Liliacee occupa un posto importantissimo il genereAllium, che comprende pi di 500 specie di piante spontanee, diffuse in diverse parti del mondo. In Italia sono presenti circa 50 specie selvatiche, rinvenibili nelle localit di pianura, di collina e di montagna, tanto al Nord quanto al Sud e nelle Isole. Molte di queste specie possono essere utilizzate in cucina, bench non tutte abbiano le stesse propriet terapeutiche dellaglio coltivato (Allium sativum); generalmente non si coltivano, ma ci si limita alla raccolta dei germogli primaverili o dei bulbi nei mesi estivi. Le foglie, gli steli e i bulbi teneri raccolti in primavera si consumano freschi nelle insalate, nelle zuppe o anche cotti insieme alle carni, proprio come si fa con laglio coltivato. I bulbi maturi, raccolti allinizio dellestate, si conservano facilmente anche per mesi, se sono stati prima seccati: come laglio comune, essi possono venire utilizzati in cucina anche nelle stagioni successive. Tutte le parti della pianta, nelle specie selvatiche, hanno propriet curative: sono antisettiche, diuretiche e vermifughe. Nella nostra Regione, sono soprattutto due le specie di aglio spontaneo che, fin dallinizio della primavera, possiamo trovare nei campi e nei luoghi erbosi o nei terreni fertili del sottobosco; cio laglio orsino (Allium ursinum) e laglio delle vigne (Allium vineale).
Il primo cresce spontaneo in
tutta la Penisola, esclusa la Sardegna, ma presente soprattutto nelle regioni settentrionali fino a circa 1000 metri daltitudine; lo possiamo trovare tra i cespugli, nelle valli umide e nei terreni fertili e freschi del sottobosco, ove occupa spesso vaste superfici. Lo si riconosce facilmente, oltre che per le sue foglie oblunghe e lanceolate, anche per il forte e pungente odore di aglio che le stesse emettono. una pianta bulbosa perenne, alta dai 20 ai 40 cm e pre-
senta dei caratteristici bulbi
sotterranei, lunghi circa 2 cm, spesso riuniti a mazzetti. Da ogni bulbo si sviluppano, allinizio della primavera, due grandi foglie basali sorrette da un lungo picciolo. I fiori, che compaiono in aprile-maggio a seconda della zona climatica, sono riuniti alla sommit degli steli in bianche infiorescenze ad ombrella che superano in altezza le foglie. La raccolta dei germogli va fatta prima della fioritura. Il bulbo si estrae generalmente verso la fine di luglio: prima di
Laglio delle vigne
detto anche aglio pippolino ed ben diverso dal primo: ha uno stelo eretto e cilindrico provvisto, nella met inferiore, di foglie molto lunghe (fino a 30 cm), dapprima cilindriche, in seguito strettamente scanalate, lucenti e pi o meno lisce. Lo stelo fiorifero, alto fino a 70 cm, porta alla sommit uninfiorescenza ad ombrella lassa (con fiori distanziati tra loro) di color roseo-porporino, che sboccia allinizio della primavera. I bulbi, grossi e rotondi, somigliano a quelli dellaglio coltivato e sono rivestiti di tuniche composte da lacinie intrecciate; tuttintorno, hanno dei bulbilli secondari appiattiti dai quali spunteranno altre piantine. Come altre Liliacee, anche laglio pippolino ha fiori sterili che non producono semi; al loro posto, tra i pedicelli fiorali, ci sono tanti bulbilli aerei in grado di germogliare. Laglio delle vigne contiene una sostanza particolare dallodore pungente e dal sapore acre, presente in tutte le parti della pianta tranne che nel fiore il quale, al contrario, ha un delicato profumo dolciastro.
Questa specie diffusa anche
nei vigneti e nei campi coltivati e viene spesso considerata una pianta infestante. Una ricetta: zuppa allaglio orsino. Occorrono: circa 30 bulbi di aglio orsino, due cipolle di media grossezza, una manciata di prezzemolo, mezzo cavolo verza, peperoncino, olio, sale, pane di segale. Far soffriggere in una pentola i bulbi interi con un dito dolio doliva e levarli non appena saranno dorati. Mettere nellolio le cipolle finemente tritate e, quando sono leggermente dorate, aggiungere la verza tagliata a strisce e il peperoncino. Coprire il tutto con un po dacqua calda e far cuocere a fuoco lento. Pestare intanto nel mortaio i bulbi, precedentemente levati, e aggiungerli alla zuppa. Salare e far cuocere finch la verza non sar cotta del tutto. Prima di spegnere, aggiungere il prezzemolo tritato badando a mescolare bene. Prolungare la cottura per qualche minuto e poi versare la zuppa su fette di pane di segale sistemate nei piatti in bellordine.
TERRA TRENTINA
essere utilizzato, va sempre
privato delle radici e della pellicola che lo riveste. Come laglio coltivato, anche lA. ursinum ha importanti e numerose propriet: pu essere utilizzato fresco per curare i dolori reumatici, i catarri bronchiali e i parassiti intestinali dei bambini; anche ipotensivo e perci viene consigliato come regolatore del ritmo cardiaco. Ha pure spiccate propriet diuretiche e depurative (dello stomaco, dellintestino e del sangue) e, a tale scopo, lo si pu cuocere in grande quantit nella minestra o consumare crudo in insalata. Il suo sapore rustico, simile a quello del porro, apporta alle pietanze un tocco insuperabile. In certe localit le sue foglie vengono utilizzate per aromatizzare le patate. Laglio orsino si pu seminare nellorto domestico o si possono prelevare alcune piantine allo stato selvatico per reimpiantarle magari fra le profumate fragole... Pu anche essere coltivato con molta facilit allombra, nei giardini un po umidi, che esso adorner da aprile a giugno con graziosi fiorellini bianco stellati.