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Non passa giorno, ormai, senza che i giornali non si occupino degli esaltanti
progressi della medicina, sia per quanto riguarda la ricerca di base che le
innovazioni tecnologiche e le procedure mediche - terapeutiche, riabilitative,
farmaceutiche - che forniscono i mezzi pratici per vincere malattie, sofferenze
e infermità.
Paura della Ma non solo. A dispetto dei portentosi successi delle scienze biomediche
morte nella lotta alla malattia e alla morte, è in continua crescita il numero di coloro
che fanno ricorso alle medicine alternative e non convenzionali. E domina
un'inquietudine e un'ansia generalizzate.
Le cause sono diverse. Ci si interroga sulle esagerate aspettative nella
genetica. E lo stesso proporsi orizzonti illimitati (come quello di cancellare la
vecchiaia e la morte e perfino garantire la felicità) da parte della medicina e
l'idea di dominare la natura, prima considerata una barriera insuperabile,
hanno creato nuovi problemi e tante illusioni, al centro della riflessione di
bioeticisti e filosofi della scienza.
Prima dell'avvento della medicina moderna una riflessione di secoli aveva
portato a dare significato al dolore e alla sofferenza, e ad accettare l'idea
della morte come parte della condizione umana. La spietata battaglia per
cancellarla, sta portando quasi a considerare un anacronismo storico il
modello del ciclo di vita che comprende il declino, l'invecchiamento, la fine
della vita
Critiche alla Alcune delle critiche agli sviluppi della Medicina in questi
medicina ultimi decenni sono al centro di un libro famoso Nemesi
occidentale medica.
L'esplorazione della salute (1976) (vedere immagine a
destra tratta da www.libreriauniversitaria.it ), scritto da un
libero pensatore antimodernista come il filosofo e
antropologo austriaco Ivan Illich, scomparso alcuni anni fa
e noto per la furia iconoclasta contro la medicina
occidentale.
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