Beruflich Dokumente
Kultur Dokumente
Augusto Ponzio
1. Alcune allusioni
Comincer accostandomi al Neutro nel senso di Barthes a partire
da scritture di autori diversi. Alludendo ad esse si potrebbe
dire che: Il Neutro in Kiekegaard il semplice come desiderio
del semplice, come tendenza al limite. Giungere alla cosa
semplice giungere al singolo, dove singolo opposto al
pubblico: impresa difficile se non disperata una volta che
diventi manifesta e lampante la contraddizione fra lenormit
dei mezzi di comunicazione e lessere un uomo singolo
(Kierkegaard, Il punto di vista nella mia attivit di
scrittore, in Kierkegaard 1995, vol. I, pp. 9-11, 49-50).
Il Neutro lI prefer not to del copista di Melville. Nel
linguaggio verbale delle frasi, e degli atti linguistici, delle
funzioni comunicative la formula di Bartleby, il copista di
Melville che cessa di copiare, di trascrivere, di usare la
scrittura come riproduzione di un senso che le preesiste, non
pu trovare alcuna possibilit di sistemazione. Questa formula
di Bartleby, uomo senza referenze, senza possessi, senza
propriet, senza qualit, senza particolarit, troppo liscio
perch una qualsiasi propriet possa trovarvi appiglio (Deleuze
1993, p. 18), mette in scacco la lingua comunicativa, disattiva
gli atti linguistici, delude le aspettative comunicazionali, fa
saltare la logica dei ruoli, d luogo a una zona di
indeterminazione che nessuna immagine pu esorcizzare e con cui
nessun clich pu combaciare.
Il Neutro il marginale, lirrilevante, il futile Barthes
direbbe il dettaglio esorbitante e inutile nel V i a g g i o
sentimentale di Sterne (dico il titolo in italiano perch alludo
anche alla traduzione di Foscolo e al suo tradursi in Didimo
Chierico), in cui si mostra che non solo la scrittura (come nel
Tristram Shandy) digressione ma la vita stessa. Unestensione
del genere, dalla scrittura alla vita, avviene per il Neutro di
Barthes, Neutro gi da sempre presente nella sua opera.
Il Neutro la Sovranit nel senso di Bataille. Potersi
permettere il lusso di non tenere in nessun conto l'economia
1
rinvenibile
nella
parola
dell'insegnamento, nel rapporto indiretto e irreversibile fra
discepolo e maestro, a cui anche Barthes nel corso du Neutro fa
riferimento: un rapporto di distanza infinita, un rapporto di
parola in cui si articola l'ignoto, che non n soggetto n
oggetto, un rapporto in cui si fa esperienza dell'interruzione
dei rapporti (Blanchot 1969: 1-9).
Ma questo rapporto pu anche scadere in un rapporto
lineare e diretto di domande e di risposte. Vi si presenta
ancora una volta l'ambivalenza del linguaggio. Ci che risulta
pur sempre la sua doppia possibilit: di linguaggio lineare,
confermativo, rassicurante, univoco; e di linguaggio in cui ci
che messo in gioco il linguaggio stesso. Da una parte, la
parola che insegna come parola che ricompone, che fa parte di un
rapporto appagato di una tranquilla continuit discorsiva;
10
sospensione,
epoch
dellordine/ordinamento, della legge, dellarroganza, del
terrorismo, del voler sentire, del far sentire in colpa, del
voler esercitare potere. Il desiderio del Neutro rifiuto anche
del discorso contestativi, sospensione del narcisismo,
11
dellimmagine,
dissolvimento
dell
propria
immagine
(sfiguramento), sospensione della violenza (v. ivi, p. 38).
Anche qui, a proposito del neutro come desiderio, un altro
paradosso. Come desiderio, il neutro, dice Barthes, violenza.
E Barthes parla anche di violenza della scrittura. Vi una
violenza del Neutro, ma essa inesprimibile. Se il neutro
scrittura (indipendentemente dal segno scritto), il desiderio
del Neutro violento perch sovversivo, la sovversione non
sospetta di cui parla Jabs. Passione del neutro e per il
neutro, passione per lindifferente, nel senso proustiano (nel
racconto LIndifferente di Proust, ma anche come motivo di tutta
la Recherche).
Un altro paradosso del neutro come desiderio: il desiderio
sempre vendibile. Non facciamo che vendere, comprare e
scambiare desideri (ivi, p. 39). La societ odierna, con la sua
doxa, si mette nella posizione della madre del soggetto
anoressico: non impedisce i desideri, al contrario gli impone,
obbliga alla loro soddisfazione. Il paradosso del desiderio del
Neutro, la sua singolarit assoluta, che esso invendibile,
non comprabile e, come desiderio del Neutro, fuorisce dalla
logica di mercato, dalla logica consumistica, che impone i
desideri, ma non nella forma del rifiuto anoressico, del
desiderio di niente, ma appunto come desiderio del Neutro.
6. Il Neutro e laltro
Il
Neutro
fuoriesce
dalla
logica
dellidentit,
dellaffermazione, della produttivit, e si presenta come
movimento verso lalterit, senza scambio, senza ritorno, senza
guadagno, dpense incondizionata, quel movimento a senso unico
che Lvinas chiama opera, scrittura avant la lettre. Il Neutro
si presenta come desiderio dellaltro nella c o r t e s i a . La
cortesia come pensiero dellaltro, come considerazione
dellalterit. Altrove Barthes aveva parlato del rispetto della
sintassi come agape, come amore per laltro. Nel corso sul
Neutro, Barthes si sofferma sulla figura della Benevolenza come
voler bene, e considera lespressione italiana ti voglio bene
(v. p. 40), ma anche lenunciazione stammi bene (dativo
etico), come espressione del tenere allaltro, dellessere in
pensiero per laltro, come pensiero rivolto allaltro. Potremmo
aggiungere che nel Neutro il pensiero dellaltro trasforma
dellaltro da genitivo soggettivo o da genitivo oggettivo
(lunico paradigma che lanalisi logica riconosce nel senso
pensiero dellaltro) in una sorta di genitivo etico, come
pensiero allaltro, desiderio dellaltro, non-indifferenza,
12
tuttaltro
che
passivit,
rinuncia,
rassegnazione. attivit, desiderio, violenza desiderante,
passione, spostamento (dplassemement), leggerezza, flotter, non
fissarsi. Il desiderio del Neutro voler-vivere, un voler
vivere che non significa prendere, afferrare, imporsi,
impossessarsi. Lattivit del Neutro comporta la domanda: che
cosa il Neutro ha a suo attivo? Con Pasolini Barthes risponde:
una vitalit disperata (p. 116). Voler vivere qui trascendenza
del voler avere, del voler afferrare, del voler prendere, ,
dice Barthes, la deriva che allontana dallarroganza.
7. Il diritto allimproduttivit. Il silenzio e il tacere
Barthes considera il silenzio e il tacere (sileo et taceo) ,
come djouer la parole, tra le figure del Neutro. La distinzione
tra silenzio e tacere di cui Barthes tratta nelle pp. 49-58 del
corso sul Neutro somiglia molto a quella delineata da Bachtin
nei suoi appunti del 1970-71 (in Bachtin Lautore e leroe,
1988). Scrive Bachtin:
Il silenzio e il suono. La percezione del suono (sullo sfondo del
silenzio). Il silenzio (assenza di suono) e il tacere (assenza di
parole). La pausa e linizio della parola. La violazione del silenzio
da parte di un suono meccanica e fisiologica (come condizione della
percezione); la violazione del tacere invece da parte di una parola
personalistica e dotata di senso: un tuttaltro mondo. Nel silenzio
nulla risuona (o qualcosa non risuona), nel tacere nessuno parla (o
qualcuno non parla). Il tacere possibile soltanto nel mondo umano (e
soltanto per luomo). Naturalmente, sia il silenzio sia il tacere sono
sempre relativi. Le condizioni della percezione del suono, le
condizioni dellintendimento-riconoscimento del segno, le condizioni
dellintendimento produttore di senso della parola. Il tacere / il
suono dotato di senso (parola) / la pausa costituiscono una
particolare logosfera, una struttura unitaria e ininterrotta, una
totalit aperta (incompibile). Lintendimento riconoscimento degli
elementi iterabili del discorso (cio della lingua) e lintendimento
produttore di senso dellenunciazione non iterabile. Ogni elemento del
discorso percepito su due piani: sul piano delliterabilit della
lingua e sul piano dellenunciazione non iterabile. Attraverso
lenunciazione la lingua partecipa alla non iterabilit storica e alla
totalit incompiuta della logosfera.
13
14
15
16
17
18
19
del gesto vivo che non ha luogo che una volta (Derrida, Prefazione a
Artaud, Il teatro e il suo doppio, in Artaud 1961: xxx-xxxi)
Riferimenti bibliografici
Artaud, Antonin
1961 Il teatro e il suo doppio, pref. di J. Derrida, Einaudi, Torino.
1989
Larve e laume, con 24 lettere a M. Baberzat, LArbalte,
Parigi; trad. it. di
L. Feroldi, in Artaud, Il sistema della
crudelt, Millepiani, 11, Mimesis, Milano, pp. 11-19.
Bachtin, Michail M.
1920-24
Per una filosofia dell'azione responsabile, trad. it. di M.
De Michiel, Manni, Lecce 1998.
1924
L'autore e l'eroe nell'attivit estetica (frammento del primo
capitolo), trad. it. di R. Delli Veneri, in Jachia e Ponzio, a
cura di, 1993, pp. 159-184.
1927
(e V. N. Volosinov) Freud e il freudismo, Milano, Mimesis, 2005
1929
Problemi dell' opera di Dostoevskij, ed. critica a cura di M.
De Michiel, introd. di A. Ponzio, Dedalo, Bari 1997.
1965
Lopera di Rabelais e la cultura popolare, trad. it. di M.
Romano, Einaudi, Torino 1979.
1975 Estetica e romanzo , trad. it. C. Janovi, Einaudi,Torino 1979.
1979 L'autore e l'eroe. Teoria letteraria e scienze umane, trad. it.
di C. Janovi, Einaudi, Torino 1988.
2003
Linguaggio e scrittura, introd. di A. Ponzio, trad. di L.
Ponzio, Meltemi, Roma.
Barthes, Roland
1957
Mythologies, Seuil, Parigi, 1970; trad. it. Miti doggi,
Einaudi, Torino 1974.
1960
Scrittori e scriventi in Barthes 1972.
1964a Essais critiques, trad. it. Saggi critici, Einaudi,Torino,
1964b
Elments de smiologie, Communications, 4, 1964; Trad. it.
Elementi di semiologia, Einaudi, Torino1966.
20
1966
21
22
Chagall,
Bari:
23
Proust, Marcel
1978a La fuggitiva, trad. it. di F. Fortini, Einaudi, Torino.
1978c
Lindifferente, a cura di M. Bongiovanni Bertini, introd; di
G. Agamben, Einaudi, Torino 1978.
Shakespeare, William
1965 The Merchant of Venice, a cura di K. Myrick, The New American
Library, New York.
Sterne, Lawrence
1981 Per Eliza, trad. di R. Birindelli, con una nota di A. Brilli,
Sellerio, Palermo.
1983a
Viaggio sentimentale, trad. di U. Foscolo, a cura di G.
Sertoli, con testo a fronte, Mondadori, Milano.
1983b Tristram Shandy, trad. di A. Meo, Garzanti, Milano.
Sterne, Laurence - Foscolo, Ugo
1983
Viaggio sentimentale, di Yorik lungo la Francia e lItalia,
introd. e note di M. Bulgheroni e Paolo Ruffili, Garzanti, Milano.
Verdiglione Armando
1976 (a cura) Sexe et Pouvoir, Parigi, Payot.
Verdiglione, Armando et alii,
2005 Il Secondo Rinascimento nel Pianeta, Spirali, Milano.
24