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Giovanni Piana
I
Il lavoro del poeta
Saggio su Gaston Bachelard
La notte dei lampi, I
2
Indice
1. Introduzione
2. Limmaginazione come funzione dellirreale e come po-
tenza maggiore della natura umana
3. Le interpretazioni psicoanalitiche e latteggiamento fenome-
nologico
4. Il silenzio della lettura e la solitudine delle immagini
5. Tema del retentissement
6. Memoria e immaginazione
7. Le immagini per le immagini Bachelard e il surrealismo
8. Tematica della rverie Rverie e soggettivit La rverie
illustra il riposo dellessere
9. Poetica dello spazio: messa da parte degli spazi ostili Lo
spazio del riposo e dellintimit protetta Una casa per so-
gnare
10. Elementi per una critica Ovviet ed erroneit dellopposi-
zione tra operazioni razionali e immaginative Lintervento
dellimmaginazione nelle pratiche della conoscenza Du-
rezza del reale e forza disintegrante dellimmaginazione
Colui che vide una ruota mettere i denti
11. Ci che manca in Bachelard: limmaginazione sociale; la
teatralit dellimmaginazione; limmaginazione festosa
12. Considerazioni critiche conclusive Lingenuit fenomeno-
logica e limmedesimazione Fenomenologi e lupi Le
tecniche dellimmaginazione e il lavoro del poeta.
1. Introduzione
mulati sul mio tavolo, faccio la mia preghiera al dio della lettu-
ra: Dacci oggi la nostra fame quotidiana [3].
Isolatamente prese, citazioni come queste sembrano aprir-
ci uno squarcio sulla sensibilit di Bachelard, piuttosto che sui
suoi pensieri e sulle sue meditazioni di filosofo intorno allim-
maginazione. E certamente in parte le cose stanno cos. Ma
dobbiamo guardarci dallintenderle solo cos. Frasi come queste
ci potranno apparire pi o meno attraenti, ma certamente ci
sfuggirebbe il loro interesse. Facili da leggere, ma difficili da
capire se non vogliamo addirittura concludere che qui non ci
sia nulla da capire. E invece dobbiamo assumere, ne i confronti
di Bachelard, un atteggiamento sospettoso, un atteggiamento in
cui cominciamo subito a sospettare che chi si immagina il para-
diso, e proprio il paradiso, come una immensa biblioteca abbia
una sua molto precisa filosofia dellimmaginazione, anche se
per il momento non la riusciamo a intravedere nemmeno da
lontano.
In realt, con lemergere della problematica dellimmagi-
nazione allinterno di una concezione della filosofia tutta orien-
tata in senso epistemologico emerge anche lesigenza di esten-
dere e ampliare quella nozione di filosofia che ora viene avver-
tita come troppo unilaterale. Lo stesso orientamento epistemolo-
gico viene percepito come un limite e la tematica dellimma-
ginario si propone sin dallinizio insieme allaspirazione a supe-
rare questo limite.
La filosofia non deve soltanto aggirarsi nei dintorni delle
scienze, appropriandosi della razionalit che si sviluppa in esse;
ma deve anche circoscrivere lo spazio dellimmaginazione, ac-
quisendolo nellambito delle proprie riflessioni, allo scopo di ri-
comporre lunit dellessere umano che deve essere riconosciuto
non solo come un essere che conosce la realt e la trasforma, ma
che anche di continuo la sogna. La contrapposizione iniziale
deve essere cos nello stesso tempo superata e presupposta,
mentre la nozione di filosofia, direttamente praticata da Bache-
lard pi che esplicitamente teorizzata, muta di accento, tende a
dilatarsi.
Se consideriamo le facolt, ragione e immaginazione,
per esempio, o i loro prodotti la scienza e larte , ci troveremo
del cielo (le ciel est par dessus le toit/si bleu, si calme), il bio-
grafo ci pu aiutare dicendoci che questa poesia stata scritta
quando Verlaine era nella prigione di Mons. Il commento di
Bachelard a questo proposito molto significativo: In prigione!
Ma chi non in prigione nelle ore di malinconia? [23] Che
quanto dire: quella informazione pu interessarci solo nella mi-
sura in cui la prigione stessa diventa unimmagine. Ma allora es-
sa, in quanto informazione, senzaltro superflua. Essa non
pu aggiungere qualcosa al testo cos com, il cui motivo inter-
no appunto lora della malinconia. Se dovessimo accentuare
limportanza di quella informazione tenderemmo indubbiamente
a degradare la poesia dellora della malinconia a qualcosa di
completamente diverso, che non pi poesia, ma piuttosto
una sorta di documento, di attestazione. La poesia diventa una
cosa come se dicessimo: Questo lo abbiamo scritto in prigio-
ne per documentare con quel foglio di carta che siamo stati ef-
fettivamente in prigione.
Per dirla con parole nostre: uninformazione biografica
pu togliere di mezzo quella neutralizzazione delle posizioni
dessere che essenziale per il mantenimento dellimmagine.
Linformazione biografica deprime limmagine proprio perch
connette limmagine alla realt incollandola a essa: anche se non
potremmo essere certi che ci debba accadere in ogni caso, se
non altro per lo stesso rilievo implicito nel ribaltamento operato
da Bachelard nel passo citato a proposito della prigione di Ver-
laine. Potrebbe cio accadere una operazione pi complessa
dellimmaginazione che approfitta dello stesso riferimento bio-
grafico e fattuale per trarne una suggestione immaginativa raf-
forzando e ravvivando il livello delle immagini in luogo di de-
primerlo. Checch ne sia di questa complicazione eventuale del
problema, non vi dubbio che un impiego ingenuo dei rimandi
biografici possa incorrere nelle stesse critiche che potremmo ri-
volgere alle interpretazioni psicologizzanti in genere. E che il ri-
fiuto delle riduzioni biografiche sia coerente con lidea di un
approccio fenomenologico.
Con questa idea, sviluppata secondo le intenzioni di Ba-
chelard, infine coerente anche una netta separazione tra atteg-
giamento critico-letterario in genere e atteggiamento fenome-
6. Memoria e immaginazione
Note
[62] ivi.
[63] ivi, p. 7.
[64] ivi, pp. 6, 7, 17.
[65] ivi, p. 257.
[66] ivi, p. 5.
[67] PR, p. 10.
[68] PS, p. 254.
[69] ivi, p. 19.
[70] ivi, p. 70.
[71] Clair de Terre (1923), in Breton e il surrealismo, a cura di
Ivos Margoni, Mondadori, Milano 1976, p. 209.
[72] ivi, p. 276.
[73] ivi, p. 275.
[74] ivi, pp. 269-270.
[75] PS, p. 41.
[76] Op. cit., p. 254.
[77] ivi.
[78] ivi, p. 255.
[79] ivi
[80] PR, p. 17.
[81] ivi, p. 19.
[82] ivi, p. 18.
[83] ivi, p. 20.
[84] ivi, p. 23.
[85] ivi, p. 19.
[86] PS, p. 7.
[87] ivi, p. 26.
[88] ivi, p. 31.
[89] ivi, p. 34.
[90] ivi, p. 257.
[91] ivi, p. 256.
[92] ivi, p. 255.
[93] ivi, p. 14.
[94] ivi.
[95] ivi, p. 45.
[96] PR, p. 8.
[97] PS, p. 18.
[98] PR, p. 23.
[99] ivi.
[100] In tutta la discussione che segue delle posizioni di Bache-
lard, si presuppone limpostazione data ad una teoria fenome-
nologica dellimmaginazione nel capitolo terzo degli Elementi di
una dottrina dellesperienza.
[101] PS, p. 46.
[102] ivi, p. 35.
[103] ivi, p. 53.
[104] ivi, p. 97.
[105] PR, p. 14.
[106] ivi.
[107] L. Binswanger, Per unantropologia fenomenologica, Fel-
trinelli, Milano 1970, p. 7.
[108] PS, pp. 100 e 190.
[109] ivi, p. 152.
[110] ivi, p. 49.
[111] ivi, p. 9.
[112] ivi, p. 10.