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Anna De Meo, Franco Lorenzi - Terminologia e lessicografia delle scie...

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Anna De Meo - Universit degli Studi di Napoli "L'Orientale"


Franco Lorenzi - Universit degli Studi di Perugia
Terminologia e lessicografia delle scienze del linguaggio: il Dizionario generale e
plurilingue del Lessico Metalinguistico[1]
1. Introduzione
All'interno della ricerca e della pratica terminologica, uno degli obiettivi pi rilevanti senz'altro quello di ottenere repertori che
siano basati su una solida documentazione tecnica e che, contemporaneamente, possano fungere da 'chiavi' per entrare in un
pi vasto dominio lessicografico. Ci al fine di consentire un aggancio tra repertorio terminologico e uso lessicale tecnico, cos
da ricostruire pi agevolmente la 'visione del mondo' che sottende la terminologia in un determinato settore (Magris et al. 2002).
In questa comunicazione illustreremo le linee essenziali del Dizionario generale e plurilingue del Lessico Metalinguistico (in
sigla, DLM) che consente, a nostro avviso, di trasformare l''aggancio' a cui accennavamo in un legame sistematico, fornendo uno
strumento complesso ed efficace sia sul piano terminologico che su quello lessicografico tecnico.
Il DLM una banca dati multi-funzionale, attualmente consultabile al sito http://dlm.unipg.it:

(1)
Esso il risultato di tre distinti progetti di ricerca (finanziati come progetti di interesse nazionale) che si sono susseguiti a partire
dalla met degli anni Novanta ed hanno coinvolto ricercatori appartenenti a varie sedi universitarie (Bologna, Catania, Cosenza,
Macerata, Napoli-"L'Orientale", Palermo, Perugia-Studi, Perugia-Stranieri, Udine). Il primo, "Thesaurus e dizionario critico del
metalinguaggio della Linguistica dall'Antichit all'Epoca contemporanea", stato ispirato e voluto da Cristina Vallini, nella
prospettiva di offrire una sintesi lessicologica teoreticamente fondata del patrimonio terminologico delle scienze del linguaggio.
Gli scopi che si prefisso sono cos sintetizzabili:
delimitare lo statuto dei tecnicismi del metalinguaggio della linguistica, stabilirne le corrispondenze interlinguistiche, verificare le
premesse epistemologiche che ne hanno dettato la coniazione e ne ispirano l'uso (Vallini-Orioles, 2000: 5)
Il lavoro proseguito nei progetti "Per un dizionario generale plurilingue del lessico metalinguistico", coordinato da Vincenzo
Orioles, e "Lessici specialistici e metalinguaggi: applicazioni in rete", coordinato da Diego Poli. L'attivit scientifica testimoniata
soprattutto dai volumi della collana "Lingue, Linguaggi, Metalinguaggio", diretta da Cristina Vallini e Vincenzo Orioles per
l'editrice "Il Calamo" di Roma. Il quinto volume della collana (DLM - Dizionario generale plurilingue del Lessico Metalinguistico,
2002) raccoglie i contributi specifici sulla banca dati.
Il DLM intende raccogliere sistematicamente i termini che descrivono e spiegano la fenomenologia del linguaggio e delle lingue,
collegandoli agli usi ed alle definizioni che si sono susseguiti nelle diverse epoche, negli autori, nelle opere e nelle scuole pi
significativi. Esso , quindi, inerentemente generale e plurilingue e da quest'ultima caratteristica deriva un forte interesse per la
traduzione del metalinguaggio, che testimonia sovente la fortuna di teorie e paradigmi scientifici.
In questo senso, sono state individuate precise fonti informative a cui far riferimento:
a. dizionari, glossari e repertori terminologici tecnici di scienze del linguaggio;

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b. opere fondamentali nella storia del pensiero linguistico, e


c. traduzioni di tali opere;
d. conoscenze dei ricercatori partecipanti al progetto, al fine di introdurre relazioni e nessi tra i lemmi, descrittori
relativi a citazioni e definizioni tratte dalle opere, e altre informazioni utili (documentazione bibliografica,
annotazioni critiche, disponibilit di opere in formato elettronico e cos via).
Partendo da un'attenta analisi lessicologica e lessicografica, i ricercatori impegnati nel progetto estraggono lemmi da dizionari,
glossari e repertori terminologici tecnici, e dalle opere fondamentali del pensiero linguistico, con indicazioni di interesse
lessicologico e lessicografico fornite dagli autori (in particolare, sinonimi, antonimi, traduzioni e rinvii di lemmi) e con le
informazioni bibliografiche pertinenti. In pi essi raccolgono citazioni d'autore, relative ai vari tipi terminologici, unicamente dalle
opere e le mettono in corrispondenza con le traduzioni, laddove siano disponibili.
Sulla base delle loro conoscenze, i ricercatori introducono poi legami e nessi tra lemmi, al fine di costruire una rete semantica di
collegamento, e, inoltre, descrittori delle citazioni e delle opere, predisponendo la banca dati per specifici temi di ricerca (rete
documentaria).
Lo schema generale sintetizzato nella figura seguente:

Figura 1.
Come in ogni importante lavoro di linguistica e lessicologia computazionali, la struttura degli archivi, le modalit di consultazione
e il circuito informatico che alimenta la banca dati si sono sviluppati e precisati nel tempo, fino a raggiungere una forma
pressoch definitiva.
La formulazione e l'implementazione iniziali del DLM sono dovute a Cristina Vallini ed al gruppo dell'Universit "L'Orientale" di
Napoli[2]. Essa prevedeva quattro archivi interrelati, sotto forma di schede lessicografiche automatiche, contenenti
documentazione bibliografica su autori ed opere, lemmi e citazioni d'autore. Pi avanti si introdotta la possibilit di aggiungere
traduzioni di opere, con collegamenti sistematici.
Analogamente a quanto avviene sovente in campo umanistico, la realizzazione di un database parte dall'ideazione e dalla
formalizzazione di schede, per passare, poi, all'elaborazione di un software che implementi le schede stesse e consenta una
prima raccolta di materiali. Successivamente, si rende necessario anche l'uso di software che 'unifichi' le informazioni e le renda
agevolmente disponibili in Rete per la consultazione attraverso pi chiavi di ricerca. Lavorando al DLM si messo a punto un
sistema (potenzialmente adottabile come modello per altre basi di dati in campo umanistico) che prevede: (a) una stazione

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lessicografica elettronica, usata dal ricercatore per lo spoglio di singole opere[3]; (b) una procedura di unificazione che raccoglie
i dati della stazione e li rende globalmente disponibili per la consultazione [4].
2. La struttura del DLM
A tutt'oggi il DLM contiene quasi 30.000 lemmi, in 31 lingue, ricavati da un'ottantina di testi (tra dizionari e opere originali),
corredati da circa 10.000 citazioni 'd'autore'. La consultazione avviene attraverso tre chiavi di ricerca: <autore>, <opera> e
<lemma> e, come possibile vedere dalle videate che seguono, a partire da ogni chiave possibile avere insiemi strutturati di
conoscenze:

(2)

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In particolare, possibile avere una documentazione sulla terminologia tecnica per ognuno di questi parametri, con i relativi
incroci. Consultando i lemmi tecnici, l'utente pu liberamente accedere o non accedere all'apparato di citazioni e definizioni,
ottenendo risultati differenziati rispondenti alle proprie esigenze. Di seguito, possiamo vedere una scheda-lemma come si
presenta alla consultazione. Si pu notare che, all'interno del DLM, ogni lemma univocamente determinato dalla tripla <lemma
- categoria grammaticale - lingua> ed ogni opera dalla coppia <autore - anno di pubblicazione>:
(5)

Sigla

Categoria
grammaticale: N
Tipo

Aitchison (1992)
Bloomfield (1935)

[DIZIONARIO]
[OPERA]

Introducing Language and Mind


Language

Crystal (1992)

[DIZIONARIO]

An Encyclopedic Dictionary of Language and


Languages

Liu-Wu-Cui (1988)
MacLeish (1972)

[DIZIONARIO]
[DIZIONARIO]

Duoyu duzho yuynxu chu


A Glossary of Grammar Linguistics

Marciszewski
(1981)

[DIZIONARIO]

Dictionary of logic as applied in the study of


language. Cocepts. Methods. Theories

Pei (1966)
Pei (1969)

[DIZIONARIO]
[DIZIONARIO]

Glossary of Linguistic Terminology


A Dictionary of Linguistics

[DIZIONARIO]

Longman Dictionary of Applied Linguistics

[OPERA]

Language

Lemma: phonology

Lista
opere

RichardsPlatt-Weber (1985)
Sapir (1933a)

Sinonimi

Rinvii

Lingua: inglese
Titolo

Lemma

Lingua

Sigla

phonemic mechanics

inglese

Sapir (1933a)

phonemics

inglese

Richards-Platt-Weber (1985)

boundaries
generative
phonology
grammar
intonation
phoneme
phonetics

inglese

Richards-Platt-Weber (1985)

inglese

Richards-Platt-Weber (1985)

inglese
inglese
inglese
inglese

Aitchison (1992)
Crystal (1992)
Crystal (1992)
Crystal (1992)

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phonotactics
prosody
suprasegmentals
syllable

inglese
inglese
inglese
inglese

Crystal (1992)
Crystal (1992)
Richards-Platt-Weber (1985)
Crystal (1992)

Traduzioni

fonologija
phonologie
Phonologie
yin wi xu
yin yn xu

russo
francese
tedesco
cinese
cinese

Liu-Wu-Cui (1988)
Liu-Wu-Cui (1988)
Liu-Wu-Cui (1988)
Liu-Wu-Cui (1988)
Liu-Wu-Cui (1988)

Descrittori

- NO ENTRY -

Citazioni
Definizioni

Bloomfield (1935)
Sapir (1933a)

Vedi le citazioni
Vedi le citazioni

Le citazioni sono di lunghezza variabile e presentano contesti spesso assai rilevanti. Per quanto concerne le traduzioni, il DLM
istituisce un legame tra il lemma che funge da traducente principale e l'archivio generale dei lemmi, secondo lo schema:
(6)
LEMMA ORIGINALE

CITAZIONE ORIGINALE

TRADUZIONE

LEMMA TRADUCENTE

LEMMARIO GENERALE
In questo modo, l'utente pu passare dal lemma nell'originale al lemma nella traduzione ed alle informazioni ad esso collegate
nell'archivio generale.
Le traduzioni sono leggibili come corpora paralleli, con la possibilit di scegliere le lingue da porre a confronto; ad esempio, nella
videata seguente sono poste a confronto l'opera The Life and Growth of language: an Outline of Linguistic Science (1875) di
W. Whitney (cfr. pi avanti) e la sua traduzione italiana (1876), partendo dal lemma language:

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3. Tipologia dei lemmi
Il DLM fornisce allo specialista uno strumento per muoversi nei testi di linguistica di epoche e di autori diversi, evitando quella
confusione terminologica che, per usare le parole di Hugo Schuchardt, "ist fr die Wissenschaft was Nebel fr die Schiffahrt."
(Schuchardt, 1922: 270). La terminologia linguistica porta con s le diverse prospettive selezionate per l'osservazione della
lingua e costituisce dunque un elemento fondamentale in una scienza in cui l'oggetto di studio non esiste a priori ma creato dal
punto di vista dell'osservatore-ricercatore. (Saussure, 1969 [1926]: 23). Non si pu dunque condividere l'affermazione di
Hjelmslev (1928: 57), per il quale "la terminologie est une question de got, elle ne touche pas aux ralits".
I lemmi inseriti nel DLM si presentano come unit mono o polirematiche: es. fr. corrlation N; sp. alofn N; ted. berflieen V;
ingl. submorphemic AG; sp. violacin del cdigo N; ingl. bound alternant of a free form N; ted. knstliche Vermittlungssprache
N; fr. asymtrie des organes de la parole N.
L dove gli autori schedati hanno proposto definizioni ponendo in rapporto di complementariet o di opposizione due diversi
termini, il lemma inserito nel DLM assume la forma X & Y oppure X vs Y. Si osservino i seguenti esempi, tratti da un saggio di E.
C. Traugott (1977):
pidginization and creolization N
Pidginization and creolization present a formidable challenge to the genetic view of historical linguistics. First and
foremost, pidginization and creolization, however defined, involve the development of new languages out of
convergent contact situations-the characterization of pidgins and creoles as having the lexicon of one language
and the grammar of another, although highly simplified, nevertheless captures an important generalization.
Furthermore, except in advanced stages of pidginization and creolization, these languages are unwritten par
excellence, developed in limited contexts, such trade, slavery on a plantation and so forth. (ibid.: 73)
[...] pidginization and creolization can be regarded as not different in kind from other processes of language
change, but as extreme cases of the hybridization that goes on in language all the time. (ibid.: 74)
Insofar as pidginization represents an extreme case of language mix, whatever processes are involved can be
seen as setting limits on the theory of mix. Insofar as creolization represents relatively unhindered experiment with
the creation of a new system, the processes involved can be seen to represent the maximum limit on what is
possible in language elaboration. (ibid.: 90)
simplification vs elaboration N
Certain principles must allow for a continual balance to occur between simplification and elaboration. It was the
generative transformational claim that simplification was the result of children's generalization processes at all
levels of grammar, whether phonological, lexical, or syntactic, hence their ability to mutate, while elaboration was
the result of the adults' ability to add (or innovate) without modifying their system. (ibid.: 80)

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Nel DLM vengono riportate anche similitudini e metafore, solitamente escluse dai tradizionali dizionari di linguistica, sebbene
spesso parte integrante del bagaglio terminologico dei linguisti, che le utilizzano sia per introdurre teorizzazioni sia per
esemplificare concetti astratti. Alcune similitudini e metafore hanno goduto di un successo particolare e sono entrate nei testi di
storia del pensiero linguistico e in taluni casi nei dizionari - si pensi allo Stammbaum di Schleicher, alle Wellen di Schmidt,
presenti anche in dizionari di linguistica storica (cfr. Trask 2000), ma si possono ricordare anche le altrettanto note interference
like sand di Weinreich (1967: 11)[5] o la partie d'checs di Saussure (1969 [1926]: 125-126)[6]. Altre rischiano l'oblio, pur
rappresentando un interessante contributo terminologico al metalinguaggio della linguistica. Il DLM, lavorando sui testi d'autore,
riesce a recuperare tra i propri lemmi anche similitudini e metafore meno note, come ad esempio Farben des Regenbogens,
utilizzata da Schuchardt nel Brevier (1922), o l'arbre scelto da Martinet negli Elments de linguistique gnrale (1961).
Il lemma Farben des Regenbogens presenta la seguente descrizione:
[...] ich mchte Ihnen das Bild des Stammbaumms, das ich zurckweise, durch ein anderes ersetzen. Es sei der
ganze Lnderkomplex romanischer Zunge mit einer und derselben Farbe, mit Wei bedeckt, welches die
allgemeine Vulgrsprache reprsentiere; dieses Wei verdunkle sich, nehme verschiedene matte Tone an,
welche strker und immmer strker hervortreten, bis endlich die Farben des Regenbogens unmerklich ineinander
berflieend vor unsern Augen stehen. Dieses Bild ist, weil es verschiedene, nicht einen einzigen Moment der
Anschauung erfordet, zwar ein weniger einfaches als jenes, Schuchardt kommt aber eben darum dem auch
keineswegs einfachen Sachverhalt nher. (Schuchardt, 1922: 128)
Questo lemma porta un rinvio ai termini Dialekt:
Wenn wir nmlich das ganze Sprachgebiet durchwandern, so finden wir fast berall, dass benachbarte Dialekte,
Mundarten, Untermundarten usw. nicht schroff gegeneinander abgrenzen, sondern sich aneinander annhern,
ineinander berflieen [...] Der Grund der angegebenen Erscheinung [.] liegt in dem gegenseitigen Verkehr [...]
so bewirkt er doch, dass die Dialekte sich nicht unabhngig, isoliert voneinander, sondern korrelativ ausbilden,
dass sie sich nicht geometrisch, sondern arithmetisch abstufen. (ibid.: 142)
e Mischung:
[...] wir haben Mischung entweder erst bei ausgeprgten Mundarten, oder sie beginnt schon mit der Spaltung.
Mischung durchsetzt berhaupt alle Sprachentwicklung; sie tritt ein zwischen Einzelsprachen, zwischen nahen
Mundarten, zwischen verwandten und selbst zwischen ganz unverwandten Sprachen. (ibid.: 171)
La Mischung inizia sin dalle prime fasi della differenziazione tra variet linguistiche e continua durante tutto il percorso di
evoluzione delle stesse. Schuchardt nega il modello dell'albero genealogico (Stammbaum ) proprio per l'impossibilit di poter
rappresentare su di esso l'evoluzione non lineare delle variet linguistiche, con i molteplici fenomeni di contatto linguistico che la
caratterizzano. Tracciare linee orizzontali per connettere in vario modo i rami dell'albero, finirebbe per annullare il modello in
s.[7] Proprio per questo motivo, Schuchardt propone un'immagine diversa in alternativa al modello dell'albero genealogico e
descrive l'evolversi dei diversi dialetti romanzi come se una superficie completamente bianca assumesse diverse sfumature di
colori, con intensit sempre crescente, fino ad arrivare ad un vero e proprio arcobaleno. Una simile metafora, sebbene
formalmente pi complessa di quella dello Stammbaum, appare particolarmente appropriata a rendere una visione
dell'evoluzione per contatto, processo metaforicamente indicato dal termine "berflieen", che ricorre significativamente sia nella
definizione di Dialekt sia in quella di Farben des Regenbogens e trova posto nel DLM insieme a flieend e verflieen (ibid.:
149)[8]
Se si opera nel DLM una ricerca per autore, volendo recuperare il metalinguaggio di A. Martinet, si osserver che tra i vari lemmi
compare anche l'insolito arbre, con un rinvio a pertinence e point de vue, associato alla seguente descrizione:
Toute description suppose une slection. Tout objet, quelque simple qu'il paraisse au premier abord, peut se
rvler d'une complexit infinie. Or, une description est ncessairement finie, ce qui veut dire que seuls certains
traits de l'objet dcrire pourront tre dgags. Ceux que relvent deux personnes diffrentes ont toutes
chances de, ne pas tre les mmes. En face du mme arbre, un observateur notera la majest de son port et le
caractre imposant de ses frondaisons; tel autre retiendra les craquelures du tronc et le chatoiement du feuillage;
un troisime s'essayera aux prcisions chiffres; un quatrime indiquera la forme caractristique de chaque
organe. Toute description serait acceptable condition qu'elle soit cohrente, c'est--dire qu'elle soit faite d'un
point de vue dtermin. Une fois ce point de vue adopt, certains traits, dits pertinents, sont retenir; les
autres, non pertinents, doivent tre carts rsolument. (Martinet, 1961: 37)
4. Traduzione di lemmi e definizioni
Il DLM strutturato in modo da presentare anche rese traduttive di lemmi e citazioni. Le traduzioni dei lemmi possono essere
quelle proposte dall'autore del testo o dal curatore del dizionario oppure quelle scelte dal traduttore del testo. I primi due casi
non risultano statisticamente rilevanti e la comparsa di equivalenti traduttivi dipende essenzialmente dall'interesse dell'autore
come pure dal tema trattato. La sensibilit di G.R. Cardona per la traduzione[9] rende il suo Dizionario di Linguistica (1988)
particolarmente ricco nei riguardi delle rese traduttive: es. allocutivi, ingl. adress forms, ted. Anredeformen, fr. allocutifs o
formes de traitement, sp. formas de tratamiento. Traduzioni in tedesco sono offerte nel Dictionary of Historical and
Comparative Linguistics di Trask (2000), non potendo ovviamente omettere riferimenti alla lingua nella quale sono state redatte
le maggiori opere di linguistica dell'Ottocento: ad es. ingl. final devoicing, ted. Auslautsverhrtung; ingl. basic vocabulary, ted.

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Kernwortschatz; ingl. grammatical change, ted. grammatischer Wechsel. Ancora meno frequente la proposta di rese traduttive
da parte di autori di saggi, che le propongono ai propri lettori spesso nel contesto di una discussione in cui riportano
problematiche affrontate in altri testi e in altre lingue. Una esemplificazione di questa modalit pu essere offerta dalla lettura
delle definizioni che accompagnano nel DLM alcuni lemmi utilizzati da Benvenuto Terracini nella Guida allo studio della
linguistica storica del 1949. Egli propone traducenti italiani di termini tedeschi e viceversa se utilizza riferimenti espliciti a
studiosi e correnti di pensiero tedesche; propone invece l'italiano e l'inglese l dove rimanda all'americano Whitney, noto
linguista dell'Ottocento. Si propongono di seguito alcune esemplificazioni:
il lemma tedesco vergleichende Sprachwissenschaft e il suo corrispondente italiano scienza comparata del
linguaggio
"vergleichende Sprachwissenschaft", scienza comparata del linguaggio: poich questo il nome che prese la
linguistica scientifica nella terra che le dette i natali. (Terracini, 1949: 15)
il lemma speculazioni glottogoniche e il traducente tedesco glottogonische Speculationen
[...] e tutte insieme [le identificazioni di desinenze e di elementi tematici modali o temporali, con pronomi o con le
varie forme del verbo "essere"] furono designate col termine dispregiativo di "speculazioni glottogoniche"
(glottogonische Speculationen). (Terracini, 1949: 65)
e il lemma scienza del linguaggio, accompagnato dal proprio corrispondente inglese comparative philology.
Whitney inizi l'insegnamento universitario della scienza del linguaggio (comparative philology). (ibid.: 78)
Il DLM permette un immediato confronto con la definizione del termine comparative philology elaborata dallo stesso Whitney,
ricavata dalla schedatura del volume The Life and Growth of Language (1875):
Comparative philology and linguistic science, we may say, are two sides of the same study: the former deals
primarily with the individual facts of a certain body of languages, classifying them, tracing out their relations, and
arriving at the conclusions they suggest; the latter makes the laws and general principles of speech its main
subject, and uses particular facts rather as illustrations. The one is the working phase, the other the regulative
and critical and teaching phase of the science. The one is more important as a part of special training, the other
as an element of general culture [...]. (Whitney, 1875: 315)
Whitney, docente di francese, tedesco, sanscrito e comparative philology al College di Yale, per molti anni ha tenuto anche un
corso di linguistica generale e ha pubblicato su questo argomento due importanti saggi, Language and the Study of Language
(1867) e The Life and Growth of language: an Outline of Linguistic Science (1875), nei quali difende una visione del linguaggio
come istituzione e prodotto storico dell'attivit umana. In un secolo che ha visto il prevalere della linguistica storica e comparativa
sia nelle Universit sia nelle pubblicazioni (cfr. Morpurgo Davies, 1994: 24), appare particolarmente importante la scelta di
Whitney di dedicare parte del proprio insegnamento alla teoria linguistica e ai principi generali della descrizione e dello sviluppo
del linguaggio ed dunque fondamentale la sua sollecitazione a tenere separati l'approccio teorico-metodologico della
comparative philology - studio del particolare - e quello della linguistic science - studio del generale. Avere la possibilit di
accedere alla citazione del linguista americano, fornisce al fruitore del DLM gli strumenti per giudicare come inadeguato
l'accostamento operato da Terracini tra i termini scienza del linguaggio e comparative philology.
Nel caso di testi tradotti, il DLM si arricchisce sia per quanto riguarda le traduzioni di lemmi sia per quanto riguarda le traduzioni
di citazioni. Questa parte dello strumento appare particolarmente utile a chi opera nel campo della traduzione specializzata,
poich offre la possibilit di riflettere su proposte traduttive originali, che possono presentarsi in maniera estremamente varia,
oscillando tra rese ottime, abbastanza buone o completamente errate (cfr. De Meo, in corso di stampa). Dall'osservazione dei
punti di forza e/o di debolezza di tali lavori, pu nascere nello specialista una maggiore sensibilit per la terminologia tecnica e
per le tecniche da utilizzare nel difficile compito di tradurre un saggio di linguistica.
Tra i casi di poca accuratezza traduttiva, possono essere menzionate situazioni in cui nella lingua di arrivo si annullano
differenze terminologiche presenti nella lingua di partenza o viceversa, come appare evidente dagli esempi riportati sotto, tratti
da Language di Bloomfield, nella versione originale inglese (1935) e nella traduzione italiana (1974) curata da Cardona e
Antinucci[10]:
In a favorable case, such as that of the word
apple, all the members of the speech-community
have been trained, from childhood, to use the
speech-form whenever the situation (in the case,
the object) presents certain relatively definable
characteristics.

Nei casi pi semplici, come quello della parola


mela , tutti i membri di una comunit linguistica
sono stati abituati, fin dall'infanzia, a usare la
forma linguistica ogni volta anche la situazione
(in questo caso, l'oggetto) presenti certe
caratteristiche relativamente definibili.

(Bloomfield, 1935: 140-141)

(Bloomfield, 1974: 162)

Different linguistic forms which have the same


phonetic form (and differ, therefore, only as to
meaning) are known as homonyms. Since we

Forme linguistiche diverse che hanno la stessa


forma fonetica (e differiscono, quindi, solo per il
significato) sono dette omonimi. Dato che non

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cannot with certainly define meanings, we


cannot always decide whether a given phonetic
form in its various uses has always the same
meaning or represents a set of homonyms.

siamo in grado di definire con certezza i


significati, non siamo sempre in grado di decidere
se una data forma linguistica nei suoi vari usi
abbia sempre lo stesso significato o rappresenti
un insieme di omonimi.

(Bloomfield, 1935: 145)

(Bloomfield, 1974: 167)

I lemmi inglesi linguistic form, speech-form e phonetic form vengono resi dai traduttori italiani con un'unica espressione, forma
linguistica, creando nel testo di arrivo una semplificazione terminologica immotivata; va notato invece che nella seconda
citazione le due occorrenze del termine phonetic form sono rese in italiano una prima volta con forma fonetica e una seconda
con forma linguistica.
Il traduttore pu sottovalutare la resa di una metafora utilizzata dall'autore del testo originale e decidere di cancellarla
completamente, come mostrato nei confronto tra la citazione del lemma affubl, utilizzato da Martinet (1961), e le rese traduttive
italiana, tedesca e spagnola:
affubl
On notera qu'un lexme comme travaill- figure traditionnellement dans le lexique sous la forme
travailler, c'est--dire qu'on l'y rencontre affubl du morphme -er d'infinitif. (Martinet, 1961: 20)
attaccato
Va notato che un lessema come scriv- figura tradizionalmente nel lessico sotto forma di scrivere,
lo si trova cio attaccato al morfema -ere dell'infinito. (Martinet, 1966: 20)
disfrazado
Hay que tener en cuenta que el lexema com- figura tradicionalmente en el lxico bajo la forma
comer, es decir, se le encuentra disfrazado con el morfema -er del infinitivo. (Martinet, 1965: 24)
versehen
Es sei erwhnt, da ein Lexem wie hab- in Wrterbchern herkmmlicherweise in der Form
haben aufgefhrt ist, da man es dort also mit dem Infinitivmorphem -en versehen antrifft.
(Martinet, 1963: 24)
Martinet utilizza la metafora del 'travestimento', della 'maschera', per illustrare l'effetto confondente che ha sul parlante l'uso del
morfema di infinito, che genera la parola inserita nel dizionario, nascondendo il lessema. Il traduttore spagnolo ha conservato la
metafora martinettina, traducendola con disfrazado 'mascherato', mentre completamente annullata dal traduttore italiano, che
utilizza un pi neutro attaccato al morfema e dal traduttore tedesco, il quale opta per versehen 'munito, fornito' di morfema.
Pi complesso il caso di veri e propri errori di traduzione, che tramettono al lettore del testo di arrivo informazioni disorientanti,
contrastanti con quelle elaborate dall'autore del testo fonte, come nel caso dei bloomfieldiani bounded e unbounded nouns,
sottoclassi dei common nouns, resi in italiano con nomi vincolati e nomi non vincolati, in luogo di nomi delimitati e nomi non
delimitati.
A. Bounded nouns in the singular number require a
determiner (the house, a house). The class meaning
is 'species of object occurring in more than one
specimen, such that the specimen cannot be
subdivided or merged.'

A. Nomi vincolati; al singolare richiedono un determinativo


(the house, a house). Il significato di classe 'specie di
oggetto che si trova in pi di un esemplare, tale che gli
esemplari non possono essere suddivisi o amalgamati'.

B. Unbounded nouns require a determiner for the


definite category only (the milk: milk). The classmeaning is species of object occurring in more than
one specimen, such that the specimen can be
subdivided or merged .' (Bloomfield, 1935: 205)

B. Nomi non vincolati; richiedono un determinativo solo


per la categoria definita (the milk: milk). Il significato di
classe 'specie di oggetto che si trova in pi di un
esemplare, tale che gli esemplari possono essere
suddivisi o amalgamati '. (Bloomfield, 1974: 237)

La confusione che pu generare un accostamento errato tra termini diversi, come nel caso di bounded form e bound form,
sottolinea l'importanza di un lavoro terminologico orientato anche in direzione delle corrispondenze traduttive, spesso proposte
senza adeguata o sufficiente riflessione metalinguistica.
5. Ricerca storica e moduli sperimentali
Completano l'architettura del DLM i moduli storico, semantico e documentario. Il modulo storico[11] permette di avere nel DLM
una proiezione storica dei termini tecnici. Nella <ricerca cronologica per lemmi> sono previsti i tre parametri <lingua>, <lemma>,

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<anno> per impostare la consultazione:

(8)
L'utente deve, in primo luogo, scegliere la <lingua> poi il <lemma> e l'<anno>. Ci consente di effettuare un'indagine entro un
arco temporale vastissimo, e attraverso i parametri <anno iniziale> e <anno finale> l'utente pu specificare l'anno in cui la
ricerca di un dato lemma deve avere inizio e l'anno in cui deve terminare. Nella videata che segue riportato un esempio di
consultazione per i lemmi inglesi che iniziano per l, a partire dal 1940:

(9)
Nella <ricerca cronologica per anni>, al fine di ottimizzare la visualizzazione del risultato della ricerca in base alla data di inizio e
di fine, gli anni sono raggruppati in modo automatico. La proiezione indica all'utente il numero dei lemmi presenti in un anno o in
una serie di anni:

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(10)
Se l'utente vuole approfondire la ricerca, accanto al numero di lemmi per ogni anno compariranno alcuni esempi, mentre
cliccando sopra il numero dei lemmi si attiver la lista completa per quell'anno o per quel periodo:

(11)
La rete semantica e la rete documentaria non sono attualmente consultabili attraverso il sito DLM, in quanto ancora a livello
sperimentale.
Il grafo semantico[12] sar un insieme di procedure 'intelligenti' che consentono l'esplorazione del DLM, collegando i lemmi per
ottenere un thesaurus terminologico (passando, ad esempio, da fonetica a fonetica articolatoria, da semantica a semantics,
oppure a semantica lessicale e cos via). Come abbiamo accennato, e sso assai complesso e prevede contributi specialistici
nei vari settori della linguistica e delle scienze del linguaggio, oltre all'uso selettivo delle informazioni su <sinonimi>, <traduzioni>
e <rinvii> che corredano le schede-lemma e provengono da dizionari o opere. In linea di principio, completer l'architettura del
DLM come 'tipo' lessicologico originale (in cui sono fusi il dizionario e il thesaurus), sulla linea gi indicata a suo tempo in
Calzolari (1988).
Per implementare il modulo semantico si partiti dalla metodologia delle reti semantiche, che ha avuto una enorme fortuna negli
studi di linguistica computazionale (ma anche di linguistica tout court) a partire perlomeno dagli anni settanta[13]. Le reti

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semantiche consentono di visualizzare una base di conoscenze e di mostrare esplicitamente le relazioni concettuali. Nel caso del
DLM, le informazioni per costruire la rete provengono dai ricercatori impegnati nel progetto, che inseriranno legami significativi
tra i lemmi, utilizzando s la fonte costituita dai <sinonimi> <traduzioni> e <rinvii> gi memorizzati nel DLM, ma considerandola
criticamente e aggiungendo in modo sistematico le relazioni che sembrano loro opportune. Per mettere a punto un sistema
flessibile, che consenta al ricercatore di decidere (a) quali lemmi prendere in considerazione, e (b) quali relazioni istituire tra di
essi, lo strumento che sembrato pi adatto quello della matrice. In una matrice, il ricercatore pu inserire un insieme di lemmi
e un insieme di relazioni, e specificare quali relazioni valgono per quali lemmi.
Vediamo come abbiamo proceduto in concreto. Il primo passo consiste nella scelta di un insieme di lemmi. Ogni lemma ha
indicate, in sigla e tra parentesi quadrate, la categoria grammaticale (ad es., N) e la lingua (ad es., IT, FR, IN). Queste
informazioni identificano univocamente il lemma e costituiscono la base della rete semantica; ogni lemma una tripla <lemma categoria grammaticale - lingua> che costituisce il punto d'ingresso nel lemmario DLM. Nella matrice i lemmi sono riportati
sull'asse verticale, e il ricercatore specifica, poi, le relazioni che ritiene utili per costituire la rete semantica. Le relazioni che
abbiamo scelto in prima istanza sono le seguenti:
(12)
parte-di

(denota il collegamento tra un termine a e un altro termine b; b un meronimo di a; nel caso pi


generale, b un 'campo di studi' che fa parte del 'campo di studi' a, asimmetrica; se linguistica
computazionale parte-di linguistica, allora linguistica non parte-di linguistica computazionale)

sigla-di

(asimmetrica; se N sigla-di nome, allora nome non sigla-di N)

sinonimo-di

(simmetrica; se nome sinonimo-di sostantivo, allora sostantivo sinonimo-di nome)

termine-collegato-a

(denota il collegamento tra termini genericamente 'dello stesso livello'; simmetrica; se nome terminecollegato-a nominale, allora nominale termine-collegato-a nome)

termine-di

(denota il collegamento tra un termine a e un altro termine b che indica il 'campo di studi' in cui a
usato;
asimmetrica; se nome termine-di grammatica, allora grammatica non termine-di nome)

tipo-di

(denota le relazioni gerarchiche e di inclusione;


asimmetrica; se nome comune tipo-di nome, allora nome non tipo-di nome comune.
Questa relazione consente la 'ereditariet' delle informazioni: se nome 'termine-di' grammatica e
nome comune 'tipo-di' nome, allora nome comune 'termine-di' grammatica).

traduzione-di

(simmetrica; se nome traduzione-di nom, allora nom traduzione-di nome)

La caratteristica fondamentale delle relazioni la simmetria, se, cio, una relazione valga in entrambe le direzioni o se, invece, in
un'unica direzione. Nel nostro caso, le relazioni simmetriche sono 3: sinonimo-di, termine-collegato-a, traduzione-di; le
relazioni asimmetriche sono 4: parte-di, termine-di, sigla-di, tipo-di[14].
Avendo a disposizione un elenco di lemmi presenti nel DLM e le relazioni, il ricercatore pu 'riempire' la matrice con i lemmi che
ritiene opportuni, fornendo la base per la generazione del grafo. A puro titolo di esempio, una matrice pu avere la forma
seguente:
(13)
relazioni
lemma

parte-di

grammatica [N ; IT]

linguistica
[N ; IT]

termine-di

sinonimo-di sigla-di

traduzione-di

tipo-di

terminecollegato-a
sintassi [N ;
IT]

nome[N;IT]
N [N ; IT ; IN]
noun[N;IN]
nom [N ; FR]
nom [N ;
FR]

nom abrg [N ; FR]


nom abstrait

nom [N ;
FR]

[N ; FR]
nom commun
[N ; FR]
nom d'agent
[N ; FR]

nome comune
[N;IT]

nom [N ;
FR]
nom [N ;
FR]

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nome
proprio[N;IT]

nom propre [N ; FR]


noms-de-plume [N ;
FR]
nome [N;IT]

nom [N ;
FR]
grammatica
[N;IT]

sostantivo
[N;IT]

sintassi [N;IT]

nom [N ; FR]
noun [N ; IN]
nome
[N;IT]

nome collettivo [N;IT]


nom
commun[N;FR]

nome comune [N;IT]

nome
[N;IT]
nome
[N;IT]

nome locale [N;IT]


nom propre [N ;
FR]

nome proprio [N;IT]

nominale [AG;IT]

nom [N ;
FR]

grammatica
[N ; IT]

nome
[N;IT]
nome [N;IT]

sintassi [N;IT]
nominale [N;IT]

grammatica
[N;IT]

nome [N;IT]

sintassi [N;IT]
nominalizzazione
[N;IT]

grammatica
[N;IT]

nome [N;IT]

sintassi [N;IT]
nom [N ; FR]
noun [N ; IN]
nome [N;IT]
sintagma nominale
[N;IT]

grammatica
[N;IT]

nome [N;IT]

sintassi [N;IT]
grammatica
[N;IT]

sintassi [N;IT]

sostantivo [N;IT]

grammatica
[N;IT]

nome [N;IT]

sintassi [N;IT]
Le procedure automatiche convertono la tabella nel grafo semantico; nella visita del grafo, l'utente partir da un singolo lemma
come punto d'ingresso e vedr strutture come quella della figura seguente:

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(14)
I descrittori della rete documentaria sono in fase di studio, ma sono gi previste le procedure di implementazione. I <descrittori>
sono stati inseriti per consentire una 'ricerca intelligente' nel DLM generale, che consenta di caratterizzare un <autore>,
un'<opera> o una <citazione> come appartenente ad una certa corrente del pensiero linguistico (ad esempio 'linguistica
strutturale', 'grammatica logica' ecc.) o la <citazione> come 'definizione' o 'descrizione' ecc. Tali indicazioni sfuggono al grafo dei
lemmi collegati (cio, non sono ricavabili dalla consultazione del grafo stesso), ma sono utilissime per i ricercatori.
In conclusione, il DLM ha oggi la forma di un prototipo originale, sicuramente rilevante per le ricerche linguistiche (ColombatSavelli 2001), ma anche per altri settori disciplinari, e pu rappresentare un nuovo 'tipo lessicologico', poich coniuga in modo
originale le caratteristiche dei dizionari generali e di quelli terminologici.
Riferimenti bibliografici
Bianchi, E. e A. Marcaccio. Lessicografia e terminologia metalinguistica in rete. In DLM 2002. 57-82.
Bloomfield, L. (1935) (I ediz. 1933). Language. London: George Allen & Unwin.
Bloomfield, L. (1974). Il linguaggio. Trad. it. a cura di Antinucci, F. e G. Cardona. Milano: Il Saggiatore.
Colombat, B. e M. Savelli a cura di (2001). Mtalangage et terminologie linguistique. Leuven: Peeters 2001.
De Meo, A. (2002). Lemmi e definizioni nel Dizionario generale plurilingue del Lessico Metalinguistico come banca dati
multifunzionale: ideazione, risultati e prospettive. In DLM 2002. 35-56.
Di Maio, F. (2002). Il software per il DLM ( Dizionario generale plurilingue del Lessico Metalinguistico): la stazione
lessicografica. In DLM 2002. 97-112.
De Meo, A. "I cugini non resistono a questo insetticida". Quando la traduzione degli esempi annulla la trasparenza di un testo
tecnico: il caso dei manuali di linguistica. In Vitale, M., D. Silvestri e C. Montella a cura di. La traduzione: il paradosso della
trasparenza. Napoli: IN STAMPA.
DLM 2002 = DLM - Dizionario generale plurilingue del Lessico Metalinguistico, testi raccolti a cura di F. Lorenzi. Roma:
Editrice "Il Calamo".
Calzolari, N. (1988). The Dictionary and the Thesaurus Can Be Combined. In Evens, M. (1988). 75-96.
Evens, M. (ed.) (1988). Relational Models of the Lexicon. Representing Knowledge in Semantic Networks. Cambridge:
Cambridge University Press.
Hjelmslev, L. (1928). Principes de grammaire gnrale. Kopenhagen: Hst.
Lanari, D. (2002). Tra informatica e linguistica: sulla struttura del DLM (Dizionario generale plurilingue del Lessico
Metalinguistico). In DLM 2002. 113-140.

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Lorenzi, F. (2002). Il Dizionario generale plurilingue del Lessico Metalinguistico come banca dati multifunzionale: ideazione,
risultati e prospettive. In DLM 2002. 11-34.
Magris, M. et al. a cura di (2002). Manuale di terminologia: aspetti teorici, metodologici e applicativi. Milano: Ulrico Hoepli.
Marini, E. (2002). Primi materiali per una bibliografia della lessicografia specialistica della linguistica. In DLM 2002. 83-96.
Martinet, A. (1961). Elments de linguistique gnrale. Paris: Librairie Colin Armand.
Martinet, A. (1963). Grundzge der allgemeinen Sprachwissenschaft. Stuttgart: Kohlhammer.

[1] I nomi degli autori sono in ordine alfabetico; Anna De Meo ha curato i paragrafi 3 e 4, Franco Lorenzi i paragrafi 1, 2 e 5.
[2] Cfr. Vallini (2002) e, sullo sviluppo del DLM, De Meo (2002) e Lorenzi (2002). La base documentaria del DLM e il rapporto
con altri dizionari elettronici esistenti sono trattati in Marini (2002) e Marcaccio-Bianchi (2002).
[3] La stazione lessicografica descritta in Di Maio (2002).
[4] La procedura di unificazione consiste di due applicazioni, CONV (che converte le schede lessicografiche elettroniche in XML)
e UNIF (che inserisce le schede nell'archivio generale). L'architettura del database, l'unificazione e le modalit di consultazione
sono descritte in Lanari (2002), Roccetti (2002) e Rossi (2002).
[5] In speech, interference is like sand carried by a stream; in language, it is the sedimented sand deposited on the bottom of a
lake. The two phases of interference should be distinguished. In speech, it occurs anew in the utterances of the bilingual
speaker as a result of his personal knowledge of the other tongue. In language, we find interference phenomena which, having
frequently occurred in the speech of bilinguals, have become habitualized and established. Their use is no longer dependent on
bilingualism.
[6] Mais de toutes les comparaisons qu'on pourrait imaginer, la plus dmonstrative est celle que qu'on tablirait entre le jeu de la
langue et une partie d'checs. De part et d'autre, on est en prsence d'un systme de valeurs et on assiste leur modifications.
Une partie d'checs est comme une ralisation artificielle de ce que la langue nous prsente sous une forme naturelle. Voyons
la chose de plus prs. D'abord un tat de jeu correspond bien un tat de langue. La valeur respective des pices dpend de
leur position sur l'chiquier, de mme que dans la langue chaque terme a sa valeur par opposition avec tous les autres termes.
En second lieu, le systme n'est jamais que momentan; il varie d'une position l'autre. Il est vrai que les valeurs dpendent
aussi et surtout d'une convention immuable, la rgle du jeu qui existe avant le dbut de la partie et persiste aprs chaque coup.
Cette rgle admise une fois pour toutes existe aussi en matire de langue: ce sont les principes constants de la smiologie.
[7] Wir verbinden die ste und Zweige des Stammbaums durch zahllosen horizontale Linien, und er hrt auf ein Stammbaum zu
sein.
[8] flieend AG = Wunderbarer dnkt es mich dass man die psychologischen Grundlagen des Lautwandels, den
gesellschaftlichen Charakter der Sprache, die flieenden Grenzen ihrer rumlichen und zeitlichen Verschiedenheiten so deutlich
wahrnehmen und dabei die Ausnahmslosigkeit der Lautgesetze so bestimmt behaupten kann. (Schuchardt, 1922: 71)
verflieen V = Was wir eine Etymologie nennen, ist nichts als eine mehr oder weniger abgekrzte Wortgeschichte, und eine
Wortgeschichte wiederum bildet keinen festen Ausschnitt aus der gesamten Sprachgeschichte, sondern verfliet ohne
bestimmte Grenzen in andere Wortgeschichten. (Schuchardt, 1922: 105)
[9] Il noto etnolinguista stato curatore di diverse traduzioni, tra le quali ricordiamo Linguaggio e funzione simbolica di J. Paulus
e La semiologia di P. Guiraud (Roma, Armando 1971), Lingue in contatto di U. Weinreich, Atti linguistici di J. Searle, e Gli
universali nella teoria linguistica a cura di E. Bach e R.T. Harms (Torino, Boringhieri, rispettivamente 1974, 1976 e 1978).
[10] La sottolineatura dei lemmi nelle citazioni nostra.
[11] L'implementazione del modulo dovuta a R. Anulli.
[12] L'implementazione del modulo semantico dovuta a F. Gentili e D. Lanari.
[13] Basti fare riferimento ai lavori pionieristici di Schank, Bobrow, Winograd, Hendrix e di altri 'padri' del Natural Language
Processing per avere un'idea dell'utilit di questo metodo e della sua importanza.
[14] In ogni rete semantica fondamentale anche il rapporto di ereditariet; nel nostro caso, l'ereditariet limitata a due tipi di
relazioni: parte-di e tipo-di. Cos, se linguistica cognitiva fa parte-di linguistica e grammatica cognitiva fa parte-di linguistica
cognitiva, allora grammatica cognitiva fa parte-di linguistica, se nome comune tipo-di nome e nome tipo-di categoria
grammaticale, allora nome comune tipo-di categoria grammaticale, e cos via.

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