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"Dai loro frutti li riconoscerete"

Mt 7,12-20
12Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti la Legge e i Profeti.
13Entrate per la porta stretta, perch larga la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono
quelli che vi entrano. 14Quanto stretta la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che
la trovano! 15Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!
16Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? 17Cos ogni albero buono
produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18un albero buono non pu produrre frutti
cattivi, n un albero cattivo produrre frutti buoni. 19Ogni albero che non d buon frutto viene tagliato e gettato
nel fuoco. 20Dai loro frutti dunque li riconoscerete.

Linsegnamento di Ges contenuto nel discorso della montagna scuote le coscienze assopite, propone nuove e pi
radicali interpretazioni della Legge di Mos, invita allortoprassi, a unazione retta e concreta, personale e comunitaria,
apre un futuro inedito di speranza.
Il primo versetto di oggi ci offre una massima di condotta universale gi presente nel giudaismo (cf. Tb 4,15), nel mondo
greco, nel confucianesimo e in altre culture, ma finemente rielaborata in senso positivo da Ges. La regola doro non
altro che uninterpretazione del comandamento dellamore del prossimo: Amerai il tuo prossimo come te stesso (Mt
22,39). Lamore per laltro non un vago sentimentalismo filantropico, risuona nel cuore di ciascuno come
un appello ad assumere liniziativa di bene con responsabilit e nella gratuit totale, abbandonando la logica della
reciprocit e del tornaconto personale.
Nei due versetti successivi Ges ci esorta a entrare per la porta stretta (tribolata) e a percorrere la via angusta (Mt 7,1314): la via ardua che conduce a una vita umana e che comporta difficolt e necessita di tutto il nostro sforzo e della
nostra sollecitudine verso i nostri fratelli e le nostre sorelle in umanit. Scrive Dietrich Bonhoeffer: A noi resta solo la via
stretta, qualche volta quasi introvabile, di accogliere ogni giorno come se fosse l'ultimo, e di vivere per nella fede e
nella responsabilit come se ci fosse ancora un grande futuro davanti a noi. Pensare e agire pensando alla prossima
generazione, ed essere contemporaneamente pronti ad andarcene ogni giorno, senza paura e senza preoccupazione:
questo l'atteggiamento che praticamente ci imposto e che non facile, ma tuttavia necessario mantenere
coraggiosamente.
Guardatevi dai falsi profeti: Ges ci mette in guardia dal male dellipocrisia e della doppiezza, che si pu insinuare in
noi stessi e nelle nostre comunit. I falsi profeti sono lupi rapaci travestiti da pecore. Occorre allora esercitarsi nellarte
del discernimento delle loro opere per non lasciarsi incantare dalle loro labbra adulatrici. Il loro comportamento genera
frutti marci, cattivi: Sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurit, dissolutezza, idolatria, stregonerie,
inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere (Gal 5,19-21).
I veri discepoli di Ges sono stimolati a portare frutti buoni. La nostra fede vana senza le opere di giustizia, il nostro
credere un gioco intellettuale, forse appagante, ma falso e ipocrita senza la presenza di una prassi concreta di
liberazione, fatta di umilt e disinteresse. Non c vita interiore n cammino spirituale senza un tracciato chiaro e
luminoso di opere buone, che nascono e maturano nel silenzio di una quotidianit esigente e fedele, sotto la guida dello
Spirito santo: Il frutto dello Spirito amore, gioia, pace, magnanimit, benevolenza, bont, fedelt, mitezza, dominio di
s (Gal 5,22).
Fratel Giandomenico

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