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LA FILODRAMMATICA A SCALEA

Intervista a Gaetano Zuccarello


Gaetano quando inizia a praticarsi lattivit della filodrammatica a Scalea e
quali sono i pionieri per questa nobile arte?
La filodrammatica arriva a Scalea negli anni 30, questo in ricordo a quanto mi riferiva Alfredo Barletta.
Nel parlare di filodrammatica a Scalea non si pu fare a meno di ricordare Alfredo
Barletta, la memoria storica degli eventi che riguardano questo argomento. Ebbene
non mi stato difficile incontrarlo e farmi raccontare molti episodi che mi hanno
riportato alla mia infanzia con ricordi che riaffioravano man mano che il racconto
proseguiva.
Alfredo mi ha raccontato: la prima filodrammatica che io ricordi stata sicuramente formata dal compianto Andrea De Vito prima della guerra, essendo io, allepoca,
un ragazzino di 8 9 anni, ricordo che gi si facevano diverse rappresentazioni teatrali. Andrea De Vito stato il primo e per la passione e lamore che aveva verso il
teatro. Fu lui a far costruire il palcoscenico nel salone dellasilo infantile delle suore
nel Palazzo del Principe Spinelli ed il sipario fu cucito da Arturo Bloise, cucino di
Andrea mentre gli scenari vennero dipinti da Orlando Belmonte che tra laltro faceva parte del cast degli attori. Posso affermare che il Belmonte era un vero attore
drammatico oltre che un bravo truccatore ed Andrea De Vito era un regista veramente bravo al punto di far recitare anche chi non sapeva leggere, insegnando con
molto garbo ma con severit sia la mimica facciale e sia il modo di stare sul palcoscenico e quantaltro serve per essere un bravo attore.
Gli attori che ricordo nei vari periodi, sono, oltre ai compianti Orlando Belmonte,
Elio Galiano, un certo Bongianni, Euripide Spinelli, Gino Cosentino,Antonio Licursi,
Pietro Zuccarello, Giuseppe Barletta, anche Fulvio Pezzotti, Giuseppe De Patta,
Pasquale Voce e tanti altri giovani dellimmediato dopoguerra.

Il Palazzo dei Principi stata sicuramente la sede storica ove si faceva filodrammatica, tant vero che negli anni lo stesso palazzo ha ospitato la sala cinema, ove venivano proiettati film di successo, oltre che film realizzati da amatori
cinematografici locali. Quali altri luoghi venivano utilizzati per la recitazione?
Il palcoscenico dellasilo infantile fu utilizzato per molte recite di bambini, di alunni
delle scuole elementari, oltre che di adulti, mantenendo sempre viva la passione per il
teatro.
Anche dopo la costruzione della nuova sede dellIstituto Madre Clarac, nel salone
venne realizzato un palcoscenico dove si sono svolte rappresentazioni teatrali anche
da parte di adulti. Alfredo Barletta mi ricordava che lultima rappresentazione organizzata da Andrea De Vito nel nuovo salone dellasilo infantile, si chiamava Alaska
e parlava di traffico di pelli e contrabbandieri. Fra gli attori oltre ad Alfredo cerano
Orlando Belmonte e tanti altri giovani.

Tanti i personaggi che hai citato, ma io voglio ricordarne un altro: Chi era e che
ruolo aveva Carmelo Pietro Zuccarello?
Era mio padre Carmelo-Pietro Zuccarello.
Chi ha continuato negli anni nostri questarte a Scalea. In particolare chi erano
gli attori e chi gli autori?
Dal 1994 la passione per il teatro dialettale fu ripresa da Alfredo Barletta con la
commedia I Ziti, poi A malascjorta, A Magaria, Fa cum t fatt con nuovi
interpreti fra i quali Franco Vittorino, Luigi Maiolino, Gianfranco Grisolia, il brillantissimo Andrea Cavaliere e tanti altri.
Fra gli appassionati del teatro dialettale dei giorni nostri sicuramente da segnalare il
contributo di Elena Stummo e Francesco Casella.
Poi c Ercole Serra, che, quale autore di rappresentazioni sia in piazza Spinelli che
in piazza Cimalonga, mantiene viva la tradizione apprezzata dai villeggianti di organizzare ogni anno ad agosto la predetta Improvvisata.

Ercole Serra conferma ed integra quanto gi ricordato da Alfredo Barletta, egli,


infatti mi ha raccontato: Negli anni dal 1946 al 1960, a Scalea nacque e si svilupp
uninteressante attivit del teatro amatoriale che vide la rappresentazione di farse e
commedie, in parte dialettali, recitate da attori dilettanti autodidatti del posto. I primi gruppi teatrali dilettantistici furono formati dal compianto Andrea De VITO, il
quale aveva fatto esperienza nel settore della regia e della recitazione negli ambienti
artistici napoletani.
Gi, qualche anno prima, per, il compianto parroco della Chiesa di San Nicola in
Plateis, don Giuseppe RIMOLI, stimolava molti ragazzi della sua parrocchia a partecipare, quali attori dilettanti, alle recite che Egli organizzava e rappresentava nel
salone dellAsilo infantile delle suore di Madre Maria Clarac sito, allora, nel Palazzo dei Principi Spinelli. In questa sala sempre affollata, successivamente sede del
cinema San Carlo, parecchi giovani scaleoti ed anche anziani (come il compianto
mio zio Carmelo Zuccarello) recitavano i copioni di Andrea De Vito che si riferivano, spesso, alle trame di noti romanzi strappa lacrime, in particolare: Le due Orfanelle, San Tarcisio e La cieca di Sorrento. In questultima recita, ancora oggi,
rimane diffusa la frase: j na cicata, n n catarratta che la pronunci mast(i)
Sarvatur(i) nella parte del medico oculista. Con la scomparsa dei protagonisti di
questa attivit teatrale, specialmente quando nel 1952 ci lasci per sempre lamato
parroco, don Pippin(i), purtroppo nel corso degli anni le recite iniziarono a scemare
fino al punto che non ne furono pi rappresentate per diversi anni. Si organizzavano
soltanto sporadiche recite di bambini nella scuola elementare e nellasilo infantile
dellepoca e si poteva assistere a rappresentazioni teatrali amatoriali di qualche
compagnia di girvaghi o di circhi equestri. Ebbe un certo successo di pubblico
una piccola compagnia che, per oltre un mese verso la fine degli anni cinquanta,
ogni sera rappresentava a Scalea, nel largo accanto alla Chiesa di San Nicola, recite
commoventi come La storia di Santa Rita da Cascia dove recit un giovane scaleoto, privo di alcun talento, il quale, come da copione, dovendo vendicare
luccisione del proprio padre (marito di Santa Rita), rivolto al pubblico, pronunci

questa frase: pap stanott(i) ti vendicheram(i), invece di vendicheremo, suscitando, fra la commozione, le ovvie risate.
Molte persone erano coinvolte nelle recite scaleote, come gli indimenticati Orlando
BELMONTE e Peppino BARLETTA (entrambi pittori), i quali si occupavano particolarmente di trucco, scenografia e coreografia. Solo negli ultimi ventanni lattivit
teatrale stata ripresa grazie alla mia personale passione e quella di Alfredo BARLETTA il quale, circa ventanni addietro, su mia idea, scrisse e diresse la commedia
I ZIT(i) rappresentata con replica nella festa dellIMPROVVISATA ed altre
recite: A MAGARIA, I DUE ORFANELLI e

farse sempre rappresentate

nellIMPROVVISATA a cura del Comitato CIMALONGA, con scene di Damiano


Barletta. Nella stessa tradizionale manifestazione folcloristica, fino allanno 2010,
sono state rappresentate commedie amatoriali da me scritte, dirette ed anche recitate: Le PANITTERE, LE LAVANNARE, LEMIGRANTE, A MORT(i) nd
CASA, U LASTRACHIELLU, A VRASCERA d U MIS(i) i NATAL(i), A CANTINA d IMBRIACUNI, U CUNSUOL(i). Questi copioni si richiamano alle costumanze e tradizioni scaleote e sono state recitate con molta bravura da attori dilettanti del posto ed anche napoletani. Con Alfredo Barletta, a suo tempo, pensai di
costituire una compagnia del teatro amatariale sotto il nome: guagliun(i) d
Scala, ma non ci si riusciti perch mai si sono avute manifestazioni dinteresse.
Nel 2009 ho rinnovato questo proponimento attraversoIl Diogene Moderno, sperando che questa volta, se siamo uniti e senza disfattismo, Scalea potr avere la sua
compagnia teatrale. Vorrei sottolineare il talento dellamico Peppino SANGINETO
nel settore del cinema amatoriale. Alcuni suoi filmati del corto, girati sull ambiente sociale e tradizionale di Scalea, hanno avuto la segnalazione anche dalla RAI;
ultimo: Il Miracolo.
Ed a proposito di talenti, Scalea possiede un patrimonio artistico anche nella recitazione dilettantistica che pu essere valorizzato e sviluppato, scoprendo soggetti che
possono avere un successo anche a livello regionale e nazionale.

Carnem Levare cosa ti ricorda?


Dal 2009 cresciuto linteresse verso la commedia dialettale scaleota per merito
dellassociazione Carnem Levare che ha prodotto svariate rappresentazioni, la prima
Stanott pass u Bommin, Ndu Vicinanz, A duminicadia, Mbarativ nart, Si ni
vuui vacc, si non ni vuui mannacc, scritte e dirette da Elena Stummo, mentre A Cartullina militar, A Gatta i Don Cesare, U muurt ca Parla e U Muzzic i can, scritte e
dirette da Francesco Casella. Entrambe le commedie si riportano agli usi e costumi
della Scalea di una volta.
Nella prima commedia interpretata da Zaccaria Errico, Paola Maiolino, Luigi Maiolino, Francesco Ferraro, Alessio Cirelli, Anna Sangiovanni ed altri, si parla delle tradizioni natalizie mescolando anche il sacro con il profano, laddove gli anziani insegnano ai giovani le preghiere ovvero gli scongiuri da recitare per allontanare il mal
di testa da malocchio: i patrinuosti, o per far calmare il mal di pancia i bestie.
Si parla pure delle tradizioni della tavola con le tredici pietanze da preparare per la
sera di Natale, e dei vari detti antichi sul Natale: Passaj Natale e vinn Capudann,
Pasc e Bifania mancu frijmmo il commento sui numeri mentre si giocava a tombola : 25: Natale, 33: Lann j Crist, 37: U monachiell, 40: mammata j bacanta, mittila nda cangiulla e vidis cum canta,
La seconda commedia Ndu vicinanz tratta del vicinato tipico scaleoto il giorno
prima di Natale, con i venditori ambulanti che si fanno la concorrenza, la pescivendola, le clienti, ed il calzolaio con il suo banchetto allaperto, il quale mentre lavora
sintromette nei discorsi degli altri e nei fatti degli altri.
Questa commedia rappresentata il 26 dicembre del 2011 nella sala consiliare di Scalea, ha riscosso un notevole successo di pubblico.
E stata molto appressata linterpretazione di Giuseppe Monachello nella parte di
mast Francisch, di Simona Forastieri nella parte di Maculat, di Nicolino Errico
nella parte di Ginuzz, di Francesco Ferraro nella duplice parte di Guardia Municipale e di Cumpa Carmelo e di tutti gli altri interpreti quali Marzia Russo, Gilda
Di Lorenzo, Wilma Monachello, Antonio Propato, Mariarita Schiffino ed anche quella del sottoscritto.

Devo dire che con la mia partecipazione nella parte di Mast Sicundino mi sono
veramente divertito ed emozionato. Sopratutto la presenza di tanti giovani che con
naturalezza e spontaneit hanno saputo interpretare i loro ruoli ed il loro entusiasmo,
hanno fatto s che lemozione venisse sopraffatta tanto da immedesimarmi a pieno
nel contesto del personaggio e della parte che interpretavo.
Qual laugurio che fai a chi fa teatro a Scalea, sia come amministratore, sia
come ex attore amatoriale?
che questa esperienza possa ripetersi per molti e molti anni, sono certo che la commedia dialettale scaleota sapr mantenere vivo il ricordo delle nostre tradizioni e del
nostro dialetto.

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