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PROFESSORE ZUPPETTA
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PARTE PRIMA
METAFISICA DELL SCIENZ* DELLE
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Ottava edizione
SOSTA NZIONALMKNTK AUMENTATA
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FASCICOLO
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DELLA CONTINUAZIONE
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II.
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NAPOLI
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STAMPERIA DELI.A
1871
R.
UNIVERSIT
OPERE
dee eroe, zeteeetta
Vico Nilo, n. 34.
Vendibili nel suo Studio,
Sbili
e
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penali
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complesso di tulle
le
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comparazione
in gore negli
Codici Penali attualmente
notevole che le
pi speciale
ricevono uno sviluppo
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critiche
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motivi uei
n breve cenno dei
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raccolte dalle
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Repubblica
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Con note
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quali una grafia
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Lire 3.
CORSO COMPLETO
DI
PROFESSORE ZUPPETTA
PARTE PRIMA
METAFISICA DELLA SCIENZA DELLE LEGGI PENALI
Ottava edizione
Sostanzialmente aumentata e diversamente ordinata
IL
SVOLGIMENTO.
NAPOLI
STAMPERIA DELLA
R.
UNIVERSIT
1871
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by
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483
DELLO AGENTE
484 ).
Anche questo un requisito comune al misfatto man 313.
cato ed al misfatto tentalo (Ved. il 480, 481 48G, 498, e 514).
Ed il provare che la interruzione nel misfatto tentalo,
51 G.
o la mancanza dello effetto nel misfatto mancalo (Ved. il 514) dipese solo da eventualit, affatto estranea alla determinazione dello
agente, debito dellaccusatore ( 491 e 498).
1.
La eventualit corrisponde alla causa o circostanza
517.
fortuita degli scrittori e legislatori
le parole estranea alla de2.
terminazione
dello agente corrispondono alle parole comunemente
usate indipendente dalla volont dello agente.
3.
Per la ragione della preferenza
ved. il 485.
Perch possa affermarsi questo requisito, neces 318.
4.
sario
Che la eventualit sia Vunica ed esclusiva causa della inter-
mancanza
dello ef-
ostacolante, lagente
mo
caso, e
Che
effetto si
si
fatta
determinazione ;
Che, per conseguente,
dello effetto,
in contrario la
di questo requisito
51 G ), sorge la presunzione
(
che la desistenza fu spontanea, c che 1 effetto manc per tuli' altra
causa che fortuita; e che quindi corre loro il debito di dichiarare
alla esistenza
(1)
l.
litized
by
484
In perfetta
antitesi col quarto requisito ( 515 e sepentimento dello agente, in virt del quale s interrompe il corso del misfatto, o simpedisce l effetto
Intorno ad esso ed alla sua efficacia in generale feci parola
nel 482.
Al quale si pu aggiungere la citazione della L. i9,
in princ., D. XLVIII, X. De Lege Cornelia de falsis
Paulus lib.
5 Sententiarum :
Qui futsam monelam percusserint, si id lotum formare noluerunl, SUFFRAGIO Jl'STAE PKMTENTIAE absolvUltUr .
Non mi resta che a risolvere
521.
I.
Se il solo pentimento, preso nella sua stretta e rigorosa
significazione, escluda il quarto requisito del conato, o anche
qualche altra causa possa menare allo stesso risultato
II.
Se il pentimento, o la qualunque altra causa similmente
operativa, possa concorrere in tutte e due le specie di conalo;
III.
Nell'affermativa, come il pentimento, eia qualunque altra
causa similmente operativa, si manifesti nel misfatto tentato, come nel misfatto mancato.
I.
Oltre al pentimento, preso nella sua stretta e ri 522.
gorosa significazione, non esiste qualche altra causa atta ad escludere il quarto requisito del conato ?
No, secondo il celebre Carrara, per quanto apparisce da queste sue parole (1) :
Volontaria dicesi, per modo di antonomasia, la causa impeditiva della esecuzione, che ebbe la sua genesi puramente in un
cambiamento tutto spontaneo di volont nell agente. Perch la
causa che trattenne il delitto si possa dir volontaria, non solo
occorre che nasca da un pentimento dellagente; ma il pentimento
deve inoltre avere il carattere di cadere sul fine, e non sui mezzi. E per mezzi intendo tutte le condizioni di luogo, di tempo, e
di modo, con le quali il malvagio aveva preordinato lesecuzio-
520.
guenti )
il
ne del misfatto.
Se provasi che
il
glia altra
Conato,
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485
Convengo che
il
182), il
quisito del conato. Ma non un titolo esclusivo.
E cos, vuoisi che cada sul fine, vuoisi che cada sui mezzi,
torna sempre efficace.
%
Vero che quando cade sul fine, terge ogni labe dallanima
(
non
Digitized by
486
Prova anzi di pi, che anche senza la dimostrazione della sponquesta si presume ove laccusatore non riesca a provare
la presenza di una eventualit estranea ec.
2.
Conchiudo
1.
taneit,
3.
la
che ne disconvenga.
Non
Finch 1' azione criminosa era in via, poteva il delinquente pentirsi, e pentirsi utilmente. Ma quando lutti gli atti erano compiti, il pentimento (se in quegli atti era la idoneit ) sarebbe stato lardo ove la provvidenza non avesse, con la intromissione di un fortuito, salvato la vittima .
Come si vede, anche in questo paragrafo rivela lo stesso pensiero, tuttoch manchino i quattro punti ammirativi.
bile che
tra
Il
(t) In
tirile citate
Lezioni.
Digitized by
487
Se non che nella nota al 417 della stessa parte generale del
programma re melius perpensa rinnega la propria opinione, e
,
riconosce
la possibilit
misfatto mancato.
A chi
524.
tra
si
la tua opinione ?
ri-
sponderei
quali
mi chiedesse: quale
Ecco
Quando
effetto esterno
prodotto
il
conseguirlo, non si pu concepire la intromissione del pentimento, o di altra causa spontanea, nel misfatto mancalo.
Si gitti
torre sopra una via selciata. Per un
il nemico da elevatissima
provvidenziale fortuito solamente pu linfelice salvarsi.
Il pentimento dello agente non varrebbe a disfare lopera propria.
Factum infeclum fieri nequit.
Dunque non si pu concepire la intromissione del pentimento,
odi altra causa spontanea, neiomicidio mancato, di questa natura.
Quando poi lo effetto esterno criminoso dovrebbe bens essere
il prodotto della perpetrazione di tulli gli atti necessari diretti
a conseguirlo, ma non il prodotto inslantaneo
cosicch tra
questi atti e l 'effetto sinterporrebbe un intervallo di tempo nel
1.
quale
potrebbesi accorrere con pronta e sollecita riparazione
si 2.
pu ben concepire la intromissione del pentimento, o di altra
causa spontanea, nel misfatto mancato.
colla
altra
Che. nel misfatto tentato si manifesta come semplice desi; e pu sempre intromettersi
Che nel misfatto mancalo non pu manifestarsi che come
opera riparatrice ; e pu solo intromettersi quando la natura del
stenza
fatto
ammetta.
526.
( 484
),
Riandando
sulla definizione
del
misfatto
si
mancato
ravvisa
Digitized by
come
le
misfatto imperfetto.
Che
Che
consumato
2.*
la
differenza tra
il
misfatto imperfetto
ed
il
misfatto
risulti
il
misfatto imperfetto
ed
il
misfatto con-
sumato.
prima condizione.
la
misfatto mancato ed il misfatto consumato consiste solamenche nel misfatto consumato si ottiene l 'effetto, mentre nel misfatto mancato non si ottiene, ma unicamente in grazia
della interposizione di una causa fortuita ed indipendente dalla
tra
il
in questo,
te
determinazione dello agente, essendosi operato quanto era ne-Ora questo punto di
cessario a conseguirlo Ved. il 499 ).
differenza non solo porta seco il carattere di stabile ed invariabile,
ma
di prontamente riconoscibile
Ved.
505
il
).
tra
la
seconda condizione.
ottenuto e
'effetto
'effetto
sumato.
La invariabilit del carattere del misfatto mancato, il
527.
certo vincolo di affinit col misfatto consumalo (Ved. il 526),
il niun fondato timore che la nozione del misfatto mancalo possa
incontrare dubbi od incertezze ( 502 e 503), autorizzano a con-
cludere:
\
Che
il
misfatto mancato
il
dovere di provvedere intorno al misfatto mancalo, presentandone requisiti in una definizione legale (Ved. il 484 e seguenti), ad oggetto di sehivare
le esiziali conseguenze delle cozzanti dottrine delle scuole, e di
i
Or
si
Roma appunto
del
Digitized by
489
di essere in s costanti.
1.
pensiero
la
Che definire il misfatto mancato, c determinarne i requisiti, importa che il misfatto mancalo solamente concepibile
in quei misfatti speciali che ammettono il simultaneo concorso
dei quattro requisiti ( 48i e seguenti);
"
Che, per conseguenza, sarebbe indispensabile la definizione, anche quando non si potesse verificare questo simultaneo
concorso, che in un solo misfatto speciale;
Zuppctta, (118.
Oggi le cneraliU cominciano a
(1) Carmignani, L. 11, C. 15
spiacerc
V. Millermaier, I, Vili 1 e 3, XI 4 1).
Russi, L. II, C. 31 in fine
lo
stesso Carmignani, I. C.
Nicolini, Del tentativo, 3, il quale anche lotta le leggi inglesi che non abbiano alcuna regola generale sul tentativo,
47.
XVII.
Parlasi del Codice penale del 1839.
(2) fr.
(3,i
202
I).
!..
32
Digitized by
Ora
il
490
concorrere
11
Magistrato di Cassazione non poteva diversamente sdebise non collo esaminare, se nel reato di truffa possa conce-
tarsi,
pirsi
il
dice penale.
Ma
articoli
Digitized by
491
reato di sua natura tentalo, il giudizio della Sezione stessa, fondato SULLE CIRCOSTANZE DI FATTO, NON PU ANDARE A DETTO RIGUARDO
SOGGETTO ALLA CENSURA DI QUESTO MAGISTRATO .
2.*
Giuseppe Mocci e Giuseppe Anni
Del 21 giugno 1831.
ricorrenti.
Ma fu questavvertenza inavvertita
(2)
poi necessario rammentare
530.
gna, in particolare
1.
Che
XVII,
al
parola de/nitio suona regala juris, e non gi definizione in senso logico, intesa cio a
precisare
caratteri essenziali di un onte giuridico;
nella L. 202, D. L,
la
{*)
Del 1839.
Fur. XXVII,
(2) Ariosi,
ZI,
3.
Digilized by
2.
Che
492
e non gi la definizione
3.
2.
anzi questa indispensabile ( 527
Ved. quanto ho scritto intorno a questo punto nel 74, Voi. I
4.
e nel Gi a 6G del presente Volume
5. Che la definizione tanto pi indispensabile in materia di
mancalo, in quanto che, come dice lo stesso La Pegna
misfatto
6.
in senso logico
il
Che
io
Diritto
roma-
no (Ved.
il . 5
) ;
Che per lammirazione non da me portala sino al fanatismo da plaudire ai difetti, che in materia penale non sono pochi;
E che ladagio contro i riprensori di opere eccellentissime
apporre alle Pandette, pu paralizzare la penna dei timidi, non
impedire agli arditi pensatori di sindacare sindacabili cose.
Si ha
( 287, Voi.
I).
il
(Ved.
478 e 483).
bene avvertire, che io, per le ragioui che riveler pi appresso ( 53G e seguenti), professo la dottrina che il misfatto
il
non deve colpirsi sotto forma di misfatto impere che sotto questa forma non dee contemplarsi che il solo
ed unica specie razionale del misfatto imperfetto ( 484).
Per, siccome gli scrittori ed i legislatori moderni riconosco-
no
il
tuno
La
misfatto tentalo
il
come seconda
darne la definizione.
mentre torna utile
(piale,
spetie, cos
ho creduto oppor-
ne dell articolo del Codice penale che se ne occupa, non modifila mia opinione espressa nelle edizioni precedenti
(Ved.
specialmente il 593 c seguenti della 7. edizione).
Si ha il MISFATTO TENTATO OC.
532.
La parola tentalo prescelta con la cautela inculcala nel
ca
G7?
S, di certo.
tentare.
Nella sua primitiva significazione tentare denot toccare leggiermente una cosa onde chiarirsi di gualche dubbio ch'abbiasi intorno ad essa. Tangendo e.rplorare, manti traclare.
In questo senso dice Lucrezio (I):
Si guadratum tentamis et id nos
Commovel
(1) IV,
in tenebris .
231.
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Virgilio
(t)
Ed Ovidio
(2)
493
toccar leggiermente altrui sia per farlo volgere a s, sia per avvertirlo quasi con cenno di checchessia.
lo stesso (i)
saltare.
Integrae
ila-
re tur (7).
Et quod tektabam
(li
tutto.
fra gli altri significati vha quello di fare ogni sforzo, spin-
X, vers. 20.
(9) Esposizione delle leggi penali per lo regno delle Due Sicilie.
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dice:
Hic in
itinere, illud in
dall Alighieri
494
meta
est;
sempre
la
(1)
(2)
(3)
Vedi Carmignani, Teoria delle leggi della sicurezza sociale, lib. li, Cap. XIV,
Parole di Carmignani, loc. cit.
Elemento juris crim lib. /, cap. IV , . 10.
in senso generico di reato.
Principi di giurisprudenza criminale, parte I, Cap. II,
95 e seg.
Aliquis mihi venenum dedii, sed vim suoni remixtum cibo perdidil. Sencc. lib.
(4) Delitto
(5)
(6)
Digitized
by
495
1.
tentato ?
Vari Codici penali ( Ved. V applicazione critica nel Voi. Ili), nel
definire il misfatto tentato, non si allontanano dai termini della
218 degnit.
534.
E per il misfatto tentato ha di comune col misfatto
mancato
I.
):
Atti di esecuzione;
Effetto non seguito;
IV. Mancanza dello
per una qualsiasi eventualit,
estranea
determinazione dello agente.
primo requisito perfettamente identico
primo
535.
requisito del misfatto mancalo. E per
sono applicabili
II.
III.
"
effetto
alla
affatto
al
11
le
gli
(1)
Op.
ci l.
parie
II,
Cap.
1.
Digitized by
Il
496
mancalo
in
numero e
quanto
al
diversa importanza di tali atti apre V abisso che separa il misfatto mancalo dal misfatto tentato ( 498).
Della natura degli alti di esecuzione necessari pel misfatto mancato ho ragionato nel 499 a 313.
Dei quali il 499 a 304 contiene dottrine proprie del misfatto
mancato.
La dottrina della idoneit dei mezzi, svolta nel 303 a 311
applicabile cos al misfatto mancato come al misfatto tentato.
Del quando sia concepibile la nozione del mi sfallo mancalo, quando quella dal misfatto tentalo, secondo la vai ia specie di misfatto
e la pluralit o unicit degli atti, si occupa il 312 e 313.
Rimane a svolgere la natura degli alti di esecuzione
336.
necessari pel misfatto tentalo, per trovare la dilferenza tra questo
ed il misfatto mancato.
Quali atti di esecuzione occorrono pel misfatto mancalo? Tali
che allo agente tiulla rimanga a quanto dal canto suo necessario
la
ovvero
tali che da essi
designalo .effetto esterno criminoso deve certamente derivare come
).
simo e il remoto.
Non che ingeneri difficolt la dimostrazione che
537.
la idea del misfatto tentalo non concepibile in una gran parte
di misfatti
poich, se non fosse concepibile che in un solo misfatto, sarebbe necessario contemplarlo e definirlo ( Vcd. il
529
Le
3.).
difficolt reali
le capitali.
Digitized by
Googfe
538.
497
/. difficolt.
Che
2.
la
il
misfatto imperfetto
ed
il
misfatto con-
risulti
vincolo di
mato.
Ho
differenza tra
sumato
affinit tra
il
misfatto imperfetto e
far
il
disparire ogni
misfatto consu-
consumalo non solo consiste nella mancanza del designato effetto, ma,
ci che vio pi rileva, vien delineata dalla natura degli alti, i
quali sono tali che allo agente rimanga ancora qualche altro atto a
guanto dal canto suo necessario alla effettuazione ( 287, Voi. I
cillante,
allo
Lo elemento materiale
il
certo pericolo
33
Digitized by
498
corso ( 288, Voi. I). In caso di misfatto mancato il pericolo corso incontrastabilmente certo. Lo ugualmente nel misfatto tentato? Alla risposta negativa basta la considerazione che nel misfatto tentato manca ancora qualche altro alto per avere la somma
degli atti necessari alla effettuazione, e che questo qualche altro alto
potrebbe non aver vita in virt della resipiscenza dello agente
o di qualsiasi altra causa spontanea.
Molti, fatti accorti del peso di questa difficolt, non si peritano di rispondere
Si presome che, senza il frapponimelo di un fortuito, l'agente si
sarebbe spinto fino allo estremo per incarnare il suo divisamene.
Si presume! Ma nella guisa che non si presume il reato, s bene la innocenza, nella guisa stessa non si presume veruno degli
atti elementari di esso.
Si presume invece (ripeter con Manzoni, ved. il ITO), che dati i primi passi, la immaginazione dello
agente si sarebbe arrestata spaventata, le membra avrebbero negalo il loro ufficio, e il cuore sarebbe venuto meno alle promesse
che aveva falle con pi sicurezza.
Si presume che lagente o
per lorrore del misfatto, o pel timore della pena, o per un subitaneo moto di piet, o per impulso di ridestata virt, non si
sarebbe spinto fino allo estremo.
///. difficolt.
540.
In che si ripone la essenza del misfatto tentato Negli alti di
esecuzione, che non raggiungano la somma di tutti gli alti necessari alla effettuazione
E, per raffigurare la idea del misfatto
:
sfatto imperfetto,
consumazione
mancato.
Ma
ravvisano negli
la differenza
>
tra
atti
il
misfatto tentato
ed
il
misfatto
perplessit, le incertezze e le contraddizioni che lapplicazione di questa dottrina ha partorito nella pratica,
pi
lo
Per impedire le conseguenze delle arbitrarie e cozzanti opinioni, bisognerebbe che il legislatore passasse a rassegna tutte
le
specie di misfatto prevedute dal Codice penale, e che additasse
quali alti in ciascuna specie debbono reputarsi di esecuzione.
Ma
la indole del Codice penale non comporta questo espediente.
Ove
si
domandi
Digitized
by
499
rispondono
alcuni.
Quelli che fanno parte integrale del misfatto, secondo la definizione datagli dalla legge: rispondono altri.
Quelli che sono univocamente diretti al misfatto, ossia che non
possono stare con altra ipotesi che con quella del divisato misfatto:
rispondono
certi altri.
Ma
se domandate loro: Quali dunque sono gli alti di esecuziociascun misfatto speciale
per esempio, nel furto, nella
truffa, nel falso scritturale?
Gli scrittori si accapigliano. Cominciano dall essere in disaccordo fra di loro, e ciascuno finisce col non intendere pi se stesso (1).
Tante incertezze, tante discrepanze nellcdollrinc de 541.
gli scrittori, tante addensate tenebre partorirono nella pratica
ributtanti conseguenze.
Recher un solo dei tanti esempi che
si affollano dinanzi alla mente.
Il celebre Carrara, che sta nel novero di quei penalisti, i quali
chiamano atti di esecuzione gli atti univoci, nella nota al 3G4
della Parte generale del progamma del corso di diritto criminale
insegna:
ne
in
Anche
ad
atti idonei,
bench di-
(I)
Raccomando
la lettura del
Cap.
Il,
Digitized by
-
quantunque idoneo sarebbe
equivoco. Lalto successivo
500
la univocit, c lo rese punibile come tentativo; soltanto la differenza nel risultamento questa ed risultamento vitale. Il conato pu punirsi in quella ipotesi come remolo, ma non come
prossimo. Lo scatto per esplodere era atto di conato prossimo perch eseguito sulla vittima che doveva essere soggetto passivo della
consumazione. Ma questatto inidoneo, e perci non in se stesso
imputabile. La caricazione e preparazione del fucile non era punibile finch rimaneva equivoca. Latto successivo bench inidoneo le ha dato univocit e lo ha reso punibile. Ma la imputazione
si dirige contro questo primo atto e non mai contro il secondo.
Ora quel primo atto quantunque divenuto univoco non pu essere che conato remolo perch non cadde sul soggetto passivo della
consumazione. La cosa intuitiva. Devo per avvertire che quando stabilisco che gli atti inidonei successivi rendono imputabili
gli atti idonei precedenti quantunque meramente preparatorii in
loro stessi, non riconosco tale potenza nelle sole successive dichiarazioni verbali del colpevole. La univocit deve risultare
da atti esecutivi e non da mere confessioni .
come dire
Lo scatto del fucile non imputabile in s, perch atto inidoneo.
Ma lo scatto del fucile offre la prova che la caricazione dell'arma era diretta allomicidio, e per rende univoco l atto preparatorio, ossia la caricazione, che prima rimaneva atto equivoco.
Ma latto preparatorio chiarito univoco ammette la nozione del
conato rimoto.
Dunque la caricazione del fucile costituisce a carico di Lorcnl
un conato rimolo di omicidio.
Io non approvo il giudizio della Corte di Agen; c duoimi di
non potere accettare il ragionamento del celebre Carrara che lo
;
giustifica.
Digitized by
501
sfatto fa
il
nome
di
alto preparatorio.
nello
il
caricare
il
fucile era
un
Lo scatto dell'arma offre la prova della direzione della caricazione, ed attribuisce a questa la
alto equivoco e senza significato.
univocit.
E questa prova
tura dellatto,
ma
inetto a costituire
e questa univocit
non cangia
la
intrinseca na-
E come
tale
conato.
per
tal
2.
Esso non fa che offrire la prova che la caricazione dellarma
era
3. diretta allomicidio, e per la rende alto univoco.
Ma questa prova e questa univocit non produce altro effetto,
che quello di attribuire il carattere di atto preparatorio di omicidio alla caricazione che prima tenevasi atto equivoco, e di niun
significalo.
Ma
latto
preparatorio
non ammette
la
di conato.
Che, in materia di misfatto tentato, tutto vacillante, tenebroso, confuso, contraditlorio, arbitrario e mostruoso ( 538);
Che le incertezze, le discrepanze dello opinioni, le perplessit, le contradizioni partorirono nella pratica ributtanti con-
legislatori ?
Digitized by
legislatori
I.
dovrebbero
Riconoscere
come
502
forma di misfatto imperfetto, il solo misfatto mancato; perch queriunendo la somma di tutti gli atti necessari alla eflfet-Inazione del divisato misfatto ( 48 i ), porge la vera e genuina
idea del tentativo di misfatto, che dicesi pure misfatto frustrato
(Cit. 484)
serba un visibile vincolo di affinit col mi2.*)
sfatto consumato ( 526
cd facilmente riconoscibile
( 02).
0
II.
Non riconoscere come specie di conato, e non punire
sto solo,
il
ma
valutare solamente dalla loro materialit, e non gi dallo scodiretti, tutti gli alti esteriori, vuoi di preparamento
vuoi di esecuzione, i quali non rappresentano la somma di quelli
che sono necessari alla effettuazione del designalo misfatto, e
costituiscono
il misfatto mancato.
elio
0
III.
Se non che, ove questi atti esteriori che non rappresentano la detta somma sieno puniti dal Codice penale come speColpirli
ciali reati consumati, tali che la ferita, la percossa ec.,
po cui sono
Della 1 Degnila
Vedi
543.
seguenti ).
289,
Voi.
I ).
lo svolgimento delle
290, Voi.
).
(1)
De jnr.
(Tim.,
fi.
Digitized by
545.
Che
misfatto
503
II.
il
CONSUMATO.
Non pochi ingegni profondi
mo
Moro
(2),
(3),
Bacone
si soscrivono a questo avviso riCicerone (1), Valerio MassiGrozio (5), Puffendorfio (6), llomaQuestultimo avvalora cos la severa
gli altri
(4),
(8).
l'istesso effetto,
come
altrove detto, non altro che la violazione di un patto a misura che il patto che si viola pi prezioso, la pena debbe essere maggiore, s perch la societ ha un
maggior motivo di temere il delinquente, come anche perch ha
un maggiore interesse di tenerne lontani gli altri. Ma nella noPi:
il
delitto
si
(4)
(8)
(0)
(7)
(8)
Utopia, Lib. 2.
2,
30.
Digitized by
504
il
517.
oiH.
Mia
opinione.
come proposizione evidentissima che il tentativo non sia da punire al pari del
misfatto consumato. La mia opinione basata sulle seguenti ragioni:
1. Al iter leges, aliler philosophi tollunt astutias: legvs, qualcnus
maini tenere possunt: philosophi, qualcnus catione et intelligentia (i).
2. La morale imputabilit non certo confondibile colla impulo propendo
al lato
tabilit politica.
un
()
Oh Fortuna
Che
Cap.
3.
(S)
citata stia
(*)
3.
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505
291, Voi.
la dottrina
I).
che
il
misfatto cos
gli scrittori
talo
ed
legislatori
come seconda
moderni riconoscono
il
misfatto ten-
ho creduto
La 222 degnil
si
applica
quando
lazione perpetra-
un reato speciale
reato speciale.
Nelle ricordale ipotesi ( 551 e 552) sarebbe una
553.
incoerenza lo applicare duplice pena.
E questa incoerenza rendesi piu che evidente dalla teorica
della reiterazione ( 315 e seguenti, Voi. I
e specialmente
330 e seguenti del cit. volume).
E pure s fatta soluzione non incontr i plausi dello spesso lodato Signor La Pegna (Ved. il Cap. XXI, pag. 94 della citata
sua opera).
Il dissenso il portato di due cause.
La prima la erronea credenza che il numero delle imputazioni valga a determinare il numero delle pene da applicarsi cumolativamente; senza tener conto della teorica della reiterazione (Cit.
315 e seguenti, Voi. I).
La seconda la confusione del caso in cui i mezzi di esecuzione costituiscono un reato speciale col caso in cui lautore del conato abbia ottenuto un effetto parziale, o dimezzato; senza riflet-
due
casi disparatissimi
Ved.
il
seguente.
34
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506
554. Diverso
effetto ,
S,
dicono
il
ninno
effetto
'effetto
parziale.
le
nor-
me
suratori
non adeguano
il
la
pena
ma
mi-
criteri
soggetto.
natura.
il
ziale ?
un
da
effetto
par-
un compo-
posto di due parti. La prima consiste nel misfatto consumalo costituito dallo effetto parziale: la seconda nel conato del designato
misfatto.
effetto
parziale.
Pongasi che lomicidio consumato sia punito come 20, e1 conato, della natura di quello in quistione, come 15.
Pongasi che la mulilazione sia punita come 12.
Ove la pena della mutilazione consumata e quella del conato di
omicidio si dovessero cumolare, si avrebbe questa conseguenza,
che lomicidio consumalo verrebbe punito come 20, e il conato di
omicidio seguito solamente da mutilazione verrebbe punito come
27, somma di 12 e 15.
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507
Teorema.
II.
Quando simputa intieramente il conato del
designato misfatto, non si pu imputare lutto il misfatto consumato
costituito dallo effetto parziale. Imperocch lo effetto parziale trovasi gi imputato sotto figura di conato per ci stesso che sim-
diffalcare la parte
Da
ci consegue che,
effetto parziale
consumato, e la imputazio-
ne di esso effetto parziale, consideralo sotto figura di conato bench per sua natura non ammettesse la nozione del conato).
Queste dimostrazioni creano due norme per la esatta misura
della pena. Una soccorre quando simputa interamente il seguilo
effetto parziale: unaltra soccorre quando simputa interamente il
(
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508
piuttosto che unaltra, giacch esse sono equipollenti, e
cono sempre
1.
I. Norma.
2.
La
parziale costituente
la
condu-
uno speciale
effetto
essere
somma
to effetto
1.
Sia
2.
il
conato di omici-
.......
Somma
La somma 18
lazione.
la
15
9
12
6
18
Norma.
La pena del conato di misfatto seguito da effetto
parziale vuol essere la somma:
Della pena stabilita contro il conato del designato
misfatto;
Della pena che esprima la differenza tra la pena dello
effetto parziale sotto figura di misfatto consumato, e la pena dello
II.
::....
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509
Sia 12 la pena della mutilazione consumata, e conseguentemente sia 9 la pena della mutilazione sotto figura di cona1.
3
to. 2. E per la differenza
a
Giusta la II. Norma, la pena del conato di omicidio seguito da
mutilazione deve essere la somma
Della pena che esprime la differenza tra la pena della mutilazione sotto figura di consumalo, e la pena della stessa mulilazione sotto figura di conato
La quale differenza
3
Somma
La somma 18
la
18
pena del conato di omicidio seguito da muli-
lazione.
Lo
stesso risultato
556.
dava
norma.
la i.
Va inteso che, se
le
risulta la som-
ma
pi grave
tua2. la
Ved.
(
somma.
3.
la
1),
e poscia
si effet-
Solo
La somma
La somma cresce
risulta in tutti
seguito
effetto
casi proporzionata.
la
seguito
effetto
linea.
pena del misfatto misto, espressa nella somma, si approssimer alla pena del designato misfatto consumalo:
Nondimeno, per quanto voglia ipotizzarsi estesa la prima parte, e limitata la seconda parte della linea, la pena del misfatto misto, espressa nella somma, non giunger mgi ad uguagliare la pena del designato misfatto consumalo ; poich, mentre
nel designato misfatto consumato tutta la linea colpita sotto figura di misfatto consumalo, nel misfatto misto la seconda parte
della linea colpita sotto figura di conato.
Ora, per quanto limitata voglia ipotizzarsi questa parte, avr come costante risultrettanto la
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510
Della ** Degnila
558.
Nella
( 293, Voi.
1).
Della ** Degnila
559.
(.295, Voi.
I).
circuiti
stare,
296, Voi.
).
Una
circostanza, qualunque essa siasi, non pu avere altra efficacia che quella di rendere pi grave, o pi leggiero il
fatto nel quale interviene.
I.
Da ci la partizione di ogni circostanza in aggravante ed attenuante, di cui far parola nelle degnila 231 a 233 (Ved. il 564).
II. Di rendere pi grave, opi leggiero il fatto nel quale
561
.
interviene.
Che
circostanze aver possano influenza nella determinazione della gravezza di un fatto, niuno si farebbe a contrastarlo
(vedi 133 e seguenti del Voi. I).
a E raccontarlo a voi mi parria quasi
le
(3) .
I,
3.
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511
ricordando
habetur
et
Idem tempoiiis quo in deserlione fuerit, et eorem qbe poSed ET SI FBERIT ULTKO REVBRSBS, NON CBM NECESnon erit cjusdem sortis .
Ovidio non tralascia mai di trar proftto dallo intervento delle
adjckxit.
siTBDiNK,
circostanze. Ei dice
<t
E Dante
Judicis officium
Qucerere (1) .
est,
ut res, ita
tempora rerum
per attenuare lodiosit dellincesto tra Paolo Malatcsta e Francesca da Rimini, di lui cognata, lo riveste di mollo
(2),
circostanze.
Noi (3) leggevamo un giorno per diletto
Di Lancillotto, come amor lo strinse ;
Soli eravamo, e senza alcon sospetto.
Per pi fiale gli occhi ci sospinse
Quella lettura, e scolorocci il viso:
Ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo
il
disiato riso
quale interviene.
I,
Elcg.
I.
V, 127.
(3) Parla Francesca.
(2) Inferno,
(4)
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2.
512
Aumentata o diminuita
pena secondo
la
la
natura della
Da
ci si tira la rilevante conseguenza, che, laddove un legislatore, sia per obblio, sia per qualsivoglia altra ragione, serbi
ricidio
come
lomicidio semplice.
(][297 a 301,
Voi. I).
la
I).
La circostanza
564.
Stato,
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513
quella cio che non ha la capacit di alterare la natura del fatto; come sarebbe la circoslanza della persona di Tizio ucciso in luogo della persona di Cajo
3.* Circostanza accidentale
(Ved.
il
4.
3., del
il
,297, voi.
329
presente Volume).
Ma, giova
ripeterlo, sotto
il
ne
colla circostanza.
per cui
fatti,
si
luogo pubblico per la costituzione del reato di bestemmia, stidoversi questa punire sol perch si rivolge contro la
Divinit, ma unicamente quando si traduce in pubblico scandalo,
il
mano non
35
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514
accidentale,
uno
4., il quale va
pruova lo stesso esempio recato a 564
regolato colla teoria dell ignoranza c dellerrore, di cui formava
oggetto la sezione V del capitolo II del titolo VII.
Delle 34 a 37 Degnila
I).
La
( 309, Voi.
da
I).
La
sing. de poenis
a
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515
eia, et infdee
consilia, ut conjuraliones et
Pothier.
(3)
campo pi
messo.
(4)
clic
muri.
(5) Grassatura deriva da grassari, perci si chiamarono anche grassatori. Bulico interpetra coloro che invadono le citt ed i borghi, o spogliano passaggieri minacciando
la morte. Di questi rosi parla Giovenale nella Sat. Ili :
Interdillo et ferro subitus grassa tor agii rem.
i
differisce dalla rizsu, la quale un assalto meno danncvole, che Giovenale descrive nel sullodato luogo prendendola a giuoco:
Miserie cognoscere prirmina rix.v.
Pothier.
Questa grassatura
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516
cum
ferevs,
ut inimicus existens,
Nam
as-
8.
quam lex non minus eum, qui occidendi hominis causa cum telo fucquam cum, qui occiderit, punial): et ideo apud Graecos exilio
rit,
rum
(4)
(3), ul
scriptum est:
(5)
Nonnumqvam
10.
EX ACERBENTER, QEOTIENS
evenit, ut
OPOS 81T .
tati
di circostanze.
Perch
Chi lor
(t)
Frammento
E scrive (7):
le donne pi facili e prone
creder son, di pi supplicio degno
di
fa
inganno
homicidium.
Orlando Furioso, XXXIV, M.
(6) S intende
(7)
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517
la
liberazione di un mi-
sfattore.
11
11
di Caio.
putato.
573.
persona quando coaggravante, quando come attenuante. E siccome, sotto il rapporto del valore, io non riconosco che queste due specie (vedi il
561 e seguenti), cos altro esempio nou mi rimano ad addurre.
Ma certi scrittori, ostinati nel riconoscere, oltre ['aggravante ed
attenuante, anche la circostanza dirimente ( vedi specialmente il
568), raffigurano la circostanza di persona sotto carattere di cirIo
ho raffigurata
la circostanza di
me
coslaza dirimente.
spettivi discendenti
di
e seguenti).
Alcuni storici fan plausi alla madre di Pausania, che per la
prima rec la pietra per murare il tempio di Nettuno (1).
(f) Pausania, fatto orgoglioso dalla vittoria di Platea riportala contro i Persiani, ove
comandava gli Spartani, fu dagli Efori convinto di aspirare al dominio, e dannato
nel capo. Rifuggitosi nel tempio, si corse a murarlo. I.a dii pie lata madre, encomiata
dagli storici, fu la prima a recar ia pietra, gridando ebe un fellone avea cessato di essere tglio suo.
egii
Digitized by
Ma
la
518
natura inorridisce.
11 lettore si avvede chio alludo a quel decreto di proscrizione che comincia con le
a Marco Lepido, Marc Antonio cd Ottaviano Cesare, eetti dal popolo (1) per
riforma della repubblica e che si chiude con le altre scritte col sangue:
Tolgano gli Dei, che alcuno osi dare asilo ai proscritti, difenderli o cedere alle loro
suggestioni. Chiunque sar convinto davere tentato per vie dirette o indirette di sal-
(1)
parole:
la
a un proscritto, e ce ne recher la lesta, ricever, se liberdramme attiche, se schiavo, diecimila, e di pi la libert, col diche il suo padrone godeva.
ricovero dun proscritto, avr ugual ricompensa. 1 nomi dei delatori,
nostri comandi non sa. notato in alcun registro, affinch rimanga sconosciuto in qualunque tempo .
In questa feroce proscrizione, Antonio, per far cosa grata ad Ottaviano, vi comprese
il suo zio Lucio Cesare, cd Ottaviano, per gratificare Antonio, vi comprese Marco Tullio
Cicerone. Ma Giulia, madre di Antonio c sorella di Lucio Cesare, nascose questo proscritto. Quando
soldati scoprirono dovegli era, Giulia, ponendosi sulluscio deHa
camera ove rimpiallavasi il fratello grid forte: soldati non giungerete fino a lui, che
massacrando me ; me madre del vostro generale !
Quindi recossi al tribunale, c disse al figlio che sedeva fra le leste sanguinose: salva
Lucio, od uccidi anche me, rea di averlo celato e difeso.
(2) Esposizione delle leggi penali per lo Regno delle Due Sicilie, Parte I.% cap. X.
(3) Aggiunto, ossia circostanza.
Cio le leggi penali per lo Regno delle Due Sicilie.
(4) Il Codice
(3) Allude allarticolo 177 delle citate leggi penali.
(6) Allude agli articoli 304 c 390 delle leggi medesime.
to,
venticinquemila
ritto di cittadinanza
Chi scoprir
il
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519
stenersi che gli esempi da lui citati abbiano alcun che di comune colla circostanza, o vollaggiunto, come meglio piaccia di espri-
Volume
575.
Il
I.
III.
Circostanza di luogo.
Ubi
legislatore
putabilit (Vedi
Dicendo
colui fesse
Lo cuor che
n sul
Digitized by
520
Tasso nemmeno dimentica il luogo, quando fa narrare da Arnaldo a Goffredo lomicidio commesso da Kinaldo (1):
E che per legge reo di morte, e deve
Come
leditto
circostanza,
576.
quando no.
IV.
Per quos?
Ved.
il
te.
Quomodo?
Sex
sestertia
Quum
si statisi
dedisses
(1)
Gerusalemme
(2)
(3)
lolle,
dono;
liberata.
III,
Scena
I.
(4) Filicaja.
(#)
Epigr. VI.
Digitized by
521
Deberem
317
e 318, Voi. I
).
( 321, Voi.
le
degnit 242 e
I).
1), si
Serve
,
che
la
Orlando Furioso.
lAgamennonc, Allo IV, Scena
(2) Alfieri,
( 322, Voi.
I).
di
III.
36
Digitized by
522
323, Voi.
).
ga discusso
come
(atto
non ven-
in giudizio.
ragione
Trovisi
324, Voi.
I).
11 motivo si , che non solo la imputazione non pi discutibile ( 58G), ma la estinzione dellazione penale lascia la pred'innocenza ( 504, Voi. I).
sunzione
2.
325 Voi.
I).
quante volte l'azione penale relativa al primo fat1.possa ravvivassi mediante la sopravvenienzadel secondo fattorecc.
tore
588.
I.
Esempi
Ved. lapplicazione
589.
me
II.
il
il
Di talch:
la
Ove
si
profferisse
il
reiterazione,
rimarrebbe
rit di
ma
cosa giudicala.
se
si
Digitized by
non
523
mare
oggetto
2.
di giudizio.
Ecco perch io ritengo che il giudice abbia il dovere di proprima intorno al fattore ravvivatile.
E cos
nunciare
3.
reiterazione.
ga quella del ravvivato, non pu affermare, il concorso della reiterazione, e deve applicare la pena spettante allunico reato, di
cui si affermalo la esistenza.
( 326, Voi.
un errore massicciano
I).
ec.
E questo errore viene combattuto dalla decisione della Suprema Corte di Giustizia di Napoli, dol li luglio 1824.
Se non
che, quel Collegio Supremo trovava materia di censura solamente il non essersi dei reati precedenti fatta menziono n nella
citazione, n nelle conclusioni orali del P. M., mentre il mag-
mesi di esilio correzionale, ed alle spese del giudizio, come colpevole dingiurie in persona di Maria Mascari, ed altro, ritenendo la delta de Simone come reiteratrice di pi di due delitti.
Avverso di questa sentenza la condannata produsse appello
alla gran Corte criminale, la quale con decisione dell'11 ottobre
Digitized by
524
si
modo
(1) Quel Collegio Supremo comprendevi! luti la importanza del suo mandato, ed annullava inesorabilmente, c spesso nello interesse della legge, a vista della menoma de-
viazione.
la esistenza della
delle finanze
(2) Del
181.
Digitized by
525
Confr.
327, Voi.
392.
la
I ).
I),
e lo svolgimento
( 330, Voi.
I).
Non
593.
reiteratore
il
331, Voi.
I ).
il
552.
332, Voi.
I ).
Si esemplifica in colui che, per esempio, con una sola esplosione di archibugio rende esanimi pi individui, o spegno un
individuo, ferisce un altro, ec. ec.
Non
reiteratork
il
333, Voi.
I ).
Djgitized by
UN MEDESIMO CONTESTO
IN
DI
526
DE-
TERMINAZIONE.
cos
non
con-
t lArioslo (3)
chi
chil petto,
rompe
chi fece
due
parti
de
il
la testa,
capo netto;
For
(l
la
(2)
Gerusalemme
(3)
XL, 26.
Digitized by
527
N quel Ruggiero, di
Lev Ruggier,
Ne
Ed
in
(2)
brando, e a chi
gola messo:
Taglia busti, anche, braccia, mani e spalle;
E il sangue come un rio corre alla valle .
La Suprema Corte di giustizia di Napoli si attenne
598.
costantemente al principio consecralo nella 25 i degnilh.
Reco
ad esempio due decisioni.
riDecisione del 6 agosto 1845
Alessandro Gambatesa
I .*
Il
l'ha
ne
la
corrente.
rente.
Una gran
(1)
(2)
(3)
il
la
528
La
corte
suprema
ec.
grado
maximum
del
quarto
de'ferri.
Or
larticolo
articolo risulta che per darsi luogo alla reiterazione sia necessario, che tra un misfatto e laltro vi sia stato tanto intervallo
di tempo, che abbia il primo almeno aperto ladito ad un giudidue reali furono consumati quasi
zio (1). Nel caso in esame
contemporaneamente, e nella successione di uno allaltro, comech niun nesso vi fosse stalo fra loro; ond che larticolo 85
non era mai applicabile alla soggetta specie.
i
Penetrandosi poi nello spirilo di dello articolo scorgcsi chiaro che il legislatore volle pi aspramente punire labito contratanzich chi commettesse pi delitti fra lebbrezza del furore in un alto stesso.
Dalle quali considerazioni deriva che la gran corte, avendo
considerato il ricorrente come reiteratore, ed avendolo condannato come tale al maximum della pena prescritta pel misfatto pi
to nel delinquere,
(1J
Questa ragione c tanto poco solida, per quauto serie sono tutte
le altre.
Digitized
by
529
grave, abbia violalo espressamente il citalo articolo 85 dello
leggi penali, 295, 328 e 329 delle leggi ili procedura penale
.
Annulla ec.
N. B. La ipotesi discorsa in questo e nel precedente paragrafo diversa da quella contemplata nella 258 degnit( 337, Voi.
e 602 del presente Volume).
I
599.
Non
con
Non
334, Voi.
).
Si
esem-
atti ripetuti.
Della *5 Degniti
600.
reiteratore
il
335, Voi.
I).
un
reato,
ma
un determinalo numero
336, Voi.
I ).
questo postulato scientifico convertito in dettame legisla606 del Codice penale ita-
li-
37
Digitized by
602.
Ha luogo
530
( 337, Voi.
).
Della 5 Degnit
( 338,
Voi. I).
Io per adopero la
furto dopo un primo furto commesso.
voce in un senso pi lato; in quello cio di ripetizione, o ritorno al reato della medesima, o di diversa natura del precedente.
E cos concorre la reiterazione tanto se i pi reati sieno ripetuquanto se sieno concorrenti,
ti, cio della medesima natura
(Ved. il 633 e 634).
cio di diversa natura
Ved. la nota 1.* e 2." al 338, Voi. I.
come al
Della OO Degnit (
605.
I)
Ved.
le
e lo svolgimento (
Della *l Degnit (
Digittzed by
531
Della te Degnila (
Non pu
C07.
dal legislatore.
Cos, supposto
concorso da un
ne: Supposto che
punito con pena
la reiterazione sparisce.
G08.
frontando
del Voi.
609.
paragrafi 367 e
I.
In
quanto
alla
Dell
287 degnit,
Degnit
639 e seguenti).
345, Voi.
I).
Digitized by
532
mento, in grazia del quale V applicazione di una data pena ha l'efficacia di assorbire tulle le altre pene uguali e minori (316, Voi. I).
11. Ed a questa pena unica si mole aggiungere un de611.
altri reati
puniti con
pena u-
guale o minore.
alla
massima
zioni ( 319, Voi. 1), aggiungesi alla pena unica (Cit. 610) un
determinato e modico aumento.
Modico aumento, si dice, giacche se l aumento fosse esageralo, si correrebbe per via indiretta verso
il
condannato cumolo
delle pene.
Della 28 Degnila (
Della *? Degniti
(
347, Voi.
I ).
(1)
st.
Questa decisione c riportala nelle Quislioni di drillo del Cb. Santo Roberti (Que-
XXXV).
Digitized by
533
cessivi Imperatori nella leg. 9, Coti, de accusationibus (I), prescrivendosi in termini formali al magistrato penale non essergli
sdizione.
Che tanto gli uni quanto gli altri articoli adoperano invece la
parola reati allorch sviluppano rispettivamente il principio medesimo, e ne fanno applicazione speciale per determinare la giurisdizione competente allunico giudizio cui voglion sottoposti
ed rei principali ed i complici rispettivi.
Che lo stesso principio consentaneo pure alle regole saggissime che le nostre Leggi penali, meglio che qualunque altra legislazione, hanno stabilite intorno alla reiterazione.
Che essendosi per quelle stabilito che nel concorso di reati
ove costituiscano misfatti, non si cumulassero le pene corrispondenti a ciascuno di essi, ma si applicasse quella solamente scritta contro il pi grave o nel maximum del grado se sieno due, o
collaumento di un grado se sien pi di due; e che ove costituiscano luno un misfatto, e laltro un delitto, anzi che esservi
cumolo delluna e dellaltra pena, quella del delitto rimanga assorbita da quella del misfatto, come dal testo e dallo spirito degli art. 85 e seguenti; sarebbe stato assai strano il permettere
o anche il tollerare che ambo i magistrati in origine competenti
i
(2)
Del 1819.
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534
na rispettiva, e restasse cos violato il precetto della legge portante divieto al cumolo delle due pene.
Che lo stesso incdnvenienlc della moltiplicit dei giudizi vuol
pure la legge evitalo quando anche si trattasse di pi delitti correzionali.
maximum
stessa
quando
lutti
portano alla
la
Che quest' attribuzione di giurisdizione costituisce una eccezione formale alla regola prestabilita dalle stesse leggi nellart. 486.
Che se vero che per questa regola la incompetenza per ragion di materia pu sembrar circoscritta ai casi in cui un giudice
di polizia pronunziasse sopra delitti o misfatti; o un giudice correzionale pronunziasse in materia di misfatti; o un giudice di eccezione pronunziasse sopra reati ordinarli; o finalmente un giudice non rivestito di poter punitivo pronunziasse sopra reati di
qualunque specie non per men vero che tanto pel caso della
connessione, quanto per quello del concorso di pi reati, la
stessa legge quella che al giudice competente per lo misfatto attribuisce competenza anche pel delitto, volendo che il reato pi
grave tragga a s la cognizione del minore.
Che quindi non pu non ritenersi che se pei casi isolati sta
la regola dellal t. 486, pei casi complessi stia per lopposto laltra del comma 2. dellal t. 495, o che per questi casi soffra eccezione quella regola.
Che laleccezione non lenendo la sua base sopra ragion di
territorio, che appo noi il solo fondamento della competenza
per ragion di persona, sendo che lutti senza distinzion di persona
sono sottoposti alle stesse giurisdizioni giusta lari. 195 della Legge dei 29 maggio 181 7 salve rarissime eccezioni segnate dalla
legge medesima, ma derivando invece dalla gravezza intrinseca
e rispettiva dei reali che concorrono a carico dello stesso indi:
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Gobgle
535
pur era nei voti della legge, permettendo anzi comandando che
sulla sorte di un imputato si provvedesse due volte e con separali procedimenti.
Annulla ec.
Digitized by
536
Per
la
348, Voi.
I).
Vod.
615.
616 e seguenti.
I.
349
lo svolgimento delle
In senso
( 351, Voi.
).
stretto ec.
272
e seguenti.
Vi ha recidiva tanto se la precedente irrevocabile condanna sia stata pronunziata dallo stesso tribunale che pronunzia la
seconda, guanto se lo sia stala pronunziata da qualsivoglia altro
618.
TRIBUNALE NAZIONALE.
E vi ha recidiva tanto se la precedente irrevocabile condanna
sia stata pronunziala sotto limpero del Codice penale in vigore,
quanto se
Digittzed by
537
Gl 9.
II.
Da
Il Codice penale francese, secondo le modificazioni introdottevi nel 1832, coll'articolo 56, ultima parte, dispone:
Nondimeno, lindividuo condannalo da un tribunale militare o marittimo, in caso di crimine o di delitto posteriore, non
sar punibile con le pene della recidiva, se non quando la prima
condanna sar stala pronunziata per crimini o delitti punibili
secondo le leggi penali ordinarie .
statuisce
Il
alla
Ved. lapplicazione
38
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538
Non
quando
la precedente irrevocabile
sia stata pronunziata da un tribunale straniero.
Intorno alla efficacia della condanna pronunziata da un tribunale straniero, variano le opinioni dei penalisti; e tra i legislatori, alcuni la dichiarano apertamente inefficace a servire di
fattore alla recidiva, altri serbano silenzio.
Ved. V applicazione
critica nel Voi. III.
Certi critici non {sdegnerebbero di accordarle efficacia, ma a
condizione che il reato che partor la condanna fosse anche reato
I.
esiste recidiva
condanna
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539
altri
queste identit di
rito, o di misfatto,
o di pena, n anche
(1). Sella
madun-
que nemmeno
richiede che la condanna precedente sia pronunziata da giudici del regno, potremo noi, esecutori di essa, creare
ed aggiungervi tal nuova eccezione? La sola condizione chella
impone, che consti la prima condanna per misfatto: ma non
dimanda quale sia quest altro misfatto, non se laccusato sia forestiero o nazionale, e molto meno con qual rito, dove, e da qual
giudice sia stalo egli condannato. Lo dimanderemo noi? 0 forse
per nuova spezie dincanto chi scappa al remo oal capestro straniero, si scioglie di ogni macchia col solo venir fra di noi, e le
'
(1) L. 3. 0.
(2)
tlafto nel
(3)
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540
eadem
romane
Sup. I. $ 19.
(1) L. 2, $21, C. I, 17, de vet.jur . enucl . eie.
Sinsislc forse troppo ripetutamente, in
(2) L. 3, C. I, 4, de episcopali audientia .
queste conclusioni sopra lidea che il recidivo condannalo pi severamente, non perii
dolo mostrato nel primo misfatto, ma per la maggiore perversit spiegata nel secondo,
perch tanto nella causa di Voccia, quanto in questa di Villani, il ragionamento contrario poggia lutto sulla supposizione che il giudice del reo recidivo, punisca anche il
primo misfatto. Aon sembra regolare (si diceva in queste decisioni) l'assunto di dichiarar reo in faccia alla legge patria un uomo, perch ubbia delinquilo in paese straniero,
o di cambiar la qualit della pena dovuta al suo reato commesso nel proprio paese
perch in suolo straniero abbia sofferto una precedente condanna.
V. nella quarta
parte
il
n.
XX, $ 10
c 17.
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541
guente libero da quei domestici e cittadini riguardi. Se dunque, peggiore di una fiera, ei si avventa a lacerare il seno di chi
d asilo, n anche il freno ordinario derecidivi pu geltarglisi al collo? E quali in questo caso sarebber ordini migliori,
quelli cio che, per non contaminare di usanze straniere la patria, immolavano chi vi giungeva, anche da tempesta sospinto,
ovvero questi che per eccesso di spirito ospitale ci abbandonerebbero senza necessaria garentia al pugnale dei fuggitivi dallestranee galere, ed alle loro rapine?
31. Ecco perche nello stalo presente di civilt universale e di
pace fra lutti gli stati di Europa, non ultimo scopo del concorde
spirito che vi regna, il perseguitare e far oggetto di particolar
gli
( 23).
del
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542
neque pudor est (1). Che se le nostre ultime II. pen. collart.
91 fanno in ci qualche eccezione, questa non pu riguardare il
caso presente. Lart. 91 parla dell'azione che una disposizione
sovrana cancella dalla classe dereali, s che se ne abolisca per regola generale lapena. Non parla per degli accidenti pequali un'azione medesima possa da una legislazione esser riputata delitto,
e da unaltra misfatto. Or chi potrebbe dire che la ferita con grave
pericolo, per la quale fu condannato Villani, sia oggi cancellata
dalla classe dei reati, e ne sia abolita per regola generale la pena (2)?
Che poi nel tempo della condauna non esistesse in Roma la distinzione di misfatto, delitto, contravvenzione, ci abbiam
dimostrato esser battaglia di parole, che voi dovete disprezzare
ultra,
(9 ad M ).
33. Nemmeno vale il dire che se lari. 56 fosse applicabile
anche a'condannati in paese straniero, per ogni forastiere accusato converrebbe perdere mollo tempo onde far procedere a perquisizioni ed indagini nella sua patria (3). Volesse il cielo che
ogni inquisizione per misfatto potesse essere preceduta dalla
esalta informazione della vita antecedenledellincolpato! Ma pu
egli richiedersi, particolarmente pe forastieri, che si conoscano
appuntino le ragioni della lor partenza della patria, e si torni indietro su tutti i punti principali della lor vita? Si fa quello che
si pu. Del resto tutte le volte che si avranno a giudicare forastieri o nazionali precedentemente condannati in paese straniero
due soli casi possono avvenire: o prima dell'accusa si sapevano
con accerto le loro condanne precedenti, o queste allora stabiliranno un fatto, di cui, come di ogni altro, si avr conto nella
discussione; o non se ne aveva distinta e legale notizia, ed eglino allora non sono altrimenti giudicali che come coloro p. e. che
effettivamente rei di omicidio premeditato han la fortuna che
fatti conslitutivi della premeditazione non sieno conosciuti. Noi
i
(t)
Tac. Ann.
Ili, Si.
eoi.
(2) Si diceva iu contrario nella causa di Voecia: L' eiprtniuhi iJellart. SC del
pen. ton relative alle nostre leggi, e non alle leggi straniere . Vi sono delle azioni caratterizzate in un paese per criminose, e virtuose in un altro; o in un paese riputate
misfatti, e delitti in un altro. Leggi e territorio son parole correlative per necessit.
Si disse poi nella causa di Villani: per ammettere i prineipii del m. p., converrebbe
che tutte le nazioni del mondo conosciuto fossero governale dalla stessa legge, e che
vi si riconoscessero e vi si rispettassero gli stessi motivi di merito o di grazia, che
talvolta nel proprio paese esentano il reo dalla pena meritata. Esagerazione che nirrvs
probat; perch seguendo questa, niun condannato potrebbe mai dirsi recidivo, s'ei misfaccia di nuovo anche nel proprio paese, purch ci sia avvenuto sotto l'impero di unaltra legislazione.
e
(3) E si disse nella causa di Villani: Il principio del m. p. menerebbe alla strana
dannosa conseguenza di non poter trattar mai alcuna causa penale senza essersi prima ricercate le quattro parli del mondo, per rilevarsi se in alcuna di esse laccusato,
nel corso di sua vita, abbia mai delinquilo Altra esagerazione pi degna di Momo che
.
d Astrea.
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543
non sosteniamo altro se non che quando consti il fatto della precedente condanna, questa debba aggravare il secondo reato. Ma
const contro Villani un tal fatto. Perch dunque lultimo suo
misfatto non dee riputarsene aggravato?
34. La gran corte di Avellino dietro molti principii di dritto
pubblico ci fa conoscere la peregrina verit che i giudici del
nostro regno non hanno diritto di giudicare i sudditi di sua santit per misfatti commessi nello stato pontificio, e viceversa (1).
Ma qui non si tratta di giudicar Villani del misfatto commesso in
Roma, come sarebbe sei dovesse venir giudicato qual reileratore.
Si tratta solo di sapere: stalo Villani condannalo mai in ltoma?
Che anzi la gran-corte col mettere in dubbio, se quel reato del
1802 sarebbe stato punibile qui di pena afDiltiva ed infamante,
ella che vuol entrare a giudicar delle cose deregni altrui ( 1
e 23). Per noi ci che la sacra consulta decise, ben deciso; e
Villani debb' essere qui condannato da nostri giudici non per altro che per l'omicidio qui commesso dopo chegli era stato gi
condannato in Roma. Chi pretende di attentare con ci all'altrui
giurisdizione territoriale? Anzi si rispetta scrupolosamente ci
che le legittime autorit han deciso in suolo straniero.
35. Ogni paese dee rispettare i giudicati ed i contratti celebrati in un altro. Solamente nella esecuzione che voglia farsene
nel regno, si esigono le forme del nostro paese; poich lesecuzione si fa sempre in nome del proprio sovrano. Ma queste sono
forme esteriori c non pi. Il dicono chiaramente lart. 543 e
lart. 347 del codice di procedura gi provvisoriamente in vigore (2). Che se le decisioni straniere toccassero nella loro esecuzione p. e. il nostro regime ipotecario, allora, oltre di questa
regola generale, convien aver presenti gli art. 546 del medesi,
mo
cod. di pr. civ. e gli articoli 2123 e 2128 del cod. civ. Or
chi crederebbe che la gran-corte di Avellino cita appunto siffatti
articoli di eccezione, per travolgerli in una regola generale, che
le nostre leggi non riconoscono i giudicali de' tribunali esteri, e che
questi in conseguenza non esistono legalmente agli occhi del giudice del regno? da tal sua regola, la quale ben altro che altricc della pace e della fiducia scambievole fra tutte le nazioni,
(1) Dicevano nell* causa di Voccia: Se si ammettesse il principio del m. p. i caratnon sarebbero pi quelli fssati dalle leggi di ciascuno territorio. Un
cittadino non mai refrattario alle leggi del proprio paese, vi si vedrebbe punito per
un reato commesso in paese estero. La territorial giurisdizione prderebbe la sua supremazia, quando oli atti ed i giudicati celebrati e profferiti in paese estero, dovessero essere ciecamente eseguiti nel proprio.
(2) Corrispondono agli art. 636 e 637 della seconda parte dclPuItimo codice, 11. di pr.
civ. Tanto quelli che questi prescrivono che non sar lecito di mettere in esecuzione
una sentenza o atto, se non hanno listessa intitolazione delle leggi del regno , e non
son chiusi con un mandato agli uffizioli della giustizia del regno.
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544
trae la conseguenza, che se la condanna di Villani venne pronunziala in paese straniero, questa condanna, comunque ella
consti, dee dirsi inesistente per noi; e che Villani non pu mai
danoslri giudici esser tenuto per legalmente condannato.
36. I paralogismi per di questo discorso (I), si scuoprono
Art.
chiari alla semplice lettura degli articoli che vi si citano.
546. I giudizi! pronunziali da'tribunali stranieri, e gli atti ricevuti
dagli uffzi ali stranieri, non saranno suscettibili di esecuzione nel
regno, che nella maniera e ne' casi preveduti dagli articoli 2t 23 e
Art. 2123. Non pu derivare ipoteca dalle
2128 del codice civile.
sentenze pronunziale in paese straniero, salvo che sieno stale dichiaArt. 2128.- / contratti
rate eseguibili da un tribunale del regno.
fatti in paese estero non possono produrre ipoteca sui beni esistenti
nel regno, quando per non vi sieno disposizioni contrarie a questa
massima nelle leggi politiche o ne trattali.
37. Or dov che necitati articoli si dica che le nostre leggi non
riconoscono i giudicati n i contratti de regni stranieri? Vi anzi
lutto il contrario. Tanto quegiudicati si riconoscono qui per/egalmenle esistenti, che anche relativamente alla ipoteca de beni
situati nel regno essi formano il suhbietto unico del giudizio che
li dichiara eseguibili. Altra {'esistenza legale di un atto, altra
l'esecuzione di un allo gi legalmente esistente. L'esecuzione
atto giurisdizionale che non pu farsi che secondo le leggi del
regno. Quindi i contratti stipulati in un paese straniero, quando
tra esso ed il nostro esiste comunicazione di dritti, sono tanto
validi ed esistenti nel regno che vi producono ipoteca, sol che
un nostro tribunale ne ordini linscrizione. Similmente quante
volte le sentenze civili sieno competentemente pronunziate fuori
del regno, n offendano nella loro esecuzione le leggi nostre,
qui non dee farsi altro che rivestirle della forma esecutoria; ed
il reo convenuto, lungi dal poter farle riesaminare nella loro sostanza, nulla pu opporre contro il merito di esse poich cotribunali nazionali non hanno maggior di me dice Pigeau,
ritto di riformare le decisioni straniere, che i tribunali stra nicri di riformare quelle dei nostri: il condannato non pu
opporre che i mezzi estrinseci alle sentenze (2) .
38. Ma qui non trattiamo certo di materie civili, n di contralti, n di sentenze, che attribuiscano un ius in re sopra im-
ricevono i loro
(1) Gi spacciati per Voccia nelle seguenti premesse; i reati e le pene
caratteri e la lor sanzione dalle leggi territoriali di eia feuno italo, fliiun individuo
pu esser punito nel proprio stalo per criminosa asiane commessa nello stato straniero. I giudicali e gli atti profferiti o celebrali in estero paese, non lian forza esecutiva
nel paese proprio.
(2) Pr, civ., lib. 1, parte S,
tit.
3.
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515
ma che debba
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quale avvenne
ed
il
Voccia, se
(1) La decisione dellareopago che diccsi aver condannato un fanciullo che area l'abitudine di andar cavando gli occhi alle quaglie, indizio di mala mente, una Tavoletta
morale da insegnarsi afauciulli ma non da credersi. Qclvt. Imi. or. Y. 9.
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di Villani si inil territorio dovella si infranta; nomagistrati che ne tengono giudizio. 11 delinquente un individuo che altra volta stato condannato per misfatto in forza
di sentenza non solo divenuta irrevocabile, ma eseguita. Un tal
stri
sione (2)
Ma
Suprema respinse anche questa volta le conclucon decisione del l. dicembre 1819, del seguente tenore (3)
Alla suprema Corte di giustizia nella camera criminale.
Intervenendo il vice-presidente Paterno, i consiglieri Gorgoglione, Marrano, di Fiore, Canofari, Farina, Parisi D. Lelio,
Mastelloni, Libetta e lavv. generale Nicolini.
Il consigliere Parisi ha fatto il rapporto della causa di Raffaele Villani, da cui risulta quanto segue:
la Corte
sioni di Nicolini,
cause di recidiva, basta la sola fede di perquisizione, che non contradil giudice della prima condanna irrevocabile.
La corte suprema rimase ne'suoi principi della causa di Voccia: ammise il ricorso
condannato, rigett quello del min. pubblico. Rinviata la causa alla gran corte di
Terra di Lavoro, questa segui le massimo, non del ministero pubblico, ma della corte
suprema.
Ma nel 1833, nella causa di Andrea Pallio, condannato come recidivo,
perch nel 1812 in Sirilia era stato condannato in galera, si volle sostenere dal suo avvocato, che le condanne irrevocabili a (fcrne criminali pronunziate prima del 1818 in Sicilia, mentre i reali domimi di qua del Faro venivano militarmente occupati, erano condanne pronunzialo in un regno straniero, e che male area (atto la gran corte criminale
di Napoli, la quale aveva applicate le leggi nuove della recidiva ad un secondo misfatto
commesso poscia da Polito nereali dotiti ni di qua del Faro. La corte suprema per
trov legale lapplicazione di queste leggi, come laveva fatta la gran corte di Napoli, e
rigett il ricorso. Arresto del 3 luglio 1833, Cn. intano comm., Nicomni m. p., C. Carvora avv. del ricorrente.
V. il 8 del n. seguente da cui si osserva, che tenuti prima del 1810 per due regni Napoli, Sicilia, la corte suprema del 1833 non pi ammise i
principii spiegati nel 1818 c nel 181U per Voccia e Villani ().
(3) Ometto la parte della decisione che aggirasi intorno amezzi dell'accusato, perch
(1) In lutto le
detta accerti
(2)
dei
incollili finge di
deviare dal principii.
la
Corte a
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548
Raffaele Villani nativo di Benevento, ina domiciliato in Monnovembre 1802 fu condannato dalla sacra Con-
lefusco, nel d 8
Roma ad anni sette di galea per reato di ferite in persona di Gaetano Russo. Incominciata la espiazione di sua pena,
ottenne la escolpazione dailolTeso. Quindi pel rimanente di sua
pena gli fu da sua Santit accordata grazia nel d 14 settembre 1803.
Fu il Villani successivamente imputato di molti altri delitti
negli anni 1808, 1812, 1813, 1814, e 1817. Per uno di questi
gli fu data la pena di prigionia; non gli fu data alcuna pena per
sulta di
gli altri.
la
lino con otto del 13 gennaio del corrente anno 1819 accus il
Raffaele Villani di omicidio volontario con qualit di recidivo
a termini dellarticolo 231 del Codice penale allora vigente. Ritrattando poi in dibattimento laccusa, lo accus di omicidio volontario con qualit di recidivo a termini dellarticolo 36 del
codice stesso.
Ma la gran Corte criminale con decisione del 29 di quel mese
dichiar il Villani colpevole soltanto di omicidio volontario:
dichiar, che nellomicidio non concorse alcun fatto di scusa a
favore del colpevole: dichiar, che non era recidivo: ed applicalo larticolo 304 del Codice penale allora vigente, lo condann
alla pena de lavori forzati perpetui, ed alle spese del giudizio.
Di questa decisione chiesero l'annullamento tanto l'accusatore
pubblico, quanto Io stesso condannalo Villani.
Gli assunti intrapresi dal pubblico accusatore si riducono ai
seguenti: 1 Larticolo 56 dichiara recidivo chiunque dopo essere stato condannato per antecedente misfatto ne commetta un
secondo: in conseguenza di ci esso non esclude la condanna
sofferta in estero paese: 2 La caratteristica di recidivo si d al
dichiarato malvagio. Questa dichiarazione ben dovuta a chi
per altro reato dovunque commesso ne sia stato precedentemente punito: 3 Questa teoria prende forza quando il precedente reato sia tale nel diritto di natura e delle genti: 4" La condizione di un estero, il quale dopo essere stato punito nel proprio paese per reato ivi commesso diventi autore di altro reato
nel nostro regno, non debbesscre migliore della condizione di
un nostro cittadino, il quale. nel proprio paese commetta un secondo reato dopo essere stalo condannato per reato anleccden-
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549
te: 5
Signori ec.
(I).
La corte suprema
di giustizia,
consiglio,
Visti gli atti: vista la decisione: visli ricorsi..
fa le seguenti osservazioni:
Larticolo 56 del codice penale vigente allepoca della deciove parla di precedenti misfatti e di condanne precedenti, riguarda nella sua
lettera, nel suo spirilo, e nella sua vera
e legale intelligenza, i misfatti commessi e le condanne profferite nel nostro territorio e dalle nostre autorit, non gi i mi-
sione,
sfatti
dalle
non si tratti di reato commesso nel territorio straniero in persona di altro concittadino, e non vi sia giudicalo nel luogo del
Egli vero che i sommi imperanti per effetto della loro
concordia, e di particolari trattali, spesso dispongono nel proprio territorio la persecuzione di un colpevole straniero. Ma
queste misure non si estendono oltre dellarresto per farne la
consegna al governo che lo ha richiesto, e non mai si sono
reato.
estese o si
estendono sino
alla pena.
omettono
perette trascritte
ili
sopra.
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550
una
precedente condanna.
Per ammettere questo principio converrebbe che tutte le nazioni del mondo conosciuto fossero governate con una medesima legge; che un patto legasse tutti i governi per la persecuzione e punizione de rispettivi colpevoli; e che per effetto dello
stesso patto si riconoscessero e si rispettassero gli stessi motivi
di merito o di grazia, che talvolta nel proprio paese esentano
il reo dalla pena meritala. Ma questo principio fecondo dinfiniti assurdi, e menerebbe alla strana e dannosissima conseguenza di non potersi trattar mai alcuna causa panale senza essersi prima ricercate le quattro parli del mondo per rilevarsi
se in alcuna di esse il giudicando bel corso di sua vita abbia
mai delinquilo.
Le osservazioni finora esposte riguardano il nazionale che si
rendesse reo nella propria patria di un reato dopo avere in paese
straniero sofferto condanna per altro reato. Ma esse sono pi
efficaci nella soggetta specie, in cui trattasi di un estero condannalo nella sua patria per un reato, e quindi rendutosi autore
nel nostro paese di altro reato. Accidente fu, che il colpevole
fosse stato un suddito romano. Potea ben essere ancora un americano. In tal caso, secondo la opposta opinione, pria di farsi
la causa si avrebbero dovuto perquirere i registri di America.
Assunti di questa natura non sembrano alla Suprema Corte sostenibili in diritto pubblico.
moralit
dell
accusalo
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551
na.
Esempio
lo
SENTENZA
sere
II.
SEMENZA
per essersi di
Il
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il 12 marzo 1837, poi che venne denunziato disertore il 13 stesso mese, e pendente questultima diserzione essere stato condannalo, con sentenza della Corte dappello dAlgeri (stato francese)
del 17 ottobre 1840 sotto il falso nome di Fullieno Benedetto
ad anni dieci di lavori forzati, come colpevole di tentato assassinio sulla persona di Maria Ponsio.
11 Magistrato di cassazione
Sentita in udienza pubblica la relazione, ecc.
Sul mezzo di cassazione desunto dacch il Consiglio di guerra
di divisione d'Alessandria nel pronunciare limpugnata sentenza
non potesse appoggiarsi al giudicato della Corte dappello dAlgeri del 17 ottobre 1840, perch questo giudicato non pu avere effetto in questi Begii Stati;
Visti gli articoli 13 e 2G del Codice penale militare c larticolo
l i del Regio Editto 30 ottobre 1847
Considerato in diritto, che, pel disposto dei precitati articoli
13 o 26 del Codice penale militare, i soldati e bassi uflziali che
si rendessero colpevoli di diserzione recidiva, sono giudicati c
puniti dal Consiglio di guerra di reggimento; e se durante la diserzione fossero stati per qualche reato condannati alla pena dei
lavori forzati, o della reclusione ordinaria, sono ci nondimeno
pei reati di competenza dei tribunali militari commessi prima
della diserzione, e per la diserzione stessa, soggetti alla giurisdizione del Consiglio di guerra della divisione; in questi casi
per non vengono loro applicate alcune delle pene militari, ma
bens le pene ordinarie proporzionate alla gravit del reato;
Che, sebbene la precitata disposizione di legge (art. 13 Codice penale militare), per ci che riflette la condanna ai lavori forzati, sia concepita in termini generali ed assoluti, egli per
fuor di dubbio che non pu essa applicarsi eh e a quelle condanne
che sono proferle dai Tribunali dello Stato; imperocch ella massima fondata sui principii di pubblico dritto, e spontaneamente
derivante dalla natura stessa della giurisdizione territoriale, che
le sentenze in materia penale, pronunciate in uno Stalo, non hanno esecuzione negli altri: alla quale massima non fu punto presso di noi derogato da alcuna legge, o convenzione internazionale, che possa riferirsi al caso di cui si tratta
Considerato in fatto, ecc.
Annulla, ecc. ecc. (1) .
111. Da un tribunale straniero.
624.
Per ci che spelta alla materia a disamina, ognuno dei piccoli
,
1832,
>ag.
201.
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553
Siali
Italia,
agli altri;
questo concetto.
Di
( 355, Voi.
I).
qcalenqce passaggio
te e il
da escludere in realt e per consentimento universale la presunzione che serve di fondamento all 'aggravante?
Non
Il
la santifica,
la tollera.
si
rende
diva
to
come
della pena.
il
delle quali
recidiva
come
Dell 93 Degniti
356, Voi.
I ).
il
la
339, Voi.
differenza tra
il
recidivo
ed
il
rci-
I).
40
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La sentenza
di
condanna
sr>4
dicato.
Ulpianus
lib.
48 ad
E di cium:
Eum
pena.
Alcuni non si contentano della sola irrevocabilit della condanna, ma richiedono la effettiva espiazione della pena.
Altri vorrebbero che la irrevocabilit della condanna si tenesse come titolo
per aggravare la pena del novello reato, rna la espiazione della
pena fosse titolo legittimo per aggravarla di pi.
Pu ognuno agevolmente presentire le difficolt che incontrano questi sistemi.
E se la pena si fosse appena cominciala
ad espiare E se della pena si fosse scontalo un decimo, un quinto,
un terzo, una met, tre quarti ec. ec.? Bisognerebbe creare una
serie di norme regolatrici, imbarazzanti, sempre insufficienti, il
pi sovente perigliose e trascendenti.
Ma, ponendo a base la irrevocabilit della condanna, forsech
spicca la presunzione d'incorreggibilit e d 'insensibilit?
Ma se questa presunzione non spicca, si rimedia col correttivo indicalo nella 291 degnila.
E cosi il fallo di non essersi espiala la pena anche una delle
cause in grazia delle quali il giudice ha la facolt di escludere
la presenza della recidiva come circostanza aggravante.
Ved. il 625.
Della *: Desti Km
628.
Non
si toglie il
357, Voi.
I).
piif.-
condanna precedente.
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la cui
pena
Non
si
toglie
il
prescritta
( 358, Voi.
non debba
ri-
I j.
(1)
(2)
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che
il
556
la riabilitazione
Anche
pronunziato
Ma
deve costi-
in questo senso
ha
la
coperto di ogni
critica? LefTello immediato della riabilitazione c, per avvalerci
determini dellordinanza del 17(30, tit. XVI, art. 5, di rimettere
il condannalo nei suoi beni e nella sua buona fama. Or questuomo
che ha ripreso il suo posto nella societ, clic trovasi al medesimo livello degli altri cittadini, se ricade, non ricade forse dal
medesimo punto? deve forse esser punito con maggiore severit?
Tutte le considerazioni teoretiche da noi esposte in principio di
questo capitolo si presentano a questo proposito: una distanza
immensa separa necessariamente i due crimini, poich la pena
stata subita, poich la riabilitazione stata preceduta da lunghe
pruove; la buona condotta del condannalo, comprovata dal fatto
stesso della riabilitazione, lha rigenerato; la legge lha ricollocato nel grado dei cittadini, ha ricoperto di un velo il di lui
crimine, egli un uomo nuovo. Perch mai quel crimine cancellato resterebbe indelebile solamente in rapporto alla recidiva ?
se la
al
359, Voi.
I).
I.
Ved. pure
il
503, Voi.
I.
togliere la pena, ma
giuridici della condanna irrevocabile.
La grazia pn
Poena
non distruggere
gli effetti
corroborare
2.
L. 2, C. IX, LI.
Antonimie A. Quieto ):
fl
fvricr
1823
bona merito a
fsco
I, I, G't.
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557
fueril impelralum ) .
sio ):
L. 7, C. eod.
avesse espialo neppure una parie qualunque della pena, non verrebbe meno la presunzione d'incorreggibilit e d'insensibilit?
Ma il rimedio si trova nel correttivo segnalato nella spesso
citala degnit 291.
E cos il fatto di non essersi punto espialo la pena in virt
della grazia pu soccorrere come terza tra le cause a vista delle
quali il giudice ha la facolt di escludere la presenza della recidiva come circostanza aggravante.
Ved.
il
625 e 627.
Della *t Degnila
( 360, Voi.
I).
a sottrarre
il
inflit-
tagli.
2.
Io
Novello reato
non distinguo
colpito
da nuova condanna.
reato precedente ed
la ipotesi in cui
il
vello reato
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dei seguaci di Esculapio recidivo linfermo che ricade nella interrotta malattia. Disse Celso: llippocrates, si alio die febris desisset, recidivai! limere solilus erat .
Anche
la
vocabolo recidiva.
Leggesi in Giovenale
Nummus
Ed
(1):
in Virgilio (2):
Et
recidiva
t iu-
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559
che siasi.
Ved.
il
636.
lora
uno dei
la
recidiva qua-
La
si
Corte
Suprema
ecc.
Che per, a
una condanna
(1)
recidivo chiun-
commesso
dal
medesimo dopo
condanna.
Che
elementi costitutivi della recidiva, ma bens la quantit della pena da doversi applicare secondo i casi correlativi.
Che con ci rimane saldo il principio, che dalla condanna per
un reato si ha la recidiva lorch altro se ne commetta, senza
che la legge abbia fatta distinzione veruna trareali volontari ed
involontari, perciocch s gli uni che gli altri van compresi sotto
il nome generico di reato, e soltanto per la qualit e per la pena
va il reato distinto nelle tre specie di misfatto, delitto e contravvenzione.
Ora da questi teoremi fondamentali del nostro diritto penale
ne deriva la conseguenza, che ove dalla legge siasi avuto di mi-
ti)
Del 1819.
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500
come parola
il
reato,
ne non
si
dalla legge compresi tra reati, come gli omicidi ed altre offeso
contro le persone avvenuti per disaccortezza, negligenza, imprudenza emerge evidentemente dal senso e dalla lettera degli articoli 375 e 37G leggi penali, con la sola distinzione in quanto al
ragguaglio della pena secondo le diverse ipotesi della legge, vale
a dire se i reati involontari siano qualificati misfatti o delitti (citato art. 376 leggi penali ).
Ora, applicando le premesse teorie alla specie, ne conseguita
che Luigi Bitrillo, dopo di essere stato condannato per misfatto
di furto qualificato alla pena di reclusione, venne pur dichiarato colpevole d 'involontario reato contro alla persona di Anna Teresa Nagliero, come risulta dalla impugnata decisione; epper
doveva il medesimo essere qualificato e tenuto come recidivo,
i
sia
fatti colposi
corsa in doppio errore; ragionando in prima che
e le azioni involontarie, non siano per legge apposti fra i reati,
ed escludendo poi la qualit di recidivo per colui che, ricevuto
avendo condanna per un reato volontario, per disaccortezza ne
abbia commesso altro involontario; contro i dettami espressi nei
Accoglie
il
e conseguente-
delle
legislatore.
altro reato, vi
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5Gi
sibilit.
Ed
stretto
sono
in
numero
volume
di
(Cit.
).
Odia
*8t Degniti*
Resta
reali sieno
La
6i0.
506, Voi.
641.
503, Voi.
363, Voi.
si
I).
I.
Della 83 Degnila
8
Il
( 364, Voi.
I).
il
S 93,
500 e
I.
il
606.
Vedine
8 643.
Ved.
il
il
classe di
3G6, Voi.
I).
Gii.
Per
gli
effetti
( 3G7, Voi.
della recidiva
I).
la specificazione della
pena che
502
data
termine
al
fu in origine,
non che effetto di eccezione giurisdizionale, o di prorogazione di giurisdizione. Sia nulla di ci pu cangiare lindole
primitiva del fatto. Se questo con un giudicato irretraltabile
stato dichiarato soggetto a pena correzionale, esso fu in origi-
delitto,
Mgl
Digitzed by Li
563
mane
Non
tuttora misfatto.
(1)
(2)
(3)
(4)
n. Il,
I.
207. D. de reg.jurit.
il
Nicolini singanna.
I. 1,
la d. conci, nella
13
Ved.
il
64G
e seguenti.
v. 64.
II V.
in questa parte
il
discorso
quali sou mossi pi dacasi particolari che daprincipii, ritornano semun altro pi antico arresto della corte suprema, o per caso in apparenza pi forte
Nel di 22 gennaio 1816 quando era io vigore il cod. pen. francese, un tal Vito Ciullo commise ferite che quel codice puniva
di lavori fonati a tempo. La reale indulgenza dei 20 novembre 1810. aboliva le azioni
e le pene correzionali. Costui fu giudicalo nel di 29 settembre 1819, vale a dire nel primo mese della osservanza delle nuove leggi, le quali punivano di prigionia il reato di
lui. Ci non ostante egli fu escluso dallindulto a motivo che, essendo stato questo rrato
un misfatto in origine, non potr per la nuova legge cangiar di natura. Ma la corte suprema pronunzi nel modo seguente e Considerando elle le leggi vigenti allepoca del
reato punivano Ciullo con pena criminale, mentre le leggi vigenti all'epoca del giurii zio lo puniscono con pena correzionale: Considerando che obbligata la gran-corte
* dalla legge ad applicar la pena pi mite, dovea di necessit pronunziare, siccome fe ce, la prua correzionale ; Considerando che trasformala dalla legge la pena criminale
siccome coloro
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li
Lazion penale pei reati commessi sino a quel giorno, e punibili con
la gran-corte non dichiarar abolita lazion penale pel
reato commesso da Tifo Ciullo in gennaio 1810, subii orb questo reato in settembre
1819 era diventato punibile con pena correzionale;
Considerando che la gran-corte
avendo creduto non applicabile il reai decreto de20 novembre 1810 nella proposta
specie dopo avere conosciuto punibile il reato con pena correzionale, viol manifestamuite il rcal decreto cosi concepito: L'axion penale contro tutti gli imputati di redi
giorno
commessi sino a questo
punibili con pene correzionali abolita:
Ritenuti
n dicliiarn v a abolita
Tatti
elementari, e
annulla
la
suddetta decisione.
Arresto
del 17
di
Si
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505
strenua vigilanza di S. E. il ministro segretario di stato di grazia e giustizia non permise che lacquiescenza derei confermasse un errore di dritto. Egli denunzi tal condanna a questa corte
suprema: e voi con arresto del 13 novembre 1837, alla unanimit, annullaste la decisione nellinteresse della legge, lo parlo della
causa di Antonio Marletlacci, il quale ha gi profittato di questo
annullamento, chiedendo l'esperimento di un nuovo giudizio.
10. Fondamento di questo vostro arresto, cos provocato ed
approvato dal ministero (1), 5 stato in primo luogo, che la pena
ordinaria regola sempre la distinzione dei reali. Pel legislatore
(istinclio poenarum est ex delieto; ma ai giudici, ai quali data la
sola applicazione ed esecuzione delle leggi, il calcolo di proporzione tra il reato e la pena giunge gi fatto: essi non possono
attentarsi a rifarlo; c distinctio deliclorum ex poena: lart. 2, risguardo indistintamente tutli reati.
Si avverti in secondo luogo, che quando il legislatore rimette una parte di questo calcolo
alla prudenza del magistrato, il magistrato stesso definisce misfatto il reato, se lo assoggetta a pena criminale; c lo definisce
delitto, se lo assoggetta a pena correzionale. Il reato di Marlellacci fu punito di prigionia in forza dcll'art. 453 11. pen., perch oltre di essere un furto minore del valore di carlini trenta,
vi concorrevano circostanze che la prudenza del giudice calcol come attenuanti del dolo. Or le circostanze attenuanti del dolo sono
di loro natura intrinseche al fallo: per lo che portate a pena correzionale doveano produrre per questo la definizione di delitto
In terzo luogo si rilev l'assurdo clic sarebe non di misfatto.
be derivato da una opposta teoria, che alcuno gi condannato
una volta a pena correzionale, non per grazia, non per let (2),
non per truglio, non per giudizio sonmario, non per procedimento de mandalo, ma per la natura ingenita del fatto, dovrebbessere per un secondo reato consideralo come recidivo in misfatto, il che ripugna agli art. 79 ed SO 11. pen.
clic
,dt
ri-
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566
368, Voi.
I).
ad
(3)
L.
1 et 2,
C.
It,
35, si adversus
20 maggio 1808.
V. la conci. precedente,
4 c segg.
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5G7
sta
inerat (1);
al
minima,
fu
dunque si riferiva al dolo pieno ed allesclusione di qualcheduno denumeri lutti del dolo. La pena ordinaria era riserbata solamente alla somma intera. Escusava il dolo lesclusione
di qualche sua circostanza, e questa operava la discesa alle pene straordinarie ad arbitrio del giudice (2). Cos la legge prese
un linguggio ed un uso di calcolo pi proprio della scuola, che
di regole pratiche della vita, date a moltitudini di uomini, fra
quali gli scienziati e gli uomini di scuola son sempre pochisTutto
simi (3).
Or
4.
dalla
somma
V. ci clic abbiam dello intorno alla si(1) L. 82, 1, P. IX, 2. ad leg. aquiliam
gnificazione primitiva ed alle significazioni successive della voce dolo nella nostra ProII, S 871, c()07.
(2) Itagione per cui il calcolo dell'imputazione cominciava dal dolo pieno, c quindi
per esclusioni di circostanze ed eccezioni si scendeva al minimo.
(3) Forse ci nacque nelle II. romane dall'indole della loro compilazione. 11 digesto
n la parte principale c la pi copiosa. Esso non che la raccolta di frammenti di opere
cedura penale,
(3)
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508
ebbe il primo settennio; la pubert fu fissata al termine del secondo: tutti questi primi quattordici anni ebbero il nome di impuberlk (I). Avidi poi di comparazioni c di analogie, misero a paro l'et impubere ora col
furore e colla demenza (2), ed ora, c forse meglio, con limprudenza e con lignoranza (3), e fissarono per regola generale essere gPimpubcri, come i dementi e glignoranti di fatto, incapadi sette in sette anni: l'infanzia
ci di
dolo.
di
(1) Sed pubertatem, si vere dieendum est, natura faeit, non ulta iuris prudentium
La pubert accompagna radolescenconstitutia. Donf.lms, de iure civili III, 14.
za e precede la giovent. Fino allora la natura non sembra aver travagliato che per
conservazione c pel fisico compimento della sua opera: non fornisce al fanciullo
che il necessario onde nudrirsi e crescere; egli vive, o piutlusto vegeta, una vita individualc, tuttavia debile, e si rinchiusa entro di lui medesimo, chegli inabile a coinimicarla. Ma bentosto principii della vita si moltiplicano: egli non ha solamente
quello che gli fa duojvo per esistere, ina ancora ha di che dare lesistenza ad altri.
Questa soprabbondanza di vita, sorgente della forza e della salute, non potendo pi
contenersi al d dentro, cerca traboccare al di fuori: mille seghi Dannunziano... Ecco
let della pubert, la primavera della natura, e la stagione depiaceri . Buffon, de
la
rhomme
Pomponius
L. 23,
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560
dovea corrersi
do leccezione.
8.
Certamente cos
gli antichi
il
che
Rossi e
moderni
il
il
momento
in cui la ra-
gione prende nelluomo quel grado di sviluppamento, che legit(1) Lo stosso G. GoTooRP.no dimostra (alla I. 108 de reg. iurta), che tulle le volte
che la legge romana dite in generale nettili euccurritur, comp nella d. I. 108, ovvero
in eiui rei con idernlione, nclnlii quoque rtilin htibelur, come nella I. 10, g 3, I).
XLVIII, 19 de poenis, intenda sempre della met del secondo settennio unita al terr,
nel qual periodo di dieci anni e merco fino a21 anno il giudice dee moderare iurisdi-
linnem, rem tinti* derretis temperare, pnenaetjtie ciurmi tacere, tei minuere. Dalle
quali espressioni si rileva reme il fatto si confondeva col diritto, e come la scusa era
una sprcie di dritto di graria attribuito ai magistrati, come abbiam rilevalo alla pag. 81,
7. Senra questa concessione di un diritto si sacro del Principato fatta amagistrati,
non puh spiegarsi larbitramento degli indizii.
(2 L. 20, D. IV. 4, de minoribut.
(3)
(4)
8.
giu-
alcuni balocchi dinfanzia c luciEgli senza esitare mise subito mano alla foglia c fu deciso che avea discerV. il
nimento, e condannato come sacrilego. Emano Istorie Varie, lib. 5, c.ap. 16.
ragionamento del eh. Carmignani intorno all'assurdit di questo giudizio. Teoria delle
di glohetli.
21
un fanciullo
Prax. crimin. p.
di
c
3, q. 92, n. 48.
42
Digitzed by
570
la
(1) P. Rossi, Traiti de droit penai, li v. 2, eh. 15 Carmignani, Teoria delle leggi
della sicurezza sociale , lil>. 2, cap. 9. ^ l.
(2) Cabanis, Ih V influente du phisiyue sur le moral. mcm. IV.
(3) f.ic. pr Mi Ione, cap. 4.
(4) Mola incus, malus animus. Ter. Andria, I. 137.
(5)
Malorum mores
Uctuin.
(0) D.
I, 1.
C.
II.
1,
C.
II,
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571
il
furto,
la
conchiudere
15. Chiaro da
:
lutto ci si scorge, che let non cangia la naIl furto qualificato, lo stupro violento, lomicidio
volontario non cessano mai di essere misfatti per la circostanza
dellet inferiore ad anni diciotlo. La dichiarazione di reit porta seco la pena criminale. Si minora questa per ragione dellet,
non perch il fatto diventi per let diverso ed suoi caratteri
sien altri, ma perch ragioni di pubblica morale esigono che un
giovanetto non sia confuso cograndi misfattori, e perch quella
diynis
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by
grave agli adulti : percossene membra non ancora indurate adisagi e dassai pi sensitive e pi tenere, scuoteranno abbastanza menti non ancora abituate ad azioni prave, n pertinaci e ri-
del fatto,
ma
scusabile.
cidii
de receptis arbitri*
L.
1-4,
C. Vili, 38 de conirak. et
commi !
tenda ttipulatione.
(2) L. 5, D. L. 6,
de iure immunitatis.
E
ancor lo mi vieta
La reverenza delle somme chiavi
Che tu tenesti nella vita lieta
lo userei parole ancor pi gran
,
Che
la vostra ctc.
Dante,
Iuf.
XIX, iOO.
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573
(1),
sommario o
di classifica-
(2).
N deve
omettersi che tulli gli accessorii delle pene criminali rimangono intatti, e senza diminuzione alcuna anche per
i minori. Tal che se guardiamo bene olle parole ed al senso degli articoli Ci, 65 e 6G che li contemplano, noi troveremo la
pena diversa o minore esser piuttosto una permutazione di benignit, che pena legale c propria del reato. Gli articoli Ci e G5
dicono, nel caso di misfatto, e pi appresso, neMisFATTi, alla morie,
all'ergastolo, al quarto e terzo grado di ferri verr sostituita la reclusione in una casa di correzione. 11 reato dunque rimane sempre misfatto, se tale dichiaralo: se non che una pena vien sostituita ad unaltra. Cos le seguenti parole, se incorso in altre
pene criminali, mostrano chiaro che il minore sempre considerato come incorso in misfatto, e che non siamo nel caso in cui
la pena ch dovuta al genere del reato, neicangia l'indole e il
carattere, ma nel caso in cui la pena che porta seco il reato, per
considerazioni che non escono dal fatto, commutata in unaltra.
19. Or il ricorrente nel primo giudizio al quale fu tratto ed
accusato, venne dichiarato colpevole di stupro violento; ma perch di et minore di anni 18, ottenne la surrogazione di venticinque mesi di prigionia alla pena criminale che gli era dovuta. Fu dunque condannato per misfatto. Espiata la pena, e diventato maggiore, poenam veleris admissi consuetudini potius, quam
emendationi depulavil, ed ha commesso un secondo misfatto. Eccolo dunque nel caso appunto dellal t. 79 delle II. pp., il quale
non esige che il condannalo abbia sofferta una pena criminale,
ma dice soltanto; il condannato per misfatto che commetta un altro misfatto, soggiacer ad una pena maggiore di un grado della
pena scritta. Egli era stato gi condannato per un primo misfatto,
e la pena maggiore pel secondo misfatto gli dovuta .
Non mai, come su questo punto, la giurisprudenza
G47.
si palesata pi costante. Non mai, come per sostenere questo
assurdo, i paralogismi si sono mostrati in maggior copia. Niun
pensamento ha, comequesto, vulnerato pi profondamente la senlenza: non sunt torquendae leges, ut jur a liominum torqueantur
E lo dimostro.
I. Si dice in primo luogo:
Il furto qualificato, lo stupro violento, 1' omicidio volontario non
cessano mai di essere misfatti per la circostanza dellet ecc. Quan18.
'
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10 sia antilogico lattribuire all'e/ il nome di circostanza, rendesi palescente da ci clic ho dello nella degnila 226 e seguenti
297 c seguenti, Voi. 1).
II. Si
quando
in effetto
ma da circostanze estrinseche.
Quando per si rifletta:
fatto,
Che
due elementi
della ragione di
Che
sistema penale si rannoda alla teoria della li( 198 e seguenti, Voi. I.);
alla et, la politica imputabilit manca del
lutto, quando la intelligenza non mostrasi punto;
e quando la
intelligenza si annunzia, ma non piena e matura, la morale inipotabilit nella imputabilit politica nella ragione inversa dei
gradi dintelligenza non peranco sviluppati: 143 e 144 degnil
la et nel
Che, in riguardo
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575
decanuti, e de sacerdoti.
Ma, quanto
ai sacerdoti,
il
non pre-
scrive di sostituire, come fa rispetto ai trasgressori di non matura et, una pena correzionale alla pena criminale; ma usa solo
taluni riguardi nel modo di assoggettarli alla pena, e di farla
loro espiare.
Quanto
ai canuti,
il
legislatore
ma
Articolo 7, parte 2.
Le donne espieranno lergastolo nella
casa di reclusione colle restrizioni che sindicheranno da regolamenti.
Articolo 10.
Le donne condannale
ai ferri
saranno impiegate
la diffnizione e
carattere.
masi misfatto
di legge
nale,
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576
N mi
la fe'
che ne avesse tramutata la diluizione e 'l carattere. E non mi arresto a confutarle, sul riflesso che son esse una ripetizione di
principe.
Quando Nicolini metteva fuori un somigliante argomento doveva senza fallo trovarsi predominato da una di quelle preoccupazioni che non offuscano solo, ma acciccano lintelletto.
Sa ognuno che la grazia del principe, la quale commuti in pena correzionale una pena criminale, non toglie a quest ultima il
carattere proprio di criminale, circa gli effetti della recidiva Degnila 278, 359, Voi. I.). Ma che v ha mai di comune tra una
pena che per grazia si tramuta da criminale in correzionale, ed
una pena correzionale applicata in forza di una espressa sanzione
legale, ossia applicala come pena legale?
(
Jl reato
role, SE INCORSO IN
clliai'0
che
il
MI-
re,
di
ma
a calunniare la legge.
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577
Articolo 6i.
fanciulli
ogni pena.
Ne sono ugualmente esenti i minori di anni quattordici compiuti, quando si decida che abbiano agito senza discernimento.
Il giudice per nel caso di misfatto o delitto debbe o consegnarli
loro parenti collobbligo di bene educarli, o dee inviarli in un
luogo pubblico da stabilirsi dal governo, per esservi ritenuti ed
numero di anni che la sentenza determini, ma che
non potr oltrepassare il tempo in cui diventeranno maggiori.
Articolo 60.
Se ne 'misfatti siasi deciso che il giovinetto maggiore di anni nove e minore di quattordici compiuti abbia agito
con discernimento, allora alla morte, all ergastolo, al quarto ed al
terzo grado de ferri verr sostituita la reclusione. Questa pena sar
espiata nella casa di correzione.
Se incorso in altre pene criminali, soggiacer al primo o seai
Articolo 66.
Quando il colpevole abbia compiuto lanno quattordicesimo, ma non sia giunto all et di diciotto anni
allora
morte, all'ergastolo, ed al quarto grado de' ferri vieti sostituito
,
alla
il
terzo
Tutte
grado
le altre
mento imperfetto.
il
legislatore
un codice penale a parte, cio distinto dal codice penale sanzionato per gli uomini di matura et.
Quindi si avvisava che, stabilito il codice penale per gli uomini
supposti di matura et, bisognasse ragguagliare, per via di disposizioni speciali, la pena degli uomini di et pi o meno immatura sulla pena tassata agli uomini di et matura, proporzionandola ai gradi di discernimento. E cos prendeva come punto di
partenza la pena ordinaria, cio quella tassata agli uomini di et
matura e presunti di pieno discernimento, e da essa discendeva
per una ragione tutta intrinseca al fatto commesso dagli uomini
immatura.
Quindi disponeva:
di et
Il
Articolo 64.
fanciulli ecc.
delitto
debbe ecc.
43
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E questa
frase suona:
II
578
azione
Ogni
menerebbe
altra interpretazione
a questa
incoerenza
che, mentre le misure adottate riguardo ai minori di anni 1 4 sfornili di discernimento non sono pene, ma provvedimenti preventivi e
paterni,
essi sottoposto,
sarebbe ripu-
divenuto di et matura, commettesse un misfatci perch, secondo Nicolini, il fatto rimane sempre misfatto,
se tale dichiarato.
Articolo 65.
Se ne' misfatti ecc. .
tato recidivo, ove,
to.
UOMINI MAGGIORI
DI
all'
ergastolo, al quarto
pena
ed
al terzo
grado dei
maggio-
re di anni diciolto compiuti sarebbe da punire colla morte, coll'ergastolo, col quarto e col terzo
grado
re-
Ed
un
delitto.
Articolo 66.
Quando
il
ma non sia giunto allet di diciolto anni, allora alla morte, all'ergastolo, ed al quarto grado de' ferri vieti sosti-
quattordicesimo,
tuito
il
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579
ma
sidio .
Ed
compiuti costituisce
quattordici compiuti
sce
gradi, ecc. .
E questa
frase suona: Se incorso in un reato che nel maganni diciotto compiuti sarebbe da punire con altre pene cripena di morte, di ergastolo e del quarto
grado deferri ), verr punito con uno a due gradi di meno .
Ed in questo caso, se la pena cos ridotta correzionale, quel
reato che nel maggiore di anni diciotto compiuti costituisce un misfatto, nel maggiore di anni quattordici compiuti ma minore di anni
giore di
diciolto
Vili.
Applicandosi
ventilati, si dice
Or
al
da ultimo:
primo giudizio
il
ricorrente nel
to,
gi penali).
Ma
il
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580
un
delitto (art.
fatto ragione.
Le
leggi penali
reato con
gli articoli
Articolo 79.
il
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581
Le leggi medesime che danno con larticolo 2 il nome di mireato soggetto a pena criminale, ritengono in diversi altri la denominazione stessa di misfatto nei reali, la cui punizione per motivi attenuanti, o scusanti, o per et, discende a pene
sfatto al
correzionali (1).
le,
vuta pel
espi afa .
fatta qualificazione.
Sotto limpero del Codice penale Sardo del 1839, il quale sanzionava il principio che la pena criminale assorbiva le pene correzionali (salva una eccezione)
ma che una pena correzionale
non assorbiva le altre pene correzionali (Art. Ilo e 118), venne
s
(1)
E con
(2)
Come
se
il
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582
con pena
gionamento.
11 Magistrato di cassazione seguita lopinione affermativa. Le
ragioni che lo fanno cos decidere sono ampiamente svolte nelle
sentenze del 1 1 giugno 1851, e dellH febbraio 1852.
(1) Cosi il Mugiitrato dappello di Calale nell causa di Giovanni Comelli, 7 dicembre 1848. e nella causa di Maria Ferrari, 17 febbraio 1840.
(2) Cosi il .Wagiitrato d'appello di Savoia nella causa di Giovanni Charpin, 23 febbraio 1831.
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Googl
583
e^
dice penale)-,
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Googl
584
le
procedimento
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583
dallarticolo
sorbire
le
il
Epper
Magistrato dappello cos pronunciando colla denunciata sentenza non ha punto violalo le precitate disposizioni di
legge, che anzi vi si esattamente conformato.
Per queste considerazioni
Rigetta il predetto ricorso del sig. Avvocalo Fiscale Generale.
il
Sentenza
dell 1
febbraio] 852.
la di
polizia
Che da questo principio risulta che, per farsi luogo allassorbimento della pena correzionale, basta essersi incorso nella pena
criminale
Che sincorre nella pena criminale quante volte laccusato si
reso colpevole di un fatto importante questa pena, bench questa non gli venga applicata, se la mancanza di applicazione non
dipenda che da circostanze estranee al fatto, come sarebbe quella dellet minore di anni diciollo, in considerazione della quale l'articolo 95, 3" alinea, del Codice penale commuta in carcere
la pena di reclusione incorsa per un crimine, senza alterare per
questa attenuazione di pena i caratteri dellazione commessa dal
minore
;
Che
riponendo
della
sere
586
delle pene
che Rey era prevenuto 1 di avere neldi giugno 1851 rubalo un montone del
Mgve, in un parco situato in aperta
campagna 2* di avere il primo del detto mese rubato nella stessa comune e in una rimessa, unaccetta del valore di lire dieci;
Che erasi sospeso ogni procedimento relativamente a questultimo fatto, oche in virt della sentenza impugnala il Magistrato
di Appello ha dichiarato Rey colpevole del primo;
Considerato, in
la notte del
primo
valore di sedici
fallo,
al
due
lire
in
Che
il
commesso
di
tempo
Che Rey, essendo maggiore
;
di anni quattordici,
minore di di-
pena del furto sempliche correzionale, trovasi assorbita dalla pe.na del furto qualificato, che criminale;
Che, in conseguenza, il Magistrato dappello nel rinviare Rey
davanti il tribunale di prima cognizione per deliberare intorno
al furto dellaccetta, ha fatto unerronea applicazione dellarticolo 21, alinea, del Codice di procedura criminale, ed ha violato
gli articoli 20 dello stesso Codice e 115 del Codice penale;
Per queste considerazioni
Annulla la sentenza del Magistrato dappello di Chambry,
ciotto allepoca del fatto in questione, la
ce,
ece. ecc. ,
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Googl
587
scritte,
fatto
E per, quando
venga commutata
4
sta
il
in
serva inalterabilmente
importi pena criminale, bench quepena correzionale per ragione di et, conla sua primitiva ed originaria natura,
fatto
quanto agli
li-
nammessibile conseguenza di neutralizzare indirettamente in tutto od in parte il beneficio elargito al minore di essere trattalo
meno severamente.
Dequali cinque argomenti primi quattro sono stati
631.
ampiamente confutati nel 647, al quale rinviasi chi legge. Non
mi resta dunque ad esaminare che lultimo, di cui far palese la
fallacia.
Ammettendosi un contrario sistema, osserva il Magistrato
di cassazione nella sentenza del 1 4 giugno 4851
ammettendosi
un contrario sistema, cio il cumulo delle pene, ne avverrebbe
linammessibile conseguenza, che il minore, il quale per beneficio dellet dovrebbe essere punito con minore severit, sarebbe esposto ad una condizione peggiore, imperocch, oltre le pene che dovrebbe egli subire pel crimine di cui fu dichiarato convinto, soggiacerebbe altres alle pene correzionali in cui sarebbe incorso per altri delitti, che riunite potrebbero eccedere il
maximum stabilito dalla legge pel genere di pena incorsa ( art.
117 Cod. pen.) .
Osservazioni, che, per maggiore intelligenza e chiarezza, possonsi tradurre nei seguenti termini equipollenti
Quando il reato punibile di pena criminale, ma in grazia
della minore et del trasgressore si opera la conversione della
pena criminale in correzionale, se la pena applicata dovesse reputarsi correzionale, e quindi si potesse ammettere il cumulo ondo
proposito nellal t. H7 del Codice penale, talvolta si verificherebbe il caso che il cumtilo delle pene correzionali fatto a termini
dellarticolo 117 potrebbe dare in risultamento una pena pi severa della stessa pena criminale che si sarebbe applicala, quando non fosse concorso il fallo della minore et, E cos quel tra,
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sgrcssorc
clic,
senza
il
588
colla sola pena criminale assorbente, assistito poi da questo beneficio, andrebbe incontro ad una pena pi severa risultante dal
cumulo
delle
il
di migliorare, renderebbe peggioro la condizione del trasgressore ; locch conduce dritto allassurdo .
Piacetni di
menar buono
cumulo
il
al
delle
pene correzionali
l'articolo
del trasgressore.
Dunque
larticolo
carsi.
Che risponde
Magistrato censore?
Nella motivazione della citata sentenza del
sidera
il
Vuoisi distinguere il caso in cui si discende alla pena correzionale per circostanze attenuanti che sono inerenti al fallo stesso
incriminato, da quello in cui la minorazione della pena nasce
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589
il
nali dellaccusato .
nella
altera la definizione e
E tutto questo equivale ad un ritorno ai primi quattro argomenti confutati nel $ G47 equivale ad una rinuncia all'argomento ab absurdo, al cui presidio nella stessa sentenza il Magistrato
;
ricorre.
lassurdo.
Cos, Sempronio commette un reato punibile di pena correzioed inoltre altri reati che si attirano la medesima pena.
E pu darsi che il cumulo delle pene correzionali fatto a termini
dellarticolo 117 dia in risultamento una pena pi severa di
quella che spetterebbe al colpevole, laddove uno dereati, com-
nale,
nibile di
117 prolificherebbe
(t)
Il
commutare
K* IV del
ma
$647.
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500
per
tal
di conversione di
dellassurdo.
I
norme
le-
hanno trasgredito
questa trasgressione rapportasi il
vizio de due articoli 115 e 117 insieme combinali, dalle cui disposizioni mal digesto emerge l'assurdo, che talvolta il colpevole
di pi reali punibili tutti di pena correzionale soggiace ad una
pena che risulta pi severa di quella cui soggiacerebbe, se fosse
invece colpevole di un reato punibile di pena criminale ed inoltre di altri reati punibili di pena correzionale.
Un somigliante assurdo fa s che talvolta il giudice, nella mira di applicare una pena meno severa, s'induce a qualificare come punibile di pena criminale uno frareali punibili di pena correzionale, e quindi ad invocare il primo inciso dellarticolo 115
in luogo dell'articolo 117. Sinduce cio a riconoscere un reato
maggiore, per applicare una pena minore.
Ed il giudice non si avvale forse di questo disperato mezzo
quando schiva il cumulo delle pene in favore del minore? Ei dice:
rimangono assorbite tutte le pene correzionali semprech abbiasi
lapplicazione di una pena criminale per reato punibile di pena
criminale, ma convertita in correzionale in grazia delle/ minore,
perch in questo caso la pena conserva sempre il carattere originario di criminale. E ci non imporla forse che, per favorire
il minore, il giudice debba disconoscere le nozioni pi elementari di dritto, deGnire arbitrariamente, denominare criminale la
pena correzionale, e riconoscere un reato maggiore per farsi stragislative concernenti gli autori di pi reali
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591
Ma io rifletto
3. Che il ritenere
:
per criminale una pena correzionale, menfavorevole ai minori nella presente questione, torna
mollo infesto ai medesimi nel caso di recidiva ( G46 e seguenti);
Che, fatta astrazione da questa considerazione, lerrore va
tre riesce
sempre dissipato;
E che, anche quando la legge riesca dura, non dato al
giudice di temperarne il rigore, violandola. Dura, sed ila scripla
(Ved. il 240).
La soluzione discorsa nel 649 e seguenti obbliga
652.
ad inferire questa conseguenza sotto limpero di un Codice penale che sanziona il principio che la pena correzionale assorbi-
sce le
pene
sce le altre
di polizia,
pene di polizia
di polizia
non assorbi-
Quando un minore
Suprema
agosto
un altro delitto .
III. Sia per
654.
effetto di
una sccsante,
plice
il
il
reato rima-
colpevole
un com-
SECONDARIO CC.
cos assennatamente decise la Corte
Suprema
di giustizia di
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592
Tranfio).
10.
Le
il
16 delle
no
bia, rivocabile
(1) Ari.
113
pr. pcn.
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593
fattone, e
si
(1). Se ci nemmeno
del giudizio, pu ben esserlo
Intanto niuno dir che perch vi stalo
un mandato di arresto per misfatto, o una soltoposizione ad accusa per misfatto, queste prime credenze, queste prime opinio-
si
stalo veduto
ni,
determini
nel corso
(2).
il
merito della
causa. Substanlia potius inluciula est, quam opimo (3). Quelle non
sono che interlocuzioni sempre rivocabili, e quegli stadii del
giudizio non sono che sforzi dellanalisi giudiziaria per giungere
al vero. Ancorch dietro di essi le sembianze del fatto si sieno
mostrale sempre Ano a quel punto lo stesse, viene poi la discussione pubblica, ultimo stadio del giudizio, che pu disvestirle,
e da cui solo sorge deAnitivamente la legale verit della cosa:
allora che questa irrevocabilmente giudicala: res indicala
pr verilate accipitur (4).
11. Or la verit non pu esser che una. Tutto ci che si
fatto e che si detto prima in contraddizione di essa, nato dallo
(5)
(6)
Ter., Heat.
(7)
I,.
li) Art.
(2) Art.
(3) L. 2,
(4) L. 207,
6.
1,
1,
23.
1, I). 1, 18,
2 II. peti.
Plaot. Amphitr.
de
off.
praetidit.
(8) Art.
(9)
Ili,
2, 3.
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594
zionalraenle. Dice forse l'articolo che questa perci un misfatto? Dice bens che il l'alto principale se non fosse scusabile, con,
ma
una pena
correzionale. Dice
(t) In molti arresti Iella Corte suprema spiegata questa teoria Arresto del 16 agomusa di Simone Amoresano , Morelli comm.. Un anci a m. p. Pietro
Carrara fu accusato di ferita grave con arine propria, c perci di misfatto. Nella pubblica discussione larme risult impropria. La corte suprema defin, come sopra abbiali) riferito, png. 203, esser questo un delitto in origine c nou un misfatto, e non aver
cangialo, n aver potuto cangiar natura per effetto della giurisdizione. Arresto del 2
settembre 1835. Longobardi comm., Nicoum ni. p.
(2) Arresti del 21 agosto e 16 dicembre 1833 nelle due cause di omicidio scusabile a
carico di Gennaro Lepore e Pietro Vernilo Cblentano comm., Nicolini m. p.
Condannato alcuno per omicidio scusabile a due anni di prigio(3) Art. 79 II. pcn.
nia, condannato per delitto , non per misfatto. Quindi non recidivo di misfatto. Arresto del 17 marzo 1836. nella causa di Vincenzo Baiano. Montone comm., Nicolini
Se poi la condanna a prigionia non nasce dalla natura del fatto, ma da poteri
m. p.
del giudice negiudizi sommari, allora il reato sempre misfatto; la minorazione della
pena per una eccezione alla regola generale de misfatti, ed il caso di recidiva in
misfatto. Arresto del 20 giugno 1836, nella causa di Nicola d'Eboli. I)e Luca comm-,
Nicolini m. p.
(4) Rerum enim vocabula immutabilia sunt. L. 4, D, XXX, de IcgaUs i.
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595
(369,
Degnila
Della
Voi.
et
I).
la
della semenza, o
le
condanne.
in
Ma io credo
venga
la
un
la
certificato di penalit,
esso
specificato
modo
Il
il
la esi-
nistero
Ma
in
inesatto
il
possa farsi
to (3).
dire,
all
La
la
Piemonte, sotto limpero della proc. pen. del 1847, richiecome prova legale una copia della sentenza. E ci risulta
32 del Regolamento annesso alle Regie Patenti del 23 dicembre 1848 concernente T ordine del servizio nella
amministrazione della giustizia presso i magistrati di Appello ed i
Tribunali che ne dipendono.
Questo articolo, bench poco osservato nella pratica, suona: I giudici Istruttori procureranno
In
devasi
(2)
(3)
(4) Arr.
(5) Arr.
I, 852.
Cassaz. 6 agosto 1820 (Journal du droit crimiuel, 1820, pag. 315).
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596
cificalo
il
la
che origin la pena, sono accennate nelle premesse alla 288 degnila ( 369, Voi. I).
Quando la irrevocabile condanna precedente risulta da una
copia legale della sentenza,
alla specie di reato
to,
ove
in questo
che origin
non
si
faccia espressa
mane
della recidiva.
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597
la
il
2 luglio 1834.
Suprema Corte
so,
stabilisce lerronea
massima che
di
procedura criminale.
Sul secondo mezzo consistente nella pretesa violazione del364 del Codice di procedura criminale (3), perche la
sentenza tenga conto della recidivit (sic) omessa dal pubblico mi-
articolo
(2)
(3)
208.
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Della *8 Degnila
659.
Fermi
( 271, Voi.
I).
cos
ove
la
1).
Questa la regola.
Talvolta per la natara stessa delle pene renderebbe ridevole il cumulo delle medesime. Esempio
un condannato ai lavori pubblici a vita commette novelli reati. Non sarebbe risibile il cumulare le novelle pene alla
precedente?
In questo ed in somiglianti casi, non gi per derogare ai prin:
cipii della recidiva, non per favorire il colpevole, forza recedere dalla regola per la natura delle cose, e ricorrere a speciali
e pi consentanei provvedimenti.
Ved. gli articoli 129 e seguenti del Codice penale italiano
del 1859.
Ved. pure
lo svolgimento della
291 degnit
Aumento
In ragione
CG1 e seg.
).
della incorreggibilit
ed
insensi-
bilit ec.
Ecco come
vertirsi
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590
Punisca (il re) prima con una semplice riprensiocon rimbrotti severi, la terza volta con multa, finalmente
129.
ne, poi
frenare
Ma
i
le
si
373, Voi.
stabilisce
I).
come
regola lap-
come legale
Con questa
circostanza aggravante.
stabilisce
2.
Non
3.
facolt
diva riguardata
come
seguentemente non
sia
circostanza legale aggravante, e che conda applicare laumento della pena determi-
627 e 631);
Il non essere il novello reato della stessa specie del primo
:
(Ved.
il
635), ec. ec.
Bisogna essere orbo degli occhi della mente, per non
662.
vedere che nel mio sistema potestativo pel giudice F aumento di
pena stabilito dalla legge in caso di recidiva.
Alcuni opinano che il Codice penale belgico del 1867 sia stato
il primo a rendere potestativo pel giudice l'aumento delta pena in
caso di recidiva, e che a questo riguardo il Codice belgico segna
un gran progresso.
Non per malinteso orgoglio personale, o per altra ignobile
cagione, ma solo per rendere a ciascuno ci che suo, ed allItalia ci che spetta all Italia, faccio avvertire che fin dal 1859
era segnato questo gran progresso dagli articoli 82 ed 83 del
mio Progetto del Codice penale della Repubblica di S. Marino.
Ved. questi articoli e la nota 67 a pag. 78 e. 79 della mia ope-
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eoo
1859 Con
note cc.
I).
663.
tuitiva.
2.
( 380, Voi.
I ).
3.
I.
La correit ec.
4. 664.
4.
Io chiamo reo, o autore del reato, colui che lo perpetra
fisicamente mediante latto consumativo di esso.
pi
rei,
altra persona che, senza perpeil reato mediante latto consumativo, intervieche abbiano una efficace influenza sulla volont dellautore o degli autori del reato, per determinarla ad eseguirlo, o
con atti necessari o utili sia allinlraprendimenlo, sia alla consumazione del reato. Ved. le degnila 300 e seguenti, e lo svolgimento delle medesime.
trare fisicamente
ne con
atti
la
reato ( 664, n. I.) sulla considerazione che talvolta lo stesso soggetto passivo del reato quello che compie l'alto consumativo, talvolta
un insensato,
cc.
pure n luno n
laltro
au-
Ma
n. 3.).
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(301
il significato da me atlribnito al vocabolo corvenga disdetto dalla significazione filologica (Vcd. il 67).
Correo, correit, da curri (insieme), e rcus, rcilas.
E cos correo sinonimo di coautore.
Non dissimulo che gravi trattatisti in ben altro significato
usurpano la parola correo.
Lauria scrive (1
I.
N parmi che
reo
l'
Correo chi accompagna il reo principale colla volont e colopera dal primo istante sino all ultimo che si esegu il mi-
sfatto (2) .
della
ti)
cap.
I,
noia VII.
(3)
(3) ClC.
Somn.
Scip., 3.
(8)
()
(6)
(7)
46
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002
destino chiamava latronum societas (I) ; e Teodosio ed Onorio dissero, veleris iuris audoritas de se confessos ne interrogavi quidem
de aliorum conscientia sinit (2), ove Antonino avea delto confessis
ad societatem
ed anche
huius, ora della frase conscius facinori (5), differenza di costruzione della quale i grammatici non videro la importanza ella
:
ci
(2) L.
(4) n.
(6) Liv.
De
De
legibui,
53.
oratore, 11, 194.
(8) Cic.
(9) L. 4, D. XXI, 2, de eviclionibui.
(10) Cic. de amicitio, 12. Praebere te auclorem, principem, ducem alieni, lo. Episl.
fami). X, 6.
(11) Tac. litt. III, 71.
(12) Ministri libidini s, aul adiutorei ad iniuriam. Cic. de amiritia, 10.
Malorum
(13) Satellitei, eontciol, ministrai. L. 5, V) 6, C. IX, 8, ad teg. iul. mai.
facinorum ministro s. Tacito chiama gli uccisori di Agrippina. Ann. XIV, 62. Puniendos rerum alrocium ministrai ubi pretia scelerum adepti, sedera ipsa aliis delegent.
Ann. XIII, 43. E qui abbiamo secondo Tacito, autori, ministri primi, e delegati per
Ucrezio fa anchegli questa triplice dilesecuzione, o sia ministri di ministri.
stinzione; se non che la seconda classe egli chiama aocii, e gli ultimi propriamente
(7) Cic.
I.
ministri
luris, et
Ad summas
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G03
Anzi Tacito slesso conserva la voce
primo autore, principio ed anima informante
del reato (duco sceleris ); e tutti gli altri chiama innexi conscientiae (). Non dee tacersi per un altro significalo della voce
confondono
in parliceps (1).
conscientia al solo
di
propriamente
(1)
drillo
eie.
sono
frasi
frequenti nel
romano.
Innexus conscientiae matris ( Ann. Ili, IO*) intendendo di Tiberio, consapevobench non primus auctor , della congiurazione di Livia con Plancina nell avvelenamento di Germanico.
Kexus culpae, dello nella I. Il, C. XI, 33, quo quisque ordine conveniatur. il conscius faci fiori di Cicerone.
(2)
le,
(3)
comm. ad
L. 142,
atque implicati.
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604
lunque
uno
tutti
s,
i
meno
scorti
retti
mo
ed
indiretti, e tutti
fatto, distinse
quasi imitando
la
Arnob. 3. Isidoro
applicatili ad tnalum.
(1)
poi dice;
vel
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605
ma anche
Imperocch quando
si
vuol seguire
la
natura delle
umane
azio-
sone in un avvenimento criminoso, dobbiam guardare lazion fie la causa fisica del fatto. Senza azione fisica esterna, coyilulionis poenam nomo pali tur (1). Or la causa fisica e prossima e veramente elfettrice dellavvenimento, sol quellurto o
colpo o ferita, e non altro: luomo che materialmente d altrui
con la sua mano la morte, quegli che ha commesso il reato,
egli lomicida: senza questo suo fatto l'ucciso non sarebbe stato ucciso: l'effetto tisico ha tutta la sua causa fisica in lui. Quindi l'evento dannoso per tal fisica cagione, qual p. e. la morte
delluomo per frattura al capo, lo stesso ed immutabile in tutti
gli omicidii, casuali, colposi, volontari, purch prodotti da pari
fsica cagione: il subbietto del reato in tutti, e perci fallo generico: chi lo cagiona effettivamente, ei n' il vero autore, vuln eris auctor ( 9). Che se costui non si sarebbe mosso senza il
mandato, senza la instigazione, senza linstruzione, senza la cooperazione, senza la speranza del soccorso di un altro, questa
un altra serie di fatti i quali non sono la causa prossima e fisica della morte ne sono bens la preparazione, le spinte determinanti, lorigine, il principio, la causa prima o la concausa,
glimpulsi estrinseci, gli aiuti argomento di variet troppo multiformi, ciascuna delle quali, secondo landamento del fatto particolare, pu influire moltissimo, ed anche nulla o assai poco al
suo cominciamento, c pu pure farlo arrestare a mezzo, ovvero portarlo sino alla sua consumazione.
i. Or questa sola e vera distinzione dettata dalla natura e
dalla filosofia, questa ha ispirato al nostro legislatore lidea di
distinguere solamente chi con la sua mano effettua fisicamente il
reato, da colui che lo muove, lo coadiuva, o vi coopera; senza
per che egli ne sia il fisico e materiale effettore. Quello egli
sica stessa
il
Digitized by
60 G
sup 9); questo altro innexus culpae o consciened complice e con questi duo nomi si disegnano lutti
compartecipi dun reato. Autore o autori nel n. 3 dellrt. 74, autori principali nellart. 73 (I), uno degli autori nell art. 76, autori
o coloro tra i complici nellart. 77, indicano costantemente autore
sinonimo di esecutore, e tal voce in contrapposizione di complice. Cos il mandante, il provocatore, linstrultore (duces sceleris ) non sono essi gli esecutori dellomicidio: dunque son complici. Il mandatario allincontro chesegue il misfatto (sceleris ministcr), oggi si chiama autore. E cos chi procura armi, instrumenti, o altri mezzi, i quali servono allazione, ugualmente che
chi facilita o assiste lesecutore o gli esecutori /Ielle azioni nei
fatti i quali le avranno preparate, facilitate, o consumate, nemmeno sono lsici e materiali omicidi dunque son pure complici; e. chi, ancorch intervenga solamente allultima catastrofe,
ancorch gli altri erano gi prima di lui intenti con tutte le loro
forze allo stesso eflelto. ma non lo abbiano prodotto che a mezzo, se egli che vibra il fisico colpo di morte, costui, e non altri, autore. I nomi son segni delle idee. Queste e non altre ha
dal Samiasio
tiae,
attaccate
III.
fice
correi .
Ma
se la parte assunta da
sia tale
che
possa qualificarlo commettitore materiale mediante l'alto consumaquesto agente potr dichiararsi complice ma non
gi correo.
Quindi la massima troppo generale ed assoluta.
IV. Il celebre Carrara si esprime (2):
Se quel concorso { dell'azione
avvenne nei momenti concomi)
tivo del reato,
tanti la
consumazione, avremo
E soggiunge
(3)
la
correit
(1) Non dobbiamo rimanere illusi dalla parola autor principale deipari. 75, quasi
che la voce principale indicasse il principio motore, o sia il direnare primo, anima
dell azione
princeps, dux sceleris. La voce principale nell art. 75 ha l' islcssa signiI. 3, C. IX 2, de arcusationibus, o\c principalis reus il mandatario, o sia {'esecutore, posto in opposizione al mandante che propriamente sarebbe dux
sceleris. Dice adunque questa legge, che quando si delinque per altrui mandato, practer principale )! reum mandatorem quoque ex sua persona conveniri posse , ignotum
5
non
est.
Conato,
Digitized
Com-
by
607
quale correi si dicono pi persone strette con egual vincolo solidamente fra loro ad unobbligazione qualunque. Per analogia
di questa originaria significazione si disse correit la connessione esistente fra tutti coloro che prendono parte al delitto nel momento della sua consumazione ; qualunque sia l'importanza degli
atti che da ciascuno si pongono in essere .
Il Carrara in altra sua opera (1) insegna
427 .... Coloro che agli atti consumativi presero parlo
:
sono o coautori o
correi;
ma
tulli
ma
altri atti,
accessorii,
mo
alto
due
bata
consumativo del
delitto.
due estremit
la
trave ru-
Come ognuno
Della a3
Destili'
( 381, Voi.
I ).
Delle 6 c
Degnila 382
(
(1)
e.
Programma
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*
608
E quindi la conseguenza, che ciascuno dei correi personalmente soggetto alla pena intiera (Ved. il 671 e seguenti).
Della *S Degniti*
671
Ciascuno dei
( 384,
Voi.
I).
sterebbe il concorso di un considerevole numero di trasgressori, per togliere alla minacciala pena ogni ombra di terrore; conciossiach questo possa desiarsi unicamente dalla totalit, e non
gi da una frazione del comminato castigo.
Conc. la L. 8, D. Il, /. De jurisdiclione
Edictum :
Adeo quidem
Bench non in
Gajus
lib.
ad
ut
non
sufficiai
defendere voluit, unius nomine praesliterit, quantum liber praestaret: fortassc quia hic et contempla majestas praeloris vindicalur,
,
riam fecerunl,
ut in furto,
vel
dumnum
quemadmodum cum plures servi injudederunt, quia plura facta sbnt, non,
unum. Octvenus
hic
ail;
sed hoc potest dici, si dolo malo curaverit (2), ut ab alio album corquia lune unum consilium sit, non plura facta. Idem
rumperelur
Pomponius
libro
decimo notat
Della SS Degniti!
( 385, Voi.
I).
promessa.
(1)
lib. 48.
Vedi
(2)
Digitized by
609
( 387, Voi.
I).
La complicit ec.
Osserva Carmignani (1) che
67o.
I.
sincontra
si
11
La complicit c un concorso ec.
676.
Vaghissima, e quindi ripudiabile, la definizione di Dalloz
(V. Complici l ):
(1) Teoria
(2)
lei le
Eiymon linguai
47
Dgitized by
La
diretta,
un
610
complicit , in generale, la partecipazione diretta o incon cognizione di causa, ad un fatto criminoso, di cui
677.
III
4.
dello nel cit. 664 e seguenti, si arguisce potersi un reato imputare
Ad un solo reo, o autore;
A pi correi, o coautori;
Ad un solo autore principale, o materiale, e ad uno o pi
Non
complici
plici.
le altre
conseguenze
\ \
haeret
cum
2'
Digitized by
611
mine gestum
cipel, 4 vel
clic
superiormente ho dello,
ma
con
Trova
e seguenti
).
Voi. I).
I).
la esistenza del
reato prin-
cipale.
re
delicli
non
delicli.
Quindi
1 Erroneo, e come
:
tale
682.
Non
tutta perso-
nale ec.
Digitized by
Come
Ved.
612
lalienazione mentale, la
mancanza
di discernimento, ec.
lo
( 392, Voi.
I).
684.
I.
L.
lib.
in princ.
il
il
quale
male,
romano:
18 ad Ediclum:
ipse
civile.
Ed in che ripongasi la scienza, e quale sia la condizione necessaria per la responsabilit, si desume dalle seguenti leggi.
L. 5, I). eod. lit., Llpianus, lib. 5 ad Ediclum:
. In omnibus noxalibus aclionibus, ubicumque scienti* exigilur
domini sic accipienda est, si, cum prohibere posset, non proiiibeit.
Aliud est enim, auclorem esse servo delinquenti: aliud pati delinquere .
L. 4 in princ., D. eod. tit., Paulus, lib. 5 ad Ediclum:
In deliclis servorum, scienti* domini quemadmodum accipienda
est? ulrum cum consilio, an et si videril tantum, quamvis prohibere
,
L. SO, D. L.
lib.
(I)
la
sua libert.
Dgitized by
613
mio
687.
III.
gli schiavi.
L.
22, D. XXIX, V. De Senalusconsulto Silaniano et Claudiano, Ulpianus lib. 50 ad Ediclum:
Si sibi manus quis intulit, Senalusconsulto quidem Silaniano
locus non est, sed tnors ejus vindicatur; scilicet, ut si in conspectu
servorum hoc facil, polucrunlque eum in se saevienlem prohibere,
poena adfciantur, si vero non potcercnt, liberenlur .
L. 1 28, D. eod. til.:
Jusla hoc tamen videtur et Divus Uadrianus rescripsisse in
haec verbo: Servi quoties dominis suis auxilium [erre possunt, non
I
debelli saluti
in
codem
(1)
conclavi (I)
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ti
614
domo fue-
ipsum manifeslum est, quod diaci! permortem minatum, si proclamasse/: ultimumutique sup-
cussorem sibi
plicium pati debel, vel in hoc, ne celeri servi credant, in periculo
dominorum
der
lib.
Menan-
la
storia di
di
esempi di condanne
inflitte
I.
Gli antichi
393, Voi.
I).
la lingua,
li principio assoluto.
Se in casi speciali il non rivelatore
soggetto a pena, lo come autore di reato speciale, non come
complice.
( 394, Voi.
I).
concorso ec.
Questa degnila rivela meglio quanto sia necessario che il legislatore specifichi nominatamente
casi di complicit che intende riconoscere.
Larticolo 99 del mio Progetto del Codice penale della Repubblica di S. Murino suona
Il
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615
ed, in
mento, o partecipazione, o cooperazione, o adesione
generale, qualsivoglia ingerenza con alti morali o fisici, positivi o negativi, precedenti, concomitanti o susseguenti, in un
reato cui altri materialmente commette, non imputabile, se
non quando si traduca in complicit a termini degli articoli seguenti del presente capitolo, o venga colpita con altra speciale
sanzione legislativa.
Dell 30 Degnili!
(395, Voi.
I).
Dell 30 Deguit
693.
I.
Non pu
( 300, Voi.
I).
commesso
encomi
N ostano le parole della L. I. D. XI. III. De servo corruplo
Ulpianus lib. 25 ad Ediclum:
Non enim oporlel laedando augeri molili am .
Perciocch quella legge riguarda gli effetti meramente civili,
e di pi suppone che gli encomi precessero alla depravazione
del servo, cio che gli encomi abbiano influito sulla medesima.
2." Nella ratiabizione del realo; 3. Nello occul11.
691.
del gi
gli
reato.
puramente
oggetti
pianus
lib.
si
riferiscono ad
civili.
L. 152, 2, D. L. XVII.
De
69 ad Eilictum:
Questa legee
XVI.
I.a
H ATl'M
il
legge
Di*
I,
si riferisce
tue ride ri drjecisse. interdicloque isin teneri ; et hoc ceenim dirilur: in maleficio hatiii ibitionrm mandato comparatcr
lib. ti 3 ad Ediclum). Ma le parole riguardano la restituzione del possesso,
risarcimento ec. ; cose tutte civili'.
Vlpianui
il
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616
397, Voi.
I ).
( 398, Voi.
I).
698. Ved.
il
699.
( 401, Voi.
I).
( 402, Voi.
I).
691.
Il legislatore ec.
Ved. il 691
Falla la enumerazione e la descrizione dal legislatore, i casi di
complicit divengono ristrettivi, e non gi dimostrativi o esemplificativi.
( 403, Voi.
I).
Ved.
il
701
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617
Virgilio
a rassegnare a Beatrice:
si affretta
Tanto m'aggrada
Che
l'
tuo comandamento
il
ubbidir, se gi fosse
(I),
tardi
comandalo (4)? .
questo luogo si avverta che se il comando distrugagente, come quando il non ubbidire impossibile, svanisce affatto la imputabilit nella persona che otio
quello che
l'Iio
Ed anche
in
ge
la libert nello
al comando ( 703).
Pi evia questavvertenza, rendesi intelligibile c piana la significazione della L, 37 in princ
D. IX, Il Ad legem Aquiliam,
Javolenus lib. 14 ex Cassio
tempera
Liber homo,
Aquiliae cum eo
si jns.su alterius
manu injuriam
si
1)
Sa gin fotoc. Sa
in
alto.
(2)
Dantr, Inferno.
Samuel,
Il, 71).
liti. Il,
Ila
17.
IH
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E
tium
ilella
18
Ut.,
Paulus
lib.
2 ad Plau-
Is
duminun
la
frase
nulla culpa
cui
est,
accenna a
coazione irresistibile.
cultori della scienza#di accettare
Si guardino bene
tame della /,. i, D. eod. til., Ulpianus lib. 6 ad Sabinum:
i
il
det-
Velie
dominorum sunt
Ed
alla L. 2, C. IX,
tius A.
ad Trajanum P.
XIX. De sepulcro
Dal.
violato
(vo-
(Imp. ConslanAcyndino
et
Pro-
di quel
timore
di artifizi colpevoli.
V.
705.
Ne codici penali di vari Stati, essendosi
introdotto le parole
macchinazioni od artifcii colpevoli
queste hanno dato luogo a
vive discettazioni.
Nei numeri 159 a 161 del Rperloire gnral du Journal du Palais. V. Complicit, si dice:
N." 159.
Quanto agli artifcii impiegati per provocare a
commettere un crimine, essi non co.-lituiscono una complicit
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649
dichiari cheesse sono colpevoli, oppure questa sola parola offre una
presunzione di colpabilit sufficiente a costituire la complicit?
La giurisprudenza si pronunziata in questultimo senso, non
Casfacendo riferire la parola colpevoli che alla parola arti fidi.
sazione, 19 ottobre 18.12, 41 marzo 8 G
Carnot (Codice penale, articolo 60, n 48) sostiene
N. 161.
che le parole arlificii e macchinazioni riproducono lo stesso pensiero che tanto coll una, quanto coll'altra parola debba intendersi lastuzia, la fallacia, la frode impiegata per ingannare; che
n l'ima, n laltra importano per loro natura una colpabilit reale; che se la parola colpevoli non si legge dopo la parola macchinazioni, non che la purezza della lingua, c per non ricadere
in una ripetizione che avrebbe resola frase tanto pi ridicola per
quanto essa sarebbe stata senza oggetto. La preposizione o (ou),
che lega la parola macchinazioni alla parola arlificii, non rende
forse comune la qualificazione di colpevoli che immediatamente le
segue? Chauveau et Hlie ( Teor del cod. pen. I. 2, p. 4 43),
professano la stessa opinione.
Lespressione macchinazioni, essi dicono, non induco una tale
idea di criminalit, clic sia inutile lo aggiungervi la qualificazione di colpevoli. [ giurali sarebbero esposti a confondere le
manovre semplici colle manovre criminose, c solamente queste
ultime possono essere un elemento della complicit.
Anche questo il nostro avviso, malgrado l'autorit della giurisprudenza.
Senonch, il signor Le Sellger osserva (n 63i) ch'egli non reputa cosa utile lunire lepiteto colpevoli alla parola macchinazioni. Ecco le sue parole:
Quanto alla sinonimia notala dal signor Carnot, egli la critica
con ragione, in ci, che la parola arlificii pu talvolta essere
presa in buona parte, mentre che la parola macchinazioni, la
quale, secondo il dizionario dellAccademia, significa intrigo,
mena segreta per incarnare qualche cattivo disegno, qualche
complotto diretto a nuocere taluno, a perderlo, ecc., sempre
presa in mala parie.
Ma Dalloz nel suo Repertorio ili legislazione e di giurisprudenza,
V. Complicit, riflette contro Le Sellger:
Ma dacch l'espressione arlificii, la quale, secondo lAccade-
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6'20
700.
Il
si
il
e vincerai .
al
patrizio
Seplemu-
Lempi'n, V esecranda
alle
Virgii itti.
2 Profer itti.
il)
J.ib.
III, F.lrg.
XIII.
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708.
GM
*
allautore del reato spe-
Ma
lesortazione al reato
D. III. II.
sorum, dice:
Ob haec verbo sententia praesidis provinciac, callido commento
videris accusationis instigator fuisse; pudor polius oncratus,
quam
rilievo.
il consigliere era tenuto nella stessa manieilei reato. Valga di esempio la L. fi, D. de leg.
Pomp., de parr., e la L. li ad legem Jul. de aduli., eie.
notevole per che non ogni consiglio, non ogni molto esortatorio complicava il consigliere del reato. Nani esce in questi
ra che l'autore
Era celebre nel dritto romano la formolo opc consilio. Questi termini furono da taluni interpetrati congiuntivamente e da
altri disgiuntivamente. Colla prima inlcrpelrazione il consiglio
separato daUaiuto non induce la partecipazione del suggerito
(1)
Dante. Inferno,
II,
121.
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*
delitto.
Per
la
seconda basta
G2'2
il
il
delitto
consigliente
al
sentenza, cio che il consiglio separalo dallaiuto induce la partecipazione del delitto quando sia accompagnato da istruzioni
date a commetterlo. Quod si vero consilium quis dira opera dederit, videndum est, generale id fuerit, an speciale. Prius est, verbi
grada, si quis de paupertate querelitela hortelur ut furto rem sibi
quaerat. Tulis consiliarius, sallem in foro liumano, pr fare liaberi
nequit. Sed si speciale consilium quis dederil, pula si oslcnderit,
qua via in aedes sii penelrandum et quo tempore, ubi res amoveri
iiplae sinl posilae, aul quae ratio latendi: hic sane non mediocritPutTend.
Nonnunquam consilium usurpatur pr
furem redolebil.
simplici suasione seti monitione
cujusmodi simplex consilium
,
neminem
slrictius accipilur
ut
idem quod persuasio, impulsio, simulque instructio ad furtum
faciendum: in quo significala consilium opponilur operae suae aduni
furti
obliqui
sii
consilii
(I)
lib. I,
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by
623
quamquam pronus
in novas opinione t
constane tamen fuit in luenda velcri rcgulajuris civilis juxta quam
ex suprascripta formula <jpe cossilio hoc impunilum abibut, nisi illa
insuper accessisset. Quam regulam sequulus est quoque Imp. Juslinianus ( 1 1 , Inst. de obligalione quae ex delieto nasc.) (I). *>
His fontibus derivatae antinomiae legum excerplarum u Triboniano
ex sequentium jurisconsultorum fragmenlis qui ut eranl Labeonis,
rei Sabini doctrinis imbuti, diversas eorum fuerunt amplexali sen-
jurisconsullos adfectaverat
tentias .
71
il consiglio sia speciale e determinato; tale cio che contenga suggerimento ed istruzione intorno ai mezzi opportuni al conseguimento del realo.
Di questo genere il consiglio del serpente alla gran madre
va
(2):
S ed
et
tpiae
robis
vescimur;
radiso,
De
3.
nobis
Deus
riamur.
4.
rtemi ni
o. Scil
et
in
quod bonum
pulchrum
tulit
de fructu
illius
mago Ismeno ad
Ala-
dino (3):
Io, quanto a me, ne vengo c del periglio,
dellopre compagno, ad njularte:
Ci che pu dar di vecchia et consiglio,
Tutto prometto, e ci che magic arte;
Gli angeli che dal Cielo ebbero esiglio
Costringer delle fatiche a parie,
Ma dond io voglia incominciar glincanti,
E con quai modi, or narrerolti avanti.
Genesi #, caput
III, vera,
3) Tasso, Gerusalemme
ad
6.
liberata, li, \.
Un
ponga mente
la efficace
posteriore.
alle paiole
prima
influenza intervenne
Ved.
il
della Repubblica di S.
come
del reato.
fatto antecedente,
692 e seguenti.
Marino
Con
Ved. pure
note ec.
I.
405, Voi.
1 ).
ec.
ben da osservare il divario tra le specie di complicit monumeri 1 e 3 della 515 degnit (Ved. il 701
e seguenti), e le due specie di complicit fisica specificate nella
316 degnit, non che la specie di complicit morale discorsa nel
n. 2. della citata degnit 315
Nelle due prime (numeri 1 e
rale indicale nei
3. della degnit 315) si descrive il fatto costitutivo della complicit, senza introdurre lavverbio scientemente, poich il fatto
stesso
presuppone
la scienza nel
complice.
Non cos nelle tre altre specie (n. 2 della degnit 315, e numero 1 e 2" della degnit 316). In esse requisito indispensabile la scienza. E per vero, non basta che le mie parole sieno
tornale di effcace istruzione all'autore del reato; non basta che
io abbia indicato i mezzi e gli stromenti idonei alla perpetrazione di un reato cui altri commette; non basta che io abbia
somministralo questi mezzi e questi stromenti allautore del beato; non basta che il mio personale intervento sia riuscito di effcace aiuto al medesimo: per essere tenuto complice si richiede
che io abbia operato scientemente, cio clic io abbia avuto la
consapevolezza che quelle mie parole istruttive, che quei messi c
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slromenli, che quel
025
mio personale
queste
tre specie
1.
ma
terminato reato.
libert nello
hbnte ec.
Ved. il 714.
717.
IV. Lo avere col personale intervento prestato sciente 718.
mente efficace assistenza, o efficace aiuto all' autore del reato nei
fatti
ec.
Aiutatevi piuttosto scambievolmente ad esercitare atti di virma non vi aiutate nel male c nellingiustizia, c te-
e di piet,
improvviso.
ma
il
(I)
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si particeps
626
Nei
reati
Si
domanda
in quella
di
Michele Fra-
10 novembre 1837.
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627
to.
Il
correo imputabile ugualmente che lautore fisico del delitse la mano delluno piutlostocch quella del-
un 'accidentalit
oper
inerte,
lutti i
presenti dirigevano
come
Queste
ferite, e
lomicida complice in
queste.
Quindi la complicit rispettiva. Dire che i secondi hanno commesso lomicidio, dire che il primo ha commesso le ferite,
contrario alla realt del fatto, n pu dirsi se non figuratamente.
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028
dessi
passo,
fallo
per effetto della sola coscienza del fatto, facesse pari in lutti la
pena. Ma statuita diversa la pena secondo l'effetto che esce di
mano a ciascuno, facile che il pensier salutare di questa diversit sorga improvviso nellalto del cimento, e che la speranza
della impunit odi una pena minore allontani in tutto taluni, e
raffreddi altri, anche in
nelle cose
umane che
mezzo
in questo caso
pi audaci,
Ed
quali non
vigore che ne
aspettavano, si arrestino ancor essi, n procedano a mali maggiori di quelli che han gi prodotti ( il bel ragionamento di
Diodoto a pr dei Mitilenesi contro Cleone nel lib. 3 di Tucidide).
La quale ragione rende pi utile siffatta differenza di pene
nei reati premeditali, ed in quelle riunioni malvagie lungamente
concertate fra animi freddi e padroni di s, che non l nei fatti
improvvisi regolati dal caso e dalle passioni del momento. Imperocch, quando in luogo solitario tu cadi in mano ad assassini riuniti in agguato, e deliberali a rubarti ed ucciderli, potrai bene dopo s tristo evento esserne vendicato, ma niuna forza
umana pu soccorrerti e salvarli, se non il raffreddamento
spontaneo del reo proposito, se non il lampo di qualche piet
in cuori s perversi, se non la diffidenza mutua degli aggressori nellalto stesso del reato. Per lo che quanto pi grave, quanto
pi disposto a provveduto fine il misfatto, tanto pi necessario richiamare l'interesse di ciascun reo a ritirarsi, o ad essere
meno attivo nella esecuzione. Mal dunque negli omicidii concertati fra pi persone si vorrebbe indistintamente applicala a
tutti la pena capitale. Se la ferita mortale una sola, uno solo
lautre della morte; gli altri son complici: non la premeditazione degli omicidii punita dello estremo supplizio, ma lomicidio premeditato. Conosco che quando due han premeditalo
di uccidere, e concorrono entrambi nellatto delluccisione,
ben difficile che luno si sarebbe spinto allultimo effetto, se la
certezza della cooperazione dellaltro non lo avesse fatto pi audace. Ma ci che difficile non impossibile. Quindi se un
si
tutto quel
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629
colpo solo il mortifero, non pu trascurarsi di elevare la quistione della efficacia della cooperazionc dellaltro. Arresto del
30 luglio 1832, nella causa di Vincenzo Assisi, Montone comm..
Nicolini m. p.
Arresto del 3 agosto 1832, nella causa di Pasquale La Manna, Longobardi coram.. Nicolini m. p.
.Arresto
del 17 medesimo agosto, nella causa di Rosa Grandinetti e Domenico Carioti, Franchi comra., Nicolini m. p.
Arresto nella
causa di Leonardo Perri, 26 settem. 1832, Montone comm.. Nicolini m. p.
Arresto del 10 ottobre 1832, nella causa di Giuseppe Procaccino, Montone comm., Nicolini m.p.
Arresto nella
causa di Ferdinando Campagna, 5 novembre 1832, Montone
comm., Nicolini m. p.
Arresto del 3 giugno 1833, nella causa
di Francesco Pitirri, Celentano comm., Nicolini m. p.
Del 6
novem. 1833, nella causa di Michele Petti e Nicola Maria Casciali, Longobardi comm., Nicolini m. p.
Del 23 aprile 1834, nella
causa di Domenicantonio Carzo Calarco. Longobardi comm.,
Nicolini m. p.
Del 22 settembre 1834, nella causa di Nicola
Lilrenla, Montone comm.. Nicolini m. p.
Dello stesso giorno
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630
sia uscito
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631
rit e la giustizia trionferanno. Che se ciascun dessi contrabilancia gli altri nelle azioni certe e proprie di ciascuna, se niuna
di queste azioni pu definirsi cos grave, che pareggi quella di
prima
aiutatori
essenziale idea ch'entra come elemento necessario nel concetto della reit di pi persone pel fatto medesimo (V. sopra il 15); e se consta chiaramente sol questo e non altro, nulla si dice di contrario alla natura dello cose, dichiarando solo la complicit corrispettiva.
reato,
pu
ricorso
31.
venne
rigettato.
ci richiede intelligenza
non pure e
spi-
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632
rito di analisi, ma lungo uso cd attenzione infinita. Ma da quando in qua divenuto lieve il saper giudicare della vita degli
uomini? ecc. ecc. .
La Corte Suprema di giustizia di Napoli accolse favorevolmente
le conclusioni dell avvocalo generale Nicolini, e fece sempre
buon viso alle importanti dottrine relative alla materia. Fra le
innumeri decisioni adduco quella del 5 marzo 1843.
La gran Corte criminale di Salerno con decisione
Specie.
Constare che
del 6 novembre 1844 dichiarava all' umanit:Carlo Matteo Lista aveva commessa complicit corrispettiva nello-
micidio volontario in persona di G. Consalvo, per avere scientefacilitato ed assistito nell'azione criminosa, e con cooperazione tale, che anche senza di essa il misfatto sarebbe stato commesso
e dichiarava del pari esservi concorsa premeditazione
Carlo Matteo Lisia, condannato per conseguenza a 23 anni di
mente
Cassazione impugnando specialmente il giudicalo per mancanza degli estremi costitutivi della complicit.
La suprema Corte osservava a riguardo dellaccennato mezzo:
Che la legge vigente, a differenza delle leggi romane e della
legislazione francese, seguendo la sola e vera distinzione dedotta dalla natura e dalla filosofia, distingue autore da complice,
chiamando autore colui che vibra il colpo fisico di morte, e chiamando complice colui che lo coadiuva o vi coopera, senza che per
egli ne sia il fisico o materiale esecutore.
Inoltre distingue la complicit in quella di 1 grado, il di
cui carattere essenziale la cooperazionc morale, e trovasi indicala nei numeri 1 e 2 dellarticolo 74 delle leggi penali, ed
in quella di 2" grado, ravvisata nell' influenza fisica, e trovasi
contenuta nei numeri 3 e 4" del citato articolo 74 (1).
ferri, ricorreva in
Da
tali
\.Chcsc
morte, e che
autori
la ferita mortale
i
2." Se poi luno il vibratore del colpo letale, e gli altri hanno
prodotto percosse o ferite men gravi, il primo autore dell'omicidio, ed i secondi, se hanno scienza della di costui intenzione, sono
complici;
ed a vicenda i secondi sono autori delle percosse o ferite, e V omicida complice in queste, e quindi la rispettiva com-
plicit
il
mortale
(1) Si noti
per
clic la
od
talvolta di
primo,
utile.
Digitized by
4."
ti
Finalmente
033
medesimo omicidio, n si sa
Quindi rigctl il ricorso.
nel
Deve
il
il
quale va proposta
Ved. F applicazione
la
col
critica nel
Volume
III.
Voi. I).
I.
Mandato dal verbo mandare, quasi manu dare, affidare metin custodia, raccomandare, oppure da manum dare, dacch
prischi tempi formavasi il contralto di mandalo col darsi
mano destra, onde cos le parti si assicurassero vicendevol,
tere
nei
la
Contra
mandato di
il
nali la
tra
cio,
distinzione della L.
Paulus
lih.
Mandatum,
1,
E non
4, D.
si
XVII,
I.
Mandati
vel con-
53 ad Ediclum:
itisi
gratuite, nullum
est:
nani originati
ex
offi-
atque amici lia trahit: conlrarium ergo est officio mkrcbs; interenim pecunia, rcs ad locationem et co.nddctionem potius
veniente
respicit .
724.
III.
Accet-
tazione, ecc.
Esternate in qualunque
L.
Paulus
(1)
in princ., et
lib.
modo.
et 2,
32 ad Ediclum
D. XVII,
I.
Mandali
vel contra
30
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034
1 Ideo
scipi polest.
2 Item sive
mandalum su-
408, Voi.
1).
Cajo per tutta risposta glinvia il teschio di Sempronio di mano sua trucidato.
In questo reato commesso da Caio non vha esecuzione in forza di mandato e quindi Tizio non complice nell'omicidio at;
tesa la
mancanza
della proposizione.
Non
vi mandato, se
( 409,
avendo
lo
Voi. I;.
incaricante proposto
il
reato sotto
la
( 410, Voi.
I).
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Dell 3**
0.15
Degniti*
411, Voi.
I).
f 412, Voi.
I).
Una proposta
I.
Non
( 413, Voi.
vi mandato
quante
Ij.
volle,
non ostante
la
rei
(1)
liti.
Ili,
la
mia
rap. 37.
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Subito che ho indotto il sicario a violarla, lho io stesso vioLa causa al delitto gi data; il reato per la mia parte
oche luomo muoia, o che non muoia .
Sanguinario precetto! come potesti annidare nella mente di
un Filangieri?
II. Rimanga ineseguito.
731.
Il principio assoluto
c dipende dalla natura dei correlativi.
Si applica in caso di pentimento di chi doveva eseguire il
reato, e senza distinzione di tempo.
Il celebre Carrara distingue, e ne' paragrafi 491
e 492 dello
spesso citato programma si esprime:
491. Se si pentito colui che doveva essere esecutore del
delitto, distingucsi 0 si pent prima di aver nulla operato; ed il
suo pentimento giova al socio, all ausilialore , al mandante ; in
questo senso, che non essendo intervenuto verun atto esterno di
esecuzione, manca il fatto principale su cui radicare la imputazione, e non pu senza vizio logico parlarsi di complicit, cio
di accessorio a ci che non esiste. Laccordo criminoso pu tutto
al pi in certj casi imputarsi a colui che persever nel reo volere, come delitto di per s stante.
492. 0 lesecutore si pent dopo aver gi posto in essere
atti esterni costituenti la materialit di un tentativo, ed allora quel
tentativo potr non essere imputabile a colui che si pent; perch rapporto a lui si avr un delitto rimasto imperfetto per causa
volontaria; ma sar sempre il tentativo stesso imputabile all'altro, perch rapporto a lui il pentimento dellesecutore un fortuito indipendente dalla sua volont, od anzi contraria a quella .
Ma se pel pentimento non si pone in essere il reato, come questo potr esistere per uno, nou esistere per un altro? Se manca
complice?
il fatto principale, come radicare la imputazione del
E non vizio logico parlare di complicit, cio di accessorio a ci
che non esiste?
il
pentimento che preserva lesePer la natura dei correlativi
cutore materiale, preserva pure il mandante.
Vrd. il 081 c 682.
lata.
gi commesso,
(414,
Voi.
I ).
Digitized by
c.:7
ma
Della
733.
Se
grave
Mandati
il
di
.120
morte
Degnila
415, Voi.
I).
confini ec.
Nam
X VII,
qui ex-
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G38
Se il mio nemico resta ucciso, io mi vendico meglio senza incorrere la pena dellomicidio, perch far constare d'aver ordinato soltanto di percuoterlo.
Ma se la legge rende risponsabile il mandante anche dellomicidio, allora il mandante dice a s stesso: io veramente non
vorrei che le percosse ma se per caso il mandatario uccidesse
il nemico,
io mi fo risponsabile anche dellomicidio. Io non
voglio questa risponsabilil. Dunque, per evitarla, conviene che
mi astenga di ordinare anche le percosse .
Chi non iscorge in questo ragionamento di Romagnosi il difetto di quella .tempra sicura e convettiva s famigliare a tanto
scrittore in ogni altro rincontro? Chi non vi discerne una rivoltura dei fondamentali principii dimputabilit attinti darapporli
veri del mandato, e dalla sua vera essenza?
Nani allincontro distingue leccesso rispetto ai mezzi e rispetto al fine
dallo eccesso rispetto al line o non rispetto ai
mezzi. Trova incomunicabile al mandante la prima specie, comunicabile la seconda specie di eccesso. Ecco in qual modo si
esprime nel 145 dei suoi principii di giurisprudenza criminale:
Leccesso nellesecuzione del mandato, e rispetto ai mezzi
e rispetto al fine, non pu imputarsi al mandante, quando dai
mezzi concertati e stabiliti il fatto avvenuto non avesse potuto
facilmente emergere. Ma leccesso rispetto al fine e non rispetto
ai mezzi non esclude al mandante limputabilit dell avveni;
mento
Nella nota
al
citato
145
il
Nani soggiunge:
datum ad verberandum
Si
mandata-
nam
si
moti -
erat et instrumento
vel ila
ordine a quello che ei dice eccesso riguardo al fine e non riguardo ai mezzi, rigorosamente parlando, nou si scovre idea deccesso da parte del snandatario. Che sia cos? Allorch il mandante
consegna al mandatario, per esempio, un archibugio caricalo
Digitized by
Googt
639
ma non
734.
I.
Il
BEATO.
(1)
XVIII.
lib.
H. eap.
Digitized by
(ilo
Questa locuzione diversifica di gran lunga dallaltra comunemente adottala debb'essere punito colla stessa pena dell autore
MATERIALE.
Dalloz vorrebbe dare il merito della invenzione di essa ai signori Chauveau et Hlie. Per attribuire a ciascuno ci che gli
spetta, mi permetto di far osservare chio l'aveva introdotta in
Napoli fin dall'epoca della pubblicazione dei primi scritti sulle
cose penali per uso de' miei allievi e che laveva anche prima
proclamata dalla cattedra privala.
Ma checche siasi di questo, veniamo alla sostanza. Quale
propriamente il vantaggio di questa locuzione a fronte di quella
comunemente adottata?
Le parole dell' essere punito colla pena che gli spellerebbe nel
caso che fosse egli medesimo l' autore del reato attribuiscono al
complice primario la stessa pena del reato, non gi la stessa pena
della persona dell'autore materiale, ossia stabiliscono la pena del
complice primario, rapportando il reato alla sua stessa persona,
non gi ad una persona diversa, come quella dellautore materiale; mentre le parole dell' essere punito colla pena dell autore
materiale menano ad un opposto concetto.
E cos le parole debb' essere punito colla pena che gli spette,
rebbe nel caso che fosse egli medesimo / autore del reato menano
per dritta via alla proclamazione del filosofico principio della
incomunicabilit di tutte le circostanze personali che fanno aumentare, diminuire o togliere la pena, e di tutte le circostanze materiali che la fanno aumentare; mentre, le parole debb essere
punito colla stessa pena dell' autore materiale potrebbero essere
intese come conducenti ad un opposto sistema.
Anzi cos furono malauguratamente intese dalla Corte di cassazione di Francia, ove le adoperarono i compilatori del Codice penale.
La Corte di cassazione di Francia, mentre ritiene che le circostanze, per cui la legge modiGca la pena incorsa dallautore
di un crimine, non possono giovare al complice (Cassaz. 19 agosto 1813, 21 aprile 1813, 21 novembre 1839 ecc. ecc.), metten-
che
Digitized by
641
Che
per applicare ai complici la stessa pena che apautore principale, non esige punto eh eglino abbiano
partecipato alle circostanze aggravanti (Cassaz. 26 marzo 1813);
Che il complice di un furto commesso da un domestico debba
essere punito colla stessa pena dell'autore principale (Cassaz. 1
fruttidoro anno XI, 8 luglio 1813, 21 agosto 1827);
Che il complice di una falsit commessa da un funzionario pubblico neUeseroizio delle sue funzioni punibile colla stessa pena
deU'aulore principale (Cassaz. 16 ottobre 1813, 13 aprile 1821
22 gennaio 1833);
Che il complicedi un attentalo ai costumi, di cui lautore principale la madre della vittima, deve subire laggravamento della pena pronunziata dal 2 paragrafo dellarticolo 334 del Codice
penale (Cassaz. 22 novembre 1816);
Clic il complicedi un parricidio debb essere condannalo al
supplizio dei parricidi nella guisa stessa che I autore principale
del crimine (Cassaz. 3 dicembre 1812, 20 aprile 1827, 20 settembre 1827, 16 luglio 1835, 23 marzo 1843 .
Circa larresto del 23 marzo 1843 da notare clic Pielro-Martino Charruaull ricorrente, fra gli altri mezzi, aveva dedotto che
non si potevano applicare a lui le pene accessorie del parricidio,
mentre larticolo 290 del Codice penale non qualifica parricidio
che Vomicidio in persona de' padri e delle madri legittimi, 7iaturali
o adottivi, o (t^ ogni altro ascendente legittimo.
Il quale mezzo dalla Corte di cassazione rigettalo col seguenplica
la logge,
all
te
erroneo ragionamento
81
Digitized by
642
Nel Rpertoirc generai ilu Journal du Palais, alla parola Com233, si legge:
Ci impossibile lo accomodarci ad una giurisprudenza cosi
rigorosamente letterale.
Nel pronunziare contro complici dun crimine la stessa pena
che si pronunzia contro gli autori medesimi, I articolo 39, secondo noi, non ha voluto dire altra cosa, se non che i complici
sarebbero puniti come se eglino fossero gli autori del crimine.
Inteso cos larticolo, le soluzioni che noi abbiamo ammesse
superiormente si spiegano perfettamente. Perciocch il complice,
venendo punito come segli fosse autore, c consideralo come
avendo commesso il crimine con tutte le sue circostanze per
esempio, la notte, con iscalala, armi, ecc., se trattasi di furto
colla premeditazione, agguato, se trattasi di assassinio, ecc. Ma
come mai, in caso di parricidio, infliggere a lui, mentre non
che complice, lo pena pronunziata solamente contro il figlio della vittima, mentre che segli stesso fosse autore del crimine, se il
suo braccio avesse vibralo il colpo, non sarebbe soggetto che alla pena dellomicida? E pure questo si verificherebbe necessariamente, perch ninna disposizione di legge rende i coautori o gli
autori punibili delle aggravanti che possano risultare dalle qualit personali inerenti ai loro coautori o complici.
Non v ha forse in cotesto risultato qualche cosa di sovranamente iniquo?.
plicit n
Della
736.
Serbasi
la
Degniti
Della * Degniti!
737.
( 418, Voi.
II.
Il
La
( 419, Voi.
il
1 ).
734,
Digitized by
04:1
( 420, Voi.
I ).
I),
c lo svolgimento (
( 421, Voi.
672 e
I).
739.
I.
Il
corrispettiva
rivelato nelle premesse alla degnit 331 ( 421, Voi. I.),
II. Uno ceilamenle autore materiale di un reato, e
740.
l'altro certamente complice ec.
nel reato.
Se
la
il
benefico influsso
Digitized by
Gogle
te"*"
T-
5K^S|Si5=*rTcUo
omi c
mancai 0
comM
' 1
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desC ri.-'-
ollo
^sss^isfs
rrcsfO^'V!
sai n
ct
r^uto;
fi
cbc
s<
Digitzed by
645
chiamare
la
potere di riconoscere l'uno tra due complice dellaltro per facilitazione o cooperazione scientemente prestata al fatto criminoso, e
la stessa pena quando quella cooperazione fosse
i
di applicar pure
75
La
vamente
la
Delle
.13*
e 333 Degniti
745.- 1. Le circostanze, o
personali ec. ( 424, Voi. I.).
farsi
le
( 424
qualit o
le
cause meramente
tra le circostanze, e le
425 Voi.
I).
Digitized by
64G
1.
la
La esasperazione di pena in vista di questa circostanza o quacircoscrive alla persona del recidivo, del figlio, del funzio3.
nario pubblico, e non si comunica agli altri correi o complici.
Diminuire il reato in uno dei correi o dei complici.
Cos
uno dei concorrenti al reato maggiore di anni diciotto e minore di anni ventuno compiuto. La diminuzione di pena che per
questa causa personale concede la legge non giova agli altri.
Escludere la imputabilit in uno dei correi o dei complici.
Cos uno dei concorrenti al reato mentecatto, di et non
soggetta a legale imputabilit cc. La inimpulabilit di lui non
lit si
altri.
nella
Digitized by
Le
uno dei
647
qualit o le cause
la imputabilit in
non giovano
coagcnli,
agli altri .
dato essenziale alla costituzione del reato. Cos nei reati propri,
come quelli che il militare commette uti miles ( 210),
per
esempio, la diserzione
non pu escludersi la idea della com-
plicit
Nondimeno,
in simili casi, la
militare.
pena da infliggere
al
complice
vuol essere minore di quella indicata dalla misura comune, espressa nelle degnil 327 a 329.
Ved. il 734 e seguenti.
Intorno alla misura della pena in caso di concorso
749.
al reato, di persone rivestile della qualit personale di funzionari pubblici, e di persone private
non che intorno alla punizione dei complici nei reati propri dei funzionari pubblici, panni
utile il trascrivere le norme segnalate negli articoli 332 a 334
del mio Progetto del Codice penale di S. Marino.
/". Norma
Articolo 332.
Qualora lo stesso misfatto sia
punito in un modo nel funzionario pubblico, e in un modo diverso
nel privalo
in tal caso:
N. 1.
Se un privalo concorra come correo nel misfatto commesso da un pubblico funzionario, colpito dalla pena minacciata
al misfaltore privato;
N. 2. E se un privato concorra come complice nel misfatto
commesso da un pubblico funzionario, la pena della sua complicit ragguagliata su quella minacciala dalla legge al misfaltore
privato, e non gi su quella minacciala al pubblico funzionario.
2. Norma
Qualora la legge, mentre lassa la
Art. 333.
pena contro il funzionario pubblico misfaltore, rimanga silente
intorno alla punizione del privato, trattandosi di misfatto del
Digitized by
648
come complice
nel misfatto
se un privalo concorra
pena della sua complicit ragguagliata su quella minacciata al pubblico funzionario, ma la pena cos ragguagliata, e ridotta alla proporzione determinata negli articoli 101 e seguenti (1), resta inoltre diminuita da un sesto ad un quarto.
J. Nonna
Art. 334.
Qualora la pena applicabile, o una
delle pene applicabili, in forza dellarticolo antecedente, ad un
privato complice in un misfatto commesso da un pubblico funziorio, la
nario, fosse quella della interdizione dallo esercizio della carica, questa pena
norme
colle
si
dell'articolo 208.
426,
Voi.
1 ).
dono?
Perch
le
torire
re
il
il
reato
stanze ed
occupano
di circostanze,
746). Invece la presente degnila contempla le circoed indole di questi di non potersi
fatti materiali;
erasi stabilito di
to.
si
Ove
si
alla dottrina delle circostanze o fatti materiali per ridurre la pena. La riduzione dipende dai canoni generali dimputabilit.
(1)
Ved.
le
degnila 32*
32'J.
Digitized by
1.
Penalisti e legislatori
2.
649
al
principio.
il
il
fatto,
il
di fatto
condelinquenle
vi
tuente complicit,
non bastaudo
re stato presente.
potersi commettere, se
Ved. V applicazione
Sono
volume.
E ben diverso il dettame per ci che spetta allobbligo di soggiacere alla pena.
e lo svolgiVed. le degnil 299 e 330 ( 385 e 420, Voi. I)
mento delle medesime ( 672 e seguenti, e 738 del presente Volume).
I.
Jl
428
l'
Voi.
I).
82
Digitized by
650
sia la L. 13, D.
beri et de ratiliabitione
Paulus
XLVI,
lib.
Vili.
Ralam
rem ha-
76 ad Edictum
sene ecc.
In questo caso
la
cosa restituita
si
valuta
come parte
dello
am-
Il
755.
II.
po del reato e delle cose che servirono a commetterlo ec., ognoed indipenracb la propriet ne appartenga al condannato
dentemente dallobbligo della riparazione delle ingiurie mediante la pubblicazione della sentenza.
I).
757.
L azione penale
pu
435, Voi.
colpevole.
L.
I,
inprinc. D. XLVII,
I.
I).
De
priv. delict.
Ulpianus
lib.
il
il
ad Sabinum:
Civilis consti tulio est poenalibus actionibus iieredes non teneri,
nec caeteros quidem si'ccessores; ideino n ec furti conveniri possunl
Gajus lib. 2 ad
L. IH, I, D. L, XVII. De Div. reg. jur. ant
edictum Provinciale :
In heredem non solent acliones transire, quae poenales sunl ex
malepcio; veluli furti, damili iiijuriae, vi bonorum raptorum, inju.
riarum
I.
pu
436, Voi.
I).
L'azione per la riscossione della pena pecuniaria, inil colpevole, e contro gli eredi del me-
rivolgersi contro
desimo.
Digitized by
La ragione
651
che
condanna
la
Contro
437, Voi.
I).
438, Voi.
I).
di svolgimento.
< 439
Delle 34 a 353
763.
Le
Degnila (
si
no-
I).
svolgimento.
(452,
Voi. I).
(I)
lib.
IV, cap.
I.
Digitized by
652
trina,
ma
usalo
le
Ved. l'applicazione
a Priamo
pena non
(1)
Gommoni,
I,
893, 894
899.
bellissimo jura fidimque supplici s erubnit di Virgilio, /En Il, vers. 541.
(5) Grozio deriva indlgentia da dulcendo. Vedi il suo trattato De indlgentia aequitate etc.
(6) L. Valla, Elegantiarum IV, 18.
Misericordia et ventai cuitodiunt regem, et roboratur clcmentia
(7) Grozio, I. c.
thronus ejus. Proverbioru/n XX, 28.
(8) L. Valla, Elegantiarum, IV, 89.
(4)
Ch*
il
Digitized by
653
zie,
truci supplizii
De Sententiam passis
altri.
Eun.
1, 2.
Vedi
et restitutis.
nondum memo-
Digitized by
054
Proseguendo ad investigare
bilirsi
TIA (1) .
Ved. per
medesima
421 degnila
la
527, Voi.
I),
e lo svolgimento della
Ved.
769.
In materia penale
il
).
746 e seguenti.
(455, Voi.
I).
chiamo prescrizione
io
cc.
titolo,
leggenda
scritta innanzi.
Onde Dante
(2)
(1) C.ie.,
de
ofliciis.
(2) Paradiso,
XXIV,
6.
gli
che morie
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Appresso eccezione
modo
(>35
di acquistare o liberarsi
da un' ob-
bligazione.
Odasi Nicolini
Praescribere scrivere innanzi: quindi prescrivere, prescrizione sono voci proprie delle ordinazioni scritte
per prevenire i falli leggi scritte innanzi ai fatti
il che ritrae
(1):
la non retroattivit delle leggi. Da questo senso primitivo dovettero queste voci passare allaltro di limitare e racchiudere in cerio
termine una cosa: appresso, a quello di escludere ogni altra persona da questo cerchio e difenderlo da ogni attacco: in seguito,
quello di ogni maniera di eccezione giudiziaria ( 392); talch
praescriptio ed exceptio in diritto romano sono sinonimi: in ultimo vennero appropriate alla regina delle eccezioni, a quella
che Cassidoro chiama patrona generis Immani, a quella cio che,
fondata sopra una lunga possessione, respinge da un dritto chiunque per un certo tempo ne ha in altri sofferto il godimento in silenzio (2). Ella o azione o eccezione. Quindi definita un mezzo
per acquistare un diritto (ed ecco la prescrizione che pn presentarsi in qualit di azione), o liberarsi da un obbligazione (ed eccola
in qualit di eccezione) mediante il trascorrimene di un tempo dea
terminalo e sotto
le
(3).
(1)
!..
7,
II.
XXXV,
2.
Ad
leg.
Digitized by
656
( 456
460, Voi.
I).
ha fondamento
I. La prescrizione dell'azione penale
771.
nazionale ec.
Bentham dichiara di non essere riuscito a rintracciare alcun
fondamento della prescrizione; anzi la proclama un premio dincoraggiamento a tutti gli attentati. Ma Bentham questa volta va
lontanissimo dal vero. Il fondamento della prescrizione esiste
incontrastabilmente.
In civile
la presunzione, che colui il quale aveva de diritti
abbia voluto spogliarsene mediante il suo lungo silenzio; come
pure la necessit di rendere* stabile e rassicurato il dominio
numeri
,!) Nicolini,
I,
8N2.
Digitzed by
057
Melcllo disse a Siila in Senato: Noi non intercediamo in favore di quelli, dequali mediti la uccisione, ma ti scongiuriamo
di liberare dalla incertezza quelli che tu pensi di salvare .
IV. Nella voce della umanit che inculca a non serbare
774.
odio immortale.
Mortale, non serbare odio immortale .
V. Nella poca o niuna efficacia di un tardivo giudizio.
773.
Per guisa che verrebbe meno il legittimo esercizio del diritto
di punire.
VI. Nella dispersione delle prove d'innocenza.
776.
Niente di pi dilficile che difendersi da unaccusa quando
questa di pi anni posteriore al delitto. (I tempo, che ha scancellala la memoria delle circostanze che lo accompagnarono, toglie all'accusato
mezzi di giustificarsi, ed ofTreal calunniatore
avveduto un velo col quale colorire le sue meditate menzogne (1) .
461, Voi.
I).
462, Voi.
Anche
I).
778.
Pu
giudizio ed
,
in
grado
Non
norma
opposta. Ved. larticolo 2109 del Codice civile italiano del 1865.
463, Voi.
I).
In
se co-
(1) Filangieri
lib. Ili,
parte
I,
Cap.
II.
S3
Digitized by
G58
successivi.
Si agatur de crimini bus, quae fuerinl plcribes diversis actiombes
perfecta, ecrordius sumitur a tempore postremi actcs criminosi (1).
Allorch un fatto punibile composto dalla riunione di pi
fatti successivi,
sieme un
tutti
questi
tutto indivisibile,
1.
che contro
il
fatto complessivo.
di ciascuno de falli
2.
guardo
3.
Francia
4.
781
17
isolatamente presi
Cassaz.
di
luglio
111.
la continuazione.
termine
5.
6.
Esempi
7.
di
reali continuati,
tratti
del8. 1859:
Bande armale,
9.
"
Vagabondaggio
(Art.
436 e seguenti).
"
continuati,
noverano
Financo
bigamia
per bene a ragione la Cassazione di Francia sentenzi:
Il misfatto di bigamia prescrittibile a contare dal giorno
del secondo matrimonio. Non pu assimilarsi ai misfatti successivi (2), che si riproducono e si perpetuano ogni giorno . Cassaz. di Francia
5 settembre 1812 (Sir. 13, , 154).
la
(1'
(2'
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659
464, Voi.
I).
I. Per gli
784.
tende per pena con cui
465, Voi.
I).
bile
785.
II.
la
qua-
lificazione ec.
466, Voi.
I).
( 467, Voi.
I).
(!)
Delitti e pene,
XIII.
Digitized by
000
,e
lo svolgimento,
,e lo svolgimento,
608 e
646 e
se-
altrui
/....
789.
III.
di dolo.
Resiste a tulli
principii razionali ed fondata sopra motivi
pi antilogici la sentenza del Magistrato di cassazione di Torino
del 27 marzo 1852, nella causa di Lorenzo Denegri ricorrente.
Esaminalo lunico mezzo di cassazione, che fu proposto dal
ricorrente, c per cui si pretende violato lalinea dellalt. 146
del Codice penale, perciocch non ostante il decorso di un tempo
maggiore dellanno dal giorno del commesso reato a quello in
cui fu invocata la prescrizione (issala dallanzidetta disposizione
di legge, il Magistrato d'appello di Genova rigett Una tale eci
cezione
Digitized by
COI
pena, ammesso dalla legge in principio doversi la misura del tempo necessario a compierla ragguagliare, non rispetto
al titolo del reato, ma s avuto riguardo alla qualit della pena
pronunciata, questa regola non in modo egualmente assoluto ammessa allorch trattasi di prescrizione dell'azione penale ;
Nel primo caso la misura di un tempo capace a far cessare gli
effetti duna pena pronunciata non pu essere calcolata che avuto
riguardo alla qualit della pena inflitta, che sola costituisce l'oggetto della prescrizione;
Nel caso invece di azione penale, potendo questa avere maggiore
o minore sviluppo, maggiore o minore importanza, secondo la natura o la qualit del reato, perci, sempre quando nel corso del giudizio non venga ad immutarsi il titolo del reato stesso, da questo
unicamente debbe misurarsi il tempo sufficiente d estinguere l'azione
penate; che infatti i termini della legge, dovunque parla di prescrizione della pena, si riferiscono sempre alla condanna, non
al titolo del reato (art. IH,
io e 1 4G Cod. pen.); quando invece la legge parla di prescrizione dellazione penale, essa letteralmente si riferisce alla qualit del reato, perch usando le
espressioni di reato punibile con pena o criminale o correzionale, o di semplice polizia, alla qualit e natura del reato, per
cui si determina lazione fiscale eoe la legge accenna colla parola punibile, non alla condanna che il risultato definitivo dell'azione medesima. Attesoch il fatto imputalo al Denegri, costituisce un reato previsto dall'art. 592 del Codice penale, punibile
con pena correzionale; che, comunque siasi ammessa dal Tribunale di prima cognizione la circostanza attenuante dellimpeto
dellira e della rissa, e siasi fatto luogo alla diminuzione di pena
portala dallalt. GIO di detto codice, un tale alleviamento di pena
posto interamente nella facolt del giudice, non valse ad immutare
della
il
titolo
Che di fatto lart. C09, cui si riferisce lart. 610, mentre permette col secondo alinea, che pei reali ivi previsti si possa discendere, pel concorso di circostanze attenuanti, anche alle pene
di polizia, riconosce nondimeno espressamente in quei reati il
carattere di delitto (!!....);
Che conseguentemente il Magistrato dappello di Genova, rigettando nel soggetto caso la invocata prescrizione statuita dallalinea dell articolo 146 di detto Codice, Ita rettamente applicala
la
legge (.MI...).
Rigetta il ricorso di Lorenzo Denegri, e condanna il medesimo al pagamento della multa in lire 450, ed alle spese .
superfluo il dire, che se una legge posteriore cun 790.
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662
questa legge retroatanche in quanto alla misura del tempo necessario per la
prescrizione dellazione penale.
Ved. le dcgnilh 49 e seguenli, 91 e seguenti, Voi. I
e lo
svolgimento, 105 e seguenti del presente volume.
,
tiva
11
vono
di fondamento alla prescrizione dellazione penale, e specialmente da quelle indicate nel n. 5. e G." della degnila 361
( 460, Voi. I), clic niun atto o causa valga ad interrompere o sospendere la prescrizione dellazione penale ( 468, voi. I), ha
scarsissimo numero di seguaci. E pure rifulge di evidenza in-
tuitiva.
Le obbiezioni
alle quali
370
resterebbe esposto
( 469, voi. I).
I.
( 470, Voi.
Allorch vi necessit di
il
una
principio,
sono
I.).
irrevocabile risoluzione
ec.
gressive.
Presso i giureconsulti dicesi praejudicium: quaestio controversa, de qua prius cognoscendum est, quam praecipua causa disceplelur,
quia
illa
alla
le
Colle questioni pregiudiziali si domanda solo che, pria diniziare o di proseguire un procedimento, venga valutato un de-
terminato
fatto
risultalo. In
tal
guisa
domanda
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663
(Idem
lit .
ei,
A. Valerio):
ante
dicis:
Vedi pure
la L.
Niente di pi assurdo
(
e di
472, Voi.
II.
pi rivoltante che
la in valsa
Con note
Articolo 156.
critiche.
tempo per
passata
contumacia,
si
ar-
il
la
Digitized by
664
naie, la pena ili quarto, quinto, sesto e settimo grado (1) non mai
irrevocabilmente applicata contro contumaci, perch lo arresto,
la consegna, o la presentazione dei medesimi annulla la condannatoria sentenza contumaciale ed apre ladito al reale giudizio
in contraddittorio, cos contro la condanna contumaciale ^hc infligge la pena di quarto, o di quinto, o di sesto, o di settimo grado,
milita la prescrizione dellazione penale, e non gi la prescrizione della pena.
E cos la prescrizione dell azione penale, in questa ipotesi,
corre dal giorno della pronunziazione della sentenza contumai
ciale
I.
(1)
Ved.
la
I)
c lo
svolgimento (21
sente volume).
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665
IV.
Se nonch, i moderni Codicialori, per una dj quelle
contraddizioni nellequali sogliono inciampare figliuoli del gran
babbo Adamo, mentre ritengono che la sentenza condannatoria
contumaciale in materia di crimine non acquista il carattere di giu.dispongono che, a poterla prescrivere, si richicgga la predicato
scrizione della pena o non gi la prescrizione dell'azione penale. E
2.
cos si ribellano al criterio ricordato nel n. II della presente nota.
Passiamo al sistema serbalo nel mio Progetto.
1 La condanna passata in giudicalo limprescindibile limite
che separa la prescrizione dellazione penale dalla prescrizione
della pena (Ved. il n. li).
" Tutte le sentenze condannatorie pronunziate t contraddittorio possono passare in cosa giudicata (ved. il n. III).
Quanto alle sentenze condannatorie pronunziate in contumacia,
il mio disegno del Codice di procedura pnale (1) distingue; ma la
i
distinzione non emana dalla differenza tra contravvenzioni, delitti, e crimini (o misfatti). Perciocch nel mio Progetto la divisione
del reato in misfatto, delitto e contravvenzione riguarda l indole
dell'azione, non gi la gravezza (Ved. la nota 9).
La distinzione
merc
3.
la distinzione dei
ga in tempo utile i rimedi legali, o se questi rimedi vengano riLa sentenza contumaciale che infligge la pena di 4.,
gettati, ec.
o di 5., o di 6., o di 7. grado non pu giammai acquistare il
carattere di cosa giudicata, non essendo mai irrevocabilmente
perch, giusta il mio disegno
pronunziata contro il contumace
del Codice di procedura penale, larresto, o la consegna, o la presentazione del medesimo annulla la condannatoria sentenza contumaciale, ed apre ladito al reale giudizio in contraddittorio (Ved.
il
n. HI).
796.
facile
stabile principio.
il
concepire
sono
capitali
84
Digitized by
Googte
1.
6G6
2. uguali,
dati
la degnila
3.
La
pena
prescrizione
1).
si verifica,
qualunque
sia la
gravezza della
nale
sempre
prescrittibile (Degnila
Dell
.3? l
Di gnit ( 473,
Voi.
I).
474, Voi.
I).
con giudizio
rerum (1).
linea
la
le
in attivit
cazione:
I
del libro V:
V del titolo 11
Quando il reo di lesa maest
.*
fosse contumace dovr esela condanna nella di lui effgie, e se morisse prima della
sentenza, oppure venisse scoperto il delitto dopo la di lui morte, si
proceder contro la memoria del medesimo .
guirsi
2.*
na mente
ti)
Epiti.
I,
16, vtrt.ult.
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by
667
cendo apparire nelle solite forme del corpo del delitto, e deputando per curatore uno dei di lui parenti se vorr accettare la
cura, e se no, altra persona ex officio, la quale ne assuma le difese, dalle quali non risultando alcuna cosa a scarico del defunto,
dovr condannarsi ad essere appeso alla forca il di Ini corpo, e
esso la di lui effigie .
1. XXXV del tilolo citalo:
Qualora si trovasse, che prima della morte avesse egli commesso altri delitti, dovranno aver luogo compatibilmente lepcncper
in difetto di
esse incorse, e
799.
la confiscazione de'beni .
al
89Gdopo
corpo di Formoso, suo predecessore ed inimico, e f compa2. il cadavere in un concilio, rivestito degli abiti pontificali
rire
per giudicare la sua memoria. Gli si assegn un Avvocato; gli
si fece un processo nelle forme; l'estinto fu dichiarato colpevole
di avere abbandonato il Vescovato di Porlo per quello di Roma,
translazione in quei tempi inaudita, ma che non meritava la farsa
orribile ad un tempo e ridicola.
Lazione di Formoso che al presente non riguardata nemmeno come una colpa, fu punita dal Concilio come un misfatto
atroce. Si fece troncar la testa al cadavere per mano del boia;
gli si tagliarono tre dita, e si gitt il corpo nel Tevere .
S. Tommaso
Cantauriense per ordine di Arrigo Vili re
d Inghilterra fu, dopo morto, processato e condannato come ribelle del Regno, e confiscatigli i beni. Indi fu dissepolto, abbruciatene le ossa, e gittatene le ceneri al vento (1).
il
Questa degnila
800.
( 475,
Voi. I).
voi. I).
Delle 35 e 35 Degnila
802.
Voi. I).
La
(cit.
476, Voi.
I).
I).
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GG8
dice
(2):
Verem
gignit mentis
Quando dunque
480, Voi.
I).
et
Papiam.
De ubo unir.
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669
481
1)
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670
Nei
485, Voi.
I).
notte?.
supplizio
il
ad ogni movimento
ad ogni agi-
di volatile, lo impallidire
tarsi di rettile.
I).
$ 806.
il
Non
Morte
497, Voi.
ed
I).
del condannato.
confonda colla ipotesi della morte dell' imputato preveVed. il 798 c 799.
Celestino III fece disseppellire il cadavere di
Tancredi, re di Sicilia, e per mano del boia fecegli mozzare il
capo, prevaric la naturale non meno, che la ragione politica.
Unicamente in favore del condannalo pu la umana giustizia
varcare le soglie del sepolcro ed evocarne lestinto.
E per nel caso che a termini del Codice di procedura penale si
facesse luogo al giudizio di revisione di una condanna passala in
giudicato, ed il condannato fosse morto, il giudice chiamer a sostenere le ragioni del trapassalo o gli eredi, o un curatore speciale. E se la sentenza di revisione proclama la innocenza, deve
riabilitarne la memoria, esonerandolo dallaccusa che pesava
sopra di lui (1).
si
Quando Papa
<
lei
e lo svolgi-
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671
Della 3 Degniti (
'
500, Voi.
I).
809.
Non
Voi.
si
I.
Ved.
il
93, Voi.
I.
I).
807.
501, Voi.
504
solo dubbio intorno alla santit dei princi pi rivelati in queste quattro degnit, sarebbe indizio dinsania nel
cultori della scienza.
811.
Il
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672
latore delegato.
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673
un
un
fatto diveslitivo
del diritto che aveva di dimostrarlo colpevole e punirlo. La prescrizione costituisce un atto ed una emanazione del potere So-
vrano derivato dalla legge, che intende a cancellare ed a far dimenticare per sempre un crimine, uu delitto, una contravvenzione; ed a fronte detrazione pubblica si oppone come causa perentoria di assoluta estinzione. Essa assicura lo stato, lonore e
la libert dei cittadini, arresta quasi il colpevole nel cammino dei
delitti sulla speranza di potersi il suo fallo obbliarc, e costitui-
sce una specie di punizione morale per lo decorrimento del tempo, che esige. Scabbia luogo pria del giudizio c della sentenza
del magistrato competente, la efficacia e la virt della prescrizione previene, ed annienta lazione della giustizia; annulla la
istruzione e le procedure cominciate; impedisce la investigazione
e la punizione degli autori del crimine, del delitto, della contravvenzione; rivela per s la impossibilit di dare alcun movimento giuridico allazion penale; e la parola autorevole della
legge comanda ai Tribunali ed ai cittadini il perdono e l'oblio.
Praescriptio ut quasi impericm, giusta il grave concetto dellArpinale, onde comandare sul fatto criminoso c sugli autori, evitare ogni giudiziaria persecuzione; ed anco per la ragione che
viene dal dritto latino. Bono poblico praescriptio introducta est,
dopo
ss
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(74
pillalo, di condannarlo, o di assolverlo. Qui non potasi conilemnare non potasi absolverc, pel poderoso motivo di essersi nella
sua sorgente estinta lazione pubblica per loperato decorrimento
del tempo. Laonde essendo la prescrizione misura di ordine pubblico generale, e rovesciando dai suoi cardini per virt propria
la base dellazione pubblica, leminente diritto di punire, fa mestieri ritenere per necessit logico-giuridica, che la prescrizione
spegne lazione pubblica di gi iniziata c dedotta in giudizio;
cancella fino le tracce e lombra del reato prescritto; lo spoglia
della criminalit di cui era rivestito; impedisce ogni esame sul
carattere del fatto; e vieta ricercarne l'autore, che protetto da
una presunzione juris et de jure, va riputato innocente; e vieta
ogni ulteriore procedimento penale. I principii di dritto finora
discorsi trovano durevole fondamento nella scienza, e sono ribaditi dalla lettera e dallo spirito degli art. 131, 136, 140 del
Cod. pen., armonizzati cogli art. 343, 393, 434 del Cod. di proc.
penale.
Considerando, che la legge penale riconosce due specie di
prescrizione di natura meramente liberatoria, le quali estinguono
o i dritti di azione, ovvero i dritti di esecuzione; vale a dire, la
prescrizione che investe lazione pubblica in corso e la sopprime
e lannienta; e la prescrizione che riguarda c si applica alla condanna, ossia alla pena gi irrevocabilmente inflitta. Allorch
lazione pubblica stata giudicala in merito con sentenza passala
in cosa giudicata, non lecito parlare di prescrizione di azione,
che sparisce e non pu aver vita giuridica, ma si fa luogo alla
prescrizione della condanna e della pena. Qualora poi il giudizio non si sia introdotto, o cominciato, o la sentenza non sia divenuta irretrattabile, o lazione si fosse mantenuta ancor viva,
in questo caso non si pu parlare, che di prescrizione di azione
con tutti gli effetti utili e legali, che ne dipendono. Lazione
forma la base animatrice del giudizio, ed cosa ben altra che la
sentenza. L'azione promuove ed anima il giudizio, e la prescrizione verificata col decorso del tempo la estingue ed abolisce; la
sentenza divenuta irrevocabile definisce il fatto criminoso e reprime lautore con la pena, che resta con la prescrizione condonata. Che se nella specie in esame si tratta senza dubbio alcuno
della prescrizione dellazione pubblica dichiarata con una sentenza definitiva ed eseguita; le conseguenze che il Pubblico Ministero ritrae dai principi regolatori della prescrizione dei dritti
di esecuzione, ossia della condanna e della pena, non possono
essere accolte, perch respinte dalla indole propria della prescrizione estintiva di azione, che forma la soggetta materia della
in subjecta non valet.
disputa attuale
,
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675
La Corte Letti ed
Russo
510, Voi.
I).
I.
La pena c.
813.
Con questa degnit comincia la dottrina della pena in generale, oggetto del libro 111 della metafisica della scienza delle leggi
penali.
Cos scendemmo nella quarta lacca,
Prendemmo pi della dolente ripa,
(1)
(2)
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676
libro della
(2),
saffisse;
Che sostenea
(1) Dante.
ria nel
Vigna
XXXVI,
48.
Dante, Inferno, V, 4.
Digitzed by
677
volume).
Vanno
818.
li.
I).
in diritto ec.
Si definisce ec.
E colalmenle feconda la data definizione, che da essa procedono tutte le degnila comprese nella dottrina della pena. Intanto
da tutte le scuole de tempi tutti lasciossi scritta una definizione
del tecnico vocabolo pena. Secondo che sotto un rapporto piutun altro venne questa voce considerata,
pre
Il
in
fu
sem-
lusso di vana ed
Il perdersi nel vasto
sterile
infruttifera erudizione.
campo
meno improficuo divisamento,
della confutazione
non sarebbe
e svierebbe l'attenzione dal sentiero di ricerche pi gravi. Sarei pertanto tacciato dindolenza
2.
Compenso
3.
4.
Omnium
5.
6.
del reato.
delictorum cocrcilio
(1).
(1)
L. 131,
Juliam
(3)
(3)
(4)
et
1,
alla
(4).
lib.
3 ad legem
Papiam.
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678
(1).
9.
lata (2).
10. Sofferenza
che
il
di*
un
numero
3;
o vi ha
la
come
quendo
deterritis
communi
vel privationis,
(3] Rossi.
lib. il,
cop.
III.
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679
Se
sunto
da parte mia o de miei qualche atto, reale o preche offende voi, e se nel male che voi mi fate non avete
che il piacere di farmi soffrire, un atto di ven-
vi stato
,
vista
in
detta.
'
finti,
atto nocivo
le
co-
lali atti.
Entrano
vano
la fissazione
pena,
quanto possibile .
della
della
Ogni pena
il
diritto di punire,
lo scopo
pena
518, Voi.
per
I).
un male.
la
sottrazione o totale
(1) .
piacere ed il dolore sono i primi motori delle azioni umane. La privazione di un bene che toglie un piacere: lirrogazione di un male che desta dolore sono i materiali di controspinta
al desiderio criminoso.
Se un interesse attivo spinge il malvagio a commetter il delitto credendo di trovarvi il suo meglio, un interesse ripulsivo
punitivi
nei quali vi trova il suo
il rattiene in vista de mezzi
Il
peggio (2).
Io soggiungo: cosi
la privazione di un bene che toglie un piacere, come l'irrogazione di un male che desta dolore, si traduce
sempre in un male.
(1)
Romagnoli, Genesi
(2) tannini,
207.
77
e 78.
Digilized by
Grfuogle
680
tirannica quella
I).
dalla
quidem
tute
La pena
Come
il
pena riesce
di-
spendiosa.
menomo impiego
ottenersi
il
medesimo
a prezzo di
522, Voi.
(2).
I).
La pena deve
la
lo svolgimento (
portai guisa, fanno aperto insulto alla ragione quei legiper atto di esempio, altra pena minacciano ai
i quali,
modo di esecuzione impongono pe' primi altro modo per la seconda senza rifletteslatori,
re,
che
Vano
Ved.
III.
Cap. IV.
Digitzed by
681
La impunita
523, Voi.
1).
ec.
tia (1) ? .
Veti, le degnila
10 svolgimento (
Della 418
Degnila (
524, Voi.
I.)
I).
30 novembre 1786
il
Codice Leopoldino
la
Della 41 Degnila
Da
56
Digitzed by
682
in
uso. lo leggo in
Michele l (1):
La composizione sopratulto germanica:
Chi ha pugni pu
battere; chi ha beni e denari, pu pagare, dice il proverbio fri-
sone
(2).
11 re de Visigoti, Alarico, e il re de'Franchi, Clovis, dopo lunghe differenze vollero conchiudere la pace. Si fissa una conferenza; ma i Goti vi vengono armati segretamente. Paternus, l'inviato de Franchi, vede in questo fatto un complotto contro la
vita di Clovis, e ne fa rimostranza. Allora si convenne che la
Osserva Canl
(6):
non potendo impugnare il diritto dell offeso alla venconcede alloffensore di acchetarsene con una multa, o com-
slatore,
detta,
posi zionc.
regild)
Il
(3)
(4'
(8)
prezzo
figlio
Grimm, 672.
Grimm. 68.
Grimm, 647.
(6) Storia
Digitized by
Citt
Le
leggi di
Fra
683
Del suo
fallo la
Alene
Scozzesi pure antica, e vi si distingue il Croo, o composi zione, dal galnes, o ammenda. Pel Croo di un conte voleansi
140 vacche, 66 per quello di un tane.
Anche fra gli Arabi era anteriore al Corano che la sanzion.
Pare che Montesquieu creda, lidea della penalit non entrasse
nelle composizioni, ma quella solo di proteggere il colpevole contro
la vendetta delloffeso (Esprit des lois, XXX, 1 9 20). Io ritengo
al contrai io, che il line fosse di dare un compenso alloffeso, per
lor via le nimicizie, e di sviare altri dall offendere pel timore
della multa.
Mentre rivedo questo passo (agosto 1840) il gran Signore che
procura in qualche modo migliorare la barbara costituzione
osmana, pubblica un supplimenlo al Codice penale, ove si
legge
Se uno uccide un altro, e parenti o eredi della vittima non
chieggono la morte dell omicida, ma saccontentino di ricevere
il prezzo del sangue, le autorit condanneranno 1 omicida solo
ad otto anni di galera. Se i parenti o eredi non esigano n la
morte del reo, n il prezzo del sangue, le autorit condanneranno l'omicida alla pena che pi parr conveniente; che se ignota
la residenza dei parenti o eredi dellucciso, luccisore si terr
prigione fino a che i suoi parenti o eredi si presentino .
Ai tempi biblici era in uso il riscatto.
Leggo nellEsodo, Cap. XXI, vers. 29 e 30:
29. Ma se il bue per addietro stalo uso di cozzare, e ci
stato protestalo al padrone di esso, ed egli non lha guardato,
e il bue ha ucciso un uomo od una donna; sia il bue lapidato, e
gli
fiate si
divietava
il
il
riscatto
riscatto.
fatto
morire
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belili
825.
I.
684
480 Degniti
52G, Voi.
I).
L'asilo ec.
Vha chi pretende che il cos chiamalo diritto di asilo sia stato
specialmente in voga presso gli Ebrei. Chi retto vede non confonderti 'asilo di cui parlasi nella degnil a cemento con quello
introdotto dalle costumanze degli Ebrei. Costoro riconoscevano,
vero, i luoghi di asilo, delti citt sante, citt di rifugio, ma per
accogliervi gli autori degli omicidii commessi per errore onde
preservarli dalleffervescenza dellira de vendicatori del sangue
(Vedi il 326).
l
Frammenti
Esodo
I.
biblici.
Cap.
XXI,
vers. 13.
Ma, quant
te, si
12.
ha
rifugga.
la ragione di vendicare
ne
ai Leviti,
sienvc-
sei di rifugio.
qu dal Giordano: e
tre
citt di rifugio.
15. Sieno queste sei citt per rifugio ai figliuoli di Israel, afo-
(!)
Sinteode disavvedutamente.
Vedi
il
vers. 11.
Digitized by
685
25.
riscuota
di vendicare
il
sessione.
29. Sienvi adunque queste cose per istatuto di legge, per le
vostre generazioni, in tutte le vostre stanze .
111. Deuteronomio
Cap. IV, vers. 41 a 43.
41. Allora Mois mise da parte di qu dal Giordano, verso
il sol levante, tre citt;
fugga.
4. E questo il caso dellucciditore che vi si potr rifuggire,
e salvar la vita sua: Quando egli avr ucciso il suo prossimo disavvedutamente, non avendolo odiato per addietro.
5.
Come
se,
essendo andato
al
delle legne, e
il
ferro
si
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086
tuoi padri
dicendo: Costituitevi
Mois:
le citt del
Acciocch
ed esse
er-
vi
il
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Googlp
687
avesse uccisa una persona per errore si rifuggisse l e non moman di colui che ha la ragione di vendicare il sangue
fin che fosse comparito davanti alla raunanza.
Vedi pure il Cap. XXI, e con ispecialil vers. 21 27, 32 e 38.
Tanto certo che il diritto di asilo degli Ebrei non possa confondersi con quello contemplato nella Degnila 420, in quanto gli
autori degli omicidii volontari venivano inesorabilmente puniti,
e potevano essere tratti fuori eziandio doppresso all altare ed
immolati.
risse per
Frammenti
I.
biblici.
Esodo
Cap. XXI, vers. 12 e li.
Chi avr percosso un uomo s chegli ne muoia, del
(
tutto sia
fatto morire.
14.
contr al
d' appresso al
muore,
lui
il
il
cidiale,
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688
siacosachl sangue profani l paese: e 7 paese non pu esser purgato del sangue, che sar stato sparso in esso, se non che col sangue
di chi l'avr sparso .
III. Deuteronomio
Cap. XIX, vers. 11, 12 e 23.
11.
il
si
muoia.
13. Locchio tuo
non
826.
La
II.
eti
sar bene
L asilo ec.
come
asilo.
Nondimeno, salvato
il
diritto,
spesso trovavasi
modo
di vio-
larlo in fatto.
Nel concilio di Reims tenutosi il G25 si decret che ai colpenon si dovesse imporre altra condizione
di uscirne, che la promessa di soddisfare alla penitenza ca-
prima
nonica.
Nel concilio di Clcrmonl tenutosi il 1095 fu risoluto che se alcuno, inseguito da'nemici, rifuggisse ad una Croce posta in sul cam-
Digitized by
689
si
fosse
ricoverato in
una
chiesa.
E per crebbe
a ghermire labito od
Tinto,
All
are innanzi
il
rio
pugnai forbisce,
in
(1)
57
Digitzed by
690
e 428, Voi.
I).
L amnistia
la grazia, quando non concessa per
827.
imperiosi motivi una flagrante ingiustizia.
,
S.
Matteo a Cap.
VI. v.
14 e 15:
,
il
vo-
stro
non
sicul
Ma
questi santi precetti, ineccezionabili in morale, non potrebbero formare il fondamento della grazia in un sistema di legislazione penale, senza aspettarsi il soqquadro dell' ordiue
esterno sociale.
Lautore del libro De' delitti e delle pene considera:
A misura che le pene divengono pi dolci, la ctemenza-e d il
perdono divengono meno necessari. Felice la nazione, nella quale
sarebbero funesti La clemenza dunque, quella virt che stata
talvolta per un Sovrano il supplimenlo di tutti i doveri del trono,
dovrebbe essere esclusa in una perfetta legislazione dove le pene
!
che con
Digitized by
691
le
dolce, indulgente,
umano
il
legislatore.
meno trista, imperciocch la grazia comprenda in s una ingiustizia, una offesa per quelli che ne rimangono esclusi, un oltraggio alla legge, un turbamento agli ordini sociali (1) .
Obbligo di chi regna
Necessario cos, come penoso,
Il dover con misura esser pietoso (2) .
Dalle quali cose non si tragga la conseguenza di essere affatto proscriuibile la irapartizione della grazia.
Pu
verificarsi
il
fato
blema
la cui
(4) Metastasio,
commendevole? Ecco
alt. III.
Se.
il
il
pro-
volto di
XXV.
II.
Digitized by
692
manda
romana, di
che
tal
il
rispettarsi.
Roma, mentre
quali
fiata
data condanna.
des provinciarum eu, quae pronunciaverunt, ipsos rescindere. Jetinae quoque Italicensi rescripserunt, suam mutare sententiam neminem posse: idque insolilum esse fieri. Si lamen de se quis mentilus fuerit, vel, cum non Imberci probalionum inslrumenla, quae po-
Digitized by
stea repererit,
693
poena affiiclm sii; nominila eoctani Principalia Reeorcm minuta est, vbl in integrisi resti-
concessa;
SEI) 1D
certi
rare
il
condanna,
di ostentazione.
grazie.
Ma
v,
Ne aveva
694
Anche
in risposta:
Ma
lui
sono
(1) .
che rimovono il
laccio dal collo depii famigerati assassini, che fanno poi quando
con un sol molto, con un sol pensiero mal compresso, od anche
col solo generoso rifiuto di prostituire l'ingegno sentono vulnerala la loro sacra persona?
Oh! chieggasi alle vedove, agli orfani, ai tanti esuli che cont
iIlalia (terra di esilio!), tanto pi angustiati e depressi, per
quanto pi si serbavano puri, indipendenti, e scevri di servi encomi e di codardi insulti.
Ed a questo proposito non posso trapassare in silenzio alcune
osservazioni di Filangieri contro I autore dello Spirito delle
i
legnili Filangieri nella Scienza della legislazione, libro III, Cap. L VII,
scrive:
Montesquieu, che ha cos spesso dette delle cose false per
dire delle cose spiritose; Montesquieu, che ha voluto trovare
tutto nesuoi principi, ma che vi ha trovato spesso lerrore; Montesquieu, sull oggetto del perdono e delle grazie, ha favorito il
Vedi
lib. VI,
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695
per essere sicuri della loro impunit, nel inentj-e che tutto
rigore delle leggi verrebbe a piombare sopra I* infelice, che
non ha saputo violarle tanto quanto si richiedeva per rendersi
ad esse superiore.
Se, finalmente, la clemenza del monarca necessaria nella monarchia, dove gli uomini son governati dallonore, il quale spesso
esige ci che la legge proibisce, o bisogna dire che nella monarchia sia necessario, che il principio, che fa agire il cittadino,
sia in opposizione colle leggi che debbono dirigerlo, ci che
sarebbe un assurdo, o bisogna dire, con maggior verit, che il
principio che anima la monarchia, sia tuttaltro che lonore.
Quando vi opposizione tra alcune leggi civili ed alcune leggi
dell'opinione, il legislatore abolir le prime, finch non abbia
corrette le seconde.
Cos nella monarchia, come nelle repubbliche, egli non conceder il perdono a colui che ha violate le une, per non disobbedire alle altre, ma toglier lopposizione istessa. Questa operazione formar dovrebbe una delle principali sue cure; ma questa
operazione sarebbe, secondo il sistema di Montesquieu, perniciosa nella monarchia, giacche le leggi dellonore, quelle istesse
che sono le pi contrarie allordine sociale, non potrebbero esser corrette senza indebolirsi o distruggersi il principio istesso
che, secondo lui, anima il governo .
stati,
il
( 529,
Voi. I).
medesima.
Esempio il ratto, ove il rapitore abbia sposato
Vedi il 139.
la rapita.
Digitized by
696
La
Vedine
cap.
scelta della
pena non pu
530, Voi.
I).
XXI dell'Esodo
E quando alcuni, contendendo
:
che
il
sia colui
La
531, Voi.
I).
scelta della
pei quali certi legislatori abbandonano inconsultamente il colpevole nelle mani della esaltala ed inviperita moltitudine.
N meno barbara la prescrizione per cui si concede la impunit alluccisore di un proscritto o fuorbundito, o legalmente
dichiaralo pubblico nemico.
Ved. l applicazione critica nel volume III.
Delle 4*8 e 4*9 Degnit ( 532
e 533, Voi.
I).
La
della pena non pu lasciarsi
532
giudice
giudice non pu applicare n diversa pena ec. ( 533,
833.
Voi. I)
Voi. I).
scelta
al
Il
Digitized by
Ved.
le dignit
67 a 69 (
697
HI
I ),
e lo svol-
dimpugnare la sentenza.
Ecco le soluzioni della scuola francese:
d'altronde evidente che, sotio verun rapporto, lopinione
del colpevole non possa entrare nella estimazione della gravit
della pena. In tal guisa, colui che stalo condannato ad una pena
ritto
il
diritto di dolersi
Della 4S$'Drgnit
834.
534, Voi.
I).
bitrarie.
Dice
la
appellai.
Ulpianus
lib.
de
Hodie
licei ei,
(2)
Legravcrend. t. 2, cap. V.
Raulcr, t. 1. n. 122;
Rpertoire du Journal du palais, V. Peines, n.* 60.
(3)
Op.
(1)
67.
68
Digitized by
XCVI.
698
Articolo
bestialit, si
pubblici
ticoli
Articolo
le
CXVI.
pene di ciascun
E poich,
stabilite le
il
Digitized by
699
posta
la
835.
Luomo
535, Voi.
I).
La pena
affatto personale.
nasce solo, muore solo, riceve solo
il
compenso
delle
ed
io di ci
(2) .
536, Voi.
il
I).
colpire gl'innocenti
li
pra
lui (S) .
cos, non degno di plausi il comando del re Dario, per efquale Furono menati quegli uomini chaveano accusato
Daniel c furono gitlati nella fossa dei leoni, essi, i loro figliuoli e
le loro mogli (C) .
fetto del
(5) Ezrchel,
(6)
Digitized by
E nemmeno son degni
700
di plausi quei
punivano
della prole,
si
Voglio altres che il delitto de figli non ricada su' loro geniton sulla famiglia .
Quando papa Celestino III fece prima evirare Guglielmo figliuolo di Tancredi, e poscia gli fe cavargli occhi, segn la propria ignominia.
E segn la propria ignominia Luigi XI, quando nella esecucuzione capitale di Giacomo Duca di Nemours, avveduta il 4 agosto 1477, ordin che i figli del paziente, di tenera et, venissero
collocati sotto il palco ferale colle inani giuute e vestiti di bianco, onde partecipassero al supplizio e ricevessero gli spruzzi
del sangue del genitore.
Il doloroso fato de figliuoli del conte Ugolino inspir queste
parole di esecrazione e di sdegno al principe dei poeti (1):
Ahi Pisa, vituperio delle genti
Del bel paese l, dove il s suona;
Poi che
vicini a te punir son lenti.
Muovasi la Capraia e la Gorgona,
E faccian siepe ad Arno in su la foce.
S chegli annieghi in te ogni persona
Ch se l conte Ugolino aveva voce
Daver tradita te delle castella.
ri,
Non dovei
tu
Innocenti facea
figucoi porre a
let
tal croce.
novella,
Brigata,
Novella Tebe, Uguccione, e
E gli altri duo (2), che il canto suso appella .
Ma lavidit di regno e di dominio stata sempre iniqua consigliera di misfatti. Tiberio, assunto alla dominazione, per primo alto fece uccidere nel suo esiglio Postumo Agrippa, nipote di
Augusto, ossia figlio di Giulia. Ed ogni novello Seiano ha ripetuto al suo novello Tiberio, che Yesterminio de' figliuoli innocenti
tratto di prudenza, anzi fatale necessit. E la madre di Nabucco non mostrasi ignara della scuola de tempi, quando, in
mezzo ai palpiti pi laceranti, innalza al cielo questa prece per
sua nuora e per suo nipote:
I
(1)
Dame,
(2) Altri
altri
Ggli di
Egolino
periti nella
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701
lei proteggi,
vendette, il figlio
Le salva, il figlio; n dai re sdegnali
Le pene ei soffra del valor paterno (1} .
Ali
Maometto
II:
cos facciano .
E chi ignora la strage di
ordinata da Erode?
Quali e quante empiet!
tutti
fanciulli di
due anni
537, Voi.
in gi,
I).
837
atto d'iniquissima tinannia lo affliggere in qualsivoglia
modo gl' innocenti amici o parenti del colpevole sia nello scopo ec.
La quale massima sta come vivente protesta contro le pratiche
(1)
I.
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Googte
702
ragionare di una patria, che non hanno avnto mai, o che hanno
sempre
tradita
838.
condannalo.
Le penne
( 538, Voi.
de pi segnalati politici
il
I).
confiscare
beni del
bisogno e
la
fame
(1) .
Che ricordarsi
del
tempo
felice
massima
beni;
massima
(3)
il
corpo, confiscai
fanno morire di
che hanno volontariamente terminalo loro tristi giorni, cornei
figliuoli degli omicidi. Cos una famiglia intera punita in tulli
legge; ond che vi
si
il
loro pane
la moglie
ed
(1) Nicolini.
di diriilo penale.
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703
che fosse
Lesempio dato
fu
Senonch,
abbominio
la
tutte
le
na-
confiscazione debeni.
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704
ma
839.
lo
glia
fili
ci
late citt, di
un
solo.
840.
La condanna di morte pronunziata in persona di una
donna incinta ec.
Senza questo provvedimento, la legge renderebbe il feto.
Degnq, prima che nasca, di morire (1) .
legale.
541
542
Se un individuo non
).
841.
La clausola
842.
542, Voi. I).
un individuo
il-
ec.
La
843.
Dal che
il
persona da
un fideiussore ec.
non pu sottostare alla pena dovuta alla
non deesi dedurre che la fideiussione
niuna utilit. Ecco in qual guisa ragiona
fideiussore
lui garantita,
o cauzione, risulti di
Bentham della cauzione e de suoi vantaggi (2) :
Dimandar cauzione imporla esigere da un
(1) Ariosto, Ori. Fur., XVI, 23.
(2) Principi! del Codice penale, parte
111,
uomo
di cui
ap-
cap. V.
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705
sa
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706
che ne
risulti
rarla.
2.
Essa
propria a prevenire i delitti che si possono apprendere nelle vertenze dinimicizia e di onore, specialmente i duelli.
In generale non pu sospettarsi questa classe di delinquenti di
mancanza di sensibilit alla pubblica stima: lonore che li fa
ricorrere alle armi; ma l'onore comanda ancora meno la ven3.
di quel che non divieta lingratitudine, e massime quella
detta,
nera ingratitudine che punisce il benefattore a motivo del suo
stesso beneficio.
La cauzione 'e ottima per prevenire gli abusi di confidenza,
i delitti che violano i doveri
di una carica. Niuno vien obbligalo a presentarsi per disimpegnare tali o tali altri impieghi
egli opportuno che questi impieghi non vengano affidati ad uomini i quali abbiano, sia per le loro ricchezze, sia per la loro
riputazione di che fornire una risponsabilit sufficiente. Nel
tempo
stesso la cauzione che si esige essendo attaccata alla ca4.
rica, non riesce offensiva a chicchessia.
"Questo mezzo pu presentare una particolare utilit in certe
politiche situazioni, in certe intraprese sullo Stato, ove trattisi
di pi delinquenti, uniti per i legami di complicit Simili uomini, talvolta fuorviati, anzich pervertiti, nudriscono degli
esaltati sentimenti di affezione e di onore, e nel seno della loro
rivolta contro la societ, vi conservano quasi sempre delle intimo relazioni. Che una tale cospirazione sia sventata, congiurali pi sospetti saranno tenuti di dare cauzione della loro condotta. Questo mezzo, debole a primo aspetto, efficacissimo
non solamente perch venendo sorvegliati principali, han preso
lallarme, ma anche perch quel sentimento di onore di cui abbiamo favellato somministra un motivo reale o plausibile, un
motivo fondalo sulla giustizia e sulla riconoscenza, ondo rinun;
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707
Ogni pena
afflittiva
risarcimento.
pena pecuniaria mena al loro imprigionamento nella ipotesi in cui eglino non si trovassero in istalo di
far fronte alla loro cauzione; ma s eglino erano gi insolvibili
dellassunto
impegno, hanno ingannalo la giustizia. Se
allepoca
la loro insolvibilit posteriore a questepoca, essi han dovuto
ritirare la loro cauzione, liberarsene in modo giuridico. Nondimeno bisogner mettere a calcolo le circostanze, e distinguere
la colpa dall'infortunio, come si pratica a riguardo di lutti gli
altri insolvibili. Ma se la stessa cauzione fosse la causa della loro
ruina, bisogna comportarsi verso di essi con particolare indulgenza .
per da notare che, quando la natura della pena non erasi
fideiussori si condannavano alla pena spetbene conosciuta,
tante alla persona garantita, fosse pure quella dell'estremo supEgli vero che
la
plicio.
5 44, Voi.
I).
Antonio
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708
biennio
Ninno pu
essere
(545, Voi.
ammesso
disfatto
Es.-a
I).
ec.
civile che
affatto personale
pu essere sod-
535, Voi.
I).
540
a 548, Voi.
I).
opriamente sia la persona colpevole, il giudice lo dichiaamenduc ( 546, Voi. I). Ditalch quando c cer-
rer, ed assolver
to ec. (
si
sottragga
al
meritato castigo
ma
nella
rivoltanti sentenze:
E
E
l'innocente (3) .
il
condannare
(1)
(2'
71, n."
tulle
<5.
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709
IV (Q).
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710
10 posi in
movimento
pr nei pi
i
comen-
to.
Saria lungo a dire tutte le fasi di questo giudizio. La Gran
Corte di Lucer condann il Renzulli la Suprema Corte annull
la decisione della Gran Corte sullappoggio di tredici motivi di
annullamento; la Gran Corte criminale di Trani, cui fu rinviata
la causa, pronunzi lassolutoria.
Deve quindi evitarsi leslerminio de' reprobi a riguardo di un
solo innocente che rimanesse tra loro, e che non potesse sottrarsi alla ruina comune. Appoggiano questa idea i versetti 20 a
32 del Capitolo V della Genesi, contenenti un dialogo tra il Signore ed Abramo.
20. il Signore adunque disse: il grido di Sodoma, e di Gomorra grande: e'I lor peccato molto grave.
21. Ora io scender, e vedr se son venuti allo stremo, come
11 grido n pervenuto a me: e se no, io lo sapr.
22. Quegli uomini adunque, partitisi di l, sinviarono verso
Sodoma: ed Abraham stelle ancora davanti al Signore.
23. Ed Abraham s'accost, e disse: Faresti tu pur perire il
giusto collempio?
2i. Forse vi son cinquanluomini giusti dentro a quella citt:
gli faresti tu eziandio perire? anzi non perdoneresti tu a quel
luogo per ainor di cinquant uomini giusti che vi fosser dentro?
25. Sia lungi da te il fare una colai cosa, di far morire il giusto con lempio, e che l giusto sia al par con lempio: sia ci
lungi da te: il Giudice di tutta la terra non farebbe egli diritta
;
giustizia?
2G. E l Signore disse: Se io trovo dentro alla citt di Sodoma
cinquanluomini giusti, io perdoner a tutto l luogo per amor
d essi.
27. Ed Abraham rispose, e disse: Ecco ora io ho pure impreso a parlare al Signore, bench io sia polvere c cenere.
28. Forse ne mancheranno cinque di quei cinquantuomini
giusti distruggeresti tu tutta la citt per cinque persone? E l
Signore disse: se io ve ne trovo quarantacinque, io non la distruggerer.
29. Ed Abraham continu di parlargli, dicendo: Forse vi se
ne troveranno quaranta. E l Signore disse: Per amor di quei
quaranta io noi far.
:
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711
Ed Abraham disse: Deh non adirisi il Signore, ed io parForse vi se ne troveranno trenta. E l Signore disse: Io noi
far, se ve ne trovo trenta.
31. Ed Abraham disse: Ecco ora io ho impreso a parlare al
Signore: Forse vi se ne troveranno venti. E l Signore disse Per
amor di quei venti, io non la distrugger.
32. Ed Abraham disse: Deh non adirisi il Signore, ed io parler sol quesla volta Forse vi se ne troveranno dieci. E l Signore disse: Per amor di quei dieci io non la distrugger .
O voi, che tra le fiamme divoratrici disperdete intere citt,
sol perch un solo abitante abbia dato un languido segno di rigenerarsi, leggete, e profittale se pur ne siete capaci!
(Ved. il
30.
ler:
839).
848.
Quando
una
certamente colpe-
548, Voi. I ).
(
scaturisce la dottrina della complicit cor-
Da questo principio
739 e seguenti.
549, Voi.
I).
stessa.
III. L
bri
Da un mezzod
Um-
allaltro.
(<} Levitico,
(2) Genesi,
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850.
712
mesc
Il
la
mese
7.
naio, di giorni 31
1
Gennaio
Kalendis Januarii
4 Nonas Jan.
3 Nonan Jan.
Pridie Nonas Jan.
4
Nonis Jan.
6 8 ldus Jan.
7 ldus Jan.
18.
6 ldus Jan.
8
5 ldus Jan.
20.
21. 4 ldus Jan.
22. 3 ldus Jan.
23.
12 Pridie ldus Jan.
24.
13
Jan.
25.
26. 19 Kalendas Februarii.
Io. 18 Kalendas Febr.
16 17 Kalendas Febr.
17 16 Kalendas Febr.
15 Kalendas Febr.
19 14 Kalendas Febr.
13 Kalendas Febr.
12 Kalendas Febr.
Kalendas Febr.
10 Kalendas Febr.
9 Kalendas Febr.
8 Kalendas Febr.
7 Kalendas Febr.
10.
11.
Idibes
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27.
28.
29.
30.
.
31
713
6 Kalcndas Febr.
5 Kalendas Febr.
Kalendas Febr.
3 Kalendas Febr.
Pridie Kalendas Febr.
Giusla
il
il
quale noi
fissia-
mo
giorni trenta.
dici giorni.
Vi ha calcolo pi semplice?
In perpetua
( 55070
60
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714
da Dante.
Scrive in un luogo
son
commemo-
rate
(1):
scritto:
Sempre allenlrare aperto e all uscir chiuso (6) .
Quanto alle pene temporanee, nessun criminalista saprebbe
meglio di Dante far sentire la loro differenza dalle pene perpetue.
E vederai color, che son contenti
Nel fuoco, perch sperati di venire.
Quando che
Ove lumano
O anime sicure
D'aver, quandoch sia, di pace stalo (9) .
Figlio mio,
Qui puolc esser tormento, ma non morte (10) .
La pena perpetua presenta il vizio di non essere natu 833.
ralmente divisibile ( 35
Voi. 1).
(0 Infimo,
I,
114.
XXVI, S3.
(10) Purgatorio,
XXVII, 20.
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715
pena
552, Voi.
la
,
pena
n. 4.
I).
la
il
il
Signore produsse
da principio
divina.
15. Il timore del Castigo d a tutte le creature mobili ed immobili di goder quanto loro proprio, e toglie loro il discostarsi
dai proprii doveri.
16. Il re, ben considerati il luogo, il tempo, i mezzi ed i precetti della legge, infligga con giustizia il Castigo agli iniqui.
17. il Castigo un re pieno denergia, un amministratore abile, un savio dispensalore della legge, mallevadore all adempimento dei doveri dei quattro ordini.
18. Il Castigo governa il genere umano, il Castigo lo protegge, il Castigo veglia mentre ognuno dorme, il Castigo la giustizia: dicono i savii.
19. Inflitto cautamente ed opportunamente, procura ai popoli
felicit: applicato sconsideratamente, li distrugge.
20. Se il re non castigasse continuamente, i pi forti farebbero arrostire i pi deboli come pesci alla padella.
21. La cornacchia verrebbe a beccare l'offerta del riso, il cane leccherebbe il burro chiarificato; non vi sarebbe pi diritto
di propriet; luomo della classe bassa occuperebbe il luogo di
quello dellalta.
IX, de legibus.
de legibus.
I, de ofllciis.
Libro VII, vere. 14 a 27.
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716
fosse.
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717
esalto
il
dire che
la
Le ruine
di una casa
casa nel pristino stato;
reparundo.
il
la
ir-
na possa avere
sordine.
857.
dottrina.
la efficacia d
Rettificala
impedire
questa idea
il
si
esamini
il
fondo della
sordine).
pena
della
fine la
essere
riconoscono che la
pena debbe essere per guisa efficace, che i cittadini che temevano
nuove offese dal delinquente, cessino di temerne, sperandolo frenato
dalla pena, e che cittadini che temevano per parte di altri la
imitazione del malvagio, cessino di temerne, sperando dal male a
usi inflitto una remora che elida lo impulso del tristo esempio
come dire la pena deve mirare al ristabilimento dell ordine
cittadini la opinione della propria sicurezza,
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718
ma questo non si consegui see laddove la pena non sia razionalmente sufficiente ad impedire (per quanto pi fia possibile
in mezzo ad esseri liberi) che il reato si riproduca dal delinquente
ossia, laddove la pena non sia sufficiente a prevenire.
o da altri
Dunque la pena io soggiungo, deve mirare alla prevenzione dei
esterno;
reati.
la
pria sicurezza..
Della
858
Prevenzione
Degnila
( 553, Voi.
I).
indiretta.
zione.
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Della 449 e
4149
719
Degnila ( 554
555 Voi.
1).
859.
Il
verno.
Il fine
modo che
della
ec.
Per
bile, e
non gi
la
le
leggi de
Lo abborrire dalla vendetta raccomandato a gara dalla religione, dalla morale e dalla filosofia, e la idea della vendetta fa
repugnanza profonda ad ogni intelletto che per poco sinterni in
considerare le sacrosante leggi della umanit.
Non
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720
detta pi gioconda della stessa vita, osserva che questo divisameato ben lontano dal parere di Crisippo e di Talete.
Nempe
Ultio
(2) .
XXVII
imperitura
esprime:
si
vendetta delloffesa recata alla societ, n la espiazione del reato sono gli oggetti delle pene. La vendetta una passione (3), e le leggi ne sono esenti; c la giustizia non una di
quelle terribili divinit, alle quali i loro crudeli adoratori ima
la
molano
non
il
poich
ella fosse,
le leggi
impedire che
il
La
E quando
tato
pure il trasgressore nel delinquere avesse eserciun atto di feroce vendetta, non per questo la legge dovrebbe
imitarlo.
(t) Sat. XIII, ver. 180.
(2) Sat. XIII. vers. 180.
(3)
(4)
(5) Foscari,
le leggi cc.
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721
Delle
-13
Drffnit
I).
la
(2) Ariosto,
61
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me
di
morale e
722
di religione relative ai
promi ed
alle
pene nella
vita futura.
coloro che hanno fatto il bene di il bene e pi. N il pallore, n la vergogna oscureranno lo splendore dei loro aspetti.
Abiteranno il paradiso, e vi resteranno eternamente (1) .
Coloro che faranno il male avranno una retribuzione simile
al male. Lignominia li coprir, senza trovare chi li protegga
contro Dio, ed il loro viso sar negro come la notte densa. Abiteranno il fuoco e vi resteranno eternamente (2) .
Ne' governi teocratici trionfa la massima del male pel male, ed
i legislatori tante volte dnnosi in preda
ad idee le pi strane
ed esagerale; dal che poi derivano comminazioni di pene crude, spaventevoli ed atroci.
Nella religione la pena sempre la stessa, ossia un male
che ricade sull'individuo per unazione giudicata malvagia;
anzi essa veste un carattere di maggiore gravit ed assume proporzioni vaste, quasi tenti eguagliare lidea infinita a cui essa
commisura lespiazione. Le pene le pi crudeli furono sempre
quelle inflitte in nome della religione, le quali si pu dire che
fossero applicale in ragione inversa della mitezza del principio
da cui quella sinforma. La storia lo attesta, e non senza un
senso profondo di orrore che si leggono
fasti della penalit
religiosa
(3) .
primi legislatori, impotenti a contenere aggregati di persone indocili ai richiami delle umane leggi, adoperarono il sussidio della religione per riuscire ad inculcare il rispetto per le
I
medesime.
Quindi Minosse dallo stesso Giove, e Licurgo dalloracolo
dApollo diceva aver le leggi ricevuto. Son pur note le finzioni
di Nuina (Vedi 30).
Per tal guisa lidea della religione sinfiltrava nella pena.Faceasi credere alle moltitudini che gli Dei erano sdegnati contro
i
conculcatori delle leggi da loro suggerite, e che bisognava
placarli. Di qui la necessit della espiazione. Serve di pruova la
parola supplicium, la cui significazione originaria era quella di
pubblica preghiera, che precedeva il sacrificio del colpevole. E
serve pure di pruova la solenne forinola sacer esto a tanto frequente nelle leggi delle XII tavole, e che suona consacralo allo
sdegno degli Dei .
Iovi sacer era lofTenditore di un Tribuno; sacer Cereri lincendiario delle biade.
fi)
(2:
(3) Polelli,
la tutela
penale, parte
1,
cap.
XXVII.
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723
leggi
eterne
pel
dell
terrena.
Siccome
minano
io
l'iniquit, e se-
la perversili, la
Ma non
dato
uomo
gli viene
anzi severamente vietato.
Non rendete ad alcuno male per male
(2) .
8. Ed in somma, siate tutti concordi, compassionevoli, fratellevoli, pietosi, benevoglienli
9. Non rendendo male per male, od oltraggio per oltraggio, ecc. (3) .
Molto meno permesso al legislatore di farne un regolo di
punizione.
all
dinfliggere
il
559, Voi.
I).
Prima Epistola
(4)
De
l'lem. lib.
I,
e 9.
cap. XXII.
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La
Luomo, ente fatale, non si data la vita, n la conformazione organica, n le attitudini dell intelletto n le tendenze
passionali che lo gettano nellazione. Egli pu esser tale che gli
distinti animali soverchino in lui glinslinli socievoli ed umani;
pu esser tale da non avvicinare rapporti delle cose, n da riconoscere la rivelazione morale; egli pu e.-sere soggiogalo infine dalla natura, dall'errore e dalla passione (2) .
" La non esistenza del diritto di punire
(3).
Luomo ha un diritto inviolabile alla vita, ossia la personalit sempre c in ogni caso intangibile e sacra (ij .
Il diritto di personalit potr venire nellazione sua regolalo,
non mai tolto, o sospeso (3) .
La pena lede i diritti naturali ed
fini dell'uomo (6) .
,
(2
(3)
(4)
(5)
(6)
Op.
Op.
Op.
Op.
Op.
cit..
cit..
cit.
cit., larte I,
cit.,
Parte
II,
cap. XXX.
cap. I.
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4.
"
La non esistenza
725
diritto di punire.
tare il
5.
Che cosa la societ? La molali ica ne compone con agevolezza un ente, clic poi non vi sari dalo riscontrare in alcun luogo, che vi far sentire il vuoto di tale creazione (I) .
Ammessi
simili
il
delitto
Ma essa non accenna al vizio ingenito del sistedi repressione, sibbene alla protervia o dappocaggine de le-
sistemi penali.
ma
gislatori.
" La fatalit inerente all'essere umano!... Spero ohe non si pretenda di confondere uomo colla insensata macchina. Ma la co;iformazionc organica, le allituilini dellIntelletto, le tendenze passionali ecc.?... Tutto questo entra nel calcolo della imputabilit, n
pu servire di motivo alla eliminazione del sistema repressivo.
l
meno
Non
esiste
il
la societ.
diritto di punire!...
Vedi
il
51
Ma
allora
e seguenti del
non
esiste
Volume
nem-
ed
(1)
(2)
Op.
Op.
cit.,
cit..
Porle
Porle
I.
li,
cap. XXVIII.
cop. I.
(3) Ivi.
(4)
Vedi
la intiera
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726
Non
siete quei
stabilito la
massima,
la so-
ciet non aver altro dritto che quello di assicurare lordine e la futura obbedienza del reo alle leggi ccc. ?
Dunque per voi la societ non esiste, quando attendete a demolire il sistema repressivo, ed esiste quando vi affaticate ad innalzare il diritto di tutela penale!
Quale contraddizione!
5. Assicurar l'ordine, e la futura obbedienza del reo alle sue leggi
chiedendo ed ottenendo dallo stesso delle solide guarentigie : ecco il
diritto della societ!
Tu
respingi
condannato
sociale.
di penale.
parso
sull
manodurlo
ampia scena
in
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727
del reato.
3. Nella pratica di tutti questi doveri della societ riponcsi la
tutela sociale, da me non solamente non rinnegala, ma proclamata indispensabile (Vedi LI cit. 8 58) Essa per di natura diversa da quella della tutela penale.
Dopo che abbia esauriti tutti i mezzi di prevenzione indiretta, c clic con mano tutelare abbia sollevata una barriera contro la invasione del reato, la Societ pu dirsi liberata affatto
dal4.contagio del medesimo? Cos pur fosse! Ma I' incontaminalo
secolo d'oro di creazione fantastica.
Contro la forza del libero arbitrio non vha barriera inaccessibile. La intemperante cupidigia degli uomini pu eludere tulti
mezzi di prevenzione indiretta praticati dalla tutela sociale.
Quindi la necessit di minacciare una pena, mezzo di prevenzione diretta (Vedi 153 del Voi. I. e 838 del presente Volume).
Quindi la indispensabilit del sistema di repressione.
Avvenuto il reato non ostante la minaccia di una pena, questa pena si appi ica e si fa subire.
Scopo della pena che si subisce dimpedire che si riproduca
il reato che la provoc.
La Societ non deve dimenticare, che tra coloro, i quali potrebbero esser tentati a riprodurre il reato gi commesso, trovasi lo stesso condannato. La Societ non deve dimenticare che
la sua assistenza ad ognuno de suoi membri non pu declinarsi
giammai, e che alla persona caduta in reato son dovute cure pi
tenere e premurose.
Quindi, mentre la Societ reprime il reo, deve attendere, seia
natura della pena il comporli, alla grandopera della riforma o rigenerazione del medesimo, considerata come unodemezzi al sommo scopo dimpedire la riproduzione del reato di gi commesso
.
(Vedi 854).
Quindi la fondazione (lo' carceri penitenziari.
Ecco in quale guisa entra nel mio sistema la
ma o rigenerazione.
Della 64 Degnila
560, Voi.
tutela, e la rifor-
I).
di
rin-
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728
866.
mersi
passione sospingente
la ria
al
reato.
Gli uomini sono stati sciupi o vittima de' loro modi di dire,
prendendo per cose vere c reali le metafore
E per ci, perch si dice hru/jio iti amore furono condannati al fuoco alcuni misfatti d'incontinenza. Cos si dice anima vite, anitna di fango; ed
si facea morire colla testa tuffata nel fango: conco
insuper orate Taci ! de rnor. Germ. 12) (I) .
Questa metafora (vendila ili fumo), continua Nicolini (2), rimasta voce del foro dal fatto notissimo riferito da Elio Lampridio di quel Vetronio Torino, favorito di Alessandro Severo. Abusando costui della grazia dell'Imperatore, vendeva spesso l'esito
della lite ad una delle due parli o ad entrambe, senza che neppur
parlato gliene avesse. Convinto di ci in un pubblico giudizio,
fu condannato a provare il vero della metafora, e legato al palo
tra legna umide e paglia, accese queste, fu fatto morire di fumo,
il
soldato vile
et palute, injecta
fra le
fumum
(3) .
Dante Alighieri appigliasi molto alla metafora nel (issare l'analogia tra le pene e le peccata, bench in ci fare riesca felice
come
in
lui.
rivolta indietro, e
cato dellindovino, espresso metaforicamente, sta nel voler vedere troppo innante.
u Mira chha fatto petto delle spalle:
Perch volle veder troppo datante.
Un
altro
feci
[>adre e
Achitfel non
di
David
figlio in s ribelli
pi d Abbaione
malvagi pungelli
fe
co
(7).
800.
(1) Nicol ini, Com. all prue, pen., pari. 1,
(2) Op. cit. pari. Ili, 308.
e seg.
(3) l-ampritlin in t'ila .iter., cap.
Parlasi del lmtov ino Andare.
|4) Inferno, XX, 37
XXXV
Come
si sa
per
la Scrittura,
padre.
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729
'*
il
(1)
Secondo me, non dorrebbe essere mollo popolata questa parte del Paradiso
di
Dante.
62
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730
priet di
analogia tra la pena e il de necessario che si trovi in questo una circostanza risaltante che si possa trasportare nella pena (2) .
Secondo lui Questa circostanza risaltante, o caratteristica,
sar lo strumento che serve al delitto, lorgano che lo consuma,
la parte del corpo ch stata il soggetto del delitto, il mezzo impiegato dal delinquente, per non essere conosciuto, ecc. (3) .
Sempre secondo lui Utilissima lanalogia, perciocch > La
pena simprimer pi facilmente nella memoria, si presenter
pi fortemente allimmaginazione (4) .
Lanalogia, intesa in senso vasto, ed applicata senza criterio
stata lorigine di pene le pi grottesche e repugnanti.
Sotto Tulio Ostilio, Mezio Sufj'ezio generale degli Albani alleati di Roma dopo avere segretamente spinti i Fidenati a muovere guerra ai Romani, promettendo loro di giltarsi alla loro
parte nel bollore della mischia, si mostrava tenero verso Tullio.
Ma, cominciata la battaglia, lasci scoperto il fianco dei Romani, ritirandosi sopra una collina col corpo da lui comandalo,
litto,
si congratul con
Questo, die aveva scoperto il tradimento, dissimul;
ma, riunita poi una generale assemblea, scopr lutto, e condann non gli Albani che avevano ubbidito al loro Capitano, ma il solo
Mezio Sutfezio, dicendogli
Tullio.
I,
cap. VII.
(3) Ivi.
(4) Principi! del
Iti,
cap. VI.
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731
recchio
di
il
piede.
esitare
(1) .
prima
il piede dun cane; per lomicidio dun Bramino, limdi un uomo senza capo (2) .
Leggesi in Michelet (3):
il diffamatore si percuoteva pubblicamente la bocca, e diceva:
bocca, tu mentivi, quando cos parlavi (i).
In Svezia il calunniatore pagava V ammenda delle labbra, davasi
un colpo sopra la bocca, ed usciva a ritroso dal tribunale.
Al falso testimone si attaccheranno sul petto due lingue di drappo rosso lunghe un palmo e mezzo e larghe tre dita; gli si attaccheranno altre due di dietro tra le spalle, con ordine di portarle
sacerdote,
magine
sempre
(o) .
lo stesso
nello strano
(6).
(2)
(3)
(<)
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732
e restituito in
E parlando
dellavvelenamenlo, dice:
Dovrebbe impiegarsi il veleno come mezzo di supplizio per
un avvelenatore,?
Sotto certi rapporti, non vha pena pi conveniente. Lavvelenamento distinto dagli altri omicidii pel segreto col quale
pu essere propinalo il veleno, e per la fredda determinazione
che suppone. Di queste due circostanze la prima aumenta la
forza della tentazione, e 'allarme cagionato dal delitto; la seconda fa vedere che il colpevole, allento al suo proprio interesse, capace di una seria riflessione sulla natura della pena. Lidea di perire collo stesso genere di morte eh egli 'prepara la pi
spaventevole per lui. In ogni preparativo del crimine, l immaginazione gli rappresenta la sua propria sorte. Lanalogia sotto
questo rapporto produce pienamente il suo eflelto.
Vi sono per delle difficolt. I veleni sono incerti nella loro
operazione; bisognerebbe sempre fissare un tempo, elasso il quale, si abbrevierebbe il supplizio per mezzo dello strangolamento.
Se l'effetto del veleno fosse quello di produrre il sonno, la pena
potrebbe riuscire poco esemplare: se operasse in via di convulsioni e di spasimi, la pena potrebbe riescire odiosa.
Se il veleno propinato dal colpevole non fosse stato fatale,
potrebbe farsi prendere un antidoto prima che l'operazione del
veleno penale riuscisse mortale. La dose ed il tempo sarebbero
fissati dal giudice, sul rapporto dei periti.
L orrore attaccalo a questo crimine potrebbe rendere questa
pena popolare. Se vi sono dei paesi, ove sia pi comune che altrove, l dove la pena che presenta questa analogia col delitto
potrebbe essere pi convenevole .
Similmente, dopo avere indicalo come altra sorgente di analogia lo affliggere la parte del corpo che s" impieg per delinquere
continua colla medesima leggerezza:
Nei crimini di falso, la lingua e la mano sono gli stromenli
del delitto. Si pu tirare da questa circostanza una analogia
esatta nella pena.
Nel caso di atti falsi, di false scritture, la mano del colpevole sar perforata mediante uno stromento di ferro, in forma
di piuma; ed in questo stalo sar mostralo al pubblico, prima
di subire limprigionamento penale.
Nella calunnia, ne falsi rapporti, la lingua lorgano del
delitto: il calunniatore sar ugualmente esposto al pubblico colla
lingua perforala, ecc. ecc. .
l
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E non
mostrasi
meno
733
di analogia.
868.
la
Se una data pena non riuscisse sensibile che per una classe
solamente, o solamente per questo o quellallro individuo, mancherebbe del carattere della generalit, e sarebbe inetta allo
scopo. Alla lettura di una sentenza condannatoria debbono ri-
manere scosse
le
fibre di
per quanto pi fia possibile. Dante ci descrive in poche linee leffetto della pronunziazione della condanna su tutte le anime destinate
all
inferno
Nella se Degniti (
869.
Tasta
potrebbero prevenire con pena pi mite. Vale un trattato compiuto quella massima: la forza disordinala trabocca, la uguale persiste.
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Un tempo
le
734
da
tale
mana
di suicidio, che preci, ragionamenti, castighi, risultavano inefficaci. Venne decretato che il cadavere delle suicide fosse espo-
dere imboscate
zione
ecco
le parti,
ecco
le
metamorfosi
dell
ambi-
La Grecia
se ne preoccupava, e con vari mezzi tentava di soffocarla. Tutto vano! Veniva decretato che, quando uno sventu-
trovasse in preda a questa divorante passione fosse comine del monte Ossa. Calmavasi il suo arcontemplazione degli abissi spaventevoli in cui furono
precipitali
Titani. Alla vista delie rumoreggiami acque del Peneo, che slanciavansi in aria e venivano a morire appi delle
rupi, restava convinto, che conviene seguire con calma il proprio
rato
si
stretto a visitare le
dore
alla
che gusla
il
E questo mezzo
compensa la
fe-
(2).
venire.
tristi
e di degeneri Italiani,
immagini viventi
FEnt,
del Tartufo politico del celeberrimo Avv. Brofquali per ambizione ardevano incenso sullara del dispo-
Ambizione.
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735
563, Voi.
I ).
564, Voi.
I).
(1)
736
per cotal merito egli ne fu fatto giudice nell'inferno, dove certamente.si distribuiscono pene (1) .
fondata sulladagio:
Chi soffre ci che altrui soffrire ha fatto
Alla santa giustizia ha soddisfatto .
Nel vecchio testamento professata la teoria della pena del taglione.
23.
Ma
un uomo,
chegli ne
muoia, del
morire.
2i. Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, pi
per pi:
25. Arsura per arsura, ferita per ferita, lividore per lividore (2) .
19. E quando alcuno avr fatta alcuna lesione corporale al
suo prossimo, facciaglisi il somigliante in ci che egli avr fatto:
20. Rottura per rottura, occhio per occhio, dente per dente: facciaglisi tal lesione corporale, quale egli avr fatta ad altrui (3) .
18. E se
giudici, dopo diligente inchiesta, trovano che
quel testimonio sia falso testimonio, e che abbia testimoniato il
falso contral suo fratello:
19. Fategli com' egli avea deliberato di fare al suo fratello: e togli via il male del mezzo di te:
20. Acciocch gli altri, udendo questo, temano: e che da indi
innanzi non si faccia pi una tal mala cosa in mezzo di te:
21. Locchio tuo non lo risparmi: vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, pi per pi (4) .
Gli antichi legislatori applicavano tanto materialmente la legge
del taglione, che secondo Meursio Themis Attica), Solone precett si crepassero amendue gli occhi a colui che avesse renduto
cieco chi aveva un occhio solo.
E pure nel diritto positivo quella del taglione
i
Legge
tico fu
(2)
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737
5G5, Voi.
I).
La pena
metrica ed aritmetica.
Geometrica, quando stia in ragione composta della quantit
del reato, e della condizione del delinquente.
Aritmetica, quando stia in ragione semplice della quantit del
reato.
Stranezza! La condizione del delinquente non una cosa separata e distinta dalla quantit del reato, ma entra come uno
de' dati misuratori della quantit del medesimo (Vedi il 133
e seguenti del Volume I).
II. La pena vuol essere proporzionala al reato.
873.
miei lettori dal credere, che la proporzione tra
Si guardino
lassare tanto male di pena per
il reato e la pena consista nel
quanto male si cagionato col reato; la qual cosa starebbe in
aperta contraddizione co principii da me raccomandati ( 8G9 e
seguenti ).
La proporzione cos intesa appartiene alla scuola che insegna
la necesf-it dinfliggere male per male (Ved. il 8G0). Quindi
non ha maraviglia se moralisti non la intendano altramente.
Che gli die morte; n per fu tale
La pena, chai delitto andasse eguale (I) .
se
gran
Ecco
fallo aspetta
il
Ove avr
seguenze
I.*Si conculca
il
XXII, 41.
XXII, 73.
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738
5C(J,
Voi.
I).
di infliggerle
devecssere prescelto,
vers. 157.
meglio
dire,
carnefici d'Italia.
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739
Bagnata hai
tu del
mio
ligliuol nel
sangue?
Che mi
XXVII.
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740
1.
Per
mani
la storia ci
Essa
Mostraci il figlio delluomo taglialo a pezzi con rasoi.
291. Coloro che vendono cattivo per buono, o che mettono
il grano buono al disopra per nascondere il cattivo, o distruggono confini, debbono subire un castigo che li sfiguri.
292. Ma il pi perverso di tutti i furfanti un orefice che
3.
frode; e il re lo faccia tagliare in pezzi con rasoi (1) .
commette
Mostraci il figlio delluomo abbacinato.
Abbacinare suona abbagliare. Nella sua propria origine vale accecare, perch i tiranni introdussero la pena di torre la vista con
bacini infocati, lo che acceca dissecando lumido degli occhi.
Poi (il redi Babilonia) fece abbacinare gli occhi a Sedechia,
4.
e lo fece legar di due catene di rame, per menarlo in Babilo2.
a
nia
(2) .
al sole.
Mostraci il figlio delluomo condannato allo scafsmo.
Da oxohrcw (scapto), scavare.
Scafsmo
Supplizio usato in Persia, per cui un reo, unte le membra di
mele e di latte, chiudevasi in un tronco scavato, con cinque soli
buchi, dai quali uscivano la lesta i piedi e le braccia.
In tale posizione periva per inedia, e per le punture delle ve-
(1)
(2)
292.
XXXIX,
vers. 7.
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741
il
filosofo
Anassagora.
Mo straci
figlio dell
il
uomo
scorticalo vivo.
Guglielmo re di
un giudice prevaricatore, e pose la
pelle su quel tribunale ovei sedeva a rendere giustizia; ed in
seguito propose allufficio vacante lo stesso figlio dello scorticato.
1 1
Mo slraci
figlio
il
Da
da
oifv/Svri
l'altro attaccato a
due cime
condannalo con
lun piede e
facinorosi.
Mostraci
il
figlio
delluomo
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come congiurali
742
causarono leggiere
nell'attentato
ferite sul
Mo slraei
il
figlio
dannato
(1) Aforismi
pensieri legislativi,
124.
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743
suo
fallo.
degli si distacchi se
pu
Le
XI
Fino
due
chetti, ec.
Che lomicida
Slat.
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744
Legge di Frisa: Se alcuno ha commesso effrazione in un tempio, e vi ha preso alcun vaso, si conduce verso il mare, e sopra
larena che viene a coprire il flusso: gli si fendono gli orecchi,
si evira e si immola agli Dei, dei quali ha profanato i templi.
Grimm, 708 .
Non meno atroci erano
ram
(I)
del geoere di morte. I.o stesso N'erouc concesse tal beneficio. Vedi Tacilo
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Googte
745
Capitis poena est, bestiis objici, vel alias similes poenas pati
V el AMMADYRRT1 (1) .
L. 25, 1 D. eod.
,
lit.
Modestie, us,
lib.
12 Pandeclamm
lib.
6 de Gognitionibus :
est)
cinio, ecc.
Famosa
venivano precipitati
ai
medesimi
(1)
(2)
il
al Coltello.
giureconsulto Calli-arato aveva scritto od Crucbm damnatio. Triboniano vi soad Furcam damnatio, avendo Costantino abolito il supplizio della Croce.
stitu la frase
et
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746
6.
7.
provocatione certalo ;
si vincent,
manus;
I, lictor, colliga
Pomocrium, vel
Che
filatessa di efferatezze
E pure
gli
il
Meni., Sat. 2.
Alberi infeltr ed abbonimeli dalla religione sono quelli che non vengono seminanc danno frutto; ronie il pioppo, lolmo.
(J)
(2)
ti,
XXVII,
7.
Digitizd by
747
87o.
si
opinasse
condannato
III,
cap. IV.
Digitized
ipy
748
Che mai
costituisce
il
dispendio?
La pena
reale
la
perdita,
la
gislatore?
ma perch?
princi-
(1) Al capo di Huona-Spcranza gli Olandesi fecero uso di uno stratagemma che non
poteva riuscire che cogli Ottentotti. Uno degli ufficiali della compagnia aveva ucciso un
individuo di questa trib inoffensiva. Tutti presero partito, lutti erano furiosi ed implacabili. bisogn dare un esempio per pacificarli. Il delinquente fu tradotto al loro
cospetto colle pulsette come un malfattore; sub un gran cerimoniale di giustizia; fu
condannato, e costretto ad ingoiare una tazza d'acquavite infiammata. L'uomo disimpegna la sua parte, egli si finge morto, cade senza movimento. I suoi amici lo coprono
con un mantello e lo portati via. Gli Ottentotti si dichiararono completamente soddisfatti. Il peggio cheglino avrebbero saputo fare, dicevan essi, sarebbe stato di gittar
l'uomo nel fuoco; ma gli Olandesi avevano fatto meglio, essi avevano gitlalo il fuoco
nello stomaco deiruomo.(Lloyds Evening-Post, for august or september 1776).
A questo esempio di Hcntham io posso aggiungere un altro, cui mi fornisce la let-
Due dragoni della guarnigione francese chera a Mantova, transitavano per una contrada. Un Italiano clic aveva in ira uno dei due, lo pugnal, e rifuggissi nel tempio. 11
compagno del morto linsegul e luccise presso laltare. Il popolo, irritato della violazione dellimmunit ecclesiastica, si ammulin e voleva chiudere le porte del tempio.
Ma luccisore, fattosi strada colla spada, si ricovr nella casa del suo Colonnello. Ma
popolo la investi e chiese con minacce la consegna del profanatore. Per sedare il tumulto, il Generale Francese (il celebre Catiuat, nato a Parigi il I settembre 1637) fece
il
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749
568, Voi.
I).
libertini.
tramenare il soldato carico di catene in una prigione; e la notte lo invi in una piazza
lontana. Alquanti giorni dopo si fece esporre un cadavere, che si disse esser quello del
dragone. Il popolo se lehbc a credere, e riguard questa morte come un gastigo del
Cielo.
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750
569, Voi.
I).
I.
loffeso
re ?
2"
Come
si
vuol divide-
razionale l'adozione
infamia di diritto?
dell
a
1
Domanda: che significa infamia?
Infamia da in, sine, senza, e ila fama; senza fama, perduta fama. Lopposto di fuma, reputazione, stima.
Vien definita da Anton Mallhei (f):
Est aulem infamia nihil aliud, guani ignominia, scu f.xistimationis laesio, qua quis honeslorum virorum numero eximi tur .
La stima poi lo stalo dintegrit non macolata. Direi col
poeta
luogo aWinfami
(li
fatto,
all 'infamia
di drillo,
ossia legate.
fatto,
non macolata
legge.
Intorno alla idea della stima legale, ed alla maniera con cui
si
(2) Ariosto,
M.
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751
scema o
\ de cognitionibus:
Existimatio est dignilatis illesae status, legibus ac moribus
comprobatus ; qui ex delieto nostro aucloritate legum, aut mimiti,
slralus,
lib.
aul consumitur.
2. Mincitur existimatio, quotiens, manente liberiate, circu stadignilatis poena plectimur: siculi, ecc.
3. Consumiti! vero, quotiens magna capitis minutio intervenit,
idest cum libertas ad imi tur; veluti ecc.
tuiti
Domanda
Come provvedono
legislatori ?
sempre
la
infamia di
credendola un potentissimo correttivo della spinta criminosa. Opina Filangieri (I), lEgitto essere stalo il primo a conoscerne l'efficacia.
LEgitto, egli scrive, fu il primo a conoscere leflcacia di
questa forza (2), e ad insegnare alle altre nazioni luso vantaggioso clic potevano farne le leggi. Col pi ingegnoso artifizio i
savi legislatori di questo antico popolo cercarono dintimorire
il malvagio con una pena posteriore alla sua morte. L'uomo potente che violava le leggi poteva sperare, finch viveva, di rimanere impunito sotto lombra del suo potere, ma terminando
questo colla sua morte egli scampar non poteva i terribili decreti di un rigoroso giudizio che condannava ad un eterno obbrobrio il suo nome, e lasciava insepolte le abbon ite sue ceneri.
Il cittadino, il magistrato, il sacerdote, il re, allorch moriva,
doveva essere giudicato prima di essere sepolto. Un tetro lago
separava labitazione devivenli da quella dei morti. Sulle sponde di questo lago si fermava il cadavere, ed un araldo ad alla
voce ne intimava il terribile giudizio:
Chiunque tu sei, gli diceva, ora che il tuo potere terminato colla
tua vita; ora che i titoli e le dignit ti abbandonano ; ora che l'invidia non nasconde i tuoi benefizi, il timore non accetta i tuoi, delitti,
l'interesse noi esagera n i tuoi vizi, n le lue virt; ora il tempo
di render conto alla patria delle tue azioni. Che hai tu fatto nel
tempo della tua vita? La legge tinterroga, la patria ti ascolta, la
drillo,
ti deve giudicare.
Allora quaranta giudici sentivano le accuse che si producedel defunto: si palesavano quei delitti che erano
rimasti occulti durante la sua vita. Si esaminava col maggior rigore come aveva ubbidito alle leggi, se era cittadino come ave-
verit
vano contro
XXXI.
L'opinione.
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va amministralo
la
752
come aveva
Diodoro, lib. I.
V. Plul. in Minos.
(3) V. Nicolai Grugii de repub. Laced
(!) V.
(2)
Il et III. Tab. 6,
lib. 3, tab. 4, instit. I
insti!. IO, et tab. 8, instit. 11 apud Grenov. in thesauro Antiquit. t. 5.
<4) Polibio, dove parla della legislazione di Locri, rapporta tra le altre una legge di
questo legislatore, colla quale, per impedire il lusso delle donne, si stabiliva che le
sole prostitute portar potessero ornamenti di oro e vesti dipinte. Diodoro Siculo la rap Che una donna, diceva la legge, di condizione libera, luttaporta pi diffusamente.
volta che non sia ubbriaca, non possa avere presso di s pi di una serva che non esca
di notte fuori di citt, quando non lo faccia per andare a ritrovare il suo drudo; che
ella non si carichi di gioielli n di stoffe dipiule, purch non professi il mestiere di
cortigiana; che nessun uomo porti addosso abiti di drappo milesio, quando non lo facVedi Diodoro Siculo, Hi si. lib. XII,
cia per prostituirsi ad un infame dissolutezza .
cap. 21. Una legge simile ebbe anche luogo in Isparta, come si pu vedrre in Clemente
Alessandrino; Paedagog., lib. 11, cap. 10, ed in Eliano, Variar, hist., lib. 14, cap. 7.
(5) Xenoph. de Jtcpub. Laced., cap. IX, 4, 5 et 0; Plular. iu vit. Agesil.
,
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753
Non
Nel
nella pena,
delitto
'infamia
(1) .
E per ho costantemente
opinalo, che la infamia nasca dallindole stessa di una determinata azione; che la condanna serva
unicamente a constatare la esistenza dellazione; che la dichiarazione dellinfamia sia di esclusiva competenza della pubblica opinione; che non sia missione della legge il notare d'infamia questo o quell'alito fatto.
Che sia cosi? Rapportata V infamia di dritto allinfamia di fatto,
due ipotesi ne possono scaturire.
Prima.
Che la dichiarazione dellinfamia falla dalla legge
si opponga alla pubblica opinione; cio che la infamia di dritto
non vada congiunta alla infamia di fatto.
Che la dichiarazione dellinfamia falla dalla leggo
Seconda.
consuoni alla pubblica opinione; cio clic la infamia di dritto
vada congiunta alla infamia di fatto.
Ora, nella prima ipotesi, la dichiarazione della logge non
zero, come dice Filangieri (2), ma ridicola, come penso io.
Le parole di Filangieri su questo tema sono:
L'infamia della legge zero, se non unita all infamia di
opinione. Questa verit, comcch ignorata da alcuni legislatori,
non lascia di essere evidente. Linfamia una pena, e la pena
non che la perdila di un dritto. Or qual il dritto che si perde
colla pena dellinfamia?
Se la legge non combina con linfamia altre pene, il dritto clic
si perde collinfamia il dritto dellopinione pubblica. Se la
opinione pubblica non considera dunque come infame colui che
la legge condanna allinfamia, la pena svanisce da s slessa,
perch perde il suo effetto.
Ma si domanda: pu mai questo avvenire? La legge non pu
essa determinare come vuole lopinione pubblica? Non pu essa
ottenere che questa consideri come infame chiunque essa ha punito con questa pena?
Due riflessioni fondate sul fatto basteranno per rispondere a
queste due dimande.
(1) Alfieri,
Antigono, Alto
I,
Scena
3.
XXXI.
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Supponiamo che un
754
pompa
della onnipola
condizione
dre; e chescluso
Dgitized by
755
di
morte? Perch
in altri
tempi
loro delitti
la
di fallo.
Non
dunque
non pu
propriet
ni
far altro
la
Aristotile,
De Repub.,
Digitized by
756
combinano
coll in-
sta
proficua.
Io pel non mi perito di ripudiare questo divisamente.
Primieramente, non mi pare troppo facile nella pratica il fare
armonizzare la espressione della legge colla pubblica opinione, tra
perch non sempre i pochi uomini che attendono alla compilazione dei Codici sono interpreti felici della pubblica opinione,
massime qualora la corruzione dei governi legalizzi la primazia
della turpitudine
e faccia venire il secolo d'oro della pieghevole
doppocaggine e perch quasi sempre, specialmente sotto la pressione di certe forme di reggimento, linteresse di alcuni pochi
fa traviare i compilatori dei Codici. Verit dimostrala dallosservare che tutte le legislazioni le quali proclamano l infamia di
diritto ben sovente si pongono in aperto conili Ho colla pubblica
opinione. Valga di esempio la condanna riportata per certi misfatti
politici. La legge grida all infamia, lintiero popolo intesse corone ai martiri della libert. E venuti
sospirali giorni della
redenzione, gl infami della legge, che ancora sopravvivono ai patimenti, agli strazi, alle torture, passano fra gli applausi e le
ovazioni dalle, segrete al Campidoglio.
E quanto dolce scenda nellanimo la idea della perduranza
della pubblica stima, ad onta dei contrari sforzi della legge, io
stesso conosco appieno. Per avere scritto e pubblicato in Napoli
1 maggio 1818 le sette contraddizioni capitali
per aver diil
mostrato, nella qualit di Deputato al Parlamento Partenopeo, la
necessit di respingere la forinola di giuramento colla quale
i
Digitized by
Ferdinando
757
mirava
II
nazione
la
so,
tesi
d infamia.
attribuire alla
medesima alcuni
effetti legali,
come
incapacit,
Digitized by
758
infamia di
dritto,
la
dichiarazione della
gli
e/felli
legali
medesima?
Cos, tolta di mezzo la disposizione dell'articolo 2i del Codice penale sardo, come potrebbero farsi sussistere
le incapacit mentovate nellarticolo 25, che pur conviene prodella
nunziare ?
Niente di pi agevole che
il
Quando
i legislatori
seguono il sistema di enumerare prima
pene infamanti, e poscia gli e/felli legali dell' infamia, non distruggono il principio logico, che l effetto dell effetto pure l'effetto della causa. E quindi allorch essi dicono le pene A, B, C
producono la infamia, e la infamia produce le incapacit D, E, F,
ammettono che le incapacit D, E. F sono e/felli delle pene A, B,
Perciocch le incapacit D, E, F sono l effetto dell' infamia,
C.
e P infamia effetto delle pene .4, B, C. Ditaleh P effetto immediato delle pene A, B, C P infamia, e P effetto mediato sono le
incapacit D, E, F.
Ridotta la materia a questa evidenza,
legislatori, per abolire la infamia legale annessa alla condanna alle pene A, B, C, e
conservare le incapacit D, E, F, invece di disporre:
Le
pene A, B, C producono linfamia, e l'infamia produce, te incapacit D, E, F
dovranno trasandare la prima proposizione, e
modificare la seconda in guisa che sparisca P effetto immediato,
ossia Vinfamia, e che P effetto medialo, ossia lo insieme delle incapacit, occupi il posto dell effetto immediato. E per essi dovranno disporre cos Le pene A, B, C producono le incapacit
D, E, Fu.
E quanto al Codice penale sardo, tolta di mezzo la disposizione
dell articolo 2i intorno alla enumerazione delle pene infamanti,
larticolo 25 dovrebbe dire cos
I condannati alle pene di morte, ecc. (e qui la enumerazione
delle pene fatta dallarticolo 2i), oltre alle incapacit, ecc. (e qui
le
Avvertimento.
879.
Vari legislatori (Ved. P applicazione critica nel Voi. Ili) si affrettano a prescrivere:
La infamia non si estende oltre la persona del condannato.
Inutile e risibile cautela!
tato?
la
il
oltre la
persona
Dgitized by
Ma
s stesso?
mediante una
il
759
mento
del suo dovere che in ninna parte della legislazione pronunzi esclusione da qualsivoglia onore, carica, impiego, ecc. a
de' figliuoli e degli altri congiunti del condannato, in considerazione della condanna, cui sono affatto stranieri.
Ai figliuoli ed agli altri parenti del condannato?
A che pr? Forse per assicurarli che la legge li serba incontaminati, non ostante la condanna del loro padre o congiunto?
danno
Ma
glia dritto,
legge.
Gridi a perdita di lena il legislatore che, per esempio, la figliuola del carnefice meriti tutti riguardi dovuti alle figliuole
la
inefficace
il
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760
si tennero cos strettamente chiusi, che non trov sito liCesare poteva dare l'anello; ma l'anello di
bero per adagiarsi.
Cesare non induceva la pubblica stima.
E ci che dicesi dell anello di Cesare, pu dirsi con pi ragione
di certe croci e certi bindelli, dei quali si pavoneggia una schifosa caterva di mascalzoni.
No, non giova croce in petto a chi lavrebbe avuta alle spalle
In tempi men leggiadri e pi feroci .
questi
Meli 4I Degniti
880.
oijni
pena grottesca.
Esempi
di pene grottesche.
Leggesi in Michelet (1):
Il ladro convinto di furto sar tosato, come il duellista mercenario; gli si verser della pece bollente sopra la testa; e sulla
sua lesta ancora si scuoteranno delle piume di guanciale; affinch possa essere riconosciuto (2).
Se due donne contendono fino al punto di battersi, dicendosi
nel tempo stesso delle ingiurie, porteranno, per quanto 6 lunga
la citt e per la via comune, due pietre attaccale con catene, e
queste pietre peseranno, a tutte due, un cento; la prima le porter dalla porta orientale alla porla occidentale, mentre laltra
la stimoler con uno spillone di ferro assicurato ad un bastone,
e tutte due andranno in camicia; la seconda prender in seguito
le pietre sulle sue spalle e le riporter alla porta orientale, e la
prima la stimoler alla sua volta (3).
Se una donna di ninna considerazione diriger ad una onesta
giovane delle parole ferienli l'onore della medesima, le si attaccheranno al collo, mediante una catena, due pietre a ci destinate, e le genti di giustizia la condurranno pbblicamente per
la citt, e suoneranno la tromba davanti e di dietro per insul-
(2}
(3)
Rymcr, I, 65.
Grimni, 723.
Grimm, 721
llamhourg, ann. 1497.
Questa costumanza esisteva ai tempi di S. Bonifacio; come si arguisce da una
sue tettere.
Cb. Ridiardi regis Angl. ann. 1189.
(!) Diritto di
(5)
lei le
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761
la
572, Voi.
I ).
La pena deve
882.
Non
vi
dura penale.
Un
scopo
Scrisse Ariosto
(1):
sottilmente insidiala.
Scoprire il reo.
Scrisse lo stesso Ariosto
(2)
XXIII, 2.
Fur., VI, I.
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762
Orli iJ Drgult
La
884.
573, Voi.
I).
pos-
fa
sibile.
Ariosto
(1)
il
punire a rilento.
Onde
disse
Ma
umana
la
pisca sollecita.
nei giudizi.
Ved.
il
885 e seguenti.
Dcliu
-IBS Docilit'
( 574,
Voi. I).
Le soverchie dilazioni, lo molle ed inutili formalit prolungano il giudizio, ed un facile scampo somministrano allaccorto
Quando
ella si ,
Tutto ci che
si fa
nel
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763
(I) .
molle in Boma.
In tulle le religioni le feste sono riconosciute
impreteribili maniere esterne di santificazione.
(1) tannini. Aforismi e pensieri legislativi,
penale.
(2) Sat. VI, vers. 221
(3) L. cil., 8, e 144.
come una
delle
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Ricavasi da Cant
#
Brama
(1)
467
seguente catalogo:
il
Annoveransi
moria
Osiride
cipali in
Gli
Egiziani avevano gran numero di feste. Le prindella sparizione, della riceica, dellarrivo e
memoria
Orfeo
Le prime feste in onore di Cerere che presiede alle
messi-di Bacco che presiede alle vendemmie. Nelle seconde vedevansi le baccanti correre, agitarsi e ballar nelle strade ecc. ecc.
Per tutto il tempo in cui durava quella di Saturno gli schiavi
mangiavano coi loro padroni, e divenivano loro pari. Ciascuna
delle grandi divinit avea giorni specialmente al suo cullo dedicati. Le feste di Minerva chiamavansi Panahnei, e mentre celebravansi la menoma violenza commessa contro un cittadino era
un delitto, e qualunque persecuzione contro un debitore era vietata ( Anacarsi).
Ncma
Le principali feste de romani erano le ferali, o feste
dedefunti; le carislie, o feste di famiglia; le liberali, o feste di
Bacco; le saturnali duranti le quali servi erano servili dai loro
padroni; le ilari, o feste consacrate alla gioia; i gran giuochi,
scila di tulli
Mos
membri
di essa.
dEgitto,
speri l
f
*
la
la
in
Dio
de suoi benefici.
(1) Storia udv., lib. VII, rap.
XIX.
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765
nica ecc.
Le principali feste dellanno sono: quella di Pasqua, in onore
della risurrezione di Ges Cristo; quella dellAscensione in memoria del suo ritorno in cielo; quella di Pentecoste, in memoria
della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli; e quella del Natale del Salvatore.
Maometto
vittime, celebrala
Consacrano
il
Iiailaman, o
inoltre al culto
il
la quaresima.
venerd d'ogni settimana, ed
quali
la
cac-
cia e la guerra
sono vietate .
per notevole che il buon Filangieri vorrebbe che
non fossero causa dindugio. Ei dice (1):
a Condannare un uomo alla morte, annunziargli la sentenza,
e lasciarlo per lungo tratto di tempo in questa aspettazione orribile, un tormento che potrebbe solo esprimerne l'eccesso chi
888.
le feste
bre scrittore, dopo esserglisi tolta la speranza, gli si lascia la vita, come se si desiderasse di fargli maggiormente sentire le angosce della morte, che ha continuamente innanzi agli occhi in un cosi lungo intervallo. Pare, in fatti, che la legge si compiaccia di
questa tortura dello spirilo, molto pi tormentosa di quella del corpo, che ha abrogala:
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766
produrre?
il
luogo
in cui si espia la
pena.
578, Voi.
I).
892.
il
(
di
lemma
alle
seguenti
Vcd.
al
ossa non abbandona la sua vittima alla morte fisica, se non dopo aver lasciato al pi
terribile de carnefici, 'al Piromagi nazione, la cura di lacerargli il cuore a brani a brani;
c di esaurire, per tormentarlo, tutto quello che lidea di una morte inevitabile, e deila
quale stabilito il momento, ha pi di orribile.
stessa crudelt. Essi conobbero il vantaggio
I legislatori di Roma non caddero nella
della pronta esecuzione della sentenza Nella L. 1. C. de rvstoit. reor. no troviamo la
voce s(alim, adoperala per indicare questa prontezza di esecuzione vero clic nella
L. si vini cari, 20, C de poenis si trota prescritta la dilazione di 30 giorni per lesecuzione della sentenza; ma il celi bri Cujacio (in obsertationibus) ci fa vedere che questa era una eccezione alla regola generale, che non aveva luogo se non in quei casi nei
quali il Principe ave a prescritta una maggiore e particolare severit di pcua. La L.
cum reis , 18. C. de poenis , conferma l'opinione di Cujacio.
(1) Ltb. Ili, De ira , cap. 19.
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767
la
massima:
N
il
Bordolese
tiva,
Armaud Gensonn
quando
disse:
un sufficiente titolo di
condanna.
Odasi Filangieri (1)
Luomo ha tra ostacoli, che l'allontanano dai delitti: lorrore che naturalmente gl inspira unazione contraria alla giustizia, la pubblica disapprovazione, e il timore della pena.
Non ci vuol molto a vedere che la resistenza di questi ostacoli deve crescere in ragione dell'atrocit di un reato. Un delitto
pi atroce inspira maggiore orrore; rende luomo pi abominevole ai suoi simili, lo espone ad una pena maggiore. Noi abbiamo dunque una resistenza maggiore da superare per commettere un delitto pi grave, che per commettere un delitto meno grave. Tra due accuse dunque, una di un delitto pi atroce,
laltra di un delitto meno atroce, la legge dovrebbe piuttosto
ricercare maggiori prove nella prima che nella seconda. La legge dei Bavaresi richiedeva tre testimoni, quando si trattava di
un attentalo contro la vita di un Duca, e non ne ricercava che
due negli attentati contro la vita di un privato. Io profitto della
verit dove la trovo, e i Codici barbari me ne somministrano pi
duna, perch il maggiore nemico della verit non lignoranIn tempi di rivoluzione
il
solo sospetto
ma lerrore.
vero che delitti
za,
pi atroci
si
varsi;
ma
quando
molto meno
difficile.
il
vedere
quanto assurda sia la regola decriminalisti, e quanto sieno ingiuste quelle leggi stabilite in una gran parte dellEuropa, le
quali sotto il nome di delitti privilegiati dispensano da una parte
del rigor delle prove, allorchsi tratta di alcuni pi atroci reati .
lib. Ili,
articolo
Cap. IX,
XXVII
del
Codice Leo-
Niente
perfetta
poldo,
di reit.
come
rilevasi dallnrtico/o
CX
V articolo
di pi assurdo
il giudice condannarlo
in qualunque pena straordinaria, purch questa non passi lesilio, o il
dividere
Si
est
plena
veritas. est plena KALSiTAS. Sic quae non est plena probatio, piane
Commenl.
tic!
11.
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;
,
769
Dell 45 Degni* (
895.
I.
La dichiarazione
zio2.intiero, ed ha la
medesima
582, Voi.
I).
un giudiabbia luogo ad
3.
quanto se abbia luogo a pluralit assoluta di voti.
uniformit,
cos,
u
La maggioranza relativa non un giudizio intiero, n serba
medesima efficacia;
la
583, Voi.
I).
della
pena
si
al
numero dei
voti dissenzienti.
67
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770
egli
(1).
Di-
Della
898.
Degnila
Commette reato
ec.
E
al
in
modo
il
901.
Della
Degnila (
585, Voi.
Ved.
I).
XVI.
Digitized
b'y
771
Am-
831.
il
La legge non
la esecuzione della
il
832.
Ditalch. designate dalla legge le persone che abbiano incaed i modi deseguirla,
chiunque del popolo si permettesse di toccare la persona del
Ved.
condannato, commetterebbe reato ( 898). E cos sarebbe omicida chiunque uccidesse un condannato a morte anche a pi del
patibolo, strappandolo dalle mani del carnefice; e l condannalo
si direbbe di essere stato ucciso, e non gi di aver subito la pena
applicatagli in virt della sentenza della legittima autorit.
carnefice.
tardi
tri.
Capitolari
ch'essi si taglino
Qualche volta
il
naso; chessi
si tosino l'un
l'
altro.
com-
monio.
7. Sia la
mano
rire, e poi la
mezzo
de testimoni la
mano
di tutto
prima sopra
popolo
lui,
il
male del
di te .
Michelet, Origiaes du
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madre:
loro
e,
bench
772
21
E lapidinlo
Della
Deg ita (
reati
sono malattie
secondo
riati specifici
politiche.
la
Or siccome
la
la legisla-
zione penale deve adottare, varie specie di pena secondo la varia natura dei reati.
Et guoniam variant morbi, variammus artes.
Mille mali species, mille salatis erunl (1) .
Virgilio (2), parlando delle pene infernali, si esprime:
Non, miki si linguae cenlum sinl, oraque centum,
Ferrea vox, omnes scelerum comprendere formas,
Omnia poenarum percurrerc nomina possim .
I legislatori che adottassero una sola specie di pena per tutte
quali pretendono di
le violazioni imiterebbero certi medici
curare tutte le infermit mediante luso dei salassi.
Linferno di Dante, questo gigante del sapere chio cito di
continovo senza dar retta ai rimproveri che me ne vengono da
chi non sa trovare la scienza del diritto penale se non nei libri
linferno di Dante, dico, il volude' decisionisti e de casisti,
me pi eloquente della necessit dell'adozione di specie varie
di pene.
Nuovi tormenti, e nuovi tormentati
Mi veggio intorno come chio mi muova,
E come ch'io mi volga e chio mi guati (3) .
Quanto alle specie di pena, in rapporto alla qualit, si legge
Ulpianus lib. 9 de
nella L. 6, 2, D. XLVIII, XIX. De poenis
i
officio
(1)
(2)
Proconsulis
Ovid.
Aon. VI, vers.
f>05.
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773
enumerando
iiobts
sides afficele quemque possivi. Et sunt poenae quae aut vitam adimant, aut servitutem injungant aut civilatem auferant, aut exilium,
,
.
tit.
Ulpianus
9 de
lib.
officio
Proconsulis:
damnum cum
Aut
1 .*
Pene
capitali.
Pene afflittive.
Pene infamanti (Vcd. per il 878 ed 879).
Pene pecuniarie.
Oltre alle pene di specie mista.
Ved. applicazione critica nel Voi. III.
l'
Drilli
483 Degnili
La
il
902) contempla
484
le
contempla
in
le
specie
rapporto
alla quantit.
593, Voi.
I).
nante
Queste degnit
in tutto
il
si
I).
sistema.
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774
Ved. le degnila 263 e 264, 286 e 287, 366 e 368, 391 e 392
( 342 e 343, 367 e 368, 465 e 467, 492 e 493, Voi. I); e lo
svolgimento ( 608 e seguente, 644 e seguenti, 784 e seguenti, ec.
del presente volume).
intermezzo tra grado e grado ; in modo che il massimo del grado innon sia un medesimo che il mimmo del grado superiore.
feriore
1.
2. ampiamente
Come
si
Ili),
3.
grado
la pena stabilita.
Il giudice pu defraudare
seguente ragionamento:
la
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775
anni di reclusione.
cos. Tizio che, senza la causa scusante, sarebbe stalo consette anni di reclusione, si vede condannato anche a
sette anni, non ostante che, in grazia della causa scusante, abbia
diritto alla diminuzione di un grado di pena.
E pur troppo si hanno di simili dolorosi esempi!
Ved. il
908, 909 e 914 e seguente.
Se non che, io ho sempre sostenuto che quando la
908.
legge minaccia la pena a periodo fisso, ed esso accenna al minimo del grado superiore ed al massimo del grado inferiore, questo
periodo deve ritenersi, per tutti gli effbtli giuridici, come massimo del grado inferiore, e non gi come minimo del grado supe-
sette
dannato a
riore
sette
anni di reclusione,
massimo
sione.
Ecco
il
VITTORIO EMANUELE
Lanno 1866,
16 febbraio.
Alla Corte di Cassazione sedente in Napoli, Sezione penale
intervenendo Signori Commendatore Nicola Spaccapietra, Presidente di Sezione, Cav. Nicola Alianeili, Giambattista Nicolini,
Francesco Giordani, Domenico Colosimo, Michele Pironti, DoCarlo Eugenio Grimaldi Sostituto Procumenico Giannatlasio
ratore Generale
Francesco Lanzetta Cancelliere.
il
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776
(E
qui rigetta
il
ricorso, etc.
giunto, circa l'errore del metodo di riduzione originato dalla conEd intorfusione tra il grado di pena, e la latitudine del grado.
no a questa parte del 3" mezzo aggiunto il Collegio Supremo ragiona
modo seguente:)
Bene a ragione il ricorrente medesimo si dolse di esserglisi
erroneamente calcolata la misura delia pena, anche stando alle
norme dellarticolo 68i applicalo dalla Corte.
Il primo Giudice aveva
inflitto la condanna di 3 mesi di carcere, ossia del minimum secondo lal t. 258. Accordale le circostanze attenuanti, la pcntf doveva discendere di un grado
Questa discesa non facoltativa, come la disposizione del lart. 683;
costituisce invece un obbligo severo, da cui il magistrato di merito non pu prescindere.
Egli libero di accordare o negare
nel
polizia
La diminuzione
specie
la
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777
Dell 18 Degni!
Della 10 Degni!
912.
La
un grado
pena come
latitudine di
il
<301,
pena
di
Voi.
I).
minimo di un grado
sta al
Ved.
la
I.
pena ec.
608 e seguenti, Voi.
I).
68
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91
4.
II.
778
Occorrono esempi
Credo di qualche
di deplorevole confusione.
poli L'Indipendente
Jf'
utilit
anno 1865.
___
enim
Dig.
dovremmo
ri-
petere:
Signori, errammo: ci ha bagnati il sole .
Caracalla, dopo aver trafitto il fratello Gela, pretendeva che
Papiniano dichiarasse scusabile il fratricidio. Ma il Gero giureconsulto volle piuttosto lasciar la vita sotto laccare di uno dei
carnefici di Caracalla, anzich secondare lillaudabile desiderio.
disse:
(1) Non pretendiamo di pubblicare tutto ci che fu detto,
re raccolto dallo stenografo.
ma
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779
La
prima:-
all'
attuale
ce pen. militare?
Ma
anzi
tratto fa
fatti.
Per
I.
lo
che divido
Cenno
dei
fatti
la
I.
Assunto.
Cenno
Con sentenza
dei fatti.
novembre
del
litare di
suona
Se
pel concorso di circostanze attenuanti dovesse discendersi oltre il minimo della reclusione ordinaria, prevista dal
n. 4 dellarticolo 5, la diminuzione si far nel modo seguente
passando
1 ."
Da
anni a due
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por
t,il
guisa
il
780
militare,
ma
la
Lesercente lofficio di P. M. presso il tribunale militare di Napoli se ne richiamava al supremo tribunale di guerra, sulla falsa estimazione che il passaggio dalla pena di cinque anni di reclusione ordinaria a quella di tre anni di reclusione militare importasse scemamonto di due gradi, e che dovendo il tribunale
diminuire di un grado la pena di cinque anni di reclusione ordinaria, doveva discendere a tre anni della stessa pena. Senza
punto riflettere che tre anni di reclusione ordinaria costituiscono
il minimo del primo grado di reclusione ordinaria ( art. 54 Cod.
pen. com.); senza por mente che il discendere da cinque anni a
tre non importa diminuire la pena di un grado, ma discendere
dal massimo al minimo del grado stesso, e circoscriversi sempre
nel primo grado.
Nondimeno il supremo tribunale di guerra faceva buon viso
al ricorso del P. M., e con sentenza del 2 febbraio ultimo annullava la sentenza del tribunale speciale per erronea applicazione di pena, e rinviava la causa al tribunale speciale militare di
Napoli, composto di giudici diversi.
Se non che, il tribunale pronuncialorc in grado di rinvio presieduto dal coscienzioso generale Filippi, senza farsi imporre
(1) Lart.
483 suona
In tutti casi di annullamento di una sentenza, dovr il tribunale militare cui viene
articolo di dritto dal tribunale suprerinviata la causa, pii riamente uni forviarti
mo di guerra deciso .
uW
Digitized by
781
gradi.
il
sulla
ri
sia fondata la
sito .
sembra
La motivazione della sentenza del 20 oprile, con la quale ordinavasi la seconda volta il rinvio, del seguente tenore:
Posto per fermo che la pena non poteva per la natura del
reato essere minore di anni cinque di reclusione ordinaria, c
pot solo ridursi di un grado per le circostanze attenuanti in
virt dellarticolo 58
il passaggio alla pena immediatamen te inferiore non doveva aver luogo, se non nel caso che la di minuzione di un grado non potesse farsi nello stesso genere di
pena (art. 55 del cod. penale comune e 21 del cod. penale mi-
ilare).
Che
che
la
minimo
DigitzjJby
II.
Assunto.
loris?
Quanto
sia
Di talch, quando il legislatore dicesse: l'azione A punita colche il giudice non potrebbe applicare pi di dieci anni n meno di tre.
E questa la significazione della prima parte dellal t. 54 del
codice penale comune, e non quella immaginala dal magistrato
la reclusione: sintenderebbe
supremo
2a
II
inorpellando la legge.
re di pena.
Cos,
il
tempo dai
tre ai dieci
U
tre gradi (art. 54): 1 da tre a cinque; 2 da cinque a
da sette a dicci.
E tre sono i gradi, non pi. Ci mostra quanto sia peregrina
la teoria professata dal tribunale supremo, che distingue il primo
grado assoluto dai tre gradi successivi (sentenza del 20 aprile).
E cos, quando il legislatore minaccia la pena del primo grado
di reclusione ordinaria, va inteso che il giudice non possa applicare pi di cinque anni, n meno di tre.
Se non che, talune volle il legislatore, senza parlare di grado,
minaccia la reclusione per in determinato numero di anni. In
questi casi i numero stesso degli anni definisce implicitamente
il grado.
La legge minaccia, ed il giudice dichiara applicabile
la pena di tre anni di reclusione? o di quattro anni? o di cinEbbene, in tutti questi casi la pena applicabile sempre
que?
quella del primo grado di reclusione, perch il primo grado
estendesi dagli anni beai cinque, bench il periodo di tre anni
diviso in
selle; 3
Digitized by
783
il minimo del
grado, ed il periodo di cinque anni il
massimo
Varia la durata, ma tutti tre questi periodi trovansi
compresi nel primo grado.
E cos, comprende ognuno di leggieri che, quando larticolo
173 del cod. pen. militare dice che
la pena non pu essere mi-
costituisca
quando
il
primo grado
nel massimo,
il
militare).
3* La latitudine di ciascun
al
cos, nel
ottiensi:
I. Clic la pena di cinque anni di reclusione ordinaria che il
Tribunale Speciale reputava applicabile al Sartons costituisce il
primo grado di tal genere di pena, bench accennasse al periodo
massimo del grado;
IL Che, dovendo questa pena essere diminuita di un grado,
in grazia del concorso di circostanze attenuanti, bisogna discendere oltre il minimo della reclusione, perch il minimo (della durala di tre anni) pur esso primo grado: lo che mostra quanto
valore logico e giuridico abbia la considerazione del supremo
tribunale di guerra
il passaggio alla pena immediatamente in-
feriore non doveva aver luogo se non nel caso che la diminuzione di
un guado non potesse farsi nello stesso genere di pena (sentenza del
20
aprile)
Che
di reclusione ordinaria
(art.
della
784
tre
ai gradi di aumento;
IV.
per l'indole propria dei reati, introdurre la pena del carcere ordinario in sostituzione della reclusione, il legislatore vi ha in altro modo provveduto col n." 1 dellalt. 21 del Cod. pen. militare, alia cui ipotesi consuona il caso in controversia
tanto
si allontana dal vero il giudizio del supremo Tribunale di Guerra
(sentenza del 2 febbraio), cio: che l'articolo 21 del Cod. pen. militare, sul quale sembra sia fondata la sentenza, evidentemente
estraneo al proposito ;
V.
Che lopinione del Magistrato supremo colla qaale si
compiace d' insegnarci che il passaggio dalla pena di cinque anni
di reclusione ordinaria a quella di tre anni significa scemare la
pena di un grado, si traduce, e Io si dice senza ambagi, in confondere la latitudine del grado col grado di pena, in calpestare
tutto il sistema del codice penale comune e militare in fatto di
passaggio da grado a grado, ed in privare farisaicamente il condannalo della dovutagli diminuzione di un grado;
tanto sindacabile la considerazione del supremo magistrato, cio: che
poteva il tribunale riduire la pena di un sol grado, ossia da cinque
anni ili reclusione ordinaria atre della stessa pena,
ma avendo
surrogalo la reclusione militare all'ordinaria, ha in sostanza dimi-
111.
Assesto.
dispone
In tulli
casi di annullamento di una sentenza dovr il tribanale militare cui viene rinviata la causa, pienamente uniformarsi all articolo di dritto dal tribunale supremo di guerra
deciso .
al
(I)
rc.
Il
questo assunto fu trattato non solo con faconda, ina con libera parola datl'oratouoslro Icnografo non riusc a raccogliere quanto il professore disse nel caldo
quindi ci limiteremo a riportare le proposizioni, che sono la siulungo ragionamento.
della perorazione.
tcsi del
Digitized by
Per,
a
1.
785
il
Che l'articolo 483 sia, come ognuno conosce, una ecceneccezione al diritto comune;
Che, per ci stesso, debba essere interpretato rcslrittwamenle;
Che per articolo di drillo, di cui
parola nellarticolo,
3.
trica
4.
"
il
ricorso!
Allora Sartoria ricorse al Ministro di Oraria c Giustizia ed
al
69
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Della 49*
I.
915.
presentare cc.
Tulle
le
pene,
786
Ie S .i ita
( 603,
Voi.
I).
debbono
debba essere discreta perch, essendo essa destinata alla valutazione delle circostanze discrezionali, ed essendo queste di non
molta rilevanza, una modica latitudine pu bastare allo scopo.
Dico
la cui
917.
Vedi
E ben proporzionata
912.
Avvertimento Vari Codici penali concedono
latitudine, ec.
Ili.
il
918.
ai
Giu-
rati la facolt di dichiarare il concorso delle circostanze attenuanti, e questa dichiarazione obbliga le Corti di Assise a dimila pena di un grado. Ci non induce che la presente degnila
rimanga paralizzata. Perciocch resta sempre alle Corti di Aslatitudine di quel grado di pena al quale
il disporre della
sono in obbligo di discendere.
nuire
sise
Non a dire
I).
SU
Supremo
Digitized by
787
Le
a 610,
Voi.
I)
I).
dispensano
I).
sto degnith
per le premesse e per gli esempi schiaritori, quenon hanno duopo di ulteriore svolgimento.
626, Voi.
I).
(3)
riconosceva
(2)
(3)
(1)
la
necessit della
polizia.
Digitized by
788
commerciante
e servile, che noti pu pagare una multa, deve sciogliersi dal debito col lavoro,
ed un Bramino
lo
627
1)
valgono a
patito durante
il
la
sentenza deUni-
va
ed, in caso di annullamento, quello patito durante il
giudizio in grado di rinvio fino alla pronunziazione della sentenza definitiva irrevocabile.
Avuta la sentenza irrevocabile di condanna, il tempo da cui
comincia la espiazione della pena regolato dalle degnila 516 a
520 ( 628 a 633, Voi. I).
Queste soluzioni sono respinte, in tutto, o in parte,
929.
Ved. V applicazione critica nel volume III.
dai legislatori.
ti
Il
dritto
romano disponeva:
Modestinus
lib.
12
aliquatenus poena
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attenuazione di pena
il
789
di sopra ( 928).
Illuso dalla imperfetta dottrino del dritto romano, e credendo
che il carcere preventivo possa noverarsi tra le circostanze che
portano a presumere una eccezionale sensibilit fisica nel reo per
la quale la forza fisica oggettiva della pena ordinaria si renderebbe
insegna (2):
di troppo pi grave a lui che non agli altri (1)
A questa serie di cause appella il carcere preventivo sofferto
dal reo prima della sentenza: il quale quando ecceda una certa
misura deve essere portata in diminuzione della penalit meritata; perch il dolore di questa penalit si renderebbe pi grave sopraggiungendo dopo i patimenti di una lunga prigionia. Tale la
formola conciliativa con cui si risoluto la disputa fra coloro che
tutta la carcere preventiva volevano si detraesse dalla pena, e
coloro che niente volevano le si avesse riguardo; e questa soluzione ha la sua base nel responso di Modestino alla leg. 25 ff.
de poenis .
lo son di credere che questa formola del celebre Carrara non
sia il vero ed ultimo pronunzialo della scienza.'
,
(1)
Parole del
(2) Sci
7 27.
ivi.
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790
636, Voi.
I).
valore del carcere preventivo, e rende agevolmente attuabile la seguente degnit 523.
il
Queste
esempi schiai
ilari (Gii.
638
Fine del
a 6i3, Voi.
li
Volume
gli
I).
(1).
La ristampa del Volume 111 relativo a\V applicazione critica non pu effettuarsi
non venga prima pubblicalo il nuoto Codice penale, per la cui compi lazioue lavorano da lungo tempo tante e tante Commissioni.
Del resto, il Volume HI, mentre serve di compimeuto della parte generale del Corso
completo di diruto penale comparato forma quasi un tutto a s ossia quasi un'opera
a parte.
Intanto, esaurite le poche rimanenti copie della ottava edizione dei Volumi I c 11 nei
quali ronticnsi la dottrina se ne imprender la 9* edizione; ed appena il nuoto Codice penale sar pubblicato si ristamper il IH Volume in tanto numero di copie da
soddisfare alle richieste cos di coloro che posseggono copia della 8* edizione, come di
coloro che acquisti ranno copia della 9* edizione del Voi. I e 11.
(1)
se
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INDICE
N. B.
Il
numero
a sinistra indica la
in cui si trova
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degnit
il
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