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ITALIA MERIDIONALE
Gli storici greci iniziano a scrivere dell'Italia (meridionale) solo nel V sec. a. C.
[soprattutto dalla met del IV sec. a. C., di fronte all'emergere della potenza romana, si sviluppa l'interesse
della storiografia greca: ci si preoccupa quindi di organizzare le informazioni disponibili]
ITALIA CENTRALE
tra VIII e V sec. a. C. > grande espansione delle popolazioni dell'Appennino centro-meridionale
i Sabini si intromettono nella Roma dei Latini
Equi, Ernici e Volsci (gruppi etnici di lingua non latina) occupano il Lazio
[movimento che ha il suo apice nel V sec. con l'espansionismo dei Sanniti]
Etruschi
L'origine etnica degli Etruschi si colloca tra l'VIII e il VII sec. a. C. come punto d'incontro tra due processi:
evoluzione della struttura interna della societ e delle economie locali
influenze esterne (soprattutto i rapporti con la Magna Grecia)
La civilt etrusca sembra essersi sviluppata autonomamente nella regione tra l'Arno e il Tevere grazie
anche all'apporto di gruppi etnici extra-italici
Non ci fu mai uno stato unitario: citt indipendenti governate da sovrani (sostituiti poi da magistrati eletti
annualmente).
La lega delle 12 citt principali aveva scopi essenzialmente religiosi.
societ dal carattere profondamente aristocratico
(il governo era nelle mani di un gruppo ristretto di proprietari terrieri e di ricchi commercianti)
Importante l'alleanza con Cartagine gi prima della met del VI sec. a. C.
L'espansionismo degli Etruschi sub varie battute d'arresto:
battaglia navale con i Focei (530 a. C.)
sconfitta a Cuma contro i Greci di Siracusa (474 a. C. )
conquista romana di Veio (396 a. C.)
conquista dei possedimenti in val padana da parte dei Celti
Roma
A partire dall'VIII sec. a. C. si manifesta l'influenza greca e orientale su Roma e sul Lazio.
Le scoperte archeologiche ne hanno accertato la precocit e l'importanza.
Tale influenza diretta, senza un ruolo significativo di mediazione da parte degli Etruschi.
In et monarchica, importanti rotte commerciali univano il Lazio alla Grecia e al Vicino Oriente.
FONTI LETTERARIE
Opere che risalgono ad epoche molto posteriori agli eventi narrati.
Molto spazio hanno in esse hanno elementi leggendari
fine del VII sec. a. C. > compare a Roma la scrittura senza per determinare cambiamenti
fondamentali
periodo regio e prima et repubblicana > la tradizione orale gioca un ruolo di rilievo nella
trasmissione dei ricordi storici
Le prime narrazioni storiografiche complete su Roma arcaica si collocano nel I sec. a. C.:
FONDAZIONE DI ROMA
Nel racconto tradizionale si sono verosimilmente fuse due versioni di diverso tipo:
greca > la fondazione viene ricollegata alla leggenda di Enea
indigena > leggenda di Romolo e Remo
Ci sono comunque elementi sicuramente storici:
compresenza di popolazioni diverse (Latini e Sabini) all'origine della storia di Roma
fase di predominio etrusco nel periodo finale della monarchia
La nascita di Roma il risultato di un processo formativo lento e graduale si pu presupporre una sorta di
federazione di comunit separate che gi vivevano sparse sui singoli colli.
Il nucleo originario della futura Roma pu essere riscontrato in alcuni villaggi situati sul Palatino.
Roma sorge a ridosso del basso corso del Tevere, al confine tra due aree nettamente diverse etnicamente,
culturalmente e linguisticamente : la zona etrusca e il Lazio antico.
curiae > gruppi religiosi e militari che comprendevano tutti gli abitanti del territorio, eccetto gli
schiavi. Rappresentano il fondamento dei COMITIA CURIATA
> la pi antica assemblea politica cittadina.
Non se ne conoscono le funzioni in et arcaica e non
si sa se fossero organizzate su base territoriale o
gentilizia. In epoca pi tarda hanno funzioni inerenti al
diritto civile. Avevano il compito di votare la lex
Pi avanti (nel periodo coincidente col dominio etrusco) lo Stato romano si organizz secondo criteri pi
precisi:
ogni trib viene divisa in 10 curie
da ogni trib vengono scelti 100 senatori (300 in tutto)
Su questo modello si fond anche l'organizzazione militare: ogni trib doveva fornire un contingente di
cavalleria (100 uomini) e uno di fanteria (1000)
LA MONARCHIA ROMANA
monarchia elettiva > l'assemblea dei rappresentanti delle famiglie pi in vista eleggeva il re
il re era affiancato da un consiglio di anziani (composto dai capi delle famiglie pi nobili e pi
ricche, i patres) > nucleo di quello che diverr poi il senato
Ci sono due testimonianze fondamentali della realt storica di una fase monarchica:
figura del rex sacrorum > sacerdote che aveva il compito di realizzare i riti prima eseguiti dal re
magistratura dell'interrex > subentrava nel caso di indisponibilit di entrambi i consoli
Una limitazione al potere del re era costituita da quello detenuto dai capi delle gentes.
Il re era anche il supremo capo religioso. Era affiancato dai collegi dei sacerdoti
pontefici > depositari e interpreti delle norme giuridiche (prima che si giungesse alla redazione di
leggi scritte)
PATRIZI E PLEBEI
Sull'origine della divisione sociale tra patrizi e plebei regna la massima incertezza.
Una delle ipotesi pi accreditate mette in primo piano il fattore economico:
patrizi > grandi proprietari terrieri
plebei > classi degli artigiani e dei ceti emergenti economicamente ma tenuti in condizione di
inferiorit rispetto alla rappresentanza politica.
comunque probabile che la differenziazione tra patrizi e plebei sia il punto di arrivo di un'evoluzione sociale
complessa.
L'INFLUENZA ETRUSCA
Nel corso del VI sec. a. C., quando era sotto il dominio etrusco, Roma conobbe uno sviluppo notevole.
[Gli Etruschi avevano presto manifestato interesse ad assicurarsi il controllo delle vie di accesso alla
Campania]
Con la fine della monarchia etrusca, si crea una situazione di equilibri incerti nella quale si inserisce bene
la vicenda di Porsenna, re di Chiusi, che a causa dell'intervento di Aristodemo di Cuma e dei Latini non riusc
ad impadronirsi di Roma (se non per brevissimo tempo).
SERVIO TULLIO
Il suo nome strettamente connesso a quello di Mastarna, col quale viene talvolta identificato.
La sua figura avvolta da elementi eroici.
Secondo la tradizione, egli succedette a Tarquinio Prisco senza la legittimazione da parte
dell'interrex > conflitto tra il principio della monarchia elettiva e la propensione al principio
dinastico.
A Servio Tullio sono attribuite due importantissime riforme:
[ pi verosimile che l'organizzazione politico-istituzionale di Roma si sia formata e strutturata nel tempo. Ma
questa prospettiva moderna non quella che stava alla base delle fonti; per esse c' il presupposto
fondamentale dell'esistenza di una STATALITA' romana sin dalle origini. La ricostruzione del passato
istituzionale va letta alla luce degli interessi politici contingenti: questo implica una selezione e un filtro nella
ricostruzione storica: es. la ricostruzione dell'introduzione dell'ordinamento centuriato serviva a introdurre le
diversit tra i cittadini, della fine della parit.]
TARQUINIO IL SUPERBO
Ha i connotati tipici del tiranno greco, che lo rendevano inviso al popolo; la congiura che port alla
sua cacciata fu infatti capeggiata, secondo la tradizione, da Publio Valerio (Publicola = il sostenitore
del popolo)
[il suo nome stato effettivamente riscontrato in un'iscrizione in latino arcaico nel tempio di Mater
Matuta]
LA FAMIGLIA
familia > unit economica, religiosa e politica che presenta i caratteri tipici di una societ pre-statale.
Fine principale di questa struttura era la propria perpetuazione.
peculium > istituto giuridico col quale un dominus (il padre) si impegnava al mantenimento dei filii e
dei servi
manus > potere del marito sulla moglie
adozione > non serviva solo allo scopo di garantirsi una discendenza, ma anche per realizzare
precise scelte patrimoniali, o per concretizzare strategie politiche
Il matrimonio almeno in et arcaica era un'istituzione privata (informale, cos come il divorzio), che
aveva per importanti conseguenze giuridiche.
C'erano forme diverse:
confarreatio > divisione di una focaccia di farro tra i due sposi
mancipatio > sorta di atto di compravendita
usus > ininterrotta convivenza dei coniugi per un anno
AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE
Prima et del ferro > riorganizzazione dell'economia pastorale > passaggio da un regime di
seminomadismo ad uno di regolare trasferimento del bestiame
(processo compiutosi attorno all'VIII sec. a. C.)
Roma nasce in un sito importante, punto d'incontro di vie che andavano in pi direzioni
(dal mare all'interno e lungo la costa)
Per Roma arcaica il soddisfacimento delle necessit alimentari di base rappresentava un serio
problema
Contesto economico caratterizzato dalla compresenza di allevamento e agricoltura
(attivit complementari, in rapporto di interdipendenza)
Lo stato Romano non si trova nelle condizioni di trarre vantaggio dalle sue conquiste a favore dei
consumi alimentari dei cittadini
heredium > la casa e l'orto circostante cui si limitava la prima forma di propriet
(da essa era esclusa la terra arabile e quella a pascolo)
sors > propriet trasmissibile per via ereditaria, o anche lotto assegnato per sorteggio
(a Romolo fatta risalire la prima di queste assegnazioni; in et repubblicana verranno assegnate
terre ai coloni romani)
V-IV sec. a. C. > sostanziale assestamento interno
dal IV sec. a. C. > progressiva modificazione di tale assestamento:
assegnazioni di terreno conquistato
sviluppo delle attivit artigianali e commerciali
Fino a questo momento i dislivelli di capacit economica all'interno del ceto dirigente romano rimangono
modesti.
avvento dei Tarquini > contesto politico del Lazio profondamente condizionato dall'espansionismo
romano
(cominciato con Tullo Ostilio e portato avanti da Anco Marcio)
ponte sull'isola Tiberina > costruzione che suggella il controllo di Roma sul fiume e il suo possesso
delle saline che si trovavano nei pressi delle coste
primo trattato tra Roma e Cartagine (509 a. C.)
Polibio (II sec. a. C.) sostiene di averlo visto nell'archivio pubblico di Roma dove era conservato.
Si deduce la rilevanza della crescita della potenza romana e il suo ruolo di prevalenza nel Lazio
arcaico ( = contesto di indubbia omogeneit culturale)
510 a. C. > una rivolta guidata da aristocratici porta alla caduta della monarchia
509 a. C. > i poteri del re passano ai consoli (magistrati eletti dal popolo)
I FASTI
Liste dei magistrati eponimi della Repubblica.
Ci sono giunti attraverso la tradizione letteraria e la documentazione epigrafica.
Fasti Capitolini
Riflettono la cd. cronologia varroniana la quale presenta alcune sfasature rispetto ad altre per
quanto riguarda i secoli V e IV a. C.
Sussistono dei dubbi per quanto riguarda l'attendibilit delle liste dei magistrati almeno per la fase pi
antica:
incongruenze tra le diverse versioni dei Fasti
inserimento di alcuni anni di anarchia in cui non vennero eletti magistrati o nei quali la funzione
eponima fu assolta da un dittatore
la comparsa, nella prima met del V sec. a. C., di consoli eponimi con nome di gentes plebee
Alla cacciata di Tarquinio il Superbo potrebbe essere succeduto un breve ma confuso periodo in cui
Roma fu in balia di re e condottieri
(Porsenna, Mastarna, i fratelli Vibenna)
I Latini, alleati con Aristodemo di Cuma, presso Aricia, sconfiggono Arrunte (figlio di Porsenna):
l'influenza politica degli Etruschi sul Lazio subisce un duro colpo, ed probabilmente per questo che
Roma riusc a dare sviluppo alle nuove istituzioni repubblicane.
510 a. C. > il tiranno Ippia, della famiglia dei Pisitratidi, fu cacciato da Atene
470 450 a. C. > la documentazione archeologica dimostra un'interruzione dei contatti culturali tra
Roma e l'Etruria: alcuni studiosi sposterebbero per questo pi avanti la nascita della Repubblica
cronologia assoluta. Nel 304 a. C., il console Gneo Flavio inaugura il tempio della Concordia
datandolo 204 anni dopo la consacrazione del tempio Capitolino.
L'edificio della Regia nel Foro Romano, verso la fine del VI sec. a. C., presenta una pianta tipica di
un edificio templare non di una residenza reale: quindi in questo periodo che diventa la sede del
rex sacrorum (sacerdote di nuova istituzione, che non poteva rivestire cariche politiche).
I SUPREMI MAGISTRATI
La tradizione afferma concordemente che i poteri del re passarono immediatamente e in blocco a due
CONSULES.
[Livio afferma che questi inizialmente si chiamavano praetores]
Molti studiosi ritengono per che i poteri del re siano stati inizialmente trasferiti a un solo magistrato
(eventualmente affiancato da assistenti) e che l'istituzione del consolato risalga all'indomani del Decemvirato
(451-450 a. C.) o addirittura delle Leggi Licinie-Sestie (367 a. C.)
Ai consoli spettava:
il comando dell'esercito
LE ALTRE MAGISTRATURE
QUESTORI
Risalgono al periodo regio o al primo anno della Repubblica
( probabile che inizialmente fossero designati dal console)
Originariamente erano 2 e assistevano i consoli nella sfera delle attivit finanziarie.
quaestores parricidii > incaricati di istituire i processi per i delitti di sangue che coinvolgessero
parenti (secondo le leggi delle XII Tavole)
duoviri perduellionis > collegio competente nell'ambito del reato di alto tradimento
CENSORI
A questi nuovi magistrati, secondo la tradizione, nel 443 a. C. fu assegnato il compito (precedentemente dei
consoli) di tenere il censimento.
Venivano eletti ogni 5 anni e la loro carica durava 18 mesi.
Un provvedimento, tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a. C., gli affid anche la redazione delle
liste dei membri del senato. probabilmente da qui che si sviluppa poi una generale supervisione
sulla condotta morale dei cittadini (cura morum).
DITTATURA
Magistratura eccezionale alla quale venivano affidati i supremi poteri della Repubblica in caso di necessit
soprattutto per fronteggiare crisi militari. Il dictator veniva nominato (dictus) dal console o da un pretore, o
da un interrex su istruzione del senato. Inizialmente si chiamava magister populi (populus = popolo in
armi = esercito) ed era affiancato da un magister equitum (da lui scelto e a lui subordinato).
Contro il volere del dittatore non valevano n l'appello al popolo n il veto dei tribuni della plebe.
Durava in carica il tempo necessario, massimo 6 mesi.
flamini > rappresentavano la personificazione terrena delle divinit stesse (flamines Dialis, Martialis
e Quirinalis, pi 12 flamini addetti al culto delle divinit minori).
Erano gli unici, insieme al rex sacrorum,che non potevano rivestire contemporaneamente una
magistratura e un sacerdozio.
collegio dei pontefici > competente su tutte le materie su cui non ricadeva la sfera d'azione degli
altri collegi sacerdotali (pi specializzati); controllavano anche la tradizione, l'interpretazione delle
norme giuridiche e il calendario. Si diventava pontifex per cooptazione e a vita.
Il collegio era guidato da un pontifex maximus, la massima autorit religiosa dello Stato.
collegio degli uguri > assistevano i magistrati nel compito di trarre gli auspici e di interpretare la
volont degli dei per dare validit a un atto pubblico.
duoviri sacris faciundis > custodivano i Libri Sibillini (antichissima raccolta di oracoli in greco) e li
consultavano per trovare un rimedio a determinate situazioni es. potevano introdurre un culto
straniero.
aruspici > incaricati di chiarire la volont divina mediante l'esame delle viscere delle vittime
sacrificali.
collegio dei feziali > funzioni rilevanti in politica estera e nell'attivit diplomatica es. dichiarare
guerra, concludere trattati.
IL SENATO
Il consiglio del re, formato dai capi delle famiglie nobili, diviene il perno della nuova Repubblica a guida
patrizia.
Prima i consoli, poi i censori, decidevano la composizione del consiglio attingendo tra ex-magistrati.
auctoritas patrum > il principale strumento istituzionale attraverso il quale il senato agiva nella vita
politica della Repubblica (diritto di sanzione)
COMIZI CURIATI
La pi antica delle assemblee, che perde per progressivamente di significato con l'accrescersi delle
competenze delle altre.
lex curiata de imperio > funzione di conferire ufficialmente il potere ai nuovi magistrati.
(che per col tempo diviene una semplice formalit)
COMIZI CENTURIATI
L'assemblea pi importante in et repubblicana, fondata sulla ripartizione dei cittadini in classi di
censo, e all'interno di queste in centurie.
Le risoluzioni venivano prese a maggioranza delle unit di voto (= delle centurie), fatto che favoriva
l'elemento pi facoltoso e pi anziano della cittadinanza.
Ai comizi centuriati spettava l'elezione dei consoli e dei magistrati superiori.
COMIZI TRIBUTI
Ricordati per la prima volta nel 447 a. C., quando fu loro affidata l'elezione dei questori.
Il popolo votava per trib.
La popolazione rustica (16-17 trib) aveva un peso maggiore rispetto a quella urbana (4).
Eleggevano i magistrati minori e avevano funzione legislativa eccetto per le (poche) materie di
competenza dei comizi centuriati.
Le assemblee popolari non potevano autoconvocarsi n assumere iniziative autonome. Venivano indette dai
magistrati che le presiedevano, i quali stabilivano l'ordine del giorno e sottoponevano al voto le proposte di
legge. L'assemblea poteva accettarle o respingerle, ma non modificarle. Ogni decisione dei comizi diveniva
vincolante solo dopo aver ricevuto la sanzione del senato.
509 287 a. C. > periodo dominato dai contrasti civili che opposero il patriziato e la plebe
IL PROBLEMA ECONOMICO
Crisi del V sec. a. C.
crollo del dominio Etrusco in Campania (474 a. C. > battaglia contro Ierone di Siracusa)
stato quasi permanente di guerra con le popolazioni vicine > razzie e devastazioni
IL PROBLEMA POLITICO
Riguardava fondamentalmente gli strati pi ricchi della plebe quelli che erano meno interessati dalla crisi
economica.
LE STRUTTURE MILITARI
La relazione tra diritti politici e doveri militari ha a Roma un carattere strutturale: l'esercizio dei diritti civici da
parte del singolo direttamente connesso alle sue capacit di difendere lo Stato.
ORDINAMENTO CENTURIATO
Per tutta la prima et repubblicana, le centurie costituiscono anche l'unit di reclutamento
dell'esercito.
Ogni centuria doveva fornire lo stesso numero di reclute per l'esercito (100?): quindi le prime classi
di censo dovevano sopportare il peso pi consistente delle guerre, mentre i capite censi in pratica
privi di ruolo nell'assemblea centuriata erano di regola esentati dal servizio militare (durante tutta la
prima e media et repubblicana)
Il modello di combattimento aristocratico si fonda su una cavalleria di nobili seguiti da una turba di clienti con
armamento leggero. Nel corso del V sec. a. C. si ha un mutamento nella struttura dell'esercito per
influenza del mondo greco attraverso l'intermediazione etrusca:
ORDINAMENTO OPLITICO-FALANGITICO
Nuovo modello tattico secondo il quale fanti con armatura pesante (= opliti) combattono uno di
fianco all'altro in una formazione chiusa (= falange).
Questo ordinamento eclissa progressivamente il modello di combattimento aristocratico:
il nerbo dell'esercito d'ora in poi costituito dalla fanteria pesante (reclutata tra le classi di censo in
grado di sostenere i costi dell'armamento oplitico.
La legione era reclutata su base censitaria, dunque indifferentemente tra patrizi e plebei.
Alla base del contrasto tra i due ordini c' anche, di conseguenza, la progressiva presa di coscienza della
propria importanza da parte della plebe.
Esasperata dalla crisi economica, la plebe ricorre a una sorta di sciopero generale lasciando la citt priva
della forza lavoro e indifesa contro le aggressioni esterne.
Si d subito propri organismi:
EDILI PLEBEI
Assistenti dei tribuni della plebe (ai quali erano sottoposti).
Nella tarda et repubblicana si occupavano di diverse attivit:
- controllo su strade, templi ed edifici pubblici
- sorveglianza sui mercati (dunque approvvigionamento alimentare della citt)
- organizzazione dei giochi
Lo Stato (a guida patrizia) riconosce l'organizzazione interna della plebe, con la sua assemblea e i suoi
rappresentanti.
La plebe ottiene perci un importante risultato politico, ma il problema dei debiti rimane irrisolto.
486 a. C.
Il console Spurio Cassio propone una legge agraria per la ridistribuzione delle terre
(le fonti la presentano come una sorta di anticipazione delle riforme graccane)
La proposta viene vista come un atto demagogico e il console, accusato di aspirare alla tirannide,
viene eliminato.
451 a. C.
Viene nominata una commissione di dieci uomini (patrizi), incaricati di stendere un codice
giuridico in forma scritta.
Di fatto, tale commissione (contro la quale non valeva il diritto di appello al popolo) assume il
controllo completo dello Stato: le magistrature tradizionali vengono sospese.
450 a. C.
Viene eletta una seconda commissione decemvirale in cui secondo alcune fonti fu
rappresentata anche la plebe.
L'opera legislativa viene completata e si giunge alla compilazione delle Leggi delle XII Tavole.
Conosciamo solo parte del contenuto delle Leggi attraverso frammenti di autori posteriori; tali frammenti
riguardano soprattutto la sfera delle relazioni tra gli individui (tra le altre, una disposizione impediva i
matrimoni tra patrizi e plebei*) e tra il cittadino e la comunit: il codice sembra pertanto rappresentare la
volont di regolamentare complessivamente la vita della Repubblica.
449 a. C.
I consoli M. Orazio e L. Valerio fanno approvare le cd. LEGGI VALERIE-ORAZIE:
- si ribadisce l'inviolabilit dei rappresentanti della plebe
- si proibisce la creazione di magistrature contro cui non valesse il diritto di appello
- i plebisciti vengono resi vincolanti per l'intera cittadinanza
(ma molto pi probabile che questa non sia la realt dei fatti: le Leggi Valerie-Orazie sembrano
anticipare alcuni provvedimenti successivi)
445 a. C.
Viene abrogata la norma che impediva i matrimoni misti* attraverso un PLEBISCITO CANULEIO.
(I patrizi si erano sempre opposti all'accesso dei plebei al consolato obiettando che essi non erano titolari del
diritto di prendere gli auspici; il plebiscito di fatto cancella il fondamento di tale obiezione.)
molto pi probabile che in questo periodo i consoli non siano stati sostituiti ma AFFIANCATI nei
loro compiti (sempre pi gravosi) dai tribuni consolari.
Gi dal V sec. il tribunato militare doveva essere accessibile ai plebei;
di fatto, solo nel 400 a. C. si ha il primo tribuno consolare plebeo ( quindi improbabile che
l'introduzione di tale magistratura sia l'esito di una pressione dal basso).
LE LEGGI LICINIE-SESTIE
440 a. C. per rimediare a una grave carestia, un ricco plebeo, Spurio Melio, distribuisce a proprie
spese grandi quantit di grano ai poveri.
Questa misura viene vista come una mossa demagogica per assumere la tirannide, e Melio viene
giustiziato.
387 a. C. il territorio di Veio e Capena (di recente conquista) viene suddiviso e distribuito ai cittadini
> creazione di 4 trib territoriali
Il patrizio Marco Manlio Capitolino propone la riduzione o la totale cancellazione dei debiti e una
nuova legge agraria. I suoi avversari lo accusano di aspirare al regime personale, e un rinsaldato
fronte patrizio-plebeo lo fa liquidare (384 a. C.)
376 a. C. I tribuni della plebe C. Licinio Stolone e L. Sestio Laterano presentano proposte
riguardanti il problema dei debiti, la distribuzione dell'ager publicus e l'accesso dei plebei al
consolato
Fase di anarchia politica > le proposte trovano l'opposizione dei patrizi; i due tribuni vengono rieletti
regolarmente gli anni successivi e impediscono l'elezione dei consoli
342 a. C. > un plebiscito ammette la possibilit di avere entrambi i consoli plebei (Livio)
In realt da quell'anno si ebbe un console patrizio e uno plebeo; forse tale plebiscito sancisce
l'obbligo di eleggerne uno plebeo
(la prima coppia di consoli plebei si avr solo nel 172 a. C.)
Nei decenni successivi alle Leggi Licinie-Sestie, i plebei ebbero progressivamente accesso a tutte le altre
cariche dello Stato:
- 366: gli edili curuli vanno scelti ad anni alterni tra patrizi e plebei
Il diritto di accesso alle magistrature comporta il progressivo ingresso dei plebei al senato
326 a. C. > Lex Poetelia-Papiria de nexis > abolizione della servit per debiti
Inserisce nella lista dei senatori persone abbienti che tuttavia non avevano mai rivestito alcuna
magistratura*
Misura (non chiara) che vuole incidere nella composizione delle trib al fine di favorire i membri della
plebe urbana (che costituiscono la maggioranza dei votanti)*
Costruzione del primo acquedotto
Costruzione della via Appia
* Entrambe le misure vennero respinte a causa dell'opposizione del patriziato, ma Appio Claudio inaugura
una linea politica che verr seguita negli anni successivi:
Il censo dei cittadini (calcolato fino ad allora in base ai terreni e ai capi di bestiame posseduti)
comincia ad essere valutato anche in base al capitale mobile
> anche ai commercianti e agli artigiani della plebe urbana viene riconosciuto il proprio peso
economico, dunque il proprio peso politico all'interno dell'ordinamento centuriato.
LA LEGGE ORTENSIA
Nuova secessione plebea > 287 a. C. > LEX HORTENSIA
I plebisciti diventano vincolanti per tutta la cittadinanza, e vengono equiparati alle leggi votate dai comizi
centuriati e tributi.
I comitia tributa e i concilia plebis tributa sono da questo momento accomunati da un uguale sistema di voto
per trib e da uguali poteri.
LA NOBILITAS PATRIZIO-PLEBEA
nobilitas > nuova aristocrazia che si forma progressivamente includendo le famiglie plebee pi
ricche e influenti
(nobilis = noto, illustre)
Di fatto, l'accesso alle magistrature superiori riservato ai membri di poche famiglie; pochi furono coloro che
raggiunsero i vertici della carriera politica pur non avendo antenati nobili (che avevano cio rivestito loro
stessi quelle cariche) > homines novi
(spesso questi godevano del patronato politico di qualche nobile influente)
La conquista dell'Italia
Alla caduta della monarchia etrusca, Roma controlla un territorio che si estende dal Tevere alla regione
Pontina.
Sui territori strappati ai nemici vennero fondate colonie dove si stabilirono cittadini sia Romani sia Latini.
I Volsci occupano in pochi anni praticamente tutta la parte meridionale del Lazio:
la pianura Pontina e alcune citt latine (Terracina, Anzio, Velletri, Cora e Circei)
Gli Equi conquistano la regione dei monti Prenestini, Tivoli e Preneste, e minacciano Tuscolo.
I Sabini diedero vita sia a pacifiche migrazioni di massa verso Roma (es. quella della gens sabina
dei Claudi) ma anche a diversi attacchi.
* I soldati romani dovettero stare per molti anni lontano dai loro campi, e si dovette far fronte a spese militari
sempre pi elevate:
introduzione dello stipendium > paga per i soldati
introduzione del tributum > tassa straordinaria che gravava in misura proporzionale sulle diverse
classi dell'ordinamento censitario: ogni centuria doveva versare la stessa somma, quindi la
tassazione colpiva pi pesantemente le classi pi elevate
(a maggiori poteri politici nell'assemblea corrispondono d'ora in poi maggiori obblighi militari)
L'INVASIONE GALLICA
Nei decenni precedenti, diverse trib galliche si erano insediate nell'Italia settentrionale.
L'ultima fu quella dei Senoni, che occup un territorio comprendente la Romagna meridionale e le Marche
settentrionali.
390 a. C. > i Senoni invadono l'Italia centrale, attaccano Chiusi e muovono verso Roma
battaglia presso il fiume Allia > le fonti parlano di un massacro, ma in realt si tratt di una rotta
generale; l'esercito romano si dissolve e si rifugia presso Veio
Roma, lasciata senza difesa, viene presa e saccheggiata > le fonti parlano di un incendio, del quale
per la ricerca archeologica non ha ancora rintracciato i segni
I Galli si allontanano paghi del bottino e forse perch fu pagato loro un riscatto.
La ripresa di Roma fu comunque molto rapida.
354 a. C. > trattato di amicizia con i Sanniti per la definizione dei confini
Il territorio del Sannio (prevalentemente montuoso, che si estendeva lungo la catena appenninica centromeridionale tra i fiumi Sangro e Ofanto) era relativamente povero e incapace di sostenere una forte
crescita demografica. Spesso l'unico rimedio consisteva nella migrazione verso terre pi fertili.
343 a. C. > i Sanniti invadono Teano, citt campana occupata dai Sidicini.
I Sidicini chiedono aiuto alla Lega campana.
La Lega campana chiede a sua volta l'aiuto di Roma.
Roma decide di intervenire.
conclusione della pace > rinnovamento dell'alleanza del 354: ai Sanniti riconosciuta Teano e a
Roma la Campania
341 338 a. C. > durissimo conflitto che alla fine si risolve con la vittoria di Roma
> scioglimento della Lega Latina
alcune citt divengono municipia, altre conservano la propria indipendenza formale ma non possono
pi intrattenere relazioni reciproche
creazione di nuove colonie latine, composte sia da cittadini romani che da alleati:
gli abitanti perdono la precedente cittadinanza e acquistano quella della colonia, insieme allo status
latino (ius Latii)
altre citt (es. Tivoli e Preneste) divengono socii di Roma (semplici alleati): conservano la propria
autonomia interna ma sono strettamente legate a Roma per quel che riguarda la politica estera
(hanno l'obbligo di fornire truppe in caso di guerra e di mantenerle a proprie spese)
creazione di una piccola colonia latina ad Anzio
(gli abitanti conservano la piena cittadinanza romana modello seguito nei decenni successivi)
concessione della civitas sine suffragio ai territori al di fuori dell'antico Lazio
(i titolari sono obbligati, come i cittadini romani, a prestare il servizio di leva e a pagare il tributum,
ma non hanno diritto di voto n possono essere eletti)
fondazione di colonie latine a Cales (ex-territorio dei Sidicini) e Fregellae (territorio di pertinenza
sannitica)
> contrasto a Napoli (ultima citt greca della Campania rimasta indipendente) tra le masse popolari
filosannitiche e le classi pi agiate filoromane
321 a. C. > sconfitta dei Romani alle Forche Caudine, che perdono Cales e Fregellae.
316 a. C. > i Romani attaccano Saticula (localit ai confini tra Sannio e Campania)
gli Ernici vengono inglobati nello stato romano come cives sine suffragio
insediamento di una nuova trib di cittadini romani nel territorio degli Equi (sterminati)
trattati di alleanza con le popolazioni osco-sabelliche dell'odierno Abruzzo
298 a. C. > i Sanniti attaccano ai Lucani e Roma accorre in aiuto agli aggrediti
I Sanniti mettono in piedi una coalizione antiromana che comprendeva anche Etruschi,
Galli e Umbri.
283 a. C. > i Romani bloccano un attacco dei Galli alleati con alcune citt etrusche
(battaglia del lago Vadimone nei pressi di Bomarzo)
Controffensiva romana prima in Etruria meridionale (Volsinii, Vulci, Caere), poi in Etruria
settentrionale e Umbria
> annessione dell'ager Gallicus
> fondazione della colonia latina di Ariminum (Rimini > 268 a. C.)
269 a. C. > i Piceni tentano una guerra contro Roma ma furono a breve costretti alla resa
> alcuni vengono deportati nella regione di Salerno, altri divengono cives sine suffragio
Taranto chiede l'aiuto di Pirro, re dell'Epiro (Grecia nord-occidentale e Albania meridionale), il quale
decide di portare avanti una campagna di conquista che, forse, comprendeva anche la Sicilia
cartaginese.
280 a. C.
Pirro sbarca in Italia con un esercito poderoso
Roma costretta ad arruolare nell'esercito per la prima volta anche i capite censi (nullatenenti,
censiti per caput)
279 a. C.
Pirro rinforza l'esercito reclutando mercenari e muove verso l'Apulia settentrionale
(colonie latine di Venosa e Luceria).
cominciano a deteriorarsi i rapporti tra Pirro e le citt meridionali, alle quali venivano fatte pesanti
richieste finanziarie per le spese di guerra.
Siracusa, in lotta secolare con Cartagine per il controllo della Sicilia, chiede l'aiuto di Pirro (che era il
genero del re Agatocle).
> Pirro accetta: si reca a Siracusa con parte dell'esercito e lascia una potente guarnigione a Taranto.
275 a. C.
L'esercito romano guidato dal console Manio Curio Dentato mette in fuga l'esercito di Pirro a Maleventum
(dove poco dopo verr fondata la colonia latina di Beneventum)
Pirro fa ritorno in Epiro.
Morir poco dopo ad Argo > 272 a. C.
272 a. C.
Resa di Taranto, che entra a far parte dei socii di Roma.
FILINO, storico greco filocartaginese, parla di una clausola inclusa nel trattato romano-cartaginese in base
alla quale la Sicilia sarebbe stata inclusa nella sfera dell'egemonia di Cartagine, mentre la penisola italiana
nell'ambito dell'influenza di Roma.
POLIBIO nega l'esistenza di questa clausola.
Stando a Polibio, il senato, diviso al suo interno, demanda la questione dell'intervento all'assemblea
popolare. La motivazione economico-strategica induce a votare a favore.
264 a. C.
Roma invia un esercito a Messina in soccorso ai Mamertini.
I Cartaginesi, alleatisi con i Siracusani, vengono respinti da Messina.
263 a. C.
Ierone, ritenendo innaturale e pericolosa l'alleanza con Cartagine, conclude una pace e si allea con Roma.
262 a. C.
Agrigento (grande base cartaginese), dopo un lungo assedio, cade nelle mani di Roma.
260 a. C.
Clamorosa vittoria romana nelle acque di Milazzo
(Roma si era dotata per la prima volta di una grande flotta, e pot godere dell'appoggio di molte citt greche
dell'Italia meridionale > socii navales)
256 a. C.
Roma decidere di invadere i possedimenti cartaginesi in Africa.
La flotta romana sconfigge quella cartaginese al largo di capo Ecnomo (Agrigento) e sbarca nella penisola
di capo Bon.
Le prime operazioni sono favorevoli a Roma.
Il console M. Attilio Regolo impone durissime condizioni e fa fallire le trattative di pace.
255 a. C.
A. Regolo viene battuto dall'esercito mercenario cartaginese guidato da Santippo.
A causa di una tempesta, la flotta romana perde buona parte delle sue navi.
Roma prova a bloccare anche dal lato del mare le posizioni cartaginesi sulle coste della Sicilia occidentale
(Trapani, Lilibeo, ecc.).
Allestisce altre flotte ma le perde a causa dell'imperizia dei comandanti
249 a. C. > sconfitta nella battaglia navale di Trapani
ennesimo naufragio della flotta
Sia Roma che Cartagine (Amilcare Barca) sono stremate.
Si va avanti con azioni di disturbo sulla terraferma.
*Da questo momento il termine provincia (che prima indicava la sfera di competenza di un
magistrato) assume il significato di territorio soggetto all'autorit di un magistrato romano.
CARTAGINE non era in grado di pagare i mercenari che avevano combattuto contro Roma; questi danno
vita a una rivolta che coinvolge anche alcune popolazioni dell'Africa settentrionale soggette a Cartagine (241
237 a. C.). La rivolta fu soffocata da Amilcare Barca.
Anche in Sardegna i mercenari si ribellano e chiedono l'aiuto di Roma; Cartagine allestisce una spedizione
per recuperare la regione, suscitando per l'opposizione di Roma pronta a dichiarare guerra. Cartagine
dunque costretta a pagare un indennizzo supplementare e a cedere la Sardegna > nuova provincia romana
dal 237 a. C.
Il REGNO D'ILLIRIA approfitta del declino del regno dell'Epiro per estendere la propria influenza sulla costa
dalmata. Le scorrerie dei pirati illiri danneggiavano le citt greche sulla costa orientale dell'Adriatico, le quali
chiedono l'intervento di Roma. Il senato protesta contro la regina illirica Teuta, la quale rifiuta di far cessare la
pirateria. Quindi Roma dichiara guerra:
219 a. C. > SECONDA GUERRA ILLIRICA > Roma interviene per domare le ostilit di Demetrio di
Faro, il quale si rifugia presso Filippo V di Macedonia, suo alleato.
L'isola dalmata di Faro entra nel protettorato romano.
Nuova incursione dei Galli nell'Italia settentrionale: nel 236 a. C. si arrestano davanti alla colonia latina
di Rimini.
232 a. C. > il tribuno della plebe C. Flaminio propone di distribuire ai cittadini romani l'ager Gallicus
(lex Flaminia) sottoponendo la zona a un maggiore controllo.
I Boi (regione di Bologna) e gli Insubri (regione di Milano) vengono appoggiati dai Gesati (truppe
provenienti dalla Gallia Transalpina).
Galli Cenomani (territorio bresciano) e Veneti si schierano con Roma.
225 a. C.> i Galli penetrano in Etruria: sconfiggono i Romani a Chiusi ma vengono annientati a
TELAMONE.
Roma intraprende una campagna per la conquista della valle Padana.
CARTAGINE tenta di costruire una nuova base e la famiglia Barca (Amilcare, poi Asdrubale, poi Annibale)
intraprende la conquista della Spagna. La spedizione desta l'allarme di Marsiglia (citt greca) e di Roma
(sua alleata).
218 a. C.
Annibale attacca Sagunto, che chiede l'aiuto di Roma.
Inizialmente la risposta del senato si limit ad ambascerie di protesta, ed Annibale espugna la citt.
Cartagine pronta ad attaccare Roma via terra, sperando nell'appoggio delle popolazioni galliche (da poco
sottomesse a Roma) e nel distacco degli alleati italici.
In primavera, Annibale parte dalla Spagna (Nova Cartagho).
Roma invia un esercito, comandato da P. Cornelio Scipione, per intercettarlo.
Annibale valica i Pirenei e riesce ad evitare lo scontro. Oltrepassa le Alpi (con gravi perdite) ed ottiene
l'appoggio di Boi ed Insubri.
battaglia sul Trebbia > primo grande scontro Annibale sconfigge gli eserciti di Scipione e Tiberio
Sempronio Longo.
P. Cornelio Scipione riesce a raggiungere il fratello Gneo nella penisola iberica; i due riescono ad impedire
che Annibale riceva aiuti dalla Spagna.
217 a. C.
Annibale riesce a passare gli Appennini.
battaglia del Trasimeno > l'esercito romano viene annientato e il console C. Flaminio ucciso
216 a. C.
battaglia di Canne > Annibale, in inferiorit numerica, accerchia ed annienta gli eserciti dei consoli
M. Terenzio Varrone e L. Emilio Paolo.
Roma viene abbandonata da molte comunit dell'Italia meridionale (es. Capua).
[ 215 205 a. C. > PRIMA GUERRA MACEDONICA ]
215 a. C.
Muore Ierone di Siracusa. Il suo successore Ieronimo e Filippo V di Macedonia si schierano con
Annibale.
Gli alleati italici rimangono fedeli a Roma
La strategia attendista consente a Roma di riguadagnare posizioni nell'Italia meridionale.
212 a. C.
Taranto si schiera con Cartagine.
Roma riesce a insediarvi un presidio e ad impedire che arrivino rifornimenti via mare ad Annibale.
L'esercito di M. Claudio Marcello conquista e saccheggia Siracusa dopo un lungo assedio.
Ad Agrigento vengono sconfitti i rinforzi cartaginesi, decimati da un'epidemia.
211 a. C.
Capua viene riconquistata dai Romani
In Spagna, i fratelli Scipioni affrontano separati le forze cartaginesi e vengono uccisi.
L'esercito romano riesce a ritirarsi e a difendere la Spagna settentrionale.
Il figlio di P. Cornelio Scipione, l'Africano, viene nominato dall'assemblea popolare comandante
delle truppe in Spagna.
209 a. C.
L'Africano si impadronisce di Nova Carthago (principale base cartaginese in Spagna)
208 a. C.
L'Africano sconfigge Asdrubale a Baecula.
Asdrubale riesce a fuggire nel tentativo di portare soccorso ad Annibale in Italia
207 a. C.
battaglia del Metauro > gli eserciti dei consoli M. Livio Salinatore e C. Claudio Nerone fermano la
spedizione cartaginese (Marche settentrionali).
Asdrubale viene ucciso.
Una parte dell'esercito di Claudio Nerone rimane in Italia meridionale a controllare Annibale.
Annibale per ridotto all'impotenza e deve ritirarsi nel Bruzio (Calabria).
206 a. C.
battaglia di Ilipa > l'Africano sconfigge definitivamente i cartaginesi in Spagna
205 a. C.
L'Africano eletto console.
Iniziano i preparativi per l'invasione dell'Africa.
Roma si allea con Massinissa, re dei Massili (trib numida in rivolta contro Cartagine).
204 a. C.
Sbarco in Africa.
battaglia dei Campi Magni > vittoria di Scipione e Massinissa.
Falliscono le trattative di pace: Scipione detta durissime condizioni.
Annibale ritorna in patria.
202 a. C.
battaglia di Zama > vittoria risolutiva, ottenuta da Roma soprattutto grazie alla cavalleria di
Massinissa.
L'anno seguente (201 a. C.) fu siglato il trattato di pace.
Cartagine, oltre a pagare una fortissima indennit, deve rinunciare alla propria flotta e ai propri
possedimenti fuori dall'Africa.
Viene creato il Regno di Numidia governato da Massinissa.
215 a. C. > Per impedire il congiungimento delle due forze, Roma invia una flotta nell'Adriatico e
crea una coalizione di stati greci (tra cui la Lega Etolica) ostili a Filippo V.
Questo permise un coinvolgimento limitato dell'esercito romano nella guerra macedonica.
In seguito Roma si accorge che gli Etoli intendevano rinunciare alla lotta. Si arriva dunque al trattato
di pace con Filippo > pace di Fenice (205 a. C.)
(il quadro territoriale rimane sostanzialmente immutato)
L'attivismo di Filippo V nell'area dell'Egeo e sulle coste dell'Asia Minore porta allo scontro con il
regno di Pergamo e la repubblica di Rodi > guerra aperta
201 a. C. > Filippo battuto al largo di Chio, ma poco dopo sconfigge la flotta di Rodi a Lade (tra
Samo e Mileto)
Siria > il re Antioco III si allea con Filippo V
Egitto > impegnato tra le difficolt interne e l'ostilit della Siria
Filippo ignora l'ultimatum e nel 201 a. C. una flotta romana sbarca ad Apollonia.
198 a. C. > il console Tito Quinzio Flaminino ottiene importanti successi militari contro Filippo.
Si avviano le trattative di pace, e Flaminino chiede a Filippo la liberazione della Tessaglia.
Roma appare come una liberatrice e ottiene l'appoggio della quasi totalit degli stati della Grecia
197 a. C. > viene prorogato il comando in Grecia di Flaminino, che, appoggiato dal senato
interrompe le trattative di pace con Filippo.
le trattative di pace lasciavano a Filippo il solo regno macedone (fatto che comunque scontentava
la Lega Etolica): dovette ritirare tutte le guarnigioni dalla Grecia, consegnare la flotta e pagare una
forte indennit.
196 a. C. > Flaminino (in occasione dei Giochi Istmici) proclam la totale autonomia e libert della
Grecia.
192 a. C. > la Lega Etolica invita espressamente Antioco a liberare la Grecia da Roma.
In realt le due forze rimangono isolate.
191 a. C. > Antioco viene sconfitto dai Romani alle Termopili e fugge in Asia Minore
Nel 187 a. C. alcuni tribuni della plebe accusano L. Cornelio Scipione di essersi impadronito di una
parte dell'indennit di guerra versata da Antioco III
(evita la condanna solo grazie al veto di un tribuno)
Nel 184 a. C. l'Africano viene attaccato forse per aver condotto trattative di carattere personale con
il re di Siria
(si ritira sdegnato in una sorta di esilio politico in Campania e muore l'anno dopo)
Legge Villia
Tentativo di regolamentare la sempre pi accesa competizione politica.
Fu promulgata nel 180 a. C. con lo scopo di introdurre un obbligo di et minima per rivestire le varie
magistrature e l'intervallo di un biennio tra una carica e l'altra.
Senatus consultum de Bacchanalibus
Nel 186 a. C. il senato incarica i consoli di condurre un'inchiesta volta alla repressione del culto di Bacco
(diffusosi probabilmente dalla Magna Grecia soprattutto tra le classi sociali inferiori). Molti sacerdoti e adepti
del culto vennero imprigionati o messi a morte, e lo stesso culto fu sottoposto a una rigida regolamentazione.
Si temeva che i devoti avessero dato vita a una pericolosa organizzazione interna, una sorta di Stato
dentro\contro lo Stato Romano.
179 a. C. > muore Filippo V. Gli succede il figlio Perseo, al quale cominciano ad avvicinarsi le varie
fazioni democratiche e nazionaliste.
A Roma cominciano a maturare (spesso ingiustificatamente) l'insofferenza e le polemiche nei
confronti di Perseo.
172 a. C.
Eumene di Pergamo si reca a Roma per presentare accuse contro Perseo.
Cominciano i preparativi di guerra.
171 a. C. > falliscono le trattative per raggiungere un accordo.
Scattano le prime operazioni belliche.
Perseo ottiene qualche successo, salutato con favore dalle varie fazioni democratiche, ma aiutato
effettivamente solo dai Molossi dell'Epiro e da Genzio d'Illiria.
168 a. C. > Genzio rapidamente sconfitto.
L'esercito di Perseo viene distrutto a Pidna in Macedonia (L. Emilio Paolo).
Il re viene fatto prigioniero in Italia e in Macedonia viene abolita la monarchia.
la Macedonia viene divisa in 4 repubbliche, obbligate a pagare un tributo a Roma (non potevano
intrattenere rapporti reciproci)
la Lega Achea dovette consegnare 1000 uomini di lealt sospetta (tra i quali Polibio)
Rodi (che aveva tentato una semplice mediazione) fu privata di alcuni territori e penalizzata dalla
creazione di un porto franco nell'isola di Delo.
Rivolta filomonarchica in Macedonia guidata da Andrisco (che si spacciava per il figlio di Perseo).
Dopo qualche successo dei macedoni, l'esercito di Q. Cecilio Metello (pretore) elimina Andrisco >
148 a. C.
LA GUERRA ACAICA
Roma ordina il distacco dalla Lega di Sparta* e di altre importanti citt, tra cui Argo e Corinto.
La Lega cessa di fatto di esistere quale organismo politico rilevante.
L'assemblea della Lega decide dunque la guerra.
Metello invade il Peloponneso
Lucio Mummio assume il comando e sconfigge definitivamente l'esercito acheo.
Corinto viene saccheggiata e distrutta > 146 a. C.
La Macedonia diventa provincia romana
In Grecia vengono imposti ovunque regimi aristocratici.
In senato prevale la linea fautrice della distruzione di Cartagine (che aveva di fatto violato l'accordo con
Roma, ma che comunque non poteva pi rappresentare un pericolo).
LA SPAGNA
Roma non era riuscita ancora a risolvere la questione in Spagna
(la completa sottomissione avverr solo in et augustea)
197 a. C. > organizzazione di due nuove provinciae, governate da due pretori appositamente eletti, obbligate
a pagare un tributo e a fornire truppe ausiliarie a Roma:
Spagna Citeriore: a sud della penisola iberica, intorno a Cadice e al Guadalquivir
Spagna Ulteriore: al nord, nella zona costiera a nord dell'Ebro
Lo stato pressoch continuo di guerriglia all'interno costrinse Roma a lasciare in Spagna forti eserciti,
all'interno dei quali si sviluppa un forte malcontento spesso sfociati in episodi di renitenza alla leva.
149 a. C.: istituzione della quaestio perpetua de repetundis > tribunale speciale e permanente
incaricato di giudicare il reato di concussione; le sue competenze si estendono poi su tutti i casi di
abuso di potere da parte dei governatori provinciali.
Nelle fonti domina la tradizione storiografica aristocratica > polemica contro il tribunato della plebe (la pi
eversiva di tutte le cariche).
Nell'et dei Gracchi (133 121 a. C.) vista l'origine della degenerazione dello Stato Romano (non pi
fondato sulla solidariet civica e sul rispetto della tradizione).
ascesa degli equites > figli o fratelli di senatori, proprietari terrieri, publicani (appaltatori delle
imposte dello Stato, dei lavori pubblici, delle dogane, ecc.).
Erano esclusi dalle cariche pubbliche ma entrano ora a far parte del tribunale permanente (quaestio
perpetua > 149 a. C.) che perseguiva le estorsioni (de repetundis) perpetrate dai magistrati delle
province ai danni di comunit o singoli.
RIVOLTE SERVILI
Sicilia > latifondi e pascoli sono pi diffusi che altrove > gravi moti schiavili
OPTIMATES E POPULARES
I mutamenti sociali si ripercuotono anche sugli equilibri interni alla classe dirigente.
Dalla nobilitas scaturiscono due fazioni:
optimates > i boni: si richiamano alla tradizione degli avi e sostengono l'autorit e le prerogative del
senato
populares > difensori dei diritti del popolo: propugnano la necessit di ampie riforme in campo
politico e sociale
In questo periodo vengono approvate 3 leggi tabellarie = concernenti l'espressione scritta del voto:
lex Gabinia tabellaria (139 a. C.) comizi elettorali
lex Cassia tabellaria (137 a. C.) giudizi popolari
lex Papiria tabellaria (131 a. C.) comizi legislativi
C. Lelio
Uomo della vecchia nobilt, amico dell'Emiliano. Nell'anno del suo consolato (140 a. C.) o poco prima (145
a. C.) propone una legge per il restringimento dell'estensione di ager publicus che potesse essere occupata
legittimamente da ciascuno. Trova per l'opposizione concorde dei senatori e preferisce rinunciare al
progetto, ritirandolo.
TIBERIO GRACCO
Membro della nobilitas.
Figlio di Tiberio Sempronio Gracco (governatore in Spagna) e di Cornelia (figlia dell'Africano).
133 a. C. > tribuno della plebe
Tentativo di riforma agraria tramite norme che limitassero l'estensione di ager publicus in possesso di un
singolo
La proposta fu presentata ai comizi tributi riprendendo riforme anteriori (es. leges Liciniae-Sextiae); fu
probabilmente ispirata dal suocero Appio Claudio Pulcro (princeps del senato) e dai giuristi P. Licinio
Crasso Muciano (suocero del fratello, C. Gracco) e P. Mucio Scevola (console nello stesso 133 a. C.)
fissazione del limite di 500 iugeri (125 ettari), pi 250 iugeri per ogni figlio (fino forse a un massimo
di 1000 iugeri a famiglia)
elezione (da parte del popolo) di un collegio di triumviri (tresviri agris dandis iudicandis
adsignandis composto dai fratelli Gracchi e da Appio Claudio Pulcro) incaricato di ripartire i lotti e
recuperare i terreni in eccesso
assegnazione dei terreni in eccesso ai cittadini pi poveri in piccoli lotti (forse 30 iugeri) inalienabili
[nello stesso anno muore senza Attalo III, re di Pergamo, che lascia il suo tesoro al popolo romano: da qui si
sarebbero dovuti ricavare i fondi necessari all'attuazione della riforma argomento che era comunque di
prerogativa del senato]
Oltre a quello di ottenere un'ampia base di consenso, scopo fondamentale della riforma era probabilmente
quello di ricostruire e conservare un ceto di piccoli proprietari anche per garantire una base stabile al
reclutamento dell'esercito.
I grandi proprietari si ritennero per espropriati di risorse che consideravano proprie, e l'oligarchia si oppone
alla riforma.
Forse furono proprio gli ambienti conservatori a spingere il tribuno Marco Ottavio a porre il veto che
imped di fatto l'approvazione della riforma.
T. Gracco cerca di vincere la sua resistenza, e non riuscendoci, riesce a farlo destituire.
Viene dunque approvata la legge Sempronia agraria.
Continua per l'opposizione conservatrice.
Tiberio pensa di presentare la candidatura al tribunato anche per l'anno seguente, ma gli avversari lo
accusarono di aspirare al regime personale.
Fu dunque ucciso, insieme a molti suoi sostenitori, nel corso dei comizi elettorali, da un gruppo di
senatori e di avversari guidati dal pontefice massimo P. Cornelio Scipione Nasica
Dopo la morte di T. Gracco viene continuamente rinnovata la commissione triumvirale, che porta avanti la
propria attivit. Questo suscita il malcontento degli alleati latini e italici.
Scipione Emiliano (marito di Sempronia, sorella dei Gracchi, ma loro avversario politico) si fa
interprete e portavoce di questo malcontento sorto tra i grandi proprietari italici.
Muore improvvisamente e in circostanze misteriose nel 129 a. C.
Fulvio Flacco (membro del triumvirato agrario) diviene console nel 125 a. C., propone la possibilit
per tutti gli alleati italici di ottenere la cittadinanza romana previa richiesta, oppure il diritto di
provocatio contro eventuali abusi di magistrati romani.
La proposta trov vastissima opposizione e non pot neanche essere discussa.
CAIO GRACCO
123 a. C. > tribuno della plebe
Ottiene due mandati consecutivi e porta avanti, ampliandola, l'opera del fratello
(perfezionamento della legge agraria e aumento dei poteri della commissione triumvirale)
proposta di istituzione di nuove colonie romane sia in Italia sia sul territorio di Cartagine
legge frumentaria volta a garantire ai cittadini una quota mensile di grano a prezzo agevolato
(calmierando il mercato ed evitando fenomeni di speculazione)
legge giudiziaria volta alla limitazione dei poteri del senato in questo campo attraverso il
reclutamento tra gli equites dei giudici per le quaestiones perpetuae de repetundis (dal 149 a. C.
formate esclusivamente da senatori): in questo modo i senatori non sarebbero pi stati giudicati
dagli stessi senatori ma dai cavalieri che detenevano l'appalto delle imposte e gestivano le grandi
operazioni commerciali nelle province
provvedimento (in vigore per tutta l'et repubblicana) in base al quale il senato doveva decidere
prima delle elezioni dei consoli quali dovessero essere le province consolari (impedendo scelte a
posteriori condizionate da ragioni personali o politiche)
proposta di concedere la cittadinanza romana ai latini e la cittadinanza di diritto latino agli italici
(non attuata a causa della vasta opposizione incontrata)
C. Gracco parte con F. Flacco per l'Africa (questione della deduzione della colonia cartaginese).
L'oligarchia senatoria, per contrastare i suoi progetti, si avvale del tribuno M. Livio Druso.
Ritorna a Roma nel 122 a. C. ma la sua popolarit in forte declino a causa della situazione politica
completamente mutata. Si ricandida al tribunato per il 121 a. C. ma non viene rieletto.
La deduzione della colonia cartaginese viene contrastata e dall'opposizione di Gracco e Flacco nasce una
serie di disordini.
121 a. C. > Attraverso un senatus consultum ultimum il senato fa sospendere ogni garanzia
istituzionale e affida ai consoli il compito di tutelare la sicurezza dello Stato con ogni mezzo.
Il console Lucio Opimio ordina il massacro dei sostenitori di Gracco.
F. Flacco muore negli scontri e C. Gracco si fa uccidere da uno schiavo
Roma si trovava ad assumere la gestione diretta di territori, di natura istituzionalmente composita, spesso
solo in parte assoggettati e ancora al di fuori del suo controllo.
Il magistrato (a volte coadiuvato da una commissione senatoria) fissava le linee generali di riferimento:
- questioni territoriali
- statuto delle singole citt e comunit
- determinazione dell'ager publicus
- regolamenti e condizioni fiscali
(deliberazioni impropriamente chiamate leges provinciae; sembra certo che la creazione di una provincia non
necessitasse obbligatoriamente di una lex costituente)
formula provinciae > sorta di prospetto ufficiale che descriveva ambiti geografici, statuti, obblighi,
condizione giuridica e fiscale della circoscrizione provinciale
(da cui l'espressione redactio in form(ul)am provinciae)
* le questioni africane erano state regolate da Scipione Emiliano
133 a. C. > Attalo III di Pergamo lascia il suo regno ai Romani.
Eumene III (Aristonico, forse figlio di Eumene II padre di Attalo) d vita a una rivolta contro le rivendicazioni
di Roma.
La ribellione viene piegata solo nel 129 a. C. grazie all'aiuto, tra gli altri, delle citt greche e dei re di Bitinia e
Ponto.
Il console Manio Aquilio, assistito da una commissione senatoria, procede all'organizzazione della nuova
Provincia d'Asia > 126 a. C.
Roma comincia a interessarsi della Gallia meridionale (che consentiva il passaggio terrestre dalle regioni
liguri a quelle spagnole).
Marsiglia (alleata) chiede l'aiuto di Roma contro trib celto-liguri e galliche; vengono inviati prima
Fulvio Flacco (125 a. C.), poi C. Sestio Calvinio, che ristabilisce l'ordine e fonda il centro di Aquae
Sextiae (Aix-en-Provence 123 a. C.).
122 121 a. C. > vittorie di Cn. Domizio Enobarbo e Q. Fabio Massimo contro Allobrogi e Arverni
GIUGURTA E MARIO
Africa > la politica filoromana di Massinissa, portata avanti dal figlio Micipsa, aveva attirato commercianti e
uomini d'affari romani e italici
(grande produttivit della regione specie in grano e olio)
118 a. C. > morte di Micipsa > regno di Numidia (lasciato indiviso) conteso tra i tre eredi: Giugurta
(che aveva combattuto agli ordini dell'Emiliano nell'assedio di Numanzia), Iempsale e Aderbale.
GIUGURTA uccide Iempsale; Aderbale fugge a Roma e chiede l'arbitrato del senato.
116 a. C. > il senato decide di dividere il regno assegnando la parte orientale (pi ricca) ad Aderbale
e quella occidentale (pi vasta) a Giugurta.
112 a. C. > Giugurta vuole impossessarsi della parte occidentale e ne assedia la capitale, Cirta
(Costantina in Algeria); presa la citt, fa uccidere il rivale e tutti i romani e gli italici che l svolgevano
le loro attivit commerciali.
111 a. C.
Sotto l'impulso dei cavalieri e nonostante la riluttanza del senato (dovuta alla minaccia rappresentata da
Cimbri e Teutoni ai confini settentrionali dell'Italia) , Roma scende in guerra.
Si va avanti tra smacchi, accuse di incapacit e sospetti di corruzione nell'esercito romano.
109 a. C. > al comando della guerra fu posto il console Quinto Cecilio Metello.
Come legato al suo seguito combatt C. Mario.
Metello sconfigge ripetutamente Giugurta ma non riesce a concludere la campagna.
I mercanti nordafricani protestano per la situazione.
Il senato aveva prorogato l'incarico di Metello, ma Mario attraverso un plebiscito votato dai comizi
su proposta di un tribuno della plebe ottiene il comando della guerra contro Giugurta.
[Mario riveste per due anni il proconsolato e viene rieletto console per il 104 a. C.]
CIMBRI E TEUTONI
Popolazioni germaniche iniziano nel frattempo un movimento migratorio verso sud.
A proteggere i confini dell'Italia e le importanti miniere d'oro e di ferro fu inviato il console
Cn. Papirio Carbone.
104 a. C.
Mario viene rieletto console in assenza (per 5 volte di seguito, fino al 100 a. C.) e gli viene affidato il
comando della guerra.
Riorganizzazione dell'esercito a partire dall'addestramento (con l'aiuto dei luogotenenti Silla e
Quinto Sertorio) fino all'articolazione della legione: i 30 manipoli che costituivano la legione
vengono sostituite con 10 coorti di circa 600 uomini. Ogni coorte poteva agire con una certa
autonomia consentendo un pi agile impiego della legione.
103 a. C. > ricompaiono Cimbri e Teutoni, anche se divisi:
i Cimbri vengono sterminati ad Aquae-Sextiae (102 a. C.)
i Teutoni furono raggiunti e annientati ai Campi Raudii presso Vercellae (101 a. C.)
Propose una legge agraria che abbassava il prezzo politico del grano fissato da C. Gracco e una lex
de maiestate contro il reato di lesione dell'autorit del popolo romano (il tribunale giudicante era
composto interamente da cavalieri).
100 a. C.
ORIENTE
Quello della pirateria (concentrata soprattutto a Creta a ovest e in Cilicia ad est) era stato un fenomeno di cui
le varie potenze asiatiche si erano spesso servite, e di cui Roma si era disinteressata.
Durante le guerre con i Cimbri, Roma avverte il pericolo per i traffici nell'Egeo orientale e nei mari greci.
102 a. C. > per risolvere la questione, il pretore Marco Antonio (nonno del triumviro) viene inviato in
Anatolia.
Ottiene diversi successi, ma una lex de provinciis praetoriis (o lex piratica) promulgata nel 101 100
a. C. testimonia che il problema non fu risolto.
96 a. C. > probabilmente per testamento, viene lasciata a Roma la Cirenaica, una parte cospicua
del territorio tolemaico.
La questione fu per ripresa solo in seguito, per la necessit di dedurvi una provincia
(75 74 a. C.)
98 a. C. > un provvedimento rende obbligatorio un intervallo di tre nundinae tra l'affissione di una
proposta di legge e la sua votazione; si vieta la formulazione di leges saturae (disposizioni che
includono pi argomenti non connessi tra loro).
Continua il conflitto tra senatori e cavalieri per l'esclusiva nelle quaestiones perpetuae de repetundis.
92 a. C. > una giuria equestre condanna per malversazione il legato in Asia P. Rutilio Rufo, che
aveva tentato di arginare lo strapotere e gli abusi dei publicani.
95 a. C.
Legge Licinia Mucia: istituzione di una commissione per la verifica delle richieste di cittadinanza romana
avanzate e per l'espulsione dalle liste di censo di ogni residente latino e italico inseritovi illegalmente.
91 a. C.
Marco Livio Druso (aristocratico, figlio dell'oppositore di C. Gracco) viene eletto tribuno della plebe.
Tenta una politica di compensazione tra le varie parti:
legge frumentaria per un nuovo abbassamento del prezzo politico del grano
LA GUERRA SOCIALE
La ragion d'essere della differenza di status giuridico e sociale tra cittadini romani e alleati latini e italici era
progressivamente venuta meno con la penetrazione nel Mediterraneo e la sua unificazione.
La condizione di cittadino romano era divenuta sempre pi vantaggiosa.
Gli Italici erano consapevoli di aver contribuito in maniera determinante ai successi militari; di qui le loro
rivendicazioni:
- non beneficiavano delle distribuzioni agrarie e frumentarie
- le terre da loro utilizzate venivano riassegnate ai cittadini romani
- partecipavano allo sfruttamento economico delle province, ma in funzione subalterna rispetto ai
cittadini e spesso vessati dai magistrati romani
- non avevano alcuna parte nelle decisioni politiche, economiche e militari
- continuavano a pagare l'imposta destinata al soldo delle reclute
- ricevevano una parte meno importante del bottino e punizioni pi gravi
- non potevano condividere le funzioni di comando
L'assassinio di Druso rese chiaro ai socii che non c'era alternativa alla rivolta armata
contro Roma.
[a Roma non si comprendeva la gravit della situazione es. viene approvato un provvedimento che
perseguiva per alto tradimento la cospirazione italica]
Pompeo Strabone (che aveva al suo seguito il figlio Cn. Pompeo, Cicerone e Catilina) ottiene
importanti successi ed espugna Ascoli
Gli effetti della concessione della cittadinanza a tutta l'Italia fino alla Transpadana furono ridimensionati: in un
primo momento, i nuovi cittadini furono tutti inseriti in 8 delle 35 trib, o in trib supplementari appositamente
create.
MITRIDATE VI EUPATORE
Situazione sempre pi allarmante in Oriente
I Parti (dinastia degli Arsacidi) si erano insediati nell'altopiano iranico. Sottraendo possedimenti al regno dei
Seleucidi (Siria), occupano stabilmente Mesopotamia e Babilonia
(l'Eufrate diviene il confine tra il regno dei Parti e il regno di Siria)
95 a. C. > insediano il loro vassallo Tigrane sul trono d'Armenia.
Nella penisola anatolica Roma favorisce la coesistenza di molti piccoli stati dinastici (gelosi gli uni degli
altri) limitandosi a supervisionare la situazione.
112 a. C. > Mitridate VI Eupatore diviene a pieno titolo re del Ponto.
Attraverso accordi col re di Bitinia (Nicomede III), estende il suo dominio (Colchide, Cappadocia,
ecc.).
Cresce l'attenzione di Roma:
- nel 100 a. C. Mario si reca in missione diplomatica di osservazione presso di lui;
- nel 92 a. C. Silla (protettore della Cilicia) interviene per ripristinare il sovrano in Cappadocia.
Approfittando della guerra sociale, Mitridate riprende la sua politica espansionistica:
fa invadere la Cappadocia da Tigrane (divenuto suo genero)
spodesta il nuovo re Nicomede IV dal trono di Bitinia
fine del 90 a. C. > Roma invia una legazione con a capo Manio Aquilio per ripristinare
i due sovrani.
fine dell'88 a. C. > l'esercito di Mitridate invade la Grecia Centrale e la flotta si dirige verso l'Attica.
Beozia, Sparta e Peloponneso aderiscono alla guerra.
Roma invia il console Silla (impegnato nell'assedio di Nola) e gli affida il comando
della guerra.
Tribunato della plebe di PUBLIO SULPICIO RUFO 88 a. C.
Ripresa del problema dell'inserimento degli italici nelle trib romane.
La nobilitas temeva che questo avrebbe comportato mutamenti radicali.
Nei comizi tributi, si contava un voto per ogni trib, conforme alla maggioranza in essa espressa.
Il numero degli italici era tale che essi, in caso di voto, avrebbero ottenuto la maggioranza in ciascuna delle
35 trib.
Pertanto, si decide di immetterli in un numero limitato di trib: i vecchi cittadini potevano cos continuare a
mantenere la prevalenza complessiva nei comizi.
Per il problema dell'indebitamento (dovuto a un generale impoverimento, dello stato e dei singoli, a causa
delle guerre), Sulpicio Rufo propone:
richiamo dall'esilio di quanti erano stati perseguiti per collusione con gli alleati italici
limite massimo di indebitamento per ciascun senatore, oltre al quale sarebbe stata decretata
l'espulsione dal senato
Tentativo di togliere a Silla il comando della guerra contro Mitridate.
Sulpicio Rufo riesce a farlo affidare a Mario.
Appresa la notizia, SILLA marcia su Roma alla testa dei suoi soldati.
Si impadronisce di Roma e i suoi avversari vengono dichiarati nemici pubblici.
Sulpicio Rufo viene eliminato e la sua legislazione abrogata.
Mario riesce a fuggire in Africa.
Silla approvare alcune norme*:
prima di essere sottoposta al voto popolare, ogni legge doveva prima essere approvata dal senato
i comizi centuriati divengono l'unica assemblea legislativa legittima
* (anticipazioni delle riforme degli anni 81 79 a. C.)
Dopo l'approvazione di questi provvedimenti, Silla parte per l'Oriente.
Prima di partire, Silla non era riuscito a impedire l'elezione di due consoli a lui avversi.
86 a. C.
A combattere Mitridate in Grecia si trovano due opposte fazioni: quella capeggiata da Silla e quella inviata da
Cinna (Fimbria, dopo aver fatto uccidere Flacco, assume il comando).
Le due fazioni non si incontrano; agendo parallelamente, ricacciano Mitridate (abbandonato via via da molti
dei suoi alleati) in Asia.
85 a. C. > pace di Dardano
Condizioni relativamente miti: Mitridate conserva il suo regno, e vengono ripristinati i sovrani in Bitinia
(Nicomede IV) e Cappadocia (Ariobarzane).
Come governatore d'Asia, a capo dell'esercito viene lasciato Lucio Licinio Murena.
84 a. C.
Silla incorpora l'esercito di Fimbria (che si uccide) e restaura l'ordine in Asia e in Grecia.
83 a. C. > Silla sbarca a Brindisi
Mitridate per accusato di voler riprendere le armi.
All'ennesima provocazione, si scontra con Murena, lo sconfigge e dilaga in Cappadocia.
I due vengono fermati solo da un intervento personale di Silla.
> SECONDA GUERRA MITRIDATICA (83 81 a. C.)
Grazie all'aiuto di Marco Licinio Crasso (il futuro triumviro) distrugge le ultime resistenze avversarie
> battaglia di Porta Collina.
lex Valeria > anzich eleggere due nuovi consoli, Silla viene nominato
dictator legibus scribundis et rei publicae constituendae (a tempo illimitato)
ogni legge deve ottenere il consenso del senato prima di essere sottoposta al voto popolare
i comizi centuriati divengono la sola assemblea legislativa legittima
ampliamento del senato > da 300 a 600 membri (inclusi cavalieri, partigiani di Silla e membri
dell'aristocrazia italica)
ai censori viene tolta l'integrazione annuale del senato (che diviene automatica)
i questori aumentano a 20 e vengono ammessi al senato
i pretori aumentano a 8 e sono chiamati a presiedere le quaestiones perpetuae
le quaestiones perpetuae vengono di nuovo riservate al senato (integrato) e le loro competenze
vengono suddivise (a ciascuna spetta in esclusiva uno solo dei principali reati)
rinnovamento delle leggi suntuarie (limitazione delle spese per banchetti e funerali)
regolamentazione dell'ordine di successione alle magistrature e l'et minima per accedervi (non si
pu iterare nessuna carica prima di un intervallo di 10 anni)
alla fine della magistratura, pretori e consoli (in genere) accedono alla promagistratura per
l'amministrazione delle province
ridimensionamento del potere dei tribuni della plebe (viene limitato il diritto di veto e praticamente
annullato quello di proporre leggi)
a chi ha ricoperto il tribunato vietato ricoprire qualsiasi altra carica
abolizione delle distribuzioni frumentarie
estensione del pomoerium ( lecito mantenere o condurre eserciti in armi fino a una linea virtuale
tra l'Arno e il Rubicone)
Dopo aver compiuto la riforma dello Stato, Silla abdica dalla dittatura e si ritira a vita privata in Campania.
Muore nel 78 a. C.
77 a. C.
Lepido fa causa comune con gli insorti > marcia su Roma
(reclama un secondo consolato e la restaurazione del potere dei tribuni)
il suo luogotenente M. Peperna si trasferisce in Spagna con l'esercito e si unisce agli ex-mariani
capeggiati da Sertorio (distintosi contro i Germani e nella guerra sociale, governatori della Spagna
Citeriore dall'82 a. C.)
SERTORIO
76 a. C.
Pompeo arriva in Spagna.
Subisce alcune sconfitte da Sertorio.
74 a. C.
Pompeo ottiene rinforzi da Roma.
Nella fazione di Sertorio si creano dissapori e cala la sua popolarit. Vengono ordini complotti contro
di lui.
SPARTACO
Aderiscono schiavi e gladiatori da ogni parte di Italia, e un numero consistente di uomini liberi (espropriati,
diseredati, ecc.)
Spartaco e Crisso riescono a mettere in piedi un consistente esercito.
La rivolta si estende rapidamente in tutta l'Italia meridionale.
72 a. C. > vengono inviati i due consoli e alcuni pretori contro i ribelli, senza successo.
riforma delle quaestiones perpetuae (L. Aurelio Cotta* pretore) > le giurie sono ripartite
proporzionalmente tra senatori, cavalieri e tribuni aerarii (molto vicini ai cavalieri)
* fondamentale il processo contro Verre (propretore in Sicilia dal 73 al 71 a. C.): Cicerone aveva denunciato
il malgoverno senatorio nelle province la collusione tra governatori corrotti e giurie senatorie compiacenti.
I PIRATI
MITRIDATE
74 a. C. > muore Nicomede IV di Bitinia.
Il testamento (sospettato di falsificazione) lascia il regno in eredit a Roma permettendole il controllo
dell'accesso al Mar Nero.
Contro di lui Roma invia i consoli Marco Aurelio Cotta e Lucio Licinio Lucullo, che ottengono una serie di
successi.
Lucullo sgombera la Bitinia, occupa il Ponto e costringe Mitridate a rifugiarsi presso Tigrane > 71 a.
C.
Invade l'Armenia; assedia e conquista Tigranocerta (la nuova capitale) > 69 a. C.
Insegue Mitridate e Tigrane verso Artaxata > 68 a. C.
ma i suoi soldati si rifiutano di proseguire e i finanzieri (colpiti dai provvedimenti del console)
premono per la sua destituzione.
Vengono progressivamente revocati i comandi di Lucullo.
Mitridate e Tigrane riprendono le ostilit > 67 a. C.
POMPEO IN ORIENTE
67 a. C. > il tribuno della plebe Aulo Gabinio propone l'attuazione di misure drastiche contro i pirati,
attribuendo a Pompeo un imperium infinitum su tutto il Mediterraneo per tre anni.
Il senato si oppone, ma il provvedimento viene approvato.
66 a. C. > il tribuno della plebe C. Manilio propone l'estensione a Pompeo anche del comando della
guerra contro Mitridate.
[Cicerone, Pro lege Manilia]
Pompeo marcia verso il Ponto, sconfigge e caccia Mitridate, che si rifugia nell'odierna Crimea, e per non
essere catturato si fa uccidere > 63 a. C.
Il senato, spinto da Marco Porcio Catone (l'Uticense), si pronuncia per la pena di morte.
Cicerone procede a far giustiziare i condannati.
Nei pressi di Pistoia, Catilina si scontra con un esercito consolare e muore in battaglia.
63 a. C. > una legge agraria proposta dal tribuno P. Servilio Rullo include anche l'Egitto in un vasto
programma di assegnazioni fondiarie.
Fu combattuta da Cicerone che riusc a farla bloccare
Fa votare due leggi agrarie: una per la distribuzione di terre ai veterani di Pompeo; l'altra,
successiva, per l'assegnazione di fondi (agro campano) a cittadini nullatenenti
Vengono ratificate le decisioni prese da Pompeo in Oriente
Lex Iulia de repetundis per l'ampliamento e il miglioramento della legislazione sillana in materia di
concussione
Il tribuno della plebe Publio Vatinio fa votare un provvedimento che attribuisce a Cesare il proconsolato
della Gallia Cisalpina e dell'Illirico per 5 anni
Pompeo propone l'aggiunta dell'assegnazione della Gallia Narbonese (il cui governo si era da poco reso
vacante)
limitazione del potere censorio di espellere membri del senato (per farlo, erano necessarie la
concordia di entrambi i censori e la possibilit per gli accusati di difendersi)
legalizzazione dei collegia (associazioni private religiose e di mutuo soccorso, soppresse dal senato
perch ritenute pericoloso strumento di mobilitazione delle masse urbane)
[Clodio ne fece prima dei gruppi di pressione, poi delle bande armate al suo servizio]
condanna all'esilio per chiunque avesse condannato a morte un cittadino senza avergli concesso di
appellarsi al popolo.
Cicerone (che era il bersaglio di tale provvedimento) si allontan da Roma prima ancora della sua
votazione
CESARE IN GALLIA
58 a. C. > Gallia Narbonese
Cesare attacca e sconfigge gli Elvezi a Bibracte
Interviene in aiuto agli Edui, minacciati dagli Svevi di Ariovisto (chiamati a loro volta dai Sequani, in lotta con
gli Edui).
Inizialmente li induce a ritirarsi al di l del Reno e fa di Ariovisto un re amico.
Poi, in seguito a nuove migrazioni, lo affronta e lo sconfigge nell'Alsazia superiore (odierna Mulhouse).
Cesare ritorna poi nella Cisalpina, lasciando per truppe nel territorio dei Sequani.
57 a. C. > Gallia Cisalpina
La presenza dei Romani suscita a nord la reazione dei Belgi, che tentano di Cacciarli dalla Gallia.
Cesare li sconfigge e li sottomette insieme ai Nervii (stanziati pi a nord).
Nel frattempo P. Licinio Crasso (figlio del triumviro) sottomette diverse trib della Normandia e della
Bretagna.
Alla fine dell'anno, comunica al senato la pacificazione della Gallia (anche se non aveva nemmeno
attraversato la parte centro-occidentale della regione) a fa ritorno a Roma.
I consoli, appoggiati da Cicerone, affidano a Pompeo l'incarico, con poteri straordinari per 5 anni, di
provvedere all'approvvigionamento della citt (cura annonae).
Pompeo accetta e svolge efficacemente il compito, acquistando popolarit.
Intanto, contro Cesare, si chiedeva la revoca della legge sull'agro campano e del suo proconsolato in Gallia.
aprile 56 a. C. > accordi tra Cesare, Pompeo e Crasso a Lucca
proroga di altri 5 anni del proconsolato di Cesare in Gallia (con aumento delle legioni a sua
disposizione)
elezione al consolato di Pompeo e Crasso per il 55 a. C.
assegnazione, dopo il consolato, delle Spagne a Pompeo e della Siria a Crasso
Tutto si svolse come programmato.
CRASSO E I PARTI
54 a. C. > Crasso giunge in Siria
Lotta dinastica nel regno dei Parti tra i figli del re Fraate dopo la sua morte.
Orode II diviene re.
Crasso si schiera con il fratello rivale Mitridate; varca l'Eufrate e si spinge in Mesopotamia.
53 a. C.
Anzich invadere il paese da nord, Crasso si mette in marcia attraverso le steppe della Mesopotamia.
L'esercito entra in contatto con i Parti in una pianura nei pressi di Carre e viene travolto.
Il figlio di Crasso (mandato da Cesare) cade in battaglia.
Crasso viene preso e ucciso mentre si ritirava.
54 a. C. > muore Giulia, sorella di Cesare e moglie di Pompeo. Pompeo sposa Cornelia, vedova del
figlio di Crasso
53 a. C. > muore Crasso
Comincia una vera e propria lotta di espedienti tra Cesare e i suoi avversari in merito al termine dei suoi
poteri.
50 a. C. > il tribuno C. Scribonio Curione sostiene la necessit, per uscire dalla crisi, della
contemporanea abolizione dei comandi straordinari sia di Cesare che di Pompeo.
La grandissima maggioranza del senato si pronuncia a favore.
49 a. C. > Cesare scrive da Ravenna al senato: si dichiara pronto a deporre il comando a patto che
lo faccia anche Pompeo.
Gli viene per ingiunto (per opera dei suoi avversari) di porre fine unilateralmente alla sua carica. Due
tribuni, tra cui Marco Antonio, minacciano il veto; vengono espulsi, e tramite un senatus consultum ultimum
viene affidato ai consoli e a Pompeo il compito di difendere lo Stato.
Vengono nominati i successori al governo delle province di Cesare.
Pompeo (con i consoli e molti senatori) fugge a Brindisi per imbarcarsi verso l'Oriente.
Si stabilisce in Grecia e riesce a bloccare i rifornimenti per l'Italia.
Cesare non arriva in tempo per fermarlo.
Sosta brevemente a Roma. Poi raggiunge le sue truppe in Gallia e va ad affrontare i pompeiani in Spagna >
vittoria presso Ilerda.
Ritornato a Roma,
ricopre la carica (attribuitagli dal pretore M. Emilio Lepido) di dictator comitiorum habendorum
causa
I comizi lo eleggono console per il 48 a. C.
48 a. C.
Cesare riesce a traghettare 7 legioni e assedia Durazzo.
Viene respinto, e avanza verso la Tessaglia inseguito da Pompeo.
Pompeo fugge in Egitto (dove era in corso una lotta dinastica tra i fratelli Tolomeo XIII e Cleopatra VII), ma
ritenendo pericolosa la sua presenza, i consiglieri reali lo fanno uccidere.
48 47 a. C.
Cesare rimane in Egitto per assicurarsi l'appoggio del regno.
Da Roma lo nominano dittatore per 1 anno.
47 a. C.
fulminea campagna di Cesare contro Farnace (figlio di Mitridate) nel Ponto
Cesare ritorna per breve tempo a Roma.
Viene eletto al suo terzo consolato per il 46 a. C.
Poi riparte per l'Africa, dove si erano rifugiati e riorganizzati i pompeiani (appoggiati da Giuba, re di
Numidia).
46 a. C.
Dopo Tapso, gli erano state attribuite la tribunicia potestas e il titolo di imperator (= detentore dell'imperium) a
vita.
Gi dal 49 a. C. aveva messo mano a un vastissimo programma di riforme (personalmente o tramite suoi
fautori):
incremento del numero dei senatori fino a 900 (con l'ingresso di cesariani ed elementi provenienti da
tutte le regioni dell'impero)
questori da 20 a 40
edili da 4 a 6
pretori da 8 a 16
leggi suntuarie
frumentazioni gratuite
LE IDI DI MARZO
Alle idi di marzo del 44 a. C., Cesare viene ucciso nella curia di Pompeo.
L'EREDITA' DI CESARE
I cesaricidi non avevano un programma che andasse al di l dell'assassinio di Cesare. Si ritirarono sul
Campidoglio per decidere il da farsi.
I cesariani, tra cui Marco Antonio e Lepido cominciano da subito a riorganizzarsi.
Antonio (console insieme a P. Cornelio Dolabella) propone una politica di compromesso, ratificata
dal senato: l'amnistia per i congiurati e la convalida degli atti di Cesare.
Si impegna a portare avanti i progetti di legge del dittatore.
Dal testamento, risulta che Cesare aveva lasciato come erede il pronipote e figlio adottivo
C. Ottavio (che avrebbe dovuto accompagnarlo nella campagna partica in qualit di magister
equitum, e che lo stava aspettando in Illiria, ad Apollonia), il quale si reca subito a Roma e reclama
l'eredit.
Fu subito appoggiato dai cesariani pi accesi e dai veterani; il senato invece vede in lui un mezzo
per arginare lo strapotere di Antonio.
Antonio si era fatto assegnare per 5 anni, dallo scadere del consolato, la Macedonia, la Gallia Cisalpina e la
Gallia Comata.
La Gallia Cisalpina era per originariamente destinata a Decimo Bruto, il quale rifiuta di cedergliela e si
rinchiude a Modena, assediato da Antonio
IL TRIUMVIRATO COSTITUENTE
Ottavio chiede il consolato; al rifiuto del senato, marcia su Roma.
Viene eletto console nell'agosto 43 a. C. insieme al coerede Quinto Pedio.
> revoca di tutte le misure di amnistia e istituzione di un tribunale speciale per perseguire i cesaricidi
Antonio e Lepido si congiungono con altri governatori della Gallia e della Spagna.
Decimo Bruto, abbandonato dai soldati, rimane ucciso.
C. Ottavio assume il nome del padre adottivo > C. Giulio Cesare Ottaviano
ottobre 43 a. C. > incontro tra Antonio, Ottaviano e Lepido
> triumvirato rei publicae constituendae
(sancito dalla lex Titia, votata dai comizi tributi)
[diritto (per 5 anni) di convocare il senato e il popolo, di promulgare editti e di designare i candidati
alle magistrature]
I cesaricidi Bruto e Cassio avevano costruito una solida base di potere in Oriente e avevano raccolto un
potente esercito.
Ottaviano e Antonio partono per la Grecia.
Antonio aggiunge ai suoi comandi quello su tutto l'Oriente > piano di conquista del regno partico
a Lepido assegnata l'Africa
Ottaviano ottiene le Spagne e il compito di sistemare i veterani
Non essendo rimasto pi agro pubblico da assegnare, Ottaviano deve espropriare alcuni terreni.
Le proteste di piccoli e medi proprietari sfociano in aperta rivolta, sfruttata da Fulvia (vedova di Clodio e
moglie di Antonio) e da Lucio Antonio (fratello di Antonio).
Gli insorti si chiudono a Perugia, assediata, espugnata e saccheggiata.
36 a. C.
Agrippa sconfigge in mare S. Pompeo a Milazzo e Nauloco
S. Pompeo fugge in Oriente e viene ucciso l'anno successivo.
Lepido rivendica il possesso della Sicilia, ma viene abbandonato dalle sue truppe; Ottaviano dichiara
decaduti i suoi poteri di triumviro (ma gli lascia il pontificato massimo) e si impossessa dell'Africa.
ritornato a Roma, Ottaviano riceve la sacrosanctitas (propria dei tribuni della plebe)
35 34 a. C.
campagne di Ottaviano e Agrippa in Pannonia e Dalmazia contro gli Illiri
ANTONIO IN ORIENTE
Alleanza con l'Egitto (relazione con Cleopatra > inverno 41 40 a. C.)
40 a. C. > i Parti invadono la Siria, sconfiggono i governatori antoniani e dilagano in Asia Minore e in
Giudea.
Antonio deve per ritornare in Italia per via delle conseguenze della guerra di Perugia.
Dopo gli accordi di Brindisi e il matrimonio con Ottavia (39 a. C.) parte per Atene.
L'anno successivo (35 a. C.) trascorre nei preparativi per una nuova spedizione* invasione della Partia e
dell'Armenia (34 a. C.).
*Ottaviano non rispetta gli impegni presi a Taranto e lancia una provocazione ad Antonio, che ripudiando
Ottavia, offre ad Ottaviano l'occasione di ribaltare la questione.
Avviene quindi la rottura definitiva.
LO SCONTRO FINALE
32 a. C. > Cn. Domizio Enobarbo e C. Sosio chiedono la ratifica delle decisioni prese da Antonio in
Oriente.
Ottaviano impedisce al senato l'approvazione.
Dopo il ripudio ufficiale di Ottavia e la vicenda del testamento, Ottaviano ottiene che Antonio venga
privato di tutti i suoi poteri, presentandosi come il difensore di Roma contro la regina d'Egitto
contro cui viene formalizzata la dichiarazione di guerra.
L'Italia e le province occidentali gli giurano fedelt.