
che, pur non entrando nel merito delle discussioni teoriche, si assumono alcune linee guida
fondamentali condivise anche dai risultati acquisiti dagli studi semantici pi recenti. Il secondo
aspetto rappresentato dalla voluta precisazione dellaggettivo theologisch posto nel titolo
dellopera. Si vuole evitare una comprensione sistematica e preconcetta delle idee teologiche, si
precisa che il senso dato di carattere descrittivo, come lo fu la teologia di Agostino e di Lutero.
Larticolo che illustra il termine br curato da Horst Seeba96 ed diviso in tre parti secondo la
struttura delle voci del lessico: 1) confronto con lEgitto e la Mesopotamia nel mondo antico; 2)
letimologia e la valutazione sulla radice; 3) luso del termine nellAT; questultimo, organizzato
in sei usi diversi: a. significato profano; b. con Yhwh quale soggetto di azione si sottolinea la scelta
del re; c. la scelta dei sacerdoti; d. il tempio, cio il luogo che Dio si scelto; e. la scelta del popolo;
f. scelta umana come confessione religiosa; g. riassunto. Una decina danni dopo, nel 1982, lo
stesso autore pubblica sulla Theologische Realenzyklopdie (TRE) un articolo analogo dove
riprende sostanzialmente gli stessi contenuti. Va notato per che il titolo della voce non pi nella
lingua ebraica bens in lingua tedesca: Erwhlung.97 Questo fatto obbliga lautore a motivare la
restrizione del suo intervento nella direzione del solo radicale verbale br bench in termine tedesco
significhi di pi di quel che connota il vocabolo ebraico. Infatti, nellintroduzione H. Seeba si
premura di ricordare al lettore che le due lingue non si corrispondono lessicalmente e che il
vocabolo tedesco accoglie anche altri significati che in ebraico sono espressi con altre radici verbali
92

Cfr. introduzione vol. I, pp. XV-XX.


H. WILDBERGER, br erwhlung, in E. JENNI - C. WESTERMANN (Hrsg.), Theologisches Handwrterbuch
zum Alten Testament I: b - mtaj, Mnchen 1971, coll. 275-300.
94
Lultimo volume in lingua tedesca dellanno 2000. La traduzione in lingua italiana giunta al quarto volume
ed a cura di PierGiorgio Borbone presso la casa editrice Paideia.
95
Cos commentano i curatori nellintroduzione al primo volume: Es kann nicht Aufgabe dieses Wrterbuches
sein, in die Methodendiskussion der Semantik zwischen der paradigmatischen, syntagmatischen oder generativen
Forschungsrichtung einzugreifen oder einer bestimmten Wortfeldtheorie das Wort zu Reden. Dennoch sollen einige
Grundlinien skizziert werden: Mit aller Vorsicht werden Etymologien erforscht, Wortfamilien bestimmt und
Wortentlehnungen oder Bedeutungsbertragungen festgestellt (TWAT, 1, p. VII).
96
H. SEEBA, bar, in G. J. BOTTERWECK - H. RINGGREN (Hrsg.), Theologisches Wrterbuch zum Alten
Testament I: b - glh, Stuttgart 1973, coll. 594-608.
97
H. SEEBA, Erwhlung: I. Altes Testament, in G. KRAUSE - G. MLLER (Hrsg.), Theologische
Realenzyklopdie X: Erasmus - Fakuktten, Theologische, Berlin - New York 1982, 182-189. Questa solo la prima di
quattro grosse sezioni dedicate al tema dellelezione: I. Altes Testament (pp. 182-189: H. Seeba); II. Judentum (pp.
189-192: Ferdinand Dexinger); III. Neues Testament (192-197: Jost Eckert); IV. Dogmatisch (pp. 197-205: Traugott
Koch).
- 23 93

quali: jda> (conoscere nella fede), qr< (chiamare), r<h (vedere, mostrare), lqa (prendere,
sequestrare), qidd (santificare). Sempre nel contributo di TRE H. Seeba precisa un altro aspetto
di carattere metodologico: al termine della sua breve introduzione egli afferma che seguir il
metodo tracciato da Th. C. Vriezen e non quello di K. Koch.98 Si tratta di una presa di posizione
importante nella storia degli studi della categoria biblico-teologica di elezione. Infatti lopera di
Th. C. Vriezen99 divenuta punto di riferimento fondamentale dallanno della sua pubblicazione, il
1953. In essa, lautore assumendo la polivalenza semantica dellespressione Die Erwhlung
Israels nella Bibbia e nella teologia propone una ripresa radicale del tema al fine di rivisitare i
valori biblici dellelezione dIsraele. Un posto particolare nellanalisi ricoperto dal ruolo del
Deuteronomio con il suo locus classicus Deut 7,6ss. e dal Deutero-Isaia: testi e tradizioni entro le
quali si colloca la storia del concetto e lideologia del popolo eletto da Dio. Vriezen si ispira alla
scelta gi operata da G. Quell in TWAT 4, p. 149 dove dispone la struttura del termine secondo uno
schema che sostanzialmente transita da G. Quell a H. Seeba attraverso Th. C. Vriezen: a. uso
profano del termine; b. uso religioso con lelezione di persone, tra le quali, in particolare, il re,
lelezione di Gerusalemme e del Tempio e lelezione del popolo dIsraele. Su questo aspetto si
instaura lampliamento che rimanda alla letteratura del Deuteronomio, a quella del Deutero-Isaia e
alla letteratura post-esilica. Ora, Klaus Koch con il suo articolo del 1955100 ha mosso una critica sia
a Vriezen sia a Quell poich avevano posto al centro dellinteresse sul tema dellelezione i testi
del Deuteronomio e del Deutero-Isaia. Egli ritiene che le occorrenze di Yhwh quale soggetto di
elezione nel libro dei Salmi101 siano addirittura superiori a quelle del Deutero-Isaia. Pertanto egli
propone di ripensare il rapporto con i testi: partire dal libro del Salmi, quindi al Deuteronomio e,
infine, al Deutero-Isaia. Tornando a Seeba (TRE 10, 1982): lannotazione in chiusura
dellintroduzione vuole ribadire il metodo di indagine affermatosi entro una visione storico-critica
dellevoluzione della religiosit e della coscienza di Israele fissata da quei testi storicamente
collocati e attorno ai quali la critica ha raggiunto un ampio consenso.
6) Nel 1979 viene pubblicato, quarantasei anni dopo il TWNT,102 il primo volume dellopera
Exegetisches Wrterbuch zum Neuen Testament [EWNT] a cura di Horst Balz e di Gerhard
Schneider.103 Lesposizione relativa ai vocaboli dellelezione breve ed a cura di J. Eckert.104
Lo stesso autore ha pubblicato la sezione neotestamentaria sul tema dellelezione nellarticolo
citato di TRE.105 In entrambi i contributi si d maggiore spazio al commento esegetico ai termini
evklekto,j ed evklogh, mentre lautore non d molta importanza al verbo evkle,gomai, diversamente dalla
posizione classica mutuata dal Quell in TWNT. Sostanzialmente non abbiamo rintracciato alcuna
novit sul piano metodologico: tale lessico, pur volendo qualificarsi con laggettivo exegetisch,
non offre alcun contributo ad un avanzamento nella teoria linguistica applicata al testo biblico.

98

Methodisch folge ich damit Th. C. Vriezen und nicht K. Koch, dessen exegetische Basis einerseits mit Ps
135,4 und dem unsicheren Text von Ps 105,6 zu schmal sein und andererseits bei dem Ausgang von der
Psalmensprache zu wenig deren Besonderheiten bercksichtigen drfte (TRE 10, p. 182).
99
TH. C. VRIEZEN, Die Erwhlung Israels nach dem Alten Testament (Abhandlungen zur Theologie des Alten
und Neuen Testament 24), Zrich 1953.
100
K. KOCH, Zur Geschichte der Erwhlungsvorstellung in Israel, Zeitschrift fr die alttestamentliche
Wissenschaft 67(1955), 205-226.
101
Ben quindici volte.
102
Come esplicitamente ricordato nellintroduzione: Das Exegetische Wrterbuch zum Neuen Testament,
dessen erster Band nun vorliegt, steht in der Tradition des Theologischen Wrterbuchs zum Neuen Testament, das
soeben, 46 Jahre nach Erscheinen seines ersten Bandes, zum Abschlu gekommen ist (p. V).
103
H. BALZ - G. SCHNEIDER (Hrsg.), Exegetisches Wrterbuch zum Neuen Testament. Band I: vAar,wn - `Enw,c,
Stuttgart 1992 (or. 1979).
104
J. ECKERT, eklegomai auswhlen, erwhlen - eklektos erwhlt, in H. BALZ - G. SCHNEIDER (Hrsg.),
Exegetisches Wrterbuch zum Neuen Testament. Band I, Stuttgart-Berlin-Kln 1979, coll. 1012-1020.
105
J. ECKERT, Erwhlung: III. Neues Testament, in Band X. Erasmus - Fakuktten, Theologische
(Theologische Realenzyklopdie, Berlin - New York 1982) 192-197.
- 24 -

7) Nel 1980 viene pubblicato il Theological Wordbook of the Old Testament (TWOT ingl.)106
a cura di R. Laird Harris, Gleason L. Archer e Bruce K. Waltke. Questi autori, nellintroduzione,
affrontano con poche battute le problematiche metodologiche sottese alloperazione semantica di un
dizionario: essi affermano che larea semantica di una parola trasposta in unaltra lingua pu essere
pi ampia del singolo vocabolo corrispondente e mettono in guardia dal far dipendere il significato
di un vocabolo dalla sua etimologia con levidenziare limportanza del contesto entro il quale
usato il lemma. Infatti, lorganizzazione del dizionario procede alfabeticamente, analizzando i
lemmi pi significativi ed escludendo i nomi propri a eccezione di quelli che ricoprono un
particolare valore teologico. Larticolo a commento del lemma bar di John N. Oswalt107 ed
una sintesi molto ristretta dei contenuti espressi nei lessici che lhanno preceduto. Lunica
particolarit quella di aver raccolto i sei vocaboli collegati al radicale ebraico br. 108
c. I contributi della semiotica e della semantica strutturalista
1) Nellanno 1988 si apre una nuova stagione per la formazione dei lessici biblici: il pendolo
si sposta, dopo quasi un secolo, dallarea tedesca a quella delle universit americane. Vengono
pubblicati due volumi titolati: Greek-English Lexicon of the New Testament Based on Semantic
Domains109 e sono curati da Johannes P. Louw e Eugene A. Nida.110 I lavori di ideazione erano gi
iniziati nellestate del 1972 collaborando direttamente con le grandi istituzioni dellAmerican Bible
Society e lUnited Bible Societies.111 Assumendo decisamente i contributi degli studi pi recenti in
campo semantico e linguistico, questo lessico rappresenta uno sforzo decisamente innovativo112
rispetto alla grande tradizione dei lessici e dei dizionari dellAT e del NT. Larchitettura
alfabetica che ha segnato la struttura di tutti gli esempi qui riportati quella che proviene
dalloriginario modo di concepire lenciclopedia, universo di organizzazione delle conoscenze
attraverso una formalizzazione della denotazione linguistica organizzata alfabeticamente. A ben
vedere esso rappresenta, formalmente, la dimensione pi radicale dellasse paradigmatico della
selezione in rapporto alla costruzione delle stesse parole: le lettere dellalfabeto sono lo
strumentario base per la formulazione di ogni vocabolo della lingua. Il venir meno
dellorganizzazione alfabetica del lessico richiede unaltra forma mentis capace di raccogliere tutta
106

R. L. HARRIS - G. L. ARCHER - B. K. WALTKE (edd.), Theological Wordbook of the Old Testament (Chicago
1980); lopera anche disponibile in formato elettronico presso la Logos Library System (www.logos.com).
107
J. N. OSWALT., bar to choose, elect, decide for, in R. L. HARRIS - G. L. ARCHER - B. K. WALTKE (edd.),
Theological Wordbook of the Old Testament. Volume 1, Chicago 1980, 100-101.
108
A partire dal verbo bar si accostano i derivati: br (giovane uomo); brm (giovane); br
(scelto/eletto); mibr (scelta); mibr (scelta).
109
La categoria linguistica di Semantic Domains cos spiegata da E. A. Nida: A semantic domain consists
essentially of a group of meanings (by no means restricted to those reflected in single words) which share certain
semantic components. Though some domains, e.g. entities, animate objects, masses, artifacts, events, processes, states,
etc., may appear to be logical categories, based on systematic classifications of extralinguistic phenomena, they are in
reality not dependent upon any a priori system of nomenclature or taxonomy. For any language, semantic domains
consist simply of meanings which have common semantic components. How relevant such a domain is, how large it is,
and at what level in the hierarchical structure it may function depend solely upon the total semantic structure of the
language: E. A. NIDA, Componential Analysis of Meaning. An Introduction to Semantic Structures (Approaches to
Semiotics 57), The Hague - Paris 1975, 174. Oltre a questopera di teoria semantica va ricordata anche: IDEM,
Exploring Semantic Structures (Internationale Bibliothek fr allgeneine Linguistik 11), Mnchen 1975.
110
J. P. LOUWN - E. B. NIDA (edd.), Greek-English Lexicon of the New Testament Based on Semantic Domains.
Volume 1. Introduction & Domains; Volume 2. Indices, New York - London - Edinburgh - Amsterdam - Stuttgart 1988:
lopera disponibile anche su formato elettronico.
111
Ledizione del testo della United Bible Society, la prestigiosa associazione che raccoglie 142 societ
bibliche in oltre 200 paesi in tutto il mondo (www.biblesociety.org). lorganizzazione pi grande e pi strutturata che
si occupa di problemi di traduzione del testo biblico, editori del The Greek New Testament, testo greco del NT preparato
per le traduzioni in lingua moderna. Questo dato altamente significativo poich rappresenta una posizione autorevole e
ufficiale finalizzata a sostenere lapproccio metodologico dei campi semantici.
112
Su questa scia si inserita anche la recente pubblicazione, decisamente pi ridotta (solo 188 pp.), che ha
voluto tenere come base per lorganizzazione del lessico il criterio del domin semantici di Lown-Nida: W. MARK - J.
ODEN, Mastering New Tetament Greek Vocabulary through Semantic Domains, Michigan 2003.
- 25 -

la vasta gamma del lessico neotestamentario, analogamente alla forza intrinseca dellalfabeto. Il
conciso vocabolario del Nuovo Testamento, elaborato e pubblicato dalla United Bible Societies a
cura di Barclay M. Newman113 e preparato in vista delledizione del The Greek New Testament era
stato la base di partenza di questo lessico. In esso sono raccolti vocaboli e radicali per cinquemila
voci lessicali che complessivamente producono venticinquemila valori semantici distinti. A questo
punto di partenza si sono aggiunte riflessioni teoriche molto consistenti sulla logica da utilizzare per
dare forma a una nuova organizzazione lessicale. Nellintroduzione allopera gli editori richiamano
diffusamente tali principi:114 il primo principio dellanalisi semantica del lessico che non ci sono
sinonimi in senso stretto, in quanto nessuna voce del lessico pu ricoprire lidentico significato di
unaltra in tutti i contesti in cui vengono a trovarsi. Il secondo principio basilare dellanalisi
semantica che le differenze di significato dipendono dal contesto, sia testuale sia extratestuale. Il
contesto testuale si riferisce alla frase, al paragrafo, alla sezione o al discorso, ovvero alla
dimensione stabilita nel controllo testuale del senso; il contesto extratestuale quello del
riferimento storico alla luce della documentazione storica e archeologica. Il terzo principio
dellanalisi consiste nel fatto che il significato definito entro una sezione di caratteri distintivi. Il
quarto principio sostiene che i significati traslati si discostano dal loro significato base per tre
fattori principali: diversit nei campi semantici, differenze nel grado di consapevolezza della
relazione tra significato letterale e traslato e lestensione delluso convenzionale. Il quinto principio
rileva che i significati diversi della stessa parola e i significati relativi di parole diverse tendono a
essere multidimensionali e, inoltre, i significati diversi tendono a forme irregolari difficilmente
organizzabili in strutture. In questa prospettiva viene avanzata una posizione distinta da quella
classica della ricerca a tutti i costi di un Grundbedeutung, di un significato-base. Da ultimo,
anche la bibliografia citata115 radicalmente nuova rispetto a quella presa in considerazione negli
esempi sopra riportati.
Dove va collocato, dunque, il valore semantico dellelezione? Quali termini vengono
individuati dal lessico greco e in quali contesti? A queste domande, secondo limpostazione
tradizionale, veniva offerta una risposta estremamente semplice: si segue lordine alfabetico rispetto
al termine in oggetto, sia nelle lingue antiche come nelle moderne, e l viene offerto il prodotto
compiuto. Il lessico di Louw-Nida diviso in tre grandi sezioni logiche: 1) riferimenti a oggetti o
entit (domin: 1-12); 2) riferimenti ad eventi (domin: 13-57); 3) riferimenti astratti, inclusi gli
elementi relazionali (domin:116 58-91). La sezione che copre il campo semantico dellelezione si
trova allinterno della sezione in riferimento ad eventi, il dominio n. 30 suddiviso a sua volta in
sette sottodomin:117 nella sesta sezione titolata To choose, to select, to prefer ai numeri 30.8630.107 sono collocati i tre termini neotestamentari che abbiamo rintracciato in tutti i lessici
evkle,gomai evklekto,j evklogh,. Questi vocaboli sono collegati sempre con contesti precisi, mediante
citazione e in relazione diretta con altri termini greci cos che sotto la dizione del campo pensiero,
riflessione collocata la facolt di scegliere, di selezionare o di preferire e in rapporto a essa il
lessico individua una ventina di altri termini.118 interessante notare la posizione semantica affidata
113

B. M. NEWMAN, A Concise Greek-English Dictionary of the New Testament, London 1971. Cfr. La breve
prefazione di B.M. Newman.
114
LOUWN - NIDA (edd.), Greek-English Lexicon of the New Testament Based on Semantic Domains. Volume 1.
Introduction & Domains, VI-XX.
115
IDEM, XXI-XXIII.
116
Utilizziamo anche in italiano il termine dominio / domin sebbene non sia registrato per luso applicato alle
scienze del linguaggio neppure nei pi ampi dizionari (ad. es.: Battaglia, De Agostini, De Mauro, Treccani). Il
prestigioso The Oxford English Dictionary, Oxford 1989, al vol. IV a p. 943, registra lesistenza alla sottovoce
linguistics perch utilizzato, seppur raramente, da alcuni autori del sec. XX. Probabilmente luso in ambito semantico
del termine dovuto alla trasposizione dellutilizzo matematico nella teoria degli insiemi.
117
Si tratta di: 1) pensare, pensiero; 2) pensare in riferimento a una cosa con uno scopo; 3) pensare al futuro con
un senso di attesa; 4) pensare un progetto; 5) decidere e concludere; 6) scegliere, selezionare, preferire; 7) distinguere,
valutare, giudicare.
118
30.86: evkle,gomaia (At 1,2); ai`re,omaia (Fil 1,22; Ebr 11,25); lamba,nwe (Ebr 5,1); 30.87: i[sthmie (At 1,23);
30.88: evpile,gomai (At 15,40); 30.89: proceiri,zomai (At 22,14; 3,20); proceirotone,w (At 10,41); 30.90: evxaire,omaib (At
- 26 -

al verbo kale,w che nella nuova edizione del TBNT si trovava a fianco dei tradizionali tre termini a
radicale leg log; nel lessico di Louw-Nida il verbo kale,w collocato nel dominio n. 33, nellambito
del campo semantico della comunicazione. Pertanto gli autori distinguono il contesto decisionale
della scelta che un soggetto compie manifestando una propria volont, da un ambito di
comunicazione dove linterazione intersoggettiva pi accentuata. Quasi a dire che il centro
decisionale dellelezione focalizzato sul soggetto che sceglie mentre, quello della chiamata, sul
destinatario che la riceve.
2) Unopera analoga che riporti i frutti di unampia analisi condotta sul lessico dellAT con la
metodologia dei semantic domains, a nostra conoscenza, non ancora stata pubblicata, mentre
sono stati annunciati almeno due progetti prestigiosi.119 Lunico tentativo, peraltro molto ridotto,
che pretende esplicitamente di rifarsi allopera di Louw-Nida per il testo dellAT il Dictionary of
Biblical Languages with Semantic Domains: Hebrew (Old Testament)120 compilato da James
Swanson e disponibile solo in formato elettronico.121 In esso leditore interfaccia ogni termine del
lessico ebraico -collegato con iperteso agli esempi contestuali nellAT- con i corrispettivi valori
semantici del lessico neotestamentario attraverso i rimandi numerici ipertestuali allopera di Louw26,17); 30.91: ai`re,omaib (2Ts 2,13); ai`reti,zw (Mt 12,18); 30.92: evkle,gomaib (Lc 9,35; At 13,17); evklogh,a (Rm9,11;
11,28; At 9,15); 30.93: evklekto,j, h,, o,n (1Pt 2,9; Mc 13,20); evklogh,b (Rm 11,7); 30.94: suneklekto,j, h,, o,n (1Pt 5,13);
30.95: avxio,wb (At 15,38); 30.96: doke,wc (1Cor 11,16); 30.97: euvdoke,wc (2Cor 5,8; Col 1,19); 30.98: dokima,zwb (Rm
1,28); 30.99: kri,nwb (Rm 14,5); diakri,nwb (1Cor 4,7); 30.100: proble,pomaib (Ebr 11,40); proginw,skwb (Rm 8,29);
30.101: ceirotone,wa (2Cor 8,19); 30.102: evpiske,ptomaia (At 6,3); 30.103: katafe,rw yh/fon (At 26,10); 30.104:
lagca,nwb (Gv 19,24); 30.105: klhro,w (Ef 1,11); 30.106: lagca,nwc (Lc 1,9); 30.107: o` klh/roj pi,ptei evpi, tina (At
1,26).
119
Due segnalazioni meritano di essere riportate in questo settore di ricerca: 1) Nel marzo del 1991 lExecutive
Council of the European Science Foundation (=ESF) ha approvato e finanziato per cinque anni, fino al 1996, un
Network -ovvero un lavoro comune attraverso la strumentazione elettronica- denominato Semantics of Classical
Hebrew, con lo scopo di produrre un grande database finalizzato alla formazione di un lessico pensato in
ottemperanza ai criteri della linguistica contemporanea, con bibliografia e schede relative ai lemmi della lingua ebraica.
Il primo incontro di tale Network si tenne nel giugno/luglio 1992 avendo prima discusso con tre specialisti di computer
sullimpostazione del progetto. Nel 1996, allo scadere del progetto europeo, il consiglio decret di modificare il nome
in Semantics of Ancient Hebrew Database (SAHD). Presidente attuale del progetto T. Muraoka. Per ulteriori
informazioni cfr. i due interventi pressoch identici: J. HOFTIJZER, An ESF Network on the Semantics of Classical
Hebrew, in Zeitschrift fr Althebraistik 5(1992), 85-86 e IDEM, An ESF Network on the Semantics of Classical
Hebrew, in Zeitschrift fr Althebraistik 6(1993), 1-2; inoltre, tutto il n. 6/1993 della Zeitschrift fr Althebraistik
dedicato a questo argomento, con interventi di James Barr (Nashville), Udo Rterswrden (Kiel), Pierre Swiggers
(Belgan National Science Foundation); Jonas C. Greenfield (Jerusalem); Bertil Albrektson (Uppsala); Ernst Jenni
(Basel); Ida Zatelli (Firenze); Graham I. Davies (Cambridge, England); Pelio Fronzaroli (Firenze); Joros S. Petfi
(Macerata); Jn Gunnarsson (Reykjavk); Johannes Hendrik Hospers (Groningen); Andr Lemaire (Paris); in relazione
al progetto vanno consultati anche: T. MURAOKA (ed), Studies in Ancient Hebrew Semantics (Abr-Nahrain Sup. 4),
Louvain: 1995; IDEM (ed), Semantics of Ancient Hebrew (Abr-Nahrain Sup. 6), Louvain 1998; M. P. SCIUMBATA, Un
progetto europeo di un database sulla semantica dellebraico antico (SAHD): Gli studi preiminari, in Henoch
19(1997), 237-242. Per ulteriori indicazioni rimandiamo al sito internet: http://www.div.ed.ac.uk/research/sahd/. Vanno
ricordati anche gli ulteriori contributi della rappresentante italiana al progetto SAHD, la prof.ssa Ida Zatelli: I. ZATELLI,
br BAR: A Sample Entry for a Database of the Semantics of Classical Hebrew, in Quaderni del Dipartimento di
Linguistica - Universit di Firenze 5(1994), 149-155; IDEM, I prodromi della definizione di verbo performativo nelle
grammatiche tradizionali dellebraico biblico, in P. MARRASSINI (ed.), Semitic and Assyriological Studies, Presented to
Pelio Fronzaroli by Pupils and Collegues, Wiesbaden 2003, 690-697; IDEM, The Study of Ancient Hebrew Lexicon:
Application of the Concepts of Lexical Field and Funcional Language, in Kusatu 5(2004), 129-159. Va anche
precisato che la prof.ssa Zatelli, con lausilio dei ricercatori del laboratorio linguistico sullebraico antico
dellUniversit di Firenze, avendo accolto la metodologia di ricerca dagli studi del linguista romeno E. Coseriu, assume
una posizione propria anche rispetto al progetto SAHD. 2) In secondo luogo, segnaliamo anche il progetto annunciato
da John Lbbe nel 1996 (cfr. J. LBBE, An Old Testament Dictionary of Semantic Domains, in Zeitschrift fr
Althebraistik 9(1996), 52-57) di redigere An Old Testament Dictionary of Semantic Domains (OTDSD), finanziato e
diretto dallInstitute for Interlingual Studies (University of Pretoria), progetto della South African Bible Society. Non
conosciamo gli sviluppi quindi non siamo in grado di esprimerne una valutazione; le linee di fondo sono comunque
presentate nellarticolo citato di J. Lbbe.
120
J. SWANSON, A Dictionary of Biblical Languages with Semantic Domains. Hebrew (Old Testament) (Logos
Research System, Inc), Oak Harbor, WA 1997.
121
Della Logos Library System.
- 27 -

Nida. Lautore precisa che le corrispondenze sono frutto di una sua decisione personale
indipendentemente dallopinione degli editori del lessico neotestamentario.122 Labissale e
sostanziale differenza di valore tra le due operazioni consiste nel fatto che la prima parte da una
teoria molto sviluppata sullorganizzazione lessicale, la seconda, quella di J. Swanson, assume
lordine alfabetico quale criterio di presentazione dei lemmi e collega questi con lipertesto ai brani
biblici o al lessico di Louw-Nida: il risultato non certo un avanzamento della ricerca.
3) Nel 1997 viene pubblicato il The New International Dictionary of Old Testament Theology
and Exegesis (NIDOTTE) a cura di Willem A. VanGemeren123 espressamente collegato con il The
New International Dictionary of New Testament Theology and Exegesis (NIDNTTE)124 che di fatto
una traduzione dal tedesco con implementi e aggiornamenti del TBNT (ed. del 1967). Limpresa
avviata e conclusa sotto la direzione di VanGemeren appare invece un prodotto decisamente
innovativo nella panoramica degli studi biblici veterotestamentari di scuola americana, pari per
limpostazione teorica, solo allopera di Louw-Nida per il NT dal quale per si discosta nella
realizzazione concreta del dizionario. Linteresse che questopera esercita sul nostro tema
certamente grande, a partire dallamplissima introduzione teorica posta a principio di tutta
lesposizione lessicale. Alle pp. 3-218 vi presentato un intero trattato teorico che parte dalla
linguistica e giunge alla teologia avendo come oggetto la forma del discorso biblico. Visto
linteresse e limportanza esercitati da questampia introduzione, certamente innovativa per le teorie
di ermeneutica biblica, la casa editrice di Grand Rapids (Mi), la Zondervan Publisching House ha
deciso di pubblicare a parte tale contributo come libro unico.125 Gli aspetti originali dellopera,
come sono individuati nellintroduzione,126 sono tre: lapprofondimento metodologico (allinizio del
primo volume), la catalogazione per Semantic Fields / campi semantici (lindice a principio del
quinto volume) e, infine, alcuni articoli per capitoli specifici inerenti al discorso biblico (nel quarto
volume). Di questi tre aspetti ci soffermiamo sui primi due. Il primo capitolo metodologico, ad
opera di Kevin Vanhoozer, dedicato agli argomenti che stiamo trattando.127 Ad un certo punto,
lautore pone con molta chiarezza il problema di fondo nella relazione complessa tra semiotics and
semantic, riconoscendo quanto le scienze del linguaggio del XX secolo si siano sviluppate
tantissimo nella direzione della semiotica -come relazione significativa interna al sistema dei
segni- ma molto meno sul fronte delle implicazioni tipiche della semantica. Citando P. Ricoeur128
lautore mette in evidenza lurgenza di trasferire loggetto di analisi, passando da una semantica
della frase a una semantica del discorso, come pi sopra ricordavamo: To focus on the
semantics of sentences, however, is to create a new picture of language as discourse as
something someone says to someone about something. To conceive of language and literature as
122

In apertura allintroduzione delledizione elettronica J. Swanson afferma: One observes that both the
Hebrew and Aramaic volumes of The Dictionary of Biblical Languages have a connecting number to The GreekEnglish Lexicon by Louw & Nida. This number is not here to state, suggest, or infer that Dr. Louw has approved or
edited this number as an actual connector to the languages of the Old Testament; nor did Logos Research Systems
authorize a connection between these two works. This number was assigned by myself, James A. Swanson, alone. Dr.
Louw has no involvement with these individual decisions. I take full responsibility for the connection to the domain
structure of Louw & Nida.
123
W. A. VANGEMEREN (ed.), The New International Dictionary of Old Testament Theology and Exegesis,
Grand Rapids, Michigan 1997: sono cinque ampi volumi. Nel primo contenuta unopera introduttiva finalizzata a
qualificare il metodo di analisi, alle pp. 3-218, seguono le presentazioni delle voci in ordine alfabetico ebraico fino al
quarto volume. In esso sono anche contenuti alcuni articoli specifici su temi particolari inerenti al mondo biblico. Il
quinto costituito da indici dove si distingue per loriginalit il primo di questi: Index of Semantic Field, ovvero
Indice dei campi semantici (pp. 1-216) con lelenco di 2050 voci di campi. Lopera disponibile anche su formato
elettronico.
124
Cfr. La prefazione dellopera alle pp. vi-vii.
125
W. A. VANGEMEREN (ed.), A Guide to Old Testament Theology and Exegesis. The Introductory Articles from
the New International Dictionary of Old Testament Theology and Exegesis, Grand Rapids, Michigan 1999.
126
Ibidem, vol. I, pp. 5-13.
127
Language, Literature, Hermeneutics, and Biblical Theology: Whats Theological About a Theological
Dictionary?: Ibidem, vol. I, pp. 15-50.
128
citata la seguente opera di Ricoeur: Interpretation Theory: Discourse and Surplus of Meaning, 8.
- 28 -

discourse is to view speech and text as the communicative acts of communicative agents (p. 29).
Tali osservazioni metodologiche preludono, di per s, a un lavoro immenso nella realizzazione di un
dizionario che interpreti le esigenze teoriche e fondative qui espresse. Passando in rassegna lesito
concreto del progetto nei cinque volumi di questo dizionario teologico-esegetico, cogliamo un netto
divario tra lenunciato teorico e la realizzazione pratica. Lorganizzazione del lessico in ordine
alfabetico ebraico129 -che si avvale di tutti i collegamenti intertestuali (come ipertesto) con i valori
semantico-lessicali di altri vocaboli- riporta di nuovo lasse di osservazione da una semantica del
discorso ad una semantica della parola. Tant che si guadagna limpressione, leggendo le voci e
confrontandole con gli altri lessici teologici qui presentati, che la differenza nella trattazione sia
quasi impercettibile rispetto alle attese preparate dalla teoria esposta. Analizzando la sezione
dedicata ai campi semantici nel quinto volume dellopera, si coglie con chiarezza quanto questa
sia estremamente utile per chi volesse organizzare un campo associativo di carattere lessicale, ma
di qualit ben diversa e ancora troppo distante rispetto a quella annunciata nellarticolo introduttivo
di K. Vanhoozer. Infatti, alle pp. 638-642 del vol. I la voce del radicale ebraico br presentata da
Emile Nicole. I contenuti e la bibliografia non si discostano di molto da quelli gi recensiti negli
altri lessici. Va segnalata la mancanza, allinterno della bibliografia, della citazione di un articolo
del 1983, ad opera di Guilln Torralba,130 unico, a nostra conoscenza, che tratti il tema in una
modalit che sarebbe dovuta interessare a questo tipo di dizionario, vista leccezionalit della
prospettiva e la rarit della letteratura ad hoc a disposizione.131 Al termine della presentazione della
voce viene riportato lo specchietto contenente il cosiddetto campo semantico132 (a sua volta
riproposto, in ordine alfabetico, nel quinto volume alle voci: Choise, election, best p. 37 e
Election p. 69), termini utili per iniziare a costruire un campo associativo, tentativo, come
dicevamo, pi ampiamente concretizzato da Guilln Torralba.
4) A conclusione di questa seconda sezione di approcci ai lemmi dellelezione secondo le
recenti metodologie di analisi linguistica, riportiamo, in sintesi, il contributo di Juan Miguel Guilln
Torralba,133 unico autore da noi rintracciato che affronti il tema entro lo studio della metodologia
dei campi, sebbene ristretto al solo TaNaK. Nellintroduzione lautore enuncia la sua posizione
affermando di muoversi nellambito della metodologia del campo associativo134 che abbiamo
sopra richiamato. Dopo aver descritto quale dovrebbe essere il compito di unanalisi nel metodo del
campo associativo, lautore afferma che occorre passare dallidea alla parola per consentire il
posizionamento dellanalisi al livello lessicale. La parola scelta naturalmente br, una parolatestimone, esito semantico complesso: da un uso originario di ambiente militare, destinata a
divenire termine tecnico per esprimere lidea di elezione in Israele. Guilln Torralba divide in due
parti lapproccio al tema: egli ricerca sinonimi e antonimi135 del lemma scelto come cardine
lessicale (br) e cos produce una relazione trasversale tra i testi in virt dellasse paradigmaticolessicale. Guilln Torralba afferma di raggiungere in questo senso il campo semantico
propriamente detto del vocabolo br. Dallindagine condotta sui testi, emerge anche una struttura
129

Tra laltro, il curatore sottolinea la differenza con il NIDNTTE perch questultimo procede secondo lordine
alfabetico inglese (tradotto dal tedesco) enucleando idee tematiche che raccolgono vocaboli diversi dal lessico greco
(cfr. p. 8).
130
GUILLN TORRALBA, Campo asociativo o constelacin semntica de elegir.
131
Viene invece citato laltro articolo dello stesso autore dellanno precedente che mostra un interesse di matrice
storico-critica: GUILLN, Medio ambiente de elegir: br.
132
Oltre a quelli appartenenti allo stesso radicale vengono aggiunti: yd> I (observe, care about, choose, annunce;
da>, wisdom; da>, knowlege; da>at I, knowlege, ability; madd, knowledge).
133
GUILLN TORRALBA, Campo asociativo o constelacin semntica de elegir.
134
Cos si esprime lautore: La teora de los campos asociativos studia a las palabras en su totalidad contextual
o sea en sus relaciones ya sean formales, estilstica o histricas, etc. porque, en definitiva, las palabras se condicionan
unas a otras y cada una recaba su significado y valores aadidos (connotaciones) precisamente de estas relaciones
condicionantes. Un campo associativo se compone, pues, de un conjunto de palabras y del complejo de relaciones de
forma y sentido que este conjunto hace nacer (p. 82).
135
Su questi aspetti cfr. ECO, Trattato di semiotica generale,117-121 e LYONS, Introduction to Theoretical
Linguistics.
- 29 -

fondamentale nel livello sintattico dellasse sintagmatico quale veicolo di una formula. Essa
composta da: soggetto + oggetto + min che indica la parte da cui viene sottratto loggetto + le
possessivo + le di passaggio ad una nuova situazione in funzione del secondo accusativo.136 Da
queste due operazioni che vanno a collocarsi, nella logica del campo associativo, tra lasse
paradigmatico e quello sintagmatico, lautore coglie i risvolti del contenuto teologico del tema
dellelezione.137
La costellazione semantica di termini antonimici e sinonimici la seguente:
- il verbo brr con 18 occorrenze,138 avente significato di purificare, selezionare, eleggere. Si
tratta del sinonimo pi vicino br
- ms con 76 occorrenze,139 avente significato di rifiutare, respingere rappresenta il verbo
antonimico che semanticamente si oppone a br;140
- lq con significato fondamentale di prendere, quindi prendere da, selezionare;141
- bdl (allhiphil) con significato di segregare, dividere, separare, togliere da, prendere da,
scegliere;142
- qrb (allhiphil) con significato di far avvicinare, presentare quale offerta, quindi selezionare
(cfr. le primizie, o le offerte al tempio);143
- Accanto a questi verbi ve ne sono alcuni che indicano linvestitura, ad es. qwm (allhiphil)
con significato di far sorgere, instaurare;144 rwm (allhiphil) con significato di innalzare;145 ym
(allhiphil) con significato di porre, stabilire.146

136

Ibidem, p. 84. La presentazione di questa seconda parte viene fatta alle pp. 87ss. Lesempio di applicazione di
questa formula rintracciabile nello stesso locus classicus dellelezione dIsraele: Dt 7,6: k (am qfdO$ )attfh

layhwfh )Elheykf (ogg.->) b:kf bfxar (sogg.->) y:hwfh )Elheykf lihyOt (+le possessivo ->) lO (+le di passaggio a una
nuova condizione ->) l:(am s:gullfh (+min ->) mikkl hf(ammm )A$er (al-p:n hf)Adfmfh (Perch tu sei un

popolo santo per il Signore tuo Dio; il Signore tuo Dio ti ha scelto affinch sia un popolo particolarmente suo tra tutti i
popoli che sono sulla faccia della terra).
137
Alle pp. 87-92 dopo avere indagato 19 testi vi associa alcuni termini, per lo pi sostantivi (tipico
procedimento del campo associativo) che ricoprono un valore significativo nel discorso biblico e li riferisce ai
seguenti ambiti: ai padri, al popolo, alla salvezza, al giuramento, alla fedelt alla creazione. Questo procedimento
permette allautore di elaborare una sintesi tematica a partire dalla costituzione del campo associativo.
138
Cfr. 2Sam 22,27; 1Cr 7,40; 1Cr 9,22; 1Cr 16,41; Ne 5,18; Gb 33,3; Sal 18,27; Qo 3,18; Is 49,2; 52,11; Ger
4,11; 51,11; Ez 20,38; Dn 11,35; 12,10; Sof 3,9.
139
Cfr. Lv 26,15.43.44; Nm 11,20; 14,31; Gdc 9,38; 1Sam 8,7; 10,19; 15,23.26; 16,1.7; 2Re 17,15.20; 23,27; Gb
5,17; 7,5.16; 8,20; 9,21; 10,3; 19,18; 30,1; 31,13; 34,33; 36,5; 42,6; Sal 15,4; 36,5; 53,6; 58,8; 78,59.67; 89,39; 106,24;
118,22; Pr 3,11; 15,32; Is 5,24; 7,15.16; 8,6; 30,12; 31,7; 33,8.15; 41,9; 54,6; Ger 2,37; 4,30; 6,19.30; 7,29; 8,9; 14,19;
31,37; 33,24.26; Lam 5,22; Ez 5,6; 20,13.16.24; 21,15.18; Os 4,6; 9,17; Am 2,4; 5,21.
140
In 7 versetti ricorrono entrambi i verbi: 2Re 23,27; Is 7,15.16; 41,9; Ger 33,24; Sal 78,67; Gb 34,33.
141
I seguenti passi vedono la compresenza dei due verbi (br / lq) nello stesso versetto: Gen 6,2; Es 14,7; Dt
26,2; 1Sam 17,40; 24,3; 1Re 11,34; Ag 2,23; Sal 78,70; Pr 8,10. Ma occorre confrontare in particolare: Nm 3,12:
Ecco, io ho preso (wa)An hinn"h lfqaxt) i leviti tra i figli dIsraele al posto di ogni primogenito che apre il grembo
(che nasce per primo) tra i figli d'Israele, e saranno leviti per me. Cfr. anche: Nm 8,6.16; Es 6,7: Vi prender
(w:lfqaxt )etkem) per me come popolo e sar per voi Dio, e saprete che io sono il Signore, vostro Dio, che vi ha fatto
uscire dalle fatiche dEgitto; Es 4,20; 1Re 11,37.
142
Richiamiamo i seguenti passi: Nm 16,9: Vi pare forse poco che il Dio dIsraele vi abbia separato (k-hibdl)
dalla comunit dIsraele per farvi avvicinare a s, affinch possiate compiere il servizio della dimora del Signore e stare
davanti alla comunit per essere suoi ministri?; Nm 8,14; Lv 20,24.26; 1Re 8,53.
143
I seguenti passi vedono la compresenza dei due verbi (br / qrb) nello stesso versetto: Nm 16,5: Domani il
Signore far conoscere chi gli appartiene, chi santo, e lo far avvicinare a s: far avvicinare a s il suo eletto
(w:hiqrb )"lfyw w:)"t )A$er yibxar-bO yaqrb )"lfyw); Dt 16,11; 17,15; 23,17; Sal 65,5: Beato luomo che tu
eleggi e chiami vicino ()a$r tibxar Ut:qfr"b) a te perch abiti nei tuoi atri! Vorremmo saziarci dei beni della tua
casa! Santo il tuo tempio!. Cfr. anche Nm 16,9.10; Sal 148.
144
Ad es. Dt 18,15.18; Am 2,11.
145
Ad es. 1Re 14,7.
146
Ad es. Dt 17,15
- 30 -

- Vi sono alcuni verbi che rimandano al campo dellesperienza che sono tangenti con il campo
dellelezione: rh con significato di vedere per scegliere;147 yd con significato di conoscere per
scegliere.148
- Vi sono alcuni altri verbi che sostituiscono contestualmente br: plh (al niphal) con il
significato di essere separato, distinto;149 m con il significato di ungere, consacrare;150 nl con il
significato di prendere in eredit;151 mr (allhiphil) con il significato di far riconoscere, far
dichiarare;152 qd (allhiphil) con il significato di rendere santo ovvero separato;153 kun con
significato di stabilire, predisporre, preparare;154
- N.B.: nellabbondante lista presentata, Guilln Torralba stranamente non considera n il
verbo hb con il significato di amare,155 n il verbo brk con significato di benedire:156 entrambi
nella Bibbia associati pi volte al verbo br nello stesso versetto.
Individuati i termini utili in relazione di significato, alle pp. 87-92, dopo avere indagato 19
testi, lautore vi associa alcuni lemmi, per lo pi sostantivi -tipico procedimento del campo
associativo- che ricoprono un valore particolare nel discorso biblico-teologico e li riferisce ai
seguenti ambiti: ai padri, al popolo, alla salvezza, al giuramento, alla fedelt e alla creazione.157 In
sintesi, questo procedimento permette a Guilln Torralba di elaborare una visione tematica
dellelezione nellAT a partire dalla costituzione del campo associativo.
3.2. LAPPROCCIO

AL TEMA DELLELEZIONE DISRAELE ATTRAVERSO UNA


DEL DISCORSO BIBLICO

SEMANTICA

In questa sezione conclusiva ci limitiamo a segnalare alcune linee guida di un progetto da


realizzare alla luce dei presupposti metodologici fin qui discussi. Esso tocca direttamente, in radice,
lo spinoso problema di una teologia biblica che avanzi la pretesa del fondamento, al di l di una
prospettiva frammentaria, sostenuta dagli approcci storico-critici e al di qua di una preoccupazione
marcatamente sistematica, tipica di una dogmatica teologica: una teologia biblica quindi che
cammini entro la forma del testo nella sua tradizione canonica, che assuma da questa le dinamiche
fondative per lesplicitazione del senso.
147

Ad es. 1Sam 16,1; 2Re 10,3.


Ad es.: Am 3,2.
149
Es 33,16: In che cosa si saprebbe qui che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io e il tuo popolo? Non forse
perch tu camminerai con noi e ci distingueremo (w:niplnU), io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla faccia
della terra?.
150
1Sam 9,16: Domani a questora ti mander un uomo della terra di Beniamino e tu lo consacrerai (Um:$axtO
l:nfgd) principe sul mio popolo Israele. Egli salver il mio popolo dalla mano dei Filistei; infatti ho volto lo sguardo al
mio popolo, perch la sua implorazione giunta fino a me; 1Sam 10,1; 16,13.
151
Es 34,9: Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mio Signore, venga il mio Signore in mezzo a noi, perch quello
un popolo duro di cervice; perdona la nostra colpa e il nostro peccato e prendici in eredit (Un:xaltfnU). Cfr. anche
Zc 2,16.
152
Dt 26,18: e il Signore oggi ti ha fatto dichiarare (he)Emr:kf) di essere un popolo di sua propriet, come ti
ha detto, osservando tutti i suoi precetti.
153
Ez 37,28: Le genti riconosceranno che sono io, il Signore, che santifico (m:qadd"$) Israele, quando il mio
santuario sar in mezzo a loro per sempre.
154
2Sam 7,24: Ti sei preparato (watt:kOn"n l:kf) il tuo popolo dIsraele come tuo popolo per sempre, e tu,
Signore, ti sei fatto loro Dio.
155
Il verbo hb ricorre col verbo br nello stesso versetto in: Dt 4,37; Dt 10,15; Is 41,8; Sal 47,5; 78,68. Tra i
vari contesti va certamente richiamato il testo di Ml 1,2 che presenta lopposizione tra Giacobbe amato ed Esa
odiato, ancor pi importante per unermeneutica dellelezione entro la teologia neotestamentaria paolina (cfr. Rm
9,13). Questo aspetto solo in parte recuperato dallautore a p. 140, punto c) nella sezione teologica conclusiva.
156
Il verbo brk ricorre col verbo br nello stesso versetto in: Dt 14,24; 16,15; 21,5; Is 66,3.
157
Rileva i seguenti valori di sintesi sul piano della riflessione di teologia biblica: a) lelezione appartiene alla
logica dellaccadimento storico; b) in essa direttamente coinvolto e compromesso Yhwh; c) lamore la radice
profonda dellelezione, manifesta talvolta tratti di irrazionalit; d) lamore manifestato ai patriarchi a fondamento
dellelezione; e) Yhwh il Dio che opera lelezione; f) Israele il popolo eletto; g) il triplice dono divino: la terra, Sion
e la dinastia davidica.
- 31 148

a. Campo lessicale, associativo o semantico: valutazione metodologica dei contributi


recensiti
Lesito del cammino teorico e critico ha cos ricentrato lattenzione esplicita sul dibattuto
problema della semantica del discorso biblico. Tale problematica, nelle sue punte attuali pi
avanzate, sembra essere contesa entro due poli: quello della linguistica generale, della semiotica e
dello strutturalismo e quello proveniente da una sensibilit filosofica e, in specie, dallermeneutica
testuale. Mentre questultima tende a cogliere il luogo semantico a partire da ambiti concettuali che
a loro volta vengono verbalizzati, la prima mostra pi marcatamente lintento a categorizzare i tratti
semantici distintivi dei lemmi studiati. Entro queste due anime possiamo collocare, in progressione,
la metodologia del campo lessicale, del campo associativo e del campo semantico: man
mano che ci si discosta da unanalisi lessicale, collocata sullasse paradigmatico, in direzione di una
semantica della frase e del discorso, il controllo critico appare sempre meno preciso e incapace di
oggettivit.158
Le posizioni pi rigorose, rivolte anzitutto alla formalizzazione dellambito di competenza del
campo lessicale, provengono per lo pi dalla linguistica generale, strutturata secondo
procedimenti analoghi alla sperimentazione scientifica, con analisi di laboratorio. Una semantica
controllata al livello del lessico, con classificazioni precise finalizzate a una codificazione dei valori
lessicalizzati dei termini in analisi, rappresenta la punta pi avanzata delle scienze del linguaggio
rivolte allinteresse semantico.159 La provenienza della linguistica generale dallambito di analisi
della lingua parlata ha richiesto un adeguamento metodologico rispetto alla problematica della
testualit: la struttura del linguaggio, infatti, nella sua forma scritta, prevede una rivisitazione delle
coordinate basilari dellanalisi lessicale e, conseguentemente, dellinnovazione semantica che si
presenta in modo distinto tra loralit e la scrittura. Ad es. le ricerche che fanno capo al progetto
SAHD160 risolvono tale tensione attraverso il contributo di una linguistica pragmatica che tenda a
stabilire una relazione diretta tra il lessema e la sua referenza contestuale e diacronica nellambito
del discorso biblico.161 Lesito delle pi avanzate ricerche in campo semantico teso ad alimentare
una forma di banca dati che raccolga la pi vasta gamma di significati catalogabili entro un lessico,
sincronicamente e diacronicamente organizzato secondo lo sviluppo semantico. Alla luce di questi
aspetti, la strumentazione del campo lessicale quella che appare epistemologicamente pi
fondata e sottoposta ad analisi di laboratorio linguistico. I procedimenti legati alla metodologia del
campo associativo sembrano meno regolamentati perch gi parzialmente spostati sullasse della
referenza concettuale. A maggior ragione le eventuali accezioni di campo semantico.
La proposta avanzata in sede di teoria dellopera letteraria da parte del filosofo francese Paul
Ricoeur permette di intuire un esito necessario dellattivit di ricerca nellorizzonte semantico che
non si autolimiti entro luniverso lessicalizzato pensato come luogo precipuo dellinnovazione
semantica. Infatti, lanalisi condotta ha passato in rassegna, per il secolo XX, le opere pi
importanti dedicate al lessico biblico (ebraico e greco) con finalit teologica, muovendo da una
visione enciclopedica fondata sui vocaboli, disposti alfabeticamente, in direzione degli approcci
collegati alla linguistica generale, alla semiotica e allo strutturalismo. Lorganizzazione alfabetica,
come gi stato accennato, non rimanda soltanto ad uno schema confezionato e usuale entro il
quale collocare tutti i termini del lessico presi in esame, bens rappresenta una riduzione del
linguaggio ai suoi elementi minimi di codificazione. Come lalfabeto contiene in s potenzialmente
tutti i segreti di una lingua, ovvero tutti i valori fonetici e semantici di un codice linguistico, cos
unorganizzazione alfabetica di una cultura, attraverso i suoi vocaboli, diventa uno strumento
158

Ricordiamo che lingenua sovrapposizione dellambito lessicale con quello concettuale era alla base della
critica di J. Barr alla monumentale opera del Kittel.
159
Cfr. i progetti presentati sopra al capitolo: I contributi della semiotica e della semantica strutturale.
160
Cfr. sopra alla nota 119.
161
Per questi aspetti cfr. soprattutto: I. ZATELLI, Pragmalinguistics and Speech-Act Theory as Applied to
Classical Hebrew, in Zeitschrift fr Althebraistik 6(1993), 60-73; IDEM, The Study of Ancient Hebrew Lexicon:
Application of the Concepts of Lexical Field and Funcional Language; P. FRONZAROLI, Componential Analysis, in
Zeitschrift fr Althebraistik 6(1993), 79-91.
- 32 -

comodo per una definizione concettuale. Il riferimento al radicale etimologico dei termini in analisi
divenuto uno dei cavalli di battaglia maggiormente considerati dalla linguistica comparata accanto
alla descrizione dei vari significati assunti dal termine nei diversi contesti storici entro una
prospettiva diacronica. Cos la semantica si trasformata in collettore di significati disposti, per lo
pi alfabeticamente, in un dizionario biblico-teologico in virt di una storia degli effetti del
termine. Tale esito, con metodo distinto, garantito dagli approcci diacronici e sincronici al testo,
come sopra abbiamo messo in evidenza.
Loggetto della nostra ricerca verte sullelezione dIsraele, espressione che evoca una
concettualizzazione biblico-teologica che instaura uno scarto di senso rispetto alle singole e
autonome idee di elezione e di Israele. Questa espressione non si riduce a un approccio
meramente lessicalizzato poich la sua appartenenza allasse sintagmatico della combinazione,
appunto, innova semanticamente, nella relazione, i termini isolati di elezione e di Israele. Per
questo motivo, la scelta suggerita dal presente studio quella di collocare la ricerca nellambito di
una semantica del discorso biblico, luogo originario entro il quale indagare le coordinate di senso
nel lessico e oltre il lessico tradizionalmente attribuito al tema in oggetto.162
b. Lelezione dIsraele nellambito di una semantica del discorso biblico
La semantica del discorso, originaria rispetto a quella della frase e della parola
secondo Ricoeur, quando applicata a un tema biblico assume la forma contestuale di semantica
del discorso biblico. Ci significa che per poter analizzare un tema trattato dalle Scritture non
sufficiente una competenza filologica o linguistica, bens anche richiesta una competenza
ermeneutica relativa alla struttura tipica del pensiero biblico testualmente configurato. Una
semantica del discorso biblico , in ultima istanza, la preoccupazione sempre viva per il
messaggio finale di un testo, lattenzione sempre vigile ai livelli in cui si genera il significato
evitando la frapposizione indebita che ingenera confusione e inconsistenza critica. Una semantica
del discorso biblico ancor prima di essere preoccupata delle parti singole con cui si compone il
testo sacro si espone sullintero mondo testuale, ne abbraccia le dimensioni lunghe, coglie anzitutto
la logica del macro-testo, prima ancora di planare sul micro-testo. Per questo necessaria una
teoria dellopera letteraria per comprendere come si legge il testo biblico prima ancora di
studiarne i significati collegati alle singole parole. Mentre cresce latto di lettura entro forme
distinte del discorso biblico, viene creata, corretta e implementata lidea dellelezione di Israele
dove laccumulo di senso non si mostra nella lista di citazioni di passi in cui ricorre il termine
tecnico di elezione, bens nellinter-testualit, luogo di creazione articolato del senso che si d al
livello sintagmatico del discorso biblico lungo lintero atto di lettura.
c. Il campo della testualit biblico-canonica e le altre testualit
Per questo motivo, accanto alla babelica definizione di campo semantico optiamo, in modo
inconsueto, per unaccezione ardita, quella che ricentra lattenzione sulla testualit delimitata quale
luogo sorgivo del senso. Il sorgere e il crescere della categoria teologica dellelezione di Israele
avr cominciamenti ed esiti diversi rispetto al tipo di testualit -vero campo di indagine- che
viene assunta per lanalisi. Cos, riconfermando le riflessioni metodologiche poste a principio di
questo studio, il campo semantico dellelezione di Israele dovr anzitutto definirsi per la
tipicit della sua testualit, quale significato innovativo di campo semantico: quella ebraica
(TaNaK) o quella cristiana (Bibbia) che rimandano, rispettivamente, a due tradizioni teologiche,
linguistiche e canoniche, due comprensioni distinte dei valori in gioco.
Necessita quindi produrre una riflessione contestuale entro le distinte tradizioni canoniche e
cogliere quanto una categoria teologica, formulata nelle pagine del testo ebraico, venga poi ripresa e
rilanciata in virt della relazione testuale della Bibbia greca di tradizione cristiana che ne elabora
unermeneutica distinta.
Lignoranza delle coordinate ermeneutiche sul macro-testo un difetto metodologico
regolarmente rappresentato e alimentato nei vari approcci centrati sulle semantiche lessicali, per
162

Basti considerare lelenco dei vocaboli raccolti lungo la recensione dei vari dizionari biblico-teologici.
- 33 -

nulla preoccupate dellelaborazione innovativa del senso entro le dimensioni macro-testuali di una
tradizione canonica.
La metodologia dei campi semantici, secondo le tradizioni canoniche, potrebbe trasformarsi
in una preziosa strumentazione offerta a una teologia biblica per temi, ancora troppo sottoposta oggi
allarbitrariet dellinterprete. Essa riterr il lavoro lessicale fin qui prodotto punto di partenza per
una semantica del discorso biblico da verificarsi lungo litinerario di comprensione del senso
complessivo. Solo una semantica del discorso potr dunque donare consistenza fondativa ad una
teologia che voglia raccogliere lo sviluppo tematico dellintero libro biblico. E lesempio
dellelezione di Israele potrebbe divenire un ottimo laboratorio di analisi concreta nel contesto
delle varie comprensioni canoniche ed estendersi anche in ambito extracanonico, per i testi giudaici
o cristiani antichi. Esso funzioner in modo distinto rispetto al contesto entro il quale viene
analizzato, rispettando le varie forme testuali di discorso.
Il presente contributo si conclude nel punto in cui dovrebbe avviarsi lelaborazione del tema
che si preannuncia con esiti distinti, rispetto ai sistemi concettuali di riferimento delle diverse
tradizioni canoniche.
In sintesi, lelezione di Israele, come qualsiasi altro tema biblico non riconducibile ad
una mera lessicalizzazione, pare non possa divenire oggetto di studio, in senso pieno, della
metodologia del campo lessicale e neppure di quella del campo associativo, bens solo
dellapproccio tipico dei campi semantici ripensati, per, entro unermeneutica canonica delle
tradizioni credenti.

- 34 -

4.

BIBLIOGRAFIA CONSULTATA O CITATA NEL CONTRIBUTO

AA. VV., Dictionnaire de linguistique, Paris: Libraire Larousse 1973.


ALETTI, J. - N., Exgse biblique et smiotique: Quels enjeux?, Recherches de science religieuse 80/1 (1992) 9-28.
ALMEIDA, Y., Loprativit smantique des rcits-paraboles. Smiotique narrative et textuelle, Hermeneutique du
discours religieux, Bibliothque des cahiers de lInstitut de linguistique de Louvain 13, Louvain: Peeters
Press; Paris: Du Cerf 1978.
ALTMANN, P., Erwhlungstheologie und Universalismus im Alten Testament, Beihefte zur Zeitschrift fr die
Alttestamentliche Wissenschaft 92, Berlin: Verlag Alfred Tpelmann 1964.
ANGELINI, G. (a cura di), La Rivelazione attestata. La Bibbia fra Testo e Teologia, Raccolta di Studi in onore del
Cardinale Carlo Maria Martini Arcivescovo di Milano per il suo LXX compleanno, Quodlibet 7,
Milano: Glossa 1998.
BALDINGER, K., Semantic Theory. Towards a Modern Semantics, Translated by William C. Brown and edited by Roger
Wright, Oxford: Basil Blackwell 1980.
BALLY, CH., Linguistica generale e linguistica francese, Introduzione e appendice di Cesare Segre, Biblioteca di
linguistica 1, Milano: Il Saggiatore 1971 [tit. or.: Linguistique gnrale et linguistique franiase, Bern:
Francke Verlag 1950].
BALZ, H. - SCHNEIDER, G. (Hrsg.), Exegetisches Wrterbuch zum Neuen Testament. Band I: vAarw,n - `Enw,c , Stuttgart:
Kohlhammer 1992 (or. 1979).
BARBAGLIA, S., La rilevanza ermeneutica delle disposizioni canoniche dei testi nelle sacre Scritture: Metodo ed
esemplificazioni, in: S. BARBAGLIA (a cura di), E fu per la mia bocca dolce come il miele (Ez 3,3). Il
testo biblico in tensione tra fissit canonica e mobilit storica. Atti dellXI Convegno di Studi
Veterotestamentari (Torreglia, 6-8 Settembre 1999), Ricerche Storico-Bibliche 1, Bologna: EDB 2001,
185-268.
BARR, J., The Semantic of Biblical Language, Oxford: Oxford University Press 1961 [tr. it.: Semantica del linguaggio
biblico, Bologna: Il Mulino 1968].
BARR, J., Reading the Bible as Literature, Bulletin of the John Rylands Library 56 (1973) 10-33.
BARR, J., Biblical Language and Exegesis. How Far Does Structuralism Help Us?, Kings Theological Review 7
(1984) 48-52.
BARR, J., Scope and Problems in the Semantics of Classical Hebrew, Zeitschrift fr Althebraistik 6 (1993) 3-14.
BARR, J., The Synchronic, the Diachronic and the Historical: A Triangular Relationship, in: J. C. DE MOOR (ed.),
Synchronic or Diachronic? A Debate on Method in Old Testament Exegesis, OST 34, Leiden-New YorkCologne: Brill 1995, 1-14.
BARR, J., The Concept of Biblical Theology. An Old Testament Perspective, Philadelphia: Fortress Press 1999.
BARRY, P., Exegesis and Literary Cristicism, Scripture Bulletin 20,2 (1990) 28-33.
BERGER, K., Exegese des Neuen Testaments. Neue Wege vom Text zur Auslegung, Uni-Taschenbcher 658,
Heidelberg: Quelle & Meyer 1977.
BEST, E., The Literal Meaning of Scripture, the Historical Critical Method and the Interpretation of Scripture,
Proceedings of the Irish Biblical Association 5/1981.
BODINE, W. R., Linguistics and Biblical Studies, in: D. N. FREEDMAN (ed.), The Anchor Bible Dictionary 4, New
York - London - Toronto - Sydney - Auckland: Doubleday 1992, 327-333.
BOECKH, A., Enzyklopdie und Methodologie der philologischen Wissenschaften, Herausgegeben von Ernst
Bratuscheck, Leipzig: Druck und Verlag von B. G. Teubner 1877.
BOTTERWECK, G. J. - RINGGREN, H. (Hrsg.), Theologisches Wrterbuch zum Alten Testament. Band I: b-glh, StuttgartBerlin-Kln-Mainz: W. Kohlhammer 1973.
BROWN, C. (ed.), The New International Dictionary of New Testament Theology, Translated, with additions and
revisions, from the German Theologisches Begriffslexikon zun Neuen Testament edited by Lothar
Coenen, Erich Beyreuther and Hans Bietenhard, Grand Rapids, Michigan: Zondervan Publishing House
1986 (f. ed. 1975).
CAQUOT, A., Naissance de la mthode critique. Colloque du centenaire de lcole biblique et archologique franaise
de Jrusalem, Paris: Les ditions du Cerf 1992.
CERISOLA, P. L., La critica semiotico-strutturalistica, Nuova Universale Studium 38, Roma: Studium 1980.
CHARPENTIER, ., Introduzione alla lettura strutturalistica della Bibbia, Traduzione a cura della Comunit di Bose,
Bibbia-Oggi: Strumenti per vivere la Parola, Torino: Gribaudi 1978.
COENEN, L., Erwhlung/Berufung, in: L. COENEN - K. HAACKER (Hrsg.), Theologisches Begriffslexikon zum Neuen
Testament. Neubearbeitete Ausgabe begrndet durch Erich Beyreuther, Hans Bietenhard und Lothar
Coenen, Wuppertal: R. Brockhaus Verlag; Neukirchen - Vluyn: Neukirchener 1997, 385-402.
COENEN, L. - BEYREUTHER, E. - BIETENHARD, H. (Hrsg.), Theologisches Begriffslexikon zum Neuen Testament. I-II,
Wuppertal: Theologischer Verlag Rolf Brockhaus 1967-1971.
COENEN, L. - HAACKER, K. (Hrsg.), Theologisches Begriffslexikon zum Neuen Testament, Neubearbeitete Ausgabe
- 35 -

begrndet durch Erich Beyreuther, Hans Bietenhard und Lothar Coenen, Wuppertal: R. Brockhaus Verlag;
Neukirchen - Vluyn: Neukirchener 1997.
COMMISSION BIBLIQUE PONTIFICALE, Llection dIsral, Nova et Vetera 77 (2002) 26-33.
COSERIU, E., . El problema del cambio lingstico, Montevideo: s.c.e. 1958.
COSERIU, E., Lexikalische Solidaritten, Poetica 1 (1967) 293-303.
COSERIU, E., Sistema, norma, parola, in: , Studi in onore di Vittore Pisani. Vol. I, Brescia: Paideia 1969, 235-253.
COSERIU, E., Gramtica, semntica, universales. Estudios de lingstica funcional, Biblioteca romnica hispnica. II.
Estudios y ensayos 280, Madrid: Editorial Gredos 1978.
COSERIU, E., Introduccin a la lingstica, Biblioteca romnica hispnica. III. Manuales 65, Madrid: Editorial Gredos
1986.
CREMER, H. - KGEL, J. (Hrsg.), Biblisch-theologisches Wrterbuch des neutestamentlichen Griechisch, Gotha:
11
Leopold Klotz Verlag 1923 (or. 1915) .
DE SAUSSURE, F., Cours de linguistique gnrale, Publi par Charles Bally et Albert Sechehaye, Bibliothque
scientifique, Paris: Payot 1960 (or. 1916).
DEIST, F., The Nature of Historical Understanding, Old Testament Essays 6 (1993) 384-398.
DELORME, J., Analyse smiotique du discours et tude de la Bible, Smiotique et Bible 66 (1992) 37-44.
DELORME, J., Smiotique, in: AA. VV., Dictionnaire de la Bible. Supplment. Vol. XII, Paris: Letouzey & An 1996,
281-333.
DEXUNGER, F., Erwhlung: II. Judentum, in: G. KRAUSE - G. MLLER (Hrsg.), Theologische Realenzyklopdie X.
Erasmus - Fakultten, Theologische, TRE 10, Berlin - New York: De Gruyter 1982, 189-192.
DI MARCO, A. - S., PEMPW: per una ricerca del campo semantico nel NT, in Rivista Biblica 40 (1992) 385-419.
DAZ CASTRILLN, C., Leer el texto. Vivir la palabra. Manual de iniciacin a la lectura estructural de la Biblia, Estella:
Editorial Verbo Divino 1988.
DIETRICH, W. - GECKELER, H. (edd.), Logos semantikos. Vol. III: Semantik, Semntica, Smantique, Semantics, Studia
linguistica in honorem Eugenio Coseriu (1921-1981), Berlin - New York: De Gruyter; Madrid: Editorial
Gredos 1981.
DONALD, T., The Semantic Field of Folly in Proverbs, Job, Psalm, and Ecclesiastes, Vetus Testamentum 13 (1963)
285-292.
DONALD, T., The Semantic Field of Rich and Poor in the Wisdom Literature of Hebrew and Accadian, Oriens
Antiquus 3 (1964) 27-41.
ECKERT, J., eklegomai auswhlen, erwhlen - eklektos erwhlt, in: H. BALZ - G. SCHNEIDER (Hrsg.), Exegetisches
Wrterbuch zum Neuen Testament. Band I, Stuttgart-Berlin-Kln: Verlag W. Kohlhammer 1979, coll.
1012-1020.
ECKERT, J., Erwhlung: III. Neues Testament, in: G. KRAUSE - G. MLLER (Hrsg.), Theologische Realenzyklopdie
X. Erasmus - Fakuktten, Theologische, 10, Berlin - New York: De Gruyter 1982, 192-197.
ECO, U., Trattato di semiotica generale, Studi Bompiani, Milano: Bompiani 1975.
ECO, U., Semiotica e filosofia del linguaggio, Einaudi Papaerbacks 151, Torino: Einaudi 1984.
EGGER, W., Metodologia del Nuovo Testamento. Introduzione allo studio scientifico del Nuovo Testamento, Studi
biblici 16, Bologna: EDB 1989.
FOSSION, A., Lire les critures. Thorie et pratique de la lecture structurale, critures 2, Brussel: Lumen Vitae 1980.
FRONZAROLI, P., Sulla struttura dei colori in ebraico biblico, in: Studi in onore di Vittore Pisani. Vol. I, Brescia:
Paideia 1969, 377-389.
FRONZAROLI, P., Componential Analysis, Zeitschrift fr Althebraistik 6 (1993) 79-91.
FUSCO, V., Un secolo di metodo storico nellesegesi cattolica (1893-1993), Studia Patavina 41,2 (1994) 341-398.
GALMICHE, M., Semntica generativa, Versin espaola de Segundo lvarez, Biblioteca romnica hispnica. Manuales
46, Madrid: Editorial Gredos 1980.
GARRETT, D. A., Historical Criticism of the Old Testament, in: D. S. DOCKERY - K. A. MATTHEWS - R. B. SLOAN
(edd.), Foundations for Biblical Interpretation. A Complete Library of Tools and Resources, Nashville,
TN: Broadman & Holman 1994, 187-204.
GECKELER, H., Semntica estructural y teora del campo lxico, Biblioteca romnica hispnica. II. Estudios y ensayos
241, Madrid: Editorial Gredos 1976 [tit. or.: Strukturelle Semantik und Wortfeldtheorie, Mnchen:
Wilhelm Fink Verlag 1971].
GEERAERTS, D., Lexical Field, in: R. E. ASHER - J. M. Y. SIMPSON (edd.), The Encyclopedia of Language and
Linguistics. Volume 4, Oxford - New York - Seoul - Tokyo: Pergamon Press 1994, 2144-2146.
GIBSON, A., Biblical Semantic Logic. A Preliminary Analysis, New York: St. Martins Press 1981.
GIRAUD, P., La smantique, Que sais-je? 655, Paris: Presses universitaire de la France 1971.
GIRAUD, P., La smiologie, Que sais-je? Le point des connaissances actuelles 1421, Paris: Presses universitaire de la
France 1971.
GIROUD, J. C. - PANIER, L., Smiotique. Une pratique de lecture et analyse des textes bibliques, Cahiers Evangile
59/1987.
GRECH, P. - RIVA, R., Strutturalismo ed esegesi tradizionale: un bilancio, Rivista Biblica 28 (1980) 337-349.
GREENWOOD, D., Structuralism and the Biblical Text, Religion and Reason 32, Berlin - New York - Amsterdam:
- 36 -

Mouton Publishers 1985.


GREIMAS, A. J., Du sens. I. Essais smiotiques, Paris: ditions du Seuil 1970.
GREIMAS, A. J., Du sens. II. Essais smiotiques, Paris: ditions du Seuil 1983.
GREIMAS, A. J. - LANDOWSKI, E., Pragmatique et smiotique, Actes smiotiques - Documents V,50, Paris: Centre
national de la Recherche Scientifique 1983.
GREIMAS, A. J., Semntica estructural. Investigacin metodolgica, Biblioteca romnica hispnica. III. Manuales 27,
Madrid: Editorial Gredos 1976 [tit. or.: Smantique structurale. Recherche de mthode, Paris: Libraire
Larousse 1966].
GREIMAS, A. J. - COURTES, J. (dd.), Smiotique. Dictionnaire raisonn de la thorie du langage, Langue Linguistique
Communication, Paris: Classiques Hachette 1979.
GREIMAS, A. J. - JAKOBSON, R. - MAYENOWA, M. R. - AUMJAN, S. K. - STEINNITZ, W. - ZOLKIEWSKI, (edd.), Sign Language - Culture, Janua linguarum. Studia memoriae Nicolai van Wijk dedicata. Series maior 1, The
Hague - Paris: Mouton Publishers 1970.
GROUPE DENTREVERNES, Analyse smiotique des textes. Introduction, Thorie, Pratique, Lyon: Presses Universitaires
de Lyon 19855.
GROUPE DENTREVERNES, Segni e Parabole. Semiotica e testo evangelico, Con un saggio di Jacques Geninasca e notacommento di Algirdas Julien Greimas, Bibbia Linguaggio Cultura 2, Leumann (Torino): ELLE DI CI
1982 [tit. or.: Signes et paraboles. Smiotique et texte vangelique, Paris: ditions du Seuil].
GUILLEMETTE, P. - BRISEBOIS, M., Introduzione ai metodi storico-critici, Studi e ricerche bibliche, Roma: Borla 1990
[tit. or.: Introduction aux mthodes historico-critiques, Montral, Canada: La Corporation des Editions
Fides 1987].
GUILLN, J., Medio ambiente de elegir: br, Estudios Bblicos 40 (1982) 1-18.
GUILLN TORRALBA, J. M., Campo asociativo o constelacin semntica de elegir, Cuadernos biblicos 8 (1983) 82-92.
GUNTON, C., Election and Ecclesiology in the Post-Constantinian Church, Scottish Journal of Theology 53 (2000)
212-227.
HARRIS, R. L. - ARCHER, G. L. - WALTKE, B. K. (edd.), Theological Wordbook of the Old Testament. Volume 1,
Chicago: Moody Press 1980.
HARRISVILLE, R. A. - SUNDBERG, W., The Bible in Modern Culture. Theology and Historical-Criticism Method from
Spinoza to Ksemann, Gran Rapids: Eerdmans 1995.
IPSEN, G., Zur Theorie des Erkennens. Untersuchungen ber Gestalt und Sinn sinnloser Wrter, Mnchen: C. H.
Beck'sche sd..
JACKSON, B. S, Studies in the of Biblical Law, Journal for the Study of the Old Testament. Supplement Series 314,
Sheffield: JSOT Press 2000.
JACQUES, X., List of New Testament Words Sharing Common Elements. Supplement to Concordance or Dictionary,
Scripta Pontificii Instituti Biblici 119, Rome: Biblical Institute 1969.
JACQUES, X., Index des mots apparents dans la Septante. Complment des Concordances et Dictionnaires, Subsidia
Biblica 1, Roma: Pontificio Istituto Biblico 1972.
JAKOBSON, R., Essai de Linguistique gnrale, Traduit et prfac par Nicolas Ruwet, Arguments 14, Paris: Les ditions
de Minuit 1963.
JAKOBSON, R., Essai de Linguistique gnrale. Rapports internes et externes du langage, Traduit et prfac par Nicolas
Ruwet, Arguments 57, Paris: Les ditions de Minuit 1973.
KATHOLISCHEN BIBELWERK E. V. (Hrsg.), Dynamik im Wort. Lehre von der Bibel Leben aus der Bibel, Festschrift aus
Anla des 50jrigen Bestehens des Katholischen Bibelwerks in Deutschland (1933-1983), Stuttgart:
Verlag Katholisches Bibelwerk GmbH 1983.
KECK, L. E., In the New Testament a Field of Study? or, From Outler to Overbeck and Back, The Second Century 1
(1981) 19-35.
KOCH, T., Erwhlung: IV. Dogmatisch, in: G. KRAUSE - G. MLLER (Hrsg.), Theologische Realenzyklopdie X.
Erasmus - Fakuktten, Theologische, TRE 10, Berlin - New York: De Gruyter 1982, 197-205.
KOCH, K., Zur Geschichte der Erwhlungsvorstellung in Israel, Zeitschrift fr die alttestamentliche Wissenschaft 67
(1955) 205-226.
KOERNER, E. F. K. - ASHER, R. E. (edd.), Concise History of the Language Sciences. From the Sumerians to the
Congnitivists, Oxford - New York - Toronto - Sydney - Paris - Frankfurt: Pergamon Press 1995.
KRAUS, H. - J., L'Antico Testamento nella ricerca storico-critica dalla Riforma ad oggi, Collana di studi religiosi,
Bologna: Il Mulino 1975 [tit. or.: Geschichte der historisch-kritischen Erforschung des Alten Testaments,
Neukirchen-Vluyn: Neukirchener Verlag 1969].
KRIEGER, M., A Window to Criticism. Shakespeare's Sonnets and Modern Poetics, Princeton, NJ: Princeton University
Press 1964.
LABAHN, A., Wort Gottes und Schuld Israels. Untersuchungen zu Motiven deuteronomistischer Theologie im
Deuterojesajabuch mit einem Ausblick auf das Verhltnis von Jes 40-55 zum Deuteronomismus, Beitrge
zur Wissenschaft vom Alten und Neuen Testament 143, Stuttgart - Berlin- Kln: Kohlhammer 1999.
LACK, R., Letture strutturaliste dell'Antico Testamento, Ricerche teologiche, Roma: Borla 1978.
LEHRER, A., Semantic Fields and Lexical Structure, North-Holland Linguistic Series 11, Amsterdam - London: North- 37 -

Holland Publishing Company; New York: American Elsevier Publishing Company 1974.
LINKE, A. - NUSSBAUMER, M. - PORTMANN, P. R., Studienbuch Linguistik, Ergnzt um ein Kapitel Phonetik und
Phonologie von Urs Willi, Kollegbuch 121, Tbingen: Max Niemeyer Verlag 1996.
LBBE, J., An Old Testament Dictionary of Semantic Domains, Zeitschrift fr Althebraistik 9 (1996) 52-57.
LUTZEIER, P. R. (Hrsg.), Studien zur Wortfeldtheorie, Linguistische Arbeiten 288, Tbingen: Max Niemeyer Verlag
1993.
LYONS, J., Introduction to Theoretical Linguistics, Cambridge - New York - New Rochelle - Melbourne - Sydney:
Cambridge University Press 1968.
LYONS, J., Semantics. Volume I, Cambridge - London - New York - Melbourne: Cambridge University Press 1977.
LYONS, J., Semantics. Volume 2, Cambridge - London - New York - Melbourne: Cambridge University Press 1977.
LYONS, J., Smantique linguistique, Traduit par Jacques Durand et Dominique Boulonnais, Paris: Libraire Larousse
1980.
LYONS, J., Structural Semantics. An Analysis of Part of the Vocabulary of Plato, Publications of the Philological
Society 20, Oxford: Basil Blackwell 1963.
MAIER, G., Das Ende der historisch-kritichen Methode, Wuppertal: Rolf Brockhaus 1974.
MAIER, G., The End of the Historical-critical Method, St. Louis: Concordia 1977.
MAINVILLE, O., La Bible au creuset de lhistoire. Guide dexgse historico-critique, Sciences bibliques 1, MontralParis: Mdiaspaul 1995.
MARCHESE, A., Dizionario di retorica e stilistica. Arte e artificio nell'uso delle parole retorica, stilistica, metrica, teoria
4
della letteratura, Dizionari, Milano: Mondadori 1984 .
MARCHESE, A., Lofficina del racconto. Semiotica della narrativit, Oscar saggi 193, Milano: Mondadori 1990.
MARK, W. - ODEN, J., Mastering New Tetament Greek Vocabulary through Semantic Domains, Michigan: Grand
Rapids 2003.
MARTINI, G. (dir.), Nuovi metodi della ricerca storica. Atti del convegno nazionale di Scienze Storiche, Salerno, 23-27
aprile 1972, Studi Storici, Milano 1977.
MEYER, B. F., The Challenges of Text and Reader to the Historical-Critical Method, Concilium 1 (1991) 3-12.
MILNE, P. J., Vladimir Propp and the Study of Structure in Hebrew Biblical Narrative, Bible and Literature Series 13,
Sheffield: Sheffield Accademic Press 1988.
MOOR, J. C. DE (ed.), Synchronic or Diachronic?. A debate on Method in Old Testament Exegesis, OTS 34, LeidenNew York-Cologne: Brill 1995.
MORY, I., Die Bedeutung der Erwhlungsvorstellung fr die Ausprgung eines monotheistischen Gottesglaubens. Eine
Untersuchung zum br-Begriff bei Deuterojesaja und im Deuteronomium, Dissertation im Fachbereich
Altes Testament, 1998.
MURAOKA, T., (ed), Studies in Ancient Hebrew Semantics (Abr-Nahrain Sup. 4), Louvain: Peeters Press 1995.
MURAOKA, T., (ed), Semantics of Ancient Hebrew (Abr-Nahrain Sup. 6), Louvain: Peeters Press 1998.
NEUSNER, J., Beyond Historicism, After Structuralism. Story as History in Ancient Judaism, Brunswick: Bowdoin
College 1980.
NEWMAN, B. M., A Concise Greek-English Dictionary of the New Testament, London: United Bible Societies 1971.
NICOLE, E., br, in: W. A. VANGEMEREN (ed.), The New International Dictionary of Old Testament Theology and
Exegesis, Grand Rapids, Michigan: Zondervan Publisching House 1997, 1156.
NIDA, E. A., Componential Analysis of Meaning. An Introduction to Semantic Structures, Approaches to Semiotics 57,
The Hague - Paris: Mouton Publishers 1975.
NIDA, E. A., Exploring Semantic Structures, Internationale Bibliothek fr allgemeine Linguistik 11, Mnchen: Wilhelm
Fink Verlag 1975.
NOBLE, P. R., Synchronic and Diachronic Approaches to Biblical Interpretation, Journal of Literature and Theology
7,2 (1993) 133-148.
OGDEN, C. K. - RICHARDS, I. A., The Meaning of Meaning. A Study of the Influence of Language upon Thought and of
the Science of Symbolism, International Library of Psychology, Philosophy and Scientific Method,
London: Routledge & Kegan Paul 1956.
OSWALT, J. N., bar to choose, elect, decide for, in: R. L. HARRIS - G. L. ARCHER - B. K. WALTKE (edd.),
Theological Wordbook of the Old Testament. Volume 1, Chicago: Moody Press 1980, 100-101.
PANASIEWIEZ, R., Eleccin y exclusivismo, Missiones extranjeras 169-170 (1999) 25-45.
PANIER, L. (d.), Le temps de la lecture. Exgse biblique et smiotique, Recueil dhommages pour Jean Delorme,
Lectio Divina 155, Paris: Les ditions du Cerf 1993.
PATTE, D., What Is Structural Exegesis?, Guide to Biblical Scholarship. New Testament Series 13, Philadelphia:
Fortress 1976.
PATTE, D. - PATTE, A., Structural Exegesis: From Theory to Practice. Exegesis of Mark 15 and 16 Hermeneutical
Implications, Philadelphia: Fortress Press 1978.
PATTE, D., Structural Exegesis for New Testament Critics, Guides to Biblical Scholarship. New Testament Series,
Philadelphia: Fortress Press 1990.
PATTE, D., The Religious Dimensions of Biblical Texts. Greimas's Structural Semiotics and Biblical Exegesis, SBL
- 38 -

Semeia Studies, Atlanta: Scholars Press 1990.


PATTE, D., Thinking in Signs. Semiotics and Biblical Studies... Thirty Years After, Semeia 81/1998.
PERROT, J., Les langues dans le monde ancien et moderne. Troisime partie: Les langues chamito-smitiques, Textes
runis par David Cohen, Paris: ditions du Centre National de la Recherche Scientifique 1988.
POLAND, L. M., Literary Criticism and Biblical Hermeneutics. A Critique of Formalist Approaches, AAR Academy
Series 48, Atlanta: Scholars Press 1985.
POLZIN, R. M., Biblical Structuralism. Method and Subjectivity in the Study of Ancient Texts, Semeia Supplements
5/1977.
PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, Linterpretazione della Bibbia nella Chiesa. Discorso di Sua Santit Giovanni
Paolo II e Documento della Pontificia Commissione Biblica, Citt del Vaticano: Libreria editrice vaticana
1993.
POSNER, R. - ROBERING, K. - SEBEOK, TH. A. (Hrsg.), Semiotik - Semiotics. Ein Handbuch zu den zeichentheoretischen
Grundlagen von Natur und Kultur - A Handbook on the Sign-Theoretic Foundations of Nature and
Culture, Handbcher zur Sprach- und Kommunikations-wissenschaft 13.1, Berlin - New York: Walter de
Gruyter 1997.
POTTIER, B., Semantique et logique, Ouvrage publi avec le concours du Centre Nationale de la Recherche Scientifique,
Paris: Jean-Pierre Delarge 1976.
POWELL, M. A., What is Literary about Literary Aspects?, Semeia 31 (1992) 41-50.
RAURELL, F., El mtodo histrico-crtico frente a las lecturas fundamentalistas y integristas de la Biblia,
Laurentianum 1994 (273-318) .
RAVASI, G., Bibbia e semiotica, Rivista del clero italiano 73 (1992) 181-191.
RENDTORFF, R., Die Erwhlung Israels als Thema der deuteronomischen Theologie, in: J. JEREMIAS - L. PERLITT
(Hrsg.), Die Botschaft und die Boten. Festschrift fr Hans Walter Wolff zum 70. Geburtstag, Neukirchen Vluyn: Neukirchener 1981, 75-86.
RENDTORFF, R., El, Baal und Jahwe: Erwgungen zum Verhltnis von kanaanischer und israelitischen Religion,
Zeitschrift fr die alttestamentliche Wissenschaft 78 (1966) 277-292.
RENDTORFF, R., Erwhlung und Thora: Beitrge zur Mitte des christlich-jdischen Gesprchs, in: P. VON DER OSTEN
- SACKEN (Hrsg.), Treue zur Thora. Festschrift fr Gnther Harder zum 75. Geburtstag, Berlin: Institut
Kirche und Judentum 1977, 9-12.
REUMANN, J., After Historical Criticism, what? Trends in Biblical Interpretation and Ecumenical, Interfaith
Dialogues, Journal of Ecumenical Studies 29 (1992) 55-86.
RICOEUR, P., La Metafora viva. Dalla retorica alla poetica: per un linguaggio di rivelazione, Di fronte e attraverso 69,
Milano: Jaca Book 1986 [tit. or.: La mtaphore vive, Paris: ditions du Seuil 1975].
RICOEUR, P., Interpretation Theory. Discourse and the Surplus of Meaning, Fort Worh, Texas: The Texas Christian
University Press 1976.
RICOEUR, P., Les incidences theologiques des recherches actuelle concernant le langage, Paris: Institut catholique de
Paris 1984.
RICOEUR, P., Tempo e racconto. Volume primo, Di fronte e attraverso 165, Milano: Jaca Book 1986 [tit. or.: Temps et
rcit. Tome I, Paris: ditions du Seuil 1983].
RICOEUR, P., Tempo e racconto.Volume secondo. La configurazione nel racconto di finzione, Di fronte e attraverso 183,
Milano: Jaca Book 1987 [tit. or.: Temps et rcit II. La configuration dans le rcit de fiction, Paris: ditions
du Seuil 1984].
RICOEUR, P., Tempo e racconto. Volume terzo. Il tempo raccontato, Di fronte e attraverso 217, Milano: Jaca Book 1988
[tit. or.: Temps et rcit III. Le temps racont, Paris: ditions du Seuil 1985].
RIESENER, I., Der Stamm br im Alten Testament. Eine Wortuntersuchung unter Bercksichtigung neuerer
sprachwissenschaftlicher Methoden, Berlin - New York: De Gruyter 1979.
RIVA, R., Analisi strutturale ed esegesi biblica. Lingua e parola. Costrizioni di sistema e opzioni nella produzione e
interpretazione segnica, Rivista Biblica 28 (1980) 243-284/375-379.
RMER, TH., Les enjeux exgtiques et thologiques du discours sur llection dans lAncien Testament, tudes
Thologiques et Religieuses 72 (1997) 209-218.
ROUX, J. H. LE, Historical Criticism - The End of the Road?, Old Testament Essays 7,4 (1994) 198-202.
ROWLEY, H. H., The Biblical Doctrine of Election, London: Lutterworth Press 1964 (or. 1950).
SAVOCA, G., Iniziazione all'analisi biblica strutturalistica, Messina 1989.
SAWYER, J. F. A., Root-meanings in Hebrew, Journal of Semitic Studies 12 (1967) 37-50.
SAWYER, J. F. A., Semantics in Biblical Research. New Methods of Defining Hebrew Words for Salvation, Studies in
Biblical Theology. Second Series 24, London: SCM Press 1972.
SAWYER, J., What Was a Moia, Vetus Testamentum 15 (1965) 475-486.
SCHARBERT, J., Erwhlung im Alten Testament im Licht von Gen 12,1-3, in: KATHOLISCHEN BIBELWERK E. V.
(Hrsg.), Dynamik im Wort. Lehre von der Bibel Leben aus der Bibel, Stuttgart: Verlag Katholisches
Bibelwerk GmbH 1983, 13-33.
SCHOGT, H. G., Lexical Field, in: TH. A. SEBEOK (ed.), Encyclopedic Dictionary of Semiotics. Tome 1: A-M,
Approaches to Semiotics 73, Berlin - New York - Amsterdam: De Gruyter 1986, 448-451.
- 39 -

SCIUMBATA, M. P., I lessemi a radicale NKR del campo lessicale dei verbi della conoscenza nella Bibbia ebraica,
Rivista Biblica 44 (1996) 3-29.
SCIUMBATA, M. P., Un progetto europeo di un database sulla semantica dellebraico antico (SAHD): Gli studi
preiminari, Henoch 19 (1997) 237-242.
SCRENK, G. - QUELL, G., evkle,gomai, in: G. KITTEL (Hrsg.), Theologisches Wrterbuch zum Neuen Testament 4,
Stuttgart: Kohlhammer 1966, 147-197.
SEEBA, H., bar, in: G. J. BOTTERWECK - H. RINGGREN (Hrsg.), Theologisches Wrterbuch zum Alten Testament I:
b - glh, Stuttgart: Kohlhammer 1973, coll. 594-608.
SEEBA, H., Erwhlung: I. Altes Testament, in: G. KRAUSE - G. MLLER (Hrsg.), Theologische Realenzyklopdie X:
Erasmus - Fakuktten, Theologische, Berlin - New York: De Gruyter 1982, 182-189.
SHAFER, B. E., mbwr / mbr = Fortress, Catholic Biblical Quarterly 33 (1971) 389-396.
SHAFER, B. E., The Root br and Pre-Exilic Concepts of Chosennee in the Hebrew Bible, Zeitschrift fr die
alttestamentliche Wissenschaft 89 (1977) 20-42.
SIMIAN - YOFRE, H. (a cura di), Metodologia dellAntico Testamento, Contributi di Innocenzo Gargano - Stephen Pisano
- Horacio Simian-Yofre - Jean Luis Ska , Studi biblici 25, Bologna: EDB 1994.
SPENCER, R. A. (ed.), Orientation by Disorientation. Studies in Literary Criticism and Biblical Literary Criticism, F.S.
in honor of William A. Beardslee, Pittsburgh Theological Monograph Series 35, Pittsburgh, Pennsylvania:
The Pickwick Press 1980.
STANCIL, B., Structuralism and New Testament Studies, Southwestern Journal of Theology 22 (1980) 41-59.
STEINBERG, D. D. - JAKOBOVITS, L. A. (edd.), Semantics. An Interdisciplinary Reader in Philosophy, Linguistics and
Psychology, Cambridge: Cambridge University Press 1971.
STENGER, W., Metodologia biblica, Giornale di teologia 205, Brescia: Queriniana 1991 [tit. or.: Biblische
Methodenlehre, Dsseldorf: Patmos Verlag 1987].
STRUTHERS MALBON, E. - MC KNIGHT, E. V. (edd.), The New Literary Criticism and the New Testament, JSNT
Supplement Series 109, Sheffield: JSOT Press 1994.
STUHLMACHER, P., Historical Criticism and Theological Interpretation of Scripture, London: SPCK 1979.
THERIAULT, J. - Y., Enjeux de la smiotique greimassienne dans les tudes bibliques, Science et Esprit 45 (1993) 297311.
TODISCO, O., Ermeneutica storiografica, Alba 1977.
TOSATO, A., Per una revisione degli studi sulla metanoia neotestamentaria, Rivista Biblica 23 (1975) 3-45.
TRIER, J., Aufstze und Vortrge zur Wortfeldtheorie, Herausgegeben von Anthony Van der Lee und Oskar Reichmann,
The Hague - Paris: Mouton Publishers 1973.
ULLMANN, S., Semantics. An Introduction to the Science of Meaning, Oxford: Basil Blackwell 1964.
VANGEMEREN, W. A. (ed.), The New International Dictionary of Old Testament Theology and Exegesis, Voll. I-V,
Grand Rapids, Michigan: Zondervan Publisching House 1997.
VANGEMEREN, W. A. (ed.), A Guide to Old Testament Theology and Exegesis. The Introductory Articles from the New
International Dictionary of Old Testament Theology and Exegesis, Grand Rapids, Michigan: Zondervan
Publishing House 1999.
VECCHIO, D., Aporie dello strutturalismo, Sapienza 31 (1978) 93-97.
VIVIAN, A., I campi lessicali della separazione nellebraico biblico, di Qumran e della Mishna: ovvero, applicabilit
della teoria dei campi lessicali allebraico, Quaderni di Semitistica 4, Firenze: Istituto di linguistica e di
lingue orientali. Universit di Firenze 1978.
VRIEZEN, TH. C., Die Erwhlung Israels nach dem Alten Testament, Abhandlungen zur Theologie des Alten und Neuen
Testament 24, Zrich: Zwingli-Verlag 1953.
WASCHKE, E. - J. VON, Die Frage nach Israel als die Frage nach dem Bekenntnis seiner Erwhlung, in: A. MEINHOLD
- R. LUX (Hrsg.), Gottesvolk. Beitrge zu einem Thema biblischer Theologie. Siegfried Wagner zur
Vollendung des 60. Lebensjahres gewidmet, Berlin: Evangelische Verlagsanstalt 1991, 11-28.
WILDBERGER, H., br erwhlung, in: E. JENNI - C. WESTERMANN (Hrsg.), Theologisches Handwrterbuch zum Alten
Testament I: ab - mataj, Mnchen: Chr. Kaiser 1971, coll. 275-300.
WILDBERGER, H., br erwhlen, in: Theologisches Handwrtebuch zum Alten Testaments I, Mnchen: Chr. Kaiser
Verlag; Zrich: Theologischer Verlag 1971, 275-300.
WOTJAK, G. (coord.), Teora del campo y semntica lxica / Theorie des champs et smantique lexicale, Studien zur
romanischen Sprachwissenschaft und interkulturellen Kommunikation 1, Frankfurt am Main - Berlin New York - Paris - Wien: Peter Lang 1998.
WOTJAK, G., Untersuchungen zur Struktur der Bedeutung. Ein Beitrag zur Gegenstand und Methode der modernen
Bedeutungsforschung unter besonderer Bercksichtigung der semantischen Konstituentenanalyse, Berlin:
Max Hueber Verlag 1971.
ZATELLI, I., Il campo lessicale degli aggettivi di purit in ebraico biblico, Quaderni di Semitistica 7, Firenze: Istituto di
linguistica e di lingue orientali. Universit di Firenze 1978.
ZATELLI, I., Pragmalinguistics and Speech-Act Theory as Applied to Classical Hebrew, Zeitschrift fr Althebraistik 6
(1993) 60-73.
- 40 -

ZATELLI, I., br BAR: A Sample Entry for a Database of the Semantics of Classical Hebrew, Quaderni del
Dipartimento di Linguistica - Universit di Firenze 5 (1994) 149-155.
ZATELLI, I., I prodromi della definizione di verbo performativo nelle grammatiche tradizionali dellebraico biblico,
in: P. MARRASSINI (ed.), Semitic and Assyriological Studies. Presented to Pelio Fronzaroli by Pupils and
Collegues, Wiesbaden: Harrassowitz Verlag 2003, 690-697.
ZATELLI, I., The Study of Ancient Hebrew Lexicon: Application of the Concepts of Lexical Field and Funcional
Language, Kusatu 5 (2004) 129-159.
ZIESLER, J., Historical Criticism and a Rational Faith, Expository Times 105,9 (1994) 270-274.
ZIMMERMANN, H., Metodologia del Nuovo Testamento. Esposizione del metodo storico-critico, Torino: Marietti 1971
[tit. or.: Neutestamentliche Methodenlehre. Darstellung der historisch-kritischen Methode, Stuttgart:
Verlag Kath. Bibelwerk 1967].

Don Silvio Barbaglia


C/O Seminario San Gaudenzio
Via Monte San Gabriele, 60
I-28100 NOVARA
Tel./Fax: 0321-431118
Cell.: 349-1272590
E-mail: sbar@libero.it / info@lanuovaregaldi.it

- 41 -

Das könnte Ihnen auch gefallen