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GENESIS

Genesis 1
1. Quando Elohim inizio a creare i cieli e la terra - ora la terra era tohu e bohu,
Sonnet: In un prima tappa, sosterr che esiste un vero e proprio narratore, anonimo e
onnisciente, alla base della narrazione biblica. A questo narratore, gli autori empirici,
celandosi nellanonimato delle scritture e delle riscritture, hanno come delegato il
compito, e affidato il privilegio, di portare avanti la narrazione. Cos facendo, gli autori,
redattori e editori del corpus biblico hanno messo in campo un elemento essenziale
della coerenza narrativa della Bibbia e, al tempo stesso, un elemento essenziale
della sua coerenza teologica. La pertinenza teologica di questo racconto infatti
debitrice del tipo di autorit di cui investito il narratore biblico e della relazione che
questultimo intrattiene con il mondo del racconto, nel suo personaggio divino come
nei suoi personaggi umani. In una seconda tappa, confronter il modello biblico con
quello che promuove la modernit. Al di l delle differenze essenziali, il modello
narrativo della Bibbia riveler degli aspetti di una modernit sorprendente.Infine, in
una terza tappa, far vedere come un personaggio del racconto della Genesi mette alla
prova il modello che questo libro mette in campo. Allinizio del grande racconto biblico,
il libro della Genesi esige per il suo progetto un certo modello, il modello della
narrazione onnisciente; questo stesso libro termina con lentrata in scena di un
personaggio Giuseppe la cui scienza apparentemente pu compromettere la
coerenza del modello in questione. Nel suo sapere da ermeneuta e nel suo saper far da
regista, Giuseppe non prende forse il posto del narratore, se non di Dio stesso? La
presenza della figura di Giuseppe nel cuore del racconto tradisce unimprudenza, cio
una incoerenza, da parte degli autori oppure conferma, come unultima controprova,
laffidabilit del modello della Bibbia?
Onnisciente: racconta la creazione, di cui nessun essere umano stato testimone; ha
accesso allinteriorit psichica dei personaggi, a cominciare dallinteriorit di Dio
(YHWH si pent di aver fatto luomo sulla terra e se ne addolor in cuor suo [Gen 6,6])
e suoi monologhi interiori: Yhwh disse [si disse o pens]: Canceller dalla faccia della terra
luomo che ho creato (6,7). Se il narratore ne capace per il personaggio divino, ne capace
per i personaggi umani (cos in Gen 17,17: Abramo rise e disse in cuor suo: Ad uno di

centanni pu nascere un figlio? [Gen 17,17]). Onnisciente, ma impotente,


incapace di far accadere alcunch nel mondo del racconto, a differenza del personaggio
di Dio, onnisciente e onnipotente. Egli reca in s un limite essenziale in cui si dice il suo
status di narratore. SE racconta la storia con la libert di un artista che crea delle
prospettive, che ordina la presentazione delle cose, che imprime loro ritmo nei
momenti della narrazione, non per in grado di far avvenire qualsiasi cosa sulla scena
della storia.
Affidabile, come Dio, del resto, nella sua parola. Ci fornisce il metro in virt del quale
giudicare tutte le altre versioni della storia (menzogne e altre alterazioni della verit da parte
dei personaggi umani).
Anonimo, non si mette mai sul proscenio (Io) e non si rivolge esplicitamente al lettore; si
produce come una voce off, da dietro le quinte. Spicca per la sua riservatezza (reticenza),

particolarmente in materia di onniscienza; mette in avanti i suoi personaggi, a cominciare con


Dio: Quando Dio inizi a creare i cieli e la terra
Mobilit spaziale e temporale: Tra la sfera pubblica e la sfera privata, nello spazio come
nel tempo, questo narratore d prova di una estrema mobilit. Ha accesso tanto allinteriorit
divina come a quella dei personaggi umani. Analoga mobilit si osserva sul piano temporale: il
narratore pu operare dei flashback, passi che noi rendiamo con il trapassato prossimo :
Infatti, il Signore aveva reso sterile l'intera casa di Abimelec, a causa di Sara, moglie di
Abraamo (Gen 20,18). Lo stesso narratore pu anche anticipare ci che nella storia verr
dopo. Cos in Gen 22,1: Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abraamo. Dio non ha ancora
detto e fatto nulla e gi il narratore previene il suo lettore: ci che segue sar, n pi n meno,
una messa alla prova.
Riserbo, fa sapere al lettore soltanto ci che necessario al suo atto di lettura, n pi n meno,
quando serve e quell tanto che serve. Per quanto sia legato a un modello classico di narrazione,
il racconto biblico mostra una modernit sorprendente in alcuni suoi aspetti. Capace di un
punto di vista assoluto sulle cose quello del giudizio di Dio , il narratore eccelle nella
capacit di rendere la contingenza umana e i limiti del sapere umano. Il narratore biblico,
scrive il critico letterario Robert Alter ne Larte della narrativa biblica, mostra la sua
onniscienza con una drastica selettivit. Se d al suo lettore dei punti di riferimento,
delimitando di tanto in tanto il percorso di lettura, fa in modo che il lettore, come i personaggi
sulla scena, sia messo di fronte allambiguit dei fenomeni, allenigma del reale e alle modalit
di Dio.
Leggere il racconto biblico quindi anche essere esposti ai limiti del sapere umano, essere
ricondotti ai limiti del punto di vista di ciascuno. La particella ebraica we hinneh, ed ecco,
spesso usato dopo i verbi di percezione, indica generalmente un cambiamento di focalizzazione
che introduce il lettore nella percezione del personaggio. Il cambiamento del punto di vista vi
verifica specialmente nei momenti pi drammatici della storia narrata.
2. e tenebre sulla faccia di un abisso, e vento di Elohim muovendo(si) sulla faccia delle acque-,

3. e Elohim disse: Sia Luce e fu luce.


4. E Elohim vide la luce: che e bene! E Elohim separo la luce e le tenebre.
5. E Elohim chiamo la luce giorno, e le tenebre [le] chiamo notte. E fu sera e fu mattina. Giorno
uno.
Il giorno uno inaugura il ritmo giornaliero, un ritmo sul quale ritorna il quarto giorno per
completarlo.
Wenin: Nella prima colonna (giorni 1-3) Dio opera essenzialmente per mezzo di separazioni:
distingue luche e tenebre, poi separa la spazio, prima verticalmente, poi orizzontalmente.
Queste separazioni si esercitano, luna dopo laltra, sugli elementi del caos iniziale (Gen. 1,2):
la tenebra, labisso, e la terra emerge dal caos quando viene separata dalle acque. Questa serie di
azioni separatrici sistema un quadro i cui elementi sono immobili: lalternanza tra giorno e notte
si riproduce da sera a mattino.
6. E Elohim disse: Sia una volta in mezzo alle acque e sia separando le acque dalle acque.

7. E Elohim fece la volta e separo le acque che sono al di sotto della volta, dalle acque che sono al di
sopra della volta. E fu cos
8. E Elohim chiamo la volta cieli. E fu sera e fu mattina. Secondo giorno.
9. E Elohim disse: Si radunino le acque di sotto ai cieli in un luogo uno e sia vista la secca. E fu
cosi.
10. E Elohim chiam la secca terra, e il raduno delle acque [lo] chiamo mari. E Elohim vide: che
bene!
11. E Elohim disse: La terra faccia germogliare un germoglio, un'erba seminando seme, un albero da
frutto facendo frutto secondo la sua specie, il cui seme in esso sulla terra. E fu cos.
12. La terra fece uscire un germoglio, un'erba seminando seme seconda la sua specie e un albero
facendo frutto, ii cui seme in esso secondo la sua specie. E Elohim vide: che e bene!
13. E fu sera e fu mattina. Terzo giorno.
14. E Elohim disse: Sia luminari nella volta dei cieli per separare il giorno e la notte, e siano per
segni, e per convocazioni e per giorni e anni.
15. E siano per luminari nella volta dei cieli per illuminare sulla terra. E fu cos.
16. E Elohim fece i due grandi luminari, il grande luminare per governante il giorno e il piccolo
luminare per governante della notte, e le stelle.
Wenin: Le stelle occupano infatti la stessa posizione le une rispetto alle altre nellampio
movimento della volta stellata. La loro luminosit variabile permette, inoltre, di riconoscervi
una gerarchia al cui comando si trovano luna e sole. Tutti questi astri sono agli ordini di Dio e
il loro ordinamento invariabile viene percepito come un segno del dominio divino sulluniverso.
17. E Elohim li dette nella volta dei cieli per illuminare sulla terra e per governare ii giorno e la notte e
per separare la luce e le tenebre. E Elohim vide: che bene!
19. E fu sera e fu mattina. Quarto giorno.
Corrisponde al primo: la creazione dei luminari rimanda infatti alla separazione della luce;
inoltre si tratta ancora di scandire il tempo.
Wenin: Nella seconda colonna (4-6), questo quadro fisso delluniverso viene progressivamente
popolato dagli astri (lesercito dei cieli), dal mondo animale e dallumanit. Quanto appare

qui mobile. Anche gli astri lo sono, agli occhi di un osservatore ingenuo: si muovono con un
ordine tale che sembrano un esercito.
20. E Elohim disse: Brulichino le acque, brulichio di essere vivente, e il volatile voli sulla terra, sulla
faccia delta volta dei cieli.
21. E Elohim creo i grandi mostri marini e ogni essere vivente strisciando di cui brulicano le acque
secondo la loro specie e ogni volatile alato secondo la sua specie. E Elohim vide: che bene!
22. E Elohim li benedisse dicendo: Fruttificate e moltiplicate e riempite le acque nei mari, e ii
volatile moltiplichi nella terra.
23. E fu sera e fu mattina. Quinto giorno.
Corrisponde al secondo. Dio popola laria e le acque, due spazi preparati il secondo giorno con
la sistemazione della volta dei cieli.
24. E Elohim disse: La terra faccia uscire un essere vivente secondo la sua specie, bestiame e
strisciante e vivente della terra secondo la sua specie. E fu cos.
25. E Elohim fece i vivente della terra secondo la sua specie e ii bestiame secondo la sua specie e ogni
strisciante dell'humus secondo la sua specie. E Elohim vide: che bene!
26. E Elohim disse: Facciamo umano in nostra immagine, come nostra somiglianza, e dominino ii
pesce del mare e ii volatile dei cieli e ii bestiame e tutta la terra, e ogni stri- sciante strisciando sulla
terra.
27. E Elohim creo l'umano in sua immagine, in immagine di Elohim lo creo, maschio e femmina Ii
creo.
28. E Elohim li benedisse e Elohim disse loro: Fruttificate e moltiplicate e riempite la terra e
sottomettetela e dominate ii pesce de! mare e il volatile dei cieli e ogni vivente strisciando sulla terra.
29. E Elohim disse: Ecco, ho dato per voi ogni erba seminando seme che sulla faccia di tutta la
terra e ogni albero che ha in se un frutto d'albero seminando seme, per voi, sar per mangiare,
30. e per ogni vivente della terra e per ogni volatile dei cieli e per ogni strisciante sulla terra in cui
un essere vivente, ogni verdura d'erba per mangiare. E fu cos.
31. E Elohim vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco: molto bene! E fu sera e fu mattina. II sesto
giorno.
Il terzo e il sesto giorno hanno in comune il fatto che Dio vi realizza due opere. Emersa il terzo
giorno, la terra accoglie il sesto giorno gli animali terrestri e lumanit. Inoltre, il sesto giorno
vengono dati in cibo ai viventi i vegetali, seconda opera del terzo giorno.

Genesis 2
1. E furono compiuti i cieli e la terra e tutto il loro esercito.
2. E Elohim compl durante il settimo giorno la sua opera che aveva fatta, e si riposo durante il settimo
giorno di tutta la sua opera che aveva fatta.
Wenin: Si tratta della strutturazione del tempo caratteristica del primo, quarto e settimo giorno
(le estremit e il centro del settenario). Il giorno uno inaugura il ritmo giornaliero, un ritmo
sul quale ritorna il quarto giorno per completarlo. Dagli astri, infatti, dipendono allo stesso
tempo lalternanza del giorno e della notte come anche la scansione delle stagioni e degli anni.
Il riposo di Dio, dal canto suo, consacra un ritmo settimanale. Questo ritmo non viene dettaato
dagli astri; , per cos dire, il Creatore stesso che lo d a se stesso. Per questo motivo, sar
necessaria una legge specifica affinch il popolo dellalleanza adotti il ritmo che quello di Dio
(Es 20, 8-11).
3. E Elohim benedisse il settimo giorno e lo santifico, poich durante questo si riposo di tutta la sua
opera che Elohim aveva creata per fare.
4. Queste sono le generazioni dei cieli e della terra quando furono creati nel giorno in cui Adonai
Elohim fece terra e cieli.

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