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I Blog ed il marketing a "doppio ciclo"

Scritto da MarioEs
lunedì 18 dicembre 2006

Come dicevo parlando dei Virtual Workspace, le aziende private e gli Enti pubblici devono ripensare il loro rapporto sia con i clienti/cittadini che con i propri
dipendenti all’insegna dell’interattività e della effettiva valorizzazione delle loro risorse, spesso inespresse.

Bisogna contribuire a ricreare l’identità perduta dei cittadini e dei clienti intesi come persone e non solo come consumatori.

In sintesi, non è più pensabile fare marketing e comunicare alla gente in maniera gerarchizzata e tradizionale.

I cittadini vogliono ed hanno bisogno di partecipare ed il Web 2.0 oggi più che mai gliene offre la possibilità: è un bisogno denso di possibilità sia per fare business
che per migliorare la propria immagine aziendale o crearne una completamente nuova.

Per il settore pubblico è un’incredibile occasione per essere vicini ai cittadini e ascoltarne la voce e le proposte, che non sarebbe male poi cercare anche di
soddisfare.

Lo strumento ancora inesplorato o poco utilizzato è l’ormai, invece, “chiaccheratissimo” Blog.

Intanto, premetto che queste riflessioni sono, come sempre, generate dalle mie letture (non ho delle visioni notturne) e in particolare sto proseguendo nella lettura
di Blog! di David Kline e Dan Burstein: devo dire che laserendipità della Rete è impareggiabile per gli orizzonti che apre, ma poi è necessario sempre un buon
vecchio libro per approfondire i temi che ci interessano.

Altrimenti rischiamo di restare troppo in superficie.

Il Blog può essere, quindi, uno strumento per gestire la comunicazione, la conoscenza ed i progetti di lavorosia all’interno dell’azienda sia all’esterno : una
vera miniera di innovatività potenziale per quella che noi di Brain 2 Brain abbiamo definito innovazione culturale (che, ricordiamo, è per noi un concetto a più ampio
spettro).

In tale contesto, D. Kline cita il consulente di marketing Christian Sarkar che definisce questo nuovo approccio“marketing a doppio ciclo”, in base al quale:

1) Le strategie commerciali devono essere orientate alle persone ed alla conoscenza piuttosto che al prodotto;

2) Bisogna pertanto prima (primo ciclo) sviluppare delle “azioni mentali” nei confronti del cittadino/cliente mediante l’utilizzo di blog aziendali o l’ingresso in una
blog community in modo da conquistarsi una leadership d’opinione;

3) Successivamente, si potrà capitalizzare questa leadership (secondo ciclo) e convertire le “azioni mentali” in“azioni di portafoglio”, ossia il business vero e
proprio.

Prima la comunità poi il commercio.

Questo approccio direi che è davvero molto interessante, in quanto ci invita a riflettere sul fatto che la pubblicità tradizionale ed il marketing che siamo abituati a
“subire” non è più percepito da noi cittadini come una forma soddisfacente di rapporto con l’azienda proponente.

Direi che molta della pubblicità è forse addirittura percepita come “fastidiosa”, puramente estetica o troppo invadente. Spesso decisamente “stupida”.

La realtà è che vogliamo dei rapporti più umani con il mondo del business delle aziende e degli Enti pubblici. Internet ci ha abituati così e ci accorgiamo ogni giorno
che passa che vogliamo che sia così.

Perché quello che conta è lo scambio di emozioni e di idee.

I prodotti seguiranno.

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