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Ges Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo - 5

gennaio

Mt 1,1-17 (Lezionario feriale di Bose)


Genealogia di Ges Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.2Abramo gener Isacco, Isacco gener
Giacobbe, Giacobbe gener Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda gener Fares e Zara da Tamar, Fares gener
Esrom, Esrom gener Aram, 4Aram gener Aminadb, Aminadb gener Naassn, Naassn gener
Salmon, 5Salmon gener Booz da Racab, Booz gener Obed da Rut, Obed gener Iesse, 6Iesse gener il
re Davide.
Davide gener Salomone da quella che era stata la moglie di Uria,7Salomone gener Roboamo, Roboamo
gener Abia, Abia gener Asaf, 8Asaf gener Gisafat, Gisafat gener Ioram, Ioram gener Ozia, 9
Ozia gener Ioatm, Ioatm gener Acaz, Acaz gener Ezechia, 10Ezechia gener Manasse, Manasse
gener Amos, Amos gener Giosia, 11Giosia gener Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione
in Babilonia.
12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia gener Salatil, Salatil gener Zorobabele, 13Zorobabele
gener Abid, Abid gener Eliachm, Eliachm gener Azor, 14Azor gener Sadoc, Sadoc gener
Achim, Achim gener Elid, 15Elid gener Eleazar, Eleazar gener Mattan, Mattan gener Giacobbe, 16
Giacobbe gener Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale nato Ges, chiamato Cristo.
17In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla
deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
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Nascere essere costituiti eredi. Nell'oggi in cui si viene al mondo si riceve il passato come eredit. Eredit famigliare e
storica. Ges, "nato da Maria" (Mt 1,16), riceve in eredit la storia di una famiglia e di un popolo. La genealogia che apre
il primo vangelo mostra Ges quale figlio di David tramite Giuseppe (1,1.16.20) e quale ebreo appartenente al popolo
delle alleanze e delle benedizioni, tanto che nella lista genealogica presente la menzione della "deportazione a
Babilonia" (1,11-12), cio del momento pi tragico della storia di Israele, quello che ha lasciato ferite pi profonde e
durature in tante storie famigliari. E poich il passato non mai solo dietro, ma anche dentro di noi e ci accompagna a
volte rendendoci suoi ostaggi, a volte agendo come bussola che ci orienta al futuro, ecco che sorge la domanda: che
fare dell'eredit ricevuta alla nascita? L'eredit diviene responsabilit.
Che far Ges della storia che lo precede? Come muter, quella storia, divenendo sua? Che far Ges di quella
successione di fratture, di nascite e di morti che il proprio delle generazioni? Nel primo vangelo, Ges, figlio di Abramo,
menzioner Abramo, Isacco e Giacobbe (1,1-2) per indicare l'estensione universale, al di l di Israele, della salvezza
(8,11) e per affermare la fede nella resurrezione (22,32). Invocato spesso come "figlio di David", Ges ricorda David non
come potente sovrano, ma come uomo bisognoso, un pover'uomo che ha fame (12,3), quindi mostra l'insufficienza della
discendenza davidica per indicare la sua messianicit: il Messia non semplicemente "figlio di David" (22,41-45).
Buona parte dell'albero genealogico di Ges nomina dei re che si sono succeduti in Israele, ma Ges non ha mai
esercitato una regalit assecondando le attese politiche e militari dell'epoca. Egli ha annunciato il Regno di Dio e ha
mostrato la sua paradossale regalit, la sua regalit che non ha nulla di regale, nella passione e sulla croce, dove viene
schernito e deriso il suo essere re di Israele e re dei giudei (27,11.29.37.42). La presenza nella genealogia di donne
straniere, di vedove, di una cananea che si prostituiva, di donne vittime della violenza di uomini (Betsabea) o rigettate da
loro (Tamar) o vittime semplicemente dei casi dolorosi della vita (Rut), ma attraverso cui passa l'azione di salvezza di
Dio, diviene pratica di accoglienza e di misericordia da parte di Ges nei confronti di povere donne, di vedove, di
prostitute in cui egli riconosce le persone che passano avanti nel Regno dei cieli a chi si ritiene giusto (21,31).
Nella genealogia vi sono anche diversi nomi di cui non sappiamo nulla. E Ges nella sua pratica di umanit dar la
possibilit di una storia anche a chi non ce l'ha. Conferir dignit anche ai senza storia, ai senza dignit e ai senza
nome. Il passato che lo ha preceduto viene ri-significato da Ges con una prassi di amore e di accoglienza che apre il
futuro anche a chi vive un oggi chiuso. Fino a schiudergli la prospettiva della resurrezione e ad aprire la storia umana sul
Regno di Dio.
Fratel Luciano

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