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Francesca Cocchini
Le Quaestiones di
Agostino sull' Esodo:
osservazioni storiche,
esegetiche, dottrinali
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Agostino dichiara neIl'introduzione ai sette Iibri delle Quaestiones I e poi nelle Retractationes, li dove giunge a parlare di esse," che
l'opera comprende quaestiones definitivamente risolte e approfondite e aItre semplicemente proposte e con la soluzione appena
accennata. In effetti vi sono parecchi passi biblici per i quali sono
suggerite varie possibilita interpretative e altri invece che rimangono
del tutto privi di soluzioni, passi, cioe, nei quali Agostino riscontra
una detenninata difficolta e questa mette in evidenza, senza poi
procedere a tentare di dare una , sia pUf non definitiva, risposta. 3 La
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Non pare che Agostino abbia avuto per il libro dell' Eso do
llloclelli specifici a cui rifarsi che fossero del genere delle quaestiones/o a differenza di quanto si verifica per illibro del Genesi per il
quede aveva a disposizione l'opera di Girolal11o. 11 Nell'affrontare
dunque la lettura di Esodo e nel prendere nota di quei passi che
potevano risultare di difficile comprensione, Agostino si trovava a
non avere aItra sollecitazione che non fosse la conoscenza di diffieolta gia messe in evidenza dalle pi diverse fonti e tradizioni 12 e
soprattutto dalla propria esperienza. Numerosi sono infatti i passi
essere niente privo di senso (QE XXXI): eg li per non si pronuncia sulla loro
intcrpretazione. Sembrerebbe dunque che le quaestiones assolutamente non risolte
sia no quelle - almeno per illibro di Esodo - per la cui soluzione occorrerrebbe una
esegesi spiriluale. Le quaestiones che per i libri da Levitico a Giudici il Rting
c1assifica come senza soluzione, mi pa iono invece da doversi tutte inserire lra
quelle di soluzion e incerla, in quanto per ognuna Agostino propone alcune ipotesi
inlcrpretative o, almeno , vi accenna.
, Come infatti e slato pi volte notato, e raro che Agoslino si accosti alla Bibbia
dietro la spinta di uu interesse limitato alla pura indagine filologica: il ruolo di
explanator in lui prevale su quello di elllendator e il suo lavoro esegetico
rispecchia costantemente preoccupazioni di ordine pastorale e teologico. Si vedano
su tulto cio le preziose osservazion i che si ricavano dalla rassegna di studi gia citata
del Pizzo la to, a cui ne ha fatto seguito un'altra su AgosLino explanalor (Rivista di
Sto ria e Letl eratura re ligiosa 4(1968)503-548). CL anche il pi recente arlico lo di A.M . La Bonnardie re , Bible el {Jolmiques in Sainl Augl.lsln, 329-352.
10 Se e ancora oggetto di discussione I'ipotesi di una conoscenza da parte di
Agostino delle Quaesliones sulla Gen.esi di Filone, per le quali sappiamo che esisteva
ulla ve rsione latina (cL B. Altaner, Kleille Palrislische Schriflen, TU (1967) 181-193 e
F. Petit, L'ancienlle version latine des Quaeslons sur la Gellse de Philon d'Alexandrie , TU (1973) 113-114), tanto pi e problel1latica l'ipotesi di una conoscenza dclle
Quaestiolles di Filone su Esodo , di cui non si ha notizia di versioni latine. (Relativamente a cio che e giunto a noi soprattutto attra verso le catene esegetiche, si veda F.
Petit , Philon d'Alexandrie. Quaesliones. Fragmenla greca, Paris 1978. Sul gene re
letterario delle Quaeslion.es el responsiolles utilizzato da Filone e slIl rapporto con il
diverso genere dei trattati , si veda la recente ana lisi di G. Reale e R. Radice, Filone
di Alessan.c!ria. La filosofia mosaica, Milano 1987, XXVI-XXIX). Ugualmentc e
ancora ape rto il problema relativo ad una dipendenza o meno di Agostino dalle
Quaesliones dell 'Ambrosiaster: per qllanto concerne specificamente il libro dell' Esoda, i passi che ela esso so no tratti nell'opera dell'Ambrosiaste r so no i seguenti: Es
20 (Q VII) ; Es 34 (Q VIII); Es 13, 18 (Q X); Es 4,24-25 (Q XVI); Es 3,2.4 (Q XLII).
Di ess i solo tre (oggelto elelle Q X.XVl.XLlI) si ritrovano anche in Agostino, ma la
trattalione e completamente diversa .
11 Si tratta delle Quaestiol!es hebraicae il! libro Geneseos, stucliate in co nfronto
con l'opera agostiniana da F. Cava llera, Les Quaesliones hebraiclle in. Genesn de s.
Jrome el les Quaesliolles in Genesim de S. Auguslin, in Miscellal/ea Agostinial1(l Il,
Roma 1931, 359-372.
12 Fondamentale per la canoscenza de lle fant agostiniane illavo ro di B. Altaner
(Klein.e ); per cio che concerne le Quaestion.es il Rting se ne occupa, ma in modo non
ce rto esauriente (pp. 160-201).
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13 Aleune di esse vengono segnalate odIe due edizioll i dell 'opera, que lla curata
da 1. Zycha, CSEL 28/IlI,3 (1895) e queJla curata da J . Fraipont, CChr.SL 33 (1958);
lo studio del Rting ne aggiunge altri, ma i riferime nti ch e si pOSSOBO individuare
50110 1l10lto 'piu numerosi, anche se esplicitamente Agostino rinvia soJtanto (limitatall1 e ll~,; al libro deJl'ES'Odo) al C.Faustul'/'I. (QE II su Es 2,12; QE CXLIV su Es 32,19),
Fra 1 tanh casI SI veda qllelJo offerto dalla QE III su Es 3,4 concernente la
teofania a Mose dal roveto: rid~ntificazione dell'<~an1?ellls Domini (Cristo oppure
"Donllnus lrI a,ngelo) costltlllra sempre per Agostmo un problema aperto (cL
Tnn.II,13,23; Ser,6 e 7; C.Maxun,Anlln).
15 U,n controllo fatto sulle citaziOl~i bibliche presenti nell'intera opera agostimana, da, per quanto concerne Esodo, ti seguente nsultato: circa 30 versetti oooetto
di q uaestiones e i capitoJi dal 26 al 29 e dal 3S al 39 non sembrano compari;; mai
nellc opere precedcnti la Ilostra; Es 26,7 comparir 1Ie! C. JulianulIl opus impelfec[wn U1,16; Es 4,12 e 23,28 saranno nuovamente citati rispett ivamente nel C.duas
t."p .Pelllg. 11, 9,20 e !lel C.mendacium.
16 Anche il Illibro di Locl1liones, che come quello delle Quaesliones e interamente dedic,:to a l libro dell' ts'odo, inizia praticamente da Es 1,21 essendo la prim a
<<locutlO U1Cllvlduata nel passo dI Es 1,14, soltallto segnalata ma non spiegata.
Quanto HI versel:l! preceden ti, va notato che Agostino non sembra essersene Illai
occupato detlagliatamente, ma solo alcune vol te ne ha riferito sOllllllariamente il
contenuto CIl.l poche es,?ressioni (cL En.Ps.72; De Cons. Evang.I,25; In 10,[r.41 ,2).
All'lIlterno delle QuaeS[LOlleS Agostino si era per gii soffermato su Es 1,5 nella QG
CLIl su Gen 46,26-27 in quanto aveva notato una contraddizione tra la numerazione
IJroposta in Genesi e queHa pro posta in Esodo relativa ai fig li di Israele entrati in
Egitto.
17 CL H.ting, Unlersl1chungen, 257.
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E un problema sempre affiorante negli scritti antimanichei,'s direttamente affrontato in diverse lettere indirizzate a Girolamo a seguito
e1el!'interpretazione da questo elata all'episodio descritto in Gal 2
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e subito
e riassunto,
posta il problema:
De obstetricium mendacio, quo fetellerunt Pharaonem, ne occiderent masclIlos Israhelitas qllando nascebantllr, dicentes non ita
22
gen, 5-13 .
2J Altr casi si nliJi si troyano per le seguenti ({tluaestiones sull' E50do: II su Es
2,12; XII su Es 4,20; XlI1 su Es 5,1 -3; XV su Es 6,14-28; XXXILl su Es 9,19; LXVIII
su Es J8 ,18 ; LXXI su Es 20,1 -17; LXXVII su Es 21,2; LXXXIll su Es 22, 1; Gil su
Es 24,13; ev su Es 25,16; ev su Es 26,1; eX! su Es 26,25;'eXIII su Es 27,1;
eXLlV su Es 32,19; CLXXII sU E~ 35 ,l1 ss; CLXXIII su Es 30,26-38; CLX,,'(VI su Es
40,28-29.
,., CL eClu .SL 33 ,70.
25 CL Bardy, La liUrafure, 520 e nota 3. Sia Filone, che avcva interpretato in
modo de l tutlo simbolico I' episodio delle levatrici (Leg. al/. IIl,2.3.243 ed anche De
fugll el il/v. 168), sia O ri gene, che a sua volta aveva rifiutato la possibilita di
illtcnderlo sccundum hisloriac narratiollem (Horn.in. Es.II) , dimostrallo COIl la loro
esegesi la problematicit del passo anche se n I' ullo n I'a ltro si soffermano sul punto
che invecc intcressa Agostino.
.
0(, Il caso c1el le levat rici e proposto come esempio di me nzogna detta a fin di bene
e Agost ino ehiarisee in che senso debba intendersi il fatto che siano state lodate da
Dio. Egli scrive: Multa vid entuL .. no ll malitia,. sed benignitate mendacia, cuale
ill arullJ in . xodo obstetriclllll ... Sed e tiam ista non re, sed indole lalldantur; cuoniam
qui tanl:ulIl hoc modo mcnliuntur, merebulltur aliquanelo ab omni mendacio li berari. Per la datazione c1ella Enarralio cL S. Za rb , Chrollologia Enarrationwn S.
Augustini in Psalmos , Malta 1948, 253 e H. Rondet, Essais sur la chrollologie des
" Enarraliones in pSlllmos de sainl Augustin , BLE 61(1960)111-127 .
27 CL De mend.V,7. Pcr le allllsioni a Girolalllo v. Ilota 20.
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28 De mend. V,7: .. . pro gradu suo dicunt approbatas e t re muneratas a Deo. Qu
enm noce nd causa mentiri sole t, si am co.nsulendi causa me nti atur, lIlultutn
pro.fecit. Tertulliano. aveva aelclo.tto. il caso eleHe levatrici co.me indica tivo della bo.ntil
del D io. veterotesta mentario. , il quale aeleo. diligit parvulos, ut apud Aegyptum
benefecerit o.bstetricib us pro.tege ntibu s par tus Hebraeo.s pericJitantes edicto. 1'ha raonis (Adv .Marc.IV ,23,5).
.
29 GJi esempi biblici riporta ti in De mend.V,5 sano. que lli di Sara (Gen 18,15) e di
G iacobbe (Ge n 27 ,19). CE A.-M. La Bo. nnardie re, Le dol el le jeu. d'amJs saint
Augustin, in Forma Fu.lllri. Studi in onore del cardinale Michele PellegrilLo, To.rino
1975 , 868-883.
30 Cf. De mend. V ,7 : ... De obstetricibus aute m, quia no.n eas po.SSUJlt dicere
prophetico. Spiritu significandi futuri veri gratia , aliud pro ali o renuntiasse Pharao.ni,
etialllsi aliquid ipsis nescientibus qUo.d per eas actulll est significavit. .. .
3 1 lb. : Ad hanc regulal11 elirigunt ol11nia mendacia quae proferuntur el e veteribus
Li bris, nec reprehe nsa in vcniuntur , vel reprehendi non po.ssunt , ut aut indo le
proficientiulII et spe approbentur , aut significationis alicu ius causa non sint olllnino.
l11end acia.
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JO C L De !/lend.VI ,9: Quod si aucto ritas !11eIltie ndi nec de anti qllis Libris
pru(erri potest, vel quia no n est inen daciulJ1 quod figurate gestu lJ1 dictuJl1qu e
rccipitur, ve[ quia bonis ad imitanum no n Jropo nitur quod in malis CU Ill proficere
coeperin t, in peioris cOll1paratio ne laudantu r. .. . Uguahnente in relazione al pro
bl e ma deJJ a menzogna , I'accenno a un progresso mora le riferito non solo ai singo li
individui , lIJa a nche all 'cconom ia divin a, era giit stato (atto da Agostin o nelle
LXXXIlI Quaesliones, Q.53,2 .3, dove pe ro I'inte ra materia era sta ta da lu i svo lta con
minore rigorismo di qu a nto no n appaia neBe opere successive : cf. Bary, M lallges ,
73 Js.
33 C L De rnen.d .XV ,26: Tene ndlll11 est 01l111i modo praece ptuJ1J D ei ... Divinae
Scripturae non so lum praecepta D e i continent, sed etiam vitam moresque iusto rllll1 ,
ut si (orte occultulll est , quemadlll odulll accipi enduJ1J sit quod praecipitur, in fact is
iustorlllll inteJligatur. Exceptis itaque his [actis quae potest quisque ad a llegor icalll
siglli ('icatione m re(erre ... sicut sllnt (ere ol1l nia in Libris Veteri s T estamel1ti ... , ea
qua" in Novo Testamento a sa neti s facta sllnt. ..va lea nt ad exe mpla inteJligendarlllll
Scripturarul11 , qu ae in praece ptis digesta slln t . In C. Faustum Agost ino aveva
proposlo un a di slinzio ne all'interno dei pcece tti veterotes tamentari: quell i vitae
agencl ae e qu eJli v itae signi(icandae (X,2-3): i pr il11i rim ango no va lidi anche per il
cristi.ano ncl loro senso lettc rale ; i secondi, inveee , dopo la venu ta di Cristo vanno
.intesi e osse rva ti secondo un signi(ieato so ltan to spirituale (XXXLI,8).
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ulla parte Ull episodio, Ull esempio di chiarissima menzogna, dall'altra una dichiarazione altrettanto netta: Dio fece loro del bene.
Problemi di questo tipo, che - come si e visto - sono tipici deIla
letteratura e1elle quaestiones/4 erano gia not anche in ambiente
rabbinico e per la loro soluzione era stata trovata una regola, la XIII
tra quelle proposte da Rabbi Jsmael nel II secolo e ampiamente
applicata anche nella tradizione cristiana: D ue testi si contraddicono fino a che venga un terzo e decida fra di essi.35
Nella quaestio agostiniana tale regola si coniuga con quei due
principi esegetici esposti nel De mendacio. 1 testi che si contraddicono sono Es 1,19 da una parte e Es 1,20 dall'altra, mentre i tes ti
risolutori sono Fil 3,19 e Fil 3,20. 36 Essi infatti, prospettando due
diverse situazioni, una ancora legata alle cose terrene , l'altra gia
celeste, sono dimostrativi di un progresso che e necessario compiere nelle sue varie tappe, ognuna deHe quali e quindi giudicabile
mediante un confronto con le altre. Agostino puo dunque basare su
questi due versetti quella regula del confronto che aveva spiegato
!lel De mendacio e che qui applica pur senza nominada. Ma idue
versetti gli servono anche per applicare, ugualmente senza teorizzarJo, il secando principio enneneutico esposto nel De mendacio,
relativo alla diversa autorita degli exempla e dei praecepta:
l'episodio deHe levatrici non puo essere un esempio che autorizzi la
menzogna n per coloro che hanno la cittadinanza nei cieli, n per
coloro che sono ancora terreni, i quali pero possono guardare ad
esso per prendere piu coscienza della propria situazione e non
disperare.
11 fa tto che Agostino abbia tralasciato di esporre le regole
esegetiche che lo harmo guidato nella soluzione del problema,
limitandosi a metterle in pratica, non pennette pero di concludere
che nelle q uaestiones l'Ipponense si comporti sempre cosl, evi-
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tando di dare formulazioni teoriche. 37 Troviamo infatti che in un ' altra quaestio, la LXVIII su l Levitico, a proposito del meclesimo
problerua co ncernente la possibilita o m.ellO di una menzogn a lecita,
uno dei principi enneneutici present nel De mendacio viene di
I1UOVO riproposto, sia pure in maniera pi stringata. La magna
quaestio de mendacio - scrive Agostino - si risolverebbe facilmente se si attenesse ai soli precetti, senza far conto degli esempi;3S
sano infatti gli esempi che crean o problema 39 e il primo ad essere
menzionato e queJIo deHe levatrici. Avendolo gia risolto nella
quaestio 1 sull' Eso do Agostino riassume qui soltanto la conclusione, confennando che la difficolta dell'episodio e suscitata dalla
contraddizione tra Es 1,19 e Es 1,20.4u
Ma la quaestio 1 non si concluele con il conseguimento della
soIuzione. Agostino e consapevole che ci sono altri esempi nella
Scrittura che rendono prob1ematico il tema deHa iceita o meno della
menzogna e dichiara perci che dovra riprendere l'argomento in
maniera ancora piu distesa.'" Tale dichiarazione , come pure il
successivo riferimento all'episod io deJle Ievatrici neHa quaestio
LXVIII sul Levtico, rimandano al Con.tra men.dacium , I'opera che,
come si e detto, era stata richiesta ael Agostino da Consenzio. In
essa ri sulta infatti che Es 1,19-20 era uno dei passi su cui iI priscillianista Dittinio si basava per giustificare scritturisticamente la pratica
c!ella menzogna : e quindi alla luce di questa nuova polemica che si
pu meglio comprendere l'insistenza agostiniana suJI'episoelio e, in
ge nere , sul terna ele! mentire che egli affronta in modo pi o meno
esplicito in diverse q uaestiones ,<2
La seconela quaestio che analizzo e la XI sullibro dell' Esodo e
appartiene al gruppo delie q uaestianes che si passana definire con
soluzio ne incerta . Il passo scritturistico e Es 4,24-26 e Agostino lo
riporta al principio indicandolo testualmente:
.
37 NcllI libro de lle Qllaestiones se ne trovan o va rie, rivol te particolarmente a
defin ire il rapporto tra AT e NT: QE XCII su Es 23 ,25 ; XCIII su Es 23,28; CXIl su
Es 26,33.
" CL CChr.SL 33 ,221: "Si sola praeeeptn intuere mur, non et exe l1lpla .
.\9 lb.: Sed exempla faci unt difficillimam q uaestionem .
10 lb.: Me ntit ae sunt obstetrices Aegyptiae et bona illis D e us retribuit .
." CL QE I: Sed di ligentius de !lac quaesti.one disserenduJl1 est propter al ia
exemp la ljuac in sc ripturi s reperiuntur. No n e questo ['unico caso in cui Agostinu
rin-. la a spiegazioni pi ampie, o gia date in opere preceden ti , o da sv il uppare in
success ive occasioni: si vedano, fra le altre , la QG CXL V su Gen 44,15 (dove in
discussionc e ugualmente un caso di mc nzogna) ; QE Il su Es 2,12 e QE CXLlV su Es
32,19 ( nelle quali il rinvio e esp licitame nte al C.Faustul7I); QE XXI su Es 7, 12.
42 CL QG CXLIlI su Gen 43 ,22; QG CXL V su Gen 44,15; QE LXXI su Es
. 20 ,16; QL LXVm su Lv 19, 11 ; QGs XI su Gs 8,4-8; QGdc XX su Gdc 3,19.
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43 CL CChr.SL 33,73.
" CL P. Monceaux, Histoire liuraire de I'Afrique chrelielll/.e, VII , Paris 1923,
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parole pronunciate da Sefora. Tra le q uaestio nes relative al libro dell' Esodo che
Agustin o sviluppa prendcndo in esame piu di un aspetto, si vedano: QE XLvn su Es
1.2,37 (suddivisa in 6 paragrafi); QE LXXI su Es 20,2 (6 paragrafi) ; QE LXXVlJl su
Es 21 ,7ss (4 paragrafi); QE CXIV SlI Es 28,3 (2 paragrafi); QE CXXIX sU Es 29,26 (2
paragrafi); QE CUV su Es 33,18-19 (8 paragrafi); QE CLXVI su Es 34,28 (2
paragrafi) e in[ine l' ultima quaestio, la CLXXVn, co ncernente la descrizione del
Tahernaco lo e costituita da 23 paragrafi . .
40 CL AmLJrosiaster, Quaesl.XVI: Quare ange lus, qui in via occiclere volebal
Moysen, circumcisione infantis pacatus est? . Per quanto concerne l'ambito greco, le
catene sul/'Ottateuco hanno conserva lo dei frammenti Ji Eusebio di Emesa che
lasciano trasparre la CO:lOscenza da parte dell 'esegeta sia dell'interpretazione in base
a[Ja quaJe ad essere attaccalo dall'ange!.o era Mose sia di queHa seco ndo cui in
pericolo di vita era il figlio: eL R. Devreesse , Les andens commentaleurs grecs de
I'Oclaleuque el des Rois , (Stucli e Testi 201) Vaticano 1959, 89-91.. Dalla Ep.82,23
indirizzata da Agostino a Girolamo verso il 404-405 sappiamo pero che l'Ippon ense
non aveva letto nulla di questo autore fino a quella data: non possiamo illvece sapcre
se in scguito egli sia ven uta a conosccnza di cualcuna delle sue opere, tra le quali una
seri e di omelic tradotte in latino tfa la fine del IV e I'illizio de! V secolo : sulJ 'interprctazione eusebiana di Es 4,24-26 si veda il recente studio di A. Le Boulluec, Moise
menac de mor!. L'nigme d' Exode 4,24-26 d'aprs la Seplanle el selo/! les Peres,
(Ca hie rs de Biblia Pa tristica 1) Strasbourg 1987, 84-91 (Lo studioso passa in rassegna
varie interpre tazioni'de! passo di Esodo date da a uto ri greci e pertanto non prende in
consideraziollc l'opera di Agostino).
S" CL TcrtuJliano , Adv.Jlld.III,1-4.
SI eL Ippol ito , In Dal/..IV ,40,5.
';2 CL Origene, Pri/!c.III ,2,1; Comm. in Rom.II ,1.3,907; C. Cels.V,48. Pe!' una
ana lisi deltagliata di ttuesti tre passi mi perlIJetto di rimandare al mio studio Sanglle
della circonGsione e sllllgue della redenzione in. Origen.e in San.gue e Antropolagia
biblica n.ella LeUeralura cristiana, III (1982)1165-1174; in esso faccio presente la
conoscen za da parte di Origene anche deIla tradizione interpretativa relativa al figlio
. di Mose come oggetto dell'attacco angelico (e quanto si evince dal Comm.in Rom.),
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sene solo in questa sede, con la lettUl'a lineare del testo: in esso
infatti il pronome eum delJ'espressione voleva ucciderlo (<<quaerebat eum occidere), andrebbe riferito a qualcuno che non e stato
ancora nominato. Agostino definisce un tal modo di esprimersi
mira locutio et inusitata. Ma I'aver individuato che si pu trattare
di una locutio lo induce ad applicare quella regola , pi voIte
menzionata nel corso dell 'opera,1YI in base alla quale, perch sipossa
parlare di locutio in riferimento a una determinata espressione, e
necessario ricercare un aItro passo scritturistico che la confenl1i
come tale. Anche se si tratta di una Iocutio inusitata, Agostino
trova che nel Sal 86,1-2 ve ne e una simile, li dove il Salmo comincia
con la frase: Fundamenta eius in montibus sanctis; diligit Dominus
portas Sion.65 Anche in questo testo, infatti, il pronome eius
precede il nome a cui va riferito. Il passaggio al Salmo porta
Agostino a soffennarsi sul nuovo testo. Egli si accorge cosi che,
oltre alla Iocutio, esso presenta un ' ulteriore difficoIta: il pronome
pu riferirsi a due diversi nomi , Dominus o Sion. La logica
vorrebbe che le fundamenta fossero di Sion e questo sarebbe
pertanto, secondo iI modo di esprimersi agostiniano, il facilior
sel1Sus . Ma Agostino nota che, se il testo latino permette una simile
interpretazione, il testo greco che egli confronta la escIude categoricamel1te. In latino infatti il pronome eius e genus al11biguul11 , in
greco invece a{n;ou obbliga a intendere le fondal11enta in riferimento non a Sion, ma al Signore. 6~ L'interpretazione, obbligatoria
per rispetto alla grammatica, e pero ardita. Ecco che allora Agostino av verte la necessita di giustificarla anche scritturisticamentee
trova cosi un aItro Salmo , il 146, dove al v.2 e detto che il Signore
edifica Gerusalemme (<<aedificans Hierusalem Dominus): ha dunque senso dire: fundamenta Domini, id est quae constituit Dominus. Ancora un 'osservazione mi pare interessante fare a proposito
della digressione esegetica sul Salmo che Agostino introduce all'in-
!.
1,
hoc intellegatur occidere voluisse infantem, quia non erat circuJ1lcisus, atque ita
sanci re praeceplulll circull1cisionis severitate vindictae? ,
63 CL sopra.
M CL QG XXXI su Gen 17 ,8; CXLV su Gen 44,15; CL su Gen 46,15, Si veda
anche De docl,chrisI.Il ,13-14; IlI,24.
65 Nella Locutio E LXIV su Es 12,7-8 , Agostino rinviera a quanto proposto ne lla
nostra q uacstio e al riferimcnto fatto al Sal 86,1-2 in quanto si tratta di passi che
vanno intesi come <docutioncs.
06 CL CChr.SL 33 ,74.
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aperto.
Ma la quaestio non
e tennnata.
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