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La comunicazione di massa
Premessa: La comunicazione di massa o comunicazione uno a molti, pu essere una
cerimonia religiosa, il discorso di un re; gli ordini che un comandante militare d al
suo esercit riunito. Nella comunicazione "uno a molti" c' qualcuno che parla e altri
che ascoltano; la comunicazione prevalentemente unidirezionale, i ritorni sono
deboli o assenti.
Lo sviluppo della comunicazione di massa nell'800 Alla fine del 700 si pongono
le premesse per l'avvento della comunicazione di massa. Con la rivoluzione americana
e con la rivoluzione francese viene affermata per la prima volta la libert di pensiero e
la libert di stampa. Con la rivoluzione industriale, la macchina a vapore, il telegrafo,
la ferrovia si determinano le condizioni sociali e tecnologiche per la produzione e
diffusione in serie dei prodotti della comunicazione di massa. Vengono prodotte
macchine per comporre meccanicamente i testi scritti in una pagina da stampare, e
macchine da stampa sempre pi veloci e perfezionate, in grado di stampare in una
notte pi di centomila copie di un giornale quotidiano, che saranno distribuite
all'indomani. Con la fotografia si riescono a registrare le immagini, con il fonografo si
riescono a registrare i suoni su in disco. Le invenzioni si combinano fra loro: ormai
possibile stampare disegni sui giornali (presto anche fotografie), oppure stampante a
colori grandi cartelloni pubblicitari. Alla fine del secolo nascer anche il cinema, la
fabbrica delle immagini in movimento. Cos come l'industria produce tanti manufatti
tutti uguali, in serie, cos possibile riprodurre tecnicamente giornali, libri, dischi,
pellicole cinematografiche o fotografie in un numero teoricamente illimitato di
esemplari
1. Storia dei media e mutamento sociale
Il termine "media" deriva dal latino plurale "medium" che significa mezzo o strumento.
La forma plurale della parola latina "media" ha finito per essere assorbita dalla lingua
corrente inglese, in genere preceduta dalla parola "mass".
Mass media = mezzi di comunicazione di massa.
I media sono sistemi tecnici per raggiungere con uno stesso messaggio persone molto
distanti fra loro. Alcuni di questi mezzi tecnici, come la posta e il telegrafo, sono in
comune con la comunicazione interpersonale: con essi si possono mandare sia
messaggi privati che l'editto di un re o la circolare di un ministero, che sono rivolti
contemporaneamente a moltissimi destinatari. Molte persone, almeno fino a qualche
decennio fa, non erano in grado di leggere, a volte trascorrevano un'intera vita
all'interno di un piccolo mondo, con le sole conoscenze acquisite tramite i pochi
contatti personali diretti. Oggi, anche chi non viaggia, ha accesso a una quantit
sterminata di conoscenze "mediate" dalla televisione, dai giornali o da altri "media".
Non si tratta solo di un cambiamento quantitativi, ma anche, e soprattutto di un
cambiamento della qualit della conoscenza; molti "saperi" sono andati perduti; molte
delle cose che sentiamo ci lasciano perplessi (sar vera la notizia appena ascoltata in
tv ?); ma nel complesso si pu dire che, in ogni caso, le conoscenze generali si sono
alquanto "allargate"; il mondo un po' pi conosciuto a tutti! L'avvento dei "media"
rappresenta, di fatto, un problema e una nuova sfida per l'umanit: gestirne un
corretto utilizzo; evitare la "manipolazione mediatica delle notizie e delle
informazioni"; etc. Questi sono gli altri aspetti, molto discussi e controversi, che
andremo ad analizzare
1.1 La scrittura
Ogni nuovo mezzo di comunicazione accompagnato da importanti cambiamenti
sociali.Nonostante alcuni studiosi considerino il linguaggio come il primo,
fondamentale "medium", solo con l'introduzione della scrittura che la societ
umana ha iniziato a prendere una forma alquanto diversa da quella che ha
caratterizzato l'homo sapiens per millenni, a partire dalla sua comparsa sulla Terra.La
specie umana caratterizzata da sempre dalla facolt di esprimersi attraverso il
linguaggio verbale: una facolt di "fonazione" identica alla nostra, stata riscontrata
nei reperti paleoantropologici dell'uomo di Cro-Magnom (apparso circa 35.000 anni fa);
Possiamo dunque affermare che non sono mai esistiti uomini privi della parola
(escludendo gli ominidi che hanno preceduto la nostra specie, o l'hanno
accompagnata per breve tempo, come l'uomo di Neandhertal).L'uomo, dunque, nasce
dotato di parola, ma anche di una qualche forma di espressione grafica: i primi segni
incisi sulla roccia, risalgono amch'essi a circa 35.000 anni fa. Tuttavia, tra l'incisione
rupestre e un sistema di scrittura le differenze sono enormi, tanto da richiedere pi di
30.000 anni di cammino. La scrittura , non un qualunque sistema di segni grafici, ma:
"un sistema codificato di marcatori visivi per mezzo del quale lo scrivente poteva
determinare le parole esatte che il lettore avrebbe prodotto a partire dal testo". La
scrittura cos intesa permette ci che non possibile con altri sistemi pi semplici di
espressione: permette cio, ad esempio:
- lo stoccaggio delle informazioni
- la riproducibilit dei testi
- la comunicazione a distanza, di tempo e di spazio
Una trasformazione cos importante ha potuto avvenire solo con lenti passaggi
successivi,in un arco di tempo notevolmente lungo. Le prime forme di scrittura si
svilupparono a partire dal 4000 a.C. in Egitto e in Mesopotamia. Si tratta di
pittogrammi, ovvero icone, disegni stilizzati di un toro o del sole; le icone
rappresentano semplicemente quello che si vede (es.:il toro).Ai pittogrammi seguono i
sistemi ideografici (ideogrammi):qui ogni segno rimanda a un'idea, a un concetto (per
es.: il disegno del toro pu voler indicare l'idea di forza o di virilit) Infine, solo intorno
al 1300 a.C. compare la scrittura di tipo alfabetico, comunemente attribuita ai fenici.
L'alfabeto presenta una caratteristica ben precisa: ogni singolo segno non rimanda a
un significato, (un oggetto, un'idea), ma a uno dei suoni che compongono la lingua
parlata, ovvero un fonema o a un insieme di fomeni (sillabe).Possiamo pensare ai
pittogrammi come a una forma di comunicazione analogica, e all'alfabeto come a una
forma di comunicazione numerica (vedi cap. 2, par. 1).Gli ideogrammi si pongono a
met strada in questo cammino dall'analogico al numerico. Tuttavia, a testimonianza
del lungo cammino e delle antiche radici dell'alfabeto fonetico, anche le lettere latine
che utilizziamo oggi, conservano remoti legami analogici: a partire dalla prima lettera ,
la "A", che i fenici scrivevano rovesciata, e che cos, con le gambe rivolte in alto
ricordava la forma del toro che i fenici chiamavano "Aleph". A proposito del passaggio
dagli ideogrammi all'alfabeto fonetico, sorprendente notare come ancora oggi tutti
interamente una e una sola pagina e andava quindi costruita ad hoc per ogni singola
necessit. Se la stampa nata in Cina, il giornale in quanto tale originario
dell'Europa. La necessit di favorire la diffusione delle notizie non un fenomeno dei
nostri giorni, ma risale addirittura al XIII secolo. In quel periodo, infatti, si svilupp in
Europa la circolazione delle lettere commerciali, scambiate tra i commercianti per
informarsi reciprocamente dell'andamento del mercato. Insieme alle lettere
commerciali, nel XV secolo cominciano a diffondersi le lettere di avvisi o fogli volanti in un primo tempo manoscritti - che riproducevano le forme dei pronostici e degli
almanacchi. A porre le definitive premesse per lo sviluppo della stampa periodica fu,
nel corso del XV secolo, Johannes Gensfleische Gutemberg (1400 - 1468), tipografo di
Magonza (l'attuale Mainz), al quale viene attribuita l'invenzione della stampa a
caratteri mobili, facili da utilizzare e da sostituire nella correzione degli eventuale
errori. Gutemberg ritenuto il fondatore della moderna arte tipografica. Secondo la
tecnica da lui introdotta, ciascun carattere, inciso in rilievo, veniva impresso su un
supporto di ottone, dando origine a una matrice.Il piombo fuso versato all'interno di
questa ultima permetteva al tipografo di ricavare un considerevole numero di copie
identiche del carattere stesso ("fusione a ripetizione"). Come noto, il primo libro
stampato con questa nuova tecnica la Bibbia: a Gutemberg e ai suoi collaboratori
furono necessari quattro anni di lavoro (dal 1452 al 1456) per poter stampare il libro a
due colori, rosso e nero. Da Magonza l'arte tipografica si diffuse rapidamente dapprima
in altre citt tedesche e poi nell'Europa intera .In Italia gi nel 1465 a Subiaco (Roma)
venivano stampati i primi volumi in caratteri gotici e latini, ma fu Venezia la citt che
diede il maggior impulso iniziale alla diffusione della stampa, grazie all'opera del
tipografo Aldo Manuzio. Con il passare degli anni e dei secoli si affin anche la qualit
dei caratteri, le cui forme vennero diversificate in relazione al prodotto da stampare.
Grazie alla tipografia a caratteri mobili, intorno alla seconda met del 1600 i fogli
volanti iniziarono ad assumere periodicit regolare, qualificandosi come il primo
servizio permanente di notizie da cui poi nacquero i veri e propri giornali. Dal punto di
vista dei contenuti, i giornali secenteschi non si differenziavano molto dai fogli volanti,
riportando una miscellanea non sempre ordinata di informazioni dall'estero e dalle
corti, notizie commerciali, e fatti fuori dall'ordinario, pi o meno credibili.I fogli di
notizie acquisirono con il passare del tempo una periodicit regolare nell'uscita,
diventando una sorta di embrioni dei giornali attuali; in Italia e in Francia presero il
nome di Avvisi e Gazzette, in Inghilterra vennero battezzati News papers. Si diffondono
cos i giornali quotidiani e settimanali che riportano regolarmente notizie provenienti
da pesi lontani. Successivamente la stampa periodica inizi a ospitare anche la
comunicazione di idee e programmi politici. Grazie alla stampa, la scienza prese nuovo
slancio, divenne possibile riprodurre testi tecnici senza gli errori frequenti della
ricopiatura a mano. Divenne possibile anche un vero archivio della conoscenza,
sommato alla crescente alfabetizzazione dovuta alla diffusione dei libri su larga scala,;
la stampa permise la nascita della scienza moderna, separata dalla magia e dalla
religione; con la facilit di diffondere i propri scritti, viene introdotto un concetto per
noi scontato ma all'epoca del tutto nuovo: quello di autore. Accanto al concetto di
autore nasce la propriet intellettuale: copiare un libro diventa un abuso portando nel
1709 alla nascita in Inghilterra della prima legge sul copyright. Intanto proseguiva
l'inevitabile evoluzione delle tecnologie di stampa. Nel 1814 al Times le nuove rotative
sostituirono il torchio di Gutenberg, che and in pensione dopo ben quattro secoli di
onorato servizio. In seguito nacquero le prime agenzie di stampa e, a partire da fine
(onde hertziane).La radio di Marconi non quella che conosciamo oggi. Marconi aveva
chiamato il suo ritrovato "telegrafo senza fili"; la sua intenzione era quella di fare a
meno del cavo telegrafico, soprattutto per comunicare con le navi in mare aperto. Le
differenze con la radio di oggi sono grandi:
- il telegrafo senza fili un mezzo di comunicazione punto a punto, da un emittente a
un destinatario e viceversa; per il funzionamento si utilizzava l'alfabeto telegrafico
Morse.
- la radio odierna una forma di comunicazione di massa, tra la stazione emittente e
un pubblico; utilizza la voce umana.
Nel 1906 l'americano Lee De Forest invent una valvola elettronica, il triodo (Audion),
che permetteva di trasmettere la voce umana e qualunque altro suono o musica; il
prezzo per era molto alto.Durante la prima guerra mondiale si trov il modo di
produrre industrialmente il triodo a prezzi contenuti. Dopo la prima guerra mondiale le
industrie si lanciarono nella produzione in serie di apparecchi radio solo riceventi per
uso domestico. La simmetria dell'apparato radiotelegrafico (ogni ricevente era anche
trasmittente e viceversa), si scindeva in un apparato trasmittente molto complesso ( la
stazione radio) e in uno ricevente molto semplice ( la radio di casa). Si pens di fornire
questi apparecchi radio con musica e parole. La radio riforniva i suoi utenti con
contenuti sempre nuovi e diversi. Non fornisce quindi testi determinati (come tutti i
media precedenti), ma un flusso ininterrotto. Questa nuova modalit comunicativa fu
indicata adottando un termine fino ad allora utilizzato in agricoltura: Broadcasting, un
termine inglese che significa propriamente "semina larga", e che sar usato sia per la
radio sia, pi tardi, per la televisione. Il broadcasting la trasmissione circolare via
etere di contenuti televisivi e radiofonici di interesse generale, non indirizzato ad un
destinatario particolare ma a tutti gli apparecchi dislocati nell'area di ricezione. Come
il telefono, il broadcasting radiofonico e poi televisivo una forma di comunicazione in
grado di penetrare nel domicilio. Ma il telefono una comunicazione punto a punto ed
una rete "vuota"; la radio assolver a ben altre funzioni, perch trasmette "piena" di
contenuti (le parole e la musica). La radio arriva gradualmente in tutte le case,
inserendosi nella vita privata e familiare. La sua vicenda si svolge tutta dentro la sfera
privata. L'abitazione diventa un terminale domestico che riceve continuamente
materiali sonori e parlanti dei quali tutti i membri del nucleo familiare possono
usufruire. La radio annulla le distanze e porta per la prima volta la contemporaneit
nella riproduzione di suoni. L'800 aveva permesso di riprodurre i testi sonori, ma non
in tempo reale. Adesso la riproduzione avviene in sincronia con l'evento, e l'ascoltatore
ha una sensazione di partecipazione diretta. L'utilizzo dell'etere a scopi comunicativi fa
sorgere un nuovo problema: quello che fino ad allora era considerato un bene di tutti e
inesauribile (l'aria) diventa un patrimonio finito (le frequenze sono limitate)
amministrato dallo Stato in quanto "cosa pubblica". Si pone quindi la questione delle
licenze necessarie per occupare in esclusiva una certa frequenza; questione che si
pone irrisolta ancora oggi. La radio si sviluppa in America secondo un modello
commerciale. I programmi sono diffusi gratuitamente. La vendita degli apparecchi e la
pubblicit costituiscono le entrate della radio ( spazi pubblicitari che vengono sottratti
alla stampa). In Europa, al contrario, si afferma, il modello delle emittenti sostenute
dal canone e dalle imposte sulla vendita degli apparecchi riceventi. Era il 1920 quando
inizi a trasmettere negli Usa la Kdka, due anni dopo, nel 1922 in Inghilterra si costitu
la Bbc. Sono queste le prime, vere, emittenti radiofoniche: trasmettono senza sapere
esattamente a chi si rivolgono. Si pu dire che la radio rappresenta il primo mass
medium: la sua pervasivit la fa entrare in tutte le case, a qualsiasi ora, rivolgendosi a
persone di qualsiasi estrazione sociale. La radiofonia e poi la televisione si
svilupparono secondo due modelli: - quello americano: privato e commerciale ed
finanziato dalla vendita degli apparecchi e poi dalla pubblicit. Per la prima volta,
quest'ultima rappresenta l'unica fonte di entrata di un mezzo di comunicazione quello europeo, dove vi sono societ pubbliche o comunque controllate dall'esecutivo,
tendenzialmente in regime di monopolio, finanziate da una tassa, o da un canone. La
pubblicit manca o marginale In entrambi i casi si trattava di aziende di grandi
dimensioni, dotate di attrezzature sofisticat, di centri di ricerca, di proprie reti di
diffusione, capaci di rapporto con altri media.
La televisione
Nel 1895 il cinematografo dei fratelli Lumiere aveva presentato in pubblico sequenze
di immagini in movimento.Fino dagli anni'20 furono fatti molti esperimenti per
superare quello che appariva come il principale limite della radio: l'assenza di
immagini in movimento.La televisione nasce quindi come un perfezionamento della
radio.L'effetto congiunto dell'immagine e del suono restituiva un inedito effetto di
realt; come se l'obbiettivo della telecamera guidasse lo spettatore in situazioni
insolite, prestigiose e comunque piacevoli.Se la radio aveva industrializzato il tempo
del suono, la televisione realizzava la contemporaneit del suono e
dell'immagine.Fornendo contemporaneamente un audio e un video, una parola e un
immagine, essa richiede poco sforzo allo spettatore; nulla di simile alla fatica della
lettura o all'attenzione per seguire la radio.Le prime trasmissioni televisive pubbliche
sperimentali ebbero inizio negli Usa e in Inghilterra nel 1929, in Italia la Rai nel 1954,
sotto il diretto controllo dello Stato ( Carosello, Lascia o Raddoppia).La televisione
chiamata tecnicamente "generalista" perch ha una programmazione rivolta a tutte le
et e a tutte le categorie sociali.L'uso del telecomando permette una "compilation"
personalizzata dell'offerta dei vari canali; una televisione fatta per stare a casa,
dove l'apparecchio come un commensale, quasi seduto a tavola con noi.I personaggi
che appaiono sullo schermo diventano figure note, familiari: dei nuovi amici. Non sono
eroi o divi, sono persone gioviali e bonarie. Il pubblico ha acquisito il diritto di scegliere
il canale che pi gli piace e quindi di determinare ( come in un referendum) il successo
di un programma e di un emittente.Da allora, la ricerca del massimo ascolto diventa
una ragione di vita per le televisioni.La regola : fare spettacolo. Il programma deve
intrattenere, nel senso proprio: deve dire "restate con noi".
Televisione all'europea.
In Europa occidentale la televisione vista ovunque come parte di un "servizio" che lo
Stato eroga potenzialmente ai cittadini.Per la delicatezza di tale servizio il potere
politico esercita un'alta sorveglianza. Usufruire della tv diventa sempre pi un diritto,
assicurato da un monopolio pubblico. C' abbondanza di denaro perch il numero
degli abbonati cresce in continuazione.Il pubblico segue con attenzione la televisione
che gli viene proposta.La televisione non mai stata solo un bene di consumo: la sua
superiore diffusione correlata alla capacit di rispondere ad esigenze molto profonde
della generalit dei cittadini. Non sempre questo avvertito dalla opinione pubblica,
che normalmente considera la tv in maniera riduttiva.La televisione pu avere una
variabili sono identificate nelle "cinque W" ( Who, What, Whom, Where, What effects)
ovvero:
chi comunica
cosa
a chi
come ( o attraverso quale mezzo)
con quali effetti.
Questi cinque effetti hanno dato origine, negli anni successivi, alle cinque principali
branche specialistiche della ricerca sui media.La ricerca sul "chi" riguarda le emittenti
( es. la redazione di un quotidiano, una radio), la loro organizzazione interna, i ritmi di
lavoro o le professionalit coinvolte.Gli studi sul "cosa" riguardano il contenuto dei
messaggi mediali (es. il modo in cui lo stesso evento viene riportato da giornali
diversi)Studiare "a chi" si rivolgono i media significa studiare il pubblico (pubblici), la
sua composizione, le sue preferenze, le sue abitudini.Il "come" coinvolge questioni in
rapida evoluzione come gli aspetti tecnologici dei media, i linguaggi e i codici permessi
dai diversi mezzi di comunicazione.Il tema degli "effetti" intende valutare con quali
tempi i comportamenti e le opinioni del pubblico vengono effettivamente modificate
dall'esposizione dei messaggi mediali.
2.2 Gli "effetti limitati" e il flusso di comunicazione a due stadi
Alla fini degli anni '40, prendono avvio una serie di studi empirici sulle comunicazioni
di massa che conducono al superamento dei presupposti scientifici tipici della
prospettiva ipodermica.Tali presupposti potevano essere sintetizzati in due punti:
1) la concezione dell'azione dei media in termini di relazione stimolo- risposta.
2) l'avvento della societ di massa
- Nel primo caso, il superamento avviene grazie a una serie di ricerche di psicologia
sperimentale miranti a valutare la possibilit che tra "stimolo e risposta" si
nascondesse qualche variabile non considerata.
Come mai persone diverse reagiscono ai messaggi dei media in modo diverso, perch?
Per rispondere a questo interrogativo la strategia utilizzata fu quella di comparare, in
un contesto sperimentale di laboratorio due gruppi di soggetti ai quali veniva posto lo
stesso messaggio; si riusc in questo modo a capire qualcosa in pi sul fatto che
qualunque messaggio mediale, per risultare efficace, deve essere costruito attorno a
una figura ideale di destinatario ben precisa, (esempio i messaggi di una campagna
elettorale vincente rivolti alla classe operaia saranno molto diversi da quelli destinati
agli imprenditori o ai giovani), il messaggio va calibrato sulla base del fatto che si
rivolga ad un pubblico amico piuttosto che nemico. Quindi questa tradizione di studi
sperimentali, il cui coordinatore fu C.Hovland, provvide a inserire un nuovo elemento
nell'elementare schema S-R (stimolo-risposta) della psicologia comportamentista.Il
nuovo schema diventava S-IV-R cio Stimolo-Variabili-Intervenienti-Risposta. Le
variabili intervenienti mediano l'impatto del messaggio-stimolo e spiegano la variet
- bisogni cognitivi
- bisogni affettivo-estetici
- bisogni integrativi a livello della personalit (rassicurazione, status, incremento della
credibilit)
- bisogni integrativi a livello sociale (rafforzamento dei rapporti con familiari, amici,
colleghi)
- di evasione
Quindi il pubblico utilizza i media per soddisfare i propri bisogni. I bisogni che trovano
gratificazione nei media, possono anche essere semplicemente quello di passare il
tempo, di intrattenersi, divertirsi, evadere dallo stress quotidiano, relax, compagnia,
apprendimento, abitudine.La gratificazione dei bisogni avviene attraverso la fruizione
dei prodotti mediali ben precisi (guardo il telegiornale la sera per sapere cosa
accaduto nel mondo); ma pu avvenire attraverso la fruizione mediale in s
indipendentemente dal contenuto effettivamente fruito.Da un punto di vista degli "usi
e gratificazioni", quindi gli effetti della comunicazione di massa non dipendono
semplicemente dal contenuto dei messaggi, ma sono strettamente legati ai contesti
materiali soggettivi della loro fruizione: per alcune persone guardare la televisione pu
significare di per s ritagliarsi un momento di riposo.
2.4 La teoria critica
Nel 1923 viene fondato a Francoforte l'Istituto per la ricerca sociale, con l'obiettivo di
sviluppare un centro di ricerca indipendente in grado di occuparsi di tematiche non
sufficientemente trattare all'interno delle universit tedesche dell'epoca, come ad
esempio la natura e l'origine dei sentimenti antisemiti.Nel corso dell'intero XX secolo,
prende forma uno dei pi importanti sistemi teorici non solo della sociologia della
comunicazione, ma anche delle scienze sociali nel loro complesso.L'Istituto di
Francoforte riun studiosi di estrazione diversa e attingendo a discipline come la
filosofia, la storia, la sociologia, l'Istituto faceva riferimento al pensiero di Karl Marx.Il
marxismo costituisce la chiave per comprendere un sistema sociale in rapido
cambiamento, nel quale i media occupano un posto sempre pi importante.La teoria
critica elaborata dalla scuola di Francoforte finalizzata alla critica della societ
contemporanea.Da qui prende forma la poderosa analisi dei mass media, che la Scuola
di Francoforte ha chiamato industria culturale.
L'industria culturale rappresentata dal complesso armonizzato dei mezzi d
comunicazione di massa: cinema, radio e stampa, la televisione. L'industria culturale
produce "merci" culturali che non nascono direttamente dal basso, dal popolo, ma
sono invece pianificate e organizzate dall'alto, dalle singole emittenti, dai network
formali e informali che le riuniscono, fino ad arrivare alle strutture economiche
fondamentali del sistema capitalistico del quale i media costituiscono una costola
importante. Per questo motivo il termine "industria culturale" viene preferito a quello
di "cultura massa", che potrebbe far pensare a una forma di cultura che nasce
spontaneamente dalle masse popolari. I mass media americani, con cui si confrontano
in modo particolare gli esuli di Francoforte, sono mossi esplicitamente dalla pubblicit.
Il loro scopo non quello di produrre cultura, bens consumo .Il pubblico risulta quindi
non solo indotto a consumare il pi possibile, ma viene anche manipolato nei suoi
valori, nei suoi atteggiamenti e nelle sue opinioni.In questo nasce la denuncia
dell'uomo narcotizzato dai media, indotto a soddisfare falsi bisogni creati dai media
stessi, e offuscato da una falsa coscienza che gli impedisce di liberarsi dalle sue
catene.
2.5 I Cultural studies
I cosiddetti Cultural studies sono dei centri di studi sociali che si sviluppano in
Inghilterra a partire dagli anni '50 e si formano in maniera formale, presso il "Centro
degli Studi Culturali Contemporanei" all'Universit di Birmingham, nel 1964;
Esponente di spicco Stuart Hall.Questo Centro una vera e propria "scuola" che
funge da fucina di idee e di stimolo per ricercatori che lavorano fianco a fianco.Per i
Cultural studies, la Cultura non vista come un patrimonio fisso e immutabile,
sviluppato (solo) da intellettuali e scienziati, ma come un insieme di processi
"naturali", situati nei vari contesti storici e sociali, sviluppati dalle persone comuni
nella realt quotidiana.Oggi i "mass media" giocano un ruolo importante
nella"costruzione" della cultura popolare,ed alla luce di questa importanza che i
Cultural studies sono ritenute importanti nella ricerca sulla comunicazione di massa.Gli
esponenti dei Cultural Studies ritengono che, per comprendere l'azione dei media
nella societ, sia necessario prestare attenzione alla struttura sociale e al contesto
storico in cui tale azione avviene; I Cultural studies si volgono dunque allo studio della
"cultura popolare": musica, quotidiani, settimanali, fumetti, fiction popolare. Anche dal
punto di vista metodologico i Cultural Studies introducono significative
innovazioni.Nella loro applicazione pratica alla comunicazione di massa, i Cultural
studies hanno prodotto lavori e ricerche sulla produzione e sul consumo mediale:
- per quanto riguarda la produzione, i testi mediali (programmi televisivi o radiofonici,
libri, film etc.), vengono analizzati in quanto veicoli pi o meno diretti all'ideologia
dominante; Tuttavia, secondo questa "scuola" non esiste un "manipolatore occulto"
che impone "direttive esplicite" circa ci che i media devono dire o non dire. I prodotti
mediatici sono, in estrema sintesi, prodotti complessi, influenzati da particolari
condizioni storiche o sociali.
- per quanto riguarda il consumo mediale, l'analisi si basa sulla scoperta dei
meccanismi differenziati di interpretazione da parte del pubblico. In particolare, il
modo in cui il pubblico "legge" (inteso come interpretare, percepire), i testi mediali
considerato parte della lotta delle classi subalterne per l'affermazione della propria
specifica identit.
Il modello proposto da Hall, conosciuto come modello encoding-decoding, sottolinea
questa duplice prospettiva sui mass media: qualsiasi prodotto mediale nasce come
risultato di un processo di "messa in codice" (encoding) da parte di un'organizzazione
al cui vertice possiamo porre la figura ideale dell'autore (che poi in realt sono quasi
sempre pi di uno).La fase di encoding, tende a proporre una visione del mondo
particolare, tendenzialmente conservatrice e favorevole alle posizioni delle classi
dominanti, ma il cui risultato pur sempre un processo di negoziazione in cui giocano
il loro ruolo diverse variabili. Una volta diffuso al pubblico il prodotto mediale subisce il
processo di decoding, ovvero decodifica, che lo porta a essere letto e interpretato in
almeno tre modalit principali.
McLuhan la figura centrale della Scuola di Toronto, assieme a lui anche Harold Innis e
Derrik de Kerckhove. Secondo gli esponenti della Scuola di Toronto, la tecnologia viene
vista come il motore del mutamento, una forza autonoma capace di spingere la
societ in una direzione piuttosto che in un altra o addirittura di determinare la
direzione del mutamento. Innis studia l'evoluzione storica della civilt umana
collegandola allo sviluppo successivo delle diverse tecnologie della comunicazione.
Ogni tecnologia porta con se un bias cio una "tendenza" verso una specifica
organizzazione delle forme trasmissive del sapere, che a loro volta condizionano le
strutture politiche ed economiche della societ. Tali tendenze possono favorire una
trasmissione della conoscenza che predilige la dimensione dello spazio o quella del
tempo, per esempio tecnologie come il papiro, sono legate allo spazio: il papiro
leggero, pu essere trasportato con facilit, per contro il papiro delicato e si
deteriora rapidamente: non un mezzo adatto a conservare la conoscenza per lunghi
periodi di tempo. Altri mezzi invece, come l'argilla o la pergamena, sono tecnologie
durevoli, meno adatte al trasporto; a livello di "tendenza" spingono verso la
conservazione della tradizione e la chiusura sociale.
- fonti di primo livello, dette anche ufficiali o primarie: comprendono figure della
Pubblica Amministrazione, della Magistratura, del Governo, dell'Universit; in questo
tipo rientrano anche i prodotti finiti, quali i Verbali delle Sedute Parlamentari, di un
Consiglio di Amministrazione, gli Atti Processuali. Queste fonti godono maggiore
credibilit, trasparenza.
- Le fonti di secondo livello sono quelle fonti dove danno voce all'uomo della strada
che ha visto o partecipato a un evento.
- Le fonti dirette sono quelle che forniscono alla redazione il materiale grezzo in
diverso formato, dal quale una volta "plasmato" dal giornalista, emerger il pezzo
giornalistico.
- Le fonti indirette, producono in varia forma un prodotto gi confezionato, con un
taglio e una linea ben marcat. Sono fonti indirette le agenzie di stampa, cio imprese
pubbliche o private che raccolgono, elaborano e distribuiscono quotidianamente, a
pagamento, sia informazioni generali e settoriali, sia informazioni specializzate. La pi
nota agenzia di stampa in Italia e l'Ansa. A seconda dell'area di copertura, le agenzie
di stampa si dividono in agenzie mondiali, internazionali e nazionali.
Oltre al mantenimento del rapporto con le fonti, la fase di raccolta dei fatti prevede
altre attivit per la redazione; fra queste si ricorda il "giro", ovvero un recall
continuativi ai centri nevralgici di ogni realt urbana significativa, quali la questura e
l'ospedale, per verificare in tempo reale ci che accade. Ogni giorno in una redazione
si raccolgono migliaia di storie, di cui non pi del 20 % trova spazio nel prodotto che
raggiunge visibilit pubblica. proprio in questa fase che ha luogo l'operazione di
filtraggio compiuta dalla comunit di giornalisti, orientata dai cosiddetti "criteri notizia"
o "valori notizia". I valori-notizia sono riferimenti imprescindibili che determinano le
scelte di un quotidiano nella selezione e nella pubblicazione delle informazioni. Una
redazione, in base ai valori notizia, prediliger notizie riguardanti eventi recenti,
semplici da comunicare e chiari; comprensibili dal punto di vista simbolico per un
determinata collettivit; capaci di incidere sugli interessi del paese.
Le notizie si possono classificare anche in base al loro grado di prevedibilit, come
segue:
1) notizie imprevedibili, sono quelle che emergono dalla cronaca quotidiana e non si
possono conoscere in anticipo.
2) notizie create dal giornale, sono quelle elaborate per garantire uno sviluppo
giornalistico alle notizie del giorno o dei giorni precedenti, con commenti, inchieste, e
approfondimenti.
3) notizie previste, sono quelle relative a eventi il cui svolgimento previsto nel
calendario (sport, appuntamenti politici, riunioni, spettacoli) e di cui si commenta il
contenuto.
4) notizie irregolari, notizie prevedibili sono quelle che vengono fornite a cadenza
irregolare e in sezioni specifiche (un festival del cinema o una grande manifestazione).
codici e degli stili pubblicitari. Fino agli anni '70 la pubblicit televisiva era apparsa
"ingessata" nei toni e nei contenuti, rispetto alla pubblicit nella carta stampata. La
disponibilit di un unico contenitore pubblicitario (Carosello) e il rigido controllo
politico aveva atrofizzato lo stile comunicativo della pubblicit televisiva. Al contrario
la pubblicit nella carta stampate appariva pi aggressiva nei toni e nello stile,
rivelandosi pi in sintonia con il clima di trasformazioni sociali che stava attraversando
il paese. A partire dagli anni'80 il rigido controllo della pubblicit televisiva and
scemando e ci contribu a rendere la pubblicit televisiva sempre pi competitiva.
Negli anni '90 l'affollamento pubblicitario aument notevolmente, e al tempo stesso la
televisione divenne un mezzo inadeguato a offrire contenuti soddisfacenti per alcune
fasce di pubblico. Una delle strategie per avvicinarsi ai gusti dei consumatori quella
di sviluppare messaggi per altri media, come per esempio le pagine web. In questo
caso, la comunicazione pubblicitaria assume un carattere fortemente interattivo, in
quanto il pubblico viene invitato non solo a fruire passivamente di un messaggio
promozionale, ma anche a visitare direttamente il sito web di un'azienda o di un
prodotto. Gli investimenti economici per la pubblicit sulla rete Internet sono stati
finora bassi e poco produttivi, l'esempio pi lampante di un cattivo e scorretto uso
delle potenzialit della rete internet ai fini pubblicitari quello dello spamming, ossia
l'invio indesiderato di e-mail che promuovono prodotti o invitano a visitare siti web.
Oggi le forme pubblicitarie sono molteplici e vivono in continua evoluzione; si pensi
alle cosiddette telepromozioni, ai break durante le trasmissioni. Lo spot divenuto
uno spazio breve entro il quale inserire una molteplicit di informazioni, da comunicare
con ritmo e velocit.
La pubblicit, non solo quella televisiva, propone ormai "stili di vita" pi che prodotti.
Inoltre oggi la pubblicit commerciale viene affiancata dalla cosiddetta comunicazione
o pubblicit sociale, atta a promuovere iniziative di beneficenza o programmi di
ricerca contro malattie. Questi messaggi fanno spesso ricorso a testimonial, ossia a
personaggi famosi che prestano la propria immagine per promuovere le campagne
pubblicitarie.La pubblicit ha assunto un peso enorme nella vita quotidiana di milioni
di persone. Nata come strumento prettamente informativo e promozionale, ha finito
per svolgere una "missione terapeutica", divenendo uno dei meccanismi portanti del
carattere consumistico della nostra societ.Una forma di pubblicit particolare la
cosiddetta "pubblicit sublimale" ideata da Vicary, cio determinate immagini
proiettate tramite un tachistoscopio, durante i film. Il tachistoscopio, permetteva di
ridurre la permanenza di queste immagini a tempi brevissimi, meno di un millesimo di
secondo e quindi ben al di sotto della soglia di percezione conscia ( da qui la parola
sub-limen, ovvero "al di sotto della soglia").Le immagini proiettate dal tachistiscopio
presentavano scritte come "mangia pop corn" e "bevi coca cola". Questo tipo di
pubblicit proibita da parte delle emittenti radiotelevisive ( legge n. 223 del 6
agosto 1990), in quanto i messaggi non hanno alcuna efficacia. In particolare nei
messaggi nascosti dentro brani musicali, nei film, tra le pagine delle riviste, (es.
ascoltando al contrario alcuni frammenti di alcune canzoni rock possibile con una
buona immaginazione udire dei suoni che ricordano determinate parole come "satana"
o "droga"), con il rischio di dare ordini precisi e vincolanti ad un pubblico consapevole
e indifeso).
- Auditel la societ super partes che si occupa della misurazione degli ascolti
televisivi in Italia a livello nazionale e regionale, ispirandosi a principi di trasparenza e
imparzialit. Auditel una ricerca di mercato interessata a valutare la fruizione del
mezzo televisivo in Italia. Fondamentalmente sono 4 gli obbiettivi di questa ricerca,
tutti legati a interessi economici:
pianificazione degli investimenti pubblicitari e la valutazione della loro efficacia;
la rilevazione dei comportamenti del pubblico e dei cambi di "diete" (cio l'insieme dei
programmi seguiti):
l'analisi della composizione della platea televisiva, in modo tale da assecondare i gusti
e le mode visive;
la valutazione delle performance dei programmi, in termini di quantit di pubblico che
sono stato capaci di attrarre. E' importante ricordare che Auditel non misura n la
qualit di un programma n il gradimento dello stesso da parte del pubblico, n le
motivazioni che possono spingere un utente alla visione di un evento editoriale. La sua
istituzione risale al 1896, con l'introduzione del meter. Il meter una piccola
scatoletta nera, collegata agli apparecchi televisivi, che registra minuto per minuto i
cambiamenti di status di tutti i televisori delle famiglie coinvolte nella rilevazione, cio
lo stato di accensione e di spegnimento, il canale sintonizzato e i cambiamenti di
canale. Il meter, dopo aver raccolto tutte le informazioni di una giornata, le invia
attraverso un modem al computer centrale, tra le 2 e le 5 del mattino. Il computer
centrale valida i dati, li pesa secondo tecniche statistiche e li generalizza all'universo
rappresentato dal campione. Dopo questa fase di controllo, i dati vengono incrociati
con i palinsesti delle singole emittenti e intorno alle ore 10 di ogni giorno sono
disponibili on-line. Le misure principali fornite da Auditel sono: contatti netti, contatti
lordi, share, penetrazione (rating), minuti visti, permanenza (verificare bene il
significato sul libro, all'esame chiedono soprattutto lo Share). - Audipress la pi
importante ricerca campionaria sulla fruizione della carta stampata in Italia e prevede
due indagini distinte, una per i quotidiani e una per i periodici. Si tratta di indagini
campionarie sulla popolazione adulta italiana, atte a stimare il numero e le
caratteristiche sociodemografiche dei lettori delle testate quotidiane e periodiche. Il
numero degli intervistati stratificato e statisticamente rappresentativo della
popolazione italiana residente all'interno del territorio nazionale. Ai soggetti selezionati
vengono somministrati dei questionari che rilevano le singole letture, o meglio gli atti
di lettura di singole testate quotidiane e periodiche. Le rilevazioni vengono fatte 2
volte all'anno, in primavera e in autunno, utilizzando due campioni distinti e due
questionari diversi. Le indagini Audipress prevedono per i quotidiani le seguenti
definizioni di lettori: lettori totali, lettori giorno medio, lettori per classi di frequenza,
lettori per frequenza dettagliata, lettori di quotidiani: nel complesso/ultimi 3
mesi/ultimi 30 giorni/ultimi 7 giorni/giorno medio, lettori ultima domenica/ultimo
sabato/ultimo venerd etc., lettori ultimi 30 giorni/lettori ultimi 7 giorni.
- Audiradio un indagine campionaria unitaria sull'ascolto delle emittenti radiofoniche
pubbliche e private, nazionali e locali. L'indagine prevede un unico questionario
articolato in tre grandi aree, che corrispondono ai tre obbiettivi principali: l'ascolto nei
sette giorni, l'ascolto nel giorno medio, il profilo dell'ascoltatore.
- Audiweb una ricerca che si pone l'obbiettivo di fornire informazioni riguardo i siti
internet che aderiscono alla ricerca, secondo parametri omogenei e concordati. La
fruizione del mezzo analizzata attraverso due indagini diverse:
la prima, censuria, detta "validazione delle misurazioni", misura in termini assoluti il
totale delle pagine aperte rilevate sul sito di ogni singolo editore;
la seconda, campionaria, permette di conoscere le caratteristiche del pubbliconavigatore effettivo.
In tal modo Audiweb rileva l'utilizzo complessivo di internet, ma pubblica dati che si
ritengono statisticamente rilevanti, ovvero quelli dei siti che hanno raggiunto lo 0,8%
sul totale della navigazione.
Le definizioni pi importanti sono: Reach % active, Unique audience, Page view, Page
per month, Duration of a page viewed, Average pages viewed per session, Time spent
during session.
7. Gli effetti dei media
7.1 Media forti o media deboli?
La posizione degli apocalittici quella di chi attribuisce ai mezzi di comunicazione di
massa il potere di manipolare la mente delle persone e di sostituirsi alla cultura vera e
propria. Gli apocalittici si appellano a eventi eclatanti come l'episodio radiofonico della
Guerra dei due mondi, o ai miti come quello della pubblicit sublimale per denunciare
l'azione nefasta dei media sul tessuto sociale, sulla democrazia e sulle facolt di
pensiero autonomo individuale. Gli integrati, al contrario, sono coloro che celebrano
entusiasticamente l'utilit sociale dei media e i loro meriti nell'informare, educare e
intrattenere i cittadini. Un simile entusiasmo finisce per per negare qualsiasi
responsabilit a carico dei media o almeno a carico di chi li gestisce. Se vero che non
mai stato dimostrato un potere manipolatorio diretto dei media sulle persone,
anche vero che dopo pi di 60 anni di ricerche empiriche, possiamo affermare che il
problema degli effetti dei mass media esiste, anche se non pu essere declinato nei
termini ingenui con cui lo si pensava un tempo. Delle "cinque W"del modello di
Lasswell il tema degli effetti stato quello forse pi frequentemente affrontato dalla
ricerca scientifica. L'alternanza tra le posizioni degli apocalittici e degli integrati ha
prodotto un'analoga alternanza nel livello di potere attribuito ai media, considerati per
gli uni, come portatori di effetti "potenti", per gli altri come portatori di effetti "deboli"
o "limitati". Oggi il primo interesse degli studiosi di comunicazioni di massa, non pi
misurare la capacit di influenza o manipolazione dei media sui comportamenti
individuali nel breve periodo, in quanto si appurato che tale capacit
effettivamente limitata.
La ricerca si muove invece in direzione degli effetti su scala collettiva e nel mediolungo termine.
Pi che i comportamenti delle singole persone, a subire gli effetti dei media sono i
valori, le ideologie, la morale, il patrimonio di senso comune dell'intera societ. Tali
effetti si producono nell'arco di molti anni di fruizione costante del sistema mediale
nel suo complesso e non nelle ore o nei giorni successivi a singole esposizioni mediali.
- Gli effetti a breve termine sono quelli che si manifestano immediatamente (o quasi)
dopo l'esposizione, (esempio la notizia di uno sciopero dei trasporti, che produce come
effetto nello spettatore l'annullamento di un importante viaggio di affari programmato
per quel giorno).
- Gli effetti a medio termine sono quelli cercati per esempio dalle campagne elettorali,
che cominciano a informare molti mesi prima del momento in cui si vuole che l'effetto
si manifesti ( il voto a favore di un certo partito o candidato).
- Gli effetti a lungo termine si manifestano dopo diversi anni di esposizione ai media e
coinvolgono, variabili speso difficili da misurare come valori morali, comportamentali o
gli schemi cognitivi.
7.2 I differenziali di conoscenza
Il modello dei differenziali ( o scarti) di conoscenza (knowledge gap in originale)
stato fra i primi in ordine di tempo ad attribuire nuovamente ai media effetti potenti,
misurati sul lungo periodo. Secondo questo modello, la sempre diffusione dei media
accentua le disuguaglianze tra gruppi sociali poveri e gruppi sociali ricchi di
informazione. I motivi per cui i divari di conoscenza crescono invece di diminuire
vanno ricercati in diversi fattori, tra i quali possono essere elencati:
- la motivazione ad acquisire nuove informazioni
- la capacit di elaborare in modo utile le informazioni che si ricevono
- l'accesso a tecnologie che garantiscono "rifornimenti supplementari" di risorse
informative
Tutti questi fattori si presentano in misura maggiore proprio tra chi ha gi accesso a
notevoli quantit di informazioni, innescando un processo di feedback positivo e un
accrescimento ulteriore delle conoscenze.
considera in modo particolare la fiction ( film, telefilm, soap opera, sit-com), in quanto
propone un mondo fatto di ruoli stereotipati , ma anche di emozioni, comportamenti,
situazioni, rapporti interpersonali di un certo tipo. Questi vengono "coltivati" negli
spettatori, che finiscono per credere di vivere nella realt proposta dalla televisione,
applicando nella loro vita quotidiana quegli stessi modelli. Le ricerche empiriche
guidate dalla teoria della coltivazione si sono dedicate in particolare a verificare gli
effetti della violenza presentata sullo schermo. I risultati: chi guarda molta televisione
sembra mostrare una percezione della diffusione della violenza, riconducibile alla
quantit di violenza rappresentata nella fiction del mezzo televisivo (dove abbondano
omicidi, sparatorie, rapine etc.). La teoria della coltivazione televisiva ha il merito di
spostare l'attenzione dagli effetti di singoli programmi mediali, all'azione complessiva
dei media come agenti di socializzazione e costruttori di realt a lungo termine. Il suo
limite maggiore tuttavia la prospettiva quantitativa entro cui si muove: la
correlazione tra numero di ore di esposizione ai media e presenza di determinate
visioni del mondo, non basta a definire le visioni come variabile dipendente delle ore
di esposizione ai media; inoltre, ricerche condotte al di fuori degli Stati Uniti hanno
rilevato effetti di "coltivazione" meno eclatanti di quelli registrati da Gerbner.
7.5 L'agenda setting
Con la parola "agenda" si intende semplicemente l'elenco degli argomenti degni di
ricevere attenzione. L'effetto di agenda setting consiste nel fatto che l'agenda dei
media, finisce, dopo un certo periodo di tempo, per riflettersi fedelmente nell'agenda
del pubblico. Per i cittadini delle societ occidentali, in altre parole, una quota
crescente di patrimonio cognitivo non proviene pi da esperienze condotte in prima
persona, bens dalle rappresentazioni offerte dai mezzi di comunicazione di massa. Di
fronte a questa forma di dipendenza cognitiva (comprensione di se e del contesto
sociale) dai media, le persone tendono a prestare la loro attenzione principalmente a
quei temi che vengono trattati dai mezzi di comunicazione, escludendo quelli che
invece vengono ignorati. L'effetto dell'agenda setting si attua su due punti:
- i media dicono alla gente quali sono i temi, gli argomenti, i problemi veramente
importanti e di cui bisogna occuparsi.
- i media impongono un ordine di priorit che rispecchia il grado di importanza assunto
da ogni tema sia con la sua collocazione, sia con il tempo o lo spazio ad esso dedicato,
sia con la costanza con cui viene trattato in un certo arco di tempo.
Per fare un esempio, l'ipotesi di agenda setting stabilisce che, se per un certo periodo
di tempo i media dedicano tempo e spazio al problema degli incidenti sulle strade, tale
problema diventer importante nella percezione del pubblico indipendentemente dal
fatto che esso si sia effettivamente aggravato rispetto al passato, ma soprattutto
indipendentemente dalle soluzioni che persone e pubblici diversi potranno dare
rispetto a tale problema. Gli incidenti sulle strade entreranno a far parte dei nostri
discorsi e delle nostre riflessioni.
Negli ultimi anni del 900 accanto ai media tradizionali quali radio, televisione e
stampa, si sono aggiunti nuovi strumenti di comunicazione che vengono definiti nuovi
media. Si pongono due quesiti, innanzitutto che cosa s'intende con questo termine e
poi la loro estensione e cio quali tra i media che conosciamo si possono definire nuovi
media. Nella realt alcune caratteristiche attribuite ai nuovi media esistono gi da
tempo per es. la facilit di contatto con tutto il pianeta, caratteristica attribuita alla
posta elettronica, era possibile gi anche con il telefono. Le principali caratteristiche
dei nuovi media sono:
La digitalizzazione: (digitale e sinonimo di numerico), digitalizzare un'informazione
vuol dire rappresentarla attraverso una sequenza di cifre(in informatica si parla di cifre
binarie ovvero bit). Dopo essere stata digitalizzata l'informazione pu essere elaborata
in molti modi basta pensare alla rapidit con cui si pu aggiungere o eliminare una
frase da un testo scritto su computer rispetto ad un testo dattiloscritto. L'informazione
digitale facilmente trasportabile ( si pensi ai CD-Rom).
La multimedialit: e cio l'articolazione del contenuto attraverso diversi canali: suoni,
grafici, immagini, testi scritti. Multimediali sono anche la televisione e il cinema, il
multimedia di oggi si distingue per una integrazione pi spinta tra i diversi codici,
l'autore di un testo multimediale libero di utilizzare qualsiasi modalit espressiva
senza i limiti dei media tradizionali x es. in una rivista industriale non possibile
inserire brani musicali).
L'interattivit: il concetto sociologico d'interazione definito da Gallino (1993) dice:
relazione tra due o pi soggetti individuali o collettivi nel corso della quale ciascun
soggetto modifica reiteratamente ( in maniera ripetuta) il suo comportamento in vista
del comportamento dell'altro. Si tratta questo di un concetto ambiguo se riferito ai
media, da questo punto di vista si definisce interattivit : la misura della potenziale
capacit di un medium di lasciare che l'utente eserciti un'influenza sul contento o la
forma della comunicazione mediata.
Si possono distinguere 3 livelli d'interattivit:
1-Al primo livello quando l'utente si limita ad esercitare la possibilit di scegliere che
informazioni ricevere(es il televideo)
2- Al secondo livello il medium prevede un canale di ritorno per ricevere informazioni
da parte dell'utente. E' il caso di WWW
3- Ad un livello pi alto lo stesso utente che produce informazioni che vengono fatte
circolare, e il caso delle e-mail.
Un caso a parte quando la comunicazione viene elaborata da un macchina(in questo
caso semplicemente si fornisce un imput a un algoritmo privo di consapevolezza.
L'ipertestualit : Per ipertesto si intende un insieme d'informazioni collegate tra loro in
modo non lineare attraverso rimandi logici. L'inventore dell'ipertesto Ted Nelson che
lo definisce nel 1965 come un testo che non pu essere stampato su di una pagina
convenzionale. Il www il miglior esempio di ipertesto.
Il concetto di ciberspazio : (rete in quanto luogo) Grazie all'uso delle reti telematiche
possibile conoscere persone nuove. L'uso del termine ciberspazio sottolinea
l'evoluzione delle reti in senso sociale cio non sono solo destinate a funzioni di calcolo
ma anche come strumenti di comunicazione.
I nuovi media non sostituiscono quelli tradizionali, ma semplicemente li affiancano.
2 -LA STORIA DI INTERNET
La storia di Internet ha radici nel secondo dopoguerra gli Stati Uniti investirono su
progetti di ricerca vari, la prima rete telematica fu conosciuta come Arpanet. Una delle
principali caratteristiche di Arpanet la ridondanza: grazie ad una nuova tecnologia
dei dati chiamata commutazione pacchetto, due punti qualsiasi della rete potevano
comunicare tra di loro attraverso percorsi diversi. Un'altra caratteristica l'architettura
policefala senza cio un unico nodo centrale incaricato di smistare i dato tra gli altri
nodi, e infine la capacit di collegare standard informatici diversi. Nella prima met
degli anni 60 si ha il termine di Internet definito come l'insieme complesso di computer
e reti, diffusi su scala mondiale, collegate tra loro attraverso canali trasmessivi diversi
e unite da un gruppo di protocolli chiamato Tcp/Ip. Nel 1971 si sviluppa il primo
sistema di posta elettronica facendo cos il primo passo per collegare tra loro non solo
macchine ma anche le persona. Dopo Arpanet nel 1986 si sviluppa Nsfnet che si
diffonde negli ambienti universitari, ma la svolta decisiva si ha nel 1991 con Nsf che
toglie ogni restrizione nell'uso commerciale della rete e prendono l'avvio progetti per
rendere pi trasparenti le comunicazioni tra network diversi. E' infatti grazie
all'uniformarsi degli standard di comunicazione che rende decisivo l'affermarsi di
Internet che come dice la Legge di Metcalfe cresce esponenzialmente con il quadrato
dei suoi nodi, infatti una rete di comunicazione tanto pi utile quanto pi alto il
numero dei nodi che riesce a collegare. Sempre nel 1991 nasce a Ginevra il World wide
web (ragnatela grande quanto il mondo), il web stato creato per condividere dati e
risultati tra gli scienziati ma la sua semplicit d'uso ne ha fatto uno strumento
utilizzabile da chiunque. Nel 1999 la societ Fiscali offre la connessione gratuita e cos
l'uso di Internet entra nelle famiglie, un'altra tappa importante l'Adsl e la
connessione in fibra ottica. Si tratta di modalit di connessione a larga banda che
permettono di collegare un computer in ogni momento ad un costo fisso.
In conclusione nella storia di Internet possiamo distinguere 3 successivi passaggi: da
rete ristretta a pochi centri di consulenza del dipartimento americano a una struttura
pubblica che comprende universit e centri di ricerca a uno strumento di
comunicazione , informazione e intrattenimento.
3 -TEORIE SOCIOPSICOLOGICHE DELLA COMUNICAZIONE MEDIATA DAL COMPUTER
La comunicazione mediata dal compiuter(cmc) si colloca sia sulla comunicazione
interpersonale sia su quella dei mass media, si molto discusso sul fatto che i mass
media indebolissero i rapporti interpersonali ma se si supera questa contrapposizione
si pu anche affermare che grazie al computer possibile comunicare con un vecchio
amico (one-to-one), si pu comunicare in forma centralizzata con un sito web(one-tomany) oppure si pu partecipare a forme di comunicazione collettive(many-to-many).
Prima generazione: Cmc socialmente povera
La prima ricerca sulla cmc si sviluppata in ambito della psicologia sociale all'inizio
degli anni 80, l'obbiettivo era quello di definire l'impatto della cmc in ambito
organizzativo e le strategie per aumentare le reti di comunicazione all'interno delle
aziende. Sono stati posti una serie di interrogativi alle quali la Rsc (Reduced social
cues) risponde assumendo due caratteristiche fondamentali: 1- una scarsit di
informazioni relative al contesto sociale in cui la comunicazione avviene; 2 - una
scarsit di norme comunemente accettate in grado di orientare lo sviluppo della
comunicazione. In base a questo approccio la comunicazione dunque povera, a ci si
aggiungono una serie di effetti sulle direzioni di sviluppo degli scambi comunicativi. A
livello organizzativo la comunicazione sembra avere due effetti : da una parte livella le
differenze di status, dall'altra parte crea una condizione di de-individuazione che
sottrae dai vincoli normativi ma che rende l'ambiente meno efficace in termini di
capacit decisionali. Da un filone di ricerca stata riscontrata una limitazione della
larghezza di banda (cio della quantit d'informazioni veicolate nell'unit di tempo:
nella cmc ci che viene trasmesso si limita al contenuto del testo digitato e quindi
risulta essere efficace quando si tratta di trasmettere informazioni precise per es.
ordini o direttive, ma risulta essere povera se si considerano gli aspetti sociali delle
relazioni tra gli interlocutori. Quindi ci che manca alla cmc la capacit di
trasmettere gli indicatori sociali ( dietro un pc siamo tutti uguali e anche un rimprovero
ricevuto via e-mail dal proprio capo emana meno autorevolezza di quello fatto di
persona. L'approccio della Reduced social cues quello di rilavare gli effetti della cmc:
per quanto riguarda quelli positivi, la mancata espressione di indici di disparit sociale
permette di livellare le relazioni di status e quindi la presenza di soggetti che
normalmente in una comunicazione faccia a faccia sarebbero emarginati; dall'altra
parte il processo di deindividuazione e l'anonimato degli interlocutori fanno della cmc
un ambiente incline al litigio e a comportamenti anti-sociali.
Seconda generazione: Cmc socialmente ricca
L'approccio della Rsc presenta un modello articolato e complesso ricco di
contraddizioni ( per es. da una parte dice che la cmc poco adatta a veicolare
contenuti sociali, dall'altra dice che l'utilizzo della posta avviene per comunicazioni
non inerenti al lavoro). Il ragionamento della rsc rivela una prospettiva deterministica
in base alla quale la cmc introduce un progressivo impoverimento della dimensione
sociale rispetto alla comunicazione faccia a faccia. E' stato per questo motivo criticato
e sono stati proposti modelli alternativi che hanno messo in luce degli aspetti poco
considerati dalla della cmc: 1)-Innanzitutto sono stati criticati gli esperimenti di
laboratorio per valutare il livello di socialit in una comunicazione via computer, ai
soggetti veniva dato un certo numero di minuti per raggiungere l'obbiettivo. Le
dinamiche di iterazione via computer venivano poi comparati con quelle tradizionali
faccia a faccia senza prendere in considerazione il fatto che la cmc comunque pi
lenta. 2)- coloro che partecipano agli esperimenti sono persone che hanno motivazioni
limitate ( tra sconosciuti che sanno di avere a che fare gli uni con gli altri solo per
quell'occasione normale che la motivazione sia pi bassa).
Questi nuovi modelli psicologici della comunicazione in rete hanno messo in evidenza
l'importanza del contesto sociale in cui la comunicazione si svolge. All'inizio la cmc
avveniva nei luoghi di lavoro e quindi risultava essere pi fredda e impersonale, ma a
partire dagli anni '90 la tecnologia telematica si diffusa anche nelle case private e
internet diventa alla portata di tutti. Cos l'interesse degli studi si sposta dagli effetti e
dall'efficacia della cmc comparati a quelle di altri mezzi ci comunicazione, agli
ambienti sociali costruiti e rappresentati solo all'interno della rete (comunit virtuali).
Terza generazione: Cmc come dimensione quotidiana
Gli anni 8 si possono considerare come prima generazione e cio il periodo in cui la
cmc viene studiata dai psicologi per rilevare i suoi effetti selle persone; gli anni 90
sono la seconda generazione e cio gli anni in cui gli antropologi e gli etnografi
tentano di capire la cultura sviluppata tra i gruppi ondine; il nuovo secolo la terza
generazione in cui i sociologi si occupa di valutare i cambiamenti sulla societ che
accompagnano l'introduzione della cmc nella vita quotidiana di ogni cittadino nel
mondo occidentale. Alcuni punti generali marcano il passaggio verso la terza
generazione :
LA SOCIETA'
percezione di una differenza non esiste se non attraverso il punto di vista di chi la
percepisce.