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a partire da istanze affettive ed emotive, mai concepite come fatti individuali, che si verificano
eventi gruppali e non viceversa. Il collettivo , in quanto intreccio e trasmissione di rappresentazioni
ed azioni, evento di individuazione che include in s la relazionalit, anzich porla come un
problema successivo allindagine circa la costituzione dellindividuo. La relazione dentro un
1
G. Simondon, Lindividuation la lumire des notions de forme et dinformation, Millon, Grenoble 2005; questo
lavoro, che riproduce la tesi di dottorato di Simondon, inizialmente apparso in due volumi, rispettivamente intitolati
Lindividu et sa gense physico-biologique, PUF, Paris 1964 e Lindividuation psychique et collective la lumire des
notions de Forme, Information, Potentiel et Mtastabilit, Aubier, 1989; di questultimo disponibile la traduzione
italiana: Lindividuazione psichica e collettiva, a cura di P. Virno, DeriveApprodi, Roma 2001.
2
G. Simondon, Lindividuazione psichica e collettiva, cit., p. 89.
Riprendo lefficace definizione che F. Del Lucchese formula in Individuazioni mostruose: ontologia e relazione in
Deleuze e Simondon in N. Marcucci-L. Pinzolo (a cura di), Strategie della relazione. Riconoscimento,
transindividuale, alterit, Meltemi, Roma 2010, p. 105: necessario lasciare da parte l ontologia per usare invece il
concetto di ontogenesi []. Si tratta di un vero e proprio sforzo rivoluzionario per liberare la relazione dallipoteca e
dalla gabbia metaforica in cui stata racchiusa, tradizionalmente, dal concetto di sostanza. Siamo cos spinti non a
cogliere la relazione come qualcosa che accade tra due sostanze, ma al contrario a riconoscere che la relazionalit la
realt stessa: lEssere stesso appare non come ci che (e che successivamente accade, in forma di relazioni), ma
come ci che diviene, entro e attraverso la relazionalit [], Simondon propone di coniare un nuovo termine, quello
di transindividualit, per spiegare questa ontologia relazionale e per illustrare il modo in cui gli individui attraversano
lEssere, piuttosto che venirne costituiti.
4
G. Simondon, Lindividuazione psichica e collettiva, cit., p. 155.
5
M. Combes, La relazione transindividuale in E. Balibar-V. Morfino (a cura di), Il transindividuale. Soggetti,
relazioni, mutamenti, cit., p. 76.
anche questa sua insistenza ad aver consentito a un suo lettore tra i pi eretici, Etienne Balibar, la coniazione del
sintagma ontologia della relazione in una lettura di Marx e, poi, anche di Spinoza; cfr. E. Balibar, La filosofia di
Marx, tr. it. di A. Catone, Manifestolibri, Roma 1994, pp. 41-48 e Id., Dallantropologia filosofica allantropologia
sociale e ritorno: che fare con la Sesta tesi di Marx su Feuerbach? in E. Balibar-V. Morfino (a cura di), Il
transindividuale. Soggetti, relazioni, mutamenti, Mimesis, Milano-Udine 2014, pp. 147-177; su Spinoza, invece, E.
Balibar, Spinoza. Il transindividuale, tr. it. a cura di L. Di Martino e L. Pinzolo, Ghibli, Milano 2002.
7
G. Simondon, Lindividuazione psichica e collettiva, cit., p. 35.
8
G. Simondon, Lindividuation la lumire des notions de forme et dinformation, cit., p. 143: la relation a valeur
dtre, est attache ltre, fait rellement partie de ltre []; elle est opration individuante.
9
Ibidem.
10
Ibidem.
individuale, precedente ogni individuazione e connotato come potentiel vritable 11, cio
potenziale autentico, ma anche effettivo potenziale vero e proprio che anche un potenziale
effettivamente reale, potenziale in realt, che possiede la stessa sostanzialit delle cose. Ci
troviamo, cos, di fronte ad una mossa regressiva rispetto allontologia e alla logica di matrice
aristotelica che in certa misura ancora la nostra : la relazione non qualcosa che in un certo
senso , ma non nello stesso modo in cui sono le sostanze individuali; la relazione non una
categoria che esprime un evento, un fatto, uno stato predicabile di un ente sostanziale, ma qualcosa
di sostanziale quanto le cose singolari. Le relazioni, insomma, sono cose e, se esprimono un
potenziale12, non esprimono, per, un essere-in-potenza. Concepire un potenziale effettivo,
una potenza reale, ci porta a pensare che le relazioni sono sostanziali e che lessere in potenza
coincide con lessere in atto: che, insomma, i possibili sono attuali pur essendo possibili (non
avrebbe senso, altrimenti, chiamarli con questo nome). Natura il nome che Simondon attribuisce
a questo pre-individuale esistente come effettualit dei possibili, e la cui scoperta attribuisce ai fisici
ionici dellantichit: lessere, inteso come sfondo impersonale amorfo di ogni divenire, coincide con
lapeiron identificato da Anassimandro come elemento del reale agli albori della storia del
pensiero occidentale:
On pourrait nommer nature cette ralit pr-individuelle que lindividu porte avec lui, en cherchant
retrouver dans le mot de nature la signification que les philosophes prsocratiques y mettaient: les
Physiologues ioniens y trouvaient lorigine de toutes les espces dtre, antrieur lindividuation; la
nature est ralit du possible, sous les espces de cet dont Anaximandre fait sortir toute
forme individue13.
Simondon afferma che lessere e che, nello stesso tempo, contemporaneo a se stesso, che
come dire che sfasato in se stesso, perch solo cos pu avere un qualunque rapporto con s; ci
si spiega se lessere viene concepito come attivit e come trasduzione: operazione continua di
ristrutturazione di un campo metastabile, si esercita traverse et par un champ de forces qui
modifie tout le systme en fonction de lindividu et de lindividu en fonction de tout le systme.
11
Ibidem.
Ibidem: la relation existe toujours sous forme de potentiel.
13
Ivi, p. 297; su Anassimadro si vedano anche i Complments in ivi, pp. 357-358. Cfr. anche P. Chabot, La
philosophie de Simondon, Vrin, Paris 2003, p. 86: Anaximandre a nomm apeiron cette origine radicale. Simondon
sen rclame. Le prindividuel est la nature su sens prsocratique. Il est le rservoir du devenir. Les prsocratiques sont
pour Simondon les vritables penseurs de lindividuation. Ils nont pas connu cette fascination de ltre individu, celle
prsence de lindividu qui pousse comprendre le rel comme la sommation de tout ce qui y est individu. Ils nont pas
choisi un principe dindividuation, un terme premier duquel les individus dcoulent comme une monade droule son
essence. Il sont eu lintuition dun verbe (crotre) ci dun milieu sans forme encore, sans phase, mais anim. Le
prindividuel que Simondon postule pour dire le milieu dune individuation antrieur lindividu est lapeiron
dAnaximandre. J. H. Barthlmy, in Penser lindividuation. Simondon et la philosophie de la nature, LHarmattan,
Paris 2005, p. 112, vede in questo realismo, o naturalismo, della relazione e del pre-individuale una critica del concetto
di virtuale.
12
Simondon pu, cos, affermare che la relation fait partie de ltre nergiquement et
spatialement14: contemporaneit significa adesso lessere tanto come energia quanto come luogo in
cui lenergia si dispiega.
Proprio per questo, continua Simondon, la relation devient aussi relle que lindividu 15: la
relazione reale quanto lo lindividuo, che pu essere concepito per astrazione come isolato.
Affermazione un po strana: Simondon sta forse dicendo che, come lindividuo pu, astrattamente,
essere considerato come solo e senza alcuna relazione, cos anche la relazione potrebbe essere
considerata astrattamente rispetto agli individui che, di fatto, sono in relazione? In un certo senso s:
se le relazioni non fossero reali, questa operazione astraente non potrebbe essere effettuata. Tutto
questo, per, implica che il realismo delle relazioni comporti la possibilit di un vero e proprio
errore epistemologico concepire lindividuo come se stesse al di fuori dei processi relazionali di
individuazione ma non solo di quello; comporta, cio, la possibilit che la via ontogenetica possa
essere percorsa a ritroso secondo due varianti: la prima quella, appunto, dellerrore: si tratta della
posizione sostanzialistica che concepisce gli individui come termini posti in una relazione; la
seconda lesperienza vissuta di un campo energetico svuotato di ogni individualit ci che,
secondo Simondon, accade nellesperienza emotiva e in particolare nellangoscia: ontogenesi
rovesciata nel primo caso, percorso inverso dellontogenesi nel secondo.
14
Ivi, p. 143.
Ibidem.
16
G. Simondon, Lindividuazione psichica e collettiva, cit., p. 25.
17
Ivi, pp. 35-36.
15
Non si pu nascondere, fin da ora, che proprio questo prima di ogni individuazione crea
parecchi problemi, ma che, del resto, la sfida teorica di Simondon consiste proprio nellapprontare
degli strumenti concettuali adeguati: in particolare saranno quelli di metastabilit e di
trasduzione. A questultima categoria Simondon sembra attribuire una rilevanza particolare
categoria logica e metafisica a un tempo, modalit del pensiero inventivo e creativo, dice il divenire
dellessere solo in quanto, al tempo stesso, lo stesso cammino mediante cui il pensiero pu
seguire il processo mediante il quale lessere si individua:
La trasduzione pu essere unoperazione vitale; esprime soprattutto il senso dellindividuazione
organica; pu essere unoperazione psichica, un effettivo procedimento logico, bench non sia in
alcun modo limitata al pensiero logico []. La nozione di trasduzione serve a pensare i differenti
ambiti dellindividuazione []; dunque una nozione tanto metafisica che logica; si applica
allontogenesi, la stessa ontogenesi []; essa un procedimento mentale e, pi ancora che un
procedimento, un modo di incedere dello spirito dedito alla scoperta. Questo modo di incedere
consiste nel seguire lessere nella sua genesi, nel realizzare la genesi del pensiero nel momento
stesso in cui si realizza la genesi delloggetto 19.
Dire lEssere come genesi equivale, in effetti, a tentare di dire la genesi stessa del pensiero
che ne ricostruisce il percorso essendo il pensiero a sua volta un momento di questo percorso
stesso.
Per ora possiamo dire che i due approcci sopra citati atomismo e ilomorfismo
presuppongono entrambi lindividuo gi dato e ne fanno la via maestra per cercarne la genesi: si
parte dallindividuo belle fatto, sforzandosi poi di risalire alle condizioni della sua esistenza20.
Nel caso del monismo atomista tutto ci manifesto: lindividuo, latomo, esiste, per cos
dire da sempre, se vi genesi, si tratta di aggregazione di atomi singolari in organismi pi
18
Ivi, p. 36.
Ivi, p. 37.
20
Ivi, p. 25.
19
complessi. Nel caso della teoria ilomorfistica, invece, lindividuo non sembra essere dato in
partenza, e la sua genesi va spiegata: tuttavia, ci che viene presupposto in questa genesi una
teleologia che percorre tutto il processo dindividuazione. Detto pi precisamente: allindividuo
viene presupposto il principio di individuazione, nel senso che lindividuo (non ancora costituito)
viene preceduto dal principio di individuazione stesso inteso come produttore di ecceit il che
significa che il processo di individuazione si risolve interamente nellontogenesi e come ontogenesi:
ci nel senso che la legge del processo il risultato del processo stesso, lindividuo singolare
individuato.
Il processo di individuazione da cui Simondon intende prendere le distanze , quindi, una
genesi allincontrario, o una ontogenesi rovesciata; essa presuppone ci che dovrebbe spiegare
in quanto pone lindividuo allorigine e al termine del processo dindividuazione:
la nozione di principio dindividuazione scaturisce in certa misura da una genesi allincontrario, da
una ontogenesi rovesciata: per rendere ragione della genesi dellindividuo con i suoi caratteri
definitivi, bisogna presupporre lesistenza di un primo termine, il principio che ha gi in s ci che
spiegher lindividualit dellindividuo e dar conto della sua ecceit 21.
Questo molto chiaro nel caso della prima posizione, ossia del monismo sostanzialista, in
cui, appunto, lindividuo compare sia come origine del processo, sia come sua conseguenza e
risultato, in unevidente petizione di principio:
Nellatomismo, il principio di individuazione coincide con la stessa esistenza di infiniti atomi:
sempre gi l quando il pensiero vuole appurarne la natura. lindividuazione un fatto: per il singolo
atomo la sua esistenza fattuale; per il composto, lessere ci che in virt di una combinazione
casuale22.
Forse meno evidente nella seconda posizione, lilomorfismo: in tale caso, lindividuo non
preesiste allindividuazione; e tuttavia, il processo di individuazione, e il principio che lo dirige,
ci per cui si danno una materia ed una forma, le quali sembrano essere l apposta per combinarsi in
unentelechia e non hanno alcuna esistenza, se considerate in s componenti dellindividuo,
esse vengono considerate come presupposti della sua costituzione, rispettivamente come causa
materiale e causa formale necessariamente e teleologicamente articolate tra loro. Solo a questo
punto il divenire pu presentarsi come scandito in tappe, ognuna delle quali non che il progressivo
passare allatto di un essere in potenza, ma comunque predefinito:
21
22
Ivi, p. 26.
Ibidem.
Si assiste a quello che Bergson chiamava il movimento retrogrado del vero, per cui ci che
si verificato viene spiegato in base al suo essere possibile, una possibilit che non altro che un
doppione di quanto, di fatto, accaduto e che viene trattato come presupposto di se stesso; come
scrive Bergson, Pour le seul fait de saccomplir, la ralit projette derrire elle son ombre dans le
pass []; elle parat ainsi avoir prexist, sous forme de possible, sa propre ralisation24.
Allorigine, ancorch in forma embrionale, appunto potenziale, vengono attribuite le forme,
le fattezze, la struttura delloriginato: lorigine fin dallinizio risultato, lorigine il risultato non
ancora effettuatosi, ma pur sempre prefigurato in un non ben definito luogo dei possibili; il
divenire non se non la scansione temporale ordinata in cui i possibili passano allatto;
lindividuazione quel processo per cui lindividuo in potenza diventa individuo in atto. Siamo di
fronte ad un modello circolare di causalit: la risposta la mera ripetizione della domanda, e la
causa il rispecchiamento delleffetto, che viene concepito come se fosse collocato in un retromondo, o in un archi-mondo.
Simondon sottolinea le angustie di un approccio che, sovrapponendo lindividuazione ad un
solo processo ontogenetico, finisce col pensare lindividuo come telos del processo di
individuazione, unificando nellindividuo stesso causa, effetto e legge del processo; contro ci, egli
invita a conoscere lindividuo attraverso lindividuazione anzich lindividuazione a partire
dallindividuo25. Se accettiamo di procedere in questo modo, lontogenesi appare solo come una
possibilit relativa, un caso locale, di una condizione di divenire dellessere pre-individuale e, come
tale, senza fasi26, cos come, del resto, lindividuazione non produce solo individui, ma assai di
pi, ossia, per esempio, il plesso individuo/individui/ambiente come relazionalit dinamica e
possibilit di ulteriori individuazioni:
Lindividuo figurerebbe, allora, come una realt relativa, come una fase dellessere che presuppone
una realt preindividuale. Anche dopo lindividuazione, lindividuo non esiste in totale isolamento,
perch lindividuazione non esaurisce di colpo i potenziali della realt preindividuale e, per altro
verso, perch lindividuazione non produce soltanto lindividuo, ma la coppia individuo-ambiente 27.
Non per questo Simondon ci propone una prospettiva olistica, nel senso di un primato del
tutto sociale sugli individui, soprattutto perch una delle conseguenze della sua teoria sta proprio
23
Ivi, p. 27.
H. Bergson, Le possible et le rel, in Id., La pense et le mouvant, Puf, Paris 1996, p. 15.
25
G. Simondon, Lindividuazione psichica e collettiva, cit., p. 27.
26
Ivi, p. 28.
27
Ivi, p. 27.
24
nella messa in questione delle idee stesse di primato e di anteriorit; proprio linadeguatezza
di tali categorie a portare Simondon a respingere ogni forma di sostanzialismo, sia esso di tipo
psicologico oppure sociologico:
il sostanzialismo scrive Simondon induce a considerare il gruppo anteriore allindividuo o
lindividuo anteriore al gruppo: da qui derivano lo psicologismo e il sociologismo, due
sostanzialismi di diverso livello, luno molecolare, laltro molare 28.
Ivi, p. 150.
Ivi, p. 146: Lo psicologismo non riesce a rappresentare la vita sociale, perch ritiene che le relazioni tra gruppi siano
unestensione della relazione tra lindividuo e il gruppo di interiorit; esteriorizzando parzialmente le relazioni tra
lindividuo e il gruppo di interiorit, poi interiorizzando parzialmente le relazioni tra i gruppi di esteriorit e il gruppo di
interiorit, si pu arrivare a identificare illusoriamente i due tipi di relazione; ma questa identificazione misconosce la
peculiare natura della relazione sociale, poich misconosce la frontiera di attivit relazionale tra gruppo di interiorit e
gruppo di esteriorit. Anche il sociologismo misconosce la caratteristica relazione della vita sociale, sostanzializzando il
sociale a partire dallesteriorit, invece di riconoscere il carattere relazionale dellattivit sociale. Ora, non vi qualcosa
di psicologico e qualcosa di sociologico, ma lumano che, in rare situazioni-limite, pu sdoppiarsi in psicologico e
sociologico.
30
Ivi, p. 166.
31
Ivi, p. 32.
29
una certa misura dallindividuo []: il transindividuale non esteriore n superiore; esso
caratterizza la vera relazione tra ogni esteriorit e ogni interiorit rispetto allindividuo 32.
Poich, insomma, lindividuo sia essere che relazione 35, ma solo in quanto occasionale
teatro della sua continua articolazione, lessere quanto sussiste e resta accanto allindividuo
costituitosi e, nello stesso tempo, il luogo di ulteriori individuazioni, tra cui quella collettiva e
gruppale. Se non vi fosse individuo, si darebbe pur sempre dellessere; quando lindividuo cessa di
esistere, resta, al suo posto, un campo di realt non individuata; ma questo campo preindividuale
32
10
11
individuazione che incorpora gli individui gi costituiti in ununit pi vasta. lindividuazione che
fonda la relazione, grazie a un rapporto tra stati successivi dindividuazione che restano collegati
dallunit energetica e sistematica dellessere 39.
Lindividuazione non , per, un atto dellEssere (genitivo soggettivo), ossia non qualcosa
che lEssere fa o che gli accade: lessere non ha unit di identit, quella dello stato stabile in cui
nessuna trasformazione possibile []. Ci che si prende per relazione [] , in effetti, il
dispiegamento di quellessere che pi dellunit e pi dellidentit; il divenire una dimensione
dellessere, non ci che gli accade secondo una successione subita da un essere originariamente
dato, sostanziale40. lEssere stesso divenire, e la relazione, in quanto esplicitazione del divenire
dellEssere, essa stessa Essere e evento dellEssere, ha il rango dellessere41; , pertanto,
corretto parlare di processi di individuazione che, nellEssere, coinvolgono tutto quanto lEssere:
La genesi dellindividuo non [] un avvento assoluto dellessere, ma una individuazione in seno
allessere []. Non si pu [] dire che lessere si individuato: vi stata individuazione
nellessere e individuazione dellessere42; ne segue che lessere che ha dato adito allindividuo si
sdoppiato, diventando individuo e complemento dellindividuo. La realt originaria, anteriore
allindividuazione, non pu essere reperita nella sua completezza al di fuori dellindividuo
esistente43.
Lindividuazione, pertanto, non pu essere pensata nemmeno secondo il paradigma della
creatio ex nihilo, perch evento in seno allessere, che coinvolge tutto quanto lessere;
nellindividuo e fuori e intorno allindividuo lessere rimane infatti completo sta nellindividuo e,
contemporaneamente ne costituisce lambiente circostante lessere completo, di cui lindividuo
ha tratto origine, dopo lindividuazione tanto nellindividuo che in s44. Questo processo
complesso pu essere schematizzato in questo modo: lindividuazione anzitutto, ossia un evento
nellessere preindividuale e senza fasi; lindividualizzazione intesa come individuazione di un
essere individuato (risultato di unindividuazione)45 un esempio la duplicazione psiche-soma in
seno ad un individuo; la personalizzazione infine, intesa come processi di continua ristrutturazione e
per linee divergenti in un individuo individualizzato.
39
12
Ivi, p. 113.
Ivi, p. 112.
48
Ivi, p. 112.
49
Ibidem.
50
Ibidem.
51
Ivi, p. 66, nota 11.
52
Ivi, p. 33.
47
13
Tuttavia, Simondon sembra fare riferimento, a volte, a fasi dellessere: la sua esposizione,
non sempre lineare, pu presentare, almeno ad una prima lettura, qualche spunto di perplessit: in
particolare, appare problematico il concetto di trasduzione 54, che indica unoperazione mediante
la quale unattivit si propaga a poco a poco allinterno di un ambito determinato: in questo
propagarsi, ogni regione gi costituita e strutturata fa da principio e modello alla regione successiva
e ne innesca la costituzione. Simondon ci presenta lesempio di un cristallo che, a partire da un
piccolissimo germe, si ingrossa fino a portare ad una struttura reticolare amplificante 55.
Lessere appare come unesplosione, o come una sorta di frittata informe, ma pur sempre germinale,
provvista di uninteriore energia, che si propaga in tutte le direzioni, al punto che osserva
Simondon pu sfasarsi rispetto a s medesimo e pu oltrepassarsi da una parte e dallaltra del
suo centro56. In questo senso, un essere privo di unit di identit, mai perfettamente in quiete,
pu conoscere una condizione di unit trasduttiva.
53
Ivi, p. 31.
Ivi, p. 36.
55
Ibidem.
56
Ivi, p. 35.
54
14
Ora, come e perch si realizza il passaggio dallessere senza determinazioni agli individui?
Lessere appare come un complesso di potenzialit e di incompatibilit ontogenetica57. E qui ci
imbattiamo in un ulteriore aspetto, almeno apparente, di problematicit: lindividuazione appare,
infatti, quasi come leffetto di una dinamica di problem solving, come una sorta di risoluzione,
ancorch parziale e non definitiva, di un problema di incompatibilit o di non compossibilit. Ci
troveremmo, insomma, di fronte a una movenza leibniziana, che ci presenta lessere come
attualizzazione simultanea e per serie divergenti di compossibilit incompatibili tra di loro; lessere
amorfo, quindi, si realizzerebbe attraverso serie fortemente strutturate al loro interno oltre che
teleologicamente orientate: in questa cornice diventerebbe possibile dire che la prima
determinazione costituisce il gradino della seconda e il modello del suo sviluppo. Ancora,
Simondon ci presenta una ricostruzione di un processo di individuazione strutturato gi in fasi,
come se proprio quellessere, quello di Simondon, potesse gi essere articolato (almeno
virtualmente), e gi articolato proprio perch pieno di energia, di potenzialit... persino di
incompatibilit, in altri termini: sovrasaturo. Se leggiamo le affermazioni iniziali della
prefazione del testo Lindividuazione psichica e collettiva, troviamo, infatti, un essere
preindividuale e senza fasi58, il divenire come la comparsa di fasi successive dellessere e
nellessere, unindividuazione processuale, naturalmente plurale, che accade a un tempo come
risoluzione di una iniziale incompatibilit ricca di potenziale e come sovrasaturazione iniziale
dellessere privo di divenire, omogeneo, che poi si struttura e diviene, dando luogo allindividuo e
allambiente59. Il divenire appare, cos, come il modo in cui si risolve una iniziale incompatibilit
ricca di potenziali [] risoluzione delle tensioni originarie e loro conservazione come struttura60.
Ivi, p. 38.
Ibidem.
59
Ivi, p. 28, corsivi miei.
60
Ibidem, corsivi miei. In nota (p. 65) il curatore della tradizione italiana, non impropriamente, ne parla come di una
mediazione.
61
Ivi, p. 162.
58
15
Ivi, p. 161.
Ivi, p. 161.
64
Ivi, p. 162.
65
Ibidem.
63
16
Non viene fatto alcun riferimento a una qualche identit sessuale rigida, anche perch, come
a questo punto dovrebbe essere chiaro, lindividuazione non immediatamente sovrapponibile
allidentit di questa, al limite, si potrebbe parlare come di una formazione metastabile a seguito
di una dinamica di individualizzazione.
Abbiamo, allora, a che fare con un processo bimodale: individui che si costituiscono non
tanto nella relazione, quanto piuttosto assieme alla relazione e come relazionalit, a partire da un
residuo non individuale, un semplice indice, un attributo biologico, dallo statuto indefinito n solo
psiche, n solo soma, ma nel mezzo, nel trattino che distingue e allo stesso tempo lega psichico e
somatico. La sessualit si produce ed esiste solo l nel mezzo, e in s non niente.
6. Lemozione e langoscia
Il tema dellangoscia collocato nel quadro pi generale di una teoria degli affetti e della
vita psichica; tale livello di analisi , tuttavia, inseparabile da una considerazione relativa alla
relazione dellindividuo vivente con il suo mondo circostante. A tale scopo, Simondon chiarisce
immediatamente linadeguatezza di approcci centrati sul motivo delladattamento dellorganismo, o
del soggetto, allambiente o su quello di una sua riconduzione al piano dellob-iectum, cui starebbe
di contro un soggetto teoreticamente atteggiato.
Come si gi accennato, la psiche non pu essere concepita come collocata nella sola
dimensione dellinteriorit, n, viceversa, della sola esteriorit come sarebbe nel caso di
unimpostazione comportamentista66. Questo perch lindividuazione comporta sempre una
soluzione metastabile data assieme ad uno sfondo di possibili individuazioni ulteriori.
La vita psichica sarebbe pensabile al livello della cosiddetta individualizzazione, ma anche
in questo caso la dinamica richiede questa articolazione bimodale vale a dire: la psiche in quanto
sente e pensa (assi corrispondenti al livello subconscio e conscio) e il corpo in quanto percepisce e
agisce: in entrambi i casi, necessario un rapporto con un ambiente capace di giocare, insieme, la
duplice funzione di potenziale di individuazione e possibilit di sintesi di identificazioni e
relazioni ulteriori.
Lindividuo si individua nella misura in cui percepisce altri esseri, agisce o fabbrica, parte del
sistema che comprende la sua realt individuale e gli oggetti che percepisce o costruisce [].
Laffettivit e lemotivit sono la principale forma trasduttiva della vita psichica, il tramite tra la
coscienza trasparente e il subconscio, il nesso permanente dellindividuo con se stesso e con il
66
Ivi, p. 87.
17
mondo, o meglio, il nesso permanente dellindividuo con se stesso e la relazione dellindividuo con il
mondo67.
Ivi, pp.87-88.
Ivi, p. 94.
69
Ivi, p. 93.
70
Ibidem.
71
Ibidem.
72
Ibidem.
73
Ivi, p. 88.
74
Ivi, p. 89: Sono temi affettivo-emotivi quelli messi in luce da Jung nella sua analisi dellinconscio (o del subconscio)
su cui si basano i miti.
68
18
C, per, un secondo problema, relativo alla circolazione degli affetti concepita come una
comunicazione di subcoscienze. Simondon sostiene che tale comunicazione intersoggettiva non
pu dipendere da unazione congiunta di pi attori, n da uneffettiva identit di contenuti di
coscienza non si tratta della somma di azioni uguali di soggetti singolari, n del fatto che questi
75
Ivi, p. 90.
Ivi, p. 94.
77
Ibidem.
78
Ibidem.
79
Ibidem.
80
Ivi, p. 95.
76
19
stessi soggetti singolari pensino le stesse cose: il transindividuale non la somma di individui, ma il
presupposto delle loro relazioni. Simondon, per, connota tale comunicazione come
partecipazione, che potrebbe farci pensare semplicemente ad un prendere parte, se non fosse
che il tono delle sue analisi sembra far pensare alla partecipazione cos come concepita da LvyBruhl nei suoi studi sulla mentalit primitiva: situazione che esclude singolarit, relazione,
transindividualit81, la partecipazione comporta, infatti, una ricaduta pressoch completa
nellapeiron indifferenziato.
Simondon fa, in effetti, alcune considerazioni sconcertanti, anche se consequenziali. La
comunicazione delle subcoscienze, come detto, una circolazione di affetti e di emozioni; laffettoemozione una sorta di rimbalzo del transindividuale sul soggetto in quanto non agente: , quindi,
correlativo allazione solo in quanto, affezione appunto, ne rappresenta un movimento uguale e
contrario. Detto ci, una tale comunicazione, in senso stretto, non potrebbe attuarsi se non come
relazione tra inattivi, o, anche, tra soggetti non (ancora o attualmente) agenti e soggetti non (pi)
agenti ossia tra i viventi e i defunti. Questi ultimi sono individui pur sempre essenti, ma nel
modo della assenza nel mondo-ambiente: non pi agenti, essi sono ridotti a grumi di affetti che
circondano i vivi e, nel fare loro quasi ombra, si impongono come simboli transindividuali
dellaffettivit stessa. I defunti, grazie alla loro ingombrante presenza dellassenza, sono,
pertanto, simboli di affetti allo stato pre-individuale, senza soggetto o portatore, senza possibile
correlazione con unazione o, anche, alludono ad unagire pietrificato, senza agente, ricondotto
alla dimensione del puro e impersonale evento dellEssere:
Quando scompare, lindividuo annientato solo per quel che riguarda la sua interiorit; ma perch
sia annientato oggettivamente, bisognerebbe supporre che anche lambiente si annienti. Lindividuo
continua a esistere, e persino a esistere attivo, come assenza rispetto allambiente []; il mondo
costituito dagli individui attualmente viventi, che sono reali, e anche dai buchi di individualit, veri
e propri individui negativi composti da un nocciolo di affettivit ed emotivit, che esistono come
simboli []. Gli individui viventi hanno lonere di mantenere nellessere gli individui morti, in una
perpetua nekuia []. Il subconscio dei viventi tutto intessuto del compito di mantenere nellessere
gli individui morti che esistono come assenza, come simboli speculari dei viventi 82.
Lemozione correttamente intesa ricaduta nellaffettivit, ossia nel puro affetto preindividuale: laffetto, in senso stretto, segna la transindividualit nella sua indiscernibilit dalla pre81
Come ha osservato Levinas, Nella partecipazione mistica, fondamentalmente diversa dalla partecipazione platonica
a un genere, lidentit dei termini viene meno. Essendosi spogliati di ci che costituisce la loro stessa sostantivit, la
partecipazione di un termine allaltro non risiede nel fatto che essi hanno un attributo in comune, ma nel fatto che un
termine laltro. Lesistenza privata di ciascun individuo, dominata dal soggetto che , perde il suo carattere privato, e
ritorna a un fondo indistinto; lesistenza delluno sommerge laltro, e, con ci, non pi lesistenza delluno [].
Secondo Lvy-Bruhl, i primitivi di fronte alla morte come fatto naturale non manifestano altro che indifferenza; E.
Levinas, Dallesistenza allesistente, tr. it. di F. Sossi, Marietti, Casale Monferrato 1986, p. 53. Di L. Lvy-Bruhl si
veda, tra laltro, La mentalit primitiva, tr. it. di C. Cagnetti, Einaudi, Torino 1966.
82
G. Simondon, Lindividuazione psichica e collettiva, cit., pp. 90-91.
20
individualit. in questo contesto che diviene possibile parlare dellangoscia, tonalit dallo statuto
a sua volta illocalizzabile. Non si tratta di un affetto, di unaffezione intesa come una vibrazione
dellEssere nel suo individuare delle unit metastabili; langoscia non solo unemozione (exmotu), un rinculo del collettivo sul singolo, ma, piuttosto, un sentimento che assomiglia ad
unemozione83, ma solo in quanto un sentire che ha come contenuto lassenza di ogni contenuto,
puro fremito dellEssere stesso nella sua risonanza che non conosce polarizzazioni: Langoscia
unemozione senza azione, un sentimento senza percezione; pura ripercussione dellessere in se
stesso84. Essa si produce come una dissociazione e, al tempo stesso, come una co-presenza tra un
ente individuato e quanto di pre-individuale si accompagna ad esso 85 si tratta dellEssere allo stato
di apeiron, senza fasi, che si mostra allente singolare come un residuo non smaltibile n
assimilabile o riciclabile, come refrattario ad ogni ulteriore individuazione possibile.
Assistiamo, adesso, a un immenso rigonfiamento dellessere, a una dilatazione illimitata
che abolisce ogni rifugio e ogni interiorit 86, ma, nello stesso tempo, a una corrispondente
dilatazione del soggetto, che si trova invaso da questo stesso essere solo in quanto coestensivo ad
esso: il soggetto prende coscienza di s come natura, come indeterminato (apeiron) che non potr
mai attualizzare in un hic et nunc, che mai potr vivere87; i confini dellindividuo si sono dilatati
fino ad abbracciare tutto quanto lessere che, quindi, ha smesso di essere orizzonte dei possibili
futuri ed diventato il passato dellindividuo il pre-individuale come mero impersonale.
In breve: langoscia lo stato emotivo di un soggetto solitario che esclude da s ogni
dimensione collettiva,
un tentativo di sostituire, mediante uno scambio con lessere non soggettivo, quella individuazione
transindividuale che lassenza di altri soggetti rende impossibile. Langoscia realizza ci che di pi
alto pu compiere lessere solitario in quanto soggetto; ma tale reazione resta un mero stato, non
perviene a una nuova individuazione perch le fa difetto il collettivo 88.
Ivi, p. 97.
Ibidem.
85
Ibidem: Nellangoscia il soggetto [] sente la sua divisione in natura preindividuale ed essere individuato.
86
Ivi, p. 98. Questa connotazione dellEssere forse debitrice della nozione di il y a sviluppata da E. Levinas nella
prima fase della sua riflessione; cfr. E. Levinas, Dallesistenza allesistente, cit., pp. 50-51: Lil y a trascende []
tanto linteriorit quanto lesteriorit, di cui non permette neanche la distinzione []. Di fronte a questoscura invasione
non possibile raccogliersi in s, n rientrare nel proprio guscio. Siamo esposti. Cos, in Levinas, un analogo
dellangoscia il sentimento di orrore: Nellorrore, il soggetto spogliato della propria soggettivit, del suo potere di
esistenza privata. spersonalizzato [], lorrore sconvolge la soggettivit del soggetto, la sua particolarit di essente.
Esso la partecipazione allil y a, ivi, p. 53.
87
G. Simondon, Lindividuazione psichica e collettiva, cit., p. 97.
88
Ivi, pp. 98-99.
84
21
Quella sorta di movimento rovesciato o di percorso invertito che Simondon individua nella
tonalit affettiva dellangoscia una separazione dellessere dallindividuo , permette di cogliere
la delineazione di unontologia. Lessere pre-individuale, inteso come riserva di individuazione,
che si produce come relazione sospesa o individuazione interrotta, diventa il dispositivo teorico
anzitutto per operare lo scardinamento di quella macchina gerarchica che, muovendo dallindividuo
gi costituito, costruisce, poi, le relazioni e per concepire, infine, la relazione come fattore di
individuazione. Ma vediamo pi da vicino come si esprime Simondon, leggendo nella lingua
originale un passo in cui langoscia viene caratterizzata come scarto dallindividuazione e come
separazione dallessere:
Le sujet scarte de lindividuation encore ressentie comme possible; il parcourt les voies inverses de
ltre; langoisse est comme le parcours inverse de lontognse; elle dtisse ce qui a tiss, elle va
rebours dans tous les sens. Langoisse est renoncement ltre individu submerg par ltre
prindividuel, et qui accepte de traverser la destruction de lindividualit allant vers une autre
individuation inconnue. Elle est dpart de ltre89.
Negli stati angosciosi, lessere si impone allindividuo come, ad un tempo, realt preindividuale e come possibilit di individuazione, come ci che ci porta da unindividuazione ad
unaltra: nel sentimento dellangoscia, per, lindividuo sembra escludersi da questa possibilit e
incapace di coglierla come tale, scorgendo, piuttosto, in essa, il rischio del naufragio della propria
identit. Lesposizione di Simondon ci presenta uno stato emotivo piuttosto ambiguo:
lindividuazione ancora sentita come possibile, ma il soggetto angosciato sembra rinunciare a
questa possibilit, forse perch travolto da questo eccesso di possibile, che assume laspetto
inquietante dellimpersonale. come se lindividuo si trovasse di fronte ad un dilemma: accettare di
correre il rischio della propria distruzione per accedere ad unulteriore individuazione, o rinunciare
completamente ad essa. Lessere appare sia come perdita di individuazione, sia come possibilit di
nuove individuazioni in fondo, qui Simondon non ci sta dicendo nulla di nuovo rispetto a quanto
esposto in precedenza: transindividuale e preindividuale sono termini sovrapponibili; lo specifico
dellangoscia, per, che questi due aspetti non sembrano potersi sovrapporre, la crisi sembra
assoluta e senza soluzione. Il soggetto in preda allangoscia si come distaccato dallessere, che
non sembra pi la propria riserva, la propria benzina per poter procedere in avanti e la
possibilit di unindividuazione ulteriore appare solo come perdita della propria condizione attuale
89
G. Simondon, Lindividuation psychique et collective la lumire des notions de Forme, Information, Potentiel et
Mtastabilit, cit., p. 114; tr. it. cit., p. 99: Il soggetto si allontana da una individuazione sentita ancora come possibile;
percorre allinverso le vie dellessere; langoscia come unontogenesi rovesciata: disfa ci che stato tessuto, procede
allincontrario in tutti i sensi. Langoscia rinuncia allessere individuato sommerso dallessere preindividuale; essa
accetta di attraversare la distruzione dellindividualit andando verso unaltra, ignota individuazione. separazione
dellessere.
22
non si pu, daltra parte, nascondere che proprio tale condizione, proprio tale distacco
dallessere che produce una sorta di chiusura e di interruzione di un movimento ad essere motivo di
angoscia.
Ecco allora che, quando si in preda allangoscia come se si seguisse un percorso inverso
a quello dellontogenesi, come se si facesse un passo indietro; dobbiamo chiederci, per, se questo
stato definisca una de-individuazione, un altro tipo di individuazione o, addirittura, lindividuazione
in quanto tale: potremmo parlare di unindividuazione mancata, ma se ogni individuazione
provvisoria, in un certo senso sempre mancata e quelleccesso di essere che nel sentimento
dellangoscia sembra sommergere lindividuo , in fondo, il contrassegno della sua incompiutezza.
Colpisce, per, che Simondon impieghi pressoch gli stessi termini per indicare un altro tipo
di percorso inverso, quello seguito dallerrore, sopra denunciato, che concepisce un processo in
termini sostanzialistici. Rileggiamo, questa volta in francese, il passo citato nel 2:
La notion de principe dindividuation sort dans une certaine mesure dune gense rebours, dune
ontognse renverse90.
Ivi, p. 23; tr. it. cit. p. 26: si noter che Virno, in questo cogliendo lanalogia che cerco di mettere in luce, impiega
lespressione ontogenesi rovesciata anche a proposito dellangoscia, per tradurre comme le parcours inverse de
lontognse.
23
G. Simondon, Lindividuazione psichica e collettiva, cit., p. 163: La patologia mentale si colloca al livello del
transindividuale; fa la sua comparsa quando manca la scoperta del transindividutale, ossia quando la carica di natura,
presente nel soggetto insieme allindividuo, non si interseca con altre cariche di natura presenti in altri soggetti, con i
quali potrebbe formare un mondo transindividuale di significati. La relazione patologica con laltro quella priva di
significati, che si dissolve nella neutralit delle cose e lascia la vita senza polarit; lindividuo sente di diventare, cos,
una realt insulare; ingannevolmente oppresso o falsamente trionfante e dominatore, il soggetto cerca di ricollegare
lessere individuale a un mondo che perde il proprio significato; la relazione transindividuale di significato sostituita
dallimpotente relazione del soggetto con oggetti neutri, tra i quali vi sono i suoi simili.
92
Ivi, p. 168.
24
93
25
26
il pezzetto di ferro non possiede quel modo selettivo di esistenza, caratterizzato dallesistenza di
poli97, tuttavia, appena messo nel mezzo, si calamitizza e agisce come se fosse esso stesso una
calamita creatrice di quel campo98.
A questo punto, come concepire un campo? Una possibilit sarebbe concepirlo come
leffetto dellinterazione delle tre calamite e della barretta di ferro; se cos fosse, la reciprocit
ontologica cui Simondon fa riferimento sarebbe interamente sovrapponibile ad unazione reciproca
fra le tre calamite e la barretta di ferro.
Bisogna, piuttosto, dire che il campo ci per cui le tre calamite e il ferro fanno campo: il
campo stesso, in altri termini, non esiste n prima n indipendentemente dai singoli elementi; ma,
daltra parte, occorre mantenere la distinzione tra campo ed elementi: questi, infatti, possono essere
elementi-di proprio in virt e in funzione del campo stesso. Ci sono cose, quindi, che producono
effetti, ma, tra questi effetti, c almeno una non-cosa che funziona come condizione del loro
stesso operare: solo a questo livello possibile parlare di una reciprocit ontologica tra cose di
diversa natura e funzione come gli elementi e il campo.
Il campo magnetico appare come a un tempo effetto del gioco delle tre calamite e condizione
della specificit, delloperativit e della elementalit dei quattro oggetti; il campo, insomma, sia
effetto che condizione, ma queste due determinazioni non sono sovrapponibili n reciprocabili,
proprio perch le calamite sono tali solo nel campo che esse stesse attivano. Non si d campo fuori,
oltre e prima degli elementi, ma questi sono tali solo retroattivamente e in virt del campo stesso.
Solo a partire dal campo, infatti, un complesso di azioni concomitanti pu diventare un complesso
di interazioni, o, meglio, ne pu prendere le sembianze (il ferro agisce come se fosse una calamita).
Il campo quindi una relazione tra gli elementi che si trova ad essere simultanea e
concomitante agli elementi stessi, solo in quanto , allo stesso modo e nello stesso tempo,
condizione a sua volta retroattiva, costituitasi ex post, della loro elementalit, della loro operativit
e della loro inter-relazionalit.
Tutto questo induce a pensare allindividuazione singolare e collettiva come questione che
avvolge le specifiche temporalit degli elementi e del campo stesso una sorta di simultaneit
diacronica o di contemporaneo prodursi di un duplice ritardo: quello degli elementi sul campo e del
campo sugli elementi: sarebbe questo duplice ritardo a costituire loperativit di un modo di
presenza complesso. Questo approccio consentirebbe di riprendere in mano il tema simondoniano di
quel residuo di non ancora individuato che accompagna ogni individuazione: Lessere
97
98
Ibidem.
Ibidem.
27
individuato non completamente individuato, ma contiene ancora una certa carica di realt nonindividuata, pre-individuale99.
Letto in questottica, il pre-individuale non definisce affatto una pienezza, uneccedenza
originaria di essere, una fecondit bergsoniana; pre-individuale farebbe riferimento, piuttosto,
a un non-ancora individuato, ma solo in quanto si riferisce a una riserva di individuazione da
intendersi come una sorta di residualit, un resto, appunto, un di pi che agisce tuttavia come
difetto di individuazione.
Lessere un residuo dellindividuazione prima ancora che la sua condizione e matrice
un residuo dedifferenziato e disadattante:
Occorre un campo che si dedifferenzia esteriormente perch si potenzializzi internamente ed
essenzialmente; questo campo forse il corrispettivo della materia aristotelica, disponibile a ricevere
una forma. Il campo che pu ricevere una forma il sistema in cui energie potenziali accumulate
determinano una metastabilit propizia alle trasformazioni. Un comportamento che si disadatta, e
poi si dedifferenzia, un ambito in cui vi incompatibilit e tensione: un ambito il cui stato
diviene metastabile100.
Ivi, p. 93.
Ivi, pp. 60-61.
101
Ivi, p. 144.
100
28
uno scarto dellindividuazione stessa appunto un resto ma allo stesso tempo la matrice del
transindividuale.
29