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CAPITOLO 3-FUNZIONI REALI DI UNA VARIABILE REALE CONTINUE.

.3.1. DEFINIZIONE DI FUNZIONE CONTINUA.


DEF.3.1.1. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di
X.
Si dice che la funzione f continua nel punto x 0 o, equivalentemente, che la funzione f continua in
x 0 se x 0 un punto isolato di X o, se essendo x 0 un punto di accumulazione di X, lim f x f x0 .
x x0

D'immediata verifica la seguente proposizione:


3.1.2. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X.
Condizione necessaria e sufficiente affinch la funzione f sia continua in x 0 che per ogni numero
reale positivo esista un numero reale positivo tale che se x X ed x x0 allora risulta

f x f x0 .

Poniamo ora la seguente altra definizione:


DEF.3.1.3. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Si dice che la funzione f continua nell'insieme X o, equivalentemente, che la funzione f continua in
X o ancora che la funzione f continua se f continua in ogni punto di X.
Dalla proposizione 2.5.11 consegue la seguente altra:
3.1.4. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X e tale che f X sia una parte densa in inf f X , sup f X .
Se f monotona allora f continua.
ESEMPI.3.1.5.
1). Se X una parte non vuota di R ogni funzione costante in X una funzione continua.
2). Ogni successione di numeri reali una funzione continua, pi in generale se X una parte non
vuota di R localmente finita di R ed f una funzione reale definita in X, f una funzione continua.
3). Tenendo presenti gli esercizi 2.5.12 l) e 2) immediato rendersi conto che la funzione radice
ennesima, la funzione esponenziale di base a, la funzione logaritmica di base a, la funzione potenza di esponete p, la funzione arcoseno, la funzione arcocoseno, la funzione arcotangente, la funzione arcocotangente,
la funzione seno, la funzione coseno, la funzione valore assoluto, la funzione tangente e la funzione cotangente sono tutte funzioni continue.
4). Ricordando l'esercizio 2.5.8 possiamo asserire che ogni polinomio ed ogni funzione razionale sono
tutte funzioni continue.

1 se x 0
1 se x Q
5) Considerate le funzioni f : x R
e g : xR
far vedere che f
2 se x 0
2 se x R Q
non continua in 0 e g non continua in ogni elemento di R.

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.3.2. OPERAZIONI NELL'INSIEME DELLE FUNZIONI CONTINUE. Possono facilmente dimostrarsi le seguenti proposizioni:
3.2.1. Siano: X ed Y due parti non vuote di R, f una funzione reale definita in X ed avente valori in Y, g
una funzione reale definita in Y ed x 0 un elemento di X.
Se f continua in x 0 e g continua in f x0 , allora la funzione composta g f continua in x 0 .
3.2.2. Siano: X una parte non vuota di R, f e g due funzioni reali definite in X ed x 0 un elemento di X.
Se f e g sono continue in x 0 allora le funzioni f g ed fg sono continue in x 0 .
Se f e g sono continue in x 0 e se g x 0 per ogni elemento x di X allora la funzione f g continua in x 0 .

x arctg 1 1 3 x
5x cos xsen2 x 1 3x 4 7 x logx 2 9 log 7 x 5 x 5,3 3, 4 5,4 [4,
ESERCIZIO.3.2.3. Al Lettore il compito di far vedere che :

3[3, e dimostrare quindi che la funzione x 5,4 4,3 3, arctg 1 1 3 x


5x cos xsen2 x 1 3x 4 7 x logx 2 9 log 7 x 5 continua.

.3.3. I TEOREMI DI WEIERSTRASS E DI BOLZANO. Cominciamo con l'osservare che possibile dimostrare la seguente proposizione:
3.3.1. (PRIMO TEOREMA DI WEIERSTRASS). Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Se f continua ed X una parte chiusa e limitata di R allora f X una parte chiusa e limitata di R.
Da questa proposizione, quando si ricordi la proposizione 2.1.13, consegue facilmente la seguente altra:
3.3.2. (SECONDO TEOREMA DI WEIERSTRASS). Siano: X una parte non vuota di R ed f una
funzione reale definita in X.
Se f continua ed X una parte chiusa e limitata di R allora f dotata sia di minimo che di massimo.
OSSERVAZIONE.3.3.3. Si noti che la proposizione 3.3.2 afferma che se f una funzione reale continua definita nella parte X di R chiusa, limitata e non vuota allora esistono due elementi, x ed x , di X tali
che se x un elemento di X allora f x f x f x , x un punto di minimo di f, f x il minimo di
f, x un punto di massimo di f ed f x il massimo di f.
possibile dimostrare la seguente altra proposizione:
3.3.4. (PRIMO TEOREMA DI BOLZANO). Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Se f continua ed X un intervallo di R allora f X un intervallo di R.
Da questa proposizione consegue la seguente altra:
3.3.5. (SECONDO TEOREMA DI BOLZANO). Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione
reale definita in X.
Se f continua ed X un intervallo di R allora la funzione f assume tutti i valori compresi tra due suoi
valori.

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DIM. L'asserto vero se f costante.
Supponiamo quindi f non costante e diciamo x ed x due elementi di X per cui f x f x .
Osserviamo ora che, in virt della proposizione 3.3.4, f X un intervallo di R e quindi l'intervallo
[ f x, f x] incluso in f X e pertanto se y un elemento di [ f x, f x] y appartiene anche ad f X
e quindi, come volevasi, esiste almeno un elemento x di X tale che sia y f x e l'asserto resta cos completamente dimostrato.
Conseguenza della proposizione 3.3.5 la seguente altra:
3.3.6.(TEOREMA DEGLI ZERI). Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita
in X.

Se f continua, se X un intervallo di R e se esistono due elementi di X, x ed x , tali che f x sia


negativo ed f x sia positivo, allora esiste almeno un elemento x di X tale che f x 0 .
DIM. In virt della proposizione 3.3.5 l'intervallo [ f x, f x] incluso in f X e pertanto, essendo
0 un elemento di [ f x, f x] , 0 appartiene ad f X e quindi, come volevasi, esiste almeno un elemento x
di X tale che f x 0 .
Conseguenza della proposizione 3.3.6 la seguente altra proposizione:
3.3.7. (TEOREMA DEL PUNTO FISSO). Siano: a, b un intervallo chiuso, limitato e non vuoto di
R ed f una funzione reale definita in a, b e tale che risulti f a , f b a, b .
Se f continua allora esiste almeno un elemento c di a, b tale che risulti f c c .
DIM. Consideriamo la funzione g : x a, b f x x ed osserviamo che la funzione g, essendo la
differenza di due funzioni continue, continua.
Essendo ora: g a f a a , g b f b b , a f a b ed a f b b g a 0 e g b 0 .
Se g a 0 o g b 0 allora l'asserto dimostrato essendo c a se g a 0 e c b se
g b 0 .
Supponiamo quindi g a 0 e g b 0 , in questa ipotesi, in virt della proposizione 3.3.6, esiste almeno un elemento c di a, b tale che, come volevasi, risulta: g c 0 f c c 0 f c c e l'asserto
resta cos completamente dimostrato.
OSSERVAZIONE.3.3.8. Si noti che se X un intervallo non vuoto di R, se f una funzione reale e
continua definita in X e se h un elemento di f X , allora la proposizione 3.3.5 garantisce che il grafico
della funzione f ha almeno un punto in comune con la retta di equazione y h .
Si noti ancora che se X un intervallo di R non vuoto, chiuso e limitato e se f una .funzione reale e
continua definita in X e tale inoltre che risulti f min X , f max X X , allora la proposizione 3.3.7 garantisce che il grafico della funzione f ha almeno un punto in comune con la retta di equazione y x .
ESERCIZIO.3.3.9. Siano: n un numero intero positivo, a0 , a1 ,...., an un elemento di 0, R n e p
il polinomio che ad ogni numero reale x associa il numero reale a0 x n a1 x n1 .... an
Far vedere che se n dispari allora pR R , se invece n pari allora esiste un numero reale m tale
che risulti pR m, .
Conseguentemente, se n dispari, l'equazione px 0 ammette almeno una, soluzione reale.
Come gi sappiamo p una funzione continua, conseguentemente, in virt della proposizione 3.3.4,

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pR un intervallo di R ed essendo lim px lim x n a0 a1 x .... an x n a0 pR


x

un intervallo di R non limitato superiormente ed essendo pure

lim px lim x n a0 a1 x ....

se n dispari
n
, se n dispari pR un intervallo di R non limitato inferiormen a n x n a0
se n pari
te e quindi, come volevasi, pR R .
Se invece n pari diciamo a un numero reale maggiore di p0 an , denotiamo con un numero

reale positivo tale che se x , , allora px a e denotiamo con po la restrizione della


funzione p all'intervallo chiuso e limitato , , po continua e pertanto, in virt della proposizione 3.3.2,
dotata di minimo, diciamo m il minimo di po , immediato ora rendersi conto che m anche il minimo di
p, conseguentemente, come volevasi, pR m, .

Il Lettore far un utile esercizio se modifica quanto sopra detto supponendo a 0 negativo.

.3.4. PUNTI DI DISCONTINUIT.


DEF.3.4.1. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di
X.
Si dice che la funzione f discontinua in x 0 o, equivalentemente, che x 0 un punto di discontinuit
della funzione f se f non continua in x 0 o, ci che lo stesso, che x 0 un punto di accumulazione per X e
non lim f x f x0 , in particolare si dice che x 0 un punto di discontinuit eliminabile di f se f converx x0

ge in x 0 ed il suo limite diverso da f x0 , si dice che x 0 un punto di discontinuit di prima specie di f se


esistono e sono due numeri reali diversi sia il limite di f per x che tende ad x 0 dalla sinistra sia il limite di f
per x che tende ad x 0 dalla destra e si dice che x 0 un punto di discontinuit di seconda specie di f se, essendo x 0 un punto di discontinuit di f, x 0 non un punto di discontinuit eliminabile di f e non un punto
di discontinuit di prima specie di f.
OSSERVAZIONE.3.4.2. Si noti che se X una parte non vuota di R, se f una funzione reale definita
in X e se x 0 un punto di X che di discontinuit di f allora, come gi detto, x 0 un punto di accumulazione di X, in particolare, se x 0 un punto di discontinuit di prima specie di f allora x 0 un punto di accumulazione sia di X , x0 che di X x0 , .
Osserviamo ora che possibile dimostrare la seguente proposizione:
3.4.3. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Se f monotona allora ogni punto di discontinuit di f un punto di discontinuit eliminabile o di prima specie di f e se l'insieme D dei punti di discontinuit di f costituito da infiniti elementi, allora esiste una
successione biunivoca su D.
Chiudiamo questo paragrafo facendo la seguente osservazione:
OSSERVAZIONE.3.4.4. Si noti che se nellenunciato della proposizione 3.4.3 si suppone che X sia un
intervallo di R avente interno non vuoto, allora ogni punto di discontinuit di f appartenente allintervallo
inf X , sup X un punto di discontinuit di prima specie.

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ESEMPI. 3.4.5.

3x se x 1
se x 0
2

l). Le due funzioni x R


e x R 0
se x 1 hanno ognuna un punto
senx x se x 0
3 x se x 1

di discontinuit eliminabile, la prima in 0 e la seconda in 1.

se x 0
se x 2
2
1
2). Le due funzioni x R
e xR
hanno ognuna un
senx se x 2
arctg 1 x se x 0
punto di discontinuit di prima specie, la prima in 0 e la seconda in 2 .
3). Se a un numero reale ed n un numero intero positivo la funzione x R
se x a
1
ha in a un punto di discontinuit di seconda specie.

n
1 x a se x a

se x 0
0
1 x se x 0
xR
, xR
, xR
se x 0
sen1 x se x 0
1
sen1 x se x 0
se x 0
1

se x 0 hanno ognuna un punto di discontinuit di seconda


e x R 1

sen1 x se x 0
1 x
se x 0

specie in 0.
4). Le quattro funzioni

1 se x Q
5). La funzione x R
ha in ogni punto di R un punto di discontinuit di seconda
0 se x R Q
specie.

CAPITOLO 4-LA DERIVAZIONE.

.4.1. DEFINIZIONE DI DERIVATA.


DEF.4.1.1. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di
X.
Si dice rapporto incrementale della funzione f nel punto
f x f x0 x x0 .

x 0 la funzione x X x0

Indicative sono le seguenti quattro proposizioni di cui le prime due di dimostrazione immediata:
4.1.2. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia crescente (risp. decrescente) che, per ogni elemento
x di X, il rapporto incrementale della funzione f nel punto x sia una funzione a valori in 0, (risp. in
,0 ).
4.1.3. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia strettamente crescente (risp. strettamente decrescente) che, per ogni elemento x di X, il rapporto incrementale della funzione f nel punto x sia una funzione a
valori in 0, (risp. in ,0 ).
4.1.4. Siano: X un intervallo non vuoto di R ed f una funzione reale definita in X.
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia convessa (risp. concava) che per ogni elemento x di
X, il rapporto incrementale della funzione f nel punto x sia una funzione crescente (risp. decrescente).
4.1.5. Siano: X un intervallo non vuoto di R ed f una funzione reale definita in X.
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia strettamente convessa (risp. strettamente concava)
che, per ogni elemento x di X, il rapporto incrementale della funzione f nel punto x sia una funzione strettamente crescente (risp. strettamente decrescente).
DEF.4.l.6. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X
di accumulazione di X.
Si dice che f dotata di derivata in x 0 se esiste il lim f x f x0 x x0 e tale limite si chiama la
x x0

derivata di f in x 0 e si denota con uno dei seguenti cinque simboli: f x0 , Df x0 , f 1 x0 , D 1 f x0 o


df x0 dx .
In particolare se f x0 un numero reale allora si dice che f derivabile in x 0 .
DEF.4.1.7. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Si dice che la funzione f derivabile in X o, pi semplicemente, che f derivabile se f derivabile in
ogni elemento di X e la funzione x X f x si chiama la derivata prima di f o, equivalentemente, la derivata di ordine uno di f e si denota con uno dei seguenti cinque simboli: f , Df , f 1 , D 1 f o anche df d x .
DEF.4.1.8. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di
X di accumulazione di X , x0 (risp. di X x0 , ).
Si dice che f dotata di derivata a sinistra (risp. a destra) in x 0 se esiste il lim f x f x0 x x0
x x 0

(risp. il lim f x f x0 x x0 ) e tale limite si chiama la derivata a sinistra (risp. a destra) di f in x 0 e si


x x0

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denota con uno dei seguenti due simboli: f sx0 , Ds f x0 (risp. f d x0 , Dd f x0 ).
In particolare se f sx0 (risp. f d x0 ) un numero reale allora si dice che f derivabile a sinistra
(risp. a destra) in x 0 .
DEF.4.1.9. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Si dice che la funzione f derivabile a sinistra (risp. a destra) in X o, pi semplicemente, che f derivabile a sinistra (risp. a destra) se f derivabile a sinistra (risp. a destra) in ogni elemento di X e la funzione
x X f sx (risp. x X f d x ) si chiama la derivata prima a sinistra (risp. a destra) di f o, equivalentemente,la derivata di ordine uno a sinistra (risp. a destra) di f e si denota con uno dei seguenti due simboli
f s, Ds f (risp. f d , Dd f ).
OSSERVAZIONE.4.1.10. Si noti che se X una parte non vuota di R, se f una funzione reale definita
in X e se x 0 un elemento di X di accumulazione di X , x0 (risp. di X x0 , ) allora risulta:

f sx0 f X , x0 x0 (risp. f d x0 f X x0 , x0 ).

Dalla proposizione 2.5.4 consegue facilmente la seguente altra:


4.1.11. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X di
accumulazione sia di X , x0 che di X x0 , .
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia dotata di derivata in x 0 che f sia dotata di derivata
sia a sinistra che a destra in x 0 e risulti f sx0 f x0 ed f d x0 f x0
Dimostriamo ora la seguente proposizione:
4.1.12. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X di
accumulazione di X.
Se f derivabile in x 0 allora f continua in x 0 .
DIM. Per ogni elemento x di X x0 : f x f x 0 f x f x0 x x0 x x0 ed essendo:
lim f x f x0 x x0 f x0 R come volevasi, : lim f x f x0 0 lim f x f x0 .

x x0

x x0

x x0

Da questa proposizione quando si tiene conto di quanto affermato nell'osservazione 4.1.10 consegue la
seguente altra proposizione:
4.1.13. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X di
accumulazione sia di X , x0 che di X x0 , .
Se f derivabile sia a sinistra che a destra in x 0 allora f continua in x 0 .
DIM. Essendo f sx0 f X , x0 x0 R ed f d x0 f X x0 , x0 R , in virt della proposizione

4.1.12 le funzioni f X ,x0 ed f X x0 , sono continue in x 0 e quindi : lim f x f x0 e lim f x


f x0 e pertanto, come volevasi, risulta: lim f x f x0 .

x x0

x x0

x x0

OSSERVAZIONE.4.1.14. Si noti che esistono funzioni continue che non sono derivabili. Per convincersi di quanto asserito consideriamo i seguenti esempi:
1). Se n un numero intero maggiore di uno, per ogni elemento x di 0, , risulta:

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n 0

x 0 1

x n1 , conseguentemente, : Dn 0 .

2). Per ogni numero reale x diverso da zero : x 0 x 0 x x conseguentemente : Ds 0 1


e Dd 0 1 e quindi non esiste D 0 .

se x 0
0
3). Si consideri la funzione f : x R
che, come e facile verificare, conti xsen1 x se x 0
nua, e notiamo che, per ogni numero reale x diverso da zero, : f x 0 x 0 sen1 x , conseguentemente non esistono n la derivata a sinistra n la derivata a destra di f in 0.
Osserviamo ancora che nell'enunciato della proposizione 4.1.12 l'ipotesi che la funzione f sia derivabile in x 0 non pu essere sostituita con l'ipotesi che f sia dotata di derivata in x 0 .
Per convincersi di quanto sopra asserito consideriamo il seguente esempio:

0 se x 0

4). Si consideri la funzione f : x R 1 se x 0 e notare che f ha in 0 una discontinuit di pri2 se x 0

1 x se x 0
ma specie ed essendo per ogni numero reale x diverso da zero: f x 0 x 0
, :
1 x se x 0
f s0 , f d 0 e quindi f 0 .
DEF.4.1.15. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale derivabile definita in X ed x 0 un
elemento di X.
Si dice che f dotata di derivata seconda in x 0 se la funzione f dotata di derivata in x 0 o, ci che
lo stesso, se esiste il lim f x f x0 x x0 e tale limite si chiama la derivata seconda di f in x 0 e si
x x0

denota con uno dei seguenti quattro simboli: f x0 , f 2 x0 , D 2 f x0 o d 2 f x0 dx 2 .


In particolare se f x0 un numero reale allora si dice che f derivabile due volte in x 0 .
DEF.4.1.l6. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale derivabile definita in X.
Si dice che la funzione f derivabile due volte in X o, pi semplicemente, che f derivabile due volte
se f derivabile o, ci che lo stesso, se per ogni elemento x di X f x un numero reale e la funzione
x X f x si chiama la derivata seconda di f o, equivalentemente, la derivata di ordine due di f e si denota con uno dei seguenti quattro simboli: f , f 2 , D 2 f o d 2 f dx 2 .
Cos continuando pu darsi la definizione di derivata terza, di derivata quarta e cos via, se quindi n
un numero intero maggiore di uno e si suppone di aver definito la derivata di ordine n 1 possiamo porre la
seguente altra definizione:
DEF.4.1.17. Siano: n un numero intero maggiore di uno, X una parte non vuota di R, f una funzione reale derivabile n 1 volte in X ed x 0 un elemento di X.
Si dice che f dotata di derivata ennesima in x 0 se la funzione f n 1 dotata di derivata in x 0 o, ci

che lo stesso, se esiste il lim f n1 x f n1 x0 x x0 e tale limite si chiama la derivata ennesima di f


x x0

in x 0 e si denota con uno dei seguenti tre simboli: f n x0 , D n f x0 o d n f x0 dx n .

In particolare se f n x0 un numero reale allora si dice che f derivabile enne volte in x 0 .

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DEF.4.1.18. Siano: n un numero intero maggiore di uno, X una parte non vuota di R ed f una funzione
reale derivabile n 1 volte definita in X.
Si dice che la funzione f derivabile enne volte in X o, pi semplicemente, che f derivabile enne volte se f n 1 derivabile o, ci che lo stesso, se per ogni elemento x di X, f n x e un numero reale e, la
funzione x R f n x si chiama la derivata ennesima di f o, equivalentemente, la derivata di ordine enne
di f e si denota con uno dei seguenti tre simboli: f n , D n f o d n f dx n .
Chiudiamo questo paragrafo ponendo la seguente altra definizione:
DEF.4.l.l9. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Si dice che f indefinitamente derivabile o, equivalentemente, che f dotata di derivata di ordine comunque elevato se, per ogni numero intero positivo n, esiste la derivata di ordine enne di f.

.4.2. REGOLE DI DERIVAZIONE E DERIVATE DELLE FUNZIONI ELEMENTARI. Cominciamo con l'osservare che possibile dimostrare la seguente proposizione:
4.2.1. Siano: X una parte non vuota di R, f e g due funzioni reali definite in X, x 0 un elemento di X ed
a e b due numeri reali.
Se f e g sono derivabili in x 0 allora le funzioni af bg ed fg sono derivabili in x 0 e risulta:
Daf x0 bg x0 af x0 bg x0 e Df x0 g x0 f x0 g x0 f x0 g x0

Se f e g sono derivabili in x 0 e, per ogni elemento x di X g x 0 , allora la funzione f g derivabile in x 0 e risulta:

D f x0 g x0 f x0 g x0 f x0 g x0 g 2 x0 .

OSSERVAZIONE.4.2.2. Si noti che se X una parte non vuota di R, se x 0 un elemento di X, se f e g


sono due funzioni reali definite in X e derivabili in x 0 e se a un numero reale, quando si osservi che la derivata di una funzione costante nulla, allora le seguenti tre uguaglianze sono casi particolari della prima
delle uguaglianze stabilite nella proposizione 4.2.1:
Daf x0 af x0

D f x0 g x0 f x0 g x0

D f x0 g x0 f x0 g x0 ,

mentre un caso particolare della terza delle uguaglianze stabilite nella proposizione 4.2.1 la seguente altra
uguaglianza:
D1 g x0 g x0 g 2 x0 .

Osserviamo ancora che se n un numero intero maggiore di due ed f1 , f 2 ,...., f n sono n funzioni reali
definite in X e derivabili in x 0 , allora immediato rendersi conto che dalle prime due uguaglianze stabilite
nella proposizione 4.2.1 conseguono le seguenti altre due uguaglianze:
D f1 x0 f 2 x0 .... f n x0 f1x0 f 2x0 .... f nx0
e
Df1 x0 f 2 x0 .... f n x0 f1x0 f 2 x0 .... f n x0 f1 x0 f 2x0 .... f n x0 .... f1 x0 f 2 x0 .... f nx0 .

Osserviamo ancora che possibile dimostrare le seguenti altre due proposizioni:

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4.2.3. Siano: X ed Y due parti non vuote di R, f una funzione definita in X ed a valori in Y, g una funzione reale definita in Y ed x 0 un elemento di X.
Se f derivabile in x 0 e g derivabile in f x0 , allora anche la funzione g f : x X g f x
composta dalle funzioni g ed f derivabile in x 0 e risulta:
Dg f x0 g f x0 f x0

4.2.4. Siano: X ed Y due parti non vuote di R ed f una funzione definita in X, biunivoca su Y e tale che
la sua funzione inversa f 1 sia continua in f x0 .
Se f derivabile in x 0 ed f x0 0 , allora anche la funzione f
bile in y0 f x0 e risulta:

inversa della funzione f deriva-

Df 1 y0 1 f f 1 y0 .

Per non appesantire la trattazione abbiamo preferito non riportare qui le pur semplici dimostrazioni
delle proposizioni sopra enunciate, osserviamo per che essenziale conoscere bene gli enunciati delle proposizioni 4.2.1 e 4.2.3 perch questi dettano le regole con le quali possibile calcolare le derivate.
Per il calcolo delle derivate anche essenziale conoscere le derivate delle funzioni elementari, derivate
queste che possibile calcolare facilmente partendo dalla definizione di derivata e servendosi di alcuni limiti
notevoli e dell'enunciato della proposizione 4.2.4, noi qui per, sempre per non appesantire la trattazione, ci
limitiamo a fornire un elenco quanto pi possibile completo delle derivate delle funzioni elementari:
l). Se a un numero reale :
Da 0 per ogni elemento x di R.
2). Se p un numero reale :
per ogni elemento x di R se p N
p
p 1
Dx px per ogni elemento x di R 0se p Z N 0 .
per ogni elemento x di 0, se p R Z

In particolare se n un numero intero positivo ed p 1 n allora : Dn x 1 nn x n1 per ogni elemento x di 0, .


3). Se a un numero reale positivo diverso da uno :
Da x a x log a per ogni elemento x di R.
In particolare : De x e x per ogni elemento x di R.
4). Se a un numero reale positivo diverso da uno :
D log a x 1 x log a e per ogni elemento x di 0, e D log a x 1 x log a e per ogni elemento x di

R 0.
In particolare : D log x 1 x per ogni elemento x di 0, e D log x 1 x per ogni elemento x di

R 0.

5). Dsenx cos x e D cos x senx per ogni elemento x di R.


6). Dtgx 1 cos 2 x 1 tg 2 x per ogni elemento x di R 2 h .
hZ

99

7). D cot gx 1 sen 2 x 1 cot g 2 x per ogni elemento x di R h .


hZ

8). Darcsenx 1 1 x

e D arccos x 1 1 x

per ogni elemento x di 1,1 .

9). Darctgx 1 1 x 2 e Darc cot gx 1 1 x 2 per ogni elemento x di R.


Siamo ora in grado di effettuare il calcolo delle derivate, cominciamo quindi col riportare alcuni esempi.
ESEMPI.4.2.5.
l). Calcolare la D3 xtgx .
immediato rendersi conto che la funzione di cui si richiede la derivata composta tramite le funzioni
g y 3 y ed f x xtgx , quindi in virt della proposizione 4.2.3, : D3 xtgx 3 xtgx log 3Dxtgx e quindi in
virt della seconda delle uguaglianze della proposizione 4.2.l, : D3 xtgx 3 xtgx log 3 tgx x cos 2 x .

x
.
2). Calcolare la D cos 5 x log 3 2 x 2 1
1

arctgx

immediato rendersi conto che la funzione di cui si richiede la derivata composta tramite le funzioni

x
, quindi, in virt della proposizione 4.2.3, risulta:
g y y 5 ed f x cos x log 3 2 x 2 1
1 arctgx

x
x
x
5 cos 4 x log 3 2 x 2 1
D cos x log 3 2 x 2 1

D cos 5 x log 3 2 x 2 1
1 arctgx
1 arctgx
1 arctgx

ed osservando che la funzione di cui si richiede la derivata al secondo membro dell'uguaglianza precedente
x
composta tramite le funzioni g y cos y ed f x x log 3 2 x 2 1
, in virt della proposizione
1 arctgx

x
x
5 cos 4 x log 3 2 x 2 1
sen x log 3 2 x 2 1
4.2.3, : D cos 5 x log 3 2 x 2 1
1 arctgx
1 arctgx

x
x
D x log 3 2 x 2 1
e pertanto, in virt della proposizione 4.2.l, risulta:
1 arctgx
1 arctgx

x
5 cos 4 x log 3
D cos 5 x log 3 2 x 2 1
1 arctgx

1 arctgx

x
1 x2
log 3 2 x 2 1
4 x log 3 e
2
2

2x 1

1 arctgx

2 x

x
x
sen x log 3 2 x 2 1

1 arctgx
1 arctgx

x5 x cos x
3). Calcolare la D 3
.
x sen 2 x
7

x5 x cos x

Si ha: D 3
x sen 2 x

x5 x cos x
1
D 3

5 x x5 x log 5 senx
2
6
6
x sen x
x5 x cos x
x5 x cos x
7

77 3
7
2
x 3 sen 2 x
x sen x

1
x 3 sen 2 x x5 x cos x 3x 2 2senx cos x
.
2
x 3 sen 2 x
7

100
ESERCIZI.4.2.6. Al Lettore il compito di verificare che :
1). Darctg 3

x2 2x
x2 2x
3arctg 2
x cos x
x cos x

2 x 2

1
x2 2x
1
x cos x

log 2 x cos x x 2 2 x cos x xsenx

x cos x

2
2
2

2). Dsen5 arc cot g 2 xarcsenx 5sen 4 arc cot g 2 xarcsenx cos arc cot g 2 xarcsenx
x
x
x

2
1
x
2

.
2arc cot g xarcsenx
arcsenx

2
2
x 1 xarcsenx 2 x 2
x

1 x

3). D7 x

65

7x

arccos 4 1 x 3

65

6
3
3
log 7 6 x 5 5 arccos 4 1 x 3 4 x arccos 1 x

4
3 4
5

arccos 4 1 x 3

4). D3

x 2 cos 2 x 2 x

x log 4 x

2 x log 4 x log 4 e

2 x cos 2 x 2 x sen2 x 2
2

x 2 cos 2 x 2 x
33
x log 4 x

5 arccos 1 x

1 1 x3

3 x .
4

log 2x log 4 x x 2 cos 2 x

x log x

1
1
1
3arcsen 2 xtgx x

5). Darcsen3 xtgx x


x5 log x
x5 log x 1 xtgx 1 x5 x log x

5 x x5 x log 5 1
x

2
cos 2 x
x5 x log x

6).

tgx

x
.

D cos 3 log 3 1 arctg 1 e x 3 cos 2 log 3 1 arctg 1 e x sen log 3 1 arctg 1 e x

ex

1 1 ex

log 3 e
.
1 arctg 1 e x

7). D log x 2 x cot gx

1
2 x cot gx x sen 2 x .
x x cot gx
2

1
1
cos x
8). Darctg 2 log x 1 x cos x 2arctg log x 1 x cos x
2
1 log x 1 x cos x x 1

xsenx .

9). Siano: X una parte non vuota di R, f e g due funzioni reali definite in X e consideriamo quindi le
g x
funzioni x x X , f x 0 f x
e x x X , f x 0 e g x 0 e g x 1 log g x f x , os-

serviamo quindi che, per ogni elemento x di x X , f x 0 f x e g x log f x e per ogni elemento x
log f x
di x X , f x 0 e g x 0 e g x 1 log g x f x
pertanto se f e g sono derivabili allora
log g x
g x

101
anche le due funzioni sopra considerate sono derivabili e risulta:
D f x

g x

De g x log f x e D log g x f x D

log f x
log g x

Il Lettore verifichi quindi che :


Dx x x x log x 1 .

D 1 cos 2 x

1x

D log 3 x 1 1 x

1 cos 2 x

1x

2 x log 3x 1 1 x 2 3 log 1 x 2

log 2 3x 1

D log arctgx 1 arc cot gx

2 x cos xsenx 1 cos 2 x log 1 cos 2 x


.
x2

3x 1 .

log arctgx 1 arc cot gx 1 x 2 log1 arc cot gx 1 x 2 arctgx


.
log 2 arctgx

CAPITOLO 5-APPLICAZIONI DEL CALCOLO DIFFERENZIALE.

.5.1. FUNZIONI REALI DI UNA VARIABILE REALE CRESCENTI O DECRESCENTI IN


UN PUNTO. In questo paragrafo e nel successivo studieremo alcune delle propriet locali delle funzioni,
propriet cio soddisfatte dalle funzioni solo in un opportuno intorno di un punto dell'insieme di definizione
della funzione, in questo contesto tutte le propriet delle funzioni studiate nei paragrafi 1.2, 1.3, 1.4, 1.5 ed
1.6 le diremo propriet globali delle funzioni.
Cominciamo col porre la seguente definizione:
DEF.5.1.1. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di
X.
Si dice che f crescente (risp. decrescente) in x 0 se esiste un intorno I 0 di x 0 tale che, per ogni elemento x di X x0 I 0 , se x x0 allora f x f x0 (risp. f x f x0 ), se invece x x0 allora
f x f x0 (risp. f x f x0 ) o, equivalentemente, se esiste un intorno I 0 di x 0 tale che, per ogni elemento x di X x0 I 0 f x f x0 x x0 0 (risp. f x f x0 x x0 0 ).
Si dice che f strettamente crescente (risp. strettamente decrescente) in x 0 se esiste un intorno I 0 di
x 0 tale che, per ogni elemento x di X x0 I 0 , se x x0 allora f x f x0 (risp. f x f x0 ),
se invece x x0 allora f x f x0 (risp. f x f x0 ) o, equivalentemente, se esiste un intorno I 0 di

x 0 tale che, per ogni elemento x di


f x0 x x0 0 ).

X x0 I 0

risulta

f x f x0 x x0 0

(risp.

f x

Evidente la seguente proposizione:


5.1.2. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Se f crescente (risp. decrescente) allora f crescente (risp. decrescente) in ogni punto di X.
Se f strettamente crescente (risp. strettamente decrescente) allora f strettamente crescente (risp.
strettamente decrescente) in ogni punto di X.
OSSERVAZIONE. 5.1.3. Si noti che se X una parte non vuota di R e se f una funzione reale definita in X l'ipotesi che f sia crescente (risp. decrescente) in ogni punto di X non sufficiente a garantire che f sia
crescente (risp. decrescente).
Per convincersi di quanto sopra osservato basta considerare la seguente funzione
x se x 0,1
x 0,1 2,3
0 se x 2,3
questa crescente in ogni punto di 0,1 2,3 ma non crescente.
A completamento dell'osservazione 5.1.3 enunciamo la seguente proposizione:
5.1.4. Siano: X un intervallo non vuoto di R ed f una funzione reale definita in X.
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia crescente (risp. decrescente) che f sia crescente
(risp. decrescente) in ogni punto di X.
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia strettamente crescente (risp. strettamente decrescente) che f sia strettamente crescente (risp. strettamente decrescente) in ogni punto di X.
D'immediata verifica la seguente proposizione:
5.1.5. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X.

103
Se f dotata di derivata in x 0 ed crescente (risp. decrescente) in x 0 allora risulta: f x0 0 (risp.
f x0 0 ).
DIM. Ricordiamo che se f crescente (risp. decrescente) in x 0 allora esiste un intorno I 0 di x 0 tale
che se x X x0 I 0 f x f x0 x x0 0 (risp. f x f x0 x x0 0 ) e dimostriamo la
proposizione per assurdo, supponiamo quindi f x0 0 (risp. f x0 0 ), in questa ipotesi, in virt della
proposizione 2.3.5, esiste un intorno I 0 di x 0 tale che se x X x0 I 0 f x f x0 x x0 0
(risp. f x f x0 x x0 0 ), se quindi x un elemento di X x0 I 0 I 0 dovrebbe essere
f x f x0 x x0 0 ed f x f x0 x x0 0 (risp. f x f x0 x x0 0 ed f x
f x0 x x0 0 ) e ci assurdo, quindi, come volevasi, f x0 0 (risp. f x0 0 ).
OSSERVAZIONE.5.1.6. Si noti che se X una parte non vuota di R, se f una funzione reale definita
in X e se x 0 un elemento di X in cui esiste la derivata di f, l'ipotesi che f sia strettamente crescente (risp.
strettamente decrescente) in x 0 non implica che f x0 sia maggiore di zero (risp. minore di zero).
Per convincersi di quanto sopra affermato basta considerare la funzione f : x R x 3 che, come gi
sappiamo, strettamente crescente e quindi strettamente crescente in 0 ed f 0 0 .
Dimostriamo in fine la seguente altra proposizione:
5.1.7. Siano, X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X.
Se f dotata di derivata in x 0 ed f x0 0 (risp. f x0 0 ) allora f strettamente crescente (risp.
strettamente decrescente) in x 0 .
DIM. Infatti essendo per ipotesi lim f x f x0 x x0 0 (risp. lim f x f x0 x x0 0 ),
x x0

x x0

in virt della proposizione 2.3.5, come volevasi, esiste un intorno I 0 di x 0 tale che, per ogni elemento x di
X x0 I 0 , f x f x0 x x0 0 (risp. f x f x0 x x0 0 ).

.5.2. MASSIMI E MINIMI RELATIVI DI UNA FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE


REALE.
DEF.5.2.1. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di
X.
Si dice che x 0 un punto di massimo relativo (risp. di minimo relativo) di f se esiste un intorno I 0 di
x 0 tale che, per ogni elemento x di x X x0 I 0 f x f x0 (risp. f x f x0 ) o, equivalentemente, se la restrizione di f ad X , x0 crescente (risp. decrescente) in x 0 e la restrizione di f ad
X x0 , decrescente (risp. crescente) in x 0 .
Si dice che x 0 un punto di massimo relativo proprio (risp. di minimo relativo proprio) di f se esiste
un intorno I 0 di x 0 tale che, per ogni elemento x di x X x0 I 0 , f x f x0 (risp. f x f x0 )
o, equivalentemente, se la restrizione di f ad X , x0 strettamente crescente (risp. strettamentedecrescente) in x 0 e la restrizione di f ad X x0 , strettamente decrescente (risp. strettamente crescente) in x 0 .
Di facile dimostrazione sono le due seguenti proposizioni:

104
5.2.2. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X.
Se f dotata di derivata a sinistra in x 0 ed x 0 un punto di massimo relativo (risp. di minimo relativo)
di f allora f sx0 0 (risp. f sx0 0 ).
DIM. Infatti essendo x 0 un punto di massimo relativo (risp. di minimo relativo) di f la restrizione di f
ad X , x0 crescente (risp. decrescente) in x 0 e risultando f sx0 f X , x0 x0 , in virt della proposizione 5.1.5, come volevasi, f sx0 0 (risp. f sx0 0 ).

Al Lettore il non difficile compito di dimostrare la seguente altra proposizione:


5.2.3. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X.
Se f dotata di derivata a destra in x 0 ed x 0 un punto di massimo relativo (risp. di minimo relativo)
di f allora f d x0 0 (risp. f d x0 0 ).
Siamo ora in grado di dimostrare la seguente proposizione:
5.2.4. (TEOREMA DI FERMAT). Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in
X ed x 0 un elemento di X.
Se f dotata di derivata in x 0 , se x 0 un punto di accumulazione sia di X , x0 che di
X x0 , e se x 0 un punto di massimo relativo o di minimo relativo di f allora f x0 0 .
DIM. Essendo f dotata di derivata in x 0 ed essendo x 0 di accumulazione sia di X , x0 che di
X x0 , , in virt della proposizione 4.1.11, : f x0 f sx0 e f x0 f d x0 , inoltre, se x 0 un
punto di massimo relativo (risp. di minimo relativo) di f, in virt delle proposizioni 5.2.2 e 5.2.3, :
f sx0 0 ed f d x0 0 (risp. f sx0 0 ed f d x0 0 ), conseguentemente 0 f x0 0 il che quanto
dire che, come volevasi, risulta: f x0 0 .
Le proposizioni 5.2.2, 5.2.3 e 5.2.4 danno alcune condizioni necessarie perch un punto x 0 sia di massimo relativo o di minimo relativo di una funzione f, le proposizioni che seguono daranno invece alcune
condizioni sufficienti perch un punto x 0 sia di massimo relativo o di minimo relativo di una funzione f.
Dimostriamo le seguenti proposizioni:
5.2.5. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X.
Se f dotata sia di derivata a sinistra in x 0 che di derivata a destra in x 0 e risulta: f sx0 0 ed
f d x0 0 (risp. f sx0 0 ed f d x0 0 ), allora x 0 un punto di massimo relativo proprio (risp. di minimo relativo proprio) di f.
DIM. Infatti essendo f sx0 f X , x0 x0 ed f d x0 f X x0 , x0 se f sx0 0 e f d x0 0

(risp f sx0 0 ed f d x0 0 ) virt della proposizione 5.1.7, come volevasi, la restrizione di f ad


X , x0 strettamente crescente (risp. strettamente decrescente) in x 0 e la restrizione di f ad
X x0 , strettamente decrescente (risp. strettamente crescente) in x 0 .
5.2.6. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un punto interno ad
X.

105
Se f continua in X e derivabile in X x0 e se esiste un numero reale positivo tale che, per ogni
elemento x di X x0 , x0 f x 0 (risp. f x 0 ) e per ogni elemento x di X x0 , x0
f x 0 (risp. f x 0 ), allora x 0 un punto di massimo relativo proprio (risp. di minimo relativo proprio) di f.
DIM. Essendo x 0 interno ad X si pu scegliere in modo tale che x0 , x0 sia incluso in X, in
questa ipotesi, se per ogni elemento x di x0 , x0 f x 0 (risp. f x 0 ), in virt delle proposizioni
5.1.7 e 5.1.2, la restrizione di f ad x0 , x0 strettamente crescente (risp. strettamente decrescente), in
modo analogo si dimostra che la restrizione di f ad x0 , x0 strettamente decrescente (risp. strettamente
crescente) e di qui, quando si osservi che in virt della continuit di f in x 0 ed in virt delle proposizioni
2.3.2 e 2.5.9 risulta: f x0 lim f x sup f x0 , x0 sup f x0 , x0 (risp. f x0 lim f x
x x0

inf f x0 , x0 inf f x0 , x0 ), consegue quanto asserito.

x x0

Dimostriamo per ultimo la seguente altra proposizione:


5.2.7. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un punto interno ad
X.

Se f derivabile in X, se f dotata di derivata seconda in x 0 ed : f x0 0 ed f x0 0 (risp.


f x0 0 ed f x0 0 ), allora x 0 un punto di massimo relativo proprio (risp. di minimo relativo proprio) di f.

DIM. Essendo f x0 f x0 0 (risp. f x0 f x0 0 ), in virt della proposizione 5.1.7, la


funzione f strettamente decrescente (risp. strettamente crescente) in x 0 e quindi esiste un numero reale
positivo tale che, per ogni elemento x di X x0 x0 , x0 f x f x0 x x0 0 (risp.
f x f x0 x x0 0 ).
Osserviamo ora che essendo x 0 interno ad X si pu scegliere in modo tale che x0 , x0 sia
incluso in X, ricordando quindi che f x0 0 , da quanto sopra detto consegue facilmente che, per ogni elemento x di x0 , x0 f x 0 (risp. f x 0 ) e per ogni elemento x di x0 , x0 f x 0 (risp.
f x 0 ) e di qui, in virt della proposizione 5.2.6, consegue quanto asserito.
Chiudiamo questo paragrafo enunciando la seguente altra proposizione che generalizza la proposizione
5.2.7:
5.2.8. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X, x 0 un punto interno ad X
ed n un numero intero maggiore di uno.
Se f derivabile n 1 volte in X, se f dotata di derivata ennesima in x 0 ed : f x0 ..
.. f n1 x0 0 ed f n x0 0 (risp. f n x0 0 ), allora esiste un numero reale positivo tale che, se n

pari, la restrizione di f ad x0 , x0 , strettamente crescente (risp. strettamente decrescente) e la restrizione di f ad x0 , x0 strettamente decrescente (risp. strettamente crescente) e conseguentemente x 0
un punto di massimo relativo proprio (risp. di minimo relativo proprio) di f, se invece n dispari, la restrizione di f ad x0 , x0 strettamente decrescente (risp. strettamente crescente).
ESEMPI. 5.2.9.
l). Sia L un numero reale positivo.

106
Fra i rettangoli aventi perimetro 2 L trovare quelli che hanno area massima.
Se diciamo x la lunghezza di uno dei lati di un rettangolo avente perimetro 2 L sar 0 x L e l'altro
lato avr lunghezza L x , quindi larea del rettangolo considerato : S x xL x .
Il nostro problema consiste allora nel determinare il massimo della funzione S : x 0, L xL x .
Per questo osserviamo che essendo S x L 2 x per ogni elemento x di 0, L , : S x 0 per ogni
elemento x di 0, L 2 ed S x 0 per ogni elemento x di L 2 , L, conseguentemente, in virt della proposizione 5.2.6, L 2 un punto di massimo relativo proprio di S ed essendo S x 0 per ogni elemento x di
0, L ed S 0 S L 0 , L 2 l'unico punto di massimo di S.
Se ne deduce che fra tutti i rettangoli aventi perimetro 2 L i quadrati sono quelli di area massima.
Si noti che allo stesso risultato si potrebbe giungere anche senza servirsi del calcolo differenziale, per
2
questo basta osservare che per ogni elemento x di 0, L : S x L2 4 x L 2 .
Si osservi ancora che 0 ed L sono due punti di minimo relativo di S e, risulta: S 0 L ed S L L ,
ci si giustifica quando si osservi che 0 non punto di accumulazione di 0, L ,0 ed L non punto di accumulazione di 0, L L, e quindi per loro non sono soddisfatte tutte le ipotesi del teorema
di FERMAT.
2). Siano: r un numero reale positivo e una circonferenza di raggio r.
Fra tutti i rettangoli inscritti in trovare quelli di area massima e quelli di perimetro massimo.
Se poniamo A0 x (si veda la figura) AB r 2 x 2 , quindi l'area del rettangolo considerato

S x 4 x r 2 x 2 ed il perimetro Px 4 x r 2 x 2 .

Il nostro problema consiste allora nel determinare i1 massimo delle funzioni S : x 0, r

4 x r 2 x 2 e P : x 0, r 4 x r 2 x 2 .
Per questo osserviamo che essendo per ogni elemento x di

4x 2

r 2 x 2 4 r 2 2x 2

0, r

S x 4 r 2 x 2

r 2 x 2 S x 0 per ogni elemento x di [0, r 2 2[ ed S x 0 per

ogni elemento x di ]r 2 2 , r[ , conseguentemente, in virt della proposizione 5.2.6, r 2 2 un punto di


massimo relativo proprio di S ed essendo S x 0 per ogni elemento x di 0, r ed S 0 S r 0 , r 2 2
l'unico punto di massimo di S.
Se ne deduce che fra tutti i rettangoli inscritti in i quadrati sono quelli di area massima e si ha:
S r 2 2 2r 2 .

Essendo inoltre per ogni elemento x di 0, r Px 4 r 2 x 2 x r 2 x 2 al Lettore il compito di


far vedere che fra tutti i rettangoli inscritti in i quadrati sono quelli di perimetro massimo e che quindi :
max P0, r P r 2 2 4r 2 .

107
.5.3. I TEOREMI DI ROLLE, DI CAUCHY E DI LAGRANGE.
5.3.1. (TEOREMA DI ROLLE). Siano: a, b un intervallo chiuso e limitato di R avente interno non
vuoto ed f una funzione reale definita in a, b , continua in a, b e derivabile in a, b .
Se : f a f b , allora esiste un elemento c di a, b tale che risulti f c 0 .
DIM. Essendo f continua in a, b , in virt della proposizione 3.3.2, esistono due elementi, x ed x ,
di a, b tali che, per ogni elemento x di a, b , : f x f x f x .
Se x x a, b allora f costante e quindi, per ogni elemento x di a, b , f x 0 .
Se invece x xa, b allora almeno uno dei due numeri reali x o x diverso sia da a che da
b e quindi interno ad a, b .
Se x a, b , x soddisfa a tutte le ipotesi della proposizione 5.2.4 e quindi f x 0 , in modo
analogo se x a, b si dimostra che f x 0 .

5.3.2. (TEOREMA DI CAUCHY). Se a, b un intervallo chiuso e limitato di R avente interno non


vuoto ed f e g sono due funzioni reali definite in a, b , continue in a, b e derivabili in a, b , allora esiste
un elemento c di a, b tale che risulti f a f bg c g a g b f c 0 .
DIM. Si consideri la funzione F : x a, b f a f bg x g a g b f x e si noti che F
continua in a, b ed derivabile in a, b ed essendo F a f a g a f bg a g a f a g b f a
g b f a f bg a ed F b f a g b f bg b g a f b g b f b f a g b g a f b risulta
F a F b , conseguentemente, in virt della proposizione 5.3.1, esiste un elemento c di a, b tale che,
come volevasi, F c f a f bg c g a g b f c 0 .
5.3.3. (TEOREMA DI LAGRANGE). Se a, b un intervallo chiuso e limitato di R avente interno
non vuoto ed f una funzione reale definita in a, b , continua in a, b e derivabile in a, b , allora esiste un
elemento c di a, b tale che risulti f a f b a b f c .
DIM. Si consideri la funzione g : x a, b x ed osserviamo che g continua in a, b ed derivabile in a, b , conseguentemente, f e g soddisfano alle ipotesi della proposizione 5.3.2 e pertanto esiste un elemento c di a, b tale che, come volevasi, risulta f a f b a b f c 0 .
ESERCIZIO.5.3.4. Al Lettore il facile compito di far vedere che dalla proposizione 5.3.1 consegue la
seguente altra proposizione:
Siano: I un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in I, continua in I e
derivabile nell'interno di I.
Se f non biunivoca, allora esiste un elemento c interno ad I tale che risulti f c 0 .

.5.4. CONSEGUENZE DEL TEOREMA DI LAGRANGE. In questo paragrafo metteremo in evidenza alcune delle conseguenze del teorema di LAGRANGE:
Cominciamo con l'enunciare la seguente proposizione:
5.4.1. Siano: X un intervallo non vuoto di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di X.
Se f continua in X e derivabile in X x0 ed esiste il limite di f quando x tende ad x 0 da sinistra

108
(risp. da destra), allora esiste la derivata a sinistra (risp. a destra) di f in x 0 e si ha: lim f x f sx0 (risp.
x x0

lim f x f d x0 ).

x x0

Conseguentemente se esiste il limite di f quando x tende ad x 0 allora esiste la derivata di f in x 0 e si


ha: lim f x f x0 .
x x0

ESERCIZI.5.4.2. Le derivate proposte negli esempi 4.2.5 sono state calcolate solo in quei punti in cui
stato possibile usare le regole di derivazione esposte nel paragrafo 4.2.
Qui di seguito, servendoci della proposizione 5.4.1, daremo qualche esempio di calcolo di derivate nei
punti in cui non possibile applicare le sopra ricordate regole di derivazione.
1). Al Lettore il non difficile compito di far vedere che : Darcsen 1 Darcsen1 e
D arccos 1 D arccos 1 .
2). Calcolare la derivata della funzione f : x 1,1 2 arcsenx

x 2 1

x 1
Se x 1,1 : f x Dex 1log2arcsenx 2 arcsenx
2 x log2 arcsenx 1 x 2 arcsenx
2 e quindi risulta: lim f x 2 log2 2 e lim f x 2 log 2 2 e da ci, in virt della propo2

x 1

x 1

sizione 5.4.1, consegue che f d 1 f 1 2 log2 2 ed f s1 f 1 2 log2 2 .

3). Calcolare la derivata della funzione f : x R arcsen 1 1 x 2 .

1
Se x R 0 : f x 1 1 x 2 1 x x 2 1 x 2 1 x x x 2 1 e quindi risulta:

lim f x 1 e lim* f x 1 e da ci, in virt della proposizione 5.4.1, consegue che f s0 1 ed

x 0

x 0

f d 0 1 , quindi f non dotata di derivata in 0.

3
4). Calcolare la derivata della funzione f : x 1, 3
.
3x 1 se x 1,2
immediato rendersi conto che si ha: f x
e pertanto risulta:

27
x

1
se

2
,

3
se

1
,
2

e quindi : lim f x 3 e lim f x 3 e da ci, in virt della


f x
2
x 2
x 2
27 x 1 se x 2,
proposizione 5.4.1, consegue che f s2 3 ed f d 2 3 , quindi f non dotata di derivata in 2.

2 log x 11

se x ,0
log 1 x
2
5). Calcolare la derivata della funzione f : x R x x
se x 0,1 .
2e x 1 x 1 se x 1,

1 1 x

Essendo f x 2 x 1
2e x 1 1

lim* f x 3 e da ci, in virt


x 1

se x ,0
si ha: lim f x 1 , lim* f x 1 , lim f x 3 e
se x 0,1

se x 1,

x 0

x 0

x 1

della proposizione 5.4.1, consegue che f s0 1 , f d 0 1 ed

f s1 f d 1 f 1 3 , quindi f non dotata di derivata in 0 ed derivabile in 1.

Dimostriamo ora la seguente proposizione:

109
5.4.3. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X, conti

nua in X e derivabile nell'interno X di X.

Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia costante che, per ogni elemento x di X sia
f x 0 .
DIM. Che la condizione sia necessaria evidente.
Dimostriamo quindi che la condizione sufficiente. Per questo consideriamo due elementi distinti di X
e diciamo x il pi piccolo ed x l'altro, la restrizione di f ad x, x continua in x, x ed derivabile in
x, x , conseguentemente, in virt della proposizione 5.3.3, esiste un elemento c di x, x tale che risulti:
f x f x x x f c ed essendo per ipotesi f c 0 , come volevasi, f x f x .
Siamo ora in grado di dimostrare la seguente altra proposizione che ci sar molto utile per quello che
diremo nel capitolo successivo.
5.4.4. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X, continua in X ed esista una parte Y di X localmente finita in X tale che f sia derivabile in X Y .
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia costante che, per ogni elemento x di X Y sia
f x 0 .
DIM. Che la condizione sia necessaria evidente.
Dimostriamo quindi che la condizione sufficiente. Per questo osserviamo che se y un elemento di Y
interno ad X, in virt della proposizione 2.1.17, y un punto isolato di Y e quindi esiste un intorno I di y incluso nell'interno di X e tale inoltre che risulti I Y y e pertanto risulta f x 0 per ogni elemento x di
I y, conseguentemente, in virt delle proposizioni 2.3.2 e 5.4.l, f y 0 e quindi f x 0 per ogni elemento x interno ad X e ci, in virt della proposizione 5.4.3, dimostra, come volevasi, che f costante.

.5.5. I TEOREMI DI DE L'HPlTAL. In questo paragrafo ci limiteremo ad enunciare i due teoremi di De L'Hpital ed usarli quindi per calcolare alcuni limiti che non possibile calcolare servendosi dei
limiti notevoli.
5.5.l. (PRIMO TEOREMA DI DE L'HPITAL). Siano: X un intervallo di R avente interno non

vuoto, x0 inf X o x0 sup X ed f e g due funzioni reali definite in X ed ivi derivabili.

Se g x 0 per ogni elemento x di X , se lim f x lim g x 0 e se la funzione f g regox x0

x x0

lare in x 0 , allora anche la funzione f g regolare in x 0 risulta lim f x g x lim f x g x .


x x0

x x0

5.5.2. (SECONDO TEOREMA DI DE L'HPITAL). Siano: X un intervallo di R avente interno non

vuoto, x0 inf X o x0 sup X ed f e g due funzioni reali definite in X ed ivi derivabili.

Se g x g x 0 per ogni elemento x di X , se lim f x lim g x e se la funzione f g


x x0

x x0

regolare in x 0 , allora anche la funzione f g regolare in x 0 risulta lim f x g x lim f x g x .


x x0

x x0

ESERCIZI.5.5.3. Servendosi dei teoremi di DE L'HPITAL dimostrare le seguenti uguaglianze:


1). lim x senx x 3 1 6 .
x 0

110

2). lim arcsenx 3 x 1 log 3 e .


x 0

3). Se p un numero reale positivo ed a un numero reale maggiore di uno far vedere che
lim a x x p (applicare n volte consecutive il secondo teorema di DE L'HPITAL, n essendo il

min t N , t p.

4). lim arctg 1 x arcsen 3 x .


x

5). Se p un numero reale positivo si ha: lim x p log x lim log x x p 0 .


x 0

6). lim cos x

1 x2

x 0

lim e log cos x x 1


2

x 0

x 0

e.

7). lim x x lim e x log x 1 .


x 0

x 0

8). lim x1 x lim e log x x 1 .


x

9). lim x1 x 1 lim e log x x 1 e .


x 1

x 1

10). Il Lettore calcoli i limiti proposti negli esercizi 2.6.9 servendosi del primo teorema di DE L'HPITAL.
11). lim tgx x x senx 2 .
x 0

.5.6. RETTA TANGENTE AD UN GRAFICO IN UN PUNTO. ASINTOTI. Cominciamo con


l'osservare che se X una parte non vuota di R, se f una funzione reale definita in X, se x 0 un elemento di
X in cui f dotata di derivata, se r una retta del fascio di rette di centro x0 , f x0 di equazione
ax x0 b y f x0 0 , se t un elemento di X x0 e se s la retta perpendicolare ad r passante per
t, f t :
at x0 b f t f x0 a b f t f x0 t x0
d t , f t , r

d x0 , f x0 , s bx0 t a f x0 f t b a f x0 f t x0 t
e pertanto si ha:
a bf x0 b af x0 se a 0, b 0 ed f x0 R b a

se a 0, b 0 ed f x0 b a

a b
se a 0, b 0 ed f x0 ,
d t , f t , r

lim

t x0 d x , f x , s
se a 0
0
0
f x0
1 f x
se b 0 ed f x0 0
0


se b 0 ed f x0 0
e conseguentemente :

b 0 ed f x0 a b
d t , f t , r

lim
0 oppure
.
t x0 d x , f x , s
0
0
b 0 ed f x ,
0

111
Quest'ultima equivalenza legittima la seguente definizione:
DEF.5.6.1. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di
X in cui f dotata di derivata.
Si chiama retta tangente al grafico della funzione f nel punto di ascissa x 0 la retta di R 2 di equazione
y f x0 x x0 f x0 se f x0 R , la retta di R 2 di equazione x x0 se f x0 ,.

OSSERVAZIONE.5.6.2. Si noti che se X una parte non vuota di R, se f una funzione reale definita
in X e se x 0 un elemento di X in cui f dotata di derivata, allora la retta tangente al grafico della funzione f
nel punto di ascissa x 0 quella retta del fascio di centro x0 , f x0 che nelle vicinanze di x 0 pi si approssima al grafico della funzione f.
Ricordando quanto affermato nell'osservazione 4.1.10 legittima anche la seguente altra definizione:
DEF.5.6.3. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di
X in cui f dotata di derivata a sinistra (risp. a destra).
Si chiama retta tangente a sinistra (risp. a destra) al grafico della funzione f nel punto di ascissa x 0 la
retta di R 2 di equazione y f sx0 x x0 f x0 (risp. y f d x0 x x0 f x0 ) se f sx0 R (risp.
f d x0 R ), la retta di R 2 di equazione x x0 se f sx0 , (risp. se f d x0 ,).

Utili sono anche le seguenti altre quattro definizioni:


DEF.5.6.4. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X, x 0 un punto di X di
accumulazione sia di X , x0 che di X x0 , ed f non sia dotata di derivata in x 0 .
Si dice che f ha in x 0 un punto angoloso se f derivabile sia a sinistra che a destra in x 0 .
Si dice che f ha in x 0 un punto cuspidale se sia la derivata a sinistra che la derivata a destra di f in x 0
esistono e una uguale a meno infinito e l'altra uguale a pi infinito.
DEF.5.6.5. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed x 0 un elemento di
X in cui f non continua oppure x 0 un punto di accumulazione di X non appartenente ad X.

Se x 0 di accumulazione di X , x0 (risp. di X x0 , ) allora si dice che la retta di R 2 di


equazione x x0 un asintoto verticale a sinistra (risp. a destra) del grafico della funzione f se
lim f x o se lim f x (risp. se lim f x o se lim f x ).
x x0

x x0

x x0

x x0

DEF.5.6.6. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Se X non limitata inferiormente (risp. superiormente) e se L un numero reale allora si dice che la
retta di R 2 di equazione y L l'asintoto orizzontale a sinistra (risp. a destra) del grafico della funzione f
se lim f x L (risp. lim f x L ).
x

DEF.5.6.7. Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione reale definita in X.
Se X non limitata inferiormente (risp. superiormente) e se a, b un elemento di R 0 R allora
si dice che la retta t di R 2 di equazione y ax b l'asintoto obliquo a sinistra (risp. a destra) del grafico
della funzione f se lim d x, f x , t 0 (risp. lim d x, f x , t 0 ).
x

Chiudiamo questo paragrafo osservando che possibile dimostrare la seguente proposizione:

112
5.6.8. Siano: X una parte non vuota di R, f una funzione reale definita in X ed a, b un elemento di
R 0 R .
Se X non limitata inferiormente (risp. superiormente) allora condizione necessaria e sufficiente affinch la retta t di R 2 di equazione y ax b sia l'asintoto obliquo a sinistra (risp. a destra) del grafico della
funzione f che risulti: lim f x x a e lim f x ax b (risp. lim f x x a e lim f x ax b ).
x

.5.7. FUNZIONI MONOTONE DERIVABILI. In questo paragrafo enunceremo alcuni teoremi che
danno una caratterizzazione delle funzioni reali monotone definite in intervalli di R.
5.7.1. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X, conti

nua in X e derivabile in X .
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia strettamente crescente (risp. strettamente decrescen

te) che per ogni elemento x di X , risulti f x 0 (risp. f x 0 ) ed il sottoinsieme di X x X ,

f x 0 (risp. x X , f x 0) denso in X.
Per il largo uso che se ne fa conviene mettere qui di seguito in evidenza la seguente altra proposizione
che conseguenza immediata della proposizione 5.7.1:
5.7.2. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X, conti

nua in X e derivabile in X .

Se per ogni elemento x di X f x 0 (risp. f x 0 ) allora f strettamente crescente (risp. strettamente decrescente).
Chiudiamo questo paragrafo enunciando la seguente altra proposizione:
5.7.3. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X, conti

nua in X e derivabile in X .
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia crescente (risp. decrescente) che per ogni elemento

x di X sia f x 0 (risp. f x 0 ).

.5.8. FUNZIONI CONVESSE DERIVABILI. Cominciamo con l'enunciare la seguente proposizione:


5.8.1. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X.

Se f convessa o concava allora f derivabile sia a sinistra che a destra in ogni punto di X , conse

guentemente f continua in ogni punto di X .


Inoltre le funzioni f s ed f d sono crescenti se f convessa, sono strettamente crescenti se f strettamente convessa, sono decrescenti se f concava e sono strettamente decrescenti se f strettamente concava,
conseguentemente se f non derivabile, detto D il sottoinsieme di X costituito dai punti in cui f non derivabile, se a D appartengono infiniti elementi allora esiste una successione biunivoca su D.
Da questa proposizione conseguono le seguenti altre:
5.8.2. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X.

113

Se f convessa (risp. concava) ed esistono due elementi, x1 ed x2 , di X tali che risulti: f d x1 0 ed


f sx1 0 (risp. f d x1 0 ed f sx1 0 ), allora f dotata di minimo (risp. di massimo) e l'insieme dei punti di minimo (risp. di massimo) di f un intervallo di R che si riduce ad un solo punto se f strettamente
convessa (risp. strettamente concava).
5.8.3. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f una funzione reale definita in X ed x 0 un

elemento di X .
Se f convessa (risp. concava) allora, per ogni elemento x di X , x0 f x
f sx0 x x0 f x0 (risp f x f sx0 x x0 f x0 ) e per ogni elemento x di X x0 , f x
f d x0 x x0 f x0 (risp. f x f d x0 x x0 f x0 ), conseguentemente, se f derivabile in x 0 , per
ogni elemento x di X x0 f x f x0 x x0 f x0 (risp. f x f x0 x x0 f x0 ).

Se f strettamente convessa (risp. strettamente concava) allora, per ogni elemento x di X , x0


f x f sx0 x x0 f x0 (risp. f x f sx0 x x0 f x0 ) e per ogni elemento x di X x0 ,
f x f d x0 x x0 f x0 (risp. f x f d x0 x x0 f x0 ), conseguentemente, se f derivabile in
x 0 , per ogni elemento x di X x0 f x f x0 x x0 f x0 (risp. f x f x0 x x0 f x0 ).
5.8.4. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f una funzione reale definita in X ed x 0 un

elemento di X .
Se x 0 un punto di flesso di f allora esiste un numero reale positivo tale che, per ogni elemento x di
x0 , x0 f x f sx0 x x0 f x0 (risp f x f sx0 x x0 f x0 ) e per ogni elemento x di
x0 , x0 f x f d x0 x x0 f x0 (risp. f x f d x0 x x0 f x0 ), conseguentemente, se f
derivabile in x 0 , per ogni elemento x di x0 , x0 f x f x0 x x0 f x0 (risp. f x
f x0 x x0 f x0 ) e per ogni elemento x di x0 , x0 f x f x0 x x0 f x0 (risp. f x
f x0 x x0 f x0 ).
Se x 0 un punto di flesso proprio di f allora esiste un numero reale positivo tale che, per ogni elemento x di x0 , x0 f x f sx0 x x0 f x0 (risp. f x f sx0 x x0 f x0 ) e per ogni elemento x di x0 , x0 f x f d x0 x x0 f x0 (risp. f x f d x0 x x0 f x0 ), conseguentemente se f derivabile in x 0 , per ogni elemento x di x0 , x0 f x f x0 x x0 f x0 (risp.
f x f x0 x x0 f x0 ) e per ogni elemento x di x0 , x0 f x f x0 x x0 f x0 (risp.
f x f x0 x x0 f x0 ).
5.8.5. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X, conti

nua in X e derivabile in X .
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia strettamente convessa (risp. strettamente concava)
che f sia strettamente crescente (risp. strettamente decrescente).
5.8.6. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X, conti

nua in X e derivabile in X .
Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia convessa (risp. concava) che f sia crescente (risp.
decrescente).
Dalle proposizioni 5.8.5 e 5.7.1 consegue facilmente la seguente altra:
5.8.7. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X, conti-

114

nua in X insieme con la sua derivata prima e derivabile due volte in X .


Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia strettamente convessa (risp. strettamente concava)

che, per ogni elemento x di X , risulti f x 0 (risp. f x 0 ) ed il sottoinsieme di X, x X , f x 0

(risp. x X , f x 0 ) denso in X.

Per il largo uso che se ne fa conviene mettere qui di seguito in evidenza la seguente altra proposizione
che conseguenza immediata della proposizione 5.8.7:
5.8.8. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X, conti

nua in X insieme con la sua derivata prima e derivabile due volte in X .

Se per ogni elemento x di X f x 0 (risp. f x 0 ) allora f strettamente convessa (risp. strettamente concava).
Dalle proposizioni 5.8.6 e 5.7.3 consegue facilmente la seguente altra:
5.8.9. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X, conti

nua in X insieme con la sua derivata prima e derivabile due volte in X .


Condizione necessaria e sufficiente affinch f sia convessa (risp. concava), che per ogni elemento x

di X sia f x 0 (risp. f x 0 ).
Osserviamo ora che dalle proposizioni 5.8.5 e 5.8.6 consegue facilmente la seguente altra:
5.8.10. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f una funzione reale definita in X, conti

nua in X e derivabile in X ed x 0 un elemento di X .


Se x 0 un punto di flesso di f allora x 0 un punto di massimo relativo o di minimo relativo di f .
Se x 0 un punto di flesso proprio di f allora x 0 un punto di massimo relativo proprio o di minimo
relativo proprio di f .
Tenendo presente la proposizione 5.8.10, dalle proposizioni 5.2.4, 5.2.6, 5.2.7 e 5.2.8 conseguono, rispettivamente, le seguenti altre quattro proposizioni:
5.8.11. (TEOREMA DI FERMAT PER I PUNTI DI FLESSO). Siano: X un intervallo di R avente

interno non vuoto, f una funzione reale definita in X, continua in X e derivabile in X , f continua in X ed

x 0 un elemento di X .

Se f dotata di derivata seconda in x 0 e se x 0 un punto di flesso di f allora f x0 0 .


5.8.12. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f una funzione reale definita in X, conti

nua in X e derivabile in X ed x 0 un elemento di X .

Se f continua in X e se f derivabile due volte in X x0 e se esiste un numero reale positivo


tale che, per ogni elemento x di x0 , x0 f x0 0 (risp. f x0 0 ) e per ogni elemento x di
x0 , x0 f x0 0 (risp. f x0 0 ), allora x0 un punto di flesso proprio di f.
5.8.13. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f una funzione reale definita in X, conti-

115

nua in X e derivabile in X ed x 0 un elemento di X .

Se f derivabile due volte in X , se f dotata di derivata terza in x 0 ed : f x0 0 ed f 3 x0 0 ,


allora x 0 un punto di flesso proprio di f.
5.8.14. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f una funzione reale definita in X, conti

nua in X e derivabile in X , x 0 un elemento di X ed n un numero intero maggiore di due.

Se f derivabile n 1 volte in X , se f dotata di derivata ennesima in x 0 ed : f x0 ..

.. f n1 x0 0 ed f n x0 0 (risp. f n x0 0 ), allora esiste un numero reale positivo tale che, se n


pari, la restrizione di f ad x0 , x0 strettamente concava (risp. strettamente convessa), se invece n
dispari x 0 un punto di flesso proprio di f.
Siamo ora in grado di studiare una funzione e tracciarne il grafico. A titolo illustrativo riportiamo qui
di seguito alcuni esempi:
ESEMPI.5.8.15.
1) Tracciare il grafico della funzione f : x arccos 1 x .
Essendo: 1 1 x 1 1 x 1 x 1 , la funzione f definita in ,1 1, e risultando

evidentemente arccos 1 x 0 1 x 1 x 1 , il grafico della funzione f passa per i punti 1,0 ed

1,0 , inoltre essendo la funzione f continua e ,1 1, una parte chiusa di R il grafico della funzione

f non ha asintoti verticali.


Osserviamo ora che per ogni elemento x di ,1 1, 1 x 0,1, conseguentemente

f ,1 1, arccos 0,1 0, 2 e pertanto f limitata e il suo grafico incluso nella striscia di


R 2 individuata dalle due rette di R 2 di equazioni y 0 ed y 2 e non pu avere asintoti obliqui.
Essendo ancora lim f x lim f x lim arccos z arccos 0 2 , la retta di R 2 di equazione y
x

z 0

2 l'asintoto orizzontale sia a sinistra che a destra del grafico della funzione f.
Osserviamo ora che 0 il minimo della funzione f e 1 ed 1 sono i due punti di minimo di f.
Con semplici calcoli facile rendersi conto che : f x 1 x x 2 1 per ogni elemento x di
,1 1, , f 1 lim f x ed f 1 lim f x e quindi f strettamente decrescente in
x 1

x 1

,1 e strettamente crescente in 1, , inoltre, per ogni elemento x di ,1 1,


f x 1 2 x 2 x 2 x 2 1 x 2 1 conseguentemente la funzione f strettamente concava sia in ,1
che in 1, .
Osserviamo in fine che essendo f ,1 1, 0, 2 la funzione f non dotata di massimo e
2 il suo estremo superiore.
ora immediato tracciare il grafico della funzione f (si veda la figura 1).

116

2). Tracciare il grafico della funzione f : x x 2 1 x .


immediato rendersi conto che la funzione f definita in R 0.
Essendo f x 0 x 2 1 x 0 x 1,0 1, il grafico di f al di sopra dell'asse delle x in
1,0 ed in 1, , al di sotto dell'asse delle x in ,1 ed in 0,1 e passa per i punti 1,0 e 1,0 .
Risultando: lim f x , lim f x , lim f x e lim f x la retta di equazione

x 0

x 0

x 0 un asintoto verticale sia a sinistra che a destra del grafico di f.


Risultando inoltre: lim f x x lim f x x lim x 2 1 x 2 1 e lim f x x lim f x x
x

lim 1 x 0 la retta di equazione y x l'asintoto obliquo sia a sinistra che a destra del grafico di f.
x

Essendo f x x 2 1 x 2 per ogni elemento x di R 0 f x 0 x R 0, pertanto la funzione f strettamente crescente sia in ,0 che in 0, .
facile in fine rendersi conto che per ogni elemento x di R 0 f x 2 x 3 e quindi la funzione f strettamente convessa in ,0 ed strettamente concava in 0, .
Osserviamo in fine che f R 0 R e quindi f non limitata n inferiormente n superiormente.
ora immediato tracciare il grafico della funzione f (si veda la figura 2).

3). Tracciare il grafico della funzione f : x xe1 x .


evidente che la funzione f definita in R 0.
anche immediato rendersi conto che il grafico di f si trova al di sopra dell'asse delle x in 0, , si
trova al di sotto dell'asse delle x in ,0 e non ha alcun punto in comune con gli assi coordinati.
Essendo: lim f x , lim f x 0 , lim f x lim e z z lim e z e lim f x la retta
x

di R

x 0

x 0

di equazione x 0 un asintoto verticale a destra del grafico di f e risultando: lim f x x

lim f x x 1 e lim f x x lim f x x lim e 1 z 1 la retta di R di equazione y x 1


x

z 0

l'asintoto obliquo sia a sinistra che a destra del grafico di f.

117
evidente che f x e1 x x 1 x per ogni elemento x di R 0, conseguentemente essendo
f x 0 x 1 x 0 x ,0 1, la funzione f strettamente crescente in ,0 ed in
1, ed strettamente decrescente in 0,1 , conseguentemente 1 un punto di minimo relativo di f ed
f 1 e .
anche immediato rendersi conto che risulta: f x e1 x x 3 per ogni elemento x di R 0 e conseguentemente la funzione f strettamente concava in ,0 ed strettamente convessa in 0, .
in fine immediato rendersi conto che f R 0 ,0 e, .
ora facile tracciare il grafico di f (si veda la figura 3).

4). Tracciare il grafico della funzione f : x arctg 2 x 1 x 2 .


evidente che la funzione f definita in R 1,1.
Essendo: f x 0 2 x 1 x 2 0 x ,1 0,1 il grafico di f, si trova al di sopra dell'asse
delle x in ,1 ed in 0,1 , si trova al di sotto dell'asse delle x in 1,0 ed in 1, ed ha in comune con
gli assi coordinati l'origine.
Essendo: lim f x lim f x lim arctgz arctg 0 0 la retta di R 2 di equazione y 0 l'asintoto

z 0

orizzontale sia a destra che a sinistra del grafico di f.


Risultando inoltre: lim f x lim f x lim arctgz 2 e lim f x lim f x lim arctgz
x 1

x 1

x 1

x 1

2 il grafico di f non ha asintoti verticali.


anche facile rendersi conto che per ogni elemento x di R 1,1 f x 2 1 x 2 , conseguentemente la funzione f strettamente crescente in ,1 in 1,1 ed in 1, .

Risultando in fine f x 4 x 1 x 2 per ogni elemento x di R 1,1 la funzione f strettamente


con vessa in ,1 ed in 1,0 ed strettamente concava in 0,1 ed in 1, , 0 un punto di flesso di f.
anche facile verificare che : f R 1,1 2 , 2 .
Dopo quanto detto si traccia facilmente il grafico di f (si veda la figura 4).
2

5). Tracciare il grafico della funzione f : x log 1 2 x .


Essendo: 1 2 x 0 2 x 1 2 0 x 0 , l'insieme di definizione della funzione f ,0 .
Osservando che f x 0 log 1 2 x 0 log 1 1 2 x 1 2 x 0 x , il grafico della
funzione f tutto al di sotto dell'asse delle x.
Risultando: lim f x lim log 1 2 x log 1 0 e lim f x lim log 1 2 x lim log z la retta

x 0

x 0

z 0

di R di equazione y 0 l'asintoto orizzontale a sinistra del grafico di f e la retta di R 2 di equazione


x 0 un asintoto verticale a sinistra del grafico di f.
ora facile rendersi conto che, per ogni elemento x di ,0 risulta f x 2 x log 2 1 2 x , conseguentemente la funzione f strettamente decrescente.
2

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Essendo f x 2 x log 2 2 1 2 x
cava.

per ogni elemento x di ,0 la funzione f strettamente con-

in fine evidente che f ,0 ,0 .


ora immediato tracciare il grafico di f (si veda la figura 5).
6). Tracciare il grafico della funzione f : x xarc cot gx .

immediato rendersi conto che la funzione f definita in tutto R.


Essendo f x 0 x 0 , i1 grafico di f si trova al di sopra dell'asse delle x in 0, e si trova al di
sotto dell'asse delle x in ,0 ed ha in comune con gli assi coordinati l'origine.
Risultando lim f x , e lim f x x lim f x x lim arc cot gx 1 x
x

lim x
x

1 x 1, la retta di R
2

di equazione y x 1 l'asintoto obliquo a sinistra del grafico di f.

Risultando inoltre lim f x lim arc cot g x 1 x lim x 2 1 x 2 1 la retta di R 2 di equazione


x

y 1 l'asintoto orizzontale a destra del grafico di f.


facile rendersi conto che, per ogni elemento x di R, f x arc cot gx x 1 x 2 ed osserviamo
che la disequazione f x 0 non elementarmente risolubile, troveremo tuttavia la soluzione della disequazione f x 0 dopo aver calcolato la derivata seconda della funzione f.

Con semplici calcoli si ottiene che, per ogni elemento x di R, f x 2 1 x 2 , conseguentemente f x minore di zero per ogni elemento x di R e pertanto la, funzione f strettamente concava e la funzione f strettamente decrescente ed essendo: lim f x inf f R lim arc cot gx x 1 x 2 0 ne
x

consegue che f x maggiore di zero per ogni elemento x di R e pertanto f strettamente crescente.
in fine evidente che f R ,1 .
Dopo quanto detto immediato tracciare il grafico della funzione f (si veda la figura 6).

7). Al Lettore il compito di tracciare i grafici delle seguenti funzioni: x R x 2 x 1 x ,

x R x 2 2 x 3 x , x R 2,2 x 2 x 4 16 , x R x 4 x 2 1 , x R 1 x 2 x 1 ed
x R xarctgx .

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