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STORIA ROMANA

L'ANARCHIA MILITARE del III secolo (235-283 d.C.)


IMPERATORE

MASSIMINO

il Trace

cronologia

FATTI ESSENZIALI

Soldato originario della Tracia, non ancora cittadino romano alla nascita, non si rec mai
235-238 a Roma, ma trascorse tutto il suo regno in dure campagne militari contro Alamanni,
Sarmati e Daci. Contro di lui, che seguiva una politica fiscale rivolta a sostenere le spese
d.C.
per il mantenimento delle truppe, si rivoltarono il Senato le province africane: cadde
durante l'assedio di Aquileia, una delle citt ribelli, assassinato dai suoi soldati.

GORDIANO I
Esponenti della fazione filo-senatoria, questi imperatori si opposero a Massimino: i primi
GORDIANO II
due furono assassinati dai sostenitori di Massimino; Balbino e Pupieno furono costretti
238-244
BALBINO
dal Senato a rinunciare al trono in favore di Gordiano III, il quale mosse verso l'Oriente,
d.C.
PUPIENO
dove la dinastia persiana dei Sassanidi aveva preso il potere nel 224 d.C. rovesciando gli
GORDIANO III
Arsacidi: mor probabilmente in battaglia o fatto uccidere dal suo successore.
Filippo era il prefetto del pretorio di Gordiano III e si affrett a fare pace coi Sassanidi per

L'Arabo

244-249
accorrere nell'area danubiana minacciata dai movimenti dei barbari Carpi, che respinse.
d.C.
Celebr i mille anni di Roma con giochi grandiosi.

DECIO

Acclamato dalle armate delle Pannonia e della Mesia, dopo aver sconfitto Filippo, fu
costantemente impegnato nella lotta contro i Goti in area balcanica, riportando una prima
249-251
gravissima sconfitta e poi una seconda, nella quale cadde lui stesso, primo imperatore
d.C.
romano a perire per mano barbarica. Le sue persecuzioni contro i cristiani miravano a
difendere la coesione morale dell'impero.

FILIPPO

Questi imperatori sono tutti legati delle regioni danubiane, impegnati nel conflitto con i
TREBONIANO
251-253 Goti e le popolazioni germaniche ad essi alleate: nominati dalle truppe, vengono poi
VOLUSIANO
uccisi dai propri subordinati. Nel frattempo cede anche la frontiera orientale, dove i
d.C.
EMILIANO
Sassanidi si spingono fino ad Antiochia. Emiliano venne ucciso dalle truppe in Italia,
dopo che Valeriano, governatore della Rezia, gli si era ribellato.

VALERIANO

Scelto dalle truppe della Rezia, divide il regno con il figlio Gallieno, per fronteggiare le
duplici minacce contro i confini dell'impero. Tra il 254 ed il 260, infuria la peste, mentre i
Goti penetrano nei Balcani; Alamanni e Franchi attaccano la Gallia; i Sassoni attaccano le
253-260 coste di Gallia e Britannia; in Africa Mauri e Blemi attaccano le province. V. cade
prigioniero in battaglia del Sassanide Shapur, morendo in prigionia.
d.C.
L'impero resta diviso per quasi 15 anni in un'area occidentale (Impero delle Gallie), sotto
Postumo ed i suoi successori, ed in un'area orientale (Regno di Palmira), sotto Settimio
Odenato e poi sotto la regina Zenobia.

GALLIENO

260-268 Oriente a Odenato, in questo modo a conserv il "cuore" centrale dell'impero. Precluse le
cariche militari ai senatori e tolse al Senato il potere di battere moneta. Inizi poi la
d.C.

Gallieno fece un primo tentativo di uscire dalla crisi. Anche se dovette appoggiarsi in
separazione fra magistrature militari e politiche. Potenzi grandemente la cavalleria.

CLAUDIO II
Il Gotico

268-270 Una congiura contro Gallieno lo port al potere. Ottimo generale, sorprende e vince gli
Alamanni (268) ed i Goti nella battaglia di Naisso (269). Mor di peste.
d.C.

AURELIANO

Vince gli Alamanni presso Pavia e gli Iutungi presso Fano; vinta la regina Zenobia,
riassoggetta il regno di Palmira (272) ed il regno delle Gallie. Adotta il titolo di Dominus
270-275 et Deus e introduce il culto del Sole di Emesa (Sol Invictus) come religione di Stato, per
dare legittimit all'imperatore. Ricostruisce ampliandole le mura di Roma. Ebbe il titolo
d.C.
di Restitutor Orbis. Gli succede Claudio Tacito (275-276), anziano senatore e princeps del
Senato, che venne subito trucidato dai soldati.

PROBO

276-282 Difende con successo i confini dell'impero sul Reno e sul Danubio, ridando potere al
Senato, come fondamento della sua legittimit, motivo per cui fu ucciso dalle truppe.
d.C.

Maro Aurelio
CARO

282-284 Numeriano. Un tribunale di alti ufficiali, nominato per chiaire l'accaduto, elesse
imperatore Diocleziano il 17 settembre 284, concludendo il periodo dell'anarchia
d.C.

Lotta vittoriosamente contro i Sassanidi, ma viene poi assassinato coi figli Carino e
militare.

FONTI
Oriente e Occidente: il regno arabo di Palmira
Per quanto dal tempo dell'imperatore Tiberio, la citt siriaca di Palmira si trovasse teoricamente
sotto la sovranit romana, nel corso del II secolo la sua autonomia si consolid. Una delle famiglie
di mercanti acquis la preminenza; i suoi capi portavano i nomi semiti (probabilmente arabi):
Hairan, Odenath e Vaballath.
L'ascesa di uno sceicco di nome Odenath, fra il 262 e il 267, fu dunque conseguenza di una lunga
storia di prosperit commerciale che svilupp ambizioni politiche. In quegli anni, alla testa di un
esercito che comprendeva una cavalleria pesante composta di diverse migliaia di unit e un gran
numero di arcieri reclutati fra i beduini, Odenath assunse dapprima il titolo di imperator, poi quello
di "re dei re".
Odenath venne assassinato in una congiura nel 267 e l'impero da lui creato pass alla moglie Bat
Zadbai, meglio conosciuta col nome di Zenobia, che tenne formalmente la reggenza per il figlio
Vaballath. Mentre Odenath era rimasto subordinato a Roma, Zenobia punt alla creazione di un
vero impero rivale e si fece chiamare pia et augusta.
In base a una pretesa discendenza da Cleopatra, Zenobia legittim la sua conquista dell'Egitto nel
270. Dal 267 visse presso di lei il greco Longino, che la istru sull'arte di governo e le insegn ad
assumere le pose di un sovrano ellenistico. Padrona di Antiochia e di Alessandria, Zenobia fece
prima coniare monete che portavano da una parte l'effigie del figlio e dall'altra quella del legittimo
imperatore Aureliano (270-275); poi, sulle monete dell'impero di Palmira comparvero solo le
immagini di Zenobia e del figlio.
Nel 272 Palmira fu posta sotto assedio: Aureliano offr a Zenobia generose condizioni di resa, ma la
regina gli rispose orgogliosamente che ancora non era stata sconfitta. Alla fine Palmira venne
espugnata: per il 274 Aureliano organizz a Roma il trionfo. I rappresentanti di una quindicina di
popoli sfilarono incatenati: fra loro vi era anche Zenobia, che trascinava pesanti catene d'oro.
In seguito Aureliano scrisse: Sento dire che non mi sarei comportato da uomo recando Zenobia nel
mio trionfo. Ma certo gli stessi che mi criticano mi loderebbero molto se sapessero che tipo di
donna sia quella: avveduta nel prendere decisioni, ferma nei suoi piani, capace di severit o
generosit, secondo quel che richiedano le circostanze. L'imperatore riconobbe che Zenobia aveva
recato grandi vantaggi allo stato romano, conservando l'unit della parte orientale dell'impero. Il suo
consigliere Longino fu condannato a morte, ma lei stessa ottenne il perdono ed una tenuta presso
Tivoli, dove visse sino alla fine dei suoi giorni.

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