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ENTRARE NELLA LOGICA DELLA

CROCE CRISTO IL
RIVELATORE DEL PADRE
La ricerca dell'uomo che si interroga sul
pensiero di Dio: Quale uomo pu
conoscere il volere di Dio? Chi pu
immaginare che cosa vuole il
Signore?. Proprio questo squarcio
dell'Antico Testamento ci permette di
cogliere la realt profonda di Cristo:
Lui il rivelatore del Padre, l'unico che ci
pu comunicare ci che piace a Dio.
Ges ci dice che per seguirlo dobbiamo
uscire dalla logica del trionfalismo per
entrare in quella della croce.
Per seguirlo (Vangelo), bisogna fare
bene i conti con le proprie capacit,
come deve fare chi voglia costruire una
torre o ingaggiare una guerra:
necessario valutare le proprie forze.
Non possiamo seguire Ges giocando al
ribasso: il discepolato chiede radicalit, la rinunzia a tutti i propri
averi, cosa che indica prima di tutto l'affidamento totale a Dio, senza
appoggi umani. Ecco allora che le forze succitate non sono solo le
nostre, ma quelle di Dio, offerte a chi si fida e si apre alla grazia, come
diceva santa Teresa di Ges: A chi straordinariamente confida, Dio
straordinariamente provvede

Parola: Sir 3,19-21.30-31; Sal 67,4-7.10-11;


Eb 12,18-19.22-24

QUANDO SEI INVITATO VA'


A METTERTI ALL'ULTIMO POSTO
DURANTE un banchetto a casa di un
capo dei farisei, Ges offre due
insegnamenti: per entrare nel regno
dei cieli sono necessarie l'umilt e la
gratuit (Vangelo). Quando sei
invitato a nozze non cercare con
presunzione i primi posti. La I Lettura
spiega: la modestia gradita al
Signore, mentre l'orgoglio allontana
l'uomo da Dio e lo rende nemico dei
fratelli. L'umile trover grazia davanti
al Signore e sar introdotto nella
verit: Ai miti Dio rivela i suoi
segreti. In secondo luogo Ges
chiede: quando offri un banchetto
invita gratuitamente i poveri che non
hanno da ricambiarti. Quale sar la
ricompensa di questo
comportamento umile e caritatevole?
Anzitutto la carit ottiene la
benevolenza divina: Come l'acqua spegne un fuoco acceso, cos
l'elemosina espia i peccati (Sir 3,29). Poi Ges assicura: Riceverai la
tua ricompensa alla risurrezione dei giusti. La II Lettura insegna che in
Cristo, mediatore dell'alleanza nuova, noi siamo incamminati verso il
regno dei giusti resi perfetti. Ma intanto su questa terra l'umile e il
generoso che cosa ottengono? L'umile gradito a tutti e il generoso
colui che si comporta davvero da fratello tra fratelli.

Sir 3,19-21.30-31; Sal 67,4-7.10-11; Eb


12,18-19.22-24

MARIA SEGNO DI SICURA


SPERANZA E CONSOLAZIONE
In Maria contempliamo la donna
dellApocalisse (I Lettura), che
genera un figlio, subito rapito
presso il trono di Dio, dove va a
prepararci un posto, come promette
Ges nel Vangelo di Giovanni (14,14). La sua promessa per noi tutti.
Ricorda Paolo ai Corinzi (II Lettura),
Cristo la primizia di coloro che
sono morti e in lui tutti riceveranno
vita. Maria la prima a godere della
vittoria pasquale del suo Figlio sulla
morte, ed gi partecipe della sua
vita nuova, anticipando cos il
destino che ci attende. Dora in poi
tutte le generazioni non solo la
diranno beata, ma potranno
partecipare della sua stessa
beatitudine: quella di chi gode della
vita stessa di Dio, accolta nel suo
mistero di luce e di pace. Maria
gi in questa beatitudine perch ha
creduto nelladempimento di ci che il Signore le ha detto. La
beatitudine di Maria la beatitudine della fede; la beatitudine di chi
crede nella parola di Dio fino a lasciarla accadere nella propria vita.
Maria ha generato la parola di Dio Ges nella nostra storia, ora il
Figlio genera lei nella vita che pi non muore.

Parola: 1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2; Sal


131,6-7.9-10,13-14; 1Cor 15,54-57; Lc
11,27-28.

BEATI QUEI SERVI CHE IL


PADRONE TROVER SVEGLI
NON temere, piccolo gregge. Con
questa parola oggi il Signore ci
consola! Il fondamento di questa
fiducia il Regno, che al Padre piace
donare ai suoi poveri. La speranza
diventa attesa che il dono si compia
nella nostra vita. Siamo cos sollecitati
a condividere la stessa fede di
Abramo, che aspettava la citt dalle
salde fondamenta (II Lettura). Anche
il libro della Sapienza, ricordando
l'Esodo, ci fa fissare lo sguardo sul
popolo che, nella notte, attende la
salvezza dei giusti (I Lettura). La
vigilanza atteggiamento della fede
del cristiano (Vangelo), che attende il
ritorno del suo Signore e in questa
attesa trova la sua beatitudine. Come
vivere questa vigilanza? Occorre
"attendere" con fedelt all'impegno
affidato, come fa il servo che sa dare
ai suoi compagni la razione di cibo a tempo dovuto. Non conosciamo
l'ora in cui il Signore torner. Dobbiamo per conoscere l'ora (il tempo
debito) della responsabilit da vivere verso gli altri. Anche perch, se
serviamo in questo modo, saremo simili al padrone che viene come un
servo.

Parola: Sap 18,6-9; Sal 32,1.12.18-20.22;


Eb 11,1-2.8-19; Lc 12,32-48

LA NOSTRA VITA NON DIPENDE


DA CI CHE POSSEDIAMO
IN tempi di crisi economica mondiale,
come gli attuali, le parole che
ascoltiamo oggi contribuiscono a farci
ridimensionare i nostri problemi e ci
propongono valori pi alti, dai quali
dipende davvero il senso della vita,
valori da non trascurare. La Prima
Lettura e il Vangelo sembrano ispirare
un grande pessimismo: "tutto
vanit". La vita non dipende dai
beni. Per giunge per tutti il
momento in cui sentiamo il bisogno di
aggrapparci a Qualcuno pi grande
della nostra fragilit, capace di
sollevarci dalla nostra povert, capace
di arricchirci di doni che non passano.
Tentati da cupidigia ed egoismo,
abbiamo da accogliere l'invito a
cercare ci che vale davanti a Dio. Il
brano evangelico che commenta l'affermazione la vita non dipende
dai beni, riferisce la parabola dell'uomo ricco che, giunto alla fine dei
suoi giorni, deve rendere conto della sua vita che non viene misurata
su quello che ha posseduto, ma su quello che egli stato. da stolti
accumulare tesori per noi stessi e non arricchirci presso Dio. Paolo ai
Colossesi (II Lettura) a noi ripete: Se siete risorti con Cristo, cercate le
cose di lass.

Parola: Qo 1,2; 2,21-23; Sal 89,3-6.12-14.17; Col 3,1-5.9-11; Lc


12,13-21

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