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lib~rta
cristiana
In Agostino e Pelagio
L'intimo rapporto tra s. Agostino e il concetto della vera
liberta si manifesta in tutte le sue opere, alla stessa maniera
con cui si manifestb nella sua vita fortemente antropologica
e cris toeentriea.
Se gia nei suoi primi scritti, a carattere prevalentemente
filosofico, fece conoscere la sua marcata inclinazione al senso
della liberta, questa acquistb un maggior accento, eon atteggiamenti ed espressioni deI tutto interiori nelle Confessiol1i.
Ma si rivelb per la prima volta in farma chiara e categoriea
nella lotta contra i manichei. 11 De libero arbitrio, infatti,
costituisce il pilastro fondamentale della futura teoria sulla
liberta. E' innegabile ehe il perfezionamento di questo eoncetto, coinvolgendo tutto il suo sapere e la sua fede di cristiano convertito e di pastore d'anime, ebbe il suo itinerario
ed il SilO epilogo nella battaglia contro il pelagianesimo. Grazie
dunque all'eresia di Pelagio, Agostino creb un sistema sul eoncetto della liberta ehe fu fatto proprio da tutti i Concili. La sua
teoria sara ritenuta la piu valida per la definizione della liberta
proclamata da Cristo.
/1 concetto di liberta secondo i pelagiani.
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A. l\lENGARF L II
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LA LIBERTA CRISTI~~A
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A. ?vIENGAREL LI
XLIV, 440.
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divinorum eloquiorum pertractatione clarissimi sacerdotes Iraeneus, Cyprianus, Reticius, OIY1'npius, Hilarius, Ambrosius, Gregorius, Innocentius, Joannes Chrysostomus, Basilius, quibus
adde presbyterum, vel nobis Hieronimus, ut omittam eos, qui
nOndll1n dorlnierunt 37. La grande stima ehe si ebbe di s. Agostino ci e testimoniata da un pontefice a lui coevo Celestino J.
Parlando deI santo dottore nella lettera inviata ai veseovi della
Gallia, dice ehe: Allgustinu111 sanctae recordatiol1is virun1 pro
vita sua atque l1zeritis in l10stra cOlnlnunione semper habuimus, llec unqualn hunc sinistrae suspicionis saltern rlunor
adspersit; quenz tantae scientiae olin1 fuisse lnelninl1nus ut
inter magistros opthnos etiam ante a ;neis senzper praedecessoribus haberetur 38.
Secondo il pensiero deI dottore afrieano la liberta non e
la semplice possibilita di peccare e di non peccare indifferentemente eonsiderata, eome asserivano i pelagiani, ma il libero
orientamento dell'uomo verso il vero bene: liberi ad berze
justeque vivendunz 39. Inoltre la liberta un1ana non puo essere
assoluta ma relativa, in quanta e una derivazione della liberta
divina, poiche l'uomo e stato creato ({ ex nihilo . Infatti l'essere
umano, propria perehe ente finito, per sua natura ha in se
stesso l'origine deI limite ontologico. La sua natura e finitezza
in quanta e la relativita in ogni sua espressione esistenziale.
Quindi la sua dipendenza dall'Essere Supremo, ehe e l'unica
liberta assoluta esistente, e una realta ontologica inconfutabile.
Agostino parte dalla considerazione e dalla giusta valutazione
della somma liberta, per giungere aHa esatta determinazione
della liberta umana. Dei ergo, 11011. llilzili, lnUHllS est liberlan
arbitrl1n, sed in ipso Deo SU1nmUln est liberuln arbitrilllll 40.
Egli crea appunto una gerarchia di valori e quindi di liberta:
Angelus ergo vel Izorno propterea peccare potuit, id est, propterea isto Dei mUtzere, quod est liberunl arbitrium 11'zale uti
potuit, quia non est Deus, hoc est, de nihilo factus est a Deo .n.
Dunque, teologicamente parlando, la vera liberta dell'uomo consiste nella partecipazione aHa liberta divina. Cosicche, essendo
::>7 Contra luliallll1n haeresis Pelagianae defensorent, Ir, X, 33, PL,
XLIV, 967.
38 In epist. ad episcopos Gallos, CXXVIII (Denzinger 32 , 237).
39 Opa imp. 1, XCIV, PL, XLV, 1124; I, LX.XXIV, LXXXVI, 1134-1135.
40 Opa i,np. V, XXXVIII, PL, XLV, 1474.
41 Opa np. V, XXXVIII, PL, XLV, 1474; De corrept. et gr., X, 27, PL,
XLIV 932-33.
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LA LIBERTA CRISTIANA
lito la propria costituzione umana e dei suoi diseendenti. Perduta eioe la rettitudine, e quindi l'inelinazione verso il sommo
bene, questa e orientata verso il male 47. Quindi, contrariamente
a Pelagio, Agostino afferma ehe per poter riavere la totale
liberta originaria e neeessario orientarsi verso chi la puo restituire ehe e solamente Cristo. Contro. l'aceidentalita deI peceato,
come fattore esterno non pregiudiziale per la vita interiore
e futura dell'uomo, Agostino insiste sulla dolorosa e negativa
ineidenza deI peccato nella vita morale e spirituale dell'uomo
e quindi eome causa primaria della defettibilita deIla liberta
attua1e. E' la grande divergenza di fondo ehe intercorre tra
i due massimi esponenti deIla controversia sulla liberta eristiana. La necessita quindi ehe altri, ehe non sia l'uomo peeeatore, si adoperi per 1a rieonquista della liberta vera e indilazionabile per Agostino. 11 soceorso deI Sa1vatore eonsentira
all'uon1o di sapere con chiarezza ci<> ehe deve fare per la
liberazione da eio ehe gli impedisee di vivere nella liberta
vera 48. Affermando ehe il Cristo, figlio di Dio, agisce per
mezzo della grazia nel soeeorrere, conclude ehe il buon uso
deI libero arbitrio dipende dalla grazia deI salvatore Gesu
Cristo 49. Quella grazia ehe non annulla il potere deI libero
arbitrio, ma 10 aumenta e 10 valorizza maggiarmente
Cosi,
polemizzando di nuavo eon Giuliana, dichiara ehe la grazia
di Cristo ridona la sanita perduta anche alla liberta umana 51.
L'azione della grazia e deI libero arbitrio s'incrociano e si
fandono per il perseguimento delrunieo piano divino e umano
di orientamento dell'uomo verso il bene vero ehe e Dia stesso.
La perfezione cristiana, per la quale Pelagio e i pelagiani
51).
47 Quia sponte homo, id est, libero arbitrio cadere potuit, non etiam
surgere ad quam miseriam justae damnationis pertinet ignorantia et dificultas, quam patitur omnis homo ab exordio nativitatis suae. De dono
perseverantiae, XI, 25, PL, XLIV, 1007; De nato et gr., LXVII, 81, PL, XLIV,
287; Op. imp. VI, VIII, PL, XLV, 1514; I, XCIV, 1110; 111, CXX, 1298; VI,
XIII, 1524; XIV, 1528-29.
-18 Hoc arbitrium potest esse solum, si non venit ad Christum;
non autem potest nisi adiutum esse. De gr. ehr. XIV, 15, PL, XLIV, 368.
49 eum haec potestas non detur nisi gratia Dei per Jesum Christum
Dominum nostrum ). Contra duas ep. PeZ. I, 11, 4, PL, XLIV, 551; De nato
et gr. LXIV, 76, PL, XLIV, 285; De gr. Chr. XIV, 15, PL, XLIV, 368.
50 Nemo bene iBo uti possit, nisi per gratiam. Corztra duas ep. Pel.
XXIV, 42, PL, XLIV, 571: Liberum arbitrium evacuamus per gratiam?
absit: sed magis liberum arbitrium statuimus ... gratia sanat voluntatem .
De spir. et litt. XXX, 52, PL, XLIV, 233: Liberum arbitrium vos opprimitus, cui reddendo vel adiuvando Dei gr3tiam denegatis , Op. imp. //1,
LXVIII, PL, XLV, 1297; VI, XI, 1520.
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A.
~1ENGARELLI
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De nupt. et conc. VII, 8, PL, XLIV, 418; Opa imp. I, XCIV, PL, 1110.
0 utinam sicut christianus legeret, praeter Jesum Christum nullum esse nomen sub coelo, in quo oportet salvas fieri nos; et non possibilitatem naturae humanae ita defenderet, ut homo per liberum arbi~
trium etiam sine isto nomine salvus esse posse credatur . De nato et gr.
XXXIX, 46, PL, XLIV, 269-70; Opa i'tnp. 111, CX\'II, PL, 1297 .
58 Quia et ipsa creatura liberatur a servitute corruptionis, in Ebertatem gloriae filiorum Dei (Rom. 8,21) . Opa imp. I, LXXXVII, PL, XLV,
1106; VI, XXX, 1590. Libertas ... illa quae in paradiso fuit, habendi pIenam. Contra duas ep. Pel. I, 11, 5, PL, XLIV, 552.
59 AHa est renlissio peccatorum, in eis quae male facta sunt; aHa
charitas quae facit liberum ad ea quae bona facienda sunt. Utroque
modo libe:-at Christus quia et iniquitatem ignoscendo aufert et inspirando
tribuit charitatem. Opa ilnp. I, LX.XXIV, PL, XLV, 1104.
6D Liberos dicimus ad facienda opera pietatis eos, quibus dicit Apostolus: Nune autem liberati a peccato, servi autem facti Deo (Rom. 6,22) .
Op. ilnp. I, LXXXVI, PL, XLV, 1104; I, XCIV, 1110.
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Conclusione
Non si puo non rieonoseere ehe la dialettiea sulla liberta
ha toeeato le punte piil elevate e eertamente piil intense eon
il grande dottore e apologista s. Agostino. La dottrina agostiniana sulla liberta, nel suo ampio sviluppo ehe va dal De
libero arbitrio (opera antimaniehea) al De praedestinatione
sanctorum (ultima opera antipelagiana), non ha conoseiuto
eontraddizioni ma perfezionamenti. 11 suo sistema prevalentemente teologieo, fondato su basi solidissime, quali la dottrina
giovannea e paolina sulla liberta, la grazia e il peeeato, ha
Op. imp. I, LXXXVI, PL, XLV, 1104.
Op. imp. I, XCIV, PL, XLV, 1110. Non est in potestate filiorum
hominis a malo liberari, nisi gratia Dei det potestatem filios Dei fieri .
.Op. imp. I, LXXXVII, PL, XLV, 1144.
63 Rom. 8,21.
f34 Ut libertas quae notior, ad distinctionem dicitur servitutis. Eo
nomine et libertas nuncupatum arbitrii. Op. imp. I, LXXXVII, PL, XLV,
1106.
~5 10. 15, 13, 14, 15.
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LA LIBERTA CRISTIANA
fronteggiato ed annullato Ia pericolosa teoria pelagiana, restauratrice deI naturalismo greco-romano della liberta {)~. In quella
lotta tra giganti, la Iiberta, nel suo significato piu ariginario e
profondo, ha avuto la sua piil valida definizione propria con
s. Agostino. La natura della liberta agastiniana, in opposizione
alla natura della liberta pelagiana, si affonda nella immensita
della liberta divina e si manifesta e si concretizza nella realta
della coscienza umana. 11 raffronto tra i due sistemi rivela
quanta sia inconsistente Ia liberta pelagiana ehe non tiene
conto seriarnente deI problema deI male, deI peccato edella
lirnitatezza umana, e come sia logica, corrispondente aHa reale
situazione umana quella agostiniana. Mentre Pelagio rivendica
esclusivamente Ia positivita della creazione, oltrepassando i
limiti della creaturalita, Agostino ribadisce la grande importanza dell'opera della redenzione senza negare la positivita
della creazione divina. L'errore di fondo di Pelagio fu quello
di considerare la impeccabilita come particolarissima prerogativa della natura urnana, I'oggettivita esperienziale di Agostino 10 condusse a riconfermare la peccabilita e la corruttibilita della natura umana, COlne viene affermato dalla S. Scrittura. Di qui il falso concetto della liberta formulato dai pelagiani e Ia Iogica formulazione della molteplicita delle forme
di liberta, fino aHa liberta cristiana, evidenziate dal s. dottore
africano.
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A. TRAPE,
in Augusti-
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A. MENGARELLI
per Agostino
per Pelagio
LA
NATURA UMANA
- e giunta
LE
e:
ehe:
- e
1 Auctoris naturae, Dei scilicet . De nato et gr. XLV, 53, PL, 272;
59, 275-6. Prlmum itaque debes naturae humanae bonum de euius auetore metiri, Deo seilieet. Ad Demetr. 11, PL, XXX, 17B.
2 natura quippe hominis primitus inculpata et sine vitio ereata est .
De nato et gr. 111, 3, PL, XLIV, 249.
3 de eo disputandum est, quod per peeeatum debilitata dieitur et
immutata natura. De nato et gr. XIX, 21, PL, XLIV, 256.
4 homo est primitus conditus, magnum bonum esse naturae. Op.
imp. V, LVII, PL, XLV, 1490.
5 quomodo potuit humanam debilitare vel mutare naturam, quod
substantia earet peeeatum? . De nato et gr. XIX, 21, PL, XLIV, 256.
6 vitium vero ... ex originali peeeato, quod eommissum. De nato et
gr. 111, 3, PL, XLIV, 249.
7 Nos ... defendimus peeeata parentum ad filios pervenire non posse . Op. imp. 11, XLII, PL, XLV, 1164. et ideo reliquit eum in manu
consilii sui (Eeel. XV). Posuit ante eum vitam et mortem, bonum et malurn ... et quod plaeuerit ei, dabitur illi (Deuteron. XXX) Ad Demetr. 11,
PL, XXX, 17B.
8 ex quo vitio iarn malo valens, vel infirmitate, vel eeeitate. De
nato et gr. XXX, 34, PL, XLIV, 263.
9 ipsa, inquit, non peeeandi possibilitas ... quarn in naturae neeessitate est ... Quod Dominus tarn bonus quam justus talern hominem fecerit;
qui peeeati male earere suffieeret . De nato et gr. XLIII, 50, PL, XLIV, 270;
LI, 59, 275.
10 naturale non esse peecatum; sed naturae, praesertim vitiatae .
De perfect. just. 11, 3, PL, XLIV, 294; quod autem ex vitiis naturae si
quaedam peeeandi neeessitas, audiat homo . De nato et gr. LXVII, 79, PL,
XLIV, 286.
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LA LIBERT! CRISTIANA
per i Pelagiani
per Agostino
non possono eguagliarsi a
quelle di Dio; poiche e una
natura ereata e viziata 12;
ha il potere di peecare, ha
peccato e pecca, quindi non
agisce con rettitudine, poiche
ha perduto i doni ehe precedentemente possedeva 14;
della dipendenza 11 ;
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A. MENGARELLI
UMA~A
- e dona
- e
- e
19' Est enim, inquam, in anlmlS nostris naturalis quaedam (ut ita
dixerim) sanctitas. Ad Demetr. IV, PL, :XXX, 19C.
20 natura vero ista hominis, qua unusquisque ex Adam nascitur,
iam medico indiget, quia sana non est ... Vitium vero quod ... contenebrat
et infirmat. De nato et gr. 111, 3, PL, XLIV, 249; XX, 22, 257; XXX, 34, 263.:
LXI, 79, 286; De perlect. just. IV, PL, XLIV, 296; VI, 12, 297; Op. imp. I,
XCVII, PL, XLV, 1113-14.
21 Volens namque Deus rationalem creaturam voluntarii boni munere ... ut liberi arbitrii potestate donare, utriusque partis possibilitatenl
hominis hinserendo, proprium eius feeit esse quod velit. Ad Demetr.
111, PL, XXX, 17-18.
2'2 Omnia quidem bona ... summa Deo habet creatore et artefice suo .
De nato et gr. III, 3, PL, XLIV, 249; nec existimemus peccato naturam
humanam non esse vitiari ... Credere ista fortasse sufficeret. De nato et
gr. III, 3, ... 249. Vitiari potuisse in humana natura liberum arbitrium .
Op. imp. VI, XII, PL, XLV, 1524. Utrum maID usu liberi arbitrii, eum
homo creatus est, vitiari potuerit ista libertas . Op. imp. VI, XIII
1524.
23 Sie hic etiam persistenti tibi atque asseveranti libertatem
bene agendi sen male, suo malo usu non perisse, respondeat et beatus papa
Innocentius Romanae antistites EccIesiae. Op. imp. VI, XI, PL, XLV,
1519. Quotquot ergo adiunto solo adiutorio legis, sine adiutorio gratiae,
confidentes in virtute sua, suo spiritu aguntur, non sunt filii Dei - Tales
sunt de quibus idem dicit Apostolus - ignorantes Dei justitiam et suam
voluntatem consistere, justitiae Dei non sunt subiecti (Rom. 10,3) De gr.
et lib. arb. XII, 24, PL, XLIV, 895. Voiens namque Deus rationabilem
creaturam voluntarii boni munere, et liberi arbitrii potestate donare:
utriusque parti ... capax naturaliter ... ,osset . Ad Demetr. III, PL, XXX,
17-18.
24 Qui in lege justificamini, a gratia excidistis? (Gal. 5, 4). Si autem
lex non est gratia, quia ut ipsa lex fiat, non potest, lex adiuvare, sed
gratia; nunquid natura est gratia? }). De gr. et lib. arb. XIII, 24, PL, XLIV,
895.
23 Ad Demetr. 11, PL, XXX, 17B; 111, 17, 18.
~~ Quis autem dicas nostrullI, quod prima hominis pecc.:lto patieriL
LA LIBERIA CRISIL\~A
DUNQCE LA
LIBERTA,
365
e:
UD
un possesso dellJuomo, ma
sempre dno di Dia, e, in
quanta tale, la sua efficaeia
non proviene eselusivamente
dall'uomo ma innanzitutto da
Dia 2S;
liberum arbitrium de hUlnano genere? Libertas quidem periit per peccaturn, sed illa quae in paradiso fuit, habendi plenam COll imrnortalitate
justitiam. Nam liberum arbitrium usque adeo in peceatore non periit.
Contra duas ep. Pel. 11, PL, XLIV, 552.
21 {( Liberurn autem dici non potest, nisi quod sine aliquo inevitabili
naturalium coactu, in jure emancipatae eonstiterit yoluntatis . Op. irllp.
V, XXVIII, PL, XLV, 1465; De perfeet. just. VI, 12, PL, XLIV, 297; De gest.
Pel. VIII, 42, PL, XLIV, 245. Volens namque Deus ... liberi arbitrii patestatem donare ... hominis hinserendo, proprium eius fecit ... eum omnibus
esse posse. Ad Dernetr. 111, PL, XXX, 17-18.
2.8 propterea etiam voluntas qua eredimus, dono Dei tribuitur ... Quo
nobis naturaliter concreatum est? . De spir. et litt. XXXIV, 60, PL, XLIV,
240; ( Sine me nihil potestis face re (Jo. 15,5). De gr. et lib. arb. VI, 13,
PL, XLIV, 889; De corrept. et gr. XII, 37, PL, XLIV, 939; XIII, 40-41, 940-941;
nec bonum sine voluntate faeiarnus, ncc malum: et quibus liberum est
unum semper ex duobus agere, eum semper utriusque possimus . Ad
Derrzetr. VIII, PL, XXX, 22.
29 Libertas autem nihil est aliud quam possibilitas boni malique .
Op. np. VI, XI, PL, XLV, 1519; I, LXXVIII, 1106; De perfeet. just. 11, 2,
PL, XLIV, 293; IV, 9, 295-96; De gest. Pel. Xx.:XV, 61, PL, XLIV, 335-57.
;30 Velle enim inquit adjacet mihi perficere autem bonum non invenio (Rom. VII, 18) . De qllaest. ad Sitnpl. I, 2, PL, XL, 103; certe eniIn
ipsum velle in potestate est ... sed perfieere bonum non est in potestate .
De quaest. ad Si1npl. I, 2, PL, XL, 103.
31 in propria voluntate habet unusquisque aut faeere aliquid, aut
non face re . De gest. PeZ. XVIII, 42, PL, XLIV, 345; Op. ilnp. ~r, XXVIII,
PL, XLV, 1466. Facit enim ipsam voluntariam sui juris, non neeessitate
devinctam sed judicio liberam. ..4 d Denzetr. 111, PL, XXX, 18B.
32 ut ergo non acciperet hoc donum Dei ... tales vires habebat eius
\'oluntas, qua sine 1.1110 fuerat instituta peecato, et nihil illi ex se ipso
concupiscentialiter resistebat ... Nune vero postea quam est iUa magna
peccati nlerito amissa libertas, etiam majoribus donis adiuvanda reman
sit infirmitas . De corrept. et gr. XII, 37-38, PL, XLIV, 939; De qllaest.
ad SimpZ. 1, 2, PL, XL, 103.
33 Libertas arbitrii, qua a Deo emancipatus homo est. Op. ilnp. I,
LXXVIII, PL, XLV, 1106.
34 Video autem, inquit, legern aliam in menbris meis, repllgnantem
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A. MENGARELLI
~NGARELLI
Via Stella, 20
06100 Perugia
legi mentis meae, et captivantem me sub lege peccati (Rom. VII, 22-23) lf>.
De quaest. ad Simple I, 9, PL, XL, 106; Rom. VII, 8, 9, 10, 11, 13, 15, 17, 20,
24,25.
35 Homine, inquit, Dei opus esse defendimus; nec ex illius potentia
vel in malum vel in bonum, invitum aliquem cogi . Contra duas ep. Pel. I,
XVIII, 36, PL, XLIV, 567; Op. imp. I, LXXVIII, PL, XLV, 1106.
3:'3 ita esse in Dei potestate, ut eas quo voluerit, quando voluerit,
faciat inclinari, vel ad beneficia quibusdam praestanda ... sicut ipso iudicat, occultissimo quidem judicio. De gr. et lib. arbe XX, 41, PL, XLIV,
906; 42, 907; 43, 909; Op. imp. I, LXXVII, PL, XLV, 1105; De praedestinatione sanctorum, V, 9, 10, PL, XLIV, 967-68; De dono persev. XIX, 49, PL,
XLIV, 1024; Op. imp. V, XXXIX, PL, XLV, 1475-76.
37 Victoriam non ex Dei esse adiutorio, sed ex libero arbitrio.
De gest. Pel. XVIII, 42, PL, XLIV, 315; sunt enim quidam tantum praesumentes de libero humanae voluntatis arbitrio, ut ad non peccandum
nec adiuvandos nos divitus opinentur. De pecc. et rern. 11, 1,2, PL,
LXIV, 151.
38 Qui ergo vult facere Dei mandatum et non potest jam quidem
habet voluntatem bonam, sed adhuc parvam et invalidam; poterit autem
curo magna habuerit et robustam . De gr. et lib. arbe XVII, 33, PL, XLIV,
901; De corrept. et gr. XI, 31, PL, XLIV, 935; De quaest. ad Simple I, 9,
PL, XL, 106. Vieta enim vitia in quo cecidit voluntate, caruit libertate
natura ... quia nec peccavit voluntas, secuta est peccatum habendi dura
necessitas, donec tota sanatur infirmitate, et accipiatur tanta libertas.
De perfect. just. IV, 9, PL, XLIV, 295-96.
Ideo creaturam rationalem peccato potuisse, quia ex nihilo facta
est, intelligi voluisse, omne quod peccare potest, ex nihilo factum est.
Op. imp. V, XXXIX, PL, XLV, 1475-76; De praedest. sanct. V, 9, PL, XLIV,
967; De dono persev. XIX, 49, PL, XLIV, 1024; XIX, 48, 1023; De gr. et lib.
arbe XX, 41, PL, XLIV, 906; 42, 907; XVII, 33, 901.