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CORPUS DOMINI

La riflessione di oggi sulla solennit del Corpus Domini, del Corpo del
Signore che qui a Foggia abbiamo festeggiato gioved come pure a Roma e da
altre parti del mondo.
Sono stato sia alla Messa in Cattedrale che alla Processione ed ho meditato su
molte cose. Anzitutto voglio dire, senza alcuna piaggeria, che ogni volta che
ascolto quello che il nostro Vescovo dice e lo vedo come si muove mi pare di
sentire papa Francesco e divederlo. La Chiesa ha preso finalmente un nuovo
corso, ci vorranno anni, molti anni perch certe abitudini e mdi di agire e di
pensare cambino ma di sicuro indietro non si torna pi. Sfarzo, formalismo,
ostentazione di potere, oceani fra il dire e il fare, fra il credere e lessere,
fariseismo finalmente volgono al termine. Ci sono ancora. Purtroppo qualcuno
continua a viverli ma sono rimasti pochi dinosauri in una realt che diventa
veramente quella che Ges voleva per la sua Chiesa. Mi piacerebbe che qui si
potesse mettere una foto del Vescovo in processione che porta Ges. O forse
era portato da Ges, sostenuto.
Questa mattina un amico legionario di Cristo mi ha citato una selle ultime frasi
del cardinale Francis Eugene George, arcivescovo di Chicago, morto lo scorso
anno. Diceva: Io muoio nel mio letto, il mio successore forse in prigione, quello
che viene dopo di lui morir martire e finalmente chi verr dopo trover un
mondo distrutto e potr far rinascere dalla cenere la vera Chiesa, formare le
persone. Proprio questa parola per me diventata la pi importante: persone.
In matematica si impara che zero pi zero fa come somma zero! Anche in una
famiglia succede questo, in un convento, in un monastero, in una parrocchia.
Dovunque due essere umani si incontrano lincontro dipende dal valore di ogni
singolo. Ce lo ha insegnato Giovanni Paolo II. Ricordate con quale enfasi diceva
la parola uomo? lo ribadisce anche nella sua esortazione post-sinodale papa
Francesco: questo tempo segnato da un individualismo esasperato, portato
alleccesso. Benedetto XVI parlava di relativismo ma intendeva la stessa
cosa. Noi facciamo pastorale, cio azioni, per la famiglia, i malati, le vocazioni, i
giovani, i carcerati, i profughi e certamente sono aspetti non solo importanti
ma essenziali. Eppure come fare la festa del pap in una famiglia dove il pap
se ne andato ed ha fatto unaltra famiglia! La processione passata per una
via del centro citt addobbate per la squadra del Foggia con i nomi di tutti i
calciatori. Il farmacista di quartiere difficile della citt mi diceva che la
domenica mattina distribuisce una grande quantit di pillo abortive del giorno
dopo. Una giovane che conosco mi ha raccontato che una sua amica di soli
sedici anni ne ha gi prese almeno sei. Alcune famiglie vengono a parlare e a
chieder cosa possono fare per i loro figli che gi nelle scuole medie, e non
parliamo delle superiori e delluniversit, si spinellano, sniffano, si
impasticcano. Per poter comprare la pillola del giorno dopo non c bisogno
di una ricetta ma basta avere pi di diciotto anni. Agisce provocando una
tempesta ormonale che espelle ogni eventuale ovulo fecondato. Le
conseguenze portano fino alla sterilit oltre che a gravi problemi di salute. Mi
chiedo quanto sar nella vita di una ragazza che ha gi attraversato questo
lesperienza dellamore vero, la gioia della maternit. Lalternativa non sono
delle prediche moralistiche, il generare sensi di colpa, il dire che peccato.
Perch se una ragazza dice di no al sesso o un giovane dice di non volersi
drogare neppure con un poco di erba viene emarginato. Chi di noi avrebbe
accettato la solitudine, lemarginazione, la derisione? Neppure i nostri figli e
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nipoti oggi ha spalle cos larghe da sopportare tutto questo. Anche loro si
adeguano. Tempo fa cera un comico che ripeteva la frase non capisco ma mi
adeguo. Un giovane di oggi pu ripetere non sono daccordo ma ho pi
paura di essere lasciato solo, senza amici, chiuso fuori dalla porta. Molti adulti
si giustificano dicendo che questa la societ. Ancora peggio sono quelli che
dicono di non aver fatto mancare niente ai loro figli. Giovanni Paolo II diceva
che lasciamo alla generazione che viene un mondo di cose e non di persone.
Secondo alcuni sociologi dopa la nostra salteremo una generazione o due di
persone rovinate dalluso di droga, dalla fragilit psicologia, dalle turbe mentali,
dalla sterilit, dallincapacit comunque a subire la vera vita e ad affrontare i
problemi inevitabili in ogni esistenza. Certamente questa sembra una analisi
solo pessimista! Eppure proprio a questa tristissima realt noi credenti siamo
gli unici che hanno la risposta. E la risposta Ges, solo Lui, solo il suo amore
che si spezza nel pane fatto carne per noi. E interessante sottolineare che il
vangelo di Luca che abbiamo letto ieri, e che verr comunque riproposto in
molte chiese domenica, ci parla della moltiplicazione dei pani e dei pesci
mettendo due annotazioni cio che il giorno stava quasi per finire, era sera,
avanzava la notte e, a differenza degli altri che parlano di erba verde, Luca
scrive che il luogo era deserto. E la situazione storica nella quale siamo noi
oggi. Sembra che il mondo delle tenebre, del Male, stia per vincere e che se ci
guardiamo dentro ed intorno non vediamo altro che il nulla. Il nulla che n i
soldi, n il sesso, n la droga, n il potere riesce a far rivivere. Noi abbiamo solo
cinque pani e due pesci per pi di cinquemila uomini presenti, affamati e
bisognosi. Eppure con la forza della fede e mettendoci a disposizione di Ges
con coraggio possiamo saziare il bisogno di ogni uomo. Nellanno duemila don
Giussani durante lincontro col Papa diceva che il vero protagonista della storia
il mendicante. Luomo che mendica da Dio il senso della vita, la causa della
felicit. Dio che mendica il cuore delluomo. Il Vescovo spiegava che non
dobbiamo dire vado a fare la comunione ma Dio viene a fare comunione con
me. Il compito che come Chiesa gi da adesso e qui sar proprio questo
ricostruire la persona e creare luoghi di comunione. Ricominciare da noi stessi,
dentro le nostre case, nelle nostre famiglie, figli e nipoti. Nelle scuole avere a
cuore la persona dei nostri studenti. Nelle chiese amare e ricostruire la persona
dei fedeli e soprattutto per i giovani creare luoghi di vera comunione, libert,
gioia. Domenica scorsa la prima lettura ci parlava della Sapienza, dello Spirito
Santo, che giocava davanti a Dio mentre Lui creava. Giocava su tutta la faccia
del creato. Distribuiva fra gli uomini la letizia. Pensavo he per molti credenti il
verbo giocare non appartiene al vocabolario della fede.
Troppo presi dal moralismo, dalla tradizione, dai riti, dalle formule che andiamo
ripetendo senza capire n volere
(Sia fatta la tua volont) ci siamo
dimenticati e non abbiamo fatto lesperienza della fede come gioia grande e
piena. Oggi e qui per ognuno di noi, nel suo lavoro, nel suo ruolo, nel posto che
occupa nella societ questi due sono i compiti che ci sono affidati: ricostruire la
persona e creare luoghi belli. I giovani hanno bisogno solo di questo. Di scoprire
che la loro vita pu essere bella, piena di gioia, felice e soprattutto utile.
Osiamo cominciare a costruire quello che abbiamo distrutto. Aggiustiamo
dentro di noi anzitutto ci a cui abbiamo dato il primo posto e rimettiamo con
coraggiosa povert ed umilt anche la nostra vita di fede. Non le cose ma Dio
e luomo. Ricominciamo chiedendo perdono per non aver dato noi stessi, per
non esserci offerti, per non esserci spezzati. Non abbiamo insegnato, forse
perch noi per primi non ci crediamo abbastanza, se non solo a parole, che
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dare meglio che pretendere e ricevere. Io valgo molto di pi delle cose che
ho e posso lasciare.
Padre Valter Maria Arrigoni
Monaco diocesano

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