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SPIEGAZIONE
La sociologia funzionalista
La sociologia funzionalista considera Robert K. Merton (1910) uno dei
quattro padri fondatori della Mass Comunication Research. Direttore di
ricerca per una rete radiofonica, Merton inaugura gli studi quantitativi
sullaudience. Collabora con Paul F. Lazarsfeld realizzando un analizzatore
di programmi chiamato macchina dei profili (machine profiler). Con
questo sorta di antenato dei sistemi auditel - vengono registrate
preferenze e avversioni dei riceventi (pubblico di riferimento) con la
volont di formalizzare matematicamente i fatti sociali. Questo metodo
viene creato prima per il pubblico radiofonico e utilizzato immediatamente
dopo per il pubblico cinematografico. Lazarsfeld prende le distanze
dallimpegno sociale assunto negli anni Trenta dalla Scuola di Chicago,
preoccupandosi solo di approntare strumenti di valutazione utili per coloro
che gestiscono i media, da lui considerati neutrali.
La sociologia funzionalista negli anni Quaranta e Cinquanta vede un
elemento intermedio tra il punto iniziale e finale della comunicazione,
costituito da chi non a contatto diretto con i media e dipende da altri per
ottenere informazioni. Il ruolo dei leader di opinione intermediari - si
rivela decisivo, rivalutando di conseguenza le dinamiche del gruppo
primario. Two step flow o doppio flusso di comunicazione la teoria
caratterizzante la sociologia funzionalista, mentre AIDA (catturare
Attenzione, suscitare Interesse, stimolare Desiderio, passare allAzione o
Mills e Lefebvre
Negli anni Cinquanta Wright Mills (1916-1962) critica la Mass Comunication
Research. Egli sostiene che dalla fine degli anni Trenta la sociologia ha perso
la sua velleit riformatrice e si ridotta a ingegneria sociale per rispondere
agli ordini del triangolo del potere (monopolio, forze armate, Stato). Mills
collega la problematica della cultura a quella del potere, della subalternit,
dellideologia. Rifiuta di scindere il tempo libero da quello del lavoro. Un
tempo libero autentico dovrebbe prendere le distanze rispetto alle varie
forme di cultura commerciale e non far parte di un apparato culturale
sempre pi centralizzato. Di Wright Mills, sociologo motociclista per la
sua passione per le moto e per unesuberanza fisica che lo portava a
scrivere in piedi, sono note due opere che hanno alimentato un dibattito
ampio e ben oltre i confini della sociologia: Limmaginazione sociologica e
Colletti bianchi.
Henry Lefebvre (1901-1991) vede invece la modernit mercantile ed
edonista come orizzonte della felicit umana. Mills e Lefebvre sono
concordi nel denunciare lalienazione operata dalle due superpotenze di
allora (americana e sovietica).
La Scuola di Francoforte
La Scuola di Palo Alto avanza tre ipotesi: lessenza della comunicazione
risiede in processi di relazione, tutto il comportamento umano possiede un
valore comunicativo, i disturbi psichici rimandano delle perturbazioni della
comunicazione fra lindividuo interessato dal sintomo e coloro che gli
stanno intorno (al contrario della sociologia funzionalista che considera la
comunicazione come realt/ fenomeno isolata). La Scuola di Palo Alto vede
la comunicazione come processo sociale con molteplici modalit di
comportamento (parole, gesto, sguardo, spazio tra individui). I problemi del
comportamento umano sono rivelatori dellambiente sociale, dove il
contesto prende il sopravvento sul contenuto.
BIBLIOGRAFIA
J.Van Dick, Sociologia dei nuovi media, il Mulino, Bologna, 2003
A. e M. Mattelart, Storia delle teorie di comunicazione, Lupetti, Milano,
2007
SPIEGAZIONE
Altri contributi del 20 secolo
Ci sono alcuni autori che pur non avendo fondato una corrente di pensiero,
hanno dato un decisivo contributo alle teorie della comunicazione di cui
opportuno riportarne sinteticamente il contenuto.
Per Guy Debord (1931-1994), autore di un testo diventato famosissimo, La
societ dello spettacolo la definizione di unintera epoca, la nostra, in cui
lazione banalizzante e accattivante dello spettacolo moltiplica in apparenza
gli oggetti da scegliere. Labbondanza economica si trovata nella
possibilit di estendere continuamente la sua produzione e
linsoddisfazione stessa diventata merce. La societ dello spettacolo lo
spettacolo delle merci, per riassumere il pensiero del filosofo
situazionista francese.
APPROFONDIMENTO
I Cultural Studies
Negli anni 60 e 70 in Gran Bretagna si sviluppa un movimento chiamato
dei Cultural Studies, le cui origini risalgono agli anni Trenta per effetto della
fuga dei giovani dalla cultura commerciale.
Frank Raymond Leavis (1895-1978) vede nello sviluppo del capitalismo
industriale e nelle sue espressioni culturali (in quellepoca soprattutto il
cinema) un effetto dannoso per le forme della cultura tradizionale e
intende utilizzare la scuola per diffondere la conoscenza dei valori letterari.
Si oppone al capitalismo industriale e ai metodi della scuola funzionalista
attraverso lo studio della letteratura che dovrebbe permettere agli individui
Nel 1977 viene creata una Commissione Internazionale per lo studio dei
problemi sulla comunicazione per mezzo dellUNESCO che riconosce lo
squilibrio dei flussi, interrogandosi sulle strategie da adottare per
rimediare.
Nel 1978 si registra un mutamento delle politiche governative europee tale
che la nozione di industria culturale viene inserita fra gli enunciati
amministrativi del Consiglio dEuropa. Il canadese Dallas Smithe nel 1977 si
scaglia contro i danni provocati dalle teorie che vedono la televisione
unicamente come luogo di produzione di ideologia.
Altri studiosi invece osservano come in tempo di pace il media elettronico
sia un levatore di progresso anche in tutte le regioni non industrializzate.
Nel mondo della comunicazione elettronica il termine globale fa la sua
apparizione alla fine degli anni Sessanta con le opere di McLuhan e
Zbigniew Brezinsky. Il primo descrive leffetto della prima guerra televisiva
(guerra del Vietnam) con la famiglia che assiste seduta in sala da pranzo
della propria casa al conflitto. E la war living room, che secondo lopinione
quasi unanime dei massmediologi e politologi, fu uno dei principali fattori
della sconfitta militare americana nel sud est asiatico. Nel senso che le
famiglie americane vedendo giorno dopo giorno la guerra entrare nelle
proprie case e morire i propri giovani lontanissimi da casa per una causa
che sembrava altrettanto remota, maturarono una cos forte avversione
per quel conflitto bellico da volerne e ottenerne la fine.
Il politologo Zbignew. Brezinnski della Columbia University battezza come
societ tecnotronica quella che vede lincontro fra computer, televisione,
telecomunicazione. Questo incontro per accresce il rischio di isolamento
dellindividuo. A suo avviso la societ americana comunica pi delle altre e
in un mondo in cui lavvenire sar rappresentato dai canali di
comunicazione questa costituisce la prima societ globale.
Negli anni Settanta si inaugura il termine telematico, per indicare
linterconnessione fra computer e telecomunicazioni.
Tuttavia non si pu non concludere questo paragrafo ritornando, sia pure
brevemente, sulla figura di Marshall McLuhan, alla quale si gi accennato
e ancora si accenner. Fondamentali sono infatti le sue letture e
Alla fine degli anni Ottanta il filosofo Pierre Levy auspica lavvento di
unintelligenza collettiva grazie alle nuove strade informatiche. Ma quella
della democrazia in tempo reale destinata a diventare unutopia della
comunicazione. Altri hanno senso pi critico, come Regis Debray che
riprende le intuizioni di Marshall Mc Luhan secondo le quali il medium
determina il carattere di ci che comunicato e porta a un nuovo tipo di
civilizzazione.
Per il filosofo Gianni Vattimo retaggio del passato la fede dei lumi nel
progresso sociale. Questidea per lui diventata sospetta. La
comunicazione vittima di un eccesso di comunicazione, con implosione di
senso e perdita della realt. La societ lontana dallessere trasparente,
educata, cosciente di s. Al contrario, essa pi complessa, pi caotica, con
erosione del principio di realt.
Secondo Jean Baudillard la scalata tecnologica ha esaltato limmaginario
comunicativo creando compulsione a essere presenti in tutti gli schermi e al
centro di tutti i programmi. Non si distingue pi luomo dalla macchina.
Ma oramai i contributi sui temi della tecnologia, della comunicazione e del
ruolo crescente delle telecomunicazioni, anche sul processo di
globalizzazione si sprecano sotto ogni latitudine e con apporti teorico-critici
SPIEGAZIONE
La ricerca sociologica oggi appare sempre pi attenta alle molteplici
problematiche che emergono soprattutto dal sistema dei media e delle loro
logiche intrinseche. Usi e abusi comunicativi in una societ dove spesso il
destino degli uomini determinato e incrociato con quello
delle macchine uno dei problemi pi ardui quello di fondare quale sia il
ruolo della tecnologia nelle modalit interazionali e quanto le
caratteristiche logiche e organizzative degli strumenti e meccanismi
utilizzati condizionino i linguaggi che si usano, i messaggi che circolano, le
relazioni sociali che si costruiscono attorno ai vari media e, quanto,
viceversa, ne siano condizionati. Quanto, dunque, linnovazione tecnologica
in questo settore risponda a una dinamica sua propria e quanto sia
condizionata e determinata dai processi sociali, economici e culturali.
Il nucleo familiare ristretto e decentralizzato dal focolare domestico, in
quanto sempre pi impegnato fuori di casa per molte ore al giorno, la
mobilit del lavoro che porta i componenti stessi a vivere a distanza, le
esigenze di svago e di impiego del tempo libero personali e di gruppo, la
struttura economico-politica sociale, impongono alle persone di
comunicare in modo alternativo a quello del faccia a faccia: luso di mail,
sms, mms, video-chiamate, chat, blog, e cos via.
La comunicazione mass-mediale un universo parallelo alla comunicazione
interpersonale faccia a faccia.
Il complesso delle comun]icazioni di massa si configura come una vera e
propria agenzia culturale in grado di formare atteggiamenti e
comportamenti, nonch modelli educativi attraverso cui le nuove
generazioni acquisiscono capacit e competenze sociali di convivenza
comune e di partecipazione alla vita culturale e politica.
numero dei lettori a fronte della moltiplicazione delle testate, dei continui
tentativi di nuove proposte e ricorsi ai restyling grafici da parte delle singole
testate, delle attivit promozionali che attraverso allegati e gadget vari
cercano di incentivare lacquisto e la conseguente fruizione. Ma anche su
questi punti specifici rimandiamo ai dati del terzo capitolo. Qui ci
limiteremo a osservare come la crescente integrazione/affiancamento della
lettura on line abbia se non peggiorato non migliorata questa situazione.
Perch si pu inferire che una caratteristica saliente di questo tipo di
lettura sia quella della velocit, della frammentariet e dello scarso impiego
di tempo dedicato allelaborazione significativa delle informazioni e alla
costruzione di una opinione personale fondata.
Dal punto di vista strettamente sociologico, gli indicatori di livello di cultura
di una popolazione sono correlati positivamente a quelli relativi al suo
benessere materiale. Anche se tale correlazione non automatica, questi
rappresentano un elemento insostituibile per lo sviluppo di una comunit
socialmente il meno squilibrata possibile e capace di offrire a tutti
opportunit ed equit.
ATTIVITA'
Rifletti sul peso che linglese ha assunto nella nostra societ, come lingua
franca. Impoverendo le singole lingue, ma anche la stessa lingua inglese.
Considerato che oggi imperante un inglese globale, il globish. Evidenzia ed
enumera poi le cause della pi generale standardizzazione delle
lingue/linguaggi che comportano anche, soprattutto in Italia, un diffuso
fenomeno di analfabetismo di ritorno
BIBLIOGRAFIA
Dati ISTAT su Cittadini e nuove tecnologie (2009) e su Competenze
alfabetiche (2015). Rapporti annuali di Trasparency International.
G. Bechelloni, Svolta comunicativa. Sette lezioni, Ipermedia libri, collana
serie fiorentina, 2007. E. Boncinelli, Lanima della tecnica, Rizzoli, Milano,
2006.
Tale processo, che ha subito una forte accelerazione con lavvento dei
social network e delle app di messaggistica coniugati alla diffusione e
democratizzazione dei device mobili e multimediali, agisce sinergicamente
con il generale indebolimento dello spessore ideale della sfera politica e
giuridica (il dover essere) e con il generale incremento del dominio
esercitato dalla sfera economica e tecnica (il poter fare), provocando
tensioni sociali e inquietudini assai sintomatiche di bisogni esistenziali
urgenti.
Ma anche vero che i media incrociano nelle loro direttive, zone di cultura
e di socializzazione altra (la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari) che
possono e, giocoforza, devono offrire alternative alla fruizione dei media.
Non si tratta di limitare, ostacolare, eliminare i processi di socializzazione
complessivi indotti dai media, ma di porsi (nelluso/fruizione dei media) con
strumenti emotivi, cognitivi adeguati ad affrontarli, in modo da ampliare il
raggio di formativit di ogni essere umano.
numero dei lettori a fronte della moltiplicazione delle testate, dei continui
tentativi di nuove proposte e ricorsi ai restyling grafici da parte delle singole
testate, delle attivit promozionali che attraverso allegati e gadget vari
cercano di incentivare lacquisto e la conseguente fruizione. Ma anche su
questi punti specifici rimandiamo ai dati del terzo capitolo. Qui ci
limiteremo a osservare come la crescente integrazione/affiancamento della
lettura on line abbia se non peggiorato non migliorata questa situazione.
Perch si pu inferire che una caratteristica saliente di questo tipo di
lettura sia quella della velocit, della frammentariet e dello scarso impiego
di tempo dedicato allelaborazione significativa delle informazioni e alla
costruzione di una opinione personale fondata.
Dal punto di vista strettamente sociologico, gli indicatori di livello di cultura
di una popolazione sono correlati positivamente a quelli relativi al suo
benessere materiale. Anche se tale correlazione non automatica, questi
rappresentano un elemento insostituibile per lo sviluppo di una comunit
socialmente il meno squilibrata possibile e capace di offrire a tutti
opportunit ed equit.
ATTIVITA'
Rifletti sul peso che linglese ha assunto nella nostra societ, come lingua
franca. Impoverendo le singole lingue, ma anche la stessa lingua inglese.
Considerato che oggi imperante un inglese globale, il globish. Evidenzia ed
enumera poi le cause della pi generale standardizzazione delle
lingue/linguaggi che comportano anche, soprattutto in Italia, un diffuso
fenomeno di analfabetismo di ritorno
BIBLIOGRAFIA
Dati ISTAT su Cittadini e nuove tecnologie (2009) e su Competenze
alfabetiche (2015). Rapporti annuali di Trasparency International.
G. Bechelloni, Svolta comunicativa. Sette lezioni, Ipermedia libri, collana
serie fiorentina, 2007. E. Boncinelli, Lanima della tecnica, Rizzoli, Milano,
2006.
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Tradizionalmente linformazione viene collocata tra i beni pubblici, ma
secondo analisi economiche pu essere considerata un bene opzionale, in
quanto possibile utilizzarlo in quantit desiderate pagando in base alla
propria convenienza. Levoluzione della tecnologia, ha portato verso
unofferta pi ricca di informazioni personalizzate con lesclusione di coloro
che non sono disposti a pagare.
Il passaggio alla societ della conoscenza segnata, in modo concomitante
e causale, da due processi:
-
Linnovazione tecnologica
APPROFONDIMENTO
Nella progressiva de-materializzazione dei beni e dei valori sociali e la
crescente invisibilizzazione dei processi culturali che portano a fare societ,
i soggetti sociali, investiti dal fiume in piena, fanno molta fatica a cogliere il
senso e la portata di questo overflow comunicazionale. Sostanzialmente a
fare fronte a due ordini di problemi. Quello della distinzione, della ricerca
della differenza che diviene cos il modo centrale con cui la nostra cultura
coltiva il senso dellidentificazione, delle funzioni e del ruolo; e quello
della riflessione ponderata che viene a mancare nel momento in cui non si
ha il tempo di metabolizzare, assimilare le informazioni nelle proprie
mappe concettuali commisurandole ai nostri tempi interiori. Ne scaturisce
un sapere superficiale, tuttologo che pretende di filtrare una realt
magmatica e densa come quella sociale.
Generazione Multitasking
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E infatti in questo contesto che si collocano tutte le vite e imprese illustri
della dot-com. A partire dai due fondatori di questa genia, Steve Jobs e Bill
Gates, e includendo i numerosi e geniali ventenni diventati miliardari a
trenta sfruttando talentuosamente le fantastiche possibilit di business
della rete: da Jeff Cons inventore di Amazon a Larry Page e Sergei Brin
fondatori di Google, da Jerry Jang di Yahoo a Mark Zuckerberg di Facebook
per ricordarne alcuni. Ma senza dimenticare gli omologhi della Vecchia
Europa con in testa Janus Friis ideatore di Skype e Joost
Ma le imprese di questi nuovi re Mida della rete, che muovono ingenti
quantit di denaro (dallOpa da 44 miliardi di dollari lanciata nel 2008 da
Microsoft per acquisire il controllo di Yahoo ai 17 miliardi pagati da
Facebook nel 2015 per acquistare Wathsapp) non suscitano solo
ammirazione planetaria. Generano anche un misto di invidia e irritazione. A
differenza delle medievali vite dei santi la devozione ha ceduto infatti il
passo a una smania imitativa molto prosaica se non puramente monetaria,
che si nutre dellesibizionismo e delledonismo dei giovani miliardari della
e-economy. Fare come loro per ha il sapore del miraggio. Come vincere la
lotteria. Per questo lammirazione sempre a un passo dal fastidio, quando
il loro stile da pop star, le cui eclatanti manifestazioni si hanno in occasione
delle pi importanti fiere e convention tecnologiche, si converte a un
filantropismo terzomondista altrettanto grandioso e spettacolare. Che
come ogni eccesso di zelo, gravato pure dal sospetto che dopo avere messo
assieme fortune colossali i vari Bill Gates & Co. vogliano fare anche la
morale ai consumatori, non pu non risultare alla lunga e ai pi
insopportabile. Cos come su un altro piano leccesso di retorica che
ATTIVITA'
Individua e approfondisci le cause che scaturiscono dallattuale overflow
informativo e comunicazionale. Ma considera anche il cambiamento di
sistema, di paradigma che investe lintero settore dei media, che ha fra le
altre conseguenze di creare nuove modalit di produzione
dellinformazione (UGC) e nuovi attori (citizen journalist). Ma anche nuove
forme di fruizione e consumo (multitasking) e nuove figure
sociodemografiche (i millenials).
BIBLIOGRAFIA
N. Negroponte, Essere digitali, Sperling & Kupfer, Milano, 1996.
G.Triani, Lingorgo, Eleutherta, Milano, 2010.
Torre di Babele dei libri, ovvero una biblioteca virtuale che raccolga tutti i
libri che sono stati stampati in ogni epoca sullintero pianeta.
Naturalmente molti, la maggior parte, di questi fantastici progetti nascono
e muoiono nel giro di brevissimo tempo. S gi accennato alleclisse nel
2008 di Second Life e si accenner al declino di Microsoft che agli inizi del
2000 deteneva il 90% del mercato e quindici anni dopo meno del 15%. Qui
per interessa sottolineare lo scarto fra realt effettiva e realt virtuale ed
evidenziare come negli ultimi 15/20 anni le nostre esistenze, pubbliche e
private, siano state letteralmente travolte, quasi sconvolte, dalle
telecomunicazioni e dai new media elettronici. Ci in forza di uno sviluppo,
che non ha riscontri con nessun altra rivoluzione tecnologica del recente
passato, e che si segnala per avere letteralmente inventato un'industria
mondiale e trasformato tanti oggetti elitari in altrettanti prodotti per il
consumo di massa.
Insomma in pochissimo tempo e dal niente si sono sviluppate nuove
modalit comunicative, i new media si sono venuti affiancando a quelli
tradizionali, in certi casi ibridandoli, in forza del processo pi generale di
convergenza, e le possibilit/occasioni di comunicare nei pi diversi modi si
sono moltiplicati, seguendo la stessa linea di tendenza registrata dalle fonti
e dai mezzi di informazione. Ossia a ritmi e con tassi di crescita cos rapidi,
sostanziosi e impetuosi da rendere molto problematico, se non impossibile,
un pronto e felice adattamento a un cambiamento siffatto. Anche per
effetto di una propensione da parte dei consumatori a farsi travolgere, o
comunque a non opporre ragionevoli dunque forti argini, a quel movimento
di innovazione continua delle tecnologie e degli standard portato avanti
sistematicamente dalle grandi imprese e dai maggiori fornitori di servizi.
Con propensione dichiaratamente commerciale, cio per accelerare,
dunque ridurre, il ciclo medio di vita dei prodotti; e con forza e impeto pari
alla velocit con cui sono aumentate, e aumentano, le prestazioni degli
apparecchi e degli strumenti. Un solo esempio ci d la misura di questa
fantastica accelerazione. La sim card di un comune cellulare, se non di
prima, di seconda generazione, aveva da cinque a dieci volte pi memoria
(64 o 128 K) di quella che aveva lHoneywell 516, cio lelaboratore che
della 24enne americana che in 5 anni ha avuto contatti con 11.7 milioni di
persone nel mondo, ma come un quarto degli americani non aveva uno
straccio di confidente dal vivo.[6] Tuttavia il dato che normalmente
simpone che la gran parte dei tic e manie, nevrosi e solipsismi ha che fare
con la connessione. Ossia con il riflesso condizionato che scaturisce
dall'idea che essendo connessi si debba ricevere continuamente dei
messaggi o essere cercati. Diversamente, dal momento che si
potenzialmente sempre disponibili e accessibili, si genera frustrazione e
depressione, ovvero una psicopatologia ormai certificata,[7] in nome del
principio, assoluto in una societ ossessionata dalla visibilit e dal
protagonismo, che il silenzio sia come l'assenza e la scomparsa. Cio
situazioni, e ancor pi stati d'animo, dolorosi, penosi. Insopportabili. Perch
se non mi chiama nessuno segno che nessuno mi ha in mente. Che sono
nessuno. Che non esisto. Naturalmente non mancano anche manifestazioni
pi divertenti dello stordimento ubiquitario, che rende difficile rispondere
con sicurezza e soddisfazione personale alle domande chi sono, dove sto
andando e cosa sto facendo. Soprattutto nel momento in cui si alle prese
con una lavatrice che pu mandare sms o con un frigorifero che ordina da
solo il prodotto mancante: perch nel primo caso non chiaro perch si
debba usare una lavatrice per comunicare a distanza e nel secondo caso
pu accadere di ricevere a domicilio non una cassa bens un camion di Coca
Cola. Ma pi pertinente chiedersi che senso abbia guardarsi una partita di
calcio o un film su uno smartphone. Essendo peraltro un'assoluta certezza
che potendo disporre di tutte, ma proprio tutte le mappe stradali del
mondo, grazie a Google Earth, della stragrande parte di esse in tutto il
tempo della nostra vita non sapremo che farcene. Perch quelle strade
resteranno pure e semplici immagini.
[2] D. de Kerkhove, La pelle della cultura, Genova, Costa & Nolan, 1995.
[3] N. Postman, Technopolis. La resa della cultura alla tecnologia, Torino,
Bollati Boringhieri, 2003 (prima ed. 1992), p. 68.
[4] Wired(ed. it.), gennaio 2009.
[5] Platt, Micromania, Milano, Feltrinelli, 1986.
[6] M. Jackson, Distracted.The Erosion of Attention and the Coming Dark
Age, Amherst,Prometheus Books, 2008.
[7] L. Di Gregorio, Psicopatologia del telefonino, Milano, Angeli, 2009.
ATTIVITA'
Approfondisci la relazione spazio-tempo e le sue implicazioni sulla nostra
vita quotidiana. E chiediti se hanno ancora senso, al tempo delle reti di
comunicazione iperveloci e dellistantaneit/ubiquita possibile grazie al
web, le tradizionali relazioni/opposizioni: lento/veloce, vicino/lontano,
piccolo-grande.
8. LA COMUNICAZIONE SOCIAL
SPIEGAZIONE
La velocit infatti, ha osservato il sociologo Thomas H. Eriksen, una droga:
d assuefazione. Si comincia lavorando sul notebook durante i trasferimenti
in bus e treno si finisce maledendo il tram che in ritardo di cinque minuti.
La velocit porta alla semplificazione: anche quando siamo al cinema o
leggiamo un libro abbiamo sempre acceso il tasto avanti veloce. La
velocit provoca effetti da catena di montaggio: i piatti pronti da gourmet,
come il caff e il cioccolato in tazza istantanei, sono la morte dei sapori e
delle fragranze. La velocit porta a sacrificare la precisione: errori e refusi
sono venuti costantemente aumentando, contestualmente alluso di
correttori automatici e alla scomparsa dei correttori di bozze (in carne e
ossa). La velocit rende superficiali: la possibilit di fare pi cose assieme e
di riuscirne a farne sempre di pi presuppone che non ci si fermi a
meditare, riflettere, ripensare, approfondire. La velocit chiede spazio,
sempre pi spazio: se tutti gli italiani si mettessero in moto nello stesso
momento, con le attuali strade, il blocco del traffico sarebbe totale. La
velocit contagiosa: abituati a connessioni internet che hanno quasi
annullato lattesa, il desiderio di accorciare i tempi si esteso a ogni
ambito. In unora sono pronti gli occhiali nuovi (Megavision Optic Store), in
dieci minuti uno sviluppo fotografico (Foto Record), in tre minuti cotto il
riso (Scotti), in due minuti vengono servite le notizie di un giorno (Corriere
della Sera) in un minuto le news dal mondo (Radio 101). Ovvio che, con
poche eccezioni e in ogni ambito, si assiste alla costante riduzione delle
attese e dei tempi morti; e al continuo abbassamento dei tempi di
consegna di un prodotto, di risposta a una richiesta, di soddisfacimento di
un servizio, di realizzazione di un intervento. Per pi dei fenomeni in s,
denotativi di una velocit degenerata, come la Cibalgina che diventata
Fast, perch un mal di testa non pu durare pi dun attimo, o della
promessa del colonnello dei Ris, Luciano Garofano, che presto sar
possibile rilevare il dna sulla scena del crimine, a cadavere ancor caldo,
colpisce la spensieratezza di questa frenesia.[1] Ossia che la velocit con cui
Nel giro di due anni il fenomeno spam verr eliminato: cos parl Bill
Gates al Forum di Davos del 2005, ma mai promessa and cos
clamorosamente a vuoto. Nel 2001 lo spam nel mondo rappresentava il 5%
del traffico Internet, nel 2004 salito al 70%, nel 2006 in certe aree del
mondo salito al 90%. Nel 2013 le e-mail spam hanno raggiunto liperbolica
cifra mondiale di 84.000 miliardi al giorno.[5] Il dato pi preoccupante per
che una parte significativa di questa spazzatura, perlopi pubblicitaria,
costituita da mail di pishing, cio tentativi di procurarsi fraudolentemente
password e codici di accesso bancari.[6] Ma i dati della criminalit
informatica indicano anche che in Italia nel 2008 il 52% degli utenti online
ha subito almeno un tentativo di accesso non autorizzato alle proprie
informazioni personali.[7] Mentre si stima che un italiano su 4 abbia subito
un furto di identit.[8]
Ma lestrema velocit, facilit ed estensione dellaccesso, che nel 2009 ha
toccato il miliardo di persone che quotidianamente frequentano il web e i 2
miliardi di caselle di posta elettronica attive nel mondo,[9] ha altre
formidabili controindicazioni. Anzitutto, per stare ancora in tema di
fraudolenze conclamate, che, tanto pi si diffonde la banda larga e si
estendono le connessioni veloci, i personal computer diventano sempre pi
vulnerabili agli attacchi e infezioni virali. Il malware ha toccato punte di
diffusione planetaria nel 2015, inaugurando anche su larga scala la nuova
pratica fraudolenta del kryptolocker.
La seconda conseguenza non meno grave ma sicuramente pi paradossale
che la rete con la promessa di fluidificarci la vita in realt finisce per
sortire leffetto contrario. Le tecnologie dellinformazione eliminano infatti
le distanze, accorciano i tempi, rendono facile ogni cosa. Per,
concretamente, il movimento materiale delle persone, merci e autoveicoli,
che sempre pi insostenibile, cresciuto, e continua a crescere, tanto pi
il web suonato come promessa di assoluta liberazione ed estrema
facilitazione dogni nostro momento o occupazione di vita, lavoro, viaggio,
studio, divertimento. La terza controindicazione scaturisce dallerrata
convinzione che lestrema velocit e facilit di trovare sulla rete qualsiasi
dato, informazione, notizia renda superflui i contesti e le correlazioni.
Insomma che grazie a Google si possa sapere tutto e subito senza
conoscere niente. Allo stesso modo in cui a tutti concessa lillusione che
sia sufficiente aprire un blog per diventare qualcuno essendo nessuno.
Visto che a dispetto dei milioni di persone che consegnano alla rete i loro
pensieri e il loro diario giornaliero, tutti i blog pi visitati e letti sono tenuti
da professionisti (giornalisti, scrittori e personaggi del mondo dello
spettacolo).[10] In altre parole una frequentazione troppo intensa e una
confidenza eccessiva nellenciclopedismo di internet possono indurre a
dismettere la fatica critica del concetto e lesercizio della memoria, intesi
come consapevolezza che il sapere non mero accumulo, ma
stratificazione, mediazione informativa, selezione. Sarebbe opportuno ammonisce lesperto in biblioteconomia - tenere sempre presente che i
motori di ricerca sono essenzialmente dei database operanti in modo del
tutto meccanico e che lenorme quantit di dati presenti nel world wide
web non esprime nulla senza un sistema significativo di reciproca
interrelazione.[11] Una persona pu infatti cercare "qualsiasi cosa" in un
database, ma che tipo di cosa , se significativa o semplicemente un non
senso, sono questioni alle quali non pu dare risposta un database. In breve
i database non sono metodi di memoria ma (al contrario) consentono di
dimenticare. Il "qualsiasi cosa" tu puoi trovare l che tu puoi dimenticare
"qualsiasi cosa".[12]
[1] Lannuncio stato fatto nel convegno Crimine e ricerca scientifica che
si tenuto a Brescia il 18/3/2007. Cfr Gazzetta di Parma, 25/3/2007
[2] L. Petull e D. Monelli, Il videofonino, Roma, Meltemi, 2007,
p.23
[3] E. Assante, YouTube, la spia della porta accanto, la Repubblica,
16/11/2008
[4] Z. Bauman, Vite di scarto, cit. pp.33-34
[5] Www.anti-pishing.it/spamming/spamming.php (consult. del 3/5/2009)
[6] I dati sono tratti da unanalisi statistica dellIit-Cnr presentata nel
settembre 2007
[7] I dati 2007 e 2008 sono di fonte Polizia postale. Sui tentativi di pishing in
Italia ho consultato anche (30/1/2009) il sito
poliziadistato.it/pds/informatica/index.htm. Si veda anche Effetto serra
delle e-mail spazzatura, la Repubblica 20/4/2009
[9] Il dato della societ score.com ( consult. del 21/1/2009) si veda anche
il Messaggero, 25/1/2009
[10] Newsweek, 17/6/2007
[11] A. Saltarelli, The malling of memory": le risorse elettroniche e la perdita
del senso del tempo, 51 Congresso nazionale AIB, Intervento al seminario
Aib Web, 29/10/2004(consult. del 3/5/2008)
[12] U. Jochum, The gnosis of media, cit A. Saltarelli, op.cit
APPROFONDIMENTO
Ma se la dimenticanza e la dissolvenza, sempre incombenti, sono la pi
puntuale e feroce nemesi per un sistema che si legittima per la sua
sterminata capacit di memoria, un certo numero di comportamenti
stupidi deve essere forse considerato il sottoprodotto, quasi fisiologico e
perci inevitabile, dello sviluppo di tecnologie intelligenti. In questo senso
continuano a fare testo le brillanti riflessioni di uno dei padri della moderna
psicologia cognitivista, Donald A. Norman sulle frustrazioni che ci infliggono
molti oggetti e congegni duso quotidiano. Lavatrici e asciugabiancheria
che sono diventate troppo complicate stereo-Tv-audio-video-registratori
che nella pubblicit si vantano di fare qualunque cosa ma rendono quasi
impossibile in pratica fare alcunch perch bisognerebbe essere laureati
al MIT per farli funzionare.[1] Ma altrettanto straordinaria la
convinzione, sempre pi diffusa e interiorizzata, che qualsiasi idea, anche la
pi pazza e stravagante, ma in ogni caso legata alle tecnologie avanzate,
abbia diritto di cittadinanza. E che perfino i deliri, transitando attraverso la
Fai una veloce ricerca e aggiorna i dati sul malware digitale, dal pishing allo
stalking e al bullismo che hanno assunto dimensioni notevoli e perci
preoccupanti, da quando si sono diffusi massicciamente i social network.
BIBLIOGRAFIA
[6] Internet, sms e troppa tv un muro del silenzio divide i padri dai figli, la
Repubblica 21/1/2009; Chat,sms e social network: le relazioni leggere
dei giovani ipertecnologici, la Stampa, 19/3/2009.
MEDIATICO.
SPIEGAZIONE
dal 44,5% del 2000 al 50,9% del 2006.[6] Con un ulteriore aggravamento del
dato nel 2012 che ha visto lItalia detenere il fanalino di coda dei paesi
dellarea OCSE, sia per le competenze alfabetiche che per quelle numeriche
(cfr la seguente tabella).[7]
Cominciamo dai libri, che sono gli antenati della societ della
comunicazione nella quale viviamo. Nel 1970 il numero di nuovi titoli
pubblicati nel mondo era di poco superiore ai 500 mila. Venti anni dopo era
salito a 842 mila. Nel 2000 ha superato il milione. Nel 2008 ha superato i tre
milioni[1] e nel 2015 i 4 milioni.[2] E qui la prima osservazione da fare che
essendo la stragrande maggioranza di questi libri prodotta nelle aree pi
ricche, dunque pi alfabetizzate e con numero di lettori stabile, se ne
deduce che non necessariamente i libri vengono pubblicati per essere letti.
A riprova che le ragioni di mercato se ci sono, e con esse lincremento dei
titoli, sono pi patologiche che fisiologiche. Considerato che soprattutto in
Italia il cimitero dei libri evocato nel best seller dello spagnolo Carlos Ruiz
Zafon, Lombra del vento, una realt e ancor pi una tragedia, non solo di
mercato, difficilmente smentibili. Se vero che nel 2015 come nel 2008
sono 40.000 i titoli che finiscono fuori catalogo, dopo che l84% dei volumi
pubblicati ha venduto meno di 500 copie e pi del 30% non ha venduto una
copia e avrebbe potuto, pi convenientemente, passare direttamente dalla
tipografia al macero.[3] Per dirla con la battuta di un libraio: a volte gli
unici a fare un po di soldi in questa invasione di libri sono soltanto gli
autotrasportatori che guadagnano consegnando i libri e guadagnano di
nuovo portando indietro quei titoli come resa.[4] E in questo contesto di
crescente e frenetico turn over librario che la sopravvivenza di un testo
sugli scaffali, che era di 90 giorni nel 2000, quindici anni dopo sceso sotto
i 40 giorni. Troppe novit infatti inondano un mercato che fatica molto a
fare crescere il numero degli acquirenti e dei lettori. Nel 2014 rispetto
allanno predente, la quota di lettori di libri scesa dal 43% al
41,4%.[5] Per il dato veramente drammatico che diminuiscono le
competenze di lettura. Ossia che aumentano le persone che non capiscono
quel che leggono. Secondo il Rapporto Pisa (Programme for International
Student Assessment) curato dalOCSE la percentuale dei ragazzi italiani che
non in grado di capire nemmeno un minimo di quel che ha letto passato
In Italia invece si vendevano 9.763.197 copie nel 1980, 8.593.000 nel 1997,
7.578.967 nel 2006[10]. Ma da quellanno il calo stato costante dal 7 al
APPROFONDIMENTO
E sulla tripletta, ossia laccesso a tutti e tre i servizi da ununica fonte, a
condizioni e termini di favore, che si gioca infatti il futuro del mercato della
comunicazione e delle telecomunicazioni. Al momento per la rete che
sta letteralmente rivoluzionando pratiche, comportamenti, modalit di
accesso e fruizione mediali. Caratterizzandosi come una specie di hubper il
consumo dei media pi tradizionali, dai giornali ai magazine, dalla radio alla
stessa Tv, che per ne modifica sostanzialmente le modalit. Nel 2006 in
Inghilterra il web per la prima volta ha superato la Tv: i cittadini del Regno
Unito hanno passato mediamente 164 minuti al computer e 148 davanti
allo schermo televisivo.[1] Anticipando un fenomeno che ormai diventato
comune a tutti i paesi europei, compreso il nostro, e che ha interessato
soprattutto i giovani ma anche i target pi maturi Oggi come oggi i
consumatori/utenti non smanettano pi con il telecomando, ma con il
loro cosiddetto second screen, ossia smartphone (e tablet) ha osservato
un blogger, commentando le previsioni 2015 dellOsservatorio della Mobile
Economy del Politecnico di Milano secondo cui approssimativamente
saranno 50 milioni il numero di dispositivi italiani che si connetteranno
da mobile entro la fine dellanno.[2]
Con ci trovano puntuale conferma le previsioni condivise da tutti i pi
importanti analisti sui cambiamenti immediati e irreversibili in segmenti
chiave dellindustria televisiva e pi in generale editoriale, alla stregua di
quelli sperimentati dallindustria musicale. Daltronde se anche la telefonia
mobile lanciatissima nello sviluppo di contenuti multimediali e
dellinfotainment, sono da mettere sicuramente in conto un ulteriore
incremento e velocizzazione dei servizi e una maggiore competizione fra
operatori provenienti dai settori convergenti delle telecomunicazioni, degli
Internet provider e dei produttori di contenuti informativi. Ci con effetti,
ovviamente, dirompenti sui comportamenti di consumo e in archi di tempo
sempre pi veloci, accelerati. Come ha mostrato, ad esempio, la storia di
Napster che con i 57 milioni di persone che lo utilizzavano al momento della
sua chiusura ha determinato in pochi anni prima il crollo dei fatturati
dellindustria musicale e poi la sua profonda ristrutturazione. Se vero che
attualmente il 95% della musica viene scaricata da siti illegali, ma che ci
[1] Ricerca sugli usi di internet condotta da Google nel marzo 2006.
[11] http://www.adnkronos.com/magazine/cybernews/2015/05/18/youtub
e-compie-anni-batte-record-miliardo-utenti-unici-mese.
SPIEGAZIONE
La Tv, nonostante limpetuoso sviluppo del web e dei social media, continua
a essere la regina della pubblicit. Tuttavia anche gli altri media (stampa
quotidiana e periodica, radio, cinema e internet) hanno dato e danno un
rilevante contributo alla fabbrica dellimbonizione: il numero degli
inserzionisti passato dalle 15.511 del 2003 e 16.583 del 2005 ai 18.044 del
2007.[1] Ma il web, grazie alla democratizzazione dellannuncio innescato
da Google e poi dai social network, ha fatto impennare il dato al punto da
non riuscire a quantificarlo precisamente. Ma al di l e ancor pi dei
numeri, straordinaria stata, ed , la capacit della pubblicit di infilarsi e
infiltrarsi nei luoghi pi impensabili o strani, e di diventare una presenza
pressoch costante e immancabile in ogni momento della nostra vita. Ma in
modi che sempre pi assomigliano a una persecuzione piuttosto che a un
inseguimento, visto che praticamente non c pi posto, ad eccezione dei
nostri sogni, che sia rimasto pubblicitariamente inaccessibile e
indisponibile.
I media, classici e nuovi, sono, come noto, i canali principali di diffusione
pubblicitaria: attraverso di essi passa infatti pi del 90% dellintera spesa.
Ed per loro tramite che la pubblicit venuta accreditandosi come una
parte della nostra vita quotidiana. Elaborazioni su dati Auditel mostrano
infatti come nellarco di una settimana la pubblicit nel suo complesso e
come somma di campagne colpisca pi del 90% dei principali segmenti di
popolazione. Il numero medio di spot visti varia dai 400 per i Responsabili
Acquisti, uno dei bersagli pi ambiti dai pubblicitari, a 270 dei giovani 1534enni.[2] Tuttavia la novit, la cui evidenza situabile nel decennio
Novanta, contestualmente alla raggiunta maturit dei mercati
(mass)mediali e al pieno dispiegarsi del post-consumismo, che la
pubblicit si messa letteralmente a caccia dei consumatori. Ma non cos
per dire o in senso figurato, perch la Grande Sorella gi da tempo fra di
noi, pienamente dispiegata, pronta a coglierci e sorprenderci nei modi e
luoghi pi imprevedibili, senza preclusioni e tab, remore morali o
educative. Se vero che sono i bambini italiani i destinatari di un
martellamento di consigli per gli acquisti, che non ha pari in Europa; che la
come nel caso del giovane Andrew Fisher che ha messo allasta su E-Bay la
sua fronte come spazio pubblicitario per un anno, o della moda del movie
advertiser, cio dei privati che affittano cofani e portiere per ricoprirli di
loghi e marchi dogni tipo, celebrata dal New York Times nellagosto del
2007. Il problema per che in questa lieta follia c del metodo e del
pensiero applicati a strategie di comunicazione e di marketing dassalto.
Ovvero spregiudicate e guidate dallesigenza pressante di individuare forme
di promozione nuove ed efficaci. E tali perch in grado di colpire e
coinvolgere un pubblico che sempre pi distratto e incline a sottrarsi
allazione dei messaggi pubblicitari.
E in tale contesto, segnato da quello che in gergo viene chiamato effetto
marmellata, che si assiste alla riscoperta della vecchia e classica pubblicit
occulta, per legalizzata e adattata ai tempi mediali nuovi. Marketing virale,
neuromarketing, guerrillia marketing, stealth advertising (letteralmente
pubblicit invisibile), promozioni one to one che sfruttano call center,
telefoni, videofonini e cartelloni intelligenti, che cambiano a seconda del
teorico tipo di consumatore che sta passando davanti a una vetrina o
percorrendo una determinata strada, rappresentano la nuova frontiera
della comunicazione commerciale. Ma sugli schermi cinematografici e
televisivi che si sviluppa la grande offensiva delle marche e dei brand pi
noti, principalmente attraverso unazione tesa a rendere i consigli per gli
acquisti sempre pi organici alla programmazione. Ad aprire la strada in
modo esplicito stato il film con Mel Gibson Waht women want, con la
trama costruita attorno a uno spot di Nike, per nel giro di pochi anni
il product placement, legalizzato, diventato lanima di tanti film di
successo, ma anche il principale fattore di degenerazione artistica. I film di
cassetta, gi di loro gravati da un eccesso di effetti facili, cominciano ad
assomigliare ai cataloghi di vendita. Fare il pieno di marchi, come titol
un quotidiano economico alluscita del sequel di Notte prima degli esami,
ormai la norma piuttosto che leccezione.[4] Anche se non pare esserci
sufficiente consapevolezza che, di fronte a 40 scene su 107 che interessano
il product placement, siamo realmente approdati alla situazione descritta
nel film Truman show.
APPROFONDIMENTO
Ora si potr nuovamente e ragionevolmente obiettare che da sempre la
pubblicit scherza ed esagera con la realt, offrendosi come parodia, per
credibile, di un mondo nel quale in ogni casa e in ogni giardino cresce lerba
voglio. Tuttavia non sfuggono alcune rilevanti novit. Anzitutto che la
pubblicit, come s gi detto, ovunque. Onnipresente. In secondo luogo
che questa occupazione totale dello spazio, non solo commerciale, genera
assuefazione ma anche resistenza, accettazione ma anche rifiuto. Lo
zapping come pratica sistematica soprattutto in funzione anti-pubblicitaria,
la messa punto di dispositivi tecnologici in grado di cancellare
automaticamente i consigli per gli acquisti, il diffondersi anche fra i ceti
sociali affluenti di una propensione no logo sono alcuni segnali che
evidenziano il crescere di un sentimento di avversione alla colonizzazione
commerciale di tutto il nostro immaginario. Ma in prospettiva la minaccia
pi seria viene dal pieno materializzarsi e moltiplicarsi di un consumatore
che, talmente sollecitato nel desiderio, far sempre pi fatica a trovare
soddisfacimento. Al culmine di una scelta diventata sovrabbondante, e che
ha scatenato la killer competition, sapre infatti repentinamente il baratro di
una paralizzante incapacit di scegliere. Liperscelta a disposizione degli
individui contemporanei, anzich suggerire gratitudine ed euforia, sembra
talvolta disorientare e confondere.[1]
Qui gioca sicuramente un pi generale, inevitabile e fisiologico effetto di
saturazione, scaturente dalla maturit dei mercati e dei consumatori.
Tuttavia sono assolutamente patologici gli inviti a desiderare il desiderio,
ovvero a stimolare bisogni merceologici insaziabili, esasperando
lemozionalit dei messaggi e la bulimia del possesso. Cos come la
generazione continua di nuovi prodotti non sostenuta da vera innovazione.
Ossia di prodotti che non offrono reali vantaggi e non producono una
convinta percezione di maggiore valore. Essendo spesso il frutto di
furba brand extension di marchi di successo o di astuta variazione di nome
e di packaging. In altre parole la novit solo apparente: nominale, di
confezione o di colore. Ma perfettamente in linea con quel pi generale
processo socio-economico e culturale felicemente sintetizzato
[4] Il rapporto curato dalla Wrap ( Waste & Resources Action programme)
stato ripreso da The Independent, 8/5/2008.
[5] Un testo di riferimento sul tema stato J.Trout e S.Rivkin, Differentiate
or die : survival in our era of killer competition, John Wiley & Sons, New
York, 2000.
[6] M. Lindstrom, Buy-ology. Truth and lies about why we buy, Oxford
University, London, 2009.
ATTIVITA'
Prova a compilare la tua personale playlist dei 10 spot pubblicitari pi belli
(belli inteso in senso ampio e non solo formale-estetico) che hai mai visto.
BIBLIOGRAFIA
G. Triani, Sedotti e comprati. La pubblicit nella societ della
comunicazione, Eleuthera, Milano, 2004.
G. Triani, Monte Universit Parma, 2009.
SPIEGAZIONE
In un secolo, dal 1900 al 2000, infatti, i consumi energetici mondiali sono
cresciuti del 1480%, e se per incrementare il mercato dei falsi del 1000%
sono occorsi dieci anni (dal 1993 al 2003), ai video caricati su YouTube o agli
utenti di Facebook sono bastati due o tre anni per crescere,
rispettivamente, di duemila e tremila volte. In tale contesto da incredibile
ma vero (o forse solo verosimile) crescono le stelle degli hotel (passate da
5 a 7) al pari degli attributi dei detersivi da lavastoviglie (dai tre di Finish ai
dieci di Pril), ma addirittura raddoppiano i sensi, che non sono pi cinque
ma dieci,[1] forse in linea con la realt aumentata di cui ormai si parla
come di una tecnologia prossima a tradursi in gadget indossabili. Certo
che la proliferazione dei prodotti e la velocizzazione degli atti di consumo
fanno s che una cosa alla volta non sia pi data, anzi sia impossibile, cos
come una cosa dopo laltra. Perch le cose sono diventate troppe e per
poterne fare il pi possibile bisogna che non si smetta mai di fare: pi cose
assieme e anche quando si in giro e ci si sta spostando da un luogo
allaltro, a partire dallattivit che da sempre uno dei massimi simboli di
ci che si deve fare da fermi e da seduti, cio scrivere. Messaggiarsi e
spedirsi email, postare e taggare ovunque e in continuazione, praticamente
senza mai smettere di camminare o spostarsi, nella pausa di un rosso al
semaforo, mentre si salgono le scale del metr, si percorre un marciapiede,
si pedala al parco e si sale con lascensore, un comportamento prossimo a
diventare organico alla quotidianit di (quasi) tutti.[2] Daltronde lestrema
abbondanza di cose da fare, vedere, sentire, prendere un oggettivo
incentivo allattivismo frenetico, una condizione che viene fronteggiata con
una strategia che si articola su piani e in modi molteplici, ma
fondamentalmente non stando mai con le mani in mano e decidendo, di
volta in volta, se prendere il pi possibile oppure limitarsi allessenziale, se
arraffare o iperselezionare, se concentrare oppure ridurre in frazioni. in
tale contesto che gli oggetti moltiplicano gli attributi, in ossequio ai dettami
di flessibilit e modularit della societ liquida. Un oggetto non
abbastanza generoso se ha una sola funzione, sentenzia la designer Matali
Crasset.[3] Ma da segnalare che questa moltiplicazione di funzioni
anzi, conditio sine qua non in un mondo nel quale lo spettacolo diventato
una categoria totale, lintima natura, lessenza pi profonda e autentica di
un sistema di vita anticipato e riassunto profeticamente da Guy Debord pi
di quarantanni fa nellespressione societ dello spettacolo. Una societ
in cui lo spettacolo non pi solo una modalit espressiva e
rappresentativa del mondo delle arti e della cultura, bens una modalit
istitutiva della societ stessa, cio onnicomprensiva. In tutte le sue forme
particolari, informazione o propaganda, pubblicit o consumo diretto di
distrazioni, lo spettacolo costituisce il modello presente della vita
socialmente dominante.[1] Eccedere, in ogni modo e in qualsiasi luogo, ma
soprattutto dare spettacolarmente espressione agli eccessi, fenomeno di
evidenza conclamata da quasi trentanni. Da quando dacci oggi il nostro
Guinness quotidiano assurto a inconsapevole claim di una stagione
sociale segnata da unirresistibile propensione a imporsi alla pubblica
attenzione in ogni modo e spesso a qualsiasi costo, pure a scapito dei
sentimenti pi intimi. infatti negli anni Ottanta che emersa la cultura
del narcisismo su scala di massa e che la fenomenologia dellio
minimo,[2] espressione anche di paura e ripiegamento individuali, ha fatto
esplodere pratiche e comportamenti esibizionistici: narcisismo
esibizionistico, secondo la definizione di Cristopher Lasch. Naturalmente i
pesci pilota, gli ambasciatori presso il grande pubblico delleccesso elevato
a regola di vita, sono stati, e sono ancora, i membri dello star system, i
personaggi pi in vista delle cronache mondane, i grandi protagonisti
delleconomia e della finanza. Tuttavia il dato nuovo, comunque pi
recente, la dimensione di massa che hanno rapidamente assunto i
comportamenti spettacolari. Ma ancor pi il fatto che la
spettacolarizzazione delleccesso si dispiegata anche in negativo,
subordinando la povert, i fenomeni devianti e gli episodi di violenza al
dovere di manifestarsi con terrificante evidenza. Ci in forza della sinistra
dialettica, caratterizzante la societ dei media, che pu indifferentemente
trasformare lo spettacolo in tragedia (massimamente quella dello stadio
Heysel di Bruxelles) e la tragedia in spettacolo (dal crollo delle Twin Towers
a New York allo tsunami del 2004 nel SudEst Asiatico). Vite esagerate
unetichetta, una classificazione che ormai si applica a un gran numero di
fenomeni, pratiche, comportamenti. E che, forse, nella sua sostanza,
dei media life. Nel contempo, per, anche i pi miserabili e derelitti, che
una volta tendevano umilmente la mano, sono diventati protagonisti di una
rappresentazione che vede storpi e mendicanti chiedere aggressivamente
la carit, facendo spettacolo sulla pubblica via della loro indigenza e
menomazione fisica. In breve: leccesso spettacolare diventato una nuova
forma darte il cui carattere inedito rispetto al pi o meno recente passato
duplice ancorch intimamente correlato, cio segnato dallistantaneit e
dalla mobilit con cui le cose si fanno, prendono forma e si manifestano,
ossia dalla velocit con cui un pensiero, anche stravagante se non
dissennato, si trasforma in azione e, grazie ai dispositivi mobili di
comunicazione, pu istantaneamente propagarsi e mobilitare, in men che
non si dica, masse enormi di persone. Allepoca di Facebook, Twitter e
YouTube non abbiamo protesta o happening festoso, tentativo di
sommovimento o scherzo collettivo, convocazione per futili o serissimi
motivi che non possano essere montati e lanciati in un momento. Giusto il
tempo di lanciare un tweet, di essere raggiunti da un sms o geolocalizzati,
ed ecco che tanta gente che nemmeno si conosce si ritrova in una piazza a
manifestare contro un pubblico potere, in una discoteca a salutare la
nascita di un nuovo prodotto, in un bar sulla strada per un after hour.
Movimenti di folla tanto spettacolari e repentini nel loro costituirsi quanto
nel loro disfarsi e sciogliersi.
Preoccupante, tragico, ma logico. Lavere o fare sempre pi cose ha come
presupposto fondamentale che si prenda e faccia sempre pi velocemente.
La contrazione degli atti e tempi di consumo andata costantemente
riducendosi, via via che aumentata lofferta di beni, merci e servizi, cos
come la loro circolazione. Cio si pienamente imposta la velocrazia o
dromocrazia: unidea di velocit, secondo il filosofo e urbanista Paul
Virilio,[4] che dallambito dei trasporti e delle comunicazioni si estesa a
tutti i settori della vita economica e sociale, diventando poi un sentimento,
molto pi che un modo di muoversi. Cos interiorizzato da apparire oggi
come uno stato naturale, come una condizione abituale dellesistenza.
Con Repubblica Sera in versione iPad ricevi le notizie quando accadono,
mentre con American Express si possono avere i biglietti prima ancora che
siano nei botteghini: Possiamo aiutarti ad avere i biglietti per un grande
che non senta lurgenza di vivere nei modi generalmente esasperati che
ormai quasi prescindono le utilit e i vantaggi funzionali.
Batte infatti il tempo del tutto e subito, senza pi alcuna dilazione o
distinzione: Lo pensi. Lo vedi (Sky on demand). Daltronde se con Twitter
Vine (che ha debuttato il 31 gennaio 2013) siamo approdati al videotweet
di 6 secondi, bastano 30 secondi dattesa perch un sito di e-commerce
venga ritenuto troppo lento dal potenziale acquirente e perci
abbandonato a vantaggio dei negozi online concorrenti.[6] Ovviamente si
pu, anzi si deve, ironizzare. Come fa lo scrittore satirico Stefano Benni nel
suo spettacolo teatrale Bea-trici: Una volta gli innamorati attendevano
anche tre mesi una lettera. Ora se non ci si trova al terzo squillo lamore
salta. Resta per il fatto che una richiesta daiuto deve essere quasi
istantanea (il 118, numero unico delle emergenze, dal 2008, deve essere
attivato in quattro secondi); ma allo stesso modo in cui la Cibalgina
diventata fast, perch anche un mal di testa non pu durare pi di tre
minuti; le macchine per espresso stanno soppiantando le caffettiere moka;
il riso carnaroli in sofferenza perch ha tempi di cottura troppo lunghi; la
catena Uniqlo ha sperimentato a Londra la Vending Machine Happy, che
offre prodotti a prezzi scontatissimi messi in vendita a rotazione ogni ora; il
last minute turistico-vacanziero gi precipitato nel last
second.[7] Santo subito, daltronde, stata una richiesta che, a dispetto
dei tradizionali e lunghissimi tempi canonici, partita il giorno dopo la
morte di Giovanni Paolo II, in sintonia con quella generale frenesia a far
presto che pervade ogni atto di consumo, anche quelli che per loro natura
e struttura escluderebbero di essere velocizzati e frazionati in porzioni
sempre pi ridotte. Prenditi una vacanza di cinque minuti (Gran Crema
Gelateria del Corso). di nuovo la pubblicit, nella sua ricchezza di esempi e
variet di situazioni, a esprimere bene la generale propensione a cercare
immediata risposta a qualsiasi domanda. Dovete aprire un conto corrente
bancario? Fatelo subito! (Ing Direct Bank); Volete duemila euro in
unora con Carta Revolving; Contanti? Subito(www.rataonline.it); siete
in cerca di un principe azzurro o di una cosmesi miracolosa? Nel primo caso
c Eliana Monti, Un compagno per sempre. Subito, nel secondo Veet,
Pelle morbida subito. Ma in rete che diventato possibile aggregare
SPIEGAZIONE
Selezione del Readers Digest, lanciato trionfalmente nel 1922, stato il
primo tentativo di successo (anzi di grandissimo successo, ancorch ormai
esaurito) di sintetizzare, sino a dieci/quindici volte, racconti lunghissimi e
romanzi interminabili. Anche Guerra e Pace. Ma pi recentemente
lesempio pi riuscito e divertente di questa riduzione allessenziale, anche
dellopera pi complicata e impervia, lha offerto il film Monthy Python,
laddove il protagonista partecipa a un concorso in cui si deve riassumere
la Recherche di Proust in un minuto. Un tempo, questo, per, che
nellepoca della snack culture, secondo la definizione di Wired del 2007,
appare gi obsoleto, preistorico, se vero che oggi in rete va di moda
riassumere un capolavoro in sei parole, secondo unidea lanciata da Smith
magazine e poi applicata da tutti.[1] Nel contempo i ted, cio i talk diffusi
su YouTube che hanno come protagonisti i massimi specialisti di una
materia e durano 18 minuti, sono prossimi a inaugurare le pillole da tre
minuti, mentre la collana Pop Science, dopo Einstein in tre minuti,
approdata a LEconomia La Religione La Matematica in 30
secondi.[2] Daltronde, che si debba procedere di taglia e cuci selvaggio,
senza troppo sottilizzare se si tratta dellopera di James Joyce o di Rino
Gaetano, unesigenza costretta dallenorme accumulo di prodotti
intellettuali, dalla moltiplicazione di giacimenti culturali, archivi e raccolte di
ogni tipo e genere, deflagrata nel momento in cui musicisti, scrittori e
artisti, al pari di cantanti e attori, designer e architetti, sono diventati un
esercito e la produzione culturale e artistica un flusso inesausto e
uniformato alla generale e gi segnalata tendenza al di tutto e di pi, che
si esprime anche attraverso una competizione fra autori diventata senza
tempo, visto che alle classifiche delle hit musicali, del box office e dei best
seller partecipano anche scrittori, registi, cantanti e attori morti da tempo,
ma resuscitati dalle nuove tecnologie, restaurati in 3D, remastered,
comunque in qualsiasi momento ripescabili su YouTube. cos che,
mentre i Beatles tornano in testa nelle hit parade, il CD del redivivo Rod
Stewart per il Natale 2012 ha offerto un fantastico duetto virtuale con Ella
Fitzgerald, mentre Andrea Bocelli nellultimo disco duetta con Edith Piaf.
APPROFONDIMENTO
Anche un attimo o un momento, che di per s erano la brevit assoluta, si
sono contratti, accorciati. Attimino e momentino, ancorch espressioni
nostro gusto) in real time. cos che, potendo fare tutto anche in
movimento, il tempo e lo spazio diventano categorie mobili, cio
comprimibili e dilatabili a piacere. Aperto 24 ore su 24, no-stop e a
ciclo continuo non sono pi modi dire o caratteristiche eccezionali oppure
limitate a determinate categorie di servizi o lavoratori. Cesure, separazioni,
interruzioni rappresentano infatti altrettanti tempi morti che, in quanto
tali, vanno espunti, rimossi, per quanto pi possibile eliminati, senza pi
divisioni, nemmeno fra cose serie e cose banali o addirittura stupide. Il
lavoro notturno non pi prerogativa solo di medici, infermieri e pompieri;
e di notte ora sono aperti anche musei, pizzerie, librerie e porno shop. Notti
bianche, verdi, azzurre e rosa, cio divertimento insonne e per ogni
gusto, sono ormai un tempo di consumo istituzionalizzato, che non
distingue pi fra giorno e notte, vista la moda di lanciare nuovi prodotti
dopo la mezzanotte (Questa la notte che cambier i giorni: annuncio di
Tim per lavvio della vendita delliPhone 5). Ma nemmeno fra giorni di
lavoro e festivi, visto che i negozi praticamente non chiudono pi: il Natale
2012, complice la crisi, ha infranto un tab secolare consentendo alla
grande distribuzione di tenere aperto mezza giornata. Giusto per ricordare
che se lavoro e tempo libero risultano sempre pi intrecciati, non c pi
festa o perfino vacanza che concedano un momento dozio assoluto o di
potersi sentire vacanti e irraggiungibili, a meno di non andare in unisola
deserta, che per unespressione geografica quasi estinta. Insomma,
chiamarsi fuori, ossia fermarsi, figura come possibilit remota. Anche nel
senso che quel che sino alla fine del secolo scorso apparteneva al novero
delle attivit estreme (sport, avventure e viaggi) ormai normalizzato da
pratiche che, se non ancora di massa, sono gi prerogativa di unutenza
allargata che non ce la fa pi a stare ferma, perch andare, muoversi
comunque e ovunque non pi solo una forma di eretismo limitata a pochi
spiriti eretici o avventurosi, ora figura come un sentimento ampiamente
generalizzato, quasi automatizzato, sotto forma di avventure nel mondo
accessibile a un pubblico pagante e di dimensioni quasi mass market.
Andare di fretta, sempre pi in fretta, una realt confermata
dallesperienza empirica di ognuno di noi, ma ora anche certificata dagli
studiosi della fretta. Secondo Richard Wiseman, fondatore della quirkology,
in tutte le metropoli del mondo si cammina sempre meno, ma sempre pi
SPIEGAZIONE
Di ciclo accelerato delle mode e dei prodotti si parla da tempo, ma in
questi anni che la guerra per la conquista di nuovi consumatori diventata
totale. Allultimo marketing e allultimo prezzo, con utilizzo estremo
della brand extension, ricorso sistematico al ribasso programmato,
allinvito permanente a correre, affrettarsi a comperare perch sono gli
ultimi giorni, gli ultimi pezzi disponibili, le ultime occasioni. cos che di last
minute in low cost, dalle promozioni di giornata ai saldi tutto lanno, primati
industriali, supremazie produttive e gerarchie commerciali che si erano
mantenute nel corso di decenni, addirittura per un secolo intero, hanno
cominciato a subire gli attacchi di competitori inediti e sempre pi
agguerriti. In modi e tempi che nellultimo decennio hanno veramente
cominciato a cambiare il volto del mondo della marca. Se vero, ad
esempio, che le nove marche che erano leader nei settori del largo
consumo in Usa nel 1923 lo erano ancora (con la sola eccezione di Colgate
scivolata al secondo posto) nel 2001,[1] mentre, invece, fra le prime dieci
aziende leader mondiali nel 2010, la met non lo era dieci anni prima. il
caso di Microsoft e Google che sono diventate aziende big one nel giro di
pochi anni, ma anche di Nokia e Samsung che, da aziende nazionali operanti
nei settori dellelettronica di consumo, sono diventate player globali. Nel
contempo, nel 2012, due business planetari ancora pochi anni prima come
Blockbuster e Blackberry sono finiti, rispettivamente, in stato fallimentare e
pre-fallimentare. Ma a dare il senso pieno della profondit, epocale, delle
trasformazioni economiche e finanziarie che hanno investito il mercato, e
che continuano ad essere agenti, sono le vicende di Kodak e Apple. La
prima, che ha fatto la storia della cultura di massa del secolo scorso, fallita
nel 2012 uccisa dal download, dal digitale, dagli smartphone. La seconda,
invece, balzata agli onori della cronaca mondiale prima nei giorni della
tempesta borsistica dellagosto 2011 quando furono bruciati 360
miliardi di euro nel tempo breve di una settimana e la capitalizzazione della
societ di Steve Jobs tocc un picco equivalente a quella delle cinque
maggiori banche europee messe assieme ,[2] poi quando, a conferma che
eravamo prossimi a un processo di pi ampia e strutturale portata, il 31
[5] F. Rampini, Borsa: gli scambi superveloci fanno ricchi gli speculatori,
La Repubblica, 23 aprile 2012.
APPROFONDIMENTO
In passato lideale era la permanenza. Fossero impegnate nel costruire un
paio di scarpe o nelledificare una cattedrale tutte le energie creative e
produttive delluomo miravano a estendere al massimo la durata del
prodotto. Luomo costruiva per la durata. Doveva farlo. Fino a quando la
societ intorno a lui restava relativamente immutabile, ogni oggetto aveva
funzioni definite, e la logica economica imponeva la politica della
permanenza. Man mano che il ritmo generale del mutamento diventa pi
celere, per, leconomia della permanenza viene e deve essere
SPIEGAZIONE
La gente in movimento per lavoro o per piacere, per necessit di
spostamento a breve raggio o per trasferimento da una nazione o da un
continente allaltro ha ormai assunto aspetti invariabilmente biblici. Da
esodi di massa. Che e citt e soprattutto allinterno delle metropoli, che
negli ultimi cinquantanni sono notevolmente aumentate di numero, per
estensione e consistenza di popolazione. Le citt con pi di un milione di
abitanti erano 83 nel 1951, sono diventate 411 nel 2000, nel caso di chi si
sposta quotidianamente ha visto aumentare enormemente il tradizionale
pendolarismo fra citt e campagna, fra citt quasi 500 dieci anni dopo, con
una progressione che vedr gi dal 2015 aumentare il numero di
megalopoli con oltre 20 milioni di abitanti (Tokio, Mumbai, Dhaka, Sao
Paulo, New Delhi, Citt del Messico).[1]
Urbanizzazione e periurbanizzazione - come chiamano gli urbanisti la
distesa informe di case, cemento, baracche, capannoni che alimenta gli
slums e allarga a dismisura le periferie[2] - sono fattori propulsivi
nellaumento delle percorrenze e dei transiti urbani per milioni, anzi
miliardi di persone. Ma a dare unenorme spinta alle masse che ogni giorno
si muovono per raggiungere i posti di lavoro stato il miliardo e mezzo di
nuovi lavoratori che si sono aggiunti sul mercato globale, dal 1995 al 2005
cio con un raddoppio secco dello stock di forza lavoro in un decennio- per
effetto del decollo industriale di Cina, India, Brasile, Indonesia e altri grandi
paesi emergenti.[3] E cos ora sono 2 miliardi e mezzo le persone che
quotidianamente sulla terra si muovono per guadagnarsi il pane:
inforcando una bici, salendo su una motoretta, guidando lauto, saltando su
un treno, prendendo il metr.
Avere casa e bottega espressione remota. Obsoleta. Lavorare oggi
significa infatti doversi spostare, muovere. Stare in giro dal mattino alla
del mobile phone. Se nel 2000 il rapporto era di 29% contro 71% dieci anni
dopo la percentuale si capovolta: 77% contro 23%.[16]
Ovviamente se laumento di traffico procede a questi ritmi e con questa
intensit anche il collasso della Rete vicino. Tuttavia anche qui il dato che
simpone il puntuale materializzarsi di una realt invariabilmente pi
rilevante e sorprendente della pi ottimistica o pessimistica previsione. Con
lavvento di Internet e Tv fruibili in mobilit grazie a smartphone e tablet e
con la fantastica diffusione dei social network la quantit di informazioni,
messaggi, foto e video circolanti per il pianeta assumer dimensioni
stratosferiche. Impensabili negli esiti oltre che imprevedibili per percentuali
e tassi di incremento. Se vero per fare due esempi che i 100 milioni di
video giornalieri visti su YouTube nel 2007 sono saliti sino a toccare i mille
miliardi di visualizzazioni alla fine del 2011, e che nel 2016 il miliardo di
visualizzazioni venga raggiunto e superato in un giorno.[17] Come hanno
scritto i curatori del sito: il doppio delle stelle della via lattea. Giusto per
ribadire che il movimento e la grandezza del fenomeno sono ormai siderali.
APPROFONDIMENTO
Crisi sistemica e mutamenti epocali
Un fantasma minaccioso si aggira per lEuropa: la crescita. Capi di
governo, dirigenti di grandi imprese, finanzieri e vertici bancari, ma anche
sindacati operai e associazioni di consumatori, si ritrovano uniti come mai
nel chiedere, auspicare, implorare che si rilanci lo sviluppo. Che si mettano
al bando austerity, politiche di rientro dai deficit, sacrifici e si torni a
produrre, ma soprattutto a consumare di pi. Insomma che si inverta la
sciagurata tendenza messa in moto dalla grande crisi (finanziaria) del 2008
e si riprenda a crescere. Come prima, pi di prima, senza chiedersi che tipo
di crescita sia auspicabile perch lunica cosa che conta che torni il segno
pi, comunque, quale che sia, perch bastato, e basta, un
rallentamento, anche minimo, per fare precipitare le nostre societ nello
dei sughi pronti). Ma notevole anche il fatto che non ci sia pi cosa
enorme (nave da crociera, jumbo, grattacielo, stadio) che non possa
diventare gigantesca; o cosa minima (telefonino, chiavetta, pillola) che
possa ridursi sin quasi a sparire, in forza di un processo di miniaturizzazione
che con le nanotecnologie creer presto mondi paralleli quasi invisibili. In
altre parole leccesso bidimensionale, cio agisce sia come segno pi sia
come segno meno. Tesi e antitesi non riescono pi ad arrivare a sintesi. Ma
detto che questa ambivalenza, che agisce simultaneamente, caratteristica
saliente della mobile society, pi preoccupante la sua irresistibile
progressione, spesso incurante delle effettive necessit e utilit, anzi, in
molti casi, con assoluto sprezzo della pi elementare opportunit
economica. Molti nuovi prodotti sono infatti degli insuccessi, per da
almeno ventanni continuano costantemente a crescere con una notevole
accelerazione, anche del ciclo di vita dei prodotti stessi. Se infatti
lautomobile ha impiegato pi di cinquantanni per diventare un prodotto
maturo, al telefonino ne sono bastati meno di dieci anche se ormai, con
larrivo degli smartphone, quasi scomparso dal mercato ; mentre nel
2000 chi voleva comprare unauto nuova poteva scegliere fra poco pi di
2000 proposte, nel 2012 un solo modello (la Citroen DS 3) offriva pi di
1000 caratterizzazioni. Questo processo di lievitazione, che riguarda anche i
luoghi e le superfici di vendita, fantastico e stravolgente. Considerato che
in un grande, ancorch medio, supermarket ci sono 20 mila referenze
merceologiche (nel primo supermarket aperto nel 1957 ce nerano 1600),
mentre i 12 ipermercati esistenti nel 1980 sono diventati 563 nel 2004 e
756 nel 2011. Mentre ovunque nel mondo, ma soprattutto nelle economie
emergenti, i grandi mall diventano supermall, anche per categorie o classi
deta specifiche (come ad esempio i bambini). Non pi store grandiosi ma
vere e proprie citt: il South China Mall di Dongguan conta 1500 negozi ed
talmente grande da essere attraversato da un canale percorribile in
gondola; il Dubai Shopping Mall ha circa 1200 negozi, 16 mila posti auto e
un cinema multisala con 22 schermi; in Brasile gli shopping center crescono
a livelli e ritmi velocissimi (il 15% di media nellultimo triennio).[3] Questi
luoghi sono altamente attrattivi, per il carattere ibrido delle strutture e
delle esperienze che consentono. Ora sospesa fra vecchie fiere e
Gardaland, ora caratterizzata come borgo medievale o avveniristico
SPIEGAZIONE
Tutto o quasi al limite. E oltre. A rischio di scoppiare. Comunque
costretto a cambiare. Dalla politica e geopolitica alla finanza, che sono i
capisaldi dellordine planetario. Secondo lorologio digitale del debito
globale di The Economist lammontare complessivo in dollari dei debiti di
quasi tutti i Paesi al mondo, con 48 trilioni di dollari, arrivato al 98% del
PIL mondiale. Quello italiano, per la cronaca, con circa 2,5 trilioni di
dollari (2 trilioni di euro, superati alla fine di novembre 2012) detiene il 5%
del debito mondiale. Bene: sono sostenibili questi debiti?
Ragionevolmente no, visto che continuano a crescere. Ma il game over lo
si intravvede anche nel tramonto del potere imperiale degli Usa e nella
concomitante ascesa di Cina, Russia, India, Brasile e Sudafrica (i Brics) e
delle altre potenze industriali asiatiche emergenti. Nondimeno se internet
ha messo il turbo, sono i social network e i social media che stanno
plasmando le nuove sensibilit del mondo globale, oltrech delle
generazioni multitasking, ormai quasi adulte e pronte a entrare sul mercato
del lavoro. Generazioni che a ogni latitudine geografica e sociale sono
antropologicamente diverse, quasi inconciliabili, con il mondo degli adulti
che governa il sistema.
La previsione di scontri campali nei fatti. Anzi sta gi montando. Visibile
ovunque si confrontano un potere assoluto (come in Russia, Cina e Iran) e
masse giovanili e alfabetizzate che (come avvenuto nei paesi arabi)
chiedono lavoro e nuove opportunit. Insomma unaltra societ. Unaltra
politica. Un altro mondo. Che si tratti del popolo di Occupy Wall Street o di
quello che scende nelle piazze di Damasco, degli indignadosspagnoli, ma
anche cileni, israeliani oppure italiani o di chi occupa la Piazza Rossa per
contestare il regime di Putin, ovunque si esprime una fortissima, quasi
feroce, richiesta di cambiamento. La mia idea che qualcosa di serio
accadr in questi anni, ha dichiarato lex campione mondiale di scacchi
Gary Kasparov, nei giorni delle proteste di piazza per i brogli nelle elezioni
presidenziali russe. Un presentimento di terremoto. Di big bang politico
confermato dai successivi appuntamenti elettorali italiano, poi tedesco e
infine inglese. Il primo segnato da un atipico movimento politico (il
ormai allordine del giorno. Visto che non ci sono pi incubazioni lunghe e
progressioni lineari, ma salite o precipizi improvvisi. Lo spread borsistico
allo stesso modo degli eventi climatici con i loro picchi estremi sono l a
indicarlo. Ma ancor pi esemplificativo il carattere di massa assunto da
fenomeni (i social networks e luso delle app) che solo 3/4 anni fa
esistevano appena o erano prerogativa di comunit ristrette. Cos come
lutilizzo di Skype e Google plus per videochiamate di gruppo, che nel 2012
s diffuso estesamente anche per riunioni di amici e lezioni universitarie.
Cio fuori dagli ambiti professionali e aziendali dalto livello. Nel contempo
che anche Facebook ha inaugurato nel 2016 il proprio servizio di
videochiamate.
E interessante per sottolineare come questo processo di veloce e
permanente transizione si accompagni alla scomparsa della futurologia
come scienza del futuro remoto. Nel senso che da qualche anno ci che da
sempre veniva bollato come suggestioni futuribili o visioni fantascientifiche
ora promette o minaccia di realizzarsi in poco tempo. Di materializzarsi a
breve. Ovviamente come sempre, per anche qui pi di prima, non
mancano mirabolanti (pre)visioni del mondo che sar fra 5, 10, 50 anni.
Ovviamente da accogliere con beneficio dinventario e da annuncio
mediatico. Da quelle pi quotidiane e vicine (da 2 a 4 anni) come i denti
che pensano, una specie di tatuaggio che applicato al dente segnaler
(magari al proprio dentista) eventuali problemi di infezioni o carie; e il
packaging edibile ossia cartoni per il succo di frutta, confezioni per i
gelati, bottiglie di plastica trasformati in materiali che potranno essere
mangiati perch realizzati, attraverso tecniche di bio-ingengneria, con
bucce o pelle di frutta e verdure.[1] A quelle che ci consegnano per il 2062
novantenni che saltano come trentenni, chip sottocutanei che sostituiscono
il denaro, carne che viene prodotta in laboratorio.[2]
Resta per il fatto e non una fantasia ma gi realt, che pronta per i
circuiti del consumo di massa la stampante 3D, che stampa non pi fogli ma
oggetti (bicchieri, occhiali, scarpe ecc) e che stata dichiarata invenzione
dellanno (passato).[3] Una macchina, sino a qualche anno fa prerogativa
di grandi aziende e server industriali, ma che con la commercializzazione di
modelli a costi popolari (dai 900 euro della Sharebots ai 2000 dollari della
per s migliore di uno fatto con la moka, perch a fare sempre la differenza
non il tempo impiegato bens la qualit del caff usato o che gustare le
cose (una visita al museo, come un viaggio o una camminata) significa
prendersi tutto il tempo che serve contribuisce non solo alla rivalutazione
del tempo lento, ma sorprendentemente anche alla (giusta) rivalutazione
dellandare veloci. Ovviamente quando serve, nelle occasioni in cui
addirittura indispensabile correre, questione di vita o di morte arrivare
prima possibile, come nei casi di calamit naturali, incidenti stradali,
infortuni sul lavoro, disgrazie domestiche, per i quali lefficacia dei soccorsi
e aiuti direttamente proporzionale alla tempestivit con cui arrivano.
Insomma, cos come non va confusa la fretta con la rapidit, neppure la
lentezza un valore in s. Landar veloci o lenti deve essere considerata
unopzione, non un imperativo, un aut-aut, ma un e-e, una possibilit da
valutare di volta in volta, da esperire secondo le necessit, potendo e
sapendo essere capaci di muoversi sia (molto) velocemente sia (molto)
lentamente. Meglio avere due, ma anche tre o quattro marce, piuttosto che
una. Daltronde, essere in grado di modulare gli sforzi e valutare le
convenienze, in una parola scegliere, ma sapendo che ogni scelta anche
una rinuncia, il solo modo per opporsi al pensiero unico di un turboconsumismo che non ammette rallentamenti, renitenti, alternative. E
rispetto al quale lesortazione ad affrettarci lentamente suona come
monito e come invito ad accompagnare, senza essere travolti, cio
sollecitamente ma criticamente, la grande e veloce transizione in corso.
Insomma, per restare ancora nel paradosso, ad essere sollecitamente lenti
o fermamente dinamici, cio mobili, duttili, flessibili, come peraltro
richiesto da tempi liquidi. Svelti e pronti anche a cogliere lattimo (che
per definizione fuggente), secondo laltra antica e famosa
raccomandazione al carpe diem. Cio a vivere alla giornata, per a
condizione irrinunciabile di avere consapevolezza che la ricerca di
leggerezza rischia linconsistenza, la vacuit, la nullit, e che le nostre vite
non possono essere una successione infinita di istanti a cui concedersi o
abbandonarsi, da prendere al volo e subito dopo lasciare, di attimo in
attimo, da un istante allaltro. Alla ricerca veloce, continua, incessante, ma
inevitabilmente vana, di approdi, di ancoraggi, di terre ferme, di terre