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DOMANDE FREQUENTI, (I PARTE) CON RISPOSTE GIA' SVOLTE DI STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO

1. Quali sono i principali contributi di teoria economica prodotti dal mercantilismo?


2. Qual stato il principale contributo di Mandeville alla Storia del pensiero economico?
Bernard Mandeville scrisse la Favola delle api. In questo scritto Mandeville intendeva criticare con tono satirico, le posizioni
dei moralisti del sentimento che condannavano gli sperperatori di denaro ed elogiavano i comportamenti volti al risparmio.
Mandeville critic tali posizioni descrivendo, con la metafora dell'alveare, una societ dove comportamenti votati al risparmio
portavano ad una sicura recessione, mentre sottolineava il fatto che i soggetto che adottavano un comportamento dissoluto
alimentavano l'economia della societ in questione. Mandeville comunque non lascia al mercato l'arduo compito di
autoregolarsi ma ritiene che sia il governo a catalizzare il comportamento egoistico, per definizione, dei singoli soggetti per
reindirizzarlo all'utilit pubblica.
Mandeville ha lasciato anche una sua visione del lavoro, con la quale suggerisce, per raggiungere la ricchezza di una nazione, di
aumentare al massimo il numero degli occupati, avviando al lavoro anche i fanciulli, per mantenere basso il costo del lavoro e
quindi un buon vantaggio competitivo rispetto alle altre nazioni. La ricchezza pi sicura sta in un moltitudine di poveri
laboriosi.
3. Quali sono i punti di contatto e di distacco fra Hume e il pensiero mercantilista?
David Hume, fu definito un mercantilista liberale per via della modernit delle sue idee.
Un punto di contatto con i mercantilisti si pu cogliere nell'opinione, secondo la quale una graduale variazione della quantit
di moneta in circolazione avrebbe comportato un aumento della produttivit reale nonch dell'occupazione, a differenza dei
classici che ritenevano che non sussistesse una relazione diretta tra variazione del livello di moneta in circolazione e
produzione reale; essi piuttosto ritenevano che un aumento del livello di moneta in circolazione non avrebbe fatto altro che
aumentare il livello generale dei prezzi.
Un elemento di distacco dai mercantilisti si pu cogliere nella sua idea di meccanismo di price specie-flow a causa del quale,
nessuno stato avrebbe potuto mantenere in eterno la bilancia commerciale in attivo, dato che una continua eccedenza di
esportazioni avrebbero portato un flusso di metalli preziosi in entrata che avrebbe determinato un aumento della produttivit
per via dell'aumento di moneta, cosa che avrebbe anche innalzato i prezzi e ridotto la competitivit, riportando la bilancia
commerciale in una posizione di svantaggio.
Inoltre, a differenza degli altri mercantilisti, riteneva irrealizzabile la condizione di vantaggio de tutte le bilance commerciali
degli stati perch una bilancia commerciale in attivo, in un ottica sovranazionale, non pu esserlo senza l'esistenza di un'altra
bilancia commerciale in passivo.
4. Quali sono stati i principali contributi di Thomas Mun alla storia del pensiero economico?
Thomas Mun lasci due libri: il Discorso sul commercio dall'Inghilterra alle Indie Orientali pubblicato nel 1621 ed Il tesoro
dell'Inghilterra dal punto di vista del commercio estero scritto nel 1620 ma pubblicato postumo dal figlio nel 1664. Da un
punto di vista tipicamente mercantilista Mun era favorevole ad una bilancia commerciale attiva e contrario alla fuoriuscita di
metalli preziosi dalla propria nazione, anche per via del suo incarico dirigenziale alla Compagnia delle Indie Orientali.
Successivamente, nel secondo libro, calibr meglio il colpo, giustificando seppur opportunisticamente, ma in maniera
corretta, la massiccia attivit di importazione di materie prime dalle indie che causava di conseguenza un importante flusso di
metalli preziosi verso le suddette colonie. Mun sosteneva infatti, aggiornando le precedenti posizioni mercantiliste, che grazie
alla massiva importazione di materie prime a basso costo, che mandavano in passivit la bilancia commerciale dell'Inghilterra
rispetto alle Indie Orientali, ed al conseguente deflusso di metalli preziosi, l'Inghilterra poteva produrre manufatti ad un costo
pi basso rispetto alle altre nazioni esportatrici potendosi garantire cos un vantaggio competitivo verso di esse ed una bilancia
Di Michele Avila

commerciale attiva rispetto ad una maggioranza di paesi al mondo.


5. Quali furono i principali contributi di William Petty alla Storia del pensiero economico?
William Petty lasci un libro che diede un'importante svolta allo sviluppo alle discipline economiche: nella sua Aritmetica
Politica, scritta nel 1676 ma pubblicata solo nel 1690 introduce una novit metodologica determinante; egli abbandona
l'approccio letterario alla materia economica per dedicarsi ad una rappresentazione in forma numerica dei fenomeni
economici, utilizzando rilevazioni statistiche e riflessioni induttivo-empiristiche per rappresentare le variabili reali
dell'economia. Anche se i suoi metodi erano alquanto primitivi e non troppo precisi, questa innovazione introdotta da Petty fu
la prima pietra verso la moderna econometria.
6-Illustrare la teoria della moneta dei mercantilisti:
Per i mercantilisti la moneta sinonimo di ricchezza (al contrario di Smith) e dunque la bilancia commerciale era in attivo se i
flussi di metalli preziosi si fossero diretti verso il proprio stato; in un secondo momento abbandonarono questa idea per
abbracciare quella della bilancia attiva nei confronti dell'intero globo.
Un aumento della quantit di moneta ha effetti nel lungo periodo sui prezzi (inflazione)come affermato da vari autori: Bodin,
Locke (dimostr come il livello dell'attivit economica dipendesse dalla quantit di moneta e dalla sua velocit di
circolazione), Hume (sosteneva che una bilancia commerciale costantemente attiva avrebbe favorito l'aumento dei prezzi e
della quantit di oro)
Tuttavia nel breve periodo alcuni autori vedono anche che un aumento di Moneta, fa abbassare i tassi d'interesse, facilitando
il commercio, gli investimenti e la produzione...vi sono dunque effetti reali.
In Hume si arriva a dimostrare che, in virt del rapporto tra moneta e prezzi, non possibile mantenere una bilancia
commerciale perennemente in attivo perch a fronte di un costante aumento della quantit dei metalli preziosi, anche i prezzi
sarebbero aumentati.
7-Bilancia commerciale per i mercantilisti: Secondo i mercantilisti un paese dovrebbe incoraggiare le esportazioni e
disincentivare le importazioni per mezzo di tariffe, dato, tasse e qualsiasi altro mezzo che consente di raggiungere un attivo
della bilancia commerciale. La produzione dovrebbe essere stimolata mediante l'intervento pubblico sul mercato interno e la
regolamentazione del commercio estero. La bilancia commerciale intesa dai mercantilisti come uno strumento per favorire
la crescita economica. Lo scopo dell'attivit economica la produzione non il consumo; l'aumento della ricchezza nazionale
poteva essere ottenuto aumentando la produzione le esportazioni. I primi mercantilista erano favorevoli ad una bilancia
commerciale in attivo di un singolo paese; Gli storici del pensiero economico non sono concordi con l'idea dei mercantilisti.
8-La concezione mercantilista della domanda aggregata: Se per la maggior parte dei mercantilisti la parsimonia e il risparmio
dei soggetti economici rappresentavano un bene per la nazione, vi erano per alcuni di essi che ritenevano che il risparmio
avrebbe condotto alla disoccupazione, e che soltanto una maggiore spesa per i consumi avrebbe provocato un incremento
dell'attivit economica e dunque un vantaggio collettivo. Tra i pi spinti sostenitori di questa posizione ricordiamo Bernard
Mandeville secondo cui la prosperit e l'occupazione sono conseguenza delle spese, in particolare delle spese per i consumi di
lusso, mentre il risparmio avrebbe danneggiato l'economia abbassandone il livello di produzione e di occupazione.
SMITH:
9-le cause della ricchezza in Smith: le cause della ricchezza delle nazioni (opera di Smith) sono 2: la produttivit del lavoro e il
Di Michele Avila

rapporto tra lavoro produttivo e improduttivo. La produttivit del lavoro discende dalla divisione del lavoro e per spiegare tale
affermazione si utilizza lesempio del lavoratore che produce spilli; se un operaio compie tutte le attivit necessarie alla
creazione di uno spillo, la produzione sar bassa; al contrario se le attivit vengono suddivise la produzione aumenter. La
divisione del lavoro dipende a sua volta dalla grandezza del mercato la quale conduce ad un aumento della vendita di beni e
allopportunit di introdurre la divisione del lavoro, nonch dallaccumulazione del capitale. Laccumulazione determina il
rapporto tra lavoro produttivo e improduttivo, il primo consiste nella produzione di beni che possono essere venduti, il
secondo riguarda la produzione di servizi. Smith dice che ci che determina la ricchezza di una nazione l'accumulazione del
capitale poich sia la produttivit del lavoro, sia rapporto tra lavoro positivo improduttivo dipendono da questa, e la crescita
economica sar tanto maggiore quanto elevata e la proporzione con cui il prodotto totale viene destinato alla accumulazione
del capitale. Presupposto alla accumulazione di capitale sono il libero mercato la propriet privata. La ricchezza delle nazioni e
da intendere come crescita economica, reddito prodotto, era data dall'accumulazione del capitale (che a sua volta determina
divisione del lavoro) la quale conduce anche lo sviluppo economico e insieme l'interesse personale permette la giusta
distribuzione del capitale tra le industrie.
9-le tre teorie del valore in Smith: Nella prima teoria (del valore contenuto) nelle societ primitive il valore di scambio (o il
prezzo) di un bene determinato dalla quantit di lavoro necessario per produrlo. Come va misurata la quantit di lavoro atta
a procurarsi un dato bene, oggetto della teoria del valore-lavoro? Non basta prendere a riferimento solo le ore di lavoro ma
bisogna considerare l'abilit del lavoratore, il grado di soddisfazione raggiunto durante la mansione svolta, le difficolt di
queste, eventuali imprevisti. Smith tent di spiegare l'importanza delle variabili riconducendole al salario del lavoratore. Se
l'obiettivo della teoria del valore quello di spiegare le forze che determinano i prezzi relativi, allora anche i salari sono uno
dei molti prezzi che devono essere spiegati. Per spiegare la sua teoria valore-lavoro Smith propone un esempio: egli suppone
che un cacciatore impieghi due ore per catturare un castoro e lo stesso tempo per due cervi, dunque in termini di valore, un
castoro eguaglier due cervi, ossia il suo prezzo sar il doppio di quello di un cervo. Posto ci Smith, chiama prezzo di
equilibrio di lungo periodo il rapporto di scambio per il quale un cervo pu essere scambiato con il castoro. Se la domanda dei
castori aumenta tanto che tre cervi sono uguali a un castoro, ne deriva che il prezzo del castoro sale e contemporaneamente
quello del cervo scende, tali prezzi vengono detti di equilibrio di breve periodo. L'aumento del prezzo del castoro conduce la
maggioranza dei cacciatori a dedicare il loro tempo alla caccia del castoro, i cervi infatti diventano acquistabili sia direttamente
attraverso la caccia o indirettamente, anzich cacciare cervi gli uomini possono dedicare le loro due ore al castoro ottenendo
cos un'unit aggiuntiva che uguale a tre cervi. In tal modo l'offerta dei castori aumenta al contrario di quella dei cervi, e
conseguentemente il prezzo dei primi diminuisce e quello dei secondi aumenter. Ci significa dice Smith che i prezzi
superiori a un castoro = 2 cervi, sono prezzi di disequilibrio e che le forze di mercato provvederanno ad abbassarli fino a
giungere al livello di equilibrio di lungo periodo. Se il prezzo minore di un castoro = 2 cervi, l'offerta dei castori caler e il
prezzo dei cervi salir fino a giungere al livello di equilibrio di lungo periodo o naturale che uguale a 2 cervi = 1 castoro.
Questo modello incontra dei limiti; i cacciatori non sono agenti razionali, calcolatori. Nella seconda teoria (del valore
comandato) Smith afferma che il valore del bene A corrisponde alla quantit di lavoro comandato, cio contenuto nella
quantit del bene B con cui esso pu essere scambiabile sul mercato. Le prime due teorie si riferiscono ad una societ
primitiva in cui lunico fattore di produzione il lavoro, le prime 2 teorie coincidono, ovvero il lavoro necessario a produrre
la merce lo stesso di quello necessario ad acquistarlo sul mercato. in una societ avanzata (teoria dei costi di produzione)
vengono considerati anche la terra e il capitale come fattori di produzione, il valore basato sul lavoro comandato sar
maggiore del lavoro contenuto perch al primo vanno incluse la remunerazione del capitale e quella della rendita. In questa
teoria il valore di una terra data dal costo naturale del lavoro, terra e capitale.
10-Il significato del valore in Smith: Smith sosteneva che il valore di ogni bene prodotto dipendeva dalla quantit e dalla
qualit del lavoro necessario per produrlo (valore-lavoro contenuto). Nel momento in cui avveniva lo scambio, per, ogni
bene assumeva un valore diverso, in base alla domanda e allofferta (valore-lavoro comandato). Questi due valori potevano
allinizio non coincidere ma nel tempo tendevano a uguagliarsi, in conseguenza del principio di concorrenza. Tuttavia la teoria
di Smith del valore-lavoro si pu applicare soltanto a un sistema precapitalistico. Smith distingue il valore d'uso, cio quello
che soddisfa il bisogno e il valore di scambio che scaturisce dal mercato e si sofferma sul secondo che l'essenza della
economia politica. Il valore di scambio costituito dal lavoro, ogni oggetto scambiabile assume valore in base al lavoro in esso
Di Michele Avila

contenuto; Il valore che assume un bene in base alla quantit di lavoro incorporato in esso viene chiamato valore-lavoro.
11-Prezzi di mercato, prezzi naturali, concorrenza e monopolio in Smith: Per Smith i prezzi naturali sono quelli di lungo
periodo che assicurano la copertura dei costi di produzione, ovvero il prezzo sufficiente a pagare la rendita della terra, i salari
del lavoro. Il prezzo naturale pu essere diverso dal prezzo effettivo di vendita della merce, cio il prezzo di mercato.
Quest'ultimo regolato dal rapporto tra la quantit effettivamente offerta e la domanda di coloro che sono disposti ed in
grado di pagare il prezzo naturale della domanda effettiva. Se la domanda effettuale eccede l'offerta contingente del bene il
prezzo di mercato tender a superare quello naturale. Il contrario accadr se l'offerta ad eccedere la domanda effettuale.
12-Analizzare criticamente le principali determinanti della crescita economica in Smith: La crescita economica dipende dalla
capacit e dalle propensione dei capitalisti a risparmiare a essere parsimoniosi e investire le risorse cos accumulate nel fondo
salari e "allungando" il processo produttivo che in questo modo diventa pi tecnologico e innovativo. Queste stesse risorse
possono anche essere impiegate per favorire una migliore divisione del lavoro e impiegare risorse in lavoro produttivo
scambiabile sul mercato che si realizza nella produzione di beni reali piuttosto che di servizi. La crescita si produce per
l'aumento del fondo salari e aumenta la popolazione impiegata a produrre beni reali.
13-La politica economica per Smith: Il ragionamento in base al quale Smith pervenne alle sue posizioni in tema di politica
economica molto semplice: gli essere umani sono razionali, calcolatori e mossi dalla ricerca del proprio interesse; se
ciascuno viene lasciato libero di agire in modo autonomo, allora tutti cercheranno di soddisfare il proprio interesse
promuovendo linteresse della societ; lo stato non dovrebbe interferire in questo processo, adottando una politica aspirata al
principio di laissez-faire. Smith era generalmente favorevole alla concorrenza e al laissez-faire; era convinto che le
conseguenze dellintervento pubblico fossero ancora meno accettabili di quelle del libero mercato. Smith difende l'intervento
pubblico: nell'istruzione di base che deve essere offerta a tutti, nella difesa e nell'amministrazione della giustizia, nella
navigazione (per motivi strategici), nella difesa dell'industria nascente per sviluppare nuove branche di commercio
rimuovendo la protezione quando l'industria sufficientemente robusta. Il principio del laissez faire deve dunque essere
contemperato dalla considerazione delle circostanze e dal rafforzamento delle istituzioni. La chiave per comprendere questo
processo tutta nellattivit dei capitalisti: il capitalista considera il mercato al fine di incrementare i propri guadagni e
produce quei beni che sono richiesti dalla popolazione; la concorrenza fra i capitalisti a far si che i beni vengano prodotti a
un costo che garantisce al produttore un ricavo sufficiente a coprire i costi. I capitalisti si faranno concorrenza anche sui
mercati dei fattori della produzione, offrendo prezzi pi alti per quelli pi produttivi, indirizzando terra e lavoro verso quegli
impieghi in cui la loro efficienza massima. La conclusione di Smith di una certa meraviglia per come il mercato, senza
essere pianificato dallo stato, conduca a soddisfare i desideri dei consumatori al minor costo possibile.
14-Spiegare il funzionamento dei mercati concorrenziali in Smith: L'analisi del funzionamento dei mercati concorrenziali fu
uno dei pi importanti contributi di Smith alla teoria economica. Nella sua teoria egli definisce i prezzi di breve periodo
(Prezzi di mercato) e quelli di lungo periodo (Prezzi naturali). Nella sua teoria Smith presuppone anche che i fattori della
produzione siano liberi di spostarsi sul mercato. I vari detentori delle risorse operano sul mercato acquistando e vendendo
liberamente nel mercato, portando man mano i prezzi di mercato a raggiungere i prezzi naturali e da equalizzare i saggi di
profitto nei vari settori dell'economia. Questo accade perch, quando in un settore c' un margine di profitto superiore agli
altri settori le risorse si spostano verso quel settore; man mano che aumentano gli operatori su quel determinato settore
aumenter la concorrenza ed il mercato sar conteso e diviso tra pi soggetti, causando un abbassamento del saggio di
profitto, fino ad azzerarlo. Il prezzo di mercato eguaglier il prezzo naturale, privando i vari investitori del profitto. Questo
meccanismo, cosiddetto della mano invisibile fa s che i consumatori acquistino i beni a prezzi ottimali e che i vari operatori
economici si dividano il mercato in maniera ottimale. Ogni interferenza del governo in tale meccanismo creerebbe squilibrio,
perch fissando un prezzo massimo ad un determinato bene creerebbe un eccesso di domanda; favorendo invece un
monopolio allora i prezzi aumenterebbero a causa di artificiose riduzioni della produzione mirate all'aumento dei prezzi.
Di Michele Avila

Quindi, per aumentare la ricchezza di una nazione Smith suggeriva di liberalizzare i mercati promuovendo una seria politica di
laissez- faire. Le uniche eccezioni al laissez-faire concepite da Smith sono previste nel caso di aiuti governativi alle aziende
nascenti sul mercato e l'intervento governativo nei settori che il mercato trascura per i bassi ricavi.
15-La natura della ricchezza in Smith: la natura della ricchezza non risiedeva nell'accumulazione di metalli preziosi bens nella
produzione annuale di beni e servizi, e tale ricchezza doveva essere misurata in termini pro capite. A tal fine Smith esamin
anche esportazioni importazioni in quanto mediante le prime era possibile reperire mezzi di pagamento per le seconde.
16-Concorrenza e monopolio in Smith: Smith critica il monopolio dell'azione politica in campo economico perch urta
contro il diritto naturale e la libert individuale; Smith critica il protezionismo mercantilista perch volto a favorire interessi
dei mercanti e uomini d'affari non il bene comune, e allora governi sarebbero guidati strumentalizzati dai commercianti e non
proporrebbero misure economiche efficienti.
17-Analizzare i meccanismi che determinano la crescita della ricchezza: La ricchezza di una nazione linsieme dei beni, a
disposizione dei componenti della societ ed il risultato dalla produzione, cio del lavoro. Con il termine ricchezza Smith
intende qualcosa di diverso dal semplice sovrappi. Nel sovrappi, non sono comprese le sussistenze consumate dai lavoratori,
considerate un costo necessario per rendere possibile la produzione, mentre Smith comprende tanto le cose necessarie che
quelle comode (consumate dai lavoratori) che il sovrappi. Si tratta quindi del prodotto lordo meno i mezzi di produzione
consumati nel processo produttivo. Quindi Smith con il termine ricchezza intende ci che oggi chiamiamo reddito o prodotto
nazionale, dove il sovrappi solo una parte di esso (ovvero il prodotto nazionale meno le sussistenze dei lavoratori). La
ricchezza della societ sono i beni che la societ ha a disposizione, ma lindice del benessere di una societ non il livello
assoluto della ricchezza, ma il suo rapporto con la popolazione, ci che oggi chiamiamo reddito pro-capite: quanto pi, in
media, ciascun cittadino ha a disposizione una maggior quantit di ricchezza, tanto pi alto il benessere di quella societ.
18-In che cosa consiste la differenza fra prezzi di mercato e prezzi naturali in Smith e che cosa succede se i prezzi di mercato
sono maggiori dei prezzi naturali? I prezzi di mercato (di breve periodo) sono dati sia dalla domanda e dall'offerta. Egli
convinto che i prezzi di mercato dipendono sia dall'offerta che dalla domanda, mentre per quanto riguarda i prezzi naturali (di
lungo periodo) questi dipendono dai costi di produzione, anche se a volte pu valere l'effetto congiunto di domanda e offerta.
Prezzo di mercato: il prezzo effettivo di una merce in un particolare momento e dipende dalla forza della domanda e
dell'offerta. Prezzo "naturale": consente di pagare i lavoratori, ai capitalisti e ai proprietari terrieri i normali saggi di
retribuzione (ossia quel prezzo che assicura la copertura dei costi di produzione). Ci che importante che il prezzo
naturale il prezzo centrale attorno al quale "gravitano" i prezzi di tutte le merci; ci dovuto alla concorrenza che regola il
funzionamento dei mercati. Smith distinse due concetti quello di valore di scambio valore d'uso. Il primo scaturisce dal
mercato, ed costituito dal lavoro, ogni bene scambiabile sul mercato assume un valore diverso in base al lavoro in esso
contenuto; il valore che assume il bene viene chiamato valore-lavoro; il valore d'uso quello che soddisfa il bisogno,
rappresenta l'utilit che se ne ricava possedendolo o consumandolo.
19-Smith e la teoria della distribuzione del reddito: secondo questa teoria del reddito personale di ciascun soggetto dipende
dai prezzi dalle quantit di fattori della produzione vendute dai singoli soggetti, ragion per cui il reddito dei salariati
discender dal costo orario del suo lavoro e dalle ore lavorate, quello dei proprietari dalla quantit di terra o capitale e dal
loro prezzo. Dato che all'interno di un sistema economico salari profitti e rendite, sono prezzi, i loro valori relativi
determineranno la distribuzione dei redditi al suo interno, unitamente alla quantit di terra lavoro capitale che vengono
portate sul mercato. Si spiega come si ripartisce il reddito tra le classi sociali e come si determinano le tre grandezze salario,
rendita ed interessi.
- salario: il risultato di un processo di trattazioni fra classi sociali. Secondo Smith esiste un fondo salario e vi una domanda
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di lavoro data dall'ampiezza di questo fondo; l'offerta di lavoro dipende dalla prolificit. Quindi il salario determinato
dall'ampiezza del fondo salario diviso la numerosit della popolazione. Smith proposte ben cinque teorie dei salari: quella
della sussistenza quello della produttivit, della contrattazione, una teoria della rivendicazione residuale una teoria del
fondo-salari. Secondo la dottrina del fondo-salari esiste una quota fissa di capitale destinato al pagamento dei salari; questo
fondo-salari e costituita da risparmi dei capitalisti accumulato nei periodi pregressi, dunque il saggio di salario = fondo
salari/dimensione forza lavoro. Secondo tale formula un aumento del saggio di salario avrebbe comportato un aumento della
popolazione della forza lavoro, e dunque il salario sarebbe via via diminuito fino al punto di partenza.
- rendita: remunerazione che spetta al proprietario terriero, prezzo pagato per l'uso della terra, per la fertilit del suolo; vi
sono almeno quattro teorie sull'origine della rendita tutto in contraddizione tra di loro: 1) la domanda dei proprietari
terrieri;2) monopolio;3) vantaggi differenziali;4) la generosit della natura.
- Interesse o profitto: rappresenta la giusta remunerazione per l'attivit socialmente utile svolta dal capitalista ovvero, nel
corso del processo produttivo forniscono ai lavoratori mezzi di sostentamento e mezzi di produzione. Il profitto e quindi visto
come la risultante di due componenti:1) remunerazione per il rischio sopportato;2) remunerazione al titolo di puro interesse.
20-La teoria dello sviluppo economico in Smith: Lo sviluppo economico ha la sua base nella divisione del lavoro. La divisione
del lavoro divisione sociale o divisione tecnica del lavoro: la prima attiene alla separazione delle funzioni fra le diverse classi
sociali; la seconda attiene alla suddivisione delle mansioni allinterno dellunit produttiva. Con particolare riferimento a
questultima, Smith ritiene che a) la divisione del lavoro accresce la produttivit e che b) essa limitata dallampiezza del
mercato. Ricorrendo allesempio della fabbrica degli spilli, Smith rileva che la divisione del lavoro accresce la produttivit
per tre ragioni: 1. aumenta il grado di specializzazione; 2. consente un risparmio di tempo; 3. incentiva le innovazioni dal
basso, dal momento che rendendo il lavoro ripetitivo incentiva gli operai a escogitare metodi di produzione e sistemi
organizzativi pi efficienti. Smith riconosce che la divisione del lavoro anche fonte di ottusit. Il processo di sviluppo ,
dunque, trainato dallaumento del grado di divisione del lavoro, a sua volta dipendente dallampiezza del mercato (e, dunque,
dalla domanda). Il miglioramento dei sistemi di trasporto e lurbanizzazione, rileva Smith, accrescendo la domanda
accrescono la divisione del lavoro. Da ci seguono i seguenti effetti: laumento del grado di divisione del lavoro (d.l.) accresce
la produttivit, cos che i costi di produzione (C) si riducono, aumentano conseguentemente i profitti (P), gli investimenti (I),
il salari (W), la domanda (D) e, infine, la divisione del lavoro (d.l.) in un circolo potenzialmente illimitato di aumento della
produzione. Il meccanismo ulteriormente amplificato dalleffetto degli alti salari, stando al quale laumento dei salari
accresce la produttivit, comprimendo ulteriormente i costi e accrescendo ulteriormente i profitti. La crescita economica non
trainata da interventi esterni al mercato.
21-Il ruolo dello Stato in Smith: l'idea che ha Smith sull'influenza dello Stato simile a quella moderna, riducendo
l'intervento statale alla tutela della nazione (difesa), all'amministrazione della Giustizia affinch nessun individuo potesse
lenire gli interessi di un altro individuo della nazione stessa ed infine l'intervento per le opere pubbliche e le istituzioni
pubbliche: le prime in modo da migliorare le condizioni per commercio (strade, ponti, canali ecc. ecc.) il secondo con
particolare riferimento all'Istruzione.

22-Il benessere in Smith: L'obiettivo di Smith consisteva nel pervenire a una definizione e a una successiva misurazione del
benessere in un sistema economico dove si producessero due o pi prodotti finali. Se si adotta la definizione per la quale il
benessere coincide con il consumo totale o con il prodotto della societ, nel caso di un'economia multi-prodotto vi un
problema da risolvere a monte, cio quello di sommare tra loro l'output o il consumo di prodotti diversi. Una possibile
soluzione a questo problema la conversione di tutti prodotti in un'unica unit di misura.

Di Michele Avila

23-Come si determina landamento nel tempo del saggio di profitto in Smith? Smith sostiene che il profitto perfettamente
legittimo in quanto remunerazione per l'attivit socialmente utile svolta dal capitalista, ovvero per aver fornito ai lavoratori,
durante il processo produttivo, i mezzi di sostentamento (dottrina del fondo salari). Inoltre il profitto visto come risultante
di due componenti: remunerazione per il rischio sopportato e remunerazione a titolo di puro interesse. Smith prevedeva che
il saggio di profitto sarebbe caduto nel lungo periodo per 3 ragioni: concorrenza nel mercato del lavoro (spinti
dall'accumulazione del capitale, i capitalisti si sarebbero fatti concorrenza sul mercato del lavoro provocando la crescita dei
salari, cosa che a parere di Smith avrebbe spinto in basso i profitti), concorrenza sul mercato dei beni (via via che il prodotto
fosse aumentato, i capitalisti avrebbero dovuto farsi concorrenza sul mercato dei beni, abbassando i prezzi di vendita e
riducendo quindi i profitti), concorrenza nel mercato degli investimenti (stante l'opinione di Smith che esistesse solo un
numero limitato di opportunit d'investimento, una cresciuta accumulazione di capitale avrebbe provocato profitti sempre
minori.
24-Elencare e spiegare i principali vizi e le principali virt delluomo economico smithiano: Smith concepisce l'uomo come
essere egoista ed individualista, alla stregua di Mandeville nella sua Favola delle Api, ma a differenza di Mandeville ritiene che
il contatto tra i vari egoisti generi un'armonia naturale, senza nessun intervento governativo; al contrario l'intervento del
governo visto come fonte di squilibri e quindi sconsigliato. Quindi il principale vizio l'egoismo, ma la principale virt la
socialit. Questa intersoggettivit scaturisce dal principio di simpatia. Smith propone il suo principio di simpatia, secondo il
quale l'uomo si immedesima nei sentimenti altrui per potere percepire approvazione o disapprovazione. Questo spinge l'uomo
a relazionarsi con altri soggetti ed a fare scaturire esiti positivi da relazioni interpersonali. A differenza di Mandeville l'efficacia
della mano invisibile scaturisce dal semplice egoismo e dal rapporto interpersonale dei soggetti coinvolti nelle relazioni
economiche.
25-Sotto quali condizioni la teoria del costo del lavoro e quella del lavoro comandato in smith danno gli stessi risultati in
termini relativi?
L'unico caso in cui i prezzi relativi dei due beni si uguagliano nel caso di lavoro contenuto o comandato quello in cui il costo
del lavoro incida in uguale proporzione, considerato sempre che tutti gli altri fattori reali determinati e casuali siano uguali in
ambedue le produzioni.
26-Il capitale e i capitalisti: Smith introduce il concetto di classe. Per Smith ci sono tre classi: capitalisti, proprietari terrieri e
lavoratori. Smith sottoline che la ricchezza di una nazione dipende dall'accumulazione del capitale questa accumulazione
genera sviluppo. La fonte di capitale di un economia a propriet privata sono i risparmi degli individui. Riteneva che i
lavoratori non potessero accumulare capitale, poich avevano salari che gli permetteva la soddisfazione degli immediati
desideri di consumo. I proprietari terrieri pur avendo redditi sufficienti all'accumulazione, li spendeva per la loro propensione
al lusso, e quindi mantenevano soltanto il lavoro improduttivo. Restano quindi sulle capitalisti come capaci di realizzare
profitti tramite risparmio di investimento e quindi considerati come veri benefattori della societ.
27-Lavoro produttivo e improduttivo: nell'opinione di Smith all'accumulazione del capitale determinava anche il rapporto tra
il numero dei lavoratori impiegati in lavori produttivi e il numero di quelli impiegati diversamente. Per Smith che lavoro
produttivo quello impiegato per produrre beni visibili, mentre lavoro improduttivo e quello impiegato per produrre servizi.
Smith argomenta dunque che l'attivit dei capitalisti sia di beneficio per la crescita economica lo sviluppo, a differenza delle
spese dei proprietari terrieri dirette verso i servizi che costituiscono uno spreco. Alla fine Smith conclude che essendo la
crescita economica ostacolata dalla spesa pubblica destinata ai lavori improduttivi, la cosa da fare ridurre l'intervento del
governo, con la conseguenza di poter abbassare le tasse sui capitalisti e consentire loro di accumulare pi capitale.
28-Esporre la critica di smith al mercantilismo e in particolare alla teoria della bilancia commerciale: secondo i mercantilista
di un paese a dovrebbe incoraggiare le esportazioni e disincentivare le importazioni per mezzo di tariffe, dazi, tasse e qualsiasi
mezzo che consente di raggiungere un attivo del bilancio commerciale. La produzione dovrebbe essere stimolata mediante
l'intervento pubblico sul mercato interno e la regolamentazione del commercio estero. Gli storici del pensiero economico
Di Michele Avila

non sono concordi con la natura del significato della dottrina sulla bilancia commerciale all'interno della letteratura
mercantilista.
29-La concezione di Smith sulla domanda aggregata: Smith respinse apertamente le posizioni di Mandeville e dei mercantilisti
sostenitori dell'orientamento appena descritto: a suo parere erano invece frugalit e parsimonia a dover essere apprezzate,
dato il ruolo svolto nel suo sistema teorico dall'accumulazione del capitale come determinante principale della crescita e della
prosperit. Secondo Smith il risparmio non riduce la domanda aggregata ma semplicemente la reindirizza dai beni di consumo
verso i beni di investimento.

MALTHUS:
29-Legge di malthus sulla popolazione: in questa teoria sostiene che la ragione cresce pi velocemente dell'offerta di cibo;
questa si fonda su due ipotesi: il cibo fondamentale per la vita umana e che la passione tra uomo e donna
fondamentalmente al pari del cibo e dunque non scemer mai. La sua teoria poggia su tre fattori: l'insufficienza di cibo
esistente in Inghilterra alla fine del 1700, l'impoverimento delle classi a basso reddito dovuta l'urbanizzazione e al fine di
confutare le teorie del padre, Sosteneva che il carattere umano condizionato dall'ambiente in cui l'uomo vive in particolare
la miseria, l'infelicit umana dei vizi dovevano essere attribuite al governo. La teoria sulla popolazione prevede che in assenza
di interventi statali vi sia un incremento geometrico (uno, 2,4, 8,16...) Della popolazione e un incremento aritmetico del
cibo (1, 2,3, 4,5...)malthus non contemplo un eventuale sviluppo tecnologico come veicolo volto all'aumento degli alimenti e
si limit a prevedere dei controlli sullo sviluppo demografico sia di tipo positivo sia di tipo negativo; i primi erano
rappresentati da guerre, carestie o pandemie che incrementavano il normale tasso di mortalit, i secondi prevedevano una
diminuzione del tasso di natalit mediante un rinvio dei matrimoni anche se ci sarebbe stato causa di promiscuit sessuale.
Insoddisfatto della sua prima esposizione, pubblic un secondo saggio in cui porre un freno di natura morale ai controlli di
tipo negativo, in quanto in assenza di un regolare matrimonio erano esclusi rapporti sessuali. Il limite di malthus fu quello di
non valutare come lo sviluppo tecnologico potesse aumentare il cibo a disposizione della popolazione. Nonostante i suoi limiti
la sua teoria fu per applicata nell'ambito della dottrina del fondo salari (Smith, Ricardo) secondo cui un aumento del salario
reale avrebbe favorito la crescita della popolazione, e tale aumento avrebbe fatto diminuire il salario sino a raggiungere il
livello originario; dunque fu argomentato che qualsiasi tentativo di migliorare il benessere economico di tutti a basso reddito
sarebbe stato vanificato da un aumento della popolazione.
29-Il sottoconsumo Malthusiano:
Malthus afferm che il processo di risparmio e investimento non pu proseguire indefinitamente senza condurre nel lungo
periodo alla stagnazione. Il punto di partenza che esiste un tasso appropriato di accumulazione di capitale che l'economia
riesce ad assorbire, e che un livello troppo elevato di risparmi e investimenti creano dei problemi: infatti, da un lato, con il
risparmio si riduce la domanda per i beni di consumo, e dall'altro con l'investimento si determina la produzione di pi beni di
consumo nel futuro.
La conclusione di Malthus era la seguente: poich la domanda effettiva dei lavoratori e dei capitalisti si dimostra essere
insufficiente, occorre che il divario sia colmato da quei soggetti che nella societ consumano senza produrre, ossia da coloro
che forniscono servizi e dai proprietari terrieri. Una delle funzioni sociali dei proprietari terrieri dunque quella di
consumare senza produrre, e per questa via contribuire a impedire la depressione e l'eventuale stagnazione dell'economia.
30-Legge di say e in quali condizioni valida? La legge di Say afferma che, data la teoria del valore come costo di produzione,
ogni bene prodotto sul mercato genera esattamente un flusso di redditi (salari, profitti, rendite), fu enunciata dall'economista
francese Jean-Baptiste Say e riguarda il fenomeno delle crisi economiche. Egli sosteneva in tale legge che in regime di libero
scambio non sono possibili le crisi prolungate, poich i prodotti si pagano con i prodotti e non con il denaro, che solamente
merce rappresentativa. Il rimedio delle crisi non doveva, secondo Say, ricercarsi tanto in misure restrittive dell'importazione,
Di Michele Avila

quanto nell'incremento di quelle produzioni che servissero all'esportazione; il libero scambio fungerebbe di per s da rimedio
portando alla formazione di un nuovo equilibrio economico Questa legge detta pure legge degli sbocchi, poich ogni
produzione troverebbe sempre un naturale. I beni acquistati (ossia la domanda) sono sempre= ai beni prodotti (ossia l'offerta).
Le condizioni di validit della legge di say sono: piena occupazione delle risorse, equilibri tra investimenti e risparmi e la
moneta che ha funzione di intermediario e ovviamente equlibrio tra offerta e domanda che proprio la legge.
31-Esporre la controversia bullionista delle cambiali reali: Ricardo si mostr favorevole alla legge di say intorno ai primi
dell'800, quando i vari economisti del tempo comincer a discutere sulle origini dell'inflazione che contraddistinse il tempo;
tale discussione diedero vita alla cosiddetta "controversia bullionista dove bullions metalli preziosi detenuti come riserva
monetaria, e che vide schierati da una parte i bullionisti tra cui Ricardo i quali collegavano il fenomeno dell'inflazione
all'espansione monetaria, e dall'altra gli anti-bullionisti secondo cui le ragioni dell'inflazione era ricercarsi tra i fattori reali (i
cattivi raccolti). Secondo questi ultimi una crescita della moneta proporzionale ai bisogni non avrebbe mai potuto causare
fenomeni inflattivi. Tale dottrina era denominata delle cambiali reali.
Critica di Malthus alla legge di say: Malthus cerca di dimostrare che non tutto il reddito guadagnato si tramuta
automaticamente in una domanda corrispondente di beni. In un primo momento la sua critica si appunta sulla questione dei
salari. Poich i lavoratori sono sfruttati i loro redditi sono insufficienti ad acquistare i consumi che pure loro desidererebbero
consumare. Per i capitalisti vale il ragionamento inverso. Hanno pi reddito del valore dei beni che desiderano acquistare. La
cattiva distribuzione si traduce dunque in carenza di domanda effettiva rispetto alla domanda potenziale
RICARDO:
32-Vantaggio assoluto: il principio del vantaggio assoluto prevede un modello di scambio basato su due paesi in cui il paese A
sia pi produttivo nella produzione di un determinato bene (ad esempio, la stoffa) e il paese B sia invece pi produttivo nella
produzione di un altro bene (ad esempio, il vino). In tal modo, si pu affermare che il paese A ha un vantaggio assoluto della
produzione di stoffa e il paese B ha un vantaggio assoluto nella produzione di vino. All'apertura delle frontiere e quindi in
presenza di commercio internazionale, al paese A
conviene specializzarsi nella produzione della stoffa e al paese B nella produzione del vino. Se il paese A trasferisce un'unit di
lavoro dall'industria del vino a quella della stoffa, e il paese B ne trasferisce una
dall'industria della stoffa a quella del vino, la quantit di lavoro impiegata nelle due economie non cambia, ma la produzione
complessiva aumenta per entrambi i beni. Di conseguenza, se una nazione ha un vantaggio assoluto nella produzione di una
merce, mentre un'altra nazione ha un vantaggio assoluto nella produzione di un'altra merce, ciascuna di esse guadagna se si
specializza nella produzione della merce che costa meno produrre, poich ne deriva un aumento del prodotto totale. Per
quanto riguarda, invece, l'aspetto dei prezzi, esiste una serie di prezzi internazionali per il vino e per la stoffa che permette ad
entrambe le nazioni di guadagnare dallo scambio.
33-Vantaggio comparato: Ricardo era a favore della libert dei commerci e contro l'applicazione delle tariffe alle
importazioni, poich, a suo parere, le barriere al commercio internazionale avrebbero ridotto il saggio di profitto e rallentato
il processo di accumulazione e quindi ostacolato il processo di sviluppo economico. La crescita, lo sviluppo, l'aumento della
ricchezza dipendano dalle specializzazione da parte dei vari paesi nelle attivit in cui ciascuno di essi pi produttivo. Secondo
Ricardo, tale specializzazione si realizza sulla base del principio del vantaggio comparato e a tal fine, egli costruisce un
modello di scambio basato su due paesi, due beni e un solo fattore di produzione (il lavoro). In base a tale principio, uno dei
due paesi preso in considerazione pi efficiente nella produzione di entrambi i beni rispetto all'altro paese. In altri termini, il
paese A impiega quantit di lavoro minori del paese B nelle produzione di una unit di entrambi i beni. Ricardo riusc a
dimostrare che nonostante il paese A abbia un vantaggio assoluto nella produzione dei due beni, non il vantaggio assoluto
che determina la convenienza al commercio internazionale, ma il vantaggio comparato. Per determinare il vantaggio
comparato bisogna esaminare le produttivit relative all'interno di ciascun sistema economico. Ci che conta il confronto tra
i costi opportunit. In una situazione in cui i costi opportunit sono gli stessi ovunque, nessun paese ha un vantaggio
comparato e quindi di solito non c' nessuna convenienza a commerciare. (Lattuale teoria del commercio internazionale
mostra che possibile e vantaggioso il commercio internazionale in quei settori dove esistono rilevanti economie di scala)
34-Teoria del valore in ricardo: Rifacendosi alla teoria smithiana del valore, Ricardo pose a fondamento del valore di scambio
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di un bene la quantit di lavoro necessaria per ottenerlo e, in opposizione a Smith, sostenne che tale principio era valido non
solo per le societ precapitalistiche ma anche per quelle capitalistiche. Inoltre nel lavoro necessario alla produzione di un bene
consider anche il lavoro impiegato per la fabbricazione degli utensili, macchine ed edifici utilizzati nella produzione stessa.
Secondo Ricardo il valore delle merci dipende dalle condizioni di produzione delle merci stesse.
Cause che definiscono il valore delle merci:
- scarsit delle merci
- quantit di lavoro necessaria per produrre le merci.
Secondo Ricardo ci sono alcune merci il cui valore dipende dalla loro scarsit sul mercato(riproducibili e non riproducibili).
Queste merci sono quelle che non possono pi essere riprodotte, come statue, dipinti, libri antichi. Queste merci sono per
una porzione molto piccola delle merci scambiate sul mercato. Tutte le altre merci si possono produrre nelle quantit richieste
dal mercato, e il loro valore corrisponde alla quantit di lavoro necessaria per produrle. Questa formula corrisponde in parte
alla teoria del valore di Smith, per Smith lo faceva in riferimento ad uneconomia primitiva, quindi senza terra e capitali.
Ricardo invece convinto che questa teoria valga in generale per ogni economia, per questo il prezzo relativo della merce
corrisponde alla quantit di lavoro necessaria per produrre le merci. Ricardo a differenza di Smith ritiene che il costo delle
merci dipenda dallammontare di lavoro per produrle. Quindi ritiene che la spiegazione di Smith non corretta. Quindi
convinto che il prezzo relativo delle merci corrisponda al rapporto della quantit di lavoro totale richiesta. Ricardo si
concentr solo sui beni riproducibili, prodotti nei mercati contraddistinti da concorrenza perfetta, e contempl una teoria del
valore fondata sul costo del lavoro. Ricardo Propose le rispettive soluzioni a cinque problemi fondamentali per elaborare una
teoria del valore-lavoro:
misurare la quantit di lavoro
considerare le diverse attivit dei lavoratori
spiegare come i beni capitali influenzano i prezzi
come includere dalla terra tre fattori determinanti del prezzo
come includere profitti tre fattori determinanti del prezzo
la quantit di lavoro pu essere misurata conteggiando il tempo, le ore necessario produrre un bene.
Analizzare le diverse attivit dei lavoratori significa ammettere che un'ora di lavoro pu produrre una produzione differente in
capo al lavoratore A e al lavoratore B. Se in un'ora di lavoro a parit di condizioni, un individuo caccia due cervi e l'altro se ne
procura solo uno, secondo Ricardo devono essere utilizzati salari quale misura per stabilire la quantit di lavoro necessaria.
Assunto che i beni sono prodotti mediante l'utilizzo di lavoro capitale, secondo Ricardo il capitale lavoro accumulato; se ne
deduce che la quantit di lavoro di un bene corrisponde al tempo necessario a produrlo pi la quantit di lavoro immanente
nel bene capitale usato nella produzione, il quale nel corso risolutivo si deprezza. Nel bene capitale devono essere inclusi: la
remunerazione del lavoro diretto, la remunerazione del lavoro indiretto.
Circa la considerazione della terra come determinante del prezzo supposto che due lavoratori aventi uguali capacit coltivino
due fondi con diverse attivit e dunque ottengano una produzione diversa, Ricardo misura la quantit di lavoro necessario
produrlo quintali di grano sfruttando la teoria della rendita.
Ricardo sostiene che l'influenza del profitto trascurabile, in quanto le variazioni dei prezzi relativi nel tempo dipendano dai
cambiamenti nelle quantit relative di lavoro incorporato nei beni.
35-La disoccupazione tecnologica in Ricardo: Si ha disoccupazione tecnologica quando la legge di Say non vale pi e il sistema
economica si trova in una situazione di sovrapproduzione. Ricardo introduce questo concetto probabilmente a seguito delle
critiche rivolte da Malthus alla legge di Say. Se il sistema economico diventa troppo tecnologico allora vi possono essere
squilibri da sovrapproduzione che portano alla disoccupazione. Ricardo sostiene che la disoccupazione tecnologica si sarebbe
verificata se le nuove macchine (cio i nuovi investimenti) fossero state finanziate attingendo direttamente dal fondo salari
(cio dai risparmi prodotti dagli imprenditori e destinati a finanziare lacquisto di beni salario per sostenere i lavoratori al
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livello di sussistenza). In questo caso, una riduzione del fondo salari avrebbe prodotto disoccupazione in quanto gli
imprenditori si trovano con minori risorse per domandare lavoro. Se invece le nuove macchine fossero state finanziate con
nuovi risparmi che non intaccavano il fondo salari, allora non sorgevano problemi per i lavoratori.
36-Le leggi sul grano: alcune delle questioni economiche pi interessanti all'inizio del XIX sec. riguardavano le leggi sul
grano, una serie di provvedimenti che imponevano tariffe sull'importazione del grano verso l'Inghilterra. Vi erano diverse
argomentazioni sulle quali Ricardo non si trovava d'accordo: una era quella per cui tariffe pi alte avrebbero provocato prezzi
pi bassi, perch avrebbero incoraggiato gli investimenti nell'agricoltura; un'altra era quella per cui gli alti prezzi del grano era
una conseguenza delle rendite elevate e quindi queste ultime andavano viste come determinanti dei prezzi, mentre per
Ricardo la relazione inversa ovvero sono i prezzi alti che fanno aumentare le rendite, e quindi le tariffe pi alte avrebbero
spostato la distribuzione a favore dei proprietari terrieri.
37-Definizione di rendita e teoria della rendita in Ricardo: Ricardo definisce la rendita come quel pagamento al proprietario
terriero che rende uguale il saggio di profitto sulle terre di diversa qualit.
attraverso la sua teoria della rendita, Ricardo afferma che vi sono due ragioni che spiegano l'esistenza della rendita: la scarsit
di terre fertili e la legge dei rendimenti decrescenti, secondo la quale ad ogni apporto di un fattore produttivo non
corrisponde un incremento di produzione proporzionalmente crescente, ma il tasso di incremento del prodotto totale sar via
via minore.
Ricardo, infatti, nota come, se vi fosse una sovrabbondanza di terra fertile, non vi sarebbe alcuna forma di rendita. Nella realt
tuttavia le terre esistenti hanno una diversa produttivit. Ipotizziamo terre di tre qualit diverse: assumiamo che alla terra di
qualit A vengono applicate tre unit di lavoro e capitale, due unit alla terra di qualit B, e una unit alla terra di qualit C. I
prodotti marginali dei tre apprezzamenti sono riportati nella tabella sotto:
Il margine intensivo illustra l'effetto dell'applicazione di unit successive di lavoro e di capitale su un dato apprezzamento di
terra. Se si applica una sola unit alla terra di qualit A, si ottengono 100 quintali di grano; se ne viene applicata una seconda il
prodotto totale di 190 quintali e il prodotto marginale di questa seconda unit di 90 quintali, e cos via. Esso illustra quindi
il principio dei rendimenti marginali decrescenti, che nel nostro esempio si assume operativo fin dalla prima unit applicata.
Man mano che il prodotto marginale sulla terra di qualit A diminuisce, aumenta la convenienza a usare terre di qualit
inferiore nella produzione. Lo spostamento dalla terra di qualit A a quella di qualit B, ad esempio dalla pianura, pi fertile,
alla collina, rappresenta il margine estensivo. Per comprendere la nozione ricardiana possiamo ora misurare la rendita di
queste terre: se essa il pagamento al proprietario che uguaglia i saggi di profitto per i diversi appezzamenti, la rendita sulla
terra di qualit A 30 quintali, quella sulla terra di qualit B 10 quintali e quella sulla terra di qualit C zero. Il processo
concorrenziale che conduce a tale risultato il seguente. Se si applicasse una singola unit di lavoro e capitale a tre
apprezzamenti di qualit C si otterrebbe un prodotto complessivo di 240 quintali; mentre tre unit di lavoro e capitale su un
appezzamento di qualit A renderebbero 270 quintali (100+90+80). Il prezzo (cio la rendita) della terra A pertanto crescer
per via della concorrenza che si faranno di agricoltori per assicurarsela, fino a che esso arriver a 30 quintali di grano, che il
prezzo che uguaglia il profitto sulle terre di diversa qualit. Il costo marginale si definisce come l'incremento del costo totale
che deve essere sostenuto per poter produrre un'unit addizionale di prodotto finale. Con l'abbassarsi del margine intensivo i
costi marginali aumentano e quello dell'ultimo quintale per A lo stesso del costo marginale per l'ultimo quintale prodotto
sulle terre B e C. Nell'equilibrio di lungo periodo dunque, allorch i prodotti marginali in termini fisici sono uniformi sulle
diverse terre, al margine i costi marginali devono essere uguali per definizione. Questo modello del funzionamento del
settore agricolo evidenzia alcuni aspetti importanti:
la concorrenza tra gli agricoltori sul mercato far convergere il prezzo del grano
verso il costo marginale dell'unit di output pi costosa;
la concorrenza per la terra pi fertile avr l'effetto di fruttare delle rendite ai proprietari
delle terre migliori;
la concorrenza assicurer che su tutti i tipi di terra vi sia un saggio di profitto
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uniforme.
Nello schema di Ricardo la rendita dunque determinata dal prezzo, non viceversa: gli alti prezzi del grano che si registravano
in quegli anni non erano causati dagli alti livelli delle rendite, ma, al contrario, erano le rendite ad essere alte perch era alto il
prezzo del grano. In base all'analisi precedente si pu concludere che le restrizioni alle importazioni introdotte con le leggi sul
grano avrebbero provocato la caduta dei margini intensivo ed estensivo, a causa della scarsit di terra fertile e del principio dei
rendimenti decrescenti, mentre i prodotti marginali in termini fisici di unit addizionali di lavoro e capitale sarebbero calati: i
costi marginali sarebbero conseguentemente cresciuti provocando la crescita, a propria volta, dei prezzi del grano e delle
rendite.
38-Teoria del commercio internazionale: Ricardo con questa teoria riusc a dimostrare quali sarebbero stati vantaggi del
commercio internazionale, ma non pot giudicare quale sarebbe stato il prezzo effettivo della stoffa del vino e come le due
nazioni sarebbero ripartire il vantaggio complessivo. Ovviamente l'Inghilterra avrebbe preferito guadagnare quanto prima
possibile per 1 m di stoffa e il Portogallo avrebbe preferito cedere quanto meno vino possibile per 1 m di stoffa. Ricardo in
questa situazione suggerisce che le ragioni di scambio sarebbero state grosso modo una via di mezzo tra i due prezzi nazionali.
39-Declino dellapproccio ricardiano: le questioni fondamentali sono:
rapporto fra analisi e verifica empirica: la legge dei rendimenti decrescenti, teoria malthusiana della popolazione e dello stato
stazionario non sembrano verificarsi, Ricardo sottovaluta il ruolo della tecnologia. Mark Blaug: "divorzio fra fatti e teoria"
giustificato dal carattere logico-deduttivo dell'economia politica secondo Senior, carattere che Mill restringe alle sole leggi
della produzione, non a quelle della distribuzione
teoria del valore lavoro viene ritenuta non soddisfacente sia teoricamente (non funziona con intensit di capitale diverse) che
analiticamente (ignora sistematicamente i fattori soggettivi e legati alla domanda)(qui molto importante Senior); presta il
fianco ad un utilizzo politico e a una teoria dello sfruttamento di classe (socialisti ricardiani e poi Marx).
contraddittoriet degli argomenti per spiegare il salario reale al livello di sussistenza: il fondo salari una spiegazione di breve
periodo del salario reale, mentre nel lungo periodo vale la teoria malthusiana della popolazione. Ma se quest'ultima cade,
come spiegare che il livello del salario reale ancorato alla mera sussistenza? e come spiegare la distribuzione del reddito fra
salari, rendite e profitti?
eccessiva rigidit della teoria del fondo salari, Incapacit di dare ragione di emergenti fenomeni sociali come quello dei
sindacati. Visione puramente conservativa.
Teoria del profitto e dell'interesse teoricamente inadeguata e socialmente inaccettabile...Senior offre una teoria dell'interesse
basata sull'astinenza, disutilit legata al mancato consumo (lascia aperto il problema dell'interesse riscosso sui beni ricevuti in
eredit, senza fare fatica, quindi).
32-Teoria della distribuzione in Ricardo: Nel grafico di seguito le dosi successive di capitale e lavoro sono riportate sull'asse
orizzontale, i loro prodotti marginali in termini fisici sono misurati in quintali di grano sull'asse verticale. La retta verde
(ABM) rappresenta tali prodotti marginali in termini fisici. Ipotizziamo di partire da una situazione di equilibrio assumendo
che una certa quantit di capitale e lavoro, rappresentata dal segmento OC, venga applicata alla terra disponibile. Il prodotto
marginale dell'ultima unit applicata di capitale e lavoro dunque dato dal segmento BC, e il prodotto totale dell'agricoltura
uguale all'area OABC, dal momento che il prodotto totale la somma di tutti prodotti marginali. Il problema ora
determinare la divisione del prodotto totale tra salari, profitti e rendite. Determiniamo prima di tutto la rendita: al margine
essa cade a zero, e tutto il prodotto sopra la linea BD costituisce la
remunerazione del proprietario terriero. La
rendita dunque uguale all'area DAB. Il livello di sussistenza dei salari lo si ricava dalla teoria malthusiana della popolazione, e
nel nostro esempio pari alla linea arancione EFN: questo implica che il saggio di salario misurato da FC e i salari totali
dall'area OEFC. Infine, se si sottrae il saggio di salario dal prodotto marginale calcolato al margine, il profitto per l'ultima dose
di capitale e lavoro dato da BF, mentre il profitto totale dato dall'area EDBF. In questo mondo siamo riusciti a dividere il
prodotto totale nelle sue quote di rendita (DAB), profitto (EDBF) e salario (OEFC). Il passaggio cruciale quello per cui il
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livello di profitti dipende dal prodotto marginale dell'ultima dose di capitale e lavoro e dal livello di sussistenza del salario
reale.
51-La distribuzione del reddito nel corso del tempo: circa la distribuzione del reddito nel corso del tempo
quando durante la crescita economica, l'accumulazione del capitale e la popolazione aumentano, alla terra verranno applicate
sempre pi unita di capitale e lavoro. Se il margine si estende in modo che OI rappresenta l'ultima dose di capitale e lavoro, il
nuovo e pi elevato livello della vendita dato dall'area GAH, i profitti si sono ridotti all'area EGHJ e l'ammontare dei salari
corrisponde all'aria OEJI. Utilizzando la terra in modo pi intensivo il livello della rendita aumenta fino a che il prodotto
totale si ripartisce tra salari rendite, ed i profili sono nulli. Questo lo stato stazionario: OP sono le dosi di capitale e lavoro
impiegate, EAQ la rendita, OEQP sono i salari.

52-Politica economica in Ricardo: i problemi pi urgenti riguardavano il prezzo del grano che continuava a salire; quello delle
rendite che mostravano una tendenza alla crescita; e infine il problema circa i mutamenti strutturali delleconomia inglese. Un
punto cruciale comune a tutti questi problemi era la questione se il commercio internazionale dovesse essere regolato o
lasciato libero. I proprietari terrieri chiedevano la protezione del governo, mentre molti imprenditori invocavano maggiore
libert commerciale. Lapproccio di Ricardo alla politica economica influenz anche altri economisti: per formulare una
buona politica occorreva astrarre da tutti gli elementi che non fossero essenziali e costruire un modello teorico che ponesse in
risalto i nessi causali tra le diverse variabili in esame. Ricardo avanzava raccomandazioni di politica economica basate sul
ragionamento teorico.
53-Rendimenti decrescenti: Il principio dei rendimenti decrescenti afferma che se un fattore della produzione viene
progressivamente aumentato mentre gli altri fattori restano costanti, il tasso d'incremento del prodotto totale via via
minore. Necessario per lanalisi economica, oltre ai rendimenti decrescenti, il progresso tecnologico; lo sviluppo
tecnologico applicato al settore agricolo avrebbe potuto teoricamente controbilanciare i rendimenti decrescenti, oppure
controbilanciarli parzialmente il verificarsi di rendimenti di scala costanti, decrescenti o crescenti. Ricardo riteneva che lo
sviluppo tecnologico non sarebbe stato in grado di controbilanciare i rendimenti di breve periodo e quindi si sarebbe assistito
a rendimenti decrescenti in agricoltura. Ma tutti i dati allora disponibili sulleconomia britannica indicavano che le previsioni
di Ricardo erano sbagliate, dato che in Inghilterra la crescita della popolazione era stata superiore alla crescita dei lavoratori
occupati nel settore agricolo.
MILL:
40-Teoria del valore in Mill: L'idea di fondo di Mill che affinch un bene possa avere un valore di scambio, e quindi un
prezzo, occorre che esso sia utile e difficile da ottenere.
Se l'offerta fosse limitata in modo assoluto, allora la curva di offerta sarebbe perfettamente inelastica (verticale) e il prezzo
dipenderebbe dalla domanda e offerta (figura A). Di fatto secondo Mill questa una classe di merci relativamente poco
importanti, visto che poche merci presentano un'offerta perfettamente inelastica: si tratta per lo pi di vini, opere d'arte, libri
vari... Egli per fa uso di questo primo caso per analizzare quelle situazioni di monopolio in cui il monopolista ha la possibilit
di limitare l'offerta in modo artificioso. Il secondo gruppo di merci, i beni manufatti, presentano invece una curva di offerta
perfettamente elastica (orizzontale), e a proposto di questi Mill conclude che il loro prezzo determinato dal costo di
produzione; in questo caso infatti egli adotta l'ipotesi che tutte le industrie manifatturiere producano a costi costanti (figura
B), cio che i loro costi marginali non si modificano all'aumentare del livello di produzione. Per quanto riguarda invece il
terzo gruppo di beni (figura C), ovvero quelli prodotti nel settore agricolo, l'ipotesi di Mill di una produzione soggetta a
costi crescenti, dove cio i costi marginali aumentano con l'aumentare dell'output prodotto: il prezzo di tali merci
Di Michele Avila

determinato dal costo di produzione registrato nelle circostanze meno favorevoli.


41-Critica di Mill alla legge di say: Mill critica la legge di say ritenendo che possa non essere valida in un sistema monetario e
creditizio avanzato perch - a causa del ruolo delle aspettative, della speculazione e della possibilit di domandare moneta
come riserva di valore - si potrebbero verificare delle crisi di sovrapproduzione, cio delle situazione in cui il reddito generato
con l'attivit produttiva non viene interamente speso per beni di consumo o di investimento. Questa situazione di squilibrio
non si verifica invece solitamente in un'economia di baratto o quando la moneta svolge esclusivamente funzioni di
intermediazione.
42-Le ragioni del declino dell'economia classica: le ragioni del declino della scuola classica furono molteplici e complesse e
sono spiegate nella parte iniziale del capitolo su Mill. Sono ragioni empiriche (relative cio alla debole relazione fra teoria e
fatti ... es. malthus o rendimenti decrescenti), teoriche (dovute all'incapacit di elaborare leggi universali ... es. valore o
distribuzione) e metodologiche (dovute all'impiego di metodologie diverse).
43-La ritrattazione di Mill: La ritrattazione di Mill consiste, nel ritenere che tutto sommato il fondo salario fissasse
lammontare massimo di risorse da distribuire fra i lavoratori ma che questo ammontare non necessariamente fosse dato tutto
ai lavoratori. Il che implicava che il saggio di salario (determinato da domanda cio dal fondo salari e da offerta cio
dalla popolazione) non necessariamente fosse fisso ma potesse variare a seconda che il fondo salari fosse interamente
distribuito fra i lavoratori oppure no. Ma se il salario poteva variare allora, concludeva Mill, era del tutto legittimo e
opportuno che i lavoratori si coalizzassero in sindacati per aumentare il loro potere contrattuale e convincere le imprese a
esaurire interamente il fondo salari.
44-Teoria del fondo-salari in Mill: La Dottrina del Fondo salari stabilisce che ogni anno vi a disposizione un fondo per
il pagamento dei salari che viene detratto dal capitale accumulato nell'anno precedente grazie all'impiego di lavoro produttivo
e che serve a mantenere in vita i salariati mentre lavorano nell'anno corrente. Secondo la teoria del fondo salari un aumento
del salario oltre il livello di sussistenza spinge i lavoratori a fare pi figli. Questi ingrosseranno le fila dei lavoratori: la
sovrabbondanza di lavoratori far nuovamente scendere il salario al suo livello di sussistenza. Mill sostenne che il Fondo salari
rappresentava il quantitativo massimo di salari che potevano essere pagati ai lavoratori e che questo massimo poteva essere
raggiunto proprio attraverso l'azione sindacale, dato che normalmente, il salario era pi basso.
45-Stato stazionario in Mill: Mill si attiene al modello ricardiano di base; fu favorevole allapplicazione di tasse elevate
sulleredit, alla formazione di cooperative di lavoratori invoca poi la formazione di cooperative di produttori poich ritiene
che i lavoratori avrebbero notevoli incentivi ad aumentare la propria produttivit se potessero percepire non soltanto il loro
salario, ma anche i profitti e gli interessi attivi delle cooperative con le quali gli stessi avrebbero potuto ottenere profitti ed
interessi attivi. Per Mill lo stato porta benessere, poich in questa situazione il ritorno dellattivit economica si sarebbe
ridotta e si sarebbe potuto dedicare maggiore attenzione ai singoli individui. Convinzione pi ottimistica di Mill per la quale
nel corso del tempo si sarebbero instaurati standard di vita sociale pi ragionevoli e umanitari, cos da garantire una
distribuzione dei redditi pi equa e egualitaria; Inoltre giunge alla conclusione che le conseguenze dei rendimenti decrescenti
nel settore agricolo potrebbero essere mitigate dalla crescita del livello culturale dei cittadini e dalla riduzione del saggio di
crescita della popolazione ottenibile grazie al rinvio di matrimoni e al controllo delle nascite. Mill considerava la felicit
individuale, il benessere e il miglioramento generale come criteri per tracciare il profilo della buona societ.
46-Teoria del commercio internazionale in Mill: Mill si sofferma sul modo in cui i vantaggi del commercio internazionale si
ripartiscono tra le diverse nazioni che vi partecipano. L'idea di fondo di Mill consiste nel far dipendere le ragioni di scambio
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dalla domanda per i prodotti importati da parte dei due paesi. La forza relativa delle domande di importazioni legata, a
giudizio di Mill, alle tendenze e alle condizioni dei consumatori dei due paesi.
Egli approfond la nozione di "tendenze e condizioni di consumatori", indicando in modo chiaro che con tale fraseologia si
riferiva alle posizioni e alle elasticit delle curve di domanda, e senza aver mai esplicitamente introdotto il concetto di
elasticit della domanda, di fatto egli stava descrivendo proprio i casi di domande caratterizzate da elasticit, inelasticit ed
elasticit unitaria.
47-Interventismo in Mill: Per Mill le leggi che governano la produzione sono immutabili, mentre quelle che riguardano la
distribuzione variano al variare delle circostanze e possono essere mutate dall'intervento dello Stato e dall'azione consapevole
della societ. L'intervento dello Stato deve essere orientato non solo a garantire la difesa della patria, l'amministrazione della
giustizia e il rispetto dei contratti e dei diritti di propriet. Occorre che il governo intervenga attraverso la tassazione e con
altri strumenti per correggere le ingiustizie pi gravi nella distribuzione del reddito. Per questo egli propone forme di
tassazione della propriet terriera per finanziare beni e servizi necessari alle classi meno agiate. Sostiene l'importanza delle
cooperative e dei sindacati per ottenere standard di lavoro e di salario migliori, giungendo a ritrattare la sua adesione alla
dottrina del fondo salari.
Auspica un allargamento dei diritti politici e sociale alle classi lavoratrici e alle donne.
48-I primi critici delleconomia classica: i primi critici avevano in comune la visione del funzionamento disarmonioso del
capitalismo; per molti di questi la via duscita da questa disarmonia consisteva nellindividuare mezzi non violenti di
risoluzione dei conflitti presenti allinterno della societ. Le loro posizioni ebbero leffetto di influenzare il pensiero di Mill e
sul movimento operaio. Alcuni critici erano contrari allipotesi dellarmonia classica: questi suggerivano una teoria del valorelavoro per suggerire che, essendo il lavoro la fonte del valore, questo avrebbe dovuto essere remunerato. Altri criticavano il
funzionamento dei mercati concorrenziali e invocavano lintervento nelleconomia da parte di scienziati e tecnici. Per altri
invece la fonte della disarmonia risiedeva nella distribuzione del reddito, e suggerivano un ritorno ad un sistema economico
che fosse meno dominato dalle grandi imprese capitalistiche, con pi spazio per gli artigiani e le piccole imprese.
49- La teoria monetaria di Mill e l'eccesso di offerta: una ripresa della legge di Say: Mill si schier a favore della legge di Say
controbattendo l'argomento, avanzato da molti "sottoconsumisti", in base al quale il sistema economico avrebbe tratto
giovamento se i ricchi avessero risparmiato di meno e speso di pi in consumi improduttivi. Mill giunse a distinguere tre
possibili tipi di sistemi economici:
un'economia di baratto;
un'economia dove la moneta una merce e non esiste credito;
un'economia dove esiste credito monetario.
In un'economia di baratto non potrebbe mai esserci un tasso di insufficienza della domanda aggregata, dal momento che una
qualsiasi decisione di offerta di merci presuppone a propria volta una domanda per quelle stesse merci; in un sistema
economico di questo tipo ogni singolo produttore o ogni singola impresa produrrebbero e porrebbero in vendita il proprio
prodotto solo in seguito al desiderio di ottenere altri beni. Se in questo sistema si introduce la moneta intesa solo come mezzo
di scambio la conclusione non cambia; se per la moneta assolve anche alla funzione di riserva di valore, allora un venditore
potrebbe anche non tornare immediatamente sul mercato per effettuare i propri acquisti. Mill dimostr che con
l'introduzione del credito avrebbe potuto verificarsi il caso di una sovrapproduzione di merci a livello di sistema economico
nel suo complesso: una sovraemissione di credito in un periodo di espansione e di prosperit avrebbe potuto essere seguita da
una contrazione del credito in seguito a un'ondata di pessimismo nella comunit degli affari. A parere di Mill, quindi,
l'introduzione del credito in un sistema economico avrebbe consentito la possibilit di un eccesso di offerta a livello aggregato,
non a causa del fenomeno malthusiano della sovrapproduzione dovuta a saturazione del mercato, ma a causa del modificarsi
delle aspettative da parte del mondo degli affari.

Di Michele Avila

50-Scuola metallica e scuola bancaria: La scuola metallica si rifaceva la posizione bullionista e sosteneva che un regime di
circolazione misto (ossia consistente di banconote e di oro) avrebbe dovuto essere soggetto ad una rigida regolamentazione, e
che quindi la quantit di monete in circolazione avrebbe dovuto essere fatta variare esattamente allo stesso modo in cui
sarebbe variata se il sistema fosse stato completamente metallico. I suoi fautori sostenevano che questa politica era infatti
l'unica che impedisse delle missioni inflazionistiche. La scuola bancaria, dal canto suo, invocava la necessit di una politica
monetaria pi flessibile e sosteneva che non vi sarebbe stato bisogno di effettuare alcun controllo sull'emissione di banconote
fintanto che le banche avessero agito in accordo con la dottrina delle cambiali reali.

Di Michele Avila

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