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Contratti misti: applicabile la disciplina del contratto

prevalente
Cassazione civile , sez. II, sentenza 12.12.2012 n 22828 (Mauro Lanzieri)

La disciplina del contratto misto da molto tempo al centro di unaccesa disputa tra
dottrina e giurisprudenza: da una parte, la dottrina rende applicabile alle singole clausole la disciplina propria di ciascun
contratto, mentre la giurisprudenza ritiene applicabile la disciplina del contratto prevalente.
Tale ultimo orientamento stato ulteriormente stato ribadito da una recente pronuncia della Suprema Corte, che con la
Sentenza n. 22828/2012 intervenuta regolando un interessante caso di contratto misto, in cui coesistevano due
fattispecie negoziali molto differenti.
Liter processuale prende le mosse dalla controversia intercorrente tra una concessionaria di automobili ed un fornitore, i
quali avevano stipulato un contratto di cui rivendicavano le reciproche obbligazioni da questo nascenti, intendendole in
maniera differente in quanto presentava le caratteristiche proprie dei contratti di agenzia e di deposito: il giudizio di
primo grado era stato azionato, dallallora attrice, sul presupposto che il contratto che la legava alla convenuta fosse di
agenzia, questultima si era difesa in giudizio sostenendo che, invece, si trattava di un contratto di deposito. Il giudice di
prime cure qualificava il contratto come misto, mentre in appello veniva qualificato esclusivamente come contratto di
agenzia.
Le doglianze alla base del ricorso in Cassazione riguardano, in particolare, la violazione e falsa applicazione dell'art.
1362 c.c. nonch la mancata applicazione, della disciplina codicistica di cui agli artt. 1766 e 1774 cpv. c.c. alla fattispecie
contrattuale del deposito, che era ipotizzabile nel caso in esame: si chiesto quindi alla Suprema Corte, di dirimere la
questione circa la disciplina applicabile al contratto misto.
La pronuncia in primo luogo afferma il principio dellautonomia contrattuale contenuto nellart. 1322 c.c., che riconosce ai
privati la facolt di predisporre contratti atipici, ovvero elaborati sulla base di specifiche esigenze: tale attivit pu
comprendere la previsione di elementi facenti parte di contratti tipici, o creati ex novo. Il contratto misto, costituito da
elementi di tipi contrattuali diversi, non solo unico, ma ha causa unica ed inscindibile, nella quale si combinano gli
elementi dei diversi tipi che lo costituiscono; il contratto deve essere assoggettato alla disciplina unitaria del contratto
prevalente (e la prevalenza si determina in base ad indici economici od anche di tipo diverso, come la forza del tipo o
linteresse che ha mosso le parti), salvo che gli elementi del contratto non prevalente, regolabili con norme proprie, non
siano incompatibili con quelli del contratto prevalente, dovendosi in tal caso procedere, nel rispetto dellautonomia
contrattuale (art. 1322 c.c.), alcriterio della integrazione delle discipline relative alle diverse cause negoziali che si
combinano nel negozio misto. Consolidando un orientamento giurisprudenziale gi ribadito con altre sentenze, la
Suprema Corte si pronunciata ancora una volta sulla disciplina del contratto misto adottando il criterio della
prevalenza, pur nel tentativo di salvaguardare lautonomia contrattuale e gli interessi di ciascun contraente, in quanto
fondamentali per comprenderne lesatta volont ed individuare il corretto assetto voluto dalle parti, richiamando a tale
scopo i criteri ermeneutici di interpretazione del contratto contenuti nellart. 1362 c.c. e seguenti, compreso il criterio di
interpretazione secondo buona fede.
Altro richiamo importante quello che riguarda la differenza tra contratti misti e contratti collegati: questi ultimi infatti,
mantengono la disciplina dettata per ciascun contratto, mantenendo la distinzione tra le diverse cause negoziali. Pur
valendo l'esposta regola della disciplina autonoma di ciascun contratto collegato, le vicende relative alla validit,
efficaicia e esecuzione di uno dei contratti della catena si riflettono su quelle degli altri di modo che simul stabunt e
simul cadent. Quindi, per configurarsi un collegamento negoziale in senso tecnico, che impone la considerazione
unitaria della fattispecie, necessario che ricorra sia il requisito oggettivo, costituito dal nesso teleologico tra i negozi,
volti alla regolamentazione degli interessi reciproci delle parti nellambito di una finalit pratica consistente in un assetto
economico globale ed unitario, sia il requisito soggettivo, costituito dal comune intento pratico delle parti di volere non
solo leffetto tipico dei singoli negozi in concreto posti in essere, ma anche il coordinamento tra di essi per la
realizzazione di un fine ulteriore, che ne trascende gli effetti tipici e che assume una propria autonomia anche dal punto
di vista causale. Il contratto misto, invece, come visto sopra, un solo contratto, nel quale rientrano, sotto diverse
combinazioni derivanti dagli interessi delle parte, le discipline di diversi contratti tipici; manca, quindi, laspetto
del collegamento, che non pu aversi perch il contratto uno, nel quale si fondono, in maniera appunto diversa, gli
elementi caratterizzanti contratti gi esistenti. Rinviando alla Corte dAppello per la decisione circa la disciplina
contrattuale del caso di specie, gli Ermellini hanno voluto ribadire non solo i criteri con cui regolare i contratti misti, ma

hanno voluto dare ulteriore forza e salvaguardia ad un principio cardine del codice civile, quello dellautonomia
contrattuale tra privati.
(Altalex, 25 gennaio 2013. Nota di Mauro Lanzieri)

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